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Il mare di Tropea e la Costa degli Dei

La Calabria è una regione che solo di recente ha visto una riscoperta a livello turistico da parte dei viaggiatori italiani e internazionali, ma che tuttavia è da sempre un territorio ricco di tesori naturali, culturali e storici e che vanta una delle coste più affascinanti del Mediterraneo, la cosiddetta Costa degli Dei. Questo tratto di costa calabrese, situato nella provincia di Vibo Valentia, si estende in lunghezza per circa 55 km e comprende alcune delle spiagge più belle della regione, se non di tutta l’Italia, tra cui la famosa località di Tropea.

Tropea, perla del Tirreno dal mare perfetto

Tropea è senza dubbio la località più celebre della Costa degli Dei, tanto che di recente è stata anche definita dal Telegraph come una delle città più belle del nostro Paese. La città di Tropea si erge su una scogliera a picco sul mare, con spiagge che saltano all’occhio per la bellezza della sabbia fine e bianca e per il colore turchese del mare.

Il centro storico di Tropea, poi, è un intrico di vicoli stretti, piazzette pittoresche e antichi palazzi nobiliari che fanno innamorare i visitatori a colpo d’occhio con il pregnante fascino mediterraneo. Oltre a una passeggiata nel centro storico – e alla tintarella sulle spiagge di Tropea – qui vi consigliamo di non perdere una visita al Santuario di Santa Maria dell’Isola, un’antica chiesa medievale situata su un promontorio roccioso che domina dall’alto tutta la costa.

Tropea, panorama

Fonte: iStock

Vista sulla costa a Tropea

Tra le spiagge più belle di Tropea, invece, ci sono la spiaggia del Cannone, piccola e poco frequentata, la spiaggia della Rotonda, una delle più belle del litorale soprattutto per il panorama mozzafiato, la spiaggia Marina dell’Isola, piccona insenatura vicina alla roccia dell’Isola Bella, spiaggia ‘a Linguata ideale per le immersioni, spiaggia del Convento ampia e anche spesso affollata

Tropea è anche dotata di un porto turistico di recente costruzione, da dove è possibile raggiungere le vicine Isole Eolie e le piccole baie, quasi incontaminate, raggiungibili soltanto dal mare. Nel periodo compreso tra i mesi di maggio e ottobre sono attive le motonavi in partenza per Stromboli, le Isole Eolie e per Taormina.

Cosa vedere lungo tutta la Costa degli Dei

Tutta la costa che circonda Tropea è degna del nome che le fu dato, per la bellezza dell’area che alterna lunghe spiagge bianche ad aspre scogliere (tanto che alcune spiaggette sono visitabili soltanto via mare), ma non è solo Tropea. La Costa degli Dei è il luogo ideale per chi cerca una vacanza che unisca relax e avventura nel cuore della Calabria. Ecco alcune delle attività che vi consigliamo di fare se decidete di trascorrere qui una vacanza (consigliato, a tal proposito, il periodo estivo):

  • Snorkeling e immersioni: le acque limpide e i fondali rocciosi della Costa degli Dei sono lo spot perfetto per gli amanti dello snorkeling e delle immersioni subacquee.
  • Escursioni in barca: un’altra esperienza imperdibile è un’escursione in barca lungo la costa. Molti tour permettono di esplorare grotte marine nascoste, spiagge isolate e insenature accessibili solo via mare.
  • Trekking e passeggiate: gli amanti della natura possono esplorare la costa a piedi, lungo sentieri e su per promontori che offrono vedute panoramiche a 360° e permettono di scoprire luoghi incredibili.
  • Visita a Capo Vaticano: situato a pochi chilometri da Tropea, Capo Vaticano è un promontorio di rara bellezza, famoso per le sue spiagge. Dalla cima del promontorio, si può ammirare un panorama così vasto tanto che spazia fino alle isole Eolie. La baia più suggestiva è quella di Grotticelle, formata da tre spiagge vicine.
Pizzo Calabro, Calabria

Fonte: iStock

Il panorama di Pizzo Calabro

Oltre alle spiagge e alle scogliere, la Costa degli Dei offre anche molte attrazioni culturali e storiche:

  • Pizzo Calabro: Pizzo è un paese molto rinomato della costa perché arroccato su un promontorio tufaceo a picco sul mare. Sotto il centro abitato, infatti, si apre questa piccola baia, un piccolo fiordo al centro del masso tufaceo. Questo piccolo borgo è noto anche per il suo castello aragonese e per la Chiesa di Piedigrotta, una suggestiva chiesa scavata nella roccia. Pizzo è anche famoso per il tartufo, un gelato artigianale unico e delizioso.
  • Zungri: nell’entroterra della regione, si può visitare il sito archeologico di Zungri, dove si trovano antiche abitazioni rupestri, scavate nella roccia dai monaci bizantini. Un luogo affascinante soprattutto per coloro che desiderano fare un viaggio nel passato.
  • Scilla: anche se non tecnicamente parte della Costa degli Dei, Scilla, situata un po’ più a sud, merita una visita se vi si trova da queste parti. Questo pittoresco villaggio di pescatori, infatti, con il suo castello Ruffo che domina il mare, è intriso di mitologia e storia e incanta i visitatori con il suo mix unico.
  • Joppolo: in questo comune in provincia di Vibo Valentia, è possibile ammirare il centro storico, ricco di testimonianze del passato e darsi al relax in riva al mare. La sua spiaggia, infatti, è di ciottoli grossi e lisci ed è bagnata da un mare cristallino e fondali alti. Per chi cerca la sabbia fine, si può scegliere la vicina spiaggia di Marina di Coccorino, circondata dal verde della macchia mediterranea.
  • Briatico: questo borgo sorge su un tratto di costa rocciosa e suggestiva per i suoi panorami. Alcuni tratti di questa parte di litorale sono composti da sabbia morbida e chiara. Imperdibile la spiaggia di Sant’Irene, raggiungibile tramite una stradina scoscesa, che ha una sabbia sottile e quasi bianca.

