Città fantasma, scenari di sanguinolente battaglie e luoghi in cui sono avvenuti anche i più recenti disastri. Il dark tourism, chiamato anche turismo nero, vive di luoghi al limite associati a morte e sofferenza, ma che sempre più spesso attirano la curiosità dei viaggiatori. Un genere di turismo, quello dark, che in realtà esiste fin dall’antichità, ma che negli ultimi decenni è esploso, complici anche le recenti serie tv come “Chernobyl”, che ripercorre il disastro nucleare della città ucraina, e “The Dark Tourist”, nel quale un giornalista raggiunge insolite e macabri mete turistiche in giro per il mondo.
Andiamo alla scoperta delle mete taboo del turismo nero, dai luoghi in cui sono avvenute guerre e genocidi, a quelli di prigionia e in cui sono accaduti disastri antichi e moderni. Per tutti quei viaggiatori a caccia di emozioni forti, esperienze toccanti e storie incredibili da raccontare.
Cos’è il dark tourism e perché piace
Se visitare le grandi capitali e le isole più in voga rappresenta un obbligo per ogni viaggiatore, cresce la tendenza a voler andare oltre le classiche proposte in vetrina. Al turismo convenzionale va affiancandosi ormai da anni una tipologia di viaggi più “atipica”: il dark tourism, chiamato anche turismo nero, turismo dell’orrore o tanaturismo. Le destinazioni di viaggio, in questo caso, sono rappresentate da luoghi di morte e distruzione, e in cui sono avvenute tragedie che hanno segnato la storia di un Paese e del mondo intero. Ne sono un esempio il già citato disastro di Chernobyl, i luoghi dell’Olocausto come Aushwitz-Birkenau o di prigionia come Alcatraz, oppure dove avvennero storiche battaglie come quella di Waterloo.
Visitando luoghi del genere, ci si ritrova in ambienti ricchi di storia, alcuni dei quali potrebbero essere stati al centro di eventi drammatici, che ancora oggi hanno un certo impatto sulla comunità circostante. In queste mete il viaggiatore può vivere esperienze adrenaliniche e da brivido, ma anche riflettere sul passato e sulle tragedie avvenute per mano dell’uomo, per non dimenticare e cercare di non ripetere gli stessi errori. Per essere un “turista oscuro” è quindi importante approcciarsi a tali luoghi con il massimo rispetto.
Le categorie del turismo nero
In realtà, il dark tourism ha radici ben lontane, poiché la visita a luoghi di morte e sofferenza, come il Colosseo romano in cui combattevano i gladiatori e in cui decapitavano le persone, ha una tradizione secolare. È però a partire dal Novecento che questo fenomeno è stato studiato più approfonditamente, individuando anche alcune categorie nelle quali può essere suddiviso, come ha fatto Philip Stone, direttore dell’Institute for Dark Tourism Research dell’Università di Lancashire. Le categorie del turismo nero sono:
- Luoghi di prigionia
- Cimiteri
- Santuari oscuri
- Siti storici di guerra
- Siti oscuri di genocidio
- Mostre su tragedie
- Attrazioni macabre e oscure legate al divertimento
A questi 7, possono essere accostati anche tutti quei luoghi in cui sono avvenuti disastri antichi e moderni. Vediamo alcuni dei più significativi esempi di mete dark appartenenti a diverse categorie di turismo nero, partendo dai luoghi legati ai più recenti disastri moderni.
Luoghi dei disastri moderni
Se nella storia antica uno dei luoghi simbolo di quei disastri che hanno portato morte e distruzione, visitato da milioni di persone, è Pompei, esistono molti altri posti nel mondo legati a drammi più moderni che si sono trasformati in mete del turismo dark.
La più celebre è Pripyat, che nel 1986 venne travolta dal disastro di Chernobyl. L’Ucraina non si è mai ripresa da quella tragedia, che ha trascinato i suoi effetti per anni. Qui il turismo dark è esploso soprattutto dopo l’uscita della toccante serie tv “Chernobyl”. Oggi è una città fantasma dall’atmosfera spettrale ed è possibile mettervi piede per un breve lasso di tempo nell’area del reattore esploso, ma esclusivamente accompagnati da una guida. Non si deve toccare per nessun motivo il terreno, sotto al quale è ancora depositato molto materiale radioattivo, ed è importante vestirsi con indumenti a maniche lunghe e con gambe coperte. A disposizione dei turisti c’è anche un dosimetro, che suona nel caso in cui il livello di radioattività superi la soglia di rischio.
