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Il Museo Egizio di Torino compie 200 anni e si rifà il look

È il museo egizio più antico del mondo, anche più vecchio di quello del Cairo (aperto trent’anni dopo circa, nel 1858), e nel 2024 festeggia il bicentenario con tante novità dal punto di vista architettonico, ma anche sotto il profilo dell’allestimento e della ricerca archeologica. Quasi mille metri quadri in più di spazi espositivi, nuovi ambienti – anche gratuiti- , tra cui un vero giardino egizio sul rooftop e una corte coperta da cui il visitatore può partire alla scoperta dei 12mila reperti antichi esposti, tra cui il Tempio di Ellesija, il più antico tempio rupestre della Nubia, che approdò a Torino nel 1966 e che, solo per questo, merita un viaggio.

Il “nuovo” Museo Egizio di Torino

I lavori di ampliamento e ammodernamento del Museo Egizio termineranno nel 2025, ma a partire dal 20 ottobre la maggior parte delle novità saranno già visibili al grande pubblico. Per tutto quel weekend l’ingresso sarà completamente gratuito. Sicuramente già da ora si può visitare il nuovo giardino egizio che è stato allestito all’ultimo piano del museo sulla terrazza esterna. Qui sono state piantate erbe aromatiche e alcune specie che venivano impiegate dagli Egizi per le loro pratiche quotidiane.

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Fonte: @Museo Egizio

Il nuovo giardino egizio sul tetto del Museo Egizio di Torino

Il centro di gravità del Museo Egizio più antico al mondo si sposta, d’ora in avanti, nella corte del palazzo barocco del Collegio dei Nobili, che si trasforma in una nuova agorà su due livelli, piano terreno e piano ipogeo, coperta da una struttura trasparente di vetro e acciaio. Si tratta di uno spazio aperto e accessibile gratuitamente, un ampliamento del Museo e di Accademia delle Scienze, che avranno a disposizione circa 975 metri quadrati in più rispetto al passato. Qui verranno spostati la biglietteria, l’info point, il bookshop nel porticato e una caffetteria.

La corte coperta diventa il centro nevralgico da cui il visitatore potrà partire alla scoperta dei reperti antichi, senza seguire un percorso preordinato. Dalla corte si potrà accedere direttamente al Tempio di Ellesija, il più antico tempio rupestre della Nubia, che approdò a Torino nel 1966. Sempre dalla corte si accede al piano ipogeo dove, grazie a un progetto all’avanguardia con l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, nascerà una nuova sala immersiva. Il visitatore sarà trasportato virtualmente in Egitto, all’interno del paesaggio, una quarta dimensione in cui appassionati e studiosi potranno ricontestualizzare la collezione del museo e immergersi in atmosfere lontane, nel tempo e geograficamente.

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Fonte: @Museo Egizio

La Sala 3 che ospita laTomba di Iti e Neferu

Col nuovo allestimento, il visitatore potrà cogliere dettagli dei reperti, che prima non erano fruibili, come le iscrizioni geroglifiche sulla parte alta del trono della statua di Tutmosi I o come la parte posteriore del copricapo del sovrano Horemheb o il suo naso, che da lontano dà la falsa impressione di essere all’insù a causa di un restauro ottocentesco. La maggiore vicinanza alle statue permette al visitatore di fruirle meglio, senza nulla togliere alla loro imponenza.

Tra le novità c’è la riapertura al pubblico del terzo piano del museo, che non sarà più dedicato alle mostre temporanee, ma ospiterà in maniera permanente la Galleria della Scrittura, 600 metri quadrati dedicati alle lingue e alle scritture dell’antico Egitto, ai geroglifici, ma non solo.

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Fonte: @Museo Egizio

Statue di Horemheb e Amon, Nuovo Regno, XVIII dinastia, regno di Horemheb (1319-1292 a.C.)

E, infine, tra i progetti che prenderanno il via c’è il rinnovamento della famosa e spettacolare Galleria dei Re, forse l’ambiente più iconico del Museo Egizio, o statuario, che è oggetto di un riallestimento filologico che lo vedrà immerso nella luce naturale attraverso le finestre che verranno riaperte e che consentiranno di mostrare gli elementi dello statuario. La galleria non sarà pronta prima del 2025, pertanto, fino ad allora, le imponenti statue di dei e faraoni sono state posizionate all’ingresso nell’atrio sotto le arcate del Museo Egizio e dell’Accademia delle Scienze ad accogliere i visitatori. Proprio come si presentarono la prima volta 200 anni fa quando il museo fu aperto per la prima volta al pubblico.

Nuovi saranno anche gli ingressi al museo: si potrà entrare non soltanto da via Accademia delle Scienze, ma anche da via Duse e da Via Maria Vittoria.

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Fonte: @Museo Egizio

La Sala 12 che ospita repertir di Epoca Tolemaica

Un museo per tutti

In occasione dei lavori per il bicentenario, il Museo Egizio ha messo in piedi realizzato un secondo cantiere “immateriale” per la rimozione delle barriere fisiche e cognitive finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU, collaborando con alcune associazioni per poter consentire pari accesso alle informazioni da parte di sordi, ciechi e persone con difficoltà cognitive. La collaborazione ha dato luogo ad un sistema multimodale in ottica Accessibility for All. Saranno disponibili, quindi, visite con esperienza tattile su pannelli ed elementi della collezione, guide nella lingua dei segni (LIS) e supporti di accompagnamento con metodo CAA, comunicazione aumentativa alternativa.

La storia del Museo Egizio

Era il 1823 quando, le statue di dei e faraoni, assieme a migliaia di reperti della collezione Bernardino Drovetti, varcarono la soglia del palazzo barocco del centro di Torino che oggi ospita il Museo Egizio e l’Accademia delle Scienze e furono sistemate al piano terreno e nella corte. Un anno dopo, nel 1824, nacque il primo Museo Egizio al mondo. Politico e diplomatico torinese, Drovetti viene mandato, a partire dal 1803, in Egitto, dove opera per il corpo diplomatico francese. Viene nominato Console di Francia nel 1811. In questi anni comincia ad avvicinarsi alle antichità egizie. Grazie anche ai permessi concessi da Mohamed Ali, viceré d’Egitto, avvia una serie di scavi lungo il Nilo al fine di riunire una propria collezione.

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Fonte: @Museo Egizio

Il Libro dei Morti di Iuefankh, Epoca Tolemaica (332-30 a.C.)

Questo periodo, denominato “l’età d’oro dei consoli”, vede diversi diplomatici europei competere per acquisire il maggior numero di antichità, da
vendere poi ai grandi musei d’Europa. Negli anni della sua permanenza in Egitto, Drovetti riunisce una prima importante collezione di antichità che vende poi nel 1824 alla famiglia Savoia. All’inizio del 1820, Drovetti incontra al Cairo un collezionista piemontese, il conte Carlo Vidua. Questo incontro favorisce la riuscita dell’”affaire Drovetti” ovvero l’arrivo a Torino di una collezione egizia che avrebbe segnato la nascita del Museo Egizio.

Non si conosce la data ufficiale dell’apertura del Museo Egizio, ma si sa che nei primi allestimenti le statue erano sistemate in una grande sala al pian terreno, in cortile e in un’ala dell’arcata del palazzo. Si sa tuttavia che, nel 1824, per ammirare la collezione Drovetti giunse a Torino Jean-François Champollion, il
padre dell’egittologia, colui che decifrò i geroglifici e restò al museo per ben nove mesi a studiare i papiri.

