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Clima e temperatura a Pechino: quando visitare la capitale della Cina

La Cina è un paese così grande da poter offrire molti diverse tipologie climatiche. Per questo motivo, è sempre bene informarsi in modo approfondito sulle condizioni metereologiche della propria destinazione. Per molti viaggiatori, Pechino è la porta della Cina: molti voli aerei approdano proprio nella capitale e da lì si inizia a prendere contatto con la nazione stessa, la sua storia e la sua bellezza.

Come sono clima e temperatura a Pechino? La prima cosa che possiamo dirti è che le stagioni seguono lo stesso andamento temporale dell’Italia, dato che Pechino è nell’emisfero boreale. Al di là di questo, i diversi periodi dell’anno richiedono di arrivare in Cina con un bagaglio davvero diverso. Partirai in pantaloncini corti e canottiera o con piumino e sciarpa al seguito? Scoprilo ora.

L’inverno a Pechino: metti in valigia sciarpa e guanti

Dal punto di vista turistico, l’inverno è un’ottima stagione per visitare Pechino, proprio perché è considerata bassa stagione. C’è un’unica eccezione: il periodo del Capodanno cinese, che cambia ogni anno ma che, tendenzialmente, arriva a febbraio. Come mai è considerata bassa stagione? La risposta è proprio nel clima e la temperatura della capitale cinese.

L’inverno a Pechino è rigido e secco. Non si può di certo lesinare con questo concetto. La posizione geografica di Pechino la rende particolarmente vulnerabile ai venti gelidi che arrivano direttamente dalla Siberia. Le temperature possono scendere sotto lo zero, con minime che spesso arrivano intorno ai -10°C. In passato, in città cadeva spesso la neve: attualmente, i cambiamenti climatici hanno portato a nevicate molto più occasionali. , anche se le nevicate non sono molto frequenti. Questa è la stagione giusta per sfoggiare outfit tipicamente invernali e decisamente caldi e protettivi.

La primavera a Pechino: giacca antivento e tanta voglia di colore

La primavera è considerata uno dei periodi migliori per visitare Pechino, soprattutto dal punto di vista del meteo. Va tenuto conto che, spesso, clima e temperatura differiscono di molto tra la prima parte della stagione e la seconda. Marzo risente, a volte, ancora della vicinanza dell’inverno.

Parlando, però, di medie stagionali, il clima è mite e le temperature oscillano tra i 10°C e i 25°C, rendendo le giornate piacevoli e soleggiate. Tuttavia, tra marzo e aprile la città potrebbe essere raggiunta fenomeni particolari come le tempeste di sabbia provenienti dal deserto del Gobi. Questo fenomeno può rendere l’aria secca e poco piacevole ma, fortunatamente, non durano mai troppo.

La primavera è una stagione in cui l’umidità di Pechino è bassa: il cielo rimane terso e, quindi, si notano di più gli splendidi colori di molti celebri monumenti della città come, per esempio, il Tempio del Cielo. Un elemento imprescindibile per la tua valigia, in questa stagione, è una giacca antivento.

Tempio del Cielo

Fonte: iStock

Tempio del Cielo

L’estate a Pechino: vestiti leggeri ma felpa sempre pronta

Estate, a Pechino, fa rima con umidità. L’estate nella capitale della Cina è calda, afosa e spesso piovosa. Le temperature arrivano a 35°C, ma possono superare i 40°C durante ondate di calore. La città è soggetta al monsone estivo, che porta piogge abbondanti, soprattutto tra luglio e agosto. A causa dell’umidità elevata, la sensazione di calore può essere opprimente, rendendo le visite turistiche meno piacevoli.

Questo è un periodo che richiede vestiti leggeri ma anche una felpa sempre a portata di mano: molti luoghi come ristoranti e hotel usano molto l’aria condizionata e lo sbalzo tra temperatura interna ed esterna può essere importante e, soprattutto, immediato. Meglio essere pronti a coprirsi per svestirsi di nuovo quando si esce.

L’autunno a Pechino: giacca leggera e voglia di esplorare

Con l’arrivo dell’autunno, clima e temperatura a Pechino tornano piacevoli e a favore di un viaggio di scoperta della Cina. Le precipitazioni intense cessano, lasciando il passo a un clima mite e stabile, con temperature tra i 15°C e i 25°C e cieli limpidi. L’umidità si abbassa, lasciando tregua a chiunque ami camminare in giro per la città.  Cosa mettere in valigia? Praticamente le stesse cose che si portano in primavera, con una giacca leggera e tanta voglia di conoscere la bellezza della Cina sempre pronti a seguirti nelle tue giornate. Che sia questa la stagione perfetta per visitare la Città Proibita?

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Agrigento Notizie Sicilia Viaggi

ArcheoExperience nell’Isola dei Tesori, il treno storico che attraversa la Sicilia

All’interno dell’iniziativa ArcheoExperience nell’Isola dei Tesori promossa dall’Assessorato regionale del Turismo dello sport e dello spettacolo, in collaborazione con Fondazione FS e FS Treni turistici italiani, un’idea originale incuriosisce i viaggiatori dall’anima retrò.

Il 28 e 29 settembre sarà possibile viaggiare a bordo di un treno storico tra Agrigento e la Valle dei Templi per fare un tuffo nel passato, seduti in delle carrozze degli anni Trenta. Si potrà raggiungere il Tempio di Vulcano con un accesso diretto al Parco Archeologico con partenza da Agrigento Centrale. In totale sono state pensate ben otto circolazioni per 2320 posti a disposizione di chi vorrà provare questa esperienza unica e indimenticabile.

A bordo dei treni storici siciliani

Il costo del biglietto è di 2 euro a tratta per gli adulti e per i ragazzi, mentre i bambini fino 4 anni non compiuti potranno viaggiare gratuitamente. Per acquistarli basta rivolgersi al personale del treno quando si è già a bordo, ma ulteriori informazioni sono disponibili sul sito web ufficiale della Fondazione FS. Il “Treno dei Templi” dà la possibilità di viaggiare anche con la propria bicicletta depositandola nella vettura bagagliaio dove è presenta una rastrelliera.

