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La Thailandia è tra le mete più amate dagli italiani

Nel mese di agosto 2024, la Thailandia ha registrato un numero record di arrivi dall’Italia, superando persino i dati pre-pandemia con 41mila ingressi (rispetto ai 39.000 del 2019).
Questo segnale positivo evidenzia la crescente attrattiva del Paese come meta turistica per gli italiani, non soltanto per le indiscusse bellezze naturalistiche, ma anche per la ricca offerta culturale, gastronomica e di intrattenimento.

Le parole di soddisfazione del marketing manager

Sandro Botticelli, marketing manager dell’Ente nazionale per il turismo thailandese, ha sottolineato: “Siamo estremamente soddisfatti dei risultati ottenuti ad agosto. Questo traguardo non solo segna una ripresa significativa del turismo, ma evidenzia anche l’attrattiva continua della Thailandia come destinazione di viaggio preferita. La recente riattivazione del volo diretto Thai Airways da Milano a Bangkok ha sicuramente contribuito a questo successo, facilitando l’accesso per i turisti italiani”.

Grande attesa per il volo diretto Roma – Bangkok

Non soltanto la riattivazione del volo diretto da Milano a Bangkok. È iniziato anche il countdown per il volo diretto da Roma, come evidenziato dallo stesso Botticelli: “Siamo anche entusiasti per la prossima partenza del volo Ita Airways da Roma a Bangkok, prevista per novembre. Questa nuova rotta non solo rafforzerà i collegamenti tra Italia e Thailandia, ma contribuirà ad ampliare la possibilità di scelta per i viaggiatori che torneranno ad avere diverse opzioni di volo per raggiungere e scoprire il Paese del sorriso“.

Una nazione che non finisce di stupire

Phuket, Thailandia

Fonte: iStock

La Spiaggia tropicale Laem Singh, Phuket

Insomma, la Thailandia continua a esercitare un forte fascino, grazie alla sua combinazione unica di cultura, paesaggi spettacolari e un’ospitalità calorosa. I templi storici di Bangkok, come il Wat Phra Kaew e il Wat Arun, sono tra le attrazioni più visitate, mentre le spiagge incontaminate di Phuket, Koh Samui e Krabi donano momenti di relax e bellezza assoluti. Pattaya, invece, rimane una meta vivace per chi cerca un’esperienza più dinamica, tra locali notturni e divertimento.

L’Ente Nazionale per il Turismo Thailandese gioca un ruolo chiave nella promozione del Paese, assicurando ai viaggiatori una destinazione sicura e accogliente: infatti, la collaborazione con compagnie aeree e operatori turistici ha migliorato notevolmente l’accessibilità e la qualità dei servizi offerti. Inoltre, la cucina thailandese, conosciuta per i suoi sapori ricchi e aromatici, rappresenta un altro elemento centrale dell’esperienza turistica, con piatti iconici come il pad thai, il tom yum e il curry verde, che deliziano i palati dei turisti provenienti da ogni parte del mondo.

Superato l’obiettivo di 35mila visitatori per il 2024

La Thailandia si prepara a raggiungere un traguardo notevole nel 2024, con la possibilità di accogliere fino a 36 milioni di turisti stranieri, superando l’obiettivo iniziale di 35 milioni, un afflusso che dovrebbe generare entrate per ben 53 miliardi di dollari.

Secondo la Tourism Authority of Thailand (TAT), solo negli ultimi quattro mesi dell’anno, si prevede l’arrivo di 12,2 milioni di visitatori, che contribuiranno con quasi 20 miliardi di dollari in entrate. La maggior parte dei turisti proviene dall’Asia orientale, dall’Europa e dall’Asia meridionale.

Dall’inizio del 2024 fino al 25 agosto, oltre 23 milioni di turisti hanno visitato il Paese, con una spesa totale di 31,5 miliardi di dollari. La Cina rimane il principale mercato turistico, seguita da Malesia, India, Corea del Sud e Russia, a conferma di quanto la Thailandia sia amata a livello globale.

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Anche a Bali si interviene sull’overtourism: non si costruiranno più hotel

Negli ultimi anni, uno degli aspetti che emergono con forza nel comparto dei viaggi è quello dell’overtourism, il turismo eccessivo che sta mettendo sotto pressione molte destinazioni tra le più popolari al mondo con un afflusso di visitatori che supera la loro capacità di gestione, causando disagi ai residenti (e ai visitatori stessi).

Sul fronte ambientale, l’incremento dei flussi turistici ha portato all’erosione delle coste, al danneggiamento dei siti storici e alla distruzione di habitat naturali. Dal punto di vista sociale, i residenti si trovano a dover convivere con l’aumento del costo della vita, la perdita di identità culturale, sovraffollamento e maggiore inquinamento.

Di fronte a un simile scenario, non sono poche le località che stanno adottando misure per porre un freno al numero dei turisti, come l’introduzione di quote giornaliere o tariffe d’ingresso per i luoghi più iconici, tassa di soggiorno più cara e altro ancora. Bali, rinomata isola indonesiana, ad esempio non costruirà più hotel: vediamo nel dettaglio.

Nuovi hotel a Bali: stop alla costruzione per dieci anni

Come accennato, Bali ha previsto uno stop alle nuove costruzioni di carattere turistico per un periodo che potrebbe durare fino a un decennio.
La moratoria è stata richiesta dall’amministrazione dell’isola al governo centrale dell’Indonesia, con l’obiettivo di frenare lo sviluppo incontrollato (in particolare nelle aree con un’alta densità abitativa e turistica) e preservare la cultura locale e lo straordinario ambiente naturale.

