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Beach club a cinque stelle: i più esclusivi e firmati dell’estate

Avete mai pensato di trascorrere parte della vostra estate in un beach club a cinque stelle? Sono delle vere e proprie oasi di divertimento e relax in cui sperimentare momenti piacevoli e rilassanti. Il tutto in un contesto architettonico e naturale davvero da fiaba. Quest’anno, nel nostro Paese, ne hanno aperti tre davvero eccezionali, esclusivi e firmati in cui passare una stagione indimenticabile. Scopriamoli insieme.

Romazzino, A Belmond Hotel, Costa Smeralda

Iniziamo con la Sardegna e più precisamente con la Costa Smeralda, meraviglioso tratto costiero della Gallura, dove Belmond ha ampliato la sua presenza con la riapertura di Romazzino, A Belmond Hotel, Costa Smeralda. Sorge in uno degli angoli più suggestivi di Porto Cervo, e si tratta di un hotel totalmente ristrutturato grazie a un lavoro condotto dallo studio Palomba Serafini, che ha reinterpretato gli spazi esterni per la stagione estiva di quest’anno.

Di ispirazione marina, quindi con il caratteristico verde smeraldo che si mescola ai toni legati alla terra, è un vero e proprio omaggio all’essenza del paesaggio sardo che entra poi in perfetta armonia con gli arredi che sono stati realizzati con materiali locali e attività artigianali del luogo: i mobili diventano sculture (ma questa è solo una delle tante meraviglie).

Non è di certo tutto, perché il beach club di Romazzino è anche una struttura sostenibile in quanto sono stati scelti materiali che garantiscono resistenza e durata, anche grazie al coinvolgimento di artigiani locali come Bam Design, Cerasarda, Mariantonia Urru e Walter Usai, che hanno donato grande risalto all’identità locale, utilizzando decorazioni geometriche, colori e materiali che richiamano le tradizioni artigianali di questa magnifica terra.

Romazzino, A Belmond Hotel, Costa Smeralda è quindi uno straordinario esempio di architettura mediterranea con ben 4 ettari di giardini rigogliosi, eleganti ristoranti e limpide acque dalle mille sfumature che accarezzano affascinanti formazioni rocciose, che a loro volta celano piscine scintillanti all’interno di ampi giardini.

Non manca di certo il gusto, che è nelle mani dell’Executive Chef Dario Parascandolo che giuda la visione culinaria dei due ristoranti e dei tre bar del Romazzino, dove i piatti raccontano il meglio dei prodotti sardi e promettono piacevoli momenti in vero stile “Villeggiatura”.

Beach club di Romazzino

Fonte: aquilamattia.it

Pool Bar, un’oasi di pace situata accanto alle piscine

Missoni Resort Club

Voliamo ora in Sicilia per scoprire il nuovissimo Missoni Resort Club che ha debuttato al Verdura Resort, l’indirizzo Rocco Forte Hotels situato sulla costa meridionale di questa affascinante isola italiana. La spiaggia del Verdura Resort è interamente personalizzata con i motivi iconici e con i colori della fantasia Missoni Resort Club – che prendono ispirazione dalle sfumature turchesi e verde smeraldo dei paesaggi estivi, trasformando ogni elemento di décor, dai lettini prendisole alle sedie alle cabanas.

All’interno del Resort è presente anche un pop-up store Missoni, dove gli ospiti possono arricchire la loro esperienza durante il soggiorno e acquistare all’interno della boutique tutto ciò che desiderano. La palette di colori e gli iconici pattern sono ripresi anche tra le mura del punto vendita.

Ad accompagnare la collaborazione c’è anche la cocktail list “Missoni e Verdura Resort” creata dai mixologist del Verdura Resort, da degustare al bar della spiaggia o in quello a bordo piscina. Un vero e proprio angolo da sogno, anche perché è immerso in un parco di 230 ettari che ospita al suo interno uliveti e aranceti e confina con oltre 1,8 km di costa privata.

Ma del resto ci troviamo in una zona dalla bellezza sublime: tra la Valle dei Templi di Agrigento e la città di Sciacca, sulla costa sud occidentale della Sicilia. La struttura comprende 203 camere e suite e persino 20 esclusive Private Villas, residenze indipendenti adagiate sulla collina che si affaccia sulla splendida baia del Verdura Resort. I ristoranti sono invece quattro e da queste parti la cucina è fortemente legata all’autenticità dell’isola: le ricette esaltano i sapori della dieta mediterranea grazie all’impiego di prodotti siciliani semplici e tradizionali.

Missoni Resort Club, Sicilia

Fonte: Rocco Forte Hotels

Magnifica veduta dall’alto del Missoni Resort Club

Lido Villeggiatura, A Villa Sant’Andrea Beach Club

Sempre in Sicilia ma questa volta per scoprire Lido Villeggiatura, A Villa Sant’Andrea Beach Club che è circondato da giardini subtropicali che si affacciano sul Mar Mediterraneo. Ma del resto siamo a Taormina, e per questo il design del Lido riflette l’evoluzione dello stesso albergo da affascinante residenza privata negli anni ’50 a prestigioso rifugio per le vacanze estive nel nostro continente.

