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A Firenze potrebbe aprire al turismo un tunnel sotto l’Arno

Firenze è una delle città italiane più conosciute e visitate al mondo, per il suo fascino romantico ma soprattutto per la sua ricchezza di tesori artistici. Eppure, a rendere Firenze ancora più magica e bella c’è anche un importante elemento naturalistico, il fiume Arno.

Il fiume, che si può ammirare con una passeggiata sul Ponte Vecchio, oggi è protagonista di una possibile iniziativa: infatti, si sta pensando all’apertura di un tunnel sotto l’Arno, un po’ come accade per il Tamigi. Scopriamo insieme i dettagli di questo potenziale progetto.

Il fiume Arno, simbolo di Firenze

L’Arno è il fiume per antonomasia che caratterizza Firenze, attraversando la città con un percorso che ha segnato la sua storia e il suo sviluppo nel corso dei secoli. Il fiume nasce sul Monte Falterona, nell’Appennino Toscano, e dopo un lungo viaggio di circa 240 chilometri sfocia nel Mar Tirreno. A Firenze, l’Arno è particolarmente conosciuto per i suoi ponti storici, tra cui naturalmente il celebre Ponte Vecchio, con le sue caratteristiche botteghe di orafi e gioiellieri.

Il rapporto tra Firenze e l’Arno è sempre stato intenso, segnato da momenti di grande prosperità e anche da gravi disastri. Uno degli eventi più tragici è stato infatti l’alluvione del 1966, quando il fiume straripò devastando la città, distruggendo opere d’arte e danneggiando numerosi edifici storici. Tuttavia, l’Arno è anche una fonte di bellezza e ispirazione per la città, con i suoi panorami suggestivi che riflettono i palazzi rinascimentali lungo le sue rive.

Oggi, l’Arno è uno dei punti di ritrovo più amati da fiorentini e turisti, con caffè, ristoranti e luoghi storici che offrono splendide vedute sul fiume dai ponti storici. L’Arno continua a svolgere un ruolo centrale nella vita di Firenze, fungendo da collegamento naturale tra le due sponde della città e offrendo uno scorcio suggestivo di una città che ha saputo fondere storia, arte e natura in modo armonioso e non a caso è una delle città italiane più amate a livello internazionale, in cima alla lista dei desideri dei viaggiatori di tutto il mondo.

Firenze, Ponte Vecchio

Fonte: iStock

Vista serale di Ponte Vecchio a Firenze

Il possibile tunnel sotto l’Arno a Firenze

Ma cosa si sa attualmente dell’iniziativa che prevede l’apertura ai turisti di un tunnel sotto l’Arno? Questo tunnel sarebbe aperto ai turisti in un itinerario speciale come già accade per il Greenwich Foot Tunnel, della lunghezza di ben 390 metri, che venne realizzato nel 1902 sotto al Tamigi londinese.

L’idea da mettere in atto a Firenze parte invece da una struttura rinascimentale, del 1500, che ancora oggi esiste e resiste con una lunghezza di 250 metri, a cinque metri sotto il livello delle acque del fiume Arno. Insomma, una struttura che permetterebbe, per l’appunto, la creazione di un vero e proprio tunnel.

La funzione di questa struttura, in passato, era quella di collegare gli ampi spazi sotterranei della Torre della Zecca, luogo in cui venivano coniate le monete, i fiorini, grazie alla spinta dell’acqua dell’Arno sulla riva opposta del fiume, proprio vicino alla celebre porta-torre di San Niccolò. Questo tunnel, che un tempo dunque esisteva già, venne costruito con una struttura fatta di mattoni e utilizzato anche nel 1800, nonché percorso dai partigiani della Resistenza persino durante la Seconda Guerra Mondiale.

Nel 1956, però, il tunnel sotto l’Arno venne chiuso per ragioni di sicurezza, nonostante la sua riapertura viene vociferata sin dal 2010, anno in cui era sindaco di Firenze Matteo Renzi. Oggi, invece, la parola è stata data dal governatore della Regione Eugenio Giani insieme alla sindaca Sara Funaro.

Per la riapertura e la messa in sicurezza del tunnel sotto l’Arno a Firenze servirebbero circa 7 milioni di euro, fondi che sembrerebbero esserci. Il lavoro stavolta verrebbe fatto con le migliori e ultime tecnologie, come quelle del robot, ma è necessario un check da parte degli esperti per capire se effettivamente questo spazio sotterraneo potrebbe realmente essere percorribile di nuovo dal pubblico.

La riapertura di questo tunnel, d’altronde, permetterebbe un più agile arrivo e collegamento a zone come il rione di San Niccolò, vicinissimo a Ponte Vecchio. Non è mancata però la preoccupazione dei residenti, disturbati all’idea di un ribaltamento totale del quartiere.

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Aeroporto di Bogotà, in Colombia: una guida utile con tutte le informazioni

Il suo sito web ufficiale lo definisce “il miglior aeroporto del Sud America”. Sarà veramente così? Di certo, l’Aeroporto El Dorado di Bogotà, in Colombia, è uno degli hub aerei di riferimento di tutto il continente sudamericano ed è uno dei più trafficati, con voli che arrivano lì – diretti o no – da ogni parte del mondo.

Questo aeroporto è grande ed è sempre bene conoscerlo un po’ prima di affrontare un arrivo o una partenza da lì. Quelle che seguono sono delle informazioni utili per conoscere l’aeroporto El Dorado di Bogotà e poter sfruttare, quindi, al massimo, tutto quello cha da offrire. Del resto, chi viaggia tanto lo sa che gli aeroporti sono molto di più di quello a cui servono principalmente.

Dove si trova l’Aeroporto El Dorado in Colombia

Questo scalo aereo è il punto di riferimento per chi desidera arrivare in aereo a Bogotà e, da lì, iniziare il proprio viaggio in Colombia. Da lì, infatti, partono anche molti voli interni verso località come Baranquilla, Medellin o Cartagena.

L’aeroporto El Dorado di Bogotà si trova relativamente vicino al centro città: dista, infatti, solo 15 km dalla città stessa. Questo le rende facile da raggiungere, grazie anche ai molti mezzi che ci sono a disposizione.

Aeroporto El Dorado di Bogotà

Fonte: iStock

L’esterno dell’Aeroporto El Dorado a Bogotà

Raggiungere l’aeroporto di Bogotà in taxi

Se ti trovi in qualsiasi altra parte della Colombia, la prima cosa da fare è arrivare a Bogotà e, da lì, decidere come raggiungere lo scalo. La prima opzione per raggiungere l’aeroporto è il taxi, una scelta che può risultare comoda e veloce.

Come in tutte le grandi città, l’utilizzo dei taxi è frequente ed è anche molto facile trovarli. La cosa migliore, soprattutto per raggiungere l’aeroporto El Dorado, è prenotarli: in questo modo sarai certo che sarà disponibile nel giorno e nell’ora che desideri. Le tariffe sono generalmente fisse per l’aeroporto, ma è consigliabile farsi confermare il prezzo prima di salire a bordo. Dal centro storico di Bogotà, un taxi arriva in aeroporto in un tempo che va dai 20 ai 45 minuti, a seconda del traffico. Per quanto riguarda la tariffa, spesso viene calcolata “a persona” e si aggira attorno agli 8€ per ogni occupante dell’auto.

Raggiungere l’aeroporto di Bogotà con un trasporto privato

Anche in Colombia sono presenti i servizi di noleggio con conducente oppure le corse prenotabili tramite le più diffuse app. Le tariffe sono simili a quelle dei taxi e, talvolta, possono essere anche più basse. Il vantaggio sta nel fatto di pagare tramite app, senza che ci sia circolazione di denaro fisico tra chi viaggia e il conducente. In una città come Bogotà, mettere la sicurezza in primo piano è quasi un obbligo, quindi questa opzione è utilizzata di sovente, soprattutto dai viaggiatori esteri che si recano a vedere le meraviglie della Colombia.

Raggiungere l’aeroporto di Bogotà con il TransMilenio

TransMilenio è il nome dato al sistema di trasporti a Botogà, in particolare riguarda quelle linee considerate rapide, o per numero di fermate o per i veloci tempi di percorrenza. Dal centro della città parte una linea specifica – la K86 – che conduce direttamente ai terminal aeroportuali. Il viaggio costa meno di un euro (in valuta locale, sono poco meno di 3000 pesos colombiani) e dura circa 40 minuti.

I vantaggi di questo mezzo di trasporto sono essenzialmente due: il costo e, in secondo luogo, di evitare il traffico. I mezzi che portano all’aeroporto su questa linea sono dei tram e viaggiano lungo i propri binari, bypassando così eventuali ingorghi.

