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L’autonoleggio che ti fa scoprire Torino

Liga Service, situato vicino all’aeroporto di Caselle, offre un servizio di noleggio auto a breve termine che si distingue per la varietà delle auto disponibili, la flessibilità nelle modalità di pagamento e la qualità del servizio. La vicinanza con l’aeroporto lo rende il noleggio perfetto per chi decide di partire per Torino con l’aereo e vuole esplorare la città in modo pratico e autonomo. Liga Service offre una gamma di veicoli adatti a tutte le esigenze e budget. Tra i modelli disponibili troviamo:

  • Ford Puma: un SUV moderno e tecnologico, disponibile sia con cambio manuale che automatico.
  • Toyota Aygo: perfetta per la città, compatta e pratica, con opzioni di cambio automatico e manuale.
  • Fiat Panda: un’icona di agilità, sicurezza, tecnologia e comfort, ideale per chi cerca una vettura versatile e affidabile.
  • Ford Kuga: un crossover di medie dimensioni, caratterizzato da un design unico e una guida confortevole.

Servizi inclusi e modalità di pagamento

Un vantaggio significativo di Liga Service è la possibilità di noleggiare un’auto senza l’obbligo di utilizzare una carta di credito, offrendo maggiore flessibilità ai clienti. Le tariffe di noleggio includono 100 km al giorno e sono disponibili preventivi gratuiti per aiutarti a pianificare il tuo budget senza sorprese.

Qualità del servizio

Tutti i veicoli di Liga Service sono mantenuti con la massima cura per garantire efficienza e pulizia. Gli autisti, quando richiesti, sono professionali e competenti, garantendo trasferimenti rapidi e sicuri grazie alla loro conoscenza approfondita della città.

Scoprire Torino e i dintorni con i veicoli Liga Service

Torino è una città ricca di storia e cultura, con numerosi punti di interesse da esplorare. Il noleggio auto offre la libertà di visitare non solo il centro cittadino ma anche le meravigliose aree circostanti come le Langhe e il Roero, famose per i loro paesaggi mozzafiato e vini pregiati.

Con un’auto a noleggio, i turisti possono pianificare il proprio itinerario in totale autonomia, senza dover dipendere dai mezzi pubblici o dai taxi. Questa flessibilità è particolarmente utile per chi vuole esplorare zone meno accessibili ma altrettanto affascinanti del Piemonte.

Comfort e sicurezza

Noleggiare un’auto con Liga Service significa viaggiare in totale comfort e sicurezza. Ogni veicolo è attentamente controllato per garantire la massima affidabilità durante il tuo viaggio. Inoltre, la possibilità di scegliere tra vari modelli ti permette di trovare l’auto più adatta alle tue esigenze di spazio e stile di guida.

Come noleggiare un’auto con Liga Service

  1. Richiesta di Informazioni: puoi contattare Liga Service tramite il loro sito web per richiedere informazioni dettagliate sui modelli disponibili e ottenere un preventivo gratuito.
  2. Scelta del veicolo: scegli il veicolo che meglio si adatta alle tue esigenze di viaggio. Considera la dimensione dell’auto, il tipo di cambio (manuale o automatico), e altri optional che potrebbero essere utili.
  3. Prenotazione: una volta scelto il veicolo, procedi con la prenotazione. Ricorda che non è obbligatorio l’uso della carta di credito, rendendo il processo di noleggio più accessibile.
  4. Ritiro dell’auto: ritira l’auto presso la sede di Liga Service vicino all’aeroporto di Caselle. Assicurati di portare con te tutti i documenti necessari per completare la procedura di noleggio.

Per noleggiare un’auto con Liga Service, è necessario presentare:

  1. Una patente di guida valida.
  2. Un documento di identità (passaporto o carta d’identità).
  3. Un metodo di pagamento per coprire il costo del noleggio e l’eventuale deposito cauzionale.

I luoghi da visitare a Torino a bordo di un’auto a noleggio Liga Service

Il centro storico

Il cuore di Torino è il suo centro storico, con piazze eleganti, musei di fama mondiale e monumenti storici. Non perdere una visita al Museo Egizio, uno dei più importanti al mondo, e alla Mole Antonelliana, simbolo della città. La Mole Antonelliana è uno dei simboli più iconici di Torino. Originariamente progettata come sinagoga, oggi ospita il Museo Nazionale del Cinema. Con la sua imponente altezza di 167 metri, offre una vista panoramica mozzafiato della città. La sua struttura unica, caratterizzata dalla guglia slanciata, rende la Mole Antonelliana una tappa imperdibile per chi visita Torino, rappresentando un connubio di storia, cultura e architettura.

Le Langhe e il Roero

A breve distanza da Torino, le Langhe e il Roero offrono paesaggi collinari incantevoli, borghi storici e una tradizione enogastronomica rinomata. Queste zone sono perfette per una gita in giornata o per un fine settimana rilassante.

La Reggia di Venaria

Uno dei siti UNESCO più importanti del Piemonte, la Reggia di Venaria è un magnifico esempio di architettura barocca. Con un’auto a noleggio, potrai facilmente raggiungere questa splendida residenza reale e i suoi giardini.

I parchi naturali

Il Piemonte è ricco di parchi naturali, ideali per chi ama la natura e le attività all’aperto. Il Parco Nazionale del Gran Paradiso e il Parco Naturale della Collina di Superga sono solo alcune delle destinazioni che potrai esplorare con un’auto a noleggio.

Il noleggio auto a breve termine con Liga Service è la scelta ideale per i turisti che vogliono scoprire Torino e i suoi dintorni in totale libertà e comfort. Con una vasta gamma di veicoli disponibili, tariffe competitive e un servizio di alta qualità, Liga Service si conferma un partner affidabile per viaggi di lavoro o con amici e famigliari. Inoltre, grazie all’ampia offerta di auto, si adatta perfettamente alle esigenze di ogni cliente. Per il tuo prossimo viaggio a Torino, rivolgiti a Liga Service, e richiedi un preventivo gratuito.

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Borghi funivie lago Lago Maggiore Viaggi

Monteviasco, il borgo appeso a un filo, perché qui non arrivano le strade

A pochi chilometri da Varese c’è un borgo fermo nel tempo e il percorso per raggiungerlo è un’esperienza di per sé. Stiamo parlando di Monteviasco, paesino di montagna facente parte del comune di Curiglia dove vivono circa 15 abitanti, isolato da tutto perché letteralmente “appeso a un filo”. Qui non ci sono strade e, oltre i 1400 gradini di una mulattiera da percorrere a piedi, fino al 2018 l’unico modo per raggiungerlo era una funivia, ora tristemente inattiva.

L’abitato, affacciato sul Lago Maggiore, appare silenzioso anche se, dentro di loro, gli abitanti chiedono a gran voce un cambiamento che ancora oggi non viene ascoltato. I suoi scenari, quindi, sono riservati ai pochi camminatori e avventurieri che intraprendono il percorso attraverso i gradini per poi essere ripagati da un borgo dalla bellezza caratteristica. Le case sono rustiche, fatte in piode con balconi in legno, mentre i vicoli sono lastricati in pietra, secondo la tradizionale “rizzada”.

