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Vetralla, il Natale è già arrivato: è esplosa la magia

C’è sempre un certo stupore nell’osservare lo scorrere delle stagioni, nell’ammirare tutti gli spettacoli di Madre Natura che, come un sapiente artigiano, plasma tutto ciò che ci circonda. Ma c’è un periodo che, più di altri, ha qualcosa di speciale e unico, una scintilla che fa sognare, che ci incanta e ci fa diventare bambini. Stiamo parlando del Natale, un momento gioioso e condiviso che è atteso dai più.

Ed è proprio questa attesa che, in un settembre che profuma già da autunno, è stata annullata. È successo in una pittoresca cittadina dal sapore medievale, che dista pochi chilometri da Roma, situata proprio lì, nel verde dei Monti Cimini e nei pressi del cratere vulcanico che ha visto nascere il Lago di Vico.

Ci troviamo a Vetralla, nel cuore della Tuscia. È proprio qui che il 13 settembre Santa Claus ha deciso di arrivare, e di sostare, per far sognare grandi e bambini in attesa del giorno più bello dell’anno. È sempre qui che il Natale è già arrivato facendo esplodere la magia.

Babbo Natale è arrivato in Itala. E si trova a pochi chilometri da Roma

Pittoresca, deliziosa, ricca di storia e di cultura: Vetralla è una di quelle destinazioni che tutti dovremmo raggiungere almeno una volta nella vita. Situato ad appena 70 km dalla Capitale, il comune viterbese è stato a lungo crocevia di popoli e culture che intersecano le storie etrusche, romane e longobarde.

Passeggiare per le strette viuzze, ammirare il centro storico e respirare l’atmosfera di un tempo: questi sono solo alcuni dei motivi per visitare Vetralla. Ma ce ne uno che, a partire da settembre, renderà ancora più bella la permanenza in questo luogo.

Dal 13 settembre, e fino a gennaio, il comune viterbese ospiterà Babbo Natale e tutto il suo entourage, anticipando di qualche mese il calendario con l’obiettivo di regalare un sogno a grandi e bambini. Attraverso tutta una serie di percorsi, di giochi e di strutture da visitare, i viaggiatori potranno immergersi completamente nel magico mondo del Natale già a partire da questo autunno.

Atmosfere di Natale a Vetralla

Fonte: Ufficio Stampa

Le magiche atmosfere del Regno di Babbo Natale a Vetralla

Il Regno di Babbo Natale a Vetralla

Non è la prima volta che Santa Claus sceglie Vetralla come sua dimora, anche se mai era arrivato così in anticipo. Il comune viterbese, infatti, è da anni un vero e proprio punto di riferimento per gli amanti di questa festa. Basti pensare che il Regno di Babbo Natale, che prende vita nel Periodo dell’Avvento, attira ogni anno più di  600.000 persone provenienti da ogni parte d’Italia e d’Europa.

Quello che inizialmente era un negozio di addobbi e decorazioni natalizie, con gli anni si è trasformato in un vero e proprio regno incantato, attirando così tutte le persone affascinate dalle abbaglianti atmosfere di dicembre. Qui è possibile incontrare gli elfi, immergersi nelle suggestive atmosfere natalizie, attraversare tunnel di luci e magia e poi, ancora perdersi nel tunnel glaciale e nel bosco fatato. Si può fare shopping nel villaggio, pattinare sul ghiaccio e assistere alle parate e agli spettacoli giornalieri. Ovviamente non mancano gli incontri con Babbo Natale che è proprio lì, nella sua casetta, ad accogliere i bambini di ogni età (da 0 a 1000 anni).

Tutti sono invitati a entrare in questo mondo. A sognare e a toccare con mano la magia per vivere lo spirito più autentico del Natale in modi e maniere straordinarie. L’ingresso è gratuito e il Regno di Babbo Natale a Vetralla resterà aperto tutti i giorni della settimana dal 13 settembre e fino al 6 gennaio del 2025.

Le parate e gli spettacoli di Natale a Vetralla

Fonte: Ufficio Stampa

Parate e spettacoli nel Regno di Babbo Natale a Vetralla
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Tour dell’automobile a Torino: i luoghi e le esperienze da non perdere

Città dei Savoia, prima capitale d’Italia, ma soprattutto epicentro dell’industria nostrana del Novecento. Torino può essere scoperta in diversi modi, esplorando i suoi lati storici e architettonici, oppure con un tour che approfondisce un prodotto che ne ha plasmato l’identità e l’economia: l’automobile. Torino e l’auto, un rapporto indissolubile che, proprio in questi giorni, viene celebrato durante il Salone dell’Auto, con i suoi eventi che attirano curiosi, appassionati e professionisti del settore.

L’industria automobilistica torinese iniziò a prendere forma già alla fine del diciannovesimo secolo quando un gruppo di aristocratici e imprenditori fondò la Fabbrica Italiana Automobili Torino, conosciuta come Fiat. Negli anni seguenti, l’ecosistema industriale venne alimentato dalla nascita di altri marchi come Lancia, Itala e Aurea. Questo portò una ventata d’aria fresca all’economia cittadina: negli anni Cinquanta e Sessanta si assistette a un fenomeno migratorio che condusse molti cittadini italiani in cerca di lavoro a Torino. Basti pensare che, durante il suo momento di maggiore successo, ossia negli anni ’70, Fiat da sola impiegava oltre 100.000 persone nella città e nel suo circondario.

Molte cose sono cambiate e seppur l’industria stia affrontando problemi e declini, l’interesse nei suoi confronti è sempre presente e c’è chi, visitando Torino, la scopre attraverso un tour dell’automobile che coinvolge musei, stabilimenti abbandonati e piste. Scopriamo insieme quali sono i luoghi e le esperienze da non perdere.

MAUTO, il Museo Nazionale dell’Automobile

Se siete a Torino in occasione del Salone dell’Auto e volete vivere il vostro personale tour dell’automobile, questo non può che partire dal MAUTO, il Museo Nazionale dell’Automobile. Dalle carrozze a vapore di fine Ottocento ai capolavori di design degli anni ’50, dalle auto protagoniste di corse epiche e viaggi memorabili ai prototipi che hanno guidato gli orientamenti futuri della ricerca: il museo custodisce una preziosa collezione di oltre 200 vetture originali prodotte da 80 brand differenti che raccontano l’evoluzione storica dell’invenzione che ha cambiato il mondo.

Aperto tutti i giorni dalle 10 alle 19 il MAUTO, inaugurato nel 1933 ed eletto dal Times come uno dei 50 musei più belli al mondo, offre un affascinante viaggio nella storia attraverso non solo una collezione di auto unica al mondo, ma anche con mostre ed eventi. Fino al 3 di novembre, per esempio, potrete visitare la mostra dedicata al pilota Ayrton Senna.