In alternativa al tram, ci sono anche degli autobus urbani che si possono usare per raggiungere l’aeroporto El Dorado. Se opterai per questa soluzione, sappi che le fermate potrebbero essere svariate e i tempi di percorrenza più lunghi. Tienine conto.

Com’è suddiviso l’Aeroporto di Bogotà

Come molti grandi aeroporti, anche El Dorado è suddiviso in terminal. Ce ne sono due,

  • T1 è il terminal più grande e quello da dove e per dove volano le maggiori compagnie internazionali. Anche i voli nazionali partono da qui.
  • T2 è la zona dell’aeroporto denominata comunemente Puente Aereo ed è quasi tutto dedicato alla compagnia aerea colombiana Avianca.

In entrambi i terminal ci sono negozi e ristoranti, oltre ai comuni servizi di base, per rendere confortevole il viaggio di chiunque parta o arrivi a Bogotà.

Controlli doganali in Colombia

Fonte: Getty Images

I controlli all’interno dell’aeroporto El Dorado

Controlli doganali all’aeroporto di Bogotà

I controlli doganali sono un’attività molta seria in tutto il mondo e, da un po’ di tempo a questa parte, la Colombia ha rafforzato in modo deciso l’attività di verifica di chi passa la dogana come azione di contrasto alle problematiche che hanno segnato il paese in passato.

Tutti i passeggeri internazionali che arrivano in uno dei due terminal dell’aeroporto El Dorado di Bogotà devono passare i controlli della dogana e presentare, al momento dell’ingresso nel paese, oltre alla normale documentazione richiesta, come un eventuale visto per la Colombia, se necessario, e anche un modulo chiamato DIAN530. Esso permette di verificare la dichiarazione riguardo il contenuto dei bagagli, denaro e titoli entrati e portati fuori dal Paese.

Questo modulo è, di solito, consegnato a bordo degli aerei che atterrano a Bogotà ma, nel caso volessi compilarlo in anticipo, puoi scaricarlo dal sito ufficiale dell’aeroporto El Dorado.

Per quanto riguarda i controlli di sicurezza ripartendo dalla Colombia, è disponibile l’opzione Fast Track per passare i controlli più velocemente, utilizzando una fila prioritaria. Questa opzione va acquistata o eventualmente aggiunta al tuo biglietto aereo, direttamente dal sito della compagnia dalla quale hai acquistato il volo. In alternativa, chiedi al momento del check-in.

Mangiare all’aeroporto di Bogotà

L’offerta gastronomica dell’aeroporto di Bogotà è varia e presente in ogni parte dei terminal, sia nelle aree pubbliche che in quelle accessibili solamente a chi è in possesso di una carta d’imbarco.

I locali che hanno una sede a El Dorado sono tanti e si possono raggruppare in ristoranti, caffetterie e fast food. I piatti proposti sono adatti a qualsiasi tipo di scelta o necessità alimentare. Si tratta, per lo più, di catene presenti anche a livello internazionale, capaci di soddisfare la fame e la sete di ogni viaggiatore.

Non mancano anche le proposte di cibo tipico colombiano: l’aeroporto potrebbe essere un ottimo posto per salutare la Colombia mordendo qualche deliziosa Arepas!

I servizi dell'aeroporto El Dorado di Bogotà

Fonte: Getty Images

Passeggeri all’Aeroporto El Dorado di Bogotà

Servizi speciali dell’aeroporto di Bogotà

L’aeroporto El Dorado è attrezzato per offrire tutti i servizi che, di norma, ci si aspetta da un luogo dove passano molte persone, con esigenze e storie diverse. Sono garantiti, infatti, degli alti livelli di accessibilità e sono disponibili, su richiesta come in tutti i terminali aerei del mondo, le opzioni per chi ha difficoltà a muoversi o è soggetto a qualche particolare tipo di disabilità.

Oltre a questo, l’aeroporto mette a disposizione dei servizi utili e interessanti. Uno di questi è costituito dalle “habitaciones de descanso”, ovvero una sorta di capsule che possono essere noleggiate a pagamento, anche per qualche ora, da chi ha bisogno di un ambiente tranquillo per stendersi e magari dormire tra un volo e l’altro. Il servizio è a pagamento ed è attivo 24 ore su 24.

Le mamme che viaggiano con i loro bimbi molto piccoli saranno felici di sapere che all’aeroporto El Dorado sono presenti degli spazi appositi dove si può allattare in tutta tranquillità. Si chiamano “cabinas de lactancia” e sono sparse in entrambi i terminal. L’aeroporto ha disposto una giusta segnaletica per permettere di trovarle. Si tratta di ambienti che proteggono dal passaggio di migliaia di passeggeri e sono insonorizzati. Questo permette alla mamma e al bimbo di vivere il momento del pasto con maggiore tranquillità e serenità. Questi luoghi sono aperti 24 su 24, ogni giorno dell’anno.

Un altro servizio molto utile dell’aeroporto di Bogotà sono i bagni per i propri amici a 4 zampe. Sono sempre di più i viaggiatori che portano con loro i propri animali da compagnia. In un ambiente chiuso come l’aeroporto necessita di spazi anche per i viaggiatori speciali come i cani e i gatti. I bagni dove cani e gatti possono andare a fare i loro bisogni sono sparsi in entrambi i terminal. Questi ambienti sono studiati appositamente anche per pulire per bene il proprio animale, prima di tornare in mezzo al terminal oppure salire in aereo.

Un servizio curioso, presente nel Terminal 1, è costituito dalla presenza di un ufficio legale che funge anche da Registro di Stato Civile e come ufficio notarile per autenticare i documenti.

Come in tutti gli aeroporti, non mancano i servizi per cambiare la valuta. Solitamente, è un bene arrivare in Colombia provvisti di dollari americani e cambiarne una parte in pesos colombiani. Gli uffici cambio che troverai agli arrivi, prima della consegna dei bagagli o direttamente in quell’aerea, sono luoghi sicuri dove cambiare il denaro una volta giunto in Colombia. In quegli ambienti ci sono molte telecamere e c’è il personale di sicurezza dell’aeroporto, elementi che non saranno presenti se cambierai il denaro fuori da lì.

Sale di attesa e aree Vip all’aeroporto di Bogotà

Questo grande aeroporto colombiano vanta moltissimi posti a sedere, quasi tutti dopo i controlli di sicurezza, in modo che vengano usati solo dai passeggeri dell’aeroporto. Sono disponibili anche delle aree ViP. Si tratta di vere e proprie lounge, alcune legate ad alcune compagnie aeree e altre a celebri società che emettono carte di credito. L’ingresso ad alcune di queste lounge può essere acquistato anche direttamente in aeroporto. Puoi chiedere informazioni direttamente ai banchi del check-in del tuo volo.

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World Wellness Weekend, un fine settimana all’insegna del benessere. Dove andare

Sta per arrivare un fine settimana all’insegna del benessere: dal 20 al 22 settembre va in scena il World Wellness Weekend, evento internazionale, nato nel 2017, dedicato alla promozione del benessere in tutte le sue forme. In Italia sono tante le strutture che aderiscono all’iniziativa, e noi di SiViaggia abbiamo selezionato per voi gli appuntamenti migliori.

Cos’è il World Wellness Weekend

Il World Wellness Weekend, che come ricordiamo si terrà dal 20 al 22 settembre, è un evento che ha l’obiettivo di incoraggiare le persone a sperimentare attività che migliorino la loro salute fisica e mentale, promuovendo uno stile di vita equilibrato e sano.

Partendo da questo presupposto, quindi, ogni appuntamento previsto desidera incoraggiare milioni di persone a riprendere una regolare attività fisica dopo l’estate. Una sorta di rinascita, da far iniziare poco prima dell’Equinozio, quando migliaia di strutture in tutto il Paese (e non solo) aprono le loro porte per mostrare programmi ed esperienze esclusive con attività divertenti, gratuite e inclusive.

Dove andare in Italia

Il gruppo Terme & Spa Italia che comprende Terme di Saturnia Natural Destination, Terme di Chianciano, Monticello SPA&FIT e De Montel – Terme Milano (che aprirà a inizio 2025), ha scelto che ogni sua struttura, immersa in contesti naturali suggestivi e dotata di percorsi, trattamenti e attenzioni uniche, proporrà attività esclusive che uniscono tradizione e innovazione, per offrire ai partecipanti un’esperienza di benessere completa.

In sostanza, durante il weekend, i visitatori delle Terme di Saturnia, Terme di Chianciano e Monticello SPA potranno partecipare a sessioni di yoga e meditazione, trattamenti termali innovativi e percorsi benessere studiati per rigenerare corpo e mente. Terme di Saturnia offrirà trattamenti esfolianti, yoga e una sessione di skincare il 22 settembre, insieme a una gara di golf; le Terme di Chianciano presenteranno attività varie tra cui una conferenza medica, assaggi di Acqua Santa, e allenamenti intensivi; mentre Monticello SPA&FIT, vicino a Milano, proporrà esperienze multisensoriali gratuite come trattamenti viso, cerimonie hammam e accesso a corsi di fitness, in un ambiente naturale ideale per il relax.

