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A Roma nasce il bus a chiamata, ed è gratis

Se nelle piccole realtà italiane il trasporto pubblico locale è da sempre uno dei tasti dolenti per i cittadini, non si può certo dire che una metropoli come Roma non sia ben servita. Almeno per quanto riguarda i quartieri più centrali, dove i mezzi pubblici sono regolari e frequenti, offrendo un ottimo servizio a chi non vuole spostarsi con l’auto. Ma cosa dire delle zone più periferiche, decisamente molto meno servite? È proprio con l’obiettivo di fornire collegamenti più puntuali che nasce il bus a chiamata, completamente gratuito e pronto ad entrare nella sua fase di sperimentazione. Ecco cos’è e come funziona.

Cos’è il bus a chiamata, il nuovo servizio sperimentale a Roma

Somiglia (almeno nelle intenzioni) più ad un taxi che ad un autobus pubblico, ma a differenza del primo è completamente gratuito per i cittadini romani. Di che cosa si tratta? È il nuovo servizio sperimentale del bus a chiamata, che ha come finalità agevolare gli spostamenti nei quartieri periferici e meno serviti dai trasporti pubblici, offrendo così un’alternativa ai mezzi privati – che come ben sappiamo sono tra le prime cause di inquinamento. Un’opportunità sostenibile, dunque, ma utile anche per risparmiare (non si spende niente!) e per evitare di aumentare il traffico, che a Roma è da sempre un bel problema.

“È davvero una straordinaria notizia per i cittadini romani: si tratta di un servizio innovativo a beneficio, in particolare, di coloro che vivono in periferia dove c’è più necessità di implementare l’offerta di trasporto collettivo integrando il Tpl [trasporto pubblico locale, ndr]. L’iniziativa rappresenta un altro pezzo importante del programma volto all’aumento della qualità e della quantità del trasporto pubblico, in particolar modo nelle periferie” – ha annunciato Eugenio Patanè, assessore alla Mobilità di Roma Capitale. Ma vediamo nel dettaglio come funziona il bus a chiamata.

Roma: come funziona il bus a chiamata

L’amministrazione ha deciso di mettere a disposizione dei cittadini un nuovo servizio, il bus a chiamata: questi mezzi di trasporto hanno una capacità di 8 posti a sedere e sono predisposti per il trasporto di una carrozzina, così da essere usufruibili anche dai passeggeri a mobilità ridotta. Il servizio è disponibile in modalità sperimentale a partire da mercoledì 4 settembre 2024 in zona Massimina, un quartiere periferico della capitale che non spicca certo per qualità e quantità dei mezzi pubblici di trasporto locale. I fruitori potranno spostarsi all’interno del quartiere e da/verso la stazione ferroviaria Aurelia.

Il bus a chiamata è gratuito e accessibile a tutti: attivo 7 giorni su 7 (festivi inclusi), copre l’orario compreso tra le 5:30 e le 24. Non sostituirà le linee di trasporto pubblico già esistenti, bensì le affiancherà per migliorare il servizio di mobilità locale, in una zona periferica difficilmente raggiungibile in altro modo. Gli utenti possono prenotare la chiamata del bus almeno 30 minuti prima dell’effettiva partenza, e comunque in un orario compreso tra le 5:30 e le 23:30, scegliendo il punto di partenza, la destinazione e l’orario desiderato.

Come fare? Basta scaricare sul proprio smartphone l’App ClicBus, registrandosi con i propri dati personali (i titolari di abbonamento Metrebus possono accreditarsi usando il codice già in loro possesso). Attraverso l’app, si può prenotare la propria chiamata in tutta semplicità. In alternativa, è possibile telefonare al numero 3429508191 per prenotare il bus. “Partiamo mercoledì prossimo con l’obiettivo di allargarci a tante altre zone, moltiplicando le opportunità di trasporto pubblico e contribuendo a ridurre le distanze tra quartieri, a partire da quelli più a ridosso del Gra” – ha dichiarato il sindaco Roberto Gualtieri.

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Jardin Majorelle: uno dei giardini più belli del mondo compie 100 anni

Uno dei giardini più incantevoli e misteriosi del Marocco festeggia 100 anni. Parliamo del Jardin Majorelle, un’oasi di verde e cultura situata a Marrakech, a due passi dalla Medina. La celebrazione di questo importante anniversario comprende mostre, eventi speciali, conferenze, concerti e proiezioni di film, ma è soprattutto un’occasione per mettere in evidenza il ruolo storico e attuale di una destinazione di fama mondiale. Scopriamo perché è diventata un’attrazione iconica.

Alla scoperta del Jardin Majorelle, attrazione simbolo di Marrakech

Questa meraviglia, che si estende su una superficie di novemila metri quadri, deve il suo nome al pittore orientalista francese Jacques Majorelle, il quale, stabilitosi nel 1919 a Marrakech, concepì qui il grande e rigoglioso giardino come un un luogo di pace e tranquillità, in cui potersi dedicare alla pittura, e un “laboratorio” botanico.

Nel 1922, l’artista comprò un palmeto nel nord-ovest della Medina, e iniziò ad arricchirlo con esemplari botanici esotici – in particolare cactus – e specie rare, provenienti dagli angoli più remoti del mondo. Negli anni Trenta, commissionò all’architetto Paul Sinoir la costruzione di una villa in stile moresco, creando il famoso “blu Majorelle”, un blu oltremare/cobalto, intenso e chiaro al tempo stesso, che contraddistingue le pareti della struttura e le architetture circostanti. La sua casa era al primo piano, mentre al piano terra c’era il grande studio in cui dipingeva.

Nel corso di quarant’anni, il Jardin Majorelle è diventato un’opera d’arte vivente in movimento, un sogno impressionista, “una cattedrale di forme e colori”, con un labirinto di vicoli che si incrociano su diversi livelli, edifici dalle tonalità vivaci che mescolano influenze Art Déco e moresche, incantevoli laghetti, fontane e pergolati.

Nel 1947, il complesso è stato finalmente aperto al pubblico. Rimasto abbandonato per molti anni, dopo la morte del suo creatore, avvenuta nel 1962, è stato acquistato da Yves Saint Laurent e Pierre Bergé nel 1980, i quali hanno strappato questo patrimonio di inestimabile valore dalle mani di chi avrebbe voluto farne un complesso alberghiero.

I due geni della moda sono così diventati i nuovi proprietari della villa di Jacques Majorelle, che hanno ribattezzato Villa Oasis. Le ceneri di Yves Saint Laurent sono state disperse nel roseto dell’edificio e in suo onore è stato eretto un memoriale nel giardino.

Il Museo Berbero, viaggio nella storia e nell’arte

“Dal mio arrivo a Marrakech nel 1966, non ho mai smesso di essere affascinato dalla cultura e dall’arte berbera. Nel corso degli anni, ho raccolto e ammirato quest’arte che abbraccia diversi paesi contemporaneamente. I berberi sono giustamente orgogliosi della loro cultura, che hanno costantemente rivendicato nonostante le vicissitudini che hanno incontrato. A Marrakech, nel Paese dei Berberi, nel Jardin Majorelle creato da un artista che dipinse così tante scene di uomini e donne berberi, l’idea di questo museo ci è venuta naturale”. Sono le parole con cui Pierre Bergé introduce i visitatori al Museo Pierre Bergé delle Arti Berbere, inaugurato nel 2011 nell’ex studio di pittura dell’artista Jacques Majorelle.

