Categorie
Notizie Viaggi

Le navi da crociera sono sempre più grandi: allarme sulla sostenibilità futura

Seppur negli ultimi anni siano state promosse navi da crociera ‘sostenibili’, il loro impatto ambientale resta altissimo e in futuro la situazione andrà solamente a peggiorare. Secondo il nuovo rapporto pubblicato da Transport & Environment, infatti, dal 2000 a oggi le dimensioni delle navi sono raddoppiate e con loro le emissioni, secondo le previsioni, nel 2050 potrebbero essere 8 volte il Titanic.

Transport & Environment (T&E), la principale organizzazione ambientalista indipendente europea, ha affermato: “Se continueranno a crescere a questo ritmo, nel 2050 le più grandi navi da crociera potrebbero raggiungere le 345.000 tonnellate di stazza lorda, quasi otto volte più grandi del Titanic”. Considerando questi dati, insieme alla crescita sempre più rapida della domanda relativa alle vacanze in crociera, sarà necessario un impegno maggiore da parte delle compagnie nel campo delle tecnologie verdi.

L’impatto ambientale delle crociere

In linea generale, le crociere sono uno dei modi di viaggiare più inquinanti e meno sostenibili e negli ultimi cinquant’anni l’industria è letteralmente esplosa. Secondo i dati di T&E, siamo passati dalle 21 navi del 1970 alle 515 di oggi, un aumento di numero che ha provocato anche un balzo nelle emissioni di CO2 a livello UE: nel 2022 sono cresciute del 20% rispetto al 2019, l’anno prima della pandemia.

Il Sustainable Fuels Manager di T&E Italia, Carlo Tritto, ha dichiarato: “Le emissioni delle crociere stanno sfuggendo di mano. Le navi da crociera di oggi, e in prospettiva ancora più quelle di domani, fanno sembrare il Titanic una barchetta da pesca”. Molte compagnie stanno facendo a gara per costruire navi sempre più grandi ponendo in auge un quesito: quanto ancora possono crescere questi giganti del mare?

Uno degli ultimi casi più famosi è rappresentato dalla Icon of The Sea, la più grande nave da crociera del mondo costruita da Royal Caribbean, una delle maggiori aziende del settore. Inaugurata a gennaio 2024, ha attirato l’attenzione su di sé proprio per le sue dimensioni: stiamo parlando di una città galleggiante che ospita 40 ristoranti, 7 piscine e può trasportare 7600 passeggeri. Per scomodare nuovamente il Titanic e aiutarvi a capirne la grandezza, è più lunga di 15 balenottere azzurre ed è cinque volte più grande dell’iconica nave che tutti conosciamo.

Le soluzioni sostenibili per affrontare il problema

Di fronte alle critiche legate al loro impatto ambientale, molte compagnie navali stanno passando al gas naturale liquefatto (GNL) che, sebbene emetta meno inquinanti locali e meno CO2, quando viene bruciato rilascia metano, un gas serra oltre 80 volte più potente della CO2. Non proprio la soluzione ottimale che invece, secondo Tritto, dovrebbe essere l’E-fuels: “L’unica soluzione sostenibile e scalabile per decarbonizzare le attività marittime è costituita dai carburanti sintetici, o E-fuels, derivati da idrogeno verde. Essendo un business di lusso, gli operatori crocieristici dovrebbero assumersi la responsabilità dell’impatto climatico che causano e investire in questi carburanti, anche se più costosi. Se vogliono evitare di diventare visitatori sempre meno graditi, devono diventare più sostenibili”.

L’E-fuels, infatti, potrebbe alimentare quasi il 4% della navigazione europea entro il 2030 e, considerando che le navi da crociera navigano su rotte molto programmabili, le esigenze e i tempi di rifornimento possono essere soddisfatti in modo facile e prevedibile. Infine, sempre secondo l’analisi di T&E, un’altra soluzione è introdurre una tassa di 50 euro su un tipico biglietto di crociera del valore di circa 1.400 euro, il quale genererebbe proventi cruciali per finanziare le nuove tecnologie dedicate al clima. Attualmente, infatti, le navi da crociera sono esenti dalle imposte sul carburante, dalle imposte sulle società e dalla maggior parte delle imposte sui consumatori.

Categorie
Africa Egitto mete storiche Notizie piramidi siti archeologici Viaggi

Scoperto il più grande osservatorio astronomico dell’antico Egitto

Se è vero che il popolo Egizio veniva da un altro pianeta, la nuova scoperta non fa altro che confutare sempre più questa teoria. La loro conoscenza sovrannaturale, il loro forte legame con astrologia e l’universo, dimostrata nella realizzazione delle piramidi ma anche di tutto ciò che hanno costruito nei secoli del loro antico regno, oggi ha una prova in più.

È di pochi giorni fa il ritrovamento di un sito incredibile che altro non è se non un osservatorio astronomico. A dire del ministero del Turismo e delle antichità egiziano sarebbe addirittura il più grande mai rinvenuto in Egitto. Secondo gli archeologi serva per misurare i movimenti del Sole e delle stelle. Il direttore generale del consiglio superiore delle antichità dell’Egitto, Mohammad Ismail, ha sottolineato che ciò che è stato scoperto “conferma l’ingegno e le capacità degli antichi Egizi nel campo dell’astronomia fin dai tempi più remoti”.

Il più grande osservatorio astronomico dell’antico Egitto

Risalente al VI secolo a.C., il grande osservatorio astronomico si troverebbe all’interno del perimetro del Tempio dei Faraoni a Kafr el-Sheikh, nel Nord del Paese, dove erano in corso alcuni scavi. Comprenderebbe una decina di ambienti, con cinque grandi stanze, quattro più piccole e un corridoio con pareti dipinte di giallo e i resti di una decorazione blu, dove sono stati rinvenuti anche degli oggetti impiegati per la misurazione, come un particolare tipo di meridiana che serviva per misurare lo spostamento del Sole, e una torre di osservazione. L’area comprendeva una superficie di ben 850 metri quadrati.

L’ingresso dell’osservatorio, di cui resta ancora parecchio fatto di mattoni e fango, si trova in direzione Est, dove sorge il Sole, e si apre su un edificio a forma di “L” dove si osservano ancora alcuni pilastri di sostegno. Di fonte si trova una enorme parete di mattoni pendente verso l’interno. Secondo gli archeologi qui venivano osservate e trascritte tutte le informazioni relative ai movimenti del Sole, inclusa l’inclinazione ora dopo ora e la sua ombra.

“Gli Egizi erano tra i più esperti astronomi dell’antichità”, hanno osservato gli esperti in seguito alla nuova scoperta. “È proprio nell’antico Egitto che è nato il calendario di 365 giorni che usiamo ancora oggi. Questo popolo riuscì a mappare la volta cleste, aveva le proprie costellazioni e l’oroscopo”. La scoperta dell’osservatorio rappresenta un contributo significativo alla comprensione odierna dell’astronomia e della scienza degli antichi Egizi. Secondo il ministereo del Turismo e delle anticihtà si tratta di “uno dei più precisi strumenti di misurazione del tempo dei tempi antichi”.

Categorie
Bahamas Caraibi Idee di Viaggio vacanza natura Viaggi viaggiare

Cat Island: un paradiso naturale nel cuore dell’arcipelago delle Bahamas

Un luogo comune che si sente spesso quando si parla di viaggi è che volare sopra l’arcipelago di Bahamas regali una delle più belle viste aeree sull’area dei Caraibi. Che sia così oppure no, ciò che è certo è che una vacanza in questa parte di mondo fa sempre bene a corpo e anima. Sono molte le isole di questo arcipelago e tutte hanno caratteristiche diverse, capaci di offrire esperienze di viaggio a tratti anche diametralmente opposte.

Cat Island è un piccolo paradiso di natura e tranquillità nel cuore delle Bahamas, un luogo dove gustare il meglio dei ritmi rallentati che, spesso, si cercano proprio in un viaggio ai Caraibi.

Come raggiungere Cat Island dall’Italia

Non ci sono voli diretti per Cat Island dall’Italia e quelli che portano all’arcipelago di Bahamas prevedono, in genere, uno scalo. Quando si organizza un viaggio verso le Bahamas, l’aeroporto da tenere come riferimento è quello di Nassau, la capitale. Da lì partono svariati voli interni verso le altre isole. Controlla sempre eventuali restrizioni sul peso e la misura dei bagagli: gli aerei che collegano le isole sono, di norma, piccoli e potrebbero non ammettere a bordo bagagli di grande misura.

