Categorie
musica Notizie treni Viaggi

Andar per concerti in treno, Trenitalia offre sconti fino all’80%

La stagione dei concerti autunnali è alle porte, e per gli appassionati di musica che desiderano vivere l’emozione dei live, c’è un’importante novità. Trenitalia offre sconti vantaggiosi per raggiungere i luoghi dei principali eventi musicali con un considerevole risparmio sui costi di viaggio. Che si tratti di rock, pop o musica classica, l’opportunità di spostarsi in treno, in modo sicuro e sostenibile, con riduzioni fino all’80% sui biglietti è da non perdere. Vediamo in dettaglio le offerte proposte per alcune delle principali manifestazioni musicali dei prossimi mesi.

MITO SettembreMusica a Torino

Il festival internazionale MITO SettembreMusica si prepara a invadere Torino dal 6 al 20 settembre con la sua diciottesima edizione. Inaugurano l’evento tre concerti gratuiti in piazza San Carlo, programmati per il 6, 7 e 8 settembre. Per chi sceglie di raggiungere la città sabauda con le Frecce, Trenitalia propone una promozione esclusiva 2×1 sui biglietti d’ingresso ai concerti del festival.

Jonas Brothers a Milano

Dopo una lunga attesa, i Jonas Brothers tornano finalmente in Italia, pronti a esibirsi il 24 settembre al Forum di Milano con un concerto che si preannuncia memorabile nell’ambito del loro tour mondiale “Five Albums. One Night”. I fan possono approfittare dell’offerta Speciale Eventi, che consente di raggiungere Milano con le Frecce a tariffe ridotte fino all’80% rispetto al prezzo Base. Basta selezionare l’opzione “Speciale Eventi” durante l’acquisto del biglietto e inserire il codice promozionale “BROTHERS”.

David Gilmour a Roma

Il leggendario chitarrista dei Pink Floyd, David Gilmour, farà ritorno in Italia per presentare il suo nuovo album “Luck and Strange”, in uscita il 6 settembre. L’artista si esibirà in esclusiva europea al Circo Massimo di Roma, con una serie di concerti che si terranno il 27, 28 e 29 settembre, oltre all’1, 2 e 3 ottobre. Per i suoi fan, Trenitalia ha pensato all’offerta FrecciaMUSIC, che consente di raggiungere e tornare dai concerti con Frecciarossa e Frecciargento a prezzi scontati fino all’80%. Il codice promozionale da utilizzare in questo caso è “GILMOUR”.

Robert Plant in 11 città italiane

L’icona del rock Robert Plant tornerà in Italia con il progetto “Saving Grace”, accompagnato da Suzi Dian, Oli Jefferson, Tony Kelsey e Matt Worley. La tournée toccherà 11 città italiane nel mese di ottobre, offrendo un mix di folk britannico, spiritual e blues. Anche in questo caso, grazie all’offerta FrecciaMUSIC, è possibile spostarsi con Frecciarossa e Frecciargento beneficiando di sconti fino all’80%, semplicemente inserendo il codice “PLANT” al momento dell’acquisto del biglietto.

Melanie Martinez a Bologna e Milano

Per i fan della poliedrica Melanie Martinez, l’artista sarà in Italia con il suo Trilogy Tour per due date: il 18 ottobre all’Unipol Arena di Bologna e il 19 ottobre al Forum di Milano, dove suonerà brani dai suoi album Cry Baby, K-12 e Portals. Per assistere ai concerti si potrà sfruttare l’offerta FrecciaMUSIC, con sconti fino all’80% sui biglietti del treno Frecciarossa, inserendo il codice “MARTINEZ” al momento dell’acquisto.

Alex Britti a Milano

Il 18 ottobre al Palazzo dello Sport di Roma si terrà l’ultimo concerto del tour di Alex Britti, che ha toccato numerose città italiane. Per l’occasione, i titolari di CartaFRECCIA o X-GO che si recheranno a Roma in treno potranno usufruire di uno sconto del 20% sui biglietti d’ingresso al concerto, acquistabili su TicketOne o nelle biglietterie.

Nick Cave & The Bad Seeds a Milano

Il 20 ottobre sarà la volta di Nick Cave & The Bad Seeds, che faranno tappa all’Unipol Forum di Milano con il loro The Wild God Tour. La band, conosciuta per le performance dal vivo altamente emozionanti, presenterà il suo nuovo album “Wild God”. Anche per questo evento, l’offerta FrecciaMUSIC consente di ottenere sconti fino all’80% sui biglietti dei treni Frecciarossa e Frecciargento, utilizzando il codice “CAVE”.

Bryan Adams a Bolzano e Milano

Il grande Bryan Adams ritornerà in Italia con il tour So Happy It Hurts, facendo tappa a Bolzano il 6 novembre e a Milano il 9 novembre. Per i suoi concerti, che oltre ai brani dell’ultimo album comprenderanno anche numerose hit degli ultimi 40 anni, Trenitalia offre ancora una volta l’opzione FrecciaMUSIC, con sconti fino all’80% inserendo il codice “ADAMS” durante l’acquisto.

Categorie
Africa Capo Verde Idee di Viaggio itinerari culturali spiagge vacanze Viaggi

Cosa vedere a Sal Rei, città principale di Boa Vista

Se sogni una vacanza in un autentico paradiso nella zona di Capoverde, inserire una visita all’isola di Bao Vista è una scelta che non dovresti sottovalutare e ovviamente proprio qui la tappa principale è Sal Rei: si tratta della città più grande, che offre più attività ed è poi un ottimo punto di partenza per esplorare i dintorni. Chi c’è stato definisce Sal Rei un angolo di paradiso dal sapore autentico: qui le spiagge da sogno si alternano alla cultura local, risultando una destinazione perfetta per chi vuole mixare relax e avventura. Ti piacerebbe visitarla? Scopriamo insieme tutto quello che c’è da vedere a Sal Rei durante la tua vacanza a Capo Verde.

Visitare Sal Rei: cosa non perdere assolutamente

Nell’arcipelago di Capo Verde, Sal Rei risulta una delle mete più ambite: non solo è la città principale di Bao Vista ma ha molto da raccontare a partire dalla colonizzazione portoghese del XIX secolo che ne ha permesso la costruzione. In passato l’isola è stata sfruttata soprattutto per la produzione del sale, non a caso porta il nome di “re del sale”. Dopotutto, per quel periodo storico, era un bene preziosissimo.

La spiagge di Estoril e Cabral

Se desideri goderti un po’ di mare e sport acquatici, il primo punto che dovresti prendere in considerazione è la spiaggia di Estoril. Considerata un paradiso per i surfisti e lo snorkeling, regala davvero tanto grazie al fondale ricco e alle onde che movimentano l’experience. C’è anche chi la sceglie semplicemente per godersi un po’ di relax. Altra spiaggia da sogno è quella di Cabral, caratteristiche simili e tanti servizi mantenendo un fondale davvero interessante per gli amanti dello snorkeling e delle immersioni.

Mercado municipal

Vuoi immergerti nella vita local? Fai un salto al mercato municipale: avrai modo di trovare tutti i prodotti freschi, tra cui la frutta più buona che tu abbia mai mangiato e magari avrai anche la possibilità di fare shopping, scegliendo souvenir artigianali. Tante le bancarelle tra cui passeggiare e sicuramente rimarrai colpito dalle spezie ma anche dai sorrisi calorosi dei venditori, pronti a farti assaggiare specialità del territorio. Un consiglio in più? Fai merenda con le banane della zona: ti stupiranno.

