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Una breve guida ai castelli d’Abruzzo

Foreste, parchi nazionali e riserve dove i lupi vagano liberi, valli silenziose punteggiate di borghi medievali e castelli in pietra: siamo in Abruzzo, una delle regioni più verdi d’Europa. Si tratta di una destinazione ancora poco conosciuta, ma ricca di bellezze che, con il loro fascino storico, contribuiscono a creare scenari da fiaba che aspettano solo di essere scoperti.

In particolare, l’Abruzzo vanta castelli splendidi, un’attrattiva sempre più irresistibile per tante tipologie di viaggiatori: dagli appassionati di storia a chi, invece, vuole avvicinarsi alle fantasie fiabesche con le quali sono cresciuti e che vedono concretizzarsi in queste architetture maestose. In questa breve guida vi accompagniamo alla scoperta dei castelli d’Abruzzo, da inserire nel vostro itinerario tra un arrosticino e un bagno sulla costa.

Rocca Calascio

Tra i castelli più alti d’Italia, Rocca Calascio è anche una delle attrazioni più visitate d’Abruzzo, situata in una posizione privilegiata. La rocca, infatti, si affaccia sui meravigliosi paesaggi offerti dal parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. La fortezza, una volta in stato di abbandono, si erge a 1.460 metri di altezza e la sua struggente bellezza ne ha fatto un punto di riferimento per le riprese di film medievali tra cui “Lady Hawke”, “Il nome della rosa” e “Il viaggio della sposa”. Dal paese di Calascio si sale in auto o a piedi seguendo i tornanti dello stretto sentiero fino al forte. Dopo aver esplorato la rocca, vi consigliamo di tornare in paese per rilassarvi in alcuni dei bar presenti in zona.

Rocca Calascio

Fonte: iStock

Rocca Calascio illuminata la sera

Castello Roccascalegna

Tra le Valli del Rio Secco e del Sangro, in provincia di Chieti, si trova il borgo medievale di Roccascalegna. Sovrastante il paese, in posizione dominante su uno sperone roccioso, si erge un castello dalla forma particolare, imponente e misterioso. Stiamo parlando del Castello di Roccascalegna, una fortificazione risalente al V secolo e in passato appartenente ai Longobardi. Dopo alcuni anni e diversi proprietari, il castello acquisì lentamente un aspetto più stravagante, lo stesso che lo contraddistingue tutt’oggi.

Quando la fortezza fu abbandonata nel XVIII secolo, rimase senza protezione e fu vittima di intemperie e saccheggi, finendo quindi in uno stato di deterioramento. Solo recentemente, grazie a un restauro avvenuto nel 1996, il Castello Roccascalegna è stato riportato al suo antico splendore. Per arrivarci vi basterà percorrere una scalinata, dove potrete passare da una torre all’altra salendo altre rampe di scale scavate nella pietra.

Castello Caldora

Tra le strutture fortificate meglio conservate d’Abruzzo c’è Castello Caldora, costruito sulle colline della provincia de L’Aquila. Contraddistinto da tre maestose torri che dominano la Valle Peligna, il castello faceva parte di un vasto sistema di difesa militare che comprendeva altri sei castelli, tra cui quelli di Anversa e di Roccascalegna. Dopo un recente restauro, diverse parti del castello sono state aperte al pubblico e offrono una vista privilegiata sul paesaggio circostante. Anche le sale interne sono molto interessanti, alle quali si può accedere acquistando un biglietto del costo di 2 euro.

Castello Caldora Pacentro

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Castello di Caldora al borgo di Pacentro

Fortezza di Civitella del Tronto

La Fortezza di Civitella del Tronto rappresenta una delle antiche costruzioni militari più grandi e maestose d’Italia e d’Europa. Situata sulla sommità delle dolci colline della provincia di Teramo, la fortezza un tempo appartenuta a Filippo II d’Asburgo, Re di Spagna, è considerata anche uno dei migliori esempi in quanto a ingegneria militare e uso strategico del posizionamento militare in Europa. Civitella del Tronto, infatti, dominava dall’alto il Regno della Santa Sede, nonché il Regno di Napoli. Le aree accessibili della fortezza comprendono la Piazza d’Armi, la caserma dei soldati, la Chiesa di San Giacomo, ciò che resta del palazzo del Governatore e una delle numerose cisterne.

Castello Cantelmo

Ai piedi della Valle Peligna, in provincia de L’Aquila, si trova il Castello Cantelmo. Situato nel borgo medievale di Pettorano sul Gizio, il forte militare è stato costruito su una pianta irregolare con quattro torrioni situati sulle mura del complesso. La fortificazione, lasciata per anni in uno stato di abbandono, è stata oggetto di ingenti restauri nel corso degli anni novanta che hanno riportato il castello ai fasti del passato. Oggi il castello è aperto al pubblico e ospita alcune mostre permanenti quali “Gli uomini e la montagna”, “Mostra dei carbonai” e “Reperti archeologici di epoca romana”.

Castello Aragonese

Proseguiamo questa breve guida ai castelli d’Abruzzo con una fortezza posizionata in una location suggestiva. Situata a strapiombo sul mare, il Castello Aragonese offre un panorama splendido perché affacciato sulle bellezze naturali della costa adriatica e della Costa dei Trabocchi. Non c’è molto da vedere perché il castello subì gravi danni durante la Seconda Guerra Mondiale, tuttavia potete dare un’occhiata al giardino, alle sale di un piccolo museo con foto d’epoca, mobili e arredi appartenuti alle famiglie che l’hanno abitato. D’estate, invece, viene impiegato per l’organizzazione di eventi come concerti e mostre.

Castello Aragonese Ortona

Fonte: iStock

Castello Aragonese di Ortona

Castello di Salle

In una guida dedicata ai castelli non poteva certo mancare una struttura infestata dai fantasmi! Il Castello di Salle, realizzato in pietra della Maiella, è immerso nell’incantevole Riserva Naturale della Valle dell’Orta e ospita il Museo Medievale Borbonico. Due storie lo rendono famoso: da una parte si racconta di una camera in stile impero (visitabile) dove pare abbia dormito Napoleone Bonaparte, mentre dall’altra di una vecchia alta e magra che vaga tra le sale del castello di notte, apparentemente morta tragicamente nel 1300.

Castello Piccolomini di Balsorano

Terminiamo questa guida con un castello che, grazie alla sua bellezza, è stato utilizzato come location per diversi film italiani come “Il comune senso del pudore” di Alberto Sordi. Il castello si presenta come un’imponente struttura fortificata di stampo medievale, ma contaminata nell’architettura da elementi di epoche successive come il Rinascimento. Il forte è gestito dalla società “Castelli d’Italia” che lo ha trasformato in un albergo/ristorante dove potrete assaporare le specialità regionali. Se invece desiderate una visita più approfondita, potrete farla su prenotazione.

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Urban Nature, la festa della natura in città: gli eventi

Sono moltissime le città italiane che verranno coinvolte nella splendida iniziativa all’insegna del green e della sostenibilità promossa dal WWF, ma che avrà il suo fulcro nella capitale, Roma.

Urban Nature è la festa del WWF, giunta quest’anno alla sua ottava edizione, volta alla sensibilizzazione di amministrazioni comunali e cittadini sul concetto della protezione e della valorizzazione del verde urbano.