Anche la Val di Fiemme ospiterà un fine settimana dedicato al benessere e in scenari più che emozionanti: quelli delle Dolomiti Patrimonio UNESCO e la Foresta dei Violini. Sono previste, infatti, escursioni, essenze del bosco, aperitivi fioriti, saluti al sole e musica in vetta.

Nel dettaglio: il 20 settembre sarà il giorno della visita guidata all’azienda Villa Corniole e alla sua barricaia, un luogo magico scavato nella roccia porfirica, e del Mountain Yoga, per ritrovare l’armonia in mezzo alla natura: il 21 settembre si potrà partecipare ad un’esperienza trasformativa di Rebirthing e al sound healing con campane tibetane; il 22 settembre si inizierà con un saluto al sole all’alba, per poi continuare con una passeggiata nel cuore del Parco Naturale Paneveggio Pale di S. Martino e un aperitivo a chilometro zero su di una terrazza panoramica.

Infine, vi segnaliamo l’Almar Giardino di Costanza Resort & Spa di Palermo, immerso nel verde e con le caratteristiche di un antico baglio nobiliare siciliano. Anche da queste parti, ogni giorno, ci saranno diversi eventi a cui partecipare: il 20 settembre un High-Intensity Interval Training all’aperto, per combinare esercizi ad alta intensità con la freschezza del bellissimo ambiente circostante; il 21 settembre lezione di Pilates a cielo aperto (più precisamente a bordo piscina); il 22 settembre, sotto una pagoda elegante e raffinata, un esperto maestro di Pilates Stretch Workout guiderà attraverso una serie di movimenti fluidi e controllati, progettati per rafforzare il corpo e migliorare la flessibilità.

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Milos, l’isola greca bella quanto Santorini ma con meno turisti

Santorini è da sempre una meta molto ambita dai turisti di tutto il mondo, tanto che sta persino valutando di introdurre alcune limitazioni al fine di gestire nella maniera più sostenibile possibile l’ampio flusso di visitatori che riceve ogni anno. Ma in molti non sanno, probabilmente, che a circa 150 km di distanza da Santorini sorge un’altra eccezionale isola greca, meno presa d’assalto dai visitatori ma altrettanto suggestiva (per alcuni persino di più): Milos.

Milos, informazioni utili

Milos è un’affascinante isola greca che si fa spazio al largo del Mar Egeo, più precisamente nell’angolo sud-occidentale dell’arcipelago delle Cicladi. Di origine vulcanica, offre paesaggi eccezionali costituiti da diversi tipi di rocce studiate da scienziati di tutto il mondo, ma anche testimonianze minoiche, ellenistiche, romane e bizantine.

Il suo, Milos (o Milo), è un nome importante, che negli appassionati rievoca immediatamente la celebre scultura greca della Venere di Milo, simbolo della bellezza femminile classica, che è stata rivenuta proprio qui nell’Ottocento e oggi custodita al Louvre di Parigi.

Ad essere molto particolari sono anche la sua forma, perché sembra ricordare un ferro di cavallo, e il suo soprannome, ovvero “l’isola dei colori”, merito delle tantissime formazioni rocciose dalle mille tonalità differenti. Milos è un piccolo capolavoro in mezzo al mare dove la Grecia è ancora autentica, proprio perché la maggior parte dei turisti sceglie la vicina Santorini, pur essendo decisamente più costosa.

Plaka, Milos

Fonte: iStock

Veduta del villaggio di Plaka

Cosa vedere a Milos

A Milos c’è l’imbarazzo della scelta, perché storia, architettura, mare e natura sono praticamente ovunque. Tra le altre cose, non è nemmeno difficile raggiungerla in quanto possiede un proprio porto e un piccolo aeroporto che consente l’arrivo veloce di aerei di linea da Atene. Il viaggiatore, tuttavia, deve essere preparato perché, senza ombra di dubbio, Milos è uno di quei posti in cui è possibile lasciare un pezzetto del proprio cuore.

I villaggi più belli di Milos

Iniziamo questo viaggio a Milos scoprendo alcuni dei suoi villaggi più belli che, probabilmente, sono tra i più pittoreschi e genuini delle isole greche che galleggiano nel Mar Egeo:

  • Adamas (o Adamantas): frizzante cittadina portuale spesso scelta come base di alloggio da moli viaggiatori. Si tratta della cittadina più grande dell’isola e offre stretti vicoli lastricati di pietra pieni di negozi, bianche case e graziose chiese;
  • Plaka: suggestivo capoluogo dell’isola che sorge ai piedi di unа collina vulcanica. Imperdibili sono il castello che domina Milos nella sua interezza, i numerosi musei, la сhiesа Panagia Korfiatissa, da dove si ha una vista mozzafiato, e il tramonto, uno dei più emozionanti di tutta la Grecia;
  • Mandrakia: qui i pescatori vivono in case scavate nella roccia. Il villaggio è pieno anche di piccole barchette colorate che galleggiano su acque dalle mille sfumate di blu;
  • Pollonia: da queste parti occorre assaggiare il vino Melian, invecchiato in grotta, ma anche il pesce nelle tante eccellenti taverne;
  • Firopotamos: con lе rovine di un antico edificio e una piccola chiesa;
  • Trivasalos: tra i più affascinanti dell’isola. Un luogo che colpisce per le tipiche case bianche, le stradine lastricate e per il suo paesaggio, in quanto incastonato tra colline e valli:
  • Klima: con peculiari casette blu, rosse, gialle е verdi in fila sul lungomare, che oggi fungono da case vacanze.
Mandrakia, Milos

Fonte: iStock

Veduta di Mandrakia

I siti archeologici di Milos

La storia, a Milos, si respira praticamente ovunque, tanto che i resti di antiche città si mescolano con armonia a tutta la bellezza del paesaggio circostante:

  • Catacombe di Milos: si trovano a poca distanza dal villaggio di Tripiti e sono collocate su un ripido pendio. Sono le più grandi di tutta la Grecia e anche tra le più notevoli al mondo;
  • Phylakopi: antica città minoica situata nella parte nord orientale dell’isola che rappresenta uno dei più importanti siti archeologici risalenti all’età del Bronzo di tutto l’Egeo;
  • Antico Teatro Romano: anch’esso a Tripiti, è ben conservato nonostante i secoli passati dalla sua costruzione.

La natura di Milos

La natura di Milos rispecchia la sua anima vulcanica, regalando un’incredibile varietà di colori e paesaggi e anche delle spiagge che sono un sogno a occhi aperti, in quanto circondate da una vegetazione particolarmente selvaggia. Qui, infatti, ci sono più di 70 spiagge che non hanno assolutamente nulla da invidiare al resto del Paese, ma anche degli ottimi spot per fare snorkeling, immersioni, kayak, equitazione e molto altro ancora.

Poi ci sono pure le sorgenti termali, per millenni utilizzate per scopi medicinali. Sull’isola, infatti, è presente un piccolo centro termale ad Adamas, in una grotta chiamata “Ta Loutra Tou Lakkou”, dove l’acqua ha una temperatura che va dai 35 a 41 °C.. Ma la verità è che sorgenti termali e geyser si trovano praticamente ovunque vicino al mare, anche se purtroppo non sono sfruttare come dovrebbero.