Monteviasco, il borgo isolato dal mondo

Monteviasco non è sempre stato un borgo isolato. La funivia Ponte di Piero-Monteviasco, realizzata nel maggio del 1989, permetteva di raggiungerlo facilmente in meno di dieci minuti da chiunque volesse sfuggire al caos turistico del Lago Maggiore per rintanarsi nella quiete del paesino e della sua natura circostante. Tutto questo fino al 2018, quando lo storico manutentore dell’impianto morì a causa di un incidente. Da quel giorno sono passati ben 6 anni e, seppur dopo un primo sequestro da parte della magistratura la funivia è stata ammodernata e i lavori di adeguamento sono terminati a dicembre, il borgo vive ancora nel suo isolamento.

Oltre ad aver causato una progressiva diminuzione del numero di abitanti, la situazione ha provocato non poche rinunce e disagi per chi, invece, ha deciso di restare in attesa di un cambiamento che tarda ad arrivare. Sono loro, gli abitanti che non vogliono abbandonare il borgo che amano e che desiderano veder rinascere, a prendersene cura in qualità di volontari. Con amore per il proprio paese, si impegnano a mantenere in ordine i selciati che rappresentano le strade, a sgomberare e liberare il borgo dai rifiuti e a garantire un’accoglienza dignitosa a chi raggiunge Monteviasco, oggi possibile solo a piedi.

E sono gli stessi abitanti a chiedere un cambiamento e la riapertura della funivia per terminare questo isolamento dal mondo e rendere la loro quotidianità più semplice in nome del diritto di abitare il proprio borgo.

Un’occasione per perdersi nella natura

La Val Veddasca si origina al valico dell’Alpe di Neggia, nel territorio svizzero di Gambarogno e termina a Maccagno, dove sbocca sul Lago Maggiore. Sono molti gli itinerari possibili per andare alla scoperta di queste bellissime Prealpi lombarde in mezzo a castagni, faggi e noci e alcuni di questi partono proprio da Monteviasco. Dal borgo infatti, curato e con una chiesetta bellissima, cominciano silenziosi sentieri ideali per chi desidera semplicemente perdersi nella bellezza della natura, tra pinete, boschi e alpeggi.

I più allenati, per esempio, possono percorrere il suggestivo anfiteatro della Val Viascola sul sentiero contrassegnato dalla segnaletica 3V Via Verde Varesina, colore bianco-rosso dove, in circa 2 ore e 30 minuti, si passano Alpe Pulosa, Alpe Fontanella, Alpe Cortetti, Viasco e Curiglia.

Attendiamo nuovi aggiornamenti sulla funivia per poter tornare a scoprire il borgo in sicurezza (considerando che il sentiero della mulattiera non è semplice e non adatto a tutti), per ascoltare le storie dei suoi abitanti e condividere con loro i meravigliosi paesaggi offerti dal paese e dal territorio circostante.

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Un paesino spagnolo vuole attirare i turisti con Sergio Leone

Nel piccolo paesino di Carazo, situato nella provincia spagnola di Burgos, è stato inaugurato un luogo di grande valore simbolico per gli appassionati di cinema. Si tratta della ricostruzione del celebre campo di prigionia di Betterville, utilizzato per le riprese del film “Il buono, il brutto, il cattivo”, capolavoro di Sergio Leone e pietra miliare del genere spaghetti-western. La nuova struttura rappresenta un passo significativo nella valorizzazione turistica di una zona che, fino a pochi anni fa, era pressoché sconosciuta al grande pubblico.

Un progetto decennale

L’idea di ricostruire i set utilizzati per il film, riporta Il Post, è nata da un gruppo di appassionati e abitanti locali, determinati a rivitalizzare un’area poco frequentata dai turisti, pur trovandosi nella regione di Castiglia e Leon, a circa 175 chilometri da Madrid. L’iniziativa non è isolata: già nel 2014 l’associazione culturale Sad Hill aveva dato il via alla ricostruzione del Cimitero di Sad Hill, luogo iconico della scena finale del film, dove si svolge il celebre scontro tra i tre protagonisti, interpretati da Clint Eastwood, Eli Wallach e Lee Van Cleef. Il successo di quella prima ricostruzione ha stimolato ulteriori progetti volti a riportare in vita altri set del film.

Durante le riprese del 1966, l’esercito spagnolo fu coinvolto nella realizzazione dei set, ma per il cinquantesimo anniversario dell’uscita del film, nel 2016, sono stati necessari numerosi volontari per ripulire la zona dai detriti e dalla vegetazione che nel frattempo l’avevano invasa. Tra questi, si contavano fan del film provenienti da tutto il mondo, uniti anche dal sostegno di Clint Eastwood, interprete del “buono” nella pellicola originale, e altre celebrità che contribuirono a diffondere l’iniziativa.

La rinascita di Fort Betterville

Il campo di prigionia di Betterville si trova poco distante dal Cimitero di Sad Hill ed è una fedele ricostruzione di quello originale, realizzato interamente con materiali locali. La palizzata, per esempio, è stata costruita con i tronchi dei ginepri che crescono nella zona, in collaborazione con il Parco Naturale dei Gineprai dell’Arlanza-La Yecla. Nello specifico, è stato utilizzato del legno bruciato proveniente dagli alberi danneggiati durante un incendio che ha devastato la zona nel 2022, simbolo della resilienza del territorio.

L’inaugurazione del campo è stata celebrata con eventi speciali, tra cui una proiezione del film e un omaggio ai residenti della zona che parteciparono alle riprese del 1966 come comparse.

Un itinerario cinematografico

La valorizzazione di questi luoghi non è fine a sé stessa, si apprende da Il Post, ma rientra in un progetto più ampio di promozione turistica della Valle dell’Arlanza. L’associazione Sad Hill ha creato un itinerario che collega i principali luoghi delle riprese del film: oltre al Cimitero di Sad Hill e al campo di prigionia di Betterville, si possono visitare le rovine del Monastero di San Pedro de Arlanza, dove venne girata la scena della Missione San Antonio, e il fiume dove si svolse la battaglia del ponte Langstone.

Nonostante il grande impegno, alcune ricostruzioni rimangono complesse. Il monastero è oggi in rovina e ricostruirlo richiederebbe permessi speciali, trattandosi di un edificio storico. Allo stesso modo, un ponte come quello del film difficilmente potrebbe essere realizzato rispettando gli standard di sicurezza odierni.