Dalle linee moresche, si tratta di un progetto che rende omaggio all’artigianato siciliano e che prende vita nel contesto incontaminato della Riserva Naturale di Isola Bella. Tantissime sono le attività da poter fare, poiché gli ospiti possono accedere all’esclusivo beach club e alle cabanas private, nuotare in un mare che definire cristallino è poco, per poi rilassarsi nella infinity pool. Non mancano le possibilità di dedicarsi agli sport acquatici.

Anche a livello culinario le soddisfazioni non sono di certo poche, perché il Ristorante Sant’Andrea mette sul piatto ricette tradizionali di terra e di mare e molto altro ancora. La struttura, inoltre, offre ben 67 camere con vista mare, di cui 9 Suite e 26 Junior Suite.

Lido Villeggiatura, Villa Sant'Andrea Beach Club

Fonte: Belmond Images

Veduta dall’alto di Villa Sant’Andrea Beach Club
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Visitare Nizwa nei dintorni di Muscat: cosa non perdere

Forse non lo sai ma ad un’ora e mezza da Muscat circa si trova Nizwa, una città la cui storia va a braccetto con i panorami mozzafiato. Non lontana dalla capitale dell’Oman e conosciuta come “la perla dell’Islam”, è stata un tempo la capitale del Sultanato e ad oggi continua ad avere un ruolo importante tanto nella cultura quanto nel commercio.

Il forte di Nizwa

Uno dei punti salienti di Nizwa è il suo famoso Nizwa Fort; costruito nel XVII secolo dall’Imam Sultan bin Saif Al Ya’rubi. Questo forte è una delle strutture architettoniche più iconiche dell’Oman. La torre centrale alta 40 metri domina la città e offre una vista panoramica spettacolare sulla regione sottostante. Il forte è visitabile ogni giorno con visite guidate che vi porteranno indietro nel tempo, potrete passeggiare tra le mura, esplorare stanze sotterranee e salire sulla torre per avere una vista mozzafiato su Nizwa e sulle Hajar, le montagne che la circondano.

Non dovresti considerarla solamente come un capolavoro architettonico ma intenderla come un autentico simbolo di resistenza e cultura che, grazie alla posizione strategica, domina la città storica di Nizwa. Gli interni non sono da perdere ma è soprattutto la vista dalla torre che ti lascerà a bocca aperta: l’oasi verdeggiante all’orizzonte e soprattutto la cornice delle montagne dell’Hajar. Non possiamo che definirlo il luogo perfetto per immergersi nella cultura omanita.

Il Souq di Nizwa, shopping e cultura

Dopo aver esplorato il forte, dedicati a visitare il Souq di Nizwa: si tratta di un mercato tradizionale è un must per i turisti. Cuore pulsante della città dove local e turisti si mescolano per scoprire e acquistare prodotti, spezie, artigianato e gioielli in argento lavorati a mano. Non c’è un luogo migliore di vivere la cultura local che visitare il suo mercato: qui, tra colori, profumi e suoni ci si immerge totalmente in quella che è la tradizione dell’Oman. Oltre ad essere il luogo perfetto per acquistare un souvenir spaziando dalle spezie ai gioielli artigianali, senza dimenticare tessuti e ceramiche, consiglio una visita soprattutto per acquistare dell’incenso: dopotutto è proprio questa una delle specialità del territorio.

Mercato del bestiame di Nizwa

Tra le attrazioni imperdibili di Nizwa c’è il mercato del bestiame che si tiene ogni venerdì mattina, tra le 5 e le 8 del mattino. Avrai modo di osservare le abili contrattazioni dalla tradizione millenaria, ma saranno l’abbigliamento locale e il vociare delle contrattazioni a tenere l’attenzione altissima.

Cosa vedere a Nizwa

Fonte: iStock

Vista su Nizwa dal forte

Al Jalali e Al Mirani, le torri di Nizwa

Le torri Al Jalali e Al Mirani sono due attrazioni storiche, sono situate nel centro di Nizwa, facevano parte delle antiche fortificazioni della città e oggi offrono uno spaccato interessante sulla modalità difensiva del passato. Le due torri sono accessibili e visitabili, salirle significa godere di una vista spettacolare sulla città storica e sulle antiche mura. Volendo puoi fruire delle visite guidate dove verranno forniti dettagli storici sulle strategie di difesa e sulla storia legata a queste strutture così da approfondire gli aspetti storici ad essi collegati.

Nizwa, i suoi vicoli antichi

Una cosa da fare assolutamente a Nizwa, è perdersi tra i vicoli! L’anima antica di questa città ti trasporterà veramente in una sorta di viaggio nel tempo, dove intere abitazioni in argilla ti lasceranno a bocca aperta insieme alla vista dei piccoli negozi colmi di mercanzie coloratissime e profumate. Tra un vicolo e l’altro non mancare di assaggiare i datteri, considerati i migliori del mondo per la loro qualità e il sapore distintivo. Addentrandosi si ha modo di scoprire quella che è l’anima più antica: qui potrai vedere dal vivo le autentiche abitazioni in argilla, che ancora sono in utilizzo ma chiaramente ti catapultano indietro nel tempo.

