Rimini non è solo una meta estiva, ma una città dal ricco patrimonio storico e culturale da scoprire in qualsiasi stagione. Gli itinerari per visitarla sono diversi, da quelli pensati per approfondire il suo passato romano a quelli gastronomici (impossibile lasciare la città senza aver prima assaporato una delle sue piadine), fino ai viaggi culturali che vedono protagonista uno dei suoi figli d’arte: Federico Fellini.
Sogno e realtà si incontrano nel rapporto tra il regista e la sua città, un rapporto complesso, fatto di amore e odio che, se da una parte ha portato Fellini a non girare mai nessuna scena dei suoi film a Rimini, dall’altra la città, attraverso simboli e raffigurazioni oniriche, era una figura sempre presente. Quella che compare nella maggior parte dei suoi film, infatti, è la Rimini dei suoi ricordi giovanili, “una dimensione della memoria” come la definì durante un’intervista.
Guardando i suoi film, da Amarcord (Mi ricordo in dialetto romagnolo) a I Vitelloni, si ritrovano comunque molti luoghi di Rimini riprodotti a Cinecittà o in location reali che, a detta di Fellini, “sono più Rimini della vera Rimini“. Se state programmando un viaggio nella splendida città romagnola e siete fan del regista, segnatevi queste tappe in un itinerario da vivere rigorosamente con lentezza, a piedi o in bicicletta.
Chi era Federico Fellini
Prima di raccontarvi i luoghi del regista nella sua città d’origine, scopriamo chi era. Federico Fellini nacque a Rimini nel 1920, dove trascorse la sua infanzia. Il suo rapporto con il cinema comincia fin dagli anni del liceo, seppur in modo indiretto. Dalle grandi doti come caricaturista, venne richiesto dal cinema Fulgor per la realizzazione delle caricature dei divi utilizzate per promuovere i film proiettati.
Una volta trasferitosi a Roma, e dopo un periodo di lavoro presso la redazione del Marc’Aurelio, cominciò a collaborare come sceneggiatore con registi quali Roberto Rossellini e Alberto Lattuada. Nel 1952 diresse il suo primo film, “Lo sceicco bianco”, che non ebbe molto successo, a differenza del successivo. Nel 1953 girò “I Vitelloni”, che gli valse il Leone d’Argento a Venezia e che sancì il successo definitivo di Alberto Sordi.
Seguirono tutta una serie di film premiati e acclamati dalla critica, da “La Strada”, “Le notti di Cabiria” e ” 8½” premiati con l’Oscar, a “La Dolce Vita”, che invece vinse la Palma d’Oro a Cannes. Fellini continuò a vincere premi su premi fino alla sua morte, nel 1993.
I luoghi di Federico Fellini a Rimini
Sono diversi i luoghi del regista da scoprire a Rimini, che si tratti di posti affettivi, i quali hanno ricoperto un ruolo importante nell’universo creativo di Fellini, o delle location riprodotte all’interno dei suoi film.
Il Grand Hotel
Il viaggio a Rimini sulle tracce di Fellini parte da uno dei luoghi più iconici: il Grand Hotel, descritto dal regista come “una favola della ricchezza, del lusso, dello sfarzo orientale. Gli giravamo attorno come topi per darci un’occhiata dentro; ma era impossibile”. Con la sua facciata liberty e le stanze che ospitarono personaggi illustri (compreso lo stesso Fellini) era considerato il simbolo della dolce vita riminese. Un luogo ricco di fascino, diventato famoso in tutto il mondo grazie soprattutto al film Amarcord. Eletto monumento nazionale nel 1994, il Grand Hotel sorge nel Parco Federico Fellini, dove troverete anche la Fellinia, la gigantesca macchina fotografica costruita da Elio Guerra.
Il molo e il lungomare
A poca distanza dal Grand Hotel c’è il mare, dove venne girata una delle scene più surreali del cinema italiano di quegli anni. Stiamo parlando del passaggio del Rex in Amarcord, una sequenza notturna che lo vede emergere misteriosamente dal buio, interamente girata nella piscina di Cinecittà. Il lungomare riminese compare sia ne I Vitelloni, dove la palata (passeggiata sul porto) diventa l’emblema del film, che in Amarcord, teatro delle scorribande motociclistiche di Scurèza ad Corpolò.
Inoltre, le traverse che collegano il lungomare con Viale Vespucci e Viale Regina Elena portano i nomi dei film di Fellini. In tutto sono ventisei le strade situate nel cuore della Marina di Rimini dedicate al regista, a cui va aggiunta la via che attraversa il Parco Federico Fellini dedicata a Giulietta Masina.
Piazza Cavour e Piazza Tre Martiri
Amarcord è il film che, più di tutti gli altri, mostra la Rimini della memoria. Fellini la racconta attraverso due piazze: la prima è Piazza Cavour, con la scalinata esterna di Palazzo dell’Arengo “utilizzata” per la sequenza delle celebrazioni fasciste e la Fontana della Pigna, elemento ricorrente nella pellicola. La seconda fu interamente ricostruita a Cinecittà, frequentata da Fellini nella realtà e riprodotta nel film per la sequenza della benedizione degli animali.
Cinema Fulgor
Non lontano da Piazza Cavour si trova il luogo dove tutto ebbe inizio: il famoso Cinema Fulgor. È “il luogo dove da piccolo scoprii i film” disse Fellini, il posto che divenne come una seconda casa segnando definitivamente il suo destino. Nato nel 1914, il Cinema Fulgor vanta interni bellissimi dai colori caldi, con volute di legno incurvato e la bellissima scala che conduce in galleria. Il Fulgor propone due sale (Sala Federico e Sala Giulietta) ed è stato ridisegnato da Dante Ferretti in stile anni Trenta e Quaranta e qui, se avete tempo, vi consigliamo di omaggiare il regista sedendovi e guardando un film.
I murales di Borgo San Giuliano e il Memoriale
Terminiamo questo viaggio con due luoghi. Il primo è il pittoresco Borgo di San Giuliano, dove troverete tantissimi murales dedicati al regista e ai suoi film. Borgo di pescatori, la sua atmosfera fu raccontata da Fellini nei film “I Clown” e ovviamente “Amarcord”, oggi ricordati con i tanti disegni impressi sulle facciate delle case color pastello che risplendono di massima vitalità soprattutto durante la festa, organizzata ogni due anni, chiamata Festa de’ Borg.
Infine, terminate il vostro itinerario porgendo un ultimo saluto al regista, che riposa insieme alla moglie Giulietta Masina e al figlio Pier Federico nel Cimitero Monumentale di Rimini dove, all’ingresso principale, sorge La Grande Prua, il monumento dello scultore Arnaldo Pomodoro in ricordo di Fellini.