Ecco i dettagli e il programma di questa iniziativa che vedrà animare le piazze e le vie di molte città italiane con tantissimi eventi, per il weekend del 28 e 29 settembre.

Cos’è la festa Urban Nature del WWF

L’importanza del verde urbano è sempre più evidente, soprattutto se ci si concentra a osservare i dati più recenti. Secondo il Servizio europeo per il cambiamento climatico di Copernicus, infatti, l’estate appena trascorsa è stata la più calda mai registrata a livello globale ed europeo. Agosto è stato il 13° mese negli ultimi 14 mesi in cui la temperatura media globale ha superato di 1,5°C i livelli preindustriali. Questa sequenza di record rende sempre più probabile che il 2024 si confermi come l’anno più caldo mai registrato.

Le conseguenze di queste temperature estreme incidono direttamente sulla salute umana, soprattutto per le persone più vulnerabili. Il WWF sottolinea che oltre il 4% della mortalità estiva nelle città europee è legata al fenomeno delle isole di calore urbane, con una particolare incidenza sugli over 65. Solo nel 2023, le ondate di calore hanno causato oltre 47.000 decessi in Europa, con l’Italia tra i paesi maggiormente colpiti.

L’assenza di aree verdi nelle città contribuisce alla formazione delle isole di calore, fenomeno dovuto in gran parte alla predominanza di materiali edili come asfalto, cemento e metallo rispetto agli spazi verdi.

In città, all’aumento delle temperature si aggiungono eventi meteorologici estremi, come le piogge intense, nonché l’inquinamento atmosferico: infatti, oltre il 70% delle emissioni nocive per il clima proviene dalle città, e l’83% della popolazione urbana europea è esposta a livelli di inquinamento dannosi per la salute.

L’eccessiva cementificazione, l’inquinamento e il cambiamento climatico hanno trasformato le città in punti critici, richiedendo una rapida transizione verso una maggiore sostenibilità per migliorare la qualità della vita dei loro abitanti.

Eva Alessi, responsabile sostenibilità del WWF Italia, spiega a cosa si dedica Urban Nature: “Per quanto riguarda l’inquinamento, un ettaro di foresta urbana può rimuovere in media 17 kg all’anno di PM10 e 36 kg di ozono troposferico. Con Urban Nature, vogliamo diffondere la consapevolezza del valore della natura urbana per il benessere delle persone, promuovendo azioni virtuose da parte di amministratori, comunità, cittadini e imprese per proteggere e ampliare la biodiversità nelle città“.

Gli eventi in tutta Italia per Urban Nature

Le iniziative dedicate al verde urbano e promosse nel weekend della festa del WWF Urban Nature sono più di 100 e coinvolgono tante città in tutta Italia, come Roma, Milano, Cagliari, Chieti, Palermo, Siena, Bologna, Parma e Trieste.

Il 29 settembre, nella giornata di domenica, l’evento centrale si terrà nella capitale presso la terrazza del Pincio, con tante iniziative pensate per il pubblico partecipante.

Questa edizione di Urban Nature, in collaborazione con i Carabinieri Forestali Raggruppamento Biodiversità e l’Associazione Nazionale Musei Scientifici (Anms), e con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, ISPRA e Anci, ha un programma veramente variegato che prevede anche un concorso dedicato alle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado, statali e paritarie. In collaborazione con il CICAP, il WWF invita infatti gli studenti a ideare progetti per proteggere e ampliare la “natura urbana”, sviluppando il pensiero critico e le competenze trasversali necessarie per un futuro sostenibile.

In più di 1.700 piazze italiane i visitatori potranno acquistare una pianta di Erica per supportare i progetti mirati allo sviluppo del verde nelle città italiane. Invece, come già annunciato, domenica l’evento di Urban Nature toccherà Roma, anche a Villa Borghese con una serie di laboratori dedicati al mondo delle piante, sessioni di yoga, lettura nel verde, passeggiate naturalistiche, forest bathing e molto altro.

Info più dettagliate, programma e città coinvolte disponibili sul sito ufficiale dell’evento.

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Ascoli Piceno e le piscine naturali del torrente Castellano

Il Parco nazionale del Gran Sasso e dei monti della Laga a sud, il Parco nazionale dei Monti Sibillini a nord-ovest: vette brulle, spoglie e monumentali che vegliano dalle loro sommità sulla conca dove si adagia Ascoli Piceno, cittadina del meridione delle Marche di grande fascino e bellezza, eppure spesso dimenticata.

Una città d’impronta medievale, di meraviglie rinascimentali e circondata da una natura esaltante. Non sono solo infatti i vicoli, le piazze, i palazzi gentilizi del centro storico a colpire il visitatore, ma anche le colline coperte di ulivi, le montagne imponenti e, non ultimi, i fiumi.

Ascoli sorge alla confluenza del fiume Tronto e del torrente Castellano, due corsi d’acqua impetuosi che scendono dalle sommità circostanti. In particolare il secondo si regala, nei pressi di Ascoli, una dimensione avventurosa e balneare grazie alle numerose piscine naturali che si formano lungo il suo letto in tutta la sua valle e danno alla città una spiaggia d’acqua dolce che in estate diventa un vero e proprio luogo di festa, tra un tuffo e un picnic, fra lunghi pomeriggi passati a bagno nelle acque turchesi e domeniche in famiglia.

Ascoli Piceno e il suo centro storico

La chiamano la città delle cento torri, anche se di quelle cento torri rimangono oggi pochi, seppur illustri esempi.

Ascoli Piceno, capoluogo di provincia nella parte meridionale della Marche, ha uno dei centri storici tra i più sottovalutati e sorprendenti. Un vero e proprio gioiello intagliato nel travertino, la pietra con la quale sono stati costruiti i monumenti architettonici del centro storico, donando grande luminosità e candore a piazze, ponti e chiese.

Torri, si diceva: sembra che alla metà del Duecento la skyline di Ascoli, che siede alla confluenza dei corsi d’acqua Tronto e Castellano in una conca circondata da montagne, fosse addobbata di duecento torri, simbolo del potere delle famiglie nobili che le abitavano. Per asserire il proprio dominio, l’imperatore Federico II di Svevia ne fece abbattere, dice la tradizione, ben novantuno nel 1242.

Ascoli Piceno Castellano

Fonte: Lorenzo Calamai

Il centro storico di Ascoli Piceno

Oggi ne sopravvivono una cinquantina: ne sono esempi la torre degli Ercolani, con il suo palazzetto romanico; la torre di San Venanzio, convertita in campanile dell’omonima chiesa; le scarne Torri gemelle davanti alla bella chiesa di Sant’Agostino.

Lo spettacolare centro storico ruota attorno alla splendida Piazza del Popolo, nelle cui vicinanze si aprono una serie di altre piazze grandi e piccole. Piazza del Popolo ha le caratteristiche classiche del Rinascimento, con lo splendido Palazzo dei Capitani del Popolo, figlio del periodo di massimo splendore di Ascoli, dell’inizio del Cinquecento. Al suo fianco sorge lo storico Caffè Meletti, elegante bar in stile liberty che da oltre 150 produce l’anisetta, tipico liquore locale simile alla sambuca.