 

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Asia Idee di Viaggio itinerari culturali Viaggi Vietnam

Prossima fermata Hoa Lu, l’antica capitale del Vietnam

A pochi chilometri da Hanoi – nella provincia di Ninh Binh – si trova, immersa in un luogo placido, tranquillo e, a tratti, sonnolento Hoa Lu: l’antica capitale del Vietnam. Più di mille anni fa questa città era un vivace punto di riferimento politico e culturale, scelta appositamente dal re Dinh Tien Hoang durante la dinastia Dinh (968-980 d.C.) come capitale grazie alla sua lontananza dai confini settentrionali della Cina, condizione che la faceva godere di una grande posizione strategica. Oggi, buona parte dei fasti, della ricchezza e dello splendore che la caratterizzavano sono andati perduti e, con essi, anche molti templi, mura e santuari. Nonostante ciò, ci sono ancora molte cose che l’ex capitale vietnamita può offrire a chiunque si accinga ad attraversare le sue strade, offrendo una fotografia affascinante di questa splendida terra. In questa guida abbiamo raccolto tutto quello che devi sapere su Hoa Lu per organizzare al meglio il tuo viaggio. Dalla storia alle cose da vedere, prepara lo zaino e parti per un viaggio nella storia del Vietnam!

Un tuffo nel passato: la storia di Hoa Lu

Per capire le origini di Hoa Lu è fondamentale ripassare la storia delle tre dinastie che ne hanno plasmato la storia. Di seguito trovi un piccolo riassunto dei protagonisti e delle vicende delle tre dinastie.

La dinastia Dinh (968-980)

Prima dell’unificazione, il Vietnam era suddiviso in piccoli regni e territori controllati da sovrani locali. Fu solo con l’ascesa di Dinh Bo Linh, generale militare di grande carisma e dalla forte leadership che, nel 968, il paese venne unificato e a governarlo fu proprio il generale che si autoproclamò imperatore prendendo il nome di Dinh Tien Hoang. Una delle prime mosse politiche dell’imperatore fu la fondazione del primo stato centralizzato del Vietnam, il Dai Co Viet. Come la storia ci insegna, non c’è Stato che tenga senza una capitale. Così, l’imperatore Dinh Tien Hoang scelse la città di Hoa Lu per questo ruolo centrale, proprio perché era immersa tra le montagne e circondata da corsi d’acqua diventando un punto di difficile accesso da parte degli invasori. Hoa Lu, in questo periodo storico, vide un e enorme sviluppo urbano con la costruzione di edifici, strade e templi. Tuttavia, il regno della dinastia Dinh ebbe vita breve, il suo imperatore venne ucciso insieme alla sua famiglia e il Vietnam piombò in un lungo periodo buio e incerto.

La dinastia Le (980-1009)

A succedere Dinh Tien Hoang, fu il generale Le Hoan che prese le redini dello stato mantenendo Hoa Lu come capitale. In questa fase storica, il Vietnam fu vittima di molti tentativi di invasione ma Le Hoan riuscì a difendere il suo Stato in modo impeccabile, accompagnandolo in una nuova fase di florido sviluppo del quale beneficiò anche la capitale stessa. Il suo status di centro di potere continuò ad accrescere a consolidarsi. Oltre all’importanza politica, Hoa Lu divenne anche un importante centro spirituale poiché la dinastia Le ne promosse lo sviluppo religioso e culturale ordinando la costruzione di templi e luoghi sacri dove poter onorare antenati e divinità.

La dinastia Ly (1009-1225)

Dopo la fine della dinastia Le, prese il trono Ly Thai To dando vita a una delle dinastie più longeve di tutta la storia del Vietnam: la dinastia Ly. Una delle mosse strategiche più significative del nuovo imperatore fu proprio il trasferimento della capitale del Vietnam dalla prosperosa Hoa Lu a Thang Long (quella che oggi conosciamo come Hanoi). La scelta di spostare la capitale fu giustificata dalla posizione strategica dell’attuale Hanoi su importanti rotte commerciali per l’intera regione e per l’epoca. Anche se Hoa Lu perse il suo titolo di capitale, la dinastia Ly ne promosse comunque lo sviluppo mantenendola un fulcro spirituale e culturale di grande rilevanza per il popolo vietnamita.

Hoa Lu oggi: cosa vedere cosa fare nell’antica capitale del Vietnam

Grazie al suo mantenimento nel corso dei secoli, oggi Hoa Lu è un’importante pagina di storia capace di raccontare l’identità culturale del Vietnam, nonché un luogo di grande bellezza naturale. Tra i resti delle sue mura e dei suoi templi sopravvissuti si rincorrono fatti storici, leggende e miti che ti invitiamo a scoprire qualora stessi progettando un viaggio in quella splendida terra che è il Vietnam. Abbiamo raccolto, in questa guida, tutte le esperienze da provare e le attrazioni da visitare durante la tua visita a Hoa Lu. Partiamo!

Cosa vedere a Hoa Lu: le attrazioni più importanti

Se ami la storia e le grandi testimonianze del passato, allora Hoa Lu ha molte cose da offrirti. Esplorandole una a una, le sue attrazioni ti prenderanno per mano e ti accompagneranno in un viaggio alla scoperta delle radici della splendida Hoa Lu. Ecco tutte le attrazioni che non devono assolutamente mancare all’interno del tuo itinerario di viaggio.

Tempio di Re Dinh Tien Hoang

Costruito in onore del primo imperatore del Dai Co Viet, il tempio dedicato a Dinh Tien Hoang, è una costruzione spettacolare, maestosa e imponente. Ad aggiungere un tocco di magia è senza dubbio la posizione del tempio in una cornice di splendide montagne che regalano uno scenario suggestivo capace di fare gola agli appassionati di fotografia. Varcando la soglia del tempio ti troverai di fronte a una grande statua raffigurante l’imperatore Dinh Tien Hoang e i suoi tre figli. Il tempio, costruito in legno, trasmette una forte sensazione di solennità che palesemente affonda le radici in una storia millenaria.

Tempio di Re Le Dai Hanh

Più piccolo del tempio Dinh, nelle vicinanze di quest’ultimo si trova il santuario dedicato a Le Dai Hanh, fondatore della dinastia Le. Nonostante le dimensioni più ridotte, l’esterno del tempio gode di una bellezza eterea e la sua presenza è, ancora oggi, simbolo di grande rilevanza per la vita spirituale vietnamita. L’interno è altrettanto suggestivo, con la statua dell’imperatore e con il suo piccolo museo di reperti storici.

Pagoda Nhat Tru

Tempio buddista a Hoa Lu in Vietnam

Fonte: iStock

Meravigliosa porta del Tempio buddista a Hoa Lu, Vietnam

Un altro edificio d’importanza spirituale è la Pagoda Nhat Tru, la cui traduzione letterale è: pagoda della colonna unica. Visitando questo splendido monumento religioso del X secolo ti troverai a fare i conti con una delle testimonianze più antiche di architettura religiosa vietnamita. Questa pagoda deve il suo nome alla grande colonna in pietra che si erge al suo centro e sulla quale sono incise decorazioni e iscrizioni buddiste. Quando sarai qui chiudi gli occhi, goditi il silenzio e la tranquillità che questo luogo ti trasmette e, se lo vorrai, potrai anche provare a chiuderti in un momento di profonda meditazione.