L’opportunità del cineturismo

L’iniziativa non ha solo un valore cinematografico, ma anche economico. La provincia di Burgos fa parte di quella che viene definita “España vacía”, una vasta area rurale spopolata, dove la mancanza di opportunità lavorative ha portato molte persone a trasferirsi in città. A differenza delle città più turistiche come Barcellona o Siviglia, qui il turismo è scarso, e la connessione con un film di culto come “Il buono, il brutto, il cattivo” rappresenta una risorsa preziosa per attirare visitatori.

Tanto più che il cine-turismo ha già dimostrato il suo successo in altre zone della Spagna, come la provincia di Almería, dove sono stati ricostruiti i set di altri celebri film di Sergio Leone, come “Per un pugno di dollari” e “Per qualche dollaro in più”.

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Viaggio in Namibia, esplorando il Fish River Canyon

Orizzonti lontani, spazi infiniti, paesaggi con pochi eguali al mondo e la vivacità dell’Africa che ti arriva dritta al cuore: stiamo parlando della Namibia. Terra di armoniosi contrasti i cui scenari sembrano appena usciti da un dipinto. I colori predominanti del rosso della terra e dell’azzurro dei cieli tersi africani si mischiano insieme regalando una fotografia di straordinaria bellezza. Tra l’incredibile quantità di bellezze naturali che questo Paese ha da offrire ce n’è una che non può essere lasciata fuori dal proprio itinerario di viaggio: il Fish River Canyon, secondo al mondo per grandezza superato solo dal Grand Canyon degli Stati Uniti. Con un’estensione di circa 160 km e una profondità che può superare i 500 metri è davvero una tappa imperdibile che vale il viaggio. Con questa guida potrai ottenere tutte le informazioni che ti servono per scoprire come visitare il Fish River Canyon.

Il gigante della Namibia: caratteristiche del Fish River Canyon

Prima di scoprire come visitare questa splendida riserva è fondamentale conoscere la storia geologica del Fish River Canyon e di come quelle che oggi sono le rocce più antiche della Namibia abbiano visto la luce. Per farlo, dobbiamo tornare a circa 650 milioni di anni fa, quando una possente catena montuosa venne plasmata da fenomeni erosivi. Protagonista di questi fenomeni è proprio il Fish River che, all’epoca, portava ingenti volumi d’acqua. Oggi, invece, il bacino idrico resta secco per la maggior parte dell’anno. Il Canyon adesso si presenta come un’enorme distesa rocciosa capace di togliere il fiato a chiunque si appresti ad ammirarne la vastità. Inoltre, il Fish River Canyon ospita una ricchissima fauna di mammiferi, rettili e uccelli.

Visitare il Fish River Canyon in Namibia: come organizzarsi

Il Fish River Canyon, oltre alla straordinaria bellezza, mette a disposizione dei suoi visitatori molte cose da fare o da vedere tra cui anche il celebre Fish River Trail, un percorso escursionistico che attira ogni anno moltissimi esploratori. È dunque fondamentale pianificare in anticipo questa splendida esperienza. Ecco tutto quello che devi sapere su questa imperdibile perla nel cuore dell’Africa.

Periodo migliore per visitarlo

Il clima del Canyon è di tipo semi-desertico con temperature che variano molto tra l’estate all’inverno. Le minime e le massime sono così distribuite:

  • Estate: le temperature massime durante il giorno possono arrivare anche a 48 gradi centigradi, mentre quelle notturne arrivano anche a 30 gradi centigradi.
  • Inverno: le temperature restano alte durante il giorno oscillando tra i 20 e i 28 gradi centigradi mentre, durante la notte, possono scendere anche di parecchio sotto lo zero.

Dunque, il momento maggiormente consigliato per visitare il Fish River Canyon è quello che va da maggio a settembre. In questo periodo le temperature sono più fresche e rappresentano la condizione ideale per le escursioni, inoltre, quando le temperature sono più miti, è più facile osservare gli animali che popolano il canyon.

Come raggiungere il Canyon

Il Fish River Canyon si trova in una zona abbastanza remota a nord della Namibia, pertanto questa perla è spesso fuori dalle rotte dei turisti che si concentrano maggiormente nelle zone più celebri di questa regione. Per raggiungerlo devi sapere che non ci sono mezzi pubblici, quindi puoi scegliere tra tre opzioni:

  • Partire da Windehoek, capitale della Namibia, con un viaggio in auto di circa 8 ore.
  • Partire da Swakopmund, con un viaggio in auto dalla durata di circa 10 ore.
  • Aderire a un tour guidato, in questo caso potrai affidarti completamente alle guide esperte che ti porteranno direttamente al Fish River Canyon.

Il consiglio è quello di noleggiare un 4×4 in modo da affrontare tranquillamente anche i tratti di strada più scoscesi. Qualunque sia il punto da cui decidi di partire, durante il viaggio ti troverai davanti a scenari suggestivi e, in alcuni casi, incontrerai anche piccoli villaggi e centri abitati. Una volta arrivato nella zona del canyon potrai scegliere tra due punti d’accesso: quello settentrionale di Hobasil più facile da raggiungere – o quello di Ai-Ais a sud.

Come visitare il Canyon: trekking e punti panoramici

Cartello per la partenza del Fish River Trail in Namibia

Fonte: iStock

Punto di partenza del Fish River Trail, il trekking in Namibia

Ci sono due modi per esplorare il Fish River Canyon, uno più turistico e uno più per esploratori esperti delle attività outdoor. Che tu scelga di esplorarlo come visitatore o come viaggiatore esperto, non importa… in qualunque caso resterai a bocca aperta.

Esplorare il Fish River Canyon come visitatore

Se fai parte della prima categoria, ciò che devi sapere è che puoi tranquillamente lasciarti incantare da questa meraviglia naturale osservandone la maestosità dal suo bordo e fermandoti nei suoi punti panoramici. Per farlo, il punto migliore da cui partire è Hobas, dove dovrai acquistare un pass di 24 ore per poter guidare all’interno della riserva. Partendo da qui puoi scegliere tra vari punti panoramici:

  • Main View Point: principale punto panoramico del parco. Qui la Hell’s Bend, una delle anse scavate dal fiume Fish, si apre alla vista in tutta la sua spettacolarità. In quanto punto principale è anche quello più affollato.
  • Hikers Viewpoint: poco distante dal Main Viewpoint c’è l’Hikers Viewpoint, un punto panoramico la cui bellezza fa venire i brividi. Il punto è raggiungibile sia in auto che a piedi ed è da qui che parte il celebre Fish River Trail.
  • Sulphur Spring Viewpoint: si trova nella zona a sud del parco e offre una vista spettacolare – soprattutto all’alba – sulla Sulphur Spring, una sorgente termale naturale che si trova sul fondo del canyon.
  • Eagles Rock: sempre a sud del Fish River Canyon, questo viewpoint è famoso per gli avvistamenti di aquile che nidificano sulle pareti del canyon. L’Eagles Rock è raggiungibile solamente con un’auto 4×4.