Non è affatto lontana Piazza Arringo, la più grande della città, probabilmente vecchio foro di epoca romana e oggi luogo più animato del centro storico. Vi sorgono la Chiesa di Sant’Emidio, duomo cittadino, il Battistero di San Giovanni, il Palazzo dell’ Arengo sede della Pinacoteca Civica, il Palazzo Episcopale e il Museo Diocesano, oltre che numerosi bar e ristoranti.

Ascoli Piceno Castellano

Fonte: Lorenzo Calamai

Dettaglio della facciata del Palazzo dei Capitani del Popolo

Il Duomo è la costruzione più meritevole: nato su un luogo già consacrato a divinità pagane, ha una facciata di travertino con colonne corinzie che richiama un’estetica classica, mentre l’interno è romanico-gotico con splendidi soffitti e diverse opere d’arte di rilevanti artisti di epoca rinascimentale.

Non solo torri, piazze e chiese decorano il centro storico: teatri, fortezze, fontane, antiche porte cittadine, logge e, soprattutto, ponti. La natura incassata del Tronto e del Castellano lascia spesso le acque fuori dallo sguardo di chi guarda Ascoli dai panorami delle colline e dei monti attorno alla città, ma il centro storico è sostanzialmente una penisola tra i due fiumi, che si trovano a confluire l’uno nell’altro all’estremità orientale del conglomerato urbano.

Le piscine naturali urbane di Ascoli: le Cartiere dei Papi

Uno dei luoghi dove effettivamente Ascoli diventa una città fluviale è proprio nei pressi di un ponte, il Ponte di Porta Cartara.

Poco fuori dal centro storico si trova infatti l’antico complesso preindustriale della Cartiera papale, una serie di edifici che nel corso del tempo, grazie alla forza del torrente Castellano che vi scorre a fianco, hanno svolto una serie di funzioni diverse: la cartiera, certo, ma anche mulini ad acqua, oncia delle stoffe e ferriera. Oggi, peraltro, vi trovano sede il Museo della carta, il Museo di Storia naturale e il Museo dell’acqua, una esposizione permanente dedicata a mari, fiumi, laghi, paludi e ghiacciai.

Dalle immediate vicinanze delle Cartiere dei Papi prende le mosse un percorso sentieristico che risale il corso del torrente Castellano, passando da una stupenda piscina naturale all’altra, con continue cascate e polle dove tuffarsi e fare il bagno. Ci sono in tutto una mezza dozzina di larghe piscine, tutte molto simili tra loro per conformazione e profondità, un vero e proprio paradiso per le famiglie ascolane, per i visitatori e per gli amanti dell’outdoor e del wild swimming.

Ascoli Piceno Castellano

Fonte: Lorenzo Calamai

Le cascate delle Cartiere dei Papi ad Ascoli

In tutte le spiagge d’acqua dolce delle Cartiere dei Papi la battigia è formata da terra battuta mista a sabbia e si possono facilmente trovare posti all’ombra, per ripararsi dal solleone. Tutte le piscine naturali sono precedute da una cascata più o meno alta. Il colore dell’acqua, turchese, è influenzato dalle sorgenti sulfuree presenti a monte: l’acqua non è cristallina, ma rimane purissima. In tutte le piscine si può fare un tuffo, come fanno i tanti ragazzi del luogo che frequentano questa zona del Castellano.

Divertitevi a esplorare tutto questo tratto del torrente, un vero e proprio litorale fluviale urbano che regala ad Ascoli e agli ascolani una dimensione estiva tutta propria, malgrado la vicinanza del mare Adriatico a una trentina di chilometri.

Ascoli Piceno Castellano

Fonte: Lorenzo Calamai

Cartiere dei Papi: la spiaggia urbana di Ascoli Piceno

Il torrente Castellano e la Paradise beach

Il Castellano è davvero un corso d’acqua che regala angoli meravigliosi a tutti gli amanti dell’acqua dolce.

Poco fuori Ascoli, infatti, sorge quella che i locali chiamano la Paradise beach, uno splendido tratto del torrente sotto un antico ponte in disuso, tra massi dove prendere il sole, cascatelle, piscinette e una gigantesca polla azzurra dove tuffarsi da altezze impossibili.

La Paradise beach si trova lungo la strada che risale il corso del Castellano e si dirige verso Castel Trosino, un caratteristico borgo medioevale che merita una visita. Da una strada sterrata laterale si accede a un sentiero che in pochi minuti porta sopra il ponte Tasso, la rovina di un antico ma solido ponte dal quale si scende alle piscine naturali.

Ascoli Piceno Castellano

Fonte: Lorenzo Calamai

Nuotare nelle acque del Castellano alla Paradise beach

Da uno dei versanti del ponte si scende in maniera un po’ rocambolesca fino al letto del torrente. A monte del punto di discesa si trovano una serie di cascatelle e piccole polle, le rocce che emergono dalle acque imbiancate dai residui sulfurei delle acque del Castellano. Le sorgenti termali poco più a monte danno all’acqua il suo tipico colore turchese, che risplende in contrapposizione al bianco sporco dei massi. Questo rende anche le acque del torrente fresche, ma non fredde.

In questa zona c’è un po’ più di spazio per trovare una collocazione all’asciutto, stendere il proprio asciugamano e prendere il sole. Non mancano le piscine naturali un po’ più ampie dove godersi qualche bracciata o dove semplicemente godersi un po’ di tempo a mollo.

Ascoli Piceno Castellano

Fonte: Lorenzo Calamai

La cascata con la grande piscina turchese ai suoi piedi

A valle, invece, una briglia proprio sotto il ponte genera una cascata con un fronte molto ampio, che a sua volta ha comportato la creazione di una piscina enorme ai suoi piedi, molto profonda. Un richiamo a cui è impossibile resistere nelle calde giornate estive: un tuffo è d’obbligo.

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Ultima chiamata per le offerte Ryanair di settembre, su oltre 240 rotte

Viaggiatori, ci siete? Ecco l’ultima chiamata della compagnia low cost Ryanair, dedicata alle offerte del mese di settembre ormai giunto agli sgoccioli.

Come sempre, periodicamente, la compagnia aerea considerata la più utilizzata dai passeggeri in tutta Europa ha in serbo per i viaggiatori un’offerta speciale che ha il via oggi mercoledì 25 settembre, con una durata di sole 48 ore. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

L’offerta del mese Ryanair per 240 rotte

La promo flash di 48 ore lanciata oggi dalla compagnia aerea Ryanair promette viaggi a tariffe estremamente vantaggiose per coloro che partono nel periodo di tempo compreso tra i mesi di ottobre e novembre.

Si tratta di un’offerta che dura solo un paio di giorni ma che offre voli con prezzi estremamente appetibili, a partire da soli € 16,99. Non solo: le rotte verso cui viaggiare con queste tariffe esclusive sono più di 240, considerando anche che di recente la compagnia aerea ha anche ampliato la sua offerta di destinazioni, allargandosi a 10 nuove mete per la stagione invernale.

Quali sono le destinazioni verso cui prenotare

Barcellona, Cagliari, Catania, Malta e Palermo sono solo alcune delle mete verso cui potete viaggiare a partire da meno di 20 euro: naturalmente, i prezzi hanno questa come base di partenza ma la tariffa varia giornalmente in base all’orario selezionato del volo e al giorno prescelto.