Museo automobile Torino

Fonte: iStock

Architettura del Museo Nazionale dell’Automobile

Il Lingotto e la Pista 500

Una tappa imperdibile da inserire nel vostro tour dell’automobile a Torino è il Lingotto, il complesso industriale trasformato in un luogo multifunzionale che unisce arte, storia e motori. Qui potete visitare la Pinacoteca Agnelli, un’istituzione artistica con un programma sempre ricco e interessante dedicato a mostre ed eventi dal sapore internazionale. La collezione, che comprende opere d’arte di grande valore realizzate da artisti come Canaletto, Picasso e Matisse, è ospitata all’interno di uno spazio che la famiglia Agnelli commissionò all’architetto Renzo Piano.

Ma soprattutto, al Lingotto avrete l’opportunità di vedere la Pista 500, il circuito di prova automobilistica leggendario diventato un museo a cielo aperto. La pista di collaudo di forma ovale per le automobili Fiat rappresentava un’innovazione perché costruita proprio sul tetto per permettere all’azienda di provare e testare le auto direttamente sulla propria struttura di produzione. Oggi viene utilizzata come spazio artistico in continuo sviluppo dove sono ospitate installazioni ambientali, opere luminose o sonore, progetti di cinema espanso e sculture che si confrontano con l’architettura dell’edificio.

Pista Lingotto Torino

Fonte: iStock

Pista 500 al Lingotto

Gli stabilimenti abbandonati

Se il Lingotto e la Pista 500 mettono in evidenza il successo dell’industria automobilistica, gli stabilimenti abbandonati ne raccontano il declino. Lo stabilimento di Rivalta, per esempio, un tempo uno dei principali siti produttivi della Fiat, ha vissuto un progressivo declino, mentre oggi si parla di un riutilizzo dell’edificio come centro logistico. In stato di abbandono e in attesa di riqualificazione è l’Ex Stabilimento Fiat Grandi Motori: situato in Corso Vercelli, questo stabilimento ricoprì un ruolo importante nella produzione di motori per navi e locomotive.

Heritage Hub a Mirafiori

Un altro luogo da non perdere è sicuramente l’Heritage Hub, un vero e proprio paradiso per gli appassionati di motori. Situato nei locali dell’ex Officina 81, uno degli storici impianti di produzione meccanica Fiat all’interno del comprensorio industriale di Mirafiori, ospita un’affascinante mostra che racconta la storia dello stabilimento e la collezione aziendale di vetture prodotte dai marchi Fiat, Lancia e Abarth.

Heritage Hub celebra l’eredità automobilistica italiana allestendo anche un’area motori dedicata ai motori d’epoca e ai propulsori più iconici e rappresentativi e uno spazio dove vengono esposte le vetture Fiat allestite in oltre cinquant’anni appositamente per l’Arma dei Carabinieri.

Edifici storici a Torino

Infine, il vostro tour dell’automobile vi porterà nel centro di Torino dove, dall’esterno, potrete vedere due edifici storici importanti nella storia della città. Uno è il Palazzo del conte di Bricherasio dove, nel 1899, fu fondata la Fiat. L’altro è il primo stabilimento Fiat situato tra via Chiabrera e Corso Dante, l’area progettata dall’ingegner Enrico Marchesi e contraddistinta da una particolare insegna Liberty. Qui è dove nel 1912 venne prodotta Zero, la prima autovettura in serie con 2000 esemplari costruiti.

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Germania, il ponte del diavolo che fa impazzire i turisti

Un luogo in cui la natura e la mano dell’uomo hanno creato una vera e propria meraviglia, così tutti coloro che si trovano a visitare il Rhododendron Park Kromlau, parco di rododendri e azalee che si trova a Gablenz in Sassonia restano senza fiato muovendosi all’interno dei suoi 80 ettari.

Piante rigogliose, un suggestivo lago di nome Rakotzsee che è il cuore pulsante di tutto il parco e poi lui, il ponte del diavolo, il cui vero nome è Rakotzbrücke.

Fascino e mistero ammantano questa costruzione che sembra essere uscita da un sogno, fata di pietre appuntite, che si allungano verso il cielo, mentre la struttura va a formare un arco perfetto che, specchiandosi nelle acque del lago, diventa un cerchio.

Magia? Oppure la sapiente mano dell’uomo? Ovviamente la seconda, anche se non mancano le storie e le leggendo. Quello che è certo è che, da qualsiasi angolo si osservi la costruzione, completamente priva di barriere, si nota la ruota che va a formare insieme al suo riflesso. Tutto quello che c’è da sapere.

Il parco in Germania in cui ammirare il ponte del diavolo

Un paesaggio favoloso, in cui godere della bellezza della natura e dell’ingegno dell’uomo. Siamo in Germania, in Sassonia, e l’area dove è sorto il parco Kromlau è stata acquistata nel 1842 da Friedrich Hermann Rötschke che ha dato il via alla sua idea che si ispirava a quella del vicino Parco di Muskau, Patrimonio dell’Umanità Unesco. La struttura del parco e le specie di piante che crescono rigogliose al suo interno hanno dovuto fare i conti con il trascorrere del tempo, ma resta comunque il fascino lussureggiante di un luogo in cui respirare la bellezza della natura.

Rocce basaltiche vicino al ponte del diavolo nel Park Kromlau

Fonte: iStock

Alcune rocce basaltiche vicino al ponte del diavolo nel Park Kromlau in Sassonia

Oltre alla flora rigogliosa, uno degli elementi più affascinanti del parco è il suo meraviglioso ponte del diavolo, che lascia senza fiato non solo per la sua struttura che sembra sfidare ogni legge umana, ma anche perché il suo riflesso va a formare un cerchio perfetto quando si specchia nelle acque del lago.

In anni recentissimi sono stati portati avanti importanti lavori di ristrutturazione, come si legge sul sito -infatti – sono stati rinnovati 8,5 chilometri di sentieri e ne sono stati ricostruiti alcuni, sono avvenute nuove piantumazioni ed è stato allestito un punto informazioni. Il parco è accessibile ogni giorno e al suo interno vi è una suggestiva struttura molto antica che può ospitare cerimonie nuziali, in più ci sono una serie di sistemazioni: una di queste rende possibile pernottare nel castello, ma ci sono anche altre soluzioni come la Kavalierhaus che è stata realizzata intorno al 1860 e in anni recenti è stata sottoposta a interventi di ristrutturazione. Per chi desidera si può anche capeggiare nei pressi del lago, che è balneabile

Il ponte del diavolo in Germania

Di ponti del diavolo se ne possono trovare diversi in numerose parti del mondo, sono accomunati dalla loro spettacolarità e dalle leggende che circolano in merito alla loro costruzione. Infrastrutture che si innalzano verso il cielo e si allungano con le loro forme particolari. Proprio come quello che si trova in Germania e più precisamente in Sassonia, vicino al confine con la Polonia.

