Categorie
Idee di Viaggio Irlanda Del Nord itinerari culturali murales musica turismo enogastronomico Viaggi

Viaggio a Derry in Irlanda del Nord: dove storia e street art si incontrano

Diciamoci la verità: nessuno visita l’Irlanda del Nord per il tempo e per godersi il sole. Chi arriva qui si aspetta di guidare su strade dal fascino remoto e selvaggio, lontane da tutto, perfette per un road trip all’insegna dell’avventura, ma non solo. Viaggiare in questa parte del Regno Unito significa respirare l’aria di salsedine proveniente dalle scogliere e camminare tra le strade di città dov’è inevitabile immergersi nella loro storia, fatta anche di assedi e di violenze.

In particolare, se è la storia politica del Paese che volete approfondire, dovete dirigervi a Derry. La seconda città più grande dell’Irlanda del Nord è diventata particolarmente famosa negli anni ’70 quando scoppiò la terribile Bloody Sunday (la canzone degli U2 vi ricorda qualcosa?). Oggi, il passato viene raccontato attraverso i tanti murales che arricchiscono la città, mentre il presente si mostra attraverso i contesti vivaci offerti dai pub cittadini, dalla scena street food locale e da quella musicale.

Per cosa è famosa Derry: Bloody Sunday

Prima di raccontarvi cosa fare e cosa vedere durante il vostro viaggio a Derry, è necessario tornare indietro a uno degli avvenimenti storici che l’hanno resa famosa. È la domenica del 30 gennaio del 1972 quando per le strade della città viene organizzata una manifestazione pacifica per protestare contro diverse ingiustizie, in particolare contro la detenzione senza processo. Dovete immaginare un contesto generale molto teso: siamo in un periodo in cui il clima politico è contraddistinto da forti violenze a causa del conflitto tra chi sosteneva l’appartenenza al Regno Unito e chi invece si batteva per la riunificazione dell’Irlanda.

Durante il corteo, i 15.000 manifestanti vennero bloccati dalle barricate erette dall’esercito britannico e quello che successe dopo è ancora un fatto controverso, ma una cosa è certa: i soldati aprirono il fuoco sui civili disarmati, uccidendo 15 persone, 6 delle quali erano ragazzi. Nessuno dei soldati che sparò fu sottoposto a provvedimenti disciplinari o portato in giudizio, anzi, la documentazione sparì e le armi furono distrutte. Seppur durante gli anni successivi il caso fu riaperto e l’allora Primo Ministro David Cameron chiese formalmente scusa per l’accaduto, il fatto venne infine archiviato per assenza di prove.

Cosa vedere a Derry

L’anima politica di Derry è racchiusa anche nel nome stesso della città che, in realtà, ne possiede due. I cartelli stradali dell’Irlanda del Nord indicano Londonderry, dove spesso ‘London’ viene cancellata dai writers, mentre quelli della Repubblica d’Irlanda riportano il nome Derry. Seppur Londonderry resti il nome ufficiale della città, la gente del posto preferisce chiamarla semplicemente Derry.

Queste sono le cose da fare e da vedere per scoprire il suo passato e il presente.

Quartiere Bogside Derry

Fonte: iStock

Edificio presente nel quartiere di Bogside a Derry

Il quartiere Bogside e i murales

Questo quartiere ha sempre ricoperto un ruolo significativo nella vita quotidiana di Derry. Nel secondo dopoguerra era qui che vivevano le famiglie più povere: lo stesso nome, ‘Bogside’, comprende la parola bog che significa palude. Durante gli anni ’60, il conflitto nordirlandese ebbe il suo epicentro proprio in questo quartiere tanto che, dopo una notte di sangue, questa zona si auto-proclamò libera e fu “chiusa” alle forze lealiste. Venne quindi dipinta su un muro la scritta “You are now entering Free Derry”, che significa “state entrando nella Derry libera”.

Fu durante la prima metà degli anni ’90 che i The Bogside Artists iniziarono a dipingere i loro murales a sfondo politico e sociale sui muri del quartiere dando vita a “The People’s Gallery”, la galleria d’arte del popolo. Passeggiate tra le strade del quartiere per trovare alcune delle opere più belle come “The Petrol Bomber”, il ragazzino con la maschera antigas e in mano una bomba molotov.

Per approfondire potete visitare anche il Museum of Free Derry dove troverete foto, filmati e ritagli di giornale risalenti all’epoca degli scontri.

Murales Derry

Fonte: iStock

Il famoso murales “The Petrol Bomber”

Monumenti storici e moderni

Camminando nel centro storico di Derry troverete diversi luoghi interessanti come il The Craft Village, un centro artigianale lungo il quale potrete ammirare i tipici cottage irlandesi. Si tratta della ricostruzione di una strada del XVIII secolo, incorniciata da bancarelle di artigianato, caffetterie e ristoranti. Se invece state cercando un punto panoramico dal quale ammirare la città, questo è sicuramente il Peace Bridge, mentre chi desidera ammirare edifici storici dal fascino unico deve segnare sulla mappa la Guildhall.

Questa è una meravigliosa struttura neogotica realizzata in mattoni rossi affacciata su una pittoresca piazza. Le sue vetrate mostrano la storia della città e il suo interno può essere visitato gratuitamente. L’area più apprezzata è l’elegante salotto con ampie vetrate e un organo, mentre al piano terra è allestita una mostra sulla storia nord irlandese, dagli insediamenti alle guerre civili.

Derry è anche l’unica città completamente fortificata d’Irlanda, quindi avrete l’opportunità di camminare sulle sue mura ovali lunghe circa 1,5 chilometri. Complete di cancelli, torri di guardia, parapetti, bastioni ed enormi cannoni, le mura possono essere scoperte partecipando a un tour.

La serie tv ambientata a Derry

Il contesto storico, politico e culturale di Derry è stato raccontato con leggerezza dalla serie tv Netflix “Derry Girls”. Ambientata a metà degli anni ’90, racconta le imprese della sedicenne Erin, delle sue amiche e della sua famiglia. In città è stato realizzato anche un murales dedicato alla serie ed è possibile partecipare a un tour guidato che vi porterà nelle location in cui sono state girate le scene. Queste sono, tra le altre, il Dennis’s Wee Shop e Pump Street.

Categorie
America Centrale Costa Rica Idee di Viaggio Parchi Nazionali vacanza natura Viaggi

Sulle pendici del Vulcano Arenal: una sentinella di fuoco in Costa Rica

Con i suoi 1670 metri di altitudine, il Vulcano Arena è una sorta di sentinella di magma e roccia che osserva alcuni dei più bei posti del Costa Rica. Sicuramente, è uno dei luoghi da vedere assolutamente quando si fa un viaggio da queste parti. Situato nel Parco Nazionale che prende il nome dal vulcano stesso, nella regione settentrionale del paese, l’Arenal è un’icona sia per i locali che per i turisti.

Chiunque ami la natura oppure ami mettere un po’ di attività outdoor nei propri viaggi può essere considerato il visitatore ideale dell’Arenal. Cosa bisogna sapere per visitare un luogo del genere, dove la natura si esprime sempre con grande forza? Ecco alcune informazioni e consigli per regalarti una giornata sulle pendici del Vulcano Arenal in Costa Rica.

Come raggiungere il Vulcano Arenal

Raggiungere il Vulcano Arenal, durante il tuo viaggio in Costa Rica, è relativamente semplice grazie sia alla sua popolarità che alla vicinanza di La Fortuna, una piccola città che è diventata il principale punto di accesso alle pendici del vulcano.

Se ti trovi a San José e hai noleggiato un’auto, arrivare nel Parco Nazionale del Vulcano Arenal sarà molto facile, anche se richiede una certa organizzazione per via delle distanze. La capitale, infatti, si trova a circa tre ore di strada. La distanza è di poco meno di 130 chilometri ma, da quelle parti, le strade sono spesso impegnative e richiedono tempi più dilatati per essere percorse in tutta sicurezza.

È consigliato, infatti, noleggiare un’auto 4×4 per arrivare fino a qui e munirsi di GPS e di mappe stradali. Sebbene le strade principali siano asfaltate e ben mantenute, alcune strade secondarie possono essere sterrate o in cattive condizioni, soprattutto durante la stagione delle piogge.

