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A Tivoli nasce un nuovo (e bellissimo) Parco Letterario

In un’epoca segnata dal fenomeno dell’overtourism, i Parchi Letterari si distinguono per la loro sostenibilità, incantevoli itinerari che si possono esplorare tutto l’anno e si svelano in aree spesso lontane dai tradizionali circuiti turistici.

Esempi di spicco sono il borgo di Galtellì, in provincia di Nuoro, che, con solo 2.400 abitanti, attira circa 25mila visitatori annuali grazie al Parco Letterario Grazia Deledda, Aliano, nel materano, il borgo del confino di Carlo Levi che, con appena 800 residenti, riceve circa 30mila visitatori all’anno grazie al Parco Letterario, e il nuovo Parco Letterario di Tivoli, dedicato a tre grandi personaggi della letteratura che vissero, ognuno a proprio modo, questi luoghi straordinari.

Tivoli, l’ambizioso progetto dedicato a Marguerite Yourcenar, Ludovico Ariosto e Ignazio di Loyola

Le rovine «libere e selvagge» del palazzo dell’imperatore Adriano, che affascinarono la scrittrice franco-belga Marguerite Yourcenar durante la sua prima visita un secolo fa, divennero fonte d’ispirazione per il suo capolavoro del 1951, “Memorie di Adriano“, i giardini spettacolari della villa del cardinale Ippolito II d’Este, influenzati dalle avventure dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, celebrano la grandezza della dinastia ferrarese, e le maestose volte del Santuario di Ercole Vincitore sono il luogo dove Ignazio di Loyola fondò la prima scuola gesuitica d’Italia nel 1539, durante il suo soggiorno a Tivoli.

I tre magnifici siti, due dei quali riconosciuti come Patrimonio UNESCO (Villa d’Este e Villa Adriana), non solo condividono l’indissolubile legame con il territorio tiburtino, ma sono ora parte integrante dell’ambizioso progetto del nuovo Parco Letterario.

Con i suoi 55mila abitanti e un ruolo chiave nell’economia della provincia romana, Tivoli ha da sempre ricevuto un contributo essenziale da parte del turismo culturale: nel 2022, i siti delle Villae hanno registrato 748.656 presenze, con un aumento del 37,74% rispetto all’anno precedente, segnando il record degli ultimi 16 anni e collocando il complesso tra i primi 10 siti statali più visitati in Italia. Un successo che è anche frutto della collaborazione fra i siti UNESCO e gli enti locali, tramite il protocollo “Villae con voi“, siglato nel 2020, che ha rafforzato il legame tra il turismo e l’economia del territorio.

Con l’obiettivo di raggiungere il milione di visitatori, il prossimo passo potrebbe essere la creazione di una “Community Villae“, un progetto che punta a rendere Tivoli un modello di turismo culturale sostenibile.

Il turismo che nasce dalla passione per la letteratura

Villa Adriana Tivoli

Fonte: iStock

Il Parco di Villa Adriana, Tivoli

Il Parco Letterario di Tivoli, lanciato nel giugno scorso sotto la guida di Andrea Bruciati, direttore del sistema museale Villae, si aggiunge così alla rete creata nel 2010 per promuovere i territori legati a importanti figure letterarie e fungere da volano per nuove iniziative culturali, come mostre, festival letterari e progetti di arte contemporanea, che valorizzano ulteriormente il patrimonio.

La rete a oggi conta 33 parchi in Italia, oltre a progetti internazionali in Norvegia, Florida e Cuba, con nuove aperture previste in Grecia, Canada e Svizzera. Si tratta di mete che attraggono un turismo più consapevole e sostenibile, con benefici tangibili per l’economia locale, come dimostra lo studio del Centro per il Turismo Letterario (Tule) dell’Università per Stranieri di Perugia, primo nel suo genere in Europa.

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L’incredibile storia del Palazzo Mohatta, pieno di pavoni (e forse posseduto)

Vetrate colorate, una scalinata ampia e interni decorati rendono Palazzo Mohatta un gioiello a Karachi, megalopoli pakistana di 20 milioni di persone. Bellissimi pavoni vagano sul prato e i rumori dei lavori in corso e del traffico si dissolvono non appena si varca la soglia del sontuoso parco. Le balaustre in pietra rosa, le cupole e i parapetti sembrano arrivare direttamente dallo Stato indiano settentrionale del Rajasthan, reliquia di un’epoca in cui musulmani e indù vivevano fianco a fianco nella città portuale.

Tuttavia, la magnificenza non è garanzia di sopravvivenza in una città dove la terra è scarsa e lo sviluppo è dilagante. Demolizione, invasione, negligenza, leggi di conservazione frammentarie e vandalismo stanno erodendo i segni dell’importante passato di Karachi.

I fiduciari dell’edificio hanno respinto il tentativo di trasformarlo in facoltà di odontoiatria, ma è ancora in corso una causa decennale in cui gli eredi di un ex proprietario stanno tentando di prendere il controllo del terreno. Il Palazzo rimase vuoto per quasi due decenni prima di essere inaugurato ufficialmente come museo nel 1999.

Palazzo Mohatta, un bene a rischio

giardino Palazzo Mohatta, Pakistan

Fonte: Ph @Sergey Strelkov – iStock

Veduta del giardino di Palazzo Mohatta a Karachi

Il palazzo sorge in una zona eccellente nel quartiere di Old Clifton, tra ville, aziende e ristoranti di lusso, su di un terreno molto ambito: la popolazione di Karachi cresce di circa il 2% ogni anno e, con decine di comunità e culture che competono per lo spazio, sono pochi gli sforzi per proteggere i siti storici.

Per la maggior parte dei pakistani, Palazzo Mohatta è il luogo che più si avvicina allo splendore architettonico del Rajasthan indiano, poiché le restrizioni di viaggio e la difficile burocrazia impediscono di fatto alle persone di entrambi i Paesi di attraversare il confine per svago, studio o lavoro.

Il passato multiculturale di Karachi (tutt’ora socialmente frammentata) rende più ostico trovare chi si impegni per la difesa del patrimonio storico rispetto a una città come Lahore, con il suo forte legame con l’impero Mughal dominato dai musulmani.