Pare che il ponte Rakotzbrücke sia stato realizzato intorno alla metà dell’Ottocento, nel corso degli anni Sessanta di quel secolo, soprattutto utilizzando pietre in basalto e inizialmente assicurandolo con supporti in legno, poi successivamente rimossi. Ci sono voluti circa una decina di anni per innalzarlo e la sua vista lascia letteralmente senza parole. Un po’ perché va a formare un cerchio perfetto con il suo riflesso nel lago, un po’ perché le colonne di basalto che lo circondano, giunte appositamente da cave lontane per la sua costruzione, sembrano non poter essere il frutto della mano dell’uomo. A quanto pare, non si può salire sulla struttura per preservarla.

Lungo 7,8 metri e largo 6,5, è stato oggetto di ristrutturazione tra il 2018 e il 2019. Ovviamente, come accade per tutti i ponti che vengono definiti del diavolo, anche in merito a questa costruzione si sussurrano paurose leggende.

Il Ponte del Diavolo Rakotzbrücke

Fonte: iStock

Ponte del diavolo Rakotzbrücke in Germania

Le leggende del ponte del diavolo Rakotzbrücke

Affascinanti e al tempo stesso misteriosi, costruzioni talmente eccezionali da rendere impensabile che siano state realizzate dalla sola mano umana. Anche il ponte del diavolo Rakotzbrücke ha le sue leggende. Ad esempio, come accade per molte infrastrutture simili, si dice che il maligno abbia avuto parte nel suo compimento, pretendendo in pegno per l’aiuto l’anima della prima persona che lo avrebbe attraversato (in questo caso un cane).

Ma non è l’unica storia, si dice anche che, se lo si guarda da una certa angolazione possa mostrare il volto del Diavolo.

Ma al di là delle leggende una cosa è certa: mentre lo si osserva è facile immaginare davvero una favola ricca di misteri e di colpi di scena, perché questo ponte – e il paesaggio in cui è immerso  – regalano tantissimi spunti alla fantasia.

E vale la pena visitare il parco e il suo ponte in ogni momento dell’anno, perché ogni stagione regala suggestioni uniche, ma non solo perché al suo interno vengono organizzati anche diversi eventi: da festival ad appuntamenti musicali fino a un meraviglioso mercatino di Natale.

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Il Parco dell’Alta Murgia diventa Geoparco Unesco

Grande traguardo per la Puglia che vede finalmente arrivato il riconoscimento Geoparco UNESCO per il Parco dell’Alta Murgia. Questo conferma l’inestimabile valore geologico, naturale e culturale del territorio facente parte delle province di Bari e di Barletta-Andria-Trani che ospita borghi, parchi archeologici, boschi, miniere, musei e castelli. È così che l’Alta Murgia entra a far parte di una lista che conta 213 Geoparchi situati in 48 paesi, diventando il 12esimo riconosciuto in Italia.

Il presidente del parco, Francesco Tarantini, ha dichiarato: “Questo titolo premia l’impegno nella valorizzazione del territorio, ma soprattutto rappresenta un’opportunità per stimolare la crescita delle comunità locali attraverso le iniziative future che andremo a realizzare. Il nostro territorio ha ora una vetrina internazionale che ci permetterà di promuovere le nostre eccellenze in tutto il mondo. Con questo riconoscimento, l’Alta Murgia si prepara a scrivere un nuovo capitolo della sua storia, puntando a progetti di conservazione, educazione e valorizzazione che porteranno beneficio al nostro territorio”.

Cosa sono i Geoparchi UNESCO

I Geoparchi UNESCO vengono riconosciuti tali quando possiedono un patrimonio geologico importante in termini di qualità scientifica, rarità, rilevanza estetica o valore educativo. Seppur la maggior parte dei siti presenti all’interno del territorio considerato Geoparco devono appartenere al patrimonio geologico, il loro interesse può essere esteso anche agli ambiti archeologici, naturalistici, storici o culturali. Oltre a questi fattori, è importante che il territorio possieda confini ben definiti e che questi siano gestiti attraverso misure di protezione efficienti e sostenibili.

Per esempio, all’interno di un Geoparco, non è permessa la distruzione o la vendita di reperti geologici e l’intera area deve necessariamente essere amministrata da strutture ben definite, capaci di rinforzare la protezione, la valorizzazione e le politiche di sviluppo sostenibile all’interno del proprio territorio. L’Alta Murgia ha dimostrato di possedere tutti questi requisiti, ricevendo finalmente l’atteso riconoscimento il 9 settembre 2024 deciso dal Consiglio Mondiale dei Geoparchi UNESCO riunitosi in questi giorni in Vietnam.

Il Parco dell’Alta Murgia

Il meraviglioso Parco dell’Alta Murgia si trova nella Puglia centrale, tra le provincie di Bari e di Barletta-Andria-Trani, non distante dal confine con la Basilicata, e si estende su una superficie di 68.077 ettari. Le possibilità per scoprirlo sono tantissime: è possibile percorrere sentieri di trekking, da quelli più turistici ai percorsi destinati ai più esperti; chi ha la bici può esplorare il territorio seguendo le diverse piste ciclabili; oppure è possibile esplorarlo attraverso gli itinerari guidati organizzati all’interno di aree specifiche del parco.

Fanno parte del parco anche diversi borghi come Altamura, famoso per i suoi prodotti gastronomici, in primis il pane, e per i resti dell’uomo di Neanderthal ritrovati all’interno della grotta di Lamalunga. Altri borghi da visitare sono sicuramente Andria, famoso per ospitare nel suo territorio il Castel del Monte, dichiarato Patrimonio UNESCO, e Gravina in Puglia, dove ha sede l’ente del Parco.

Dal punto di vista geologico, il Parco dell’Alta Murgia ospita, tra le altre cose, la cava di bauxite: questa si caratterizza per le particolari sfumature rosse dovute alla presenza di bauxite, che offrono ai visitatori uno scenario unico che ricorda i paesaggi del Grand Canyon degli Stati Uniti. Inoltre, nel 1999, in una cava situata in località Pontrelli, sono state rinvenute circa 30.000 orme di dinosauri appartenenti ad almeno 5 specie diverse. Questa incredibile concentrazione di tracce ne fa il giacimento più ricco del mondo.

