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Tesori d’Egitto: il mercato Khan el-Khalili al Cairo

Chiudi gli occhi. Senti il profumo denso di spezie che avvolge l’aria che ti circonda, il brusio allegro e a tratti concitato delle voci di chi compra e di chi vende, il rumore tintinnante dell’argenteria che si tocca. Allunga una mano e lasciati solleticare i polpastrelli dalle trame ricche dei tessuti e dei tappeti che ti fanno da guida nel dedalo di vicoli e stradine di questo posto. Ora apri gli occhi: benvenuto a Khan el-Khalili, il suq più importante del Cairo dove le luci fioche delle lanterne, che si rincorrono una dietro l’altra sui gradini di piccole scale in pietra, illuminano questo luogo che sembra uscito direttamente dalle pagine di una fiaba d’Oriente. Un mercato dalla storia antica che devi assolutamente vedere se hai deciso di visitare l’affascinante capitale d’Egitto.

Khan el-Khalili in passato

Le origini di Khan el-Khalili risalgono al lontano 1382, su commissione dell’emiro Dyaharks El Khalili che volle costruire un grande caravanserraglio, una specie di locanda primitiva tipica delle zone orientali dove i mercanti potevano sostare, far riposare gli animali e depositare le merci. In questi luoghi di passaggio, accadeva spesso che i mercanti approfittassero per fare affari e commerciare tra di loro. Ed è proprio da questa abitudine che, attorno al caravanserraglio, si formò un piccolo bazar che, nel tempo, crebbe fino a diventare l’enorme suq che conosciamo oggi. Il successo di questo mercato è dovuto principalmente alla posizione strategica lungo le rotte commerciali tra Africa, Asia ed Europa, posizione che faceva gola ai mercanti provenienti da tutto il mondo.

Khan el-Khalili oggi

Dal 1382 il mondo è cambiato completamente, il consumismo ha portato alla nascita di nuove forme di scambi commerciali e l’avvento della rivoluzione digitale ha messo in ginocchio la compravendita tradizionale a favore del mercato online. Nonostante ciò, i mercati tradizionali come il Khan el-Khalili al Cairo non sono scomparsi, anzi. Forse è proprio il mondo moderno, con le sue frenesie e la sua costante standardizzazione, a spingere le persone a cercare qualcosa di unico, a visitare luoghi in cui il libro del tempo sembra essersi fermato su un capitolo di molti anni fa e a ricercare determinate atmosfere che, ormai, sono sempre più difficili da trovare. Khan el-Khalili è il luogo giusto dove poter trovare quelle atmosfere. Nonostante si sia allontanato parecchio dai tempi in cui mamelucchi, ottomani e mercanti da ogni dove attraversavano i suoi archi decorati, e nonostante i vari progetti di modernizzazione ed ampliamento, oggi Khan el-Khalili conserva ancora il suo spirito originario: un groviglio di culture e tradizioni che si incrociano per un breve istante di vita sulle sue stradine lastricate, soffermandosi sotto le tende delle vecchie botteghe e cercando piccoli tesori nascosti.

Khan el-Khalili: poesia architettonica

Costruito nel cuore della Città Vecchia del Cairo, Khan el-Khalili è un grande labirinto di vicoli stretti, stradine e piccoli saliscendi. La sua architettura rappresenta una testimonianza tangibile dei fasti della dinastia mamelucca, con edifici in pietra scolpita impreziositi da archi decorati finemente o facciate decorate con motivi e calligrafie arabesche. A rendere ancora più maestosa l’architettura di Khan el-Khalili è la presenza di moschee e minareti che si ergono nei pressi del suq, come le Moschea di Al-Hussein e di Al-Azhar. In alcune parti del mercato sono ancora presenti i famosi caravanserragli: con i grandi cortili e le tracce di vecchie stalle e magazzini. Ad aggiungere un ulteriore tocco di fascino antico che fa risuonare subito nella nostra testa la celebre canzone “Notti d’Oriente” sono gli splendidi archi e le cupole in pietra che proteggono mercanti e visitatori dal sole e dal vento del deserto, conferendo una sensazione di intimità e accoglienza.

Cosa fare e cosa vedere a Khan el-Khalili

Per godere appieno delle meraviglie di questo luogo dal fascino antico, il consiglio è quello di vagare per le sue strade, facendosi trasportare dai suoni e dai profumi. Sono tante le cose che puoi fare a Khan el-Khalili, qui abbiamo raccolto qualche consiglio.

Cercare piccoli tesori

Se stai cercando qualcosa da portare a casa in ricordo del tuo viaggio in Egitto non c’è posto migliore di Khan el-Khalili per trovarlo. Questo mercato è celebre per le sue piccole botteghe dove è possibile trovare pezzi artigianali egiziani. Tra le merci più desiderate e acquistate ci sono i gioielli in argento, frutto della maestria degli artigiani locali che danno vita a pezzi di una bellezza incredibile, le lanterne in ottone e rame lavorate a mano con motivi geometrici e trame antiche e, infine, le spezie e i profumi.

Sorseggiare il tè alla menta al Caffè El Fishawy

Tè alla menta nel mercato di Khan el-Khalili

Fonte: iStock

Il delizioso tè alla menta nel mercato di Khan el-Khalili al Cairo

Molto più di un semplice caffè, questo luogo è una vera e propria istituzione, simbolo di cultura e vita sociale del Cairo. Fondato oltre 200 anni fa, sui suoi tavolini si sono seduti importanti scrittori, poeti e artisti diventando un punto di ritrovo per gli intellettuali del luogo. Proprio qui si sedeva il premio Nobel per la letteratura Naguib Mahfouz il quale, osservando la vita del bazar, ha dato vita ad alcuni romanzi ambientati proprio a Khan el-Khalili, omaggiando l’anima vivace di questo mercato. Siediti a uno dei suoi tavolini e osserva la vita che si muove intorno a te mentre assaggi del tè alla menta o del caffè arabo tradizionale, due bevande tipiche della cultura culinaria egiziana che, in questo bar, godono di un’ottima reputazione. Consigliamo soprattutto il tè alla menta, servito bollente in piccoli bicchieri; è una toccasana rigenerante, perfetto dopo aver esplorato le meraviglie di Khan el-Khalili.

Visitare le moschee

Come vi raccontavamo prima, Khan el-Khalili è circondato da due delle moschee più celebri e maestose della città e una visita è d’obbligo. Inizia dalla Moschea di Al-Hussein, collocata proprio vicino al bazar, per godere delle bellezze di uno dei luoghi più gettonati del Cairo. Al suo interno potrai vedere una reliquia che si pensa essere la testa di Al-Hussein, nipote del Profeta Maometto. Prosegui poi per la Moschea di Al-Azhar, splendido luogo di culto nonché una delle università più antiche del mondo.

Perdersi e lasciarsi condurre dai tuoi sensi

Luoghi come i grandi mercati sono fatti per essere scoperti. Lasciati condurre dai profumi e dai suoni, non seguire un itinerario preciso ma perditi. Non c’è nulla di più bello di vagare senza meta e scoprire cosa si nasconde dietro ogni angolo. Se sei fortunato, potresti incontrare quel piccolo tesoro che stavi proprio cercando.

Come raggiungere Khan el-Khalili

Come dicevamo, il mercato di Khan el-Khalili si trova nel del Cairo Islamico e, più precisamente, nella sua Città Vecchia. Questa posizione lo rende di facile accesso, anche attraverso i mezzi pubblici. Puoi optare per tre diverse opzioni:

  • Metropolitana: scendi alla stazione Attaba, a circa 10 minuti a piedi dall’ingresso del mercato.
  • Taxi/Uber: il conducente ti porterà o a Khan el-Khalili o alla Moschea di Al-Hussein se prima vuoi fare un passaggio in questa splendida Moschea.
  • Autobus: ci sono varie linee che passano vicino al mercato ma le fermate sono leggermente più lontane rispetto a quella della metro, dunque preparati a fare una breve passeggiata.

Visitare Khan el-Khalili: informazioni utili

Prima di visitare il mercato è bene tenere a mente alcune importanti informazioni che ti riportiamo qui di seguito:

  • Orari: aperto tutti i giorni, consigliamo di visitarlo nel tardo pomeriggio o alla sera, quando l’atmosfera diventa ancora più suggestiva grazie alle luci delle lanterne che illuminano il mercato
  • Affollamento: soprattutto nei fine settimana, il mercato è molto affollato e chiassoso ma, allo stesso tempo, è ciò che lo rende così affascinante.
  • Sicurezza: Il suq è generalmente sicuro, ma bisogna fare attenzione ai borseggiatori, regola fissa di tutti i luoghi affollati.
  • Carta o contanti: porta con te dei contanti, poiché molti negozi non accettano il pagamento tramite POS.
  • Contrattazione: la contrattazione è insita nella cultura commerciale in Egitto, soprattutto nei grandi mercati, dunque preparati a contrattare con abili mercanti. Attenzione che la maggior parte delle volte i commercianti hanno prezzi diversi per i locali e per i turisti.

Se hai in programma un viaggio al Cairo, non puoi saltare questa tappa. Entrare nel mercato di Khan el-Khalili significa entrare nell’anima dell’Egitto e della sua capitale. Significa scoprire un luogo dove passato e presente s’incontrano e si abbracciano in un vortice di profumi, suoni, colori e sapori. Vivi l’esperienza di perderti nei suoi vicoli, di contrattare con i commercianti e prenditi qualche istante per osservare come si muovono le persone in questo microcosmo dalla bellezza unica. Fermati al Caffè El Fishawy e prova il suo tè alla menta e le sue pietanze tradizionali e, infine, goditi ogni istante in questo luogo unico al mondo. Siamo sicuri che da Khan el-Khalili porterai via qualcosa, anche solo un piccolo oggetto, ma stai attento perché siamo anche certi che lascerai lì un pezzo del tuo cuore.

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I piatti tipici di Boa Vista: cosa mangiare in vacanza a Capo Verde

Se ami le vacanze enogastronomiche devi sapere che la cucina tradizionale di Capo Verde ti farà esclamare “wow”: un mix equilibrato di sapori e influenze cosmopolite che uniscono elementi portoghesi, brasiliani e tocchi africani. A favorire questo equilibrio ci pensa la posizione: l’arcipelago si trova nell’Oceano Atlantico ed è conosciuto per i tantissimi piatti ma ricchi di gusto che raccontano al 100% quella che è l’anima del popolo. Il pesce fresco, i frutti di mare, il mais e i legumi sono gli ingredienti protagonisti di molte ricette, che spesso variano da isola a isola, aggiungendo un tocco locale a ogni pietanza. Se visiti Capo Verde non puoi non esplorare i sapori local attraverso i piatti tipici di Boa Vista: ecco i migliori che non puoi farti sfuggire.

Cachupa

Se c’è un piatto che rappresenta l’anima di Boa Vista, quello è sicuramente la cachupa. Considerata il piatto nazionale, è un ricco stufato di mais, fagioli e carne o pesce, preparato attraverso una cottura lenta di alcune ore che dà modo ai sapori di amalgamarsi in un abbraccio perfetto. A Boa Vista, potrai assaggiarla in diverse varianti, a seconda degli ingredienti disponibili e della creatività del cuoco.

La cachupa rica è la versione più sostanziosa, a cui vengono aggiunte carne di maiale, salsiccia e in alcuni casi pesce, mentre la cachupa pobre è più semplice, composta principalmente da mais e fagioli. Ciò che rende la così speciale è la sua versatilità: c’è chi la mangia a colazione, pranzo o cena. Non è raro vedere local iniziare la giornata con una cachupa refogada, una versione ripassata in padella con uova fritte, un modo delizioso per sfruttare gli avanzi del giorno prima.

Lagosta suada

Ami i piatti di pesce? Non farti sfuggire l’occasione di assaggiare la lagosta suada. Si tratta di un’aragosta cucinata molto lentamente in un sugo ricco di verdure. Pomodoro, cipolle e un pizzico di vino bianco creano un sugo intenso e denso dovuto alla lunga cottura; una volta assaggiato ti renderai conto di non aver mai mangiato un’aragosta così tenera e allo stesso tempo gustosa. Succulenta e davvero godereccia, te la consiglio per una cena in riva al mare.

Pastéis de Milho

Non può mancare lo street food e ti suggerisco assolutamente di provare i pastéis de Milho: si tratta di una vera istituzione da queste parti e viene spesso utilizzato come snack spezza fame o spuntino. Si tratta di fagottini di farina di mais, fritti fino a diventare dorati e croccanti; al loro interno è custodita una gustosa farcitura che varia leggermente dal quartiere e dalla tradizione familiare. Molte volte è di tonno e verdure ma c’è chi lo prepara di carne di maiale in versione super spicy. Te li consiglio rigorosamente da passeggio mentre scopri le stradine più caratteristiche di Boa Vista alla ricerca degli scorci più autentici o prima di raggiungere la spiaggia.

Xerém

Un’altra leccornia da non perdere è un piatto che trova le sue radici nella vita contadina di Boa Vista a Capo Verde: si chiama xerém e da molti local è considerato un autentico comfort food. Un piatto ricco e davvero sostanzioso che sprigiona la tradizione del luogo. Potremmo paragonarla ad una polenta di farina di mais cotta molto lentamente con brodo e acqua. Ad arricchirne il gusto le tradizioni familiari che cambiano ma in linea di massima si trovano salsiccia, pancetta o pesce.

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Le crociere sui fiordi norvegesi cambieranno entro il 2032

Entro il 2032, la Norvegia applicherà sanzioni alle navi da crociera che non rispetteranno le severe normative sulle emissioni zero per proteggere i suoi famosi fiordi, dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Questo fa parte di una più ampia strategia ambientale del Paese per preservare l’ecosistema unico dei fiordi e ridurre l’impatto dell’inquinamento atmosferico e marino causato dall’intenso traffico navale turistico.

L’obiettivo è garantire che solo le navi a emissioni zero possano accedere alle aree più sensibili, come i fiordi di Geirangerfjord e Nærøyfjord. La Norvegia è pioniera nelle politiche di sostenibilità e sta investendo nella transizione verso tecnologie verdi, come l’elettrificazione delle navi e l’uso di energie rinnovabili, per proteggere i magnifici paesaggi naturali e il settore del turismo che da essi dipende.

Le normative a tutela dell’ecosistema

A partire dal 1° gennaio 2026, la Norvegia introdurrà normative specifiche sulle emissioni zero per le navi turistiche e i traghetti con una stazza lorda inferiore a 10.000 tonnellate. Tuttavia, le navi più grandi, comprese le navi da crociera, avranno tempo fino al 2032 per conformarsi alle nuove norme.

Il governo norvegese ha spiegato che questo differimento per le navi di maggiore stazza è dovuto alla mancanza di tecnologie adeguate per garantire un funzionamento a emissioni zero. L’obiettivo è proteggere i fiordi Patrimonio dell’Umanità, che includono il Naeroyfjord, l’Aurlandsfjorden, il Geirangerfjord, il Sunnylvsfjorden e il Tafjord, aree straordinarie riconosciute dall’UNESCO e soggette a tutela e sicurezza internazionale per preservarne la bellezza naturale e il valore ecologico.

Le parole del ministro per il Clima e l’Ambiente

A proposito delle nuove e stringenti regole, il ministro norvegese per il Clima e l’Ambiente Andreas Bjelland Eriksen ha dichiarato: “L’obiettivo è prendersi cura dei fiordi e creare un turismo sostenibile. Il requisito delle emissioni zero contribuirà allo sviluppo tecnologico, ridurrà le emissioni e garantirà ai fiordi Patrimonio dell’umanità di rimanere un’attrattiva destinazione turistica“.

La novità per il porto crocieristico di Flam

Ma le innovazioni a tutela dell’ambiente in Norvegia non finiscono qui.

Infatti, il governo ha confermato il finanziamento di impianti di alimentazione elettrica da terra nel porto crocieristico di Flam, uno dei principali scali per le navi da crociera nei fiordi. Si tratta di un sistema che permetterà alle navi di collegarsi alla rete elettrica locale, riducendo in modo significativo le emissioni durante l’attracco ed evitando così di mantenere i motori accesi.

L’iniziativa è parte degli sforzi messi in campo dal Paese per ridurre l’impatto ambientale del traffico crocieristico, che nel 2023 ha toccato un record con quasi 3.500 scali e un elevato numero di passeggeri (basti pensare che nel 2013 erano 2237). Le stime mostrano che le emissioni di CO2 delle navi da crociera nelle aree costiere e marine norvegesi sono aumentate drasticamente da 382.000 tonnellate di CO2 nel 2015 a 968.000 tonnellate l’anno scorso.

I nuovi impianti contribuiranno a rendere i fiordi Patrimonio UNESCO più sostenibili, mettendo al primo posto la tutela dell’ambiente mentre il turismo continua a crescere. Infatti, uno dei modi più gettonati di scoprire l’Atlantico e il Nord Europa è proprio quello di regalarsi una crociera da queste parti, al cospetto di montagne innevate, ghiacciai e con la possibilità di ammirare il fiabeschi fenomeni dell’aurora boreale o del sole di mezzanotte.

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A bordo del treno della vendemmia del Piemonte

Domenica 22 settembre torna sui binari della Ferrovia della Valsesia, una delle valli più verdi d’Italia, il treno storico da Novara a Sizzano, per dare il benvenuto alla vendemmia e a una giornata all’insegna di una tradizione centenaria e di sopraffine degustazioni.

Il treno, composto da locomotiva a vapore, carrozze “Corbellini” Anni 50 e bagagliaio, partirà dalla stazione di Novara alle ore 9.40 per giungere a Sizzano alle ore 10.29. Il ritorno è previsto alle ore 17.33 da Sizzano con arrivo a Novara alle 18.25.

L’evento è organizzato da Fondazione FS Italiane, in collaborazione con il Comune di Sizzano, la Pro Loco di Sizzano, il gruppo FAI Colline Novaresi, le associazioni locali di Sizzano e il Museo Ferroviario Valsesiano che fornisce supporto tecnico.

Il programma di domenica 22 settembre

Il programma della giornata, suscettibile di modifiche, prevede:

  • 9.40: Partenza del treno storico trainato da locomotiva a vapore dalla stazione di Novara.
  • 10.29: Arrivo del treno storico a Sizzano.
  • 10.30-11.00: Trasferimento a piedi verso la collina (circa 2 km, percorso misto asfaltato e sterrato). Disponibile servizio navetta per chi segnalerà difficoltà in fase di prenotazione.
  • 11.00-12.30: Vendemmia turistica presso i vigneti delle colline di Sizzano (con priorità ai bambini).
  • 13.00-14.30: Pranzo del contadino in collina presso l’area “Bergamina” (obbligo di segnalare allergie o intolleranze durante la prenotazione).
  • 14.30-15.00: Rientro a piedi in paese.
  • 15.00-16.30: Pigiatura dell’uva in Piazza Prone, con stand di cantine e produttori locali e degustazioni di vini per conoscere e assaporare tutte le DOC Colline Novaresi prodotte sul territorio. Disponibili anche visite guidate ai siti storici del paese quali la Chiesa parrocchiale con le testimonianze paleocristiane e gli scavi archeologici e l’Esposizione Etnografica presso Casa Bianchi-Orlando dove i proprietari attendono i visitatori per far compiere loro un viaggio nella storia di un’antica famiglia di Sizzano.
  • 16.45: Rientro alla stazione di Sizzano.
  • 17.33: Partenza del treno storico da Sizzano.
  • 18.25: Arrivo del treno storico a Novara.

Si raccomanda abbigliamento da trekking e calzature impermeabili, poiché parte del percorso sarà su strade collinari non asfaltate.

In caso di pioggia: La vendemmia sarà sostituita da una visita in cantina, con pranzo e pigiatura delle uve sotto una struttura riparata.

Le tariffe (andata e ritorno non divisibile)

Ecco il riepilogo delle tariffe per l’evento, con tutte le informazioni utili:

Tariffe:

  • Intero ADULTO: € 60,00
  • Ridotto BAMBINO (4-12 anni non compiuti): € 30,00
  • Gratuità per bambini sotto i 4 anni, senza garanzia del posto a sedere e senza pranzo.

Non sono ammesse riduzioni o gratuità al prezzo intero, incluse quelle previste in base al possesso di particolari carte commerciali o carte di libera circolazione.

Il prezzo include:

  • Viaggio andata/ritorno sulla tratta Novara-Sizzano a bordo del treno storico trainato da locomotiva a vapore.
  • Partecipazione alla vendemmia e alla pigiatura dell’uva.
  • Pranzo a base di prodotti tipici (è necessario segnalare eventuali allergie o intolleranze al momento della prenotazione). Il menu, passibile di modifiche, prevede polenta e talupone, piatto misto di salumi e formaggi, acqua e vino. Disponibile anche menu per i bambini da 4 a 12 anni e per chiunque lo desideri: pasta, affettati, acqua/bibita. Per i piccoli al di sotto dei 4 anni non è previsto il pranzo, eventuali richieste di menu bambino per loro vanno effettuate in fase di prenotazione.
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Viaggio in Norvegia: dove vedere l’aurora boreale

Assistere allo spettacolo offerto dall’aurora boreale è una delle esperienze inserite nella lista dei desideri di molte persone. Per riuscire ad ammirarla l’organizzazione è tutto: bisogna sapere non solo dove andare per incontrare il bagliore verde e viola che compare come un effetto alieno nel cielo notturno, ma anche quando e a che latitudine. A volte bisogna avere anche un semplice tocco di fortuna nel trovare, dovunque siamo, un cielo chiaro, buio e senza nuvole.

Lo scrittore e poeta austriaco Theodor Däubler descrisse l’aurora come “un luminoso amplesso tra il sole liberato dalla terra e il sole celeste, il quale apporta la luce polare alle lunghe notti dei poli. La terra aspira a ritornare una stella splendente”. Entrando nel dettaglio per spiegarvelo meglio, questo fenomeno naturale si manifesta nell’emisfero nord del pianeta ed è prodotto da particelle elettriche che colpiscono la ionosfera creando uno spettacolo di luce incredibile.

Questo fenomeno elettrico di elettroni e protoni fa si che l’energia possa essere vista attraverso uno spettacolo luminoso anche se avviene tra i 100 e i 500 chilometri di altitudine. Scopriamo insieme dove andare e come organizzare un viaggio in Norvegia per vederlo al meglio.

Aurora Boreale: dove andare

Tra le domande più frequenti in merito a questo meraviglioso fenomeno naturale ne spicca senza dubbio una sicuramente: dov’è l’Aurora Boreale? O meglio, in quali posti è più probabile vederla? Tra i posti dove questo fenomeno è più frequente c’è sicuramente l’Alaska: la posizione a Nord di questo Stato permette infatti di ammirare fenomeni unici. Tra i territori più apprezzati ci sono Yukon, Anchorage, Denali e Fairbanks. Un’altra delle destinazioni più apprezzate è la Norvegia. Tra le zone delle Northern Lights e il Circolo Polare Artico infatti sono sempre più frequenti le Aurore Polari mozzafiato. L’Aurora Polare a Tromsø è una delle più famose e ogni anno raccoglie moltissimi turisti da tutto il mondo.
Un’altra destinazione dove vedere l’Aurora Boreale è l’Islanda: tutta l’isola offre infatti diversi punti da cui in differenti periodi dell’anno è possibile ammirare questi spettacoli di luci. La Finlandia è un altro Stato che permette di vedere l’aurora, in particolare nelle città Sodanklya e in Lapponia. In Finlandia inoltre è presente una cittadina, Luosto, dove viene suonato un allarme ogni volta che inizia l’aurora, in modo da avvisare gli abitanti e i turisti. Anche l’Irlanda è una delle destinazioni più gettonate per gli amanti dell’aurora, in particolare nella contea di Donegal e in generale nell’Irlanda del Nord. Infine un riferimento non può non essere fatto alle Isole Faroe, in Danimarca, da sempre uno dei posti più affascinanti e ricchi di tradizione legata a questo fenomeno.

Quando si vede l’Aurora Boreale in Norvegia?

Prima di programmare il tuo prossimo viaggio nei Fiordi è importante sapere quand’è che si vede l’Aurora Boreale. Il periodo adatto è generalmente dalla primavera all’inizio dell’autunno. In particolare i mesi consigliati sono da febbraio/marzo a ottobre, in corrispondenza del cadere degli equinozi. I mesi dove è più frequente il fenomeno sono febbraio e marzo, durante questo periodo infatti c’è la lunga notte polare, durante la quale spesso il cielo offre uno spettacolo di luci verdi, gialle e blu. Anche l’orario è importante: l’aurora può manifestarsi già dalle 18.00 ma la possibilità di vederla aumenta dalle 22.00 alle 23.00.

I nostri consigli sull’Aurora

Per vedere l’Aurora Boreale in Norvegia ecco qualche consiglio. Uno di questa riguarda la scelta del viaggio con o senza la luna. In entrambi i casi è possibile ammirare questo spettacolo della natura, ma con il cielo scuro senza luna il contrasto con le luci sarà ancora più bello e permetterà di scattare fotografie splendide.
Un altro consiglio è poi quello di organizzare l’escursione nel dettaglio, prenotando con anticipo in modo da assicurarsi il posto. Viaggiando in gruppo le spese possono essere ridotte, ma allo stesso tempo si rischia di avere un grande caos e di non godrai appieno dell’esperienza. Il consiglio è di organizzarsi con gruppi che non superino la dozzina di persone, in modo da dividere i costi ma allo stesso tempo di vivere l’esperienza a 360 gradi. Attenzione infine all’abbigliamento: le zone in cui si manifesta l’Aurora Boreale sono molto fredde e in alcune aree si raggiungono anche alcuni gradi sotto lo zero. Il consiglio è sempre quello di vedere le previsioni del luogo in cui si (spera) di vedere l’Aurora Boreale, in modo da studiare la probabilità di successo del fenomeno e di capire come vestirsi.

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Quali sono le location nella seconda stagione de Il Signore degli Anelli

I maestosi paesaggi della Nuova Zelanda sono ormai diventati, nell’immaginario collettivo, sinonimo degli adattamenti cinematografici della Terra di Mezzo di JRR Tolkein e delle avventure di hobbit, elfi e nani.

Ma per la seconda stagione della serie prequel di Prime Video The Rings of Power (Gli Anelli del Potere), la Terra di Mezzo si è trasferita in Gran Bretagna, terra natale del celebre scrittore.

Partiamo, allora, per un tour alla scoperta delle location chiave.

Windsor Great Park

Mentre lo scorso anno i membri della famiglia reale inglese e i leader mondiali si preparavano a riunirsi al Castello di Windsor per gli eventi dell’Incoronazione di Re Carlo III, un mondo fantastico popolato da orchi, elfi ed epiche battaglie ha preso vita a pochi passi di distanza.

Il Windsor Great Park, antico bosco di querce millenarie già scenario in “Harry Potter e i Doni della Morte” e in “World War Z”, è stato impiegato per ricreare i vari regni in Gli Anelli del Potere. Cercatelo nei momenti di apertura della seconda stagione, quando Elrond e Galadriel tornano per affrontare il Sommo Re e discutono su cosa fare con i tre anelli che possiedono.

Nel parco è stata girata anche l’epica battaglia che chiude la stagione, con una troupe di 1000 persone e 400 comparse coinvolte.

Virginia Water

Collocato all’estremità del Windsor Great Park, il parco che abbraccia il lago Virginia Water era in origine concepito come una sorta di “luna park” per i reali.

Le scene di “Gli Anelli del Potere” sono state girate alla Cascade, una fragorosa cascata artificiale che raggiunge altezze vertiginose.

High Rocks and Harrison Rocks, Kent

Nel primo episodio, le magnifiche e magiche High Rocks di arenaria si intravedono durante l’inseguimento di Elrond e Galadriel attraverso i boschi, e si rivelano una vincente “transizione” dal Windsor Great Park al mondo degli Elfi.

L’accesso per esplorare le imponenti rocce, note tra i turisti alla ricerca di avventura, prevede un modesto contributo di £6.

Anche la vicina Harrison Rocks è stata protagonista delle riprese per inscenare il regno elfico di Lindon.

Frensham Common, Surrey

Il Frensham Common del Surrey è stato utilizzato per rappresentare i “battiti intermedi tra i regni” quando i personaggi compiono viaggi attraverso la Terra di Mezzo.

Di proprietà del National Trust, si tratta di un’area incredibile che si estende su circa 4 chilometri di brughiera aperta, pini e boschi misti, un mosaico colorato di ruggine e verde, viola e malva.

Si trova all’interno dell’Area di straordinaria bellezza naturale delle colline del Surrey (AONB) ed è designata Sito di interesse scientifico speciale (SSSI) da Natural England, zona di protezione speciale (ZPS) e zona speciale di conservazione (ZSC).

Frensham Common è stata location anche per le riprese della serie Netflix “The Witcher”, e i laghi hanno riprodotto il  fiume Nilo nel classico cult “La Mummia”.

La scena che è stata girata a Tenerife

La produzione si è poi spostata a Tenerife per alcune scene della seconda stagione.

In particolare, il Parco Nazionale del Teide, all’ombra del Monte Teide, con affioramenti rocciosi, colline ricoperte di sabbia e pianure vulcaniche, è protagonista negli episodi iniziali che vedono lo Straniero attraversare il pericoloso paesaggio di Rhûn con i suoi compagni Piedilerti. Rhûn è una zona della mappa della Terra di Mezzo per la quale Tolkien non ha fornito molti dettagli nei suoi scritti, lasciando al team di Rings of Power più flessibilità nell’ideazione dei panorami.

Durante il difficile viaggio, il trio incontra il misterioso anziano e amato personaggio di Tolkien, Tom Bombadil. L’interno della sua dimora è stato ricostruito con cura in un teatro di posa presso i Bray Studios nel Regno Unito, ma le riprese esterne sono state girate sul posto a Tenerife.

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Fiumalbo, il piccolo borgo in Emilia-Romagna immerso nella natura

Bandiera Arancione del Touring Club e inserito a pieno titolo nel circuito dei Borghi Più Belli d’Italia, Fiumalbo, seppur poco noto a livello nazionale, è una di quelle mete da segnare in lista per un piacevole weekend o una gita fuori porta.

Sull’Alto Appennino Modenese, nel cuore del Parco del Frignano, in suggestiva posizione al confine con la Toscana e alla confluenza dei torrenti Rio Acquicciola e Rio delle Pozze (che danno vita al fiume Scoltenna), è uno dei gioielli del territorio che ha saputo preservare in modo autentico il suo centro storico e le tradizioni secolari, che lo rendono una località davvero affascinante per chi desidera riscoprire il passato.

Cosa vedere a Fiumalbo

Passeggiare per le strade di Fiumalbo è come compiere un salto indietro nel tempo, in un’atmosfera magica che si sprigiona dalle case in pietra e dai vicoli tortuosi che si intrecciano tra la rigogliosa natura dell’Appennino Tosco-Emiliano. Borgo medievale incastonato tra le verdi colline, incanta con un fascino senza tempo e un significativo patrimonio culturale e artistico.

Suo fiore all’occhiello è la chiesa di San Bartolomeo Apostolo, Santo Patrono, la cui costruzione, avviata nel XII secolo, raggiunse l’attuale imponenza soltanto dopo l’ampliamento del 1592. All’interno, custodisce affreschi e opere scultoree del celebre Wiligelmo, il primo scultore a firmare le proprie opere, lo stesso che contribuì alla decorazione del Duomo di Modena.

Ma ciò che rende davvero unico Fiumalbo è la presenza dei “casoni“, antiche abitazioni in pietra e terra risalenti all’epoca celtica, che ne testimoniano le origini millenarie, ben prima del Medioevo: situate nella località di Valdare lungo la strada per la frazione di Doccia, ai piedi del Monte Cimone, trasportano i visitatori in un paesaggio che ricorda le colline d’Irlanda e Scozia. Passeggiando tra i prati che ospitano tali antiche case celtiche, si viene pervasi da un senso di pace e meraviglia, in un contesto naturalistico straordinario.

Nonostante le dimensioni ridotte, il borgo vanta un sorprendente numero di edifici religiosi: ben sette tra chiese e oratori. Di fronte alla Chiesa di San Bartolomeo ecco la Chiesa dell’Immacolata Concezione, risalente al 1516, che per secoli ha ospitato la Confraternita dei Bianchi. La Confraternita dei Rossi, invece, aveva sede nella splendida Chiesa di Santa Caterina da Siena, oggi sede del Museo permanente dell’Arte Sacra, dove si possono ammirare pregevoli testimonianze della devozione locale tra cui spiccano un cinquecentesco dipinto dell’Ultima Cena e la Tavola di Sacaccino Sacaccini da Carpi “Madonna col Bambino in Trono”, i Santi Bartolomeo e Giovanni Battista della prima metà del XVI secolo.

Un’altra tappa imperdibile è la Chiesa di San Michele Arcangelo, la cui struttura ha subito varie modifiche nel corso dei secoli: caratterizzata da un’impronta romanica con abside semicircolare e navata unica, è un tesoro artistico che conserva affreschi risalenti al Quattrocento, emersi durante il restauro del 1931 per la costruzione del campanile.

Un paradiso per la vita all’aria aperta

Il piccolo borgo di Fiumalbo, con le case in sasso incastonate in un paesaggio incontaminato, è un vero rifugio per chi cerca pace e desidera godersi appieno la vita all’aria aperta. Durante le calde giornate estive, diventa il paradiso degli escursionisti che possono esplorare sentieri selvaggi e angoli nascosti dell’Appennino Tosco-Emiliano.

Quando arriva l’inverno, si trasforma invece nella scelta ideale per gli appassionati di sport invernali. Gli amanti dello sci-alpinismo e del trekking con racchette da neve hanno l’occasione di cimentarsi in percorsi emozionanti, mentre chi vuole emozioni più forti può avventurarsi in motoslitta ad alta quota o sfidare la neve fresca con il free ride.
La Val di Luce è facilmente raggiungibile dal paese, e gli snowboarder e skier più esperti troveranno discese mozzafiato, con un dislivello di 800 metri, in totale libertà.

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Cosa vedere nel quartiere Trenchtown di Kingston

Impossibile resistere al richiamo della Giamaica e ancor di più a quello di Kingston, città particolarmente apprezzata dai turisti per la vivacità e la cultura local. Se stai pianificando le tue prossime vacanze qui, devi sapere che c’è una chicca che non puoi perderti: si tratta di Trenchtown, il quartiere tra i più caratteristici della capitale giamaicana.

Storia del quartiere Trenchtown

Trenchtown prende il nome da James Trench, un immigrato di origine irlandese che ha scelto queste terre per pascolare il bestiame per poi lasciare la zona nel XIX secolo. Negli anni trenta era una vera e propria area residenziale a due passi da una baraccopoli abusiva; a causa di un uragano nel 1951 che ha distrutto gran parte delle abitazioni, molti local e contadini provenienti dalle aree più colpite si sono rifugiati qui trovando una nuova casa.

Le nuove abitazioni hanno una struttura a un unico piano o due piani, sono realizzate in cemento armato e spesso godono di un cortile centrale con una cucina: una tradizione ancora in voga sinonimo di convivialità. Negli anni ’70, però, questo luogo ha iniziato a muoversi attorno al crimine ottenendo l’etichetta di quartiere pericoloso soprattutto per movimenti politici molto attivi che creano innumerevoli tensioni. Ancora oggi, il Trenchtown dominato dal PNP entra in conflitto con il Rma sotto il dominio del JLP.

Perché nonostante questa tensione oggettiva e ancora oggi presente molti vogliono visitarlo? Si tratta del quartiere natale di Bob Marley, icona della musica reggae alternativa che ancora oggi fa ballare le generazioni.

Sulle orme di Bob Marley a  Trenchtown

Come accennato, questo è stato il quartiere d’origine di Bob Marley e proprio qui è possibile entrare nella zona delle case popolari dove viveva e raggiungere la camera da letto in cui creava e dormiva. Qui è custodita la sua prima chitarra e addirittura i resti del furgone Volkswagen iconico a cui l’autore è spesso associato. La zona riconosciuta come patrimonio nazionale dal 2007 ospita il Trench Town Culture Yard Museum dove non mancano mai percorsi espositivi.

Trenchtown Culture Yard

Tra i luoghi più rilevanti c’è il Culture Yard, un vero e proprio museo vivente della cultura reggae e del movimento Rastafari. Proprio qui, il celebre Bob Marley ha trascorso gran parte della sua vita e della sua carriera artistica. Ti basti sapere che la casa in cui ha vissuto è stata trasformata in un museo con tantissimi cimeli che lo riguardano.

Non lontano ti consiglio di raggiungere statua di Bob Marley, in cui è rappresentato con la chitarra: è il perfetto “Instagram spot” dove scattarti un selfie. Accanto compare poi un’opera di street art, un murales che ricopre le pareti circostanti e racconta la storia del reggae con Marley e altri suoi colleghi. Se sei un fan riconoscerai nel nome Trench Town Rock quello di una celebre hit ma prende il nome da una zona del quartiere in cui resilienza e speranza vanno a braccetto ancora oggi. Un vero tempio per gli appassionati della musica: chi organizza un viaggio nella terra di Bob Marley non può certo perdere una tappa qui, dove tutto è iniziato.

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Chicago Consigli Viaggi

Cosa conviene comprare a Chicago

Il suo skyline dalle mille luci che si infiamma al tramonto ricorda quello di New York, ed effettivamente quella di Chicago è una città vivace e ricca di attrattive, che però non ha nulla da invidiare alla Grande Mela. Tra il traffico continuo e alcuni dei grattacieli più alti d’America che ne raccontano il forte sviluppo, si trovano moltissimi negozi e centri commerciali in cui acquistare un souvenir del proprio viaggio nel Mid West, ma anche diversi prodotti tipici che si trovano soltanto qui, nella cosiddetta “Windy City”.

Ma cosa conviene comprare a Chicago per portare con sé un pezzo di questa magnifica città che sembra ambientata in un film futuristico? Ecco la nostra guida con i consigli per fare ottimi acquisti, mai banali, in base ai propri gusti e a quelli delle persone a cui vorrete portare un pensiero dal vostro viaggio americano da sogno.

I migliori souvenir da comprare a Chicago

Volete portare con voi un souvenir non banale da Chicago, ma non sapete cosa offre questa città sulle rive del lago Michigan? Ecco alcune idee originali per acquistare prodotti legati alla sua tradizione e alla sua storia.

Partiamo dal presupposto che Chicago è la patria del Blues. La ricca cultura musicale ha avuto origine negli angoli delle strade e ha visto nascere e crescere numerosi cantanti e gruppi divenuti estremamente popolari. Non mancano, per le vie della città, numerosi locali in cui il Blues viene ancora suonato dal vivo e tanti negozi che vendono cd e dischi dei più popolari esponenti del genere, da Muddy Waters, padre del moderno Chicago Blues, a Willie Dixon, Bo Diddley e molti altri. Ecco allora che, per gli appassionati, un bel disco Blues sarà il souvenir perfetto.

Chicago è la patria del Blues

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Negozi e locali di musica Blues a Chicago

Anche lo sport occupa una fetta importante del panorama culturale di Chicago: chi non ha mai sentito parlare dei celebri Chicago Bulls, dei Chicago Bears o dei Chicago White Sox? Dal basketball al baseball e al football, lo sport qui viene preso sul serio. Vietato allora tornare a casa senza una maglia di una delle 5 squadre celebri di Chicago, vendute in tutta la città all’interno di vari negozi con prezzi che partono dai 50 dollari.

Ma questa splendida città dallo skyline suggestivo è anche il luogo in cui l’indimenticato architetto Frank Lloyd Wright ha realizzato le sue più celebri creazioni, come la Robie’s House e lo Unity Temple, entrambi iscritti nella lista dei siti Unesco. Per gli appassionati di architettura non sarà difficile trovare diversi negozi nei quali poter acquistare gadget e souvenir riferiti a Frank Lloyd Wright, come puzzle di design, stampe, libri e giochi che seguono il suo stile.

I prodotti tipici di Chicago, dal dolce al salato

In ogni film americano che si rispetti, quando si tratta di andare al cinema o di assistere a un evento sportivo è d’obbligo avere con sé una scatola di popcorn formato maxi. Anche Chicago non è da meno, con numerosi esercizi e bancarelle che li vendono: i più celebri sono quelli dei negozi Garrett. Ce ne sono vari in città e sono il luogo dei sogni per gli amanti di queste piccole sfiziosità a base di mais. Puoi scegliere tra una varietà ampissima di gusti, dai classici popcorn a quelli al caramello, al formaggio o alle noci di Macadamia e tanti altri, confezionati in graziose scatole di latta da tenere come ricordo.

Negozio Garrett's Popcorn a Chicago

Fonte: iStock

Negozio Garrett’s Popcorn, Chicago

Quando si torna da un viaggio, si sa, i regali a base di cibo o bevande particolari sono sempre ben accetti. Ne sono un esempio i cioccolatini della pasticceria Katherine Anne Confections, una delle più rinomate di Chicago. Qui i dolcetti e il caramello vengono realizzati con prodotti locali. E sempre di cioccolato si tratta quando parliamo di un’altra strana tipicità di Chicago: il cioccolato Vosges mescolato a piccoli pezzetti di bacon affumicato.

Gli amanti della tavola in visita a Chicago non potranno farsi sfuggire qualche tipica specialità gastronomica del luogo. La deep-dish pizza, l’altissima pizza ripiena di mozzarella, è una delle più conosciute di tutti gli USA e può essere gustata in alcune delle pizzerie più celebri della città, come quelle di Lou Malnati’s sparse per le vie del centro. Sicuramente difficile da portare in Italia, ma da assaggiare assolutamente durante l’esplorazione di questa vivace città americana.

Piatto di Deep Dish Pizza a Chicago

Fonte: iStock

Deep Dish Pizza, tipica di Chicago

Abbigliamento e accessori nelle vie dello shopping di Chicago

La “Windy City” è ricca di negozi e shop di ogni dimensione e prezzo nei quali abbondano i gadget e i souvenir che i viaggiatori possono aggiudicarsi a prezzi decisamente convenienti, ma non solo. A Chicago si trovano anche grandi outlet e centri commerciali, luoghi perfetti per acquistare qualche capo di abbigliamento spendendo cifre equilibrate in confronto a certi listini europei (complice anche il cambio ancora favorevole Euro/Dollaro).

Su tutte, è la Magnificent Mile a fare da padrona per lo shopping in città: è una delle vie più celebri e grandi al mondo che copre ben otto isolati e offre una quantità immensa di negozi, dalle più lussuose boutique appartenenti a grandi griffe mondiali, come Giorgio Armani, Levi’s, Swarowsky o Cartier, fino alle catene e agli shop più economici.

Anche in fatto di centri commerciali la città del Blues non scherza. Sulla Magnificent Mile se ne trovano diversi e dalle dimensioni impressionanti. Uno dei più grandi è il Water Tower Place, situato in una torre che si affaccia proprio sul Lago Michigan. Lungo gli otto piani dello stabile si trovano centinaia di negozi e shop per gli acquisti, dai prodotti più costosi fino a quelli a buon mercato. Il Water Tower Place è l’ideale soprattutto per i capi di abbigliamento (Abercombie & Fitch, Lacoste e Victoria’s Secret sono tra i marchi presenti che noi tutti conosciamo).

Altri centri commerciali sono il 900 North Michigan Shops, The Shops at North Bridge, Bloomingdale’s, Nordstrom, Macy’s, Neiman Marcus e il Saks Fifth Avenue. Veri e propri templi per lo shopping in cui trovare qualsiasi capo d’abbigliamento, accessorio o souvenir che si possa desiderare.

La Magnificent Mile di Chicago

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Magnificent Mile, Chicago
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Cosa vedere in Tasmania: le tappe imperdibili

L’Isola ai confini del mondo. Così viene chiamata spesso la Tasmania, un’isola dalla bellezza disarmante che si trova a largo della costa sud-orientale dell’Australia. Così piccola nelle dimensioni ma così immensamente grande nelle cose da offrire; il fascino di quest’isola risiede nella bellezza dei suoi parchi naturali, riserve protette, spiagge incontaminate e foreste pluviali, ma anche nella sua vivace capitale e nei suoi altri centri urbani. L’identità culturale dell’isola è affascinante e ricca di cose da raccontare: dalla convivenza tra tradizioni aborigene ed eredità coloniali, alla scena artistica contemporanea, passando per i pittoreschi villaggi poco abitati e per la briosità di Hobart, la sua capitale. Insomma, la Tasmania è una terra magica da scoprire in tutte le sue sfaccettature ma ha così tanto da offrire che organizzare l’itinerario potrebbe essere complicato. Ecco, quindi, alcuni consigli su cosa vedere in Tasmania e, nello specifico, le migliori attrazioni e luoghi interesse che meritano il viaggio.

Tasmania: il lato storico e culturale

Come avrai intuito, la Tasmania è celebre per le sue meraviglie naturali. Tuttavia, i suoi tesori culturali non sono da meno. Ecco due luoghi da appuntarsi assolutamente per un itinerario dell’isola ai confini del mondo perfettamente organizzato.

A spasso per Hobart, la capitale della Tasmania

Se hai deciso di esplorare la Tasmania, è fondamentale un passaggio nella sua capitale: Hobart. Situata sulle sponde del Derwent, Hobart possiede tutte le caratteristiche di una città portuale la cui storia risale agli inizi del XIX secolo. Con una fisionomia urbana che mescola l’architettura georgiana e post-industriale – con edifici storici che raccontano radici marittime e manifatturiere – Hobart è molto più di una semplice porta che permette di accedere alle meraviglie dell’isola, ma un piccolo ecosistema dove tradizione e avanguardismo convivono influenzandosi continuamente in una costante evoluzione. Tra le cose da vedere assolutamente nella capitale della Tasmania troviamo:

  • MONA (Museum of Old and New Art), un museo d’arte contemporanea che sfida le convenzioni e attira visitatori da tutto il mondo.
  • Il Salamanca Market, un mercato che riflette l’anima culinaria e artistica della Tasmania. Prodotti agricoli, abiti e libri second-hand, antiquariato e chi più ne ha più ne metta!
  • Il Museo Marinaro della Tasmania, un piccolo scrigno che racchiude la storia e la cultura dell’isola. In questo luogo sono conservati antichi strumenti di navigazione e testimonianze storiche sugli indigeni e sui coloni europei che plasmarono l’isola.​​
  • Il Giardino Botanico Reale della Tasmania: costruito nel 1818, i suoi 14 ettari sono punteggiati da numerose specie botaniche molte delle quali risalgono a ben prima del diciannovesimo secolo.

Port Arthur

Tra le cose da vedere in Tasmania c’è, senza ombra di dubbio, Port Arthur: una delle principali attrazioni dell’isola. Questa ex-colonia penale fondata nel 1830 dall’Impero Britannico è stato uno dei carceri più severi di tutto l’Impero. Qui vennero incarcerati alcuni dei più temibili criminali dell’epoca. Oggi è possibile visitare il sito nella sua totalità passando per la temutissima prigione (costruita per punire i detenuti tramite l’isolamento assoluto e la deprivazione sensoriale), gli edifici amministrativi e la chiesa. In contrasto con la lugubre storia di questo luogo c’è ciò che lo circonda: uno scenario naturale di estrema bellezza. Non dimentichiamoci che Port Arthur è Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Cosa vedere in Tasmania per chi cerca il contatto con la natura

Dai parchi nazionali alle splendide spiagge, dalle zone montuose ai campi di lavanda. Per quanto la Tasmania abbia delle dimensioni ridotte è davvero in grado di offrire una vastissima gamma di cose da vedere e da fare per tutti i gusti e le attitudini di viaggio. Di seguito trovi la nostra selezione per quanto riguarda le principali attrazioni di carattere naturale da non perdere.

3 parchi nazionali in Tasmania da esplorare

Camminare, andare in bici, fare birdwatching o semplicemente ritrovare il contatto con la natura. I parchi nazionali della Tasmania sono un sogno per chi ama i viaggi ad alto tasso di attività outdoor. Ne abbiamo selezionati tre:

  • Parco Nazionale di Southwest: se ami la natura selvaggia e incontaminata e sei un esploratore esperto, allora questo parco fa per te. Inserito tra le aree più remote della Tasmania, il Parco Nazionale di Southwest fa parte del più vasto Tasmanian Wilderness World Heritage Area. Oltre 6000 chilometri quadrati di paesaggi che variano dalle montagne frastagliate a foreste impenetrabili, da valli profonde a laghi mozzafiato come il Lago Pedder e il Picco di Federation. Questo è il luogo ideale se vuoi prendere le distanze dalla civiltà e ritrovare te stesso nella natura.
  • Freycinet National Park: sulla costa est della Tasmania si trova questa perla di una sconfinata bellezza. Un susseguirsi di spiagge incontaminate e di foreste di eucalipto che regalano viste incredibili sull’Oceano Pacifico. Tra i punti di interesse in questo parco ci sono la famosissima Wineglass Bay e il Monte Amos. Se sei fortunato, in quest’area è possibile avvistare molte specie selvatiche come wallaby, delfini e, a volte, balene.
  • Abel Tasman: spostandoci a nord della Tasmania, invece, troviamo un’altra splendida area protetta caratterizzata da spiagge dorate e foreste rigogliose di felci e faggi. Gli amanti del trekking possono cimentarsi nel l’Abel Tasman Coast Track, un percorso che si snoda tra baie nascoste e promontori rocciosi. Anche qui è possibile avvistare molti esemplari di fauna selvatica come foche, pinguini e uccelli di mare.

Per gli amanti dei trekking: due monti da esplorare in Tasmania

Le zone montuose della Tasmania godono del primato di zone più affascinanti e selvagge dell’intera Australia e sono caratterizzate da paesaggi sublimi capaci di incantare e spaventare nello stesso istante. L’altitudine delle catene montuose della Tasmania è relativamente bassa, tuttavia è importante non sottovalutarne la pericolosità poiché le condizioni climatiche possono cambiare rapidamente e manifestarsi fenomeni meteorologici estremi. Se sei un amante dei trekking in montagna allora non puoi non esplorare questi due monti:

Monte Cradle: icona naturale della Tasmania

Protagonista indiscusso di tutte le fotografie di chi visita la Tasmania, il Monte Cradle (che si trova nel Parco Nazionale di Cradle Mountain-Lake St Clair), è una vera e propria icona. Destinazione imperdibile per gli appassionati di trekking, è proprio qui che si snoda il famoso Overland Track, un percorso di circa 65 chilometri da affrontare zaino in spalla e con una buona dose di spirito d’avventura. Il percorso attraversa panorami mozzafiato che spaziano da splendidi laghi a foreste lussureggianti. Il periodo migliore per intraprenderlo è l’estate, mentre l’inverno è appannaggio degli escursionisti più esperti.

Monte Wellington: il trono sulla città di Hobart

Un altro monte da segnalare per tutti gli appassionati di escursioni ad alta quota è il Monte Wellington, una montagna a sud-est della Tasmania e a pochi chilometri dalla capitale Hobart. Alta circa 1200 metri, regala splendide viste panoramiche sulla città e sul fiume Derwent. Anche qui ci sono sentieri che si differenziano per livelli di difficoltà. Una volta raggiunta la cima è possibile accedere a un belvedere che regala vedute mozzafiato e rappresenta il legame ancestrale della città di Hobart con la natura incontaminata che la circonda.

Spiagge imperdibili da vedere in Tasmania

Per tutti quelli che, quando viaggiano in luoghi lambiti dalle acque salate, sentono il forte richiamo del mare e dell’Oceano, la Tasmania rappresenta un vero e proprio Eden terrestre. Dalle spiagge circondate da scogliere rosa a quelle più selvagge e ispide, passando per quelle con chilometri di sabbia bianca e finissima… chiunque voglia trovare un po’ di pace osservando l’orizzonte avrà l’imbarazzo della scelta. Abbiamo raccolto le migliori spiagge e baie protette da vedere assolutamente durante il tuo viaggio in Tasmania.

  • Wineglass Bay: uno dei luoghi più desiderati della Tasmania, raggiungibile solo attraverso un trekking. Wineglass Bay si trova all’interno della riserva naturale del Freycinet National Park, incastonata in una meravigliosa cornice rocciosa di granito rosa. Con la sua sabbia bianchissima e le sue acque turchesi è davvero una destinazione ad alto impatto emozionale dove è possibile godere di una pace dei sensi senza eguali.
  • Baia dei Fuochi: una seconda lingua di terra da esplorare in lungo e in largo è, sicuramente, la Baia dei Fuochi, considerata una delle meraviglie naturali più sorprendenti al mondo. Punteggiata da spiagge di straordinaria bellezza merita assolutamente una visita.
  • Isola di Bruny: ultima ma non ultima, Bruny Island. Un’isola formata da due isole unite da un istmo sabbioso di circa 5 chilometri. Questo è un luogo ideale per chi vuole avvistare la fauna selvatica; gli incontri con pinguini, echidne e berte codacorta sono, infatti, molto frequenti. Mentre a nord dell’isola si concentrano le varie spiagge, a sud si trova il South Bruny National Park, una riserva con diversi percorsi escursionistici per tutti gli amanti delle passeggiate in mezzo alla natura. L’isola è raggiungibile prendendo un traghetto da Kettering. 

Bonus Track: il paradiso della Lavanda per gli amanti dei fiori

Campo di lavanda in Tasmania

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Una distesa di lavanda mozzafiato in Tasmania

Se è vero che quando pensiamo ai campi di lavanda la prima cosa che ci viene in mente è la Provenza, è anche vero che la Tasmania non ha niente da invidiare alle campagne francesi quando si tratta di lasciare a bocca aperta tutti gli amanti di questa profumatissima pianta officinale. Se sei tra questi, allora tra le cose da vedere in Tasmania devi aggiungere una visita ai campi di lavanda. Ce ne sono due enormi in Tasmania:

  • Il Bridestowe Lavender Estate: una delle piantagioni più grandi al mondo, è stata fondata nel 1920. Visitarla nel periodo di fioritura estiva significa scontrarsi con uno scenario degno dei migliori quadri impressionisti, con i fiori di lavanda che si rincorrono a perdita d’occhio per oltre 260 acri. In questa riserva è possibile acquistare prodotti a base di lavanda come prodotti cosmetici, profumi e chi più ne ha più ne metta.
  • Il Port Arthur Lavender Farm Tasmania: situata nelle vicinanze di Port Arthur, si affaccia placida sulla baia offrendo un ambiente che regala subito pace e tranquillità. Anche qui è possibile acquistare prodotti artigianali a base di lavanda. Inoltre, nel ristorante con vista che si trova in questa piantagione, è possibile gustare un pasto creativo con abbinamenti che prevedono le lavanda come ingrediente speciale.

Viaggio in Tasmania: quanti giorni dedicarle

Non c’è mai una regola precisa per stabilire quanti giorni servono per visitare un determinato luogo, molto dipende anche dai ritmi che ognuno di noi vuole adottare in viaggio. In linea di massima, per visitare la Tasmania e godere di un’esperienza completa si consiglia di dedicare circa 10 giorni di viaggio, che si possono ridurre a 6 nel momento in cui si è disposti a rinunciare a qualche tappa e concentrarsi sui luoghi di interesse principali.

Per raccontare tutte le meraviglie che la Tasmania ha da offrire, si potrebbe facilmente scrivere un libro intero. Quelle che abbiamo raccolto in questa guida sono solo alcune delle tappe davvero imperdibili da inserire nel proprio itinerario di viaggio, per lasciarsi coinvolgere e stupire da una terra di rara bellezza e unica al mondo. L’isola nasconde, in ogni singolo angolo, qualcosa di sorprendente regalando la sensazione di trovarsi in un luogo dalle atmosfere magiche, dove la natura è capace di manifestarsi in mille forme diverse ma, soprattutto, nella sua forma più pura e incontaminata. Dalle spiagge di sabbia bianca e acque cristalline come Wineglass Bay o la Baia dei Fuochi, alle sue zone montuose come Cradle Mountain, passando per le sue suggestive distese di campi di lavanda che possono essere tranquillamente uscite da un dipinto di Renoir o di Monet, la Tasmania è uno quei viaggi da fare almeno una volta nella vita. Un vero e proprio paradiso per chi cerca avventure ma anche tranquillità e bellezza e che lascia segni indelebili nel cuore di chi lo visita. Che tu sia un amante del trekking, un beach lover o, semplicemente, alla ricerca di una fuga dalla vita frenetica, la Tasmania potrebbe essere il tuo nuovo posto del cuore, basta solo concederle la possibilità di sorprenderti.