Un magnifico edificio tra storia e leggenda

Palazzo Mohatta fu costruito dall’imprenditore indù Shivratan Mohatta negli Anni Venti come residenza costiera per la moglie malata, così che potesse godere della brezza del Mar Arabico. Centinaia di carretti trainati da asini trasportarono l’inconfondibile pietra rosa da Jodhpur, ora oltre confine in India.

Shivratan se ne andò dopo la divisione nel 1947, quando India e Pakistan nacquero dall’ex Impero britannico come nazioni indipendenti e, per un periodo, il palazzo divenne sede del Ministero degli Esteri. In seguito, fu la residenza di Fatima Jinnah, la sorella minore del primo leader del Pakistan.

Dopo la sua morte, le autorità cedettero l’edificio alla sorella Shirin, ma la scomparsa di Shirin nel 1980 scatenò una battaglia legale tra persone che affermavano di essere sue parenti e il tribunale ordinò che l’edificio venisse sigillato.

Buio e vuoto, con i giardini invasi dalla folta vegetazione e i cancelli chiusi a chiave, stuzzicò l’immaginazione dei cittadini e si diffusero voci di spiriti ed eventi soprannaturali.

Dal 1999 è visitabile come museo, grazie al suo ricco passato e a una straordinaria architettura: l’ingresso costa 30 rupie (è gratuito per studenti, bambini e anziani), è aperto dal martedì alla domenica dalle 11:00 alle 18:00, chiuso nei giorni festivi. Accoglie anche eventi aziendali e di beneficenza ma sono vietati servizi fotografici di moda, matrimoni e riprese per spot pubblicitari.

Le voci sui fantasmi continuano a diffondersi tramite TikTok e attirano influencer in cerca di storie spettrali. Eppure Palazzo Mahotta vieta le riprese all’interno e ha da poco bandito i TikToker poiché “non è quello il tipo di attenzione desiderato“.

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castelli Idee di Viaggio itinerari culturali luoghi misteriosi Provenza Viaggi viaggiare

Viaggio a Tarascona, località francese dominata da un bel castello

Nel cuore della Provenza, tra le famose Arles e Avignone, si cela una località meno conosciuta ma altrettanto meritevole di una visita: si tratta di Tarascona, in posizione privilegiata lungo il corso del Rodano e punto di partenza ideale per raggiungere le mete più ambite della favolosa regione francese.

Dalla storia, alla leggenda, fino al Castello e alle chicche da non perdere, partiamo per un affascinante viaggio alla sua scoperta.

L’antica e temibile leggenda e un passato importante

L’origine leggendaria di Tarascona si fa risalire a ben 2000 anni fa, quando, nel tratto del Rodano che qui scorre, viveva la terribile Tarasque, creatura mitologica che seminava il panico tra gli abitanti: animale davvero bizzarro, possedeva una gigantesca corazza sormontata da aculei da cui fuoriuscivano la testa simile a quella di un leone e sei zampe, e portava distruzione e morte.
Solo quando sbarcò, arrivata dalla Terra Santa insieme alla sorella Maria, Marta di Betania, riuscì ad ammansire la feroce bestia facendo sì che gli abitanti, finalmente, l’uccidessero.
Terminato l’incubo, la cittadina poté tornare a prosperare.

Aldilà della suggestiva leggenda, Tarascona diventò un’importante città durante il Medioevo, in particolare sotto il regno di Luigi II d’Angiò che, tra il 1400 e il 1435, fece restaurare l’originario castello, rendendolo uno dei simboli della Francia del tempo nonché il fiore all’occhiello, ancora oggi, dell’abitato.

Il magnifico Chateau de Tarascon

Il Castello di Tarascona

Fonte: iStock

Il magnifico Castello di Tarascona

Ed è proprio dal maestoso maniero che dovrebbe iniziare il tour di Tarascona: tutt’ora, infatti, si staglia fiero sulle sponde del Rodano, costruito su uno sperone di roccia, una sorta di piccola isola, che ha permesso la realizzazione di un profondo fossato. Subito di fianco, lo sguardo viene catturato da una fedele riproduzione della Tarasca nelle sue dimensioni originali e dalla Chiesa di Santa Marta, dall’altro lato della piazza.

Il castello, alto 45 metri, vanta spesse mura e quattro torri di cui due, la Tour de l’Horloge e la Tour des Chapelles, circolari. L’interno, visitabile previo pagamento del biglietto d’ingresso, sorprende con elementi architettonici superlativi: il cortile d’onore ospita la Cappella bassa e la Cappella del Cantore, il primo piano il Salone del Re e la Sala Dei Festini, mentre il secondo piano la Cappella Alta, l’Oratorio del Cappellano e la Sala delle Udienze.

Ancora, una scala a chiocciola conduce nella parte più alta, laddove incanta soprattutto la Sala delle Galee, impreziosite da scritte ispirate al mare.

Cosa vedere a Tarascona oltre al Castello

Se il Castello è il simbolo per eccellenza di Tarascona, la cittadina provenzale ha molto altro da offrire, a partire dalla già citata Chiesa di Santa Marta, edificata tra l’XI e il XII secolo in superbo stile romanico. Da ammirare il portale sud dalle ricche decorazioni e, all’interno, la Cripta che conserva la tomba di Santa Marta, la cappella laterale della navata centrale custode di alcune reliquie della Santa e il notevole organo Boisellin Moitessier.

Il centro storico, a sua volta, affascina con le stradine lastricate ombreggiate da palazzi medievali: la via da non perdere è, senza dubbio, Rue des Halles, contraddistinta da portici e numerosi negozi, alla cui fine svetta il Municipio in stile barocco.

A meno di 5 chilometri dal centro, invece, vale una sosta la romanica Chapelle Saint-Gabriel de Tarascon del XII secolo, nell’abbraccio degli ulivi, con la particolare facciata punteggiata da sculture e preziosi dettagli.

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animali Vacanze con animali Viaggi

Cosa sono gli animali di supporto emotivo da portare in aereo

Gli animali sono i migliori amici degli esseri umani. Non solo fanno compagnia, ma aiutano le persone quando si sentono sole, sono malate o affrontano un periodo difficile. I benefici di possedere un animale sono ormai documentati, sia in termini di salute fisica che per il benessere psicologico, emotivo e sociale. In determinati casi è possibile anche ottenere una certificazione che attesti ufficialmente il ruolo del vostro amico a quattro zampe come animale di supporto emotivo o ESA (Emotional Support Animals).