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Fonte: 123RF

L’ingresso del Museo Egizio di Torino
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Cayo Levisa, cosa sapere e cosa vedere

Immerso nelle acque cristalline del Mar dei Caraibi, al largo della costa settentrionale di Cuba, Cayo Levisa è una delle destinazioni più affascinanti della provincia di Pinar del Río. Conosciuta per la sua bellezza incontaminata e le spiagge paradisiache, questa piccola isola è diventata negli ultimi anni una delle mete preferite per i turisti in cerca di tranquillità e contatto con la natura.

A pochi chilometri dalla costa, Cayo Levisa è raggiungibile solo in barca dal molo di Palma Rubia, con un viaggio di circa 30 minuti che già preannuncia l’inizio di un’avventura unica. Lunga circa 3 chilometri e con una larghezza che raramente supera i 200 metri, l’isola custodisce un ambiente naturale ancora selvaggio e quasi del tutto intatto, contornato da spiagge di sabbia bianca che si affacciano su un mare turchese.

Un paradiso di biodiversità

Parte dell’arcipelago de Los Colorados, l’isola si estende su una superficie di circa 4 chilometri quadrati e fa parte del Sistema Nazionale delle Aree Protette di Cuba, classificata come Paesaggio Naturale Protetto di Significato Locale. Cayo Levisa è infatti un prezioso scrigno di biodiversità e questo riconoscimento ne sottolinea l’importanza ambientale e la necessità di preservarne l’integrità ecologica.

Il paesaggio è caratterizzato da una varietà di ecosistemi che coesistono in perfetta armonia. A nord si trovano meravigliose barriere coralline, considerate tra gli ecosistemi più diversificati al mondo, dove oltre 120 specie di pesci e 47 specie di coralli danno vita a uno spettacolo subacqueo senza eguali. Le acque intorno all’isola ospitano anche specie rare e di grande valore come le tartarughe marine, l’aragosta spinosa e il corallo nero, offrendo ai sub e agli appassionati di snorkeling esperienze indimenticabili.

Ecosistemi di Cayo Levisa

Oltre alle barriere coralline, Cayo Levisa è circondata da una varietà di ecosistemi marini di grande importanza. A sud si estendono i pastizales (praterie marine), fondamentali per la sopravvivenza di molte specie ittiche, alle quali offrono rifugio e nutrimento, ma che rappresentano anche una risorsa essenziale per la pesca locale. In queste acque si possono avvistare occasionalmente esemplari di lamantino, una specie in via di estinzione.

Gli ecosistemi palustri occupano circa il 78% della superficie dell’isola e sono vitali per la riproduzione e la crescita di pesci e invertebrati marini. Questi ambienti supportano una biomassa considerevole di specie mature che spesso finiscono anche nelle reti dei pescatori locali.

Il fascino della tranquillità

Per chi è alla ricerca di pace e tranquillità, Cayo Levisa rappresenta un rifugio idilliaco. Le sue spiagge di sabbia fine, incorniciate da rigogliose palme e pini che arrivano fino alla riva, creano un’atmosfera di serenità che pochi altri luoghi al mondo possono eguagliare. La calma che pervade l’isola è tale che l’unico suono predominante è quello delle onde che si infrangono dolcemente sulla spiaggia e del fruscio delle foglie mosse dal vento.

La fauna dell’isola, con la sua grande varietà di uccelli, offre ulteriori momenti di meraviglia per gli amanti della natura. Tra le specie più numerose ci sono i pellicani, che si librano in volo sopra le acque turchesi in cerca di cibo, e gli hutias, piccoli roditori che si nascondono tra le mangrovie. E proprio un’escursione a piedi tra le foreste di mangrovie e pini è un’esperienza che permette di esplorare gli angoli più nascosti e suggestivi.

Cayo Levisa, Cuba

Fonte: iStock

Barche sulla spiaggia di Cayo Levisa, Cuba

Le spiagge da non perdere

Cayo Levisa è soprattutto sinonimo di spiagge sensazionali, e non c’è da stupirsi se molti visitatori trascorrono gran parte del tempo stesi al sole sulla sabbia impalpabile o nuotando nelle cristalline acque caraibiche.

La spiaggia più lunga e spettacolare è Playa Punta Arena, un luogo perfetto dove rilassarsi lasciandosi cullare dalla bellezza naturale e dalla quiete di questo angolo di paradiso. Si trova sulla costa settentrionale, dove un tempo l’unico hotel presente sull’isola accoglieva gli ospiti desiderosi di trascorrere qualche giorno in questo paradiso incontaminato. Sebbene l’albergo non sia più in funzione, il piccolo ristorante, il centro di immersioni e i servizi da spiaggia permettono comunque ai visitatori di godersi la giornata senza la necessità di portare molto con sé.

Il noleggio di lettini e ombrelloni è altamente consigliato per chi sceglie di trascorrere la giornata in spiaggia, sebbene ci siano anche alcune aree ombreggiate dalle palme. L’esplorazione di Cayo Levisa non può dirsi completa senza una puntata all’incantevole spiaggia di Punta Gorda, situata nella parte più incontaminata e selvaggia dell’isola, raggiungibile con una piacevole passeggiata lungo la costa.

Immersioni spettacolari

Considerato uno dei migliori siti per immersioni di tutta Cuba, Cayo Levisa è una destinazione imperdibile per i sub. Presso il locale centro di immersioni, tra i più rinomati di Cuba, si può noleggiare l’attrezzatura per lo snorkeling e ogni genere di equipaggiamento necessario per le attività marine. Il centro offre anche corsi di immersione per tutti i livelli, tenuti da istruttori certificati, e organizza attività di esplorazione dei fondali marini ricchi di vita e di bellezze naturali.

L’area di immersione si estende lungo la barriera corallina che circonda l’isola, con una ventina di spot debitamente segnalati. I punti di maggior richiamo si trovano sul lato settentrionale dell’isola, dove la barriera corallina è particolarmente integra e oltre alla consueta varietà di coralli, spugne e gorgonie, ci sono anche numerosi relitti di secoli passati che rendono l’esperienza ancora più emozionante.

Tra gli spot più popolari spicca La Corona de San Carlos, una formazione corallina mozzafiato, dove è possibile incontrare razze, tartarughe marine e una grande varietà di pesci colorati. Altri punti molto apprezzati includono La Cadena Misteriosa, La Espada del Pirata e El Infierno, un’impressionante parete verticale che si estende fino a 1.000 metri di profondità, dove non è raro imbattersi in banchi di pesci tropicali, aragoste e perfino squali, che rendono ogni immersione un’avventura entusiasmante. Queste formazioni coralline, con i loro colori vivaci e la diversità di specie che ospitano, offrono agli appassionati di immersioni e snorkeling esperienze uniche e memorabili.

Paesaggi ancora intatti e meraviglie naturali in abbondanza fanno di Cayo Levisa un luogo davvero paradisiaco. Le spiagge incontaminate, la ricca biodiversità e la tranquillità che offre la rendono una destinazione perfetta per chi cerca una fuga di relax e un’immersione totale nella natura.

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HeyLight per le prossime vacanze: paga dopo, sorridi ora

Voglia di tornare in vacanza o di organizzare il prossimo entusiasmante weekend fuori porta? Arriva una rivoluzione nel mondo dei viaggi che permette di vivere le prossime esperienze in totale tranquillità acquistando viaggi e servizi con dilazione di pagamento o finanziamento digitale per importi fino a 3.000 euro e fino a 12 rate. Si chiama HeyLight ed è un insieme di soluzioni multicanale di pagamento rateale e di credito offerta da Compass Banca S.p.A, banca specializzata nel settore del credito al consumo appartenente al Gruppo Mediobanca.

