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Unexpected Italy, l’app contro l’overtourism che promuove l’Italia più autentica

Passione, valori, curiosità, una forte identità e anche l’amore: questi sono gli ingredienti della storia che vi stiamo per raccontare. Non una favola, s’intende, ma un racconto che sa essere ancora più bello perché inaspettato e reale. E perché in fondo, un po’, ci riguarda tutti.

È la storia di Unexpected Italy, che potremmo presentarvi come un’app, unica nel suo genere, che combatte contro l’overtourism e che promuove l’Italia più autentica e vera. Eppure questa applicazione, che nasce da un progetto più ampio e dall’incontro di due anime affini, è molto di più.

È figlia di due esploratori, Elisabetta Faggiana e  Savio Losito, che una volta incontratosi hanno deciso di unire mente e cuore e di riscrivere la loro storia e quella del nostro Paese. È una mappa, e una guida, destinata a cambiare il nostro modo di viaggiare, un faro che illumina e valorizza il nostro straordinario patrimonio. È questo e molto altro, e a raccontarcelo è proprio Elisabetta.

Ciao Elisabetta, ci parli un po’ di te?
Sono nata e cresciuta ad Arzignano, in provincia di Vicenza, e ho un papà italiano e una mamma inglese. Per questo ho sempre avuto una doppia influenza. Negli anni di Università ho studiato in Galles grazie al progetto Erasmus, e dopo la laurea ho conseguito un master in economia e management del turismo a Milano. Sono entrata così nel settore turistico, ma ho iniziato a lavorare anche in area musicale, e questo mi ha portato a Dubai. Sentivo molto la mancanza dell’Europa, così mi sono trasferita prima a Milano e poi a Londra. Proprio nella capitale dell’Inghilterra e del Regno Unito ho incontrato Savio, che oggi è mio marito (e co-founder di Unexpected Italy n.d.r). Di lui mi ha colpito subito quell’instancabile voglia di esplorare e di mappare i territori. È grazie a lui che ho scoperto una Londra completamente diversa.

Ed è in quel momento che avete dato vita al vostro progetto?
Il progetto è nato a Londra nel 2021 col nome Unexpected London, un termine suggeritoci dalle prime recensioni ricevute. I clienti che usavano le nostre mappe, infatti, raccontavano di esperienze ed emozioni inaspettate, appunto. Così con un’idea di business ben solida, alla quale avevamo lavorato per mesi, abbiamo lanciato il nostro progetto. La più grande soddisfazione è stata quella di vedere il grande interesse da parte dei londinesi che volevano scoprire la loro città da un punto di vista diverso, esplorare gli aspetti culturali, storici e musicali. Conoscere Londra a suon di musica. Poi, però, è arrivato il Covid e con lo stato di emergenza sanitaria siamo rimasti a casa per più di un anno. Così sono iniziati i nostri ragionamenti: abbiamo convenuto che il progetto avesse un grande potenziale anche per il territorio italiano, e non ci sbagliavamo.

Così è nato Unexpected Italy
Durante il primo anno di pandemia abbiamo creato un business plan e una strategia diversa da quella attuata a Londra. Il modello è cambiato: non più Savio che accompagnava viaggiatori, come appunto succedeva a Londra, ma un’app che facesse da guida. L’idea è nata raccogliendo anche i diversi feedback: quando i turisti lo contattavano per chiedere consigli su dove mangiare o alloggiare, per esempio, lui invia le sue mappe che evitavano le trappole turistiche, e loro ne erano entusiasti. Così abbiamo deciso di creare uno strumento per consentire ai viaggiatori di avere a portata di mano il “sapere locale” del territorio.

maurizio carletti, un restauratore roma presente nell'app di unexpected italy

Fonte: Savio Losito

Maurizio Carletti, restauratore di Roma. Uno degli artigiani selezionati da Unexpected Italy

Un sito e anche un’applicazione per smartphone. Ci racconti come funziona Unexpected Italy e cosa i viaggiatori possono trovare in questo spazio?
Potrei definire il progetto come un contenitore di Made in Italy a 360 gradi, perché è qui che è possibile trovare tutto ciò che riguarda il territorio italiano, anche se è tutto in continua evoluzione. Sito e app sono complementari, il primo è pensato per chi vuole organizzare un viaggio e vuole un consiglio su strutture o locali di una certa qualità che, appunto, sono stati selezionati da noi. Il cuore dell’attività, invece, è l’app che al momento è gratuita. Lo sarà anche in futuro, ma verranno aggiunte delle opzioni a pagamento. Una volta connesso il viaggiatore potrà entrare idealmente dentro alle province e trovare le nostre mappe. Queste indicano tutte le attività personalmente selezionate da noi come hotel e strutture ricettive, ristoranti e artigiani.

Come vengono selezionate le attività suggerite?
La selezione segue dei criteri ben precisi. La territorialità, per esempio, non solo nella scelta delle materie prime, nel caso dei ristoranti, ma anche per l’arredamento di un hotel. Guardiamo poi alla sostenibilità ambientale e sociale, dall’efficientamento energetico al riciclo, passando per l’uso della plastica, e alla gestione della struttura in sé. Non inseriamo, infatti, catene o franchising perché l’obiettivo è quello di sostenere le piccole imprese italiane che sono presentate nell’app con la loro storia. Un altro criterio è l’identità: cerchiamo un valore umano importante, locali e attività che abbiamo persone e professionalità. All’interno dell’app c’è la nostra ricerca volta a creare un passaporto urbano, una guida dettagliata, e inaspettata, per conoscere il territorio. Ovviamente non mancano le info utili come quelle relative al come muoversi, dove andare e cosa fare. Il nostro core business è la personalizzazione: il viaggiatore può filtrare le cose da fare in ogni momento. Per esempio dove andare se piove, cosa mangiare per stagionalità e territorio e quale mezzo di trasporto conviene. Non manca, ovviamente, anche una guida culinaria per ogni provincia d’Italia, anche questa stagionale e territoriale.

