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Anche in montagna scatta l’allarme overtourism

L’overtourism è un fenomeno di cui si parla sempre più spesso in tema di viaggi, soprattutto durante quest’ultima estate. Infatti, in alta stagione, le grandi città e le destinazioni più gettonate dai viaggiatori sono spesso prese d’assalto più del dovuto, il che può contribuire ad aumentare un certo senso di disagio.

Purtroppo, però, ultimamente l’overtourism non riguarda solo le metropoli e i centri urbani, bensì anche destinazioni come la montagna. Infatti, soprattutto dopo la pandemia del 2020, tantissime sono le persone che per le proprie vacanze optano per una meta come la montagna, a stretto contatto con Madre Natura e in pieno relax. O almeno, così dovrebbe essere.

Montagna in overtourism, perché accade

Abbiamo sentito parlare ultimamente di città italiane affollate dal turismo di massa, come Venezia che ha già concluso la prima fase sperimentale riguardante il pagamento di un ticket di ingresso, ma il caso riguarda anche altre mete europee, Barcellona, ad esempio.

In questo periodo, infatti, si sente davvero spesso parlare di overtourism e adesso il fenomeno sembra riguardare anche la montagna: infatti, sempre più persone sono attratte dal trend dei viaggi immersi nella natura, sostenibili e slow. Ma se tante persone optano per la montagna, pensando di fare una scelta votata all’ecoturismo, nel medesimo lasso di tempo, cosa accade?

Una delle ripercussioni principali dell’overtourism in montagna è quella dell’impossibilità (o quasi) di trovare un alloggio in affitto: infatti, affittare casa sta diventando in realtà difficile nelle destinazioni che tendono ad andare in overtourism sia per gli abitanti stessi, che per i lavoratori stagionali, oltre che per i turisti.

Ma se le località, anche quelle montane, diventano affollate dai viaggiatori, a risentirne è anche la viabilità: le strade di montagna, infatti, spesso sono state pensate per i cittadini (per quei pochi cittadini) e non sono adibite ad accogliere un numero di mezzi ingente. Inoltre, sono gli stessi mezzi pubblici a essere in difficoltà in montagna e su quel tipo di strade quando in alta stagione i turisti diventano troppi e il fenomeno dell’overtourism diventa davvero incontenibile.

Altra conseguenza disastrosa dell’overtourism , soprattutto per un ambiente come quello della montagna che merita di essere preservato, è il rischio di danni e inquinamento ambientali.

Una possibile soluzione per l’overtourism in montagna

La riflessione ultima, quindi, non può che essere che il turismo in montagna è una faccia di una medaglia, che ne ha anche un’altra: da un lato ha effetti positivi a livello economico, per lo sviluppo locale, dall’altro invece ha risvolti negativi per la conservazione stessa dell’ambiente, nonché per la vita di chi abita quei territori (senza pensare che anche il carico del soccorso alpino diventa maggiore se le località di montagna vengono affollate dai turisti in modo incontrollato).

Quale potrebbe essere la soluzione? Cercare di creare un equilibrio tra la pianura e la montagna, in modo che se la pianura viene protetta e valorizzata anche a livello naturalistico tanto quanto lo è oggi la montagna, molti più viaggiatori potranno ricercare quell’agognato contatto con la natura anche nelle zone pianeggianti, evitando così di affollare eccessivamente i luoghi montani.

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Le più belle gite in bicicletta sulle linee ferroviarie dismesse

Andare in sella alla bicicletta per sentieri immersi nella natura può essere una delle esperienze di viaggio e di vacanza migliori in assoluto: infatti, percorrere sentieri panoramici ed escursionistici in bici è un’attività che mette d’accordo sia i più sportivi, che gli amanti della natura allo stato puro.

Di piste ciclabili l’Europa è piena, ma alcune sono particolarmente suggestive e magari anche meno famose rispetto ad altre, ma assolutamente da non perdere. Un recente studio del sito Buycycle – marketplace leader per bici usate di alta fascia – ha analizzato oltre 167 percorsi ciclabili in tutta l’Europa per offrire ai viaggiatori nuove ispirazioni di viaggio. Sono emerse 10 spettacolari piste ciclabili lungo antiche linee ferroviarie dismesse: vediamo le più belle della top ten. Nei primi posti si sono classificate le piste ciclabili di Germania, Spagna e Francia.

La Europa-Radbahn Kleve – Kranenburg

La pista ciclabile tedesca ha totalizzato il maggior numero di voti ed è balzata al primo posto in classifica: l’Europa-Radbahn Kleve – Kranenburg è un percorso di difficoltà facile, su terreno asfaltato con una lunghezza di 10,8 km.  Questa ex linea ferroviaria si immerge nella natura della riserva naturale di Kranenburger Bruch, regalando panorami e scorci spettacolari. La pista collega la Germania ai Paesi Bassi e permette ai ciclisti di vivere un’esperienza di viaggio slow e sostenibile.

Il Cammino Francese: Pamplona – Puente La Reina

Il tratto del Cammino francese da Pamplona a Puente La Reina è di difficile percorribilità e ha una distanza di ben 23.5 km, su terreno misto. Questo percorso tocca anche una parte del Cammino di Santiago e permette a chi lo percorre di immergersi in paesaggi stupefacenti, ricchi anche di storia e cultura. Scoprirete, qui, l’Alto del Perdón, con le sue affascinanti sculture in ferro dei pellegrini.