Un altro esempio ancor più recente di “turismo del disastro” è quello che ha visto come protagonista l’isola del Giglio, nel quale è avvenuto il disastro della Costa Concordia, parzialmente affondata a poca distanza dalla costa nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012. L’isola dell’arcipelago toscano è stata fin da subito invasa da curiosi e turisti dark, che hanno immortalato il relitto della nave per i due anni seguenti, fino a quando è stata rimossa.
Anche la diga del Vajont, a Erto e Casso in provincia di Pordenone, è una di quelle mete legate ai disastri moderni. L’allora neo-bacino idroelettrico artificiale del torrente Vajont fu scena di morte e distruzione: una frana fece tracimare l’acqua, che con una potenza inaudita inondò diversi abitati del fondovalle veneto, tra cui Longarone, e causò la morte di 1918 persone, tra cui moltissimi bambini. Oggi è un luogo della memoria scelto dal turismo dark e non solo.
Luoghi di prigionia e morte
Molti dei luoghi di prigionia più paurosi sono stati convertiti in musei storici che attraggono moltissime persone. In questa categoria di turismo dark si trova sicuramente il celebre Castello d’If, la temibile fortezza in stile Alcatraz in cui venne imprigionato Edmond Dantès, il protagonista de “Il Conte di Montecristo” dello scrittore francese Alexandre Dumas. Lo Château d’If, risalente al 1500, è visitabile tutto l’anno e raggiungibile con il battello che parte dal porto di Marsiglia. Un luogo spaventoso reso ancor più suggestivo dai numerosi graffiti realizzati dai prigionieri e dai soldati che vissero per anni confinati in questa prigione costruita su un alto scoglio.
Anche Robben Island, isola del Sudafrica a poca distanza da Città del Capo, è una meta dark legata alla prigionia del premio Nobel Nelson Mandela. È nel suo carcere, oggi museo diventato patrimonio UNESCO, e lungo gli altri luoghi dell’isola, che è possibile effettuare visite guidate direttamente con gli ex carcerati, alcuni dei quali furono compagni di Mandela.
Un altro castello antico che ha una storia macabra da raccontare è il Leap Castle, nella zona di County Offaly dell’Irlanda, da sempre considerata terra ricca di storie fantastiche, di creature fiabesche e leggendarie, così come di agghiaccianti fatti storici e luoghi maledetti. La sua cappella fece da sfondo a un sanguinolento e macabro omicidio, che da allora le diede il nome di Bloody chapel. Mentre la cappella era piena di gente e il prete era intento a dire messa, un uomo armato fece irruzione, dirigendosi proprio verso il prelato. Con feroce rabbia lo attaccò e lo trafisse con la sua spada, trucidandolo in pochi secondi. La gente scappò terrorizzata, raccontando a tutti di come il prete fosse stato ucciso da suo fratello. Il castello è ricco di storie dell’orrore e ancora oggi si racconta di spiriti che ne infestano le stanze. Tra le sue mura è possibile partecipare a un tour suggestivo che permette di esplorarne i sotterranei, parte dei quali scoperta soltanto dopo la ristrutturazione, che riportò alla luce resti umani e picche insanguinate.
Santuari oscuri
Tra i santuari oscuri rientrano tutti quei luoghi commemorativi sia antichi che moderni. Uno dei più inquietanti è l’Ossario di Sedlec, nella Repubblica Ceca. Mettervi piede richiede grande rispetto e una buona dose di coraggio. Al suo interno sono custoditi da 40mila a 70mila scheletri, molti dei quali assemblati in pose artistiche, quasi a voler esorcizzare la morte.
In Italia, e più precisamente a Palermo, si trova la Catacombe dei Cappuccini: un altro santuario antico che conserva dal 1599 oltre 8mila scheletri appartenenti a militari, religiosi, studiosi, donne nubili e bambini.