Quanto è stato difficile mappare città estremamente turistiche come Roma e Venezia?
Non molto, devo essere sincera. Venendo da Londra eravamo abituati alle grandi sfide. Certo, trovare l’autenticità è sempre complicato, ma abbiamo trovato la nostra chiave di accesso nelle città ed è il passaparola. Gli artigiani, così come i piccoli imprenditori, hanno avuto fiducia in noi facendoci entrare nel sottosuolo della città per raccontarla. I risultati sono ottimi. Inoltre abbiamo introdotto le raccomandazioni da parte dei professionisti, le cantine per esempio sono raccomandate da enologi e sommelier.

Unexpected Italy si definisce un’app anti-overtourism: è questa la vostra missione?
In realtà ti confesso che è così che ci hanno definito i media, magari bastasse un’app per sconfiggere il turismo di massa. Certo che ne siamo felici, ma il nostro obiettivo è quello di fornire uno strumento per evitare il turismo di massa e andare al di là di quello che si conosce. Inoltre l’app, e il progetto in generale, permette di disperdere il flusso turistico, anche per stagioni e territori, e di targetizzare. Noi ci muoviamo verso un turismo più sostenibile, ma per combattere l’overtourism ci vuole l’impegno di tutti.

Chi il viaggiatore “tipo” al quale si rivolge l’app?
Direi al viaggiatore indipendente, quello che si muove in solitaria, in coppia o con la famiglia. Una persona che ha già viaggiato, ma che vuole andare oltre ai monumenti iconici. Certo che quelli devono essere visti, ma c’è ben altro, e quell’altro è il nostro obiettivo: connettere persone e valorizzarle.

E tu che tipo di viaggiatrice sei?
Io ho avuto la fortuna di avere una famiglia che ha sempre amato viaggiare, lo faccio da quando sono bambina. Mio padre era un viaggiatore incallito: salivamo in auto e andavamo alla scoperta dell’Europa in maniera avventurosa evitando sempre luoghi affollati. L’incontro con Savio, poi, mi ha permesso di diventare una viaggiatrice molto più attenta: oggi valorizzo cose che prima non notavo. Ma non solo un’esploratrice incallita come lui (Savio n.d.r), mi piace unire la scoperta, ma anche rilassarmi ogni tanto. Lui, invece, non si stanca mai. Sono curiosa, quello sì. Se sono all’esterno non vado in certa della cucina italiana, e amo le sagre e i mercatini: quelli sono i luoghi in cui puoi scoprire l’essenza della comunità.

Progetti per il futuro?
Il futuro lo stiamo già vivendo. Nel breve termine l’obiettivo è quello di mappare tutta l’Italia per fornire una guida digitale e completa.

Resterete in Italia o partirete per mappare altri territori?
Devo dire che non rientra tra i nostri desideri al momento. La priorità è la nostra app, che noi definiamo la nostra creatura, che stiamo crescendo con tutta la passione che abbiamo. Poi chissà, magari viaggiaremo intorno al mondo per diventare ambasciatori del nostro territorio bellissimo. Questo è un sogno ma è tutto in divenire, del resto la vita è “Unexpected”.

unexpected italy

Fonte: Savio Losito

Savio ed Elisabetta di Unexpected Italy insieme a un artigiano
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Per il secondo anno Lisbona è la migliore destinazione d’Europa

Negli ultimi anni, Lisbona è stata protagonista di una trasformazione guadagnando sempre più popolarità per le sue incantevoli strade, gli iconici tram, l’architettura e il cibo delizioso, entrando così in competizione con altre città dal fascino più longevo come Barcellona o Parigi. Ci sono così tante cose da fare e da vedere che è quasi impossibile scoprirla in un solo weekend: le sue attrazioni storiche sono considerate importanti tanto quanto le nuove scene culturali e gastronomiche.

Chef provenienti da tutto il mondo stanno aprendo alcuni dei migliori ristoranti del Portogallo e non solo, per non parlare degli stilisti e degli artisti emergenti che contribuiscono a rendere Lisbona una capitale sempre più interessante sotto ogni punto di vista. Non stupisce, quindi, la notizia che vede la città come migliore destinazione Mice d’Europa per il secondo anno alla quinta edizione dei World Mice Awards, tenutasi a Ho Chi Minh City, in Vietnam.

World Mice Awards: Lisbona al primo posto

Lisbona continua a essere una città che valorizza e promuove la sua identità unica e le sue tradizioni e questo aspetto, insieme ad altri fattori positivi, le ha permesso di vincere per la seconda volta consecutiva il prestigioso premio dei World Mice Awards. Questi premi riconoscono l’eccellenza nell’industria MICE e incoronano le destinazioni, le compagnie aeree, gli hotel, gli organizzatori e le infrastrutture che si distinguono in questo settore.

Il segmento MICE (Meetings, Incentives, Conferences and Exhibitions) contribuisce in modo significativo alle entrate provenienti dal turismo e al conseguente sviluppo urbano. Lisbona si è distinta per la sua posizione strategica, per le infrastrutture moderne e versatili e per la variegata offerta culturale tanto da essere considerata una delle principali destinazioni europee per l’organizzazione di eventi. Questo premio non solo riconosce il passato, ma stimola anche il futuro turistico di Lisbona in quanto permette di ottenere diversi incentivi che possono essere utilizzati per promuovere la propria destinazione.

In gara nella categoria dedicata all’Europa c’erano anche Atene, Berlino, Istanbul, Londra, Madrid, Milano, Parigi e Vienna, ma è solo la capitale del Portogallo che ha surclassato tutte le altre città con ben 151 eventi associativi inclusi nella classifica dell’Icca.

Cosa vedere a Lisbona

Orgogliosa del premio ricevuto, la direttrice esecutiva di Lisbon Tourism Association, Paula Oliveira, ha dichiarato: “La vittoria di questo premio è il riconoscimento del lavoro collettivo per posizionare Lisbona come destinazione di riferimento globale che contribuisce in modo significativo alla creazione di reddito e di occupazione, nonché al sostegno del patrimonio artistico e culturale”. Se state organizzando un viaggio in città, lasciatevi ispirare da alcuni dei nostri consigli.