Il governatore ad interim di Bali, Sang Made Mahendra Jaya, ha proposto la moratoria per quattro zone specifiche, ad alta densità abitativa e più inflazionate dalla presenza di hotel, ville e stabilimenti balneari.
Il governo centrale ha accettato la proposta, ma la tempistica per l’implementazione delle restrizioni è ancora in fase di definizione.

Hermin Esti, alto funzionario del ministero degli Affari marittimi e degli Investimenti, ha confermato che la decisione è parte di un più ampio impegno per riformare il settore turistico dell’isola, con l’obiettivo di aumentarne la qualità preservando, al contempo, le tradizioni culturali e offrendo maggiori opportunità lavorative per la popolazione locale.

Dal 2019, sono 35 gli hotel in più

spiaggia di Nusa Dua, Bali
Vista panoramica della spiaggia di Nusa Dua

Bali ha vissuto negli ultimi anni una crescita esponenziale sia in termini di visitatori che di residenti stranieri, il che pone in grande difficoltà le infrastrutture e l’equilibrio ecologico e sociale del territorio. Dopo la riapertura post-pandemia, gli arrivi sono aumentati in modo significativo, con 2,9 milioni di visitatori stranieri registrati solo nella prima metà dell’anno, vale a dire il 65% del totale degli arrivi in Indonesia.

Tale affluenza ha portato a un sovrasviluppo, con un rapido aumento di hotel e strutture turistiche (541 hotel nel 2022, rispetto ai 507 del 2019), oltre a una crescente presenza di stranieri che si stabiliscono in modo permanente a fronte di un numero stimato di 200.000 residenti. Si tratta di un fenomeno che ha generato problemi come criminalità, concorrenza per i posti di lavoro e il peggioramento della qualità della vita.

Inoltre, i comportamenti inappropriati di alcuni turisti, diventati virali sui social media, hanno esacerbato il malcontento e accelerato la necessità di una risposta: di fronte a una situazione  diventata insostenibile, il governo indonesiano sta così pianificando la moratoria sullo sviluppo turistico a Bali, che potrebbe durare fino a 10 anni. Il ministro del Coordinamento degli Affari marittimi e degli Investimenti, Luhut Pandjaitan, ha sottolineato la necessità di questo piano per controllare l’impatto della crescita turistica sull’isola e proteggere la sua cultura e il suo ambiente.

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ETA obbligatorio, la novità per entrare in UK da aprile

Sono molti i luoghi del Regno Unito amati dai turisti europei, ma dal 2025 sarà un po’ più complicato raggiungerli. A partire dal 2 aprile 2025, i cittadini che desiderano viaggiare su territorio inglese dovranno necessariamente richiedere un’autorizzazione elettronica preventiva (ETA), anche solo per uno scalo aeroportuale. Il procedimento è simile a quello che attualmente interessa i viaggi, anche solo per scalo, verso gli Stati Uniti, i quali necessitano dell’Esta.

Ad annunciarlo è stato il governo britannico che, martedì 10 settembre, ha fornito date e dettagli di questa nuova procedura. Con l’ETA potrete viaggiare per motivi turistici in tutto il Regno Unito per un periodo massimo di sei mesi in totale, anche se questo avviene a più riprese. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta, come richiederlo e le altre informazioni che possediamo in questo momento.

Come funzionerà l’ETA

L’autorizzazione ETA, necessaria per entrare nel Regno Unito a partire dal prossimo anno, costerà 10 sterline (circa 12 euro) e sarà obbligatoria per tutti gli europei, italiani compresi. Il governo britannico ha deciso di introdurre questo nuovo sistema di immigrazione allo scopo di rafforzare la sicurezza sfruttando le nuove tecnologie. A essere esentati saranno esclusivamente gli irlandesi e gli europei già residenti nel Regno Unito.

Per richiederla vi basterà seguire la procedura online nel sito ufficiale o tramite app dal 5 marzo 2025. Durante la compilazione del modulo dovrete fornire diverse informazioni come i dati del passaporto, allegare una foto e rispondere a domande inerenti il tema della sicurezza. Una volta inoltrata la richiesta, secondo le dichiarazioni attuali, riceverete una risposta entro tre giorni. Se l’autorizzazione viene rifiutata non avrete possibilità di richiederla, ma dovrete munirvi di visto. Se invece, al contrario, la risposta sarà positiva, l’autorizzazione sarà valida per due anni e permetterà ingressi multipli fino a 6 mesi, ma solo ed esclusivamente a scopi turistici.

Dal 2025, inoltre, anche i britannici che viaggeranno nell’Unione Europea dovranno richiedere un permesso simile e sottoporsi a controlli biometrici alle frontiere.

Pronostici sul turismo

L’introduzione dell’ETA sta provocando diversi pareri negativi. Il quotidiano britannico Indipendent, per esempio, ha sottolineato come i turisti arabi provenienti da Emirati Arabi, Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar e Arabia Saudita, che già necessitano dell’autorizzazione per accedere al Regno Unito, stiano evitando Londra come scalo per non incorrere in eventuali complicazioni durante il loro viaggio.

Anche molti operatori del settore turistico hanno espresso le loro perplessità, in primis l’Irlanda del Nord. Attualmente, secondo l’Alleanza Turistica dell’Irlanda del Nord, il 60% dei turisti non britannici che visitano l’Irlanda del Nord si recano anche nella Repubblica e prevedono che l’autorizzazione influisca negativamente sull’afflusso dei turisti sull’isola.

