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Fiumalbo, il piccolo borgo in Emilia-Romagna immerso nella natura

Bandiera Arancione del Touring Club e inserito a pieno titolo nel circuito dei Borghi Più Belli d’Italia, Fiumalbo, seppur poco noto a livello nazionale, è una di quelle mete da segnare in lista per un piacevole weekend o una gita fuori porta.

Sull’Alto Appennino Modenese, nel cuore del Parco del Frignano, in suggestiva posizione al confine con la Toscana e alla confluenza dei torrenti Rio Acquicciola e Rio delle Pozze (che danno vita al fiume Scoltenna), è uno dei gioielli del territorio che ha saputo preservare in modo autentico il suo centro storico e le tradizioni secolari, che lo rendono una località davvero affascinante per chi desidera riscoprire il passato.

Cosa vedere a Fiumalbo

Passeggiare per le strade di Fiumalbo è come compiere un salto indietro nel tempo, in un’atmosfera magica che si sprigiona dalle case in pietra e dai vicoli tortuosi che si intrecciano tra la rigogliosa natura dell’Appennino Tosco-Emiliano. Borgo medievale incastonato tra le verdi colline, incanta con un fascino senza tempo e un significativo patrimonio culturale e artistico.

Suo fiore all’occhiello è la chiesa di San Bartolomeo Apostolo, Santo Patrono, la cui costruzione, avviata nel XII secolo, raggiunse l’attuale imponenza soltanto dopo l’ampliamento del 1592. All’interno, custodisce affreschi e opere scultoree del celebre Wiligelmo, il primo scultore a firmare le proprie opere, lo stesso che contribuì alla decorazione del Duomo di Modena.

Ma ciò che rende davvero unico Fiumalbo è la presenza dei “casoni“, antiche abitazioni in pietra e terra risalenti all’epoca celtica, che ne testimoniano le origini millenarie, ben prima del Medioevo: situate nella località di Valdare lungo la strada per la frazione di Doccia, ai piedi del Monte Cimone, trasportano i visitatori in un paesaggio che ricorda le colline d’Irlanda e Scozia. Passeggiando tra i prati che ospitano tali antiche case celtiche, si viene pervasi da un senso di pace e meraviglia, in un contesto naturalistico straordinario.

Nonostante le dimensioni ridotte, il borgo vanta un sorprendente numero di edifici religiosi: ben sette tra chiese e oratori. Di fronte alla Chiesa di San Bartolomeo ecco la Chiesa dell’Immacolata Concezione, risalente al 1516, che per secoli ha ospitato la Confraternita dei Bianchi. La Confraternita dei Rossi, invece, aveva sede nella splendida Chiesa di Santa Caterina da Siena, oggi sede del Museo permanente dell’Arte Sacra, dove si possono ammirare pregevoli testimonianze della devozione locale tra cui spiccano un cinquecentesco dipinto dell’Ultima Cena e la Tavola di Sacaccino Sacaccini da Carpi “Madonna col Bambino in Trono”, i Santi Bartolomeo e Giovanni Battista della prima metà del XVI secolo.

Un’altra tappa imperdibile è la Chiesa di San Michele Arcangelo, la cui struttura ha subito varie modifiche nel corso dei secoli: caratterizzata da un’impronta romanica con abside semicircolare e navata unica, è un tesoro artistico che conserva affreschi risalenti al Quattrocento, emersi durante il restauro del 1931 per la costruzione del campanile.

Un paradiso per la vita all’aria aperta

Il piccolo borgo di Fiumalbo, con le case in sasso incastonate in un paesaggio incontaminato, è un vero rifugio per chi cerca pace e desidera godersi appieno la vita all’aria aperta. Durante le calde giornate estive, diventa il paradiso degli escursionisti che possono esplorare sentieri selvaggi e angoli nascosti dell’Appennino Tosco-Emiliano.

Quando arriva l’inverno, si trasforma invece nella scelta ideale per gli appassionati di sport invernali. Gli amanti dello sci-alpinismo e del trekking con racchette da neve hanno l’occasione di cimentarsi in percorsi emozionanti, mentre chi vuole emozioni più forti può avventurarsi in motoslitta ad alta quota o sfidare la neve fresca con il free ride.
La Val di Luce è facilmente raggiungibile dal paese, e gli snowboarder e skier più esperti troveranno discese mozzafiato, con un dislivello di 800 metri, in totale libertà.

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Cosa vedere nel quartiere Trenchtown di Kingston

Impossibile resistere al richiamo della Giamaica e ancor di più a quello di Kingston, città particolarmente apprezzata dai turisti per la vivacità e la cultura local. Se stai pianificando le tue prossime vacanze qui, devi sapere che c’è una chicca che non puoi perderti: si tratta di Trenchtown, il quartiere tra i più caratteristici della capitale giamaicana.

Storia del quartiere Trenchtown

Trenchtown prende il nome da James Trench, un immigrato di origine irlandese che ha scelto queste terre per pascolare il bestiame per poi lasciare la zona nel XIX secolo. Negli anni trenta era una vera e propria area residenziale a due passi da una baraccopoli abusiva; a causa di un uragano nel 1951 che ha distrutto gran parte delle abitazioni, molti local e contadini provenienti dalle aree più colpite si sono rifugiati qui trovando una nuova casa.

Le nuove abitazioni hanno una struttura a un unico piano o due piani, sono realizzate in cemento armato e spesso godono di un cortile centrale con una cucina: una tradizione ancora in voga sinonimo di convivialità. Negli anni ’70, però, questo luogo ha iniziato a muoversi attorno al crimine ottenendo l’etichetta di quartiere pericoloso soprattutto per movimenti politici molto attivi che creano innumerevoli tensioni. Ancora oggi, il Trenchtown dominato dal PNP entra in conflitto con il Rma sotto il dominio del JLP.

Perché nonostante questa tensione oggettiva e ancora oggi presente molti vogliono visitarlo? Si tratta del quartiere natale di Bob Marley, icona della musica reggae alternativa che ancora oggi fa ballare le generazioni.

Sulle orme di Bob Marley a  Trenchtown

Come accennato, questo è stato il quartiere d’origine di Bob Marley e proprio qui è possibile entrare nella zona delle case popolari dove viveva e raggiungere la camera da letto in cui creava e dormiva. Qui è custodita la sua prima chitarra e addirittura i resti del furgone Volkswagen iconico a cui l’autore è spesso associato. La zona riconosciuta come patrimonio nazionale dal 2007 ospita il Trench Town Culture Yard Museum dove non mancano mai percorsi espositivi.

Trenchtown Culture Yard

Tra i luoghi più rilevanti c’è il Culture Yard, un vero e proprio museo vivente della cultura reggae e del movimento Rastafari. Proprio qui, il celebre Bob Marley ha trascorso gran parte della sua vita e della sua carriera artistica. Ti basti sapere che la casa in cui ha vissuto è stata trasformata in un museo con tantissimi cimeli che lo riguardano.