Dove dormire a Cat Island a Bahamas

Ci sono isole caraibiche che offrono resort di ogni grandezza e tipo e molti hotel dal sentore internazionale. Non è il caso di Cat Island: quest’isola delle Bahamas ha mantenuto un aspetto molto più tranquillo e contenuto. Ci sono molte guest house e appartamenti in affitto dove soggiornare a Cat Island: quest’isola è solitamente scelta da viaggiatori che amano la natura, il relax e i paesaggi da sogno dove non incontrare troppe persone. Cat Island vanta anche alcuni resort, pochi e bene organizzati, dove una vacanza ai Caraibi può assumere toni esclusivi.

Bahamas: dove è approdato anche Cristoforo Colombo

Fonte: iStock

Il bellissimo mare delle Bahamas

Un po’ di storia di Cat Island: perché si chiama così?

Cat Island deve il suo nome non ai felini, come si potrebbe pensare, ma probabilmente al famoso pirata Arthur Catt, che si dice abbia frequentato l’isola. Benché si mostri più tramite il suo lato naturale e di mare che attraverso storia e cultura, Cat Island vanta davvero storia da vendere. Secondo alcuni storici, fu il punto in cui Cristoforo Colombo toccò terra una volta giunto dall’altra parte dell’Oceano Atlantico. Quello che è certo è che qui gli indigeni Lucayani, i primi abitanti delle isole che fanno parte di Bahamas,

Durante il periodo coloniale, Cat Island divenne un centro agricolo importante per la coltivazione di cotone, grazie alla fertile terra rossa dell’isola. Qui si rifugiò un folto gruppo di cittadini lealisti, nell’intento di fuggire dalla rivoluzione che poi portò alla creazione degli Stati Uniti e all’indipendenza dall’Inghilterra.

Una curiosità che lega Cat Island all’Italia: su quest’isola cresce spontaneamente, tra le molte altre, una pianta che si chiama Cascarilla (classificata come Cascarilla clutia Wood – Cluytia eluteria). La corteccia di questa pianta è usata per la produzione del Campari, tra le altre cose.

Andare in spiaggia a Cat Island

La prima cosa che salta alla mente pensando a un viaggio alle Bahamas è la possibilità di andare in spiaggia, azione che trova davvero molte possibilità soggiornando a Cat Island. L’isola, di forma allungata e molto stretta da una costa all’altra, è incorniciata da spiagge da sogno, dove la sabbia bianca fa da contrato al blu del mare ma dove è anche pronta a confondersi col verde della vegetazione che inizia subito dopo la spiaggia stessa. Su quest’isola, per esempio, troverai più mangrovie che palme.

Le spiagge, alle Bahamas, sono generalmente pubbliche e possono essere frequentate anche se antistanti ad alloggi turistici. Controlla sempre che vi siano restrizioni legate alla proprietà privata: se non trovi cartelli, vuol dire che puoi stare tranquillamente sulla sabbia. Rispetta luogo e ambiente e porta con te eventuali rifiuti a fine giornata.

È difficile fare una lista delle migliori spiagge di Cat Island: le scelte potrebbe dipendere completamente da ciò che ami fare quando sei al mare. Se ti piace il surf, troverai onde da sfidare a New Blight, in quella che viene chiamata Fernandez Bay. Se, invece, ami lo snorkeling, il tuo posto ideale sarà la spiaggia vicino a Bennet’s Harbour.

Cosa vedere a Cat Island alle Bahamas: Monte Alvernia

Fonte: iStock

Le rovine di Monte Alvernia a Cat Island, Bahamas

Il Monte Alvernia: davvero c’è una montagna a Cat Island?

No, non si può considerare una montagna e forse è appena una collina. Stiamo parlando della zona denominata Monte Alvernia, che si trova a ben 63 metri sul livello del mare. Di cosa si tratta? Nel 1939, un prete cattolico di nome John Hawes, conosciuto in zona come Padre Jerome, decise di costruire in questo punto una sorta di eremo. Lo chiamò Alvernia riferendosi a “La Verna”, uno dei luoghi chiave della vita di San Francesco (si trova in Toscana, non distante a Arezzo).

Le rovine del piccolo monastero che si possono ancora vedere richiamano l’idea di qualcosa di medievale. Una delle cose da fare a Cat Island durante un viaggio alle Bahamas è camminare per raggiungere questo luogo che rappresenta anche il punto più elevato di tutto l’arcipelago.

Port Howe: un villaggio che racconta il passato

Chi ama aggiungere un pizzico di cultura alla propria vacanza al mare delle Bahamas troverà pane per i propri denti nel visitare Port Howe. Questo piccolo insediamento si trova sulla punta meridionale di Cat Island e, un tempo, era sede di una grande piantagione. Qui troverai ancora qualche casa in stile georgiano e non mancherai di immaginare storie di corsari e pirati intenti a nascondere chissà che tesoro.

Cat Island: l'isola delle Bahamas dove regna la Natura

Fonte: iStock

La bellezza delle spiagge delle Bahamas

Lo splendore della Natura a Cat Island

Cat Island è soprattutto un luogo scelto dagli amanti della natura. Le sue foreste tropicali, le paludi di mangrovie e le grotte sottomarine offrono molte opportunità per l’esplorazione e l’avventura. Come tutte le isole di questo arcipelago dei Caraibi, anche Cat Island vanta alcune zone in cui sono presenti delle doline marine. Quei luoghi vengono comunemente denominati “Blue Hole” per il colore blu scuro dell’acqua, dovuto alla profondità di quel punto, rispetto ai toni più chiari della tipica acqua di mare caraibica. I Blue Hole sono zone molto apprezzati dai sub ed, esplorarli, richiede la giusta attrezzatura e un’ottima preparazione.

Molto conosciute sono anche le Grotte di Devil’s Point sono perfette per chi ama l’esplorazione di grotte e la speleologia. Ci sono guide esperte che accompagnano i viaggiatori alla scoperta della natura di Cat Island: si tratta di ottime occasioni per aggiungere un po’ di avventura al proprio viaggio e per farlo in tutta sicurezza.

Categorie
Cammini Europa Idee di Viaggio pellegrinaggi Spagna trekking turismo religioso vacanze avventura Valencia Viaggi

Camino de Levante: l’alternativa meno conosciuta al Cammino di Santiago

Sono oltre 446.000 mila le persone che, nel 2023, hanno percorso il Cammino di Santiago seguendo le frecce gialle e le conchiglie che segnalano la via ai pellegrini. Questo è considerato come uno dei pellegrinaggi più famosi al mondo che, visti i numeri, in base al periodo potrebbe risultare anche un po’ troppo affollato. Per fortuna esiste un’alternativa meno conosciuta chiamata il Camino de Levante. Il cammino inizia a Valencia e si snoda attraverso paesaggi diversi fino ad arrivare a Santiago, sull’Oceano Atlantico.

Un passo alla volta, il Camino de Levante vi permetterà di lasciarvi alle spalle la brezza del Mediterraneo, di attraversare la Spagna da est a ovest in 42 tappe lungo 1200 chilometri circa e di raggiungere la Galizia. Scarpe da trekking ai piedi, camminerete tra le bellezze di regioni molto diverse tra loro, ognuna dotata di una personalità e identità propria: Valencia, Castilla La-Mancha, Madrid, Castilla y Leon e infine la Galizia.

Ne avevate mai sentito parlare? Se cercate un pellegrinaggio meno affollato, questo è il percorso perfetto per voi. Inoltre, se siete fan di Cervantes, sappiate che il cammino attraversa anche la campagna di Don Chisciotte.

Il Camino de Levante da Valencia a Santiago

Nonostante ci sia una grande distanza tra Santiago de Compostela e la città di Valencia, punto di partenza del Camino de Levante, la Capitale del Turia ha preservato nel tempo il suo passato giacobino, esistente fin dal Medioevo. Valencia, infatti, ricoprendo l’importante ruolo di porto levantino, era considerata il luogo di sbarco ideale per i pellegrini provenienti da altre regioni d’Europa che desideravano iniziare qui il loro viaggio spirituale per incontrare a Santiago le spoglie dell’apostolo.