Il rischio è che molti tour operator globali escluderanno Belfast e l’Irlanda del Nord dai loro itinerari, considerandole un’opzione non più fattibile. L’Unione Europea si muoverà nella stessa direzione perché diventa sempre più concreta l’introduzione di un sistema simile chiamato Etias (sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi), un visto elettronico che costerà 7 euro e sarà valido per tre anni. Anche in questo caso, come per il Regno Unito e gli Stati Uniti, l’obiettivo primario sarà quello di facilitare i viaggi in Europa e di migliorare la loro sicurezza.

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eventi Florida itinerari culturali location serie tv Nord America Notizie Viaggi

Miami Vice festeggia 40 anni: gli eventi organizzati

Se c’è una serie tv che ha fatto la storia degli anni ’80, questa è stata sicuramente Miami Vice. Interpretata da Don Johnson e Philip Michael Thomas nei panni di James «Sonny» Crockett e Ricardo «Rico» Tubbs, la serie raccontava le indagini e la lotta contro il crimine di due detective sotto copertura sullo sfondo di Miami, in Florida. Prodotta nel 1984 da Michael Mann (sceneggiatore di Starsky e Hutch) per la NBC, nel 2024 festeggia i suoi 40 anni e la città, co-protagonista della serie, ha organizzato tantissimi eventi per omaggiarla e rendere felici i fan più nostalgici.

Il primo episodio andò in onda esattamente il 16 settembre del 1984, diventando ben presto un fenomeno globale che entusiasmò gli spettatori per cinque stagioni, fino al 1989. Considerata la sua importanza culturale e per la stessa riqualificazione della città, Miami la omaggia con tantissimi eventi (rimandati a ottobre a causa del maltempo) che includono tour in autobus e a piedi dei luoghi delle riprese, cene speciali organizzate dai membri del cast e incontri con le star al Royal Palm South Beach, con la partecipazione degli attori Edward James Olmos, Michael Madsen, Saundra Santiago e altri.

L’importanza della serie tv per la città di Miami

Quando nacque l’idea di creare la serie televisiva, Miami non vantava una fama molto positiva: in quegli anni fu la protagonista dell’immigrazione di massa da Cuba e dagli altri paesi caraibici, della speculazione edilizia e del traffico di droga. Derek Hedlund, attore originario di Miami e tra gli organizzatori degli eventi, ha raccontato di quanto la serie abbia contribuito a salvare la città e il suo patrimonio artistico-architettonico.

Basti pensare che le persone coinvolte nello show hanno ridipinto tutti gli edifici art déco di Ocean Drive, mentre le riprese a South Beach hanno reso il posto talmente bello che ben presto divenne uno dei luoghi più frequentati dagli stessi abitanti della città. Dal punto di vista culturale, invece, il successo di molti prodotti – dagli occhiali da sole Carrera alle moto d’acqua in stile matchbox – non sarebbe stato così elevato senza l’influenza della serie.

Gli eventi organizzati per l’anniversario

Gli eventi organizzati in occasione dell’anniversario si svolgeranno in tutta la città. I fan e non solo potranno partecipare a tour guidati a piedi e in autobus che li porteranno nei luoghi delle riprese. Il Wilzig Museum Building, invece, esporrà per la prima volta una collezione di cimeli come distintivi, oggetti di scena, abiti, armi, materiali usati per la produzione della serie e foto storiche scattate dietro le quinte. Saranno esposti anche l’originale Ferrari Testarossa bianca e tre barche usate per le riprese. Infine, i fan potranno fare foto e chiedere autografi alle star dello show e ad altre celebrità.

Alcune iniziative saranno più esclusive di altre, come la cena organizzata nel ristorante stellato “A Fish Called Avalon” all’interno dell’Hotel Avalon, comparso in moltissimi episodi della serie. Chi riuscirà ad acquistare il biglietto d’entrata VIP, potrà cenare con il cast e chiacchierare in un contesto unico e indimenticabile.

Infine, il sindaco della città Francis Suarez omaggerà lo show con una stella che verrà posizionata sulla Miami Walk of Fame, mentre il centro commerciale Bayside Marketplace, come la serie nato negli anni ’80 e pensato per riqualificare un quartiere nella zona sud di Miami, organizzerà diversi eventi sia per gli adulti che per i bambini.

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attrazioni turistiche italiane e internazionali Copenaghen Idee di Viaggio Viaggi

A spasso per Nørrebro, il quartiere più bello del mondo

Copenaghen è una città vivace, viva, ricca di luoghi da scoprire e di cose da fare. Tra queste c’è senza alcun dubbio visitare il quartiere di Nørrebro, un luogo molto alla moda, multietnico, tra negozi, locali e tantissime attrazioni.

Non stupisce che qualche anno fa (nel 2021 per la precisione) sia stato eletto da Time Out il quartiere più cool del mondo, perché qui si trovano tanti elementi che convivono assieme creando un luogo accogliente e tutto da scoprire: dal passato al moderno, senza dimenticare una comunità vivace e tante iniziative.

Da cosa fare a cosa vedere a Nørrebro, uno dei cuori pulsanti di Copenaghen e quartiere dal fascino che cattura al primo sguardo.

Nørrebro, tutto quello che c’è da sapere sul quartiere

La Danimarca è una terra tutta da scoprire, affascinante e unica, che regala scorci suggestivi e location indimenticabili. A partire dalla sua capitale, Copenaghen (ma non solo) che regala ai turisti tantissime cose da fare e bellezze da esplorare. Come il quartiere Nørrebro, cool e pieno di vita.

Si trova nella zona nord ovest dei laghi cittadini, che nel passato erano un braccio di mare, e nel suo perimetro si incontrano moltissimi locali per tutti i gusti, in cui sperimentare non solo piatti locali ma sapori da tutto il mondo e una vivace vita notturna.