Praça de Santa Isabel

Il centro cittadino coincide prettamente con Praça de Santa Isabel, la piazza principale dai colori pastello e anche dove si trova la Igreja de Santa Isabel, cioè la chiesa simbolo religioso e luogo sociale per eccellenza per i local. Se di giorno è un via vai per la vicinanza con il mercato, la sera è un punto di incontro e non è raro assistere a spettacoli di musica dal vivo lasciando che i ritmi tradizionali capoverdiani ti conquistino. La Chiesa è sicuramente tra gli edifici più antichi: ti basti sapere che è stata costruita nel periodo coloniale portoghese nel XIX secolo e seppur semplice, l’interno ha elementi molto suggestivi che invitano alla riflessione e alla preghiera.

Il Forte Duque de Bragança

Gli appassionati di storia, ma non solo, rimarranno incantati alla vista del forte Duque de Bragança: si trova sull’isolotto di Djeu de Sal Rei non è propriamente in città ma è uno dei simboli local da visitare assolutamente. Un tempo roccaforte difensiva contro i pirati, oggi è una tappa must per i turisti: la raggiungi agevolmente con una breve escursione in barca e da lì potrai avere una vista panoramica sulla città.

Categorie
Idee di Viaggio Montreal Viaggi

Mile End a Montréal: un quartiere originale, colorato e denso di bellezza

Azzardando un paragone con una città come New York, potremmo dire che Mile End sia un po’ il Village di Montréal. Stiamo parlando di un quartiere che si trova nella zona del del Plateau-Mont-Royal, nella parte nord-orientale della città più conosciuta del Québec. Nel corso di anni, Mile End è diventato un punto di riferimento per creativi, artisti e chiunque abbia voglia di iniziare un’attività indipendente e capace di farsi notare per le sue caratteristiche peculiari e originali.

È vero: Mile End può assomigliare, come atmosfera, al Village di New York ma, in fondo, è davvero un luogo unico, come la gente che lo popola e lo frequenta. Visitando Mile End a Montréal potresti comprare un bagel in un luogo e, mezzo metro dopo, trovare la mozzarella più buona del Canada, per poi fare ancora un passo e ascoltare la musica di un artista indie che suona in modo splendido. Tutto questo, magari, in soli cento metri di quartiere.

La storia di Mile End

Montréal è una città che ha storia da vendere e alcune delle sue vie più celebri la fanno sembrare, ancora oggi, un piccolo pezzo di Francia nel Nuovo Mondo. Mile End ha un aspetto decisamente più americano e meno europeo ma non manca di affascinare chiunque lo visiti. Questa zona era, nel XIX Secolo, il luogo che gli immigrati europei di religione ebraica e gli italiani chiamavano maggiormente casa. I nostri connazionali sono ancora molti e non mancherai di incontrare qualcosa che ti ricordi l’Italia durante il tuo viaggio in Canada.

La multietnicità è ancora oggi la caratteristica più evidente di Mile End. Tra la fine degli Anni ’80 e l’inizio degli Anni ’90, questa zona di Montréal iniziò una vera e propria trasformazione creativa che l’ha portata a essere ciò che possiamo ammirare e conoscere ora. Sono fioriti studi di artisti, luoghi dove fare musica, gallerie d’arte e si sono integrati alla perfezione con le gastronomie etniche presenti in zona da oltre 80 anni.

Mile End: quartiere artistico e creativo di Montréal

Fonte: Getty Images

Artisti in azione a Mile End

Mile End tra libri e arte

Attualmente, Mile End è considerato il cuore creativo di Montréal. Camminando tra le sue strade non ti sarà difficile trovare caffè indipendenti, librerie e negozi unici che riflettono l’estetica e lo spirito alternativo della zona. In questa zona, di solito, non c’è molto posto per le insegne alcune aziende multinazionali presenti spesso nei downtown o nei quartieri più in vista di molte città del Continente Americano, non importa si tratti di Stati Uniti o di Canada. Mile End lascia queste attività “fuori dalla porta” per dare spazio a qualcosa che si porta dietro la personalità del proprietario.

È il caso delle svariate librerie, considerate ora dei veri e propri luoghi iconici da ammirare e conoscere a Mile End. Una di esse è la Librairie Drawn & Quarterly, dove gli amanti dei fumetti e della letteratura indipendente troveranno molti acquisti da fare. Il Québec è francofono ma Montréal è decisamente una città dove anche la lingua inglese trova casa, soprattutto quando si parla di libri.

In questa zona di Montréal non mancano, come dicevamo, le gallerie d’arte. Non solo, sono in buona compagnia grazie alla street art e i murales che adornano molte costruzioni del Mile End. Galerie Yves Laroche e L’Arsenal Art Contemporain sono solo due dei numerosi spazi espositivi che ospitano mostre di artisti locali e non.

La panetteria più celebre di Mile End a Montréal

Fonte: iStock

panetterie storiche di Mile End a Montréal

Mile End a tavola

Mile End è considerato anche uno dei migliori quartieri dove mangiare a Montréal. Il carattere unico e indipendente che si nota in ambito artistico e culturale si riflette anche nella gastronomia che si può assaggiare in questa zona della città.

Questo quartiere è molto celebre per le panetterie, vero e proprio elemento distintivo di Mile End fin dal XIX Secolo. Due delle più celebri sono delle grandi produttrici di bontà. Si tratta di St-Viateur Bagel e Fairmount Bagel, che si contendono il titolo di migliori bagel di Montréal. Entrambe usano il forno a legna e sfornano dei bagel leggermente dolci che sono un vero e proprio simbolo di Montréal stessa.

La varietà della scelta gastronomica che si può fare visitando Mile End è davvero vasta: si può passare dalla cucina francese di ispirazione contemporanea, per approdare a una pizzeria italiana molto utile in caso di nostalgia verso la gastronomia nostrana per arrivare a scelte più particolari come le proposte etniche dei ristoranti nordafricani oppure vero le scelte più tradizionali di quelli di cucina kosher.

Mile End by Night

Uno dei motivi per i quali Mile End è celebre tra i viaggiatori che visitano Montréal è la vita notturna. La grande creatività del quartiere si riflette nei molti luoghi dove fare e dove ascoltare musica di ogni genere. Anche in questo caso, ce n’è per tutti i gusti… musicali, si intende. Un locale molto in vista, anche per le sue proposte musicali, è Bar Le Waverley, dove trovare sia ottimi gruppi da ascoltare che cocktail grandiosi da gustare.

In questa zona della città esiste anche un locale che si chiama Casa del Popolo. È stato aperto da un musicista canadese di chiare origini italiane. Questo luogo dove ascoltare musica ospita spesso anche nomi conosciuti del panorama indie internazionale. Non è un caso che la musica indie sia proprio di casa a Mile End. Qui hanno sede alcune etichette discografiche famose, come la Constellation Records, molto conosciuta proprio nell’ambito musicale indipendente.

Case storiche a Mile End, Montréal

Fonte: iStock

Case storiche a Mile End, Montréal

Quanto tempo ci vuole per visitare Mile End a Montréal

La cosa migliore per conoscere per bene Mile End sarebbe risiedervi. Vivere il quartiere nella quotidianità è la cosa migliore per abbracciare in pieno la bellezza di una zona come Mile End. Così come sono sorte molte attività uniche e indipendenti, così iniziano a esserci in zona anche dei boutique hotel o dei b&b dal carattere unico e dalla grande accoglienza.