Dolina Alta Murgia

Fonte: iStock

La dolina chiamata Pulo nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia
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Ville Aperte in Brianza, le più belle dimore storiche da visitare il weekend del 14 e 15 settembre

La zona della Brianza, nel cuore della Lombardia, è ricca di ville antiche e dimore storiche che meritano assolutamente una visita, ma non tutte sono sempre aperte al pubblico: in occasione del weekend del 14 e 15 settembre 2024, alcune di queste aprono le porte ai visitatori. Scopriamo insieme quali sono le più belle dimore storiche da visitare questo fine settimana in Brianza.

Le dimore storiche brianzole da visitare questo weekend

Ville Aperte in Brianza è l’iniziativa del territorio brianzolo che questo mese di settembre, nel weekend del 14 e 15, viene riproposta in versione autunnale:  il primo appuntamento è previsto per questo fine settimana, ma ne seguiranno altri fino alla fine del mese. I tour hanno un costo di 5 euro a persona.

Le province lombarde coinvolte dall’iniziativa volta a valorizzare la bellezza e la rilevanza storica di queste antiche dimore in Brianza sono diverse: Monza e Brianza, Città Metropolitana di Milano, Lecco, Como e Varese. Il fil rouge scelto per quest’anno è “trame di bellezza”: si tratta di un percorso attraverso il quale il pubblico può scoprire le cosiddetta ville di delizia. Le ville di delizia sono dimore di pregio notevole da un punto di vista architettonico, risalenti al periodo compreso tra il XVI e il XIX secolo. La loro costruzione è spesso stata volute dalle diverse famiglie nobiliari della zona di Milano che avevano l’abitudine di trascorrere in Brianza le loro vacanze.

Il bello di questa iniziativa, però, è che oltre alla visita di queste dimore è possibile scoprire i dintorni e i loro tesori, quali musei, edifici religiosi e piccoli e deliziosi borghi. Il programma, infatti, permette di avere accesso a più di 200 tesori artistici e architettonici disseminati in 90 comuni della Lombardia. Si tratta di un’occasione per conoscere anche altri eventi e iniziative promosse per le celebrazioni dai 700 anni dalla morte di Marco Polo.

Monticello Brianza

Fonte: Ufficio Stampa

Il percorso de “I grandi alberi, custodi della biodiversità” a Monticello Brianza

Gli itinerari di Ville Aperte in Brianza il 14 e 15 settembre

Tra le visite guidate di questo fine settimana ci sono quelle del sabato a Solaro (MI) e a Monticello Brianza (LC), oltre al percorso de “I grandi alberi, custodi della biodiversità”, un’emozionate e rilassante passeggiata nel verde del Parco di Villa Greppi. A La Valletta Brianza (LC) l’itinerario “Le tre chiesette nel parco” immerge i visitatori nel paesaggio delle colline del Parco di Montevecchia e della Valle del Curone. Uno speciale trekking vi condurrà invece sulla storia di Dante col teatro dantesco a Imbersago (LC), lungo 17 tappe che presentano pannelli con su scritti alcuni dei versi più iconici della Divina Commedia. Inoltre, nella giornata di domenica sarà possibile percorrere le antiche stradine del borgo rurale di Campsirago a Colle Brianza (LC).

A Canzo (CO) vi aspetta il percorso espositivo di Filanda Atelier Fiume, mentre a Verderio (LC) il 14 settembre si potrà visitare la Chiesa dei S.S. Giuseppe e Floriano, di stile neogotico, e a Origgio (VA) sarà aperta al pubblico la bellissima Villa Borletti e il suo parco in cui l’astronomo Schiaparelli, suocero del proprietario della villa, trascorreva le vacanze facendo osservazioni astronomiche dalla torretta.

Sabato 14 settembre a Saronno (VA) sarà visitabile il Museo della Ceramica G. Gianetti con collezioni settecentesche ma anche contemporanee. Spostandoci a Lecco, a Robbiate apre i battenti Palazzo Bassi Brugnatelli, dallo stile neoclassico e barocco. Sabato 14 e domenica 15 settembre sono previste visite guidate al nuovo sito del 2024: il Monastero di Santa Maria del Lavello a Calolziocorte (LC), un luogo di grande rilevanza storica. Sabato 14 settembre ci sarà anche un tour alla scoperta di “San Michele e le sue stelle”, con una visita guidata del centro storico di Paderno d’Adda (LC), caratterizzato dai murales dell’opera “La Danza di San Michele” di Basik; a conclusione, sarà possibile partecipare a una cena e a un’osservazione astronomica con un esperto.

Durante il weekend sono organizzate anche visite guidate anche a Villa Reati (già Baldironi) a Lissone (MB), una dimora arricchita da affreschi e soffitti in legno decorato. Negli stessi giorni, un itinerario dedicato all’archeologia industriale, curato dal Parco Adda Nord, si terrà a Trezzo sull’Adda (MI), con la visita “Uomini, macchine e turbine – MuVA e Centrale idroelettrica di Crespi d’Adda”, includendo anche l’edificio in stile liberty. A Ponte Lambro (CO) si potrà esplorare Villa Haechler, una residenza dei primi del Novecento. Infine, domenica 15 settembre a Mariano Comense (CO), sarà possibile visitare la Chiesa di Santo Stefano, il battistero romanico e una collezione di arte sacra.

Villa Guaita, Ponte Lambro

Fonte: Ufficio Stampa

L’interno di Villa Guaita a Ponte Lambro

Ville Aperte in Brianza è anche in collaborazione con il Festival del Parco di Monza che questo sabato 14 apre la inaugura una serie di iniziative con eventi declinati sul tema del parco visto come opera d’arte: saranno previste anche attività per bambini connesse ai temi della scoperta e del viaggio, tra cui un laboratorio in cui i più piccoli potranno portare l’orso Artoo alla scoperta di Villa Cusani di Carate Branza. Domenica 15 settembre, invece, è previsto un trekking di 23 km sul Cammino di Sant’Agostino, nel cuore della Brianza Lecchese, con partenza da Lecco (Basilica di San Nicolò), tappa intermedia a Oggiono e arrivo a Cassago Brianza – Rus Cassiciacum.

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Foliage express, parte il viaggio in treno più bello dell’autunno

Amanti dell’autunno al rapporto! Dal 12 ottobre al prossimo 17 novembre 2024 potrete vivere un’esperienza incredibilmente suggestiva a bordo del favoloso Treno del Foliage: vi aspettano circa 4 ore di viaggio, tra Italia e Svizzera, per immergervi nella magia di questa romantica stagione e godere delle mille infuocate sfumature dei colori dell’autunno. Ecco i dettagli.