I colori di Milos

Fonte: iStock

Uno dei paesaggi surreali di Milos

Spiagge e grotte di Milos

Milos si può girare a piedi, in motorino o con una gita in barca: qualsiasi sia la vostra scelta, la bellezza è più che assicurata. Ma non è di certo tutto, perché le caratteristiche dell’isola permettono di trovarsi al cospetto di spiagge molto variegate, che vanno dalla sabbia morbidissima a delle incredibili formazioni di roccia:

  • Spiagge di Fyriplaka e Provatas: due bellissime spiagge vicine tra loro, entrambe di sabbia e quindi adatte anche ai più piccoli;
  • Spiaggia di Sarakiniko: è il risultato di un raro fenomeno geologico e offre un paesaggio lunare, grazie alla presenza di bianchissime scogliere vulcaniche e grotte marine;
  • Spiaggia di Paleochori: sabbia e sassi creano un anfiteatro naturale, a sua volta protetto da un’alta scogliera di roccia rossastra. È la più grande della costa meridionale e piena di ristorantini da non perdere;
  • Baia di Kleftiko: raggiungibile solo in barca, è un pullulare di grotte marine, formazioni rocciose e luoghi di balneazione che creano uno scenario più che emozionante;
  • Spiaggia di Tsigrado: la più fotografata dell’isola perché altamente selvaggia. Non a caso, vi si accede soltanto in barca o scendendo vertiginose scalette a pioli lungo una gola tra le rocce.  A forma di mezzaluna e dalla sabbia morbida, si trova all’interno di drammatiche scogliere che si specchiano su un mare azzurrissimo;
  • Ammoudaraki: spiaggia di sabbia piccolissima immersa nel verde più puro;
  • Fatourena: spiaggia remota e selvaggia, tanto da essere spesso frequentata da naturisti;
  • Kastanas Beach: piena di curiosi ciottoli dai mille colori;
  • Caverna di Papafragas: una sorta di segreto di Milos ricco di storie e leggende;
  • Grotta di Sykia: caverna marina il cui tetto è crollato, con all’interno interno una specie di caletta in miniatura.
Grotta di Sykia, Milos

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L’affascinante Grotta di Sykia
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Cosa vedere e cosa fare a Pordenone

La città di Pordenone si trova nella bellissima regione del Friuli Venezia Giulia ed è una destinazione sorprendente, che sorprende per il suo mix di modernità e tradizione. Pordenone viene spesso trascurata rispetto ad altre destinazioni italiane, ma è perfetta per chi desidera vivere un’esperienza unica ed autentica, lontana dal grande afflusso di turisti. Ecco, quindi, cosa vedere cosa fare nella città di Pordenone.

Corso Vittorio Emanuele II: il cuore di Pordenone

La visita alla scoperta di questa città del Friuli Venezia Giulia non può che non iniziare dalla sua via principale: Corso Vittorio Emanuele II. Si tratta di una strada storica di Pordenone e ne rappresenta il suo cuore pulsante. È possibile passeggiare tra antichi edifici, palazzi nobiliari e coperta da fantastici portici eleganti. In questa via si apprezza l’atmosfera rilassata e accogliente del centro storico, ideale per una pausa dai tanti caffè e ristoranti, per immergersi nella vita quotidiana della città.

L’edificio più notevole lungo questa strada è il Palazzo Comunale, in stile gotico, con il suo imponente orologio e la loggia, la cui costruzione risale al Tredicesimo secolo e rappresenta uno dei simboli della città. Nelle vicinanze è possibile visitare anche la Torre Civica, da cui è possibile godere di una fantastica vista sulla città.

Il Duomo di San Marco e il campanile

A pochi passi dal Corso è possibile visitare il Duomo di San Marco, un gioiello del patrimonio religioso di Pordenone. Questa struttura, che venne costruita nel Tredicesimo secolo, racchiude al suo interno diversi stili architettonici, gotico e rinascimentale, ed è caratterizzata da splendidi affreschi, tra cui le opere del pittore Giovanni Antonio de’Sacchis, noto come “Il Pordenone”. Al suo fianco svetta la torre del campanile, visibile da tutta la città, e che è anche riconosciuto come uno dei campanili più alti del Friuli Venezia Giulia. Secondo alcuni racconti, come la celebre Torre di Pisa, la sua inclinazione lieve sarebbe dovuta a un errore di calcolo durante la costruzione.

I Musei Civici di Pordenone

Per gli appassionati di arte e cultura, non può mancare la visita ai Musei Civici di Pordenone, ospitati all’interno di Palazzo Ricchieri. Al suo interno è possibile trovare una vecchia e ricca collezione di opere d’arte, che spaziano dal Medioevo fino all’epoca contemporanea, con particolare attenzione ad artisti locali come Il Pordenone, citato prima, ed altri maestri del Rinascimento. I musei civici sono divisi in diverse sezioni e a raccontano la storia della città attraverso sculture, dipinti, ceramiche e reperti archeologici.

Scorcio del centro storico di Pordenone con palazzo del Comune sullo sfondo

Fonte: iStock

Centro storico della città di Pordenone

Parco Galvani e Villa Galvani

Pordenone non è solo arte e storia, ma è anche il luogo perfetto per chi ama rilassarsi a contatto con la natura. Il Parco Galvani è uno dei luoghi ideali, dove trovare un’oasi di tranquillità e relax. Passeggiando tra i viali alberati e gli ampi prati del parco, è possibile prendere una pausa dalla visita della città ed ammirare la Villa Galvani, un’elegante dimora storica che va ad aggiungersi alla lunga lista di ville storiche da scoprire, tra Veneto e Friuli.

All’interno di Villa Galvani è possibile visitare la galleria d’arte dedicata al panorama fumettistico pordenonese “PAFF! International museum of Comic Art”.

Il mercato cittadino, una tradizione vivente

Il modo migliore e più autentico per conoscere la vita e le tradizioni locali è sicuramente quello di visitare il mercato cittadino. Qui a Pordenone è possibile camminare tra bancarelle colorate che ogni settimana si riuniscono e dove acquistare prodotti freschi e locali, immergendosi nella sua vivace atmosfera.

Il sentiero del Noncello

Per gli amanti della natura, che hanno intenzione di passare giornate all’aria aperta, il sentiero del Noncello è da non perdere. Si tratta di un itinerario naturalistico che si snoda lungo il fiume Noncello e che offre panorami suggestivi tra boschi ed aree agricole, lungo il quale si trovano diversi punti di interesse storico, come antichi mulini e ponti di legno. È un sentiero adatto a tutti e rappresenta un ottimo modo per godersi un po’ di attività all’aperto, ma senza allontanarsi eccessivamente dal centro storico di Pordenone, per una passeggiata rilassante.

Eventi culturali e festival a Pordenone

Dal punto di vista culturale, Pordenone è una città molto attiva, con eventi e festival che si tengono durante tutto l’anno. Uno degli appuntamenti più famosi è sicuramente pordenonelegge, un festival letterario che si tiene ogni anno a Settembre e che è in grado di attirare autori e appassionati di letteratura da tutta Italia. Durante questo evento la città, infatti, diventa un vivace punto di incontro per lettori e scrittori, tra dibatti, presentazioni e laboratori.

Un altro evento da non perdere è l’evento Cinema Zero, un festival del cinema indipendente, durante il quale è possibile godere di film di alta qualità, che sono spesso fuori dai circuiti cinematografici commerciali. Inoltre, per chi ama la musica, presso il Teatro Verdi, nel cuore di Pordenone, durante l’anno si tengono regolarmente diversi concerti, ma anche spettacoli teatrali, opera e di danza.

Cosa fare nei dintorni di Pordenone: gite e escursioni

Pordenone si può considerare anche come un’ottima base di partenza per esplorare le bellezze naturali del Friuli Venezia Giulia. A breve distanza dalla città, infatti, si trovano le Dolomiti Friulane, patrimonio mondiale dell’UNESCO e luogo ideale per escursioni a piedi o in bicicletta. In inverno queste vette diventano una meta popolare per gli amanti dello sci e degli sport invernali.

Inoltre, non lontano dalla città si può visitare anche la pittoresca cittadina di Spilimbergo, città famosa e conosciuta in tutta Italia per la tradizione mosaicista, grazie alla presenza della sua scuola di Mosaicisti del Friuli, e dove è possibile ammirare opere d’arte in mosaico dalla straordinaria bellezza.

Per chi, invece, preferisce il mare, in meno di un’ora di auto è possibile raggiungere la storica località balneare di Grado, con lunghe passeggiate sabbiose ed un centro termale rinomato.

Pordenone potrebbe non essere tra le mete più conosciute d’Italia, ma allo stesso tempo vanta di un fascino discreto, una città ricca di storia e cultura, che rende questa destinazione del Friuli Venezia Giulia l’ideale per scoprirne le sue bellezze, lontana dai soliti itinerari turistici.

Palazzo del comune di Pordenone con bandiera italiana e con i colori cittadini

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Palazzo del Comune di Pordenone
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La Grande Cascata di Tivoli nella Valle dell’Inferno

Un luogo che sembra sospeso tra sogno e realtà, dove il passato stupisce con i suoi resti tutti da scoprire e dove la mano dell’uomo ha saputo creare qualcosa di indimenticabile. Siamo a Tivoli, vicino a Roma dove sorge il parco di Villa Gregoriana al cui interno si possono ammirare manufatti di tante epoche diverse, piante e la grande cascata, seconda in altezza, dietro solo a quella delle Marmore.

Un posto che è stato riportato alla sua antica bellezza in tempi recenti e che si può raggiungere per una gita, anche con i bambini e gli amici a quattro zampe. Si resterà stupiti da tanto fascino percorrendo sentieri battuti anche da personaggi del passato e lasciandosi incantare a ogni angolo.