Non lontano ti consiglio di raggiungere statua di Bob Marley, in cui è rappresentato con la chitarra: è il perfetto “Instagram spot” dove scattarti un selfie. Accanto compare poi un’opera di street art, un murales che ricopre le pareti circostanti e racconta la storia del reggae con Marley e altri suoi colleghi. Se sei un fan riconoscerai nel nome Trench Town Rock quello di una celebre hit ma prende il nome da una zona del quartiere in cui resilienza e speranza vanno a braccetto ancora oggi. Un vero tempio per gli appassionati della musica: chi organizza un viaggio nella terra di Bob Marley non può certo perdere una tappa qui, dove tutto è iniziato.

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Cosa conviene comprare a Chicago

Il suo skyline dalle mille luci che si infiamma al tramonto ricorda quello di New York, ed effettivamente quella di Chicago è una città vivace e ricca di attrattive, che però non ha nulla da invidiare alla Grande Mela. Tra il traffico continuo e alcuni dei grattacieli più alti d’America che ne raccontano il forte sviluppo, si trovano moltissimi negozi e centri commerciali in cui acquistare un souvenir del proprio viaggio nel Mid West, ma anche diversi prodotti tipici che si trovano soltanto qui, nella cosiddetta “Windy City”.

Ma cosa conviene comprare a Chicago per portare con sé un pezzo di questa magnifica città che sembra ambientata in un film futuristico? Ecco la nostra guida con i consigli per fare ottimi acquisti, mai banali, in base ai propri gusti e a quelli delle persone a cui vorrete portare un pensiero dal vostro viaggio americano da sogno.

I migliori souvenir da comprare a Chicago

Volete portare con voi un souvenir non banale da Chicago, ma non sapete cosa offre questa città sulle rive del lago Michigan? Ecco alcune idee originali per acquistare prodotti legati alla sua tradizione e alla sua storia.

Partiamo dal presupposto che Chicago è la patria del Blues. La ricca cultura musicale ha avuto origine negli angoli delle strade e ha visto nascere e crescere numerosi cantanti e gruppi divenuti estremamente popolari. Non mancano, per le vie della città, numerosi locali in cui il Blues viene ancora suonato dal vivo e tanti negozi che vendono cd e dischi dei più popolari esponenti del genere, da Muddy Waters, padre del moderno Chicago Blues, a Willie Dixon, Bo Diddley e molti altri. Ecco allora che, per gli appassionati, un bel disco Blues sarà il souvenir perfetto.

Chicago è la patria del Blues

Fonte: iStock

Negozi e locali di musica Blues a Chicago

Anche lo sport occupa una fetta importante del panorama culturale di Chicago: chi non ha mai sentito parlare dei celebri Chicago Bulls, dei Chicago Bears o dei Chicago White Sox? Dal basketball al baseball e al football, lo sport qui viene preso sul serio. Vietato allora tornare a casa senza una maglia di una delle 5 squadre celebri di Chicago, vendute in tutta la città all’interno di vari negozi con prezzi che partono dai 50 dollari.

Ma questa splendida città dallo skyline suggestivo è anche il luogo in cui l’indimenticato architetto Frank Lloyd Wright ha realizzato le sue più celebri creazioni, come la Robie’s House e lo Unity Temple, entrambi iscritti nella lista dei siti Unesco. Per gli appassionati di architettura non sarà difficile trovare diversi negozi nei quali poter acquistare gadget e souvenir riferiti a Frank Lloyd Wright, come puzzle di design, stampe, libri e giochi che seguono il suo stile.

I prodotti tipici di Chicago, dal dolce al salato

In ogni film americano che si rispetti, quando si tratta di andare al cinema o di assistere a un evento sportivo è d’obbligo avere con sé una scatola di popcorn formato maxi. Anche Chicago non è da meno, con numerosi esercizi e bancarelle che li vendono: i più celebri sono quelli dei negozi Garrett. Ce ne sono vari in città e sono il luogo dei sogni per gli amanti di queste piccole sfiziosità a base di mais. Puoi scegliere tra una varietà ampissima di gusti, dai classici popcorn a quelli al caramello, al formaggio o alle noci di Macadamia e tanti altri, confezionati in graziose scatole di latta da tenere come ricordo.

Negozio Garrett's Popcorn a Chicago

Fonte: iStock

Negozio Garrett’s Popcorn, Chicago

Quando si torna da un viaggio, si sa, i regali a base di cibo o bevande particolari sono sempre ben accetti. Ne sono un esempio i cioccolatini della pasticceria Katherine Anne Confections, una delle più rinomate di Chicago. Qui i dolcetti e il caramello vengono realizzati con prodotti locali. E sempre di cioccolato si tratta quando parliamo di un’altra strana tipicità di Chicago: il cioccolato Vosges mescolato a piccoli pezzetti di bacon affumicato.

Gli amanti della tavola in visita a Chicago non potranno farsi sfuggire qualche tipica specialità gastronomica del luogo. La deep-dish pizza, l’altissima pizza ripiena di mozzarella, è una delle più conosciute di tutti gli USA e può essere gustata in alcune delle pizzerie più celebri della città, come quelle di Lou Malnati’s sparse per le vie del centro. Sicuramente difficile da portare in Italia, ma da assaggiare assolutamente durante l’esplorazione di questa vivace città americana.

Piatto di Deep Dish Pizza a Chicago

Fonte: iStock

Deep Dish Pizza, tipica di Chicago

Abbigliamento e accessori nelle vie dello shopping di Chicago

La “Windy City” è ricca di negozi e shop di ogni dimensione e prezzo nei quali abbondano i gadget e i souvenir che i viaggiatori possono aggiudicarsi a prezzi decisamente convenienti, ma non solo. A Chicago si trovano anche grandi outlet e centri commerciali, luoghi perfetti per acquistare qualche capo di abbigliamento spendendo cifre equilibrate in confronto a certi listini europei (complice anche il cambio ancora favorevole Euro/Dollaro).

Su tutte, è la Magnificent Mile a fare da padrona per lo shopping in città: è una delle vie più celebri e grandi al mondo che copre ben otto isolati e offre una quantità immensa di negozi, dalle più lussuose boutique appartenenti a grandi griffe mondiali, come Giorgio Armani, Levi’s, Swarowsky o Cartier, fino alle catene e agli shop più economici.

Anche in fatto di centri commerciali la città del Blues non scherza. Sulla Magnificent Mile se ne trovano diversi e dalle dimensioni impressionanti. Uno dei più grandi è il Water Tower Place, situato in una torre che si affaccia proprio sul Lago Michigan. Lungo gli otto piani dello stabile si trovano centinaia di negozi e shop per gli acquisti, dai prodotti più costosi fino a quelli a buon mercato. Il Water Tower Place è l’ideale soprattutto per i capi di abbigliamento (Abercombie & Fitch, Lacoste e Victoria’s Secret sono tra i marchi presenti che noi tutti conosciamo).