Questo movimento migratorio beneficiò del fatto che diversi ospedali per pellegrini furono istituiti in città nel XIV secolo, utilizzati anche da coloro che si imbarcavano sulla costa per Roma o Gerusalemme. Se deciderete di percorrere questo cammino, vi consigliamo di consultare il sito dell’Asociación “Amigos del Camino de Santiago” de la Comunidad Valenciana dove troverete tutte le informazioni utili e le tappe per organizzare al meglio la vostra esperienza.

Perché scegliere il Camino de Levante

A differenza di altri cammini più famosi, come il citato Cammino di Santiago, quello de Levante offre un’esperienza più intima e meno affollata. Un’avventura carica di fascino che ti permetterà di godere della tranquillità della natura, del silenzio dei sentieri e dell’ospitalità genuina degli abitanti dei paesi che incontrerai lungo il percorso. Più di ogni altro, questo è il cammino perfetto per staccare la spina dalla vita quotidiana, per riflettere e per entrare in contatto con se stessi e con i paesaggi che ci circondano.

La bellezza di questo cammino, oltre che nella calma, è racchiusa anche negli scenari che attraverserete. Dalle spiagge dorate di Valencia alle foreste lussureggianti della Castilla y León, ogni tappa vi sorprenderà con un nuovo scenario. Camminerete anche alla scoperta di luoghi meno noti, come Chinchilla de Monte-Aragón, Albacete e Zamora, città ricche di storia e tradizioni, e proverete le specialità tipiche di questi territori, dai piatti di pesce fresco della costa ai prodotti genuini dell’entroterra.

Categorie
America Centrale Cuba Idee di Viaggio snorkeling spiagge vacanze avventura Viaggi viaggiare

Cosa vedere alla Baia dei Porci di Cuba

Stai pianificando un viaggio a Cuba? Tra i luoghi che non puoi perdere c’è la baia dei Porci, protagonista del tentativo di invasione da parte degli States nel ’61 per ribaltare il governo comunista di Castro è oggi un simbolo di resilienza ma è soprattutto apprezzata da snorkeler e subacquei per le incantevoli spiagge da sogno. Cosa vedere alla baia dei Porci di Cuba? Scopriamolo insieme.

Perché si chiama baia dei Porci?

Prima di immergerci a comprendere pienamente su cosa vedere e cosa fare partiamo dal nome. Contrariamente a quanto potrai pensare, non si fa riferimento agli animali da fattoria ma ad una specie di pesce conosciuto scientificamente come sufflamen verres ma che i local chiamano cochinos, un sinonimo di “maiale” in lingua spagnola. Popolando riccamente i fondali, non è difficile comprenderne il motivo del nome.

Storia della Baia dei Porci di Cuba

Oggi è un luogo cult per chi sceglie di visitare Cuba ma in passato è stato un simbolo di controverse operazioni militare, la più famosa proprio durante la Guerra Fredda. L’evento centrale che ha interessato la zona è l’invasione del 1961, miseramente fallita: gli Stati Uniti avevano l’obiettivo di rovesciare l’allora governo comunista di Fidel castro ma non ci sono riusciti.

L’operazione che ha interessato la spiaggia nel ’61 è partita più indietro nel tempo e precisamente nel 1959 in occasione della rivoluzione cubana che ha visto l’ascesa di Fidel Castro dopo la caduta del dittatore Fulgencio Batista. Cuba con i suoi moti rivoluzionari ha preoccupato profondamente gli USA che vedevano l’espansione comunista come un’autentica minaccia alla sicurezza. Nel 1960, l’allora amministrazione Eisenhower ha deciso di organizzare e pianificare un’azione per destabilizzare il regime. Si deve però al presidente John F. Kennedy il via libera definitivo dell’operazione che si è svolta nel 1961.

Il piano aveva come scopo l’addestramento di alcuni esuli cubani anti-castristi, con il supporto della CIA e il sostegno della popolazione locale. L’operazione, passata alla storia con il nome di Brigata 2506, comprendevano circa 1.400 uomini. Tutto è stato però segnato da errori strategici e tattici importanti che hanno portato al fallimento: basti pensare che le forze di Castro erano già state informate e quindi hanno mobilitato rapidamente truppe e aviazione.

In poche ore, le forze d’invasione furono circondate e costrette alla resa. Il 19 aprile, dopo 72 ore di combattimenti, l’invasione era già fallita. La maggior parte dei membri della brigata fu catturata e successivamente scambiata con prigionieri cubani e aiuti umanitari. Dal punto di vista internazionale, le conseguenze sugli States furono disastrose rafforzando persino il legame tra Cuba e l’Unione Sovietica.

Il museo a playa Girón

Se non vuoi limitarti ad una vacanza di mare ma vuoi comprendere a pieno le radici e la storia di Cuba inserisci nel tuo itinerario una visita del museo a playa Girón. L’esposizione è dedicata all’invasione fallita del 1961, quando esuli cubani, sostenuti dagli Stati Uniti, tentarono di rovesciare il governo di Fidel Castro. All’interno potrai esplorare la collezione di fotografie, documenti storici, armi e oggetti personali dei combattenti, che raccontano in dettaglio la cronaca di quei giorni drammatici. Avrai modo di approfondire attraverso una prospettiva unica sulla resistenza del popolo cubano e sulle dinamiche geopolitiche che hanno interessato gli anni della Guerra Fredda. È un luogo che non solo educa, ma ispira riflessioni profonde sulla lotta per l’indipendenza e sulla determinazione di un popolo a difendere la propria sovranità.

Il museo alla Baia dei Porci a Cuba

Fonte: iStock

Il museo che racconta la storia della Baia dei Porci

Le spiagge più belle della baia dei porci

Cuba è una meta amatissima per i suoi colori, la vita vivace e il suo panorama storico e culturale ma è anche una bellissima destinazione per gli amanti dello snorkeling e delle immersioni o semplicemente per chi cerca un luogo incantevole in cui godersi il mare.

La Baia dei Porci, nella costa sud di Cuba, si distingue per splendide spiagge tutte da scoprire. Partiamo da playa Girón considerata persino dai local come la più suggestiva. Nota alla storia per l’invasione fallita degli USA, oggi rappresenta pienamente un simbolo di resistenza e orgoglio nazionale. Le acque sono limpidissime e quindi particolarmente indicate per lo snorkeling: non hai idea di quanto sia suggestivo immergersi e scoprire coralli colorati e tantissimi pesci tropicali. A circa 10 km da qui si trova punta Perdiz, un vero paradiso per gli appassionati di immersioni: circondata dalla barriera corallina e a soli 100 metri della riva, vanta un fondale ricco di vita.

Non lontana puoi raggiungere playa Larga chiamata così proprio perché si estende per diversi chilometri ed è caratterizzata da una lunga distesa di sabbia bianca e fine oltre ad un fondale calmo. Davvero interessante in questa zona è una parete naturale che si innalza per oltre 300 metri di altezza e con una caduta verticale di 30 metri, una formazione apprezzatissima dai subacquei di tutto il mondo che sanno di poterla raggiungere dalla riva senza nemmeno il supporto di una barca.

Leggermente più isolata è caleta Buena, assolutamente pittoresca e perfetta per chi ama lo snorkeling: qui il fulcro è proprio la natura selvaggia ed incontaminata e sono agilmente raggiungibili le grotte di Bellamar che hanno più di 300.000 anni.

Playa larga a Cuba

Fonte: iStock

Playa larga, tra le spiagge più belle della Baia dei Porci a Cuba

Scoprire la Ciénaga de Zapata

La baia dei Porci appartiene alla più ampia riserva naturale della Ciénaga de Zapata, una delle più aree paludose dei Caraibi più ampie. La riserva è un vero e proprio santuario per la fauna e la flora locali, tanto che si contano oltre 900 specie di piante e un’ampia varietà di animali, tra cui uccelli, rettili e mammiferi. Gli appassionati di birdwatching troveranno l’area particolarmente interessante, poiché ospita specie endemiche come il trogone di Cuba e il fenicottero rosa.