Esplorare il Fish River Canyon come viaggiatore esperto

Se appartieni alla categoria dei viaggiatori esperti e ami cimentarti nei trekking e nelle attività outdoor, allora il consiglio è quello di dedicare a questo canyon almeno 4-5 giorni per provare l’esperienza unica del Fish River Trail, un percorso di circa 85 chilometri che parte dall’Hikers Point e termina ad Ai-Ais attraversando il parco in tutta la sua grandezza. Prima di cimentarti in questa magnifica avventura ci sono però delle cose che devi assolutamente tenere a mente poiché questo trekking non è per niente facile e lo può fare chi è veramente allenato e abituato a lunghi percorsi.

  • Quando: il Fish River Trail è aperto solo dal 1 Maggio al 15 Settembre, durante il resto dell’anno, a causa delle temperature elevate, non è possibile accedervi.
  • Prenotazione: possono intraprendere il trail un massimo di 30 persone al giorno, pertanto è obbligatorio prenotarsi e il consiglio è di farlo largo in anticipo. Per prenotare devi contattare gli uffici NWR di Windhoek telefonando o mandando un’e-mail.
  • Costo: l’escursione costa circa 25 dollari a persona e va saldato entro 30 giorni dal trekking.
  • Obblighi: oltre alla prenotazione e al pagamento, è obbligatorio presentare ai ranger del parco un certificato medico che attesti attesti la buona salute.
  • Rischi e difficoltà: una volta iniziato il trekking, non è possibile uscire dal canyon, dunque è fondamentale avere un’assicurazione di viaggio che copra anche da eventuali infortuni. Qualora dovesse essere necessario abbandonare il percorso, l’unico modo per farlo è richiedere l’intervento dell’elisoccorso. Inoltre, all’interno del Canyon, non ci sono punti di ristoro, dunque è fondamentale equipaggiarsi con cibo, acqua e medicinali che possano coprire 5 giorni.

Cosa aspettarsi dal Fish River Canyon

Che tu abbia scelto di esplorare il Fish River Canyon come visitatore o come viaggiatore esperto, quello che ti troverai davanti lascerà un segno indelebile nel tuo cuore. Le viste panoramiche sulle rocce del canyon sapranno sorprenderti da qualsiasi angolazione e potrai avvistare moltissimi animali che popolano il canyon tra cui:

  • Mammiferi: le rare Zebre di montagna saranno l’avvistamento più fortunato di tutto il viaggio ma ci sono anche altri mammiferi che puoi incontrare come il kudu maggiore, i babbuini chacma e le Springbok.
  • Rettili: il parco fa da casa a molti varani del deserto, gechi e lucertole.
  • Uccelli: paradiso per gli amanti del birdwatching, il Fish River Canyon ospita molte aquile nere, corvi bianchi e, alle volte, anche struzzi.

Ma Il canyon non offre solo grandi camminate e splendidi paesaggi, qui potrai anche rilassarti alle terme di Ai-Ais, le cui acque calde sapranno rigenerarti completamente, soprattutto dopo aver intrapreso il lungo trekking.

Il Fish River Canyon è una meraviglia naturale che conquista i cuori di chiunque abbia la fortuna di esplorarlo. Le sue dimensioni imponenti, i paesaggi mozzafiato e la sfida del trekking, rendono il canyon un’esperienza unica da provare almeno una volta nella vita, soprattutto se sei un amante delle attività all’aria aperta. Tuttavia, è fondamentale ricordare che affrontare il canyon con il suo celebre Trail non è per tutti poiché richiede un’ottima preparazione fisica ma, soprattutto, mentale. Pertanto, l’accurata pianificazione di questo viaggio è necessaria e ti invitiamo a controllare sempre il sito ufficiale del canyon e dell’ente turistico della Namibia per avere informazioni sempre aggiornate. Ora che sai tutto quello che devi sapere per affrontare questo incredibile viaggio, non ti resta che caricarti lo zaino in spalla e lasciarti conquistare da un’esperienza che va oltre la semplice scoperta di un paesaggio, per abbracciare una profonda scoperta di sé stessi nel cuore di una splendida terra chiamata Namibia.

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Tesori d’Egitto: il mercato Khan el-Khalili al Cairo

Chiudi gli occhi. Senti il profumo denso di spezie che avvolge l’aria che ti circonda, il brusio allegro e a tratti concitato delle voci di chi compra e di chi vende, il rumore tintinnante dell’argenteria che si tocca. Allunga una mano e lasciati solleticare i polpastrelli dalle trame ricche dei tessuti e dei tappeti che ti fanno da guida nel dedalo di vicoli e stradine di questo posto. Ora apri gli occhi: benvenuto a Khan el-Khalili, il suq più importante del Cairo dove le luci fioche delle lanterne, che si rincorrono una dietro l’altra sui gradini di piccole scale in pietra, illuminano questo luogo che sembra uscito direttamente dalle pagine di una fiaba d’Oriente. Un mercato dalla storia antica che devi assolutamente vedere se hai deciso di visitare l’affascinante capitale d’Egitto.

Khan el-Khalili in passato

Le origini di Khan el-Khalili risalgono al lontano 1382, su commissione dell’emiro Dyaharks El Khalili che volle costruire un grande caravanserraglio, una specie di locanda primitiva tipica delle zone orientali dove i mercanti potevano sostare, far riposare gli animali e depositare le merci. In questi luoghi di passaggio, accadeva spesso che i mercanti approfittassero per fare affari e commerciare tra di loro. Ed è proprio da questa abitudine che, attorno al caravanserraglio, si formò un piccolo bazar che, nel tempo, crebbe fino a diventare l’enorme suq che conosciamo oggi. Il successo di questo mercato è dovuto principalmente alla posizione strategica lungo le rotte commerciali tra Africa, Asia ed Europa, posizione che faceva gola ai mercanti provenienti da tutto il mondo.

Khan el-Khalili oggi

Dal 1382 il mondo è cambiato completamente, il consumismo ha portato alla nascita di nuove forme di scambi commerciali e l’avvento della rivoluzione digitale ha messo in ginocchio la compravendita tradizionale a favore del mercato online. Nonostante ciò, i mercati tradizionali come il Khan el-Khalili al Cairo non sono scomparsi, anzi. Forse è proprio il mondo moderno, con le sue frenesie e la sua costante standardizzazione, a spingere le persone a cercare qualcosa di unico, a visitare luoghi in cui il libro del tempo sembra essersi fermato su un capitolo di molti anni fa e a ricercare determinate atmosfere che, ormai, sono sempre più difficili da trovare. Khan el-Khalili è il luogo giusto dove poter trovare quelle atmosfere. Nonostante si sia allontanato parecchio dai tempi in cui mamelucchi, ottomani e mercanti da ogni dove attraversavano i suoi archi decorati, e nonostante i vari progetti di modernizzazione ed ampliamento, oggi Khan el-Khalili conserva ancora il suo spirito originario: un groviglio di culture e tradizioni che si incrociano per un breve istante di vita sulle sue stradine lastricate, soffermandosi sotto le tende delle vecchie botteghe e cercando piccoli tesori nascosti.