Falaj Daris, patrimonio UNESCO

Tra i luoghi cult da non perdere ci sono i Falaj Daris. Si tratta di un sistema di irrigazione tradizionale che rientra ufficialmente tra parti fondamentali della rete di Falaj dell’Oman. Una curiosità in merito? Viene considerata tra le più antiche e sofisticate tecniche di irrigazione ancora in uso nel mondo, talmente prezioso da essere stato riconosciuto come patrimonio UNESCO. Osservando la serie di canali sotterranei e superficiali si ha modo di comprendere il complicato lavoro ingegneristico progettato per garantire un flusso costante e regolare dell’acqua dalle sorgenti fino ai giardini della città.

Moschea del sultano Qaboos

Se la confrontiamo con quella di Muscat probabilmente sembra avere meno fascino ma ti assicuro che merita una visita: la moschea del Sultano Qaboos è visitabile ai turisti in orari determinati e alcune giornate ma è bene sapere che per accedervi sono obbligatori pantaloni lunghi persino per gli uomini e le donne devono avere capo e braccia coperti. Seppur meno impattante rispetto ad altre moschee, ha una sua storicità e un fascino unico. L’aspetto che vediamo oggi non è quello originale. I lavori di ristrutturazione nel 1970 sono stati drastici e non possiamo negare che ne abbiano mutato in modo considerevole quello che era il design originale. Ma a dominare la scena ci pensa la sua cupola: così appariscente che si riesce a vedere da lontano.

Moschea del sultano Qaboos tra le cose da vedere a Nizwa

Fonte: iStock

Visitare la moschea del sultano Qaboos a Nizwa

Castello di Jebreen

Conosciuto sia con il nome internazionale di Jebreen Castle che di Fort Jabrin è tra le attrattive da non perdere quando si visita Nizwa e i suoi dintorni. Nato originariamente per motivi abitativi e non bellici, ha un’architettura datata 1670 e una struttura tipicamente araba. Basti pensare che i soffitti e le pareti sono dipinti con motivi floreali e versi di poesia araba. Composto da oltre 55 stanze, fa sentire i visitatori davvero piccoli e a tratti si percepisce di essere in un “labirinto”.

Se un tempo è stata la capitale del paese, oggi è senza dubbio tra le più antiche e caratteristiche da non perdere durante un viaggio in Oman. Ricordiamo però che da qui, oltre alla città stessa, è possibile esplorare leggermente le vicinanze attraverso escursioni in giornata che danno modo di approfondire quella che è la vista che già si intravede dal forte. Di monti Hajer ai canyon omaniti, sono tante le possibilità a tua disposizione per lasciare che l’Oman ti conquisti.

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Il più bel viaggio da fare nel weekend a settembre è nel Monferrato

Italics, la prima rete istituzionale nata per riunire settantaquattro gallerie d’arte moderna e contemporanea attive sul territorio nazionale, ha scelto il Monferrato come location del suo progetto Panorama, alla sua quarta edizione. Una decisione che non stupisce considerando la bellezza di questa terra, contraddistinta da un paesaggio dolce composto da collineborghicastelli e vigneti. Ed è proprio in questo scenario che si terrà la mostra itinerante e diffusa che, coinvolgendo 15 sedi, 4 paesi, 63 artisti e 62 gallerie, ha l’obiettivo di mettere in relazione arte, architettura, antichità e contemporaneo con il territorio e le sue comunità.

Settembre diventa quindi il mese ideale per scoprire il Monferrato: situato tra Asti e Alessandria, rappresenta una meta turistica molto amata da chi desidera staccare la spina e scoprire un’area riconosciuta Patrimonio UNESCO che vanta un ricco patrimonio artistico, culturale e vinicolo. Ecco un assaggio del programma Panorama e cosa fare e vedere durante un weekend in questo territorio.

Panorama 2024: una mostra itinerante

A cura di Carlo Falciani, storico dell’arte, insegnante e curatore indipendente, la quarta edizione di Panorama trasformerà Monferrato in un museo a cielo aperto da scoprire con lentezza. Dal 4 all’8 settembre, i paesi di Camagna, Vignale, Montemagno e Castagnole ospiteranno un percorso espositivo pensato per riscoprire il paesaggio attraverso un viaggio artistico creato con le diverse opere e installazioni sparse per i borghi. Quello creato da Panorama, infatti, è un racconto inedito che unisce antico, moderno e contemporaneo nei luoghi più belli d’Italia.