Altri centri commerciali sono il 900 North Michigan Shops, The Shops at North Bridge, Bloomingdale’s, Nordstrom, Macy’s, Neiman Marcus e il Saks Fifth Avenue. Veri e propri templi per lo shopping in cui trovare qualsiasi capo d’abbigliamento, accessorio o souvenir che si possa desiderare.

La Magnificent Mile di Chicago

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Magnificent Mile, Chicago
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Cosa vedere in Tasmania: le tappe imperdibili

L’Isola ai confini del mondo. Così viene chiamata spesso la Tasmania, un’isola dalla bellezza disarmante che si trova a largo della costa sud-orientale dell’Australia. Così piccola nelle dimensioni ma così immensamente grande nelle cose da offrire; il fascino di quest’isola risiede nella bellezza dei suoi parchi naturali, riserve protette, spiagge incontaminate e foreste pluviali, ma anche nella sua vivace capitale e nei suoi altri centri urbani. L’identità culturale dell’isola è affascinante e ricca di cose da raccontare: dalla convivenza tra tradizioni aborigene ed eredità coloniali, alla scena artistica contemporanea, passando per i pittoreschi villaggi poco abitati e per la briosità di Hobart, la sua capitale. Insomma, la Tasmania è una terra magica da scoprire in tutte le sue sfaccettature ma ha così tanto da offrire che organizzare l’itinerario potrebbe essere complicato. Ecco, quindi, alcuni consigli su cosa vedere in Tasmania e, nello specifico, le migliori attrazioni e luoghi interesse che meritano il viaggio.

Tasmania: il lato storico e culturale

Come avrai intuito, la Tasmania è celebre per le sue meraviglie naturali. Tuttavia, i suoi tesori culturali non sono da meno. Ecco due luoghi da appuntarsi assolutamente per un itinerario dell’isola ai confini del mondo perfettamente organizzato.

A spasso per Hobart, la capitale della Tasmania

Se hai deciso di esplorare la Tasmania, è fondamentale un passaggio nella sua capitale: Hobart. Situata sulle sponde del Derwent, Hobart possiede tutte le caratteristiche di una città portuale la cui storia risale agli inizi del XIX secolo. Con una fisionomia urbana che mescola l’architettura georgiana e post-industriale – con edifici storici che raccontano radici marittime e manifatturiere – Hobart è molto più di una semplice porta che permette di accedere alle meraviglie dell’isola, ma un piccolo ecosistema dove tradizione e avanguardismo convivono influenzandosi continuamente in una costante evoluzione. Tra le cose da vedere assolutamente nella capitale della Tasmania troviamo:

  • MONA (Museum of Old and New Art), un museo d’arte contemporanea che sfida le convenzioni e attira visitatori da tutto il mondo.
  • Il Salamanca Market, un mercato che riflette l’anima culinaria e artistica della Tasmania. Prodotti agricoli, abiti e libri second-hand, antiquariato e chi più ne ha più ne metta!
  • Il Museo Marinaro della Tasmania, un piccolo scrigno che racchiude la storia e la cultura dell’isola. In questo luogo sono conservati antichi strumenti di navigazione e testimonianze storiche sugli indigeni e sui coloni europei che plasmarono l’isola.​​
  • Il Giardino Botanico Reale della Tasmania: costruito nel 1818, i suoi 14 ettari sono punteggiati da numerose specie botaniche molte delle quali risalgono a ben prima del diciannovesimo secolo.

Port Arthur

Tra le cose da vedere in Tasmania c’è, senza ombra di dubbio, Port Arthur: una delle principali attrazioni dell’isola. Questa ex-colonia penale fondata nel 1830 dall’Impero Britannico è stato uno dei carceri più severi di tutto l’Impero. Qui vennero incarcerati alcuni dei più temibili criminali dell’epoca. Oggi è possibile visitare il sito nella sua totalità passando per la temutissima prigione (costruita per punire i detenuti tramite l’isolamento assoluto e la deprivazione sensoriale), gli edifici amministrativi e la chiesa. In contrasto con la lugubre storia di questo luogo c’è ciò che lo circonda: uno scenario naturale di estrema bellezza. Non dimentichiamoci che Port Arthur è Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Cosa vedere in Tasmania per chi cerca il contatto con la natura

Dai parchi nazionali alle splendide spiagge, dalle zone montuose ai campi di lavanda. Per quanto la Tasmania abbia delle dimensioni ridotte è davvero in grado di offrire una vastissima gamma di cose da vedere e da fare per tutti i gusti e le attitudini di viaggio. Di seguito trovi la nostra selezione per quanto riguarda le principali attrazioni di carattere naturale da non perdere.

3 parchi nazionali in Tasmania da esplorare

Camminare, andare in bici, fare birdwatching o semplicemente ritrovare il contatto con la natura. I parchi nazionali della Tasmania sono un sogno per chi ama i viaggi ad alto tasso di attività outdoor. Ne abbiamo selezionati tre:

  • Parco Nazionale di Southwest: se ami la natura selvaggia e incontaminata e sei un esploratore esperto, allora questo parco fa per te. Inserito tra le aree più remote della Tasmania, il Parco Nazionale di Southwest fa parte del più vasto Tasmanian Wilderness World Heritage Area. Oltre 6000 chilometri quadrati di paesaggi che variano dalle montagne frastagliate a foreste impenetrabili, da valli profonde a laghi mozzafiato come il Lago Pedder e il Picco di Federation. Questo è il luogo ideale se vuoi prendere le distanze dalla civiltà e ritrovare te stesso nella natura.
  • Freycinet National Park: sulla costa est della Tasmania si trova questa perla di una sconfinata bellezza. Un susseguirsi di spiagge incontaminate e di foreste di eucalipto che regalano viste incredibili sull’Oceano Pacifico. Tra i punti di interesse in questo parco ci sono la famosissima Wineglass Bay e il Monte Amos. Se sei fortunato, in quest’area è possibile avvistare molte specie selvatiche come wallaby, delfini e, a volte, balene.
  • Abel Tasman: spostandoci a nord della Tasmania, invece, troviamo un’altra splendida area protetta caratterizzata da spiagge dorate e foreste rigogliose di felci e faggi. Gli amanti del trekking possono cimentarsi nel l’Abel Tasman Coast Track, un percorso che si snoda tra baie nascoste e promontori rocciosi. Anche qui è possibile avvistare molti esemplari di fauna selvatica come foche, pinguini e uccelli di mare.