Una soluzione che permette a chiunque di partire zaino in spalla per viaggiare senza pensieri e con quel sorriso di chi sa che potrà assaporare pienamente ogni singola emozione durante il viaggio, senza preoccupazioni.

Le soluzioni di pagamento e di credito HeyLight

Ogni momento passato viaggiando arricchisce il diario della nostra vita e ci permette di evadere dalla frenesia della quotidianità per riconnetterci con noi stessi e con quelle passioni che spesso non abbiamo il tempo di coltivare. Ma l’ostacolo è sempre dietro l’angolo: dobbiamo inevitabilmente fare i conti con un budget limitato che riesca a comprendere il costo dell’hotel, dell’appartamento o del campeggio in cui soggiorniamo, i prezzi del trasporto e tutte quelle spese necessarie per trascorrere in serenità alcuni giorni a spasso per l’Italia e per il mondo.

HeyLight promette di farci dimenticare tutte le preoccupazioni legate al pagamento della prossima avventura, perché permette di acquistare viaggi e servizi turistici con dilazione di pagamento oppure con un finanziamento digitale per importi che arrivano fino a 3.000 euro, suddivisibili in un massimo di 12 rate.

Uno strumento, quello promosso da Compass, che risulta estremamente comodo e flessibile: si può scegliere tra l’addebito su carta di credito o di debito, oppure su conto corrente, ma anche la formula con o senza interessi. La procedura è molto rapida e semplice, completamente digitale, sia per pagamenti nelle casse dei negozi, sia al checkout dei siti e-commerce. E la prima rata si paga dopo 30 giorni.

Sono ormai più di 26.000 attività e 1.000 e-commerce che hanno scelto di offrire HeyLight come modalità di pagamento Buy Now Pay Later (BNPL), il cui significato è “acquista ora, paga dopo”. Una formula già comune per una moltitudine di servizi, ma l’ingresso nel mondo travel è una novità che fa brillare gli occhi a molti viaggiatori.

Dove possiamo approfittare del pagamento rateale o dilazionato delle prossime esperienze di viaggio? Essendo uno strumento multi-canale, HeyLight è disponibile sia in realtà fisiche che digitali. Alcuni esempi? Hotel, case vacanze, campeggi, agenzie di viaggio, compagnie aeree e tanti altri fornitori di esperienze e di servizi (negozi fisici ed e-commerce) legati al mondo travel. Per scoprire quali sono tutte le realtà che aderiscono alla piattaforma consigliamo di consultare il sito ufficiale Heylight.com.

Vacanza a rate? Un mondo di vantaggi e possibilità

Paga dopo. Sorridi ora”: è la filosofia su cui si basa la soluzione HeyLight per il prossimo weekend vicino a casa (ma anche un po’ più lontano), per l’immancabile vacanza estiva o, ancora, per quel viaggio dei sogni ancora chiuso lì, in quel cassetto dei desideri. Una formula che negli ultimi anni sta spopolando per l’acquisto di moltissimi beni, ma che oggi rivoluziona anche il mondo travel.

É indubbio: noi italiani amiamo viaggiare e spesso non ci basta la singola vacanza estiva. Più del 39% degli italiani quest’anno, infatti, ha previsto di fare più di un viaggio. In aggiunta, il budget medio è cresciuto nel 2024 del 15% rispetto all’anno precedente, con una media di circa 2.041 euro a persona. Ciò permette, ad esempio, di allungare le vacanze, di farne più di una e di togliersi qualche sfizio in più. É quanto emerge dal report “Holiday Barometer 2024”, condotto da Ipsos ed Europ Assistance.

La voglia di viaggiare resta infatti una delle priorità di spesa per gli italiani e in generale per i Paesi dell’Europa occidentale. Sono le generazioni Millennial e Gen Z a dettare le nuove tendenze di viaggio che puntano alla sostenibilità, al turismo slow e alla ricerca di tutte quelle esperienze autentiche e genuine fuori dalle mete ormai stressate dall’overtourism.

E sono proprio le nuove generazioni, ancora una volta, ad esprimere le emergenti esigenze di pagamento anche per il settore turistico. Secondo le stime di Euromonitor International, nel 2024 oltre un terzo degli acquisti di prenotazioni turistiche (il 37%) avverrà tramite dispositivi mobili, con una previsione che raggiungerà il 44% entro il 2029 grazie alla disponibilità di pagamenti sicuri e protetti, favoriti dal crescente ricorso a strumenti di finanza integrata, proprio come la formula Buy Now Pay Later (BNPL).

Secondo il “Global Payments Report 2024” di Worldpay, ci troviamo “nell’età dell’oro dei pagamenti digitali” e si stima che entro il 2027 i portafogli digitali riguarderanno il 49% di tutti gli acquisti online e nei negozi fisici a livello globale.

Nel Belpaese, nello specifico, il mondo dei pagamenti digitali è in continua crescita e la formula BNPL sta prendendo sempre più piede, con il 14% degli italiani che ha affermato di aver già sfruttato questa tecnologia, secondo quanto rivelato dall’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano.

Sempre più italiani sono interessati al pagamento dilazionato o al finanziamento digitale, fenomeno che si riflette anche nelle abitudini e nelle esigenze di viaggio. Per questo HeyLight è il compagno ideale per la prossima avventura, lunga o breve che sia: l’importante è che venga vissuta pienamente, senza preoccupazioni. Siete pronti per il prossimo sorriso?

 

Disclaimer:
Messaggio pubblicitario. Il marchio HeyLight di Compass Banca S.p.A. identifica diverse soluzioni di pagamento rateale offerte dal venditore ai consumatori: A) La dilazione di pagamento gratuita del prezzo dell’acquisto concessa da venditori con cui Compass abbia stipulato, salvo valutazione, un accordo per la cessione dei crediti pro-soluto. La concessione della dilazione è condizionata all’esito delle verifiche di Compass. Condizioni complete disponibili presso il venditore. Condizioni del contratto di factoring disponibili sul sito compass.it, heylight.com, presso le Filiali Compass o presso gli agenti in attività finanziaria che operano in qualità di intermediari del credito B) Il finanziamento concesso ai consumatori, salvo approvazione, direttamente da Compass. Condizioni del finanziamento disponibili sul sito compass.it , heylight.com e presso i venditori, convenzionati senza o in esclusiva con Compass. In funzione delle soluzioni rateali disponibili presso i venditori, potrebbe essere prevista documentazione aggiuntiva.

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Le città più accoglienti d’Europa: due sono italiane

Noi viaggiatori ci basiamo su criteri diversi per scegliere le nostre città preferite. Molti sono personali, c’è chi valuta il patrimonio culturale e storico della destinazione e chi, invece, guarda al divertimento o ai prezzi accessibili. Tra questi, però, c’è un criterio che mette d’accordo tutti: l’accoglienza e l’ospitalità che riceviamo. Ecco perché la prestigiosa rivista di viaggi Condé Nast Traveller ha chiesto ai suoi lettori di votare le loro città preferite in base all’atmosfera di benvenuto che hanno ricevuto.

In un periodo in cui molte città europee hanno dimostrato di non volere molti turisti nei paraggi (diciamocelo, a volte chi viaggia non si comporta sempre benissimo), altre continuano ad accoglierli con un sorriso, in primis Stoccolma, considerata la più ospitale di tutte e prima in classifica, seguita da Budapest e da Valencia. Se state pianificando la vostra vacanza e non volete essere colpiti dalle pistole ad acqua mentre mangiate (è successo veramente a Barcellona), allora è in queste mete che dovete andare. Spoiler: due sono italiane.

