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Il più grande museo egizio al mondo si prepara all’apertura

Il Grand Egyptian Museum (GEM) ha aperto 12 sale dedicate all’antico Egitto nelle sue gallerie principali, visitabili da un massimo di 4.000 visitatori al giorno già a partire da questa settimana. Secondo quanto riferito dalle autorità egiziane alla CNN, si tratta di un’apertura di prova che precede l’inaugurazione ufficiale, la cui data non è stata ancora annunciata.

Situato nei pressi delle famose Piramidi di Giza, il museo è in costruzione da oltre un decennio e ha già superato il miliardo di dollari di costi, ma per diversi motivi, tra cui la pandemia di Covid-19, l’apertura completa è stata più volte posticipata, anche se alcune sezioni sono già accessibili dal 2022 per tour parziali.

Una volta completato, il GEM sarà il più grande museo archeologico del mondo dedicato a una singola civiltà e ospiterà oltre 100.000 reperti dell’antico Egitto. Fiore all’occhiello della collezione sarà il tesoro completo di Tutankhamon, composto da oltre 5.000 manufatti, che sarà esposto per la prima volta integralmente dal 1922, anno della scoperta della tomba del faraone.

Grand Egyptian Museum (GEM)

Fonte: GettyImages

Statue di faraoni al Grand Egyptian Museum (GEM), Il Cairo, Egitto

Una collezione egizia unica

Secondo quanto riportato dal sito CNN, questa apertura è un test per preparare il museo all’inaugurazione definitiva, con lo scopo di identificare eventuali criticità operative, come il sovraffollamento in alcune aree. Nelle 12 sale espositive, organizzate per dinastia e ordine storico, sono esposti migliaia di manufatti che presentano aspetti diversi della società, della religione e della dottrina nell’antico Egitto. Le epoche rappresentate includono il Terzo Periodo Intermedio (1070-664 a.C.), il Periodo Tardo (664-332 a.C.), il Periodo Greco-Romano (332 a.C.-395 d.C.), il Nuovo Regno (1550-1070 a.C.), il Medio Regno (2030-1650 a.C.) e l’Antico Regno (2649-2130 a.C.).

Una delle sale più spettacolari è dedicata alle statue dell’Élite del Re, membri della famiglia reale e funzionari di alto rango che prestavano servizio nell’esercito, nel sacerdozio e nel governo. Inoltre, il museo accoglie la statua di Ramses II, trasferita nella sua nuova sede nella hall del GEM. Un’altra attrazione imperdibile è la sala speciale dedicata ai 30 sarcofagi di “Al-Assasif”, scoperti nel 2019 presso la necropoli omonima a Luxor, appartenenti a uomini, donne e bambini, tutti in condizioni eccezionali, con colori vividi e motivi decorativi intatti.

Grand Egyptian Museum (GEM)

Fonte: GettyImages

I tesori del Grand Egyptian Museum (GEM), Il Cairo, Egitto

Grand Egyptian Museum: un dono per tutto il mondo

Dal 2022, alcune aree del GEM, come la maestosa scala di sei piani con vista sulle Piramidi di Giza e l’area commerciale, sono aperte al pubblico, offrendo la possibilità di ammirare monumenti e manufatti, tra cui sarcofagi e statue. Tuttavia, altre sezioni, inclusa la collezione di Tutankhamon, apriranno in momenti successivi.

Le sale sono dotate delle più avanzate tecnologie, con presentazioni multimediali che illustrano la vita dei faraoni e il modo di vivere nell’antico Egitto. Una delle sale utilizzerà la realtà virtuale per spiegare l’evoluzione delle pratiche funerarie egizie. “Il museo non è solo un luogo per esporre reperti, ma vuole anche attrarre i più giovani per farli appassionare alla storia dell’antico EgittoÈ un dono per tutto il mondo,” ha dichiarato Eissa Zidan, direttore generale per il restauro e il trasferimento delle antichità del museo, all’agenzia AP.

Il complesso del museo copre un’area di 100.000 metri quadrati, di cui 45.000 destinati all’esposizione, mentre il resto ospita una biblioteca specializzata in egittologia, un centro conferenze, laboratori di restauro, un cinema tridimensionale, ristoranti, negozi e parcheggi. La facciata è ispirata alla forma dei triangoli, richiamando simbolicamente le piramidi, in accordo con una teoria matematica di uno scienziato polacco che tratta della divisione infinita del triangolo.

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Borghi luoghi misteriosi Viaggi

I borghi delle streghe in Italia: luoghi magici del passato e del presente

Sono luoghi affascinanti, ammantati da quel pizzico di mistero che li rende ancora più belli: tra casette di pietra, memorie del passato sussurrate, quasi come presenze che tramano nell’ombra e dietro alle imposte delle finestre. Sono i borghi delle streghe in Italia, località che si dice siano state abitate nel passato dalle fattucchiere. E, chissà, magari lo sono anche oggi.

Disseminati da nord a sud della penisola, sono paesini arroccati, ma non mancano luoghi intrisi di fascino che racchiudono in sé storie e leggende che si tramandano di generazione in generazione: posti da visitare tutto l’anno ma, in particolare, in autunno quando il loro fascino diviene ancora più palpabile e l’atmosfera ancora più sinistra.

I borghi delle streghe in Italia, per una vacanza da brivido alla scoperta di luoghi misteriosi e in cui il tempo sembra essersi fermato.

Triora in Liguria

A Triora tutto parla delle streghe: è un borgo arroccato sulle montagne, con tante case che si snodano una attaccata all’altra e vi si respira un’aria affascinante e piena di magia. Siamo in provincia di Imperia, a 800 metri di altitudine nella Valle Argentina, un luogo di grande bellezza paesaggistica, ma anche con una storia antica. E c’è un periodo, in particolare, che ha reso questo borgo un paese delle streghe, infatti qui tra il 1587 e il 1589 si sono tenuti i processi di stregoneria che hanno visto accusate 35 donne e un uomo. Per sapere di più di quel periodo basta visitare il Museo Etnografico e della Stregoneria. Un altro luogo da visitare quando si raggiunge il borgo (circa 30 minuti di automobile da Arma di Taggia) è la Cabotina, che si trova fuori dal paese e dove – si dice – queste donne fossero solite incontrarsi per i sabba. Oltre che per le streghe, ci sono anche altre moltissime ragioni per visitare Triora, tra queste la possibilità di assaggiare il pane che viene impastato e cotto qui: una vera delizia genuina.

Triora in Liguria: borgo delle streghe

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Tra i borghi delle streghe in Italia vi è Triora

Rifreddo in Piemonte

Ci spostiamo in Piemonte, a Rifreddo, ai piedi del Monviso e del Monte Bracco, nella Valle Po. Poco più di mille abitanti e tantissime cose da vedere in questo borgo in provincia di Cuneo noto, anche lui, per i processi alle streghe. Pare che i primi documenti che parlano di questo luogo possano essere individuati nella seconda metà dell’anno Mille e quindi la sua storia è davvero antica. È nel 1495, invece, che qui si è tenuto un processo alle masche, donne che si narrava avessero dei poteri e che per secoli pare che vivessero qui.

E oltre al fascino dell’occulto, il borgo merita di essere visitato per i tesori che custodisce come il palazzo comunale, che è stato realizzato nel XV secolo, e il monastero femminile cistercense di santa Maria della Stella, che risale al XIII secolo.