Cueva de los Peces

La Cueva de los Peces è un cenote naturale, il più profondo di Cuba, che si trova a pochi chilometri da Playa Girón; si tratta di un luogo incredibilmente suggestivo per chi desidera fare snorkeling o semplicemente nuotare in acque cristalline circondate dalla natura. La sua particolarità è che si tratta di un lago d’acqua dolce collegato al mare, con una profondità di oltre 70 metri, il che lo rende un luogo affascinante per i subacquei.

 

Categorie
Bahamas Idee di Viaggio itinerari culturali Movida musei nassau spiagge Viaggi

Scopri Nassau: le principali attrazioni della capitale delle Bahamas

Spiagge paradisiache di sabbia bianca, mare trasparente e una vivacità tipicamente caraibica fanno di Nassau una destinazione turistica di primo piano nei Caraibi. Ma la capitale delle Bahamas non è soltanto sole e mare. Ricca di storia e cultura, conquista chiunque la visiti con una combinazione unica di avventure storiche, esperienze culturali e bellezze naturali.

Dall’architettura coloniale ai colorati mercati locali dove scovare souvenir autentici, dai numerosi forti e musei che raccontano il passato avventuroso dell’arcipelago, ai bar e locali notturni dove ballare fino all’alba, la principale città sull’isola di New Providence ha qualcosa da offrire a ogni viaggiatore.

Nassau è anche un punto di partenza ideale per esplorare le meraviglie naturali delle Bahamas con escursioni in barca alle isole vicine dove è possibile fare snorkeling tra le barriere coralline, nuotare con i maiali o semplicemente rilassarsi su spiagge deserte. E per chi cerca avventure più adrenaliniche, c’è solo l’imbarazzo della scelta, dai parchi acquatici alle immersioni subacquee.

In questo articolo, esploriamo le principali attrazioni di Nassau, dai luoghi storici alle bellezze naturali, che rendono la città un luogo imperdibile per chiunque visiti le Bahamas.

Government House

L’elegante edificio rosa e bianco in stile georgiano coloniale su Duke Street è la sontuosa residenza ufficiale del Governatore Generale delle Bahamas. Circondato da una tenuta di quattro ettari e preceduto da un’imponente scalinata, vanta una lunga storia che risale al 1737, quando fu costruito per il Governatore Richard Fitzwilliam.

Distrutto da un incendio nel 1929, il complesso fu ricostruito nel 1932 mantenendo lo stile originale, arricchito da dettagli ispirati alle sfarzose mansion del Sud degli Stati Uniti, sebbene il colore rosa pastello e le persiane bianche siano inconfondibilmente bahamiani. Gli interni, invece, conservano l’eleganza della ristrutturazione effettuata dalla Duchessa di Windsor negli anni ‘40. Oltre a essere la residenza ufficiale del Governatore Generale, Government House è anche una popolare attrazione turistica, aperta al pubblico per visite guidate.

Fort Charlotte

Il più grande dei tre forti che si trovano a Nassau, Fort Charlotte sorge a breve distanza da West Bay Street, su una collina che domina l’estremità occidentale del porto, da cui si gode una vista strepitosa che abbraccia la città fino a Paradise Island. Costruito nel 1789 da Lord Dunmore, fu chiamato Fort Charlotte in onore della moglie di Re Giorgio III; successivamente furono aggiunti il bastione centrale, Fort Stanley, e la parte occidentale, Fort D’Arcy.

Aperto al pubblico, si possono visitare i bastioni, le prigioni e i tunnel sotterranei, e per chi volesse approfondire la storia militare delle Bahamas, ci sono tour guidati che raccontano le numerose vicende belliche che hanno visto il forte protagonista.

Paradise Island

Collegata a Nassau da due ponti, Paradise Island è una delle destinazioni più popolari delle Bahamas. Su questo isolotto paradisiaco sorge l’Atlantis Resort, un grandioso complesso turistico che oltre a lussuose sistemazioni di vario tipo, che spaziano dalle iconiche torri del Royal all’elegante The Cove Atlantis, include varie attrazioni per tutta la famiglia.

La più famosa è l’Aquaventure, un enorme parco acquatico con scivoli mozzafiato, cascate artificiali, piscine e un acquario a tema che ricrea le rovine della città perduta di Atlantide, dove si possono ammirare squali, mante e altre creature marine. Ci sono poi un campo da golf a 18 buche, il più grande casinò dei Caraibi, oltre a decine di bar, ristoranti, lounge e nightclub. Oltre al relax sulle spiagge da sogno che circondano l’isola, Paradise Island offre la possibilità di praticare svariate attività acquatiche, tra snorkeling, immersioni subacquee e pesca d’altura.

Pirates of Nassau Museum

Il Pirates of Nassau Museum (Museo dei Pirati di Nassau) è una tappa obbligata per chiunque voglia fare un tuffo nella storia avventurosa delle Bahamas. Situato in pieno centro, è un’esperienza coinvolgente e divertente per tutte le età. Attraverso la ricostruzione della nave pirata Revenge, reperti storici e mostre interattive, la visita è un’emozionante immersione nell’epoca d’oro della pirateria, dal 1690 al 1720, quando a Nassau c’era la più alta concentrazione di bucanieri del Nuovo Mondo che infestavano le acque turchesi dei Caraibi.

Durante il tour della durata di circa mezz’ora, si scoprono affascinanti storie di personaggi leggendari come Barbanera e si possono ammirare le ricostruzioni degli alloggi in cui vivevano, gli strumenti e le armi che utilizzavano negli assalti e nelle battaglie, ricreate con suggestivi effetti di suoni e luci.

Christ Church Cathedral

Fondata nel 1670, la Christ Church Cathedral (Cattedrale della Chiesa di Cristo) è stata il primo luogo di culto costruito nelle Bahamas e pertanto è considerata la “chiesa madre” di tutte le chiese anglicane dell’arcipelago. L’edificio originale fu distrutto dagli spagnoli nel 1684, e dopo diverse ricostruzioni nel 1861 fu inaugurato l’attuale santuario.

Nello stesso anno, la chiesa parrocchiale divenne cattedrale anglicana episcopale e Nassau fu ufficialmente proclamata città. Restaurato più volte nel corso del XX secolo, lo storico luogo di culto situato in George Street, nel centro di Nassau, oltre che un importante monumento storico, continua a essere un fondamentale punto di riferimento per la comunità locale.

National Art Gallery of the Bahamas

La National Art Gallery of The Bahamas (Galleria Nazionale d’Arte delle Bahamas) è un luogo imperdibile per scoprire i più celebri artisti caraibici e i nuovi talenti emergenti. La galleria offre uno spaccato della creatività e dell’identità culturale delle Bahamas, attraverso una notevole collezione di opere, che spaziano dalla pittura alla scultura, dalla fotografia all’arte contemporanea.

Ospitata nella storica Villa Doyle nel centro di Nassau, è articolata in quattro spazi distinti che attraverso la conservazione, l’esposizione e l’interpretazione dell’arte bahamiana storica e contemporanea, educano, ispirano ed emozionano i visitatori. Oltre ad ammirare le opere esposte che illustrano il passato e il presente dell’arcipelago, i visitatori possono partecipare a workshop, attività creative e programmi per bambini che rendono la galleria una destinazione ideale per tutta la famiglia.

Government House, Nassau

Fonte: iStock

Government House, Nassau, Bahamas

Straw Market

Nel cuore di Bay Street, tra boutique di lusso e negozietti, il famoso Straw Market (mercato della paglia) di Nassau offre il meglio dell’artigianato bahamiano. Dai caratteristici cappelli di paglia alle borse colorate, dalle bambole naive alle sculture in legno, ogni oggetto è un pezzo unico realizzato a mano dagli abilissimi artigiani locali che tramandano l’antica tradizione della lavorazione della paglia.

Un’attività che risale agli anni Quaranta, quando la tessitura della paglia era un’abilità essenziale per la sopravvivenza degli abitanti delle Bahamas, che utilizzavano i cesti intrecciati per la raccolta di frutti e la pesca. Nonostante mercatini simili siano disseminati in tutta l’isola, l’originale Straw Market con la sua atmosfera elettrizzante continua a essere un’imperdibile attrazione di Nassau.

