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Il nuovo piano per collegare con l’Alta Velocità tutte le capitali Ue

Ormai è risaputo che viaggiare in treno possiede molteplici vantaggi, soprattutto dal punto di vista ambientale. In un periodo storico in cui è sempre più evidente che auto, navi e aerei provochino la più alta percentuale di emissioni di gas a effetto serra, si rendono necessarie soluzioni concrete che permettano ai viaggiatori di muoversi in Europa con facilità e sostenibilità.

Il treno rappresenta sicuramente un alleato ideale in questo contesto: la stessa Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA), considera l’industria ferroviaria la modalità di trasporto motorizzato di passeggeri più rispettosa dell’ambiente, in termini di emissioni di gas a effetto serra e rispetto agli spostamenti in automobile o in aereo.

Questo lo sanno bene anche a Budapest dove, durante la riunione informale dei ministri dei trasporti, è stato discusso un piano da 550 miliardi di euro che, collegando con l’Alta Velocità tutte le capitali europee, ridurrebbe il traffico aereo e stradale e creerebbe 1,5 milioni di posti di lavoro.

La proposta: potenziare i treni ad alta velocità in Europa

Alcune simulazioni sul nuovo piano per collegare con l’Alta Velocità tutte le capitali Ue hanno evidenziato alcuni possibili scenari: sette ore di treno per andare da Roma a Parigi, tre ore da Lisbona a Madrid. Il piano, da attuare entro il 2050, è stato affidato da Von der Leyen al prossimo commissario ai trasporti, Apostolos Tzitzikostas, il quale dovrà portare a termine questo ambizioso progetto per realizzare una rete ferroviaria europea in grado di connettere tutte le capitali Ue.

L’obiettivo del piano è duplice: da una parte generare benefici economici, circa 750 miliardi di euro entro il 2070, e dall’altra offrire una soluzione ai problemi ambientali attuali. Durante le discussioni sul piano, si è parlato di una riduzione del traffico aereo e stradale per un risparmio di oltre 100 milioni di tonnellate di CO2 l’anno. Inoltre, tra i vantaggi messi in evidenza, c’è anche la creazione di 1,5 milioni di posti di lavoro.

L’esempio della Cina e il problema degli investimenti

Fonte d’ispirazione in questo contesto è la Cina, menzionata come esempio di successo non solo per la sua rete ferroviaria, la più grande e utilizzata al mondo con i suoi 45.000 kilometri di rotaie e un rendimento annuo degli investimenti pari al 6.5%. La Cina, infatti, trae vantaggio anche dalla minore dipendenza dal petrolio e dalle importazioni grazie alle proprie ferrovie.

Alberto Mazzola, direttore esecutivo della Comunità delle imprese ferroviarie e di infrastruttura europee (Cer), ha dichiarato: “La quota di mercato ferroviaria sul traffico a lunga percorrenza salirebbe al 50%. L’alta velocità ferroviaria è fondamentale per la fornitura di servizi di qualità e confortevoli, ma anche per ridurre la dipendenza dal petrolio e favorire la decarbonizzazione”.

Lo stesso Mazzola ha messo però in evidenza un problema: gli investimenti necessari per la riuscita del piano. Questi non sono attualmente sufficienti per garantire spostamenti equi e sostenibili in Europa tramite l’uso dell’Alta Velocità. Nei mesi scorsi anche Enrico Letta aveva proposto il potenziamento dell’alta velocità con un report, sottolineando che l’alta velocità esiste all’interno dei singoli Paesi, ma è inesistente sulle tratte internazionali, mentre Draghi aveva evidenziato la questione nel suo report sulla competitività.

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Devon House: un luogo iconico per la storia e la cultura della Giamaica

Quando si parla di fare un viaggio in Giamaica si pensa subito a spiagge paradisiache, mare dei colori intensi, un clima caldo tutto l’anno e, perché no, anche a qualche intramontabile icona della musica. La Giamaica è tutto questo ma c’è anche molto altro da fare e da vedere su quest’isola, soprattutto in termini culturali.

Kingston, la capitale, è una città spesso esclusa da molti itinerari di viaggio in questo paese dei Caraibi ma vale la pena di considerarla, anche fosse solamente per un’escursione giornaliera. Una meta perfetta per inserire un pizzico di cultura in una vacanza in Giamaica è Devon House, che si trova proprio a Kingston. Come mai?

Che cos’è Devon House

Devon House è una delle residenze storiche più importanti e iconiche della Giamaica. Si tratta di un luogo da visitare se desideri scoprire l’affascinante lato storico e culturale di quest’isola caraibica.  Questa dimora venne costruita alla fine del XIX secolo, momento storico in cui la Giamaica era ancora chiamata West Indies e faceva parte dell’allora Impero Britannico.

Devon House è oggi un sito di interesse nazionale: visitandola potrai ammirare un edificio dall’elegante tocco architettonico inglese, capace però di mescolarsi con elementi locali. Oltre a questo Devon House ospita molto di ciò che culturalmente, al giorno d’oggi, offre la Giamaica. Infine, la Devon House è spesso utilizzata per gli incontri ufficiali con personalità, soprattutto politiche, che si recano in visita in Giamaica. Non è raro, infatti, che la Famiglia Reale inglese venga accolta lì durante i viaggi ufficiali.

La storia di Devon House

La costruzione di questa splendida villa in stile georgiano è dovuta al desiderio del suo proprietario, un certo George Stiebel. Egli, nel 1881, vantava un primato davvero capace di segnare la storia della Giamaica come nazione coloniale. Fu, infatti, primo milionario nero della Giamaica. Era figio di un tedesco e di una donna giamaicana e fece fortuna grazie all’estrazione dell’oro in Venezuela. Rimase in questa nazione latino-americana per un po’ di tempo ma poi decise di tornare nella sua Kingston.

Fu quello il momento in cui chiese di far costruire Devon House. Questa casa rappresentava il culmine della sua ascesa sociale e la villa stessa divenne il simbolo del suo successo economico. Fu la dimostrazione che, dopo l’abolizione della schiavitù, chiunque poteva diventare ciò che più desiderava. Al giorno d’oggi, la villa è stata trasformata in museo e offre a chi la visita una finestra sul passato coloniale della Giamaica e sulla vita dell’élite giamaicana che, già all’epoca, esisteva.

Kingston: visitare la Devon House

Fonte: Getty Images

La fontana all’ingresso della Devon House

Come organizzare una visita a Devon House

Sei a Kingston per visitare il Museo di Bob Marley e vuoi aggiungere una gran bella esperienza alla tua giornata nella capitale giamaicana? Varca i cancelli di Devon House.

Tutta la proprietà in cui si trova Devon House è aperta al pubblico: la struttura è grande e gli orari per la visita possono differire tra le varie aree di visitare. La Villa, per esempio, è aperta dal lunedì al sabato ma i giardini sono visitabili anche la domenica. Per quanto riguarda gli orari, i visitatori sono ammessi dalle 9.30 alle 17, salvo la presenza di eventi speciali.

Per quanto riguarda il biglietto d’ingresso, occorre acquistarlo per avere la possibilità di visitare la Devon House stessa. Il costo per vedere la residenza varia: un ingresso per un adulto costa circa 13€ (2300 JMD). La zona esterna. dove ci sono i giardini e i locali, è ad accesso libero, fatta eccezione per la parte in cui c’è il parco-giochi per bambini. Entrare in quell’area costa circa una decina di euro.

Visitare la Villa Storica

La Devon House fu la vera e propria casa della Famiglia Stiebel, anche dopo che la morte di George. La visita guidata alla casa principale è il cuore di questa esperienza da fare in viaggio in Giamaica. I tour ti permetteranno di entrare a contatto con lo stile di vita di questa abbiente famiglia di colore.