Se, invece, non noleggi l’auto e vuoi girare il Costa Rica con i mezzi pubblici, ci sono degli autobus che collegano San José in circa 5 ore di strada. Come puoi bene immaginare, è meglio progettare di restare a dormire nella zona del Vulcano per almeno un paio di giorni, in modo da goderti l’esperienza con più calma e tempo. A La Fortuna si trovano molte guesthouse e posadas aperte apposta per ospitare i viaggiatori che vogliono raggiungere le pendici dell’Arenal.

Molti turisti preferiscono utilizzare servizi di shuttle o trasferimenti privati, che offrono una più comoda opzione di trasporto. Questo tipo di trasporto viene prenotato e pagato in anticipo e consente anche di farsi prelevare al proprio alloggio a San José o in altre località e di farsi riportare lì, una volta finita l’avventura sul Vulcano. Ci sono molte compagnie che organizzano questo tipo di trasporto, con tanto di pernottamento, e che portano i viaggiatori dalle principali destinazioni turistiche del Costa Rica fino a qui.

Se stai pensando di visitare questa zona del Costa Rica, la cosa migliore sarebbe di dedicarle come minimo due giorni pieni, ai quali va aggiunto il tempo del viaggio per arrivare fino a qui. Questo vulcano ha generato un ambiente eccezionale, che dà possibilità da vendere a chi ama esplorare e che regala anche dei momenti di relax totalmente invidiabili. In poche parole, la zona dell’Arenal non è adatta a escursioni mordi-e-fuggi in giornata: con il giusto tempo a disposizione, quest’area sarà una gemma del tuo itinerario in Costa Rica.

Vista panoramica su lago e vulcano Arenal

Fonte: iStock

Il panorama sul Lago Arenal

La storia del Vulcano Arenal

L’Arenal è stato, per moltissimo tempo, ritenuto spento. Questo è accaduto perché non erano state registrate eruzioni per molto tempo. Questa convinzione si diffuse ampliamente da quando, nel 1937, si iniziarono a scalare le sue pendici, proprio con la convinzione che si trattasse di un vulcano estinto.

Nel 1968, successivamente a un grosso terremoto, l’Arenal si risvegliò, cambiando totalmente la prospettiva su tutto ciò che lo riguardava. L’eruzione fu di grande portata e distrusse i villaggi vicini di Tabacón e Pueblo Nuevo L’attività vulcanica intensa è proseguita per decenni, con regolari emissioni di lava e cenere.

Esso fa parte dell’ampia e importante cintura di vulcani attivi del Centro America ed è uno stratovulcano con una forma conica quasi perfetta, il che lo rende altamente ammirabile e fotografabile.

L’Arenal è stato uno dei vulcani più attivi del mondo fino al 2010, anno in cui è entrato in una fase di quiescenza. Anche se al momento il vulcano non sta eruttando, resta un punto di riferimento e di studio per i geologi che ne osservano l’attività giorno dopo giorno.

Alla fine degli Anni ’70, inoltre, è stato creato artificialmente il Lago Arenal, situato ai piedi del vulcano. Si tratta di un bacino idrico artificiale utilizzato per generare energia idroelettrica.

Come raggiungere il Vulcano Arenal

Fonte: iStock

Il profilo perfetto del Vulcano Arenal

Fare escursioni a piedi sul Vulcano Arenal

In condizioni di normalità – ovvero non quando c’è un’eruzione o quando i geologici avvisano di un’imminente attività – il Vulcano Arenal è un paradiso per chi ama camminare e fare escursioni. I sentieri che si possono percorrere, a diversi livelli di difficoltà, sono innumerevoli.

Il Sendero Coladas de Lava è uno dei più conosciuti e dove la maggior parte dei viaggiatori decide di camminare. Si tratta di un’escursione relativamente breve che conduce direttamente alle colate di lava dell’eruzione del 1992. Dalla zona delle colate, si può ammirare il Lago Arenal e tutta la zona circostante. Questo sentiero è lungo poco più di 2 chilometri ed è stato creato appositamente per avvicinare i viaggiatori all’ambiente del Vulcano, con facilità e sicurezza.

Il Sendero de los Tucanes, invece, unisce ambiente vulcanico a quello della foresta pluviale, tanto generosa in Costa Rica. Questo percorso offre la possibilità di osservare l’eterogenea e varia flora e fauna del Costa Rica, tra cui troverai anche i tucani, da cui prende il nome. Il Sendero de Tucanes è lungo circa 4 chilometri e resta uno dei percorsi meno impegnativi e adatto a tutti.

Il Sendero di Ceiba, invece, prende il nome da un enorme albero che si trova proprio nel punto finale del percorso. Si cammina per poco meno di 2 chilometri per trovarsi al cospetto di un qualcosa che è diventato un vero e proprio simbolo della vegetazione del Costa Rica.

La domanda ora sorge spontanea: con tutti questi sentieri dal carattere esplorativo, ce ne sono anche che portano fino alla vetta dell’Arenal? No. Sulla vetta non è concesso arrivare. L’attività del vulcano è sempre sotto controllo e la parte alta di questa montagna piena di lava è riservata solo ai geologi e ai ricercatori.

Al di là di questo, camminare nell’area del Vulcano Arenal è bello e possibile. La cosa importante è arrivare con la giusta attrezzatura e delle scarpe con delle suole in grado di affrontare le rocce vulcaniche. Se non vuoi avventurarti da solo lungo i sentieri, sappi che in zona troverai molte guide autorizzate ad accompagnare i viaggiatori in questo mondo naturale.

Le sorgenti naturali del Vulcano Arenal

Fonte: iStock

Le sorgenti naturali del Vulcano Arenal

Relax nelle sorgenti termali dell’Arenal

Grazie alla sua storia vulcanica, la zona di Arenal è famosa per le sue sorgenti termali naturali, ricche di minerali e perfette per il relax. Le sorgenti di Tabacón sono le più famose, ma ci sono molte altre opzioni, come quelle di Baldi e Ecotermales.

Queste sorgenti sono alimentate dalle acque riscaldate naturalmente dal calore geotermico del vulcano, che scorrono attraverso formazioni rocciose vulcaniche, creando piscine naturali immerse nella giungla tropicale. Queste piscine naturali, ovviamente, sono ad accesso libero, salvo dove espressamente vietato.

Tabacon, invece, si trova a circa 15 minuti da La Fortuna e lì troverai una vera e propria esperienza di benessere Made in Costarica da vivere. Ci sono delle piscine di diversa misura e con acqua a temperatura differente così come ci sono dei luoghi in cui sono state create delle vere e proprie cascata di acqua termale.

In zona di sono anche dei resort che offrono dei pacchetti di Day Spa da circa 80/100 dollari americani al giorno. Solitamente sono disponibili due turni: mattina e sera. Nel prezzo, salvo eccezioni, è compreso anche un pasto.

Zip line e passerelle al Vulcano Arenal

Fonte: iStock

Zip line e passerelle al Vulcano Arenal

Attività a contatto con la natura nei pressi dell’Arenal

La Natura è la vera e propria regina di un luogo come il Parco Nazionale del Vulcano Arenal. E non potrebbe essere altrimenti.

Molti viaggiatori scelgono di raggiungere le pendici del vulcano per dedicarsi ad attività di pura esplorazione naturale. Come il birdwatching, per esempio. Ma non solo: vengono organizzate delle vere e proprie escursioni per osservare molte specie endemiche nel loro ambiente naturale. Queste escursioni coprono spesso la lunghezza di tutta la giornata e richiedono di inoltrarsi nella foresta con una guida.

Passeggiare a cavallo è un’altra delle attività a contatto con la natura possibili in quel della zona dell’Arenal. Si tratta di un modo molto tranquillo e totalmente alla portata di tutti per scoprire quest’area del Costa Rica piena di fascino e bellezza.

Nell’area ci sono anche delle Zip Line per chi desidera sfrecciare volando attraverso la foresta. Decisamente una scelta adrenalinica, ma totalmente sicura, per entrare in contatto con la foresta pluviale e l’ambiente del parco nazionale e osservare il tutto da una prospettiva diversa. Oltre a questo, sono disponibili ponti e passerelle sospese per chi desidera camminare, letteralmente, tra la folta giungla costaricana.