Il Foliage Express, viaggio autunnale in treno

L’esperienza del foliage attende i viaggiatori quest’autunno a bordo dei treni della storica Ferrovia Vigezzina-Centovalli: nel territorio che connetta il Lago Maggiore e la Val d’Ossola, con ben 52 km di binari e di paesaggi mozzafiato.

La storica linea panoramica è attiva 365 giorni all’anno ma il Treno del Foliage è un must turistico di questa stagione che è alle porte, soprattutto per gli amanti della natura che vogliano essere deliziati dagli scenari spettacolari dei monti in Italia e in Svizzera.

D’altronde, ogni anno sono migliaia i passeggeri che scelgono di salire sui convogli della Ferrovia Vigezzina-Centovalli per ammirare gli straordinari scenari che questi treni percorrono fin dal 1923. La Ferrovia alpina che collega la Svizzera al territorio italiano è anche stata citata dalla Lonely Planet tra le dieci linee più belle d’Europa.

La tratta italiana di questo emozionante viaggio parte da Domodossola, proseguendo fino alla valle dei pittori, toccando anche la Valle Vigezzo, e arrivando al suo punto più alto presso il borgo di Santa Maria Maggiore. Dopo essere passati davanti al celebre Santuario della Madonna del Sangue, si scende fino alle Centovalli fino a arrivare a Locarno, sul Lago Maggiore. Su questo viaggio panoramico si possono ammirare le colline costellate da filari di vite color oro e i boschi di betulle e castagni, con le faggete, sulle quote più alte.

Il viaggio può iniziare da uno dei due capolinea, Domodossola o Locarno e il tempo di percorrenza di ciascuna tratta è di circa due ore. A Domodossola è di interesse una visita nel centro storico, dove fermarsi a visitare la Piazza Mercato e i suoi palazzi storici, come Palazzo San Francesco, sede delle collezioni dei Musei Civici.

Ferrovia Vigezzina-Centovalli, Treno del Foliage, autunno

Fonte: @Peter Boffelli

Il treno sulla Ferrovia Vigezzina-Centovalli in autunno

Locarno è il punto di arrivo per i viaggiatori che vengono dall’Italia ed è una cittadina deliziosa, dove passeggiare sullo splendido lungolago e immergersi tra gli scorci suggestivi del centro storico fino ad arrivare a Piazza Grande sede del famoso Festival del Cinema. Volendo è anche possibile prendere un bus da Locarno per visitare la città di Ascona, dal carattere mediterraneo.

Durante il periodo in cui sarà attivo il Treno del Foliage si potrà cogliere l’occasione per scoprire la 25a edizione dell’Autunno Gastronomico del Lago Maggiore e Valli, che si terrà fino al 22 ottobre a Locarno. Santa Maria Maggiore, invece, offre la possibilità per i giorni del 19 e 20 ottobre di scoprire la 19a edizione di Fuori di Zucca, per conoscere il borgo Bandiera Arancione del TCI e i suoi prodotti tipici. Ancora a Santa Maria Maggiore, fino al 3 novembre è in programma la mostra Gian Maria Rastellini nella Milano di Grubicy e Tosi.

Quali sono i prezzi del Foliage Express

Sul sito http://www.vigezzinacentovalli.com/foliage è possibile acquistare i biglietti per questo viaggio a bordo del Foliage Express. Sabato, domenica, festivi e prefestivi gli adulti pagano le seguenti tariffe: 1a classe € 50 – 2a classe € 40 – biglietto che include una sola fermata intermedia facoltativa (all’andata o al ritorno).

Negli altri giorni, invece, gli adulti possono scegliere tra questi prezzi: 1a classe € 46 – 2a classe € 36 – biglietto comprensivo di una sola fermata intermedia facoltativa (all’andata o al ritorno)

I ragazzi dai 6 ai 16 anni (non compiuti) possono viaggiare con uno sconto del 50%, mentre sotto i 6 anni possono viaggiare gratuitamente senza occupare il posto a sedere.

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Masada, la drammatica storia dell’antica fortezza d’Israele

Masada è una meta turistica molto amata dagli stranieri ed è quasi un culto per gli israeliani: il motivo sta nella sua storia, che sfiora la leggenda. È un’antica fortezza costruita a picco su una rocca a 400 metri di altitudine nel bel mezzo del deserto da cui si scorge il Mar Morto, una delle tappe obbligate in Israele oltre a Tel Aviv e Gerusalemme quando si fa un viaggio per la prima volta.

La storia di Masada, l’antica fortezza di Israele

Masada era circondata da mura alte cinque metri lungo un perimetro di un chilometro e mezzo, con una quarantina di torri alte più di 20 metri. Era considerata una fortezza inespugnabile. A rendere ancor più difficile un eventuale assedio contribuiva la particolare conformazione del territorio. L’unico punto d’accesso a Masada era l’impervio Sentiero del serpente, così chiamato per via dei numerosi tornanti che lo rendevano un difficile ostacolo. Oggi, Masada è nella lista dei Patrimoni dell’Unesco e a questa antica città è legato un tragico evento.

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Fonte: 123RF

Il Sentiero del serprente (con vista sul Mar Morto) che conduce a Masada

L’assedio di Masada è stato l’evento che ha trasformato questa florida città in un luogo abbandonato in una sola notte. Nel 66 a.C., Masada era stata conquistata da un migliaio di Sicarii che vi si insediarono con donne e bambini. L’esercito Romano, guidato da Lucio Flavio Silva, assediò la città dei ribelli che si erano arroccati nella fortezza, considerata inespugnabile. Pur di non farsi catturare, gli abitanti decisero di suicidarsi in massa. Quando i Romani entrarono nella cittadella trovarono solo i cadaveri. Oggi, Masada, oltre a un bellissimo sito archeologico, è un simbolo: tutt’oggi le reclute dell’esercito israeliano vengono condotte sul questo luogo simbolico per pronunciare il giuramento di fedeltà al grido di: “Mai più Masada cadrà”.

Masada, tappa imperdibile in Israele

L’altopiano su cui sorge Masada, immerso nella depressione del Mar Morto, offre uno scenario naturale a dir poco mozzafiato. La montagna all’interno del Deserto di Giuda su cui sorge l’antica fortezza domina il mare. Si tratta di un luogo unico al mondo, che riunisce meraviglie incredibili, bellezze naturali e che ha una storia millenaria. Poco lontano dal sito archeologico ci sono il punto più basso del pianeta a -425 metri sul livello del mare e l’oasi di Ein Gedi, dove è possibile fare il bagno nelle acque salate del mare e restare a galla.