Tra le strade da non perdere vi è Jægersborggade, una via in cui ci si imbatte in attività diverse come gallerie d’arte, botteghe biologiche, negozi vintage, botteghe d’arte e tanti locali. Nel corso della primavera, poi, qui si tiene un bel mercatino delle pulci. Il luogo perfetto, dunque, per chi è alla ricerca di posti autentici in cui scoprire artigiani e artisti, ma anche gustare piatti indimenticabili.

Da non perdere anche Nørrebrogade, la principale arteria del quartiere che ne rispecchia la sua affascinante anima multiculturale. Nella strada Elmegade, invece, ci si può lasciare incantare dai suoi piccoli negozi ma pieni di cose super alla moda. E poi tappa a Blågårdsgade con i suoi tantissimi locali.

Quartiere Nørrebro la strada Nørrebrogade

Fonte: iStock

Nel quartiere Nørrebro la strada Nørrebrogade

Se si programma una vista si deve passare dal ponte Dronning Louises Bro, che si può percorrere in bici e che collega il centro di Copenaghen con il quartiere. La sua realizzazione va datata 1887, ma è stato poi leggermente modificato successivamente per renderlo più attrattivo per le biciclette ma anche per i pedoni che si incontrano lì grazie ai suoi marciapiedi più larghi.

Per facilitare ciò sono state posizionate molte panchine e questo ponte è divenuto un luogo di incontro molto popolare, in particolare quando il tempo è bello e splende il sole. Oltre a queste location nel quartiere ci sono delle aree verdi davvero speciali, tutte da scoprire.

Cimitero di Assistens nel quartiere di Nørrebro

Merita un discorso a parte, ad esempio, il Cimitero di Assistens, che è stato inaugurato nel 1760 e pare estendersi in circa 200mila metri quadrati. Al suo interno vengono ospitate le tombe di alcuni dei più celebri esponenti della cultura danese. Fra tutti, ad esempio, vale la pena ricordare che qui riposa Hans Christian Andersen, celebre scrittore, ma anche il filosofo Kierkegaard e lo scrittore Dan Turèll mancato nel 1993. Immerso in un vero e proprio parco, qui si può passeggiare, si può correre, fare un giro in bicicletta oppure fermarsi per leggere un libro o mangiare nel mezzo della natura.

Nørrebro Cimitero di Assistens

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Nørrebro, al suo interno il cimitero di Assistens

Al suo interno è stato realizzato anche un museo dedicato a Stilling, artista e scrittore, convertendo e ristrutturando le vecchie scuderie.

Il cimitero – parco è aperto tutti i giorni, osserva un orario diverso in estate e in inverno (quando invece delle 22 chiude alle 19).

Superkilen Park e non solo, le aree verdi nel quartiere di Nørrebro

Un altro luogo che vale la pena visitare nel quartiere di Nørrebro è il Superkilen Park, si tratta di una realizzazione abbastanza recente infatti è stato inaugurato nel giugno del 2012 e porta la firma di Bjarke Ingels Group, Superflex e Topotek1.

Superkilen Park nel quartiere Nørrebro

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Il modernissimo Superkilen Park nel quartiere Nørrebro

Concepito per avere una continuità con l’esperienza e la vivacità multietnica del quartiere, può essere suddiviso in tre aree. The Red Square caratterizzata da caffè, musica e sport, The Black Market una piazza con fontana e panchine e Green Park dove, come suggerisce il nome, a emergere è il verde.

Passeggiare al suo interno è un vero e proprio viaggio culturale; infatti, viene indicato che ci si possono trovare fontane del Marocco, altalene dell’Iraq e anche uno scivolo a forma di polpo direttamente dal Giappone.

Tra le altre cose è molto esteso, basti pensare che ha una lunghezza di circa 750 metri coprendo 30mila metri quadri. E ha anche vinto ed è stato selezionato per premi prestigiosi. Un luogo vivo, in cui si può fare skate ma anche una passeggiata con i bambini.

Di dimensioni più piccole, ma anche questo perfetto per i bambini è il Folkets Park creato dai residenti nel 1971, il suo nome si può tradurre con Parco del popolo. È uno spazio verde che è stato sottoposto a opere di riqualificazione tra il 2013 e il 2014.

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Scontro Roma-Parigi: la Trinità dei Monti è della Francia

Ci sono monumenti che fanno parte dell’identità di Roma tanto da diventare iconici e attrazioni principali di chi fa visita alla città. Uno di questi è sicuramente la scalinata di Trinità dei Monti in Piazza di Spagna, oggi al centro di un’accesa contesa tra Francia e Italia. La scintilla è scoppiata in seguito a un recente rapporto della Corte dei Conti di Parigi che critica la gestione “approssimativa” delle cinque chiese francesi di Roma – fra cui appunto Trinità dei Monti che affaccia sulla scalinata – e denuncia decisioni “opache” e “derive”.

Dopo la notizia arriva anche il commento del Ministro del Turismo Daniela Santanchè che, in un misto di irritazione e ironia, scrive sul social X: “Ma cosa sarebbe la Francia senza l’Italia. Non possono fare a meno del nostro lusso, delle nostre opere, della nostra bellezza. Ma ora esagerano”. Di seguito vi spieghiamo cosa sta succedendo.

