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L’appartamento della Duchessa di Palazzo Pitti apre alle visite

Palazzo Pitti a Firenze rende accessibile al pubblico l’Appartamento della Duchessa, situato al secondo piano della storica residenza medicea, che prende il nome da Anna di Francia, vedova del duca Amedeo d’Aosta, l’ultima a risiedervi. Di solito visitabili solo in occasioni speciali, i preziosi ambienti diventano ora fruibili in modo regolare.

L’Appartamento, infatti, sarà aperto dal 29 settembre, e poi con visite guidate che si terranno ogni domenica a partire da novembre, un’opportunità unica per scoprire uno dei luoghi più affascinanti di uno dei fiori all’occhiello di Firenze.

Il commento di soddisfazione del Direttore

Simone Verde, Direttore delle Gallerie degli Uffizi, ha espresso parole di soddisfazione per l’apertura dell’Appartamento e il conseguente rilancio di Palazzo Pitti: “L’apertura, per la prima volta in via regolare dell’appartamento della duchessa d’Aosta segna un primo importante passo nell’ambito del piano di rilancio di Palazzo Pitti. Le restituzioni dei suggestivi spazi della reggia al pubblico proseguiranno: nei prossimi mesi torneranno visitabili dopo anni, al termine di una ampia operazione di restauro e riallestimento, i bellissimi ambienti del Tesoro dei Granduchi al pian terreno, mentre al primo piano, già a partire dalle prossime settimane, succederà lo stesso con le sale degli appartamenti reali“.

Un nobile viaggio indietro nel tempo

L’Appartamento della Duchessa è composto da numerose stanze arredate con eleganza, alcune delle quali si affacciano sul magnifico Giardino di Boboli. Il sontuoso spazio fu creato nel XVI secolo, quando Cosimo I de’ Medici e sua moglie Eleonora di Toledo acquistarono il palazzo dalla famiglia Pitti per trasformarlo nella residenza dei granduchi di Toscana. La prima a risiedervi fu Maria de’ Medici, nipote di Cosimo e futura regina di Francia. Da quel momento, l’appartamento ha sempre mantenuto la sua funzione come dimora privata di figure di alto rango.

Le sale, ricche di fascino e storia, mostrano il loro aspetto definitivo grazie agli interventi architettonici voluti dai Lorena e dai Savoia tra il XVIII e il XIX secolo. Al loro interno, sono ancora conservati oggetti di grande valore, tra cui una pregevole collezione di manoscritti appartenuti al granduca Ferdinando II e alla sua consorte Vittoria della Rovere, risalenti alla metà del Seicento.

Un patrimonio dal valore indiscutibile: i Musei di Palazzo Pitti

Le visite guidate al nobile Appartamento si inseriscono in un progetto di più ampio respiro di valorizzazione del patrimonio artistico e storico del magnifico complesso di musei e gallerie del Palazzo nel quartiere di Oltrearno, che lasciano davvero senza fiato.

Troviamo, così, la Galleria d’Arte Moderna che accoglie una ricca collezione di dipinti e sculture italiane, che spaziano dal XVIII secolo fino alla Prima Guerra Mondiale, con opere di artisti del XIX e inizio XX secolo, la Galleria Palatina, in origine la galleria privata dei Medici, dove sono esposti capolavori di Raffaello, Tiziano, Rubens, Correggio e altri maestri del Rinascimento e del Barocco europeo, la Galleria del Costume, unica nel suo genere in Italia, con oltre 6.000 articoli, tra cui abiti storici che vanno dal XVIII al XX secolo, nonché costumi e accessori utilizzati nel teatro.

Ancora, il Museo degli Argenti, noto anche come il “Tesoro dei Medici”, che raccoglie porcellane cinesi e giapponesi, avori, pietre preziose, mosaici, cristalli e gioielli appartenuti ai Medici e ad altre famiglie nobili, e il Museo delle Porcellane, una delle collezioni più belle d’Europa che include pezzi provenienti da varie residenze italiane, arricchita da oggetti appartenuti alla famiglia Savoia.

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Roma, Sardegna e Sud Tirolo, i luoghi top d’Italia in autunno per gli americani

Secondo Travel + Leisure, il noto magazine statunitense con sede a New York, gli americani iniziano ad apprezzare le vacanze in Europa in particolare durante l’autunno, tralasciando un po’ il periodo estivo, sempre più caratterizzato da ondate di calore, mancanza di aria condizionata in svariati luoghi e l’implacabile folla dei turisti, tutti aspetti che concorrono a rendere il viaggio “scomodo e disagevole”.

Così, emerge la tendenza a pianificare i voli transatlantici nei mesi autunnali, quando le temperature scendono ma si rivelano ancora dolci e miti e le prime nevicate sono ancora lontane. In più, difficile non apprezzare le mete prescelte avvolte nei magici colori dorati del foliage e di una luce inconfondibile.

E poi, l’Europa offre davvero l’imbarazzo della scelta, sia per chi pianifica una visita nelle maggiori città e capitali, sia per chi, invece, opta per la montagna o il mare. Le destinazioni predilette dagli americani? Londra, Parigi, Ibiza, Madeira, Copenaghen, le Highlands scozzesi, la Grecia, la Norvegia, la costa francese ma anche l’Italia e, in questo caso, tre vincono su tutte le altre.

Ecco di quali si tratta.

Roma, il fascino che non tramonta

L’atmosfera millenaria che si respira passeggiando per la Città Eterna non smette mai di far innamorare e i turisti statunitensi non fanno eccezione.

Nella speciale classifica di Travel + Leisure per le località da scoprire in autunno, Roma è al primo posto della Top Ten, magnifica in tutte le stagioni e ideale per l’autunno.

Qualche consiglio per un’avventura romana di stile? Iniziare il tour da Galleria Borghese, una delle gallerie d’arte più prestigiose della città, e poi esplorare l’Orto Botanico, rigoglioso giardino ricco di sentieri tortuosi, fontane nascoste e alberi secolari.

Dopo aver fatto tappa al cospetto degli iconici punti di interesse della capitale, dal Colosseo al Vaticano, da Trastevere a Piazza Navona (e la lista potrebbe continuare all’infinito), non può mancare una golosa sosta all’Antico Forno Roscioli, storica panetteria la cui pizza al taglio è una “rivelazione”, e un buon gelato presso una delle innumerevoli gelaterie sparse per il centro.

In Sardegna, finalmente lontano dal caldo torrido

Barumini, Barbagia

Fonte: iStock

Nuraghe di Barumini

Terza classificata la Sardegna che, in autunno, diventa la scelta perfetta per andare in bici, fare escursioni e concedersi un’entusiasmante gita in barca: infatti, se in estate il caldo è torrido, settembre, ottobre e la prima settimana di novembre sorprendono piacevolmente.