Queen’s Staircase

Conosciuta anche come “The 66 Steps” (I 66 gradini), la Queen’s Staircase (Scala della Regina) è un’imponente scalinata scolpita nella roccia dagli schiavi alla fine del XVIII secolo per collegare la città al Fort Fincastle. Per questo rappresenta un luogo storico imperdibile, potente simbolo della forza e della resilienza del popolo bahamiano.

Il nome è un omaggio alla Regina Vittoria, salita al trono nel 1837, sotto il cui regno i britannici costruirono una serie di fortificazioni, tra cui Fort Fincastle, Fort Montagu e Fort Charlotte, per difendere l’isola dagli attacchi dei pirati che imperversavano nell’arcipelago. Circondata da un lussureggiante giardino tropicale, per il suo grande valore storico è una delle attrazioni più visitate di Nassau.

Spiagge di Nassau

Non si può dire di essere stati a Nassau senza aver trascorso qualche ora di relax sulle spiagge paradisiache che circondano la città. La favolosa Cable Beach, un nastro di sabbia bianca bagnato da acque cristalline su cui si affacciano resort di lusso, casinò e ristoranti, è la più celebre e frequentata, soprattutto da chi ama gli sport acquatici. Un’altra spiaggia molto conosciuta è Love Beach, più tranquilla e appartata, ideale per lo snorkeling grazie alla vicinanza alla barriera corallina. Mentre Junkanoo Beach, situata vicino al centro, è una vivace spiaggia pubblica, molto popolare tra i locali e i turisti, che vengono per rilassarsi, nuotare e godersi l’atmosfera festosa.

Nassau Botanical Gardens

Una vera oasi di verde e tranquillità, meta perfetta per una rilassante passeggiata, il Giardino Botanico di Nassau ospita una vasta collezione di piante tropicali ed essenze esotiche. Ricavato nel luogo della vecchia cava da cui furono estratte le pietre utilizzate per la costruzione di Fort Charlotte, è stato inaugurato il giorno della proclamazione dell’indipendenza delle Bahamas, il 10 luglio 1973. Si estende su una superficie di circa 18 acri, dove trovano dimora oltre 600 specie di flora tropicale, tra cui la bignonia gialla, il fiore nazionale delle Bahamas.

Ardastra Gardens & Wildlife Conservation Centre

Originariamente creati come riserva naturale dall’orticoltore giamaicano Hedley Edwards negli anni ’50, i Giardini Ardastra sono diventati nel tempo un vero e proprio centro di conservazione della fauna selvatica che ospita un piccolo zoo di circa 200 animali, tra mammiferi, uccelli e rettili che hanno trovato il loro habitat in questo meraviglioso giardino tropicale.

Situato a breve distanza dal giardino botanico, durante la visita sono possibili incontri ravvicinati con pavoni, pappagalli, serpenti e tanti altri animali. Anche se il centro è famoso soprattutto per la sua colonia di fenicotteri rosa, l’uccello nazionale delle Bahamas, che come vere star si esibiscono ogni giorno nell’elegante “marcia dei fenicotter” sfilando a suon di musica, perfettamente sincronizzati, lungo i vialetti del parco.

Categorie
Ankara Cappadocia Idee di Viaggio itinerari culturali patrimonio dell'umanità Viaggi

Ankara, Cappadocia, Konya: il tour nel cuore dell’Anatolia Centrale

Per conoscere davvero a fondo la Turchia, bisogna addentrarsi nel cuore dell’Anatolia Centrale, tempestata di gioielli di una bellezza unica. L’itinerario perfetto per non perdersi nessuna delle meraviglie custodite parte dalla città di Ankara, attraversando la Cappadocia per poi giungere a Konya, percorrendo luoghi plasmati da una storia millenaria, ricchi di siti dichiarati patrimonio dell’umanità, rarità architettoniche e paesaggi straordinari.

Scopriamo insieme quali sono le attrazioni imperdibili in questo avvincente e affascinante tour attraverso la regione dell’Anatolia Centrale.

Ankara, dalla doppia anima antica e moderna

Cosmopolita capitale della Turchia, Ankara è una città vivace che deve il suo fascino al felice connubio tra vecchio e nuovo. Il suo centro storico è abbarbicato su una collina rocciosa che si erge a 176 metri sopra l’altopiano anatolico, sulla riva sinistra dell’omonimo fiume.

Famosa per le capre d’Angora dal lungo pelo, dalle quali si ricava la pregiata lana mohair, così come per le sue prestigiose università, Ankara è un prezioso amalgama di edifici contemporanei e antiche moschee di cui si vedono svettare gli alti minareti e le larghe cupole.

Tanti i monumenti straordinari e imperdibili, come lo splendido Museo delle Civiltà Anatoliche, situato nello storico quartiere Atpazarı, e l’Anıtkabir, mausoleo (oltre che museo) di Mustafa Kemal Atatürk, fondatore e primo presidente della Turchia moderna.

Ankara AnıtKabir

Fonte: iStock

Il mausoleo di Anıtkabir ad Ankara

Cappadocia, sorvolando in mongolfiera i camini delle fate

Il nostro tour alla scoperta dell’Anatolia Centrale prosegue per la Cappadocia, una regione turca dal fascino spettacolare. Qui gli occhi spaziano increduli tra i celebri “camini delle fate”, bizzarre piramidi di origine vulcaniche, fatte di tufo, limo o roccia, in cui si rifugiarono antiche popolazioni eremite.

Una zona quasi fiabesca, che sembra uscita dal pennello di qualche artista bislacco, con quel suo paesaggio a dir poco irreale, puntellato di spettacolari canyon, torri, pinnacoli e villaggi rupestri dalle mille tonalità, che vanno dal rosso all’oro, dal verde al grigio.

Imperdibile un tour in mongolfiera nei cieli della Cappadocia, sorvolando la splendida valle di Göreme vero e proprio museo a cielo aperto, consacrato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, o le valli di Zelve e di Soğanlı, dove si nascondono le abitazioni sotterranee di antichi popoli costretti in passato a fuggire ai saccheggi.

Ankara Cappadocia Konya tour Anatolia Centrale

Fonte: iStock

In mongolfiera sui camini delle fate in Cappadocia

Konya, la città dei dervisci rotanti

L’itinerario (percorso, in parte, anche dai concorrenti dell’edizione 2022 di “Pechino Express”) ci porta in un altro dei paesaggi unici al mondo in cui ci si imbatte nell’Anatolia Centrale, quello della regione dei laghi a ovest di Konya, ancora sconosciuta al turismo di massa, rispetto alla più famosa Cappadocia. Prima però, vale la pena visitare questa città dal fascino mistico, che rappresenta il più importante centro dell’arte medievale turca e ospita palazzi ed edifici religiosi dalle interessanti particolarità architettoniche e decorative.

Tra le sue attrazioni più imperdibili c’è lo splendido Mausoleo di Mevlana, luogo in cui sono conservate le spoglie di Gialal al-Din Rumi, capo dell’ordine dei dervisci rotanti. Da Konya potete quindi raggiungere il Lago di Eğirdir, nei pressi della città di Isparta, via di accesso al sentiero di San Paolo che si snoda su un percorso spettacolare di oltre 500 km, tra la costa mediterranea e l’Anatolia Centrale, incrociando fiumi di montagna e passi scoscesi a 3000 metri di altezza, tra rocce calcaree, gole e alture incastonate tra verdeggianti foreste di pini e cedri.

Konya Mevlana

Fonte: iStock

Il Mausoleo di Mevlana a Konya

Cosa mangiare nell’Anatolia Centrale

Quando pensate alla cucina turca probabilmente il primo piatto che vi viene in mente è il kebab… Ma non esiste solo quello!

Nella regione della Cappadocia potreste gustare una varietà di prelibatezze locali. Tra i piatti tipici della zona ci sono il testi kebabı (carne cucinata su una piastra di pietra), il mantı (ravioli turchi), il çöp şiş (spiedini di carne), il kuzu tandır (agnello arrosto lentamente), il sarma (involtini di verdure con riso e carne), il dolma (verdure ripiene), il gözleme (pancake ripieno) e il pilav (riso).

Per i dolci, non perdete il baklava, il künefe (dolce a base di formaggio), e il lokma (piccole palline fritte ricoperte di sciroppo).