Il patrimonio immobiliare francese in Italia

Recentemente, la Corte dei Conti francese ha fatto la ricognizione del patrimonio immobiliare di proprietà dello Stato francese a Roma. Perché questi patrimoni si trovano su suolo italiano? Per rispondere a questa domanda bisogna tornare indietro all’accordo internazionale bilaterale preso tra la Francia e la Santa Sede, a sua volta collegato a una decisione presa da Papa Pio VI nel 1790, che incaricò il cardinale de Bernis, ambasciatore francese presso la Santa Sede, di raggruppare tutti gli edifici religiosi a Roma e porli sotto la sua tutela.

A Roma ci sono cinque chiese “francofone”: la chiesa di San Francesco a Ripa, la chiesa di Santa Maria dell’Anima, la chiesa di San Claudio dei Francesi a piazza San Lorenzo in Lucina, la chiesa di San Luigi dei Francesi a piazza Navona e, infine, la protagonista di questa disputa: la chiesa di Trinità dei Monti. La scalinata, in particolare, fu progettata dall’architetto francese Francesco de Sanctis e costruita tra il 1723 e il 1725. Finanziata dai Re di Francia, in particolare da re Luigi XV, doveva rappresentare il segno della devozione francese alla Chiesa e sancire il legame culturale i due paesi.

Le critiche alla gestione della scalinata

I risultati della ricognizione eseguita dalla Corte dei Conti, a quanto pare, non sono stati positivi. Il rapporto ha ampiamente criticato la gestione delle proprietà denunciando decisioni “opache” e dichiarando la proprietà alla Francia non solo delle chiese, ma anche della famosa scalinata che porta a Piazza di Spagna. Inoltre, nel rapporto viene criticato l’utilizzo dell’Istituto Sacro Cuore di Trinità, nel quale si sottolinea una funzione non prevista dall’accordo preso nel 1828: “Il dominio è oggi occupato da una scuola privata italiana con elevate spese di iscrizione, in violazione delle disposizioni espresse del suddetto accordo, e in contraddizione con le sue disposizioni riguardanti il carattere francese del dominio della Trinité-des-Monts”.

Le critiche al rapporto non hanno tardato ad arrivare. Il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli di Fdi, ha scritto sui canali social: “Viene da ridere. Bene, manderemo esperti al Louvre per fare la ricognizione aggiornata dei beni sottratti all’Italia nel corso della storia, soprattutto quella del XIX secolo o regalati da geni forse costretti a privarsi di rinomate opere d’arte che hanno reso il Louvre il museo più visitato al mondo”.

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Vetralla, il Natale è già arrivato: è esplosa la magia

C’è sempre un certo stupore nell’osservare lo scorrere delle stagioni, nell’ammirare tutti gli spettacoli di Madre Natura che, come un sapiente artigiano, plasma tutto ciò che ci circonda. Ma c’è un periodo che, più di altri, ha qualcosa di speciale e unico, una scintilla che fa sognare, che ci incanta e ci fa diventare bambini. Stiamo parlando del Natale, un momento gioioso e condiviso che è atteso dai più.

Ed è proprio questa attesa che, in un settembre che profuma già da autunno, è stata annullata. È successo in una pittoresca cittadina dal sapore medievale, che dista pochi chilometri da Roma, situata proprio lì, nel verde dei Monti Cimini e nei pressi del cratere vulcanico che ha visto nascere il Lago di Vico.

Ci troviamo a Vetralla, nel cuore della Tuscia. È proprio qui che il 13 settembre Santa Claus ha deciso di arrivare, e di sostare, per far sognare grandi e bambini in attesa del giorno più bello dell’anno. È sempre qui che il Natale è già arrivato facendo esplodere la magia.

Babbo Natale è arrivato in Itala. E si trova a pochi chilometri da Roma

Pittoresca, deliziosa, ricca di storia e di cultura: Vetralla è una di quelle destinazioni che tutti dovremmo raggiungere almeno una volta nella vita. Situato ad appena 70 km dalla Capitale, il comune viterbese è stato a lungo crocevia di popoli e culture che intersecano le storie etrusche, romane e longobarde.

Passeggiare per le strette viuzze, ammirare il centro storico e respirare l’atmosfera di un tempo: questi sono solo alcuni dei motivi per visitare Vetralla. Ma ce ne uno che, a partire da settembre, renderà ancora più bella la permanenza in questo luogo.

Dal 13 settembre, e fino a gennaio, il comune viterbese ospiterà Babbo Natale e tutto il suo entourage, anticipando di qualche mese il calendario con l’obiettivo di regalare un sogno a grandi e bambini. Attraverso tutta una serie di percorsi, di giochi e di strutture da visitare, i viaggiatori potranno immergersi completamente nel magico mondo del Natale già a partire da questo autunno.

Atmosfere di Natale a Vetralla

Fonte: Ufficio Stampa

Le magiche atmosfere del Regno di Babbo Natale a Vetralla

Il Regno di Babbo Natale a Vetralla

Non è la prima volta che Santa Claus sceglie Vetralla come sua dimora, anche se mai era arrivato così in anticipo. Il comune viterbese, infatti, è da anni un vero e proprio punto di riferimento per gli amanti di questa festa. Basti pensare che il Regno di Babbo Natale, che prende vita nel Periodo dell’Avvento, attira ogni anno più di  600.000 persone provenienti da ogni parte d’Italia e d’Europa.

Quello che inizialmente era un negozio di addobbi e decorazioni natalizie, con gli anni si è trasformato in un vero e proprio regno incantato, attirando così tutte le persone affascinate dalle abbaglianti atmosfere di dicembre. Qui è possibile incontrare gli elfi, immergersi nelle suggestive atmosfere natalizie, attraversare tunnel di luci e magia e poi, ancora perdersi nel tunnel glaciale e nel bosco fatato. Si può fare shopping nel villaggio, pattinare sul ghiaccio e assistere alle parate e agli spettacoli giornalieri. Ovviamente non mancano gli incontri con Babbo Natale che è proprio lì, nella sua casetta, ad accogliere i bambini di ogni età (da 0 a 1000 anni).