L’arredamento che potrai vedere con i tuoi occhi è quello originale, in alcuni casi opportunamente restaurato e riportato allo splendore dei tempi in cui la Devon House venne inaugurata. Le stanze mostrano ancora lusso e ricchezza e regalano la sensazione di fare un viaggio nel tempo. La guida che ti accompagnerà di racconterà dei membri della famgilia Stiebel e di come George fece fortuna in Venezuela. Oltre a questo, ti racconterà dei rapporti con la gente più umile di Kingston e con i ricchi coloni inglesi. Il tour della villa dura circa 40 minuti.

I giardini della Devon House

Fonte: iStock

La Devon House vista dall’alto

I giardini della Devon House

La Giamaica è rinomata per la sua natura e i giardini della Devon House rendono onore alla fama dell’isola. Questi spazi verdi sono davvero molto grandi e presentano ancora la struttura voluta al tempo in cui la Devon House venne progettata. Lo stile coloniale britannico – benché Stiebel fosse giamaicano – si nota: la moda del tempo, soprattutto in fatto di architettura paesaggistica, si riflette nelle scelte di aiuole colorate, vivaci ma perfettamente ordinate, come vuole la tradizione inglese.

All’interno dei giardini, al giorno d’oggi, si può passeggiare e ci si può regalare alcuni splendidi momenti di relax in compagnia o in totale solitudine. I giardini sono adornati anche da splendide fontane.

Mangiare e bere alla Devon House

Su tutta la proprietà della Devon House sono presenti dei luoghi in cui è possibile mangiare e bere. Un posto molto gettonato è la Devon House Bakery, in cui si possono mangiare dei dolci davvero deliziosi. Non mancano le proposte per chi ama il salato, oppure predilige i gusti tipicamente giamaicani. Se sei in viaggio in Giamaica e senti un po’ di nostalgia della pizza, sappi che sul posto c’è anche la possibilità di mangiare italiano. Dato che questa dimora richiama i tempi in cui gli inglesi governavano l’isola, non può mancare una tea room in piena regola: assaggerai sandwich e scone?

Un gelato alla Devon House

Fonte: iStock

Un gelato alla Devon House: sarà davvero così buono?

Il miglior gelato di Kingston

La vera super star gastronomica della Devon House è molto celebre, anche tra i giamaicani stessi. Si tratta di una gelateria dal nome molto originale. Si chiama I-Scream e, ovviamente, gioca sull’assonanza con la parola inglese “ice-cream”. Mangiare un gelato alla Devon House è sicuramente una delle cose più popolari da fare in questo storico luogo di Kingston. Secondo una classifica stilata dal National Geographic, la gelateria della Devon House è al quarto posto nella lista dei 10 migliori posti in cui mangiare il gelato nel mondo. Sarà vero? Di certo non sarà un sacrificio provare qualche gusto per determinarne la qualità.

L’artigianato giamaicano

Un luogo che ha segnato profondamente la storia di Kingston non può garantire uno spazio anche al commercio dell’artigianato locale. La Devon House, infatti, potrebbe essere il luogo perfetto dove acquistare il souvenir del tuo viaggio in Giamaica. L’Artisan Village è una realtà preziosa perché rappresenta un’ottima vetrina per gli artigiani locali, oltre che raccontare, nel modo giusto, la grande capacità creativa dei giamaicani. Qui si possono trovare diversi tipi di articoli, dai cosmetici naturali, alle cose buone da mangiare (e che puoi portare con te in aereo) a creazioni in cotone, siano esse abiti oppure accessori variopinti da acquistare senza pensarci due minuti.

Artigianato Giamaicano alla Devon House

Fonte: iStock

Artigianato Giamaicano alla Devon House

La Spa della Devon House

Non ti bastano le spiagge di Negril o Montego Bay per rilassarti? Sappi che alla Devon House c’è anche una spa. È, in tutto e per tutto, nascosta vicino all’ingresso della proprietà ed è un luogo dove prendersi una pausa e rigenerarsi. Se hai in mente di aggiungere questo momento di relax alla tua visita alla Devon House, è consigliabile prenotare. La spa usa prodotti naturali realizzati in Giamaica e offre diversi tipi di trattamenti.

Il centro culturale della Devon House

Una proprietà che racconta il successo del primo uomo di colore in Giamaica non può non essere, anche al giorno d’oggi, un punto di riferimento per le tante storie di successo dell’isola. Oltre a questo, la Devon House rappresenta un vero e proprio palcoscenico per chi ha talento e lo vuole mostrare. Qui, infatti, troverai anche un centro culturale nel quale vengono organizzate mostre per promuovere artisti locali oppure eventi e conferenze per puntare i riflettori anche su altre forme di arte, come la scrittura, la musica e la danza. Il calendario degli eventi è solitamente pubblicato sul sito ufficiale della Devon House.

Un giorno speciale alla Devon House

Molte coppie in viaggio di nozze scelgono la bellezza delle spiagge della Giamaica per la loro luna di miele ed è facile capire il perché. La Devon House potrebbe essere un’ottima meta per un secondo servizio fotografico di nozze o, perché no, ripetere la cerimonia nuziale in stile caraibico.

La proprietà e i suoi giardini sono, infatti, a disposizione di chi li vuole affittare per il proprio giorno speciale o per uno shooting fotografico. Sul sito ufficiale della dimora sono promossi dei veri e propri pacchetti che comprendono già le ore di shooting e la scelta del fotografo. Oltre a questo, la Devon House è spesso la location per celebrare la voglia di passare la vita insieme.

Festeggiare è una vera e propria arte in Giamaica e la Devon House mette a disposizione i suoi spazi anche per altri tipi di momenti speciali, dai compleanni per bimbi, fino agli eventi aziendali. Non sarebbe male festeggiare in un luogo simile, dove è avvenuto qualcosa di storico come l’affermazione di un uomo e dove, ancora oggi, si riuniscono spesso i giamaicani per ricordarsi quanta forza abbia il loro popolo e la loro nazione.

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È iniziato l’Oktoberfest, tutte le cose da sapere

L’estate è ormai finita, ma l’autunno prevede ogni anno un appuntamento fisso divertente e gustoso che ha luogo in Germania per celebrare una delle bevande più amate al mondo: la birra. Parliamo dell’Oktoberfest, un evento diventato ormai iconico che per un periodo trasforma la città di Monaco in una birreria all’aperto, riunendo tantissime persone da tutta Europa. L’allegro festival popolare tedesco giunto alla 189° edizione è iniziato il 21 Settembre e qui di seguito vi diciamo tutto quello che dovete sapere per partecipare e godervi questa grande festa nel modo giusto.

Le origini dell’Oktoberfest

L’Oktoberfest è una festa popolare annuale (la più grande al mondo) che si tiene ogni anno in Germania da metà o fine settembre fino alla prima domenica di ottobre. Quest’anno terminerà il 6 ottobre. Di solito dura tra i 16 e i 18 giorni in media ed è finalizzata a festeggiare tutto ciò che è bavarese: il cibo, la musica e, naturalmente, la birra. L’evento ha inizio in modo ufficiale quando il sindaco di Monaco spilla un barile e vengono servite solo birre provenienti dai sei birrifici originali di Monaco (Augustiner, Hacker-Pschorr, Hofbräu, Löwenbräu, Paulaner e Spaten-Franziskaner).

Oktoberfest di Monaco

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Una sera all’Oktoberfest di Monaco

Il festival si tiene ogni anno a Monaco, a Theresienwiese, uno spazio fieristico nel quartiere Ludwigsvorstadt-Isarvorstadt della città, vicino al centro storico. L’Oktoberfest non è in realtà considerato un festival della birra in Germania, ma piuttosto una festa popolare popolare tra le famiglie e tra coloro che vogliono gustare un boccale o due in compagnia.