Sono 15 le sedi scelte, dall’Ex Cottolengo al Palazzo Comunale di Camagna, da Palazzo Callori alla Chiesa dei Battuti a Vignale, dal Castello ai Voltoni Scalea Barocca a Montemagno all’Ex Asilo Regina Elena a Castagnole. In particolare, l’edizione di quest’anno si ispira ai principi de La civil conversazione, un testo scritto da Stefano Guazzo e pubblicato nel 1574, scelto perché mostra come alcune idee nate in Monferrato siano state fondamentali per l’Europa tra il Cinquecento e Seicento.

Weekend nel Monferrato a settembre: cosa vedere

All’itinerario artistico offerto da Panorama, potete aggiungere una visita alle altre zone del Monferrato, un paesaggio unico da scoprire sia a piedi che in bicicletta. Qui potete trascorrere un’intera giornata a spasso fra borghi e castelli: dalle architetture barocche di Casale Monferrato agli Infernot di Rosignano Monferrato, termine piemontese che fa riferimento a un luogo sotterraneo utilizzato come cantina. Per gli amanti dei castelli, invece, da non perdere sono sicuramente il Castello di Tagliolo, considerata una delle fortezze meglio conservate di tutto l’Alto Monferrato, il Castello Malaspina a Cremolino, quello di Razzano e il castello di Gabiano.

Infine, impossibile organizzare l’itinerario perfetto nel Monferrato senza regalarsi una degustazione dei suoi vini. Settembre, mese della vendemmia, è il periodo ideale per scoprire la cultura vinicola del territorio perché viene organizzata la Festa del Vino: un’occasione unica per scoprire gli 11 vitigni locali dai quali nascono i vini D.O.C. del Monferrato, apprezzati in tutto il mondo. A rendere questa esperienza ancora più speciale ci penserà la natura, che proprio in questo periodo farà spazio alle splendide tonalità dei paesaggi autunnali che in questo territorio si mostrano in tutta la loro bellezza.

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Un giorno a Riquewihr, la perla dell’Alsazia

L’Alsazia è la regione francese più vicina a Germania e Svizzera, posta sul versante orientale del Paese, nel Nord. Questa affascinante regione francese è famosa soprattutto per i suoi borghi dal fascino decisamente pittoresco, caratterizzati dalle tradizionali e antiche case a graticcio, attaccate le une alle altre lungo le stradine acciottolate e profumate dai fiori colorati che sporgono dai balconcini.

Strasburgo e Colmar (la Petite Venice) sono cittadine imperdibili, ma lo è decisamente anche la bella Riquewihr, o Riquevire come viene anche chiamata, che ha persino ispirato i disegnatori della Disney per realizzare il classico de La Bella e la Bestia nel 1991.

Questo piccolo comune francese, infatti,  è particolarmente suggestivo e fiabesco, e ha ispirato artisti da ogni parte del mondo, come il celebre Hayao Miyazaki, registra e produttore cinematografico giapponese, o il cantautore italiano Cesare Cremonini che, nel centro del paese, ha girato il video musicale del brano Maggese.

Scopriamo cosa vedere a Riquewihr in un itinerario di un giorno per esplorare la cittadina a piedi o in sella a una bicicletta.

Cosa vedere a Riquewihr in un giorno

L’incantevole borgo francese di Riquewihr, è un luogo splendido da visitare almeno una volta nella vita. Insieme a Eguisheim o Hunawihr, ha ricevuto in passato il riconoscimento di “Borgo più bello di Francia” e noi pensiamo che non si siano proprio sbagliati. Riquewihr è davvero un paesino bellissimo.
Riquewihr è facilmente raggiungibile in automobile. Una volta arrivati, potrete posteggiare l’auto in un comodo parcheggio fuori dal centro e incamminarvi all’interno del paese a piedi. Un’alternativa possibile e molto praticata è scoprire la regione in sella alla bicicletta, la fatica che vi costerà sarà ampiamente ripagata dai paesaggi e dagli scorci unici che incontrerete.
Riquewihr, Alsazia, Francia

Fonte: Shutterstock

Il centro storico di Riquewihr
Il nostro itinerario di un giorno a Riquewihr parte dall’Hôtel de ville, costruito nel 1809 sul sito dell’antica porta inferiore della Città Vecchia. Giungendo da Avenue Jacques Preiss, si attraversa l’arco posto al centro del palazzo comunale: l’edificio ricorda sia la funzione difensiva che di accesso principale alla città. Sulla destra si può ammirare la collina coltivata a vite, una tradizione enogastronomica e culturale di questa regione che è decisamente caratterizzata dalla presenza di vini pregiati.
Proseguendo lungo Rue du Genéral de Gaulle si attraversa il centro storico. All’incrocio con Rue de la Première Armée si trova l’ufficio turistico dove è possibile reperire piantine della città e informazioni dettagliate sui principali luoghi di interesse.
Numerose sono le case inserite nell’elenco dei Monumenti Storici di Riquewihr e il miglior modo per scoprirle tutte è perdersi nelle stradine del centro e lasciarsi guidare dai colori e dall’atmosfera fiabesca del borgo. Tra le tante da non perdere vi segnaliamo la Casa del viticoltore risalente al XVI secolo, la casa nota come Au Bouton d’Or e la Maison du Maire Eberlin.
In Rue des Trois-Églises si trova la chiesa di Notre Dame, l’antico luogo di culto risale al XIV secolo ma l’edificio è stato ristrutturato e rimaneggiato nel corso dei secoli. Visitando il centro storico incontrerete anche il Musée Hansi: gli appassionati d’arte non possono perdere la visita al museo che ospita la collezione del grafico Jean-Jacques Waltz.
Camminando per le stradine del centro si rimane colpiti dalla bellezza con cui sono state ristrutturate le abitazioni private e dall’attenzione che gli stessi proprietari mettono nel curarle e abbellirle con piante e fiori. Questa cura è stata premiata da un concorso che promuove le piccole città in fiore della Francia e questo è stato un ulteriore incentivo per valorizzare le risorse turistiche e culturali della regione.
Riquewihr, centro storico