Al suo interno si può venire a contatto con la straordinaria creatività dei Berberi (nell’antichità chiamati Imazigenes, che significa “popolo libero”), tra i più antichi abitanti del Nord Africa. Oltre 600 manufatti, raccolti da Pierre Bergé e Yves Saint Laurent tra i monti del Rif e il Sahara, testimoniano la ricchezza e la diversità di questa vibrante cultura, ancora oggi molto viva.

La collezione è esposta in quattro spazi distinti, ciascuno dedicato a un tema particolare. Prima di entrare nelle sale espositive, viene presentata ai visitatori una panoramica della storia di questa popolazione e una mappa che mostra la posizione delle principali tribù berbere in tutto il Marocco. Insieme al Musée Yves Saint Laurent Marrakech, aperto al pubblico nel 2017, questi due magnifici poli culturali aggiungono una dimensione artistica a un’oasi di rara bellezza, offrendo un viaggio immersivo a chi ama sia la natura che il mondo creativo del grande stilista francese.

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Soleschiano di Manzano, il primo borgo vegano d’Italia

Incastonato tra le verdeggianti colline del Friuli orientale, si trova un borgo che ha qualcosa di speciale non soltanto per la sua bellezza paesaggistica e architettonica, ma anche perché è il primo borgo vegano d’Italia. Stiamo parlando di Soleschiano di Manzano, nel Friuli Venezia Giulia: un luogo in cui viene portato avanti da anni un progetto lodevole che vuole sensibilizzare sulla sostenibilità attuale e futura nel rapporto tra uomo e ambiente, un tema a cui viene posta sempre maggior attenzione in un mondo in cui il cambiamento climatico causato dall’essere umano sta dimostrando tutti i suoi effetti drammatici.

Scopriamo qualcosa in più sull’impegno di Soleschiano a diventare un borgo vegano, un progetto ideato e condotto dalla RAVE Residency, che salva gli animali destinati al macello per riportarli ad una vita di campagna. Vediamo anche quali sono le cose da non perdere visitando questo borgo vegano in cui l’uomo si impegna a rispettare l’ambiente naturale circostante.

Il progetto che unisce arte, territorio e sostenibilità

Tutto ha inizio dall’idea delle promotrici, le sorelle Isabella e Tiziana Pers, insieme a Giovanni Marta, di dare vita ad un progetto artistico chiamato RAVE East Village Artist Residency. L’obiettivo è quello di contribuire nel cambiamento della realtà di Soleschiano, in provincia di Udine, unendo le attività produttive e quelle creative presenti nel territorio, per creare uno stile di vita più biocentrico. Così facendo si può puntare a ripristinare l’equilibrio virtuoso tra uomo e natura, soprattutto in relazione all’urgenza climatica di cui tanto si parla.

Quello di RAVE è un progetto multidisciplinare che unisce l’arte contemporanea alla salvaguardia della vita animale, sensibilizzando chiunque verso uno stile di vita più sostenibile. Qui viene praticata quella che viene chiamata la “Art_History”, ovvero uno scambio di opere d’arte, create dalle fondatrici di questo progetto, con animali destinati al macello, che vengono quindi salvati e riportati a vivere all’aria aperta.

Ogni anno, in più occasioni, la residenza ospita artisti contemporanei che sono chiamati a sviluppare idee, opere, riflessioni approfondite sulle tematiche che guidano la loro missione. Vengono organizzati eventi, incontri e mostre diffuse (soprattutto nel periodo estivo), che si snodano lungo le vie del borgo storico di Soleschiano di Manzano, tra le antiche case di pietra e le sue piante secolari. In tali occasioni, aperte a tutti, non mancano anche degustazioni di prodotti a chilometro zero e laboratori per bambini.

Nella descrizione di uno degli eventi organizzati, il gruppo Zero Waste FVG, aveva scritto: “La necessità di porre attenzione verso la vita in ogni sua forma e di ricercare un nuovo equilibrio uomo-natura è il punto cardine che l’umanità deve affrontare in questa era storica e geologica per fermare il cambiamento climatico in atto. A 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, il suo pensiero nei confronti del regno animale e l’estremo rispetto per il mondo naturale ritornano nella nascita di un borgo per ripensare gli attuali squilibri degli ecosistemi e per porre ogni vita al centro”.

Cosa vedere nel borgo di Soleschiano di Manzano

È un borgo che racconta l’Italia più autentica e attenta al paesaggio, quello di Soleschiano. Sorge a circa 17 chilometri da Udine, in un territorio collinare nel quale scorre il fiume Natisone. Anche questo piccolo gioiello a 20 minuti d’auto da Palmanova (famosa per la sua incredibile pianta a stella) ha diversi punti di interesse che meritano di essere visitati, dai palazzi alle chiese, fino alle enormi querce che punteggiano il territorio: vediamoli tutti.

Villa Piccoli Brazzà Martinengo, nel cuore del borgo

Tra le viuzze che compongono il centro abitato, spicca Villa Piccoli Brazzà Martinengo, risalente al 1715. Alla vista, la costruzione che si sviluppa su tre piani è incorniciata da un grande portale in pietra con motivi decorativi e volute, e da un cancello in ferro battuto. La vasta area verde circostante è arricchita da reperti archeologici di provenienza aquileiese, oltre che da un’originale riproduzione di rovine romane. Fu nel 1877 che venne realizzato anche un corso d’acqua e un laghetto, opera idraulica che risulta molto utile per tutta la zona circostante. Le visite alla villa sono possibili soltanto previo appuntamento e per gruppi di persone (possono essere chieste informazioni alla Pro Loco di Manzano).

Villa Piccoli Brazzà Martinengo, a Soleschiano di Manzano

Fonte: iStock

Villa Piccoli Brazzà Martinengo, a Soleschiano di Manzano

Chiesa dei Santi Ermacora e Fortunato

A due passi dalla storica villa Piccoli Brazzà Martinengo, si trova la Chiesa dei Santi Ermacora e Fortunato, fondata nel XII secolo per opera di alcuni monaci benedettini. Dopo diversi interventi di rifacimento e restauro nel corso dei secoli, oggi l’edificio si presenta con una facciata arricchita da una decorazione “a graffio” su intonaco chiaro, con paraste doriche e con un’architrave a triglifi.

La quercia secolare cara ad una poetessa

Qui si trova anche la Farnia, ovvero una quercia secolare che conta ben duecento anni di vita. Ciò che la rende speciale, oltre alla sua longevità e imponenza, è il fatto che fosse il luogo prediletto della scrittrice e poetessa friulana Caterina Percoto (1812-1887). Si racconta infatti che l’artista si sedesse qua sotto, all’ombra dei suoi imponenti rami, per scrivere i propri componimenti.