Se il tuo viaggio a Montréal ti porta a dormire in altre zone della città, poco male: Mile End si può conoscere anche trascorrendo un’intera giornata tra le sue strade. L’area non è piccola ma non è nemmeno troppo vasta. Questa zona di Montréal è perfetto per essere girata a piedi, con un atteggiamento curioso e senza avere troppi impegni fissati in agenda. Mile End conquista con il suo spirito bohemien e visitarlo camminando senza una meta precisa – se non il quartiere stesso – è la cosa migliore da fare. Ti basterà seguire il profumo delle panetterie, ascoltare il suono della musica che esce da chissà che portone o lasciare che il tuo sguardo catturi una delle molte opere d’arte sparse tra le sue vie.

Categorie
Notizie Viaggi viaggiare

Boom di turismo nei caseifici: le iniziative in italia

L’enogastronomia è una delle leve incontrastate del turismo in Italia, che influenza in modo significativo anche le scelte di viaggio. In un momento in cui la domanda di esperienze autentiche e legate al territorio è in costante crescita, fioccano le iniziative che non solo arricchiscono l’offerta turistica, ma contribuiscono anche a valorizzare le produzioni artigianali italiane. Una di queste è sicuramente il Caseifici Open Day, in programma il 21 e 22 settembre, che conferma l’interesse crescente verso uno dei prodotti simbolo della tavola italiana: il formaggio.

Durante questo weekend, i caseifici agricoli e artigianali di tutta Italia apriranno le porte a famiglie, appassionati, esperti e curiosi, offrendo un’opportunità unica per scoprire i segreti della produzione casearia direttamente nei luoghi di lavorazione.

L’iniziativa, che si svolge a livello nazionale, si distingue per la sua capacità di riunire i caseifici di tutta Italia in un unico evento, tutti aperti contemporaneamente. Un’occasione imperdibile per tutti gli amanti del formaggio per immergersi nei sapori, nei colori e nelle storie di uno dei simboli della ricchezza gastronomica del nostro paese.

Un’esperienza unica per i visitatori

Partecipare al Caseifici Open Day significa intraprendere un vero e proprio viaggio attraverso il mondo del formaggio, dalla rottura della cagliata fino alla degustazione finale. I visitatori avranno la possibilità di seguire questo affascinante processo grazie a visite guidate che li porteranno dal caseificio alle sale di stagionatura, svelando ogni fase della lavorazione.

Ogni caseificio partecipante offre un programma di degustazioni guidate, in cui i formaggi vengono spesso accompagnati da salumi e pane artigianale, per un’esperienza sensoriale completa. Durante le degustazioni, si possono scoprire i segreti della trasformazione del latte, della cagliata e della stagionatura, apprendendo le tecniche che rendono ogni formaggio unico.

Il turismo enogastronomico in crescita

Secondo l’ultimo Rapporto sul Turismo Enogastronomico curato da Roberta Garibaldi, nel 2023 il 58% dei turisti ha scelto l’Italia proprio per le sue eccellenze culinarie, spendendo oltre un terzo del proprio budget in cibo e bevande. Gli itinerari di viaggio che mettono al centro l’aspetto gastronomico sono cresciuti del 37% dal 2016, generando un giro d’affari di oltre 12 miliardi di euro, pari al 15,1% della spesa totale nel turismo.

Il rapporto evidenzia come, nonostante il vino continui a essere il protagonista delle esperienze enogastronomiche, negli ultimi anni si stia assistendo a un crescente interesse per altri prodotti, tra cui l’olio, la birra e, naturalmente, il formaggio, con i caseifici che stanno vivendo un vero boom. Il 74% dei turisti italiani ha visitato luoghi di produzione durante i propri viaggi negli ultimi tre anni: le cantine sono state le mete più gettonate (34%), seguite da caseifici e aziende agricole (28%).

Le iniziative dei consorzi di AFIDOP

Questa crescente attenzione verso il formaggio è confermata anche dall’Osservatorio Turismo di Confcommercio, che ha rilevato come la degustazione di prodotti tipici sia tra le principali attività svolte durante l’estate. Tra le numerose iniziative messe in campo per avvicinare i visitatori ai produttori, spiccano i tour nei caseifici e le visite guidate organizzate dai Consorzi dei formaggi DOP e IGP, aderenti all’AFIDOP (Associazione Formaggi Italiani DOP e IGP).

L’associaizone, che rappresenta un patrimonio di 55 formaggi DOP e IGP unici al mondo, ha sviluppato un vero e proprio viaggio enogastronomico attraverso l’Italia, concentrandosi sulle regioni leader per l’accoglienza turistica: Emilia-Romagna, Puglia, Trentino-Alto Adige e Toscana. Quest’ultima, in particolare, è la preferita per i soggiorni brevi, grazie anche alla sua ricca tradizione casearia.

Per promuovere la cultura del formaggio, AFIDOP propone anche itinerari che includono visite a ristoranti e luoghi dove il “carrello dei formaggi” è ancora una tradizione viva. Un’iniziativa che oltre a valorizzare la varietà dei prodotti caseari italiani, permette di approfondire la conoscenza delle diverse tipologie di formaggi, delle loro storie e dei loro sapori, contribuendo così alla diffusione e alla tutela di un patrimonio gastronomico unico al mondo.

Categorie
Appennini cascate Marche montagna parchi naturali vacanza natura Vacanze natura Viaggi viaggiare

Marche: le più belle piscine naturali del fiume Bosso

Piccoli canyon, forre, cascate, scivoli calcarei e piscine naturali: il fiume Bosso offre tutta la gamma completa del divertimento per gli amanti dell’acqua dolce. E sono in tanti che in questa parte interna delle Marche, al cospetto dell’Appennino umbro-marchigiano, preferiscono il fiume al mare, un turismo quotidiano e di prossimità rispetto alle gettonate coste adriatiche della regione.

Il Bosso nasce in località Pianello dalla confluenza di tre piccoli corsi d’acqua, i torrenti Certano, Giordano e Fiumicello. Costeggia poi l’abitato di Secchiano e si dirige verso Cagli, la cittadina più importante bagnata dalle sue acque, dove riceve il tributo del fiume Burano per poi gettarsi nel Candigliano e, ulteriormente, nel Metauro.

L’area tra Pianello e Cagli è una zona davvero ricca di spiagge d’acqua dolce e piscine naturali per tutti i gusti. Immersi nella splendida cornice rurale marchigiana, con le vette appenniniche a fare da contorno al paesaggio, è un vero piacere esplorare i tredici chilometri che collegano la frazione al suo capoluogo, percorrendo le sponde del fiume e scoprendone ogni angolo vocato al wild swimming. 

Bosso: le spiagge fluviali di San Nicolò

Fiume Bosso Marche Piscine naturali

Fonte: Lorenzo Calamai

Le belle piscine naturali tra Secchiano e Pianello

All’incirca a metà strada tra Cagli e Pianello, poco più a monte del fiume rispetto al ponte pedonale che rappresenta il punto di partenza del Sentiero delle Ammoniti, il Bosso offre una zona fantastica per una giornata in riva al fiume.

Grandi massi piatti, qualche spiaggia in terra battuta, piscine naturali di diverse profondità e un po’ di bosco ai margini per ripararsi dal sole battente nelle ore più calde: un contesto a dir poco perfetto per una destinazione adatta a tutta la famiglia.

Le acque del Bosso sono splendide: passano dalla trasparenza più totale nei tratti dove c’è poca profondità a delle tonalità intense di blu, quasi elettriche, lasciando però vedere sempre chiaramente il fondale, sintomo della loro purezza.

Fiume Bosso Marche Piscine naturali

Fonte: Lorenzo Calamai

Relax a bordo fiume

Un’indicazione della qualità dell’acqua è la presenza occasionale di qualche granchio di fiume, una creatura rara che abita solamente i corsi più incontaminati.