L’Itinerario verde Via Alpina

L’itinerario verde di 19,2 km della Via Alpina svizzera va da Grindelwald a Lauterbrunnen: si tratta di un percorso alquanto faticoso e di difficile percorribilità, ma al tempo stesso soddisfacente per le straordinarie viste sul Monte Eiger, sulla Kleine Scheidegg e sul villaggio di Wengen. I paesaggi delle Alpi sono caratterizzati da floride valli e territori con cascate e villaggi montani, tutti da scoprire.

La Wyedale to Coombs Road via Monsal Trail

Ben 15.6 km su terreno sterrato caratterizzano il percorso in Regno Unito, da Wyedale a Coombs Road: qui i ciclisti possono godere della vista sul fiume Wye, attraversando ricchi boschi lungo le antiche gallerie della ferrovia dismessa. Percorrendo questa tratta è possibile anche scoprire le calcaree del Peak District, il viadotto di Monsal Head e altri tunnel ferroviari.

Il Domaine de Saint-Cloud e Bois de Fausses Reposes

Con una distanza di 33,8 km, su terreno misto, questo percorso – di difficoltà moderata – è ideale per chi desidera un mix di cultura, storia e bellezze naturali. Qui scoprirete alcuni luoghi del passato storico del territorio, come il memoriale dell’Escadrille La Fayette, il Domaine de Saint-Cloud con le sue eleganti fontane ornamentali e l’antico palazzo di Saint-Cloud.

Le altre 5 piste ciclabili che chiudono la classifica, invece, sono quelle dell’Anello collinare Börzsöny Kopasz, in Ungheria, l’Arco de Baúlhe – São Gonçalo via Ecopista da Linha do Tâmega (in Portogallo), l’Anillo Verde in Spagna, il Wesport – Mulranny via Great Western Greenway nel cuore della verdissima Irlanda e la Greenway of the lower Scarpe: Douai – Vred, in Francia.

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Aperitivo in terrazza, le location più panoramiche d’Italia

C’è un modo di godersi al meglio una città, specie dopo averla visitata, quando a fine giornata arriva il momento di rilassarsi senza però perdere occasione per continuare a fare delle piacevoli scoperte. È quando arriva l’ora dell’aperitivo e si può salire sulla cima di un edificio per godersi lo skyline, ascoltare buona musica, chiacchierare con gli amici e sorseggiare uno dei migliori cocktail del locale più alla moda del momento.

L’ideale è quindi regalarsi un buon aperitivo in terrazza. Un cocktail in mano, un tramonto mozzafiato, la compagnia giusta e una leggera brezza – o l’aria condizionata, se fa troppo caldo – ad accarezzare la pelle sono la ricetta perfetta per chiudere una giornata in bellezza. Da Nord a Sud dell’Italia, sono numerosissimi i rooftop che offrono panorami spettacolari, alcuni perfetti per l’estate – certi sono aperti anche ad agosto – ma molti da godersi tutto l’anno.

I più bei rooftop di Milano

Il viaggio alla scoperta dei rooftop più belli non può non partire da Milano, la capitale italiana della movida e dell’happy hour. Una delle location più mozzafiato di Milano è sicuramente The Organics SkyGarden al tredicesimo e ultimo piano dell’Hotel Hyatt Centric Milan Centrale. dalla terrazza tutta vetrate si gode di una vista pazzesca a 360 gradi dello skyline più incredibile di Milano, quello modernissimo di piazza Gae Aulenti con il famoso Bosco Verticale, il Palazzo della Regione Lombardia e la Torre Solaria, ma anche quello della Stazione Centrale, del Duomo e dei tetti della vecchia Milano. L’arredamento del locale ricorda una giungla. Ci si immerge in vero paradiso tropicale, tra vegetazione lussureggiante di piante esotiche e soffitti decorati con verde fogliame tipico della foresta pluviale del Centro America, a cui sono ispirati i cocktail esotici creati da esperti mixologist e serviti in originali bicchieri, accompagnati da piatti a base di cevice, tropical salad e frutta.

Con vista sui tetti della città, in pieno quartiere Brera, c’è un piccolo rooftop circondato dal verde che regala una bellissima vista sul centro storico e che dà l’impressione di trovarsi in un giardino sospeso. Sì, perché sul tetto dell’Hotel Milano Scala c’è un vero e proprio orto i cui prodotti, dalle verdure alle spezie, vengono poi impiegati per la cucine del ristorante dell’albergo. Un secret garden poco noto ma meraviglioso e molto rilassante.