Volete immergervi nell’artistica Barcellona e guardare le opere di Gaudi oppure passeggiare per La Rambla prima di fare un tuffo nel passato al Barrio Gotico? Prenotate subito il vostro volo per la Spagna! Se invece, però, preferite restare in Italia, vi aspettano le spiagge, l’arte e la storia di due regioni spettacolari della nostra penisola, la Calabria e la Sicilia, entrambe destinazioni che danno il meglio di sé anche nel periodo autunnale, quando le temperature si rivelano ancora piuttosto miti.

Inoltre, la bella isola di Malta: qui vi aspetta il fascino meridionale di un territorio cosmopolita, blend di culture e architetture che ogni anno si conferma una delle mete predilette dai viaggiatori in cerca di una destinazione di mare vicina, economica ma con un fascino decisamente internazionale. Non solo: Malta vi può sorprendere con spiagge mozzafiato, arte e storia, ma anche con una spumeggiante e sorprendente vita notturna, tra pub, discoteche ed eventi in strada da non perdere, anche in autunno.

Come espresso nelle parole di Fabrizio Francioni, Head of Communications Italy di Ryanair, questa offerta speciale dell’ultima settimana di settembre è il miglior modo per farsi un regalo, da viaggiatori incalliti, celebrando la metà della settimana, oppure fare un dono speciale a una persona cara, prenotando un viaggio che può diventare indimenticabile. Non serve avere tante ferie a propria disposizione, perché tra le destinazioni selezionate dall’offerta di Ryanair ve ne sono molte che si rivelano perfette per un weekend fuori porta e una vacanza di pochi giorni.

Non resta che visitare il sito ufficiale della compagnia aerea Ryanair per scoprire maggiori dettagli su questa straordinaria offerta, scegliere la propria meta del cuore e prenotare il prossimo viaggio a un prezzo d’occasione.

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Le torri-orologio più famose d’Europa

Il modo in cui teniamo il tempo è cambiato molto nel corso dei secoli: dalle antiche meridiane agli orologi da polso, fino agli smartphone. Gli strumenti per misurare il tempo, in passato come nel presente, ricoprono un ruolo importante nella nostra vita quotidiana e alcuni di questi hanno mantenuto intatto il loro fascino diventando vere e proprie attrazioni da visitare e fotografare. Stiamo parlando delle torri-orologio, costruite nel Medioevo in molte città d’Europa le quali investirono in queste costruzioni e le posizionarono nelle aree principali del centro cittadino.

Seppur non siano più il principale punto di riferimento per controllare l’ora, queste strutture scultoree sono luoghi architettonici imperdibili e noi di SiViaggia abbiamo raccolto le torri-orologio più famose d’Europa da inserire nei vostri itinerari fotografici.

Big Ben, Londra

Il Big Ben segna il tempo di Londra da 300 anni e rappresenta uno dei suoi simboli più fotografati, oltre che una delle torri-orologio più famose al mondo. Tuttavia ‘Big Ben’ non è il nome dell’intera struttura, bensì è il soprannome della Grande Campana contenuta all’interno dell’orologio stesso. Dal 2012, la torre è stata ufficialmente ribattezzata Elizabeth Tower come omaggio alla Regina Elisabetta II. Alto 96 metri, l’orologio fu costruito tra il 1834 e il 1858 e nel 1987 ottenne il riconoscimento come Patrimonio UNESCO. I rintocchi del Big Ben sono parte integrante della vita quotidiana dei londinesi e, in occasione del nuovo anno, suonano sempre 12 volte. Non preoccupatevi se siete lontani: il suono dei rintocchi può essere sentito a 20 chilometri di distanza!

Orologio astronomico (Staromestska Radnice), Praga

Anche lo splendido orologio astronomico di Praga (Staromestska Radnice) incanta i cittadini e i visitatori della città dal lontano 1410. Situato sul lato sud del municipio in Piazza della Città Vecchia, è considerato uno dei più belli d’Europa grazie ai suoi dettagli particolari. Vanta un meraviglioso quadrante astronomico, ossia una struttura a forma di astrolabio atta a indicare l’ora e a calcolare la posizione del sole, dei pianeti e delle stelle nel cielo. Sopra il quadrante sono state aggiunte le statue dei dodici apostoli che, ogni sessanta minuti, escono dalle finestre poste in alto, animandosi insieme ad altre figure che rappresentano i vizi capitali: uno spettacolo molto atteso dai turisti in visita. Ancora più dettagliato è il quadrante del calendario, in cui vengono rappresentati i mesi dell’anno inserendo scene di vita quotidiana all’interno di dodici medaglioni.

Orologio Praga

Fonte: iStock

Dettaglio dell’Orologio Astronomico di Praga

Orologio Astronomico, Messina

L’Orologio Astronomico è contenuto all’interno del campanile del duomo di Messina ed è considerato il più grande e complesso al mondo. Tra le attrattive più famose della città, fu progettato dalla ditta Ungerer di Strasburgo e inaugurato nel 1933. Il meccanismo, il quale si attiva ogni giorno alle 12, funziona attraverso un particolare sistema di leve e contrappesi che consente il movimento delle statue in bronzo situate sulla facciata e legate alle tradizioni civili e religiose della città. Il campanile può essere visitato al suo interno, dove si accede anche a un belvedere che permette di godere di una vista a 360 gradi sulla città.

Torre dell’Orologio, Sighișoara

Porta d’accesso al centro storico della città, la Torre dell’Orologio di Sighișoara è alta 64 metri e può essere avvistata da qualsiasi punto. Questo non è un caso: la torre, infatti, fu costruita allo scopo di difendere l’ingresso principale alla cittadella, diventando successivamente municipio fino al 1556. È considerato uno dei monumenti più rappresentativi di tutta la Transilvania oltre che l’unico della Romania dotato di figure. Anche quest’orologio è stato arricchito di dettagli: vanta un meccanismo con diverse statuine raffiguranti la Pace, la Giustizia, la Legge, il Boia e i diversi pianeti. Oggi custodisce al suo interno il Museo della Storia, dove passeggiando tra le diverse sale potrete approfondire il passato della città.

Torre orologio Sighișoara

Fonte: iStock

Torre dell’Orologio nel centro di Sighișoara

Torre dell’Orologio (Saat Kules), Izmir

Anche in Turchia c’è una torre-orologio davvero particolare perché arricchita di fini decorazioni in stile ottomano. Stiamo parlando della Saat Kules a Izmir, costruita nel 1901 come dono del Sultano Abdulhamid per celebrare il 25° anniversario della sua ascesa al trono e situata in piazza Konak, proprio nel cuore della città. La torre è contraddistinta da quattro fontane con tre rubinetti ciascuna disposte intorno alla base in uno schema circolare. Le colonne, invece, sono ispirate a disegni moreschi. La torre dell’orologio, considerata la sua importanza, è diventata il simbolo di Izmir tanto da apparire sul retro delle banconote da 500 lire turche dal 1983 al 1989.