Il parco Villa Gregoriana della cascata di Tivoli

Un regno della meraviglia e dello stupore: è il parco Villa Gregoriana e sorge in quella che un tempo era chiamata Valle dell’Inferno, all’interno del quale si trova la suggestiva e grande cascata. Siamo a Tivoli, a solo mezzora di automobile dalla Capitale d’Italia: Roma. Qui si apre d’innanzi ai nostri occhi uno scenario di grande bellezza, dove l’estetica incontra la storia e dove la mano dell’uomo ha saputo creare qualcosa di straordinario. Un percorso romantico di grande fascino che colma lo sguardo di stupore.

Al suo interno si possono percorrere i sentieri, lungo i quali si incontrano settantaquattro specie arboree. Ma non solo perché, oltre a essere uno scrigno in cui la natura cresce rigogliosa, è anche luogo in cui la storia si mostra in tutta la sua bellezza.

Un tratto del percorso denntro il Parco Villa Gregoriana a Tivoli

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Tivoli, tratto del sentiero nel Parco Villa Gregoriana

Vi sono reperti appartenenti a epoche differenti. Ad esempio, ci si imbatte nelle rovine della domusdi Manlio Vopisco, oppure si può vedere il Tempio di Vesta con le sue colonne corinzie. Interessante sapere che all’epoca della realizzazione ammontavano a 18, ma oggi se ne possono ammirare 10. Da non perdere anche le grotte (di Nettuno e delle Sirene) e poi lasciarsi togliere il fiato dai suggestivi scorci e dal panorama unico.

Un luogo in cui respirare natura e storia, basti pensare che il parco di Villa Gregoriana è stata una delle mete del Grand Tour romantico, che vedeva ricchi aristocratici europei viaggiare inserendo tra le varie tappe anche diverse località italiane: così nell’arco dell’Ottocento qui sono passati moltissimi personaggi illustri.

Una vista del Parco Villa Gregoriana a Tivoli

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Tivoli, il parco Villa Gregoriana

La cascata di Tivoli

All’interno di questo scenario di grande meraviglia c’è un luogo che concorre alla sua fama, la grande cascata. Seconda solamente a quella delle Marmore, ci mostra l’acqua compiere un salto di circa 120 metri. A realizzarla è stata l’intuizione di papa Gregorio XVI che, nel 1832, ha voluto trovare una soluzione per ridurre le conseguenze delle esondazioni dell’Aniene. Così l’acqua è stata incanalata in due cunicoli realizzati da mano umana e ha dato vita alla cascata, allontanando il corso del fiume dalle case.

Oltre a questa opera vennero piantate essenze e vennero pensati dei sentieri per camminare. Dopo anni in cui questo posto è stato meta ammirata di tanti, il parco è caduto in disuso fino a quando della sua gestione non si è occupato – a partire dal 2002 – il Fai. Dopo il recupero è nuovamente aperto al pubblico dal 2005. E chi lo visita ne resta ammaliato.

Come visitare la cascata e il parco

Innanzitutto, è bene sapere che per raggiungere il parco Villa Gregoriana con la sua cascata ci vuole solamente mezz’ora da Roma. Inoltre, se si arriva in stazione a Tivoli, i 400 metri di distanza si percorrono in circa 5 minuti.

L’ingresso è gratuito per coloro che sono iscritti al Fai, gli orari di apertura che osserva variano in base al periodo dell’anno. Per accedervi viene consigliato l’uso di scarpe comode, vi è un grande dislivello, esclusa l’area dell’Acropoli e dei templi, e si percorre in circa 90 minuti.

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Visto per l’Australia: tutte le informazioni per richiedere quello giusto per il tuo viaggio

Alzi la mano chi non ha mai sognato di fare un viaggio in Australia? Quello che viene comunemente chiamato “the world down under” attira viaggiatori di ogni età e con ogni tipo di interesse. L’Australia non è solo una nazione ma è anche il territorio più grande da esplorare in Oceania. La sua ricchezza di paesaggi diversi, di luoghi capaci di farci sognare, di posti incredibili che sembrano arrivare da un romanzo di fantascienza oppure, ancora, i tanti animali più unici che rari presenti su quella grande isola sono solo quattro dei motivi che portano le persone ad organizzare un viaggio a Sydney, Melbourne o addirittura in pieno bush.

L’Australia è un paese compreso nel grande insieme delle ex colonie britanniche e rientra nel Commonwealth. Ognuno di queste nazioni richiede delle condizioni particolari per l’ingresso sul proprio territorio. Sono tanti i tipi di visto per l’Australia che possono essere richiesti. Ecco qualche consiglio su come orientarsi per capire quale sia l’autorizzazione giusta da richiedere.

I diversi tipi di visto per l’Australia

C’è una domanda da farsi quando si organizza un viaggio in Australia: qual è il motivo che ci porta in quella nazione così interessante? La scelta della tipologia di autorizzazione da richiedere si trova proprio nella nostra risposta. C’è chi viaggia per turismo o anche chi può andare da quelle parti per tanti motivi diversi. Quanti tipi di visto per l’Australia esistono? La prima cosa che devi sapere è che i visti per l’Australia hanno un nome e una sorta di “cognome chiamato “Subclass”, ovvero sottoclasse. Di seguito, i tre tipi di autorizzazione più comune per chi fa un viaggio in Australia per turismo:

  • Visto ETA (Subclass 601)
  • eVisitor (Subclass 651)
  • Visto turistico o Visitor Visa (Subclass 600)

Ovviamente, ci si può recare in Australia anche per lavoro. Anzi, sono proprio molti i giovani europei che, per esempio, richiedono un determinato tipo di visto per unire un’esperienza di lavoro a quella di una vacanza in Australia, magari per raggiungere la splendida barriera corallina. Questi sono:

  • Working Holiday Visa (Subclass 471)
  • Temporary Skill Shortage Visa (Subclass 482)
  • Skilled Independent Visa (Subclass 189)
  • Business Innovation and Investment Visa (Subclass 188)

Ognuno di questi, come vedremo, riguarda una diversa situazione di lavoro.

Infine, ci sono i visti per ragioni particolari:

  • Student Visa (Subclass 500)
  • Partner Visa (Subclass 820/801 e 309/100)
  • Medical Treatment Visa (Subclass 602)

Ognuno di questi tipi di visto per l’Australia ha un suo proprio iter di rilascio e richiede documentazione diversa. La costante è, ovviamente, essere in possesso di un regolare passaporto italiano o della nazione di cui si ha la cittadinanza e che questo passaporto copra tutta la durata del viaggio.

Ogni visto per l’Australia è ben descritto sul sito governativo della nazione e, nel caso di dubbi, ci sono dei video tutorial che guidano i viaggiatori, passo dopo passo.

I diversi tipi di visto per l'Australia

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Come richiedere il visto per l’Australia

Visto ETA (Subclass 601)

ETA signfica Electronic Travel Authorisation ed è una sigla che accomuna le richieste di ingresso turistico di molti paesi del Commonwealth come, per esempio, il Canada. Sarà anche il nome della nuova autorizzazione da richiedere da Aprile 2025 per entrare in Gran Bretagna.

Questo tipo di visto per l’Australia è quello che per cui si fa domanda di norma, quando si fa una tipica vacanza nel paese. Esso permette l’ingresso nel paese per tutte le volte che si vuole, nell’arco di 12 mesi dall’emissione, e concede una permanenza massima, per volta, di tre mesi sul suolo australiano.

Si richiede tramite un’app sviluppata direttamente dal Governo Australiano. Il Visto ETA (Subclass 601) che richiede che siano attive le funzioni NCF sul proprio smartphone. Si tratta delle funzioni che, per esempio, ci permetto di utilizzare il nostro telefono al posto di un normale bancomat o carta di credito.

I viaggiatori con passaporto italiano che vogliono fare un viaggio per vedere le meraviglie di Perth, Sidney o altre zone richiedere questo tipo di visto per l’Australia, ovviamente prima del proprio viaggio. L’ETA per l’Australia, di per sé , è gratuito ma viene richiesto il pagamento di 20 AUD (circa 12€) per l’utilizzo dell’app ufficiale.

eVisitor (Subclass 651)

I passaporti dell’Unione Europea sono elegibili anche per questo tipo di visto per l’Australia che differisce per condizioni e modalità di richiesta dall’ETA. Siamo sempre nell’ambito delle autorizzazioni turistiche, con la differenza che questo visto concede anche di lavorare nel periodo di validità. Dura al massimo 12 mesi e non può essere esteso. Permette di restare nel paese per un massimo di tre mesi alla volta nell’anno di validità.

Va richiesto obbligatoriamente prima di arrivare nel paese e occorre:

  • Avere condizioni mediche idonee agli standard governativi
  • Non avere pendenze penali alcune con il proprio paese
  • Dimostrare di avere abbastanza denaro per mantenersi in Australia

Tutti i criteri per andare incontro a queste richieste specifiche del governo australiano sono disponibili sul sito ufficiale dell’Australia e tutte le informazioni sono reperibili anche nei consolati e in ambasciata. Questo tipo di visto, malgrado richieda maggiore documentazione rispetto all’ETA, è gratuito.