Fonte: iStock

Le colorate stradine di Riquewihr
All’estremità occidentale della città vecchia si trova una delle principali attrazioni della città, il Dolder. La torre è l’unico resto della cinta muraria originaria ed è oggi uno dei simboli di Riquewihr. Dolder in alsaziano significa “il punto più in alto” e con i suoi 25 metri di altezza la torre costituiva un ottimo punto di osservazione e di difesa in caso di attacco da parte dei nemici.
Una particolarità di questa torre militare è la doppia facciata che la caratterizza ancora oggi. Arrivando dal centro del paese si presenta come un’abitazione a quattro piani con fiori e decorazioni in legno, all’esterno della cinta muraria appare invece come un’imponente struttura difensiva con strette feritoie. Oggi il Dolder ospita un museo di arte e tradizione popolare dove sono esposte armi e attrezzi risalenti al XV secolo.
Poco oltre si trova la Porta Alta, costruita nel XVI secolo per rinforzare le difese militari della città. Anticamente la porta era dotata di un ponte levatoio di cui si può vedere ancora oggi parte della struttura.
Nella parte Nord occidentale del centro storico si trova il Musée de la Tour de Voleurs, collocato nell’antica prigione. La Torre dei Ladri, questo il significato, è un edificio pentagonale alto circa 18 metri costruito a metà del XVI secolo. Qui si possono visitare la camera delle torture e la stanza degli interrogatori: i locali sono stati utilizzati dal XIV secolo fino alla metà del XX secolo.
Ritornando verso il centro di Riquewihr si può approfittare dei numerosi locali per una pausa ristoratrice. Non mancano i cafè e ristoranti dove rilassarsi e gustare le specialità locali accompagnate da un bicchiere di buon vino.
Chi desidera inserire la città di Riquewihr come tappa di un itinerario più ampio, tenga presente che, oltre a far parte della regione storica e culturale dell’Alsazia, si trova a poca distanza dalla Route du vin, un itinerario turistico che ripercorre alcuni luoghi caratteristici di questa regione dove gran parte dell’economia è basata sulla produzione di uva e vino.

Quando andare a Riquewihr

Se vi state domandando quale sia il periodo migliore per visitare un borgo dell’Alsazia come Riquewihr, la risposta è che l’ideale sarebbe partire nei mesi tra maggio e settembre. In questo periodo, infatti, è possibile godere di un clima mite e più ore di luce, senza contare il fatto che la regione in primavera ed estate regala paesaggi coloratissimi. Inoltre, in queste due stagioni i borghi dell’Alsazia sono pieni di eventi e feste folkloristiche.

Anche l’autunno è una buona idea, perché è il periodo in cui ammirare il foliage, soprattutto nelle zone delle vigne e godere di feste e sagre enogastronomiche riguardanti proprio la vendemmia. L’inverno, seppur rigido, ha comunque la sua fetta di magia: in Alsazia durante i mesi invernali prima di Gennaio i borghi si riempiono di coloratissimi mercatini di Natale.

Riquewihr, Natale

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Il centro di Riquewihr a Natale

Cosa mangiare a Riquewihr

In Francia, si sa, mangiare male è davvero difficile – anzi, impossibile – e la regione dell’Alsazia non è da meno: Riquewihr non deluderà i buongustai! In questo fiabesco borgo, noi vi consigliamo di non perdere l’opportunità di scoprire i piatti tipici locali: tra questi, dovete dare un assaggio alla famosa tarte flambée. Questo piatto è praticamente una sorta di pizza bianca sottile, farcita con formaggio, panna acida, cipolle e pancetta.

La choucroute, invece, è una pietanza a base di crauti, patate e carne di maiale, un piatto perfetto per i mesi freddi.

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Viaggio a Cipro, l’isola dove il clima è perfetto tutto l’anno

Cipro è la terza isola per estensione del Mar Mediterraneo dopo la Sicilia e la Sardegna; è situata a sud della penisola anatolica, a poca distanza dalle coste orientali della Grecia. Il suo clima è di tipo mediterraneo sulla costa, con inverni piovosi ed estati soleggiate, mentre nella pianura interna, dove si trova Nicosia, è mite con estati molto calde e freddo nelle zone montuose.