In alcuni Paesi e per determinate compagnie aeree, certificare il proprio animale come ESA permette di portarlo con sé in situazioni particolari, per esempio all’interno della cabina aerea. Vediamo insieme cosa sono gli animali di supporto emotivo e le regole delle compagnie aeree per portarli con sé.

ESA: quali sono gli animali di supporto emotivo

Si chiamano animali di supporto emotivo gli animali da compagnia privi di un addestramento specifico. Vengono riconosciuti come tali da un professionista della salute mentale che, dopo un’attenta valutazione, ne attesta la capacità nel fornire supporto a una persona che soffre di un problema di natura psicologica. Questo perché, come lascia intendere il nome stesso, aiutano il proprio padrone a stare meglio anche solo con la loro presenza.

Per poter certificare il proprio animale come ESA è necessario soffrire di un disturbo diagnosticato e riconosciuto come depressione, ansia generalizzata, attacchi di panico, dimostrando che l’animale aiuta a migliorare lo stress o i disagi provocati dal disturbo. Tenendo in considerazione queste circostanze, molte compagnie aeree hanno permesso ai proprietari di portarli a bordo per vincere anche la paura di volare.

Compagnie aeree e animali di supporto emotivo

Per portare su un aereo un animale di supporto emotivo è necessario inoltrare l’apposita richiesta dal sito ufficiale della compagnia con largo anticipo prima della partenza. Possono fare domanda le persone affette da depressione o con problemi di salute mentale, i militari e i veterani di guerra, gli individui autistici o con la sindrome di Asperger, oltre che coloro che soffrono di PTSD e disordini psicotici.

Ogni compagnia ha le sue regole che consigliamo di approfondire sui rispettivi siti: Volotea, per esempio, accetta a bordo gli animali di supporto emotivo a patto che venga fornito il certificato ufficiale rilasciato da un membro della Assistance Dogs International (ADI) o della International Guide Dog Federation (IGDF). Inoltre, i cani da supporto emotivo possono sedersi sulle gambe del passeggero (se non pesano più di 10 kg) e se è sicuro farlo.

Donna animale supporto emotivo

Fonte: iStock

Una donna viaggia in aereo con un animale di supporto emotivo

Gli aeroporti con animali di supporto particolari

Avere un amico fidato accanto a sé aiuta molto le persone a rilassarsi. Sono in tanti a riuscire a volare serenamente grazie alla presenza di un animale e sono sempre più le persone che si iscrivono all’apposito registro per sconfiggere la paura dell’aereo. Molti aeroporti, per venire incontro ai passeggeri, hanno allestito aree apposite dove affrontare la paura prima di un volo stando semplicemente a contatto non solo con i cani, ma anche con animali più particolari.

A San Francisco, per esempio, ad aiutare le persone c’è anche il maialino Lilou: insieme a cani, gatti e conigli, questo simpatico maialino contribuisce a tranquillizzare i passeggeri in ansia, nervosi e anche i bambini. Questi progetti di Pet Therapy hanno interessato anche alcuni aeroporti italiani, come quello di Milano Linate.

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Chiese itinerari culturali Notizie patrimonio dell'umanità turismo religioso Viaggi

Italia Romanica, 100 chiese aprono i portoni di un patrimonio millenario

Presso la sala Consiliare di Palazzo Regio a Cagliari, è stata presentata la seconda edizione di Italia Romanica, il progetto ideato dall’ente capofila, la Fondazione Sardegna Isola del Romanico, che già nella prima edizione vide la partecipazione della siciliana Le Vie dei Tesori e la lombarda Fondazione Lemine. Tra le novità di questo 2024 spicca la partecipazione dell’Associazione piemontese “In Collina”.

Tra settembre e ottobre, in tutta Italia saranno oltre 100 le chiese romaniche che apriranno le loro porte ai cittadini, che potranno visitare gratuitamente i siti: in Sardegna saranno circa 70, in Sicilia oltre 10, in Lombardia 20, in Piemonte saranno 26. Il progetto continua a suscitare molto interesse nelle associazioni culturali di tutta Italia e negli anni a venire la rete si farà sempre più fitta.

Le aperture in Sardegna

Chiesa Cabras

Fonte: Ph @Nicola Castangia – Ufficio Stampa Italia Romanica – Sardegna

Italia Romanica, 100 chiese d’Italia aprono i portoni di un patrimonio millenario

Il calendario sardo è molto ricco e garantisce un’offerta culturale legata alla storia, all’architettura e alla religione della Sardegna.

Si comincia sabato 21 e domenica 22 settembre a Banari con l’apertura della chiesa di Santa Maria di Cea, a Bulzi con la chiesa del Crocifisso e della Cattedrale di San Pantaleo a Dolianova.

I visitatori potranno poi ammirare le bellezze della chiesa di Santa Chiara a Iglesias e a Mogoro della chiesa della Madonna del Carmine.

In Ogliastra, a Orosei sarà protagonista la chiesa di Sant’Antonio Abate e a Oschiri la chiesa della Madonna di Castro. A Samassi si potrà visitare la chiesa di San Geminiano, a Semestene quella intitolata a San Nicola di Trullas mentre a Sindia si potrà ammirare la chiesa di Santa Maria di Corte.

Porte aperte a Tratalias nella chiesa di Santa Maria di Monserrat, a Villa San Pietro si potrà visitare la chiesa di San Pietro e infine a Usini con la chiesa di Santa Croce.

Il secondo fine settimana, tra il 28 e il 29 settembre, l’iniziativa si terrà nei paesi di Anela, Cossoine, Fordongianus, Galtellì, Masullas, Oschiri, Ottana, Porto Torres, Siddi, Silanus, Tratalias, Uta, Villa San Pietro, Villamar, Villaspeciosa.

Anche a ottobre Italia Romanica sarà protagonista, sabato 5 e domenica 6, con aperture a Cabras, Cargeghe, Codrongianos, Florinas, Ghilarza, Ittiri, Orotelli, Oschiri, Ozieri, Ploaghe, Quartu S. Elena, Sardara, Solarussa, Tergu, Tramatza, Tratalias, Uri, Villamassargia, Zeddiani.