Visto turistico o Visitor Visa (Subclass 600)

Questa è l’ultima categoria di visto turistico per l’Australia e non può essere richiesto per motivazioni professionali. In cosa differisce, inoltre, dagli altri? Esso permette una permanenza sola di tre mesi che, su richiesta, può essere estesa fino a un massimo di un anno, entro la durata del visto stesso.

Rispetto agli altri visti di stampo turistico, esso non concede di uscire e rientrare (con la stessa autorizzazione) dall’Australia. Va sempre richiesto prima del viaggio e, per ottenerlo, si paga una tassa di circa 120€ (ovvero 195 AUD). Anche per il Visitor Visa sono richieste le stesse condizioni dell’eVisitor.

Working Holiday Visa per l'Australia

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Con il Working Holiday Visa puoi raccogliere frutta in Australia

Working Holiday Visa (Subclass 471)

Il Working Holiday Visa è una delle autorizzazioni più conosciute, soprattutto tra la popolazione under 30. Che cos’ha di speciale questo visto per l’Australia? In primis, il nome deriva da una sorta di programma di scambio culturale che concede, ai viaggiatori dei paesi aderenti, di fare un viaggio in Australia sia per visitare il paese che per lavorare. Si tratta del Working Holidat Maker Program.  Il fatto di ottenere un lavoro è un fatto centrale di questo visto. Permette ogni tipo di lavoro, sia esso full time o part-time e, tra le sue condizioni, è ammesso anche il volontariato. Durante un soggiorno in Australia con questo visto, si può anche studiare fino a un massimo di quattro mesi.

Per poter essere elegibili a questo visto occorre avere dai 18 ai 30 anni (35, per alcuni paesi) e non essere in cerca di un lavoro per emigrare in Australia definitivamente. La sua caratteristica è, infatti, quella di essere adatto a chi vuole, per esempio, trascorrere un anno sabbatico in Australia e, nel frattempo, avere l’occasione di mantenersi con tranquillità. Molte persone che ottengono questo visto, una volta in Australia, sono soliti lavorare delle aziende agricole del paese per raccogliere, per esempio, la frutta. Molte aziende che vedono crescere il loro lavoro in una parte dell’anno assumono spesso manodopera con questo visto.

Per ottenere il Working Holiday Visa è richiesta una documentazione precisa:

  • Occorre un documento finanziario (tipo una fidejussione) che attesti che si hanno fondi a sufficienza. Il minimo richiesto è di 5’000 AUD, ovvero poco più di 3’000€.
  • È necessario rispettare i requisiti sia sanitari che giudiziari.

Oltre a questo, ovviamente, occorre fornire un passaporto in corso di validità per tutto il periodo del viaggio. Questo tipo di visto per l’Australia costa 650 AUD (circa 400€) e non può essere esteso oltre i 12 mesi. Permette, però, di uscire e rientrare dal paese più volte.

Visto per lavorare in Australia

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Elizabeth Bridge a Perth

I tipi di visto per lavorare in Australia

Se il Working Holiday Visa può essere considerato un visto che mescola un viaggio di scoperta a un momento di lavoro, ci sono delle autorizzazioni apposite che possono essere richieste per chi decide di andare a lavorare in Australia, con intento maggiormente stabile e duraturo. Ugualmente, ci sono dei tipo di visto per l’Australia per chi viene inviato dalla propria azienda o chiamato da una compagnia australiana a esercitare una professione nel paese dei koala e canguri.

Questi tipi di autorizzazione a entrare e restare nel paese sono diversi per costo e concessioni ma richiedono documentazione simile. Si tratta di:

  • Temporary Skill Shortage Visa (Subclass 482)
  • Skilled Independent Visa (Subclass 189)
  • Business Innovation and Investment Visa (Subclass 188)

Il Temporary Skill Shortage Visa è il visto australiano da richiedere quando qualcuno è chiamato a lavorare in Australia da un’azienda locale che richiede manodopera estera perché più esperta e formata in un determinato ambito. Facendo un esempio, possiamo dire che si tratti dell’autorizzazione da richiedere quando una manifattura tessile richiede l’intervento di un tessitore italiano esperto per un dato periodo di tempo. In mancanza di tessitori con la stessa esperienza in Australia, questa azienda richiede del personale estero. Questo visto costa 1330 AUG (circa 800€) e concede di lavorare in Australia per un minimo di 2 anni e un massimo di 4. Per ottenerlo, serve la consueta documentazione richiesta anche per i turisti, con l’aggiunta della lettera di invito del datore di lavoro, nonché un certificato che attesti le qualifiche professionali richieste.

Lo Skilled Independent Visa è il vero e proprio visto di lavoro per l’Australia e non richiede di essere invitati a lavorare nel paese. Il suo costo è importante perché occorre pagare 4200 AUD (circa 2500€) per ottenerlo. Occorre rientrare, inoltre, nella lista delle professioni presenti nella Skilled Occupation List, un documento governativo che classifica le professioni di un certo tipo. Oltre a questo, occorre dimostrare ufficialmente di essere in grado di parlare e comprendere l’inglese. Per questo motivo, è bene munirsi di una certificazione TOEFL aggiornata al momento in cui si richiede il visto, dato che quel tipo di esame di lingua inglese è riconosciuto internazionalmente. Lo Skilled Independent Vista costa permette una residenza permanente in Australia, con possibilità di entrata e uscita dal paese. A seconda delle mansioni, potrebbe essere richiesta anche una valutazione professionale una volta arrivati in Australia.

Il Business Innovation and Investment Visa è il tipo di visto per l’Australia da richiede se si vuole sviluppare un’attività propria nel paese o investire in eventuali progetti imprenditoriali. Questo è un visto temporaneo e dura 5 anni, dopo i quali c’è la possibilità di richiedere un visto di lavoro permanente. Dato che si tratta di un visto per imprenditori, con la domanda per ottenerlo verrà richiesto anche di attestare la propria attività imprenditoriale nel paese di residenza. Il suo costo è di 6270 AUD (ovvero 3800€).

Visto per studiare in Australia

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Fare Surf a Bondi Beach

I visti speciali per recarsi in Australia

Non sarebbe male studiare a Sidney e, una volta usciti dal college o dall’università, fare un tuffo a Bondi Beach, no? Piacerebbe a molti e, per poter studiare in Australia (senza lavorare) è necessario richiedere uno Student Visa (Subclass 500). Una delle condizioni chiave è di studiare a tempo pieno presso un istituto scolastico o università riconosciuta dal governo australiano. La sua durata è collegata a quella del corso di studi: una volta terminato questo, anche il visto cessa la sua validità. Il suo costo è di 630 AUD (poco più di 380€). Per ottenere lo Student Visa occorre presentare la conferma di iscrizione a un corso di studi australiano e, inoltre, è richiesta un’assicurazione sanitaria che copra tutto il periodo interessato. Oltre a questo, come per altri visti, è richiesto di certificare che si abbiano fondi sufficienti per mantenersi.

Di diversa natura è il Partner Visa (Subclass 820/801 e 309/100), autorizzazione richiesta per ricongiungimento famigliare. Questo tipo di visto per l’Australia era il più conosciuto tra gli Italiani negli Ann immigrati down under negli Anni ’50. Serviva per far sì che le proprie mogli (spesso sposate per procura) arrivassero nel paese. Anche al giorno d’oggi, è il visto per l’Australia più richiesto da chi vuole farsi raggiungere, in modo permanente, dalla propria famiglia. Il suo costo è molto alto, ovvero 8085 AUD, che corrispondono a circa 4900€. Questo visto richiede anche che si inviino tutti i documenti che attestano il legame famigliare. Ogni documento va tradotto dall’Italiano all’Inglese per poter essere considerato valido. La traduzione va poi approdava da un pubblico ufficiale.

L’ultima tipologia tra i tipi di visto più comuni per l’Australia è il Medical Treatment Visa (Subclass 602). Come dice il suo nome, si tratta dell’autorizzazione da richiedere per poter recarsi in Australia per delle cure mediche. Vale solo per la persona a cui è intestata la cartella clinica. Eventuali accompagnatori devono richiedere altri tipi di visto, a seconda della situazione. Per ottenere questo visto è necessario provare la necessità di cure mediche possibili solo in Australia. La sua durata è variabile e viene discussa caso per caso, trattandosi di un qualcosa di molto delicato e particolare. Il suo costo è di 330 AUD, che corrispondono a circa 200€.