È interessante notare che l’Oktoberfest è nato nell’ottobre del 1810 per celebrare il matrimonio del principe ereditario di Baviera, che in seguito divenne re Luigi I, con la principessa Therese von Sachsen-Hildburghausen. Oggi è un’occasione di intrattenimento con giostre, giochi e balli, oltre a sfilate di diversi birrifici, cerimonie, spettacoli di canto e ovviamente birra e cibo per tutti. Non esiste un dress code preciso per l’Oktoberfest, ma è certo che incontrerete molti dirndl e lederhosen, tipi di abbigliamento tradizionale del luogo.

Come partecipare

Non c’è bisogno di un biglietto per entrare all’Oktoberfest, ma meglio procurarsi dei contanti per acquistare cibo o pagare le giostre all’interno dell’evento poichè gli sportelli bancomat interni tendono ad avere commissioni piuttosto elevate. Per accedere all’area del festival infatti l’accesso è gratuito, però per visitare l’Oide Wiesn, ovvero l’area speciale con tendoni e attrazioni che richiamano il passato, il costo è di 4 euro a persona. Ci sono controlli di sicurezza all’ingresso, quindi potrebbe esserci la fila. Nonostante il nome suggerisce il mese di ottobre, nel corso degli anni questa festa è stata anticipata alla fine di Settembre per sfruttare al meglio il clima più caldo. Dopotutto la birra fresca è preferita da molti sotto il sole per trovare refrigerio.

L’Oktoberfest ha anche adottato misure per diventare più attento all’ambiente, nel nome della sostenibilità. Gli sforzi includono la riduzione dei rifiuti, iniziative di riciclaggio e l’approvvigionamento sostenibile di cibo e bevande. Il programma completo dell’Oktoberfest 2024 si può consultare sul sito ufficiale Oktoberfest.it e come ogni anno si prevede una discreta affluenza.

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Piatti tipici della Repubblica Dominicana, un viaggio tra sapori esotici e tropicali

La cucina della Repubblica Dominicana rappresenta fedelmente l’identità del Paese, e viene definita come un “sentimento nazionale” in cui le influenze si sono mescolate nel corso del tempo. La cultura gastronomica si è fusa in sapori esotici e tropicali: mangiando i piatti tipici della Repubblica Dominicana, si avverte sin da subito il passato etnico, spagnolo, africano, aborigeno. Quasi – purtroppo – sconosciute ai più, se hai in programma un viaggio qui, non puoi perderti queste specialità pronte a solleticare il tuo palato in una danza dai sapori antichi e genuini.

Mangú

Possiamo forse non iniziare dalla colazione ufficiale della Repubblica Dominicana? Questo piatto, estremamente umile a dire il vero, viene realizzato con yuca o platano (tra gli ingredienti base della gastronomia del territorio): una volta ridotti a purea, come condimento viene servito un delicato burro cremoso, oppure un goccio di olio d’oliva. Immancabili uova fritte, formaggio fritto, salame, cipolle rosse sottaceto. “Los tres golpes”, non a caso, è questo il soprannome dato dai local al piatto: la colazione, qui, è una cosa seria. Sicuramente particolare, diversa dalla tradizione italiana, ma molto buona, perfetta per un carico di energia per visitare il luogo.

Sancocho

Questo piatto è tipico dei paesi latino-americani: puoi trovarlo, in viaggio, nella Repubblica Dominicana, ma anche in Venezuela, Cuba, Panama… nella variante della Repubblica Dominicana, non solo ne esistono diverse tipologie, ma in alcune zone è chiamato con il termine salcocho. Rappresenta l’identità del Paese (un po’ come noi italiani difendiamo la pizza): questa zuppa (che, in realtà, è anche un po’ uno stufato) si prepara con ogni tipo di tubero, legumi e carni. Generalmente, gli ingredienti base sono yuca, platano, patata, coriandoli, aromi e carne bovina.

Bandera

Piatto nazionale, è conosciuto con il nome di bandera dominicana ed è a base di riso bianco, carne di pollo, fagioli rossi e insalata. Lo abbiamo anticipato, del resto: la gastronomia della Repubblica Dominicana è il frutto di un incontro di culture, di influenze che provengono dal passato. Questa specialità è in particolare legata all’incrocio della cucina spagnola ed europea. Proprio come la pasta per noi italiani, si mangia quasi tutti i giorni.

Moro de guandules con coco

Il moro de guandules con coco, ovvero il riso con fave verdi e cocco, è un altro piatto tipico della Repubblica Dominicana da mettere in lista per assaggiarlo in vacanza. Ci sono due varianti del piatto, ovvero il moro è quella “classica”, riso cucinato insieme ai fagioli neri o rossi. Poi, il moro de guandules con coco è maggiormente diffuso nella zona nord del Paese.

Locrio

La tavola dominicana si imbandisce con una specialità che ricorda vagamente la paella spagnola, ovvero un piatto a base di riso con gamberoni, gamberi, sardine, merluzzo, aringhe, olive e mais. Una sorta di lontano parente caraibico che ti sorprenderà per i sapori stuzzicanti e che è possibile trovare nei localini del Paese.

Asopao

Qualcuno avanza l’ipotesi che la preparazione dell’asopao assomigli vagamente al risotto italiano. Ma, ovviamente, non è mantecato né è presente il formaggio. Un piatto assolutamente versatile, che si presta a tantissime rivisitazioni: non è cremoso, ma, anzi, somiglia quasi a una zuppa, ed è preparato con riso, pollo, pomodoro e quel tocco in più è dato dal coriandolo.

Empanaditas e bollitos di yuca

Abbiamo un certo languorino? Uno street food al volo? Un frittino per rendere più frizzante il viaggio? Impossibile perdere le empanaditas di yuca, simili alle empanada ma con carne, origano, menta o cumino, oppure i bollitos di yuca, che sono delle palline ripiene di yuca e formaggio, oppure polpa di granchio a seconda di dove si ordinano. Persino in spiaggia, sì. Osservando le bellezze della Repubblica Dominicana.

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Mitad del Mundo: dove il mondo si divide in due

Ti è mai capitato di domandarti come mai l’Ecuador si chiami proprio così? È uno di quei classici quesiti da viaggio in treno o da passeggiata in mezzo ai boschi, oppure da cena tra amici. No, non è un caso che il nome di questo Paese faccia assonanza con il termine “equatore”: il nome Ecuador deriva proprio dalla linea che divide il mondo in due parti e che, di fatto, attraversa il Paese sudamericano. Infatti, quando il territorio ottenne la sua indipendenza nel 1830, prese il nome di República del Ecuador (Repubblica dell’Equatore) in riferimento alla sua posizione geografica distintiva. Questo legame particolare con la linea che divide l’emisfero nord da quello sud è omaggiata da siti storici e da luoghi di interesse, uno tra questi è Mitad del Mundo. E, proprio qui, inizia il nostro viaggio di oggi, alla scoperta della storia e delle curiosità di questo luogo simbolico tanto amato dagli ecuadoriani e dai visitatori di tutto il mondo.