I treni storici siciliani permetteranno quindi di esplorare alcuni itinerari panoramici e culturali più o meno noti e conoscere il territorio fuori stagione, con serenità. Nel 2023 sono state più di 7000 le persone che hanno viaggiato sui treni storici in Sicilia a testimoniare l’importanza di stimolare il recupero dei treni in chiave turistica, a vantaggio delle comunità e dei territori italiani. Sentirsi un po’ Indiana Jones e viaggiare controcorrente, ora che la maggior parte dei turisti sono rientrati dalle vacanze estive, può essere una scelta intelligente e vantaggiosa.

Valle dei Templi

Fonte: iStock

Valle dei Templi in Sicilia

Valle dei Tempi in Sicilia: cosa vedere

La visita completa alla Valle dei Templi ha una durata media di circa due ore. Il Parco archeologico situato su un altopiano non lontano dal mare, a pochi passi da Agrigento, custodisce il patrimonio monumentale di Akragas, la colonia greca del Mediterraneo fondata dai Geoli nel 580 a.C. Nel corso degli anni furono avviati vari scavi e cantieri per portare alla luce alcuni templi dalle origini molto antiche come il Tempio di Ercole, il santuario delle Divinità Ctonie, il Tempio di Giunone e il Tempio della Concordia. Questi ultimi due simboleggiano lo sviluppo dello stile dorico in ambito coloniale. Inoltre si possono visitare l’Oratorio di Falaride e il Tempio Romano. Questi edifici di secoli fa simboleggiano come la Magna Grecia abbia lasciato un tesoro architettonico e culturale alla Sicilia e all’Italia.

La Valle dei Templi è Patrimonio UNESCO dal 1997 e si estende per 1300 ettari. La visita si può iniziare dalla cima della Rupe Atenea da dove si può ammirare anche una vista mozzafiato dei dintorni e del Tempio di Demetra, inglobato ormai nella piccola chiesa medioevale di San Biagio. Infine il Tempio di Zeus è da non perdere, costruito per celebrare la vittoria della battaglia di Himera nel 480 a.C. con grandissime statue di 8 metri e il Museo Archeologico Regionale Pietro Griffo ricco di reperti da ammirare.

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Vacanze con animali Viaggi

Animali esotici: quali si possono tenere in casa

Sempre più persona stanno scegliendo di accogliere fra le mura delle proprie case diverse specie di animali esotici. Questi animali, che provengono da habitat lontani e molto spesso selvaggi, hanno un fascino particolare nei confronti di chi desidera qualcosa di diverso da animali domestici come cani e gatti. Allo stesso tempo, però, questa voglia di portare un animale domestico fra le pura della propria abitazione porta ad una scelta che non va assolutamente presa alla leggera. Gli animali esotici, infatti, richiedono condizioni completamente diverse rispetto ad altri ed adattarsi ad una vita domestica e meno selvaggia può portare a problemi significativi.

In primis, uno di questi problemi può essere dato dalla legalità. Infatti, non tutti gli animali esotici possono essere detenuti in Italia e la legge varia anche in base alla regione di residenza. Prima di portare un animale esotico domestico a casa, è necessario informarsi su cosa effettivamente è consentito e quali documenti e permessi verranno richiesti. Inoltre, un altro fattore importante da considerare è il benessere degli animali, consentendogli una vita dignitosa.

Quali animali esotici si possono tenere in casa?

Tra gli animali esotici più comuni e soprattutto facili da gestire in un ambiente domestico, ci sono diverse specie. Ecco quali sono ed alcune raccomandazioni utili per assicurare loro una vita lunga e felice.

Le iguane: creature maestose e affascinanti

L’iguana è senza dubbio la scelta più popolare tra gli amanti degli animali esotici. Questi rettili, che possono raggiungere anche il metro di lunghezza, necessitano di spazi ampi per potersi muovere. Quindi, è importante munirsi di una teca abbastanza grande, dotata di una luce UV ed una temperatura costante. In questo modo si può ricreare un ambiente tropicale, con umidità controllata e zone calde per il basking, ovvero la termoregolazione tramite esposizione al calore.

Serpenti di piccola taglia

Un’altra scelta molto diffusa è quella dei serpenti di piccola taglia, che richiedono, però, molta attenzione e conoscenza della specie. Non tutti i serpenti, infatti, sono adatti alla vita domestica. I più indicati, appunto, sono quelli di piccola taglia come i serpenti del grano o i pitoni reali. Questi animali, che sicuramente hanno bisogno di particolari e maggiori attenzioni se devono essere trasportati in aereo rispetto ad altre razze, necessitano di particolari teche in cui il proprietario dovrebbe ricostruire un terrario ben allestito, con temperature controllate e nascondigli. Inoltre, questi serpenti si cibano prevalentemente di piccoli roditori, che dovranno essere somministrati con regolarità.

Pesci tropicali, per un tocco esotico in casa

Per un tocco esotico alla propria abitazione, scegliere di allestire un acquario con pesci tropicali potrebbe essere la scelta meno impegnativa per chi è alla ricerca di un animale esotico domestico. C’è però da considerare il fatto che questi animali necessitano di un ambiente curato nei minimi dettagli: alta qualità dell’acqua, giuste temperature ed illuminazione sono fattori cruciali che permettono di mantenere in salute queste specie così delicate.

Pesce esotico arancione e bianco in un acquario in cui è stato ricreato il suo habitat naturale

Fonte: iStock

Pesce esotico in un acquario domestico

Pappagalli di compagnia

Per chi cerca un animale esotico domestico di compagnia, vivace ed intelligente, ecco i pappagalli. Specie come il pappagallo cenerino, l’ara o i cacatua sono note per la loro capacità di imitare suoni e parole, creando così una vera e propria interazione vivace con il proprietario. È molto importante ricordare che questi animali sono molto sociali e richiedono, pertanto, molta attenzione. Ad esempio, è bene non lasciarli da soli, quindi si potrebbe anche pensare di scegliere destinazioni pet friendly durante le vacanze, in quanto se non stimolati potrebbero sviluppare problemi comportamentali. Inoltre, hanno bisogno di volare, quindi è essenziale lasciare i pappagalli liberi di muoversi all’interno della propria abitazione.