A 500 metri dalla quercia si trova la casa natale della poetessa, risalente al Seicento: un antico edificio padronale su tre piani che presenta all’ingresso una lapide commemorativa, mentre tutt’attorno sorgono alcune costruzioni rurali di valore ambientale.

Abbazia di Rosazzo, con una vista mozzafiato

A 8 km da Soleschiano, infine, merita una tappa l’antica Abbazia di Rosazzo, in cima all’omonimo colle e immersa in un suggestivo paesaggio fatto di vigne, colline e attraversato dal fiume Natisone. Il complesso abbaziale è composto da diversi edifici che formano gli ambienti tipici di un monastero, arricchiti da giardini pensili e da un belvedere. La struttura più importante è la chiesa di San Pietro Apostolo, costruita all’inizio dell’XI secolo, il stile romanico e ricca di affreschi. È visitabile tutti i giorni dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18.

Dal belvedere dell’Abbazia di Rosazzo la vista è spettacolare e nelle giornate in cui il cielo è più limpido si scorgono i piccoli borghi rurali che punteggiano il territorio, come Manzinello, San Lorenzo, San Nicolò e Soleschiano.

Paesaggio nei dintorni di Soleschiano di Manzano

Fonte: iStock

Paesaggio nei dintorni di Soleschiano di Manzano
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10 motivi per organizzare il tuo prossimo viaggio alle Seychelles

Se stai cercando una destinazione fuori dal comune per un viaggio indimenticabile e pieno di sorprese, le Seychelles potrebbero essere la risposta che stavi cercando. Incredibilmente varie e intensamente ricche di meraviglie, sono perfette per viaggiatori curiosi e avventurosi così come per accogliere e cullare chi è in cerca di relax nel cuore dell’Oceano Indiano.

1: Le isole che compongono le Seychelles

Scegliere le Seychelles come destinazione significa tuffarsi nella varietà di un arcipelago composto da ben 115 isole delle quali 41 granitiche, dette isole vicine e 74 coralline dette isole lontane. Le prime si prestano a esplorazioni nella natura incontaminata delle loro riserve naturali e dei parchi marini, mentre le seconde, che si trovano più a largo, sono dei veri e propri atolli circondati da acque cristalline di impagabile bellezza.

2: In vacanza tutto l’anno

Il clima delle Seychelles è mite tutto l’anno rendendole la destinazione perfetta in tutte le stagioni. La vicinanza all’Equatore fa sì che le variazioni delle temperature siano ridotte al minimo tra una stagione e l’altra: tra i 24° e i 31°C sulle isole, mentre la temperatura dell’acqua è stabile tra i 27°C e i 29°C.

3: Il cocco più grande del mondo

Le Seychelles sono isole generose e ricche di sorprese. Visitando la Vallée de Mai nell’isola di Praslin è infatti possibile imbattersi nel Coco de Mer, ovvero il cocco più grande del mondo. Di questo vero e proprio tesoro botanico se ne possono avvistare diversi esemplari e stupirsi per gli enormi frutti che raggiungono i 22 kg di peso e le palme che crescono fino a 30 metri in altezza.

Fonte: Michel Denousse

Coco de Mer  nella Vallée de Mai, Praslin, Seychelles

4: Trekking indimenticabili

Lo splendido mare che circonda le Seychelles è una delle immagini più iconiche che ci vengono in mente pensando a queste isole, ma non è l’unica meraviglia che sono in grado di offrire. Anzi, le Seychelles sono il paradiso del trekking grazie a parchi naturali, siti Unesco e zone protette dove è possibile vivere la foresta equatoriale e avvistare le creature che la popolano. Con un po’ di fortuna, potrai vedere la rana più piccola del mondo.

Fonte: Danio Denousse

Trekking a Grand Barbe – Seychelles

5: Una destinazione sostenibile

Se desideri sentire un contatto intenso e rispettoso con la natura, le Seychelles sono la destinazione che stavi cercando. Per ridurre l’impatto del tuo passaggio, potrai infatti scoprire attività interessanti come il coral gardening o il progetto di ripopolamento delle foreste Green Footprint: entrambi mirano a compensare gli effetti negativi che può avere il turismo sulla natura.

6: Un’esperienza culturale entusiasmante

Non solo natura. Visitare le Seychelles è anche immergersi nella cultura creola delle isole, frutto di un melting pot di etnie, culture, tradizioni e costumi provenienti da diversi continenti che hanno dato origine a una nazione multietnica che ha moltissimo da offrire. Tra i festival dedicati alla cultura delle Seychelles, merita una menzione quello di Kreol che dura una settimana e si svolge a ottobre prevalentemente a Mahè, Praslin e La Digue.

7: Immersioni e snorkeling per tutti

Con profondità che variano tra gli 8 e i 20 metri, le Seychelles sono il paradiso per tutti gli amanti dello snorkeling e delle immersioni e offrono la possibilità di immergersi in parchi marini di rara bellezza. Qui si potranno incontrare 4 specie differenti di tartarughe marine, ma anche gli imponenti e gentili squali balena.

Fonte: Chis Mason Parker

Pesci e coralli coloratissimi – Seychelles

8: Seychelles low cost

I resort di lusso non sono l’unico modo per visitare le Seychelles, anzi. Chi vuole visitarle, ma ha un budget piuttosto contenuto, può sbizzarrirsi nella ricerca della guest house perfetta così come appoggiarsi a vari B&B per muoversi il più possibile tra le isole.

9: Le tartarughe giganti

Dopo i cocchi giganti e gli squali balena, vale la pena di citare anche le tartarughe di Aldabra, tartarughe giganti che arrivano a vivere fino a 200 anni e a pesare oltre 300 kg. Sull’atollo emerso di Aldabra, vive ancora una popolazione selvatica di 150mila esemplari.

Fonte: Chris Mason Parker

Tartaruga sulla spiaggia di Aldabra – Seychelles

10: Il polpo al curry più buono del mondo

Come ultimo motivo, ma non come il meno importante per scegliere le Seychelles come destinazione, abbiamo anche la cucina creola. Intensa, originale, creativa e sorprendente è un’esplosione di sapori capace di intrigare anche i palati più allenati. Il polpo al curry che viene preparato qui ad esempio, non ha eguali.

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Assisi Notizie Viaggi viaggiare

Parte l’Espresso Assisi, le informazioni sul treno turistico

L’autunno di quest’anno si preannuncia ricchissimo di meravigliosi viaggi da fare in treno per ammirare le meraviglie italiane che, durante la stagione, sono impreziosite dalle calde tonalità del foliage. Proprio in vista di questo affascinante fenomeno naturale, FS Treni Turistici Italiani, società del Gruppo FS Italiane, ha annunciato la partenza di un perdibile collegamento: il Roma–Assisi, con il treno diurno Espresso Assisi.

Espresso Assisi: costi e orari

Espresso Assisi, insieme all’Espresso Langhe-Monferrato, nasce con l’obiettivo di offrire un nuovo modo di viaggiare che coniuga il turismo lento, sostenibile, di qualità alla bellezza del viaggio in treno, a bordo di carrozze completamente ristilizzate per garantire il massimo comfort verso destinazioni dall’alto valore storico, paesaggistico ed enogastronomico.