Storia di Mitad del Mundo in Ecuador

Mitad del Mundo si trova a Quito, la capitale dell’Ecuador, e la sua storia ha origini profonde e antichissime che scavano a fondo nelle pagine di storia fino all’epoca dell’Illuminismo, nel XVIII secolo. Come ci hanno insegnato i libri di scuola, questo periodo fu caratterizzato da grandi studi e grande scoperte, soprattutto in campo scientifico. All’epoca partivano molte missioni volte a scoprire di più sulla conformazione della nostra terra e, una di queste, fu proprio quella che condusse alla ricerca dell’esatta posizione della linea equatoriale. Nel 1736, partì la Missione Geodetica Francese, guidata dall’astronomo Charles-Marie de La Condamine per sancire la forma della terra. L’equipe di scienziati ed esploratori partì così alla volta dell’Ecuador e portò avanti le sue ricerche collaborando anche con le comunità locali. Una vera impresa, tra le più importanti dell’epoca, che confermava l’avanzamento intellettuale e scientifico dei Paesi del vecchio continente. L’esito della spedizione portò all’affermazione che la Terra era a tutti gli effetti schiacciata ai poli e più larga all’equatore. Nel 1936, dopo 200 anni dalla missione, le istituzioni dell’Ecuador decisero di edificare un monumento alla linea equatoriale in commemorazione di questa grande impresa scientifica. Ma, nel 1979, le autorità decisero di istituire un monumento ancora più maestoso e preciso: Mitad del Mundo. Il monumento consiste in un obelisco alto circa 30 metri con una sfera di bronzo collocata in cima e rappresentante il globo terrestre. Ad arricchire l’esperienza di questo sito vi è il museo annesso dove potrai scoprire la storia del sito e della spedizione grazie alla quale questo luogo ha visto la luce.

Aneddoti e curiosità sul centro del mondo

Cartello della latitudine dell'Ecuador

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Il cartello che segna la latitudine di Mitad del Mundo, in Ecuador

Ogni luogo dalle origini e dall’essenza così affascinante è spesso circondato da un’aura di mistero che dà vita a una serie di curiosità e aneddoti. Ovviamente anche Mitad del Mundo non è da meno e, per questo motivo, abbiamo raccolto una serie di curiosità che ruotano intorno a questo sito.

La posizione esatta

Nonostante le tecnologie dell’epoca illuminista fossero già avanti, l’avanzamento della tecnologia moderna ha dato vita a strumenti ancora più precisi, come i rilevatori GPS, che hanno determinato l’inesattezza della linea equatoriale misurata dalla spedizione del 1736. Sembrerebbe, infatti, che l’esatta posizione della linea dell’equatore si trovi a circa 240 metri di distanza dalla posizione segnata da Mitad del Mundo. Questo fatto ha dato vita a una piccola disputa amichevole con il vicino Museo Intiñan il quale reclama la sua posizione come “veramente” sulla linea dell’equatore. Non essendoci un vero vincitore, il sito di Mitad del Mundo resta comunque il sito storico principale.

Fenomeni scientifici: tra prove e leggende

Arrivati sulla linea dell’equatore, potrete osservare dei presunti fenomeni unici che si verificano solo in questa zona ma che, di fatto, vengono ancora smentiti dalla comunità scientifica la quale sostiene siano delle trovate coinvolgenti per intrattenere visitatori e turisti. I due fenomeni principali sono:

  • L’effetto Coriolis: è comune credere che il senso di rotazione dell’acqua di vasche e lavandini vada in senso antiorario nell’emisfero nord e in senso orario nell’emisfero sud. Sulla linea dell’equatore, invece, la rotazione si azzererebbe per la forza di questo effetto Coriolis. In realtà, l’effetto è talmente lieve che non dovrebbe essere visibile all’occhio umano. Dunque gli scienziati affermano che gli esperimenti mostrati al pubblico sul sito di Mitad del Mundo siano manipolati per fare scena con turisti e visitatori.
  • La prova dell’uovo: un altro esperimento che viene mostrato davanti agli occhi di centinaia di visitatori è la prova dell’uovo. L’esperimento consiste nel dimostrare come, posizionandosi sulla linea esatta dell’equatore, sia possibile mettere in equilibrio un uovo sulla capocchia di un chiodo. Anche questo esperimento è stato smentito dalla comunità scientifica.

L’effetto del peso differente

Alcune persone in visita a Mitad del Mundo hanno affermato di sentire un cambiamento nella sensazione del proprio peso mentre camminavano sulla linea dell’equatore. C’è chi afferma di sentirsi più leggero sulla linea e di avvertire un senso di maggiore di pesantezza fuori dalla linea. Secondo le comunità scientifiche questa sensazione è giustificata da pura suggestione o, al massimo, dall’effetto dell’altitudine dato che Mitad del Mundo si trova a più di 2000 metri sul livello del mare.

Mitad del Mundo nella cultura locale

Un’altra curiosità riguarda la conoscenza della linea equatoriale: nonostante la spedizione che ne sancì l’esistenza fu quella del 1736, si dice che le comunità indigene del luogo sapessero già di questa particolarità e che, proprio dall’esistenza della linea, dipendessero le tecniche agricole dei popoli precolombiani portandoli ad avere un rudimentale sistema astronomico. Mitad del Mundo è un luogo dal forte carattere simbolico per la comunità di Quito e dell’Ecuador in generale e, infatti, sono molte le celebrazioni che avvengono nei pressi del sito. Soprattutto durante gli equinozi di primavera e autunno, quando il sole si trova esattamente sopra l’equatore, si creano dei fenomeni di luci e ombre decisamente mozzafiato. In questo periodo il sito organizza spesso feste e rievocazioni storiche.

Visitare Mitad del Mundo: tutte le informazioni necessarie

Dopo aver scoperto la storia e gli aneddoti che si celano dietro il monumento di Mitad del Mundo è arrivato il momento di scoprire tutte le informazioni che ti servono per organizzare al meglio la tua visita. Ecco uno schema completo:

  • Orari di visita: il monumento di Mitad del Mundo è aperto dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 17.00, mentre il sabato e la domenica la chiusura è posticipata di un’ora (alle 18).
  • Prezzo dei biglietti: il prezzo può variare dai 5 dollari ai 7,50 in base a quali aree del sito vorrai visitare. Bambini, studenti e anziani possono beneficiare di sconti ad hoc. Ti consigliamo di visitare il sito web per restare sempre aggiornato sui prezzi del biglietti. È possibile prendere parte a visite guidate in spagnolo o in inglese con un sovrapprezzo rispetto ai biglietti singoli.
  • Come raggiungere Mitad del Mundo: il sito storico si trova a circa 25 chilometri dalla capitale dell’Ecuador, Quito. Per raggiungerlo puoi prendere l’autobus che collega direttamente la capitale a Mitad del Mundo, oppure prendere un taxi. In alternativa puoi prendere parte a qualche tour guidato che include nel prezzo trasporto, visita con la guida e, spesso, anche il biglietto d’accesso.

Mitad del Mundo non è un semplice punto su una mappa o una mera attrazione turistica. È un luogo simbolo della voglia di scoperta e di conoscenza del mondo che da sempre caratterizza la vita dell’essere umano. È un promemoria di come, grazie alla scienza e all’avanzamento tecnologico, sia possibile plasmare il futuro. A Mitad del Mundo potrai passeggiare per l’equatore e passare da un emisfero all’altro facendo solo un piccolo salto al di là o al di qua della linea. Lasciati ispirare dall’aura misteriosa che lo circonda e divertiti osservando i presunti esperimenti scientifici che i locali vorranno mostrarti. Se sarai con la tua famiglia e con te ci saranno dei bambini portali al museo e racconta loro delle grandi spedizioni dell’uomo che hanno plasmato i libri di storia e di scienza che studieranno tra i banchi delle scuole o delle università.

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Mugnano, il paese dei muri dipinti in Umbria

Nell’incantevole regione dell’Umbria, tra le sue colline verdi e i preziosi borghi antichi, si trova un piccolo gioiello che attira l’attenzione di artisti e viaggiatori, nonostante sia decisamente poco noto al turismo di massa: Mugnano, conosciuto anche come il “Paese dei Muri Dipinti”. Questo affascinante borgo è un vero e proprio museo a cielo aperto, dove l’arte si intreccia con la vita quotidiana e il passato si fonde con il presente.

Mugnano è una frazione del comune di Perugia, infatti dista circa 15 km dal capoluogo umbro ed è situato a sud-ovest sulla strada che conduce al Lago Trasimeno. Questo piccolo borgo si trova a poca distanza dalle sponde del lago e rappresenta una meta ideale per chi desidera scoprire l’Umbria più autentica, lontana dalle mete turistiche più frequentate. Circondato da una natura incontaminata, Mugnano è facilmente raggiungibile in auto e rappresenta una tappa perfetta per un’escursione di un giorno.