Osservando tutti questi tipi di visto per l’Australia viene da pensare quanto sia difficile destreggiarsi con la burocrazia del governo di Canberra ma non è così. I tipi di autorizzazioni sono tante ma, il più delle volte, i documenti richiesti sono gli stessi: cambiano i costi e i moduli da presentare. Per fortuna, il sito ufficiale dell’ufficio immigrazione dell’Australia è ben fatto e riporta le procedure passo per passo.

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Castello di Nymphenburg, bellezza ed eleganza a Monaco di Baviera

Città turistica molto conosciuta per l’Oktoberfest, la più importante festa della birra a livello mondiale, Monaco di Baviera cela in realtà ben di più: il suo centro storico è ricco di attrazioni e splendide architetture tutte da scoprire, e a non molta distanza c’è un vero e proprio gioiello che merita assolutamente una visita. Si tratta del Castello di Nymphenburg, antica residenza reale in stile barocco che ospita un parco meraviglioso e, tra le sue mura, alcune preziosissime collezioni. Ecco cosa vedere.

Castello di Nymphenburg, dove si trova

Considerato una delle principali attrazioni turistiche della città di Monaco di Baviera, il Castello di Nymphenburg è senza dubbio una delle residenze nobiliari più affascinanti di tutta la Germania – che di certo non scarseggia in fatto di antichi manieri. Il castello si trova a poca distanza dal centro, immerso tuttavia in un paesaggio idilliaco formato dal suo grandissimo parco e dai due laghi che lo caratterizzano. Per raggiungerlo, si può comodamente prendere il tram 17 che passa proprio per il cuore di Monaco di Baviera, approfittandone così per ammirare qualche scorcio incantevole della città.

La storia del Castello di Nymphenburg

Progettato dall’architetto italiano Agostino Barelli su commissione di Ferdinando Maria di Baviera e sua moglie Enrichetta Adelaide di Savoia, il Castello di Nymphenburg venne costruito nel corso della seconda metà del ‘600, in perfetto stile barocco. Solo pochi decenni dopo, vennero iniziati lunghi lavori di ampliamento del palazzo, diventato la principale residenza estiva della famiglia reale di Baviera. Continuamente rimaneggiato nel corso dei secoli, il castello mantenne sempre il suo aspetto austero e magnificente.

Divenne anche parte di uno degli avvenimenti storici più importanti dell’epoca: nel luglio 1741, Carlo Alberto di Baviera vi stipulò il trattato di Nymphenburg con il quale si alleò al fianco della Francia e della Spagna, nel tentativo di ottenere il trono del Sacro Romano Impero e parte dei territori austriaci. Come residenza reale estiva, qui vi passarono molti regnanti tedeschi e tantissimi personaggi illustri, di volta in volta ospiti della famiglia di Baviera. Sebbene oggi il Castello di Nymphenburg sia di proprietà statale, vi trovano sede l’abitazione e la cancelleria di Francesco duca di Baviera, del casato dei Wittelsbach.

Il parco e i musei del Castello di Nymphenburg

Il Castello di Nymphenburg è cinto da un meraviglioso parco di ben 200 ettari, nato come giardino all’italiana: in seguito venne risistemato in stile francese, come appare – in gran parte – ancora oggi. Caratteristici sono i dettagli barocchi che si incontrano tra i vialetti e le aiuole ben curate del parco. Spiccano, ad esempio, due splendidi padiglioni e un antico casino di caccia, che custodisce una sala degli specchi e un canile. Inoltre, i giardini sono divisi in due da un lungo canale (al termine del quale ci sono statue di divinità greche), il quale a sua volta si affaccia su due laghetti.

Il palazzo, invece, è un capolavoro d’architettura barocca che racchiude sale di grande fascino, come il salone di ricevimento e gli appartamenti del principe e di sua moglie. Gran parte di esse sono ancora arredate con pezzi originali e decorate in stile barocco o rococò. All’interno del Castello di Nymphenburg si possono visitare alcune sale che ospitano importanti collezioni museali: una di queste è la Galleria delle Bellezze, voluta dal re Ludovico I. Il museo di carrozze antiche è invece visitabile nelle scuderie di corte, al primo piano delle quali si trova poi delle meravigliose porcellane di Nymphenburg.

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Viaggio in Nuova Zelanda: scopri l’iconico Beehive

Stai programmando un viaggio in Nuova Zelanda? In questo caso, pianifica una visita al Parlamento neozelandese e scopri il celebre Beehive. Durante il tour potrai conoscere il funzionamento del processo parlamentare del Paese, osservare alcune delle numerose opere d’arte e degli oggetti della Collezione parlamentare e conoscere i dettagli architettonici che lo hanno reso famoso. Sede della democrazia in Nuova Zelanda, il Beehive, l’alveare del Paese, è uno degli edifici più iconici di Wellington.

Come visitare  il Beehive, l’alveare di Wellington

Ci sono diversi modi per approfondire la propria conoscenza del Beehive, sia attraverso una visita guidata gratuita che prendendo una mappa e orientandosi da soli al suo interno. Quello che dovrai senz’altro fare è prenotare con un discreto anticipo la tua visita guidata – gli accessi sono limitati –  e monitorare eventuali comunicazioni in arrivo perchè, trattandosi di un edificio governativo, alcune aree potrebbero essere chiuse al pubblico in determinate giornate per ragioni di servizio. Se preferisci una visita in autonomia e vuoi stare all’aria aperta, sempre che non ti infastidisca il vento di Wellington, scarica la mappa auto-guidata ed esplora il parco al tuo ritmo. La mappa copre ogni aspetto, dalla storia degli edifici alle figure di spicco del passato politico della Nuova Zelanda fino a una capsula del tempo sepolta nel parco. Potrai ritirare una copia della mappa del tour esterno autoguidato presso il Centro visitatori o scaricarla qui. Nell’edificio potrai visitare le gallerie pubbliche  e i Comitati Ristretti.

Gallerie pubbliche

Le gallerie pubbliche della Camera dei Dibattiti sono aperte al pubblico in qualsiasi momento della seduta dell’Assemblea e da lì è possibile osservare i deputati mentre rispondono alle domande, discutono i temi del giorno e votano le leggi.

Comitati ristretti

I Comitati Ristretti lavorano per conto del Parlamento e riferiscono le loro conclusioni all’Assemblea. Esistono fino a 13 comitati ristretti per area tematica, più comitati ad hoc istituiti di volta in volta per scopi particolari. I comitati ristretti spesso richiedono contributi pubblici quando esaminano un progetto di legge o un’inchiesta. Molte delle riunioni dei comitati ristretti sono aperte al pubblico.

Informazioni utili per visitare il Beehive della Nuova Zelanda

Il pubblico che si trova all’interno del Parlamento neozelandese per visite guidate o altri motivi può scattare foto per scopi personali e non commerciali in alcune aree selezionate degli edifici. Fai attenzione però, le circostanze cambiano continuamente, pertanto le opportunità di fare delle foto saranno sempre indicate dalle guide sul momento.

Il Parlamento e gli edifici ad esso collegati sono ambienti di lavoro con una serie di misure di sicurezza. Alcuni edifici ospitano anche opere d’arte soggette a copyright. Per garantire la sicurezza del personale e l’assenza di violazioni dei diritti d’autore, l’uso di fotografie e telefoni cellulari da parte dei visitatori è soggetto ad alcune restrizioni.

Quando si visita il Parlamento, è necessario passare attraverso i controlli di sicurezza. Se arrivi per una visita guidata, per le gallerie pubbliche o per un comitato ristretto, assicurati di esser lì con almeno 15 minuti di anticipo per avere il tempo di passare i controlli prima dell’inizio della visita o della sessione.

La maggior parte dei tour prevede un video preliminare che inizia 5 minuti prima dell’orario di inizio del tour. Sebbene non sia indispensabile arrivare prima dell’inizio del video, ti consigliamo di lasciare il tempo necessario per passare il controllo e registrare i tuoi effetti personali prima dell’inizio del tour. Inoltre, in caso non arrivassi prima dell’orario di inizio del tour, il tuo posto potrebbe essere ceduto a qualcun altro. Per prepararsi al controllo, vanno rimossi tutti gli effetti personali dalle tasche (comprese chiavi, monete, ecc.) e inseriti nelle borse. Tutti gli effetti personali, comprese le borse, saranno custoditi nel guardaroba durante la visita. Se visiti anche la Public Gallery, dovrai sottoporti a un secondo controllo di sicurezza. Gli oggetti necessari per ragioni mediche possono essere tenuti in tasca (ad esempio gli inalatori).  Chiaramente, a causa di impegni parlamentari, alcune sale del percorso di visita potrebbero non essere disponibili durante la visita. L’Aula non è disponibile dopo le 13:00 nei giorni di seduta e altre sale sono periodicamente chiuse per eventi o altre attività.

beehive wellington sunset

Fonte: iStock

Un bel tramonto sull’iconico Beehive

Regole generali per foto e video:

Non è consentito fotografare oggetti o opere d’arte in generale, a meno che non sia indicato dalla guida ufficiale. La privacy e la sicurezza di coloro che lavorano o visitano il Parlamento neozelandese devono essere sempre rispettate. Non è consentito fotografare gli spazi di lavoro (corridoi, uffici, ecc.) e altre persone.
L’uso di macchine fotografiche è consentito in altre parti dei percorsi di visita. In considerazione degli altri visitatori, i telefoni cellulari non devono essere utilizzati durante il tour, a meno che non sia stato indicato dalla tua guida.
I visitatori che partecipano a eventi e riunioni possono essere autorizzati a scattare foto in alcune delle sale, previo l’assenso della guida ufficiale. I permessi dipendono dalle operazioni in corso al momento nel Parlamento; può succedere che ti venga richiesto di non scattare foto o di cancellare quelle realizzate. Queste regole si applicano a tutti i dispositivi, fotocamere, telefoni e tablet, e si estendono anche alla registrazione del suono. È sempre vietato l’uso di treppiedi. La mancata osservanza del protocollo fotografico può comportare l’allontanamento dal tour o dalla visita.