Zytglogge, Berna

Il simbolo del centro storico di Berna è la torre dell’orologio chiamata Zytglogge che, ogni ora, offre uno spettacolo a tutti i visitatori: un corteo di marionette medievali composto da orsi danzanti, giullari e galli canterini. Oltre a monitorare il tempo, l’orologio misura tutte le distanze nel cantone svizzero. Patrimonio UNESCO, la torre è stata costruita tra il 1218 e il 1220, mentre l’orologio è più recente, ma resta comunque uno dei più antichi della Svizzera perché il suo meccanismo risale al 1530. Chi è interessato può scoprirlo anche all’interno partecipando a un’interessante visita guidata.

Zytglogge Berna

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Dettaglio della Zytglogge, la torre dell’orologio di Berna

Orologio di San Marco, Venezia

Una delle più originali costruzioni veneziane è sicuramente l’Orologio di San Marco, progettato dall’architetto Codussi in una posizione non casuale: la torre, infatti, grazie al grande arco che la sorregge, permetteva di individuare più facilmente l’accesso alle mercerie, principale via di comunicazione tra il centro politico e religioso della Serenissima (piazza San Marco) e il centro mercantile (Rialto). L’orologio è talmente affidabile che è stato scelto nel 1858 come cronometro ufficiale della città di Venezia, al quale ogni altro orologio doveva essere perfettamente sincronizzato. Oltre a visualizzare l’ora del giorno, inoltre, mostra anche il segno zodiacale dominante e la fase lunare.

Torre Rognosa, San Gimignano

In un borgo famoso per l’alto numero di torri che ne costituiscono lo skyline, non poteva certo mancare una torre principale dotata di orologio. Siamo a San Gimignano e la struttura in questione è Torre Rognosa, simbolo del potere cittadino, la torre insuperabile dimora di chi aveva “rogne”. Situata nella centralissima Piazza del Duomo come parte integrante del duecentesco Palazzo Vecchio del Podestà, è alta ben 52 metri e rappresenta la seconda più alta di tutta la città. Le torri di San Gimignano erano il simbolo del potere delle diverse famiglie e, anche se alcune provarono a erigerne di altrettanto elevate, vennero dopo poco ridotte in altezza. E il nome? ‘Torre Rognosa’ deriva dalla sua funzione come carcere che ospitava tutti coloro che avevano “rogne”, ossia problemi con la giustizia.

Zimmer Tower, Lier

Per l’ultima torre andiamo in Belgio, dove nella città di Lier si trova una splendida struttura chiamata Zimmer Tower. A costruirlo nel 1930 fu l’astronomo e orologiaio Louis Zimmer (da qui il nome) che lo donò alla città in onore del 100° anniversario dell’indipendenza del Paese. La facciata è composta da 12 quadranti che circondano un segnatempo centrale progettati per mostrare l’ora ufficiale, le fasi lunari, lo zodiaco, le stagioni e le maree. Una curiosità? La lancetta meccanica è la più lenta al mondo!

Orologio Zimmer Tower Lier

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Lo splendido orologio della Zimmer Tower a Lier
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Un viaggio nel tempo a bordo del treno con Catullo e Virgilio

Amanti dei treni storici a rapporto! L’Associazione Veneta Treni Storici APS ha organizzato per il mese di settembre un’iniziativa davvero speciale che vede per protagoniste le carrozze degli Anni Trenta note come “Centoporte”: nella data del prossimo 29 settembre, infatti, i viaggiatori desiderosi di vivere un’esperienza emozionante e fuori dall’ordinario per fare un salto indietro nel tempo potranno salire a bordo di una locomotiva a vapore per immergersi nel paesaggio suggestivo che va da Verona a Mantova.

Le corse previste per la giornata di domenica sono quattro: si tratta di un evento che promuove lo slow turismo e la riscoperta delle antiche vetture storiche, che viaggeranno però sui binari attuali.

Il viaggio in treno da Verona a Mantova

AVTS è un’Associazione di Promozione Sociale (APS) fondata nel 1998 nella città di Verona ad opera di alcuni ferrovieri ancora in servizio e di alcuni pensionati, che avevano la volontà di formare un gruppo per la salvaguardia e la conservazione degli antichi e storici rotabili ferroviari, in convenzione e collaborazione con Fondazione FS Italiane.

Si deve a loro, infatti, questa bellissima iniziativa che verrà attuata il prossimo 29 settembre: l’Associazione si è anche occupata del restauro e del recupero estetico delle vecchie vetture di locomotive a vapore, ma il suo operato riguarda anche la promozione e la divulgazione della cultura e della storia ferroviaria italiana attraverso convegni e incontri organizzati con scuole, associazioni terze ed enti.

Le corse previste il 29 settembre sono appunto quattro, ma le prime due sono già sold out: la prima coppia di vetture storiche di questo viaggio ribattezzato I Treni di Catullo e Virgilio partirà dalla romantica città di Verona (passando per Villafranca), nota per essere il set della storia d’amore shakespeariana di Giulietta e Romeo, arrivando poi fino a Mantova, dove tra le attrazioni principali c’è sicuramente il rinascimentale Palazzo Te.

Gli ultimi posti disponibili e acquistabili online sulla apposita piattaforma RailBook, invece, sono quelli per i treni storici che partono dalla città di Mantova. Per coloro che abbiano intenzione di partecipare, infatti, il punto di ritrovo per questo avvincente viaggio nel tempo è previsto alla stazione di Mantova alle ore 10.30 del 29 settembre. Il treno storico partirà poi per le ore 11.00, diretto a Villafranca (con arrivo alle ore 11.30) e  successivamente a Verona (arrivo previsto per le ore 11.50).

Il costo di partecipazione è di 20 euro a persona con biglietto a tariffa intera, mentre la tariffa ridotta per i passeggeri di età compresa tra 5 e 12 anni è di € 10. I bambini fino a 4 anni, invece, possono viaggiare a bordo dei treni storici senza posto a sedere, gratuitamente.

Cosa vedere durante il viaggio

Salendo a bordo di queste vetture storiche che rievocano il passato delle ferrovie italiane, è possibile visitare due splendide città, Verona e Mantova. Proprio sulla tappa di Verona, infatti, i viaggiatori potranno avere del tempo libero. a loro disposizione per fare un giro all’interno del bellissimo centro storico: vi consigliamo di non perdere una visita all’Arena di Verona, nonché di passeggiare sulle romantiche rive del fiume Adige, prima di dirigervi alla Casa di Giulietta e agli altri luoghi iconici legati alla storia d’amore più famosa al mondo.

Il treno a vapore partirà nuovamente da Verona verso Mantova alle ore 15:00 e arriverà a destinazione alle ore 15.55 del pomeriggio.

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Cable Beach a Nassau: le Bahamas tra storia, lusso e mare cristallino

Situata a pochi chilometri dal centro di Nassau, capitale delle Bahamas, Cable Beach è una delle spiagge più famose e apprezzate dell’isola di New Providence. Conosciuta soprattutto per la sua sabbia bianca e fine e le acque dello stesso colore di una gemma preziosa, Cable Beach è un luogo dove trovare bellezza, buon cibo, divertimento ma dove anche scoprire qualcosa di più sulle Bahamas stesse.

Cable Beach è stato per anni – e probabilmente lo è ancora oggi – uno dei “place to be” di chiunque si recasse in viaggio alle Bahamas, soprattutto dagli Stati Uniti. Nei suoi resort e nel suo casinò c’è molto più di quel che si pensa.