Oltre a godere appieno della bellezza unica dell’isola, i turisti hanno l’occasione di partecipare agli eventi culturali di “Autunno in Barbagia“, celebrati in una trentina di villaggi della regione montuosa della Barbagia fino alla metà di dicembre.

Ma non è tutto: l’autunno sardo significa degustazioni di vino, tranquille visite ai siti archeologici e rigeneranti nuotate nelle limpide acque dello splendido mare, ancora caldo dopo i mesi estivi.

Sud Tirolo, natura spettacolare

Infine, all’ottavo posto delle mete predilette dagli americani per l’autunno in Europa, spicca il Sud Tirolo, considerato il top per vacanze attive all’aria aperta, per conoscere da vicino e assaporare la tradizione vitivinicola locale e concedersi un soggiorno in uno dei molti resort con centri benessere.

In più, i boschi si tingono di meravigliose tinte pastello e al tramonto le cime e i pinnacoli appaiono arancioni, rosa, rossi o viola, dando vita al cosiddetto “bagliore delle Dolomiti“.

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Cosa vedere a Bogor: le migliori attività da non perdere

Stai sognando di visitare l’Indonesia? Molto probabilmente in cima alla tua wishlist ci sono Bali e Giacarta ma se vuoi scoprire l’anima più autentica di questa terra voglio suggerirti un vero gioiellino, Bogor. Si trova solo a 60 km dalla capitale ed è famosa per gli spazi verdi ma soprattutto per diventare una fuga dalla frenesia della città che ti assicuro ti travolgerà. Qui avrai modo di approfondire la cultura e la storia: ma cosa vedere? Ti guido step by step per organizzare una gita a Bogor.

Il giardino botanico di Bogor

Chi sogna una vacanza in Indonesia, dopo aver visto Bali ormai un must in cima ai trend di moltissimi viaggiatori e Giacarta potrebbe pensare di esplorare i dintorni. Tra i motivi principali che attirano i viaggiatori qui c’è il giardino botanico: uno dei più antichi e grandi giardini botanici del mondo, con oltre 200 anni di storia. La prima tappa imperdibile a Bogor è senza dubbio il giardino botanico, uno dei più antichi e grandi giardini botanici del mondo, con oltre 200 anni di storia e più di 80 ettari custodisce una collezione di più di 15.000 specie tra alberi e piante. Una curiosità? Potrai scoprire un numero maggiore di 400 tipologie di palme e rimarrai a bocca aperta in una serra con oltre 3.000 specie diverse di orchidee. Da qui potrai persino scorgere il palazzo presidenziale di Bogor dove ancora oggi si svolgono alcuni incontri ufficiali.

Cascate di Curug Nangka

Spostandosi leggermente dalla città di circa 20 km con delle escursioni organizzate potrai raggiungere le cascate di Curug Nangka. Perfette anche per chi non è un abile camminatore esperto di trekking, sono facili da visitare grazie alle strade collegate e percorribili sia in auto sia in moto. La vista è effetto wow.

Tempio Taoista di Hok Tek Bio

Nella zona collinare e panoramica della città sorge questo tempio taoista che oggi è un luogo di culto per tutta la comunità cinese; con statue, draghi e torri dà modo di scoprire una cultura molto lontana da quella europea ma ricchissima di fascino.

La cucina di Bogor

Un viaggio a Bogor non può dirsi completo senza assaggiare la sua cucina tradizionale. Uno dei piatti più famosi è il Soto Mie Bogor, una zuppa di noodles con carne, verdure e spezie, dal sapore unico e avvolgente. Te lo consiglio proprio come comfort food ma potrai poi lasciarti tentare da snack local come i lontong, torte di riso avvolte in un foglio di banano.

Bogor, la città della pioggia

Una delle cose più curiose di Bogor è il suo clima. La città è conosciuta come la “città della pioggia”; il soprannome non è casuale e le è stato attribuito registra uno dei tassi di precipitazione più alti dell’Indonesia. Non lasciarti scoraggiare dal meteo, gli acquazzoni sono frequenti ma brevi, seppur intensi. Il cielo poi si ripulisce rapidamente facendoti vivere un ambiente molto fresco e piacevole in cui passeggiare.

Come arrivare a Bogor

Non preoccuparti sulle difficoltà di collegamento, non solo in auto o in moto, anche con i mezzi pubblici puoi raggiungere Bogor da Giacarta: utilizza un treno partendo dalla stazione Gambir e in poco più di un’ora arriverai a destinazione.

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Marcello mio, le location dove è stato girato il film su Mastroianni

Arriva in prima TV su Sky il film omaggio a Marcello Mastroianni nel centesimo anniversario della sua nascita: MARCELLO MIO, in onda sabato 28 settembre alle 21:15 su Sky Cinema Due, in streaming su NOW e disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand anche in 4K.

Presentato in concorso al Festival di Cannes 2024, MARCELLO MIO è un film scritto e diretto da Christophe Honoré. Chiara Mastroianni interpreta il ruolo di suo padre, Marcello, ripercorrendo i momenti più significativi della sua carriera attraverso gli occhi di una figlia.

Il film si sviluppa come un sogno di Chiara che immagina di essere Marcello, creando così un intreccio onirico tra realtà e desiderio. MARCELLO MIO non è solo un omaggio alla figura paterna, ma anche un viaggio emotivo e affascinante che rievoca la memoria di uno degli attori più amati del cinema italiano.

Con una narrazione che commuove e incanta, Christophe Honoré porta in vita una storia intrisa d’amore e nostalgia.

La trama di MARCELLO MIO

Chiara è un’attrice, figlia di Marcello Mastroianni e Catherine Deneuve. Durante un’estate particolarmente tormentata, decide di far rivivere suo padre attraverso sé stessa: si veste come lui, parla come lui, respira come lui, con una tale forza che chi le sta intorno comincia a crederci e a chiamarla “Marcello”.

E mentre tutti pensano che sia soltanto uno “scherzo temporaneo”, Chiara non ha intenzione di rinunciare alla sua nuova identità.

Dove è stato girato il film

Gaeta, Lazio

Fonte: iStock

Gaeta, tra le location del film omaggio a Mastroianni

Ma dove è stato girato il film che rende omaggio a Mastroianni? Innanzitutto, a Roma, con una delle location d’eccellenza: la Fontana di Trevi, che ripropone la mitica scena della “Dolce Vita” con Marcello e Anita Ekberg, uno dei capolavori di Fellini del 1960 nonché una delle pellicole più celebri della storia del cinema italiano.

A fare da sfondo alle vicende del film in arrivo il 28 settembre anche le strade e le piazze attorno alla stazione Termini, uno studio televisivo ricostruito presso gli studi della DEAR, e gli esterni del Cimitero Monumentale del Verano, nel quartiere Tiburtino vicino alla Basilica di San Lorenzo fuori le mura: 83 ettari di “museo a cielo aperto” custodi di opere d’arte e di sepolture di personaggi illustri del mondo musicale, artistico, storico, letterario, teatrale e cinematografico tra cui, appunto, Marcello Mastroianni.