Khan el-Khalili: poesia architettonica

Costruito nel cuore della Città Vecchia del Cairo, Khan el-Khalili è un grande labirinto di vicoli stretti, stradine e piccoli saliscendi. La sua architettura rappresenta una testimonianza tangibile dei fasti della dinastia mamelucca, con edifici in pietra scolpita impreziositi da archi decorati finemente o facciate decorate con motivi e calligrafie arabesche. A rendere ancora più maestosa l’architettura di Khan el-Khalili è la presenza di moschee e minareti che si ergono nei pressi del suq, come le Moschea di Al-Hussein e di Al-Azhar. In alcune parti del mercato sono ancora presenti i famosi caravanserragli: con i grandi cortili e le tracce di vecchie stalle e magazzini. Ad aggiungere un ulteriore tocco di fascino antico che fa risuonare subito nella nostra testa la celebre canzone “Notti d’Oriente” sono gli splendidi archi e le cupole in pietra che proteggono mercanti e visitatori dal sole e dal vento del deserto, conferendo una sensazione di intimità e accoglienza.

Cosa fare e cosa vedere a Khan el-Khalili

Per godere appieno delle meraviglie di questo luogo dal fascino antico, il consiglio è quello di vagare per le sue strade, facendosi trasportare dai suoni e dai profumi. Sono tante le cose che puoi fare a Khan el-Khalili, qui abbiamo raccolto qualche consiglio.

Cercare piccoli tesori

Se stai cercando qualcosa da portare a casa in ricordo del tuo viaggio in Egitto non c’è posto migliore di Khan el-Khalili per trovarlo. Questo mercato è celebre per le sue piccole botteghe dove è possibile trovare pezzi artigianali egiziani. Tra le merci più desiderate e acquistate ci sono i gioielli in argento, frutto della maestria degli artigiani locali che danno vita a pezzi di una bellezza incredibile, le lanterne in ottone e rame lavorate a mano con motivi geometrici e trame antiche e, infine, le spezie e i profumi.

Sorseggiare il tè alla menta al Caffè El Fishawy

Tè alla menta nel mercato di Khan el-Khalili

Fonte: iStock

Il delizioso tè alla menta nel mercato di Khan el-Khalili al Cairo

Molto più di un semplice caffè, questo luogo è una vera e propria istituzione, simbolo di cultura e vita sociale del Cairo. Fondato oltre 200 anni fa, sui suoi tavolini si sono seduti importanti scrittori, poeti e artisti diventando un punto di ritrovo per gli intellettuali del luogo. Proprio qui si sedeva il premio Nobel per la letteratura Naguib Mahfouz il quale, osservando la vita del bazar, ha dato vita ad alcuni romanzi ambientati proprio a Khan el-Khalili, omaggiando l’anima vivace di questo mercato. Siediti a uno dei suoi tavolini e osserva la vita che si muove intorno a te mentre assaggi del tè alla menta o del caffè arabo tradizionale, due bevande tipiche della cultura culinaria egiziana che, in questo bar, godono di un’ottima reputazione. Consigliamo soprattutto il tè alla menta, servito bollente in piccoli bicchieri; è una toccasana rigenerante, perfetto dopo aver esplorato le meraviglie di Khan el-Khalili.

Visitare le moschee

Come vi raccontavamo prima, Khan el-Khalili è circondato da due delle moschee più celebri e maestose della città e una visita è d’obbligo. Inizia dalla Moschea di Al-Hussein, collocata proprio vicino al bazar, per godere delle bellezze di uno dei luoghi più gettonati del Cairo. Al suo interno potrai vedere una reliquia che si pensa essere la testa di Al-Hussein, nipote del Profeta Maometto. Prosegui poi per la Moschea di Al-Azhar, splendido luogo di culto nonché una delle università più antiche del mondo.

Perdersi e lasciarsi condurre dai tuoi sensi

Luoghi come i grandi mercati sono fatti per essere scoperti. Lasciati condurre dai profumi e dai suoni, non seguire un itinerario preciso ma perditi. Non c’è nulla di più bello di vagare senza meta e scoprire cosa si nasconde dietro ogni angolo. Se sei fortunato, potresti incontrare quel piccolo tesoro che stavi proprio cercando.

Come raggiungere Khan el-Khalili

Come dicevamo, il mercato di Khan el-Khalili si trova nel del Cairo Islamico e, più precisamente, nella sua Città Vecchia. Questa posizione lo rende di facile accesso, anche attraverso i mezzi pubblici. Puoi optare per tre diverse opzioni:

  • Metropolitana: scendi alla stazione Attaba, a circa 10 minuti a piedi dall’ingresso del mercato.
  • Taxi/Uber: il conducente ti porterà o a Khan el-Khalili o alla Moschea di Al-Hussein se prima vuoi fare un passaggio in questa splendida Moschea.
  • Autobus: ci sono varie linee che passano vicino al mercato ma le fermate sono leggermente più lontane rispetto a quella della metro, dunque preparati a fare una breve passeggiata.

Visitare Khan el-Khalili: informazioni utili

Prima di visitare il mercato è bene tenere a mente alcune importanti informazioni che ti riportiamo qui di seguito:

  • Orari: aperto tutti i giorni, consigliamo di visitarlo nel tardo pomeriggio o alla sera, quando l’atmosfera diventa ancora più suggestiva grazie alle luci delle lanterne che illuminano il mercato
  • Affollamento: soprattutto nei fine settimana, il mercato è molto affollato e chiassoso ma, allo stesso tempo, è ciò che lo rende così affascinante.
  • Sicurezza: Il suq è generalmente sicuro, ma bisogna fare attenzione ai borseggiatori, regola fissa di tutti i luoghi affollati.
  • Carta o contanti: porta con te dei contanti, poiché molti negozi non accettano il pagamento tramite POS.
  • Contrattazione: la contrattazione è insita nella cultura commerciale in Egitto, soprattutto nei grandi mercati, dunque preparati a contrattare con abili mercanti. Attenzione che la maggior parte delle volte i commercianti hanno prezzi diversi per i locali e per i turisti.

Se hai in programma un viaggio al Cairo, non puoi saltare questa tappa. Entrare nel mercato di Khan el-Khalili significa entrare nell’anima dell’Egitto e della sua capitale. Significa scoprire un luogo dove passato e presente s’incontrano e si abbracciano in un vortice di profumi, suoni, colori e sapori. Vivi l’esperienza di perderti nei suoi vicoli, di contrattare con i commercianti e prenditi qualche istante per osservare come si muovono le persone in questo microcosmo dalla bellezza unica. Fermati al Caffè El Fishawy e prova il suo tè alla menta e le sue pietanze tradizionali e, infine, goditi ogni istante in questo luogo unico al mondo. Siamo sicuri che da Khan el-Khalili porterai via qualcosa, anche solo un piccolo oggetto, ma stai attento perché siamo anche certi che lascerai lì un pezzo del tuo cuore.

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I piatti tipici di Boa Vista: cosa mangiare in vacanza a Capo Verde

Se ami le vacanze enogastronomiche devi sapere che la cucina tradizionale di Capo Verde ti farà esclamare “wow”: un mix equilibrato di sapori e influenze cosmopolite che uniscono elementi portoghesi, brasiliani e tocchi africani. A favorire questo equilibrio ci pensa la posizione: l’arcipelago si trova nell’Oceano Atlantico ed è conosciuto per i tantissimi piatti ma ricchi di gusto che raccontano al 100% quella che è l’anima del popolo. Il pesce fresco, i frutti di mare, il mais e i legumi sono gli ingredienti protagonisti di molte ricette, che spesso variano da isola a isola, aggiungendo un tocco locale a ogni pietanza. Se visiti Capo Verde non puoi non esplorare i sapori local attraverso i piatti tipici di Boa Vista: ecco i migliori che non puoi farti sfuggire.

Cachupa

Se c’è un piatto che rappresenta l’anima di Boa Vista, quello è sicuramente la cachupa. Considerata il piatto nazionale, è un ricco stufato di mais, fagioli e carne o pesce, preparato attraverso una cottura lenta di alcune ore che dà modo ai sapori di amalgamarsi in un abbraccio perfetto. A Boa Vista, potrai assaggiarla in diverse varianti, a seconda degli ingredienti disponibili e della creatività del cuoco.

La cachupa rica è la versione più sostanziosa, a cui vengono aggiunte carne di maiale, salsiccia e in alcuni casi pesce, mentre la cachupa pobre è più semplice, composta principalmente da mais e fagioli. Ciò che rende la così speciale è la sua versatilità: c’è chi la mangia a colazione, pranzo o cena. Non è raro vedere local iniziare la giornata con una cachupa refogada, una versione ripassata in padella con uova fritte, un modo delizioso per sfruttare gli avanzi del giorno prima.

Lagosta suada

Ami i piatti di pesce? Non farti sfuggire l’occasione di assaggiare la lagosta suada. Si tratta di un’aragosta cucinata molto lentamente in un sugo ricco di verdure. Pomodoro, cipolle e un pizzico di vino bianco creano un sugo intenso e denso dovuto alla lunga cottura; una volta assaggiato ti renderai conto di non aver mai mangiato un’aragosta così tenera e allo stesso tempo gustosa. Succulenta e davvero godereccia, te la consiglio per una cena in riva al mare.

Pastéis de Milho

Non può mancare lo street food e ti suggerisco assolutamente di provare i pastéis de Milho: si tratta di una vera istituzione da queste parti e viene spesso utilizzato come snack spezza fame o spuntino. Si tratta di fagottini di farina di mais, fritti fino a diventare dorati e croccanti; al loro interno è custodita una gustosa farcitura che varia leggermente dal quartiere e dalla tradizione familiare. Molte volte è di tonno e verdure ma c’è chi lo prepara di carne di maiale in versione super spicy. Te li consiglio rigorosamente da passeggio mentre scopri le stradine più caratteristiche di Boa Vista alla ricerca degli scorci più autentici o prima di raggiungere la spiaggia.

Xerém

Un’altra leccornia da non perdere è un piatto che trova le sue radici nella vita contadina di Boa Vista a Capo Verde: si chiama xerém e da molti local è considerato un autentico comfort food. Un piatto ricco e davvero sostanzioso che sprigiona la tradizione del luogo. Potremmo paragonarla ad una polenta di farina di mais cotta molto lentamente con brodo e acqua. Ad arricchirne il gusto le tradizioni familiari che cambiano ma in linea di massima si trovano salsiccia, pancetta o pesce.

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Le crociere sui fiordi norvegesi cambieranno entro il 2032

Entro il 2032, la Norvegia applicherà sanzioni alle navi da crociera che non rispetteranno le severe normative sulle emissioni zero per proteggere i suoi famosi fiordi, dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Questo fa parte di una più ampia strategia ambientale del Paese per preservare l’ecosistema unico dei fiordi e ridurre l’impatto dell’inquinamento atmosferico e marino causato dall’intenso traffico navale turistico.

L’obiettivo è garantire che solo le navi a emissioni zero possano accedere alle aree più sensibili, come i fiordi di Geirangerfjord e Nærøyfjord. La Norvegia è pioniera nelle politiche di sostenibilità e sta investendo nella transizione verso tecnologie verdi, come l’elettrificazione delle navi e l’uso di energie rinnovabili, per proteggere i magnifici paesaggi naturali e il settore del turismo che da essi dipende.

Le normative a tutela dell’ecosistema

A partire dal 1° gennaio 2026, la Norvegia introdurrà normative specifiche sulle emissioni zero per le navi turistiche e i traghetti con una stazza lorda inferiore a 10.000 tonnellate. Tuttavia, le navi più grandi, comprese le navi da crociera, avranno tempo fino al 2032 per conformarsi alle nuove norme.

Il governo norvegese ha spiegato che questo differimento per le navi di maggiore stazza è dovuto alla mancanza di tecnologie adeguate per garantire un funzionamento a emissioni zero. L’obiettivo è proteggere i fiordi Patrimonio dell’Umanità, che includono il Naeroyfjord, l’Aurlandsfjorden, il Geirangerfjord, il Sunnylvsfjorden e il Tafjord, aree straordinarie riconosciute dall’UNESCO e soggette a tutela e sicurezza internazionale per preservarne la bellezza naturale e il valore ecologico.

Le parole del ministro per il Clima e l’Ambiente

A proposito delle nuove e stringenti regole, il ministro norvegese per il Clima e l’Ambiente Andreas Bjelland Eriksen ha dichiarato: “L’obiettivo è prendersi cura dei fiordi e creare un turismo sostenibile. Il requisito delle emissioni zero contribuirà allo sviluppo tecnologico, ridurrà le emissioni e garantirà ai fiordi Patrimonio dell’umanità di rimanere un’attrattiva destinazione turistica“.

La novità per il porto crocieristico di Flam

Ma le innovazioni a tutela dell’ambiente in Norvegia non finiscono qui.

Infatti, il governo ha confermato il finanziamento di impianti di alimentazione elettrica da terra nel porto crocieristico di Flam, uno dei principali scali per le navi da crociera nei fiordi. Si tratta di un sistema che permetterà alle navi di collegarsi alla rete elettrica locale, riducendo in modo significativo le emissioni durante l’attracco ed evitando così di mantenere i motori accesi.

L’iniziativa è parte degli sforzi messi in campo dal Paese per ridurre l’impatto ambientale del traffico crocieristico, che nel 2023 ha toccato un record con quasi 3.500 scali e un elevato numero di passeggeri (basti pensare che nel 2013 erano 2237). Le stime mostrano che le emissioni di CO2 delle navi da crociera nelle aree costiere e marine norvegesi sono aumentate drasticamente da 382.000 tonnellate di CO2 nel 2015 a 968.000 tonnellate l’anno scorso.

I nuovi impianti contribuiranno a rendere i fiordi Patrimonio UNESCO più sostenibili, mettendo al primo posto la tutela dell’ambiente mentre il turismo continua a crescere. Infatti, uno dei modi più gettonati di scoprire l’Atlantico e il Nord Europa è proprio quello di regalarsi una crociera da queste parti, al cospetto di montagne innevate, ghiacciai e con la possibilità di ammirare il fiabeschi fenomeni dell’aurora boreale o del sole di mezzanotte.

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A bordo del treno della vendemmia del Piemonte

Domenica 22 settembre torna sui binari della Ferrovia della Valsesia, una delle valli più verdi d’Italia, il treno storico da Novara a Sizzano, per dare il benvenuto alla vendemmia e a una giornata all’insegna di una tradizione centenaria e di sopraffine degustazioni.

Il treno, composto da locomotiva a vapore, carrozze “Corbellini” Anni 50 e bagagliaio, partirà dalla stazione di Novara alle ore 9.40 per giungere a Sizzano alle ore 10.29. Il ritorno è previsto alle ore 17.33 da Sizzano con arrivo a Novara alle 18.25.

L’evento è organizzato da Fondazione FS Italiane, in collaborazione con il Comune di Sizzano, la Pro Loco di Sizzano, il gruppo FAI Colline Novaresi, le associazioni locali di Sizzano e il Museo Ferroviario Valsesiano che fornisce supporto tecnico.

Il programma di domenica 22 settembre

Il programma della giornata, suscettibile di modifiche, prevede:

  • 9.40: Partenza del treno storico trainato da locomotiva a vapore dalla stazione di Novara.
  • 10.29: Arrivo del treno storico a Sizzano.
  • 10.30-11.00: Trasferimento a piedi verso la collina (circa 2 km, percorso misto asfaltato e sterrato). Disponibile servizio navetta per chi segnalerà difficoltà in fase di prenotazione.
  • 11.00-12.30: Vendemmia turistica presso i vigneti delle colline di Sizzano (con priorità ai bambini).
  • 13.00-14.30: Pranzo del contadino in collina presso l’area “Bergamina” (obbligo di segnalare allergie o intolleranze durante la prenotazione).
  • 14.30-15.00: Rientro a piedi in paese.
  • 15.00-16.30: Pigiatura dell’uva in Piazza Prone, con stand di cantine e produttori locali e degustazioni di vini per conoscere e assaporare tutte le DOC Colline Novaresi prodotte sul territorio. Disponibili anche visite guidate ai siti storici del paese quali la Chiesa parrocchiale con le testimonianze paleocristiane e gli scavi archeologici e l’Esposizione Etnografica presso Casa Bianchi-Orlando dove i proprietari attendono i visitatori per far compiere loro un viaggio nella storia di un’antica famiglia di Sizzano.
  • 16.45: Rientro alla stazione di Sizzano.
  • 17.33: Partenza del treno storico da Sizzano.
  • 18.25: Arrivo del treno storico a Novara.

Si raccomanda abbigliamento da trekking e calzature impermeabili, poiché parte del percorso sarà su strade collinari non asfaltate.

In caso di pioggia: La vendemmia sarà sostituita da una visita in cantina, con pranzo e pigiatura delle uve sotto una struttura riparata.

Le tariffe (andata e ritorno non divisibile)

Ecco il riepilogo delle tariffe per l’evento, con tutte le informazioni utili:

Tariffe:

  • Intero ADULTO: € 60,00
  • Ridotto BAMBINO (4-12 anni non compiuti): € 30,00
  • Gratuità per bambini sotto i 4 anni, senza garanzia del posto a sedere e senza pranzo.

Non sono ammesse riduzioni o gratuità al prezzo intero, incluse quelle previste in base al possesso di particolari carte commerciali o carte di libera circolazione.

Il prezzo include:

  • Viaggio andata/ritorno sulla tratta Novara-Sizzano a bordo del treno storico trainato da locomotiva a vapore.
  • Partecipazione alla vendemmia e alla pigiatura dell’uva.
  • Pranzo a base di prodotti tipici (è necessario segnalare eventuali allergie o intolleranze al momento della prenotazione). Il menu, passibile di modifiche, prevede polenta e talupone, piatto misto di salumi e formaggi, acqua e vino. Disponibile anche menu per i bambini da 4 a 12 anni e per chiunque lo desideri: pasta, affettati, acqua/bibita. Per i piccoli al di sotto dei 4 anni non è previsto il pranzo, eventuali richieste di menu bambino per loro vanno effettuate in fase di prenotazione.
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Viaggio in Norvegia: dove vedere l’aurora boreale

Assistere allo spettacolo offerto dall’aurora boreale è una delle esperienze inserite nella lista dei desideri di molte persone. Per riuscire ad ammirarla l’organizzazione è tutto: bisogna sapere non solo dove andare per incontrare il bagliore verde e viola che compare come un effetto alieno nel cielo notturno, ma anche quando e a che latitudine. A volte bisogna avere anche un semplice tocco di fortuna nel trovare, dovunque siamo, un cielo chiaro, buio e senza nuvole.

Lo scrittore e poeta austriaco Theodor Däubler descrisse l’aurora come “un luminoso amplesso tra il sole liberato dalla terra e il sole celeste, il quale apporta la luce polare alle lunghe notti dei poli. La terra aspira a ritornare una stella splendente”. Entrando nel dettaglio per spiegarvelo meglio, questo fenomeno naturale si manifesta nell’emisfero nord del pianeta ed è prodotto da particelle elettriche che colpiscono la ionosfera creando uno spettacolo di luce incredibile.

Questo fenomeno elettrico di elettroni e protoni fa si che l’energia possa essere vista attraverso uno spettacolo luminoso anche se avviene tra i 100 e i 500 chilometri di altitudine. Scopriamo insieme dove andare e come organizzare un viaggio in Norvegia per vederlo al meglio.

Aurora Boreale: dove andare

Tra le domande più frequenti in merito a questo meraviglioso fenomeno naturale ne spicca senza dubbio una sicuramente: dov’è l’Aurora Boreale? O meglio, in quali posti è più probabile vederla? Tra i posti dove questo fenomeno è più frequente c’è sicuramente l’Alaska: la posizione a Nord di questo Stato permette infatti di ammirare fenomeni unici. Tra i territori più apprezzati ci sono Yukon, Anchorage, Denali e Fairbanks. Un’altra delle destinazioni più apprezzate è la Norvegia. Tra le zone delle Northern Lights e il Circolo Polare Artico infatti sono sempre più frequenti le Aurore Polari mozzafiato. L’Aurora Polare a Tromsø è una delle più famose e ogni anno raccoglie moltissimi turisti da tutto il mondo.
Un’altra destinazione dove vedere l’Aurora Boreale è l’Islanda: tutta l’isola offre infatti diversi punti da cui in differenti periodi dell’anno è possibile ammirare questi spettacoli di luci. La Finlandia è un altro Stato che permette di vedere l’aurora, in particolare nelle città Sodanklya e in Lapponia. In Finlandia inoltre è presente una cittadina, Luosto, dove viene suonato un allarme ogni volta che inizia l’aurora, in modo da avvisare gli abitanti e i turisti. Anche l’Irlanda è una delle destinazioni più gettonate per gli amanti dell’aurora, in particolare nella contea di Donegal e in generale nell’Irlanda del Nord. Infine un riferimento non può non essere fatto alle Isole Faroe, in Danimarca, da sempre uno dei posti più affascinanti e ricchi di tradizione legata a questo fenomeno.

Quando si vede l’Aurora Boreale in Norvegia?

Prima di programmare il tuo prossimo viaggio nei Fiordi è importante sapere quand’è che si vede l’Aurora Boreale. Il periodo adatto è generalmente dalla primavera all’inizio dell’autunno. In particolare i mesi consigliati sono da febbraio/marzo a ottobre, in corrispondenza del cadere degli equinozi. I mesi dove è più frequente il fenomeno sono febbraio e marzo, durante questo periodo infatti c’è la lunga notte polare, durante la quale spesso il cielo offre uno spettacolo di luci verdi, gialle e blu. Anche l’orario è importante: l’aurora può manifestarsi già dalle 18.00 ma la possibilità di vederla aumenta dalle 22.00 alle 23.00.

I nostri consigli sull’Aurora

Per vedere l’Aurora Boreale in Norvegia ecco qualche consiglio. Uno di questa riguarda la scelta del viaggio con o senza la luna. In entrambi i casi è possibile ammirare questo spettacolo della natura, ma con il cielo scuro senza luna il contrasto con le luci sarà ancora più bello e permetterà di scattare fotografie splendide.
Un altro consiglio è poi quello di organizzare l’escursione nel dettaglio, prenotando con anticipo in modo da assicurarsi il posto. Viaggiando in gruppo le spese possono essere ridotte, ma allo stesso tempo si rischia di avere un grande caos e di non godrai appieno dell’esperienza. Il consiglio è di organizzarsi con gruppi che non superino la dozzina di persone, in modo da dividere i costi ma allo stesso tempo di vivere l’esperienza a 360 gradi. Attenzione infine all’abbigliamento: le zone in cui si manifesta l’Aurora Boreale sono molto fredde e in alcune aree si raggiungono anche alcuni gradi sotto lo zero. Il consiglio è sempre quello di vedere le previsioni del luogo in cui si (spera) di vedere l’Aurora Boreale, in modo da studiare la probabilità di successo del fenomeno e di capire come vestirsi.

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Quali sono le location nella seconda stagione de Il Signore degli Anelli

I maestosi paesaggi della Nuova Zelanda sono ormai diventati, nell’immaginario collettivo, sinonimo degli adattamenti cinematografici della Terra di Mezzo di JRR Tolkein e delle avventure di hobbit, elfi e nani.

Ma per la seconda stagione della serie prequel di Prime Video The Rings of Power (Gli Anelli del Potere), la Terra di Mezzo si è trasferita in Gran Bretagna, terra natale del celebre scrittore.

Partiamo, allora, per un tour alla scoperta delle location chiave.

Windsor Great Park

Mentre lo scorso anno i membri della famiglia reale inglese e i leader mondiali si preparavano a riunirsi al Castello di Windsor per gli eventi dell’Incoronazione di Re Carlo III, un mondo fantastico popolato da orchi, elfi ed epiche battaglie ha preso vita a pochi passi di distanza.

Il Windsor Great Park, antico bosco di querce millenarie già scenario in “Harry Potter e i Doni della Morte” e in “World War Z”, è stato impiegato per ricreare i vari regni in Gli Anelli del Potere. Cercatelo nei momenti di apertura della seconda stagione, quando Elrond e Galadriel tornano per affrontare il Sommo Re e discutono su cosa fare con i tre anelli che possiedono.

Nel parco è stata girata anche l’epica battaglia che chiude la stagione, con una troupe di 1000 persone e 400 comparse coinvolte.

Virginia Water

Collocato all’estremità del Windsor Great Park, il parco che abbraccia il lago Virginia Water era in origine concepito come una sorta di “luna park” per i reali.

Le scene di “Gli Anelli del Potere” sono state girate alla Cascade, una fragorosa cascata artificiale che raggiunge altezze vertiginose.

High Rocks and Harrison Rocks, Kent

Nel primo episodio, le magnifiche e magiche High Rocks di arenaria si intravedono durante l’inseguimento di Elrond e Galadriel attraverso i boschi, e si rivelano una vincente “transizione” dal Windsor Great Park al mondo degli Elfi.

L’accesso per esplorare le imponenti rocce, note tra i turisti alla ricerca di avventura, prevede un modesto contributo di £6.

Anche la vicina Harrison Rocks è stata protagonista delle riprese per inscenare il regno elfico di Lindon.

Frensham Common, Surrey

Il Frensham Common del Surrey è stato utilizzato per rappresentare i “battiti intermedi tra i regni” quando i personaggi compiono viaggi attraverso la Terra di Mezzo.

Di proprietà del National Trust, si tratta di un’area incredibile che si estende su circa 4 chilometri di brughiera aperta, pini e boschi misti, un mosaico colorato di ruggine e verde, viola e malva.

Si trova all’interno dell’Area di straordinaria bellezza naturale delle colline del Surrey (AONB) ed è designata Sito di interesse scientifico speciale (SSSI) da Natural England, zona di protezione speciale (ZPS) e zona speciale di conservazione (ZSC).

Frensham Common è stata location anche per le riprese della serie Netflix “The Witcher”, e i laghi hanno riprodotto il  fiume Nilo nel classico cult “La Mummia”.

La scena che è stata girata a Tenerife

La produzione si è poi spostata a Tenerife per alcune scene della seconda stagione.

In particolare, il Parco Nazionale del Teide, all’ombra del Monte Teide, con affioramenti rocciosi, colline ricoperte di sabbia e pianure vulcaniche, è protagonista negli episodi iniziali che vedono lo Straniero attraversare il pericoloso paesaggio di Rhûn con i suoi compagni Piedilerti. Rhûn è una zona della mappa della Terra di Mezzo per la quale Tolkien non ha fornito molti dettagli nei suoi scritti, lasciando al team di Rings of Power più flessibilità nell’ideazione dei panorami.

Durante il difficile viaggio, il trio incontra il misterioso anziano e amato personaggio di Tolkien, Tom Bombadil. L’interno della sua dimora è stato ricostruito con cura in un teatro di posa presso i Bray Studios nel Regno Unito, ma le riprese esterne sono state girate sul posto a Tenerife.