Non è molto alto, perché si trova proprio sopra l’ingresso principale dell’hotel, ma è comunque un rooftop, dove sembra di stare in un giardino la Greenhouse dell’Hilton Milan, circondato da piante, un soffice praticello su cui camminare e tavolini di ferro battuto dove rilassarsi con un cocktail in mano. Magari a base di limoncello, prodotto direttamente con i limoni che crescono nella serra insieme a tante altre erbe usate dallo chef per preparare i piatti del ristorante e lounge bar CotoliAMO (aperto anche nel mese di agosto) sostenibile e zero waste perché tutto ciò che è possibile qui viene riutilizzato. Inoltre, vengono organizzati Pesto Experience, per scoprire i trucchi per fare il pesto direttamente dallo chef, la Mixology Class, per imparare a realizzare il proprio cocktail seguendo i segreti del bartender e prendendo gli ingredienti direttamente dalla serra dell’hotel.

Sempre in zona in zona Garibaldi, è d’obbligo anche una visita all’american bar del Ceresio 7, un rooftop con tanto di piscina e ristorante dove trascorrere anche un’intera giornata. Un luogo decisamente glam e alla moda, dove poter bere uno Spritz accompagnato da qualche piattino rigorosamente servito ammirando lo skyline più moderno con i grattacieli di Porta Nuova.

Tra i rooftop più suggestivi e più centrali, con una splendida vista sul Parco Sempione e sul Castello Sforzesco, c’è quello della Terrazza Triennale. In pieno centro con vista proprio su piazza Duomo, c’è la Terrazza Aperol, che fa parte dell’edificio che ospita la Galleria Vittorio Emanuele: non è grandissima, ma l’affaccio su una delle piazze più importanti d’Italia con vista sulla cattedrale più famosa la mondo è davvero unico.

I più bei rooftop di Roma

Se a Milano, con le sue luci che illuminano la notte di una città che non dome mai, si possono ammirare modernissimi skyline, a Roma i rooftop regalano viste a dir poco da sogno. È il caso di Achilli al D.o.m., una location esclusiva, nascosta tra i tetti della Capitale, nel cuore del centro storico cittadino. Ogni sera, solo 50 persone possono rifugiarsi in questo esclusivo angolo di città, godendosi il tramonto della Città Eterna. Meno selettiva, ma ugualmente elegante è la terrazza delloZuma, a due passi da piazza di Spagna. Il suo lounge bar, dal fascino nipponico e dall’arredamento minimal, è perfetto per rilassarsi gustando sakè, sushi e liquori pregiati.

I più bei rooftop nelle altre città

L’eleganza eterna di Torino, ex Capitale d’Italia, si nota molto nei suoi famosi caffè, dove servono il tradizionale bicerin, ma ora che la città è tornata molto in auge tra i turisti che la visitano tutto l’anno, aprono anche qui nuovi locali contemporanei sui tetti dei palazzi più belli. Come l’Otium Rooftop, con affaccio su piazza Solferino: design moderno e internazionale e ambiente rilassato e vivace con vista sui tetti della città circondati dalle Alpi. Per ammirare i capolavori di Firenze, dalla Cupola del Brunelleschi al Campanile di Giotto, un’ottima soluzione è La Terrazza del Continentale Lungarno Hotel, a pochi passi dal Ponte Vecchio, un locale incredibilmente romantico con una vista top.

A Venezia, la meta prediletta dagli innamorati è lo Skyline Rooftop Bar all’ottavo piano dell’antico Molino Stucky, sull’isola della Giudecca che offre un aperitivo a bordo piscina e una delle viste più affascinanti sui canali. Il Sud non è da meno. Nella sua celebre “Caruso”, Lucio Dalla con passione cantava “Qui dove il mare luccica e tira forte il vento, su una vecchia terrazza davanti al golfo di Surriento…”. A ispirare quei versi che hanno fatto la storia della canzone italiana avrebbe potuto essere tranquillamente la terrazza in cima all’esclusivo Majestic Palace Hotel di Sorrento. Arredamento totally white per un bar che s’affaccia sul golfo e su un immenso giardino da 15mila metri quadrati.

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Africa Egitto Idee di Viaggio Viaggi

Visto turistico per l’Egitto: cosa serve per richiederlo e quanto costa

Stai pianificando di visitare l’Egitto? Probabilmente ti starai informando su quanto è necessario per accedere al Paese. Per poter fare una vacanza qui, visitare il Cairo o goderti una bella crociera sul Nilo devi sapere che il visto turistico per l’Egitto è obbligatorio. Ma quanto costa? Come ottenerlo e quanto dura? Ti svelo tutte le informazioni utili che possono servirti.

Come ottenere il visto turistico per l’Egitto

Non preoccuparti, se desideri ottenere un visto turistico per l’Egitto il processo da affrontare è tutto sommato semplice, ma è importante seguire tutte le procedure per evitare inconvenienti. Di seguito ti svelo i metodi principali per richiedere il visto per l’Egitto e goderti finalmente una vacanza al Cairo, alla scoperta delle piramidi oppure una bella crociera sul Nilo.