Oltre a Roma, troviamo Filacciano, raccolto borgo medievale a dominio della Valle del Tevere, strutturato lungo un unico asse viario; via Filocastello, dove si erge il maestoso Palazzo del Drago, castello e porta d’accesso con antica torre; merita una sosta la piccola Chiesa di Sant’Egidio, dalle pareti dipinte e con un pregevole ciclo di affreschi del Duecento.

Arriviamo poi a Formia (dove alcune scene sono state girate all’Hotel II Faggiano), vivace cittadina balneare della provincia di Latina dove il clima è mite, il mare favoloso e le spiagge premiate da Legambiente e dalle 3 Vele del Touring Club Italiano. Non mancano, tuttavia, tracce dell’antico passato nel borgo collinare Castellone, nel borgo marinaro Mola, e lungo la Via Appia con la tomba di Cicerone.

MARCELLO MIO ha poi avuto come sfondo anche Gaeta, animata cittadina costiera della Riviera di Ulisse e, per le scene finali, Fondi, che vanta uno dei centri storici più interessanti della provincia di Latina, nell’abbraccio dei Monti Ausoni.

All’estero, il film è stato girato invece a Parigi.

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La Valdichiana e le altre location del “Pinocchio” di Garrone e Benigni

Ambientazioni fiabesche che sembrano uscire direttamente da un libro di favole e paesaggi che potrebbero appartenere ad altri mondi: sono quelli messi in scena nel film Pinocchio di Matteo Garrone del 2019, in cui Roberto Benigni ha recitato nei panni di Geppetto. In realtà questi luoghi, che tutti noi abbiamo potuto ammirare sullo sfondo dell’opera cinematografica del regista de Il racconto dei racconti, sono tutti veri e autentici.

Partiamo per un viaggio tra le location da sogno di Pinocchio, che si snodano in 3 diverse regioni italiane: partiamo dalla Valdichiana toscana per spostarci alla ricerca dei paesaggi scelti per le riprese tra la Puglia e il Lazio.

Ambientazioni di Pinocchio tra le meraviglie d’Italia

Uscito al cinema il 19 dicembre 2019, il film Pinocchio di Garrone, tratto dal romanzo “Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino” di Carlo Collodi, ha conquistato subito il pubblico e la critica. Basti pensare che ha ricevuto ben 15 candidature ai David di Donatello 2020, vincendo in cinque categorie: Miglior scenografo, Miglior truccatore, Miglior costumista, Miglior acconciatore e Migliori effetti speciali visivi. Inoltre, ha ottenuto 2 candidature agli Oscar 2021 nelle categorie Migliori costumi e Miglior trucco.

Ma un premio speciale dovrebbero riceverlo anche le location da favola, tutte italiane, che hanno fatto da sfondo alle scene della pellicola amata da grandi e piccini. I luoghi scelti per le riprese si trovano in tre splendide regioni del Bel Paese: Toscana, Lazio e Puglia. Vediamoli tutti, partendo dalla regione che è anche patria natìa dell’attore Roberto Benigni, ovvero la Toscana.

Location di Pinocchio in Toscana: la Valdichiana

Partiamo dai paesaggi toscani, e in particolare dalla Val di Chiana (o Valdichiana) senese, tra Siena e Arezzo, vicina al lago Trasimeno e alle aree lacustri di Montepulciano e Chiusi.

È nella frazione del borghetto medievale de La Fratta, nel comune di Sinalunga, che è stato ricreato il villaggio di Geppetto (interpretato da Roberto Benigni): l’ambientazione, in particolare, è tra le mura della storica Tenuta La Fratta, una delle più belle e antiche dimore della Toscana, sopravvissuta al passare dei secoli, giungendo a noi in condizioni splendide. Il primo documento nel quale viene citata risale al 1208, il che non fa che attestare il valore storico di una struttura che sorge su quella che un tempo era una delle più importanti strade dell’antica Roma, la via consolare Cassia. Ancora oggi la tenuta mantiene una fattoria, una villa e un pascolo per il bestiame.

Sinalunga, splendido borgo in Toscana

Fonte: iStock

Sinalunga, in Toscana

Garrone a sfruttato a proprio vantaggio le bellezze senza tempo dei luoghi che circondano la Fratta, sita al centro di un territorio ricco di cultura e pregno di storia. Il paesaggio è particolarmente vario, proponendo così numerose tipologie di setting, dalle aree lacustri dei laghi Trasimeno, di Montepulciano e di Chiusi, fino a quella pianeggiante della Valdichiana e della Val d’Orcia. A ciò si unisce una dorsale collinare, proprio tra le due vallate principali, con il Monte Cetona e il Monte Amiata a dominare il tutto dall’alto.

La scelta dell’area della Val di Chiana ha anche una motivazione metanarrativa: proprio qui è nato Benigni, che nel castello di Gargonza ha scritto, con lo sceneggiatore Cerami, il suo film Pinocchio, quello uscito nel 2002 e nel quale ha interpretato il celebre burattino.

Le location di Pinocchio tra Puglia e Lazio

Per raggiungere le altre meravigliose location del film di Garrone ci spostiamo in Puglia, dove il Parco nazionale dall’Alta Murgia ha offerto splendidi scenari per le riprese: tra le ambientazioni vediamo le verdi distese naturali intervallate da rocce dei borghi di Altamura e Gravina di Puglia, in cui è stata girata probabilmente la scena dell’impiccagione.

A Gravina di Puglia, in particolare, viene ripreso il viadotto con ampie arcate che collega le sponde del torrente Gravina, mentre ad Altamura è stata ricreata la casa della Fata Turchina da adulta all’interno di alcune splendide masserie fortificate presenti in questo territorio. Parliamo della Masseria Jesce per gli esterni, con la sua cripta dedicata a San Michele Arcangelo e affreschi mariani, e della Masseria Patrone per le riprese interne, con i suoi pavimenti finemente decorati, i letti a baldacchino e i ricchi tendaggi.

Altamura, location di "Pinocchio" in Puglia

Fonte: iStock

Altamura, in Puglia

E il Paese dei Balocchi? Il luogo in cui i bambini poco volenterosi vengono trasformati in asinelli è stato ambientato in un’altra masseria che sorge tra Ostuni e Fasano. Nei dintorni invece, tra le campagne che circondano la “Città Bianca” va in scena l’incontro tra il Gatto e la Volpe, interpretati da Massimo Ceccherini e Rocco Papaleo.

Ci si sposta direttamente sul mare per raggiungere anche la location scelta per la scena del Pescecane: è il paesaggio di Polignano a Mare, a 20 minuti da Ostuni, a incantare con le sue alte falesie con rocce frastagliate e le grotte che si alternano alle calette dalla sabbia fine e candida bagnata da un mare cristallino.