Dove si trova Cable Beach a Nassau

New Providence è l’isola più facilmente raggiungibile delle Bahamas. Altre, come per esempio Cat Island, richiedono un secondo viaggio aereo ma non lo si deve di certo fare per arrivare a Nassau. Cable Beach è uno dei posti più conosciuti di quest’isola ed è un luogo molto frequentato, in primis per la sua posizione facile da trovare e a dir poco strategica. L’aeroporto internazionale è situato a meno di 15 minuti di auto dalla spiaggia, rendendo molto veloce e facile arrivare qui anche con una semplice corsa in tax. Anche il porto di Nassau è a breve distanza: questo è utile per chiunque arrivi in crociera e voglia trascorrere una giornata di relax su una delle spiagge più famose delle Bahamas.

Perché si chiama Cable Beach

Una prima curiosità su questa spiaggia deriva dall’origine del suo nome. Questa parte del litorale dell’isola di New Providence non aveva alcun nome fino al 1892. In quell’anno, infatti, venne portato un cavo di trasmissione per il telegrafo che univa Nassau a una zona della Florida. Dato che la stazione di corrisponde della fine del cavo era proprio in quel punto del litorale, quel pezzo di spiaggia venne chiamato Cable Beach. Nella sua storia non cambiò mai più nome ma, con la crescita del turismo a Bahamas, di guadagnò il soprannome di Bahamian Riviera.

Bahamas: Cable Beach a Nassau

Fonte: iStock

La vista su Cable Beach

In spiaggia a Cable Beach

Il principale richiamo di Cable Beach, per chi si ferma a Nassau, sono le sue acque turchesi e la sua spiaggia, lunga ben 3 chilometri, con la sabbia così fine da regalare la sensazione di camminare sul velluto. Il mare è solitamente molto calmo, come di quelli che ci si immaginano sempre pensando a un viaggio alle Bahamas. Questa parte della costa di New Providence è solitamente priva di correnti forti, cosa non proprio scontata in molte altre parti delle Bahamas.

Qui è possibile nuotare in tutta tranquillità o semplicemente galleggiare e rinfrescarsi in acqua senza alcun intento sportivo. La sabbia è soffice e bianca e invita a lunghe passeggiate sulla riva: la sabbia chiara dei Caraibi non scotta mai, indi per cui potrai passeggiare a qualsiasi ora della giornata. Un panorama a dir poco da sogno completa l’immagine di Cable con tanto di vista delle isole circostanti nonché, per chi lo ama, il passaggio di yatch e barche da ammirare.

Andare in spiaggia a Cable Beach è anche molto pratico e comodo: la zona è attrezzata con numerose strutture per il noleggio di lettini e ombrelloni, così come punti di ristoro e bar che servono sia da bere che da mangiare.

Fare sport acquatici a Cable Beach

Cable Beach non è solo un luogo perfetto dove godersi il relax: questa spiaggia di Nassau offre anche la possibilità di fare molte attività adrenaliniche o adatte ai viaggiatori più avventurosi. Chi ama gli sport acquatici può uscire in kayak, fare paddle boarding (ovvero SUP) oppure provare il potente jet ski.

Da Cable Beach partono anche molte escursioni riservate ai sub con brevetto, per esplorare i meravigliosi fondali marini delle Bahamas. Non hai il brevetto? Non disperare: lo snorkeling è praticabile da tutti. Le acque limpide permettono di ammirare la coloratissima vita marina delle Bahamas: non mancherai di osservare coralli, pesci tropicali e occasionalmente anche le tartarughe marine.

C’è tanto sporto da fare anche fuori dall’acqua a Cable Beach. I campi da beach volley sono praticamente ovunque e c’è la possibilità di fare delle escursioni in bicicletta lungo la costa.

Resort e luoghi di lusso a Cable Beach

Cable Beach divenne un luogo di vacanza dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Soprattutto con l’arrivo degli Anni ’50, alcuni americani iniziarono a investire nella costruzione di resort adatti ai vacanzieri delle classi più abbienti. Nacquero così luoghi come l’Emerald Beach Hotel, conosciuto per essere il primo hote dell’isola con l’aria condizionata. Oltre a questo, proprio interno a questo resort, venne aperto il primo casinò delle Bahamas.

Alcuni di questi luoghi storici sono ancora lì, pronti a farsi ammirare da turisti e viaggiatori che esplorano Nassau. A essi, si sono aggiunti numerosi hotel e resort di lusso moderni e anche di recente costruzione. Il più famoso è senza dubbio il Baha Mar, un complesso alberghiero di alto livello che ospita tre hotel di lusso, un casinò, ristoranti gourmet, campi da golf e piscine. Il Baha Mar è anche il cuore della vita notturna e dell’intrattenimento di Cable Beach, attirando moltissimi visitatori che dormono in altre strutture.

A Cable Beach ci sono anche molti resort di lusso esclusivamente per coppie o per soli adulti. Fin dagli Anni ’50, questa spiaggia non hai mai smesso di essere sinonimo di una certa esclusività ricercata da molti.

Cocktail a Cable Beach

Fonte: iStock

Un cocktail al tramonto a Cable Beach

La vita notturna a Cable Beach

Proprio di vita notturna è il caso di parlare quando si pensa a Cable Beach. Questo luogo è tanto frequentato di giorno quanto di sera, quando le luci dei suoi resort creano un ambiente scintillante su tutto il litorale.

Oltre al casinò del Baha Mar, che attira molti visitatori grazie alla sua vasta gamma di giochi e tornei, ci sono numerosi bar e locali lungo la spiaggia che offrono musica dal vivo ed esibizioni di DJ internazionali. Uno dei momenti più gettonati per iniziare la propria serata a Cable Beach è, senza dubbio, il tramonto: il cielo si tinge di arancio e rosa e i vari bartender e mixologist della zona fanno a gara a chi riesce a creare il migliore cocktail, capace regalare non solo un gusto perfetto ma anche pronto a riprodurre gli stessi caldi colori del tramonto sul mare delle Bahamas.

La vita notturna di Cable Beach è fatta anche di ristoranti di alto livello, dove cenare fino a tardi, magari con vista mare. Il tipo di cucina proposto è internazionale: su quest’isola delle Bahamas arrivano in preponderanza (data la vicinanza) americani. Non mancano però i ristoranti di alto livello che propongono anche cucina italiana nonché, ovviamente, la cucina caraibica, fatta di sapori forti e speziati.

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Giornate Europee del Patrimonio: i luoghi da vedere il 28 e 29 settembre

Il 28 e 29 settembre tornano le Giornate Europee del Patrimonio, un’iniziativa nata nel 1991 allo scopo di far apprezzare e conoscere a tutti i cittadini il patrimonio culturale condiviso così da incoraggiare la partecipazione attiva per la sua salvaguardia e trasmissione alle nuove generazioni. I luoghi della cultura, come musei, gallerie, aree e parchi archeologici, complessi monumentali, biblioteche e archivi, sono al centro di un programma che conta oltre 1000 eventi sparsi per tutto il territorio nazionale.