Bosso: la cascata del mulino di Secchiano

Percorrendo la Strada provinciale 29 che corre lungo il corso del Bosso, in direzione di Cagli, si supera l’abitato di Secchiano e, su una curva verso sinistra, si individuano alcune case, ristrutturate là dove c’era un antico mulino che funzionava grazie all’energia fluviale.

Dietro gli edifici una bella cascata dal fronte ampio mette allegria solo a starci vicino. Ci si può sistemare sia in qualche radura poco a monte, seguendo le tracce che si aprono lungo il sentiero, che nella spiaggetta di sassi a valle, ombreggiata da alcuni alberi.

Fiume Bosso Marche Piscine naturali

Fonte: Lorenzo Calamai

La cascata del mulino di Secchiano

Da sopra la cascata ci si tuffa senza problemi nella polla sottostante, profonda abbastanza da non farsi male. L’acqua fresca è un vero toccasana contro la calura e tanti bambini e bambine del luogo imparano qui a tuffarsi senza paura né pericoli.

Bosso: il canyon di Secchiano

Poco più a valle rispetto alla succitata cascata, il fiume Bosso vede le pareti rocciose attorno al suo letto alzarsi: il suo corso si chiude in un canyon tutto da nuotare e da esplorare.

Alla prima parte del canyon si accede da un sentiero breve ma impervio, è necessario utilizzare la corda legata agli alberi che coprono il sentiero e calarsi con attenzione lungo la traccia battuta per arrivare sulle rocce nel letto del fiume.

Fiume Bosso Marche Piscine naturali

Fonte: Lorenzo Calamai

Esplorare il canyon a nuoto

Qui ci si può sistemare comodamente in una delle tante nicchie sulla riva, tante piccole alcove nella roccia dove sistemarsi. Tutt’intorno piscine naturali di diverse profondità e trampolini di pietra dai quali tuffarsi.

Dopo questa prima ansa in cui il letto del fiume si restringe di molto, il Bosso torna ad aprirsi in un lungo rettilineo e poi a inforrarsi nuovamente in una seconda parte del canyon. A questo tratto si può accedere da un agile sentiero che si trova qualche centinaio di metri più avanti rispetto al precedente accesso, in direzione Cagli.

Sceso in pochi minuti il sentiero che porta al canyon si trovano a monte alcuni laghetti di acqua bassa che vengono utilizzati per far divertire i bambini piccoli. A valle, invece, le pareti rocciose sui lati del corso d’acqua si alzano sempre di più. La gente si sistema su una sponda e sull’altra, beneficiando dell’ombra degli alberi in cima a questa sorta di scogliere in sinistra orografica.

Scendendo sul letto del fiume, si può iniziare a percorrere il canyon. Si attraversa prima un grazioso laghetto di forma perfettamente circolare, poi una piscina naturale piuttosto profonda dove nuotare per qualche metro è tassativo. Esplorare il canyon nuotando nei punti più profondi, camminando in quelli più bassi e uscendo occasionalmente dall’acqua in occasione delle piccole spiaggette che si incontrano è una esperienza da non perdere.

Bosso: l’ansa rocciosa di Cagli

Fiume Bosso Marche Piscine naturali

Fonte: Lorenzo Calamai

L’ansa del Bosso nei pressi di Cagli

Poco distante dall’inizio dell’abitato di Cagli, il fiume Bosso compie un’ansa in corrispondenza di un promontorio roccioso. Da un lato e dall’altro di questo, due ampie spiagge sono molto gettonate dagli abitanti del luogo.

Nel laghetto che si è formato a monte del promontorio sguazzano allegri i più giovani, mentre consessi familiari articolano lunghe conversazioni con l’acqua alla vita, coadiuvando refrigerio e convivialità. Scendendo a valle, oltre l’ansa attorno alla conformazione rocciosa, l’acqua si fa più profonda: una grande piscina di acqua azzurra fa bella mostra di sé.

I due lati del promontorio sono collegati da un tratto molto stretto del fiume, dove l’acqua è profonda: è divertente percorrere l’ansa a nuoto, per andare da una parte all’altra di questo bel luogo.

Bosso: i Tre pozzi di Cagli

Li chiamano i Tre pozzi. Sono una serie molto ravvicinata di piscine naturali alle porte di Cagli, la spiaggia per eccellenza della gioventù cagliese.

Come indica evidentemente il nome, questo tratto del fiume Bosso è caratterizzato dal susseguirsi di tre piscine naturali. Quella più a monte è figlia di una bella e poderosa cascata intorno alla quale è possibile sistemarsi sui massi.

Bosso Tre Pozzi

Fonte: Lorenzo Calamai

Godersi l’estate sulle rive d’acqua dolce del fiume Bosso, nel cuore delle Marche

Dopodiché il fiume si incanala in una breve forra, circondato di pinnacoli rocciosi torniti dallo scorrere millenario delle acque. Qui, con un po’ di prudenza, ci si può produrre in adrenalinici tuffi da discrete altezze.

Infine, dopo un laghetto con l’acqua bassa dove i ragazzi del luogo hanno sistemato un tavolino da picnic per godersi la giornata con i piedi a bagno, l’acqua torna ad essere profonda di nuovo dirigendosi verso Cagli.

Categorie
vacanze avventura Vacanze natura Viaggi viaggiare

Passi alpini: itinerari in auto, tra curve e strapiombi

Viaggiare in auto attraverso i passi alpini è un’esperienza decisamente unica. Si può definire quasi come un’avventura, in grado di combinare l’adrenalina delle curve, a volte strette e ripide, con la bellezza naturale mozzafiato dei paesaggi alpini. Per gli amanti della guida e della natura, percorrere questi passi è una splendida occasione per scoprire alcune delle strade più spettacolari del mondo, dove ogni curva svela un panorama nuovo ed ogni salita conduce a vette sempre più alte, con aria sempre più fresca e cielo che sembra sempre più vicino.

Percorrendo i passi alpini si avrà la possibilità di scoprire paesaggi naturali bellissimi, il desiderio di ogni fotografo e amante della fotografia. Sarà possibile osservare, anche a seconda della stagione, paesaggi alpini innevati, ma anche laghi azzurri di montagna che riflettono le vette e piccoli borghi che sembrano essere sospesi nel tempo.

Oltre a questo, c’è da aggiungere anche che, guidare lungo i passi alpini, vuol dire attraversare territori affascinanti e, sopratutto, ricchi di storia, in quanto questi percorsi vennero costruiti in passato per scopi soprattutto militari e commerciali. Molte di queste strade, infatti, venivano usate già in epoca romana e nel corso dei secoli sono stati teatro di battaglie, come la famosa “Battaglia delle Alpi” durante la Seconda Guerra Mondiale. Proprio a causa di questo ruolo fondamentale dei passi alpini negli anni, è possibile visitare non solo antiche fortificazioni, ma anche musei e piccoli villaggi che conservano ancora le tradizioni e l’architettura tipiche della regione italiana.

I passi alpini più spettacolari da attraversare in auto

Il Passo dello Stelvio, un’icona italiana

Il Passo dello Stelvio è probabilmente il più iconico e conosciuto tra i passi alpini e non è difficile capire il perché di questa sua fama. Con un’altezza di 2757 metri, è il secondo passo percorribile più alto d’Europa, in grado di offrire un’esperienza di guida che non ha eguali. È composto da ben quarantotto tornanti, solo sul versante settentrionale, che rendono il passaggio una vera e propria impresa, soprattutto per gli amanti della guida sportiva.