Tutti sono invitati a entrare in questo mondo. A sognare e a toccare con mano la magia per vivere lo spirito più autentico del Natale in modi e maniere straordinarie. L’ingresso è gratuito e il Regno di Babbo Natale a Vetralla resterà aperto tutti i giorni della settimana dal 13 settembre e fino al 6 gennaio del 2025.

Le parate e gli spettacoli di Natale a Vetralla

Fonte: Ufficio Stampa

Parate e spettacoli nel Regno di Babbo Natale a Vetralla
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Tour dell’automobile a Torino: i luoghi e le esperienze da non perdere

Città dei Savoia, prima capitale d’Italia, ma soprattutto epicentro dell’industria nostrana del Novecento. Torino può essere scoperta in diversi modi, esplorando i suoi lati storici e architettonici, oppure con un tour che approfondisce un prodotto che ne ha plasmato l’identità e l’economia: l’automobile. Torino e l’auto, un rapporto indissolubile che, proprio in questi giorni, viene celebrato durante il Salone dell’Auto, con i suoi eventi che attirano curiosi, appassionati e professionisti del settore.

L’industria automobilistica torinese iniziò a prendere forma già alla fine del diciannovesimo secolo quando un gruppo di aristocratici e imprenditori fondò la Fabbrica Italiana Automobili Torino, conosciuta come Fiat. Negli anni seguenti, l’ecosistema industriale venne alimentato dalla nascita di altri marchi come Lancia, Itala e Aurea. Questo portò una ventata d’aria fresca all’economia cittadina: negli anni Cinquanta e Sessanta si assistette a un fenomeno migratorio che condusse molti cittadini italiani in cerca di lavoro a Torino. Basti pensare che, durante il suo momento di maggiore successo, ossia negli anni ’70, Fiat da sola impiegava oltre 100.000 persone nella città e nel suo circondario.

Molte cose sono cambiate e seppur l’industria stia affrontando problemi e declini, l’interesse nei suoi confronti è sempre presente e c’è chi, visitando Torino, la scopre attraverso un tour dell’automobile che coinvolge musei, stabilimenti abbandonati e piste. Scopriamo insieme quali sono i luoghi e le esperienze da non perdere.

MAUTO, il Museo Nazionale dell’Automobile

Se siete a Torino in occasione del Salone dell’Auto e volete vivere il vostro personale tour dell’automobile, questo non può che partire dal MAUTO, il Museo Nazionale dell’Automobile. Dalle carrozze a vapore di fine Ottocento ai capolavori di design degli anni ’50, dalle auto protagoniste di corse epiche e viaggi memorabili ai prototipi che hanno guidato gli orientamenti futuri della ricerca: il museo custodisce una preziosa collezione di oltre 200 vetture originali prodotte da 80 brand differenti che raccontano l’evoluzione storica dell’invenzione che ha cambiato il mondo.

Aperto tutti i giorni dalle 10 alle 19 il MAUTO, inaugurato nel 1933 ed eletto dal Times come uno dei 50 musei più belli al mondo, offre un affascinante viaggio nella storia attraverso non solo una collezione di auto unica al mondo, ma anche con mostre ed eventi. Fino al 3 di novembre, per esempio, potrete visitare la mostra dedicata al pilota Ayrton Senna.

Museo automobile Torino

Fonte: iStock

Architettura del Museo Nazionale dell’Automobile

Il Lingotto e la Pista 500

Una tappa imperdibile da inserire nel vostro tour dell’automobile a Torino è il Lingotto, il complesso industriale trasformato in un luogo multifunzionale che unisce arte, storia e motori. Qui potete visitare la Pinacoteca Agnelli, un’istituzione artistica con un programma sempre ricco e interessante dedicato a mostre ed eventi dal sapore internazionale. La collezione, che comprende opere d’arte di grande valore realizzate da artisti come Canaletto, Picasso e Matisse, è ospitata all’interno di uno spazio che la famiglia Agnelli commissionò all’architetto Renzo Piano.

Ma soprattutto, al Lingotto avrete l’opportunità di vedere la Pista 500, il circuito di prova automobilistica leggendario diventato un museo a cielo aperto. La pista di collaudo di forma ovale per le automobili Fiat rappresentava un’innovazione perché costruita proprio sul tetto per permettere all’azienda di provare e testare le auto direttamente sulla propria struttura di produzione. Oggi viene utilizzata come spazio artistico in continuo sviluppo dove sono ospitate installazioni ambientali, opere luminose o sonore, progetti di cinema espanso e sculture che si confrontano con l’architettura dell’edificio.

Pista Lingotto Torino

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Pista 500 al Lingotto

Gli stabilimenti abbandonati

Se il Lingotto e la Pista 500 mettono in evidenza il successo dell’industria automobilistica, gli stabilimenti abbandonati ne raccontano il declino. Lo stabilimento di Rivalta, per esempio, un tempo uno dei principali siti produttivi della Fiat, ha vissuto un progressivo declino, mentre oggi si parla di un riutilizzo dell’edificio come centro logistico. In stato di abbandono e in attesa di riqualificazione è l’Ex Stabilimento Fiat Grandi Motori: situato in Corso Vercelli, questo stabilimento ricoprì un ruolo importante nella produzione di motori per navi e locomotive.