Grotta di Am Tien

Questo sito storico è, senza dubbio, uno dei luoghi più intrisi di fascino dell’ex capitale del Vietnam. Incastonata in un meraviglioso scenario naturale, la grotta è circondata da un lago placido e da scogliere che si tuffano a picco nelle sue acque. Oltre al forte impatto visivo di questo luogo, ciò che ne determina il fascino è soprattutto la sua storia. La Grotta di Am Tien, infatti, fu adibita in origine a prigione durante la dinastia Dinh e questa vicenda diede vita ad alcune splendide leggende che continuano a essere narrate e trasmesse di generazione in generazione. Una visita in questo luogo siamo sicuri ti toglierà il fiato.

Cosa fare a Hoa Lu: le esperienze da provare assolutamente

Oltre a passeggiare per l’antica capitale del Vietnam, respirare la sua atmosfera storica e visitare le sue attrazioni più iconiche, ci sono anche diverse esperienze che potrai provare mentre ti troverai lì e sono:

  • Partecipare a escursioni in barca: da Hoa Lu partono diverse escursioni organizzate in barca alla scoperta delle località limitrofe di Trang An o Tam Coc. Queste due destinazioni sono celebri per la loro bellezza surreale, punteggiate da grotte carsiche, corsi d’acqua cristallini e grandi formazioni rocciose.
  • Visitare le colline vietnamite e i campi di riso: un’altra attività imperdibile è un’escursione attraverso i sentieri che ti conducono ai campi di riso e alle colline circostanti. Lasciati trasportare dalla voglia di scoperta ed esplora gli incredibili paesaggi rurali del Vietnam.
  • Prova la cucina tipica di Hoa Lu: se sei uno di quei viaggiatori che per entrare in sintonia con un luogo ha bisogno di scoprire a tutti i costi la sua tradizione culinaria, allora Hoa Lu saprà stupirti. Potrai sederti in qualche ristorante locale e provare i piatti tipici della capitale, come la carne di capra di montagna, il riso bruciato o la lumaca di montagna.

Hoa Lu: informazioni utili per organizzare il viaggio

Dopo averti narrato la storia dell’antica capitale del Vietnam e dopo averti mostrato cosa puoi vedere e cosa puoi fare in questa splendida città, è il momento di aiutarti a organizzare la tua visita. Di seguito trovi una schema con tutte le informazioni utili e pratiche per la pianificazione della tua esplorazione di Hoa Lu.

  • Quando visitarla: il momento migliore per visitare Hoa Lu è la stagione secca, e cioè da ottobre ad aprile. In questi mesi potrai godere di un clima ottimale caratterizzato da temperature miti e assenza di piogge. I mesi estivi, invece, andrebbero evitati in quanto il caldo potrebbe diventare particolarmente aggressivo e le piogge più frequenti.
  • Come raggiungerla: l’antica capitale del Vietnam si trova a circa 100 km a sud di Hanoi. Le modalità più semplici per raggiungerla sono l’autobus – prendendolo dalle stazioni di Giap Bat o My Dinh di Hanoi – e il treno i cui biglietti costano da 90.000 a 200.000 VND.
  • Costi di accesso: visitare Hoa Lu richiederà il pagamento degli ingressi ai luoghi principali, inclusi i due templi. La maggior parte delle attrazioni costano circa 20.000 VND (meno di 1 euro). Alcune attrazioni – tra cui la Grotta di Am Tien – possono richiedere un biglietto extra con prezzi che oscillano intorno ai 30.000 VND.

Con questa guida ti abbiamo raccontato tutto su Hoa Lu, l’antica capitale del Vietnam. Ora non ti resta che preparare le valigie e partire per questo incredibile viaggio nel tempo, alla scoperta di una delle epoche più affascinanti dell’intera storia del Vietnam. Lasciati accompagnare dai fatti e dalle leggende, per scoprire i templi dedicati ai grandi imperatori, le sue mura storiche e i suoi magnifici palazzi. Ascolta le storie degli antenati, ammira le splendide bellezze naturali che Hoa Lu ha da offrire e tuffati in un’esperienza senza eguali. Nonostante il tempo sia passato come una grande pioggia monsonica e abbia cancellato molti degli edifici storici, Hoa Lu è, ancora oggi, un luogo estremamente affascinante e suggestivo dove storia e leggenda, miti e racconti – trasmessi di generazione in generazione – riecheggiano tra i suoi edifici narrando incredibili storie fatte di disfatte e di conquiste, di successi e di insuccessi. Lasciati stupire dalla tranquillità della Grotta di Am Tien, dall’imponenza dei templi di Dinh Tien Hoang e Le Dai Hanh e dalla serenità della Pagoda Nhat Tru e rifletti sul coraggio e la resilienza che il popolo vietnamita ha sempre dimostrato di avere, superando enormi avversità. Noi siamo pronti a scommettere che Hoa Lu sarà capace di rubarti un pezzetto di cuore, e tu?

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Miraflores a Lima, le migliori attività da fare nella Capitale del Perù

Lima è la Capitale del Perù e regala indubbiamente grandi emozioni ai turisti: il suo centro storico è Patrimonio dell’Umanità Unesco, e la città è stata a lungo centro nevralgico del Sud America. Oltre al centro, però, vogliamo concentrarci su uno dei luoghi da visitare assolutamente quando ci si trova nella Capitale, ed è il Distretto di Miraflores: è tra i 43 distretti del Perù e fa parte della provincia di Lima. Fondato il 2 gennaio 1857, confina con il Distretto di San Isidro, di Surquillo, di Barranco, di Santiago de Surco e con l’Oceano Pacifico.

Cosa fare nel Distretto di Miraflores a Lima

Quando pensiamo al Perù, ci vengono sin da subito in mente mete come Cusco e Machu Picchu, super scelte dai turisti per l’incredibile storia. Ma, a partire dalla Capitale Lima, ci si può dirigere verso Miraflores, tra le zone più incantevoli dove fare tantissime attività sorprendenti. Grattacieli che svettano verso l’alto, viste panoramiche sull’Oceano Pacifico, quartieri residenziali sulla spiaggia, locali notturni e alberghi di prima scelta: questo e molto altro ti attende a Miraflores.