Ci sono alcune esperienze fondamentali per capire il fascino di Lisbona. Una visita in città non è completa senza una passeggiata nei quartieri storici di Alfama e Mouraria, senza aver ascoltato almeno un concerto di fado (musica tradizionale dai toni nostalgici) o senza aver provato i deliziosi pastel de nata. Ovviamente non può mancare un giro sull’iconico tram giallo, considerato simbolo della città: la linea più famosa, quella che offre la migliore panoramica per chi scopre Lisbona per la prima volta, è la 28.

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Lo studio che dimostra che viaggiare mantiene giovani

Come si suol dire: ogni scusa è buona per viaggiare, ma questa che stiamo per raccontarvi è dimostrata da uno studio ed è la migliore che possiate usare. La studiosa Fangli Hu dell’Università Edith Cowan di Perth ha applicato al turismo la teoria dell’entropia, dimostrando che viaggiare mantiene giovani perché rallenta l’invecchiamento e rafforza lo stato di salute. Viaggiare è un investimento nella vita ed è uno dei pochi che garantisce un ritorno certo: non solo ci permette di fare esperienze nuove o conoscere culture diverse dalle nostre, ma ci aiuta a prenderci cura anche della nostra salute.

Viaggiare rallenta l’invecchiamento

La ricerca, realizzata da Fangli Hu e pubblicata sul Journal of Travel Research, ha applicato la teoria dell’entropia ai viaggi, collegando la salute e l’invecchiamento al disordine di un sistema fisico. Ma cos’è l’entropia? È una grandezza fisica della termodinamica definita in termini di variazione tra due stati, una tendenza della natura verso il disordine. La studiosa ha dichiarato nel sito dell’università: “L’invecchiamento è un processo irreversibile ma, mentre non può essere fermato, può essere rallentato”.

Viaggiare è quindi il modo migliore non solo per evitare l’invecchiamento prematuro e rallentarlo, ma anche per migliorare il benessere fisico e mentale, due aspetti fondamentali che contribuiscono a mantenere in equilibrio il nostro stato di salute. Secondo la ricerca, questi benefici aumentano soprattutto quando viaggiamo in luoghi nuovi e con persone che non conosciamo.

I viaggi che riducono l’entropia

Non tutte le tipologie di viaggio si sposano alla perfezione con i risultati ottenuti dallo studio australiano. Quelli migliori sono i viaggi che espongono le persone ad ambienti nuovi o che comportano attività fisica e interazioni sociali positive. La studiosa, al riguardo, ha dichiarato: “I viaggi che coinvolgono escursioniscalate, camminate e cicloturismo, sinonimo di salute, ancora di più se in luoghi nuovi e con persone nuove, sono esperienze che stimolano risposte di stress, elevano i tassi metabolici e potenziano il sistema immunitario. In breve, il sistema di autodifesa diventa più resiliente. Si rilasciano ormoni che conducono alla riparazione dei tessuti ed elevano i tassi metabolici”.

Al contrario situazioni di stress, incidenti, malattie aumentano l’entropia compromettendo il benessere. Questo può succedere durante viaggi avventurosi dove il rischio di farsi male o contrarre problematiche per la salute è più alto. Per lo studio, quindi, è importante scegliere la meta giusta e viaggiare in sicurezza così da beneficiare degli aspetti positivi del viaggio come quelli relativi all’invecchiamento.

Trekking montagna

Fonte: iStock

I trekking in montagna sono un esempio di viaggio positivo per la salute

Cammini, viaggi in natura e nuove tendenze benessere

Chi vuole sfruttare i benefici del viaggiare deve regalarsi esperienze di un certo tipo, come le attività outdoor e i cammini. Passo dopo passo, il camminare è considerato uno dei metodi ideali per rallentare l’invecchiamento, come anche il trascorrere più tempo possibile a contatto con la natura. Tra le nuove tendenze, invece, c’è il Silent Travel, una tipologia di viaggio che aiuta a disconnettersi dalla frenesia del mondo per riconnettersi con la natura, con le proprie vere priorità e con se stessi.

Sempre più persone ricercano una forma di viaggio più consapevole, che non richiede una vacanza per “riprendersi dalle vacanze”. Ora che nuovi benefici sono stati dimostrati, siamo sicuri che il numero aumenterà sempre di più.

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In Italia c’è un’altra Cappella degli Scrovegni (che nessuno conosce)

La Cappella degli Scrovegni di Padova è uno dei gioielli artistici più visitati d’Italia. È nota in tutto il mondo per lo straordinario ciclo pittorico realizzato da Giotto ovvero il massimo capolavoro ad affresco creato dall’artista che testimonia la profonda rivoluzione che questo pittore toscano ha apportato nell’arte. Sono migliaia ogni giorno i visitatori che arrivano da tutto il mondo per ammirare gli affreschi che riempiono ogni singolo centimetro quadrato di questa piccola cappella. Per visitarla ovviamente è necessaria la prenotazione online e spesso e volentieri è sold out e molti devono tornare a casa con la coda tra le gambe senza avere avuto la possibilità di metterci piede.

Senza nulla togliere ovviamente a questo capolavoro artistico italiano – che io per prima ho avuto la fortuna di poter visitare almeno una volta – voglio portarvi alla scoperta di un’altra cappella che ricorda tantissimo gli Scrovegni, ma che si trova a Bolzano. Un luogo a dir poco meraviglioso, che pochissimi turisti conoscono, tanto che non serve alcuna prenotazione e non è necessario fare nessuna fila. E, soprattutto, è gratis. Si tratta della Cappella di San Giovanni, nella Chiesa dei Domenicani nel capoluogo altoatesino. Siamo nel centro storico di Bolzano, a due passi dalla centralissima piazza Walther, famosa ai più perché ogni inverno ospita i mercatini di Natale.

La Cappella di San Giovanni a Bolzano

La “Cappella degli Scrovegni bolzanina” è un vero e proprio capolavoro artistico, nello stile e nei colori davvero ricorda tantissimo quella padovana, anche se più piccola. Il ciclo di affreschi che decora l’intera cappella a 360 gradi risale alla prima metà del XIV secolo, proprio come gli Scrovegni, e fu eseguito della Scuola di Giotto tra il 1330 e il 1370. Gli affreschi rappresentano la leggenda di San Giovanni, le storie di Maria, la leggenda di San Nicolò, fra cui spicca la scena del cavaliere dell’Apocalisse con sotto i peccatori. La Cappella di San Giovanni è intitolata al committente, Giovanni de Rossi-Botsch, nome tedesco scelto dalla famiglia di banchieri fiorentini Boccioni che si era trasferita a Bolzano al servizio dei Conti di Tirolo, che la volle realizzata per potersi far seppellire. Tra le immagini rappresentate e che ricordano gli affreschi di Padova, si distingue in un paio di casi una figura insolitamente vestita con un abito a righe: si tratta del Boccioni, appunto.