Masada, il sito che riserva ancora sorprese

Il sito di Masada è ancora oggi oggetto di studi da parte di esperti storici e archeologici, tanto che una nuova ipotesi ha ribaltato alcune teorie sostenute finora. Le prime scoperte archeologiche della fortezza risalgono all’inizio del 1800, ma solo alcuni scavi effettuati negli Anni ’60 riportarono alla luce gli edifici che ora si possono ammirare a Masada. Nel I secolo a.C., la fortezza ospitava il palazzo di Erode il Grande che lo fece fortificare. Le mura sono in parte ancora lì. La sua villa era arroccata su tre diversi livelli a picco sullo strapiombo e aveva le terme con la caldaia centrale, alcuni magazzini sotterranei e ampie cisterne per la raccolta dell’acqua.

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Le mura dell’antica città di Masada

Tre zone abitative con un unico cortile ospitavano gli abitanti di Masada. Ci sono anche i resti di una chiesa bizantina del V secolo con una sala principale e tre stanze secondarie. Sul livello inferiore della cittadella si trovano alcuni alloggi destinati agli ospiti di Erode. Ma l’edificio più imponente è il Palazzo occidentale che ha un’estensione di 3.700 metri quadrati.

Uno studio pubblicato di recente sul Journal of Roman Archaeology ha portato alla luce maggiori dettagli su come siano state realizzate le opere d’assedio costruite dai Romani e su quali fossero le loro esatte funzioni originarie, una teoria sostenuta da alcuni archeologi israeliani. Secondo gli esperti che hanno condotto lo studio, per costruire le fortificazioni ci volle la manodopera e il sudore di più di 5.000 soldati. Inoltre, alcune sezioni delle mura non furono realizzate a scopo esclusivamente difensivo, ma per poter suscitare nel nemico un effetto psicologico, dando l’impressione di essere troppo imponenti e grandi per essere oltrepassate.

Come arrivare a Masada

Il Sentiero del serpente è il percorso che, tutt’oggi, permette l’accesso alla fortezza di Masada. Lungo oltre cinque chilometri, è piuttosto difficoltoso perché, oltre a essere in salita, lo si percorre sotto il sole cocente del deserto. L’alternativa è più veloce e meno faticosa, ma non è adatta a chi soffre di vertigini: una funicolare sfreccia nel vuoto con un dislivello di 290 metri e conduce i visitatori fino in cima. Molti dei turisti che frequentano il sito iniziano la scalata al Sentiero del serpente prima dello spuntare delle prime luci dell’aurora, nel buio della notte rischiarato unicamente dalla luna e dalle stelle, per riuscire a vedere l’alba dall’interno delle rovine dell’antica fortezza. Il sole sembra sorgere da una parete rocciosa per riversare la sua luce su tutto l’avvallamento circostante. Uno spettacolo unico che merita un viaggio.

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La funivia che porta alle rovine di Masada
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Ecco i luoghi dove il mare è caldo tutto l’anno

Il sogno di inseguire l’estate, di viaggiare cercando il mare caldo, quello che ti accoglie tutto l’anno con temperature miti regalandoti la possibilità di bagni anche fuori stagione. Ci sono alcune mete nel mondo dove il desiderio si trasforma realtà, offrendo la possibilità di fare una nuotata anche quando imperversa l’inverno.

Alcune facilmente raggiungibili, altre più distanti, sono tutte accomunate dal loro mare che permette di vivere vacanze al caldo e che regala un’esperienza autentica di estate (o primavera) che dura dodici mesi: dalle Canarie a Sharm El Sheikh, ma anche Dubai e Lampedusa dove il bagno si può fare fino all’autunno inoltrato.

Le tappe imperdibili per rincorrere l’estate e fare il bagno anche fuori stagione: da quelle più vicine all’Italia a destinazioni più lontane ma che vale la pena raggiungere.

Canarie

Temperature miti, mare caldo tutto l’anno: le Canarie sono una delle mete predilette per chi sogna di andare in spiaggia per tutti i 12 mesi. Appartengono alla Spagna, ma si trovano al largo della costa nord – occidentale africana nell’Oceano Atlantico. Basti pensare che le temperature non scendono sotto i 18 gradi (come minima) a gennaio e quindi le acque di queste isole sono perfette per fare il bagno anche fuori stagione. Tra le isole che si possono scegliere vi sono Gran Canaria e Tenerife, che sono meno ventose rispetto alle altre.

Comunque, la temperatura media è di 22 gradi e le ore di sole annuali ammontano a più di tremila, le spiagge sono diversificate e si trova quella giusta per ogni gusto.

Il mare caldo tutto l'anno alle Canarie

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A Gran Canaria, dove il mare è gradevole tutto l’anno

Spagna – Costa del Sol

Restiamo in Spagna con la Costa del Sol, la zona di Malaga in Andalucia è una meta favolosa per godere del mare anche in inverno: la sua costa è molto lunga e i giorni di sole annuale pare ammontino a circa 320 in questa regione. Si tratta di un’area punteggiata da suggestive località balneari, ma di cui vale assolutamente la pena scoprire anche la cultura e la tradizione gastronomica (davvero ricca e indimenticabile). Un luogo in cui, poi, si avrà voglia di tornare.

Spagna, lungo la Costa del Sol il mare è caldo

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Spagna lungo la Costa del Sol per andare al mare tutto l’anno

Dubai

Bella tutto l’anno con le sue tante anime, Dubai anche nei mesi invernali è la meta ideale per chi cerca mare caldo e clima adatto a una vacanza che ci ricordi l’estate.

Oltre alle bellissime spiagge si possono programmare escursioni nel deserto o visitare le tante attrazioni maestose che questa località ha da offrire. Un viaggio indimenticabile per chi ama la comodità e le mete da sogno.

Dubai meta per le vacanze di chi cerca il mare caldo

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Vacanza a Dubai per il mare caldo tutto l’anno

Lampedusa

Più vicina all’Africa che alla Sicilia, l’isola italiana di Lampedusa gode di un clima privilegiato per gran parte dell’anno, che permette di poter fare il bagno in un mare abbastanza caldo anche in autunno inoltrato: infatti l’estate può arrivare anche fino al mese di novembre.

Tra le spiagge da visitare (e da vivere) a Lampedusa si segnalano quella di Cala Croce con la sua sabbia bianca che fa da contrasto con il blu del mare e, da non dimenticare, anche la Spiaggia dei Conigli il cui accesso è contingentato.