Un’altra esperienza da fare assolutamente in Cappadocia è quella di sorseggiare il caldo e confortevole tè turco ammirando il tramonto. Il tè turco è preparato seguendo un rito tradizionale. Le foglie di tè vengono bollite in un Caydanlik, il bollitore turco, e servite in piccoli bicchieri a forma di tulipano, simbolo nazionale. Versato da un’altezza specifica, per ossigenarlo, si gusta bollente e può essere addolcito con zollette di zucchero.

Quando andare in Anatolia Centrale

Se vi state domandando quale sia il periodo migliore per visitare l’Anatolia Centrale, la risposta è che l’ideale è partire per questa regione durante la primavera (aprile-maggio) e l’autunno (settembre-ottobre). Durante questi mesi, infatti, le temperature sono piacevoli e moderate, rendendo ideali le condizioni per esplorare la regione e godersi le sue attrazioni senza il caldo eccessivo dell’estate o il freddo intenso dell’inverno. In primavera, è possibile ammirare i campi fioriti e godere di una natura rigogliosa in Anatolia Centrale, mentre in autunno si può assistere alla splendida trasformazione dei colori autunnali che rende ancora più magica la Cappadocia.

Come raggiungere l’Anatolia Centrale dall’Italia

Per raggiungere l’Anatolia Centrale partendo dall’Italia, si possono considerare diverse opzioni in base alle proprie preferenze e al budget a disposizione. Ecco alcuni modi comuni per viaggiare in Anatolia Centrale con partenza dall’Italia:

  1. Volo diretto: la soluzione più rapida e comoda è prendere un volo diretto per uno degli aeroporti principali vicino all’Anatolia Centrale, come l’Aeroporto di Ankara Esenboğa o l’Aeroporto di Nevşehir-Cappadocia. Si possono cercare voli diretti da aeroporti italiani come l’Aeroporto di Roma-Fiumicino, l’Aeroporto di Milano-Malpensa o l’Aeroporto di Venezia-Marco Polo.
  2. Volo con scalo: se non si trovano dei voli diretti, è sempre possibile considerare un volo con scalo in una città europea o in un aeroporto turco come l’Aeroporto di Istanbul. Da lì, si può poi prendere un volo interno per l’Anatolia Centrale.
  3. Treno e autobus: un’opzione più economica potrebbe essere quella di prendere un treno o un autobus per raggiungere una città come Istanbul e poi continuare il viaggio verso l’Anatolia Centrale con un treno o un autobus locale.
  4. Guidare: se vi piacciono i viaggi on the road, potreste considerare di noleggiare un’auto e guidare verso l’Anatolia Centrale attraverso i Balcani e la Turchia. Tenete sempre presente, tuttavia, che potrebbero essere necessarie diverse tappe e che potreste dover attraversare più frontiere prima di arrivare a destinazione.
Categorie
Bielorussia Europa Idee di Viaggio Minsk Viaggi viaggiare

Quando visitare Minsk: clima e temperature per tutto l’anno

Nella tua bucket list di viaggio c’è Minsk da molto tempo ma ti stai chiedendo quale sia il momento migliore per visitarla? La risposta a questa domanda è semplice: non c’è un momento migliore per scoprire le bellezze che la capitale della Bielorussia ha da offrire poiché ogni stagione ha le sue peculiarità e i suoi validi motivi per farsi visitare. Completamente devastata durante la seconda Guerra Mondiale e in seguito ricostruita e riportata alla ribalta, Minsk è una destinazione dell’Europa Orientale ancora fuori dalle principali rotte turistiche ma che ha davvero tanto da offrire a chi sceglie di darle un’occasione. Primavera, estate, autunno o inverno; scegliere quando visitarla dipende molto dalle tue attitudini e dalle tue preferenze. Scopriamo quindi insieme cosa offre la capitale bielorussa stagione dopo stagione.

Clima a Minsk: una panoramica completa

Minsk è caratterizzata da un clima continentale umido con estati tra il mite e il caldo e con inverni freddi. Lo scorrere delle stagioni è ancora ben definito e si percepisce dall’ampio spettro di variazioni di temperatura e fenomeni atmosferici che si susseguono di mese in mese. In inverno il termometro può scendere di molto sotto lo zero mentre in estate la temperatura si mantiene piacevole anche nei mesi più caldi dell’anno. Tendenzialmente, le precipitazioni si concentrano in primavera e in autunno con frequenti piogge di intensità moderata; in inverno, invece, le nevicate sono copiose e abbondanti. Durante l’anno, la temperatura media varia da circa -4°C a gennaio a circa 18°C a luglio. Per decidere quando partire è utile sapere come si presenta la capitale bielorussa nelle varie stagioni, per scoprire le caratteristiche climatiche ma anche gli eventi e le ricorrenze che potrai incontrare nel tuo viaggio.

Minsk in primavera: tra parchi e natura

Se la tua stagione preferita è la primavera e ami osservare la natura circostante che si lascia alle spalle l’inverno indossando un nuovo vestito verde e rigoglioso o se ami passare il tuo tempo libero al parco, godendoti le giornate che si allungano stando all’aperto, allora questa è la stagione giusta per visitare la capitale bielorussa. Nello specifico, il clima e le temperature a Minsk sono così distribuite:

  • Marzo: -4°C, – 3°C
  • Aprile: 2°C, -11°C
  • Maggio: 8°C, -18°C

Nella ricostruzione di Minsk, a seguito dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, è stato dato ampio spazio a parchi e aree verdi e non c’è modo migliore di godersi il risveglio della natura passeggiando in uno di essi. Tuttavia, è da tenere a mente che marzo è un mese ancora molto freddo, la primavera arriva verso metà aprile con temperature medie che variano tra i 10 e 18°C. Questo è il momento migliore per visitare il Giardino Botanico Centrale e il Parco Gorky, una delle attrazioni principali della città la cui apertura risale al 1800. Oltre al risveglio della natura, la primavera vede anche un risveglio delle attività culturali in città. L’8 marzo in tutta la Bielorussia si festeggia la Giornata Internazionale della Donna, con feste, spettacoli ed eventi dedicati alle donne. Il 9 maggio si celebra la Festa della Giornata della Vittoria, un evento che commemora la vittoria dell’Unione Sovietica durante il conflitto mondiale e che si anima con parate militari, spettacoli pirotecnici ed eventi nelle piazze. Prima di partire per il tuo viaggio a Minsk ti consigliamo di visitare il sito dell’ente turistico per scoprire tutti gli eventi che si terranno nel periodo della tua permanenza.

Minsk in estate: feste e attività outdoor

Minsk è la meta estiva ideale per tutti quelli che non sopportano il caldo torrido che sta caratterizzando le estati della nostra penisola e per chi ama visitare le città accarezzato da una temperatura che non va mai oltre i 25°C, se non in casi eccezionali. Più precisamente, le temperature medie a Minsk sono, mese per mese:

  • Giugno: 12°C, 22°C
  • Luglio: 14°C, 24°C
  • Agosto: 13°C, 23°C

Le giornate più lunghe e soleggiate rappresentano la condizione perfetta per godere appieno dell’ampia gamma di cose da fare a Minsk, tra attività outdoor ed eventi culturali. La vivacità e il brio del periodo estivo sono percepibili attraverso la moltitudine di eventi musicali, sportivi, mercati en-plein-air e mostre all’aperto. Gli amanti delle attività outdoor possono trascorrere ore immersi nella natura scoprendo le bellezze naturali nei dintorni della capitale bielorussa come, ad esempio, il Lago Komsomolskoye, un meraviglioso specchio d’acqua da esplorare in sella a una bicicletta o, semplicemente, a piedi. I festival musicali che portano tra le strade della città la gioia della musica dal vivo sono numerosissimi ma possono variare di anno in anno, quindi, come sempre, consigliamo di visitare il sito dell’ente turistico di Minsk per restare sempre aggiornati. Per gli amanti del folclore, la notte tra il 6 e il 7 luglio si celebra Kupalle, una delle feste più antiche della tradizione bielorussa che celebra il solstizio d’estate. Durante questa notte, a Minsk, si svolgono balli, canti e rituali folcloristici antichi. Un festival simbolico e intriso di fascino che ti permetterà di scendere nelle profondità della cultura bielorussa e scoprirne i più antichi segreti.