Per gli amanti dei trekking: due monti da esplorare in Tasmania

Le zone montuose della Tasmania godono del primato di zone più affascinanti e selvagge dell’intera Australia e sono caratterizzate da paesaggi sublimi capaci di incantare e spaventare nello stesso istante. L’altitudine delle catene montuose della Tasmania è relativamente bassa, tuttavia è importante non sottovalutarne la pericolosità poiché le condizioni climatiche possono cambiare rapidamente e manifestarsi fenomeni meteorologici estremi. Se sei un amante dei trekking in montagna allora non puoi non esplorare questi due monti:

Monte Cradle: icona naturale della Tasmania

Protagonista indiscusso di tutte le fotografie di chi visita la Tasmania, il Monte Cradle (che si trova nel Parco Nazionale di Cradle Mountain-Lake St Clair), è una vera e propria icona. Destinazione imperdibile per gli appassionati di trekking, è proprio qui che si snoda il famoso Overland Track, un percorso di circa 65 chilometri da affrontare zaino in spalla e con una buona dose di spirito d’avventura. Il percorso attraversa panorami mozzafiato che spaziano da splendidi laghi a foreste lussureggianti. Il periodo migliore per intraprenderlo è l’estate, mentre l’inverno è appannaggio degli escursionisti più esperti.

Monte Wellington: il trono sulla città di Hobart

Un altro monte da segnalare per tutti gli appassionati di escursioni ad alta quota è il Monte Wellington, una montagna a sud-est della Tasmania e a pochi chilometri dalla capitale Hobart. Alta circa 1200 metri, regala splendide viste panoramiche sulla città e sul fiume Derwent. Anche qui ci sono sentieri che si differenziano per livelli di difficoltà. Una volta raggiunta la cima è possibile accedere a un belvedere che regala vedute mozzafiato e rappresenta il legame ancestrale della città di Hobart con la natura incontaminata che la circonda.

Spiagge imperdibili da vedere in Tasmania

Per tutti quelli che, quando viaggiano in luoghi lambiti dalle acque salate, sentono il forte richiamo del mare e dell’Oceano, la Tasmania rappresenta un vero e proprio Eden terrestre. Dalle spiagge circondate da scogliere rosa a quelle più selvagge e ispide, passando per quelle con chilometri di sabbia bianca e finissima… chiunque voglia trovare un po’ di pace osservando l’orizzonte avrà l’imbarazzo della scelta. Abbiamo raccolto le migliori spiagge e baie protette da vedere assolutamente durante il tuo viaggio in Tasmania.

  • Wineglass Bay: uno dei luoghi più desiderati della Tasmania, raggiungibile solo attraverso un trekking. Wineglass Bay si trova all’interno della riserva naturale del Freycinet National Park, incastonata in una meravigliosa cornice rocciosa di granito rosa. Con la sua sabbia bianchissima e le sue acque turchesi è davvero una destinazione ad alto impatto emozionale dove è possibile godere di una pace dei sensi senza eguali.
  • Baia dei Fuochi: una seconda lingua di terra da esplorare in lungo e in largo è, sicuramente, la Baia dei Fuochi, considerata una delle meraviglie naturali più sorprendenti al mondo. Punteggiata da spiagge di straordinaria bellezza merita assolutamente una visita.
  • Isola di Bruny: ultima ma non ultima, Bruny Island. Un’isola formata da due isole unite da un istmo sabbioso di circa 5 chilometri. Questo è un luogo ideale per chi vuole avvistare la fauna selvatica; gli incontri con pinguini, echidne e berte codacorta sono, infatti, molto frequenti. Mentre a nord dell’isola si concentrano le varie spiagge, a sud si trova il South Bruny National Park, una riserva con diversi percorsi escursionistici per tutti gli amanti delle passeggiate in mezzo alla natura. L’isola è raggiungibile prendendo un traghetto da Kettering. 

Bonus Track: il paradiso della Lavanda per gli amanti dei fiori

Campo di lavanda in Tasmania

Fonte: iStock

Una distesa di lavanda mozzafiato in Tasmania

Se è vero che quando pensiamo ai campi di lavanda la prima cosa che ci viene in mente è la Provenza, è anche vero che la Tasmania non ha niente da invidiare alle campagne francesi quando si tratta di lasciare a bocca aperta tutti gli amanti di questa profumatissima pianta officinale. Se sei tra questi, allora tra le cose da vedere in Tasmania devi aggiungere una visita ai campi di lavanda. Ce ne sono due enormi in Tasmania:

  • Il Bridestowe Lavender Estate: una delle piantagioni più grandi al mondo, è stata fondata nel 1920. Visitarla nel periodo di fioritura estiva significa scontrarsi con uno scenario degno dei migliori quadri impressionisti, con i fiori di lavanda che si rincorrono a perdita d’occhio per oltre 260 acri. In questa riserva è possibile acquistare prodotti a base di lavanda come prodotti cosmetici, profumi e chi più ne ha più ne metta.
  • Il Port Arthur Lavender Farm Tasmania: situata nelle vicinanze di Port Arthur, si affaccia placida sulla baia offrendo un ambiente che regala subito pace e tranquillità. Anche qui è possibile acquistare prodotti artigianali a base di lavanda. Inoltre, nel ristorante con vista che si trova in questa piantagione, è possibile gustare un pasto creativo con abbinamenti che prevedono le lavanda come ingrediente speciale.

Viaggio in Tasmania: quanti giorni dedicarle

Non c’è mai una regola precisa per stabilire quanti giorni servono per visitare un determinato luogo, molto dipende anche dai ritmi che ognuno di noi vuole adottare in viaggio. In linea di massima, per visitare la Tasmania e godere di un’esperienza completa si consiglia di dedicare circa 10 giorni di viaggio, che si possono ridurre a 6 nel momento in cui si è disposti a rinunciare a qualche tappa e concentrarsi sui luoghi di interesse principali.

Per raccontare tutte le meraviglie che la Tasmania ha da offrire, si potrebbe facilmente scrivere un libro intero. Quelle che abbiamo raccolto in questa guida sono solo alcune delle tappe davvero imperdibili da inserire nel proprio itinerario di viaggio, per lasciarsi coinvolgere e stupire da una terra di rara bellezza e unica al mondo. L’isola nasconde, in ogni singolo angolo, qualcosa di sorprendente regalando la sensazione di trovarsi in un luogo dalle atmosfere magiche, dove la natura è capace di manifestarsi in mille forme diverse ma, soprattutto, nella sua forma più pura e incontaminata. Dalle spiagge di sabbia bianca e acque cristalline come Wineglass Bay o la Baia dei Fuochi, alle sue zone montuose come Cradle Mountain, passando per le sue suggestive distese di campi di lavanda che possono essere tranquillamente uscite da un dipinto di Renoir o di Monet, la Tasmania è uno quei viaggi da fare almeno una volta nella vita. Un vero e proprio paradiso per chi cerca avventure ma anche tranquillità e bellezza e che lascia segni indelebili nel cuore di chi lo visita. Che tu sia un amante del trekking, un beach lover o, semplicemente, alla ricerca di una fuga dalla vita frenetica, la Tasmania potrebbe essere il tuo nuovo posto del cuore, basta solo concederle la possibilità di sorprenderti.