Lo Stelvio, però, non è solo una sfida per gli automobilisti. Percorrere questo passo, infatti, permette di immergersi in un luogo di straordinaria bellezza, dove la natura regna sovrana ed incontrastata. Una volta arrivati in cima al Passo dello Stelvio, infatti, è possibile ammirare un panorama unico, che va dalle vette delle Alpi Retiche, una parte della catena montuosa delle Alpi centrali, che si estende fra l’Italia, la Svizzera, il Liechtenstein e l’Austria, ed il ghiacciaio dell’Ortles, che si trova sulla vetta più alta dell’Alto Adige. Insomma, qualcosa di indimenticabile.

Nonostante queste sue caratteristiche, che rendono la percorrenza del passo difficoltosa, il passo alpino dello Stelvio è accessibile a tutti, purché si affronti la guida soprattutto con attenzione e rispetto per le condizioni stradali. Il periodo migliore per guidare lungo il Passo dello Stelvio è quello che va da giugno a settembre, quando la strada è libera dalla neve ed il clima è più mite ed è possibile osservare le lunghe distese di prati verdi e boschi che caratterizzano il paesaggio. Durante il tragitto è possibile fermarsi in alcuni dei villaggi più pittoreschi della zona, come Trafoi o Bormio, oppure visitare il Parco Nazionale dello Stelvio, all’interno del quale immergersi nella natura percorrendo i diversi sentieri a disposizione.

Il Passo Gavia, tra paesaggi selvaggi e silenzio

É sicuramente meno conosciuto rispetto al Passo dello Stelvio, ma non per questo meno affascinante. Il Passo Gavia è un’altra tappa imperdibile per chi ama le strade di montagna. Si trovo a poco più di 2600 metri di altitudine e collega la Valfurva con Ponte di Legno. Guidare lungo questo passo alpino vuol dire vivere un’esperienza molto diversa rispetto allo Stelvio. La strada, più stretta e sinuosa, è molto meno trafficata, con alcuni tratti che sono addirittura privi di guardrail e, quindi, particolarmente esposti. Queste caratteristiche rendono la percorrenza del Passo Gavia, in un certo senso, “dura” ed è quindi consigliata una guida molto attenta e prudente, soprattutto in determinati tratti.

Il passo alpino Gavia è un passo per veri appassionati. È l’avventura ideale per chi cerca il contatto diretto con la natura circostante e ama il silenzio delle alte quote. Lungo il percorso, infatti, si attraversano paesaggi selvaggi e pressoché incontaminati, dove è molto facile incontrare diverse specie animali, quali marmotte, stambecchi ed aquile. Come per il Passo dello Stelvio, anche per il Gavia il periodo ideale per viaggiare lungo questi paesaggi va da giugno a settembre, quando il passo è accessibile.

Sosta d’obbligo durante questo viaggio è il Rifugio Bonetta, che si trova esattamente sulla cima del passo alpino, dov’è possibile gustare piatti tipici della cucina valtellinese ammirando un panorama naturale strabiliante, che spazia dai ghiacciai dell’Adamello fino alle cime montuose dell’Ortles-Cevedale, le cui cime arrivano a circa 4000 metri.

Tratto di strada del Passo Gavia, con montagne innevate sullo sfondo

Fonte: iStock

Tratto di strada del Passo Gavia

Passo Sella, anfiteatro delle Dolomiti

Un altro passo degno di nota merita uno spostamento più ad est, precisamente nelle Dolomiti. Si tratta del Passo Sella, che si trova ad un’altitudine di 2240 metri e che collega la Val Gardena con la Val di Fassa, per un viaggio attraverso paesaggi mozzafiato e viste emozionanti sulle Torri del Sella, popolare destinazione fra gli amanti delle scalate, ed il massiccio del Sassolungo, vetta che supera i tremila metri di altezza, in Val Gardena. Attraversare il Passo Sella significa immergersi in un paesaggio unico al mondo, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

Attraversare questo passo alpino in auto non è particolarmente difficile, ma il traffico può essere intenso soprattutto durante i mesi estivi ed il fine settimana. Tuttavia il panorama visibile compensa ampiamente tutte le possibili difficoltà. La catena montuosa delle Dolomiti, infatti, è in grado di offrire un panorama straordinario, con le pareti rocciose che al tramonto si tingono di rosa, circondate da valli di un colore verde vivo e diversi laghi azzurri che riflettono le vette più alte. Anche qui, come per il precedente passo alpino, si consiglia una sosta al Rifugio Passo Sella, struttura dalla quale partono numerosi sentieri escursionistici, che conducono nel cuore delle Dolomiti.

Il Passo Giau

Rimanendo ancora nelle Dolomiti, un altro passo alpino che merita di essere percorso è sicuramente il Passo Giau, ad un’altezza di 2236 metri. Percorrere questo passo vuol dire attraversare un percorso in grado di collegare mete affascinanti come Cortina d’Ampezzo e Selva di Cadore e Colle Santa Lucia, per un viaggio attraverso alcuni dei paesaggi sicuramente più suggestivi delle Dolomiti, e non solo.

Il Passo Giau è famoso per le sue curve ampie e regolari, per una percorrenza in auto assolutamente piacevole e rilassante, anche per i panorami straordinari che è possibile ammirare lungo tutto il percorso. Infatti, la vista dal passo è semplicemente spettacolare. È possibile osservare i monti Nuvolau e Averau, ma anche ampie e verdi distese d’erba e prati fioriti, circondate da fitti boschi. Anche in questo caso il periodo migliore è sempre il periodo estivo, quando la strada è completamente libera dalla neve ed è possibile percorrere il tragitto in auto, accompagnati da un clima mite.

Il Rifugio Passo Giau potrebbe essere anche una sosta ideale lungo il tragitto, per una pausa rigenerante assaporando i piatti tradizionali locali.

Foto panoramica del Passo Giau all'alba, con cielo rosso e prati verdi

Fonte: iStock

Panorama del Passo Giau, Italia

Passo della Spluga, tra Italia e Svizzera

Infine, un altro passo alpino che merita di essere percorso ed esplorato è il Passo della Spluga. Questo passo alpino collega la Valchiavenna, un gioiello incastonato tra cascate e montagne, in Italia, con il canton Grigioni, in Svizzera. Si trova a 2113 metri di altitudine e segue un’antica via commerciale che veniva utilizzata in epoca Romana, una strada in grado di offrire un’esperienza di guida variegata. Infatti, sono presenti diversi tratti di strada più tranquilli e rilassanti e tratti che si possono definire più impegnativi, dove la strada si restringe e dove sono presenti curve più strette.

Fra i passi alpini menzionati, questo passo che collega Italia e Svizzera è probabilmente il meno frequentato, caratteristica che lo rende ideale per chi cerca un’esperienza più autentica ed intima per le proprie vacanze o per un weekend fuori porta. Lungo tutto il Passo della Spluga è possibile ammirare paesaggi di grande bellezza, con laghi di montagna, gole profonde e piccoli e affascinanti borghi alpini. Il passo alpino è aperto, generalmente, da giugno a settembre, periodo ideale anche per visitare, con un clima mite, il lago di Montespluga, un luogo di rara bellezza, dove la natura regna sovrana.

Come affrontare i passi alpini?

Affrontare i passi alpini in auto richiede una certa preparazione sotto due punti di vista: la pianificazione del viaggio ed in termini di guida. Infatti, prima di partire è importante assicurarsi che l’automobile sia in perfetti condizioni, soprattutto prestando particolare attenzione ai freni, ma anche agli pneumatici, che devono essere adatti per percorrere questo tipo di strade. Inoltre, prima di partire è necessario informarsi sulle condizioni meteo e sulla percorribilità dei passi, che potrebbero essere chiusi in determinati casi, per evitare eventuali incidenti e disservizi lungo il percorso.