Tartarughe, animali lenti ed affascinanti

Le tartarughe, sia di terra che di acqua, sono un’altra opzione molto popolare per chi vuole animali esotici domestici. Queste creature, famose per la loro longevità, sono animali molto delicati e che necessitano di specifiche situazioni ambientali. Le tartarughe di terra, ad esempio, richiedono spazi ampi e caldi, ma con zone d’ombra ed acqua a disposizione, mentre quelle di acqua dolce necessitano di un acquario in cui sia presente anche una zona emersa dove potersi asciugare. Inoltre, attenzione alla dieta, in quanto le tartarughe hanno bisogno di una dieta equilibrata a base di verdure e proteine.

Tartaruga di terra che cammina su sassolini ed erba all'aperto

Fonte: iStock

Tartaruga di terra, uno degli animali domestici più frequenti

Cosa fare dal punto di visto etico e legale?

Accogliere in casa un animale esotico comporta grande responsabilità ed una riflessione molto profonda dal punto di vista etico. Molti di queste specie vengono catturate in natura e trasportate in seguito in ambienti domestici nei quali, spesso, non riescono ad adattarsi. Prima di decidere di acquistare un animale esotico domestico è sempre bene assicurarsi che provenga da allevamenti certificati, in cui viene garantito un certo livello di benessere. Il traffico illegale di animali di questo tipo è una piaga globale, che mette a rischio molte specie e comporta gravi danni ad ecosistema e salute pubblica.

In Italia la detenzione di animali esotici è regolamentata da leggi specifiche. Ad esempio, il decreto legislativo n.230 del 2020, stabilisce quali specie possono essere detenute e quali vietate. È bene informarsi nel migliore dei modi, consultando le autorità locali ed i registri ufficiali, prima di procedere o all’acquisto o all’adozione di un animale esotico, in quanto potrebbero essere necessari dei permessi speciali.

È bene pensare anche che possedere un animale di questo tipo è un impegno a lungo termine, in quanto questi animali vivono anche per decenni e richiedono un certo tipo di attenzioni per tutta la vita. Basti pensare ai pappagalli, che possono vivere fino a 60 anni, oppure le tartarughe, che vivono anche oltre i 50 anni, ed i serpenti, tra i 20 e i 30 anni, a seconda della specie. Questo significa che l’acquisto di un animale esotico domestico non dovrebbe mai essere il risultato di un desiderio o di una decisione impulsiva, presa su due piedi.

Accogliere ed accudire un animale esotico in casa potrebbe essere un’esperienza davvero gratificante, ma che allo stesso tempo richiede un grande impegno ed una grande responsabilità. Oltre alle cure pratiche, bisogna rispettare le esigenze naturali di questi animali, riproducendo il più possibile l’habitat originario e dal punto di vista legale consultare tutte le varie normative, considerando il benessere dell’animale come priorità primaria assoluta.

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Le location della serie Tv “La casa di carta”

È stata una delle serie televisive più amate, capace di tenere incollati allo schermo spettatori da ogni parte del mondo con la sua trama ricca di intrighi, adrenalina, azione e colpi di scena. Stiamo parlando di La casa di carta, progetto che è stato distribuito su Netflix e che ha ottenuto un successo incredibile.

E, come spesso accade con le serie o i film più amati, i posti che hanno fatto da sfondo alle vicende diventano mete di viaggio per rivivere quelle emozioni o per vedere con i propri occhi i luoghi che fino a quel momento abbiamo solo immaginato. Del resto è anche un po’ quella la magia di certi progetti: quella di farci vivere luoghi senza esserci mai stati.

Però si possono raggiungere, perché le location della serie tv La casa di carta sono tutte da scoprire, stagione dopo stagione, magari per andarci di persona, dividendole a tappe e prganizzando delle vacanze tutta a tema.

Le location della serie tv La casa di carta: prima stagione

Fare un viaggio indietro nel tempo, lungo “viale dei ricordi” di La casa di carta, ci porta alla prima stagione della tanto amata serie tv, ovvero quella che dà il via al tutto, che ci permette di conoscere i personaggi e durante la quale si organizza la rapina alla Zecca di Stato spagnola a Madrid, Il piano è ambizioso: lì la banda di ladri, messa in piedi da un uomo che si fa chiamare Il Professore, dovrà stampare una grande quantità di denaro per poi fuggire e cambiare vita.

Ma davvero per girare queste puntate hanno utilizzato la Zecca di Stato? La risposta è no, le scene si svolgono all’interno del Consejo Superior de Investigaciones Científicas (CSIC), mentre per quelle in esterna è stata utilizzata la location corretta ma solo nei fine settimana. Le ragioni di questa scelta sono sostanzialmente due: per motivi di sicurezza e per ragioni di spazio, in quanto la sede reale è in una zona con strade strette o molto trafficate.
Tra gli altri luoghi che si vedono si possono ricordare: la sede di ABC, quotidiano spagnolo dove hanno filmato le rotative (quelle per stampare il denaro) e il tetto della Scuola di Ingegneria Spaziale e Aeronautica che si trova anch’essa nella Capitala spagnola.

E se Madrid è stata una delle location principali della prima stagione, non è stata però l’unica. Va citato anche San Martin del la Vega, per il parco autodemolizioni, e le campagne intorno a Toledo per la fase di preparazione del colpo, quando la banda si trovava nella tenuta di Palomeque.

Madrid, location della serie tv La casa di carta

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Madrid: la città è una delle location principali della serie tv La casa di carta

Le location della serie tv La casa di carta: seconda stagione

Anche nella seconda stagione di La casa di carta le location principali restano praticamente le stesse, ma per effettuare le riprese degli interni si utilizzano gli studi: un esempio? Quelle del carcere.

Sul finire dele puntate però c’è stato un cambio di location con riprese che sono state effettuate in Thailandia, ma gli spettatori non sanno che si tratta di quel luogo. Infatti, per simulare l’Isola di Palawan che si trova nelle Filippine, hanno dovuto scegliere un altro posto ripiegando sulla comunque affascinante Thailandia, dove hanno cercato di ricreare l’isola usando alcune località.

L’Isola di Palawan location La casa di carta, ricreata in Thailandia

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La vera Isola di Palawan, la location è stata scelta per La casa di carta ma è stata ricreata in Thailandia

Le location della serie tv La casa di carta: terza stagione

Con la terza stagione di La casa di carta si parte, invece, in giro per il mondo per ritrovare tutti i personaggi che a questo punto della narrazione sono andati un po’ ovunque. Dalla già citata l’Isola di Palawan ricreata in Thailandia, passando per l’Isola di San Blas, Java e Buenos Aires. E ovviamente non può mancare Madrid, dove, da un certo punto in poi della storia, si tornano a girare le scene.

Non manca una tappa tutta italiana, quando parte del cast è al lavoro a Firenze. E non mancano anche riferimenti urbani davvero molto celebri come Piazza Duomo e Piazza della Signoria, due posti della città toscana affascinanti e celebri in tutto il mondo.

La terza stagione, quindi, è caratterizzata da molte più località delle due precedenti e ci porta a fare un bel giro intorno al mondo.

Firenze location italiana della serie tv La casa di carta

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Firenze location di La casa di carta

Le location della serie tv La casa di carta: quarta stagione

Il cuore pulsante di tutta la serie è sempre Madrid ed è quindi nella Capitale spagnola che torniamo noi spettatori della serie tv La casa di carta per le puntate della quarta stagione. Le location sono diverse e comprendono riprese in studi, ad esempio per ricreare gli interni del Banco De España, che non potevano essere ripresi. Gli esterni – invece – sono stati realizzati ad esempio presso il Ministerio de Fomento,  lungo Paseo de la Castellana.

Paseo de la Castellana a Madrid nella serie tv La casa di carta

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Paseo de la Castellana a Madrid, qui hanno girato scene della serie tv La casa di carta

 Le location della serie tv La casa di carta: quarta stagione

La quinta e ultima stagione di La casa di carta è uscita suddivisa in due parti e ripropone le precedenti location aggiungendone di nuove. Quindi restiamo nella zona del Ministerio de Fomento comprese le sue aree limitrofe, ma ci spostiamo anche verso altre nazioni. Ad esempio possiamo ammirare Copenaghen, vedere Nyhavn che è l’antico porto della capitale danese e si trova nel centro città, ma anche e ammirare i Giardini di Tivoli, che sono un affascinante parco dei divertimenti che ha una lunga storia: basti sapere che è stato inaugurato nel 1843.

Giardini di Tivoli location La casa di carta

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Giardini di Tivoli, tra le location della quinta stagione di La casa di carta

Dalla Spagna al resto del mondo, La casa di carta ha fatto viaggiare i telespettatori puntata dopo puntata, con il brivido dell’avventura e l’adrenalina dei colpi di scena, oltre alle emozioni che hanno saputo regalare tutti i personaggi.

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Africa Egitto Idee di Viaggio itinerari culturali mete storiche siti archeologici Viaggi viaggiare

Cosa vedere a Luxor, antico miraggio d’Egitto

Sulla riva Est del fiume Nilo, nel Sud dell’Egitto, sorge una città che è un museo a cielo aperto, a sua volta costruita sull’antico sito di Tebe, che in un passato piuttosto lontano era la Capitale dei faraoni nel loro periodo d’oro, dal XVI all’XI secolo a.C. Parliamo di Luxor, località che per molto tempo è stata la città più venerata d’Egitto.

Luxor, informazioni utili

Situata sulla sponda orientale di uno dei fiumi più importanti del mondo, il Nilo, Luxor ancora oggi ospita alcuni dei monumenti più imponenti di tutto il pianeta, che sono la tangibile testimonianza del suo ricco e immutabile passato. Si tratta di una città preziosa e che riesce a colpire tutti, sia gli appassionati di storia e cultura in generale, sia coloro che viaggiano per cercare indelebili emozioni.

Un viaggio in Egitto senza fare tappa a Luxor è quasi interamente sprecato, poiché è proprio da queste parti che si entra davvero in contatto con la sua lunga storia, che ha certamente segnato quella del Paese intero (e non solo).

Concediti un giro in feluca sul Niro per ammirare da un punto di vista privilegiato le meraviglie di Luxor

Cosa vedere a Luxor

A Luxor c’è davvero l’imbarazzo della scelta, e la selezione di cosa visitare o meno dipende molto dal tempo che si ha a disposizione. Per ammirarla nella sua quasi totale interezza servirebbero almeno 2 o 3 giorni, altrimenti si è costretti a preferire alcune attrazioni rispetto ad altre.

Tempio di Karnak, Egitto

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Antiche rovine del Tempio di Karnak

Il tutto si può fare in autonomia, ma vista la tantissima storia, le molte persone che la visitano e le distanze tra un sito e l’altro, il consiglio è quello di acquistare online un tour con guida turistica, in modo da essere certi di non perdersi nemmeno un dettaglio. Se invece si preferisce il “fai da te”, ecco una selezione di luoghi imperdibili.

I magnifici templi di Luxor

Luxor, nel corso della sua storia, visse grande prosperità. Il merito è anche dell’enorme forza lavoro che aveva a disposizione, che con il passare del tempo diede vita a straordinarie opere architettoniche ancora oggi sono perfettamente visibili, come i templi:

  • Tempio di Karnak: ci vogliono ore per visitarlo per via delle sue notevoli dimensioni, in quanto è il più grande centro religioso dell’antichità (ma lo sforzo vale la pena). Si tratta di un complesso, uno dei monumenti più imponenti e meglio conservati della città, costituito da da diversi templi, cappelle e santuari;
  • Tempio di Luxor: da dove parte l’antico (ed emozionate) Viale delle Sfingi di Luxor. Situato nel cuore della città, era dedicato al dio Amun-Ra, ed è pieno di sculture, possiede un’imponente sala a colonne ed ospita anche il famoso Obelisco di Luxor;
  • Tempio di Hatshepsut: da molti considerato uno dei più misteriosi d’Egitto, è intitolato alla regina Hatshepsut, moglie di Tuthmosi II, ed offre un’architettura davvero unica nel suo genere poiché la struttura si innalza su tre livelli diversi, sfruttando il pendio naturale della valle sui cui sorge;
  • Tempio di Ramesseum (o Ramses II): situato a poca distanza dalla città, è uno dei più grandi edifici che si fa spazio sulla riva sinistra dell’antica Tebe. Imperdibili sono i dipinti sui muri che raffigurano i figli del faraone;
  • Tempio di Seti I: costruito in onore del dio Amun-Ra, permette di visitare ancora oggi due grandi cortili e frammenti delle sfingi che sorvegliavano l’ingresso del tempio.
Tempio di Hatshepsut, Luxor

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L’incredibile Tempio di Hatshepsut

Valli, tombe e siti archeologici

Luxor viene definita oggi come “ il museo a cielo aperto più grande al mondo”, e che vi mette piede non può che confermare quanto appena detto. Ecco tantissime altre meraviglie da non perdere:

  • Valle dei Re: si sviluppa nel bel mezzo del deserto, ad ovest del Nilo, e per gran gran parte del periodo faraonico (dal XVI all’XI secolo a.C.) venne utilizzata per le sepolture di re, nobili o membri della famiglia reale (per ora ne sono state rinvenute una sessantina). È proprio qui, infatti, che è stata scoperta la tomba di Tutankhamon con il suo prezioso tesoro (online è possibile acquistare un affascinante tour guidato);
  • Valle delle Regine: suggestiva necropoli delle mogli reali, e non a caso vi sono emerse sepolture di varie dinastie, come la tomba di Nefertari, moglie preferita del faraone Ramses II;
  • Valle dei Nobili: antico luogo di sepoltura, possiede circa 415 tombe attribuite ai membri più importanti della corte dei faraoni;
  • Tombe di El-Assasif: seppur poco conosciute, meritano assolutamente una visita per via del loro ottimale stato di conservazione, che prevede anche i resti di alcune antiche pitture;
  • Colossi di Memnone: due gigantesche statue, che rappresenterebbero il faraone Amenhotep III, alte più di 18 metri ciascuna.
Valle dei Re, Egitto
Tomba di Ramesse VI nella Valle dei Re

I musei di Luxor

Molti dei tesori che nel corso degli anni sono stati rinvenuti a Luxor sono oggi visitabili presso i bellissimi musei della città:

  • Museo della Mummificazione: seppur non eccessivamente grande, riesce ad essere incredibilmente sorprendente grazie alle mummie di esseri umani, ma anche di gatti, pesci e coccodrilli e per via della presenza di oggetti utilizzati per le tecniche di mummificazione;
  • Museo di Luxor: una tappa da fare assolutamente poiché qui è conservata una delle collezioni più impressionanti di antichità egizie al mondo.

Le altre attività da fare a Luxor

È bene sapere che Luxor è il punto di partenza (o di arrivo se si sale a bordo dell’imbarcazioni ad Assuan) di tantissime crociere sul Nilo. Oltre a ciò, questo museo a cielo aperto d’Egitto offre anche la possibilità di far avverare i desideri: vi si può fare un giro in mongolfiera osservando tutte le sue meraviglie antiche (e non solo) da un punto di vista più che privilegiato.

Infine, vale la pena fare anche un giro tra i vicoli della città, per scoprie la vita di tutti i giorni ed anche il suo ricchissimo souk, il mercato pieno di prodotti tipici.

Mongolfiere sul Nilo, Luxor

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Gite in mongolfiera a Luxor
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Africa Antananarivo Consigli itinerari culturali Madagascar Viaggi viaggiare

Qual è il periodo migliore per visitare Antananarivo

Antananarivo, la vibrante Capitale del Madagascar è un luogo di contrasti, cultura e colori. Immersa nel cuore dell’isola tra colline e vallate, Tana come viene affettuosamente chiamata dai local, offre una combinazione unica di fascino antico misto a modernità. Che ci si senta attratti dai mercati vivaci dai palazzi storici  o dagli autoctoni calorosi, Antananarivo offre qualcosa di indimenticabile ad ogni viaggiatore. Prima di partire però, è fondamentale conoscere il clima, la temperatura e scegliere il momento giusto per visitare questa affascinante destinazione, scoprile insieme a noi.

Clima di Antananarivo, una capitale tropicale

Antananarivo gode di un clima tropicale di alta quota, grazie alla sua posizione a circa 1280 metri sul livello del mare; questo significa che nonostante la sua vicinanza all’Equatore, le temperature sono generalmente miti tutto l’anno. La città è caratterizzata da due stagioni principali: una stagione umida e calda, una stagione secca e fresca. La stagione umida va da novembre ad aprile, durante questi mesi il clima di Antananarivo è influenzato dai Monsoni. Le piogge sono abbondanti e spesso accompagnate da temporali. Le temperature medie oscillano tra i 18 e i 28 gradi, rendendo di fatto l’aria calda e umida. Nonostante a volte le piogge siano intense, la città è viva e dinamica con paesaggi rigogliosi e verdeggianti. La stagione secca va da maggio a ottobre, in questo periodo il clima è molto più secco e piacevole. Le temperature sono più fresche con medie che variano dai 10 ai 22 gradi. Questo è il periodo ideale per esplorare la città e i suoi dintorni, il cielo è spesso limpido e l’aria fresca, ideale per le passeggiate e le visite turistiche senza il fastidio delle piogge.

Quando andare: il periodo migliore per visitare Antananarivo

Quando visitare Antananarivo, dipende dalle preferenze personali, molti viaggiatori preferiscono raggiungere la città e i suoi dintorni durante i mesi da maggio ad ottobre; ovviamente questo è il periodo migliore in cui le condizioni climatiche sono più favorevoli per esplorare la capitale del Madagascar, con temperature miti e pochissime piogge. Il paesaggio, anche se meno verde rispetto alla stagione delle piogge è altrettanto affascinante. Non ci sono dubbi: il periodo migliore consigliato per la visita di Antananarivo è quello che copre i mesi da maggio ad ottobre, soprattutto se non ami la pioggia. Le temperature sono fresche e piacevoli, così da darti modo di passeggiare e fare escursioni senza affaticarti troppo. Se però non ti dispiacciono le piogge, allora anche il periodo che va da novembre ad aprile è ideale per scoprire Antananarivo, i paesaggi in questi mesi diventano estremamente rigogliosi e verdi e la città si riempie di vivacità, tieni conto però di qualche temporale di troppo e ad una elevata umidità.

Temperature medie di Antananarivo

Le temperature ad Antananarivo variano in base alla stagione, ma rimangono generalmente piacevoli durante tutto l’anno. Grazie alla sua altitudine Antananarivo non è mai eccessivamente calda, anche nei mesi più afosi. Tra novembre ed aprile le temperature oscillano tra i 18 e i 28 gradi, questi mesi sono caratterizzati dal clima caldo e umido con piogge frequenti tra gennaio e marzo. Tra maggio e ottobre, le temperature di Antananarivo si abbassano con le minime intorno ai 10 gradi e le massime che raramente superano i 22 gradi. Questo però è il periodo del clima fresco e secco, ideale per tutte le attività all’aperto.

 

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Viaggio in Alabama, su 25 nuovi straordinari itinerari

Nel 1974 il Presidente Nixon si dimetteva in seguito allo scandalo del Watergate e Lynyrd Skynyrd cantava “Sweet home Alabama”, criticando il razzismo degli stati americani del Sud. Il celebre brano country infatti non ha niente a che fare con la nostalgia per i cieli e i paesaggi suggestivi del posto ma, nonostante le sue contraddizioni e ombre del passato, questo angolo nel sud degli Stati Uniti ha il suo fascino e vale la pena visitarlo almeno una volta nella vita.

Il 2025 sarà l’Anno degli Itinerari, un’iniziativa che promuove ben 25 percorsi disponibili da Gennaio del prossimo anno per attraversare gli USA esplorando le varie anime che caratterizzano il continente. Un evento a Milano ha svelato in anteprima i primi tre della lista, invitando gli italiani ad ampliare i propri orizzonti fino a raggiungere luoghi iconici che celebrano la natura e il patrimonio artistico-culturale del profondo sud con le sue varie sfumature.

Alla scoperta dell’Alabama: primi itinerari consigliati

Il 2025 è un anno in cui si celebrano alcuni anniversari importanti oltreoceano come 60 anni della “Bloody Sunday” del 7 Marzo e della marcia da Selmba a Montgomery il 25 Marzo. Inoltre il 1° Dicembre ricorrono i 70 anni del boicottaggio di Rosa Parks. Pertanto un viaggio in Alabama si arricchisce di ricorrenze sicuramente tristi e violente, ma che è bene ricordare nella speranza che non si ripetano mai più.

Infatti, tra i primi itinerari consigliati sono stati promossi l’itinerario dei diritti civili, quello dei ristoranti storici e dei personaggi famosi che interesseranno posti come la Chiesa Battista che sorge sulla 16° strada a Birmingham, il ristorante Wintzell’s Oyster House attivo da 85 anni a Mobile, e il Rosa Parks Museum di Montgomery. L’itinerario dei diritti civili porterà i visitatori anche all’Edmund Pettus Bridge a Selma e il Dexter Avenue King Memorial Baptist Church a Montgomery, luoghi dove è ancora viva la memoria di lotta e resistenza in nome di un cambiamento.

Panorama Alabama

Fonte: 123RF

Tramonto su un ponte in Alabama

Provare la cucina locale

Come ogni viaggio che si rispetti, la curiosità di provare la cucina locale c’è e va soddisfatta. L’Alabama vanta alcuni ristoranti con una lunga tradizione come il Chris’ Hotdogs a Montgomery che è attivo da oltre un secolo. Tra i piatti tipici di questo stato del Sud si trovano il crawfish etouffèe ovvero uno stufato di gamberi di fiume servito con riso, il gumbo che è una zuppa a base di carne, frutti di mare o pesce gatto con verdura. Poi si può provare il bread pudding, ovvero un budino di pane dolce con una salsa di vaniglia e whiskey, e la jambalaya, simile alla paella. Se ricordate la passione di Forrest Gump per i gamberi è semplice collegare le cose.

Città e natura

Oltre alla storia, la cucina e la musica che definiscono il cuore e l’anima dell’Alabama, anche il paesaggio e le bellezze naturali non sono da sottovalutare. Lungo gli itinerari proposti si potranno esplorare le spiagge di Golf Stores e Orange Beach, le città di Montgomery e Mobile, Birmingham, Little River Canyon National Preserve, la valle degli alligatori, il Cathedral Caverns State Park. Tanti posti da vedere per conoscere meglio la cultura e l’anima dell’Alabama tra luci e ombre.

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Kythnos, o Citno, perla delle Cicladi

Kythnos, splendida isola che incarna la semplicità e l’ospitalità delle Cicladi, rimane una gemma nascosta, poco esplorata rispetto alle sue vicine più famose, e conserva così un fascino autentico, lontano dal turismo di massa. A breve distanza da Atene, tra Tzia e Serifos, è facilmente raggiungibile in poco più di un’ora dal porto di Lavrio e in tre ore dal Pireo.

La sua storia affonda le radici nella mitologia: prende infatti il nome dal mitico re Kythnos, figlio del dio Apollo, che guidò i coloni Dryopes. Il paesaggio è caratterizzato da una lunga cresta centrale che la divide in vallate che si estendono verso est e ovest, molte delle quali terminano su paradisiache spiagge.

La vicinanza ad Atene e la generosità delle sue terre e del suo mare ne fanno una meta amata dai greci in cerca di pace e tranquillità, soprattutto nei fine settimana. Tuttavia, sembra rimanere in disparte nelle principali guide turistiche, che spesso ne citano solo in maniera superficiale le attrattive, trascurandone il potenziale. Un vero peccato, perché Kythnos ha molto da offrire: acque cristalline, sorgenti termali e villaggi pittoreschi, in un ambiente dove il tempo sembra essersi fermato.

Se il vostro itinerario prevede soste nelle più celebri Sifnos e Serifos, fare tappa a Kythnos, anche solo per un paio di giorni, è un’occasione da non perdere.

Cosa vedere a Kythnos

Se decidete di “scommettere su Kythnos”, appena lasciato il porto, scoprirete un’isola che vi sorprenderà senza se e senza ma. Sebbene gli autobus siano utili per raggiungere le principali località, per viverne appieno l’essenza è consigliabile noleggiare un’auto (meglio ancora una jeep) così da esplorare in piena libertà la sua costa frastagliata, punteggiata da calette nascoste e lambita da un mare limpido e pescoso. La campagna, fertile e a tratti aspra, è punteggiata da vigneti e offre scorci mozzafiato tra nuda roccia e vegetazione lussureggiante.

Il cuore pulsante è la Chora, conosciuta anche come Messaria. Situata nell’entroterra e arroccata su un costone roccioso, la cittadina è abbracciata da una campagna rigogliosa, ricca di vigneti e fattorie. Le stradine strette e le case bianche, tipiche delle Cicladi, conservano l’aspetto tradizionale del XVII secolo. La via principale è animata da caffè, bar e ristoranti che servono prelibatezze locali, tra cui i famosi mezedes.
Da non perdere la Chiesa di Agia Triada, la più antica dell’isola, e quella di San Savas, costruita nel 1613. Al centro della Chora spicca la piazzetta con la Chiesa della Panagia, fulcro delle celebrazioni del 15 agosto in onore della Vergine Maria. Qui la vita scorre lenta, con gli anziani che sorseggiano caffè la mattina e ouzo nel pomeriggio, mentre la sera i giovani prendono il loro posto per la movida notturna.

Come accennato, nonostante le dimensioni contenute, Kythnos pullula di attrazioni degne di nota e, tra queste, vanno nominate senz’altro la grotta di Katafiki e il monastero di Kanala. La grotta di Katafiki, a Dryopida, è considerata una delle più lunghe della Grecia e ospita stalagmiti e laghi sotterranei. Scoperta nel 1841, divenne un sito di estrazione mineraria fino al 1939 e fu usata come rifugio durante la Seconda Guerra Mondiale. Il monastero di Kanala, invece, è il centro spirituale, ammirato per la bellezza architettonica e la posizione panoramica.

Infine, non si può partire senza aver visitato le fonti termali di Loutra, apprezzate per le proprietà curative e scelta perfetta per rigenerarsi, immersi nella natura incontaminata.

Le spiagge: un vero paradiso

Spiaggia di Apokrousi

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La spiaggia di Apokrousi a Kythnos

Kythnos è altresì un vero paradiso per gli amanti del mare, grazie alle moltissime spiagge (ben 98!), ciascuna con una conformazione speciale che la rende adatta a ogni preferenza. Che si tratti di lidi attrezzati, dove rilassarsi con tutti i comfort, o di spiagge più selvagge e disabitate, c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Alcune sono animate fino all’alba, con la musica che risuona alle prime luci del mattino, mentre altre sono angoli di pace assoluta, dove il silenzio è interrotto solo dal rumore delle onde.

Ancora, alcune sono accessibili via mare, grazie ai taxi boat che conducono verso calette isolate, mentre altre si trovano proprio lungo la strada. Tra le più iconiche, va menzionata la spiaggia di Kolona, con la spettacolare lingua di sabbia che si protende in mare, e l’acqua che la accarezza su entrambi i lati. A loro volta, Gaidouromantra e Agios Sostis sono due perle che rappresentano alla perfezione l’avvolgente fascino isolano.

La maggior parte delle spiagge si trova lungo la costa ovest, non lontano da Merichas, il porto principale, ma anche la costa est riserva sorprese per chi è in cerca di piccoli gioielli nascosti: preparare il costume è d’obbligo, perché ogni centimetro di Kythnos cela luoghi incantevoli tutti da vivere.

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Esiste una spiaggia caraibica a due passi da Milano. Ecco dov’è

Sabbia e ciottoli bianchi, l’acqua cristallina e che restituisce allo sguardo le tante sfumature di azzurro. E poi, intorno a noi, la natura che crea uno scenario spettacolare.

Al primo sguardo potrebbe sembrare di essere su una spiaggia caraibica, ma in realtà ci troviamo vicino a Milano, in provincia di Piacenza nella Val Trebbia. Un luogo da sogno che nulla ha da inviadiare a mete lontane: qui si possono fare bagni immersi in acque bellissime con, a fare da sfondo, il verde della natura e la bellezza selvaggia delle rocce.

A dominare dall’alto, poi, il suggestivo borgo medievale di Brugnello dalla cui chiesa si gode di una vista spettacolare sul fiume e su questa spiaggia e che, per questa ragione, le ha dato il nome. Tutto quello che c’è da sapere sulla spiaggia caraibica poco distante da Milano.

La Chiesetta, la spiaggia che ricorda i Caraibi

La conformazione e l’aspetto possono un po’ variare, ma questo non intacca per nulla il fascino di una spiaggia favolosa che si trova poco distante da Milano.

Non siamo al mare, ma nel cuore della Val Trebbia che ha fatto innamorare anche Hemingway dove – lungo l’omonimo fiume – si possono trovare piccole spiagge spettacolari. Come La Chiesetta che con i suoi colori ricorda i lidi di luoghi lontani: qui a dominare, infatti, sono l’azzurro sorprendente delle acque del fiume, in contrasto con il bianco della riva, circondata a sua volta dal verde lussureggiante della natura. Nei suoi pressi si trova la spiaggia naturista chiamata Spiaggia del Secchiello.

Uno scrigno di bellezza che si trova ai piedi del borgo medievale di Brugnello, vicino a Bobbio in provincia di Piacenza. Ma anche un luogo di relax, dove si può prendere il sole e fare un bagno immersi in uno scenario differente.

Le cose da fare qui sono tantissime, perché oltre a bagni e tintarella, si possono visitare i paesi nelle vicinanze o lasciarsi affascinare dalla natura circostante, magari con una bella camminata. La cosa importante – ovviamente – è sempre quella di rispettare l’ambiente circostante.

A guardare questa zona dall’alto si nota come il fiume faccia alcune curve che hanno dato vita a queste piccole spiagge dai colori meravigliosi e che sembrano voler replicare quelli di luoghi lontani. E anche in altre aree lungo il corso d’acqua si trovano altri posti bellissimi in cui rilassarsi e prendere il sole, come la spiaggia di Case Marchesi poco distante da Piacenza, oppure quella di Dorba, solo per citarne un paio.

Il Trebbia e le sue spiagge

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Lungo il fiume Trebbia ci sono diverse spiagge mravigliose come quella caraibica

Cosa fare vicino alla spiaggia caraibica

Oltre a una giornata di sole e relax vicino a Milano, questa zona in cui si trova la spiaggia caraibica regala molte altre cose che si possono fare.

Ad esempio, si può visitare Bobbio, che è poco distante e regala ai suoi visitatori tantissime bellezze che vale la pena visitare come – ad esempio – il Ponte Gobbo con la paurosa leggenda che narra sia stato realizzato dal Diavolo. Oppure l’antica abbazia di San Colombano che risale ai tempi più antichi e, ancora, il Castello Malaspina Dal Verme.

Bobbio località da visitare vicino alla spiaggia caraibica

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Bobbio è vicino alla spiaggia caraibica

Vale la pena fare un giro anche a Brugnello, che fa parte del comune di Corte Brugnatella e in cui si respira l’aria del passato con i suoi edifici medievali. Come se non bastasse, poi, da qui si gode di una vista impareggiabile.

Come raggiungere la spiaggia caraibica

Dista solamente 110 chilometri da Milano la spiaggia caraibica che si trova in Val Trebbia ed è il sito da raggiungere se si cerca un luogo di pace e bellezza.

Per raggiungerla si deve uscire a Piacenza Sud e proseguire verso Bobbio, fino a raggiungere Brugnello. Si deve poi percorrere un breve sentiero al termine del quale si spalanca d’innanzi ai nostri occhi la meraviglia della spiaggia caraibica di questo angolo della val Trebbia.

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Le location del film “Vermiglio”, Leone d’Argento a Venezia e possibile candidato agli Oscar

Dopo l’anteprima alla 81° Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia il film Vermiglio è stato scelto per rappresentare l’Italia ai prossimi premi Oscar 2025, con grande emozione e soddisfazione della regista Maura Delpero. La storia, ambientata tra il 1944 e il 1945 in Trentino Alto Adige, nasce da un episodio molto personale. “Poco dopo la sua morte, mio padre mi è apparso in sogno come un bambino di sei anni ed era felice nella casa della sua infanzia” ha dichiarato la regista in conferenza stampa a Venezia, aggiungendo: “Lui è cresciuto in un piccolo paese dell’alta Val di Sole come tutta la sua famiglia”. 

Vermiglio: la trama del film

Tre sorelle in età adolescenziale vivono l’ultimo anno della Seconda Guerra Mondiale quando uno sparo segna la fine della loro innocenza per sempre. In quattro stagioni la natura compie il suo ciclo e una ragazza matura passando dall’infanzia all’età adulta con tutti i cambiamenti che questo percorso può comportare. Si può smarrire il cammino, si possono solcare mari verso terre sconosciute, si può morire e rinascere. Vermiglio racconta le dinamiche all’interno di una grande famiglia e di come l’arrivo di un soldato sconvolge gli equilibri.

Dove è stato girato

Ho scelto questa location per la mia storia familiare, ma anche perchè amo gli spazi chiusi e questo posto mi permetteva di concentrarmi su una piccola comunità e di parlare della guerra, mantenendola fuori campo e di raccontare come una piccola comunità possa essere toccata da un evento privato che però racconta un evento pubblico che è la guerra. Nel film c’è una dualità tra macro e micro, sia nella storia che nella fotografia” ha dichiarato Delpero, al suo secondo lungometraggio dopo Maternal.

Vermiglio ha ottenuto la certificazione Green Film da Trentino Film Commission per la sostenibilità ambientale nella produzione audiovisiva e le riprese si sono svolte in Val di Sole, terra natale della famiglia Delpero. In particolare a fare da sfondo a questo dramma storico e personale sono Vermiglio, Carciato, la Chiesa di Comasine nel comune di Peio e al Passo del Tonale.

Vermiglio set

Fonte: Ufficio Stampa

Dietro le quinte del film Vermiglio

La produzione è durata circa un mese nel 2023, tra fine Agosto e Settembre, per poi girare alcune scene invernali anche i primi giorni di Dicembre. Il paesaggio è sicuramente un co-protagonista di questo film legato al territorio. Boschi, laghi e sentieri in cui i personaggi si muovono, hanno un valore simbolico e ambientale fondamentale.

Vermiglio è un posto che molti consideravano “ai confini del Regno” e il Trentino partecipa attivamente con i suoi paesaggi innevati di Dimaro Folgarida, Pellizzano, Mezzana, insieme all’Alto Adige che regala una dimensione sospesa con la natura della Bassa Atesina e i Laghetti vicino al comune di Egna ai piedi del monte Madrutta. Affascinante l’ex ospizio dei pellegrini di San Floriano scelto come una delle location del film, un edificio del XIII secolo che ha ospitato molti viaggiatori diretti a Roma e nel 1949 ha ricevuto persino il pittore e incisore tedesco Albrecht Dürer.

Vedendo Vermiglio i luoghi suggeriscono odori e sensazioni, come la legna di un camino, il latte caldo appena munto, ma anche le mani screpolate dal freddo, l’amarezza delle speranze infrante e il fumo di una sigaretta clandestina. Il lavoro di ricerca dei set è stato lungo e laborioso, come ha raccontato il location manager Paolo Malpaga. “Questo film lo sentivo particolarmente mio” ha detto, aggiungendo: “Anche io sono originario della Val di Sole, mio padre è Pellizzano”.