Cimego in Trentino e un altro luogo simbolo

È un borgo che non esiste più Cimego, infatti dal 2016 è divenuto una frazione di Borgo Chiese in provincia di Trento. Qui si narra siano vissute delle streghe nel passato, di due si conoscono anche i nomi: Nicolina e Brigida, la prima pare sia stata condannata al rogo agli inizi del 1500, mentre non ha patito lo stesso destino la seconda, che è riuscita a salvarsi grazie al suo ingegno. Visitare la zona di Quartinago del borgo di Cimengo nel periodo di Natale può essere straordinario infatti, durante i mercatini, si può conoscere di più in merito a quelle donne che si racconta avessero poteri speciali. Inoltre, viene anche acceso un fuoco che ricorda gli antichi e misteriosi sabba. Tra edifici medievali, fascino e storia, si può rivivere l’eco di un passato lontano.

In Alto Adige, nel territorio della provincia di Bolzano, c’è un altro posto pieno di fascino che merita di essere citato. Stiamo parlando del massiccio dello Sciliar: non è un borgo ma un luogo intriso di mistero, dal momento che si racconta che su questo altipiano si riunissero le streghe giungendo a cavallo delle loro scope da tutto il mondo. Qui si trovano le panche delle streghe, delle formazioni rocciose che sembrano perfette per sedersi, o il sentiero Sorgenti delle Streghe, ma si narra anche che le fattucchiere scatenassero temporali violenti o fossero causa di disgrazie come raccolti andati a male o la perdita di un capo di bestiame. Leggende e tradizioni, storie sussurrate e tramandate da una generazione all’altra, fanno di questo luogo una meta da raggiungere. Magari dopo aver vistato il borgo di Cimego.

Cimego in Trentino: un borgo delle streghe

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Cimego, il borgo delle streghe in Trentino

Calcata nel Lazio

È durante le giornate in cui soffia il vento che raggiungere Calcata nel Lazio diventa imperativo, soprattutto se si amano i brividi e si desidera andare a caccia di misteri paurosi. Poiché si dice che tra le stradine del borgo si possa udire un rumore molto particolare, che leggenda narra essere il canto delle streghe.

Siamo in provincia di Viterbo, nella Tuscia, a una cinquantina di chilometri di distanza da Roma. Qui, nella Valle del Treja e vicino alle Cascate di Monte Gelato, si trova Calcata, borgo arroccato su una rupe di tufo: proprio per dubbi circa la solidità di questa roccia c’è stato un momento in cui si è svuotato. Ma altri controlli hanno poi rivelato che non vi erano pericoli e il destino di questo borgo è cambiato: infatti è tornato a ripopolarsi quando le preoccupazioni sono state eliminate da una nuova perizia e grazie all’arrivo di molti artisti.  Per questo, oltre a essere considerato il borgo delle streghe, viene definito anche come quello degli artisti. Ed è veramente un luogo sospeso tra sogno e realtà, dall’aspetto quasi magico: infatti tra stradine e botteghe, l’atmosfera è senza dubbio unica e affascinante e vale la pena raggiungere Calcata per immergersi completamente nella sua storia e nella sua bellezza senza tempo.

Calcata, borgo delle streghe nel Lazio

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Calcata, affascinante borgo delle streghe e degli artisti nel Lazio

San Lupo in Campania e le streghe di Benevento

Raggiungiamo la Campania dove, si narra, vivesse la janara detta anche strega di Benevento. Le storie raccontano che queste streghe fossero solite incontrarsi lungo il fiume Sabato, sotto un albero di noce. Si dice che nascessero tutte la Vigilia di Natale e che sapessero compiere varie stregonerie. Vicino a Benevento, a San Lupo, vi è una storia che racconta di una fanciulla bellissima nata durante un Sabba, dalla passione tra una strega e il diavolo. Questa, dopo essere stata adottata, si occupava delle greggi della famiglia. Un nobile del Castello di Limata, però, anni dopo l’avrebbe notata ottenendo un rifiuto, motivo per cui la giovane è stata tacciata di essere una strega e uccisa, gettata nel torrente delle Janare dal ponte omonimo. Pare che tempo dopo sia stata vista danzare sulle rive dll’acqua e che un discendente di quel signore l’abbia seguita sparendo per sempre

Alla janara di Benevento e dintorni si aggiungono altre tipologie di streghe paurose, che suscitano timore solo a nominarle. Come la Zucculara, che viveva nell’area del teatro romano cittadino, oppure la Manalonga che abitava i pozzi. Ovviamente ci sono stati diversi processi alle streghe nel corso dei secoli e molte di queste hanno parlato di sabba a Benevento. E, per chi è alla ricerca di misteri, la città campana di Benevento è una meta prediletta. Oltre alle sue leggende, poi, ci sono tantissimi tesori storici e architettonici da scoprire, come la chiesa di Santa Sofia che risale al 760 e di origine Longobarda e il monastero collegato che fanno entrambi parte di un sito Unesco.

Teatro Romano a Benevento

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La strega Zucculara si racconta vivesse nei pressi del Teatro Romani di Benevento

Uggiano in Puglia

Raggiungiamo il Salento e la provincia di Lecce, qui troviamo Uggiano la Chiesa, un borgo di quasi cinquemila anime. Si racconta che le streghe si dessero appuntamento proprio qui per celebrare i propri riti, sotto un albero: il noce del mulino a vento. Legate a questi luoghi vi sono diverse leggende, come quella di un oste la cui moglie era solita partecipare ai sabba, che per un errore obbligò le streghe a nascondere l’albero alla vista. E, oggi, si narra che di notte non sia difficile sentire strani rumori e canti nella campagna intorno a questo borgo.

Oltre alla sua campagna che sembra celare segreti e misteri, vale la pena visitare questo borgo per le sue tante testimonianze di epoche diverse come la Cripta di Sant’Elena che pare risalire al periodo della dominazione bizantina, senza dimenticare la Torre dell’Angelo del primo periodo del XVII secolo, sino al menhir San Giovanni Malcantone, un megalite monolitico alto 4 metri.

San Fili in Calabria

Concludiamo il nostro viaggio alla scoperta di alcuni borghi delle streghe in Italia con San Fili, che si trova in Calabria e – più precisamente in provincia di Cosenza. Noto come il paese delle magare, si distende su tre colli ed è un luogo intriso di bellezza. Le magare calabresi si dice che fossero delle antiche guaritrici e non delle vere e proprie streghe, pare che potessero curare con le erbe. Insieme a loro vi è anche un’altra donna misteriosa: la Fantastica, capace di volare e vestita da sposa ma dall’aspetto spaventoso.

Questo paesino ha tantissime chiese, tra queste quella della Madre Santissima Annunziata dalla storia davvero antica: un luogo da visitare per lasciarsi incuriosire dalle sue storie e leggende.

San Fili, paese noto per le leggende sulle streghe

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San Fili, borgo calabrese noto per le leggende sulle streghe
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Helsinki Notizie Viaggi viaggiare

Helsinki è stata nominata la città più sostenibile del mondo, ecco perché

È Helsinki la capitale mondiale della sostenibilità turistica. Il prestigioso riconoscimento è arrivato il 16 ottobre scorso con la pubblicazione dell’ultimo Global Destination Sustainability (GDS) Index, una classifica che valuta la sostenibilità delle destinazioni turistiche in tutto il mondo. E proprio la capitale finlandese si è aggiudicata il primo posto, confermandosi come modello di riferimento nel panorama globale.