Polignano a Mare, location di "Pinocchio" in Puglia

Fonte: iStock

Polignano a Mare, in Puglia

Nella cittadina di Noicattaro, in provincia di Bari, è stato ricreato invece il teatro di Mangiafuoco (interpretato da Gigi Proietti): qui si trova il Teatro più piccolo d’Europa, nel cuore nel centro cittadino caratterizzato da una particolare forma a cuore. Con soli 50 posti a sedere, la struttura risalente al 1800 era anticamente un frantoio ipogeo poi trasformato in abitazione per sfollati e deposito e, infine, come cinema e teatro (oggi gestito dai FAI).

Viaggiando fino in Lazio, Garrone ha scelto la meravigliosa Villa Catena, più volte presente nelle scene del film e nel finale: si trova a Poli, vicino a Roma, ed è famosa per essere testimonianza dell’amore di Dino De Laurentiis, che la acquistò nel dopoguerra, per Silvana Mangano. La villa cinquecentesca, nei suoi anni d’oro, ha ospitato molte celebrità hollywoodiane e star internazionali.

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Palazzo d’Estate di Pechino: cosa sapere prima di visitarlo e cosa vedere

Stai pianificando la tua prossima vacanza a Pechino? Tra le attività must have che rientrano nelle tappe obbligatorie c’è sicuramente il Palazzo d’Estate. Forse non lo sapevi ma, oltre all’architettura unica è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO e per molti è una delle meraviglie del mondo da visitare durante un viaggio in Cina. Circondato da un paesaggio incantevole che ti sembra far volare all’interno di un videogame o di un altro periodo storico, ti conquisterà. Scopri con me tutto ciò che c’è da vedere e cosa sapere prima di visitarlo.

Palazzo d’Estate: perché visitarlo e cosa vedere

Il Palazzo d’Estate, in cinese chiamato Yíhé Yuán, nasce come residenza estiva della famiglia imperiale cinese durante la dinastia Qing e rientra a tutti gli effetti tra le cose da vedere assolutamente a Pechino. Sebbene originariamente costruito nel 1700, è stato ristrutturato e ampliato nel tempo per poi quasi essere completamente distrutto nel 1860 in occasione della Guerra dell’oppio.

Appena entrerai nel complesso, sarai subito colpito dall’armonia tra la natura e le strutture artificiali. Ogni tempio, padiglione e giardino è stato progettato per fondersi perfettamente con il paesaggio circostante, regalando un equilibrio tra uomo e natura che è difficile trovare altrove. Oltre al complesso stesso, l’outdoor non va trascurato ed è forse tra gli angoli più fotogenici e instagrammabili della zona di Pechino. Tra le tappe da non perdere c’è quella al lago Kunming, artificiale e ispirato a quello di Hangzhou e la collina della longevità.

Un altro luogo imperdibile del Palazzo d’Estate è la grande galleria, o Cháng Láng in cinese. Si tratta di una corridoio lungo oltre 700 metri, riconosciuto come vero e proprio capolavoro d’arte: qui sono dipinti oltre 14.000 di scene tratte dalla mitologia cinese, da poesie e leggende popolari. Una cosa che ti lascerà a bocca aperta? La barca di marmo, lunga oltre 34 metri: oltre ad essere incredibilmente imponente e fotogenica, vuole rappresentare in modo stravagante quella che è la stabilità del regno imperiale. Non farti ingannare dal nome: non si tratta di una vera e propria nave, anche se il design lo richiama fortemente.

Non perdere poi il padiglione della fragranza del Budda: si tratta di una pagoda che sormonta la collina della Longevità, con tetti tradizionali e decorazioni in abbondanza. Rappresenta a pieno quello che è lo stile dell’architettura religiosa cinese.

Consigli pratici e info utili

Vuoi goderti al massimo l’experience? Pianifica al meglio la giornata poiché il complesso è grande e richiede un po’ di tempo. Ti consiglio di dedicare almeno mezza giornata alla visita, se non di più, soprattutto se intendi fermarti a contemplare la bellezza del luogo e magari fare una pausa in uno dei tanti giardini tranquilli.

Il miglior momento per fare un viaggio a Pechino è durante la primavera o l’autunno, quando le temperature sono miti e il paesaggio ti lascerà sbalordito. Il Palazzo d’Estate si trova a circa 15 chilometri dal centro di Pechino e più precisamente nel distretto di Haidian. Si raggiunge in metro, utilizzando la linea 4 e scendendo alla fermata  Beigongmen; da qui basteranno pochi minuti a piedi per raggiungere l’ingresso. Per quanto riguarda i biglietti, il costo varia a seconda della stagione, con prezzi che vanno dai 20 ai 30 yuan; in euro significa circa 4 euro per gli adulti in alta stagione e circa 3 euro per la bassa stagione.

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Idee per il weekend: le mete consigliate da SiViaggia

In cerca di ispirazione per il prossimo weekend? SiViaggia ha selezionato per voi quattro idee perfette per una fuga all’insegna di natura, arte e storia. Dalla Sardegna selvaggia, dove l’autunno svela i segreti millenari della civiltà nuragica, agli scenari incantati del lago di Como, con i suoi borghi pittoreschi, fino ai vigneti del Barbaresco, da esplorare sulle tracce dei romanzi di Beppe Fenoglio.

Se invece preferite un viaggio tra arte e cultura, Parma vi aspetta con un itinerario immersivo che vi porterà alla scoperta dei capolavori del Correggio, celebri in tutto il mondo. Ogni meta offre esperienze uniche per chi desidera scoprire luoghi autentici, lontani dalle solite rotte turistiche, ideali per un weekend ricco di emozioni.

In Barbagia tra antichi nuraghi

Nella Barbagia del Barigadu, l’autunno promette esperienze indimenticabili. Questo angolo autentico della Sardegna custodisce meraviglie, come il nuraghe Losa, uno dei meglio conservati e più importanti dell’isola, e il tempio a pozzo di Santa Cristina a Paulilatino, un capolavoro architettonico nuragico risalente a circa 3000 anni fa. Si tratta di testimonianze straordinarie della civiltà nuragica, che offrono un’immersione nella storia antica della Sardegna.

Per gli amanti della natura, l’area intorno al fiume Tirso e al lago Omodeo è ideale per escursioni a cavallo o a piedi. Dal punto ricreativo Sas Olias di Sedilo o dall’agriturismo Sa Tanchitta di Ula Tirso, è possibile organizzare passeggiate lungo sentieri che si inoltrano verso il lago Omodeo. Formato dalla diga Santa Chiara, e in seguito ampliato dalla diga Eleonora d’Arborea, questo specchio d’acqua custodisce veri e propri tesori sommersi come tombe di giganti, domus de janas, un insediamento prenuragico e persino una foresta fossile con alberi di 20 milioni di anni.

In autunno, quando il livello del lago si abbassa, riemerge la suggestiva “Casa del custode”, l’edificio che ospitava il capo della centrale della diga di Santa Chiara, ormai sommerso da anni. Questo fenomeno offre un’opportunità unica per ammirare un pezzo di storia nascosta e riflettere sul passato di questa terra affascinante.