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Fonte: 123RF

Il soffitto affrescato della Cappella di San Giovanni

La Chiesa dei Domenicani

La Cappella di San Giovanni è una delle quattro cappelle che un tempo erano presenti all’interno della Chiesa dei Domenicani, ordine monastico giunto qui nel 1272. Oltre alla Cappella di San Giovanni c’è anche la Cappella dei Mercanti, ricostruita nel ‘600 perché danneggiata, che non è affatto da meno quanto a importanza artistica. Al suo interno, infatti, sopra l’altare del 1642, ospita una tela del Guercino, uno dei pittori prediletti di papa Gregorio XV, intitolata “Visione di Soriano”. Sulle pareti della chiesa sono ancora visibili alcuni affreschi del ‘300 attribuiti alla cosiddetta Scuola di Bolzano, tra lo stile italiano e quello tedesco.

Oggi, questo edificio religioso di tipico stile gotico è in pieno centro, ma un tempo si trovava al di fuori dalle mura cittadine, dove c’erano campi coltivati proprio dai frati. Fu eretto tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo. Bellissimo è anche il chiostro dell’antico convento dei Domenicani, che purtroppo non è aperto al pubblico se non per alcune occasioni speciali come i concerti del concorso di pianoforte Busoni organizzati dal vicino conservatorio di musica Claudio Monteverdi ogni estate, in quanto versa in condizioni piuttosto critiche ed è da anni oggetto di restauri. Si possono ancora ammirare dei meravigliosi affreschi, con tanto di scritte ancora ben leggibili, anch’essi del XIV secolo che raccontano le tappe della vita di Cristo.

La prossima volta che dovete scegliere dove andare per un weekend e desiderate visitare un posto davvero meraviglioso e soprattutto poco affollato, ricordatevi di venire a Bolzano a visitare la Cappella di San Giovanni.

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Andorra la Vella: la capitale più alta d’Europa

Paesaggi degni di una cartolina tra montagne e foreste e un mix culturale che fonde il meglio dei suoi vicini francesi, spagnoli e catalani: siamo ad Andorra la Vella, la città più importante del Principato di Andorra. Situata all’interno della catena montuosa dei Pirenei, tra la Francia e la Spagna, con i suoi 1.023 metri d’altitudine si è guadagnata il titolo di capitale più alta d’Europa. La capitale del microstato, seppur molto frequentata d’inverno, regala molto più che impianti e resort sciistici.

A tre ore di macchina da Barcellona o Tolosa, Andorra la Vella e i suoi dintorni stanno diventando sempre più popolari anche d’estate per tutti coloro che preferiscono evitare le folle della costa spagnola a favore dell’aria fresca di montagna e dei sentieri escursionistici. Anche i ciclisti e mountain biker sono assidui frequentatori dei tratti ripidi lungo cime che raggiungono quasi i 3.000 metri di altezza (non a caso l’Andorra ospita la Coppa del Mondo di Mountain Bike).

Clima e caratteristiche del territorio

Andorra, situato a un’altitudine media di 1.890 metri sul livello del mare, vanta un paesaggio composto soprattutto da valli profonde, paesaggi glaciali e pascoli. La capitale, Andorra la Vella, si trova a un’altitudine di 1.023 metri sul livello del mare, mentre il punto più basso dello stato è il Sant Julia de Loria, vicino al confine con la Spagna, situato a un’altitudine di 840 metri sul livello del mare. La variazione di altitudine influisce notevolmente sul clima del Paese quindi, se state organizzando un viaggio e vi state domandando come preparare la valigia, tenete in considerazione questo fattore.

Il clima di Andorra la Vella è montano: da novembre ad aprile sono previste nevicate, mentre durante l’estate le giornate sono calde e ideali per trascorrere le giornate all’aria aperta. I mesi con le temperature massime medie più elevate sono giugno, luglio, agosto e settembre, mentre maggio e giugno sono considerati i mesi più piovosi. Grazie alle caratteristiche del territorio, Andorra custodisce luoghi splendidi riconosciuti come Patrimonio UNESCO come la Valle di Madriu-Perafita-Claror, dove potrete ammirare resti archeologici e specie rare e in pericolo di estinzione.

Considerata la sua altitudine, il settanta per cento dei turisti viene qui durante la stagione invernale per sciare, rendendo questa tipologia di turismo uno dei motori economici più importanti non solo ad Andorra la Vella, ma in tutto il Paese.

Destinazione sciistica d’eccellenza

Essendo la capitale più alta d’Europa, offre il clima alpino perfetto per chi è alla ricerca di una destinazione sciistica d’eccellenza dove trascorrere le vacanze. Una delle stazioni più belle e visitate si trova proprio a 6 chilometri dalla città: la stazione sciistica di Grandvalira vanta ben 210 chilometri di piste con neve programmata per 193 chilometri, 67 impianti di risalita e 118 piste con diversi livelli di difficoltà.

Non solo per gli appassionati di sport, Andorra la Vella in inverno è la destinazione perfetta anche per chi ama il Natale. La città viene decorata con luci gioiose e tra le sue strade risuonano musiche natalizie che provengono dai diversi mercatini, mentre sui tetti delle case tutto si riveste di bianco rendendo il tutto ancora più speciale.

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Con easyJet viaggi in Europa con sconti del 20%

Vi piace programmare i viaggi con largo anticipo e state già valutando dove andare il prossimo anno? easyJet ha lanciato un’offerta valida fino al 23 settembre che vi permetterà di acquistare biglietti per partire tra il 1° ottobre 2024 e il 31 marzo 2025 con sconti fino al 20%. La compagnia aerea leader in Europa annuncia una promozione che permetterà ai passeggeri italiani di pianificare weekend lunghi, ponti e vacanze di Natale a prezzi convenienti verso 250.000 destinazioni.