Il Global Destination Sustainability Index esamina la sostenibilità delle destinazioni attraverso quattro categorie principali, utilizzando oltre 70 indicatori diversi. Le città incluse nella classifica sono più di cento e si distinguono per l’impegno costante verso la sostenibilità. Helsinki, in passato, aveva già ottenuto buoni risultati, arrivando a posizionarsi al quarto posto nel 2023. “Essere nominati la destinazione turistica più sostenibile al mondo è la prova del lavoro a lungo termine svolto a Helsinki, – ha commentato Juhana Vartiainen, sindaco della capitale finlandese. – Stiamo sviluppando e facendo crescere il turismo in modo sostenibile, in collaborazione con gli operatori turistici e i residenti locali. Il primo posto che abbiamo raggiunto ora indica che siamo sulla strada giusta.”

Le preferenze dei visitatori: sostenibilità al centro

Il Global Destination Sustainability Index valuta la sostenibilità delle destinazioni turistiche in quattro aree principali: gestione della destinazione, prestazioni dei fornitori, prestazioni ambientali e progresso sociale. Helsinki ha storicamente ottenuto risultati eccellenti, soprattutto in termini di prestazioni ambientali a livello cittadino. Mentre quest’anno, la capitale finlandese ha conquistato il primo posto sia nella gestione della destinazione che nelle prestazioni dei fornitori e ambientali, e il secondo nel progresso sociale.

Uno dei punti di forza di Helsinki è risultato l’impegno nella sostenibilità sociale, sostenendo le imprese locali nel loro percorso verso una maggiore efficienza ambientale e aumentando le risorse per lo sviluppo delle destinazioni turistiche. Nina Vesterinen, direttrice del Turismo della Città di Helsinki, ha sottolineato che “gli studi internazionali mostrano come i viaggiatori siano sempre più alla ricerca di servizi e destinazioni sostenibili. Non c’è dubbio che la domanda per la destinazione turistica più sostenibile al mondo crescerà in futuro”.

Una città sempre più ecologica e smart

Il successo di Helsinki nel GDS Index non è casuale, ma fa parte di una strategia più ampia che punta a rendere la città la destinazione turistica più sostenibile e smart al mondo. Il Climate Action Plan for Tourism and Events della città ha stabilito l’obiettivo di posizionarsi al vertice della classifica globale della sostenibilità turistica entro il 2025, un obiettivo che Helsinki è riuscita a raggiungere con un anno di anticipo. Il piano non riguarda solo il turismo, ma tocca tutte le attività della città, con l’ambizioso proposito di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2030.

Per ottenere questo risultato, la capitale della Finlandia ha messo in campo diverse strategie, tra cui l’aumento dell’uso di energie rinnovabili nella produzione di calore ed elettricità e l’implementazione di misure di efficienza energetica negli edifici. Inoltre, la città ha investito in soluzioni di trasporto a basse emissioni: oltre il 30% della flotta di autobus della regione di Helsinki è elettrificato, e nei prossimi dieci anni verranno introdotti più di 30 chilometri di nuove linee tranviarie.

L’insieme di queste azioni sono valse di recente a Helsinki anche il primo posto nella classifica delle città più pulite d’Europa stilata dall’azienda di prodotti medicali tedesca Deutsche Medz, che ha condotto uno studio basato su diversi parametri, la qualità dell’aria e dell’acqua, alla percentuale degli spazi verdi, fino alle tecniche di smaltimento dei rifiuti.

Un futuro in armonia con l’ambiente

I progetti di sostenibilità in ambito turistico includono lo sviluppo di un turismo inclusivo e l’incremento della partecipazione dei residenti locali nello sviluppo delle destinazioni turistiche. Helsinki sta inoltre monitorando l’impronta carbonica del turismo, promuovendo il Climate Action Plan for Tourism e supportando le aziende turistiche nel loro percorso verso un’offerta più eco-friendly.

A dimostrazione che il turismo può crescere e prosperare in armonia con l’ambiente e la comunità, la città è anche aperta a collaborare con altre destinazioni turistiche, sia a livello nazionale che internazionale, per condividere conoscenze e migliorare ulteriormente le proprie pratiche. Grazie a questi sforzi costanti, la capitale finlandese continua a distinguersi come un modello di sostenibilità a livello globale, offrendo ai visitatori un’esperienza che non solo rispetta l’ambiente, ma valorizza anche il benessere sociale e la qualità della vita dei cittadini.

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Borghi Firenze Viaggi

L’autunno è la stagione della Romagna Toscana

Nella Biblioteca Marucelliana di Firenze è conservata una cartina della provincia del capoluogo toscano di qualche anno successiva all’Unità d’Italia.

Il territorio è suddiviso in quattro aree, corrispondenti ai circondari, le unità amministrative al di sotto delle province che hanno suddiviso il territorio del Regno d’Italia fino al 1927. In verde, a ovest, il Circondario di San Miniato, con Empoli e Certaldo. In giallo quello di Pistoia, che comprende l’appennino modenese e si ferma prima di Montecatini. Al centro la grande area direttamente afferente a Firenze e a est, in arancio, il Circondario di Rocca San Casciano, che si spinge fino quasi a Forlì in direzione nordorientale e comprende Bagno di Romagna e Verghereto a sud-est: è la Romagna Toscana.

Per cinquecento lunghi anni questo ampio territorio di lingua e costumi romagnoli, con un evidente confine fisico contraddistinto dagli Appennini, è stato sotto la giurisdizione toscana. Nel 1923, per fini personali e politici che poco avevano a che fare con la storia passata e con la cultura degli abitanti del luogo, il regime fascista fece passare l’intero Circondario di Rocca San Casciano alla provincia di Forlì.

Da allora, alla Toscana sono rimasti soltanto i territori di tre comuni della cosiddetta Romagna Toscana: Palazzuolo sul Senio, Marradi e Firenzuola. Tre borghi remoti, che siedono in valli appenniniche poco abitate e dominate dalla roccia delle montagne, coperte di boschi. Luoghi che sono rimasti fedeli a loro stessi, immersi in una atmosfera romantica e malinconica, leggermente fermi nel tempo, dedicati alle persone che li abitano, sempre meno.

Cittadine che regalano il meglio di loro nella stagione autunnale, quando gli alberi di castagno regalano i loro preziosi frutti e le chiome degli alberi si tingono di giallo, di rosso e di bruno.

Romagna Toscana
Splendidi panorami autunnali nei pressi di un valico appenninico a Palazzuolo sul Senio

Palazzuolo sul Senio, il più remoto

Palazzuolo sul Senio è il più piccolo dei paesi della Romagna Toscana odierna, quella alla quale si fa talvolta riferimento con il nome di Alto Mugello. È tuttavia anche quello più remoto e al tempo stesso affascinante, con le sue vestigia medievali al centro del paese.

Il Palazzo dei Capitani del Popolo è il simbolo del borgo, con il suo portico, la scenografica torre dell’orologio e l’ingresso sopraelevato. Tipico del territorio il colore scuro della pietra che ne compone le mura.

Se in epoca medievale il palazzo serviva a ospitare l’amministrazione del paese, oggi è stato adibito a sede museale. Vi si trovano il Museo delle Genti di Montagna e il Museo archeologico dell’Alto Mugello. Il primo offre uno spaccato della vita contadina e della storia moderna e contemporanea del territorio di Palazzuolo, mentre l’altro scava nel passato più remoto possibile.

Palazzuolo sul senio

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Il Palazzo dei Capitani del Popolo a Palazzuolo sul Senio

Tutt’intorno al paese si dispiegano numerosi sentieri escursionistici, lunghi e brevi, semplici e per escursionisti esperti. Sono oltre 100 i chilometri percorribili su e giù dalle montagne che circondano Palazzuolo, e farlo nelle belle giornate d’autunno, tra i grandi castagni e le querce che contraddistinguono questi boschi, camminando in un tappeto di foglie gialle, è un’emozione particolare.