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Kilmartin Glen, la sorprendente (e sconosciuta) Stonehenge scozzese

Percorrendo la strada a nord-ovest che da Glasgow attraversa le colline di Argyll, la civiltà scompare e il paesaggio appare privo di vita e di storia, ma soltanto per l’occhio inesperto.

Infatti, quando si supera Loch Fyne, svoltando verso nord appena fuori dal villaggio di Lochgilphead, appare la grande distesa di Kilmartin Glen, la Scozia vista dai re dell’antico regno gaelico Dál Riata del VI e VII secolo, e le torbiere rialzate accolgono il visitatore con un paesaggio plasmato da colline accidentate, campi “colonizzati” da pecore Blackface e foreste di querce dalle radici profonde.

Ma guardando più da vicino, mentre la strada serpeggia verso nord fino alla città portuale di Oban, diventa subito chiaro che Kilmartin Glen è un luogo che cela una storia eccezionale: sì perché è questo lo scenario di una collezione preistorica di monumenti henge, tumuli funerari, pietre erette, cerchi di pietre e dei più importanti siti di arte rupestre in tutta la Gran Bretagna, con oltre 800 reliquie antiche (secondo l’ultimo conteggio).

Uno dei più grandi tesori della Gran Bretagna

Tanta meraviglia vide la luce prima dell’arrivo dei Romani e dei Greci, prima che le piramidi venissero costruite circa 4.700 anni fa e prima di Stonehenge, celebre e straordinario sito neolitico. Tutti gli archeologi e gli antiquari concordano sul fatto che Kilmartin Glen sia uno dei più grandi tesori della Gran Bretagna, eppure la maggior parte delle persone non ne ha mai sentito parlare.

D’altronde, se è vero che gli antiquari si interessarono all’area fin dal 1800, fu solo negli Anni Sessanta che due volontari locali, Marion Campbell e Mary Sandeman, intrapresero la prima indagine archeologica.

Con gli occhi fissi sul terreno, scoprirono, così, siti dimenticati per secoli, oltre a raccogliere un cospicuo archivio di manufatti del Neolitico e dell’Età del bronzo, tra cui vasi, coppe, ceramiche, asce e punte di frecce.

Da allora, il patrimonio di Kilmartin Glen ha continuato a essere oggetto di grande attenzione, centimetro dopo centimetro, e i reperti rinvenuti aiutano a tracciarne la sequenza temporale tra le sale del nuovo museo fondato agli inizi degli Anni Novanta, quando Campbell lasciò in eredità la sua collezione al museo originario: da allora, sono stati raccolti ben 22.000 manufatti.

L’esposizione sembra, inoltre, un “avvertimento” sulla natura fragile dell’esistenza umana e su come dovremmo onorare le storie dei nostri antenati. Non a caso, chi parla gaelico conosce un proverbio per scavare nel passato, riportato in grassetto su un pannello informativo lì accanto: “Cuimhnich air na daoine on dànaig u” (Per ricordare coloro da cui provieni).

Il fascino di un luogo antico che trasuda mistero

Di tutti gli strani dettagli su Kilmartin Glen, forse il più notevole è che quasi tutti i suoi siti sono raggruppati entro un raggio di circa 9 chilometri dal villaggio di Kilmartin. Ulteriori prove della civiltà preistorica della valle si trovano ad Achnabreck, un affioramento seminascosto che corona una collina 10 chilometri a sud del nuovo museo: realizzato per allinearsi con il tramonto di metà inverno, quando la luce bassa rivela una serie di spirali cornute, rosette e segni di anelli, è uno dei più grandi siti di arte rupestre del suo genere.

Alcuni ipotizzano che le incisioni preistoriche siano animate da forze soprannaturali.

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Francia: a settembre tanti sconti per chi viaggia in treno

Settembre non segna per forza la fine delle gite estive, soprattutto per chi ama spostarsi in treno. Grazie alla campagna “Les Jours Traincroyables” promossa dalla SNCF, l’operatore ferroviario nazionale francese, c’è ancora l’opportunità di esplorare la Francia (e non solo) con offerte speciali su diversi servizi ferroviari.

Per tutto il mese, fino al 30 settembre, la campagna offre infatti “vendite lampo” che consentono di acquistare biglietti scontati per i treni Intercités, Ouigo, TER, e TGV INOUI. Le offerte riguardano sia tratte regionali che a lunga percorrenza e consentono, così, di organizzare viaggi economici verso le principali città francesi o destinazioni meno note, ideali per un ultimo assaggio d’estate.

Se state pensando di regalarvi una pausa dalla solita routine, vi conviene tenere d’occhio le date delle vendite lampo per approfittare delle migliori tariffe. Eccole.

I saldi dei treni francesi per il mese di settembre

Come detto, settembre è ricco di offerte imperdibili per viaggiare in treno con SNCF Voyageurs.

Dopo aver aperto i saldi il 4 e il 5 settembre con la vendita flash di Ouigo, durante la quale sono stati messi in vendita 200.000 biglietti per treni classici e ad alta velocità, con un costo massimo di 19 euro ciascuno, attenzione al 10 e al 13 settembre quando verranno venduti 30.000 biglietti della Nomad Train a non più di 12 euro per viaggi tra la Normandia e Parigi.

Inoltre, durante tutto il mese, biglietti economici (tra 3 e 13 euro) saranno disponibili anche nella regione orientale della Borgogna-Franca Contea e da o per Parigi.

Ma non finisce qui. I minori di 26 anni possono usufruire di biglietti da 4 a 15 euro per viaggiare in Bretagna mentre, in Nouvelle-Aquitaine, i minori di 28 anni possono viaggiare per soli 2 euro.

Ancora, per un viaggio nella regione Hauts-de-France verranno rilasciati, ogni giorno, 5.000 biglietti del treno a prezzi stracciati da 2 euro, e non ci sono limiti di età per approfittare di questa offerta che si rivela un’ottima opportunità per esplorare il nord della Francia con un budget ridotto.

Per chi preferisce la montagna, invece, la regione Auvergne-Rhône-Alpes offre uno sconto del 40% sui treni TER ogni sabato per i gruppi.

Insomma, settembre è proprio il momento perfetto per godere degli ultimi scorci di natura verde prima dell’arrivo dell’autunno.

Viaggi in treno economici alla scoperta dell’Europa

Le offerte sui treni per settembre non si limitano soltanto alla Francia: dal 18 al 29 settembre, ad esempio, potrete concedervi una mini vacanza o un weekend alla scoperta dell’Europa con biglietti a 39€ grazie ai servizi TGV INOUI e TGV Lyria. TGV INOUI collega oltre 200 destinazioni, comprese Germania, Italia e Spagna, mentre TGV Lyria effettua il servizio ferroviario tra la Francia e la Svizzera.

Inoltre, tra il 23 e il 27 settembre, saranno a disposizione biglietti da 19€ a 29€ sui treni TGV INOUI e Intercités, e non mancherà la possibilità di effettuare un upgrade alla prima classe per solo 1€ in più.