La promozione, attiva su tutti i canali di vendita easyJet fino alla mezzanotte del 23 settembre, vi permetterà di immergervi nell’atmosfera natalizia volando verso i mercatini delle capitali europee più belle, oppure di scoprire destinazioni affollate d’estate e meno visitate d’inverno. Molte delle mete disponibili sono perfette anche per chi non vuole rinunciare a un tuffo nell’oceano anche durante i mesi più freddi. Scopriamo insieme quali sono i viaggi più interessanti da prenotare sfruttando l’offerta della compagnia aerea.

Da Napoli a Rovaniemi e Monaco di Baviera

Chi vuole respirare appieno l’atmosfera del Natale deve raggiungere una meta in particolare: Rovaniemi. Questa città della Finlandia è famosa per essere la residenza ufficiale di Babbo Natale e ospita un’ampia gamma di attività per godere della bellezza dell’inverno. Qui potrete sciare, salire su una slitta trainata dai cani, fare snowboard e vedere le aurore boreali. Volete sapere una curiosità bizzarra su questa città situata affianco al circolo polare artico? Le strade principali sono a forma di testa e corna di una renna!

Se invece non volete volare così lontano, l’atmosfera natalizia vi aspetta ai famosi mercatini organizzati a Monaco di Baviera. Con voli a partire da 15 euro, easyJet vi permetterà di passeggiare tra le strade del capoluogo bavarese sorseggiando tazze con vino caldo e acquistando le migliori decorazioni da portare a casa per completare l’albero o l’arredamento a tema natalizio. Da Monaco, inoltre, potrete raggiungere alcuni luoghi che, magici tutto l’anno, lo diventano ancora di più d’inverno come il castello di Neuschwanstein.

Da Milano Malpensa a Tenerife

Grazie al suo clima temperato e soleggiato tutto l’anno, Tenerife è la meta perfetta per chi cerca il sole anche d’inverno, soprattutto se amate la natura e i trekking. L’isola vanta una diversità paesaggistica unica, da scoprire noleggiando un’auto che vi permetterà di esplorarla da un versante all’altro. Dal Parco Nazionale El Teide, dov’è possibile percorrere diversi sentieri di trekking e ammirare le vette del Teide, la più alta di tutta la Spagna, alle spiagge Playa de las Américas e Playa de los Cristianos, famose per la sabbia bianca e le acque cristalline. Un tuffo a Tenerife vi farà subito dimenticare il freddo dell’inverno italiano.

Primavera a Praga

Festeggiate l’arrivo della primavera all’insegna della musica classica viaggiando verso Praga. Qui, ogni anno, viene organizzato il rinomato Festival Internazionale la Primavera di Praga, il più grande e il più antico festival di musica classica della Repubblica Ceca che ospita grandi artisti dello spettacolo, le orchestre sinfoniche e la musica da camera. Anche se non siete interessati a questo genere, Praga è sempre un’ottima idea anche solo per un weekend: è una delle città più belle e romantiche d’Europa, con le sue stradine tortuose, le guglie e i ponti, e un’offerta architettonica che comprende edifici gotici, rinascimentali, barocchi e Art Nouveau.

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Jungfraujoch: la stazione più alta d’Europa

La Svizzera è una destinazione che richiama alla mente panorami alpini unici, vette innevate e prati verdi interminabili. È una di quelle destinazioni che ha tanto da offrire e fra queste attrazioni si trova sicuramente la stazione di Jungfraujoch, la stazione ferroviaria più alta d’Europa, che si trova a 3454 metri sopra il livello del mare. Questo non è solo un luogo di interesse per gli appassionati di montagna, ma rappresenta anche un simbolo di ingegneria ed innovazione che contraddistingue la Svizzera.

La stazione di Jungfraujoch venne inaugurata ormai più di cento anni fa, nel lontano 1912. È raggiungibile tramite la linea ferroviaria Jungfraubahn, che parte da Kleine Scheidegg e che arriva a destinazione dopo aver attraversato tunnel unici, scavati direttamente nelle pareti delle montagne Eiger e Mönch, per un viaggio che dura circa 50 minuti e per una lunghezza di 93 chilometri. Un’esperienza che merita assolutamente di essere vissuta e che da sola merita il viaggio.

Come arrivare alla stazione di Jungfraujoch

Raggiungere la stazione di Jungfraujoch è quindi, di per sé, una vera avventura tra paesaggi alpini mozzafiato. Per arrivare alla stazione ferroviaria più alta d’Europa si parte da Interlaken, che è una delle città svizzere più amate dai turisti e che si trova tra il lago di Thun ed il lago di Brienz. Da qui si prende il treno per Lauterbrunnen o Grindelwald, da dove poter prendere il treno diretto a Kleine Schiedegg dove, infine, è possibile salire sulla linea Jungfraubahn, che porta a destinazione.

Questo percorso attraversa paesaggi naturali unici, tra cascate, valli verdi, laghetti di montagna e, infine, cime innevate, che in un certo senso sembrano abbracciare il treno ed i viaggiatori durante la parte finale del percorso.

Cosa fare una volta arrivati a destinazione?

Una volta arrivati alla stazione di Jungfraujoch, ci si trova in un mondo completamente diverso, dove poter godere non solo di un paesaggio unico come quello del passo di Jungraujoch, ma anche di creare e vivere esperienze indimenticabili. Sono presenti, infatti, diverse attrazioni oltre la stazione, che potrebbero interessare ed arricchire il viaggio.

Ad esempio, uno dei punti più iconici di Jungfraujoch è l’osservatorio Sphinx, una piattaforma che si trova a 3571 metri d’altezza e da dove è possibile ammirare il panorama sulle vette circostanzi e sul ghiacciaio dell’Aletsch. Nei giorni più limpidi è anche possibile scorgere in lontananza le cime del Monte Bianco e le pianure della Germania. Un’altra attrazione è il Palazzo di Ghiaccio, una grotta scavata nel cuore del ghiacciaio ed al cui interno è possibile ammirare scultura di ghiaccio scolpite e che rappresentano animali e figure mitologiche.