Le città europee più ospitali

Prima in classifica, come abbiamo anticipato, è Stoccolma. Secondo i lettori di Condé Nast Traveller gli svedesi sono aperti, educati e allegri. Dinamica e vivace, la capitale svedese vanta un’alta qualità della vita che si rispecchia anche nel benessere quotidiano dei suoi abitanti. Al secondo posto, invece, troviamo Budapest, la perla ungherese da visitare in ogni stagione, con le sue terme antiche, i mercati e le bellezze architettoniche uniche.

Anche se la Spagna ha fatto parlare molto di sé negli ultimi mesi a causa dell’insofferenza dei suoi abitanti nei confronti dei turisti e dell’overtourism, una delle sue città resta accogliente e ospitale. Stiamo parlando di Valencia che, proprio quest’anno, è stata nominata Capitale Verde Europea grazie ai suoi tanti percorsi ciclabili, agli spazi verdi e all’importanza che viene data alla produzione locale.

La classifica prosegue con Vienna al quarto posto e Berlino al quinto, mentre al sesto troviamo Palma, famosa per le sue atmosfere tranquille e rilassate, un aspetto condiviso anche dai suoi abitanti. In questa lista dedicata alle città più accoglienti d’Europa non poteva certo mancare Copenaghen, famosa per essere “la città più felice del mondo”. All’ottavo posto, invece, c’è Lisbona che, seppur visitata ogni anno da tantissimi turisti, mantiene intatta la sua attitudine ospitale nei confronti dei nuovi arrivati desiderosi di addentare un pastel de nata e salire sugli iconici tram gialli.

Le città italiane presenti in classifica

I lettori della rivista hanno inserito anche due città italiane. Al nono posto, infatti, troviamo Milano: i turisti stranieri, qui, hanno affermato di sentirsi i benvenuti, oltre che di amare le atmosfere urbane e dinamiche della città. Al decimo posto, infine, troviamo Napoli. Non stupisce la sua presenza in classifica considerando che nel corso della sua storia ha dimostrato sempre una forte attitudine all’accoglienza, percepita anche e soprattutto dai turisti in visita, in costante crescita anno dopo anno.

Ecco la classifica completa, tenetela a mente per pianificare il vostro prossimo viaggio:

  1. Stoccolma
  2. Budapest
  3. Valencia
  4. Vienna
  5. Berlino
  6. Palma
  7. Copenaghen
  8. Lisbona
  9. Milano
  10. Napoli
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Viaggi avventurosi, ecco le destinazioni ideali

Se siete amanti dell’adrenalina e sognate esperienze fuori dall’ordinario, sappiate che è possibile trascorrere le proprie vacanze non solo esplorando le classiche capitali europee o le mete più gettonate al mondo. Infatti, i viaggi avventurosi esistono, nel senso che ci sono davvero molteplici destinazioni che permettono ai viaggiatori più intraprendenti di vivere esperienze fuori dal comune, come camminare su altissimi ponti sospesi oppure scalare montagne incredibilmente alte e molto altro ancora.

I viaggi avventurosi sono infatti la scelta perfetta per coloro che desiderano esplorare luoghi remoti, affrontare sfide emozionanti e immergersi nella natura più wild. Dalle cime impervie delle montagne alle foreste pluviali incontaminate, ci sono tantissime mete che offrono emozioni indimenticabili e paesaggi da ammirare dopo aver raggiunto un traguardo, magari davvero adrenalinico. In questo articolo, vi guideremo attraverso alcune delle destinazioni più affascinanti per un’avventura indimenticabile all’insegna dei viaggi più avventurosi di sempre.

Le isole Fiji e le avventure sottomarine

Il mondo sottomarino ha sempre molte sorprese da regalarci. Ad esempio, le isole Fiji sono un paradiso per gli amanti delle immersioni, grazie alla ricca biodiversità della loro barriera corallina. Perfette, dunque, come destinazione per chi desidera intraprendere viaggi avventurosi e ha voglia di alzarsi dalla sedia a sdraio e interrompere la sessione di relax sotto l’ombrellone, per tuffarsi tra le acque cristalline e scoprire che qui alle Fiji c’è una vera e propria foresta rigogliosa di coralli dai colori incredibili, dove tartarughe e pesci di ogni forma e dimensione trovano il loro habitat ideale.

Spiaggia, Isole Fiji

Fonte: iStock

Le spiagge e il mare cristallino alle Isole Fiji

Il trekking più estremo

Per gli amanti della montagna e delle esperienze estreme, nulla può paragonare il brivido di scalare l’Everest, la vetta più alta al mondo. L’Himalaya offre un’altra possibilità, più accessibile ai trekker esperti: si tratta del Kala Patthar, un picco al confine tra Nepal e Cina dal quale si gode una panoramica completa dell’Everest, dal campo base alla sua cima. Si tratta tuttavia di un’avventura davvero per pochi, perché per avventurarsi sulle cime dell’Himalaya occorre davvero essere esperti e non principianti nel trekking.

Il Parco Nazionale del Serengeti

Un viaggio avventuroso nel Parco Nazionale del Serengeti è un’esperienza che se deciderete di fare vi rimarrà impressa nella mente per tutta la vita. Nel cuore dell’Africa orientale, tra la Tanzania e il Kenya, il Serengeti offre uno degli spettacoli naturali più straordinari del pianeta: la Grande Migrazione che ogni vede milioni di gnu, zebre e antilopi spostarsi attraverso le vaste pianure della savana alla ricerca di pascoli più verdi, seguiti da predatori come leoni, leopardi e iene, in una danza primordiale che esprime appieno tutta la straordinaria potenza della natura.

Il consiglio è di vivere l’avventura partecipando a un safari in jeep, all’alba o al tramonto, per godere dei momenti in cui la fauna selvatica è più attiva. Guidare attraverso le immense praterie dorate, con il sole che si alza o cala all’orizzonte, ti farà sentire parte di un paesaggio infinito e senza tempo. Inoltre, potete fare anche il safari a piedi oppure, per un’esperienza ancora più unica, potete godervi la vista dall’alto su una mongolfiera.

Safari, Serengeti

Fonte: iStock

Un emozionante safari nel Parco Nazionale del Serengeti

Camminando “sulla luna” nel deserto di Atacama

Il paesaggio lunare del deserto di Atacama è incredibile: un’ampia vallata desertica dai colori dorati accoglie rocce di moltissime forme diverse, monumenti della natura creati da secoli di lavorio ininterrotto degli agenti atmosferici. Siamo nella Valle della Luna, dove ci sono incantevoli panorami come la bianca superficie di sale fossilizzato di un antico lago ormai prosciugato o i colori cangianti delle pietre. Esplorare questa suggestiva distesa di rocce è un’esperienza che rimarrà indelebile tra i ricordi dei vostri viaggi più avventurosi.

In crociera tra i ghiacciai dell’Antartide

I ghiacci dell’Antartide sono tra gli ambienti meno esplorati del pianeta: è possibile esplorarli salendo a bordo di una crociera per godere di questa sorpresa incredibile, per poi concedersi qualche altra avventura come un giro in elicottero o una discesa nelle acque più profonde in sommergibile. Per esplorare i ghiacciai della penisola antartica è consigliabile scegliere il Sudamerica, dato che le navi da crociera salpano spesso da Ushuaia, in Argentina.

Alla scoperta di Timor Est

Nonostante i suoi paesaggi da sogno e una natura affascinante, Timor Est è ancora una meta poco apprezzata dai turisti. Ecco perché proprio qui è possibile vivere avventure incredibili: potrete immergervi per scoprire la bellezza dei suoi fondali marini, andare in mare aperto per ammirare le balene che migrano o conoscere nuove culture esplorando le più antiche città portoghesi dal ricchissimo passato.