A Lampedusa mare caldo per gran parte dell'anno

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Lampedusa, qui si trova il mare caldo per gran parte dell’anno

Malesia

Un’altra meta ideale per chi è alla ricerca di un mare caldo tutto l’anno è la Malesia. Il clima, del resto, è equatoriale che si traduce con caldo e umido, non mancano neppure le piogge che sono molto abbondanti soprattutto in concomitanza dei monsoni. Le aree esposte sono diverse in base ai periodi dell’anno; quindi è bene organizzare il viaggio sapendo prima come sarà il clima. Aspetto interessante da sapere è che le temperature sono calde e gradevoli 12 mesi all’anno. Se si programma una vacanza in Malesia tra novembre e maggio, ad esempio, la zona da raggiungere è quella peninsulare occidentale.

Malesia, meta ideale per chi cerca il mare caldo

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Mare caldo tutto l’anno in Malesia

Mauritius

Mauritius è un’isola ed è una meta di viaggio favolosa per chi rincorre l’estate tutto l’anno, in particolare per la temperatura del mare che è calda e gradevole.

Da aprile a settembre le temperature sono perfette e il clima dovrebbe essere più secco, mentre in altri periodi si corre il rischio di piogge. Da calcolare che qui soffiano venti anche molto forti. Perfetta per chi cerca spiagge e natura indimenticabili.

Mare caldo e da favola alle Mauritius

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Mauritius: mare caldo e location da sogno

Cuba

Mare tutto l’anno? Cuba è un’altra destinazione perfetta, poiché la temperatura dello specchio marino può variare dai 24 ai 28 gradi. Da novembre ad aprile il clima è maggiormente secco, quindi potrebbe essere il momento più adatto per raggiungere l’isola. A rendere un viaggio qui indimenticabile tante bellezze, a Cuba infatti ci si potrà lasciare stupire da spiagge meravigliose, natura favolosa, storia e cultura. Un luogo tutto da scoprire.

Cuba: mare caldo tutto l'anno

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Il mare caldo tutto l’anno lo troviamo a Cuba

Sharm El Shaik

Torniamo relativamente vicino all’Italia con Sharm El Sheik, località di mare in Egitto dove si può fare il bagno tutto l’anno, basti pensare che la temperatura del Mar Rosso non scende al di sotto dei 22 gradi.

Si raggiunge in circa 4 ore di volo da Milano e qui ci si può lasciare stupire dalla sua bellissima barriera corallina, una delle più grandi al mondo e i cui coralli si sono formati anche 6mila anni fa, dalle sue spiagge favolose come quella di Main Beach. Da non perdere anche il Monastero di Santa Caterina che si trova nei pressi del monte Sinai.

Sharm El Shaik con il mare caldo tutto l'anno

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Mare caldo tutto l’anno a Sharm El Shaik mare caldo

Bonita Springs in Florida

Se l’intenzione è quella di volare negli Stati Uniti, allora la località da raggiungere è Bonita Springs: qui il sole splende tutto l’anno (pare per circa 300 giorni). Si trova nel sud – ovest della Florida, più precisamente nella contea di Lee ed è una cittadina caratterizzata da spiagge di sabbia bianca e sottile, parchi e si possono organizzare tante escursioni per tutti i gusti: da quelle più sportive a quelle di carattere culturale.

Bonita Springs in Florida: qui si trova il mare caldo

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Mare caldo, una delle mete è Bonita Springs in Florida

Sri Lanka

Vacanze per tutto l’anno grazie a un mare caldo? Lo Sri Lanka è un’altra località da raggiungere, basta pianificare con attenzione il periodo e la zona da visitare in base ai monsoni. Qui, poi, ci sono tantissime cose da fare e da vedere: dalle attrazioni che fanno immergere nella cultura di questo luogo, fino alle spiagge che lasciano senza fiato così come la natura.

Sri Lanka dove trovare il mare caldo

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Sri Lanka: meta da scoprire per il suo mare caldo
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Assedio di Masada, dall’archeologia nuovi dettagli sulle costruzioni romane in battaglia

Per comprendere a cosa si riferisce l’ultima ricerca di un gruppo di archeologi israeliani dobbiamo tornare indietro nel tempo fino all’Assedio di Masada, episodio conclusivo della prima guerra giudaica, combattuta tra romani e zeloti.

Uno studio pubblicato sul Journal of Roman Archaeology ha infatti portato alla luce maggiori dettagli su come siano state realizzate le opere d’assedio costruite dai romani nei pressi di Masada e su quali fossero le loro esatte funzioni originarie.

Cos’è l’Assedio di Masada

Avvenuto nel 73 d.C., l’Assedio di Masada fu l’epilogo della prima guerra giudaica, in cui gli ultimi zeloti si rifugiarono nella fortezza di Masada per sfuggire ai romani. Secondo la tradizione, al termine dell’assedio, i romani trovarono solo sette sopravvissuti, mentre gli altri si sarebbero suicidati per non cadere in mano nemica, sebbene questa parte della storia sia contestata da alcuni scavi archeologici. All’epoca, questa battaglia non venne ritenuta di grande importanza o interesse storico, ma solo successivamente fu resa famosa per via degli studi archeologici riguardanti appunto le realizzazioni architettoniche dei romani.

La scoperta degli archeologi sull’Assedio di Masada

Dev’essere attribuita a un gruppo di archeologi israeliani la recente scoperta sui dettagli del modo in cui furono costruite le fortificazioni e le cinta murarie dei romani nei dintorni del sito di Masada: lo studio, reso pubblico sulle pagine illustri del Journal of Roman Archaeology, approfondisce proprio questa vicenda dal punto di vista architettonico.

Le opere dei romani a Masada contavano all’epoca un muro di cinta, torri, forti e persino una rampa di terra, con un’estensione di oltre quattro chilometri. Il terreno dei romani era circondato da mura alte circa due metri e mezzo e protetto da torri che misuravano in altezza più di tre metri e mezzo. Secondo gli archeologi che hanno condotto lo studio, per costruire queste fortificazioni ci volle la manodopera e il sudore di più di 5.000 soldati che probabilmente impiegarono ben oltre due settimane per realizzare le imponenti strutture e un tempo ulteriore per la rampa d’accesso.