Scopriamo insieme cosa vedere in un giorno a Mugnano e quali attività fare nei dintorni di questo sorprendente borgo umbro.

Cosa vedere a Mugnano in un giorno

Il principale motivo per cui Mugnano è famoso è senza dubbio la sua galleria d’arte a cielo aperto. I muri delle case del borgo dell’Umbria sono adornati con oltre 40 dipinti murali realizzati da artisti provenienti da ogni parte del mondo. Questa tradizione, iniziata negli Anni Ottanta, ha trasformato il piccolo centro in un luogo di cultura e creatività. Passeggiare per le stradine di Mugnano significa scoprire racconti e suggestioni diverse, dove ogni murales racconta un messaggio, un’emozione o un pezzo di storia.

Il museo a cielo aperto di Mugnano ha avuto inizio grazie all’impegno costante di Benito Biselli, pittore mugnanese che ogni anno organizzava mostre d’arte che richiamavano moltissimi visitatori, ma col passare del tempo divenne sempre più complesso e dispendioso. Biselli, nell’83, capì che occorreva trovare un’alternativa, dunque iniziò ad invitare artisti durante le acclamate feste di paese, che avrebbero trasformato i vicoli dell’antico borgo medioevale in tele d’artista.

I murales che oggi si trovano a Mugnano sono diversi da quelli che siamo abituati a vedere, infatti questi anche se su parete, sono “incorniciati” in una cornice anch’essa disegnata, come una galleria d’arte moderna disseminata lungo le vie del centro storico. Dagli Anni Ottanta ad oggi, quasi ogni estate si aggiunge un nuovo dipinto.

I temi dei dipinti sono i più disparati, si è data massima liberà agli artisti di esprimere il proprio pensiero. Molti riprendono scene di vita umbra, i campi, i lavori ormai dimenticati, le feste popolari, le rivisitazioni storiche, altri ci portano in luoghi lontani, come l’india o l’Africa o l’America Latina.

Oltre a questi splendidi pezzi d’arte, durante una gita di un giorno a Mugnano, vi consigliamo però di vedere anche la Chiesa di San Benedetto, un’antica chiesa che risale all’XI secolo ed è un ottimo punto di partenza per la visita del borgo stesso. Al suo interno, si trovano opere d’arte sacra che testimoniano la profonda spiritualità di questo paese.

Un luogo di incontro per gli abitanti è invece la piazza principale di Mugnano, che offre un’atmosfera tranquilla e accogliente ai visitatori. Qui è possibile sedersi e ammirare il panorama circostante, riflettendo sulle opere d’arte appena viste e magari guardando le fotografie appena scattate.

Cosa vedere nei dintorni di Mugnano

Se avete più tempo a disposizione e volete scoprire altri bellissimi e interessanti scorci in Umbria, i dintorni di Mugnano offrono altre meraviglie da scoprire, anche in un weekend.

Lago Trasimeno, Umbria

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Il paesaggio del Lago Trasimeno

A pochi chilometri dal borgo medievale di Mugnano si trova il bellissimo Lago Trasimeno, uno spot ideale per gli amanti della natura più pura, i paesaggi da cartolina e le escursioni a passo di trekking. Il Lago Trasimeno è il quarto lago più grande d’Italia. Qui è possibile trascorrere del tempo immersi nella natura, fare una passeggiata lungo le sue sponde, o prendere un traghetto per visitare le isole del lago, come l’Isola Maggiore e l’Isola Polvese. In ambedue queste isole, inoltre, avrete l’opportunità di immergervi ancora più a fondo nella natura umbra, scoprendo scorci davvero emozionanti.

Lo splendido borgo di Castiglione del Lago, situato sulla riva occidentale del Lago Trasimeno, è un’altra meta imperdibile se vi trovate nei dintorni di Mugnano. Il Castello del Leone, con le sue alte torri e le imponenti mura medievali ben conservate, domina il paesaggio e offre una vista mozzafiato sul lago dalla sua cima. Le stradine medievali e il Palazzo della Corgna a Castiglione del Lago sono perfetti per una visita all’insegna della storia e della cultura.

Il capoluogo dell’Umbria si trova a circa 20 minuti di auto da Mugnano: Perugia è una città d’arte e storia, famosa per le sue piazze, i musei e le tradizioni gastronomiche. La Fontana Maggiore, la Cattedrale di San Lorenzo e la Galleria Nazionale dell’Umbria sono solo alcune delle attrazioni da visitare.

Amanti del vino? Stiamo parlando proprio con voi! A pochi chilometri da Mugnano si trova Torgiano, una piccola cittadina nota per la produzione di ottimi vini. Qui potrete visitare il Museo del Vino, che offre una panoramica sulla storia della viticoltura in Umbria, e fare degustazioni presso le cantine locali.

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Tour letterari, i luoghi d’autore da Bergamo a Crespi d’Adda

Dal 5 ottobre al 23 novembre 2024 si svolge l’evento Luoghi d’autore che propone una serie di tour letterari a Crespi d’Adda, Dalmine, Ponte San Pietro e Bergamo. Il territorio orobico sarà protagonista di una serie di iniziative che uniscono letteratura e storia organizzando visite guidate inedite. Un’occasione per esplorare posti di solito non accessibili al pubblico che offrono interessanti dettagli su epoche passate e permettono di rivivere antiche emozioni. Di seguito i dettagli su date e modalità di partecipazione.

Tour letterari: consigli pratici

Il villaggio di Crespi d’Adda è noto per il cotonificio realizzato nel 1878 e la centrale idroelettrica del 1909, mentre la città di Dalmine è stata sempre operaia e custodisce ancora bunker antiaerei usati durante la guerra. A Ponte San Pietro invece si trovano alcuni rifugi antiaerei e le mura veneziane di Bergamo sono state riconosciute Patrimonio UNESCO nel 2017. All’interno dell’evento Produzioni ininterrotte, il festival di letteratura del lavoro che ha luogo a Crespi d’Adda si inseriscono i tour letterari che permettono alle famiglie del posto o di turisti di prendere parte a qualcosa di unico e speciale.

I bambini dai 5 ai 12 anni potranno seguire due laboratori didattici molto interessanti: Storie di uomini, macchine e turbine previsto per il 5, 6 e 20 ottobre 2024 e T-Essere la nuova Storia, l’1, il 3 e 17 novembre 2024 a Crespi d’Adda, con inizio alle ore 15 e 16,30 per la durata di un’ora circa e al costo di 8 euro a persona.

Bunker antiaereo Dalmine

Fonte: Ufficio Stampa

Interno di un bunker antiaereo a Dalmine

Il calendario dei tour letterari

Il 5 e 19 ottobre, ma anche sabato 2 e 16 novembre 2024 avrà luogo il tour I rifugi antiaerei di Ponte San Pietro, tratto da Bombe sulla città di Achille Rastelli. Si potrà visitare i rifugi antiaerei di Ponte San Pietro, attraverso il racconto dei bombardamenti degli alleati su Milano e sulle provincie lombarde durante la Seconda Guerra Mondiale. Questi vennero realizzati dal Comune a partire dal 1942 in vari punti della città, per proteggere la popolazione dai bombardamenti da parte delle truppe alleate vista la presenza sul territorio di un ponte ferroviario della linea Bergamo – Milano. Questi tour partono alle 10 e alle 1 e durano circa un’ora e il costo del biglietto  di 8 euro a persona.