Nei periodi di maggiore afflusso la percorrenza su questi tratti potrebbe essere molto rallentata a causa del traffico, di conseguenza potrebbe essere utile pianificare eventuali spostamenti la mattina presto oppure nel tardo pomeriggio, così da godersi il panorama unico che circonda queste strade in tutta tranquillità.

Se si decide di attraversare questi passi alpini, un ulteriore consiglio è quello di pianificare, durante il tragitto, eventuali soste. Lungo il percorso, infatti, è possibile fare escursioni nella natura, arrampicate e gite in mountain bike. Tutte attività che consentono di vivere nel migliore dei modi l’ambiente montano ed immergersi in un’atmosfera di pace e tranquillità, creando ricordi indimenticabili.

Categorie
Notizie Viaggi viaggiare

I migliori treni di lusso al mondo

Un viaggio a bordo di un treno di lusso è un’esperienza straordinaria che combina paesaggi spettacolari, cucina gourmet, un’atmosfera di eleganza senza pari e, non ultimo, la promessa di esplorare il mondo a un ritmo rilassato. Tanto che in alcuni casi è il convoglio stesso che diventa la vera destinazione della vacanza. Ma quali sono i migliori treni di lusso del mondo? La risposta arriva dagli esperti di Japan Rail Pass che hanno stilato la top ten dei viaggi su rotaie più prestigiosi in base a una serie di fattori, tra cui le recensioni su Tripadvisor, il numero di hashtag su Instagram e i volumi di ricerca globali.

Rocky Mountaineer: il re dei treni di lusso

Il Rocky Mountaineer, con sede a Vancouver, in Canada, è risultato essere il miglior viaggio in treno di lusso al mondo, con un punteggio di 8,92 su 10, risultato di una valutazione media di 4,5 su 5 su Tripadvisor, oltre 54.000 hashtag su Instagram e una media di 368.000 ricerche mensili. Questo convoglio panoramico attraversa alcune delle regioni più scenografiche del Nord America, collegando la Columbia Britannica all’Alberta, e arrivando fino al Colorado e allo Utah. Il servizio a bordo è impeccabile, con cibo delizioso e sedili estremamente confortevoli, ma la vera attrazione sono i panorami sensazionali lungo il percorso tra Vancouver e Banff. Per chi desidera vivere appieno questa esperienza, è consigliabile un viaggio di almeno due notti, immersi nei maestosi scenari del Canada.

GoldenPass Express: panorami svizzeri in comfort

Al secondo posto in classifica c’è il GoldenPass Express, un treno panoramico svizzero che collega Montreux a Interlaken nell’Oberland bernese in tre ore, con quattro partenze giornaliere in entrambe le direzioni. Con un punteggio di 8,39 su 10, attraversa alcuni dei paesaggi più pittoreschi della Svizzera, da ammirare nella nuova classe di viaggio “Prestige”, che garantisce massimo comfort e viste spettacolari grazie ai sedili in pelle riscaldati e ruotabili di 180 gradi. L’esperienza a bordo del GoldenPass Express è resa ancora più esclusiva dal servizio gastronomico di alto livello e dall’elevata privacy in piccoli compartimenti garantita ai passeggeri.

Treno Orient-Express

Fonte: iStock

Il treno di lusso Venice Simplon Orient-Express

The Ghan: attraverso il deserto australiano

In Australia, The Ghan offre un’esperienza di viaggio unica, attraversando l’intero continente da Darwin, nell’estremo nord, ad Adelaide sulla costa meridionale, passando per Alice Springs. Con un punteggio di 8,35 su 10, questo treno permette di esplorare il cuore del paese percorrendo vaste aree desertiche e paesaggi incontaminati. The Ghan si distingue non solo per la spettacolarità dei luoghi attraversati, ma anche per l’elevato livello di comfort e servizio offerto a bordo, confermandosi una delle esperienze di viaggio su rotaie più ambite.

Rovos Rail: Africa australe in stile

Al quarto posto, a pari merito con un punteggio di 8,31 su 10, troviamo Rovos Rail in Sudafrica e Seven Stars in Giappone. Il primo, effettua lussuosi viaggi attraverso i paesi dell’Africa australe, permettendo ai passeggeri di ammirare la magnificenza della natura africana, dalle regioni vinicole del Capo al vasto deserto del Karoo. Le suites a bordo, rivestite in legno e dotate di ogni comfort, offrono un’esperienza di viaggio che fonde tradizione e lusso.

Seven Stars Kyushu: eleganza giapponese

Seven Stars Kyushu, invece, rappresenta l’apice del lusso giapponese. Considerato l’alternativa giapponese all’Orient Express, conduce in un viaggio esclusivo attraverso le sette province dell’isola di Kyushu, lungo splendidi itinerari che si snodano tra montagne vulcaniche e pittoreschi villaggi. Il design degli interni, caratterizzato da mobili giapponesi fatti a mano, unito al servizio impeccabile, rende il Seven Stars Kyushu una delle esperienze ferroviarie più raffinate al mondo.

Blue Train: lusso su rotaie in Sudafrica

Al sesto posto della classifica, ecco il Blue Train, il treno di lusso che viaggia principalmente tra Pretoria e Città del Capo in Sudafrica attraverso paesaggi mozzafiato. Conosciuto per la sua storia affascinante e le sistemazioni lussuose, il Blue Train può essere considerato a tutti gli effetti un hotel a cinque stelle su rotaie e rappresenta una delle esperienze di viaggio più straordinarie che si possano fare in Africa.

Treno Rovos Rail

Fonte: Rovos Rail

Carrozza ristorante a bordo del Rovos Rail

Orient Express: il fascino del passato in movimento

Vera icona dei viaggi in treno, da oltre un secolo l’Orient Express continua a evocare fascino e lusso ineguagliabili. Sebbene il percorso originale fino a Istanbul al momento non sia più percorribile, le carrozze storiche sono state restaurate per far rivivere il glamour del XIX secolo. Viaggiare sul Venice Simplon-Orient-Express permette di ammirare paesaggi europei incantevoli, dall’Inghilterra fino a Venezia, in un’atmosfera che richiama l’epoca d’oro dei grandi viaggi.

Belmond British Pullman e Royal Scotsman: viaggi di lusso in Gran Bretagna

Il Belmond British Pullman e il Royal Scotsman, rispettivamente all’ottavo e al nono posto nella classifica di Japan Rail Pass, offrono ai viaggiatori l’opportunità di esplorare la Gran Bretagna e la Scozia con uno stile inconfondibile. Il British Pullman, con le sue carrozze autentiche degli anni ’20, ognuna con un nome unico e una storia da raccontare, e il Royal Scotsman, che attraversa le Highlands scozzesi da Edinburgo fino a Inverness, offrono un’esperienza lussuosa che combina storia, comfort e paesaggi straordinari.

Maharajas’ Express: opulenza indiana

Il Maharajas’ Express, in India, chiude questa rassegna dei treni di lusso più prestigiosi al mondo. Progettato per offrire un’esperienza opulenta, permette di esplorare l’India in grande stile, con suite lussuose, maggiordomi personali e itinerari che toccano alcune delle destinazioni più iconiche del paese.

Categorie
Bologna Borghi Emilia Romagna Viaggi

Pieve di Cento, viaggio tra i portici della “piccola Bologna”

Con poco più di 7mila abitanti, Pieve di Cento è un piccolo centro che richiama e celebra tutto il fascino di Bologna. Sì perché questo borgo dell’Emilia Romagna, viene considerato come una “Bologna in miniatura”.