Nel 2018 Palazzuolo è entrata a far parte del club de i Borghi più belli d’Italia e pur essendo il secondo comune meno popolato della provincia di Firenze, è decisamente vivace e attivo. Eventi, mostre, sagre paesane e continue iniziative animano il territorio di Palazzuolo, che siede sulle rive del Senio.

Dopo l’estate le cose non rallentano, anzi: visto che i prodotti tipici del posto riguardano in particolar modo funghi e castagne, l’autunno è proprio la stagione migliore per visitare Palazzuolo sul Senio, che infatti promuove il proprio territorio con la popolare manifestazione dell’ottobre palazzuolese, teso ad animare ogni fine settimana tra caldarroste, enogastronomia e altre iniziative.

Marradi, il borgo delle castagne

La Strada provinciale 306 lascia Palazzuolo sul Senio e si inerpica tra morbide curve verso il Passo Carnevale. Scendendo dall’altro versante del giogo si arriva a Marradi, il comune più orientale della provincia di Firenze.

Attraversato dal fiume Lamone, Marradi è un borgo elegante, con i palazzi gentilizi che si godono la loro posizione immersi tra i boschi, in una conca tra le colline.

Romagna Toscana Marradi

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Il centro di Marradi con il fiume Lamone

È il paese natale di Dino Campana, poeta unico del primo Novecento italiano, scappato da Marradi e più volte ritornatovi, preso per pazzo, più volte incarcerato in manicomio, poi applaudito da ogni parte dopo la morte. Dal 2009 in paese è stato inaugurato il Centro studi campaniani, che ospita fra l’altro diverse opere d’arte ispirate dalle sue poesie.

L’altra istituzione locale sono le castagne. Anzi, i marroni. Il Marron Buono di Marradi è riconosciuto come prodotto IGP ed è frutto dei numerosi e vasti castagneti che popolano le colline attorno al borgo. Il marrone è al centro dei prodotti tipici della cucina locale, e pertanto ottobre e l’autunno sono i mesi migliori per visitare Marradi, le cui vie si illuminano e si animano per la locale sagra paesana con il prelibato frutto al centro della scena.

A Marradi è peraltro presente il CSDC, ovvero il Centro di Studio e Documentazione sul Castagno (CSDC), una associazione senza scopo di lucro con l’obiettivo di promuovere una più approfondita conoscenza della coltura del castagno, vero e proprio simbolo del territorio marradese.

Firenzuola, la porta del Mugello

Firenzuola è bosco e pietra. Il suo territorio, il più esteso della provincia di Firenze, comprende ben 16 frazioni disseminate tra le colline di questa valle chiusa tra i valichi che portano al Mugello propriamente detto, come il Passo della Futa, e lo stretto tracciato fluviale scavato dal fiume Santerno in direzione di Imola.

Il bosco è quello fatto di secolari castagni che, in autunno, regalano i gettonatissimi marroni, ingrediente peraltro distintivo della cucina locale. Si possono esplorare attraverso i tantissimi sentieri escursionistici che attraversano il territorio amministrato da Firenzuola, tra cui spicca AVF100, il percorso circolare Alte Vie di Firenzuola lungo circa 100 chilometri, tutto in cresta, da affrontare a piedi, in mountain bike, a cavallo o come percorso di trail-running.

La pietra è quella delle cave di pietra serena che costituiscono la principale attività industriale del luogo. La pietra serena è quella pietra grigia utilizzata in architettura e che caratterizza spesso gli edifici storici toscani. Filippo Brunelleschi, a titolo di esempio, usò quella proveniente da queste colline per le murature interna della cupola del Duomo di Firenze. Quella di Firenzuola è attualmente una delle principali zone di estrazione in Italia.

Firenzuola Romagna Toscana

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Il palazzo del municipio, antico Palazzo Pretorio, a Firenzuola

Via Imolese attraversa Firenzuola da una parte all’altra, come un qualsiasi luogo di passaggio, ma se invece di limitarsi a transitare si lascia l’auto e si attraversa la porta delle antiche mura, si entra in un centro storico estremamente curato e spesso vitale. Il luogo centrale è piazza Agnolo, con il palazzo comunale a fare da sfondo all’ampio rettangolo su cui affaccia un elegante bar e che è spesso animato dalle iniziative locali e da piccoli mercati di prodotti locali. Tutto il corso che attraversa il centro è scandito dal susseguirsi di piccoli negozi che hanno lasciata intatta un’idea di paese a prima vista un po’ retro, ma che a ben vedere ha rafforzato una comunità altrimenti isolata, e che consente al visitatore di godersi un’atmosfera senza tempo sorseggiando una bevanda calda in uno dei caffè disseminati lungo la via.

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Si scrive aeroporto o aereoporto: la risposta

La lingua italiana è capace di mandare in tilt moltissime persone. Tra le domande più gettonate c’è sicuramente questa: aereo ma aeroporto, perché? Tenendo in considerazione l’Accademia della Crusca, che stabilisce le principali regole filologiche della lingua italiana, la forma corretta è “aeroporto”. Il prefisso -aero sta a indicare l’aria e l’aeroporto indica dunque il porto per tutti quei mezzi che viaggiano attraverso l’aria. Lo stesso prefisso è ritrovabile in parole come “aerosol”, “aerostato” o “aeronautica”. Inoltre, il prefisso “aero” si riferisce anche al traffico.

Perché si chiama aeroporto

La parola “aeroporto” indica il porto per il traffico aereo. Se molti si chiedono come si scriva aeroporto e perché non è possibile scrivere aereoporto è perché vi sarebbe un problema con il prefisso -aereo, che nella lingua italiana indica anche un preciso veicolo di trasporto. Un aeroporto, insomma, è una struttura adibita a ricevere tutti i veicoli che fanno parte del traffico aereo, come gli aeroplani, e non solo gli aerei. Altre parole con il prefisso “-aero”, che si riferisce al traffico aereo, sono “aeromodellismo”, che indica il modellismo dei mezzi che compongono il traffico, o l’aerosiluro.

Anche in quest’ultimo caso viene indicato un particolare oggetto che compone il movimento aereo. Alcune persone confondono la parola “aeroplano” con “aereoplano”. Anche in questo caso, però, la forma corretta sarebbe “aeroplano”, a indicare un mezzo aereo e un veicolo che compone il traffico aereo. Non solo. Il prefisso “-aero” deriva dal francese e sta a indicare proprio un veicolo che si muove nell’aria. Per questo il prefisso sopraindicato è stato utilizzato anche per indicare altri tipi di veicoli aerei.

La parte linguistica “-porto“, che compone la seconda metà della parola aeroporto, sta invece a indicare un luogo di attracco per alcuni tipi di veicoli. Storicamente, la parola “-porto” è stata precedentemente utilizzata solo per indicare i mezzi di spostamento marini. Aggiungendo il prefisso “-aero” si dà un altro significato alla parola “porto”, formando il termine aeroporto per indicare il luogo come adibito al ricevimento dei mezzi di trasporto aerei. Considerando queste piccole particolarità non vi possono essere ulteriori dubbi su come si scrive aeroporto.