  • Richiesta di visto elettronico (e-visa). Tra le modalità più convenienti a tua disposizione c’è quello di domanda digitale. Potrai infatti richiederlo on line attraverso il sito ufficiale del governo egiziano, creando un account con le proprie generalità e informazioni personali. Compila il modulo di richiesta inserendo il numero del passaporto, la durata del soggiorno e le motivazioni del viaggio. Poi effettua il pagamento della tassa e aspetta conferma. Generalmente viene approvata in circa 7 giorni lavorativi;
  • Richiesta di visto all’Ambasciata. Puoi richiedere il visto turistico per l’Egitto direttamente presso l’Ambasciata o il Consolato egiziano in Italia. Ti serviranno un passaporto valido, due fotografie formato tessera, il modulo di richiesta del visto compilato, la conferma delle prenotazioni di volo andata e ritorno oltre che dell’hotel dove soggiornerete; anche in questo caso effettuerai il pagamento della tassa del visto, il tempo di elaborazione è tra i 5 e i 10 giorni lavorativi;
  • Richiesta di visto turistico per l’Egitto all’arrivo. Nonostante non sia il metodo che ti consiglio o preferisco, devi sapere che è possibile ottenere il visto turistico per l’Egitto all’arrivo in aeroporto o il porto d’ingresso, per cittadini di diverse nazionalità, tra cui ad esempio molte dell’Unione Europea, Stati Uniti, Canada e Australia oltre che molti Paesi occidentali. Anche in questo caso ti serviranno il passaporto valido e la conferma della prenotazione alberghiera. Poi sarà sufficiente pagare la tassa del visto in contanti, e completata la procedura, riceverete il vostro visto turistico per l’Egitto.

Costi e durata del visto turistico per l’Egitto

I costi del visto turistico per l’Egitto possono variare a seconda della nazionalità e del tipo di visto scelto:

  • Visto elettronico (e-visa): 25 dollari per l’ingresso singolo, circa 60 dollari per l’ingresso multiplo;
  • Visto presso l’Ambasciata: tra i 20 e 30 dollari a seconda della nazionalità per l’ingresso singolo, tra i 50 e i 70 USD per l’ingresso multiplo;
  • Visto all’arrivo: 25 dollari per l’ingresso singolo, il visto per ingressi multipli all’arrivo non è previsto.

Quanto dura il visto turistico per l’Egitto

Il visto turistico per l’Egitto ha generalmente una durata standard ma ci sono alcune variazioni a seconda del tipo di visto richiesto. Quello classico ti consente di restare nel Paese per un massimo di 30 giorni, mentre quello multiplo offre più ingressi in entro un periodo di 90 giorni sempre con un soggiorno massimo di 30 giorni.

Estensione del visto turistico per l’Egitto

Se desideri soggiornare in Egitto oltre la durata iniziale del visto puoi farlo ma dovrai richiederne un’estensione presso il Dipartimento di Immigrazione del Ministero dell’Interno in Egitto, con il passaporto e la copia del visto attuale, compilerete il modulo e pagherete una tassa, le estensioni sono valide per un massimo di 90 giorni, ma la decisione finale è a discrezione delle autorità competenti.

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Siwa, una delle oasi più straordinarie d’Egitto

L’Egitto è una delle destinazioni più popolari del Nord dell’Africa: ha tante attrazioni e paesaggi variegati, che spaziano dalle spiagge dorate lambite dal mare azzurrissimo alle dune di sabbia del deserto dove scoprire le antiche e mistiche Piramidi. Alcuni degli angoli più sorprendenti del paesaggio di questa nazione, però, sono le oasi.

L’Oasi di Siwa, è una vera gemma nascosta nel cuore del deserto occidentale dell’Egitto, un luogo incantevole che ammalia i viaggiatori con la sua bellezza naturale e la sua ricca storia. Situata a circa 50 chilometri dal confine con la Libia, Siwa è un’oasi remota e un po’ difficile da raggiungere, ma che vale la pena di vedere per l’esperienza unica e autentica che offre ai viaggiatori.

Dove si trova l’Oasi di Siwa e come raggiungerla

L’Oasi di Siwa si trova nel Governatorato di Matrouh, nel nord-ovest dell’Egitto, a circa 560 chilometri dal Cairo. Circondata da palmeti lussureggianti e sorgenti d’acqua termale, Siwa è famosa per la sua atmosfera paradisiaca e la sua autenticità.

Il periodo migliore per visitare l’Oasi di Siwa è durante l’autunno e la primavera, quando le temperature sono più miti, poiché durante l’estate il caldo nel deserto egiziano può risultare davvero eccessivo.

Lago salato, Oasi di Siwa

Fonte: iStock

Il lago salato nell’Oasi di Siwa

Ma come raggiungere questa splendida oasi? Il modo ideale per arrivare a Siwa, è prendere un autobus da Il Cairo o Alessandria, oppure optare per un viaggio in auto, in pieno stile on the road. Siwa è anche accessibile tramite voli da Il Cairo all’aeroporto di Marsa Matrouh, da cui è poi possibile prendere un taxi o un autobus diretto all’oasi.

Cosa fare a Siwa e nei dintorni

Posta tra la depressione di Qattara e il Grande Mare di Sabbia, l’oasi di Siwa dista circa 600 km dalla capitale egizia, motivo per cui dirigersi lì in auto richiederà almeno 8-9 ore di guida. Eppure, come già accennato, Siwa è una delle oasi più particolari in Egitto: qui è possibile immergersi nell’atmosfera più autentica del luogo, andando alla scoperta di villaggi beduini e non solo.