È venuto alla ribalta negli ultimi tempi per via di Alessandro Gassman, che a Pieve di Cento ci è arrivato per prendere parte all’opera prima di Stefano Cipani “Mio fratello rincorre i dinosauri”, adattamento per il cinema dell’omonimo romanzo di Giacomo Mazzariol. Andiamo alla scoperta di questo gioiello che tanto ricorda il capoluogo emiliano.

Pieve di Cento è una “Piccola Bologna”: cosa vedere

È un luogo ricco di storia e tutto da scoprire, Pieve di Cento, sito all’interno dell’ormai noto Quadrilatero Unesco, creato per rilanciare il turismo nelle città di Modena, Ferrara, Reggio Emilia, Bologna, Mantova, Rovigo e il Delta del Po, così come nei loro dintorni. Dedicarsi alla scoperta di tali territori vuol dire necessariamente soffermarsi in questo borgo, scoprendone i suoi tanti tesori. Ciò che il tempo e l’opera dell’uomo hanno levigato è la sintesi di antichi insediamenti, sconvolti nei secoli da inondazioni, guerre e ripetute scorribande.

I portici, le Porte antiche e la Rocca

Camminare per le sue strade conferisce particolari sensazioni. Sembra davvero di ritrovarsi in una piccola Bologna, a partire dagli splendidi portici, che si estendono per chilometri e conducono fin nel centro storico, proprio come nella città capoluogo. In ogni dove è possibile respirare un’atmosfera medievale, dalla Rocca al Borgo degli Ebrei, tanto ricolmo di vicoletti da correre il rischio di perdercisi.

Se i portici conducono nel centro storico, quattro porte lo delimitano con precisione. Realizzate a metà del XIV secolo, indicano i quattro punti cardinali: Porta Asìa, Porta Ferrara, Porta Cento e Porta Bologna.

Quella ad est, Porta Asìa, è sede di un piccolo museo sulla canapa che racconta la storia che ha caratterizzato gli anni compresi tra l’Ottocento agli anni sessanta del Novecento: moltissimi uomini e donne di Pieve di Cento erano impegnati nelle varie fasi di lavorazione della canapa, dalla coltivazione delle sementi al prodotto finito.

La porta che volge lo sguardo a nord, invece, conduce verso un antico bosco ricco di vegetazione e fauna locali. Le due costruzioni a ovest e sud hanno invece avuto bisogno di decisi interventi. La prima presenta oggi gli effetti dei lavori eseguiti nel 1856, mentre porta Bologna, che guarda a Sud, è tornata al suo antico splendore in epoca moderna.

Proprio accanto a quest’ultima sorge la Rocca, una struttura fortificata risalente al 1387 che un tempo difendeva il borgo dalle incursioni esterne, sebbene fosse indipendente dal resto dell’agglomerato urbano. Dopo una importante ristrutturazione condotta negli anni ’80 del Novecento, oggi ospita il Museo delle Storie di Pieve.

Le chiese e le altre strutture del centro storico

Un territorio splendido avvolge Pieve di Cento, spesso al centro di eventi naturali dagli effetti disastrosi. Le scosse degli ultimi anni hanno causato danni architettonici e conseguenze in ambito culturale. Basti pensare alle opere del Guercino esposte presso la chiesa della Colleggiata di Santa Maria Maggiore di Pieve, oggi in mostra presso il Museo Magi 900 per questioni di sicurezza. Le altre chiese del borgo sono quella della Santissima Trinità, di Santa Chiara e l’Opera Pia Galuppi: sono piccoli e grandi scrigni contenenti affreschi, altari e dettagli di grande valore.

Sono tanti i luoghi da scoprire e ammirare in questa antica cittadina, da Palazzo Govoni a Palazzo Mastellari, da Palazzo Baluardo al fortificato Zambeccari. Per approfondire la storia di questi luoghi è però necessario recarsi presso l’Archivio Notarile, che custodisce documenti dal XIV al XVII secolo, presso il Palazzo Comunale. Si tratta di una saletta di origine seicentesca molto suggestiva, con soffitto a volta e pareti ricoperte interamente da mobili finemente decorati che raccolsero i documenti redatti dai notai nel corso di quei secoli.

Cosa vedere nei dintorni

Visitare Pieve di Cento vuol dire di fatto fare un salto nel passato, lasciandosi ammaliare da storie, leggende e scorci senza tempo. Ma anche il paesaggio in cui è immersa ha un fascino unico. A poco più di 10 chilometri dal centro storico del borgo si può raggiungere il rigoglioso Bosco della Panfilia, una splendida riserva naturale che sorge su una golena del fiume Reno (chiamata Bisana) e che conta una ricca varietà di flora e fauna locali. E così, tra frassini, olmi, pioppi e noccioli si possono scorgere molti esemplari di picchio rosso e verde, camminando lungo un percorso che si snoda nella vegetazione per circa 6 km.

Categorie
Agrigento Notizie Viaggi

Agrigento vieta i souvenir a tema mafia in vista di un appuntamento importante

Mentre si appresta a prendere il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2025, la città di Agrigento si prepara sotto vari punti di vista, prima di tutto con un intenso programma di promozione turistica, ma non solo. Infatti, arriva notizia che in città siano state proibite le vendite dei tristemente noti souvenir a tema “mafia”: meglio tardi che mai, come si suol dire.

Perché Agrigento vieta le vendite di questi articoli

Il divieto di vendere articoli e prodotti che si leghino alla tematica della mafia sopraggiunge nel momento in cui la splendida Agrigento è prossima a diventare la Capitale Italiana della Cultura, mettendo sempre più in risalto davanti agli occhi di tutto il mondo i suoi tesori millenari, le sue antiche tradizioni e le tante ricchezze artistiche e culturali. Insomma, un patrimonio davvero invidiabile che non ha alcun bisogno di essere amplificato associandosi al fenomeno della mafia siciliana.

Eppure, sono tanti i negozi di souvenir sull’isola della Sicilia in cui è possibile trovare articoli a tema mafia, dai magneti alle magliette, dagli apribottiglie ai bicchieri da shot. D’altronde, nonostante gli atti eroici dei magistrati, la mafia siciliana oggi continua a operare sull’isola, impegnandosi in attività criminali come l’estorsione, il narcotraffico e il rapimento. Purtroppo, infatti, attualmente anche la stessa città di Agrigento è ancora in lotta con il fenomeno della mafia.

Le parole del sindaco di Agrigento

Nel tentativo di cambiare volto nei confronti del pubblico internazionale e contrastare quella che viene considerata come un’operazione che rende la mafia “glamour” e motivo di mercificazione e speculazione, la città di Agrigento ha deciso appunto di vietare questo tipo di articoli per tutto il periodo dell’anno prossimo, quantomeno.

Il sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè, è autore principale di questo divieto e ha infatti dichiarato: “Dal momento che la vendita di tali prodotti nel territorio di Agrigento umilia la comunità locale, che si impegna da anni a diffondere la cultura della legalità, ordino un divieto sulla vendita di qualsiasi tipo di oggetto che lodi o faccia riferimento in qualsiasi modo alla mafia e al crimine organizzato”.

Le forze di polizia locale, così come anche i carabinieri, sono state infatti autorizzate a ispezionare i negozi di souvenir in tutta la città e a sanzionare con severe multe coloro che vengano sorpresi a vendere questa tipologia di tali prodotti, tra i quali spesso ritroviamo ad esempio grembiuli raffiguranti una lupara. Nonostante non sia ancora stato confermato e reso noto l’importo della multa che andrà pagata dal venditore che violerà il decreto, sicuramente le sanzioni pecuniarie non mancheranno e non saranno leggere.

“Bene ha fatto il sindaco di Agrigento a vietare la vendita di souvenir inneggianti alla mafia, auspico che il suo esempio sia seguito al più presto da tutti i sindaci di Sicilia”, queste invece le parole di Marco Intravaia, deputato regionale e componente della Commissione Regionale Antimafia. “Chi arriva in Sicilia non può essere fuorviato da oggetti che associano valori positivi a Cosa Nostra, ma deve avere ben chiaro cos’è: un’organizzazione criminale crudele e sanguinaria che uccide senza pietà”.

Categorie
Africa Capo Verde Idee di Viaggio Viaggi viaggiare

Il Deserto di Viana: un piccolo Sahara sull’Isola di Boa Vista, a Capo Verde

Capo Verde è un arcipelago vulcanico che, ogni anno, attira molti viaggiatori, grazie a un clima praticamente costante tutto l’anno e grazie anche all’aspetto delle sue isole, pronte a far sognare chi ama i paesaggi multiformi creati dalle rocce di diversi colori e le distese di sabbia chiara. Una di queste isole si chiama Boa Vista e possiede quello che spesso viene definito come il piccolo Sahara di Capo Verde: si tratta del Deserto di Viana, un’area dove la sabbia chiara disegna delle dune davvero interessanti.

Il Deserto di Viana è piccolo sono come grandezza, rispetto al più conosciuto deserto del continente africano. Non manca, infatti, di bellezza da vendere e di esperienze che si possono fare proprio visitando la zona di Boa Vista in cui si trova.

Sabbia dorata e dune che cambiano

Il Deserto di Viana si trova nella parte nord-occidentale dell’isola dell’Isola di Boa Vista. A sua volta, quest’ultima occupa un punto centrale dell’area di Capo Verde. L’area del Deserto di Viana è caratterizzata da una sabbia di colore dorato e molto fine, spesso mossa con insistenza dagli Alisei che, in questa parte del mondo, soffiano e si fanno felicemente sentire, garantendo alle isole di Capo Verde, così come alle vicine Canarie, un clima invidiabile e costante. Il Deserto di Viana misura circa quindici chilometri quadrati ed è sicuramente una tappa obbligata per chi fa una vacanza a Capo Verde sull’isola di Boa Vista.

Perché viene chiamato Piccolo Sahara? La risposta è semplice. In primis, il paragone col deserto africano risulta immediato proprio per il colore del Deserto di Viana. Il perché vero e proprio, però, va ricercato nell’origine di questo deserto di Boa Vista. Esso non è nato, come molti altri nel mondo, dalla continua erosione di rocce originarie bensì da un’azione di accumulo. Gli Alisei, infatti, trasportano sull’isola di Boa Vista la sabbia del Sahara stesso, che si mescola con quella propria dell’isola.

L’azione dei venti, combinata con il clima arido dell’isola, ha permesso alla sabbia di accumularsi gradualmente, formando le dune caratteristiche che oggi compongono il Deserto de Viana. Una curiosità: la sabbia del Deserto di Viana non scotta mai, per i minerali che la compongono e per il suo colore molto chiaro.

Come raggiungere il Deserto di Viana a Boa Vista

Fonte: Getty Images

L’ingresso dell’area desertica di Boa Vista

Come raggiungere il Deserto di Viana

Fare un’escursione nel Deserto di Viana è molto facile. Solitamente, si sceglie Sal-Rei come punto di partenza. Sia che il tuo viaggio a Capo Verde si svolga in modo indipendente o che tu abbia scelto di alloggiare in una struttura all inclusive, non mancherai di trovare delle proposte di visita guidata a questo luogo così speciale.

Le scelte dei viaggiatori si concentrano, solitamente, in due attività: l’escursione con il quad o con un fuoristrada 4×4. Questi due mezzi di trasporto sono i migliori per vivere il territorio del deserto in modo diretto e con un pizzico di senso d’avventura che non guasta mai. Ci sono tour in 4×4 sia con autista che con guida autonoma. In quest’ultimo caso, ti verranno date le giuste istruzioni per condurre il tuo mezzo in tutta sicurezza attraverso il Deserto. Le aziende che noleggiano i quad o i 4×4 solitamente organizzano anche il trasporto tra l’alloggio del cliente e le prossimità del deserto.

Consigli pratici per visitare il Deserto di Viana a Capo Verde

Le autorità turistiche locali consigliano di non inoltrarsi da soli in questo piccolo deserto , se lo si esplora per la prima volta. Guidare o anche camminare sulle dune può sembrare l’attività più facile al mondo ma potrebbe non essere così. Nello scegliere la propria guida per inoltrarsi nel Deserto di Viana, è sempre bene consultare in modo attento le condizioni di assicurazione.

Per quanto riguarda il come vestirsi nel Deserto di Viana, è sempre bene proteggersi dal sole. Sulla sabbia chiara, la luce solare riflette in modo forte e consistente. Conviene utilizzare un’ottima crema solare e avere sempre addosso gli occhiali da sole, per evitare che i riflessi colpiscano direttamente gli occhi. La sensazione, infatti, come quella che si prova nello stare sulla neve in una giornata totalmente serena.

Un accessorio immancabile nel Deserto di Viana è una sciarpa o una bandana per coprirsi la zona della bocca e del naso, molto utile soprattutto se si noleggia il quad ma fondamentale anche se si gira la zona a piedi. Il vento alza spesso la sabbia e aiuta a non respirarla troppo.

Il Deserto di Viana è di misura contenuta e si può tranquillamente esplorare a piedi: meglio avere delle scarpe chiuse e un po’ robuste. Calzature del genere aiutano maggiormente quando si cammina sulle dune, evitando di poggiare male i piedi e di farsi male, per esempio, a caviglie e ginocchia data la natura non solida delle superfici sabbiose.

Una cosa da ricordare quando si visita il Deserto di Viana è di portare con sé dell’acqua e qualcosa da mangiare. L’area non presenta punti di ristorazione interni al deserto ed è sempre bene avere qualcosa con sé. Il telefono prende benissimo e quindi non c’è da preoccuparsi, nel caso tu abbia bisogno di chiamare qualcuno per un’emergenza.

Il Deserto di Viana è accessibile liberamente anche nelle ore notturne. I due momenti migliori per visitarlo sono diametralmente opposti: una notte senza luna o una notte di luna piena. Perché questa differenza? Semplice. Chi vuole ammirare le stelle, sceglierà una notte senza luna. Chi, invece, vuole passeggiare alla luce del nostro satellite, prediligerà la luna piena. Anche la luce della luna si riflette sulla sabbia, creando un’atmosfera quasi irreale per la sua bellezza.

Il percorso nel Deserto di Viana a Capo Verde

Fonte: Getty Images

Un tratto del percorso nel Deserto di Viana

Il percorso più comune nel Deserto di Viana

Questa zona desertica di Boa Visa si può girare in lungo e in largo ma spesso viene proposto un percorso di visita che permette di rendere una giornata nel deserto un vero e proprio momento di scoperta da fare in viaggio a Capo Verde.

Partendo da Sal-Rei, si disegna una sorta di percorso ad anello che punta prima a sud e poi ti riporterà a nord. Raggiungi la cittadina di Rabil, luogo che un tempo era la capitale dell’Isola di Boa Vista. Attualmente conta poco più di mille abitanti. Da lì, si entra ufficialmente nella zona delle dune del Deserto di Viana.

La rotta consigliata ti farà puntare, da ora in poi, verso nord, percorrendo una gran parte dell’area desertica fino a raggiungere Cabo Santa Maria e tornare sulla costa. In questo un luogo dove si trova uno degli ultimi relitti presenti sull’Isola di Boa Vista.