Parco Kennedy

Si trova proprio nel centro di Miraflores ed è conosciuto per essere il “parco dei gatti”, perché qui i local e i giardinieri si prendono cura dei randagi (che sono super coccoloni e amichevoli). Un luogo incantevole dove fare una passeggiata, in cui incontrare musicisti, artigiani, o magari fermarsi a provare i dolci peruviani, tra cui mele caramellate, picarones e churros. Al centro del parco trovi l’Anfiteatro Chabuca Granda.

Lungomare di Miraflores

Il Malecon a Lima è la passerella che va da San Isidro a Barranco a Miraflores: si affaccia sull’Oceano Pacifico e ospita spazi verdi e negozi. Il tramonto sul Malecon è una delle migliori attività da fare, magari ammirando il panorama in bicicletta.

Parco degli Innamorati

Miraflores è particolarmente apprezzata e conosciuta per offrire tantissimi spazi verdi ai local e ai turisti. In particolare, però, il Parco degli Innamorati è una di quelle attrazioni da non perdere, famoso per la statua “El Beso”, scolpita da Victor Delfin il 14 febbraio 1993. Un uomo e una donna si scambiano un bacio in riva all’oceano: da vedere con la propria dolce metà.

Rovine di Huaca Pucllana

Huaca Pucllana si trova proprio nel centro del quartiere moderno Miraflores: non capita tutti i giorni di poter ammirare delle rovine in città. La piramide di Huaca Pucllana risale al 500 d.C. ed è stata costruita da una civiltà costiera pre-Inca con mattoni di argilla. Il plus? La possibilità di mangiare di notte alle rovine, quando sono illuminate. Magari uno stufato di gamberi e quinoa, con formaggio fresco e quel tocco vivace di peperoncino (la cucina peruviana è tra le migliori al mondo).

Surf

Tra gli sport acquatici principali del Perù c’è il surf: precisamente, ti consigliamo di fare surf alla spiaggia di Miraflores, Playa Costa Verde, o magari a Makaha Beach, il posto ideale per i principianti perché qui si concentrano diverse scuole di surf e l’acqua è più fredda. Per chi fa surf in autunno o in inverno, è richiesta la muta.

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Borghi Catanzaro itinerari culturali mete storiche murales siti archeologici Squillace Viaggi

Weekend nel borgo di Squillace con visita al castello normanno

Squillace, adagiato su un’altura, con lo sguardo rivolto verso il mare, è uno scrigno di storia, arte e cultura. Patria del politico, letterato e storico Cassiodoro, il borgo medievale situato in provincia di Catanzaro veglia silenzioso sull’omonimo golfo offrendo ai visitatori un viaggio nel passato che può essere vissuto passeggiando tranquillamente tra le sue viuzze e soffermandosi nei diversi punti d’interesse tra scoperte archeologiche e creazioni artistiche dalle origini antiche.

Ed è proprio il rapporto tra Squillace e le sue origini, ancora vivo e tangibile, che ci permette di immergersi nella sua storia scoprendolo con calma tra palazzi signorili, chiese e portali in pietra. Non solo luoghi, anche le persone che l’abitano si impegnano per raccontare il borgo attraverso murales che raffigurano i personaggi che hanno vissuto tra le sue strade.

Il passato di Squillace

Prima di scoprire cosa vedere nel borgo medievale di Squillace, approfondiamo la sua storia dalle origini antiche. Se la leggenda attribuisce la sua fondazione a Ulisse di ritorno da Troia, le fonti storiche parlano del paese come città greca sotto il nome di Skylletion e successivamente come colonia romana con il nome di Minervia Scolacium. Il paese, che ha sempre ricoperto un ruolo strategico dal punto di vista commerciale, ha occupato la posizione collinare che vediamo oggi in seguito agli attacchi da parte dei bizantini, dei normanni e dei saraceni. È proprio per sfuggire ai nemici che la popolazione si è spostata sempre più verso le alture.

Con la diffusione del Cristianesimo, Squillace diventa diocesi e Cassiodoro istituisce il Vivarium, uno dei più importanti centri culturali dell’Europa alto medioevale. Il politico, letterato e storico è considerato uno dei personaggi più importanti di questo borgo della Calabria.

Sulle tracce di Cassiodoro

Cassiodoro è una figura centrale per Squillace perché, con la sua personalità, ha contribuito a delineare l’identità stessa del borgo. Flavio Magno Cassiodoro nacque proprio qui, nel 490, e nei suoi dintorni fondò un monastero dotato di moltissimi codici e di uno scriptorium volto alla traduzione di opere greche che diventò un vero e proprio centro culturale nel Medioevo. Affezionato alla sua terra e alle bellezze della costa ionica del catanzarese, portò con sé diverse maestranze letterarie ed economiche che lo aiutarono a valorizzare il paesaggio culturale del territorio.

La planimetria e l’assetto originale del monastero restano indefiniti, seppur siano presenti delle vasche che, chiamate ‘Vasche di Cassiodoro’, lasciano intendere che quello fu il luogo in cui si trovava il complesso. Del Vivarium cassiodoriano, infatti, sopravvivono solo alcune immagini conservate in tre copie altomedievali.

Vasche Cassiodoro

Fonte: iStock

Vasche di Cassiodoro a Copanello

Cosa vedere a Squillace

Ogni angolo di Squillace racconta un pezzo della sua storia, come il Castello Normanno, detto anche ‘Dei Borgia’, tra le cose da vedere all’interno del borgo medievale. Dalla presenza maestosa, il maniero fu edificato nel 1044 da Guglielmo d’Altavilla su una preesistente fortezza bizantina. Questo presenta un sistema difensivo caratterizzato da due torri e per molti anni venne utilizzato come dimora carceraria. Durante gli scavi archeologici realizzati negli anni ’90 sono stati rinvenuti due scheletri mano nella mano, la cui fine resta tuttora un mistero.

Stiamo parlando de ‘Gli amanti‘ che, in base agli accertamenti scientifici eseguiti anche dalla Soprintendenza alle Antichità della Calabria, sono gli scheletri di una donna e di un uomo vissuti a cavallo tra il 1200 e il 1300. Questi sono conservati e visitabili presso il Museo Civico del castello. Degne di nota sono anche Palazzo Pepe, tra i migliori esempi di architettura gentilizia della zona, e le chiese, da quella dedicata a Maria SS. Assunta, la cui struttura originale è in stile romanico-normanno, alla chiesetta dedicata a S. Maria della Pietà, nota anche come chiesetta gotica.

I murales e le ceramiche di Squillace

Accanto alle meraviglie architettoniche, Squillace si mostra anche attraverso il suo lato artistico. Questo si esprime in due modi: da una parte attraverso le ceramiche e dall’altra con i murales realizzati dai suoi stessi abitanti.

Importata dai greci, esperti nella decorazione fittile, e successivamente sedimentata con l’arrivo dei bizantini, l’arte della ceramica è parte integrante dell’identità del borgo. Le produzioni realizzate qui, infatti, sono certificate con il marchio DOC delle ceramiche tradizionali e possono essere scoperte nelle numerose botteghe artigiane o presso il Centro Culturale del Folklore e delle Tradizioni popolari del paese.

A rendere il borgo una tappa imperdibile durante il vostro viaggio lungo la Costa degli Aranci sono anche i murales realizzati dagli abitanti. Uno dei più belli si trova in Piazza Castello ed è stato realizzato da Roberto Caristo: l’artista ha voluto testimoniare sia la storia che l’antica bellezza della città di Cassiodoro attraverso un’opera realizzata con una mescolanza di elementi e stili architettonici, tra antico e moderno.

Golfo Squillace

Fonte: iStock

Il golfo di Squillace

Come arrivare a Squillace

Se arrivate in Calabria in aereo, l’aeroporto più vicino è quello di Lamezia Terme, a 30 minuti di distanza. Da qui potete prenotare un transfer o il treno dalla stazione principale. Se invece arrivate in auto, vi basterà prendere la SS106 con uscita Squillace.

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Borghi Catanzaro itinerari culturali mete storiche murales siti archeologici Squillace Viaggi

Cosa vedere nel borgo medievale di Squillace

Squillace, adagiato su un’altura, con lo sguardo rivolto verso il mare, è uno scrigno di storia, arte e cultura. Patria del politico, letterato e storico Cassiodoro, il borgo medievale situato in provincia di Catanzaro veglia silenzioso sull’omonimo golfo offrendo ai visitatori un viaggio nel passato che può essere vissuto passeggiando tranquillamente tra le sue viuzze e soffermandosi nei diversi punti d’interesse tra scoperte archeologiche e creazioni artistiche dalle origini antiche.

Ed è proprio il rapporto tra Squillace e le sue origini, ancora vivo e tangibile, che ci permette di immergersi nella sua storia scoprendolo con calma tra palazzi signorili, chiese e portali in pietra. Non solo luoghi, anche le persone che l’abitano si impegnano per raccontare il borgo attraverso murales che raffigurano i personaggi che hanno vissuto tra le sue strade.

Il passato di Squillace

Prima di scoprire cosa vedere nel borgo medievale di Squillace, approfondiamo la sua storia dalle origini antiche. Se la leggenda attribuisce la sua fondazione a Ulisse di ritorno da Troia, le fonti storiche parlano del paese come città greca sotto il nome di Skylletion e successivamente come colonia romana con il nome di Minervia Scolacium. Il paese, che ha sempre ricoperto un ruolo strategico dal punto di vista commerciale, ha occupato la posizione collinare che vediamo oggi in seguito agli attacchi da parte dei bizantini, dei normanni e dei saraceni. È proprio per sfuggire ai nemici che la popolazione si è spostata sempre più verso le alture.

Con la diffusione del Cristianesimo, Squillace diventa diocesi e Cassiodoro istituisce il Vivarium, uno dei più importanti centri culturali dell’Europa alto medioevale. Il politico, letterato e storico è considerato uno dei personaggi più importanti di questo borgo della Calabria.

Sulle tracce di Cassiodoro

Cassiodoro è una figura centrale per Squillace perché, con la sua personalità, ha contribuito a delineare l’identità stessa del borgo. Flavio Magno Cassiodoro nacque proprio qui, nel 490, e nei suoi dintorni fondò un monastero dotato di moltissimi codici e di uno scriptorium volto alla traduzione di opere greche che diventò un vero e proprio centro culturale nel Medioevo. Affezionato alla sua terra e alle bellezze della costa ionica del catanzarese, portò con sé diverse maestranze letterarie ed economiche che lo aiutarono a valorizzare il paesaggio culturale del territorio.

La planimetria e l’assetto originale del monastero restano indefiniti, seppur siano presenti delle vasche che, chiamate ‘Vasche di Cassiodoro’, lasciano intendere che quello fu il luogo in cui si trovava il complesso. Del Vivarium cassiodoriano, infatti, sopravvivono solo alcune immagini conservate in tre copie altomedievali.

Vasche Cassiodoro

Fonte: iStock

Vasche di Cassiodoro a Copanello

Cosa vedere a Squillace

Ogni angolo di Squillace racconta un pezzo della sua storia, come il Castello Normanno, detto anche ‘Dei Borgia’, tra le cose da vedere all’interno del borgo medievale. Dalla presenza maestosa, il maniero fu edificato nel 1044 da Guglielmo d’Altavilla su una preesistente fortezza bizantina. Questo presenta un sistema difensivo caratterizzato da due torri e per molti anni venne utilizzato come dimora carceraria. Durante gli scavi archeologici realizzati negli anni ’90 sono stati rinvenuti due scheletri mano nella mano, la cui fine resta tuttora un mistero.

Stiamo parlando de ‘Gli amanti‘ che, in base agli accertamenti scientifici eseguiti anche dalla Soprintendenza alle Antichità della Calabria, sono gli scheletri di una una donna e di un uomo vissuti a cavallo tra il 1200 e il 1300. Questi sono conservati e visitabili presso il Museo Civico del castello. Degne di nota sono anche Palazzo Pepe, tra i migliori esempi di architettura gentilizia della zona, e le chiese, da quella dedicata a Maria SS. Assunta, la cui struttura originale è in stile romanico-normanno, e la chiesetta dedicata a S. Maria della Pietà, nota anche come chiesetta gotica.

I murales e le ceramiche di Squillace

Accanto alle meraviglie architettoniche, Squillace si mostra anche attraverso il suo lato artistico. Questo si esprime in due modi: da una parte attraverso le ceramiche e dall’altra con i murales realizzati dai suoi stessi abitanti.

Importata dai greci, esperti nella decorazione fittile, e successivamente sedimentata con l’arrivo dei bizantini, l’arte della ceramica è parte integrante dell’identità del borgo. Le produzioni realizzate qui, infatti, sono certificate con il marchio DOC delle ceramiche tradizionali e possono essere scoperte nelle numerose botteghe artigiane o presso il Centro Culturale del Folklore e delle Tradizioni popolari del paese.