La prima tappa è sicuramente quella alla Fortezza di Shali, centro nevralgico dell’antica storia di Siwa: oggi ancora domina il paesaggio, con le sue costruzioni in argilla e sale.

Ma non solo. In questa zona, infatti, è possibile anche fare un’escursione a due grandi laghi salati, il Siwan e il lago El-Zeitoun. Questa zona, inoltre, è particolarmente nota per la presenza del Tempio di Alessandro Magno, anche conosciuto con il nome di Tempio dell’Oracolo.

Fortezza di Shali

Fonte: iStock

La maestosa Fortezza di Shali

L’area che comprende l’oasi è vasta, ha una lunghezza di 80 km e una larghezza di circa 20 km e conta pressappoco 7.000 abitanti: tra questi, vi sono tribù originarie della Libia e della Tunisia, che parlano una lingua locale nota come Amazighi. La vita nell’oasi scorre lenta: la popolazione principalmente si occupa di attività agricole, come la coltura dei datteri e delle olive.

Gli amanti del relax saranno felici di sapere che nell’oasi di Siwa è possibile anche scoprire sorgenti di acqua calda rigenerative: ad esempio, la sorgente di Cleopatra, Bir Wahed e quelle che hanno origine dal monte Dakrour.

Tra le attività più belle da fare nei dintorni dell’oasi c’è quella di andare alla scoperta di Fitnas Island: ammirare il tramonto e i fenicotteri rosa sorseggiando un tè Siwan tradizionale, aromatizzato da foglie di limone, è un’esperienza da non perdere.

Per i più adrenalinici, invece, da non mancare è l’esperienza al Siwa Oasis Desert Safari: salite a bordo di una jeep 4×4 e avventuratevi nel Grande Mare di Sabbia per un po’ di sandboarding sulle dune.

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Dopo le Olimpiadi di Parigi, tutti pazzi per gli sport: dove provare i più strani

Con 12 ori, 13 argenti e 15 medaglie di bronzo vinti dall’Italia, si sono concluse nel migliore dei modi anche le Olimpiadi di Parigi 2024, l’evento sportivo più atteso dell’estate, che ha tenuto incollati milioni di italiani, appassionati e non di sport, davanti alla Tv (o allo schermo dello smartphone). Ora che sono finiti i Giochi olimpici, si sentono tutti sportivi. E quale momento migliore se non l’estate per dedicarsi all’attività fisica provando, magari, anche qualche nuova disciplina?

Le località di villeggiatura offrono tante opportunità per fare movimento: sentieri di montagna per praticare il downhill, lungomare dove correre i 100 metri, piscine olimpioniche dove mostrare al meglio il proprio stile libero e onde da cavalcare con la tavola da surf.

Resort per gli amanti dello sport

Ci sono, poi, dei luoghi che da sempre sono specializzati in vacanze attive, perfetti per chi ama fare sport o per chi desidera affacciarsi a una nuova disciplina e scoprire se fa al caso suo oppure no. Sono i Club Med, la più grande scuola di sport del mondo. Da sempre, infatti, i resort e i villaggi della catena francese fondata negli Anni ’50 con un concetto rivoluzionario di vacanza all inclusive, dove tutto è compreso, inclusi gli sport, e di vacanza per tutta la famiglia, creando nel 1967 i Mini Club, sono famosi proprio per la grande offerta sportiva.

Se volete sapere se siete portati per la vela, provate una lezione con il laser e, se non scuffiate, significa che avete buone chance. Se non avete mai indossato gli sci invita vostra, inforcate un paio di scarponi e se arrivate alla fine della pista forse avete scoperto lo sport per voi. Insomma, il bello qui è proprio quello di mettersi alla prova con gli sport più nuovi e originali che esistono al mondo.

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Fonte: @François Peyranne

Fare kite surf sulle acque cristalline di un’isola tropicale

Un po’ di storia

Già negli Anni ’50, l’attività sportiva era al centro dell’esperienza dei resort. Venivano già allora reclutati professionisti e atleti di altissimo livello che hanno deciso di trasmettere le proprie conoscenze e la propria passione agli ospiti che venivano in vacanza. Fu lo stesso fondatore dei Club Med, Gérard Blitz, che, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, puntò sullo sport come mezzo per aggregare le persone. Da quel momento in avanti, lo sport è stato uno degli elementi chiave che ha distinto questa catena da tutte le altre che sono nate negli anni.

Gli sport più originali che si possono praticare

Oggi, in questi resort sparsi in tutto il mondo – a breve ne apriranno anche uno in Sudafrica e un altro in Arabia Saudita – si arriva a contare oltre 60 differenti sport con cui mettersi alla prova, a partire dai quattro anni in su. Sport complicatissimi, quindi, ma anche alla portata dei più piccoli.

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Fonte: @Ludovic Balay

Solo nei Club Med s’imparano le arti circensi

Dagli sport più tradizionali come il tennis e il golf, i Club Med sono sempre stati al passo con i tempi e hanno sempre offerto ai loro affezionati ospiti tutte le attività più recenti e più originali come il padel, che ora va tanto di moda, il pickleball – che combina elementi del tennis, del padel e del badminton – o il wing foil – surf su una tavola dotata di un’ala gonfiabile o lo stand-up paddle board o il kite.