Altre regole grammaticali da tenere a mente

Oltre alla confusione su aereoporto e aeroporto, sono anche altre le domande che le persone pongono al web per scrivere e pronunciare in modo corretto alcune parole legate a questo luogo di passaggio (a volte bellissimo) che ci permette di raggiungere le più belle destinazioni al mondo. Una di queste è: qual è il plurale di aeroporto? La risposta è molto semplice: aeroporti, mentre il plurale di aereo è aerei.

Alcuni chiedono anche qual è la differenza tra aereo e aeroplano. Prendendo in considerazione la Treccani, ossia l’Istituto della Enciclopedia Italiana, come sostantivo, aereo è semplicemente l’abbreviazione di aeroplano, e viene usato spesso nel linguaggio familiare al posto della parola intera.

Infine, le persone si chiedono spesso qual è il nome collettivo per gli aerei, ossia quei nomi che, pur restando al singolare, esprimono l’idea di un insieme di cose. In questo caso, il nome collettivo da tenere a mente è stormo.

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Giornata nazionale del trekking urbano 2024: gli itinerari per scoprire l’Italia a piedi

Il 31 ottobre non è solo Halloween, ma un giorno importante per promuovere il turismo sostenibile: la 21° Giornata Nazionale del Trekking urbano. Organizzata dal Comune di Siena in collaborazione con l’Associazione Nazionale Guide Turistiche, coinvolge tantissimi comuni italiani da Nord a Sud per invitare le persone a vivere ed esplorare le città a piedi, senza fretta.

In una società che va sempre più veloce ed è vittima di un ritmo di vita frenetico, questo appuntamento celebra il piacere della lentezza, riconoscendo il valore del patrimonio naturale, artistico e culturale del nostro paese.

XXI Giornata Nazionale del Trekking Urbano 2024, info utili e novità

Natura ad arte: memoria, artificio, paesaggio è il sottotitolo della manifestazione di quest’anno, che vuole esplorare il legame tra il paesaggio urbano, la memoria storica e l’ingegno umano. Un turismo lento e sostenibile può incoraggiare un futuro migliore per l’ambiente e gli esseri umani. Prendersi il giusto tempo per apprezzare le bellezze della natura e percorrere km tra ricchezze architettoniche, siti storici e paesaggi affascinanti, fa bene alla salute mentale e fisica.

Il trekking urbano permette di sentirsi immersi in un’atmosfera autentica e apprezzare i monumenti, i segreti e gli angoli meno noti di un posto. Ideata dal Comune di Siena nel 2001, la Giornata Nazionale del Trekking Urbano prevede percorsi di trekking in 91 comuni italiani tra cui Padova, Bologna, Tempio Pausania, Poggibonsi, Comacchio, San Giovanni in Fiore, Tarquinia e tanti altri. Passeggiate lungo i fiumi si alterneranno a sentieri verdi, attraversando parchi, vie d’acqua, giardini, vicoli storici e architetture medievali. Chiese, palazzi antichi, monumenti si troveranno sul cammino per arricchire l’esperienza. Ogni percorso, inoltre, prevede dei momenti di riflessione sulla sostenibilità e il legame tra uomo e natura.

Tarquinia

Fonte: Ufficio stampa

Trekking a Tarquinia

Tra le novità dell’edizione 2024 c’è l’Urban Trek Summit in programma il 30 Ottobre a Siena, un convegno sui temi del turismo green che mira a diventare un appuntamento fisso fino per stilare la Carta dei Valori del Trekking Urbano 2025. Nella settimana prima del 31 ottobre ci sono in programma varie iniziative come la Camminata tra gli Olivi il 27 ottobre e la passeggiata patrimoniale il 28 ottobre.

Gli itinerari più suggestivi di Trekking Urbano 2024

Sono oltre sessanta gli itinerari possibili per praticare trekking urbano in occasione di questo evento speciale. Ancona, con i segreti del Parco del Cardeto, Castellina in Chianti, Mantova, Biella, Tarquinia, Narni, Pavia, Trento, Lucca, Aosta, per citarne alcuni. In ogni regione tante idee per godersi la natura e le bellezze dei luoghi tra storia e arte. Per scoprire tutti gli altri itinerari si può andare sul sito di trekking urbano.

Trekking urbano a Ercolano

Ercolano, in Campania, è un luogo molto amato da turisti italiani e stranieri. Il percorso di trekking proposto parte dal cuore del Mercato degli stracci di Resina, presso il Palazzo Capracotta, e la passeggiata poi continua da via Pugliano per Corso Resina e Via Mare, fino alla Piazza Carlo di Borbone dove si possono ammirare i resti della città antica distrutta nel 79 d.C. dopo l’eruzione del Vesuvio. Proseguendo per Corso Resina fino alle ville del Miglio d’Oro ci si può fermare in Piazza Colonna per ammirare Le Danzatrici del I secolo a.C. per poi passare tra le Ville Vesuviane fino a Villa Campolieto e il terrazzo panoramico che lascia senza parole. Questo itinerario dura circa due ore e mezza per 2,2 km, con partenza da via Pugliano alle 11 di mattina.

Trekking urbano a Lucca

Le Mura di Lucca hanno un fascino incredibile tutto l’anno. Passeggiare sopra e sotto di esse, fino a raggiungere l’Orto Botanico, porta ad esplorare luoghi preziosi. Il viale alberato delle Mura rinascimentali gira intorno alla città e regala scorci suggestivi, ma anche chiese, palazzi storici, monumenti da ammirare. E in autunno i colori e i profumi dei dintorni donano un tocco in più. Per chi vuole avventurarsi nei sotterranei dei baluardi tra galleria e passaggi segreti, il tragitto si fa ancora più interessante. Per circa due ore si possono percorrere 4 km partendo dall’infopoint Mura di Lucca, al Castello di Porta San Donato Nuova, alle ore 11 o alle 15.00. Per informazioni potete visitare il sito Turismo.lucca.it

Trekking urbano a Volterra

Mura e porte etrusche, necropoli, teatro e terme romane, sono alcune delle meraviglie che troverete lungo il percorso di trekking urbano a Volterra. Le Balze di Volterra sono da vedere, come la Badia Camaldolese con un affaccio sull’Alta Val d’Era e la Val di Cecina che offre panorami unici tra mare e montagna. Con due ore e mezza di cammino lungo 6,5 km con difficoltà media, questo itinerario parte dalle Fonti di Docciola, alle 10 o alle 14, con visita guidata per vivere un racconto della città e del territorio tra storia e natura.

Trekking urbano a Monselice

A Monselice puoi provare un percorso suggestivo che si sviluppa tra piazza Mazzini, il castello Cini, il Santuario giubilare delle Sette Chiese fino al punto più alto a Villa Duodo. Il parco Buzzaccarini offre un’ampia varietà di fauna e flora e gli amanti della bicicletta possono avventurarsi sulla pista E2 passando per villa Pisani, raggiungendo il nuovo pontile accanto al Campo della Fiera. Questo itinerario dura circa due ore per 5 km, con 50 metri di dislivello e partenza da Palazzo della Loggetta.

Trekking urbano a Cecina

In circa tre ore si può percorrere un itinerario di trekking urbano a Cecina che parte da Vallescaia e prosegue per via Sanzio e Via Da Boninsegna, attraversando il sottopassaggio sulla ferrovia. Dopo un ponticello sul fosso ci si può dirigere verso la Fattoria Paduletto, poi nei pressi di una casa cantoniera. Da qui, un sentiero porta diretti al mare o verso una casa abbandonata per chi ama il mistero. Camminando si finisce all’interno della Pineta dei Tomboli fino alle Tamerici.