Rafting sul fiume Zambesi

Attraversando sei Paesi e dando vita a cascate mozzafiato, il fiume Zambesi è il quarto più lungo in Africa ed è senza alcun dubbio perfetto per chi vuole provare l’adrenalina del rafting. Le sue acque impetuose sono ideali per un’avventura in gommone, della quale non potrà che restarvi un ricordo indelebile. D’altronde, la vista suggestiva delle Cascate Vittoria sarà la ricompensa migliore.

La grande traversata delle Ande

Volete prendere parte ad un trekking unico al mondo? La grande traversata delle Ande è un’avventura decisamente da provare, alla scoperta del territorio incontaminato della Patagonia. Un lungo itinerario impervio, da compiere a piedi e a cavallo, vi porterà tra paesaggi suggestivi: attraverserete passi montani, ampie steppe e fiumi impetuosi, ma anche laghi cristallini e vaste foreste pluviali.

Trekking con i gorilla in Uganda

L’Uganda cela, tra le sue bellezze, un luogo davvero unico al mondo: si tratta della Foresta Impenetrabile di Bwindi, il cui nome è fin troppo sibillino. Gran parte del suo territorio è infatti raggiungibile con molta difficoltà, oltre ad essere ovviamente impenetrabile con alcun mezzo di trasporto. Ma è qui che potrete ammirare da vicino i gorilla di montagna, una specie a rischio. Nel parco ve ne sono quattro gruppi, di cui tre in completa libertà.

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Giubileo 2025: quando inizia e gli appuntamenti da non perdere

Roma si appresta a ospitare uno dei suoi eventi più importanti. Il Giubileo, l’Anno Santo che il Papa convoca periodicamente dal 1300 e che segna una tappa importante per la Chiesa Cattolica, comincerà ufficialmente il 24 dicembre 2024 e terminerà un anno dopo, il 14 dicembre 2025. Si tratta di un evento molto grande che prevede l’arrivo di oltre 30 milioni di pellegrini. I fedeli, provenienti da tutto il mondo, avranno l’opportunità di ricevere indulgenze e di partecipare a tutta una serie di celebrazioni e riti spirituali.

Per la Chiesa Cattolica, infatti, il Giubileo rappresenta l’anno della remissione dei peccati, della riconciliazione, della conversione e della penitenza sacramentale. Chiamato anche Anno Santo, è il periodo durante il quale il Papa concede l’indulgenza plenaria ai fedeli che si recano a Roma e compiono particolari pratiche religiose. Il tema di quest’anno sacro sarà “Pellegrini di Speranza”, com’è stato annunciato nella Bolla di indizione pubblicata lo scorso maggio.

Scopriamo insieme il Giubileo, da una breve storia dell’evento agli appuntamenti e ai luoghi più importanti.

Breve storia del Giubileo

Il primo Giubileo della storia cattolica fu proclamato nel 1300 da Papa Bonifacio VIII: è in questa occasione che venne concessa per la prima volta l’indulgenza plenaria ai fedeli che avessero fatto visita alla Basilica di San Pietro. Tracce di questo Giubileo sono arrivate fino a noi anche grazie a Dante Alighieri, che lo racconta nella Divina Commedia descrivendo il grande flusso di pellegrini che camminava sul ponte di fronte a Castel Sant’Angelo.

Le origini del Giubileo, però, sono ebraiche. Ogni 50 anni, gli ebrei decretavano un anno di riposo dal lavoro nei campi per far riposare il terreno e renderlo più fertile per la stagione successiva. Allo stesso tempo, gli schiavi venivano liberati e le terre confiscate venivano restituite, così da appianare le disuguaglianze. Il nome stesso del Giubileo ha un’etimologia ebraica: la parola “jobel” (yobel) indica infatti il caprone, il cui corno veniva suonato per indicare l’inizio dell’anno sacro.

Quando inizia il Giubileo e quanto dura

Il Giubileo comincerà ufficialmente il 24 dicembre 2024, quando il Papa aprirà la Porta Santa di San Pietro (un evento possibile solo in occasione dell’Anno Santo). Quest’azione ha un significato ben preciso perché rappresenta il simbolo del passaggio che ogni cristiano deve fare dal peccato alla grazia. Quella della Basilica di San Pietro non è l’unica Porta Santa. Le altre sono presenti nelle basiliche di S. Giovanni in Laterano, S. Maria Maggiore e S. Paolo fuori le Mura, anch’esse aperte dal Papa negli anni giubilari e richiuse al suo termine.

Quest’anno, Papa Francesco ha deciso che saranno aperte anche le porte delle singole diocesi, permettendo ai fedeli di partecipare all’evento anche a livello locale. La fine del Giubileo sarà il 14 dicembre 2025 e, fino a quel momento, Roma resterà per un anno il centro della fede mondiale attraverso l’organizzazione di un fitto calendario di eventi.

Giubileo Roma

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Cerimonia d’apertura del Giubileo nel 2015

Gli appuntamenti in programma

L’apertura delle Porte delle Basiliche papali di Roma darà inizio all’anno giubilare per il quale sono previsti tantissimi appuntamenti. Nel sito ufficiale del Giubileo potrete visionare il programma nel dettaglio e prenotarvi per l’evento di vostro interesse. Il calendario comincerà il 24 gennaio, quando si terrà il Giubileo della Comunicazione durante il quale sono previsti diversi momenti di confronto e di spiritualità e la messa celebrata da Papa Francesco.

Ogni mese dell’Anno Santo sarà contraddistinto da giubilei specifici: a febbraio ci sarà quello dedicato alle Forze Armate, agli artisti e ai diaconi, mentre marzo sarà dedicato al mondo del volontariato con il Giubileo dei Missionari della Misericordia. Non mancano giubilei dall’aspetto moderno, come quello di luglio dedicato ai missionari digitali e agli influencer cattolici. Dopo una pausa estiva per il mese di agosto, i giubilei riprenderanno a settembre.

Tra gli eventi in programma, considerato uno dei più importanti, è stato annunciato anche l’Incontro Internazionale per la Pace del 2025, il 39° organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio sulla linea della preghiera interreligiosa voluta da Giovanni Paolo II nel 1986.

Quali sono le chiese da visitare durante il Giubileo

Durante il Giubileo, i pellegrini dovranno recarsi in una delle quattro Basiliche papali di Roma, ossia San Pietro in Vaticano, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le Mura, le quali possiedono una Porta Santa. Questa verrà aperta dal Papa in date precise: il 24 dicembre San Pietro, il 29 dicembre San Giovanni in Laterano, il 1 gennaio 2025 Santa Maria Maggiore e il 5 gennaio San Paolo fuori le Mura.

Alle quattro Basiliche papali si aggiungono le tre chiese che, insieme a quelle elencate in precedenza, compongono l’itinerario tradizionale delle “sette chiese”, vale a dire San Lorenzo fuori le Mura, Santa Croce in Gerusalemme e San Sebastiano fuori le Mura. Questo itinerario ripercorre quello penitenziale lasciato ai romani da San Filippo Neri nel ‘500, rappresentando ancora oggi l’occasione per i fedeli per vivere l’indulgenza giubilare attraverso un’esperienza unica.

San giovanni Laterano Giubileo

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San Giovanni Laterano tra le Basiliche papali del Giubileo

Come iscriversi agli eventi

Il Giubileo richiamerà in Italia tantissimi pellegrini. Per gestire al meglio l’evento e l’arrivo dei fedeli, è stata istituita una carta del pellegrino digitale: gratuita e nominale, sarà necessaria per partecipare agli eventi del Giubileo e per organizzare il proprio pellegrinaggio alla Porta Santa. Per ottenerla dovrete registrarvi al portale delle iscrizioni, a cui si accede tramite il sito ufficiale o l’app del Giubileo.

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In montagna coi bambini: 10 consigli per una gita senza problemi

Una vacanza in montagna con i bambini può essere un’esperienza memorabile, che unisce natura, avventura e relax, praticamente tutto l’anno. Tuttavia, ci sono aspetti importanti da considerare e non sminuire, come l’altitudine, la protezione dal sole e l’alimentazione. Ecco dieci consigli essenziali per assicurare una vacanza sicura e divertente per tutta la famiglia.

1. Altitudine e bambini: cosa considerare

Il primo fattore da considerare è l’altitudine. Nei neonati e nei bambini sotto i due anni, il sistema respiratorio è ancora in via di sviluppo, e altitudini elevate possono risultare difficili da gestire. In genere, è meglio evitare di portare bambini molto piccoli sopra i 2000 metri. Dai due anni in poi, possono affrontare altitudini moderate, intorno ai 2000-2500 metri, ma è importante procedere gradualmente. Un acclimatamento progressivo riduce il rischio di malesseri. I bambini più grandi, dai 7 anni in su, solitamente si adattano più facilmente, ma è comunque essenziale monitorare eventuali segnali di disagio, come stanchezza e irritabilità.

2. Attenzione alle orecchie

Un altro aspetto spesso trascurato è la pressione che si accumula nelle orecchie durante la salita, soprattutto se si viaggia in auto o funivia. I bambini possono provare dolore o fastidio a causa dei rapidi cambiamenti di quota. Per evitare disagi, è utile incoraggiarli a fare piccoli movimenti che alleviano la pressione, come masticare o bere, e nei neonati l’uso del ciuccio o l’allattamento possono risultare molto efficaci. Per i bambini al di sotto dei tre anni è sconsigliato prendere la seggiovia, poiché questa effettua un cambio di altitudine repentino che potrebbe tappare l’orecchio e addirittura provocare una lesione al timpano. L’altitudine, inoltre, potrebbe acuire i problemi dei bambini che soffrono spesso di otite.

3. Protezione dai raggi solari

In montagna, l’esposizione ai raggi solari è più intensa rispetto alle aree a bassa quota, a causa della minore densità dell’atmosfera. Questo significa che la protezione solare deve essere una priorità. I bambini hanno una pelle particolarmente sensibile, quindi è importante applicare una crema solare con un fattore di protezione elevato, rinnovando l’applicazione regolarmente, soprattutto dopo giochi d’acqua o sudorazione intensa. Un cappellino con visiera e occhiali da sole con lenti adatte alla protezione UV completano la protezione, evitando scottature e danni causati dai raggi ultravioletti.

Se la vacanza si svolge in una località innevata, il rischio di esposizione ai raggi UV aumenta a causa della riflessione della luce sulla neve. Anche nelle giornate nuvolose, il riflesso può essere intenso. È importante ricordare che la protezione solare non deve mai essere trascurata, così come l’uso degli occhiali da sole per proteggere gli occhi dai riflessi, che possono provocare danni anche a lungo termine.

4. Idratazione adeguata

In montagna, l’aria è più secca e i bambini tendono a disidratarsi più velocemente. A questo si aggiunge lo sforzo fisico che richiede una maggiore richiesta di liquidi. È fondamentale assicurarsi che bevano regolarmente, anche se non sentono la sete. Offrire acqua o bevande leggermente zuccherate, calde o fredde a seconda delle temperature, che reintegrano anche i sali minerali persi, aiuta a mantenere un livello di idratazione corretto durante tutta la giornata.

5. Alimentazione equilibrata

In montagna, l’attività fisica aumenta e, con essa, il fabbisogno energetico. Tuttavia, è importante mantenere un’alimentazione leggera ma nutriente. I pasti devono includere carboidrati complessi per dare energia a lungo termine e proteine magre per supportare l’attività muscolare. Frutta e verdura fresche forniscono vitamine essenziali, mentre gli spuntini dovrebbero essere facilmente digeribili e pratici da trasportare, come frutta secca o barrette di cereali.

6. Vestirsi a strati

In montagna, il tempo può cambiare rapidamente e le temperature variano notevolmente tra giorno e notte, sia in inverno che in estate. Per questo motivo, vestirsi a strati è la soluzione ideale per adattarsi facilmente ai cambiamenti climatici. Un primo strato traspirante, uno strato isolante come un pile, e un’ultima protezione impermeabile e antivento offrono la giusta combinazione per mantenere il corpo caldo e asciutto. Anche guanti, cappelli e sciarpe sono essenziali per proteggere dal freddo, specialmente in alta quota e durante la stagione invernale. In ogni caso e sempre, ma in montagna più che altrove e specialmente con la neve: ricordare sempre un cambio completo, mutande e calzini inclusi, perché è un attimo che una palla di neve…!

7. Piedini santi

Un dettaglio spesso sottovalutato, ma essenziale, è la scelta delle scarpe. In montagna, il terreno può essere irregolare, scivoloso o fangoso, e i bambini hanno bisogno di calzature che offrano stabilità e protezione. È importante optare per scarpe da trekking impermeabili e con una buona suola antiscivolo, in grado di sostenere bene il piede durante le escursioni. Scarpe leggere ma resistenti permettono ai più piccoli di camminare comodamente e in sicurezza, riducendo il rischio di cadute o distorsioni. Inoltre, assicurarsi che siano ben allacciate e della giusta misura eviterà fastidi o vesciche durante le passeggiate. In estate? Via libera ai sandali che abbiano i laccetti per tenere ferma la caviglia e permettere il movimento libero ma protetto.

8. Prevenire mal di montagna e altre problematiche

Alcuni bambini possono essere più sensibili agli effetti dell’altitudine, manifestando sintomi come mal di testa, nausea o difficoltà respiratorie. In caso di mal di montagna, è consigliabile scendere a quote più basse e permettere al corpo di acclimatarsi. Oltre al mal di montagna, è importante essere consapevoli che l’aria fredda e secca può aggravare alcune condizioni di salute, come l’asma o problemi respiratori. In questi casi, consultare il pediatra prima di partire è sempre una buona idea.

9. Quando evitare la montagna

Ci sono alcune situazioni in cui è meglio evitare la montagna, soprattutto se i bambini soffrono di determinate patologie. Per esempio, l’aria fredda e secca può aggravare i sintomi dell’asma o di bronchiti frequenti. I bambini con problemi cardiaci o respiratori possono trovare difficoltà a respirare in alta quota, poiché l’ossigeno disponibile diminuisce man mano che si sale. Anche con l’otite è meglio evitare la montagna. In questi casi, comunque, è sempre importante consultare il pediatra prima di pianificare una vacanza in montagna.

10. Kit di farmaci da viaggio: cosa portare

Quando si viaggia in montagna con i bambini, è sempre prudente avere con sé un piccolo kit di pronto soccorso. La montagna può riservare imprevisti, e avere i farmaci giusti a portata di mano può fare la differenza. Un kit di base dovrebbe includere antipiretici e antidolorifici per febbre e dolori, cerotti e disinfettante per eventuali tagli o abrasioni, una crema per punture di insetti e un prodotto lenitivo contro le scottature solari. Se il bambino soffre di mal d’auto o mal di montagna, è utile portare farmaci specifici, dopo aver consultato il pediatra. Anche soluzioni saline per il naso e farmaci per eventuali allergie possono essere utili, soprattutto per affrontare l’aria secca e gli allergeni presenti in montagna. Infine, non dimenticare di portare con sé qualsiasi farmaco prescritto per condizioni particolari, soprattutto se ci sono patologie croniche come l’asma.

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Valigia sul letto, perché non devi mai mettercela

Fare e disfare la valigia è una pratica che potrebbe risultare stressate per alcuni: il rischio di dimenticarsi qualcosa c’è sempre. La soluzione per ovviare a questo problema c’è ed è semplicissima: preparare e seguire delle liste su cosa si può (ma anche non si può) portare.

Seguirle, e spuntare le voci, ci evita di arrivare a destinazione senza avere quella cosa essenziale, che abbiamo ripetuto fino all’ultimo che andava infilata in valigia, o di evitare il disguido di aver messo nel bagaglio qualcosa che non poteva essere portato con noi. E quest’ultimo punto vale soprattutto se si viaggia in aereo.

Ma c’è una cosa che assolutamente non va mai fatta ed è quella di mettere la valigia sul letto. Le ragioni sono molte e, anche se possono sembrare banali o scontate, è sempre bene sottolinearle per evitare che succeda.

Perché non mettere mai la valigia sul letto

Pensiamo al viaggio: abbiamo transitato in luoghi pubblici, magari aeroporti, scali ferroviari o porti. Abbiamo viaggiato per le città, oppure in campagna. Con noi, quasi sempre, una valigia con le rotelle. I trolley ci accompagnano nelle nostre avventure, sono comodissimi perché non si devono sollevare e possono contenere – anche in poco spazio – tutto ciò di cui abbiamo bisogno.

Ma vengono trascinanti e passano in punti davvero molto sporchi, diventando un vero e proprio coacervo di germi. A pensarci passa la voglia di appoggiarli sul letto (o sul divano) della nostra destinazione o, al ritorno, su quello di casa nostra.

Tra i problemi più comuni, che può causare la pratica di appoggiare sul letto il proprio bagaglio, c’è la diffusione delle cimici da letto, si tratta di parassiti di piccole dimensioni che pungono e creano prurito. Ma non solo, perché possono diffondersi anche in altre zone della casa.

La valigia è senza dubbio uno dei mezzi con cui le si porta a casa (o nella sistemazione provvisoria durante un viaggio), ma possono bastare anche uno zaino o una borsa appoggiati su un sedile di un mezzo pubblico. Oltre a questo, c’è un discorso di igiene: valige, trolley e borse vengono trasportati un po’ ovunque, passando su strade sporche, evitare di metterle sul letto è un gesto di buon senso.

Mai mettere la valigia sul letto: i motivi

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Mai mettere la valigia sul letto

Dove mettere la valigia

Quando si arriva nella stanza di un albergo in genere si trovano delle panchette in metallo e stoffa: non sono lì per bellezza, ma sono state appositamente pensate per fare da supporto ai bagagli, così che l’ospite non debba piegarsi per cercare le cose, ma nemmeno debba poggiare la valigia sul letto per semplificarsi la vita.

Se non c’è la seduta, potrebbe esserci una panca, ma tutto comunque viene studiato per mantenere la pulizia nella camera e nei letti.

E quando si torna dal viaggio bisogna prestare attenzione anche in casa: meglio non trascinare la valigia in camera o nelle stanze, a meno che prima non si sia intervenuti. Infatti è buona norma procedere con un’accurata pulizia delle ruote e della parte esterna, se il trolley è in plastica. Se il bagaglio è in tessuto si può anche pensare di metterlo in lavatrice.

In commercio esistono prodotti creati appositamente per igienizzare, ma per sicurezza evitare comunque di poggiare i bagagli sul letto o sul divano.

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Piste d’atterraggio spettacolari: viaggio intorno al mondo alla scoperta delle più belle

Piste d’atterraggio spettacolari, che levano il fiato, estreme, oppure che regalano scorci impagabili: qualche anno fa Skyscanner aveva stilato una lista dei luoghi in cui atterrare è veramente un’emozione adrenalinica, oltre che un sogno per chi viaggia. Le piste restano le stesse di allora e si trovano sparse per tutto il mondo: tra i freddi ghiacciai e i paradisi terrestri, tra le montagne più alte o vicinissime al mare. Una cosa è certa: per chi ama volare sono un’esperienza da provare almeno una volta nella vita.

Se a questo, poi, si aggiunge che si trovano tutte nei pressi di località che vale la pena visitare, allora la prossima meta delle vacanze potrebbe essere organizzata proprio pensando di vivere le tante emozioni che regala l’arrivo in uno di questi scali aerei.

Ma attenzione: se siete tra coloro che farebbero di tutto pur di non salire su un aereo, potrebbero non fare per voi, perché in questi aeroporti l’adrenalina è assicurata.

Barra, la pista d’atterraggio nelle Ebridi Esterne

Il nostro viaggio alla scoperta delle piste d’atterraggio più spettacolari parte da Barra, un’isola che fa parte dell’arcipelago delle Ebridi Esterne, che fa parte della Scozia. Le sue dimensioni sono davvero ridotte (si estende su circa 60 chilometri quadrati), ma la bellezza di questo luogo è impareggiabile grazie a un aspetto variegato che vede spiagge sabbiose ma anche scogliere rocciose. Arrivarci, poi, regala un’emozione impareggiabile, perché si atterra direttamente sulla spiaggia Traigh Mhor: 3 chilometri con tre piste che, quando non sono in funzione, diventano meta di tutto coloro che raccolgono molluschi. Dettaglio non trascurabile: a quanto pare la spiaggia finisce sott’acqua quando c’è l’alta marea.

Barra: la pista d'atterraggio sulla spiaggia

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Barra: la pista d’atterraggio si trova sulla spiaggia

Cape Town, la pista d’atterraggio in Sudafrica

Lo sguardo spazia e ci mostra alcune delle bellezze che potremo vedere da vicino, un preludio di quella che sarà la vacanza: siamo in aereo e stiamo arrivando a Cape Town in Sudafrica. L’emozione unica è data dalla possibilità di vedere con i propri occhi e dall’alto alcuni scorci di grande bellezza. Atterrati, poi, ci sarà una città vivace e ricca di cose da fare e da scoprire come visitare la zona dell’ex porto o ammirare la Table Mountain, visitare i musei e scoprire tutti i monumenti più interessanti. Insomma vivere un luogo in cui si respira un mix di culture.

Atterraggio a Città del Capo: la vista

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La vista durante l’atterraggio a Città del Capo

Gibilterra, la pista dove atterrano i voli

Dalla spiaggia, alle viste mozzafiato, fino all’adrenalina di atterrare su una strada. Succede o meglio, succedeva a Gibilterra dove la pista d’atterraggio era attraversata da una strada e non una a caso, ma tra le più importanti di tutta la città: la Winston Churchill Avenue. Le macchine venivano fermate da un impianto semaforico per permettere agli aerei di passare Dal 2023, grazie a un collegamento sotterraneo, non accade più, ma l’emozione resta. Poi si può visitare Gibilterra, il punto in cui il Mar Mediterraneo incontra l’Oceano e con la sua celebre rocca.

Aeroporto di Gibilterra

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Vista dell’aeroporto di Gibilterra

Saint Barthélemy, la pista nelle Antille Francesi

Un paradiso terrestre, su una piccola isola ricca di tesori: spiagge da sogno, acque dai colori spettacolari, ma anche un luogo in cui stare a contatto con una natura sorprendente. Siamo a Saint Barthelemy nelle Antille Francesi. Per arrivarci si deve atterrare all’aeroporto Gustaf III, che regala una pista d’atterraggio davvero emozionante: si trova dietro una collina, con la pista che sembra terminare in mare. Più spettacolare di così non si può.

Aereo atterra a Saint Barthélemy

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L’atterraggio a Saint Barthélemy

Velana International Airport: atterrare alle Maldive

Un altro luogo di incomparabile bellezza e un altro scalo che regala la sensazione di planare direttamente in un sogno, fatto con i colori vividi e splendenti delle Maldive: il Velana International Airport, che prima era noto come Aeroporto Internazionale di Malé “Ibrahim Nasir”, si trova sull’isola di Hulhulé. La vista spazia sul territorio circostante, mentre l’aereo si avvicina a una pista che sembra trovarsi sospesa tra cielo e mare.

Velana International Airport: atterraggio alle Maldive

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L’atterraggio alle Maldive: il Velana International Airport

Narsarsuaq, arrivare in aereo in Groenlandia

La vista cambia, perché qui si possono ammirare alti pendii innevati, natura selvaggia e il mare freddissimo della Groenlandia: è questa l’emozione di atterrare all’aeroporto di Narsarsuaq, dove sembra di planare in acqua, ma in realtà poi si vede la pista incastonata tra le montagne. Arrivati a destinazione si può scoprire il villaggio, importante fin dai tempi dei Vichinghi, e poi partire alla scoperta di questa terra poco popolosa ma affascinante.

Narsarsuaq dove atterrare in Groenlandia

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Narsarsuaq, atterraggio spettacolare in Groenlandia

Aeroporto Princess Juliana, St. Maarten: vicinissimo alla spiaggia

Mentre si arriva alla pista di atterraggio dell’aeroporto Princess Juliana a St. Maarten la sensazione è quella di essere vicinissimi alle persone sulla spiaggia. La verità è che non si tratta di una sensazione, ma davvero gli aerei sono costretti a passare a bassissima quota su Maho Beach, a causa della lunghezza molto scarsa della pista d’atterraggio. Intanto sulla spiaggia i curiosi provano il brivido di stare accanto a un aereo in volo. Arrivati a St. Maarten ci aspetta il mare dei Caraibi e si può scegliere tre le sue tantissime spiagge, molto diversificate, tra sabbia bianca o dorata.

Atterraggio a Princess Juliana St. Maarten: l'aereo vicino alla spiaggia

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Atterraggio spettacolare a Princess Juliana St. Maarten

Queenstown, atterrare in Nuova Zelanda

Siamo poco distanti (circa 8 chilometri) da Queenstown, cittadina in Nuova Zelanda e qui si trova un altro aeroporto che toglie il fiato perché – mentre ci si avvicina alla pista d’atterraggio – si può godere di una vista davvero favolosa sul territorio circostante. Inoltre, sembra davvero di essere vicinissimi alle case con le montagne che fanno da contorno. Questo luogo nel passato è stato una meta prediletta dei cercatori d’oro, poi in anni recenti è stato set di Il Signore degli Anelli.

Vista dell'aeroporto di Queenstown, Nuova Zelanda

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Aeroporto di Queenstown, Nuova Zelanda

Lukla, l’arrivo in Nepal è da brividi

Concludiamo il nostro viaggio tra le piste d’atterraggio più spettacolari arrivando in Nepal. Qui, nei pressi della città di Lukla, si trova l’aeroporto di Tenzing-Hillary che è stato anche classificato tra i più pericolosi al mondo. E il perché è evidente: gli aerei devono atterrare e decollare da un’unica pista che si trova tra pendii ripidi nelle immediate vicinanze. Ragioni per cui – a quanto pare – solo i piloti più esperti possono arrivare sin qui. E il luogo è indubbiamente meta prediletta per tutti coloro che sentono il potente richiamo della montagna e delle vette più estreme: siamo a oltre 2800 metri di altitudine Lukla è tappa obbligata per coloro che vogliono dirigersi verso le montagne, compreso l’Everest.

Aeroporto di Tenzing-Hillary, Nepal

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Aeroporto di Tenzing-Hillary, Nepal: atterraggi da brividi
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L’Egitto continua a sorprenderci: scoperta una nuova tomba

L’antico Egitto, culla di una delle prime grandi civiltà del mondo, ha lasciato un’eredità culturale e architettonica senza pari e continua, ancora oggi, a sorprenderci. Sono appena stati scoperti due sarcofagi, uno dentro l’altro, ricoperti sia all’interno che all’esterno di geroglifici con rappresentazioni e riferimenti al viaggio nell’aldilà. La scoperta è stata fatta da un gruppo egiziano-tedesco di archeologi in una camera funeraria nella regione di Assiut, a 300 chilometri a nord di Luxor.

La proprietaria della tomba è stata identificata come una donna di nome Idy, unica figlia di Djefai-Hapi I, governatore di Assiut sotto Sesostri I. Secondo alcuni il faraone regnò nella seconda metà del XIX secolo a.C., dal 1960 al 1916 a.C. secondo altri studiosi, invece, dal 1956 al 1910 a.C.

La scoperta archeologica

È durante una missione archeologica egiziano-tedesca organizzata dall’Università di Sohag e da quella di Berlino che è stata fatta quest’ultima incredibile scoperta. I ricercatori erano intenti a ripulire la tomba del nomarca, famosa per essere la più grande tra quelle costruite all’epoca per chi non apparteneva direttamente alla famiglia reale. La figura del nomarca, infatti, era quella del governatore provinciale dell’Antico Egitto Djefai-Hapi, appartenente alla XII dinastia.

Durante i lavori di pulizia, gli archeologi hanno trovato una camera funeraria nascosta a una profondità di 15 metri permettendoci di approfondire ancora di più gli aspetti dell’antica civiltà dell’Egitto, i quali si sono rivelati molto particolari. All’interno della camera funebre sono state ritrovate due bare, una più piccola e una più grande, ben conservate una dentro l’altra. Esteticamente sono splendide perché sulle casse sono riportati i Testi dei Sarcofagi, i quali contengono le formule per il viaggio nell’aldilà collegati al Libro dei Morti.

Il tipo di sepoltura e la donna sepolta

La scoperta del sarcofago, che di per sé è un avvenimento importante, è resa ancora più speciale dalla tipologia di sepoltura alla quale è associata. Durante il Medio Regno non era pratica comune disporre un sarcofago dentro l’altro, soprattutto quando si trattava di tombe non reali. Bisognerà aspettare l’arrivo del Nuovo Regno per vedere diffondersi questa metodologia. Oltre alle bare, inoltre, gli archeologi hanno ritrovato anche il coperchio del sarcofago più piccolo, una scatola con i vasi canopi, in cui erano originariamente conservati gli organi mummificati della defunta, e delle statuette in legno.

Gli archeologi hanno effettuato alcuni studi preliminari, dai quali sono emerse diverse informazioni. A quanto pare la camera funeraria è stata anticamente derubata: i ladri hanno rimosso la mummia e distrutto i vasi canopi. Dai primi esami del cranio e delle ossa rimanenti, inoltre, sono arrivati alla conclusione che Idy sarebbe morta prima dei 40 anni e che avrebbe sofferto di un difetto congenito al piede.

Si tratta di un ritrovamento importantissimo che permetterà di scoprire non solo i dettagli sulla defunta e sul nomarca, ma anche sulla XII dinastia e sul periodo storico in cui vissero. In attesa di nuove ricerche e della pubblicazione delle scoperte vi consigliamo di immergervi nelle bellezze egizie organizzando un viaggio a Luxor, in passato Capitale dei faraoni nel loro periodo d’oro, oggi il museo a cielo aperto più grande del mondo.