Heritage Hub a Mirafiori

Un altro luogo da non perdere è sicuramente l’Heritage Hub, un vero e proprio paradiso per gli appassionati di motori. Situato nei locali dell’ex Officina 81, uno degli storici impianti di produzione meccanica Fiat all’interno del comprensorio industriale di Mirafiori, ospita un’affascinante mostra che racconta la storia dello stabilimento e la collezione aziendale di vetture prodotte dai marchi Fiat, Lancia e Abarth.

Heritage Hub celebra l’eredità automobilistica italiana allestendo anche un’area motori dedicata ai motori d’epoca e ai propulsori più iconici e rappresentativi e uno spazio dove vengono esposte le vetture Fiat allestite in oltre cinquant’anni appositamente per l’Arma dei Carabinieri.

Edifici storici a Torino

Infine, il vostro tour dell’automobile vi porterà nel centro di Torino dove, dall’esterno, potrete vedere due edifici storici importanti nella storia della città. Uno è il Palazzo del conte di Bricherasio dove, nel 1899, fu fondata la Fiat. L’altro è il primo stabilimento Fiat situato tra via Chiabrera e Corso Dante, l’area progettata dall’ingegner Enrico Marchesi e contraddistinta da una particolare insegna Liberty. Qui è dove nel 1912 venne prodotta Zero, la prima autovettura in serie con 2000 esemplari costruiti.

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Germania, il ponte del diavolo che fa impazzire i turisti

Un luogo in cui la natura e la mano dell’uomo hanno creato una vera e propria meraviglia, così tutti coloro che si trovano a visitare il Rhododendron Park Kromlau, parco di rododendri e azalee che si trova a Gablenz in Sassonia restano senza fiato muovendosi all’interno dei suoi 80 ettari.

Piante rigogliose, un suggestivo lago di nome Rakotzsee che è il cuore pulsante di tutto il parco e poi lui, il ponte del diavolo, il cui vero nome è Rakotzbrücke.

Fascino e mistero ammantano questa costruzione che sembra essere uscita da un sogno, fata di pietre appuntite, che si allungano verso il cielo, mentre la struttura va a formare un arco perfetto che, specchiandosi nelle acque del lago, diventa un cerchio.

Magia? Oppure la sapiente mano dell’uomo? Ovviamente la seconda, anche se non mancano le storie e le leggendo. Quello che è certo è che, da qualsiasi angolo si osservi la costruzione, completamente priva di barriere, si nota la ruota che va a formare insieme al suo riflesso. Tutto quello che c’è da sapere.

Il parco in Germania in cui ammirare il ponte del diavolo

Un paesaggio favoloso, in cui godere della bellezza della natura e dell’ingegno dell’uomo. Siamo in Germania, in Sassonia, e l’area dove è sorto il parco Kromlau è stata acquistata nel 1842 da Friedrich Hermann Rötschke che ha dato il via alla sua idea che si ispirava a quella del vicino Parco di Muskau, Patrimonio dell’Umanità Unesco. La struttura del parco e le specie di piante che crescono rigogliose al suo interno hanno dovuto fare i conti con il trascorrere del tempo, ma resta comunque il fascino lussureggiante di un luogo in cui respirare la bellezza della natura.

Rocce basaltiche vicino al ponte del diavolo nel Park Kromlau

Fonte: iStock

Alcune rocce basaltiche vicino al ponte del diavolo nel Park Kromlau in Sassonia

Oltre alla flora rigogliosa, uno degli elementi più affascinanti del parco è il suo meraviglioso ponte del diavolo, che lascia senza fiato non solo per la sua struttura che sembra sfidare ogni legge umana, ma anche perché il suo riflesso va a formare un cerchio perfetto quando si specchia nelle acque del lago.

In anni recentissimi sono stati portati avanti importanti lavori di ristrutturazione, come si legge sul sito -infatti – sono stati rinnovati 8,5 chilometri di sentieri e ne sono stati ricostruiti alcuni, sono avvenute nuove piantumazioni ed è stato allestito un punto informazioni. Il parco è accessibile ogni giorno e al suo interno vi è una suggestiva struttura molto antica che può ospitare cerimonie nuziali, in più ci sono una serie di sistemazioni: una di queste rende possibile pernottare nel castello, ma ci sono anche altre soluzioni come la Kavalierhaus che è stata realizzata intorno al 1860 e in anni recenti è stata sottoposta a interventi di ristrutturazione. Per chi desidera si può anche capeggiare nei pressi del lago, che è balneabile

Il ponte del diavolo in Germania

Di ponti del diavolo se ne possono trovare diversi in numerose parti del mondo, sono accomunati dalla loro spettacolarità e dalle leggende che circolano in merito alla loro costruzione. Infrastrutture che si innalzano verso il cielo e si allungano con le loro forme particolari. Proprio come quello che si trova in Germania e più precisamente in Sassonia, vicino al confine con la Polonia.

Pare che il ponte Rakotzbrücke sia stato realizzato intorno alla metà dell’Ottocento, nel corso degli anni Sessanta di quel secolo, soprattutto utilizzando pietre in basalto e inizialmente assicurandolo con supporti in legno, poi successivamente rimossi. Ci sono voluti circa una decina di anni per innalzarlo e la sua vista lascia letteralmente senza parole. Un po’ perché va a formare un cerchio perfetto con il suo riflesso nel lago, un po’ perché le colonne di basalto che lo circondano, giunte appositamente da cave lontane per la sua costruzione, sembrano non poter essere il frutto della mano dell’uomo. A quanto pare, non si può salire sulla struttura per preservarla.