A rendere il borgo una tappa imperdibile durante il vostro viaggio lungo la Costa degli Aranci sono anche i murales realizzati dagli abitanti. Uno dei più belli si trova in Piazza Castello ed è stato realizzato da Roberto Caristo: l’artista ha voluto testimoniare sia la storia che l’antica bellezza della città di Cassiodoro attraverso un’opera realizzata con una mescolanza di elementi e stili architettonici, tra antico e moderno.

Golfo Squillace

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Il golfo di Squillace

Come arrivare a Squillace

Se arrivate in Calabria in aereo, l’aeroporto più vicino è quello di Lamezia Terme, a 30 minuti di distanza. Da qui potete prenotare un transfer o il treno dalla stazione principale. Se invece arrivate in auto, vi basterà prendere la SS106 con uscita Squillace.

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Il Cammino Celtico, tra Irlanda e Galles a caccia di luoghi sacri

Negli ultimi anni, un numero crescente di viaggiatori sta riscoprendo l’antica arte del camminare, rivolgendosi a un turismo lento che valorizza il percorso tanto quanto la destinazione.

I cammini, spesso legati a rotte storiche e spirituali, offrono l’opportunità di esplorare luoghi sacri e immersi nella natura, lontano dai ritmi frenetici della vita moderna. Il pellegrinaggio a piedi, un tempo pratica di fede e introspezione, sta tornando in auge, attirando non solo i credenti, ma anche chi cerca un’esperienza autentica e rigenerante.

Tra l’Irlanda e il Galles, terre misteriose per eccellenza e contraddistinte da un passato millenario, è nato il Cammino Celtico, che unisce il pozzo sacro di Maedoc a Ferns, nel sud-est dell’Irlanda, con quello di St Non, vicino alla città cattedrale del Pembrokeshire di St Davids, per un totale di circa 260 chilometri, più il viaggio in traghetto di tre ore e mezza tra Rosslare e Fishguard.
Si tratta, probabilmente, della via percorsa dallo sciamano irlandese Saint Aidan (alias Maedoc), quando partì per studiare seguendo il mago gallese Saint David.

Come per ogni cammino che si rispetti, è disponibile un libretto da timbrare presso i punti di sosta e il suggerimento è quello di riempire una bottiglia al pozzo di Maedoc e portarla con sé.

Una magica esperienza da “pellegrino solitario” in Irlanda

La partenza è da Our Lady Island, antico luogo di pellegrinaggio nell’angolo sud-orientale dell’Irlanda, nella diocesi di Ferns, per dirigersi, lungo la costa, a Carnsore Point, la punta sud-orientale dell’Irlanda dove si incontrano l’Oceano Atlantico e il Mare d’Irlanda. In questo tratto, è possibile sperimentare la magica esperienza del “pellegrino solitario”, senza incontrare altre persone sulle ampie spiagge di ciottoli.

Gran parte del percorso in Irlanda si svolge su asfalto rurale e offre l’occasione di vivere esperienze autentiche e arricchenti: ad esempio, a Oulart Hill, in una sala del villaggio con il tetto di paglia, House of Stories, vanno in scena regolarmente spettacoli di poesia e canzoni.

Inoltre, in questa zona, risuona ancora l’eco della ribellione del XVIII secolo contro il dominio britannico che aveva portato alla breve repubblica di Wexford e della leggenda secondo cui Sant’Aidan portò con sé delle api quando tornò da St Davids: il miele era vitale a quei tempi.
Le leggi medievali in Irlanda regolamentavano nel dettaglio l’apicoltura fino al risarcimento dovuto se si veniva punti dall’ape di un vicino. Per celebrare i legami del Cammino con le api, verranno presto installate tre gigantesche arnie di legno che amplificheranno il suono delle colonie al loro interno.

L’arrivo in Galles

Whitesands Bay, Galles

Fonte: iStock

La spiaggia di Whitesands Bay in Galles

La seconda parte del pellegrinaggio inizia dal Pembrokeshire e il sentiero gallese segue per lo più la strada costiera, con alcune deviazioni per visitare i luoghi sacri, come salire sulla scogliera di Fishguard e attraversare vari siti neolitici e un’antica croce prima di raggiungere il pozzo sacro di Llanwnda.

Proseguendo, il paesaggio è plasmato da scogliere intervallate da profonde insenature isolate: si cammina attorno a Strumble Head, suggestivo promontorio sul Mare d’Irlanda, per poi arrivare a Trefin, affascinante e storico villaggio con una piccola spiaggia di ciottoli e un antico mulino.

La tappa successiva è la spiaggia di Whitesands Bay, ampia distesa di sabbia bianca verso il remoto promontorio roccioso di St Davids Head, ideale per il surf. Qui spiccano una cappella in rovina del VI secolo e, alle spalle, la collina dove si narra che San Patrizio abbia sentito la “chiamata” a tornare in Irlanda.

Il termine del sentiero è il pozzo di San Non sulla scogliera fuori St Davids (Non era la madre di San David che fu violentata e poi abbandonata a partorire da sola, così narra la leggenda, sulla scogliera durante una tempesta).

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Bandung, la “Parigi di Giava”: le migliori attività da fare

Ti trovi a Giacarta e non sai cosa fare nei dintorni? Siamo in Indonesia, uno dei Paesi più belli da visitare, e nei dintorni della Capitale, a poco più di 3 ore di auto, si trova Bandung, tra le principali attrazioni da non perdere. A renderla tanto speciale, il suo passato, le difficoltà che ha superato e il movimento Art Déco: conosciuta come la “Parigi di Giava”, è amatissima per le attività offerte, oltre che per il patrimonio culturale e le boutique dove fare acquisti.

Cosa vedere a Bandung

Sono tante – forse troppe! – le cose da fare e da vedere a Bandung, persino in una giornata. Ecco perché abbiamo pensato di suddividere le attrazioni, in modo tale da consentirti di scegliere quelle su misura per te. In ogni caso, qui puoi immergerti nella cultura locale, magari fermandoti per 1 o 2 giorni, e concederti una serata a Braga Street, uno dei centri della movida, tra musica dal vivo e locali dove provare l’autentica cucina indonesiana. Fondata nel 1810 dagli olandesi, Bandung ha avuto uno sviluppo importante e piuttosto rapido: è tra le città più importanti in Indonesia e sede di alcune delle migliori università del Paese.