Cos’è il trekking urbano e chi può praticarlo

Nato come movimento e associazione a Siena nel 2003, oggi il trekking urbano è un’attività fisica per tutti che coniuga sport e salute con la cultura personale. Una forma di turismo lento che prevede percorsi a piedi tra arte, paesaggi, botteghe artigiane, mercatini, ristoranti tipici e altro. Non occorre un allenamento specifico per affrontare un percorso, ma ognuno può regolarsi in base al proprio stato di salute, l’età e le condizioni fisiche per pianificare l’itinerario ideale. Basta indossare scarpe comode e lasciarsi andare esplorando i vari lati di una città, prendendosi il proprio tempo e tornando a casa con un bagaglio emotivo e intellettivo importante. Una passeggiata tra le vie e le piazze di centri storici e aree periferiche si può fare in ogni momento e l’Italia ha molti posti bellissimi per farlo.

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Gite in treno, dai laghi alla neve ai Mercatini di Natale

Sono gite da fare in giornata, ma non solo, e in Italia stanno spopolando. Piacciono alle famiglie, agli anziani, agli stranieri che visitano il nostro Paese. Piacciono a tutti, insomma. Consentono di visitare luoghi magnifici e di fare esperienze uniche senza stress, perché qualcuno ha organizzato già tutto per loro, dal trasporto alle visite programmate.

In Lombardia, queste esperienze si stanno moltiplicando a vista d’occhio, grazie anche a un accordo tra il servizio ferroviario regionale di Trenord e Discovera, piattaforma digitale che integra servizi turistici e di mobilità. Nata con l’obiettivo di valorizzare un turismo consapevole e sostenibile, puntando a ridurre le emissioni di Co2 grazie al mezzo pubblico e l’impatto sul territorio in termini di traffico sulle strade, questa partnership è stata presentata in occasione di TTG Travel Experience a Rimini. Ne abbiamo parlato con Pasquale Scoppeliti, uno dei fondatori di Sportit e Discovera durante la più importante fiera dedicata al turismo in Italia.

“Trenord aveva bisogno di far crescere più velocemente il progetto”, ha spiegato Scoppeliti “da qui nasce la collaborazione con noi che da qualche anno realizziamo piattaforme digitali legate al turismo ed è nata Discovera di cui Trenord è main mobility partner e che ha il compito di portare il concetto della gita sostenibile ancor più in là, facendolo crescere non solo sul territorio lombardo ma anche a livello nazionale, aprendo l’integrazione con altri player di mobilità andando a costruire quello che diventerà il tour operator nazionale dedicato ai viaggi sostenibili”.

“Grazie alla partnership con Discovera abbiamo evoluto la nostra proposta delle Gite in treno, prodotti treno+esperienza che registrano un successo in costante crescita, con oltre 56mila biglietti venduti nei primi nove mesi del 2024”, ha spiegato Leonardo Cesarini, Direttore Commerciale di Trenord. “Ci auguriamo di conquistare ancora più viaggiatori in treno nel tempo libero, a beneficio dell’ambiente e del territorio”.

Gite al lago

Il prodotto di punta sono le Gite al lago, che prevedono il viaggio in treno verso i laghi lombardi, in partenza da tutte le stazioni Trenord della Lombardia e che comprendono, oltre al trasporto, anche l’sperienza che può essere una navigazione o l’ingresso a un museo. Questo tipo di escursione piace molto anche agli stranieri, dato che molti turisti atterrano a Malpensa e che grazie, al Malpensa Express, rappresenta uno dei canali di accesso a Milano, alla Lombardia e all’Italia, di fatto. In treno si raggiungono gli splendidi borghi del Lago di Como come Bellagio, Torno, Varenna e Menaggio, o del Lago d’Iseo come Montisola o ancora del Lago di Garda, come Gardone Riviera.

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Fonte: 123RF

Gite in treno sui laghi lombardi

Treni della neve

Anche quest’anno, nella stagione invernale, partiranno i Treni della neve diretti verso le cime lombarde. La formula comprende un biglietto unico treno+skipass e il servizio dedicato di bus-navetta verso gli impianti sciistici, a cui i viaggiatori potranno integrare tutti gli altri servizi che desiderano, per completare l’esperienza di una o più giornate sugli sci, come per esempio il noleggio delle ciaspole o il biglietto della funivia. Organizzati da Trenord insieme a Snowit, società che fa parte di Discovera, i comprensori sciistici collegati dai Treni della neve sono quelli di Aprica-Corteno, Valmalenco, ai quali lo scorso anno si sono aggiunti quelli di Madesimo e dei Piani di Bobbio.

Le novità in arrivo

Quest’anno ci sarà anche un grande novità: una corsa straordinaria verso i Mercatini di Natale, che da Milano raggiungerà direttamente le città di Trento e di Bolzano, dove si svolgono i mercatini più famosi d’Italia. Inoltre, per l’estate, potrebbe partire un Treno del mare, come ci ha anticipato Franco Lucente, Assessore ai Trasporti e Mobilità sostenibile della regione Lombardia durante il weekend Porte aperte alla Squadra Rialzo di Milano Centrale che si è svolto a fine estate, dove erano in mostra i treni storici più belli delle ferrovie italiane. Non si hanno ancora dettagli a riguardo ma, come si suol dire, stay tuned!

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Don Matteo, le nuove location della fiction Tv

Don Matteo torna in prima serata su Rai 1 il 17 ottobre. L’appuntamento è alle 21.30 con la prima puntata della 14a stagione che vede Raoul Bova nei panni del nuovo parroco, Don Massimo. Terence Hill ha lasciato il testimone dopo tredici stagioni e Don Matteo 14 sarà suddivisa in dieci episodi, riprendendo la storia da dove l’avevamo lasciata con il finale della stagione 13.

Anna e Marco si sono sposati, come Nino ed Elisa, facendo trionfare l’amore, ma durante la cerimonia viene fuori che la sorellastra di Don Massimo è nata da una relazione extraconiugale del padre. Questa scoperta metterà a repentaglio il rapporto tra i due fratelli che già hanno sempre avuto un rapporto difficile. Cosa succede nella nuova stagione? Nel cast troviamo anche l’immancabile Nino Frassica nei panni del Maresciallo Cecchini, Nathalie Guetta, Francesco Scali, Pietro Pulcini, Eugenio Mastrandrea e Federica Sabatini. Inoltre Maurizio Lastrico, nel ruolo del magistrato Marco Nardi, uscirà di scena per sempre dicendo addio alla fiction RAI.

Don Matteo 14: cosa succede nelle nuove puntate

Diretta da Riccardo Donna, Enrico Ianniello e Francesco Vicario, Don Matteo 14 accoglie un nuovo parroco che arriva in tonaca su due ruote per indagare su nuovi misteri e collaborare con i carabinieri locali. Don Massimo ha una sorellastra con cui non ha contatti da molti anni. Si trovano entrambi a Spoleto e Natalina in qualità di paciere, rivela al parroco che Giulia ha bisogno di aiuto.

Quest’ultima accetta di fare alcuni lavori socialmente utili collaborando in canonica, mentre dopo il matrimonio Anna e Marco si trasferiscono a Roma per una nuova vita e Nino ed Elisa restano con il nuovo capitano Diego Martini e la nuova PM Guidi. A casa Cecchini intanto arriva una teenager scontrosa, la nipote di Nino, e in canonica arriva Bartolomeo,  un bambino con la sindrome di Down insicuro e tenero.

Dove è stata girata

Le prime otto stagioni di Don Matteo si sono svolte a Gubbio, ma questa 14a stagione è nuovamente ambientata a Spoleto come le precedenti cinque. Il cast e la troupe si sono legati molto negli anni a questa città umbra facendola anche conoscere di più al grande pubblico. Le riprese di Don Matteo 14 sono state realizzate a Piazza Duomo, alla Rocca albornoziana, al Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi, ma anche nei dintorni come Castelluccio di Norcia e Vallo di Nera. Tuttavia molte scene sono nel centro storico, all’interno di Sant’Eufemia, nel palazzo Leti Sansi e nell’ex museo civico. Gli interni invece sono sul set di Lux Vide a Formello.

Castelluccio di Norcia è famoso per la magica fioritura che tinge i capi di colori vividi, luogo che fa da sfondo anche nella sigla con Bova sulla moto che sfreccia nel suddetto paesaggio naturale. La sede della canonica, ovvero Santa Maria Assunta, nella realtà è l’ingresso secondario del Teatro Caio Melisso in piazza Duomo, mentre la caserma dei carabinieri è Palazzo Bufalini costruito nel ‘500. Infine la basilica di Don Massimo, prima gestita da Don Matteo, è la Basilica di Sant’Eufemia.

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Cosa vedere nel Québec, lo stato più francese del Canada

Cosa immaginate quando pensate al Canada? La maggior parte delle risposte guarda al fascino naturale di questo Paese: infinite foreste, laghi dai colori turchesi, corse in motoslitta, montagne. Eppure il Canada è più complesso, la sua personalità è divisa tra la natura selvaggia dei territori del Nord-Ovest e il suo appeal culturale fatto di metropoli cosmopolite dove si cela un angolo d’Europa. Quest’angolo è la provincia del Québec, la più estesa per superficie e la seconda per popolazione dopo l’Ontario, ma non solo. È una nazione dentro la nazione, con un’identità ben precisa che si esprime attraverso una lingua, una cultura e un’istituzione proprie.

Colonia della Francia per oltre due secoli, il Québec appartiene al Canada francese: qui, nell‘unica regione del Paese in cui l’inglese non è la lingua ufficiale, le persone sono francofone, e gli anglofoni una minoranza riconosciuta dalla legge. Cosa vedere nel Québec e cosa fare per scoprirlo al meglio in ogni sua splendida sfaccettatura? Da una visita a Montréal e a Québec City fino all’osservazione delle balene sul fiume San Lorenzo, dalle partite di hockey sul ghiaccio alle cascate di Montmorency, questi sono i consigli di SiViaggia per aiutarvi a organizzare il vostro viaggio.

Il distretto storico di Québec City

Traboccante di delizie architettoniche e strade acciottolate che le hanno valso il riconoscimento come Patrimonio UNESCO, Québec City merita sicuramente una visita durante il vostro viaggio in questa zona del Canada. Culla della civiltà francese in Nord America, è una città ricca di cose da vedere, dalle cattedrali ai giardini. Situata sulle rive del fiume San Lorenzo, la sua fondazione risale al 1608 e il suo centro fortificato è di origine coloniale.

Passeggiare tra il Vieux-Québec, antico di 400 anni, e la Place Royale significa camminare in strette vie ricche di caratteristici edifici in pietra, per poi raggiungere i luoghi simbolo della città: l’hotel Château Frontenac, che somiglia a un enorme castello ed è considerato il più fotografato al mondo, la Citadelle of Québec con la sua storia, la cattedrale di Notre Dame de Québec, che risale al XVII secolo e che ospita al suo interno un baldacchino dorato. E poi, poco fuori dalla città, il Montmorency Falls Park con le sue splendide cascate, immerse in una natura rigogliosa.

Hotel Quebec City

Fonte: iStock

Chateau Frontenac, l’hotel più fotografato al mondo

Cosa vedere a Montréal

Montréal rientra sicuramente tra le città più affascinanti del Canada. Situata come Québec City sul fiume San Lorenzo, è in genere la città da cui i viaggiatori partono per andare alla scoperta delle meraviglie del Québec. Il suo nome deriva dal Mont Royal, la montagna a tre punte sopra cui è stata costruita, e il suo territorio è tutto da scoprire.

Ed è proprio dalla cima della collina del Mont Royal che si può godere di un panorama straordinario sulla città, con i monumenti in lontananza e uno skyline che abbraccia alla perfezione la storia e il futuro. Un soggiorno a Montréal non può prescindere da una visita al suo Giardino Botanico, il terzo più grande del mondo, da una passeggiata per le vie della Città Vecchia e da qualche minuto trascorso all’interno della Basilica di Notre Dame, un vero e proprio gioiello dell’architettura neogotica.

Per chi fosse in cerca di mete fuori dalle classiche rotte turistiche, è possibile organizzare un giro alla scoperta delle tante opere di street art che affollano la città oppure assistere a un’esibizione del Cirque du Soleil, il cui quartier generale si trova proprio poco fuori dal centro.

Safari al Parco Omega

Situato a un’ora di distanza da Ottawa, il Parco Omega è la tappa perfetta per chi ama gli animali che qui vagano indisturbati nell’ambiente naturale offerto dalla Valle dell’Outaouais. Potete esplorarlo in auto o con un tour guidato lungo un percorso lungo 15 chilometri durante il quale potrete avvistare diverse specie come alci, lupi, orsi, cervi, volpi artiche e bisonti. Non mancano anche tante altre attività, perfette soprattutto se viaggiate con i bambini. Potete acquistare del cibo da dare ad alcuni animali, mangiare nel ristorante presente in loco o alloggiare in una delle strutture per immergervi totalmente nella natura che vi circonda.

Il Golfo di San Lorenzo e le Isole della Maddalena

Il Québec soddisfa sia i viaggiatori urbani che gli amanti della natura. Quest’ultimi non possono farsi scappare la bellezza del Golfo di San Lorenzo, dal quale emergono maestose le meravigliose Isole della Maddalena. Conosciute come Magdalen Islands, attirano viaggiatori provenienti da tutto il mondo con il loro incantevole mix di bellezza naturale e patrimonio culturale. L’arcipelago, non lontano dalla Nuova Scozia e dall’isola del Principe Edoardo, con le sue scogliere di arenaria, le spiagge di sabbia bianca e le dolci colline punteggiate dalle case dai vivaci colori pastello, offrono la fuga perfetta per chi è alla ricerca di tranquillità.

Spostandovi a piedi o in bici, potrete immergervi nella cultura locale, soprattutto gastronomica a base di birra artigianale e pesce. Se cercate viste mozzafiato, invece, dirigetevi verso il faro L’Étang-du-Nord: le scogliere assumono colori bellissimi soprattutto all’orario del tramonto. Per visitare questa dozzina di isole, con le loro splendide spiagge e un mare in cui d’estate è possibile fare il bagno, si può navigare ogni giorno dalla città di Souris e, una volta alla settimana, da Montréal e Chandler. Una volta raggiunte, si possono organizzare poi tutta una serie di escursioni alla scoperta della loro natura selvaggia.

Scogliere Isole Maddalena Quebec

Fonte: iStock

Le scogliere e il faro a Etang du Nord.

Mont-Tremblant, il paradiso degli sci e degli sport invernali

Per chi ama gli sport invernali, il Québec offre un luogo davvero imperdibile: è Mont-Tremblant, la destinazione perfetta, in inverno, per vacanze con gli sci ai piedi. Se d’estate si presta per escursioni a piedi e in bicicletta, e per giorni di relax circondati dalla natura, è infatti d’inverno che Mont-Tremblant si trasforma in una meta turistica per appassionati sciatori e snowboarder da tutto il mondo.