Spiagge bellissime, acque trasparenti e pulitissime. L’Agenzia Europea dell’Ambiente stabilito che l’isola può vantare il 99,1% di acque balneabili, un risultato davvero eccellente. Non solo, Cipro nel 2019 si è aggiudicata ben 65 Bandiere Blu. Scopriamo insieme cosa vedere sull’isola di Cipro, un luogo dove ci si può sentire in estate quasi tutto l’anno.

Quando andare a Cipro

Lungo le coste di Cipro, il clima è tipicamente mediterraneo, come quasi in tutta la Grecia; nel mese di gennaio si registrano temperature medie intorno a 11-12°C, abbondanti precipitazioni a carattere piovoso si hanno generalmente nei mesi tra novembre e marzo, a dicembre e gennaio. L’inverno alterna periodi di maltempo facendo sentire anche un po’ di freddo, a giornate di bel tempo in cui splende il sole.

La lunga estate che va da fine maggio a inizio ottobre è molto calda ed ha un tasso di umidità abbastanza elevato, ma a rendere sopportabile l’afa c’è lo spirare costante delle brezze. Le piogge sulla costa non sono particolarmente abbondanti anche se nel periodo invernale possono esserlo.

Cipro, grotte marine

Fonte: 123RF

Le grotte marine a Cipro

Se siete interessati a sapere qual è il periodo migliore – dal punto di vista climatico – per godere del mare di Cipro, si può considerare quello che va dal mese di giugno a quello di ottobre. In questi mesi fare il bagno sarà davvero piacevole dato che l’acqua sarà abbastanza calda, ragion per cui potrete tirare fuori dalla vostra valigia i più colorati costumi e magari le signore un foulard per la brezza e un vezzoso cappello per il sole, oltre all’immancabile crema solare per tutti.

Nella pianura della Mesaoria si gode di un clima invernale mitigato, ma più freddo; il mese di gennaio fa registrare temperature medie intorno a 9-10°C che di notte si avvicinano allo zero. L’estate invece è molto calda; a Nicosia, capitale di Cipro, nei mesi di luglio e agosto si attestano massime sui 36-37°C; quest’area così calda fa di Cipro l’isola con il clima più caldo del Mediterraneo anche se vale soltanto per questa regione.

Quando giungono le ondate di caldo africano, Nicosia fa registrare temperature nei mesi da maggio a ottobre che possono raggiungere e talvolta superare i 40°C. Motivo di questo clima così caldo è il fatto che la città si trova in una piana chiusa tra due catene di montagne che impediscono l’arrivo della brezza: a nord si trova la catena di Kyrenia e a sud nella parte centrale dell’isola i Monti Troodos con il Monte Olimpo alto 1.952 metri. A Nicosia in tutto il periodo estivo non piove quasi mai e l’andamento delle precipitazioni nella zona è simile a quello costiero con piogge nei mesi di dicembre e gennaio.

Cipro, Grecia

Fonte: 123RF

Lo scoglio di Afrodite a Cipro

A Prodromos, situata ai piedi del Monte Olimpo, a quota 1.300 metri in inverno può anche gelare e nevicare e nella stagione estiva la zona può essere soggetta a rovesci a carattere temporalesco. Se pensate di visitare questa parte di Cipro in inverno, vi converrà mettere in valigia un abbigliamento consono all’ambiente montano; non dimenticatevi dunque maglioni e felpe, giacca e berretto, mentre in estate sarà sufficiente una giacca leggera e un buon paio di scarpe da trekking per le vostre passeggiate.

Considerando il clima di Cipro possiamo indicare come periodo migliore per visitare le città ed in particolare i siti archeologici come Pafos o Kourion e i monasteri bizantini quello che va da metà aprile a metà maggio e da metà ottobre a metà novembre, quando le temperature giornaliere si attestano attorno ai 20-25°C, e le notti sono fresche. Vi consigliamo di portare con voi un ombrello poiché non è escludibile qualche precipitazione piovosa.

Se invece siete interessati a visitare la pianura di Nicosia e temete il gran caldo, la stagione migliore è la primavera che oltre a regalarvi lunghe giornate vi permetterà di ammirare anche una rigogliosa vegetazione in fiore. Le notti sono però più fredde; è dunque consigliabile avere con voi qualche capo di abbigliamento caldo. Il clima estivo di Cipro permette agli amanti dell’abbronzatura di iniziare a prendere il sole già dal mese di maggio.

Considerando che la stagione balneare è piuttosto lunga tanto da concludersi a metà ottobre, se vorrete approfittare anche del mare – che nel mese di maggio è ancora un po’ freddo – potreste organizzare il vostro viaggio fra giugno e settembre che sono mesi meno caldi rispetto a luglio e agosto, tenendo ben presente che comunque nelle ore centrali le temperature potrebbero essere molto elevate specialmente se vi allontanate dalla costa per qualche escursione.