NuArt Sculpture Park

Si trova a Bandung ed è un parco di 4 ettari finanziato dallo scultore Nyoman Nuarta, di origini balinesi. Tra i più grandi parchi di sculture in Indonesia, si basa sulla filosofia Tri Hita Karana: qui è fortissimo il legame tra le persone e la natura, per preservare l’ambiente. Puoi visitarlo tutti i giorni (è chiuso il lunedì) dalle 8.30 fino alle 17.00.

Museo Geologico

Vuoi scoprire la storia geologica dell’Indonesia e del territorio? Il punto di riferimento è il Museo Geologico di Bandung, che è stato fondato nel 1928, proprio durante il periodo coloniale olandese. La collezione è piuttosto vasta e include rocce, minerali e fossili.

Braga Street

Via centrale di Bandung, vero e proprio snodo della città, passeggiare qui ti permette non solo di provare la cucina più autentica, magari bevendo una birra, ma di fare acquisti nei negozi d’arte e di sentire costantemente la musica di sottofondo (anche dal vivo). La vita notturna a Braga Street è un’occasione per riscoprire l’atmosfera europea in Indonesia.

Grande Moschea di Bandung

Conosciuta con il nome di Masjid Raya Bandung, è uno dei luoghi di culto più importanti, ed è possibile visitarla chiedendo il permesso. Con un po’ di fortuna, potrai accedere al minareto (l’edificio, però, non si può visitare durante i rituali).

Il mercato galleggiante di Lembang

Immagina la possibilità di prendere parte a un’esperienza immersiva nel mercato galleggiante di Lembang: le bancarelle galleggiano letteralmente sul lago artificiale e c’è la possibilità di raggiungerle mediante canoe e pedalò. Sono previste attività per grandi e piccini (persino il giro in trenino).

Saung Angklung Udjo

Questo centro culturale di Bandung è un vero e proprio caleidoscopio di colori: un punto di riferimento per conoscere (davvero) la cultura del posto, dove ammirare le esibizioni di angklung. Destinazione turistica culturale e persino educativa, presenta un’arena per spettacoli e un centro artigianale di bambù, oltre a un laboratorio dove vengono realizzati gli strumenti musicali di bambù. L’obiettivo del posto è di preservare e contribuire allo sviluppo della cultura sundanese.

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Sogni di dormire in una dimora storica? Ora puoi farlo

L’Associazione Dimore Storiche Italiane (Adsi), impegnata da oltre 47 anni nella salvaguardia e valorizzazione del patrimonio storico-culturale italiano, ha presentato una piattaforma innovativa, progettata per promuovere e facilitare la fruizione delle dimore storiche e dei territori in cui esse si trovano.

L’iniziativa, annunciata durante la conferenza stampa intitolata “Dimore Storiche: volano per il turismo diffuso. Servizi e strategie per il turismo diffuso“, svoltasi presso la Sala del Cenacolo della Camera dei deputati, mira a potenziare il turismo diffuso, evidenziando il ruolo centrale delle dimore storiche come custodi dell’identità locale e motori di crescita culturale e turistica.

All’evento hanno partecipato figure di spicco del panorama culturale e istituzionale italiano. Tra i relatori, Giacomo Di Thiene, presidente dell’Associazione Dimore Storiche Italiane (Adsi), Roberto Marti, presidente della Commissione Cultura e Patrimonio Culturale del Senato, e Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati. Sono inoltre intervenuti Ivana Jelinic, amministratore delegato dell’Agenzia Nazionale del Turismo (Enit), e Anna Marras, CEO di EdiliziAcrobatica S.p.A., confermando l’importanza di una collaborazione tra pubblico e privato nella valorizzazione del patrimonio storico italiano.

L’obiettivo della nuova piattaforma

Grazie al contributo di EdiliziAcrobatica, è stata realizzata una piattaforma innovativa che mira a creare una rete culturale e turistica interattiva, connettendo proprietari, gestori e visitatori per promuovere e valorizzare le dimore storiche italiane. Accessibile tramite il sito Dimorestoricheitaliane.it, il portale funziona come una piattaforma di prenotazione: selezionando regione, dimora e date di visita o soggiorno, gli utenti possono contattare direttamente i gestori o proprietari per organizzare l’accesso a queste prestigiose residenze.

Le dimore storiche, spesso situate in affascinanti borghi, non solo custodiscono una parte significativa del patrimonio culturale italiano, ma rappresentano una risorsa strategica per il turismo. Offrono infatti l’opportunità di diversificare i flussi, spingendo i viaggiatori a esplorare itinerari meno conosciuti e a soggiornare in aree rurali, contribuendo al rilancio economico delle zone interne del Paese.

Le parole di soddisfazione di alcuni protagonisti

Anna Marras, Ceo di Acrobatica S.p.A, ha così commentato la nascita dell’innovativa piattaforma di prenotazione per soggiornare nelle dimore storiche italiane: “Siamo davvero felici di sostenere questa importante e rivoluzionaria iniziativa messa in campo da Adsi che permette di riunire in un unico portale domanda e offerta rispetto alla ricettività nelle dimore storiche italiane. Come gruppo, Acrobatica ha come mission prendersi cura del patrimonio immobiliare e monumentale di ogni paese in cui opera, a partire proprio dall’Italia, territorio ricco di storia e cultura che, anche grazie al nostro lavoro, tornano a splendere e attirare turisti da ogni parte del mondo”.

Ivana Jelinic s.d. Enit Spa ha sottolineato come “Le dimore storiche rappresentano da decenni un capitale residenziale che consente al turista un’esperienza di vacanza unica nella sua specificità identitaria. I nostri territori, infatti, anche quelli nelle aree interne, come i borghi italiani, sono il racconto dal vivo del nostro passato e le dimore storiche sono un veicolo di straordinaria promozione e tutela di questo patrimonio culturale“.

Giacomo di Thiene, presidente di Adsi ha spiegato: “La nostra missione è esaltare sempre di più il legame intrinseco tra le dimore storiche e i luoghi in cui sono situate, valorizzandone l’unicità e promuovendo un turismo consapevole che possa supportare lo sviluppo delle comunità locali. Con questa nuova piattaforma, vogliamo offrire uno strumento efficace e innovativo per mettere in rete i proprietari di dimore storiche e altri luoghi di interesse per creare un’esperienza che arricchisca i visitatori e il territorio stesso“.

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La Foresta di Białowieża, alla scoperta dell’oasi dei bisonti

Tra la Bielorussia e la Polonia, la Foresta di Białowieża è un’antichissima foresta vergine: migliaia di anni fa, si estendeva su tutta l’Europa, e oggi è considerata uno dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco. La parte presente sul territorio polacco è protetta come parco nazionale, mentre in quello bielorusso la riserva copre 1.771 km². La zona di confine tra i due stati è chiusa ai turisti. Uno degli aspetti da conoscere è che è considerata un’oasi per i żubr, ovvero bisonti europei.

Foresta di Białowieża in Bielorussia, cosa sapere

Il patrimonio della foresta primordiale? Inestimabile: persino gli antichi Re polacchi ne ammiravano la bellezza e la potenza della natura sconfinata. Questo territorio ci porta alla scoperta di una foresta che ha assistito alla storia dell’uomo e dell’Europa: soprattutto, tra i boschi muschiosi, quasi impenetrabili, sembra di ritrovarsi in una di quelle favole che leggevamo da piccoli. L’area naturale della Foresta di Białowieża, che si suddivide, come abbiamo visto, tra la Bielorussia e la Polonia, si estende per circa 500mila ettari. Dal punto di vista della biodiversità, è un luogo unico al mondo.

Il Parco della Foresta di Białowieża si trova in Polonia, mentre nella parte bielorussa è possibile osservare diversi laboratori, tra cui una zona in cui i bisonti sono nel loro habitat naturale (sono stati reintrodotti nel 1929), e tra gli altri animali da vedere ci sono i cavalli allo stato quasi semi-selvaggio (konik), oltre a cinghiali, alci e animali indigeni. Alcune delle attrazioni da non perdere, invece, sono il museo regionale e il museo del Capodanno, oltre alla residenza di Dzied Maróz, ovvero “Nonno Gelo”, il Babbo Natale slavo. Se la parte polacca della foresta è visitata da circa 100mila turisti l’anno, sono molti meno, invece, quelli che si avventurano in Bielorussia.

L’antica foresta è l’oasi dei bisonti

Per comprendere l’importanza della Foresta di Białowieża, dobbiamo fare un punto importante: il bisonte europeo, fatta eccezione per le zone meridionali, era enormemente diffuso nel Vecchio Continente. Molte culture europee hanno testimoniato la presenza di questo animale lungo la storia: la specie andò incontro a un’estinzione piuttosto rapida a causa di due fattori, il primo dovuto al disboscamento (ricordi quando abbiamo detto che la foresta si estendeva per gran parte d’Europa?), il secondo per la caccia incontrollata.

La specie si è “salvata” dall’estinzione grazie a cinque mandrie di bisonti presenti nei giardini zoologici europei, fino a quando non è stata istituita la Società Europea per la Protezione del Bisonte, che ha in seguito reintrodotto i bisonti nel loro habitat naturale, ovvero la Foresta di Białowieża. Ci sono voluti anni per scongiurare (solo in parte, a dire il vero) il pericolo di estinzione.

Visitare il Parco Nazionale Belovezhskaya Pushcha in Bielorussia è sicuramente un regalo da farsi: una gita in giornata, per andare alla scoperta di un territorio antichissimo quanto potente, in cui la natura è sempre stata al centro di tutto. Oltretutto, qui sono presenti molti alberi secolari, con querce che superano i 500 anni: lungo i sentieri, ci si imbatte in abeti, pini, tigli e frassini.

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Escursione a Cajon del Maipo, cosa sapere (e le attività da non perdere per nessuna ragione)

Cajon del Maipo è uno dei luoghi più amati al mondo dagli escursionisti: questo canyon comprende il bacino superiore del fiume Maipo, oltre ai fiumi confluenti El Volcàn, Yeso e Colorado. Come destinazione turistica per escursionisti e campeggiatori, ci sono molte cose da sapere: prima di tutto, bisogna prenotare un tour, per un viaggio unico tra i villaggi tipici, dove è possibile osservare la riserva circondata dalle maestose montagne. I tour durano circa 10 ore – impegnano una giornata – e ciascuno offre attrazioni specifiche. Ti portiamo alla scoperta di Cajon del Maipo in Cile.

Cosa sapere prima di prenotare un’escursione a Cajon del Maipo

Cajon del Maipo è un canyon abbastanza stretto, ma il panorama è a dir poco pittoresco e mozzafiato: per chi vuole fuggire dalla frenesia di Santiago del Cile per un giorno, non possiamo non suggerire una visita in questa landa selvaggia, tra le cittadine di montagna. Il suggerimento che ti diamo per non perdere nulla è di prenotare l’escursione che più si addice ai tuoi interessi: per esempio, c’è la possibilità di andare alle sorgenti termali di Cajon del Maipo da Santiago del Cile.

L’aspetto più interessante del territorio è che offre delle opzioni su misura di tutti: da chi è amante del brivido e dell’avventura, fino a chi preferisce un’escursione più misurata. Tra fiumi e passi di montagna, le valli di Cajon del Maipo si trovano a un’ora dalla Capitale del Cile: ti attendono attività di rafting, escursionismo, alpinismo. Se ami gli sport all’aria aperta, è decisamente la gita in giornata da non perdere.

Cosa vedere a Cajon del Maipo

Iniziamo da El Morado National Monument: è un’area che comprende il canyon Rio Morales e le colline adiacenti: flora e fauna sono pronti a stupirti con specie vegetali ed esemplari di uccelli, ma ricorda che il parco è chiuso da maggio e settembre per le condizioni climatiche. Il periodo migliore per visitarlo è da dicembre a marzo.

San José de Maipo è uno di quei pittoreschi villaggi di montagna dove l’identità è forte: cultura, cucina locale, panorami immersi nella natura. Questa destinazione è particolarmente amata dai turisti per il cibo (tra cui le empanadas cotte nei forni di argilla) e la presenza di vigneti e birrifici.

El Yeso, invece, si trova nelle profondità di Cajon del Maipo: fare un’escursione ammirando le sue acque turchesi è un’opportunità da non perdere. Il sentiero non è difficile ed è adatto anche a coloro che non sono soliti fare trekking. Si può persino pescare, oppure fare un pic nic con tutta la famiglia. Si percorre la strada El Volcàn, passando per la città di San Gabriel: qui poi ci sarà ad attenderti il bacino di acqua cristallina e colline innevate. Un modo per connettersi con il Cile più “segreto” e autentico.

Le sorgenti termali del Cajon del Maipo rimangono una delle attrazioni più famose: il panorama è idilliaco, c’è la possibilità di rilassarsi e dimenticare qualsiasi stress o tensione, ed è possibile persino ammirare la cascata Velo de la Novia. Ovviamente, ti attende un pranzo cileno genuino, per scoprire i sapori del territorio.