Ma ci sono anche sport più tranquilli benché innovativi, come lo yoga con il metodo Vibhava Yoga – una pratica adatta anche ai bambini, le arti circensi e la danza, che mette allegria e crea aggregazione, un’altra delle caratteristiche di una vacanza in un resort.

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Fonte: @Darren Centofanti

Il paddle è uno degli sport adatti a tutti
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Riapre il meraviglioso Castello di Lagopesole

La Basilicata è una regione ricca di antiche tradizioni, storia e che trasuda cultura dai suoi bellissimi paesaggi campagnoli e costieri. In provincia di Potenza, ad esempio, si può fare un tuffo nella storia esplorando le testimonianze storiche e architettoniche del passato che fu.

Dal prossimo 15 agosto, il medievale castello di Lagopesole (Potenza) riaprirà al pubblico a titolo gratuito: una bellissima novità per i visitatori che vogliono esplorare la zona e conoscere una fetta di storia lucana.

La storia del Castello di Lagopesole

Il Castello di Lagopesole è situato su una montagnetta a circa 820 metri di altezza, situata sullo spartiacque tra due fiumi, l’Ofanto e il Bradano. Questo castello di origine medievale, che si erge su una roccaforte normanna, fu residenza federiciana, tanto che lo stesso Imperatore Federico II di Svezia lo amava e lo usava come rifugio durante le sue sessioni di caccia in ambito di arte venatoria.

Nel 1242, infatti, Federico II di Svevia dette inizio ai lavori di ampliamento del Castello: divenne così il maggior punto di riferimento sulla valle di Vitalba. All’esterno, il castello si mostra come un maestoso edificio in pietra arenaria, mentre all’interno presente saloni molto grandi, dove ancora oggi si possono apprezzare antichissime mensole scultoree a reggere gli archi a sesto acuto, decorati di bifore e monofore.

Negli anni e nei secoli, il Castello di Lagopesole ha subito diverse modifiche: oggi, il Comune di Avigliano e l’associazione “Musei e parchi archeologici di Melfi e Venosa” insieme alla Regione Basilicata hanno annunciato la riapertura al pubblico del Castello di Lagopesole.

Gli spazi visitabili in questo primo momento di riapertura del castello, senza alcun pagamento o ticket dovuto, saranno per ora solo il cortile maggiore, la cappella Palatina e il museo dell’Emigrazione lucana, che oggi ospita anche il Centro dei Lucani nel Mondo “Nino Calice”, nonché la sala conferenze che potrà appunto essere usata per convegni e altri tipi di eventi.

La Cappella Palatina del Castello di Lagopesole è un’attrazione di grande suggestione artistica e spirituale: si tratta infatti di vero e proprio gioiello di arte romanica, un luogo sacro capace di incantare i visitatori con i suoi affreschi ben conservati e le decorazioni che narrano antiche storie religiose e cavalleresche. La Cappella Palatina del Castello di Lagopesole è pervasa un’atmosfera mistica e un senso di antica grandezza, che testimonia la ricchezza culturale e artistica di quell’epoca sotto il dominio di Federico II di Svezia.

Dal 15 agosto il Castello di Lagopesole sarà dunque visitabile dal giovedì alla domenica nei seguenti orari: 9:30-13:30 / 15:30-19:30, fino al prossimo 27 ottobre 2024 e cambierà orario nel periodo invernale restando aperto solo il sabato e la domenica nella fascia oraria 9:30-13:30 / 15:00-17:00, per il periodo che va dal 2 novembre 2024 al 30 marzo 2025.

Questa iniziativa si inserisce in un programma di rivalutazione del territorio lucano, tanto che lo stesso Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, ha dichiarato che la riapertura del Castello di Lagopesole è solo uno dei tanti nuovi progetti volti ad arricchire il viaggio all’interno della cultura e della storia che la regione meridionale ha da offrire ai turisti.

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Pompei sorprende ancora, la nuova scoperta dell’eruzione

Proseguono con successo le ricerche archeologiche nella Regio IX, Insula 10 di Pompei, un’area particolarmente ricca di scoperte che da tempo alimenta l’interesse degli studiosi. Le indagini in corso, parte di un progetto più ampio volto a mettere in sicurezza i fronti di scavo, hanno recentemente portato alla luce un altro importante ritrovamento: un piccolo ambiente che custodisce i resti di due vittime dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.

La nuova scoperta negli Scavi di Pompei

Questa nuova scoperta, oggetto di un primo inquadramento scientifico pubblicato sull’E-Journal degli Scavi di Pompei, ci riporta ai tragici istanti della catastrofe. All’interno del vano scoperto, un cubicolo adibito a stanza da letto temporanea, sono stati trovati i corpi di un uomo e di una donna. Quest’ultima, sul letto, portava con sé un piccolo tesoro composto da monete d’oro, d’argento e di bronzo, oltre a preziosi monili, tra cui orecchini in oro e perle, testimonianze della ricchezza e dello status sociale della vittima.