La centrale idroelettrica e il villaggio operaio Crespi d’Adda è un tour previsto per il 6 e 20 ottobre e per il 3 e 17 novembre. Tratto da Al di qua del fiume di Alessandra Selmi questo ripercorre i luoghi e la storia della famiglia Crespi, la nascita del cotonificio nel 1877 e del villaggio operaio tra i fiumi Adda e Brembo per ospitare i lavoratori della fabbrica. Dal 1995 Patrimonio Unesco e secondo sito industriale più visitato in Italia. Il tour è un’occasione per visitare anche la vicina centrale idroelettrica, gioiello di archeologia industriale fondata nel 1909 per sopperire al fabbisogno energetico del cotonificio e del villaggio. Oggi la centrale è nuovamente in attività dopo il fermo avvenuto nel 2009. Questo tour parte alle 10 o alle 14.30 o 15.30 e dura circa due ore e mezza per il costo di 10 euro a persona.

Il 12 e 26 ottobre, ma anche il 9 e 23 novembre 2024 è previsto il tour La città operaia di Dalmine e i bunker antiaerei,  tratto da Tute blu di Andrea Sangiovanni. Percorrendo i siti scelti si potrà esplorare i luoghi del lavoro operaio della città di Dalmine, rivivendo le storie dell’Italia operaia dal 1950 al 1980. Dalmine rappresenta luogo iconico del lavoro grazie alla grande industria siderurgica nata nei primi anni del novecento con gli edifici pubblici e le residenze per i lavoratori e le dirigenze. Compresa nel tour è la visita ai bunker antiaerei costruiti nel periodo della seconda guerra mondiale nei quartieri in prossimità dell’azienda. Questo tour parte alle 10, alle 14 e alle 16 e dura circa due ore al costo di 12 euro a persona.

Il 13 e 27 ottobre 2024 ci sarà il tour La fabbrica cotonificio e il villaggio operaio di Crespi d’Adda, tratto da Luci dell’alba di Elena Liguori. Tra la grande fabbrica cotonificio costruita dall’imprenditore visionario Benigno Crespi nel 1787, le vie e i luoghi del villaggio operaio Unesco Crespi d’Adda, tutt’oggi abitato, si svolgono le vicende di una storia nera che ammanta di paura e di tensione quello che soltanto in apparenza è un progetto sociale ma che cela un esperimento di soggezione dai risvolti inaspettati. Crespi d’Adda è lo scenario di una misteriosa morte e di una rivolta silenziosa alla propaganda industriale. Questo tour parte alle 14, 14.30 e 15.30 e dura circa tre ore al costo di 18 euro a persona.

Il 31 ottobre, 1 e 2 novembre 2024 si può partecipare infine al tour Le Mura di Bergamo Alta, tratto da una selezione di racconti e materiali d’archivio sugli omicidi che hanno macchiato di sangue Bergamo Alta. Per esplorare e scoprire luoghi meno conosciuti delle Mura di Bergamo Alta, oggi Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO che sono state testimoni di avvelenamenti, morti violente e complotti. Una visita notturna, da Porta san Lorenzo al borgo storico, tra percorsi inediti e luoghi misteriosi per vivere uno dei beni storici più rinomati della città nel weekend di Halloween. Si parte alle 21 per questo percorso di circa due ore al costo di 12 euro a persona.

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Volare e trasportare animali: regole e costi Lufthansa

Viaggiare con il proprio animale domestico può rivelarsi un’esperienza assolutamente positiva e meno stressante di quanto si possa realmente immaginare, soprattutto se si parte preparati ed informati sulle varie regole ed i costi da tenere in considerazione. Con Lufthansa, una delle principali compagnie aeree e fra le più utilizzate per i voli internazionali, è possibile scegliere tra diversi opzioni per il trasporto di animali, sia in cabina che in stiva. Ecco quali sono le regole principali ed i costi relativi al trasporto di animali, elementi da tenere bene a mente ed in considerazione se si vuole organizzare al meglio un viaggio con il proprio animale domestico.

Prenotazione e organizzazione del viaggio

Il primo passo utile per passare un viaggio in aereo sereno con il proprio animale domestico, con Lufthansa, e non solo, è quello di pianificare tutto con largo anticipo. La compagnia, infatti, consiglia di contattare il servizio clienti almeno 72 ore prima della partenza per comunicare la presenza di un animale a bordo, per assicurarsi la disponibilità di un posto in cabina o in stiva. Questo passaggio è fondamentale, in quanto il numero di animali per ogni volo è limitato.

Una volta confermata la prenotazione, sarà anche necessario recarsi in aeroporto per il check-in almeno tre ore prima della partenza, tempo utile a sbrigare le varie formalità come, ad esempio, la verifica dei documenti e la sistemazione del trasportino, adempiendo alle regole utili per il trasporto degli animali in volo.

Requisiti per il trasporto in cabina con Lufthansa

Animali di piccola taglia, come cani e gatti, ad esempio, possono viaggiare in cabina, a condizione che siano all’interno di un trasportino idoneo. Le dimensioni massime consentite dalla compagna tedesca sono 55x40x23 centimetri, per un peso totale massimo, animale incluso, che non deve superare gli 8 chilogrammi. Il trasportino deve essere a tenuta stagna, quindi deve potersi chiudere in modo sicuro e posizionato sotto il sedile di fronte al proprio durante tutto il volo. Inoltre, è importante che l’animale rimanga sempre all’interno del trasportino.

Un consiglio che si può dare è anche quello di rendere il trasportino il più confortevole possibile, ad esempio inserendo una coperta, un giocattolo o qualsiasi oggetto familiare per l’animale, così da evitare stress eccessivo. Lufthansa, inoltre, ci tiene a specificare che non raccomanda l’uso di sedativi, in quanto potrebbero provocare problemi circolatori a causa della pressione dell’aria.

Gatto all'interno di una trasportino pronto per il volo in aereo

Fonte: iStock

Trasportino per il trasporto di animali in volo

Regole per il trasporto in stiva

Se l’animale che si vuole trasportare supera i limiti di peso e/o le dimensioni previste per il trasporto in cabina, allora dovrà viaggiare in stiva, in un’area dedicata ed appositamente climatizzata e pressurizzata. Lufthansa, in questo senso, segue le diverse linee guida dello IATA, l’associazione internazionale dei trasporti aerei, garentendo, pertanto, il benessere degli animali durante il volo.

Per il trasporto in stiva il trasportino dovrà permettere agli animali di stare in piedi, girarsi e sdraiarsi comodamente, rispettando i diversi requisiti di sicurezza. Per preparare l’animale a questo tipo di spostamento, è utile farlo abituare pian piano al trasportino, familiarizzando così con l’ambiente in anticipo. Anche qui, come in precedenza, un giocattolo o una coperta potrebbero fare la differenza, riducendo ansia e stress da viaggio.

Trasporto di cani guida e cani considerati aggressivi

La compagna tedesca Lufthansa consente ai cani guida per persone non vedenti o disabili di viaggiare gratuitamente insieme al proprietario in cabina, senza limitazioni di peso o di dimensioni. Questo viene concesso in quanto questi animali hanno un ruolo fondamentale per la mobilità del passeggere e, pertanto, possono rimanere accanto al proprio padrone durante tutta la durata del volo.

Per quanto riguarda, invece, quei cani considerati aggressivi, come ad esempio i Pitbull o razze simili, la compagnia richiede che il trasporto sia concordato in precedenza. Questi animali, infatti, devono necessariamente viaggiare in stiva, con misure di sicurezza aggiuntive, come trasportini rinforzati ed un eventuale utilizzo di museruole.

Quanto costa trasportare animali con Lufthansa?

Le tariffe per il trasporto di animali su Lufthansa variano in base alla destinazione ed anche alla modalità di viaggio. Per il trasporto in cabina, ad esempio, i costi partono da 60 euro per i voli interni della Germania, 70 euro per i voli europei e fino a 100 euro per i voli intercontinentali.