C’è poi il sentiero delle Nevi, un’esperienza imperdibile per tutti coloro che amano immergersi nella natura. Si tratta i un percorso che permette di camminare anche direttamente sulla neve e sul ghiacciaio e che, durante l’estate, periodo in cui è accessibile, permette di camminare a contatto con l’ambiente alpino.

Infine, alla stazione ferroviaria di Jungfraujoch è presente una mostra che racconta l’ingegneria della ferrovia della Jungfraubahn e la sua storia, attraverso una serie di tunnel illuminati, dove i visitatori possono rivivere l’impresa che ha portato alla creazione della ferrovia più alta d’Europa.

Visitare Jungfraujoch è più di un’esperienza turistica, è un viaggio che attraverso il cuore delle Alpi e che consente ai viaggiatori di godere di una connessione profonda con la natura, godendo di un tributo alla capacità umana di superare sfide che un tempo si potevano considerare decisamente impensabili. La stazione di Jungfraujoch, la più alta d’Europa, è da considerarsi un’esperienza unica ed in grado di creare ricordi indelebili.

Treno rosso che porta alla stazione di Jungfraujoch sulle alpi svizzere in un paesaggio innevato

Fonte: iStock

Treno rosso che porta alla stazione di Jungfraujoch in Svizzera
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Viaggio a Palos de la Frontera, sulle tracce di Cristoforo Colombo

Palos de la Frontera, in Andalusia, è il porto di partenza da cui Cristoforo Colombo salpò con le tre navi per la sua epica scoperta dell’America nel 1492. Visitare questa cittadina in Spagna significa immergersi nella storia e ripercorrere i passi dell’illustre esploratore che ha segnato l’inizio di una nuova era.

Palos de la Frontera: il punto di partenza

Il viaggio comincia a Palos de la Frontera, una pittoresca cittadina andalusa che nel XV secolo era un importante centro marittimo. Qui, Colombo e il suo equipaggio si prepararono per un’impresa che avrebbe cambiato il corso della storia. Il legame della città con le avventure di Colombo è così forte che sullo stemma municipale è riportata la scritta Cuna del descubrimiento de América (culla della scoperta dell’America), proprio perché qui a Palos ha avuto luogo tutta l’organizzazione del grande viaggio. Passeggiando per le strade di Palos, tra il sogno e la realtà, è facile immaginare l’atmosfera di quei giorni lontani.

Curiosità: oggi Palos non è più un porto

Sembra strano, ma attualmente il porto che 500 anni fa ricopriva un ruolo strategico e da cui Colombo partì alla scoperta delle Indie non è più visibile; anzi, non esiste più. Questo perché Palos de la Frontera oggi si trova nell’entroterra: il terremoto di Lisbona del 1755 provocò importanti cambiamenti nella costa, a cui si sono aggiunti i lavori più recenti per la costruzione delle dighe a protezione del porto di Huelva.

La chiesa

L’intera cittadina è disseminata di edifici, monumenti e architetture legate in un modo o nell’altro alle gesta di Colombo e alla loro commemorazione. Nella piazza Giovanni Paolo II, sulla collina, di fronte al portale in tipico stile mudéjar della Chiesa di San Jorge, una piccola stele sormontata da una croce di ferro ricorda i nomi, scritti in blu su mattonelle bianche, dei sessanta marinai di Palos che presero parte all’avventura.

La Chiesa di San Jorge, una delle chiese più antiche del paese, è il luogo dove Colombo si recò per chiedere benedizione e sostegno per la sua impresa. Costruita nel XV secolo su una chiesa esistente di cento anni prima e ricostruita poi dopo il terremoto di Lisbona del 1755, San Jorge è oggi dichiarata Monumento nazionale. Proprio qui pare sia stata letta la lettera dei Re Cattolici in cui si chiedeva alla popolazione di Palos di adoperarsi per fornire a Cristoforo Colombo le caravelle e i migliori marinai della zona per il viaggio che lo avrebbe portato sulle coste dell’America.

La fontana

Proseguendo verso la periferia nord di Palos, poco oltre la Chiesa di San Jorge, si arriva alla Fontanilla, il più umile ma anche il più originale e autentico monumento dei cosiddetti luoghi colombiani. Dichiarata di recente Monumento nazionale, la Fontanilla è la fontana pubblica dove, secondo la leggenda, Colombo e i tre equipaggi fecero provvista d’acqua per i mesi di viaggio che li attendevano.

Il museo e le tre navi

Immancabile è la tappa al Museo de la Marisma, dove sono esposti informazioni e reperti che offrono un contesto storico e culturale della regione, collegandolo all’epoca di Colombo. Sebbene non sia specificamente dedicato a Colombo, il museo fornisce un quadro interessante sull’importanza marittima di Palos.

In questa ricostruzione storica non può mancare una visita al Muelle de las Carabelas, il molo a pochi chilometri dal centro (ma comodamente raggiungibile in autobus o bici). Qui si possono ammirare le fedeli ricostruzioni delle navi di Colombo, la Santa Maria, la Pinta e la Niña, con cui Colombo partì per arrivare, secondo il suo programma, alle Indie. Queste repliche furono costruite in occasione dell’Expo del 1992 di Sevilla e sono impressionanti, oltre che incredibilmente realistiche.

I dintorni: il monastero di La Rábida e la vicina Huelva

A pochi chilometri da Palos, il monastero di La Rábida sorge come un testimone silenzioso delle giornate cruciali che precedettero la partenza di Colombo. Questo convento francescano, immerso nella tranquillità della campagna andalusa, fu tra il 1484 e il 1485 un punto di incontro per Colombo e i suoi sostenitori nelle fasi di preparazione e pre-partenza. Oggi, il monastero di La Rábida è un affascinante esempio di architettura gotica e rinascimentale, con il chiostro e il museo che celebrano il ruolo cruciale che il monastero ebbe nell’epopea di Colombo. La Rábida si trova a 15 minuti d’auto da Palos de la Frontera, ma è raggiungibile anche in autobus.