Infine, se viaggiate spesso, vale la pena considerare la Carte Liberté, che propone sconti fissi per tutto l’anno e che ora è disponibile con uno sconto fino a 80€. Un’ottima occasione per risparmiare sui viaggi in treno nel Vecchio Continente.

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Spiagge di sassi: queste le più belle d’Italia

C’è chi ama stendersi su morbide spiagge di sabbia e chi invece, non volendo ritrovarsela dovunque una volta tornato a casa, preferisce quelle di ciottoli. In Italia abbiamo spiagge da sogno perfette per soddisfare ogni esigenza, dalla Liguria alla Sardegna. Le spiagge di sassi, inoltre, vantano un fondale irresistibile perché i ciottoli rendono l’acqua trasparente e chiara. Qui abbiamo raccolto le spiagge di sassi più belle d’Italia, perfette anche per le famiglie con bambini che, seppur non potranno costruire gli amati castelli di sabbia, troveranno tante altre attrattive geologiche per divertirsi.

Spiaggia di Camogli, Liguria

Camogli è un piccolo villaggio di pescatori annidato sulla Riviera Ligure, di una bellezza e vivacità uniche. Oltre alle file di case dai colori pastello, al porto con negozi e ristoranti e a una grande piazza ideale per sorseggiare un caffè, vanta anche una splendida spiaggia di sassi. La spiaggia libera costeggia il paese e si trova a due passi dalla Basilica di Santa Maria Assunta, la chiesa che con la sua imponenza completa questo scorcio da cartolina. Stendete l’asciugamano e immergetevi nelle sue acque cristalline ammirando quello che viene considerato uno dei panorami più belli del Mediterraneo.

Spiaggia dei Sassi Neri a Sirolo, Marche

L’incantevole e selvaggia Spiaggia dei Sassi Neri è la più famosa di Sirolo grazie al suo paesaggio dove il verde della macchia mediterranea incontra le acque cristalline del mare. Perché si chiama così? Il nome, come probabilmente avrete immaginato, deriva dalle rocce scure che contraddistinguono il suo fondale. La spiaggia, raggiungibile attraverso un sentiero o con una pratica navetta proveniente da Sirolo, offre sia un tratto di spiaggia libera che uno attrezzato.

Spiaggia di Roseto Capo Spulico, Calabria

Grazie al suo mare bellissimo, Roseto Capo Spulico è considerato una delle mete più amate della Calabria. Ricca di storia e importanti testimonianze del passato, in primis il caratteristico castello, propone una spiaggia di sassi imperdibile, riconoscibile dalla presenza di uno scoglio a forma di incudine. La spiaggia è libera e presenta sassi medi e grandi, quindi consigliamo di portare con voi una sdraio e le scarpette per stare comodi e passeggiare tranquillamente per trovare i migliori scorci dai quali scattare qualche foto. In alternativa è presente anche un’area attrezzata.

spiaggia Roseto Capo Spulico

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La spiaggia di sassi a Roseto Capo Spulico

Cala del Gesso, Toscana

Situata nei pressi di Porto Santo Stefano, nell’area dell’Argentario, questa splendida cala può essere raggiunta via mare oppure percorrendo un sentiero asfaltato. Si tratta di una spiaggia dal fascino selvaggio, libera e caratterizzata da un mare cristallino e trasparente, garantito proprio dal fondale composto da ciottoli. Questo è anche ricco di pesci, quindi non dimenticate di portare con voi una maschera e boccaglio se amate esplorare il mondo subacqueo.

Cala Paura a Polignano, Puglia

Di piccole dimensioni, questa è una delle cale più frequentate di Polignano, situata proprio all’entrata del borgo. È presente sia un tratto di spiaggia libera che una attrezzata, oltre che delle banchine perfette per posare sdraio e asciugamano nel caso non troviate posto. Grazie alla bellezza delle sue acque, Cala Paura è stata premiata con la Bandiera Blu e con le 4 Vele di Legambiente. A donare un tocco pittoresco allo scenario, troverete le piccole barche variopinte dei pescatori.

Mari Pintau, Sardegna

Questa spiaggia di sassi si immerge in un mare meraviglioso come solo la Sardegna sa offrire. Situata nella costa meridionale, nel territorio di Quartu Sant’Elena, la spiaggia di Mari Pintau (che significa ‘mare dipinto’) propone un panorama unico composto da acque color azzurro-smeraldo e dal verde acceso della macchia mediterranea. Il fondale è di sassi e ciottoli granitici ed è considerato la meta ideale per chi pratica pesca subacquea o desidera immergersi semplicemente con la maschera. Qui troverete servizi e uno stabilimento balneare con noleggio attrezzatura e chiosco-bar.

Mari Pintau Sardegna

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Spiaggia di Mari Pintau in Sardegna

Faraglioni di Lucia Rosa a Ponza, Lazio

Anche questa location è perfetta per gli amanti delle immersioni e dello snorkeling. I faraglioni di Lucia Rosa prendono il nome da una ragazza ponzese che, nell’800, obbligata dalla famiglia a non sposare un contadino, si gettò dalla rupe sopra i faraglioni. Quest’ultimi offrono uno scenario sottomarino perfetto da esplorare con la maschera e il boccaglio perché ricco di cunicoli e grotte, alcune delle quali contengono piccole spiagge di sassi. Inoltre, nella zona al largo, è stato trovato a 30 metri di profondità un relitto di una nave romana che trasportava anfore risalenti alla metà del I sec. a.C.

Calaficarra, Basilicata

La spiaggia di Calaficarra, conosciuta anche come Spiaggia di Santa Teresa o Cala ‘i don Carlo o Spiaggia D’A Scala, è considerata una delle spiagge più belle di Maratea, in Basilicata. Facilmente raggiungibile perché situata nei pressi del centro cittadino, grazie alla bellezza delle sue acque è stata premiata con la Bandiera Blu da parte della Fondazione per l’educazione ambientale (FEE). Qui troverete tre piccole spiagge di ghiaia e ciottoli di colore scuro che fanno da contrasto al blu cobalto del mare. Al centro della spiaggia noterete anche lo Scoglio del Falchetto, chiamato così perché qui nidificano i falchi pellegrini.

Isola Bella a Taormina, Sicilia

Chiunque visiti Taormina vorrà fare un salto nelle acque della sua Isola Bella. Questa grande e pittoresca roccia situata nel mezzo di una baia a ferro di cavallo è un parco marino dalle acque cristalline con una deliziosa spiaggia di sassi accessibile tramite una scalinata. Incorniciata da alte scogliere che colano a picco su un mare turchese e cristallino, offre fondali rocciosi le cui tonalità variano in base alle ore della giornata. La spiaggia offre un tratto libero ad accesso gratuito e una parte con lidi attrezzati dove potrete affittare sdraio, lettini e ombrelloni.