Lago di Omodeo

Fonte: Ufficio stampa: Sardegna, il Cuore

Casa Custode Diga Santa Chiara sul Lago di Omodeo in Sardegna

Bellano, turismo slow sul lago di Como

Bellano, pittoresco comune affacciato sul lago di Como in provincia di Lecco recentemente entrato a far parte del circuito delle Cittaslow, è meta di un turismo lento, attratto soprattutto dall’Orrido di Bellano, una gola naturale formata 15 milioni di anni fa dall’erosione del torrente Pioverna e dal Ghiacciaio dell’Adda. Questo spettacolare canyon, con le sue gigantesche marmitte, tetri anfratti e suggestive spelonche, offre ai visitatori un’esperienza di visita altamente suggestiva grazie a un sistema di passerelle sospese che permettono di esplorare le alte pareti rocciose a picco sull’acqua in tutta sicurezza.

Un altro punto di interesse del paese è il Museo del Latte e della storia della Muggiasca (MUU), situato nella frazione di Vendrogno. Inaugurato nel 2008, è dedicato alla conservazione e alla valorizzazione delle tradizioni e della cultura materiale locale, con particolare attenzione alla lavorazione del latte. Ospitato negli spazi della ex-latteria turnaria, che per quasi un secolo ha servito la comunità nella trasformazione del latte, il MUU rappresenta un perfetto esempio di connubio tra economia locale e cultura.

Oltre all’itinerario sul latte, il museo propone quattro percorsi tematici che esplorano la vita rurale della Muggiasca: il bosco, i campi, il lavoro nella stalla, la casa e i lavori femminili di una volta, che consentono di immergersi nella storia e nelle tradizioni di un territorio che ha saputo mantenere intatta la sua autenticità.

Tra i vigneti del Barbaresco sulle orme del Partigiano Johnny

Le colline del Barbaresco, inserite nel sito Unesco dei Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte, rappresentano una delle culle della produzione di vini di eccellenza italiani. In questo territorio nasce il Barbaresco, vino rosso a lungo invecchiamento, rinomato a livello internazionale per la sua qualità superiore. Oltre a essere amati per la loro bellezza naturale, questi paesaggi sono stati celebrati anche nella letteratura del Novecento, in particolare nei romanzi di Beppe Fenoglio, come “Il partigiano Johnny”, che descrive con grande vividezza le rocche a picco sul fiume Tanaro, simbolo di resistenza e mistero.

Oltre alla straordinaria produzione vinicola, il territorio offre itinerari suggestivi, come la Strada Romantica, un percorso di 130 km tra paesaggi mozzafiato e citazioni letterarie, e il trekking panoramico da Barbaresco a Neive, che attraversa filari di vigne ed è parte del celebre percorso “Bar to Bar”. Tra le attrazioni del borgo di Barbaresco spicca la maestosa torre medievale, simbolo riconoscibile delle Langhe, che domina il paesaggio circostante e il fiume Tanaro.

Anche Neive, riconosciuto tra “I borghi più belli d’Italia”, merita una visita per le sue stradine acciottolate e il suo ricco patrimonio architettonico, testimonianza di una storia secolare. Qui, nelle cantine del Municipio, si trova la storica Bottega dei Quattro Vini, fondata nel 1983, che continua a essere un punto di riferimento per la degustazione dei pregiati vini locali.

A Parma per i 500 anni della cupola del Correggio

Parma celebra i 500 anni della cupola affrescata da Antonio Allegri, meglio conosciuto come Correggio, nella Basilica di San Giovanni Evangelista con un innovativo itinerario multimediale. Dal 27 al 29 settembre, i visitatori possono vivere un’esperienza unica grazie al progetto “Correggio 500 anni dopo”, promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Parma e il Monastero Benedettino di San Giovanni.

Il fulcro della celebrazione è l’installazione “Il Cielo per un istante in terra”, una riproduzione fotografica realizzata da Lucio Rossi, che permette di ammirare da vicino i dettagli degli affreschi della cupola, normalmente invisibili a occhio nudo. Questa straordinaria opera immersiva, allestita nel Refettorio del monastero, rivela particolari raffinati che Correggio ha dipinto pur sapendo che sarebbero stati impossibili da apprezzare dal basso, tra cui alcune porzioni riservate alla vista dei soli monaci.

Il percorso multimediale non si limita alla cupola: i visitatori potranno anche esplorare la celebre Camera della Badessa nel Monastero di San Paolo, arricchita da un’esperienza immersiva che racconta la storia e i significati degli affreschi. Il progetto offre, inoltre, l’opportunità di scoprire i grandiosi chiostri del Monastero di San Giovanni e la sua antica Biblioteca monastica, che conserva tesori inestimabili.

L’evento non è solo un omaggio all’arte del Rinascimento, ma anche un’occasione per valorizzare il patrimonio storico e culturale di Parma, rendendo accessibili capolavori spesso nascosti o difficilmente fruibili. Un appuntamento imperdibile per gli amanti dell’arte e della storia, che celebra il genio di Correggio attraverso tecnologie innovative e suggestive installazioni.

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In Italia, lungo le strade della felicità

Si chiamano Route du Bonheur, strade della felicità, e sono itinerari on the road con tappe una più bella dell’altra alla scoperta di luoghi, territori, tradizioni e gastronomia. Nate settant’anni fa da un’idea di Marcel e Nelly Tilloy, una coppia di artisti musicali proprietari di una struttura chiamata La Cardinale affacciata sul Rodano, e che oggi sono parte dell’associazione Relais & Châteaux, che comprende hotel di charme e ristoranti gourmet (tra cui ben 376 Stelle Michelin) in tutto il mondo, nel 2024 celebrano il loro anniversario con tantissime novità.

Le Route du Bonheur in Italia

Si contano ben 146 Route du Bonheur, strade della felicità, in più di 65 Paesi del mondo, dall’itinerario sulle orme degli Impressionisti nel Nord della Francia a quello dei palazzi dei maharaja in India. La prima a nascere nel 1954 fu la strada che va da Parigi a Nizza, sulla Costa Azzurra, con otto tappe lungo la Route Nationale 7 incredibilmente suggestive in auberge, antichi mulini di campagna e abbazie. In Italia le Route du Bonheur sono 15, una più bella dell’altra. C’è la strada dei grandi laghi che va dal lago d’Orta, in Piemonte, al Lago di Garda, la strada romantica del Golfo di Napoli, tra la Costiera Amalfitana e le isole di Ischia e Capri, itinerari iconici che rappresentano al meglio il Belpaese. Di queste, ce n’è una molto amata dai visitatori stranieri che merita assolutamente di essere percorsa e che abbiamo fatto per voi.