Sempre poco fuori da Palos, Huelva (a 20 minuti d’auto e ben collegata coi mezzi pubblici) è fortemente legata alle imprese di Colombo. La città ospita l’imponente Statua de la Fe de Descubridora, un colosso di 37 metri d’altezza situato tra l’incrocio del fiume Tinto e il fiume Odiel, costruito nel 1929 per commemorare i marinai che riuscirono a compiere la scoperta dell’America. In centro città, una statua in bronzo e molto più piccola raffigura Cristoforo Colombo che indica la direzione del mare. Inoltre, il Museo di Huelva ospita reperti e informazioni sul contesto storico della scoperta dell’America.

viaggio sulle tracce di Colombo

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Monumento a Cristoforo Colombo

Come arrivare a Palos de la Frontera

Palos de la Frontera si trova in Andalusia, a circa 95 chilometri dall’aeroporto di Siviglia. Per raggiungere Palos, è possibile prendere un volo per Siviglia e poi noleggiare un’auto o prendere un autobus diretto a Palos, che impiega circa un’ora e mezza. La città è ben collegata anche con treni e autobus dalla stazione di Huelva, che dista circa 20 minuti.

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Tallinn, cosa vedere nella splendida capitale dell’Estonia

Tallin è la capitale dell’Estonia, una città affascinante che rispecchia e che unisce perfettamente il fascino medievale del Paese con la sua modernità. Si trova sulle rive del Mar Baltico e si può affermare con certezza che Tallin sia un vero e proprio gioiello dell’Europa del Nord, grazie anche al suo bellissimo e antico centro storico, Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, tutto da scoprire. Ecco quali sono le attrazioni principali della capitale estone, che non devono assolutamente mancare in un itinerario di viaggio.

Itinerario alla scoperta di Tallinn

Il centro storico di Tallinn e le mura medievali

Uno dei motivi principali per cui visitare questa città è senza ombra di dubbio il suo centro storicoVanalinn. Si tratta di una delle città medievali meglio conservate di tutto il continente europeo. Passeggiando tra le sue suggestive vie, infatti, sembra di essere catapultati indietro nel tempo, tra stradine strette e vicoli acciottolati, circondati da case di epoca medievale in color pastello e le sue torri di difesa, che rendono l’atmosfera unica. È possibile anche passeggiare alla scoperta delle numerose botteghe artigiane, un’ottima soluzione per l’acquisto di souvenir e oggetti fatti a mano.

Tra le cose che caratterizzano il centro storico di Tallin si trovano sicuramente le mura medievali che lo circondano, che nei secoli hanno protetto la città dagli attacchi degli invasori, e le sue torri storiche. Ad esempio, tra le più importanti e belle c’è la Torre di Kiek in de Kök, da cui è possibile ammirare la capitale estone dall’alto, al cui interno viene ospitato il museo cittadino, che racconta la storia delle difese medievali e della città, offrendo un’interessante visione sulla storia locale.

Nel cuore del centro storico di Tallin si trova anche uno dei suoi luoghi più iconici: la piazza del Municipio. Qui si trova, come si evince dal nome, il Municipio di Tallin, un maestoso edificio in stile gotico, risalente al lontano Tredicesimo secolo. Questa piazza è circondata da numerosi ristoranti e caffè, soluzioni perfette per una pausa rilassante.

Inoltre, durante il periodo natalizio, la piazza ospita uno dei mercatini di Natale più belli e suggestivi di tutta Europa, che trasformano la città in un vero e proprio villaggio fiabesco.

Non deve mancare in un itinerario alla scoperta di Tallinn anche la farmacia del Municipio, conosciuto con il nome di Raeapteek, una delle farmacie più antiche d’Europa ancora in attività, e risalente al lontano 1422. Al suo interno è possibile scoprire ancora oggi antichi rimedi medievali ed una collezione di oggetti storici che raccontano la storia della medicina.

Scorcio del centro storico medievale di Tallinn, con la via acciottolata e la bandiera estone

Fonte: iStock

Centro storico di Tallinn, Estonia

Il castello di Toompea e la cattedrale di Aleksandr Nevskij

Spostandosi verso la collina di Toompea si arriva in una delle zone più elevate della capitale estone, da cui è possibile godere di una vista unica sul centro storico di Tallin e sul porto. Proprio su questa collina si trovano due delle attrazioni più importanti della capitale.

La prima è il Castello di Toompea, caratterizzato dalla sua iconica torre chiamata Pikk Hermann, tutt’oggi è un importante simbolo di potere e di autorità in Estonia, luogo che i turisti possono visitare, esplorando i suoi dintorni ed ammirando le sue imponenti mura difensive.Questa imponente struttura, risalente al lontano Tredicesimo secolo, ospita al suo interno il Parlamento estone.

A pochi passi da qui è possibile ammirare la maestosa cattedrale di Aleksandr Nevskij, una chiesa ortodossa costruite verso la fine del Quattordicesimo secolo proprio durante il periodo di dominazione russa. Cosa caratterizza questo importante luogo di culto? Le sue cupole a cipolla, con interni decorati finemente, che la rendono unica al mondo.

Vista dell'antica Cattedrale di Tallinn e del parlamento estone di giorno

Fonte: iStock

Il castello di Toompea e la cattedrale di Aleksandr Nevskij

I quartieri di Kalamaja, Telliskivi e Rotermanni

Tallinn è una città tutta da scoprire, che, come già detto, riesce a unire il suo fascino medievale con la modernità. Questi tratti si notano soprattutto in due quartieri moderni ed alla moda, come quello di Kalamaja e Telliskivi, due zone emergenti della capitale.

Il quartiere di Kalamaja, conosciuto anche come il quartiere dei pescatori, è una bellissima area residenziale, piena di case in legno colorate, caffè alla moda e numerose gallerie d’arte. Passeggiando per le sue vie si vive un’atmosfera rilassata e quasi bohémien, l’ideale per allontanarsi dalla frenesia del centro storico.

Telliskivi, invece, è il quartiere adiacente al precedente, conosciuto anche come Telliskivi Creative City. È un vecchio complesso industriale che negli anni è stato trasformato in un vivace centro culturale, dove scoprire la scena artistica di Tallinn, con murales ed installazioni artistiche frequenti, ma anche spazi espositivi, negozi di design ed un bellissimo mercato delle pulci.