Il tema di quest’anno è “Patrimonio in Cammino”, che riprende lo slogan europeo “Routes, Networks and Connections”, scelto dal Consiglio d’Europa e condiviso dai Paesi aderenti alla manifestazione. La scelta del tema non è casuale, ma rappresenta un invito a riflettere sul valore del patrimonio culturale in relazione a cammini, vie di comunicazione e connessioni che, oggi e in passato, hanno reso possibili gli scambi fra i popoli e contribuito alla formazione della nostra identità.

Noi di SiViaggia abbiamo selezionato quelli che, a nostro parere, sono i più interessanti, da Nord a Sud, comprese le Isole.

Le iniziative nel Nord Italia

Cominciamo a scoprire le iniziative più interessanti dedicate alle Giornate Europee del Patrimonio partendo dal Nord Italia e in particolare da Torino, dove la Fondazione Torino Musei propone l’ingresso al prezzo simbolico di 1 euro per le collezioni di MAO e di Palazzo Madama. Sono escluse dalla promozione le collezioni permanenti di GAM, chiuse per riallestimento fino al 14 ottobre. Le mostre allestite in questi musei rappresentano appieno il tema delle giornate: il MAO si pone come ponte fra Europa e Asia, mentre Palazzo Madama ospita Change! dedicata ai cambiamenti climatici e al fiume Po, via di comunicazione e di connessione fra popoli da millenni.

Anche la Direzione regionale Musei Lombardia aderisce all’iniziativa organizzando diversi eventi: dalle visite guidate alle Grotte di Catullo e Museo Archeologico di Sirmione, le quali resteranno aperte la sera al costo di 1 euro, alle visite (anche serali) all’area archeologica e all’antiquarium della Villa Romana a Desenzano del Garda.

Palazzo Madama Torino

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Palazzo Madama a Torino aderisce all’iniziativa

Gli eventi del Centro Italia

I musei, gli spazi espositivi e i luoghi della cultura di Bologna e area metropolitana si animeranno con oltre 90 appuntamenti dedicati agli adulti e ai bambini. Anche qui sarà possibile visitare i musei più belli anche la sera, dalle 20.00 alle 24.00, usufruendo della tariffa agevolata di 1 euro, come MAMbo – Museo d’Arte Moderna, Museo Morandi, Pinacoteca Nazionale e Museo di Palazzo Poggi.

La Sovrintendenza Capitolina aderisce creando eventi in linea con il tema delle Giornate Europee del Patrimonio dedicate al cammino. Tra questi mettiamo in evidenza la passeggiata tra archeologia e storie di quartiere organizzata in Via Tiburtina e nel quartiere San Giovanni e l’itinerario dedicato alla “tribù dei piedi zozzi”, così come furono appellati i bambini di Villa Mangani da un giornalista negli anni ’40.

Musei aperti ed eventi nel Sud Italia

In occasione di queste giornate, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli dedica alcune iniziative ai bambini e ai ragazzi, i quali potranno partecipare a un laboratorio che gli permetterà di approfondire la mitologia attraverso i monumenti della Campania antica. Il 29 settembre, invece, si svolgerà una Caccia all’Opera dove ragazzi tra i 10 e i 13 anni e gli adulti investigheranno i rapporti tra i Greci e le popolazioni che abitavano l’Italia meridionale seguendo indizi digitali.

La festa della conoscenza offerta dalle Giornate Europee del Patrimonio è celebrata anche in Basilicata, dove verrà approfondito l’affascinante Cammino Materano e ci sarà l’apertura straordinaria di diversi monumenti come il Castello Tramontano e la Chiesa Rupestre di Santa Maria de Armenis.

Iniziative culturali nelle Isole

In Sardegna, invece, molto interessante in relazione al tema del cammino è l’evento “Monte d’Accoddi, una tappa lungo il cammino del Megalitismo in Sardegna”: durante la visita guidata sarà possibile scoprire il sito archeologico e comprendere quanto per le comunità preistoriche “l’essere in cammino” sia stato fondamentale per scoprire risorse, acquisire sapere e scegliere i luoghi ideali dove vivere stabilmente. Anche la città di Alghero aderisce all’iniziativa con l’apertura straordinaria notturna (fino alle ore 23) dei musei MŪSA Museo Archeologico della Città e MACOR Museo del Corallo, al costo d’ingresso simbolico di 1 euro. Sono previste anche guide programmate presso la Necropoli di Anghelu Ruju, nel Villaggio Nuragico di Sant’Imbenia e nel centro storico.

Arriviamo, infine, alle iniziative organizzate in Sicilia, dove a Palermo sarà possibile visitare al costo di 1 euro (anche la sera) il Salinas, il Museo Riso, Palazzo Steri e il Chiostro di Monreale, una delle testimonianze più affascinanti e meglio conservate dell’arte arabo-normanna in Sicilia. Tra i parchi archeologici, invece, evidenziamo la partecipazione a queste giornate del Parco Archeologico di Kamarina e Cava Ispica, un luogo molto importante per immergersi nelle testimonianze di un passato che ha collegato popoli e civiltà attraverso rotte e connessioni ancora oggi visibili.

Monte d'Accoddi Sardegna

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Durante le Giornate Europee del Patrimonio ci saranno visite guidate anche a Monte d’Accoddi, in Sardegna
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Eguisheim, il più bel villaggio della Francia è in Alsazia

Eguisheim è un piccolo borgo francese che conta poco più di 1500 abitanti che si trova in Alsazia, nel Nord Ovest della Francia, a pochi chilometri dalla più famosa Colmar, una cittadina di 70mila abitanti tra le mete più visitate della regione. Il villaggio di Eguisheim è considerato uno dei più affascinanti della Francia ed è infatti stato spesso premiato come il “più bel villaggio della Francia”, per via dell’incanto che suscita nei visitatori con le sue case a graticcio, le stradine acciottolate e l’atmosfera fiabesca che lo caratterizza. Se vi trovate a visitare l’Alsazia, dedicare una giornata a esplorare Eguisheim vi regalerà un’esperienza indimenticabile, tra storia, architettura e sapori locali.

Oltre a essere inserito nella lista dei borghi più belli di Francia, però, Eguisheim ha ottenuto numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali. Molti sono legati al vino prodotto nei vigneti sulle colline circostanti e alle sue coltivazioni di fiori che non mancano mai alle finestre delle case a graticcio. Poiché Eguisheim è molto piccolo, il turista ha l’impressione di essere entrato in un parco a tema. Invece non è così: si tratta di un vero e proprio villaggio abitato da vere persone e non da folletti e fatine.

Cosa vedere in un giorno a Eguisheim

Passeggiare per le vie del villaggio in Francia vi farà sentire come se foste tornati indietro nel tempo. Le case color pastello, decorate con fiori, sono un tratto distintivo di Eguisheim. Il villaggio ha una struttura circolare unica, e percorrere la sua via principale, Rue des Remparts, vi condurrà in un percorso ad anello attorno alle mura medievali. Uno dei luoghi da non perdere è sicuramente la Piazza del Castello, dove si erge la fontana centrale e la suggestiva chiesa di San Pietro e Paolo. Qui potrete ammirare anche la statua di papa Leone IX, nativo proprio di Eguisheim: questa piazza è il cuore della città vecchia, passeggiando a piedi si possono ammirare belle case rinascimentali e il Castello dei Conti di Eguisheim dove nacque Papa Leone IX. La fontana di papa Leone IX, tra l’altro, è una delle più grandi dell’Alsazia.