La Route di Bonheur in Toscana

Attraversa dolci colline ricche di vigneti, le famose vie del Chianti, città d’arte, borghi e antiche dimore immerse raggiungibili lungo viali di cipressi la strada nel più iconico paesaggio della Toscana, in quelle terre dove arte, storia e tradizioni enogastronomiche rappresentano al meglio il concetto di Dolce Vita. L’itinerario ad anello da percorrere in auto, magari con una decapottabile, occhiali da sole e capelli al vento, prevede cinque tappe, da Firenze fino a Siena, ma naturalmente può essere più breve e percorribile anche in un breve weekend.

Val d'Orcia

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Una cartolina della Toscana

Prima tappa: Firenze

Il Capoluogo toscano è sicuramente il punto di partenza di questo suggestivo viaggio alla scoperta della toscana più autentica. La città, con le due bellezze architettoniche, i suoi palazzi medicei, le chiese e i musei meriterebbe un soggiorno molto più lungo, ma bisogna prevedere almeno due giorni per riuscire ad apprezzare almeno in parte ciò che Firenze ha da offrire.

Seconda tappa: San Giustino Valdarno, Arezzo

Da Firenze, si percorrono all’incirca 60 chilometri per raggiungere uno dei borghi diffusi più rinomati della Toscana, Il Borro, di proprietà della famiglia Ferragamo. Questo borgo medievale, comprende una villa ottocentesca e una secolare cantina vinicola in una enorme proprietà di più di mille ettari. Ad accogliere gli ospiti, il Maître de maison Salvatore Ferragamo in persona. A metà strada tra Firenze e Il Borro, lungo la Chiantigiana, la strada del vino che collega Firenze con Siena, tappa consigliata a Radda in Chianti dove si trova il microscopico borgo di Pieve Aldina. Oggi, quella che un tempo era la residenza estiva dei vescovi di Siena è stata trasformata in boutique hotel con due ristoranti ed è un perfetto luogo di relax dopo aver trascorso la giornata tra cantine e degustazioni del territorio.

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Fonte: @Relais & Châteaux

Pieve Aldina a Radda in Chianti

Terza tappa: Castelnuovo Berardenga, Siena

Da San Giustino Valdarno ci si sposta per una cinquantina di chilometri sulle crete senesi per raggiungere un altro spettacolare borgo diffuso, Borgo San Felice. Situato nel cuore del Chianti Classico, questo resort fatto di camere, suite e ville è stato ricavato in quello che era un antico villaggio dell’XI secolo con tanto di forno, chiesa e botteghe. Circondato da vigneti – da cui viene prodotto il proprio vino – da un orto inclusivo (l’Orto Felice) che dà lavoro a ragazzi diversamente abili della zona e da filari di cipressi è spesso scelto dalle coppie, anche straniere, per celebrare pranzi di nozze, anche grazie al ristorante Il Poggio Rosso, una Stella Michelin.

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Fonte: @Relais & Châteaux

La piazza principale di Borgo San Felice

Quarta tappa: Montalcino

Si resta nel bellissimo territorio senese per circa 70 km e si raggiunge la zona di Montalcino per la quarta tappa del viaggio lungo la strada della felicità della Toscana. Qui, la struttura associata Relais & Châteaux è il Castello Banfi Wine Resort che, come spiega il nome, è immersa tra i vigneti del rinomato Brunello di Montalcino. Anche in questo caso ci troviamo in un piccolo borgo ubicato sulla cima di una collina tra appezzamenti di vigneti, coltivazioni di prugne e boschetti. Tutt’intorno si può andare all’esplorazione della Val d’Orcia con i celebri cipressi di San Quirico d’Orcia, ormai divenuti il simbolo naturalistico e paesaggistico non soltanto del Comune e della zona in cui si trovano, ma di tutta la Toscana.

Quinta tappa: Cortona, Arezzo

Da Montalcino, facendo tappa a Pienza, la città ideale sorta nel Rinascimento, dopo aver percorso circa 80 km si trona in provincia di Arezzo e si arriva ai piedi del borgo di Cortona, forse il più bello della Toscana, tra vigneti e uliveti, dove si trova Il Falconiere, attuale residenza di famiglia del XVII secolo di Silvia Baracchi, chef stellata che organizza per gli ospiti corsi di cucina e chef’s table. Questa oasi di pace immersa tra roseti è anche il punto di partenza per andare alla scoperta del territorio, magari noleggiando una mountain bike.

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Fonte: @Relais & Châteaux

Immerso tra il verde della Toscana Il Falconiere Relais
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Pechersk Lavra: il Monastero delle Grotte di Kiev

Nel cuore di Kiev, capitale dell’Ucraina, si trova un gioiello spirituale dalla bellezza unica: il Kiev Pechersk Lavra, conosciuto anche come il Monastero delle Grotte di Kiev. Il complesso monastico, fondato nel 1051, è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1990 ed è la residenza del Metropolita di Kiev, ovvero la guida spirituale della Chiesa ortodossa ucraina. Questo luogo, di profonda importanza per gli ortodossi, è il posto perfetto per conoscere l’identità spirituale di Kiev e, più in generale, dell’Ucraina. In questa guida potrai approfondire la sua storia, la sua architettura e le informazioni necessarie per organizzare la tua visita.

Back to the origins: scavando nel passato del Kiev Pechersk Lavra

Per scoprire la vera essenza di questo preziosissimo monastero, dobbiamo fermarci un secondo a scavare nel suo passato e scoprirne le origini. Quelle del nome e quelle che ne hanno determinato la sua edificazione.

Origini del nome

Le origini del nome del monastero riflettono la connessione con la città in cui è stato edificato e il ruolo che ha nelle vite spirituali dei fedeli ortodossi. Scomponendo il nome “Kyevo Pečers’ka Lavra” troviamo:

  • “Kyevo”: il nome in lingua originale della capitale dell’Ucraina, Kiev, nonché culla della cristianità ortodossa nella Rus’ di Kiev.
  • “Pečers’ka”: deriva dalla lingua slava antica e dal termine “pečera”, che significa “grotta”. Questo termine si riferisce alle grotte sotterranee scavate dai monaci fondatori, i quali vi si ritiravano in preghiera e meditazione.
  • “Lavra”: è un titolo onorifico che viene abitualmente dato ai principali monasteri della Chiesa Ortodossa.

Origini dell’edificazione

La storia del Kiev Pechersk Lavra affonda le proprie radici nel 1051, quando Sant’ Antonio di Kiev, dopo un periodo trascorso in Grecia, tornò nella Rus’ di Kiev come missionario di stampo monastico. Proprio qui, nella capitale ucraina, decise di fondare il monastero partendo dalla costruzione di alcune grotte – dalle quali poi il prese il nome che ti abbiamo raccontato prima – per potersi ritirare in isolamento e dedicarsi alla preghiera, allo studio e alla meditazione. Il monastero assunse, così, il ruolo di eremo sviluppandosi con rapidità e diventando un centro religioso di grande importanza per tutta la comunità ortodossa. Intorno al XII secolo, il monastero e le sue grotte divennero presto un luogo di pellegrinaggio che attirava ogni anno tantissimi fedeli che desideravano pregare di fronte alle reliquie dei santi eremiti che vi riposavano al suo interno. Nel tempo, il Kiev Pechersk Lavra venne arricchito con la costruzione della Cattedrale della Dormizione e di altri edifici, assumendo sempre più rilevanza anche come centro di studi grazie allo sviluppo di una delle primissime tipografie della regione.