Cipro, Nissi

Fonte: 123RF

La spiaggia di Nissi a Cipro

Cosa vedere a Cipro

Ora che abbiamo avuto una panoramica di come si presenta l’isola di Cipro, mese dopo mese tutto l’anno, possiamo parlare di quali siano le attrazioni e i luoghi da non perdere in questo splendido angolo di Grecia. Tuttavia, poiché Cipro è un’isola ricca di storia e bellezze naturali, i luoghi da visitare sono davvero molti e soprattutto variegati.

Tra le principali attrazioni dell’isola ci sono i siti archeologici come Kourion e Paphos, che raccontano la storia millenaria dell’isola. Le incantevoli spiagge di sabbia bianca lungo la costa sud offrono invece un luogo perfetto per rilassarsi e godersi il sole.

La pittoresca città vecchia di Nicosia, divisa in due parti dalla “Linea Verde”, regala ai viaggiatori un affascinante mix di cultura e storia. Per gli amanti della natura, il Parco Nazionale delle Foreste di Troodos è un vero paradiso con i suoi sentieri escursionistici e la flora e fauna uniche.

Infine, non si può visitare Cipro senza esplorare i pittoreschi villaggi di montagna come Omodos e Lefkara, noti per l’artigianato locale e l’atmosfera tradizionale.

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Stonehenge sorprende ancora, scoperta la vera origine della sua pietra

Stonehenge, straordinario sito neolitico che si trova vicino ad Amesbury, in Inghilterra, da secoli affascina archeologi e studiosi per via delle sue leggende e dei suoi innumerevoli misteri. Su di esso, infatti, esistono pressoché infinite teorie sulla modalità e sullo scopo della sua costruzione, ma fino a questo momento ancora non si era trovata alcuna prova schiacciante per dimostrare la veridicità delle varie ipotesi. Tuttavia, un nuovo studio affermerebbe che è appena stata scoperta la vera origine della pietra con cui è stato costruito.

Lo studio che svela l’origine della pietra di Stonehenge

Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature e svolto da un team internazionale di ricerca guidato dal geologo britannico Anthony Clarke dell’australiana Curtin University, sostiene che la composizione chimica dei minerali della monumentale Pietra dell’Altare di Stonehenge dimostrerebbe che il blocco di arenaria, per moltissimo tempo ritenuto originario del Galles, provenga in realtà dalla Scozia. Ciò vorrebbe dire, quindi, che questo sasso di ben 6 tonnellate sarebbe stato trasportato per oltre 700 chilometri.

Nel dettaglio, l’analisi effettuata dai ricercatori avrebbe rilevato che specifici granuli di minerali nella Pietra dell’Altare avrebbero un’età compresa tra 1.000 e 2.000 milioni di anni, mentre altri minerali circa 450 milioni di anni. Secondo il loro illustre e fondamentale parere emerso a seguito dello studio, questi dati fornirebbero un’impronta chimica distinta che suggerirebbe che la pietra provenga da rocce nel bacino delle Orcadi, in Scozia, ad almeno 750 chilometri di distanza da Stonehenge.

A questo punto, quindi, si aprono ancor più domande affascinanti su come tutto questo sia stato effettivamente possibile, considerando i vincoli tecnologici dell’epoca per trasportare una pietra così massiccia su distanze altrettanto gigantesche (soprattutto in quel momento storico). Stando alle prime ipotesi, vi è stata una probabile rotta di spedizione marittima lungo la costa della Gran Bretagna.

Perché è una scoperta importantissima

La Pietra dell’Altare è uno dei più grandi megaliti al centro di Stonehenge e il suo trasporto, per circa 750 chilometri, suggerirebbe che l’organizzazione della società neolitica britannica fosse molto più complessa e avanzata di quanto pensato fino a questo momento.

Gli studiosi avevano precedentemente stabilito che questo enorme sasso provenisse dalle colline del Galles occidentale, ma essendo la Pietra dell’Altare fatta di una roccia diversa rispetto alle altre la sua origine è stata spesso dibattuta, tanto che già lo scorso anno un gruppo di ricercatori dell’Università di Aberystwyth, in Galles, aveva messo un punto in modo definitivo sul fatto che la pietra non potesse provenire dal Galles. Tuttavia, la sua origine era rimasta sconosciuta, almeno fino a quest’ultima e interessantissima scoperta.

In questo recente studio, infatti, i dati raccolti dalla Pietra dell’Altare sono stati confrontati con i depositi sedimentari presenti in diverse aree del Paese, che hanno fatto emergere una corrispondenza con una sequenza di rocce situate nell’estremo nord-est della Scozia.

Tutto ciò suggerirebbe, dunque, che i popoli del Neolitico non fossero isolati, ma che al contrario possedevano una rete di contatti e scambi che si estendeva su distanze notevoli.

La scoperta appena effettuata ci fornisce quindi importantissime informazioni sull’origine di questo sito, che possono essere un ideale punto di partenza per provare a risolvere gli ancora tantissimi misteri e segreti che racchiude.