Lo studio condotto dagli archeologi israeliani per il Journal of Roman Archaeology ha inoltre mostrato che alcune sezioni delle mura sul terreno di Masada non erano state realizzate a scopo esclusivamente difensivo: è il caso di quelle vicine agli uadi (scavate nei corsi dei fiumi) e nei pressi dei burroni che sembra vennero invece costruite dai soldati romani – oltre che per evitare incursioni dall’esterno – soprattutto per poter suscitare nel nemico un effetto psicologico, con l’impressione di essere troppo imponenti e grandi per essere oltrepassate. Gli studiosi infatti hanno evidenziato il fatto che i muri fossero troppo sottili come spessore per avere una sola funzione difensiva, privi anche di parapetti per i soldati che vi si appoggiavano. Le torri, oltretutto, erano distanti eccessivamente le une dalle altre.

Il motivo, invece, per cui i romani insistettero tanto a voler conquistare una roccaforte piccola (solo un centinaio di soldati) come quella di Masada è ancora ignoto, anche se tra gli studiosi anche Guy Stiebel pensa che la conquista fosse connessa alla conservazione del commercio di balsamo a Ein Gedi.

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Salone dell’auto di Torino, come visitare la città gratis seguendo tutti gli eventi

Nel cuore dell’elegante città piemontese, torna il Salone Auto Torino 2024 che dopo 5 anni si ripropone in una veste rinnovata e pronto ad animare le vie e le piazze del centro, con eventi gratuiti per tutti i partecipanti e 500.000 visitatori attesi. Un’occasione perfetta, quindi, per scoprire la bellissima città di Torino guidati da un evento unico, imperdibile per tutti gli appassionati di automobili e non solo.

La nuova edizione del Salone dell’Auto di Torino

Il  Salone dell’Auto torna a Torino dopo cinque anni, annunciato nelle precedenti conferenze stampa dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, dal sindaco della Città di Torino Stefano Lo Russo, dall’assessore regionale alle Attività produttive Andrea Tronzano e da quello comunale ai Grandi Eventi, Sport e Turismo, Mimmo Carretta, con la collaborazione di Andrea Levy, ideatore e organizzatore di Salone Auto Torino 2024.

Quest’anno il Salone Auto Torino 2024 diventa un vero e proprio museo a cielo aperto, un momento di scambio culturale nel centro della città di Torino dove il pubblico sarà immerso nella storia dell’industria automobilistica, tra automobili del passato e vetture del futuro, naturalmente con un focus sulla sostenibilità ambientale. Le vie e le piazze del centro storico saranno le vere protagoniste di questo evento che si svolgerà dal 13 al 15 settembre, con momenti di incontro e intrattenimento dalle 9.00 del mattino fino alle 23.00 di sera, tutti gratuiti.

L’evento avrà il suo centro nevralgico in piazza Carlo Felice e condurrà i visitatori verso la bellissima piazza Castello e in piazzetta Reale, dove si potranno ammirare tutti i modelli di automobili esposti per raccontare al pubblico l’evoluzione della tecnologia automotive. Oltre a uno sguardo sul passato, l’evento mostrerà agli amanti delle automobili quali sono le nuove tecnologie del settore, come le auto a zero emissioni, che potranno persino essere provate dai partecipanti nel percorso test drive dedicato.

Il Salone Auto Torino 2024 è una vera e propria passeggiata in città durante la quale ammirare non solo i grandi modelli disegnati dai carrozzieri che hanno fatto la storia dell’automotive e le supercar e hypercar più incredibili, ma anche il contesto urbano.

Salone Auto Torino 2024, automobili

Fonte: Ufficio Stampa

Ecco come apparirà il centro storico di Torino per il Salone Auto Torino 2024

Come partecipare agli eventi del Salone Auto Torino 2024

Per partecipare al Salone Auto Torino 2024 si potrà scaricare il Free Pass Salone che permetterà di avere accesso anche alle speciali convenzioni per treni e pullman, pensate per arrivare a Torino nei giorni dell’evento, oltre che dare al possessore la possibilità di usufruire di sconti e ingressi speciali nei musei, negli esercizi commerciali e nei ristoranti convenzionati. Il Free Pass Salone sarà quindi un biglietto elettronico gratuito che darà anche ai possessori la possibilità di effettuare i test drive con le automobili messe a disposizione dalle case automobilistiche.

Salone Auto Torino 2024 è un evento che mira infatti a coinvolgere al massimo il territorio, con preziosi risvolti economici. Andrea Levy, Presidente Salone Auto Torino ha commentato così questo aspetto: “Abbiamo riunito gli elementi più appassionanti e suggestivi del sistema automobilistico in un unico format, in una sola passeggiata che, da piazza Carlo Felice a piazza Castello e piazza Vittorio Veneto, accompagnerà i visitatori tra le auto classiche, i modelli iconici dei brand, le novità commerciali, disponibili anche nelle aree test drive, i prototipi e le one-off dei più grandi car designer, le due ruote”.

Andrea Tronzano, Assessore Bilancio, Programmazione economico-finanziaria, Patrimonio, Sviluppo delle attività produttive Regione Piemonte ha invece aggiunto: “Il 2024 sarà ricordato come il ritorno del Salone dell’Auto su Torino, l’idea di far ritornare il binomio auto/esposizione in centro città la trovo non solo intelligente e rispettosa della nostra storia recente, ma anche, come hanno dimostrato le recenti edizioni di Autolook un momento di festa per le migliaia di appassionati dei motori che popolano la nostra regione. Mancano ancora diversi mesi all’appuntamento ma la macchina organizzativa sta lavorando per regalare alla città un momento indimenticabile”.

Le aree test con le automobili a basse emissioni si troveranno in piazza Carlo Felice e in piazza Castello, insieme alle supercar e alle auto più iconiche, proseguendo anche su via Roma, piazza San Carlo, piazzetta Reale, Giardini Reali e piazza Vittorio Veneto. Tra piazza Arbarello e piazza Solferino, invece, saranno previsti momenti di intrattenimento per le famiglie e dei focus sulla mobilità.

Piazza San Carlo, via Roma e piazza Castello costituiranno quello che è quindi il Circuito Dinamico dove si potranno ammirare le Formula 1, i prototipi e le auto classiche più iconiche della storia che sfileranno regalando al pubblico una nuova emozione ogni giorno.

Per sabato 14 settembre è prevista in concomitanza con il Gran Premio Torino la celebrazione della passione di collezioni e club: l’iniziativa vedrà le auto sportive di tutte le epoche passate come protagoniste all’interno dell ameravigliosa e storica cornice della Reggia di Venaria, visitabile dal pubblico. Le automobili in questo momento sfileranno in una magnifica parata che attraverserà le strade di Venaria Reale, oltre che la Panoramica di Superga, per terminare a Torino in via Roma.

La chicca? Anche la Mole Antonelliana si prepara alla festa: nel corso della serata del sabato sarà illuminata dei colori dello stemma di Torino, il giallo e il blu.