Tuttavia, la storia del Kiev Pechersk Lavra non è sempre stata caratterizzata da pace e tranquillità ma, anzi, è stata punteggiata da numerosi eventi drammatici nel corso dei secoli. Dall’assedio da parte dei Mongoli nel XIII secolo all’occupazione polacca e russa, il monastero riuscì comunque a resistere e superare le avversità. Nel 1920, in piena epoca sovietica, il Kiev Pechersk Lavra attraversò un periodo buio durante il quale venne chiuso e molti dei suoi edifici vennero confiscati e volti a funzioni secolari. A peggiorare la situazione, durante la seconda guerra mondiale, la Cattedrale della Dormizione viene devastata dai bombardamenti. Fu solo negli anni ’90, a seguito della caduta del dominio sovietico, che il Kiev Pechersk Lavra vide una completa rinascita architettonica e il ripristino delle sue funzioni monastiche.

Cosa vedere e cosa fare al Kiev Pechersk Lavra

Uno degli splendidi edifici del Kiev Pechersk Lavra

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Lo splendido Kiev Pechersk Lavra, monastero nel cuore dell’Ucraina

L’intero complesso monastico del Kiev Pechersk Lavra ha davvero tanto da offrire a chi decide di inserirlo nel proprio itinerario di viaggio. Abbiamo raccolto alcune delle attrazioni da vedere e delle attività da fare in questo monastero nel cuore della capitale Ucraina.

Ammirare il panorama della Lower Lavra

Sali sulla cima del Kiev Pechersk Lavra e lasciati togliere il fiato dalla vista spettacolare che si aprirà davanti ai tuoi occhi. Incorniciata dal fiume Dnepr, potrai ammirare la bellissima Kiev, impreziosita dal scintillio dei tetti dorati delle sue chiese e dai giardini rigogliosi del sito monastico. Particolarmente suggestivo al tramonto, è davvero uno scenario indimenticabile.

Visitare le celebri grotte

Come raccontato all’inizio, il Kiev Pechersk Lavra è anche conosciuto come il Monastero delle Grotte di Kiev proprio perché i suoi fondatori costruirono l’intricato sistema di spazi sotterranei dove potersi ritirare in preghiera. Oggi queste grotte sono visitabili e si distinguono in due siti:

  • Le grotte vicine: dette anche le grotte di Sant’Antonio, sono le più antiche del dedalo sotterraneo. La storia vuole che il monaco Antonio scelse questo luogo come eremo e che venne seguito da altri monaci i quali trasformarono queste grotte nelle celle in cui vivere. All’interno delle grotte vicine riposano in pace le spoglie di alcune celebri figure religiose come Sant’Antonio di Kiev e San Nestor il Cronista, uno dei primi storici della Rus’ di Kiev.
  • Le grotte lontane: costruite successivamente rispetto a quelle vicine si trovano a circa 500 metri da quest’ultime e nascono per la necessità di espandere il sito monastico. Anche in queste grotte si celano alcune importanti reliquie, tra cui quelle di San Teodosio che, ogni anno, attirano moltissimi pellegrini.

Visitare le tre chiese del sito monastico

Oltre alle grotte, il sito monastico del Kiev Pechersk Lavra è famoso anche per le sue celebri chiese. Qui potrai trovare le informazioni che ti servono per scoprire le tre chiese principali del monastero.

  • Cattedrale della Dormizione: questo è probabilmente il simbolo più importante dell’intero sito monastico. Costruita tra il 989 e il 996 su commissione del gran principe Vladimir il Grande, commemora il battesimo della Rus’ di Kiev. Dalla magnifica architettura medievale con influenze bizantine che ricoprono d’oro le sue cupole, si percepisce anche l’enorme importanza che ha avuto nei secoli per tutta la comunità ortodossa. Sontuosa, maestosa e bellissima, merita sicuramente una visita a 360°. L’interno è tanto impressionante quanto l’esterno, con affreschi che impreziosiscono le pareti della cattedrale e che si affacciano su un magnifico altare decorato.
  • La Chiesa della Porta della Trinità: anche questa è una chiesa iconica del Kiev Pechersk Lavra e si trova appena sopra alla Santa Porta che fa da ingresso principale al complesso monastico. La chiesa abbraccia con la sua bellezza barocca ucraina tutti i fedeli e i vistatori che si accingono a visitare il monastero, dando loro un vero e proprio benvenuto. Bianca e con i dettagli dorati la chiesa è dominata da una grande cupola dorata che rappresenta la Santissima Trinità. Varca la soglia di questa splendida chiesa e lasciati stupire dai meravigliosi affreschi che ne decorano le pareti interne.
  • Chiesa dei Monaci Antonio e Teodosio delle Grotte: la terza chiesa da visitare assolutamente all’interno del monastero è, a mani basse, la Chiesa dei Monaci Antonio e Teodosio delle Grott. Costruita in onore dei due santi che hanno fondato il Kiev Pechersk Lavra, si trova nei pressi delle celebri grotte all’interno delle quali i due monaci eremiti vissero buona parte della loro vita. All’interno della chiesa è possibile ripercorrere le vite dei santi ammirando gli affreschi e le decorazioni che ne raccontano le gesta.

Un’ultima cosa da non perdere è senza dubbio il Campanile della Grande Lavra che con i suoi 96 metri di altezza resta uno degli elementi più distintivi e imponenti dell’intero complesso. Costruito tra il 1731 e il 1745, ha goduto per anni del primato di edificio più alto dell’Ucraina. Il campanile è aperto al pubblico, ti consigliamo di salire fino in cima per godere di una vista spettacolare sul Dnepr, sul monastero e sull’intera capitale. Uno scatto qui, e ogni volta che lo riguarderai ti mancherà il fiato.

Con questo articolo hai un’idea precisa di tutto quello che puoi fare e vedere al Kiev Pechersk Lavra, ora non ti resta che appuntartelo nel tuo itinerario di viaggio e partire per un’esperienza che va oltre la semplice visita di un luogo spirituale. Qui potrai toccare con mano le bellezze architettoniche che ne hanno plasmato la forma fino ai giorni nostri e aggiungere alla tua lista di siti UNESCO visitati anche questa meraviglia nel cuore dell’Ucraina.