Sarà possibile salire a bordo dell’Espresso Assisi tutti i sabati e le domeniche dal 5 ottobre al 1° dicembre, con partenza di Roma Termini e fermate intermedie a Terni, Spoleto, Foligno e Spello fino ad arrivare ad Assisi. Il sabato la partenza è prevista alle 10.05 e il ritorno alle 18.00, mentre la domenica si parte alle 8.30 e si rientra alle 16.58. Le località potranno essere raggiunte viaggiando sulle poltrone dei salottini, ideati per garantire privacy e comfort, o usufruendo del vagone bar/ristorante per uno spuntino da consumare nell’elegante salone.

Ma non è tutto, perché durante il mese di ottobre sarà possibile beneficiare, grazie alla tariffa “TTI Special”, di uno sconto del 50% su tutti i biglietti acquistati entro 48 ore dalla partenza: basta andare sul sito fstrenituristici.it o usufruire di tutti  canali di vendita di Trenitalia, App, biglietterie di stazione e self-service.

Le fermare dell’Espresso Assisi

La prima fermata dell’Espresso Assisi è Terni, città che si distingue per essere ricca di bellezze artistiche e paesaggistiche. Imperdibile, per esempio, sono l’Anfiteatro romano, in parte ancora conservato,  la Cattedrale di Santa Maria Assunta, la torre romanica dei Barbarasa e la Basilica di San Valentino (con le spoglie del santo protettore degli innamorati).

La seconda tappa è invece Spoleto, in provincia di Perugia, che è una delle più affascinanti città d’arte dell’Umbria. Vi basti pensare che vanta più di 2000 anni di arte e cultura ed eventi internazionali.

Voliamo ora a Foligno, sempre in provincia di Perugia, che sorge lungo le rive del fiume Topino e che offre un prezioso centro storico, da visitare interamente a piedi in una giornata, pregno di vicoli che regalano scorsi assolutamente particolari e piazze impreziosite da importante e affascinanti monumenti.

C’è poi Spello, suggestivo borgo umbro pieno di case colorate di rosa. Ma non è di certo tutto, perché il centro si presenta pieno di vicoli acciottolati, chiese affrescate e monumenti che ancora oggi raccontano la sua lunga storia: romana, longobarda, di papi e signori.

Infine Assisi, la “patria” di San Francesco e Santa Chiara, che oggi è una sorta di vero e proprio simbolo di messaggio di pace che si può avvertire ovunque passeggiando lentamente tra le sue belle vie. Un reale e spirituale gioiello che, durante questo autunno, sarà possibile raggiungere a bordo di un comodo treno.

Non resta che riservare il proprio interessante viaggio a bordo dell’Espresso Assisi.

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Castello di Acquafredda, in Sardegna, un luogo pieno di misteriose leggende

Sulla cima di un colle di origine vulcanica, nel cuore della suggestiva valle del Cixerri, si erge maestoso il Castello di Acquafredda, un luogo intriso di mistero e leggenda. Situato nella parte sud-occidentale della Sardegna, a soli quattro chilometri da Siliqua, l’affascinante maniero domina dall’alto il territorio e dona una vista panoramica che abbraccia il verde della valle fino a Cagliari, e si estende dalla Marmilla all’Iglesiente.

In particolare, all’alba e al tramonto, le ombre del castello si allungano sulla vallata, creando un’atmosfera magica e quasi surreale, sospesa nel tempo. Conosciamolo meglio.

La storia del Castello di Acquafredda

Importante testimonianza di struttura fortificata medievale, il castello, secondo la tradizione, fu edificato dalla potente famiglia dei Donoratico della Gherardesca quando acquisirono il controllo del sud-ovest della Sardegna. Il leggendario conte Ugolino dei Donoratico, signore del Cagliaritano e reso immortale da Dante nel XXXIII canto dell’Inferno, ne divenne proprietario nel 1257. Tuttavia, le origini del castello risalgono a un’epoca precedente, poiché è già menzionato in una bolla papale del 1215.

Dopo la tragica morte di Ugolino nel 1288 (imprigionato a Pisa nella torre dei Gualandi), il castello passò sotto il dominio di Pisa, per poi cadere nelle mani degli Aragonesi nel 1324. Nei secoli successivi, cambiò proprietario più volte, passando da un feudatario all’altro, fino a quando nel 1785 venne riscattato da Vittorio Amedeo III di Savoia.

In visita al maniero: cosa vedere e cosa fare

Il Castello di Acquafredda svetta fiero tra la macchia mediterranea, perfettamente integrato nel paesaggio collinare, e si articola su tre livelli che seguono l’andamento del pendio: l’ingresso avviene a quota 150 metri, varcando una porta che un tempo era protetta da tre torri, collegate da una cinta muraria. Di queste, è sopravvissuta ai secoli la torre centrale e, grazie a un recente restauro, oggi si mostra in tutta la sua imponenza.

All’interno di questa prima linea difensiva spiccava il borgo medievale, dove si disponevano alloggi, magazzini, stalle, cisterne e mulini, essenziali per la vita quotidiana degli abitanti. Salendo a quota 200 metri, si incontra la poderosa torre cisterna, un altro elemento fondamentale per la sopravvivenza del castello, che permetteva di conservare un’ingente scorta d’acqua. Il nome Acquafredda, infatti, deriva proprio da una sorgente che sgorga dalle rocce del colle.

Nella parte più alta, a 250 metri, ecco le massicce mura del mastio, dimora del castellano, un tempo accessibile solo tramite un ponte levatoio, che comprendeva un sotterraneo con cisterna, ancora oggi ben conservata, due piani e una terrazza ornata da merli guelfi. L’accesso al mastio conduceva a uno spiazzo centrale, attorno al quale erano disposti gli ambienti. Al secondo piano, la torre di guardia rimane intatta, testimone silenziosa di secoli di storia. Secondo la leggenda, proprio qui potrebbe essere stato rinchiuso Vanni Gubetta, complice dell’arcivescovo Ruggeri nel tradimento del conte Ugolino, entrambi condannati all’Inferno da Dante nella sua Commedia.

Dopo la visita al castello, potrete rilassarvi ai piedi del colle in un fresco bosco di eucalipti e pini, dove è presente un’area picnic attrezzata. Immersi nella natura, passeggerete lungo sentieri che offrono panorami indimenticabili e occasioni per il bird watching.
Non a caso, il Domo andesitico di Acquafredda (Monumento Naturale) è una meta di straordinario interesse storico, naturalistico, paesaggistico, geologico e floro-faunistico dove è possibile avvistare rari rapaci come il gheppio, la poiana e il falco grillaio, che qui nidificano e sorvolano la fortezza, rendendo l’esperienza ancora più suggestiva.

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I 400 anni di New York con tantissime novità

Nel 2024, New York festeggia il suo 400° anniversario, un traguardo straordinario che celebra una metropoli vibrante e dinamica che, con una vitalità inarrestabile, continua a pulsare di energia.

Da modesta colonia olandese a una delle capitali mondiali di cultura, innovazione e creatività, New York è stata testimone di una trasformazione continua. Quattrocento anni di storia hanno visto la nascita di un crocevia di culture e idee, un simbolo di progresso e speranza. Quest’anno, la città non soltanto riflette sul suo passato ricco e variegato, ma guarda anche al futuro con nuove attrazioni che ne impreziosiscono il già affascinante panorama.

Dai musei iconici ai moderni centri culturali, passando per i quartieri in continua evoluzione, la Grande Mela invita tutti a scoprire le sue radici storiche e ad abbracciarne le innovazioni.

Le nuove attrazioni nel cielo della Grande Mela

Quando si pensa alla Grande Mela, è inevitabile immaginare il suo iconico skyline, con i grattacieli imponenti che portano a sollevare lo sguardo verso il cielo.

Negli ultimi anni, la City ha arricchito l’offerta di attrazioni panoramiche con due nuove meraviglie. L’Empire State Building, recentemente rinnovato, ora si affianca a due nuove esperienze mozzafiato: Summit One Vanderbilt e The Edge.

Summit One Vanderbilt è un parco giochi immersivo a oltre 400 metri di altezza. Si tratta di uno spazio ultra-instagrammabile che include stanze con palloncini colorati, pavimenti trasparenti e pareti di specchi, oltre a sky box che offrono l’illusione della levitazione e terrazze sospese con una vista a 360 gradi che toglie il fiato.

The Edge rappresenta l’osservatorio all’aperto più alto dell’emisfero occidentale. In soli 52 secondi, l’ascensore porta i visitatori al 100° piano del 30 Hudson Yards, dove un panorama spettacolare si estende dal fiume Hudson fino alle coste del New Jersey. La terrazza sporgente, del tutto trasparente, offre la sensazione di fluttuare tra i grattacieli di New York.

Inoltre, il Top of the Rock ha di recente introdotto “The Beam Rockefeller Center”, un’attrazione ispirata alla celebre foto storica degli operai seduti su una trave d’acciaio sospesa nel vuoto. I visitatori possono sedersi su una putrella di ferro al 69° piano e fare un giro panoramico di 180 gradi, per ricreare la famosa immagine con la sicurezza di restare saldi sulla terrazza del Top of the Rock.

La storia è protagonista a Washington Heights

Il quartiere di Washington Heights, in passato considerato un’area a rischio, si sta ormai facendo notare come punto di interesse grazie alla sua ricca storia e alla diversità culturale. Qui spicca la Morris Jumel Mansion, la più antica residenza di Manhattan, costruita nel 1765. Durante l’inverno del 1776-1777, fu utilizzata come quartier generale da George Washington. La casa ha ospitato anche figure storiche come il generale Henry Knox e, successivamente, Eliza Jumel, una pioniera dell’imprenditoria femminile americana.

Oggi, la forte presenza della comunità latina, in gran parte proveniente dalla Repubblica Dominicana, ha arricchito l’identità culturale del quartiere. Con l’associazione “Mad Tour”, si ha l’occasione di esplorare i vivaci negozietti locali, assaporare “bolas” di yucca fritta e bevande tropicali, visitare supermercati e trascorrere del tempo in un parco con vista sul Washington Bridge.

Inoltre, nel cuore di Fort Tryon Park, nella parte nord di Manhattan, si cela un tesoro medievale che spesso sfugge ai turisti frettolosi: The Met Cloisters, succursale del Metropolitan Museum of Art, inaugurato nel 1938.

The Met Cloisters è un museo unico nel suo genere, dedicato all’arte e alla cultura medievale europea: composto da cinque chiostri, ricostruiti e trasportati dall’Europa, ospita una vasta collezione di oltre 5.000 opere. Tra le esposizioni vi sono sculture, arazzi, manoscritti e oggetti decorativi che propongono uno sguardo affascinante sulla vita e l’arte del Medioevo.

Ogni chiostro è circondato da giardini che riproducono le piante e le erbe utilizzate in quell’epoca, per un ambiente sereno e contemplativo.

Riqualificazione urbana sempre più green

Cambiare pelle per una metropoli come New York significa anche abbandonare l’immagine di cemento e acciaio che l’ha caratterizzata per decenni. Questo rinnovamento è ben rappresentato dalla trasformazione di Hudson Yards, l’ultimo quartiere di moda a Midtown, sorto sui resti di un vecchio scalo ferroviario abbandonato. Oggi, Hudson Yards è un vivace esempio di modernità, con grattacieli all’avanguardia, ristoranti gourmet e attrazioni uniche come il Vessel, incredibile struttura architettonica composta da 154 scale interconnesse, che ricorda le opere di Escher e dona una vista indimenticabile sulla città.

Non lontano da Hudson Yards, la High Line continua a stupire con l’unione di natura e architettura. Il parco sopraelevato, ricavato da una vecchia ferrovia, è un vero e proprio giardino urbano, arricchito da installazioni artistiche, sculture di artisti locali e aree relax. Passeggiando lungo i sentieri, si possono scoprire opere d’arte temporanee e permanenti, mentre le panchine in legno invitano a fermarsi e godere della vista sull’Hudson River e su Manhattan. Durante l’estate, la High Line ospita eventi culturali, concerti e proiezioni di film all’aperto.

Alla fine della High Line, nel Meatpacking District, ecco poi il Museo Whitney, uno dei principali istituti culturali di New York dedicato all’arte statunitense del XX e XXI secolo. Progettata dall’architetto Renzo Piano, la struttura ospita una vasta collezione di oltre 25.000 opere di artisti come Edward Hopper, Georgia O’Keeffe e Jeff Koons. La terrazza del museo regala una veduta incantevole sul parco galleggiante di Little Island, ed è il luogo ideale per sorseggiare un drink e godere dello skyline.

Alla scoperta di Brooklyn e Coney Island

Per comprendere appieno la vivacità e la ricchezza culturale di New York City, è fondamentale varcare i confini di Manhattan. Attraversando il ponte di Brooklyn, si viene accolti da un’atmosfera suggestiva, caratterizzata da tranquille stradine, case di mattoni rossi, e una scena artistica vibrante. In Brooklyn, il quartiere di Little Caribbean si distingue per la sua vivace comunità caraibica, la più grande all’estero. Qui, l’associazione I’m Carabbeing organizza tour gastronomici a Flatbush, per scoprire prelibatezze locali come il jerk chicken e il rum cake, che raccontano storie di tradizione e cultura dei Caraibi.

Sempre a Brooklyn, non può mancare una sosta presso la storica Allan’s Bakery, nota per i suoi dolci all’uvetta e cocco, e il Labay Market, gestito da “Big Mac”, rinomato per la freschissima frutta tropicale e l’acqua di cocco. Il negozio di dischi di Roger, che da 40 anni produce artisti di musica africana, è un altro angolo imperdibile. Non lontano, il Brooklyn Museum offre una collezione variegata che spazia dall’arte africana a quella contemporanea.

Proseguendo verso sud, si arriva a Coney Island, il famoso lungomare che incarna il fascino nostalgico di New York. Le giostre storiche, come il Cyclone e il Wonder Wheel, evocano il passato degli anni Cinquanta, mentre il profumo dei popcorn e il suono delle onde creano un’atmosfera magica. Qui è nato l’hot dog, con il celebre Nathan’s Hot Dogs, un must per ogni visitatore e un simbolo culinario a livello internazionale.

E anche nel cuore di una metropoli è possibile godersi il relax con una sessione di yoga a Central Park, organizzata da Fit Tours NYC. Immersi nel verde del parco, lontani dal trambusto cittadino, si ritrova benessere e tranquillità. Con lo sfondo dei grattacieli dell’Upper East Side, il romantico Bow Bridge, e l’area dedicata a John Lennon, il parco offre un’esperienza davvero rigenerante.

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Come arrivare all’aeroporto di Barcellona El Prat

Andare a Barcellona è sempre una buona idea: le temperature, piacevoli tutto l’anno, insieme al suo ricco panorama artistico, alla vivacità della sua vita notturna e all’atmosfera generale, la rendono una meta molto amata in tutte le stagioni. In più, è perfettamente organizzata nei trasporti pubblici, un aspetto che permette a chi la visita di scoprirla facilmente e senza preoccupazioni. Questo riguarda anche l’aeroporto Barcellona El Prat, il secondo più grande della Spagna dopo quello di Madrid e distante soli 12 chilometri dal centro.

L’aeroporto di Barcellona El Prat è composto da 2 terminal, chiamati Terminal 1 e Terminal 2. Quest’ultimo è suddiviso ulteriormente in tre sotto-edifici chiamati T2-A, T2-B e T2-C. Per spostarsi da un terminal all’altro, considerata la distanza, non è possibile camminare, ma dovrete utilizzare la navetta gratuita che transita ogni 15 minuti. Raggiungerlo dal centro è molto facile perché esistono opzioni adatte a ogni esigenza, da chi va di fretta a chi preferisce risparmiare. Vediamole insieme nel dettaglio.

Come raggiungere l’aeroporto El Prat da Barcellona centro

Potete arrivare all’aeroporto El Prat di Barcellona in diversi modi: con la metro, l’autobus, il treno o con il taxi.

Con la metro

Se desiderate raggiungere l’aeroporto sfruttando l’economicità e la comodità della metro, potete usufruire della linea Airport Metro, chiamata L9 Sud. Questa arriva fino all’aeroporto di Barcellona e ferma sia al terminal T1 che al T2 (dovete fare riferimento alle fermate Aeroport T2 e Aeroport T1). Potete prendere la metro da qualsiasi punto del centro per raggiungere una delle stazioni di L9 Sud.

Per viaggiare su questa linea non potete utilizzare il biglietto della metro standard, ma dovrete acquistare quello specifico chiamato Billete Aeropuerto al costo di 5.50 euro. Seppur si tratti di una soluzione economica, non è necessariamente quella più comoda perché le stazioni L9 Sud non si trovano nei luoghi principali della città come Plaça de Catalunya: in questo caso dovete raggiungere le stazioni specifiche partendo dal centro. In alternativa, se volete arrivare all’aeroporto dal cuore della città, consigliamo di utilizzare l’Aerobus.

Con l’Aerobus e i bus pubblici (diurni e notturni)

L’Aerobus è il bus navetta espresso dell’aeroporto di Barcellona, il quale ferma sia al Terminal 1 che al Terminal 2. Per riconoscerlo vi basterà cercare un bus di colore blu chiaro e scuro con la scritta “Aerobus” sulla fiancata. Le fermate si trovano nelle zone principali del centro come Plaça de Catalunya, Plaça España e Plaça Universitat, mentre la frequenza è ogni 5-10 minuti. Un biglietto singolo, acquistabile online o alle macchinette presenti alle fermate, costa 7,25 euro, mentre i bambini sotto i 4 anni viaggiano gratis. Il vantaggio dell’Aerobus è che, oltre a garantire una maggiore frequenza delle corse, offre più spazio per i bagagli e fa meno fermate, riducendo il tempo di trasferimento.

Meno frequenti, ma più economici, sono i bus pubblici offerti dal trasporto metropolitano di Barcellona (TMB). Una corsa singola sul bus numero 46, infatti, costa solo 2,55 euro. Questa linea parte da Plaça España e impiega circa 40 minuti per il T2 e 55 per il T1 in base al traffico. Se invece il vostro aereo parte la notte, potete salire sui bus N17 (per il Terminal 1) e N18 (per il terminal 1 e 2A, 2B e 2C) da Plaça de Catalunya al costo di 2,55 euro.

Plaça de Catalunya

Fonte: iStock

Plaça de Catalunya a Barcellona

Con il treno

Se non volete avere preoccupazioni legate al traffico, potete raggiungere l’aeroporto Barcellona El Prat con il treno. Il servizio ferroviario RENFE R2 Nord parte da Passeig de Gràcia (una stazione molto grande, quindi consigliamo di recarvi in anticipo per trovare il giusto binario) o da Estació Sants, situata all’inizio di Avenida Roma. La linea è attiva dalle 5 del mattino alle 23, ma consigliamo di visionare gli orari nel sito ufficiale perché soggetti a cambiamenti durante l’anno. Il prezzo del biglietto singolo è di 4,90 euro e può essere acquistato ai distributori automatici presenti nelle stazioni. Il percorso dura 19 minuti da Estació Sants e 25 minuti da Passeig de Gràcia.

Con il taxi

L’aeroporto di Barcellona, essendo abbastanza vicino al centro, può essere raggiunto anche con un taxi. I tempi di percorrenza sono di circa 20-25 minuti in base al terminal: il Terminal 1 infatti è leggermente più distante (circa quattro chilometri) rispetto al Terminal 2. Se viaggiate in famiglia e con bagagli pesanti è senza dubbio il miglior mezzo di trasporto a vostra disposizione. In linea generale, la tariffa per il T1 è di 40 euro, mentre per il T2 è di 30 euro: questa può variare in base all’orario o alla presenza di festività, quindi consigliamo di chiedere al tassista prima di salire sul mezzo.

Barcelona Card

Se durante il vostro soggiorno pensate di utilizzare i mezzi pubblici per spostarvi da una parte all’altra della città, consigliamo di acquistare la Hola Barcelona Travel Card. Si tratta di un pass di viaggio che vi permette di viaggiare illimitatamente usufruendo del sistema di trasporto pubblico di Barcellona. Potete acquistare la card per 48, 72, 96 o 120 ore consecutive. Il trasporto pubblico di Barcellona comprende: la metropolitana, l’autobus (autobus TMB), la funicolare di Montjuic, il tram (TRAM), la ferrovia urbana (treni FGC, nella zona 1) e la ferrovia regionale (treni Rodalies de Catalunya, nella zona 1).

La Hola Barcelona Travel Card include anche la metropolitana da e per il T1 e T2 dell’aeroporto di Barcellona al centro della città.

Park Güell Barcellona

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Il famoso Park Güell a Barcellona
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Dove andare al mare in autunno per prolungare l’estate

Mentre le spiagge si svuotano e le località costiere ritrovano il loro ritmo consueto, la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno regalano un “periodo magico” per godersi il mare. Questo, infatti, è il momento in cui il sole, ancora caldo ma più dolce, accarezza le onde con una luce dorata, e i litorali, liberi dalla tipica folla estiva, donano spazi di pace e silenzio che sembrano riservati proprio a chi ha saputo attendere.

Andiamo, allora, alla scoperta di alcune delle mete più suggestive per godersi il mare in autunno, sia in Italia che all’estero.

Prolungare l’estate in Italia: dove andare

Per apprezzare appieno il mare in autunno in Italia, non si può ad esempio tralasciare una meta come Marina di Alberese, parte del Parco della Maremma, plasmata da spiagge incontaminate, ampie dune che sfiorano le onde, sabbia finissima, natura selvaggia e fitta macchia mediterranea. Qui è dove la natura regna sovrana, l’acqua è cristallina e il litorale, che si estende per svariati chilometri, è costellato da tronchi e rami sbiancati dal mare e dal sole, con cui i visitatori creano suggestive “capannette” per ripararsi dal caldo.
La spiaggia, completamente libera e non attrezzata, invita a vivere una giornata all’insegna della semplicità e della libertà, portando con sé tutto il necessario.

Non da meno è la Riserva Naturale di Punta Aderci, istituita nel 1998, gioiello naturalistico abruzzese che abbraccia un tratto di costa favoloso, dalla Spiaggia di Punta Penna fino alla foce del fiume Sinello, e confina con la suggestiva Costa dei Trabocchi e con la pittoresca cittadina adriatica di Vasto.
Fiore all’occhiello di Punta Aderci è l’incantevole spiaggia, scrigno di biodiversità, il cui ambiente dunale è ricco di flora e fauna, tra cui specie protette come il Fratino, un piccolo uccello simbolo della riserva.
Inoltre, il limpido mare ospita spesso delfini del genere Stenella e tursiopi e cela meraviglie quali la Halymenia floresia, un’alga rossa considerata tra le più belle del Mediterraneo, che si trova nelle cavità marine.

E che dire, poi, di Rodi Garganico, in provincia di Foggia, incastonata tra il Mar Adriatico e il Parco Nazionale del Gargano, una meta ambita per le spiagge eccezionali e l’opportunità di esplorare la natura incontaminata del Gargano?
Il litorale è suddivido tra due spiagge principali: la spiaggia di Levante e quella di Ponente.
La spiaggia di Ponente, a ovest della città, è particolarmente apprezzata dalle famiglie per la sabbia dorata e soffice e per il mare trasparente. Tra gli arenili più consigliati troviamo la Spiaggia della Baia Santa Barbara e la Spiaggia del Lido del Sole, entrambe dotate di lidi attrezzati con tutti i servizi per una giornata di relax al mare.
La spiaggia di Levante, invece, si estende per circa 4 chilometri a est di Rodi, fino quasi a raggiungere la spiaggia di San Menaio, nel comune di Vico del Gargano. Anche qui, la sabbia è fine e dorata, mentre il mare, con i fondali che degradano con dolcezza, crea un ambiente sicuro e tranquillo, perfetto per i bambini e per chi desidera lunghe passeggiate sulla riva.

Rodi Garganico, Puglia

Fonte: iStock

Vista panoramica di Rodi Garganico

Arriviamo poi a Maratea, la Perla del Tirreno, che offre bellissime spiagge in grado di soddisfare ogni esigenza. La Spiaggia di Fiumicello, che si estende dalla punta Ogliastro alla punta Santavenere, è un vero paradiso per chi cerca un mare cristallino da esplorare con escursioni in kayak tra piccole grotte.
Non lontano, la Spiaggia della Secca è uno degli angoli più suggestivi della costa con gli scogli maestosi e, nei dintorni, il Palazzo Baronale con la cappella sconsacrata, perfetto per una pausa culturale tra un tuffo e l’altro.
Altri tesori del territorio sono la Spiaggia nera di San Giuseppe, a pochi passi dalla frazione Marina di Maratea, dalla sabbia scura e dalla suggestiva Grotta della Sciabella, e la Grotta delle Meraviglie, scoperta nel 1929, con una grande sala che misura 70 metri di lunghezza e 20 metri di larghezza.

Infine, in Sardegna, perché non prolungare l’estate a Cala Domestica, lungo la costa sud-ovest della Sardegna, ai confini del Sulcis? A sud di Buggerru, a soli due chilometri dal centro abitato, racconta una storia di estrazione mineraria con le rovine di magazzini, depositi e gallerie scavate dai minatori. Una delle gallerie, sulla destra, conduce a una caletta più appartata e intima, conosciuta come La Caletta.
La cala principale è una profonda insenatura, quasi un fiordo, che accoglie una spiaggia ampia e riparata. La sabbia, che sfuma tra il bianco, l’ambrato e il dorato, è soffice e compatta, e piccoli arbusti di macchia mediterranea si ergono sulle dune alle sue spalle. Di fronte a cotanto angolo di paradiso, il mare presenta sfumature di turchese e azzurro che si intrecciano in un mosaico di colori mozzafiato.

Al mare in autunno all’estero

Dando, invece, uno sguardo alle mete da considerare per un break balneare all’estero, ecco Tavira, una delle gemme dell’Algarve, incantevole villaggio di pescatori che conserva il fascino tradizionale e si distingue per i vicoli stretti che collegano il porto al centro storico e creano un’atmosfera autentica.
Nell’abbraccio di un paesaggio mozzafiato, fa parte dell’area protetta del Parco Naturale di Ria Formosa e vanta sette chilometri di spiaggia sulla Ilha de Tavira, un’isola raggiungibile con una breve traversata in barca.
La spiaggia principale è Praia de Tavira, a ovest dell’isola, con sabbia dorata e acque cristalline, mentre degna di nota è altresì Praia do Barril, conosciuta per la sua storia come ex tonnara e oggi trasformata in una zona vivace con caffè e ristoranti nonché reti ornamentali, reminiscenze dell’antica attività di pesca. Infine, Praia de Terra Estreita è un’altra perla dell’isola, perfetta per chi anela a un angolo di pace e bellezza.

Karpathos, isola greca del Dodecaneso tra Rodi e Creta, è una scelta ideale per il relax, il sole e il mare. Caratterizzata da una bellezza naturale straordinaria e da un’atmosfera tranquilla, è il paradiso dei surfisti grazie al meltemi, un vento costante da nord che rende molte delle sue spiagge ottime per questo sport.
Tra le spiagge imperdibili spiccano Poliou PatamiDamatria e Apella, rinomate per le acque turchesi e la sabbia dorata.
Per un’esperienza più esclusiva e intima, la spiaggia di Kato Lakos è accessibile solo via mare.

Karpathos, Grecia

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Veduta dell’isola di Karpathos

Ancora, l’isola di Korčula (nota anche come Curzola) è un’incantevole meta croata che offre una combinazione unica di natura, cultura e tradizioni e che, con i suoi 47 chilometri di lunghezza e solo 5 di larghezza, garantisce di non trovarsi mai lontani dal mare.
La costa è punteggiata da numerose spiagge, baie e calette, ognuna con il suo fascino inconfondibile. Le acque cristalline e le spiagge di sabbia e ciottoli rappresentano un’ottima opportunità per nuotare e rilassarsi. Qualche esempio? Le spiagge di Vaja e Pržina.