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Germinale Monferrato Art Fest: l’arte tra le colline del Basso Monferrato

Germinale – Monferrato Art Fest è la rassegna annuale di Arte Contemporanea diffusa che si svolge tra le colline del Basso Monferrato da venerdì 6 a domenica 29 settembre 2024, a cura di Francesca Canfora.
L’epicentro dell’evento, che comprende in tutto 12 diversi comuni, si trova a Rinco di Montiglio dove la Quasi Fondazione Carlo Gloria APS, ente organizzatore della rassegna, ha trovato sede nel 2023 iniziando la sua attività in ambito artistico e culturale. I primi progetti realizzati hanno condotto in modo naturale a pensare di dare vita a itinerari, viaggi ed esplorazioni aprendosi verso il territorio del Monferrato, sito parte del Patrimonio UNESCO insieme a Langhe e Roero.

Artisti affermati e mid-career

Germinale – Monferrato Art Fest coinvolge artisti affermati e mid-career con installazioni site specific, sculture e progetti espositivi.

Sono 19 gli artisti in mostra: Paolo Albertelli e Mariagrazia Abbaldo, Elizabeth Aro, Enrico Ascoli, Domenico Borrelli, Gisella Chaudry, Roger Coll, Luca Coser, Carlo D’Oria, Francesca Dondoglio, Chiara Ferrando, Carlo Gloria, Paolo Grassino, Jiri Hauschka, Fabio Oggero, Paolo Pellegrin, Fabio Pietrantonio, Luisa Raffaelli, Enrica Salvadori e Luisa Valentini.

In Residenza, selezionati tramite apposito bando, saranno parte dell’evento tre giovani artisti under 35, Gabriele Diversi ed Elisabetta Mariuzzo nello spazio Qoqqo Atelier a Cocconato d’Asti e Fabio Riaudo nell’ Ex Farmacia sempre a Cocconato.

Progetto speciale di questa edizione è il murale realizzato da Monograff, selezionato tramite bando per street artist under 35 e che ha svolto una residenza a Moncalvo per la sua realizzazione. L’opera, rimarrà come traccia permanente dell’evento sul territorio, arricchendone sia il paesaggio culturale che il patrimonio artistico contemporaneo. L’intervento è stato realizzato sul fabbricato del Peso, all’interno della Cantina Sette Colli di Moncalvo, individuata come luogo di particolare interesse.

Un’ ultima Residenza si svolgerà nella Chiesa di Villa Toso a Tonco dove l’artista Enrica Salvadori trascorrerà il mese di settembre allestendo il proprio atelier che sarà aperto al pubblico. Contestualmente condurrà laboratori e workshop presso la Scuola dell’Infanzia e Primaria situata nell’attigua Villa Toso.

Idea di rinascita, di germogli e di nuove foglie

Germinale Monferrato Art Fest è realizzato con il patrocinio della Regione Piemonte e di Alexala e con il sostegno operativo territoriale di Ente Turismo Langhe Monferrato Roero.

L’evento riprende il nome del settimo mese del calendario rivoluzionario francese, termine a sua volta tratto dal latino germinalis (da germen, “germoglio”), con il significato di “mese in cui germogliano le piante”.

Germinale reca nel suo nome, in modo propiziatorio, lidea di rinascita, di germogli e di nuove foglie, che in questo caso diventa metafora più estesa di una fioritura culturale del territorio attraverso i vari linguaggi espressivi dellarte contemporanea. Lobiettivo è di promuovere e valorizzare paesi, borghi e comuni ricchi di attrattive ancora da scoprire, attraverso unesposizione diffusa in luoghi particolari e di eccezione che costellano tutto il Monferrato.

Chiese sconsacrate, castelli e altri spazi simbolici della forte eredità e tradizione locale costituiscono lo scenario perfetto in cui ambientare opere darte pittura, fotografia, scultura o grandi installazioni di dimensione ambientale – in modo da offrire nuove e attuali interpretazioni di questi luoghi, finalizzate alla conoscenza, tutela e valorizzazione integrata del sito.

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Giornata del Panorama: i luoghi del FAI aperti domenica 8 settembre

Domenica 8 settembre torna l’undicesima edizione della Giornata del Panorama dedicata ai migliori paesaggi italiani, ossia 14 beni tutelati dal FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) più l’Oasi Zegna. Da nord a sud, questa è l’occasione perfetta per osservare, conoscere ed esplorare luoghi di grande fascino sia storico che culturale: ville, castelli, abbazie millenarie, oltre che splendidi parchi e giardini. Perché visitarli proprio questo weekend? Perché per tutta la giornata di domenica verranno proposte tante attività per aiutarvi a conoscerli, come visite guidate, trekking al tramonto e passeggiate naturalistiche.

Questo grande progetto di valorizzazione ambientale e sociale voluto da Ermenegildo Zegna e patrocinato dal FAI nasce nel 2014 per promuovere e diffondere la conoscenza dei multiformi panorami italiani. Dal Castello di Avio in Trentino al Bosco di San Francesco in Umbria, fino alle Saline Conti Vecchi in Sardegna, scopriamo insieme cosa riserva il programma di quest’anno e quali sono i luoghi protagonisti.

Le iniziative organizzate in tutta Italia

Durante la giornata di domenica potrete partecipare a diverse attività ricreative e culturali accompagnati da guide ambientali specializzate: saranno loro a raccontarvi le storie che rendono ancora più speciali questi paesaggi. L’obiettivo è offrirvi una vera e propria esperienza immersiva in quattordici affascinanti luoghi dalle peculiarità uniche, che potranno essere osservati “da lontano” ma anche scoperti “da vicino” seguendo, se lo si vorrà, gli itinerari guidati o suggeriti per i principali luoghi di interesse di ciascun territorio.

Nord Italia

Cominciamo a scoprire le iniziative partendo dal nord Italia. In Trentino Alto Adige, il Castello di Avio a Sabbionara di Avio vi accoglierà con visite guidate, passeggiate nei dintorni del castello per ammirare la fortezza da un punto di osservazione inedito e con una divertente caccia al tesoro perfetta per le famiglie con bambini. In Piemonte, invece, guide escursionistiche esperte vi accompagneranno alla scoperta del Castello e Parco di Masino a Caravino (TO) con una passeggiata panoramica all’interno del giardino storico. Le famiglie e i ragazzi potranno partecipare anche a un laboratorio per la realizzazione di un piccolo libro con disegni, collage e ricordi raccolti in questa giornata.

Sempre incastonata tra le montagne eporediesi è Villa Flecchia a Magnano (BI), dove si propone un pomeriggio dedicato all’osservazione dei panorami del Canavese. Domenica 8 settembre sarà possibile scegliere tra una visita guidata alle collezioni pittoriche e una visita seguita da una lezione teorica e pratica di acquerello dal vero, per realizzare la propria veduta da portare con sé in ricordo dell’esperienza vissuta (la prenotazione è obbligatoria).