Il cubicolo, situato alle spalle del Sacrario blu, già documentato in precedenti scavi, e con accesso dal grande salone decorato in II stile, sembra fosse utilizzato come rifugio durante i lavori di ristrutturazione della casa. Le due vittime, sperando di sfuggire alla pioggia di lapilli che stava invadendo ogni spazio della domus, si rifugiarono in questa stanza, ignare del tragico destino che le attendeva.

L’ambiente, grazie alla porta chiusa, rimase sgombro dalle pomici, a differenza del salone adiacente, che si riempì rapidamente, bloccando la possibilità di fuga ai due sfortunati. Intrappolati nell’angusto spazio, furono infine travolti dai letali flussi piroclastici.

Le impronte nella cenere, perfettamente conservate, hanno permesso agli archeologi di ricostruire l’arredamento della stanza, rivelando la presenza di un letto, una cassa, un candelabro in bronzo e un tavolo con piano in marmo, ancora ornato con suppellettili in bronzo, vetro e ceramica. Questi reperti offrono uno spaccato straordinario della vita quotidiana a Pompei, permettendo di approfondire le conoscenze sulla società pompeiana e sulle tragiche storie individuali che si intrecciano con il dramma collettivo dell’eruzione.

I progetti del Parco Archeologico di Pompei

Il progetto di scavo in questione si inserisce in un più ampio approccio multidisciplinare adottato negli ultimi anni dal Parco Archeologico di Pompei. Questo metodo mira non solo alla conservazione del sito, ma anche al miglioramento dell’assetto idrogeologico e della sicurezza dei fronti di scavo. Sulla base dei dati raccolti, il Parco sta adattando continuamente le proprie strategie, concentrandosi sul restauro, la salvaguardia e l’accessibilità del patrimonio, e delimitando con precisione le nuove aree di scavo all’interno della città sepolta.

Contemporaneamente, il Ministero della Cultura e il governo hanno destinato importanti investimenti a nuovi scavi nel territorio circostante, tra cui Civita Giuliana, Villa dei Misteri e l’antica Oplonti nel Comune di Torre Annunziata. Questi interventi consentiranno di arricchire ulteriormente la nostra comprensione della vita nell’antica Pompei e nei suoi dintorni.

Secondo Gabriel Zuchtriegel, Direttore del Parco Archeologico di Pompei, l’analisi dei dati antropologici relativi alle vittime rinvenute fornirà informazioni preziose sulla vita quotidiana degli antichi pompeiani e sulle loro microstorie. “Pompei rimane un grande cantiere di ricerca e restauro”, – ha dichiarato Zuchtriegel, – “ma nei prossimi anni ci aspettiamo importanti sviluppi negli scavi archeologici e nella valorizzazione del territorio, anche grazie agli investimenti Cipess recentemente annunciati dal Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano”.

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Disneyland Paris, due nuove aree tematiche in arrivo nel 2026

Una serie di entusiasmanti novità sono in arrivo a Disneyland Paris, che porteranno a una trasformazione senza precedenti della principale destinazione turistica europea. Per il 2026, all’interno di quello che sarà rinominato “Disney Adventure World”, è prevista l’apertura di due nuove aree tematiche ispirate a due delle saghe Disney più amate, “Il Re Leone” e “World of Frozen”.

La prima area dedicata a “Il Re Leone” in un Parco Disney

La nuova area tematica dedicata a “Il Re Leone” trasporterà gli ospiti in un viaggio immersivo tra le avventure di Simba, Timon, Pumba e altri personaggi del prossimo film Disney, “Mufasa – Il Re Leone”, in uscita il 19 dicembre 2024. I Disney Imagineers sono già all’opera per dare vita alla maestosa Rupe dei Re, che farà da ingresso a un’attrazione acquatica ricca di avventure coinvolgenti, ambientata nella Terra dei Leoni e ispirata alla storia del classico Disney.

I visitatori avranno la possibilità di incontrare i loro personaggi preferiti, gustare prelibatezze nei ristoranti a tema e fare shopping nelle boutique della nuova area. “Siamo entusiasti e orgogliosi di presentare il prossimo straordinario mondo di Disney Adventure World, il nostro secondo parco che sta vivendo un’espansione senza precedenti, – ha dichiarato Natacha Rafalski, Presidente di Disneyland Paris in occasione della presentazione del progetto. – la creazione di un’esperienza straordinaria dedicata a Il Re Leone testimonia il nostro impegno a immergere i nostri ospiti in avventure mozzafiato ispirate ai loro film preferiti, nel cuore di mondi fedeli agli originali. Questa nuova area – ispirata all’indimenticabile storia che ha incantato diverse generazioni di spettatori – non esiste in nessun’altra parte del mondo. Permetterà agli ospiti di tutte le età di realizzare uno dei loro sogni più grandi: visitare la Terra dei Leoni accanto a tutti i loro personaggi preferiti“

Ispirata alla savana e ai luoghi iconici della saga, questa nuova area si spingerà oltre i confini dell’immaginazione grazie a una nuova attrazione unica che combinerà un’esperienza acquatica spettacolare con la più avanzata tecnologia Audio-Animatronics®.