Infine, anche il Lago Arenal è diventato un vero e proprio collettore di esperienze da fare in questa zona. Benché si tratti di un bacino artificiale, è possibile navigare le sue acque in barca, con un wirndsurf, con un kitesurf oppure le si può affrontare semplicemente nuotando. Il Lago è decisamente il posto più ricreativo e facilmente affrontabile di tutta l’area del Parco Nazionale del Vulcano Arenal. Lungo le sue rive non mancano di certo anche i luoghi in cui gustare il meglio della gastronomia del Costa Rica. In quest’area, si delizia la vista ma lo stomaco non resta di certo vuoto.

Categorie
hotel Posti incredibili Viaggi

La stanza d’hotel con vista sul campo da calcio

I tifosi di calcio ne saranno entusiasti: guardare la partita della propria squadra del cuore allo stadio è un’emozione unica e incomparabile, ma anche farlo dalla propria camera da letto, comodi e avvolti in una coperta, non è male.

Da oggi c’è una novità: ecco la partnership esclusiva tra Novotel Hotels, ALL (la piattaforma di prenotazione e programma fedeltà del gruppo Accor) e il Paris Saint-Germain (PSG) che offre ai tifosi una possibilità straordinaria, quella di vivere l’esperienza di assistere a una partita dal comfort esclusivo della prima suite d’albergo permanente realizzata all’interno di uno stadio di calcio. Scopriamo di più!

La suite d’albergo nello stadio di calcio

La collaborazione innovativa tra Novotel Hotels, ALL e il PSG ha portato all’apertura de “La Suite Novotel by ALL.com“, una camera d’albergo unica nel suo genere, situata all’interno del Parc des Princes, lo storico stadio del PSG. Il progetto è stato sviluppato per offrire un’esperienza che va oltre il semplice soggiorno: qui, gli appassionati di calcio e gli amanti del lusso possono vivere un momento irripetibile, combinando l’adrenalina della partita con l’eleganza e il comfort di un hotel di alta classe.

Dal 1974, il Parc des Princes non è solo la casa del PSG, ma un simbolo del calcio mondiale e della cultura sportiva parigina. Con questa iniziativa, Novotel e ALL hanno voluto trasformare la storica location in un luogo che non solo ospita grandi eventi sportivi, ma che offre ai suoi visitatori un’esperienza senza precedenti, ideale per chi desidera immergersi completamente nell’atmosfera elettrizzante delle partite di calcio dal vivo.

La Suite Novotel by ALL.com è stata progettata con un concetto di design all’avanguardia, il cui obiettivo è quello di unire eleganza, funzionalità e comfort. Al suo interno, gli ospiti troveranno un letto matrimoniale, un bagno privato, minibar e una TV a schermo largo, perfetta per rivivere i momenti salienti della partita. Per le famiglie, è possibile aggiungere un letto singolo, rendendo la suite perfetta anche per chi viaggia con bambini e desidera vivere un’esperienza unica all’interno dello stadio. 

Uno degli elementi più esclusivi della suite è la sua terrazza privata, che si affaccia direttamente sul campo da gioco. Da qui, gli ospiti possono godere di una visuale privilegiata della partita, sentendosi parte integrante dell’azione, immersi nell’energia travolgente che solo una competizione sportiva dal vivo può trasmettere.

L’esperienza presso la Suite Novotel by ALL.com

L’esperienza comincia ben prima del calcio d’inizio: gli ospiti vengono accolti in grande stile al Novotel Paris Suresnes Longchamp di Parigi, dove un maggiordomo dedicato si prende cura di loro per l’intera durata del soggiorno. Successivamente, vengono trasferiti al Parc des Princes con accesso VIP, dove possono effettuare il check-in passando attraverso il tunnel riservato ai giocatori per le partite della Ligue 1 McDonald’s.

Una volta arrivati nella loro esclusiva camera, gli ospiti possono godersi un drink di benvenuto presso l’ALL.com BAR e prepararsi per vivere una serata indimenticabile. Durante la partita, il “Flying Buffet” offre un’esperienza gastronomica servita direttamente in camera, permettendo di non perdere neanche un secondo del match mentre si gusta una cena di alto livello.

Dopo la partita, gli ospiti possono rilassarsi con un drink nella suite o tornare all’ALL.com BAR per rivivere le emozioni della giornata. La mattina successiva, la colazione viene servita direttamente in camera, e la giornata si conclude con una piacevole passeggiata attraverso lo stadio.

Questa esperienza senza precedenti riflette la filosofia di Novotel e ALL, sempre impegnati nel creare momenti indimenticabili e nel bilanciare passioni e comfort per i loro ospiti. “La Suite Novotel by ALL.com” si inserisce perfettamente in questa visione, offrendo un’esperienza esclusiva che combina il meglio del calcio con l’eccellenza dell’ospitalità.

Suite Novotel by ALL

Fonte: Ufficio Stampa

La vista dalla Suite Novotel by ALL
Categorie
escursioni itinerari culturali vacanza natura vacanze avventura Vacanze natura Viaggi

Le gite da fare in giornata per stare all’aria aperta con la famiglia

Per staccare dalla routine quotidiana, non c’è niente di meglio che una gita in famiglia per ritrovare energia e serenità. L’Italia, con la sua infinita ricchezza di luoghi incantevoli, offre l’occasione perfetta per esplorare destinazioni straordinarie anche in una sola giornata.

Che siate appassionati di storia e arte, o preferiate perdervi tra paesaggi naturali mozzafiato, non mancano di certo le mete pronte a sorprendervi. Preparatevi a vivere momenti indimenticabili, capaci di unire grandi e piccini in un’esperienza unica e coinvolgente!

In Valle Adamè per ammirare le cime più maestose dell’Adamello

Gli amanti delle mete green e della fauna montana non possono non rimanere stregati da Valle Adamè, una delle zone più caratteristiche e incantevoli che abbracciano il massiccio dell’Adamello, a un’ora e mezza da Brescia.

Attraversata dal Torrente Poglia che scorre sinuoso tra le piane alluvionali e precipita in fragorose cascate cristalline lungo i gradini glaciali, rappresenta un vero e proprio capolavoro in cui la sapiente opera della natura si manifesta in tutta la sua imponenza, dalla maestosa seraccata che domina la testata della valle, fino alle cime rocciose che compongono le catene delle Levade e del Salarno. I segni delle antiche glaciazioni sono chiaramente visibili in ogni angolo, dalla tipica forma a ‘u’ della valle ai “coster” su cui si ergono i contrafforti montuosi.

Un prezioso spettacolo per gli occhi e per il cuore, dove si alternano cime rocciose, ghiacciai, fiumi e altre bellezze naturali tra cui fiori e cespugli di rododendro che in estate e primavera colorano l’intera valle, ideale per respirare aria sana, oltre a godere di una vista incredibile.

In Garfagnana, tra borghi, laghi e riserve naturali

Adatta per una gita di una giornata anche la Garfagnana, incastonata tra le Alpi Apuane e la catena principale dell’Appennino Tosco-Emiliano.

Non a caso, i punti di interesse sono davvero molti: tra fortezze, borghi, grotte e riserve naturali c’è soltanto l’imbarazzo della scelta.

Qualche esempio? Il Parco dell’Orecchiella, per fare un giro tra i suoi rifugi, oppure la Grotta del Vento, per scoprire le rocce calcaree, l’Eremo di Calomini, santuario grotta a strapiombo sulla vallata della Turrite, o il leggendario Ponte del Diavolo nelle vicinanze di Borgo a Mozzano.

Senza contare poi tutti i borghi toscani, sempre ricchi di fascino e storia, come Castelnuovo di Garfagnana, Bagni di Lucca, Barga e Coreglia Antelminelli. Per stare all’aria aperta, un’ottima scelta è anche il Lago di Vagli, sotto le cui acque si nasconde il suggestivo “paese fantasma” di Fabbriche di Carragine.

A Catinaccio, tra panorami e tramonti mozzafiato

Tra la Val di Tires in Alto Adige e la Val di Fassa in Trentino si nasconde una gemma poco conosciuta ma perfetta per gli amanti della natura e dell’avventura: il Catinaccio, fiabesca località che vanta un territorio incredibile con ben 10 cime, 11 rifugi, 10 passi e 5 vie ferrate, così da offrire agli escursionisti e agli appassionati di trekking un’esperienza diversa ogni giorno.

Immersa in un’atmosfera di pace e quiete, è altresì avvolta da un’aura leggendaria. Infatti, si narra che le montagne siano in realtà le rose incantate del giardino del re degli gnomi, Laurino, pietrificate ma che al tramonto riprendono vita tingendosi di rosa e rosso. Il Catinaccio è davvero un luogo magico, dove provare un contatto profondo con la natura incontaminata.