Italia Romanica conclude il suo percorso nel week end del 12 e del 13 ottobre quando ad aprire le loro porte ai visitatori saranno le chiese di Bauladu, Bonarcado, Gesico, Guasila, Ittireddu, Milis, Olbia, Ollastra, Oristano, Oschiri, Pula, San Vero Milis, Santa Giusta, Santu Lussurgiu, Tratalias, Zerfaliu.

Siti romanici aperti anche in Lombardia, Piemonte e Sicilia

Anche l’elenco delle aperture nelle altre regioni è lunghissimo e si può scorrere su Italiaromanica.it: a titolo di esempio, in Sicilia, dove il Romanico si fonde con influenze bizantine e arabo-normanne, sarà possibile visitare siti affascinanti come la misteriosa Zecca di Palazzo Reale a Palermo, la Torre di Federico a Enna, la chiesa dei SS. Annunziata dei Catalani a Messina, e le abbazie di Santa Maria di Mili e dei Santi Pietro e Paolo a Itala, nel Messinese. A Mazara del Vallo, si potranno ammirare la normanna San Nicolò Regale e la Regale Abbazia di Santa Maria dell’Alto. A Caltanissetta sarà visitabile l’Abbazia di Santo Spirito, mentre ad Alcamo si potrà scoprire la romantica Cuba delle Rose.

Nella provincia di Bergamo, apriranno al pubblico gioielli come la Basilica di Santa Giulia a Bonate Sotto, la splendida San Tomé, la Madonna del Castello e San Giorgio in Lemine ad Almenno San Salvatore, oltre alla chiesa dei Santi Cosma e Damiano a Rezzago e San Michele a Tavernola Bergamasca.

In Piemonte, tra i tanti siti, si potranno visitare la canonica di Santa Maria di Vezzolano, la chiesa di Sant’Eusebio a Castelnuovo Don Bosco, le chiesette di San Lorenzo a Mombello di Torino e San Giorgio al Cimitero ad Andezeno, l’Abbazia di Santa Fede nei pressi di Brusasco, e San Pietro nel borgo e nel cimitero di Albugnano.

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animali Asia Curiosità Giappone isole Viaggi viaggiare

Le isole più pericolose al mondo

Per molte persone, i viaggi nelle isole rispecchiano un immaginario ben preciso: spiagge di sabbia morbida, acque cristalline turchesi e tanto divertimento. Tuttavia, alcune isole dall’aspetto idilliaco nascondono in realtà dei segreti che le rendono mortali per i visitatori. Animali poco simpatici, tribù non proprio socievoli e calamità naturali sono solo alcune delle ragioni per le quali è meglio stare alla larga dalle isole più pericolose al mondo di cui vi parleremo in questo articolo. Noi vi abbiamo avvisato!

L’isola di Miyakejima, Giappone

Quando passeggiamo su un’isola, l’ultima cosa che vogliamo è essere colpiti da frammenti di roccia. Questo (e non solo) è quello che può succedere ai turisti che si avventurano a Miyakejima, dove un accessorio immancabile da portare sempre con sé è una maschera antigas. L’isola, situata a 180 chilometri da Tokyo, ospita al suo interno il Monte Oyama, uno dei vulcani più attivi al mondo. Pensate che, negli anni 2000, oltre 17.000 terremoti svegliarono il vulcano che, espellendo fiumi di lava, gas e rocce, obbligò gli abitanti a lasciare l’isola per 5 anni. Oggi, incredibilmente, Miyakejima vive anche di turismo: l’isola attira sempre più visitatori conquistati dalla sua atmosfera post-apocalittica tra maschere antigas e sirene. Tuttavia i rischi nel visitarla sono alti, dai frammenti di rocce ai gas nocivi.

Ilha da Queimada, Brasile

Tra le isole più pericolose al mondo non poteva mancare Ilha da Queimada in Brasile, meglio conosciuta come ‘l’isola dei serpenti‘. Situata nell’Oceano Atlantico, a 40 chilometri da San Paolo, quest’isola ospita tra i 2.000 e i 4.000 serpenti velenosi su una superficie di poco più di 4.000 metri quadrati. La specie è la Bothrops insularis e, con il suo veleno, può uccidere un uomo in meno di un’ora. Considerato l’ovvio pericolo, Ilha da Queimada non può essere visitata da chiunque: il governo brasiliano controlla rigorosamente gli accessi all’isola (solo la marina militare e alcuni ricercatori possono approdarci) seppur non siano assenti i bracconieri che riescono a entrare per prendere i serpenti e rivenderli sul mercato nero.

Serpente isola pericolosa Brasile

Fonte: iStock

Serpente Bothrops Insularis, noto come la testa di lancia d’oro

Saba, Antille Olandesi

Saba Island, un piccolo paradiso tropicale dei Caraibi olandesi con un grande problema per chi sogna una vacanza di puro relax: gli uragani. A causa della sua posizione sulla rotta degli uragani, è colpita più violentemente e frequentemente di qualsiasi altra isola caraibica. Questa sfortuna è visibile a chiunque visiti l’isola: la parte est, infatti, è il classico paradiso tropicale, mentre quella ovest è desertica perché i forti venti distruggono qualsiasi cosa incontrino sul loro cammino. L’aeroporto, inoltre, è considerato, anche da piloti esperti, come uno dei più pericolosi al mondo perché possiede una sola pista lunga meno di 400 metri, situata sul ciglio di uno strapiombo.

Isole Farallon, Stati Uniti

La pericolosità di quest’isola, invece, deriva dall’uomo. Dal 1946 al 1970, infatti, la Atomic Energy Commission degli Stati Uniti decise di utilizzare queste piccole isole situate nel Golfo delle Farallones, al largo delle coste di San Francisco, come discarica dove gettare le scorie nucleari. Tuttavia anche la natura le ha rese poco accessibili: i marinai le definivano “i denti del diavolo” proprio a causa del loro profilo frastagliato e per le coste pericolose che non permettono di navigare in totale sicurezza. In generale, l’accesso a queste isole è limitato anche per preservare gli animali che ci vivono.