Spostiamoci sulla fortezza medievale del Castello della Manta a Manta (CN) dove potrete dedicare l’intera giornata all’osservazione consapevole del panorama circostante o partecipando a percorsi di trekking nei dintorni del maniero. Luogo d’elezione di questa giornata è l’Oasi Zegna a Trivero Valdilana (BI) dove, oltre alle mostre “From sheep to shop” e “Atmosferica. Stagioni e temperamenti” allestite in Casa Zegna, sarà possibile visitare, guidati dai volontari del FAI, il giardino del fondatore Ermenegildo Zegna. Non mancano esibizioni dal vivo come l’orchestra d’archi che si cimenterà in uno dei capolavori di Verdi.

Palazzo Moroni a Bergamo proporrà una passeggiata nel verde in compagnia di un esperto ambientale, mentre Villa dei Vescovi a Luvigliano di Torreglia (PD) aprirà le porte della prima tra le ville venete. In Liguria, infine, sarà l’Abbazia di San Fruttuoso a Camogli (GE) ad aprire le sue porte per una giornata alla scoperta dell’evoluzione storica del complesso abbaziale, del borgo e del suo paesaggio.

Oasi Zegna

Fonte: Ufficio Stampa

Lo splendido paesaggio offerto da Oasi Zegna

Centro Italia

Passiamo alle iniziative organizzate dalla Giornata del Panorama nel Centro Italia partendo dall’Orto sul Colle dell’Infinito a Recanati (MC), che accoglierà i visitatori per una visita guidata, e dal Bosco di San Francesco ad Assisi (PG), che propone un viaggio tra simboli, arte e natura lungo un percorso che unisce arte, paesaggio e spiritualità. Il tutto insieme alla guida medievista Monica Lupparelli, la quale condurrà i visitatori in un cammino che attraversa il bosco. Spostiamoci nel Lazio, dove al Parco Villa Gregoriana a Tivoli (RM) verrà svelata la storia di questo luogo unico e incontaminato grazie a un racconto a tre insieme a una storica dell’arte, una biologa e un giardiniere.

Sud Italia e Isole

Infine, arriviamo al programma dedicato ai paesaggi del Sud Italia partendo dalla Baia di Ieranto a Massa Lubrense (NA), la quale propone trekking guidati sui sentieri della Baia, di Monte San Costanzo e del territorio di Massa Lubrense, oltre che esplorazioni marine nell’Area Marina Protetta “Punta Campanella”. La camminata terminerà con un tuffo nei meravigliosi colori del mare della Baia, per un’immersione in kayak o con maschera e pinne. Inoltre, si potrà partecipare a un trekking sul sentiero delle Sirenuse e alle due visite speciali nel paesaggio rurale di Ieranto.

Nelle Isole, sarà il Giardino della Kolymbethra nel Parco Naturale della Valle dei Templi (AG) a celebrare questa giornata con un laboratorio di acquerelli per grandi e bambini. In Sardegna, infine, i luoghi protagonisti saranno le Saline Conti Vecchi ad Assemini (CA), che accoglieranno i visitatori per un tour in trenino tra le vasche salanti allungando il percorso consueto per permettere a fotografi e appassionati di riprendere angoli meno noti della Laguna di Santa Gilla, e la Batteria Talmone a Palau (SS). Quest’ultima proporrà una serie di attività dedicate alle famiglie e adatta anche ai più piccoli per scoprire la flora e la fauna tipiche della macchia mediterranea e gli angoli nascosti della ex zona militare.

Giardino della Kolymbethra in Sicilia

Fonte: Ufficio Stampa

Giardino della Kolymbethra ad Agrigento
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Quando visitare Santiago del Cile: temperatura e clima

Tra le mete che stanno acquisendo sempre più popolarità tra i viaggiatori c’è il Cile e in modo particolare è proprio Santiago del Cile a diventare un must. Con un’altitudine che di poco supera i 500 metri, ai piedi delle Ande e attorniata da montagne, la località ha molto da offrire ma per godersela al 100% bisogna trovare il periodo migliore. Se ti stai chiedendo quando andare a Santiago del Cile, continua a leggere ciò che sto per raccontarti riguardo la temperatura e il clima. 

Quando andare a Santiago del Cile

Partiamo subito dicendo che non c’è un periodo in cui è sconsigliato andare a Santiago del Cile, possiamo però evidenziare come i nostri mesi estivi corrispondano a quelli meno favorevoli (ma allo stesso tempo i più economici!). Visitabile tutto l’anno poiché gode di un clima mediamente mite, è particolarmente consigliata nelle mezze stagioni. Nella finestra di marzo e aprile o quella di ottobre e novembre le temperature non sono eccessivamente elevate e nemmeno la pioggia risulta estremamente debilitante. I periodi di pioggia più intensi sono quelli tra giugno ed agosto, per questo motivo molti sconsigliano un viaggio quid durante l’estate. 

Le temperature di Santiago del Cile

Se stai pensando di visitare le colorate strade di Santiago del Cile e le Ande probabilmente vorrai sapere qual è il periodo migliore e di conseguenza le temperature che incontrerai. Partiamo con il dire che le stagioni sono invertire rispetto a noi: durante i nostri mesi estivi là troverai freddo e al contrario, nei nostri mesi invernali incrocerai le temperature più alte. L’estate a Santiago del Cile va da dicembre a febbraio: in questo periodo le temperature superano i 30 gradi durante il giorno, per scendere in modo vertiginoso durante la notte. Durante le mezze stagioni le temperature oscillano tra i 10 e i 20 gradi, sia per quanto riguarda la primavera, sia in autunno. L’inverno, invece, va da giugno ad agosto: durante questi mesi le temperature scendono fino a 5 gradi e talvolta persino a sfiorare lo zero. Basti pensare che non lontane si trovano le stazioni sciistiche. 

Com’è il clima di Santiago del Cile

Il clima di Santiago del Cile conquista l’attenzione per la sua varietà che rispecchia in tutto e per tutto le caratteristiche della località incastonata tra la Cordigliera delle Ande e la Cordigliera della Costa. Grazie alla posizione privilegiata, la città ha un clima mediterraneo con estati secche e inverni miti, avendo però i periodi invertiti rispetto a quelli italiani. Ma cosa rende questo clima così speciale? Le escursioni termiche notevoli, soprattutto nei mesi più caldi, danno modo di respirare durante i periodi notturni spaziando dagli oltre 30 gradi diurni ad almeno 10 in meno durante la notte. 

Le stagioni intermedie, la primavera (settembre-novembre) e l’autunno (marzo-maggio), sono considerate i periodi migliori per visitare Santiago del Cile. Le temperature miti e medie, senza eccessivi sbalzi termici rendono l’esperienza particolarmente piacevole. A seconda di ciò che desideri fare e cosa vuoi vedere in loco, con questa guida completa saprai esattamente come muoverti: ora sei pronto per prenotare il tuo viaggio, consapevole dei periodi migliori a livello climatico e di quelli più convenienti dal punto di vista economico.