Tra i santuari moderni rientrano invece quei luoghi trasformati in siti commemorativi in seguito a fatti drammatici. Ne è l’esempio più emblematico Ground Zero di New York: qui, nel punto in cui sorgevano le Torri Gemelle del World Trade Center prima dell’attacco terroristico dell’11 settembre 2001 che ha cambiato il corso della storia, sono esposti i nomi delle quasi 3mila vittime della strage. È una tappa obbligata in un viaggio a Manhattan, un luogo dall’atmosfera suggestiva e toccante.
Anche a Hiroshima, in Giappone, il Memoriale della Pace commemora le vittime del disastro atomico del 1945. Si tratta di un’altra meta del dark tourism legato ai santuari oscuri, nei quali ricordare tutte quelle vittime innocenti di eventi drammatici causati dagli esseri umani contro gli stessi uomini.
Cimiteri
Decisamente diffuso da molti anni è il turismo nero legato ai cimiteri. Tra i più celebri troviamo il cimitero acattolico di Roma, nel rione Testaccio a due passi da Porta San Paolo, che ospita le lapidi di personaggi celebri come John Keats, Antonio Gramsci e Andrea Camilleri. A Parigi, invece, una tappa obbligata è il cimitero Père-Lachaise, nel quale poter partecipare a visite guidate tra le tombe di artisti indimenticati come Jim Morrison, Édith Piaf, Chopin, Modigliani, Honoré de Balzac e Oscar Wilde, per citarne solo alcuni.
Siti storici di guerra
Molto spesso il dark tourism si intreccia a luoghi di grande rilevanza storica. Un chiaro esempio è dato dagli scenari che hanno fatto da sfondo a celebri battaglie. Tenere viva la fiamma della storia, facendo in modo che le nuove generazioni apprendano dagli eventi passati, può evitare che certe immani tragedie tornino a ripetersi. Nessuno vorrebbe rivivere l’incubo della battaglia di Somme (Francia), una delle più cruente della Prima Guerra Mondiale. Essa vide schierarsi gli uni contro gli altri soldati dell’Alleanza e dell’esercito tedesco, per un totale di più di un milione di uomini feriti o rimasti privi di vita su quel terreno.
Altri siti storici di guerra gettonati sono i campi di Waterloo, la cui visita aiuta a rivivere l’ultimo combattimento di Napoleone, ma anche le spiagge del D-Day in Francia, oppure i tunnel di Cu Chi usati dai Vietcong, in Vietnam.
Siti oscuri di genocidio
Un ramo del dark tourism è dedicato a quei luoghi che furono tristi palcoscenici di orrori e genocidi, di sofferenza e di atrocità compiute dall’uomo. È possibile visitare i più famosi campi di sterminio di Auschwitz e Dachau, in Germania, oppure i killing fields in Cambogia, 300 siti nei quali è stato ucciso più di un milione di persone. Anche in Rwanda il turismo oscuro accompagna nei luoghi del terribile genocidio avvenuto nel 1994, in particolare nel Kigali Genocide Memorial.
Mostre su tragedie
Un modo rispettoso di visitare e conoscere i luoghi del dark tourism sono le numerose mostre che raccontano fenomeni ed eventi tragici nel mondo. Ne sono un esempio quelle che trattano l’Olocausto o la guerra in Vietnam, oppure il Museo della Mafia a Las Vegas. Un modo, quest’ultimo, per esplorare il lato oscuro della città del divertimento americana, ovvero quello della criminalità organizzata. Vengono mostrati i massacri compiuti dai membri della Mafia, le armi utilizzate e le intercettazioni telefoniche dell’epoca.
Attrazioni macabre legate al divertimento
Una categoria che si discosta dalla precedente per la componente del divertimento è quella di mostre e attrazioni paurose, proprio come il London Dungeon, museo della parte più macabra della storia inglese. Qui si partecipa a percorsi interattivi con attori, scenografie ed effetti speciali. Sempre nella capitale dell’Inghilterra, si può partecipare anche al suggestivo tour di Jack lo Squartatore. Si tratta di educare attraverso il divertimento, una modalità che piace molto, soprattutto alle famiglie con bambini.