Un altro quartiere che sicuramente merita di essere visitato è il quartiere di Rotermanni, anche questa una vecchia area industriale completamente rinnovata e che oggi è stata trasformata in uno dei distretti più moderni della città. Questa zona è molto affascinante soprattutto perché è possibile osservare i vecchi edifici in mattoni rossi che si ergono di fianco a nuove e contemporanee strutture, che donano un fascino unico al quartiere. Rotermanni è anche il luogo ideale dove gli amanti dello shopping possono passare una giornata di relax, tra negozi e boutique alla moda e ristoranti di tendenza.

Il museo d’arte Kumu ed il parco di Kadriorg

Per gli amanti di arte e cultura, la città di Tallin non deluderà mai. Uno dei principali musei della capitale è il Kumu. Al suo interno, questo museo di arte contemporanea, ospita una grande collezione di opere estoni, a partire dal Diciannovesimo secolo. Inoltre, si tratta di uno dei più grandi museo della regione baltica.

Il museo si trova all’interno del famoso parco di Kadriog, uno splendido parco barocco che venne voluto dall’allora zar Pietro il Grande e dalla moglie Caterina I. Al centro del parco si trova quello che oggi è un museo di arte straniera, ovvero il Palazzo di Kadriog.

Questo parco è l’ideale per tutti coloro che cercano un luogo in cui rilassarsi, piccola rappresentazione di quanto questa città sia attenta al rispetto del verde e della sostenibilità, motivo per il quale Tallinn è stata eletta come la città più verde d’Europa

La torre della televisione di Tallinn

Destinazione ideale per tutti coloro che vogliono godere di una vista spettacolare su Tallinn e sono alla ricerca dello scatto perfetto. Ecco, questa è la torre della televisione di Tallinn, che è anche l’edificio più alto del Paese grazie ai suoi 314 metri di altezza. Al suo interno, inoltre, è presente un’area espositiva che racconta la storia della torre ed il ruolo che questa ha avuto durante l’indipendenza estone.

Tallinn, è una città che incanta, capace di fondere perfettamente il passato medievale con una vivace e vibrante modernità. La capitale dell’Estonia ha tutto questo, con prezzi sempre abbordabili e tanti collegamenti low-cost, che l’hanno resa negli anni una delle destinazioni preferite in Europa.

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Santorini e Mykonos, i croceristi dovranno pagare 20 euro di tasse turistiche

Ci sono destinazioni che, più di altre, stanno subendo un impatto maggiore causato dal turismo di massa. Quando gestito in modo sbagliato, o quando non gestito affatto, questa tipologia di turismo influisce negativamente sia sugli ecosistemi e sulla qualità di vita dei locali che sull’esperienza stessa dei visitatori. Due di queste destinazioni si trovano in Grecia e sicuramente avrete già capito di chi stiamo parlando.

Santorini e Mykonos, con i loro paesaggi da cartolina riconoscibili per le tonalità di blu e bianco che li contraddistinguono, ogni estate sono invasi da un numero di turisti sempre maggiore. Seppur la Grecia non soffra di un problema annuale con l’overtourism, ma in particolare durante l’alta stagione, è necessario ricordare che i residenti non lasciano l’isola durante i mesi estivi e che sono soprattutto loro a godere allo stesso tempo dei vantaggi e degli svantaggi della situazione.

Santorini, per esempio, è anche la casa di 20.000 residenti che desiderano mettere un freno all’avanzata interminabile dei nuovi visitatori. L’economia greca ruota soprattutto intorno al turismo ed è per questo che si stanno cominciando a sviluppare delle soluzioni per provare a risolvere il problema. L’ultima riguarda una tassa da applicare ai croceristi del totale di 20 euro in arrivo sia a Santorini che a Mykonos (per Santorini, il costo della tassa attuale di sbarco è di 35 centesimi).

La nuova tassa turistica imposta dalla Grecia

Il primo ministro Kyriakos Mitsotakis ha dichiarato che le navi da crociera hanno messo sotto pressione Santorini e Mykonos ed è fondamentale prendere delle misure. Secondo un report della Hellenic Ports Association relativo allo scorso anno, infatti, le navi da crociera che hanno attraccato al porto di Santorini sono state ben 800, con un conteggio di circa 1,3 milioni di turisti sull’isola. Le autorità locali hanno stimato una capacità ideale per l’isola pari a massimo 8.000 croceristi al giorno.

Intervenire sul numero di navi in arrivo è un atto necessario per frenare una situazione che diventa sempre più insostenibile, soprattutto dove i limiti delle infrastrutture sono messe a dura prova. Qui entra in gioco l’introduzione della tassa di 20 euro, i cui soldi raccolti verrebbero reinvestiti nelle infrastrutture locali, e i nuovi  regolamenti relativi al numero di navi da crociera che arrivano contemporaneamente in particolari località.

Queste non sono le uniche restrizioni imposte: la settimana scorsa, il Ministero dell’Ambiente ha annunciato l’introduzione di un nuovo progetto di legge sulle restrizioni edilizie all’interno della zona della caldera di Santorini. L’obiettivo è sospendere la costruzione di piscine, ampliamenti e strutture completamente nuove.

Grecia alternativa: le mete da scoprire

Una volta diventate mete predilette per i social, le destinazioni rischiano l’effetto Santorini dove il fenomeno è talmente sentito da aver ribattezzato l’isola “Instagram Island”. Le soluzioni per affrontare l’overtourism sono diverse, alcune dipendono dai governi, i quali possono applicare dei limiti di capacità, altre dalle agenzie di viaggio e dai tour operator, che con le loro proposte possono contribuire a riequilibrare la domanda. Ma anche noi, come viaggiatori, possiamo fare qualcosa.

Se desideriamo scoprire la Grecia, possiamo valutare non solo la bassa stagione, ma anche destinazioni meno famose come le isole di Lesbo e Chio, la zona del Peloponneso, la costa della Tracia o l’area montana del Monte Olimpo. La Grecia è veramente un paese meraviglioso, bisogna solo andare oltre le classiche mete che, attualmente, meritano un po’ di respiro.