Isole Farallon

Fonte: iStock

Le frastagliate Isole Farallon

Isola di North Sentinel, India

Ed è sempre l’uomo che non permette l’accesso alla piccola isola di North Sentinel, situata nel Golfo del Bengala, in India. Qui è tassativamente vietato avvicinarsi, anche in barca, perché gli abitanti, i sentinelesi, una tribù isolata dal resto del mondo da oltre 50 mila anni, sono particolarmente violenti con i nuovi arrivati. La loro inospitalità è abbastanza famosa. C’è chi ha provato a entrare con l’intento di portare la fede cristiana sull’isola e chi invece, pescando, si è avvicinato troppo alle sue coste. Il risultato è stato fatale in entrambi i casi: sia il predicatore che i pescatori sono stati uccisi con archi e frecce.

Ramree, Myanmar

Dall’isola dei serpenti arriviamo a un’altra località divenuta famosa per un altro animale. Ramree in Myanmar è protagonista di una storia particolare che vede protagonisti inglesi, giapponesi e…coccodrilli! Situata al largo della costa birmana, è stata teatro di un massacro risalente al 1945 quando, durante la Seconda Guerra Mondiale, gli scontri tra le truppe britanniche e quelle nipponiche obbligarono quest’ultime a fuggire nella giungla dove, invece di trovare riparo, si ritrovarono a fronteggiare un altro pericolo. Le paludi, infatti, erano infestate dai coccodrilli e dei circa 1000 soldati, oltre 400 non fecero più ritorno perché divorati da questi rettili giganti. Seppur l’isola sia accessibile a chiunque, è caldamente sconsigliato!

Poveglia, Italia

Un’isola pericolosa è presente anche in Italia, intrisa di leggende e non accessibile ai visitatori curiosi a causa delle sue condizioni precarie. Stiamo parlando di Poveglia, situata nella laguna di Venezia, vicino all’isola del Lido. I turisti, però, non si avventurano non tanto per la pericolosità dell’isola in sé, ma per la sua fama: è considerata uno dei luoghi più infestati del mondo. Per secoli è stata un rifugio, un luogo di esilio, una sorta di prigione per malati terminali, un ospedale psichiatrico e un vero e proprio terreno di riposo per i defunti fino al suo totale abbandono. Con un passato del genere, le storie di fantasmi erano inevitabili! Tuttavia, nessuno degli esperti di tradizioni e folklore locale riconosce in Poveglia questo record di presenze inquietanti.

Poveglia isola pericolosa Italia

Fonte: iStock

Poveglia, l’isola abbandonata sulla laguna di Venezia

Isola di Kolyuchi, Russia

L’ex stazione meteorologica sovietica di Kolyuchin, un’isola disabitata situata nel circondario autonomo della Čukotka, l’estremo oriente russo, in prossimità dell’Alaska, è diventata la casa degli orsi polari. Secondo alcune teorie, questi mammiferi marini sono diventati i nuovi abitanti dell’isola per due motivi: da una parte perché in cerca di rifugio, dall’altra perché il ghiaccio resta vicino a queste coste e, insieme alle conseguenze provocate dal riscaldamento climatico, non permette agli orsi di utilizzarlo come zattera per spostarsi verso nord. Una situazione quasi surreale che fu immortalata dal fotografo naturalista Dmitry Kokh.

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Il check in di Trenitalia si fa più smart e rapido

In autunno moltissime persone prendono i treni regionali in Italia, sia per motivi lavorativi (infatti ogni giorno i treni regionali permettono a milioni di pendolari di raggiungere la propria sede di lavoro e di fare ritorno a casa nella stessa giornata), sia per viaggiare all’interno della propria regione o nei territori limitrofi.

Infatti, la scelta di partire con un treno o di usufruirne in genere come mezzo di trasporto anche all’interno della propria routine è un’opzione valida, soprattutto come alternativa all’aereo quando si vuole raggiungere una destinazione non molto lontana.

Ci sono moltissime tariffe agevolate, infatti, anche all’interno dell’offerta di Trenitalia: e a proposito, la novità è che la compagnia ferroviaria italiana sta diventando sempre più digitale (e rapida, sotto alcuni punti di vista). Vediamo il perché.

Il check in digitale di Trenitalia

A partire da sabato 21 settembre, Trenitalia introdurrà una significativa innovazione nel sistema di validazione dei biglietti digitali per i treni regionali, che rappresenta un notevole passo avanti nel processo di digitalizzazione e semplificazione del trasporto ferroviario in Italia.

Questa nuova modalità elimina completamente la necessità di effettuare manualmente il check-in prima di salire a bordo del treno, offrendo così un’esperienza di viaggio più fluida e senza complicazioni per i passeggeri.

Fino ad oggi, chiunque acquistasse un biglietto digitale per i treni regionali era tenuto, prima di salire sul convoglio, a effettuare un’operazione di check-in attraverso il proprio dispositivo mobile o un altro canale digitale per convalidare il proprio titolo di viaggio. Questo passaggio, sebbene relativamente semplice, poteva essere dimenticato o risultare scomodo, specialmente per chi si trovava in situazioni di fretta o non familiarità con il processo. Con la nuova implementazione della validazione automatica, tale procedura diventa superflua. Il biglietto digitale, infatti, verrà automaticamente convalidato all’orario di partenza programmato del treno per cui è stato acquistato, rendendo l’intero processo molto più snello e intuitivo per i viaggiatori.

Passeggeri, treni

Fonte: iStock

Una donna viaggia su un treno regionale

Come funziona la validazione automatica del biglietto digitale

Questa innovazione è stata anticipata rispetto ai tempi inizialmente previsti, evidenziando l’impegno di Trenitalia (Gruppo FS Italiane) nel rispondere tempestivamente alle esigenze dei suoi utenti. L’adozione di un sistema di validazione automatica è stata pensata per migliorare sensibilmente la comodità dei passeggeri, eliminando uno dei piccoli, ma talvolta fastidiosi, obblighi che accompagnano il viaggio in treno. Inoltre, riducendo il rischio che i viaggiatori dimentichino di convalidare il proprio biglietto, si diminuisce anche il rischio di incorrere in eventuali sanzioni per mancata convalida, una problematica non infrequente con il sistema attuale.