Minsk in autunno: foliage, musei e cinema

L’autunno a Minsk arriva abbastanza velocemente salutando le temperature miti dell’estate e sostituendole con un calo sostanzioso del termometro. Il clima e le temperature a Minsk sono caratterizzate da queste variazioni medie:

  • Settembre: 9°C, 17°C
  • Ottobre: 4°C, 10°C
  • Novembre: 0°C, 3°C

Nonostante il drastico calo delle temperature, passeggiare per Minsk in autunno regala splendide esperienze. Camminare per i parchi della capitale o per i viali alberati che riempiono il centro città offre la possibilità di gustarsi l’esplosione di colori che questa stagione porta sulle fronde degli alberi. Inoltre, con i primi freddi, una visita a un museo può essere un’ottima idea per scoprire qualcosa di più di questa splendida città. Imperdibile il Museo Nazionale di Belle Arti – è il più grande museo della Bielorussia. Anche in autunno la città offre diversi eventi culturali che spaziano dalla musica al folclore, passando per l’enogastronomia e il cinema. Proprio quest’ultimo è il protagonista del Minsk International Film Festival, un evento culturale che attira professionisti del settore e appassionati di cinema da tutto il mondo.

Minsk in inverno: la magia del Natale arriva in città

Minsk innevata in pieno inverno

Fonte: iStock

La magia di Minsk in una suggestiva sera d’inverno

L’inverno a Minsk può essere complicato: lungo, molto freddo e a tratti buio, non è sicuramente di facile gestione. Tuttavia, è un vero paradiso per gli amanti degli sport invernali e per chi si scioglie davanti alle atmosfere natalizie. A livello di temperature a Minsk, i valori medi da dicembre a febbraio sono:

  • Dicembre: -5°C, -1°C
  • Gennaio: -8°C, -3°C
  • Febbraio: -8°C, -2°C

Le abbondanti nevicate creano un panorama invernale mozzafiato, tingendo i tetti e le strade di bianco e dando vita a un’atmosfera magica amplificata dalle luci e dalle decorazioni natalizie. Passeggiare per i tanti mercatini distribuiti nei punti più famosi della città alla ricerca di decorazioni per la propria casa – o di deliziosi regali per amici e parenti – accompagnati da musiche natalizie e dal profumo avvolgente di zenzero e cannella che si propaga nell’aria, è una vera e propria esperienza da provare. Se, invece, sei alla ricerca di un luogo dove poter dare sfogo alla tua passione per gli sport invernali allora Minsk fa per te. Dagli impianti di pattinaggio su ghiaccio alle stazioni sciistiche nei dintorni della capitale Bielorussa come Silichy e Logoysk, ce n’è per tutti i gusti. Non ti resta che attrezzarti di sci, snowboard o slittino e darti al divertimento; sia che tu stia viaggiando da solo, sia che tu sia in compagnia della tua famiglia o di amici. Nonostante le temperature rigide, gli eventi culturali non si fermano, punteggiando il calendario di appuntamenti da tenere a mente. Non si può non citare il Capodanno il quale, in tutta la città, viene celebrato con feste, eventi e concerti. Minsk è davvero un’ottima idea se vuoi passare un ultimo dell’anno alternativo.

Il clima a Minsk: qual è il periodo migliore?

Come dicevamo all’inizio, non c’è un periodo migliore di un altro per visitare la splendida capitale bielorussa. Tutto dipende da cosa ti piace fare e da quali sono le tue aspettative di viaggio poiché ogni singola stagione offre un’esperienza unica e diversa dalle altre. La primavera e l’autunno sono le stagioni perfette per chi ama passeggiare per la città e immergersi nella vita e nella quotidianità dei suoi abitanti. L’estate è l’ideale per chi ama le attività all’aperto e non rinuncia mai a prendere parte a qualche evento culturale, mentre l’inverno è il periodo dell’anno preferito da chi è alla costante ricerca di atmosfere di festa e per chi ama l’incanto dei paesaggi innevati. In generale, quando dovrai scegliere il momento migliore per visitare Minsk, dovrai tenere a mente le tue preferenze e le condizioni atmosferiche che caratterizzano i vari mesi dell’anno. Solo così potrai godere di un’esperienza unica e su misura per te. In sintesi, ecco una panoramica completa del clima a Minsk da tenere a mente prima di organizzare il tuo viaggio.

  • Primavera: fresca e gradualmente più mite, le sue temperature variano tra i -4°C e i 18°C e sono presenti precipitazioni moderate. Marzo è piuttosto freddo ma da aprile in poi le giornate si allungano e il clima diventa più piacevole.
  • Estate: mite e soleggiata con temperature che variano tra i 12°C e i 24°C. Le giornate sono calde, ma mai afose grazie agli occasionali temporali che rinfrescano le temperature.
  • Autunno: inizialmente mite ma progressivamente più freddo, con temperature che oscillano tra i 9°C e i -5°C. Settembre regala giornate tiepide ma da ottobre il clima diventa più rigido con piogge e nevicate già a novembre.
  • Inverno: freddo e nevoso, presenta temperature che spesso scendono sotto lo zero. Le giornate sono corte, le nevicate frequenti e abbondanti.
Categorie
Bielorussia Europa Idee di Viaggio Minsk Viaggi

L’Isola delle Lacrime: il luogo storico più toccante di Minsk

Ci sono luoghi che raccontano il loro essere storicamente importanti e toccanti fin dal loro nome. L’Isola delle Lacrime è, di certo, parte di questo gruppo. Di cosa si tratta?  In primis, va detto che non va confusa con Ellis Island, a New York, chiamata anch’essa Isola delle Lacrime per il suo intenso ruolo storico in fatto di immigrazione.

L’Isola delle Lacrime, che troverai in Bielorussia, è chiamata anche Isola del Coraggio e del Dolore: essa costituisce un parco storico e commemorativo sul fiume che attraversa la città di Minsk, la capitale del paese. Il suo intento è quello di ricordare i soldati caduti durante la guerra che tra l’allora Unione Sovietica (di cui la Bielorussia era parte integrante) e l’Afghanistan. Può un parco raccontare tanto della storia del carattere di una nazione? Certamente.

La storia dell’Isola delle Lacrime

Mettere l’Isola delle Lacrime nella propria lista delle cose da vedere a Minsk è qualcosa di fondamentali, proprio come altri luoghi celebri come il Gorky Park, per esempio. . Questa piccola porzione di terreno costituisce un’isola artificiale, creata sul fiume Svislač e collegata al resto della città da un ponte. Tra la fine degli Anni ’70 e la fine degli Anni ’80, l’Unione Sovietica fu pesantemente coinvolta in un conflitto con l’Afghanistan. Il conflitto si sviluppò lungo quello che, al tempo, era il confine tra le due realtà politiche.

Furono molti i soldati sovietici caduti durante quel conflitto e molti battaglioni erano bielorussi. Alla fine della guerra, nel 1989, venne messo in piedi il progetto di un memoriale che ricordasse il valore di quei soldati. L’Isola delle Lacrime venne ufficialmente inaugurata nel 1996, cinque anni dopo che la Bielorussia venne riconosciuta come nazione indipendente. Il fatto che il progetto si sia concluso dopo il Crollo del Muro di Berlino ha portato l’inserimento di alcuni elementi religiosi forti in questo contesto commemorativo.

L’Isola delle Lacrime e il ruolo dell’acqua

Perché realizzare addirittura un’isola artificiale per ospitare un memoriale bellico? La scelta è stata sicuramente di natura urbanistica ma c’è anche un motivo simbolico, legato al simbolismo tipico della cultura religiosa ortodossa. L’acqua del fiume che attraversa Minsk abbraccia, letteralmente, l’Isola delle Lacrime. L’acqua pulisce, l’acqua scorre. L’acqua è l’elemento che dona speranza quando si viene battezzati. Questi sono i tre principi alla base del posizionamento in quel dato posto lungo il fiume dell’Isola delle Lacrime. Questo parco commemorativo è un luogo dove il dolore può essere anche portato via dall’acqua.