Punta di diamante della riviera albanese è poi Ksamil, un magnifico borgo a soli 17 chilometri a sud di Saranda, celebre per le rare e splendide spiagge di sabbia chiara e finissima, uniche nella regione, e per il panorama che lo disegna. I turisti possono scoprire una serie di piccole isole, così vicine alla riva da essere raggiungibili a nuoto o con una breve traversata in barca.
Il mare è turchese e poco profondo e il lido, attrezzato con bar e ristoranti, è il top per godere di una deliziosa cucina locale e di pesce freschissimo a prezzi molto competitivi.

Concludiamo il viaggio con Minorca, eden per chi è alla ricerca di spiagge incontaminate, baciate dal sole e immerse nella natura. Con oltre 200 chilometri di costa, l’isola offre una varietà di insenature che spaziano da quelle strette e profonde a quelle ampie e semicircolari. Le spiagge di morbida sabbia, vegliate da imponenti pareti rocciose e rigogliose pinete, compongono uno scenario impagabile e le acque pulite sono ideali per lo snorkeling, ricche di pesci colorati e vita marina, mentre i fondali conquistano tra spettacolari formazioni rocciose e angoli nascosti.

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Volare e trasportare animali: regole e costi Iberia

Iberia, la compagnia di bandiera spagnola e l’aerolinea leader per voli tra l’Europa e l’America Latina, permette ai suoi clienti di volare e trasportare i propri animali domestici così da poter trascorrere una vacanza insieme senza preoccuparvi di dover trovare qualcuno che se ne prenda cura a casa. Per poter usufruire di questo servizio, però, ci sono delle regole da seguire che abbiamo racchiuso all’interno di questo articolo: in questo modo avete tutte le informazioni di cui necessitate per organizzare il vostro prossimo viaggio evitando brutte sorprese.

Volare con animali domestici: le regole da rispettare

La compagna spagnola permette di volare e trasportare animali domestici in stiva, in cabina o come merce solo ed esclusivamente se vengono rispettate le regole che elenchiamo di seguito. Ricordiamo che il trasporto è subordinato a disponibilità, pertanto vi consigliamo di contattare gli uffici prenotazioni per assicurarvi di poter usufruire del servizio.

Trasporto animali in stiva

Se volate con Iberia potete trasportare i vostri cani e gatti in stiva con un peso massimo di 45 kg trasportino incluso, esclusi brachicefali (come per esempio il Carlino, il Bulldog Francese e il Boxer) e le razze considerate pericolose. La compagnia, inoltre, consente di trasportare nello stesso contenitore due animali adulti, abituati alla convivenza e di peso non superiore a 14 kg ciascuno, o un massimo di tre animali di età inferiore a 6 mesi appartenenti alla stessa cucciolata.

In questo caso vi servirà un trasportino con le seguenti caratteristiche:

  • realizzato in materiale resistente e sicuro;
  • comodo per le dimensioni dell’animale e che gli consenta di cambiare posizione facilmente;
  • dotato di ventilazione e provvisto di un fondo impermeabile con un materiale di imbottitura o uno strato isolante che impedisca il contatto diretto della sua base con il pavimento dell’aeromobile;
  • le misure massime ammesse sono di 83 x 65 x 56 cm.

Ricordatevi che potrete viaggiare previa autorizzazione: dovrete quindi informare il personale dell’aeroporto effettuando la richiesta di prenotazione con un anticipo minimo di 48 ore rispetto alla partenza del volo e indicando la razza del cane o gatto. Il trasporto in stiva degli animali da compagnia ha un costo: 100 euro per la Spagna, 145 euro per Canarie, Europa, Africa del Nord e Medio Oriente e 360 euro per America e Asia.

Cane aeroporto

Fonte: iStock

Cane in aeroporto

Volare con animali in cabina

Con Iberia è possibile portare cani o gatti in cabina solo se non superano gli 8 kg inclusi trasportino o borsa. Il trasportino, oltre a dover essere robusto, ventilato e con un fondo impermeabile e sicuro, deve rispettare le seguenti misure: 45 cm di lunghezza, 35 cm di larghezza e 25 cm di altezza per un totale di massimo 105 cm. Se trasportate volatili, questi dovranno essere riposti dentro gabbie resistenti, fornite di chiusura sicura e dalle quali non possa fuoriuscire né cibo né acqua. Inoltre, la gabbia dovrà essere tenuta sempre coperta per non disturbare gli altri passeggeri.

Le tariffe per trasportare gli animali in cabina sono di 40 euro per la Spagna, 60 euro per Canarie, Europa, Africa del Nord e Medio Oriente e 180 euro per America e Asia. Ricordiamo che il pagamento potrà essere effettuato esclusivamente in aeroporto.

Trasporto di animali come merce

Esistono diverse ragioni per cui un animale domestico non può viaggiare in stiva o in cabina, in questo caso verrà trasportato come merce con Woof Airlines. Questo avviene se l’animale supera i 45 kg compreso di trasportino, se la legislazione del paese di destinazione limita l’ammissione di animali o li accetta solo come merce, se la razza è soggetta a restrizioni o è diversa da quelle accettate dalla compagnia aerea o se l’animale necessita di viaggiare da solo.

I documenti da possedere

Potrete portare i vostri animali da compagnia solo se possedete tutta la documentazione richiesta da Iberia, diversa in base alla destinazione. Se viaggiate in Spagna, il passaporto veterinario non sarà necessario, mentre dovrete portare con voi il libretto sanitario ufficiale. I requisiti di vaccinazione in Spagna si limitano all’antirabbica, obbligatoria solo in alcune regioni.

Se invece viaggiate verso gli Stati Membri dell’Unione Europea sarà necessario possedere il passaporto veterinario nel quale figura che gli animali sono stati identificati mediante tatuaggio chiaramente leggibile o microchip e hanno ricevuto la vaccinazione o rivaccinazione antirabbica. Verso Finlandia e Malta, invece, oltre ai dati elencati in precedenza, dovrete dimostrare che è stato vaccinato contro la tenia nel periodo compreso tra le 120 ore (5 giorni) e le 24 ore immediatamente precedenti all’arrivo.

Infine, Iberia non accetta animali per viaggi verso il Regno Unito: in questo caso dovrete procedere con il trasporto dell’animale come merce.

Gatto trasportino viaggio

Fonte: iStock

Gatto dentro un trasportino per il viaggio

Animali non accettati e cani da assistenza

Iberia non consente di trasportare animali come furetti e martore, cioè appartenenti alla famiglia dei mustelidi. Anche in questo caso sarà necessario rivolgersi a Woof Airlines per il trasporto dell’animale come merce.

I cani da assistenza, invece, rispondono ad altre regole e sono considerati tali se addestrati individualmente in un centro autorizzato, in grado di svolgere compiti a supporto di una persona con disabilità o altra condizione medica assimilabile, che accompagna e a cui è permanentemente legato. Consigliamo di visionare il sito ufficiale della compagnia per trovare tutte le informazioni di cui avete bisogno.