Mentre, se l’animale viaggia in stiva, le tariffe sono maggiori e variano a seconda di elementi come le dimensioni del trasportino e del peso dell’animale. Per i trasportini fino a 60 kg, il costo può variare dai 100 ai 200 euro, e per i trasportini che eccedono questo peso il costo può raggiungere anche i 300 euro.

Questi prezzi sono indicativi e si applicano a tratta, in base alle dimensioni dell’animale e, soprattutto, in base alla classe di prenotazione del passeggero.

Per quanto riguarda, invece, gli animali non accompagnati possono viaggiare anche come cargo, utilizzando l’apposito servizio Lufthansa Cargo. In questo caso i costi sono più elevati e dipendono anche da peso e dimensione dell’animale, garantendo allo stesso tempo il massimo livello di sicurezza durante il trasporto aereo.

Aerei Lufthansa pronti fermi in aeroporto per imbarco o atterraggio dei passeggeri

Fonte: iStock

Aerei della compagnia aerea Lufthansa

Documenti utili e requisiti sanitari

Prima di partire per un viaggio accompagnati dal proprio animale domestico, è essenziale che questo sia in regola con la documentazione richiesta per il trasporto in aereo e l’ingresso nei Paesi di destinazione. Per viaggiare nell’Unione Europea, ad esempio, gli animali devono essere dotati di un passaporto veterinario valido, che serve ad attestare la vaccinazione contro la rabbia e l’installazione del microchip.

Per i viaggi fuori dall’Unione Europea, invece, potrebbero anche essere richiesti dei certificati sanitari aggiuntivi o, comunque, dei test veterinari, a seconda della destinazione prescelta. Lufthansa consiglia sempre in anticipo di verificare tutte le regole necessarie per volare con i propri animali contattando il veterinario di fiducia o le autorità competenti.

La compagnia tedesca Lufthansa, in continua e costante crescita, offre una serie di soluzioni pratiche e sicure in continuo aggiornamento, per chi ha il desiderio o la necessità di viaggiare con il proprio animale domestico, grazie anche a regole di volo chiare e la possibilità di usufruire di opzioni personalizzate. Che si tratti di un viaggio in cabina o in stiva, la compagnia garantisce condizioni di volo adeguate al benessere degli animali, a patto che si seguano le regole di volo, preparandosi con cura.

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Lima: quando visitare la capitale del Perù

Lima, capitale del Perù, è una città con una duplice anima che arriva dritta al cuore di chi la visita. Da un lato la sua calma di millenni di storia che la caratterizza, dall’altro la vivacità caotica di una grande metropoli sudamericana. Arroccata su grandi scogliere che si affacciano senza timore sul maestoso Oceano Pacifico, la capitale peruviana pulsa al ritmo di una melodia che unisce l’antico al moderno, la tradizione all’innovazione, il passato al futuro. Se stai organizzando – o hai in programma – un viaggio in questa splendida zona del mondo, allora ti starai chiedendo anche qual è il momento migliore per visitarla. In questa guida, che descrive il clima e la temperatura a Lima, potrai trovare tutte le informazioni necessarie per organizzare al meglio il tuo viaggio. Pronto a prendere nota? Partiamo!

Clima a Lima: una panoramica completa

Quando si parla di meteo è sempre difficile stabilire con certezza le caratteristiche climatiche di una regione. Tuttavia, per quanto riguarda Lima, una cosa è certa: l’identikit climatico della capitale peruviana è davvero, davvero particolare. Di natura sub-tropicale e desertica, ogni annata presenta principalmente due stagioni:

  • Stagione calda, che va dal mese di dicembre al mese di maggio.
  • Stagione fredda, che va dal mese di giugno al mese di novembre.

L’elemento che rende il clima di Lima così particolare è la garúa, una nebbiolina perenne che va da giugno a settembre e che deposita goccioline di rugiada al suolo. Nonostante Lima si trovi a pochi gradi dall’Equatore, il clima è arido e mite; una condizione dovuta alla Humboldt, una corrente fredda marina che arriva direttamente dalloceano. Le temperature medie di Lima oscillano da un minimo di 14° gradi a un massimo di 29° senza manifestare picchi estremi di caldo o freddo. Per scoprire il momento migliore per visitare la capitale del Perù, ecco una panoramica precisa delle due stagioni che la caratterizzano.

Stagione calda: dall’oceano alle grandi celebrazioni culturali

Da dicembre a maggio, l’estate abbraccia con le sue giornate soleggiate e il suo clima mite le bellezze di Lima. Le temperature variano tra i 20°C e i 29°C, rendendo questo un ottimo periodo per visitatori e locali che vogliono godersi le meraviglie offerte dalla costa e dall’oceano. In questo momento dell’anno i cieli si ripuliscono di quel grigiore che caratterizza la stagione fredda, tingendosi di un celeste brillante e lasciandosi alle spalle i nuvoloni. Durante la stagione calda le spiagge pullulano di surfisti a caccia dell’onda perfetta, di nuotatori appassionati e, in generale, di amanti del grande blu. Soprattutto le spiagge di Miraflores e Barranco fanno da palcoscenico alla vita della città che si anima con eventi, feste e attività. Non solo mare, la stagione calda a Lima offre molto anche agli appassionati dell’alta quota, tanto che da qui partono una serie di escursioni che ti porteranno a esplorare antichissime rovine precolombiane (come Pachacamac) oppure, se ami immergerti nella natura, ti porteranno a paradisi naturali come quello di Paracas. Durante la stagione calda il calendario di Lima si riempie di eventi e celebrazioni importanti, in queste giornate la gioia e il brio invadono le strade di Lima accendendo di vita l’intera città. Le più importanti sono:

  • L’anniversario di Lima: ogni anno, il 18 gennaio, Lima festeggia “il suo compleanno”. Una festa molto sentita e vissuta con enorme entusiasmo da parte di tutti i locali e che vuole celebrare la fondazione della capitale, avvenuta per mano di Francisco Pizarro nel 1535. In questi giorni la città, supportata anche dal clima mite della stagione estiva, offre eventi, parate, concerti ed esibizioni di balli popolari che invadono il centro storico. Un’occasione imperdibile per toccare con mano l’identità culturale di Lima e, in generale, del Perù.
  • Il Festival Mistura: durante la stagione calda si celebra Il Festival Mistura, nonché l’evento culinario più celebre e importante di tutto il Perù. Anche se in passato si celebrava in settembre, ora, sempre più spesso, viene organizzato i primi mesi dell’anno. Questo festival è d’obbligo per scoprire la tradizione gastronomica peruviana.
  • Virgen de la Candelaria: in febbraio i peruviani celebrano la festa della Virgen de la Candelaria, portando tra le strade di Lima gioia e brio. Bande, parate ed esibizioni di danza folcloristica riempiono la città. Tra le tradizioni più importanti troviamo la danza Diablada, che rappresenta la lotta tra il bene e il male e viene messa in scena dai ballerini con coreografie e costumi che simulano questa lotta tra angeli e demoni.
Abitante di Lima con abito tradizionale