Le statue dell'Isola delle Lacrime a Minsk

Fonte: iStock

Dettaglio delle statue dell’Isola delle Lacrime a Minsk

La Madre e l’Angelo: due simboli di dolore e forza

Il parco dell’Isola delle Lacrime, come molti altri memoriali di stampo sovietico fuori dalla Russia, accoglie i visitatori con una statua che rappresenta una madre. È tipico, infatti, dello stile commemorativo di quella parte del mondo ricordare i caduti e anche la figura delle loro madri, solitamente piegate dal dolore ma fiere nel riconoscere il sacrificio dei propri figli.

Simbolicamente, la statua della Madre rappresenta anche la Madrepatria che piange i propri cittadini caduti in battaglia. La particolarità dell’Isola delle Lacrime è che è stato scelto di rappresentare un gruppo di madri e non una singola figura.

Oltre a questo, all’ingresso del parco si viene accolti dalla statua di un angelo piangente. Le fattezze di questo angelo sono molto particolari perché ricorda molto più un bimbo che una stoica figura capace anche di consolare.

La cappella del Memoriale dell’Isola delle Lacrime

Il punto focale dell’isola è la cappella memoriale, un’imponente struttura in pietra che domina questo luogo costruito dall’uomo lungo il fiume. La cappella è realizzata in uno stile architettonico che ricorda una piccola chiesa ortodossa, ma molto più squadrata. Ci sono quattro arcate che si aprono su tutti i lati, simboleggiando l’accessibilità universale del ricordo e del dolore. Al centro della cappella, c’è un piccolo altare con un’icona che rappresenta la Vergine Maria in lutto, un simbolo delle madri che hanno perso i loro figli in guerra. Le icone, nella cultura ortodossa, sono l’espressione visiva di una preghiera e sono un elemento religioso particolarmente importante per i credenti.

La cappella è decorata anche con sculture di soldati, raffigurati in abiti militari sovietici, con espressioni di sofferenza e rassegnazione. Queste statue, realizzate con grande realismo, come è solito fare nello stile tipico dell’Europa dell’Est, ed evocano la tragedia del conflitto afghano e l‘inutile perdita di vite umane. Sotto ogni statua, i nomi dei soldati caduti sono incisi nella pietra, un tributo perpetuo alla loro memoria.

La cappella dell'Isola delle Lacrime a Minsk

Fonte: iStock

Isola delle Lacrime: la cappella del Memoriale

Le tradizioni particolari legate all’Isola delle Lacrime

Un luogo così storicamente potente come l’Isola delle Lacrime è diventato il “raccoglitore” di alcune consuetudini bielorusse, consolidatesi così tanto da diventare tradizioni. Quando una coppia di Minsk si unisce in matrimonio, per esempio, è diventato di uso comune che gli sposi si rechino in questo parco commemorativo dopo la cerimonia per donare il bouquet della sposa in segno di rispetto. Questo avviene anche se le famiglie degli sposi non hanno avuto coinvolgimento alcuno del conflitto russo-afgano.

Consigli per la visita all’Isola delle Lacrime di Minks

Se il tuo viaggio in Bielorussia ti porterà a restare un po’ nella capitale, visita l’Isola delle Lacrime e tieni presente alcune cose. Ovviamente non c’è biglietto d’ingresso per entrare in questo parco commemorativo e ti consigliamo di visitarlo durante le ore di luce, per poter ammirare tutti i dettagli delle statue e poter godere anche della bellezza della natura del parco.

L’Isola delle Lacrime si trova nell’area centrale di Minsk. La capitale della Bielorussia è una città grande e bene organizzata e non mancherai di trovare il giusto mezzo pubblico che ti porti a ridosso del ponte pedonale che ti condurrà, poi, sull’isola. La zona in cui si trova è chiamata Sobborgo Trinità e il parco è molto vicino al Teatro Nazionale dell’Opera e del Balletto della città.

Ricorda che, benché all’aperto, questo posto è considerato anche un luogo di culto. È bene restare in silenzio e rispettare il significato di quest’area Nei pressi della cappella dell’Isola delle Lacrime è buona usanza essere vestiti adeguatamente, come se si entrasse in chiesa. Nella cultura ortodossa, solo chi ha preso i voti può salire sull’altare: tienilo presente, soprattutto se la tua visita a questo luogo storico così toccante si svolgerà mentre qualche abitante di Minsk è lì con te.

Categorie
Idee di Viaggio litorali mare Sardegna vacanza natura Viaggi

Tutto quello che c’è da sapere su Cala Liberotto

Alla ricerca di una spiaggia incantevole? Cala Liberotto in Sardegna è la scelta giusta! Una località che sembra uscita da una cartolina, con mare smeraldo e sabbia dorata, un contrasto perfetto. Si trova a nord dell’isola, nel Golfo di Orosei, ed è l’ideale per chi è alla ricerca di un luogo dove rilassarsi a stretto contatto con la natura.

Come arrivare a Cala Liberotto?

La spiaggia di Cala Liberotto si trova a circa 14 chilometri a sud della città di Orosei. Si può raggiungere questa spiaggia in auto, essendo ben collegata alle principali località della Sardegna, e rappresenta una destinazione facilmente accessibile anche per chi viaggia con bambini o persone con mobilità ridotta, grazie anche alla presenza di un parcheggio nelle vicinanze.

Paradiso per gli amanti della natura

Questa spiaggia è formata da un insieme di piccole baie, con acqua cristallina, circondate da rocce di granito chiara e sabbia dorata: un angolo di paradiso vero e proprio, particolarmente amato anche per la presenza di fondali bassi.
Una delle caratteristiche più affascinanti di Cala Liberotto è la presenza di tre grandi scogli che affiorano a poca distanza dalla riva, raggiungibile facilmente a nuoto, e che donano un tocco quasi esotico al panorama. Alle spalle della spiaggia si trova anche una piccola pineta, perfetta per chi cerca relax e ombra, soprattutto nelle giornate estive più calde, a due passi dal mare.

Cala Liberotto, inoltre, non è solo una destinazione balneare, ma anche un piccolo paradiso per i naturalisti. Nelle vicinanze della spiaggia, infatti, è presenti uno stagno circondato da vegetazione tipica del mediterraneo, che crea un ambiente unico e che lo rende ideale per chi vuole passare giornate a stretto contatto con la natura. Soprattutto in autunno e primavera, quando colori e profumi, grazie alla fioritura del mirto e di altre essenze mediterranee, trasformano la visita a Cala Liberotto in un’esperienza “sensoriale”.

Mare cristallino a Cala Liberotto, con scogli quasi color oro in contrasto con azzurro del mare

Fonte: iStock

Splendido mare a Cala Liberotto

I servizi di Cala Liberotto

Nonostante la sua atmosfera tranquilla ed incontaminata, Cala Liberotto è una spiaggia notata di numerosi servizi, utili a garantire una giornata di mare confortevole ai suoi visitatori. È possibile noleggiare ombrelloni e sdraio oltre che usufruire di diversi chioschi e bar nelle vicinanze. Per chi, invece, preferisce pranzare sulla spiaggia, sono anche presenti numerose aree picnic ombreggiate nella pineta, per una pausa di relax

Un aspetto importante di Cala Liberotto, da non sottovalutare, è che si tratta di una spiaggia pet-friendly, che significa che è possibile portare con sé il proprio amico a quattro zampe anche al mare. È un grande vantaggio per chi non vuole separarsi dai propri animali durante le vacanze e come questa spiaggia, sono diverse anche le strutture pet-friendly in Sardegna.

Attività ed escursioni a Cala Liberotto

Per chi decide di trascorrere più giorni nei pressi di questa spiaggia, è bene sapere che questo territorio ha davvero molto da offrire, tra attrazioni naturalistiche e culturali. La Sardegna è una regione famosa in tutto il mondo per le sue bellezze, tra mare ed entroterra. In questa zona a nord, nello specifico, è possibile visitare il famoso Golfo di Orosei e le sue spiagge, tra cui Cala Mariolu, Cala Luna e Cala Goloritzé.

Imperdibile è l’escursione alla grotta del Bue Marino, un complesso di grotte marine accessibile solo via mare, e che un tempo furono rifugio per la foca monaca, accessibile grazie a diverse escursioni organizzate,

Cala Liberotto è una destinazione della Sardegna in grado di incantare per la bellezza dei suoi paesaggi e delle sue spiagge i suoi visitatori. Una località adatta a chi è alla ricerca di relax totale, ma anche attività all’aria aperta.