Come si arriva al Parlamento?

In auto, a piedi o in bicicletta

Il Parlamento si trova all’angolo tra Lambton Quay, Bowen Street e Molesworth Street. Non è possibile parcheggiare all’interno del Parlamento ma i posti auto a pagamento sono disponibili in Molesworth Street per un massimo di due ore e in altre strade laterali intorno al Parlamento. L’ingresso pubblico si trova nel piazzale del Parlamento e l’accesso senza gradini è disponibile dai cancelli di Molesworth Street.

In autobus

Il Parlamento è servito dagli autobus 2, 13, 33 e 34 su Bowen Street e 14, 22, 32x, 81 e 84 su Molesworth Street.

In treno

Il Parlamento si trova a 10 minuti a piedi dalla stazione ferroviaria di Wellington. Seguire le indicazioni per Lambton Quay & Parliament dalla stazione.

beehive wellington

Fonte: iStock

Programma la tua visita al Parlamento della Nuova Zelanda

Visitare il Parlamento virtualmente

Sei in Nuova Zelanda ma il tuo viaggio ti ha portato lontano e non puoi visitare il Parlamento di persona? Esiste un’APP per la creazione di una serie di esperienze di realtà virtuale che ti porteranno al centro del Parlamento neozelandese, ovunque ti trovi nel Paese. L’applicazione Parliament XR è un tour in realtà virtuale che puoi scaricare direttamente sul tuo dispositivo Apple o Android. È disponibile gratuitamente su App Store o Google Play. Inoltre, vengono messe a disposizione anche delle visite guidate online su richiesta, con una guida dal vivo via Zoom.

Mangiare al Beehive

Per una vistia completa degli edifici del Parlamento neozelandese, concediti una pausa in uno dei punti ristoro presenti. Il caffè Copperfields è aperto al pubblico dalle 8:30 alle 15:00. Con un menu à la carte, una selezione di piatti caldi e freddi e una rotazione giornaliera di deliziose torte, fette e biscotti, Copperfields è un luogo ideale per un pranzo informale o un caffè e uno spuntino prima o dopo la visita del Parlamento.

Il ristorante Bellamys è aperto dal martedì al venerdì per pranzo e cena. Bellamys è uno dei più antichi ristoranti della Nuova Zelanda, creato per i primi membri del Parlamento che avevano bisogno di un posto dove mangiare e bere. Negli anni Ottanta del XIX secolo, Bellamys si è trasformato nel miglior ristorante e bar del paese. Il menu presenta tuttora il meglio della cucina neozelandese.

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Tra i 50 hotel più belli del mondo ci sono ben quattro italiani

Torna la seconda edizione dei World’s 50 Best Hotels, l’annuale classifica stilata da ben 600 esperti del settore provenienti da tutto il mondo, alla ricerca della qualità e dello stile nel mondo dell’hôtellerie. Per il 2024, ci sono diverse sorprese interessanti: l’Italia spicca infatti con ben 4 hotel che si sono aggiudicati un’ottima posizione in classifica, dimostrando come il settore alberghiero nostrano abbia ancora molto da raccontare. Scopriamo qualcosa in più.

I migliori hotel italiani premiati

Lo scorso anno, durante la prima edizione della classifica che premia i migliori hotel al mondo, l’Italia ha ottenuto un risultato sensazionale: si è infatti aggiudicata nientemeno che il primo posto, con il Passalacqua Hotel affacciato sul lago di Como, e più precisamente nel grazioso borgo di Moltrasio. Nel corso della serata di gala che si è tenuta martedì 17 settembre 2024 a Londra, in occasione della premiazione dei World’s 50 Best Hotels, abbiamo scoperto che il Luxury Resort italiano ha saputo mantenere egregiamente il podio conquistando il secondo posto – dietro al vincitore di questa edizione, il Capella di Bangkok.

Ma quali sono gli altri hotel italiani che sono entrati nella classifica dei migliori 50 al mondo? Al 19esimo posto troviamo il Four Seasons di Firenze, che l’anno passato era invece in nona posizione. Il Luxury Hotel a 5 stelle, situato nel cuore della città toscana a due passi dall’orto botanico del Giardino della Gherardesca, vanta numerose suite con vista sensazionale, una spa distribuita su due piani e un ristorante stellato per i suoi ospiti.

Scendendo appena di una posizione in classifica, al 20esimo posto spicca una new entry: si tratta di Borgo Santandrea di Amalfi, una meravigliosa struttura che si erge lungo la frastagliata Costiera Amalfitana, con un panorama da mozzare il fiato. Infine, tra i migliori hotel al mondo c’è anche il Castello di Reschio di Lisciano Niccone, in Umbria, che si classifica al 42esimo posto. Questa splendida tenuta di lusso, quasi al confine con la Toscana, è immersa tra le colline e offre grande tranquillità ai suoi clienti.

La classifica dei World’s 50 Best Hotels

Il resto della classifica vede spiccare nomi internazionali molto famosi nel settore dell’hôtellerie, tra cui un italiano Bulgari Hotel – quello di Tokyo, che si aggiudica la 22esima posizione – e due strutture appartenenti alla catena Belmond Hotel (il Maroma in Messico e il Mount Nelson a Cape Town, in Sudafrica). Vediamo la lista completa dei World’s 50 Best Hotels per il 2024.

  1. Capella Bangkok (Thailandia);
  2. Passalacqua Hotel (Italia);
  3. Rosewood Hong Kong (Hong Kong);
  4. Cheval Blanc Paris (Francia);
  5. The Upper House (Hong Kong);
  6. Raffles Singapore (Singapore);
  7. Aman Tokyo (Giappone);
  8. Soneva Fushi (Maldive);
  9. Atlantis The Royal (Emirati Arabi Uniti);
  10. Nihi Sumba (Indonesia);
  11. Claridge’s (Regno Unito);
  12. Mandarin Oriental Bangkok (Thailandia);
  13. Raffles London (Regno Unito);
  14. Four Seasons Bangkok (Thailandia);
  15. Hôtel de Crillon (Francia);
  16. Chablé Yucatan (Messico);
  17. Hotel Du Cap-Eden-Roc (Francia);
  18. Maroma (Messico);
  19. Four Seasons Firenze (Italia);
  20. Borgo Santandrea (Italia);
  21. Desa Potato Head (Bali);
  22. Bulgari Tokyo (Giappone);
  23. The Lana (Emirati Arabi Uniti);
  24. Rosewood San Paolo (Brasile);
  25. The Calile (Australia);
  26. The Siam (Thailandia);
  27. Park Hyatt Kyoto (Giappone);
  28. Mount Nelson (Sudafrica);
  29. One&Only Mandarina (Messico);
  30. The Carlyle (New York);
  31. La Mamounia (Marocco);
  32. Four Seasons Madrid (Spagna);
  33. Capella Singapore (Singapore);
  34. Four Seasons at The Surf Club (Florida);
  35. Hotel Bel-Air (California);
  36. Eden Rock (Saint-Barthélemy);
  37. Aman New York (New York);
  38. Royal Mansour (Marocco);
  39. Amangalla (Sri Lanka);
  40. Le Bristol Paris (Francia);
  41. Gleneagles (Scozia);
  42. Castello di Reschio (Italia);
  43. Sujan Jawai (India);
  44. Singita Lodges (Sudafrica);
  45. Six Senses Zighy Bay (Oman);
  46. The Connaught (Regno Unito);
  47. The Brando (Polinesia Francese);
  48. Hotel Esencia (Messico);
  49. The Tasman (Australia);
  50. Kokomo Private Island (Fiji).