Lungo 7,8 metri e largo 6,5, è stato oggetto di ristrutturazione tra il 2018 e il 2019. Ovviamente, come accade per tutti i ponti che vengono definiti del diavolo, anche in merito a questa costruzione si sussurrano paurose leggende.

Il Ponte del Diavolo Rakotzbrücke

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Ponte del diavolo Rakotzbrücke in Germania

Le leggende del ponte del diavolo Rakotzbrücke

Affascinanti e al tempo stesso misteriosi, costruzioni talmente eccezionali da rendere impensabile che siano state realizzate dalla sola mano umana. Anche il ponte del diavolo Rakotzbrücke ha le sue leggende. Ad esempio, come accade per molte infrastrutture simili, si dice che il maligno abbia avuto parte nel suo compimento, pretendendo in pegno per l’aiuto l’anima della prima persona che lo avrebbe attraversato (in questo caso un cane).

Ma non è l’unica storia, si dice anche che, se lo si guarda da una certa angolazione possa mostrare il volto del Diavolo.

Ma al di là delle leggende una cosa è certa: mentre lo si osserva è facile immaginare davvero una favola ricca di misteri e di colpi di scena, perché questo ponte – e il paesaggio in cui è immerso  – regalano tantissimi spunti alla fantasia.

E vale la pena visitare il parco e il suo ponte in ogni momento dell’anno, perché ogni stagione regala suggestioni uniche, ma non solo perché al suo interno vengono organizzati anche diversi eventi: da festival ad appuntamenti musicali fino a un meraviglioso mercatino di Natale.

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Il Parco dell’Alta Murgia diventa Geoparco Unesco

Grande traguardo per la Puglia che vede finalmente arrivato il riconoscimento Geoparco UNESCO per il Parco dell’Alta Murgia. Questo conferma l’inestimabile valore geologico, naturale e culturale del territorio facente parte delle province di Bari e di Barletta-Andria-Trani che ospita borghi, parchi archeologici, boschi, miniere, musei e castelli. È così che l’Alta Murgia entra a far parte di una lista che conta 213 Geoparchi situati in 48 paesi, diventando il 12esimo riconosciuto in Italia.

Il presidente del parco, Francesco Tarantini, ha dichiarato: “Questo titolo premia l’impegno nella valorizzazione del territorio, ma soprattutto rappresenta un’opportunità per stimolare la crescita delle comunità locali attraverso le iniziative future che andremo a realizzare. Il nostro territorio ha ora una vetrina internazionale che ci permetterà di promuovere le nostre eccellenze in tutto il mondo. Con questo riconoscimento, l’Alta Murgia si prepara a scrivere un nuovo capitolo della sua storia, puntando a progetti di conservazione, educazione e valorizzazione che porteranno beneficio al nostro territorio”.

Cosa sono i Geoparchi UNESCO

I Geoparchi UNESCO vengono riconosciuti tali quando possiedono un patrimonio geologico importante in termini di qualità scientifica, rarità, rilevanza estetica o valore educativo. Seppur la maggior parte dei siti presenti all’interno del territorio considerato Geoparco devono appartenere al patrimonio geologico, il loro interesse può essere esteso anche agli ambiti archeologici, naturalistici, storici o culturali. Oltre a questi fattori, è importante che il territorio possieda confini ben definiti e che questi siano gestiti attraverso misure di protezione efficienti e sostenibili.

Per esempio, all’interno di un Geoparco, non è permessa la distruzione o la vendita di reperti geologici e l’intera area deve necessariamente essere amministrata da strutture ben definite, capaci di rinforzare la protezione, la valorizzazione e le politiche di sviluppo sostenibile all’interno del proprio territorio. L’Alta Murgia ha dimostrato di possedere tutti questi requisiti, ricevendo finalmente l’atteso riconoscimento il 9 settembre 2024 deciso dal Consiglio Mondiale dei Geoparchi UNESCO riunitosi in questi giorni in Vietnam.

Il Parco dell’Alta Murgia

Il meraviglioso Parco dell’Alta Murgia si trova nella Puglia centrale, tra le provincie di Bari e di Barletta-Andria-Trani, non distante dal confine con la Basilicata, e si estende su una superficie di 68.077 ettari. Le possibilità per scoprirlo sono tantissime: è possibile percorrere sentieri di trekking, da quelli più turistici ai percorsi destinati ai più esperti; chi ha la bici può esplorare il territorio seguendo le diverse piste ciclabili; oppure è possibile esplorarlo attraverso gli itinerari guidati organizzati all’interno di aree specifiche del parco.

Fanno parte del parco anche diversi borghi come Altamura, famoso per i suoi prodotti gastronomici, in primis il pane, e per i resti dell’uomo di Neanderthal ritrovati all’interno della grotta di Lamalunga. Altri borghi da visitare sono sicuramente Andria, famoso per ospitare nel suo territorio il Castel del Monte, dichiarato Patrimonio UNESCO, e Gravina in Puglia, dove ha sede l’ente del Parco.

Dal punto di vista geologico, il Parco dell’Alta Murgia ospita, tra le altre cose, la cava di bauxite: questa si caratterizza per le particolari sfumature rosse dovute alla presenza di bauxite, che offrono ai visitatori uno scenario unico che ricorda i paesaggi del Grand Canyon degli Stati Uniti. Inoltre, nel 1999, in una cava situata in località Pontrelli, sono state rinvenute circa 30.000 orme di dinosauri appartenenti ad almeno 5 specie diverse. Questa incredibile concentrazione di tracce ne fa il giacimento più ricco del mondo.

Dolina Alta Murgia

Fonte: iStock

La dolina chiamata Pulo nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia