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Anche a Bali si interviene sull’overtourism: non si costruiranno più hotel

Negli ultimi anni, uno degli aspetti che emergono con forza nel comparto dei viaggi è quello dell’overtourism, il turismo eccessivo che sta mettendo sotto pressione molte destinazioni tra le più popolari al mondo con un afflusso di visitatori che supera la loro capacità di gestione, causando disagi ai residenti (e ai visitatori stessi).

Sul fronte ambientale, l’incremento dei flussi turistici ha portato all’erosione delle coste, al danneggiamento dei siti storici e alla distruzione di habitat naturali. Dal punto di vista sociale, i residenti si trovano a dover convivere con l’aumento del costo della vita, la perdita di identità culturale, sovraffollamento e maggiore inquinamento.

Di fronte a un simile scenario, non sono poche le località che stanno adottando misure per porre un freno al numero dei turisti, come l’introduzione di quote giornaliere o tariffe d’ingresso per i luoghi più iconici, tassa di soggiorno più cara e altro ancora. Bali, rinomata isola indonesiana, ad esempio non costruirà più hotel: vediamo nel dettaglio.

Nuovi hotel a Bali: stop alla costruzione per dieci anni

Come accennato, Bali ha previsto uno stop alle nuove costruzioni di carattere turistico per un periodo che potrebbe durare fino a un decennio.
La moratoria è stata richiesta dall’amministrazione dell’isola al governo centrale dell’Indonesia, con l’obiettivo di frenare lo sviluppo incontrollato (in particolare nelle aree con un’alta densità abitativa e turistica) e preservare la cultura locale e lo straordinario ambiente naturale.

Il governatore ad interim di Bali, Sang Made Mahendra Jaya, ha proposto la moratoria per quattro zone specifiche, ad alta densità abitativa e più inflazionate dalla presenza di hotel, ville e stabilimenti balneari.
Il governo centrale ha accettato la proposta, ma la tempistica per l’implementazione delle restrizioni è ancora in fase di definizione.

Hermin Esti, alto funzionario del ministero degli Affari marittimi e degli Investimenti, ha confermato che la decisione è parte di un più ampio impegno per riformare il settore turistico dell’isola, con l’obiettivo di aumentarne la qualità preservando, al contempo, le tradizioni culturali e offrendo maggiori opportunità lavorative per la popolazione locale.

Dal 2019, sono 35 gli hotel in più

spiaggia di Nusa Dua, Bali
Vista panoramica della spiaggia di Nusa Dua

Bali ha vissuto negli ultimi anni una crescita esponenziale sia in termini di visitatori che di residenti stranieri, il che pone in grande difficoltà le infrastrutture e l’equilibrio ecologico e sociale del territorio. Dopo la riapertura post-pandemia, gli arrivi sono aumentati in modo significativo, con 2,9 milioni di visitatori stranieri registrati solo nella prima metà dell’anno, vale a dire il 65% del totale degli arrivi in Indonesia.

Tale affluenza ha portato a un sovrasviluppo, con un rapido aumento di hotel e strutture turistiche (541 hotel nel 2022, rispetto ai 507 del 2019), oltre a una crescente presenza di stranieri che si stabiliscono in modo permanente a fronte di un numero stimato di 200.000 residenti. Si tratta di un fenomeno che ha generato problemi come criminalità, concorrenza per i posti di lavoro e il peggioramento della qualità della vita.

Inoltre, i comportamenti inappropriati di alcuni turisti, diventati virali sui social media, hanno esacerbato il malcontento e accelerato la necessità di una risposta: di fronte a una situazione  diventata insostenibile, il governo indonesiano sta così pianificando la moratoria sullo sviluppo turistico a Bali, che potrebbe durare fino a 10 anni. Il ministro del Coordinamento degli Affari marittimi e degli Investimenti, Luhut Pandjaitan, ha sottolineato la necessità di questo piano per controllare l’impatto della crescita turistica sull’isola e proteggere la sua cultura e il suo ambiente.

Di Admin

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