I lavori di costruzione inizieranno il prossimo anno e la nuova area dedicata a “Il Re Leone”, situata vicino ad Adventure Bay, contribuirà a trasformare ulteriormente il Resort. “Il nostro obiettivo come Imagineers è quello di far trasparire l’emotività del film in questo progetto emozionante – ha commentato Michel Den Dulk, Direttore Creativo di Walt Disney Imagineering Paris, – facendo rivivere quelle sensazioni ancora una volta attraverso questa attrazione unica. Sono entusiasta ed emozionato che La Terra dei Leoni faccia il suo debutto qui a Disneyland Paris”

Lancio di “World of Frozen” e di un nuovo spettacolo notturno nel 2026

Prima dell’apertura della nuova area dedicata a “Il Re Leone”, una serie di nuove esperienze sono in serbo per i visitatori di Disney Adventure World. Tra queste, la promenade “Adventure Way” immersa in un paesaggio lussureggiante, l’attrazione per famiglie “Raiponce Tangled Spin”, e il raffinato “The Regal View Restaurant & Lounge”, che offrirà una vista spettacolare su Adventure Bay. L’attesa culminerà con l’apertura di “World of Frozen”, l’area tematica ispirata al celebre film Disney. Nel 2026, il Regno di Arendelle accoglierà gli ospiti con l’attrazione “Frozen Ever After”, esperienze di shopping, ristorazione a tema e la possibilità di incontrare Anna ed Elsa in persona.

Sempre nel 2026, un nuovo spettacolo notturno farà il suo debutto sul lago centrale di Adventure Bay. Uno show, mai visto prima, utilizzerà droni acquatici sviluppati appositamente per creare una combinazione mozzafiato di effetti speciali, fontane e coreografie di luci, regalando un finale sensazionale alle giornate. Queste nuove esperienze raddoppieranno la superficie del parco, segnando l’inizio di una nuova era creativa. In occasione dell’apertura di questa nuova area tematica, il secondo parco sarà ufficialmente ribattezzato “Disney Adventure World”.

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Nuova scoperta a Selinunte: ritrovato un tempio antichissimo

Il sito archeologico di Selinunte, in Sicilia, non smette mai di stupire. Nuovi edifici legati all’area sacra, tra l’età arcaica e quella classica, e una struttura che sembrerebbe un piccolo tempio, alle spalle del Tempio C, pari a circa due terzi del Tempio R, sono alcune delle ultime scoperte legate alla campagna di scavi in corso nel Parco archeologico di Selinunte da parte della New York University e dell’Università Statale di Milano. Gli esperti hanno riferito che la scoperta è di estremo interesse e valore, che potrebbe ridisegnare il perimetro dell’area.

L’eccezionale ritrovamento

Da più di dieci anni, gli archeologi dell’Institute of Fine Arts–NYU e dell’ateneo milanese stanno effettuando scavi archeologici a Selinunte, studiando a fondo i santuari urbani all’interno del grande muro di peribolo sull’Acropoli e portando alla luce porzioni di abitati e interessanti manufatti.

In particolare, in questa ultima campagna di scavi, sono stati fatti grandi passi in avanti, tanto che, se le ipotesi dovessero risultare esatte, si potrebbe riscrivere il perimetro dell’intera area del sito archeologico. I risultati degli ultimi scavi sono stati presentati lo scorso 11 agosto dal direttore del Parco archeologico Felice Crescente e dall’archeologo Clemente Marconi, che coordina 60 collaboratori e studenti che hanno effettuato diversi lavori di indagine a Selinunte.

“Le attività di ricerca effettuate in questa zona”, ha commentato l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana Francesco Paolo Scarpinato “riservano sempre nuove scoperte. In questo caso, si tratta di rinvenimenti di grande valore. In autunno, quando riprenderanno le attività, avremo dettagli più chiari sulla portata del ritrovamento”.

La missione di scavi ha individuato un accesso monumentale a Nord Ovest dell’Acropoli e anche un ambiente con un pozzo circolare contenente diversi oggetti, tra cui alcune monete e gioielli d’oro. Ma il ritrovamento più importante è stata una struttura che parrebbe condurre a un tempietto non ancora conosciuto, non grandissimo e senza colonne.

Il parco archeologico di Selinunte

Selinunte era un importante centro urbano della Magna Grecia in Italia, che sorgeva lungo la costa Sud-occidentale della Sicilia, nel territorio che oggi ricade sotto la provincia di Trapani. Non è solamente una preziosa testimonianza del passato di questa florida regione, ma anche un luogo dove la natura non ha mai ceduto il passo all’uomo: il sito, affacciato sulle acque cristalline del Mar Mediterraneo, è il più grande di tutta Europa e vanta ben 270 ettari di dolci colline punteggiate da templi e antichi resti di altri edifici.

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Fonte: Ansa

Gli scavi archeologici in corso a Selinunte

Al suo apice, la città ospitava 30.000 abitanti e copriva un’area di 670 acri. Il Tempio C, situato in questo quadrante, fu costruito in stile dorico intorno alla metà del VI secolo a.C. Scavi precedenti hanno portato alla luce centinaia di antichi sigilli, indicando che il tempio probabilmente fungeva da archivio ed era dedicato ad Apollo. Eretta su un altopiano calcareo a strapiombo sul mare, regala una vista mozzafiato sulla spiaggia di Selinunte e sulle acque cristalline che la lambiscono.