Qui si può sciare tra i chilometri di piste da sci, oltre che organizzare escursioni e praticare numerose attività: uscite sulle slitte trainate dai cani o sulle carrozze coi cavalli, dune buggy, percorsi in fatbike, arrampicata sul ghiaccio, pesca d’altura. Una miriade di proposte, sia per grandi che bambini.

Dove vedere le balene in Québec

Se siete alla ricerca di esperienze che vi cambiano la vita, in Québec ci sono due luoghi dove ammirare uno degli animali più belli al mondo: la balena. Ammirare il gigante gentile che emerge dall’acqua nel suo habitat naturale è un momento che toglie il fiato. Per viverlo vi basterà andare, tra giugno e ottobre, a Tadoussac, una pittoresca cittadina situata alla confluenza del fiume Saguenay e del fiume San Lorenzo. Questo è considerato uno dei migliori punti di osservazione perché la sua posizione geografica attira diverse specie di cetacei, come le balene blu e le megattere.

A Tadoussac potrete osservarle sia prenotando un’escursione in barca che da terra. Se l’emozione di quest’esperienza non vi ha travolto completamente, dedicatevi anche alla scoperta della cittadina dove si trova un grazioso centro storico con la Chapelle de Tadoussac, la più antica chiesa in legno del Nord America, costruita nel 1747. Inoltre, se avete più giorni a disposizione e amate le attività all’aria aperta, potete valutare un’escursione tra i sentieri del Parc National du Fjord-du-Saguenay.

Megattera Tadoussac Quebec

Fonte: iStock

Una megattera avvistata a Tadoussac

Quando visitare il Québec

Ma qual è il periodo migliore per visitare il Québec? Il clima, qui, è di tipo continentale, solo un poco più umido con precipitazioni di circa 1000 mm annui, ben distribuite nei vari mesi. L’inverno è molto freddo, con giornate secche e soleggiate che si alternano ad abbondanti nevicate e a episodi di maltempo, a cui segue una primavera fresca e tardiva e un’estate breve, fatta di giornate calde e afose e altre fresche e piovose. A Montréal, la temperatura media in inverno è di -10.5°C, mentre l’estate somiglia al giugno italiano.

La scelta del periodo giusto dipende molto dai vostri interessi perché il Québec offre attività uniche durante tutto l’anno. Se amate sciare e godervi i paesaggi innevati, il momento migliore è compreso tra i mesi di dicembre e marzo, soprattutto nella zona di Mont-Tremblant di cui vi abbiamo raccontato in uno dei paragrafi precedenti. Il Québec e il Canada in generale sono famosi anche per la bellezza del foliage quindi, se non resistete a questo genere di paesaggi, vi consigliamo di organizzare il vostro viaggio in autunno. L’estate, invece, è l’ideale per dedicarsi alle attività all’aria aperta con un clima piacevole.

Come arrivare in Québec

Il Québec è collegato al resto del mondo da voli intercontinentali, operati da numerose compagnie aeree. Da New York dista solo un’ora, da Roma 9. Dove si atterra? Al Pierre-Elliot-Trudeau di Montréal oppure al Jean-Lesage di Québec City. Per entrare avrete bisogno solo di un passaporto valido almeno per i 6 mesi successivi, mentre a scopi turistici non sarà necessario richiedere il visto. Inoltre, quando state organizzando il vostro viaggio, tenete a mente che potreste subire le conseguenze del jet leg perché sarete sei ore indietro rispetto all’Italia.

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Valencia è la miglior destinazione per una fuga urbana in Europa

Valencia, la terza città della Spagna per numero di abitanti dopo Madrid e Barcellona, è stata eletta migliore città europea in occasione dei Traveler’s Readers’ Choice Awards 2024. Ed è arrivata terza tra le più accoglienti d’Europa. I lettori della rivista inglese Traveler hanno deciso che la destinazione perfetta per una fuga urbana in Europa è la Capitale del Turia, votata da oltre 125.000 persone.

In competizione c’erano anche le maggiori città europee come Parigi, Roma, Vienna, Berlino, Amsterdam e Stoccolma, ma Valencia ha avuto la meglio guadagnando una bella soddisfazione e un riconoscimento importante per il settore del turismo internazionale. “La terza città più grande della Spagna ha trasformato l’antico letto di un fiume in un parco urbano incantevole e ha aperto eleganti bar sui tetti. Queste operazioni testimoniano la continua innovazione e trasformazione di Valencia che, quest’anno, l’hanno portata a diventare, secondo i nostri lettori, la migliore destinazione per una fuga urbana in Europa” ha sottolineato l’editore Condè Nast.

Valencia: una città sostenibile e moderna

Riconoscimenti come questo sono assegnati nel Regno Unito e in altri paesi in cui Condè Nast ha le sedi per sottolineare l’eccellenza e il valore di un luogo in base a vari requisiti relativi al turismo. Stoccolma e Budapest sono stati elette tra le città più accoglienti d’Europa, seguiti da Valencia al terzo posto, per i servizi pubblici e privati come alberghi, spiagge compagnie aeree, aeroporti. Dalla fine del 2023 la città spagnola ha adottato alcune strategie ambientali e green, diventando Capitale Verde Europea. La Commissione Europea, pertanto, ha notato il suo impegno per provare a essere climaticamente neutra e smart entro il 2030, seguendo un modello di sviluppo sostenibile che può fare la differenza.

città delle Arti

Fonte: Ufficio stampa

Città delle Arti e delle Scienze

Il Giardino del Turia, il Parco Naturale dell’Albufera, per esempio, valorizzano il patrimonio ambientale, storico e culturale della città, offrendo ai turisti un’esperienza bella e sostenibile. Valencia infatti è stata inserita anche nella lista verde di Wanderlust, una prestigiosa rivista di viaggio che da più di trent’anni seleziona le mete ecologiche autentiche e responsabili del mondo. Tra i circa mille candidati Valencia è stata scelta insieme a Rimini, Zurigo, Vienna, Scozia, Slovenia, Colorato, le Isole Cayman, per citarne alcuni.

Perchè Valencia è la città più verde d’Europa

Pioniera delle smart city, Valencia è proiettata verso un futuro sostenibile e innovativo. Tra i progetti in via di sviluppo la città ospiterà un centro di sperimentazione e test sull’intelligenza artificiale per promuovere un sistema di trasporti sostenibili, migliorare l’efficienza energetica urbana, gestire i rifiuti con metodi all’avanguardia e soluzioni per proteggere l’ambiente. Valencia ha sempre cercato di aumentare le zone verdi all’interno della città con 600 ettari di parchi e giardini, con una stima di un albero ogni 4,6 abitanti. Si incoraggiano i cittadini a muoversi con la bicicletta, sfruttando le piste ciclabili o a piedi sfruttando nuove linee express che permettono ai turisti di raggiungere vari punti di interesse.

A breve è stato pianificato l’uso dei cassonetti intelligenti per la raccolta differenziata dell’organico con un sistema di chiusura elettronico, e per l’inquinamento acustico è stato imposto un limite di velocità a 30km/h nel 67% delle strade, molte zone sono pedonalizzate e sono in corso altre riforme per diminuire i decibel. Inoltre Valencia dispone di 22 fontane PUSDAR in vari quartieri dove gli abitanti e i turisti possono riempire bottiglie e borracce con acqua filtrata e refrigerata. Insomma la città spagnola è impegnata profondamente per un futuro più sostenibile e può essere di esempio ad altre città europee e del resto del mondo.