Fonte: iStock

Il celebre Festival Mistura a Lima, in Perù

Stagione fredda: garúa, musei e grandi eventi nazionali

Dopo aver scoperto le caratteristiche della stagione calda, è il momento di scoprire quelle della stagione fredda, in modo da organizzare il tuo viaggio al meglio. Da giugno a settembre, le temperature medie calano oscillando tra i 14°C e i 19°C e la famosa garúa – la nebbiolina di cui ti parlavamo all’inizio di questo articolo – pervade la città dandole un tocco malinconico che si aggiunge al grigiore del cielo annuvolato che caratterizza questa stagione. Nonostante queste condizioni possano perdere presa sugli amanti del mare, del sole e della vita balneare, l’inverno a Lima gode di un fascino e di atmosfere uniche. In questi mesi il clima a Lima è caratterizzato dall’assenza di precipitazioni ma, grazie all’umidità e alla brezza dell’oceano, le giornate rimangono fresche regalando una condizione ideale per chi ama visitare le città con un clima mite. Durante la stagione fredda, la maggior parte del turismo balneare migra altrove, lasciando spazio solo a qualche surfista temerario che cerca di domare la furia dell’oceano. Questo rende le spiagge di Lima un vero spettacolo mozzafiato, da ammirare in tutta la loro bellezza e la loro solitudine. In inverno Lima è un fiore che sboccia negli spazi chiusi: musei e gallerie d’arte offrono riparo dalla nebbia e avvolgono i visitatori con il calore dell’arte. Se visiti Lima in questo periodo, un giro al Museo Larco, con la sua incredibile collezione di arte precolombiana, e al MALI sono davvero d’obbligo. Nonostante le condizioni climatiche più avverse della stagione fredda, Lima – tra giugno e settembre – si riempie di eventi culturali e tradizioni folcloristiche, pertanto, se stai organizzando il tuo viaggio in uno di questi mesi, potresti trovarti in mezzo a una di queste grandi feste:

  • Festa di San Pedro e San Pablo: celebrata in giugno, è una festa religiosa molto sentita, soprattutto nei distretti costieri come Chorrillos e Callao, dalla comunità di pescatori. La festa inizia con una funzione religiosa e prosegue con una processione che conduce la statua di San Pedro, patrono dei pescatori, al mare.
  • Festa di Santa Rosa da Lima: una seconda tradizione religiosa – questa volta celebrata in agosto – è la Festa di Santa Rosa da Lima ed è uno degli eventi religiosi più importanti della capitale. Durante la festa, la patrona del Perù viene celebrata nel suo santuario e poi la festa prosegue sulle strade della città.
  • Giorno dell’Indipendenza: nonostante l’inverno di Lima, la festa che celebra l’indipendenza peruviana resta una delle festività più celebri e famose di tutta la capitale. La città si colora di rosso e bianco, si riempie di parate e, il 28 luglio, si ascolta il discorso del Presidente della Repubblica.

Il clima a Lima: qual è il periodo migliore?

Come avrai intuito, non c’è una risposta definitiva alla domanda “Qual è il periodo migliore per visitare Lima?”. Tutto dipende dalle tue preferenze di viaggio e da ciò che ami fare. Mentre di solito si parla di 4 stagioni, nel caso di Lima la scelta ricade su due stagioni principali: quella calda e quella fredda. Entrambi i periodi illuminano la città di un’aura diversa, di un fascino distinto. Nella stagione calda puoi goderti le esperienze offerte dalle zone costiere, in quella fredda puoi godere delle ricchezze culturali che offre la capitale peruviana. Qualsiasi sia la tua scelta, Lima saprà conquistarti con il suo fascino antico e la sua modernità in evoluzione.

Per organizzare al meglio il tuo viaggio ecco uno schema riassuntivo del clima e temperatura di Lima da tenere a mente quando pianificherai il tuo itinerario nella meravigliosa capitale del Perù.

  • Stagione calda: da dicembre a maggio. Temperature tra i 20°C – 29°C con giornate soleggiate, cieli tersi e clima secco. Il momento ideale per attività balneari ed escursioni nella natura. Eventi principali: festival gastronomici come Mistura, concerti e attività culturali all’aperto.
  • Stagione fredda: da giugno a novembre. Temperature tra i 14°C – 19°C con giornate caratterizzate da una nebbia costante, cieli grigi e clima fresco e umido senza pioggia. Il momento perfetto per scoprire le gallerie e i musei della città e immergersi nei suoi eventi culturali e religiosi.
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Via delle Genti, l’itinerario artistico sul Lago Maggiore

Il Lago Maggiore diventa scenario di un progetto di valorizzazione culturale che ruota intorno a Via delle Genti, una strada che in antichità collegava il Verbano e la Svizzera e oggi si estende per 16km e unisce le città di Ghiffa, Oggebbio, Cannero Riviera e Trarego Viggiona. Finanziata da Compagnia di San Paolo nell’ambito del Bando “Territori in luce”, questa iniziativa darà visibilità a quattro installazioni artistiche che dialogheranno con il territorio, e darà la possibilità ai visitatori di partecipare a masterclass, escursioni a tema e altre attività turistiche. Tutto per far conoscere i punti di interesse della zona, sia a livello culturale sia naturalistico.

Via delle Genti: un itinerario tra passato e presente

Oggi la Via delle Genti è un itinerario a mezza costa lungo le alture del Verbano e garantisce panorami mozzafiato sul Lago Maggiore. Percorrendo il sentiero ci si imbatte in villaggi in pietra con una magia d’altri tempi come Oggebbio e i borghi di Cannobio e Cannero per poi raggiungere Trarego Viggiona ad alta quota. Quest’ultima permette di scoprire i tracciati delle trincee della Linea Cadorna e godere della vista dal Monte Carza.

Patrimonio UNESCO, questo percorso tocca i centri di Deccio, Novaglio e Comologno, fino a Cannero Riviera, famosa per la coltivazione degli agrumi. Continuando tra centri abitati e natura si percorre un paesaggio naturale tra boschi e prati fino a Carmine Superiore, un piccolo paese arroccato che regala uno scorcio unico sui Castelli di Cannero. L’antica via poi porta anche a Molineggi, Cannobio, Solivo e, una volta oltrepassato il fiume Cannobino, si può arrivare fino a Marchile e Formine.

Un programma ricco

Oggebbio, Cannero Riviera, Trarego Viggiona con la Pro Loco di Ghiffa e altri luoghi della zona hanno pianificato un programma ricco per portare artisti e operatori culturali con esperienza a vivere un’avventura collettiva emozionante e didattica. L’arte celebrerà la memoria storica, naturale e culturale di questa area del Piemonte, attraverso una collaborazione attiva intorno alla Via delle Genti. Le opere stanno prendendo vita in questo periodo, poichè dovranno essere presentate al pubblico tra Ottobre e Novembre.

Lago Maggiore vista

Fonte: 123RF

Panorama sul Lago Maggiore

Opere d’arte in progress

Ghiffa ha optato per la Land Art con la residenza a cura di Artieri da Torino che dal 2016 fa progetti per riqualificare gli spazi pubblici trascurati. Questo punterà sulla creazione di micro-architetture lignee che celebrino la storia locale e delineino un percorso e nuovi spazi nella zona del Sacro Monte di Ghiffa.

Il 5 e 6 Ottobre è in programma una masterclass pensata come un “cantiere collettivo” con artisti e cittadini coinvolti. Oggebbio invece ospiterà l’opera di Fabio Petani, un artista piemontese conosciuto in tutto il mondo che crea murales ricchi di elementi floreali e forme geometriche. In particolare egli interverrà su un muraglione di contenimento stradale per sottolineare il valore storico e culturale. nonché paesaggistico, della riva piemontese del Lago Maggiore.

Cannero Riviera sarà protagonista di una installazione di Visual Mapping per mettere in risalto punti strategici del patrimonio locale, prendendo spunto dal Museo Etnografico, le attività economiche e produttive dei dintorni e dalla natura. L’idea al centro del progetto è quella di valorizzare il rapporto tra uomo e ambiente sotto la guida di Edoardo Argentieri, visual artist, graphic designer e illustratore toscano.

Infine Trarego Viggiona prevede di coinvolgere Trarego, Cheglio e Viggiona per un racconto audiovisivo del territorio. Il turista potrà esplorare quei luoghi scoprendo anche dettagli meno noti e informazioni insolite con pannelli descrittivi lungo il percorso con codici Qr Code all’interno delle pensiline delle fermate degli autobus. L’artista romano Walter Paradiso se ne occuperà in qualità di esperto di documentazione video nelle aree interne d’Italia.