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La fontana di Papa Leone IX a Eguisheim

Un altro punto di interesse è, come sopracitato, il castello dei Conti d’Eguisheim. Nel Medioevo la necessità di difendersi ha reso fondamentale la costruzione di una cinta muraria a doppia parete attorno al villaggio e al suo castello. Oggi, invece, il castello è circondato da un recinto ottagonale del XIII secolo. Le stanze, invece, sono utilizzate per mostre ed eventi.

La cappella è stata costruita sul sito del vecchio mastio del castello, in stile neoromanico. Dalla metà del XVI secolo molte case sono state costruite appoggiate contro queste alte pareti difensive poste attorno al castello, così che la città appare un anello di case antiche, quasi tutte con il telaio di legno. Pur essendo in parte in rovina, le torri del castello sono ancora imponenti e raccontano la lunga storia di questo luogo, che affonda le radici nel Medioevo.

La chiesa principale si trova nel centro storico di Eguisheim, all’interno delle mura della città. Al suo interno si può ammirare il vecchio portico, con quattro colonne scolpite e un bellissimo timpano. Il portale ospita una scultura di legno policromo d’eccezionale bellezza, chiamata “la Vergine che s’apre”, risalente al XIV secolo e unico esempio di questo tipo in Alsazia.

Salendo verso la parte alta del borgo, potrete godere di una vista panoramica sulla campagna alsaziana, ricca di vigneti e dolci colline. Eguisheim, infatti, si trova al centro della Strada dei Vini d’Alsazia, una delle più celebri regioni vinicole della Francia. Durante la vostra visita, non potete rinunciare a una sosta in una delle tante cantine del villaggio, dove potrete degustare i famosi vini alsaziani, come il Gewürztraminer e il Riesling. Molte di queste cantine si trovano in edifici storici che contribuiscono al fascino del borgo.

Le feste da non perdere a Eguisheim

Oltre alla bellezza architettonica e paesaggistica, Eguisheim è anche un villaggio che vive delle sue tradizioni. Infatti, tre volte l’anno il villaggio alsaziano diventa ancora più pittoresco in occasione delle feste. L’ultimo fine settimana di agosto si svolge la festa del vino per cui Eguisheim è famosa: è la festa più antica di tutta l’Alsazia. A settembre si svolge il festival dei sapori musicali, un connubio di musica e vino. A dicembre l’appuntamento è con il mercatino di Natale, che rende ancora più magico questo villeggio delle favole. In tutte queste tre occasioni, le stradine di Eguisheim si riempiono di bancarelle, musica e profumi che raccontano la storia e la cultura dell’Alsazia. Gli artigiani locali espongono le loro creazioni e potrete trovare prodotti tipici della zona, come i famosi bretzel o i biscotti alsaziani, da portare con voi come ricordo.

Eguisheim, piazza

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La piazza principale di Eguisheim

Al termine della vostra visita, prendetevi un momento per rilassarvi in uno dei tanti caffè che punteggiano il villaggio. Qui potrete assaporare una fetta di kougelhopf, un dolce tipico alsaziano, mentre vi godete la tranquillità di questo angolo di paradiso fiabesco. Se amate l’arte e la fotografia, Eguisheim offre innumerevoli scorci da catturare: le sue stradine deliziose, le facciate delle case che sembrano uscite da una fiaba, le finestre adornate di fiori e le antiche insegne delle botteghe saranno lo scenario perfetto per ricordi indimenticabili da immortalare per sempre.

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Piatti tipici della Nuova Zelanda che dovresti assolutamente provare

Da sempre, sono le influenze a rendere unica e riconoscibile una cucina nel mondo: in Nuova Zelanda, si fa sentire, in particolare, l’influsso della cucina maori, oltre che di quella moderna, a seguito dell’immigrazione degli europei (prima dei britannici e poi del Sudest Asiatico). La cucina neozelandese è pronta a stupire i viaggiatori con manicaretti e specialità d’eccezione: qui il pesce è tra gli ingredienti fondamentali, insieme alle patate dolci, alle costolette d’agnello, alle spezie e alla carne. Ti sveliamo i piatti tipici della Nuova Zelanda da provare.

Kiwi breakfast

Cosa si mangia per colazione in Nuova Zelanda? Non potevamo non iniziare dal pasto più importante della giornata, che farai in vacanza esplorando questo territorio unico: il pasto mattutino neozelandese permette (davvero) di fare un carico extra di energie. Non facciamoci trarre in inganno dal nome: alla fine, è molto simile a quella inglese, poiché è composta da uova, pancetta, tortino di patate (ovvero hash brown), salsicce, funghi e fagioli.

Fish and chips

Come anticipato, la tradizione britannica si fa sentire a tavola in Nuova Zelanda: la contaminazione inglese è piuttosto forte, quindi puoi ordinare a pranzo o cena molti piatti che già ti suonano familiari, come l’iconico fish and chips, ovvero pesce fritto e patatine. Non è, però, il più amato dai neozelandesi, che infatti prediligono un regime alimentare a base di carne.

Meat pie

Anche in questo caso ci troviamo di fronte a una delle ricette che, per eccellenza, è di derivazione inglese: il meat pie, ovvero il tortino di carne, è ovunque. Bar, ristoranti, localini: tutti si sfidano a chi prepara il tortino migliore, più gustoso e saporito. Viene realizzato con carne di manzo e l’immancabile salsa gravy, ma non mancano varianti vegetariane, come con formaggio e funghi. Oppure con uova e bacon. Come contorno, un buon purè di patate.

Rewena

Abbiamo anticipato che le patate rientrano tra gli ingredienti più usati in Nuova Zelanda. Quindi, non è possibile perdersi il Rewena, il tradizionale pane Maori. Viene preparato usando la patata fermentata al posto del lievito, ed è questo a renderlo tanto particolare: oltre alla nota acidula, c’è quel tocco di “dolcezza”. Rewena, del resto, significa proprio “pane fatto con lievito di patate”, a cui vengono aggiunte farina e zucchero. La pagnotta, nonostante il retrogusto dolciastro, viene comunque usata per preparare gli hamburger.

Agnello arrosto

Come anticipato, la carne in Nuova Zelanda è tra gli ingredienti preferiti, e in particolare l’agnello neozelandese è conosciuto per l’altissima qualità, oltre che per il sapore prelibato. La carne è tenerissima: da più di 150 anni, i neozelandesi si dedicano all’allevamento con pratiche naturali e sostenibili (i costi, infatti, sono elevati). Qui l’agnello viene proposto arrosto, alla griglia o fritto, accompagnato da contorni a base di verdure e pochi condimenti (come rosmarino).

Paua

Sono una vera e propria istituzione in Nuova Zelanda: la lumaca di mare commestibile viene cucinata in tantissimi modi, per esempio insieme al curry, una spezia che completa il piatto con un sapore deciso, oppure in brodo. O persino in omelette, in alcuni ristoranti. I gusci delle lumache di mare vengono poi impiegati in bigiotteria. E per chi lo desidera, per provare l’autentica cucina di mare neozelandese, consigliamo i bianchetti, che sono sottoposti a una stagione di pesca specifica (dal primo settembre fino al 30 ottobre). Vengono proposte in frittella, esattamente come in alcune zone d’Italia.