Un altro aspetto fondamentale di questa novità è che, pur introducendo la convalida automatica, Trenitalia non ha alterato le condizioni di flessibilità legate ai biglietti. I passeggeri che acquistano un biglietto digitale per i treni regionali continueranno a godere della possibilità di effettuare modifiche alla data e all’orario del loro viaggio senza alcuna limitazione. Fino alle 23:59 del giorno precedente alla partenza, sarà infatti possibile modificare illimitatamente sia la data sia l’orario del viaggio, consentendo così ai viaggiatori di adattare il proprio itinerario in base alle necessità che possono sorgere all’ultimo momento.

Anche il giorno stesso del viaggio, i passeggeri manterranno una notevole flessibilità. Sarà infatti possibile modificare l’orario di partenza, a condizione che la modifica venga effettuata prima dell’orario programmato del treno. Questa possibilità di cambiamento last-minute rappresenta un notevole vantaggio per chi, a causa di imprevisti, dovesse dover posticipare il proprio viaggio anche solo di poche ore.

Un altro vantaggio significativo di questa innovazione riguarda la possibilità di ricevere in tempo reale informazioni aggiornate sul viaggio direttamente sul proprio dispositivo. I passeggeri che optano per il biglietto digitale potranno, infatti, essere costantemente informati su eventuali cambiamenti relativi al treno acquistato, come ritardi o variazioni di binario. Questa funzionalità rende l’esperienza di viaggio ancora più agevole e permette di affrontare il tragitto con maggiore serenità, sapendo di avere a disposizione tutti i dettagli necessari per gestire al meglio ogni fase del viaggio.

Maggiori informazioni sono disponibili sul sito web ufficiale di Trenitalia.

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Terme low cost della Repubblica Ceca

Visitare le terme low cost della Repubblica Ceca è un’opportunità imperdibile per chi ha intenzione di regalarsi un’esperienza di relax e benessere senza spendere una fortuna. Nel Paese ci sono ben 36 località termali distribuite su tutto il territorio, che raccontano la tradizione secolare nelle cure termali ancora viva in questo Paese e che lo rendono una delle destinazioni più attraenti per chi cerca dei trattamenti rigeneranti a prezzi accessibili. Infatti, i trattamenti estetici partono da soli 5 euro fino ad arrivare a prezzi che vanno da 30 a 100 a notte per un pernottare in hotel di lusso: una cifra decisamente più bassa rispetto gli standard di molte altre mete del continente europeo.

Le terme della Boemia: un triangolo di benessere

La principale area termale della Repubblica Ceca si trova nella Boemia occidentale, poco distante dalla meravigliosa capitale Praga, in quello che viene definito come il triangolo delle terme. Questo triangolo include tre celebri località termali, ognuna con caratteristiche uniche e che la rendono una meta estremamente affascinante e, soprattutto, adatta a diverse esigenza di benessere. Le strutture in questa città oltre che essere conosciute per le proprietà curative delle sorgenti termali locali, sono anche molto apprezzate per la loro architettura raffinata e la loro eleganza, immerse in paesaggi verdi, e per essere comunque una meta low cost termale in Repubblica Ceca. Ecco quali sono le località che compongono il triangolo di benessere:

1. Karlovy Vary

Questa località è la più famosa delle tre, molto conosciuta soprattutto per la sua alta concentrazione di sorgenti termali ed acque minerali curative. La città stessa è un piccolo gioiello ed è la meta perfetta per chi cerca un semplice soggiorno di relax, grazie anche ai numerosi e diversi percorsi naturalistici che si snodano attraverso i Monti Metalliferi circostanti, montagne famose per l’estrazione dell’argento e per le enormi riserve di altri materiali, come uranio e stagno.

Edificio a Karlovy Vary, località termale low cost in Repubblica Ceca

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Karlovy Vary, località termale low cost della Repubblica Ceca

2. Marianské Lázně

La seconda località che compone il triangolo delle terme ceco è Marianské Lázně ed è molto conosciuta per essere stata frequentata in passato da numerosi membri dell’aristocrazia europea, oltre a personaggi storici famosi come Copin e Goethe. In città è possibile godere di un’ampia gamma di trattamenti, ma è particolarmente rinomata per le sue cure ginecologiche ed urinarie, grazie alle acque caratterizzate da una grande varietà di ferro e all’uso di fanghi e gas naturali.

3. Františkovy Lázně

Infine, Františkovy Lázně, la più piccola e pittoresca delle tre località, molto famosa per la sua atmosfera tranquilla ed il fascino della sua architettura classica. Questo centro termale low cost è circondato da diversi boschi, che danno l’impressione ai visitatori di trovarsi in un’altra epoca. Qui si concentrano, soprattutto, le cure per il cuore, grazie alle proprietà delle sorgenti termali ed ai fanghi che favoriscono circolazione e benessere cardiaco.

Jáchymov e Teplice: acque al radon e relax

Poco distanti dal famoso triangolo delle terme, si trovano altre località termali meno conosciute rispetto alle precedenti, ma allo stesso modo low cost. Si tratta di Jáchimov, ad esempio, che è nota per l’uso terapeutico delle acque al radon, una scoperta pionieristica nel campo delle cure termali. Nonostante l’idea di immergersi in questo gas naturale possa sembrare insolita, questi trattamenti hanno un beneficio enorme per la cura del corpo, soprattutto per coloro che soffrono di disturbi articolari, reumatici ed infiammazioni.

Un’altra destinazione da prendere assolutamente in considerazione è Teplice, che è, fra l’altro, una delle più antiche località termali di tutta l’Europa. Infatti, già a partire dal Medioevo, le sue acque erano note per le elevate proprietà curative, specialmente nei confronti di disturbi motori e circolatori. Oggi, come nel passato, la località è frequentata da molte persone provenienti da tutto il mondo, attratte dalle sue strutture moderne e, soprattutto, dall’efficacia delle sue terapie e dai pacchetti wellness offerti da queste strutture low cost della Repubblica Ceca.

Terme della Moravia, una scoperta sorprendente

Oltre alla regione della Boemia, esiste un’altra località termale molto importante della Repubblica Ceca, accessibile per i suoi costi moderati, è la regione della Moravia. Si trova al confine con la Polonia e la cittadina principale, Luhacovice, è sicuramente la più rinomata. Questa città, infatti, è famosa per le sue sorgenti di acque minerali, che vengono considerate fra le più efficaci di tutta l’Europa, in un contesto paesaggistico davvero affascinante e ricco di edifici in stile liberty.

La storia termale della Moravia è molto affascinante. Infatti, già a partire dal Diciannovesimo secolo, questa regione era all’avanguardia nelle tecniche di idroterapia e Jesenik ne era un esempio lampante. Il centro termale venne realizzato da Priessnitz, un pioniere nella medicina naturale, e grazie a lui questa città fu uno dei primi luoghi al mondo ad utilizzare l’acqua fredda per trattamenti curativi. Ancora oggi, queste strutture, offrono terapie curative basate sull’acqua, abbinate a moderni trattamenti di benessere che includono anche percorsi detox e trattamenti per lo stress.

Le terme low cost della Repubblica Ceca rappresentano una scelta ideale per chi desidera un soggiorno all’insegna di relax e benessere grazie alla vasta scelta di destinazioni fra cui è possibile scegliere, senza dover affrontare costi proibitivi. Qui è possibile scegliere fra strutture che propongono trattamenti specifici per diverse patologie, ma anche programmi wellness personalizzati.

Due donne in una piscina all'aperto alle terme alle prese con un trattamente rigenerante in piscina

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Trattamento termale in una piscina all’aperto

Queste località termali sono la località perfetta se si decide di passare un weekend rigenerante o anche periodi più estesi e vanno sicuramente inserite in un itinerario alla scoperta di questo fantastico Paese che è la Repubblica Ceca. Insomma, un luogo da scoprire oltre alla capitale Praga, grazie anche al contesto storico e culturale in cui queste strutture si inseriscono, rendendo il viaggio ancora più affascinante, tra scenari naturali di rara bellezza per un’esperienza che offre l’opportunità di combinare il benessere fisico con la scoperta delle tradizioni e della cultura locale.

Dunque, per chi cerca una vacanza in grado di unire relax, benessere e cultura ed è sempre alla ricerca di destinazioni adatte a tutti i tipi di portafoglio, le terme low cost della Repubblica Ceca rappresentano la soluzione perfetta, fra trattamenti a prezzi competitivi, città storiche ed eleganti strutture in cui poter soggiornare. Non resta altro che preparare la valigia e partire per queste località termali!

 

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Lago di Como, la passeggiata tra i borghi

Quel ramo del lago di Como, famoso nella letteratura e in tutto il mondo: il paesaggio di questo angolo d’Italia non smette mai di affascinare i visitatori con la sua incredibile e malinconica bellezzza.

Il lago di Como ha diversi scorci interessanti, suggestivi, romantici e pittoreschi: è il caso della località di Lezzeno, affacciata sulle acque del lago di Como, un luogo incantevole che si estende lungo la riva come un serpente sinuoso, composto da ben 17 frazioni tra Nesso e Bellagio. Spesso chi vi transita non si accorge della sua ricchezza nascosta, un tesoro di antichi borghi e bellezze naturali che meritano di essere scoperti con calma e attenzione.

Un itinerario tra storia e natura

Lezzeno offre uno dei tratti più affascinanti della storica Strada Regia, un’antica via che collega i paesi del lago di Como, offrendo panorami spettacolari e un’esperienza immersiva nella natura. Uno dei luoghi simbolici è il Ponte del Diavolo, un’opera di ingegneria che si intreccia con leggende e storie locali. Tuttavia, il vero fascino di Lezzeno risiede nei suoi borghi storici, ciascuno con un carattere unico e una bellezza autentica, dove il tempo sembra essersi fermato.

Viaggio tra i borghi di Lezzeno

Tra le frazioni di Lezzeno, Villa rappresenta una delle tappe imperdibili. Qui, oltre alla parte alta caratterizzata dalle storiche cantine, è possibile passeggiare lungo le rive del lago, tra le case colorate e le incantevoli insenature che si affacciano sull’acqua. Il porticciolo, con le barche dei pescatori ormeggiate, regala uno scorcio di vita autentica e senza tempo, dove la dimensione più genuina del Lario si rivela in tutta la sua semplicità e bellezza.

Proseguendo verso Sormazzana, un borgo tipicamente lariano, ci si addentra in un intreccio di stradine e gradinate, tra case arroccate e viste panoramiche mozzafiato sul lago. Questo piccolo gioiello offre angoli caratteristici, tracce degli antichi mestieri e una sensazione di viaggio nel tempo, con il silenzio e la tranquillità che avvolgono ogni passo.

Lezzeno, Lago di Como

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Vista spettacolare su Lezzeno

Un’altra frazione affascinante è Cavagnola, situata poco prima di Lezzeno. Questo minuscolo borgo è un angolo di paradiso nascosto tra le rive del lago, accessibile attraverso una stradina panoramica. Il suo antico porticciolo, costruito con pietre squadrate, è il cuore di un piccolo nucleo abitativo che emana resistenza e bellezza. Il lago di Como qui accarezza dolcemente le rive, creando un’atmosfera incantata, perfetta per chi cerca pace e connessione con la natura.

Lezzeno non è solo natura e borghi, ma anche storia religiosa. Nel borgo di Sormazzana sorge la Chiesa di Sant’Antonio, presente almeno dalla seconda metà del Seicento. Un’altra tappa religiosa significativa è la Chiesa della Santissima Trinità, che si trova in località Casacca e si raggiunge tramite una pittoresca scalinata adornata dalle stazioni della Via Crucis. Questo edificio religioso, risalente al XVI secolo, è un esempio della ricchezza storica e artistica che si nasconde tra i borghi di Lezzeno.

Visitare Lezzeno significa immergersi in un percorso che unisce storia, spiritualità e natura, esplorando borghi dove la vita scorre ancora al ritmo del passato. Ecco perché se state cercando un’esperienza diversa, lontana dalle rotte più battute, Lezzeno e i suoi borghi vi aspettano per una passeggiata tra natura e storia, lungo le rive di uno dei laghi più iconici d’Italia.

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Viaggio a Istanbul: una città tra due continenti divisa dal Corno d’Oro

Istanbul, unica nel suo genere, è una città che si estende tra due continenti: Europa e Asia. Conosciuta storicamente come Bisanzio e Costantinopoli, oggi rappresenta il cuore culturale, storico e commerciale della Turchia, pur non essendo la capitale che è stata spostata ad Ankara solo nel 1925. Situata strategicamente tra il Mar di Marmara e il Mar Nero, la città è attraversata dallo stretto del Bosforo, che divide l’Europa dall’Asia. Istanbul è il punto d’incontro di culture e religioni diverse, e questo la rende una delle mete turistiche più affascinanti al mondo.

Il Corno d’Oro

Il Corno d’Oro è un estuario naturale che separa la parte antica di Istanbul (Sultanahmet) dalla parte più moderna (Beyoğlu). Questo porto naturale è stato di fondamentale importanza per gli imperi che si sono susseguiti nella storia della città, offrendo riparo alle navi e protezione dagli invasori. Oggi, le rive del Corno d’Oro ospitano alcuni dei più importanti monumenti storici, come il Palazzo di Topkapi e la Moschea Blu ed è cornice di una delle città più belle al mondo.

Istanbul, Turchia

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Tutto l’incanto di Istanbul

Sultanahmet: la Città vecchia

Sultanahmet è il cuore storico di Istanbul, dove si trovano i monumenti più iconici della città. Qui si erge la Moschea Blu, uno dei simboli più iconici di Istanbul. Costruita tra il 1609 e il 1616, si distingue per i suoi sei minareti e le oltre 20.000 piastrelle di ceramica blu che decorano l’interno. La sua maestosa cupola e l’ampio cortile la rendono uno dei luoghi più visitati della città, unendo architettura islamica e bizantina in un unico, affascinante complesso.

Di fronte si trova la Basilica di Santa Sofia, che fu la più grande chiesa cristiana del mondo per quasi mille anni prima di diventare una moschea e, infine, un museo. Attualmente è stata riconvertita in moschea, ma è ancora aperta ai visitatori.

Il Palazzo di Topkapi, costruito nel XV secolo dal sultano Maometto II, fu la residenza principale dei sultani ottomani per quasi 400 anni. Situato tra il Corno d’Oro e il Mar di Marmara, il palazzo offre una vista panoramica mozzafiato sul Bosforo. Oggi, il complesso ospita numerosi cortili, padiglioni e tesori imperiali, tra cui gioielli, armi e reliquie sacre. Tra le sezioni più famose vi è l’harem, un’area riservata alla famiglia del sultano, e il Padiglione del Tesoro Imperiale, dove sono esposti oggetti di inestimabile valore.

Moschea Blu a Istanbul

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La Moschea Blu a Istanbul

Il Ponte di Galata e la città moderna

Il Ponte di Galata collega la Città vecchia con il quartiere di Beyoğlu, sulla sponda nord del Corno d’Oro. È uno dei simboli della città moderna e un ottimo punto per ammirare il traffico marittimo del Bosforo. Sul ponte si trovano ristoranti e caffè; mentre sotto procede il via vai di pescatori locali che lavorano con frenesia. Il ponte rappresenta anche un passaggio simbolico tra la tradizione e la modernità, un tema ricorrente a Istanbul.

Beyoğlu oggi è uno dei quartieri più vivaci e cosmopoliti di Istanbul, ideale per chi desidera esplorare il lato moderno e dinamico della città. È famoso per la sua anima bohemienne, i caffè storici, le gallerie d’arte contemporanea e la vita notturna. La via principale, Istiklal Caddesi, è una lunga arteria pedonale ricca di negozi, ristoranti e teatri, dove si mescolano tradizione e modernità. Non può mancare una visita alla Torre di Galata, da cui si gode di una vista mozzafiato su tutta Istanbul.

Grand Bazaar e il mercato delle Spezie

Nessun viaggio a Istanbul è completo senza una visita ai suoi mercati. Il Grand Bazaar, con oltre 4000 negozi, è uno dei mercati coperti più grandi al mondo. Qui si può trovare di tutto, dai tappeti alle spezie, dai gioielli all’abbigliamento. A pochi passi si trova il Mercato delle Spezie o Bazaar Egiziano, un luogo dove i profumi di spezie esotiche invadono l’aria. Questo mercato è un paradiso per chi ama la cucina, e offre una vasta gamma di prodotti locali, dalle erbe aromatiche ai dolci tipici come il baklava. Parola d’ordine? Nessuna fretta per contrattare!

Le Isole dei Principi, la pace sul Mar di Marmara

Non lontano dal caos della città, le Isole dei Principi (Adalar) sono una serie di piccole isole facilmente raggiungibili in traghetto da Istanbul. Su queste isole, il tempo sembra essersi fermato: le auto sono vietate e ci si sposta in bicicletta (da noleggiare in loco) o con carrozze trainate da cavalli. Büyükada è la più grande, dall’atmosfera incredibilmente rilassata. Tutte le isole sono la meta ideale per una gita di un giorno.

Info pratiche

Quando andare

Istanbul, come tutte le grandi città, è visitabile tutto l’anno, ma i mesi migliori sono la primavera e l’autunno, quando le temperature sono più miti. L’estate può essere molto calda e affollata, mentre l’inverno è più tranquillo ma con possibilità di piogge.

Come arrivare

L’Aeroporto Internazionale di Istanbul (IST) è uno dei più trafficati al mondo, collegato con voli diretti dalle principali città europee e asiatiche. Dall’aeroporto, il centro città è raggiungibile in taxi, autobus o con la metropolitana. Per visitare la città, Istanbul vanta un sistema di trasporti pubblici efficienti, con tram, metro e traghetti. Il traffico può essere intenso, quindi è consigliabile spostarsi a piedi nelle aree centrali o utilizzare i mezzi pubblici.

Le meraviglie di Istanbul

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Istanbul e le sue bellezze

La tradizione del caffè turco

Il caffè turco è una tradizione antica e simbolica in Turchia, risalente al XVI secolo, tanto che nel 2013, l’Unesco ha dichiarato patrimonio immateriale dell’umanità la “cultura e tradizione del caffè turco”. Preparato in una speciale caffettiera chiamata “cezve”, viene servito non filtrato, con una consistenza densa e un sapore intenso. Oltre ad essere una bevanda, il caffè turco è parte integrante della cultura locale, spesso accompagnato da rituali sociali e dalla lettura dei fondi per predire il futuro. A questa straordinaria tradizione è dedicato un festival, l’İstanbul Coffee Festival, che ospita ogni anno in diverse sedi i professionisti dell’industria del caffè, i produttori e i tanti appassionati da tutto il mondo.