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Questi sono i quartieri più cool al mondo

C’è un filo conduttore che unisce i quartieri più cool del mondo. Un’atmosfera speciale, un’energia contagiosa, un’offerta culturale senza eguali, trasformano luoghi un tempo considerati marginali nei nuovi epicentri della cultura e del divertimento, che attirano creativi, giovani e viaggiatori alla ricerca di esperienze urbane uniche. Ma quali sono questi quartieri? E cosa li rende così speciali? Time Out ha provato a tracciare la mappa della coolness globale, individuando in giro per il mondo le zone dove si sperimentano nuove tendenze, si celebrano le tradizioni e si vive la città in modo autentico.

Perchè ciò che rende davvero speciali i quartieri più cool non sono tanto le caffetterie alla moda, la street art o la vita notturna (almeno, non solo), ma è l’autenticità, l’energia di una comunità che si unisce attorno alle proprie attività, dove le idee più stravaganti prendono vita e si trasformano in un’identità che non può essere replicata altrove.

Dalle vibranti metropoli latinoamericane alle città europee e asiatiche più all’avanguardia, scopriamo quali sono i quartieri che hanno conquistato la top ten della classifica di Time Out e cosa li rende così irresistibili.

Notre-Dame-du-Mont, Marsiglia, Francia

Cuore ribelle della scena cool di Marsiglia, Notre-Dame-du-Mont prende il nome da una chiesa, ma l’atmosfera qui è tutt’altro che sacra. Un tempo noto come quartiere degli artisti, è un intrico di vicoli colorati, strade adornate da graffiti, platani e scale tortuose che scendono dal Cours Julien. Sulle terrazze soleggiate lungo Rue de Lodi una folla eterogenea di punk, donne dai vestiti sgargianti e vecchi marinai si mescola all’atmosfera vivace e rilassata di un mercato locale, con una sorprendente concentrazione di gallerie, ristoranti animati e negozi chic.

Mers Sultan, Casablanca, Marocco

A sud del Centre Ville di Casablanca, Mers Sultan è un labirinto di stradine circondato da edifici in stile art déco, art nouveau e modernista, che mantiene la sua autenticità, lontano dalle mode e dai caffè trendy. Qui, si possono scovare veri tesori nelle librerie di seconda mano, gustare cibo semplice ma delizioso nei ristoranti e snack bar nascosti, o sorseggiare un “nous nous” (mezzo espresso e metà latte) in un caffè o semplicemente ammirare l’architettura surreale degli anni ’60 e ’70.

Pererenan, Bali, Indonesia

La nuova meta trendy di Bali, Pererenan ricorda per certi versi la Canggu di un tempo. Spiagge incontaminate e onde perfette per il surf, caffè accoglienti, negozi eclettici e un’atmosfera rilassata. Chi cerca tranquillità può trovarla nei warung, i piccoli caffè e negozi tipici dell’Indonesia, che si affacciano sulle risaie scintillanti a nord del quartiere e nei nuovi ristoranti che sono indice di una scena gastronomica in piena espansione. Resta da vedere, sottolinea l’articolo di Time Out, se Pererenan riuscirà a mantenere il suo fascino discreto, ma non conviene aspettare per scoprirlo.

Seongsu-dong, Seul, Corea del Sud

Un tempo centro delle industrie della pelle, della stampa e della produzione di scarpe a Seoul, Seongsu-dong ha subito una vera e propria trasformazione negli ultimi anni. Basta una passeggiata per capire perché il quartiere è spesso paragonato a Brooklyn. Vecchi magazzini, fabbriche e container sono stati riconvertiti in accoglienti caffè, boutique chic, gallerie d’arte e, ultimo arrivato, il Musinsa Store Seongsu @ Daerim Warehouse, uno spazio dedicato alla moda K-fashion, nato dalla celebre piattaforma online Musinsa.

Kerns, Portland, USA

Pur appartenendo a una delle grandi città della West Coast, Kerns ha il fascino di una piccola cittadina con strade residenziali fiancheggiate da belle case e giardini fioriti. Cuore del quartiere è la Northeast 28th Avenue, una via pedonale per lo più composta da edifici in mattoni di uno o due piani, dove sono concentrati i locali più interessanti della zona, negozi di dischi, ristoranti e uno dei cinema storici più amati di Portland, il Laurelhurst Theater. Mentre il Laurelhurst Park, al confine sud-est di Kerns, offre serate di musica, commedie e film all’aperto.

Stokes Croft and St Paul’s, Bristol, UK

Stokes Croft and St Paul’s incarna perfettamente l’essenza giovane e artistica di Bristol. Sempre in evoluzione e vibrante, questa zona ha una lunga storia come centro della cultura afro-caraibica di Bristol e come culla della resistenza sociale, due elementi fondamentali per l’identità della città. A soli cinque minuti a piedi dal centro, il quartiere è in ascesa da tempo, ma con l’apertura di alcuni dei migliori nuovi ristoranti e locali lungo le sue strade colorate, è una tappa imperdibile per chi vuole vivere Bristol come un vero abitante del posto.

Bristol, UK

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Murales di Banksy a Bristol, UK

Chippendale, Sydney, Australia

Situato ai margini del CBD di Sydney, “Chippo” è un quartiere vivace e centrato sulla comunità. Piccoli parchi pubblici, gallerie d’arte originali e stravaganti, i pub più cool della città e un mercato settimanale di contadini, creano un’atmosfera da villaggio per i residenti, inclusi gli studenti delle due università che incorniciano questo sobborgo dall’atmosfera decisamente vivace.

Príncipe Real, Lisbona, Portogallo

Pur mantenendo il fascino classico di Lisbona, negli ultimi tempi Príncipe Real ha acquisito un’atmosfera sempre più contemporanea e cosmopolita. Stando a Time Out, Praça das Flores è il luogo dove inevitabilmente finiscono i conoscitori della città. Cuore del quartiere, è sempre animata, ma verso il tardo pomeriggio l’atmosfera cambia ritmo, con le terrazze e le panchine che si riempiono di gente e l’energia che aumenta di ora in ora.

Glória, Rio de Janeiro, Brasile

Un tempo conosciuta principalmente per i suoi monumenti e siti storici, il celebre museo d’arte moderna MAM Rio e una chiesa con una vista spettacolare, Glória è in piena trasformazione, grazie a una nuova generazione che sta portando vitalità, nuovi progetti e ottimi ristoranti nel quartiere. Anche Praia do Flamengo è stata ripulita e ora vi si può fare il bagno tranquillamente, mentre la vita notturna si anima nei bar di Rua Santo Amaro, il posto giusto per una bevuta economica.

Windsor, Melbourne, Australia

Negozi vintage, gallerie d’arte e vibrazioni cool attirano una folla desiderosa di divertirsi a Chapel Street e dintorni. Ma è al calar della notte che Windsor si accende davvero. Le recenti aperture di ristoranti e bar hanno trasformato il quartiere in una meta imperdibile per chi ama il buon cibo, con locali che offrono di tutto, dalla cucina regionale nepalese a sushi e saké con un tocco originale.