Caorle, borgo marinaro senza tempo

Caorle, Veneto

Fonte: iStock

Caorle, famosa località balneare veneta

Caorle, antico borgo dall’anima marinara lungo l’Alto Adriatico, è imperdibile per chi desidera immergersi in un mix di storia, natura, folclore e sapori autentici.

Ancora oggi, la tradizione della pesca scandisce le giornate: nel pomeriggio, le barche cariche di pesce fresco vi approdano per rifornire il mercato ittico e la cucina locale, ovviamente basata sui doni del mare, è una delizia da gustare con calma, ma solo dopo aver esplorato il pittoresco centro storico o la suggestiva Chiesa della Madonna dell’Angelo, un santuario che si erge su un promontorio roccioso affacciato sul mare.

Ma non è tutto: la vicina laguna di Caorle è un’area protetta ricca di fascino: qui si possono ancora ammirare le tipiche abitazioni in legno e canna dove un tempo vivevano i pescatori con le famiglie, un tuffo nel passato che rende la visita ancora più speciale.

Riva del Garda, la località perfetta per rigenerarsi

Riva del Garda, incastonata sulla sponda settentrionale del Lago di Garda, è la destinazione perfetta per chi desidera fare il pieno di energia e benessere, ma anche per ritrovarsi al cospetto di panorami difficili da descrivere a parole.

Qui, tra corsi di yoga, massaggi rigeneranti e attività di sport dolce, ogni occasione è quella giusta per ricaricare corpo e mente, il tutto plasmato dalla bellezza naturale del lago e delle montagne tutt’intorno. Le passeggiate lungo le sponde del lago o sui sentieri montani donano momenti di relax e avventura da condividere con tutta la famiglia.

Tra monti e lago, ecco la bellezza della Conca dell’Aviolo

Nel cuore ell’Alta Val Paghera, la Conca dell’Aviolo è uno dei gioielli più affascinanti della provincia di Brescia e del massiccio dell’Adamello.

Tale angolo pittoresco regala innumerevoli percorsi per chi desidera esplorare la sua straordinaria bellezza. Il lago Aviolo, con le sue acque cristalline, è la tappa da mettere in lista per una pausa rilassante, magari mentre si osservano i camosci che popolano le vette.

Ma la Conca dell’Aviolo custodisce anche un’importante testimonianza storica: poco sotto il rifugio spicca un’area fortificata con trincee risalenti alla Prima Guerra Mondiale, in particolare alla Guerra Bianca, il conflitto alpino. Un’opportunità unica per gli appassionati di storia e montagna, che qui trovano un connubio perfetto tra natura e memoria storica.

Nel regno delle Dolomiti per scoprire lo Stelvio

Stelvio

Fonte: iStock

Magnifico Passo dello Stelvio

Raggiungere lo Stelvio, Patrimonio Mondiale dell’Unesco, è un’esperienza che ripaga appieno ogni chilometro percorso lungo la spettacolare strada panoramica: l’aria pura sembra avvolgervi, invitandovi a respirare profondamente e a lasciare andare ogni pensiero.

Il Parco Nazionale dello Stelvio offre un’ampia scelta di sentieri, ideali anche per i più piccoli. Inoltre, ogni giorno si possono vivere momenti unici partecipando a laboratori interattivi, visite guidate e molte altre attività pensate per avvicinare grandi e piccini alla natura. È un’occasione preziosa per scoprire il territorio e ammirarne le meraviglie, in un contesto idilliaco.

Gita a tutta fantasia al parco di Bomarzo

Se desiderate trascorrere una giornata fuori dall’ordinario con la famiglia dirigetevi verso Bomarzo, in provincia di Viterbo, e visitate il curioso Parco dei Mostri, incantevole giardino le antiche sculture in basalto, sparse tra il verde, narrano storie di tempi lontani.

È un luogo affascinante e surreale, dove creature mitologiche, divinità e mostri fantastici prendono forma nella pietra, regalando a chi lo visita un viaggio magico attraverso leggende e simbolismi. Il top per chi cerca una meta originale, capace di stupire.

Tra architettura e natura: Rovigo e il Delta del Po

Siete appassionati di arte e cultura? Allora scegliete Rovigo dove, ogni anno, i musei si animano con mostre d’arte e fotografia e le strade del centro storico, con le loro antiche porte, chiese e monumenti, nascondono tesori che meritano di essere scoperti passo dopo passo.

Ma la città non è l’unico richiamo: a breve distanza si estende il meraviglioso Delta del Po, che ha ispirato grandi registi come Antonioni, Rossellini, Avati e Mazzacurati e che, con i suoi paesaggi sconfinati, è ideale per essere esplorato con escursioni in barca, alla scoperta della fauna autoctona e delle case rurali che raccontano la storia del territorio. Per rendere l’esperienza ancora più indimenticabile, attendete l’ora del tramonto, quando i colori del cielo dipingono la natura di tonalità calde e avvolgenti: la magia è assicurata.

La Cascata delle Marmore, un vero spettacolo della natura

Cascata delle Marmore, Umbria

Fonte: iStock

Le spettacolari Cascata delle Marmore

A pochi chilometri da Terni, la Cascata delle Marmore, una delle meraviglie naturali più celebri d’Italia e la cascata più alta d’Europa, è perfetta per fuggire dalla routine e svagarsi a contatto con la lussureggiante vegetazione del parco naturale.

Passeggiando lungo i sentieri, avrete la possibilità di ammirare non solo lo spettacolo maestoso delle acque, ma anche di scorgere le tracce di antiche civiltà grazie ai resti archeologici e industriali, nonché opere idrauliche che testimoniano il profondo legame tra l’uomo e l’ambiente circostante.

In Valtellina, all’aria aperta tra i vigneti

Infine, un’altra idea per una giornata originale è la visita ai vigneti della Valtellina, dove l’arte vitivinicola si sposa con panorami unici.

I terrazzamenti che caratterizzano la splendida valle alpina si estendono per chilometri e danno vita a un paesaggio incantevole che sembra non avere fine. Qui, nelle cantine più rinomate, vengono organizzate visite guidate per vedere da vicino come nasce il pregiato “Valtellina Superiore“.

Ad esempio, luoghi come Carmine di Poggiridenti e Calvario, a Tresivio, propongono un’immersione totale nei segreti della produzione vinicola, permettendo di assaporare la storia e la tradizione di queste terre. Dopo aver apprezzato i sapori locali, perché non approfittarne per una passeggiata rigenerante tra le montagne tutt’intorno, dove la natura diventa il perfetto sfondo per una pausa di relax e benessere? Una fuga in famiglia tra vigneti e montagne, che unisce il piacere del buon vino alla bellezza incontaminata del paesaggio valtellinese.

Categorie
Asia Emirati Arabi Idee di Viaggio Viaggi

Al Hamra, la città dell’Oman tutta da scoprire

Situata nella regione di Ad Dakhiliyah, nel nord-est dell’Oman, a circa 200 chilometri dalla capitale Muscat, Al Hamra è un’antica città che sorge arroccata alle pendici meridionali dei monti di Akhdar. Nota anche come Hamra Al Abryeen, deve il suo nome alla tribù Al Abri, che qui ha trovato casa da secoli. Fondata oltre 400 anni fa, Al Hamra è una città che incanta per la sua autenticità e la capacità di trasportare i visitatori indietro nel tempo, in un luogo che sembra sospeso tra passato e presente.

Un tuffo nel passato, tra antiche case e il souq

Cuore di Al Hamra è il suo antico centro storico, raccolto attorno a una piazza e un souq dove tra vari venditori frutta e verdura fresca, spezie aromatiche e tessuti tradizionali, è possibile osservare anche uno degli ultimi produttori di halwa, un dolce tipico omanita, ancora all’opera. Le case tradizionali, tra le più antiche e ben conservate di tutto l’Oman, sono considerate un vero capolavoro di architettura vernacolare. Spesso addossati alla parete rocciosa, questi edifici si elevano su due, tre e persino quattro piani, con soffitti sorretti da travi di legno di palma, coperte da tetti di fango e paglia.

Passeggiare tra i vicoli di Al Hamra, fiancheggiati da case di mattoni di fango che creano un’atmosfera quasi surreale, è un’esperienza decisamente affascinante. Tuttavia, come in molte altre zone del Paese, anche qui molte delle abitazioni tradizionali sono state progressivamente abbandonate.

È facile perdersi tra le stradine tortuose, che si aprono improvvisamente su viste mozzafiato dell’oasi sottostante, una rigogliosa, quanto inaspettata, distesa verde circondata dalle montagne desertiche. Si tratta di una delle più grandi piantagioni di palme da dattero del paese, che si può anche visitare per scoprire i metodi di coltivazione e raccolta di questi dolcissimi frutti.

Bait al Safah, un museo vivente di antiche tradizioni

Tra le principali attrazioni della città, la più interessante è il Bait al Safah. Si tratta di un museo vivente, ospitato in una casa tradizionale restaurata con grande cura, che offre la possibilità di immergersi nella vita quotidiana omanita di secoli fa.

All’interno, si possono ammirare oggetti e arredi d’epoca che ricostruiscono l’atmosfera di un tempo, ma soprattutto i visitatori vengono accolti da alcuni anziani abitanti del villaggio che mostrano come veniva preparato il pane, come si macinava il caffè e la farina o si produceva l’olio di ginepro, regalando un’esperienza autentica e unica.

Non lontano dal Bait al Safah, si trova Beit al Jabal, un’altra antica abitazione di Al Hamra aperta al pubblico, meno curata ma altrettanto suggestiva. Qui l’ambiente è più rustico, con muri di mattoni di fango grezzi che racchiudono una collezione polverosa di antichi manufatti come spade, monete e utensili, che trasportano i visitatori indietro nel tempo.

Al Hamra, Bait al Safah

Fonte: iStock

Al Hamra, anziana donna del villaggio al museo Bait al Safah

Il villaggio di Misfat Al Abryeen

Nei pressi di Al Hamra, sorge il villaggio di Misfat Al Abryeen, una delle perle nascoste dell’Oman. Questo incantevole borgo, con le case in pietra ocra e i vicoli tortuosi, ricorda un paese medievale e si può facilmente esplorare a piedi, addentrandosi tra le stradine strette e le scalinate che portano fino all’antico sistema di irrigazione, detto falaj, circondato da rigogliose palme e bouganville, che è un luogo di pace e tranquillità.

Seguendo il percorso dell’acqua, si arriva fino a una gola rocciosa, dove il falaj scompare sotto una grande roccia. Lungo il cammino, si possono notare i canali secondari che si diramano dal falaj, utilizzati per irrigare i campi terrazzati sottostanti.

Da non perdere, a Misfat, anche una sosta all’antica torre di guardia, attualmente in rovina, che si erge sopra il villaggio e offre una fantastica vista panoramica sulle colline circostanti. Questo antico baluardo, che pare abbia più di mille anni, rappresenta la testimonianza di un passato ricco di storia e tradizione.

Jabal Shams e la grotta di Al Hoota

A breve distanza da Al Hamra, si erge maestosa Jabal Shams, la montagna più alta dell’Oman, che domina il paesaggio con i suoi oltre 3.000 metri di altezza. Ai piedi del monte si trova la grotta di Al Hoota, una delle più grandi del mondo e la prima a essere stata aperta al pubblico nella Penisola Arabica.

La grotta è un luogo altamente suggestivo, formatasi oltre 2 milioni di anni fa grazie all’erosione della roccia calcarea causata dalle acque acide. Solo una piccola parte della grotta, circa 500 metri su un totale di 4,5 chilometri, è accessibile ai visitatori, ma è sufficiente per rimanere affascinati dalla sua primordiale bellezza. All’interno, si possono ammirare stalattiti, stalagmiti e formazioni rocciose uniche, tra cui il celebre “leone” della grotta, plasmato dall’acqua nel corso di milioni di anni.

La grotta ospita anche un ecosistema unico, con quattro laghi sotterranei, di cui uno accessibile ai visitatori. Lungo 800 metri e profondo fino a 15 metri, è l’habitat di una rara specie di pesce cieco, il garra barreimiae, noto localmente come bu naseh. Oltre ai pesci, la grotta e i suoi laghi sono popolati da pipistrelli, artropodi, molluschi, ragni, lumache e coleotteri acquatici.

Lo spettacolare Wadi Bani Awf

Oltre la grotta di Al Hoota, si apre lo spettacolare Wadi Bani Awf, una delle discese off-road più memorabili di tutto l’Oman. Un percorso mozzafiato che attraversa il massiccio dei monti Hajar, offrendo panorami straordinari e un’esperienza di guida che mette alla prova anche i conducenti più esperti. Il tracciato, spesso accidentato a causa delle piogge, può richiedere fino a tre ore per essere completato, ma è senza dubbio uno dei punti più scenografici del Paese.

La geologia dell’Oman è uno spettacolo unico, con rocce che raccontano milioni di anni di storia del nostro pianeta. L’Oman si trova all’incrocio tra la placca continentale araba e quella oceanica eurasiatica, e questo incontro ha dato vita alla catena montuosa dei monti Hajar, che si estende per oltre 700 chilometri. La mancanza di vegetazione nelle montagne ha reso visibili complessi processi geologici, creando paesaggi di straordinaria bellezza e interesse scientifico.

Anche per questo, la visita di Al Hamra e dei suoi dintorni è un tuffo indimenticabile nel cuore dell’Oman più autentico, tra meraviglie naturali, antiche tradizioni e paesaggi mozzafiato. Un’esperienza da non perdere per chi desidera scoprire la vera essenza di questo straordinario Paese.

Categorie
Asia Idee di Viaggio tradizioni vacanza natura vacanze avventura Viaggi viaggiare Vietnam

Alla scoperta di Sapa, l’estremo nord del Vietnam

Nel cuore dell’estremo nord del Vietnam si nasconde Sapa, un luogo che sembra uscito da un sogno. Tra montagne avvolte nella nebbia, terrazzamenti di riso che sembrano estendersi all’infinito e villaggi che conservano tradizioni antiche, Sapa è un mondo a parte lontano dal caos delle città e perfetto per chi cerca natura, autenticità e avventura da fissare nei ricordi di viaggio. Se stai cercando un posto dove il tempo sembra scorrere ad un ritmo diverso, dovei paesaggi si trasformano in quadri viventi, Sapa ti conquisterà al primo sguardo. Ti sarà utile sapere che Sapa può essere visitata in qualsiasi periodo dell’anno, ma le stagioni migliori sono la primavera e l’autunno quando il clima è più mite e i paesaggi sono al loro massimo splendore. Se sceglierai di visitare Sapa in inverno, sappi che troverai temperature molto fredde e nevicate a volte intense, porta con te abbigliamento comodo da trekking e un impermeabile, le piogge possono arrivare improvvisamente.

Le risaie terrazzate di Muong Hoa

Uno degli scenari più iconici di Sapa sono sicuramente le risaie terrazzate di Muong Hoa, un capolavoro della natura e dell’ingegneria contadina. Le colline, scolpite dai contadini Hmong e Dao per coltivare il riso, formano paesaggi spettacolari soprattutto durante la stagione del raccolto. Tra maggio e ottobre, queste risaie si tingono di un verde brillante per trasformarsi via via in un dorato intenso avvicinandosi ad ottobre e al periodo del raccolto. Camminare tra questa risaia terrazzata è un’esperienza che immerge nella vita locale e si potrebbero incontrare sia contadini al lavoro che bambini che giocano tra i campi.

Il villaggio di Cat Cat

Situato a pochissimi km da Sapa c’è il villaggio di Cat Cat, una delle mete più amate del Vietnam per chi ama scoprire le culture autoctone e in questo caso quella degli Hmong. Nonostante il turismo abbia apportato alcuni cambiamenti, qui è ancora possibile assaporare uno stile di vita autentico. Le case tradizionali sono costruite con legno e bambù, ma a rendere tutto molto idilliaco sono i piccoli ruscelli e le cascate adiacenti, tra cui la Cat Cat Waterfall, la cascata più bella della regione. Fare un tuffo nelle tradizioni locali significa scoprire che il villaggio Cat Cat è famoso per la tessitura e la produzione di indumenti di lino.

Il monte Fansipan, tetto dell’Indocina

Per chi ama le montagne, una delle attrazioni imperdibili di Sapa è senza dubbio il monte Fansipan, chiamato ‘’il tetto dell’Indocina’’, con i suoi 3143 metri è la vetta più alta del Vietnam ed è anche una delle sfide irresistibili per gli escursionisti. Ma se non sei appassionato di trekking, sappi che è possibile raggiungerne la cima con una moderna funivia in pochissimi minuti. Una volta in vetta,  la vista è mozzafiato con le montagne a perdita d’occhio e le nuvole che sembrano quasi sfiorarti, esperienza che ti farà sentire letteralmente in cima al mondo.

Il mercato di Bac Ha

Per vivere un’experience autentica e scoprire la cultura delle minoranze etniche che popolano la regione, il mercato di Bac Ha è una tappa obbligatoria. Qui ogni domenica i gruppi etnici del nord del Vietnam si radunano per poter vendere i proprio prodotti agricoli, artigianali e tessili. I colori dei costumi tradizionali delle donne Flower Hmong con abiti riccamente decorati, creano un contrasto affascinante con il verde delle montagne circostanti, qui inoltre potrai acquistare tessuti fatti a mano, gioielli artigianali e provare piatti tipici.

Il villaggio di Ta Phin

Se cerchi un’esperienza più intima e meno turistica il villaggio di Ta Phin è il luogo giusto. Qui vive la minoranza etnica Dao, conosciuti per i loro costumi rossi e i bagni curativi, qui potrai scoprire la vita rurale nel suo stato più autentico. Potrai visitare le vicine grotte, immergendoti in un paesaggio incontaminato o rilassarti con un tradizionale bagno alle erbe Dao, queste erbe sono famose per i loro effetti benefici e rilassanti sul corpo, soprattutto dopo aver affrontato una giornata di trekking.

Categorie
Notizie treni Viaggi

In arrivo entro il 2025, il nuovo Frecciarossa 1000, green e smart

Il Frecciarossa è il treno di alta velocità di Trenitalia nel nostro Paese: la novità in arrivo è che alla entro il prossimo anno ci sarà in circolazione un nuovo modello di vettura, il Frecciarossa 1000, che sarà tecnologicamente più avanzato e più veloce di adesso. Ecco i dettagli su questo nuovo modello di treno presentato oggi a Berlino.

Cos’è il Frecciarossa 1000

Il Frecciarossa 1000, in grado di raggiungere una velocità massima di 300 km/h (con omologazione fino a 360 km/h), è il primo treno ad alta velocità al mondo a ottenere la certificazione di impatto ambientale (Epd) grazie a un’accurata Analisi del Ciclo di Vita (LCA). Ogni aspetto, dalle leghe leggere utilizzate nella costruzione ai motori elettrici avanzati, è stato infatti studiato per minimizzare il consumo energetico. Tra le innovazioni di questa nuova generazione di treni, spicca un tasso di riciclabilità del 97,1%, superiore del 2,7% rispetto ai modelli precedenti, insieme a una maggiore affidabilità grazie all’efficienza migliorata del sistema di trazione e a una riduzione del consumo energetico.

Luigi Corradi, Amministratore Delegato di Trenitalia, durante la presentazione del nuovo Frecciarossa 1000 all’evento InnoTrans, ha sottolineato l’importanza della sostenibilità per i treni che operano per oltre 25 anni. “La riciclabilità dei materiali è ormai un criterio fondamentale nelle gare per l’acquisto dei treni, come già fatto con gli Intercity, dove abbiamo introdotto sedili realizzati con plastiche riciclate recuperate dal mare. Questo, insieme alle nuove tecnologie per il convertitore, ci permette di ridurre i consumi del 5-10%, un impatto significativo considerando che ogni treno percorre oltre 500.000 km all’anno.

Il Frecciarossa 1000 è stato progettato non solo per viaggiare in Italia, dove collega 120 destinazioni con oltre 270 corse giornaliere, ma anche per operare su sette importanti reti ferroviarie europee, tra cui Francia, Germania, Spagna, Austria, Svizzera, Paesi Bassi e Belgio. Oltre a servire il mercato italiano, ha già avuto grande successo in Spagna e Francia, e Corradi ha annunciato un piano di espansione europea, anticipando che questo treno sarà sempre più presente sui binari del continente, pur non potendo svelare ulteriori dettagli.

Le novità del Frecciarossa 1000

Perché il Frecciarossa 1000 che sarà attivo entro il prossimo anno sarà più tecnologico e più sostenibile?

Dei nuovi treni si contano 36 vetture, per un investimento di circa 1.3 miliardi di euro. Trenitalia ha commissionato a Hitachi questi 36 treni ETR1000, con un’opzione di riserva per altri 10 convogli, per un totale di 46 treni. Le prime consegne arriveranno fino al 2028, al ritmo di circa otto treni l’anno che potranno entrare in servizio.

Oltre alla velocità massima di 300 km/h che raggiunge il Frecciarossa 1000, questo treno ha anche visto un notevole restyling del design degli interni: in area Executive, ad esempio, sono state introdotte 4 nuove sedute che vedono integrate funzionalità come la porta laptop e il pulsante chiamata, mentre invece è stata eliminata l’area meeting. Per l’area Business le novità riguardano prettamente gli interni e in area bistrot è stata ampliata l’area di preparazione dei cibi e sono stati ottimizzati gli spazi dediti al deposito dei trolley del servizio di catering. In area Standard, invece, si aggiungono 8 nuove bagagliere, mantenendo lo stesso numero di posti, ovvero 300, nonché sono state incrementate le cappelliere. Inoltre, sono stati inseriti anche ulteriori pittogrammi per la fruibilità delle persone ipovedenti e non vedenti.

Categorie
Curiosità vacanza natura Viaggi viaggiare

Urban exploration: cos’è e perché affascina molti

Le prime immagini che emergono quando si pensa al turismo sono spesso quelle relative a monumenti storici, oppure a musei ricchi di capolavori o, ancora, a percorsi naturalistici e spiagge bellissime. Tuttavia, da qualche anno a questa parte, c’è sempre maggiore attenzione verso una forma di turismo ancora diversa: l’urban exploration, o Urbex. Questo tipo di esplorazione concentra la sua attenzione verso luoghi abbandonati e decadenti, dove il tempo sembra essersi fermato e dove i segni della presenza umana si mescolano, o addirittura vengono sovrastati, dalla natura che piano piano pensa ad una lenta riconquista. Cosa spinge così tante persone verso l’urban exploration e perché esercita un fascino così potente?

La scoperta dell’Urbex

L’urban exploration è molto più di una semplice avventura o giornata passata in luoghi abbandonati. Infatti, gli urbexer, come vengono chiamati tutti coloro che praticano questa particolare forma di esplorazione, vedono questi posti come una testimonianza di un passato che non si vuole lasciare alle spalle. Ad esempio, ogni edificio abbandonato, fabbrica dismessa oppure ospedale caduto in rovina ha qualcosa da raccontare e sembra trattenere fra le sue mura fatiscenti un pezzo di umanità.

L’esplorazione di questi luoghi invita tutti a riflettere su temi profondi. Uno fra tutti la transitorietà della vita e delle creazioni umane. Lo stato di decadenza ed abbandono di questi edifici sembra quasi un promemoria della mortalità dell’uomo e dell’impossibilità di controllare completamente il mondo che ci circonda.

Le origini dell’urban exploration: dalle Catacombe di Parigi ai social media

La storia dell’urban exploration ha radici profonde, più antiche di quel che si possa pensare. Nel 1793 il francese Philibert Aspairt esplorò per la prima volta le Catacombe di Parigi, un vasto laboratorio sotterraneo di gallerie e cimiteri che si snoda sotto la capitale francese, uno dei luoghi sotterranei più affascinanti d’Europa. Questa prima impresa segnò l’inizio dell’urbex, che oggi è diffuso in tutto il mondo e che ha visto una rapida ed esponenziale crescita grazie anche ai social media.

Oggi, piattaforme come Instagram o YouTube, infatti, hanno contribuito a rendere l’urban exploration una pratica popolare. Online vengono condivise immagini suggestive di vecchi ospedali, castelli abbandonanti e fabbriche dismesse, che attraggono migliaia di visualizzazioni da tutto il mondo.

Si tratta di scenari unici che, oltre ad essere il luogo perfetto per foto uniche, rappresentano una profonda connessione tra uomo e ciò che egli ha lasciato dietro di sé. Per molti esploratori urbani, infatti, condividere le immagini relative a questi luoghi non solo è un modo per raccontare la propria esperienza, ma è anche un invito a riflettere su come la società si trasforma e cosa rimane quando l’umanità si ritira e lascia spazio alla natura.

La ricerca dei luoghi dimenticati

Gli urban explorer, quindi, non si accontentano di semplici viaggi organizzati o mete turistiche comuni. Ma come avviene la ricerca di questi luoghi così affascinanti e dimenticati? Google Maps è probabilmente lo strumento più utilizzato per questo scopo. Osservando dall’alto le varie zone è possibile individuare i luoghi più remoti ed isolati, riuscendo così ad individuare i segni dell’abbandono: tetti sfondati, edifici invasi dalla vegetazione oppure strade dimenticate. Ma la famosa applicazione non è l’unica fonte di informazioni a riguardo. È possibile trovare questi luoghi abbandonati anche osservando annunci immobiliari o parlando direttamente con gli abitanti del luogo.

Una volta individuato il luogo abbandonato da visitare, questi esploratori non lo condividono facilmente con il mondo. Il codice non scritto dell’urbex, infatti, prevede un certo livello di segretezza. Non solo perché gli esploratori sono gelosi delle proprie scoperte, ma anche per evitare queste strutture vengano vandalizzate o depredate da quei soggetti che non hanno rispetto per il loro valore storico o artistico.

Parte di un vecchio palazzo abbandonato ormai in rovina, con luce che entra dalla cupola

Fonte: iStock

Vecchio palazzo in rovina abbandonato

Quali rischi si corre con l’urban exploration?

Nonostante la crescente fama di questa pratica, l’urban exploration nasconde dei rischi. Visitare edifici pericolanti può, ad esempio, causare dei crolli. Le fabbriche dismesse o i vecchi ospedali, inoltre, possono contenere ancora materiali tossici che possono dannosi per l’uomo e per la natura. Tuttavia, i più esperti esploratori non si fanno intimorire. Un urbexer parte alla scoperta di questi luoghi segreti con l’attrezzatura giusta: elmetti, maschere contro eventuali agenti chimici e calzature robuste per poter camminare in sicurezza tra detriti e macerie o in mezzo alla natura.

Oltre ai rischi fisici che si possono correre con l’urban exploration, ci sono da considerare anche i rischi legali. Molte delle strutture e dei luoghi esplorati sono di proprietà privata e, pertanto, l’ingresso è vietato dalla legge. Gli esploratori sono consapevoli di queste probabili conseguenze legali, perciò è fondamentale rispettare sempre le norme ed agire con molta discrezione, evitando di forzare ingressi o arrecare danni ad edifici e proprietà altrui.

L’urban exploration in Italia

L’Italia è un vero e proprio paradiso per gli amanti dell’urban exploration. Con la sua lunga storia ed il suo vastissimo patrimonio architettonico, nel nostro Paese sono presenti numerosi luoghi ed edifici abbandonati, tutti da scoprire. È possibile visitare chiese e conventi vuoti, palazzi eleganti e nobiliari decaduti conquistati dalla vegetazione circostante, passando poi per fabbriche ed aree militare dismesse, fino a più di 6000 interi paesi abbandonati su tutto il territorio italiano.

Fra gli esempi più iconici è possibile citare la città fantasma di Consonno, situata in Lombardia e che nacque nei recenti anni Sessanta come progetto di una Las Vegas tutta italiana, ma subito abbandonata. Oppure, il borgo abbandonato di Roscigno Vecchia, considerato la “Pompei del Novecento”, che venne abbandonato nei primi anni del ‘900 a causa di continue scosse di terremoto che hanno costretto gli abitanti del posto a trasferirsi verso altre mete.

A questi si possono aggiungere migliaia di villaggi medievali sulle colline toscane e liguri, i borghi della Basilicata rimasti vuoti dopo l’emigrazione degli abitanti, ma anche numerose vecchie terme, teatri, ospedali, ville e, addirittura, carceri, che offrono un’esperienza di urban exploration senza eguali.

La città lombarda di Consonno abbandonata negli anni 60, con un lampione abbattuto in primo piano e rovine sullo sfondo

Fonte: iStock

La città abbandonata di Consonno in Lombardia

Esplorare questi luoghi significa immergersi nella storia che non viene raccontata nei libri di scuola oppure raccontata e celebrata nei musei. Sono luoghi che parlano di errori umani e di abbandoni, ma anche della forza della natura, che lentamente si è riappropriata di ciò che l’uomo le aveva rubato nel corso dei secoli.

L’urban exploration è una vera e propria esperienza, che va oltre la semplice curiosità per i luoghi abbandonati. È qualcosa che porta a riflettere sul tempo e sulla natura dell’uomo, osservando ciò che resta quando quest’ultimo si ritira. Per gli urbex è l’occasione di meditare, entrando in contatto con l’assenza della vita e con il lento ritorno della natura.

Categorie
Asia Idee di Viaggio isole patrimonio dell'umanità Viaggi viaggiare Vietnam

La Baia di Ha Long in Vietnam, creata da draghi leggendari

C’è un posto, in Vietnam, che è Patrimonio dell’Umanità e che sembrerebbe essere stata creato dal potere di alcuni draghi. Parliamo della Baia di Ha Long, prezioso tratto di mare nel Sud del Paese che si distingue per essere costellato di isole, isolotti e faraglioni calcarei, tanto da attirare numerossissimi visitatori provenienti da ogni angolo del mondo.

Baia di Ha Long, info utili

La Baia di Ha Long (o di Halong) è una suggestiva insenatura che sorge nel golfo del Tonchino, in territorio vietnamita. Parte della provincia di Quang Ninh, è un susseguirsi di migliaia di isolette calcaree (se ne contano circa 2000) con numerose grotte carsiche, che creano un paesaggio che pare uscito direttamente da un libro di fiabe.

Una baia da sogno, quindi, e che si trova 164 km a est della Capitale Hanoi, non lontano dal confine con la Cina, il cui nome tradotto vuol dire “dove il drago scende in mare”.

Delle varie isole presenti, solamente una quarantina sono abitate, mentre le restanti, o almeno la maggior parte di loro, sono dei piccoli affioramenti. Quando ci si ritrova al cospetto di una meraviglia della natura come questa l’emozione è più che assicurata, anche perché l’area copre oltre 1500km², trasmettendo la sensazione di essere di fronte a un quadro infinito impreziosito da spettacolari faraglioni risalenti a 500 milioni di anni fa.

Non vi sorprenderà sapere, quindi, che oltre a rientrare ufficialmente tra i Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO, la Baia di Ha Long è anche una delle Sette Meraviglie Naturali del Mondo.

Halong Bay, Vietnam

Fonte: iStock

La Baia di Ha Long al tramonto

Come visitare la Baia di Ha Long

Senza ombra di dubbio, il modo migliore per visitare questo spettacolo della natura è salendo a bordo di una crociera, che può essere effettuata in giornata oppure nell’arco di 2 o 3 giorni, con pernottamento direttamente nell’imbarcazione.

L’offerta è ampissima, e come è possibile intuire i prezzi possono variare in base al periodo, alla durata della crociera, l’itinerario proposto e la categoria della barca (più o meno lussuosa). Se siete interessati a una gita di un giorno con pranzo incluso, potete approfittare di questa crociera su un’imbarcazione particolarmente interessante e che permette di godersi il viaggio al massimo.

A disposizione ci sono anche crociere in partenza da Hanoi con sosta presso l’Isola di Ti Top, la meta regina della Baia di Ha Long, da dove osservare il panorama più famoso e fotografato di questo angolo di Vietnam. Anche in questo caso il pranzo è incluso.

Cosa vere ad Ha Long

Come accennato in precedenza, le crociere che conducono al cospetto di questo luogo da sogno possono variare il loro itinerario anche in base al periodo dell’anno, ma qual che è certo è che alcune tappe sono assolutamente imprescindibili. Grotte e piccoli villaggi dei pescatori non passeranno di certo inosservati, così come alcune spiagge che lasciano senza fiato.

Le grotte più belle

Le grotte più belle della Baia di Ha Long sono:

  • Hang Dau Go: composta di tre camere raggiungibili tramite 90 gradini. Sfoggia soffitti che raggiungono i 25 metri di altezza e il suo nome deriva dal ruolo che essa stessa svolse durante le battaglie del XIII secolo con i mongoli, quando la gente del posto immagazzinava pali di legno, usati per distruggere le navi degli invasori;
  • Hang Thien Cung: parte dello stesso sistema di grotte di Hang Dau Go, presenta formazioni calcaree a forma di “cavolfiore”, nonché stalattiti e stalagmiti.
  • Hang Sung Sot: ovvero la Grotta della Sorpresa, la più grande e più bella di tutta la Baia di Ha Long grazie alle sue stalattiti luccicanti e dalle forme particolarmente bizzarre.
Hang Thien Cung, Vietnam

Fonte: iStock

Hang Thien Cung, spettacolo vietnamita

Le isole più belle

Presso la Baia di Ha Long ci sono tantissime isole che vale la pena esplorare in kayak, in barca a remi o a piedi:

  • Isola di Tuan Chau: piena di spiagge, ville, resort, campi da golf, caffè, negozi di souvenir e spettacoli quotidiani;
  • Isola di Ti Top: bisogna salire circa 450 scalini per raggiungere la sua cima, ma lo spettacolo da lassù vale davvero tutta la fatica provata. Dalla sommità, inoltre, si può persino prendere il sole per poi scendere a fare un bagno in una spiaggia lambita da un mare da sogno;
  • Isola di Soi Sim: il suo nome vuol dire pianta di mirto rosa, perché il suo territorio ne è pieno al punto che in estate si riempie di fiori viola. Ideale per il kayak e il nuoto, offre anche diverse possibilità di trekking;
  • Isola di Cat Ba: è una delle più grandi ma anche un paradiso per coloro che amano la natura e l’esplorazione.

Le spiagge da non perdere

Infine le spiagge, che di certo sono una delle meraviglie di questo prezioso angolo di mondo:

  • Spiaggia di Ti Top: situata sull’omonima isola, ha un fascino incontaminato grazie alla sua sabbia bianca posta a forma di mezzaluna, a sua volta accarezzata da acque cristalline in cui osservare facilmente i fondali;
  • Spiaggia di Soi Sim: anch’essa si trova sull’isola che porta il suo nome e seppur piccola è un vero gioiellino.
  • Spiaggia di Dao Khi: bellissima e situata su Monkey Island.
Ha Long, spiagge top

Fonte: iStock

Una delle spiagge della Baia di Ha Long

La leggenda del Drago di Ha Long

Secondo una curiosa leggenda, in un tempo assai lontano gli abitanti di Ha Long vennero attaccati ripetute volte da invasori provenienti dal mare. La situazione era davvero drammatica, fino a che una famiglia di draghi decise di aiutare la popolazione locale.

Fu così che queste creature leggendarie iniziarono a sputare gemme e diamanti nella baia, che poco dopo si trasformarono in migliaia di isole e faraglioni che diedero vita a una sorta di (meravigliosa) barriera naturale, contro la quale molte imbarcazioni nemiche andarono a schiantarsi.

Gli invasori vennero piano piano eliminati e al temine delle battaglia i draghi s’insediarono stabilmente in questa affascinante baia. Ecco perché Ha Long, in vietnamita, significa “Il luogo in cui il drago scese in mare”.

Categorie
Bielorussia Consigli Europa Viaggi viaggiare

Visitare la Bielorussia: come ottenere il visto d’ingresso

Come visitare la Bielorussia? Secondo il nostro Ministero degli Affari Esteri, il Paese – l’ultimo aggiornamento risale al giugno 2024 – non presenterebbe profili particolarmente critici. Nonostante questo, vengono sconsigliati i viaggi in Bielorussia a causa della situazione di incertezza dovuta al conflitto che coinvolge Russia e Ucraina e in particolare, l’invito è quelli di evitare spostamenti all’interno del Paese verso i territori al confine con quest’ultima. Muoversi via terra da e per la Bielorussia poi non risulta in questo momento particolarmente semplice. Dal 1° marzo scorso il governo Lituano ha chiuso alcuni valichi di frontiera con la Bielorussia e quelli rimasti aperti, non sono comunque utilizzabili da pedoni o ciclisti. Al confine con la Polonia c’è un unico valico ancora aperto così come tra Bielorussia e Lettonia.

Visto di ingresso: esenzione temporanea fino al 31 dicembre 2024

La buona notizia, per chi volesse visitare il Paese, è che fino al prossimo 31 dicembre le autorità bielorusse hanno stabilito l’esenzione temporanea dell’obbligo di visto di ingresso, a favore dei cittadini italiani e di altri Paesi europei, in caso di una permanenza sul territorio inferiore ai 30 giorni. Naturalmente, bisogna avere un passaporto in corso di validità di oltre 6 mesi ma questa finestra ti sarà sufficiente per programmare qualche giorno nella bella capitale Minsk.

Fai attenzione però: l’esenzione del visto è valida per l’ingresso in Bielorussia qualunque sia il modo (via aereo o via terra), ma se decidessi di lasciare il Paese attraversando il confine via terra, dovrai richiedere il visto di uscita presso gli Uffici “Cittadinanza e Migrazione” del Ministero degli Interni bielorusso competenti per il territorio.

Panorama sulla campagna bielorussa

Fonte: iStock

Vista panoramica sul Parco Nazionale Prypyatski

I requisiti necessari per l’ingresso in Bielorussia

Al momento dell’ingresso in Bielorussia, oltre ad esibire il passaporto, dovrai dimostrare di essere in possesso di una somma ritenuta adeguata al periodo della tua permanenza, sia in euro che in rubli bielorussi, per una cifra di circa 20€ al giorno o 600€ per una permanenza di 30 giorni. E dovrai anche mostrare di aver sottoscritto un’assicurazione medica con un massimale non inferiore ai 10.000€. In caso non l’avessi stipulata prima di partire, potrai comunque sottoscriverla in aeroporto ad un prezzo abbastanza contenuto, meno di un euro al giorno. Inoltre, per soggiorni superiori ai 10 giorni consecutivi, lo straniero dovrà essere registrato presso l’ufficio immigrazione competente per il territorio. Nessuna paura però, questa procedura viene normalmente svolta dagli hotel e dalle strutture di accoglienza in generale, il che ti permetterà di affrontare il tuo viaggio con serenità e di scegliere il periodo migliore per partire. Sarà tua cura invece presentarti agli uffici competenti in caso di soggiorno presso una casa privata. Le sanzioni, per chi non procedesse alla registrazione, vanno dalla semplice ammonizione alla sanzione pecuniaria fino all’espulsione dal Paese.

Come richiedere il visto d’ingresso in Bielorussia

Ad ogni modo, se non rientri nei parametri per poter viaggiare nel Paese senza visto, potrai richiederlo presso l’Ambasciata della Repubblica della Bielorussia che si trova a Roma. È il caso di uno stopover in Bielorussia superiore alle 24 ore durante, per esempio,  un viaggio da e/o per la Federazione Russa. Per poter transitare nel Paese dovrai esibire i biglietti di andata e ritorno, le carte di imbarco e il visto d’ingresso russo.

Chi deve richiedere il visto

Dovrai necessariamente richiedere un visto d’ingresso all’Ambasciata per soggiorni turistici superiori ai 30 giorni, presentando la documentazione richiesta, un passaporto in corso di validità e una fototessera recente. Il rilascio del visto di ingresso presso l’aeroporto internazionale di Minsk è previsto solo a seguito dell’invito da parte di una persona fisica o giudirica bielorussa, che a sua volta dovrà presentare un’apposita domanda presso il relativo dipartimento del Ministero degli Affari Esteri bielorusso non meno di cinque giorni prima dell’arrivo del visitatore straniero. Anche nel caso di un semplice transito nel Paese, via terra, è richiesto il visto di transito della durata massima di 48 ore.

Quando non serve il visto

Non avrai bisogno del visto d’ingresso in caso di semplice transito per voli internazionali, sempre che sia inferiore alle 24 ore e non si esca dall’aeroporto. Questo vale anche per i voli diretti o di rientro dalla Federazione Russa.

cattedrale Minsk

Fonte: iStock

Visita la cattedrale dello Spirito Santo di Minsk

Gli effetti delle sanzioni UE

Le sanzioni imposte dall’Unione Europa alla Bielorussia dal giugno di quest’anno comportano una serie di limitazioni, in particolare il divieto di transito per auto fino a 9 posti, sia in entrata (con targa di un Paese UE) che in uscita dalla Bielorussia (con targa BY). L’esclusione per le auto di capienza superiore vale per i viaggi di natura umanitaria ma le specifiche a questa esenzione, da far valere con le autorità di frontiera polacche, lituane e lettoni, non sono state ancora comunicate.