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In Francia non c’è solo lo Sbarco in Normandia

Durante la notte del 14 agosto 1944 prendeva il via l’Operazione Dragoon, l’invasione Alleata della Francia meridionale nell’ambito della Seconda Guerra Mondiale. Fu così che il 15 agosto di quell’anno sbarcarono in Provenza oltre 94.000 uomini e 11.000 veicoli, con combattimenti che durarono più di 20 giorni e che alla fine riunirono oltre 450.000 uomini in uno sforzo eroico.

In questo 2024, quindi, ricorrono 80 anni dallo Sbarco in Provenza, ricordato come il più grande sbarco fatto dagli alleati nel Mediterraneo, secondo solo a quello della Normandia. Per celebrare l’anniversario, il Var, un dipartimento della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra il cui nome deriva dal fiume omonimo, invita a seguire le orme dei suoi eroi esplorando il nuovissimo percorso turistico “Il Var 1944, le Strade della Libertà”.

“Il Var 1944, le Strade della Libertà”

“Il Var 1944, le Strade della Libertà” è un nuovissimo e altamente suggestivo itinerario completamente segnalato che conduce alla scoperta di preziosi siti naturali e dei luoghi più importanti di questo evento storico. Il Var, del resto, è stato teatro di un fondamentale episodio che ha portato alla Liberazione della Francia e, di conseguenza, dell’intero continente europeo.

La battaglia, che durò ben 27 giorni, si svolse nei territori del Massiccio dei Maures e nell’Estérel, da Rayol-Canadel a Saint-Raphaël passando per Cavalaire-sur-Mer, La-Croix-Valmer, Ramatuelle e Sainte-Maxime e molto altro ancora, tanto che oggi questo percorso consente di fare un viaggio indietro nel tempo per riscoprire i monumenti, musei, memoriali e siti di importanza storica.

Le tappe più belle

Tra le tappe da fare assolutamente c’è Saint-Cyr-sur-Mer, pittoresca località affacciata sul Mar Mediterraneo, dove poter seguire il sentiero dei doganieri dal porticciolo di La Madrague alla Calanque di Port d’Alon e a quella di La Galère, un itinerario grazie a cui scorgere delle viste emozionanti su Cap Sicié e sull’arcipelago di Riou.

Poi ancora Sanary-sur-Mer, antico porto di pescatori che sfoggia il fascino del villaggio ma anche le comodità della città, che accoglie i suoi visitatori con tantissime tradizioni, stradine, piazze ombreggiate, tipiche barche, mercati, e un pressoché infinito patrimonio naturale e storico.

Voliamo ora presso la funivia del Mont Faron che consente di ammirare da un punto di vista assolutamente privilegiato il Parco nazionale di Port-Cros, spesso definito come un “paradiso sull’acqua” per via della flora e fauna marine, ma anche per le piccole isole, promontori, insenature, cale e “praterie” sommerse di cui è forgiato.

Imperdibile è anche Bormes-les-Mimosas, classificato come uno dei villaggi più fioriti di Francia, che risulta particolarmente interessante per il suo centro storico che lo fa sembrare un presepe provenzale. Ma non è tutto, perché qui prende vita quella che è ritenuta una delle baie più belle del pianeta intero, anche grazie al suo impegno per un turismo responsabile e sostenibile.

Infine (ma vi ricordiamo che le tappe da poter fare sono molte di più) Roquebrune-sur-Argens, un pittoresco villaggio diviso in 3 quartieri e ognuno dei quali contribuisce alla ricchezza del paesaggio situato tra mare e terra: questo piccolo ma suggestivo paese sorge ai piedi della roccia di Roquebrune ed è ideale per fare una completa immersione nella natura.

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La costa del crimine, la location dove hanno ambientato la serie Tv Sky

La costa del crimine” è una nuova serie Tv in esclusiva su Sky (in onda su Sky Atlantic) e in streaming solo su NOW, creata da Nick Love (The Business,The Football Factory, Bulletproof) particolarmente interessante: si tratta di un’action drama anni ’80 che racconta la storia della famiglia Lord e che è stata girata in luoghi da sogno. Ma non è tutto, perché questa nuova serie Tv vanta anche una soundtrack (disponibile integralmente su Spotify) piena di titoli che hanno fatto la storia di quegli anni, da “A Town Called Malice”, titolo originale della serie, dei The Jam a Daddy Cool di Boney M, da “Just Can’t get Enough” dei Depeche Mode a “Back in Black” degli AC/DC.

“La costa del crimine”, la trama

Dal titolo che è tutto un programma, “La costa del crimine” si svolge agli inizi degli anni ‘80 e racconta la storia della famiglia Lord, gangster un tempo potenti a Londra che, dopo aver perso il loro potere a causa di un violento scontro tra bande, scelgono si trasferirsi in Spagna come luogo di riscatto.

Convinti di poter ricostruire la loro reputazione, i Lord iniziano a lavorare per raggiungere l’obiettivo e non guardando in faccia nessuno. Tuttavia, fanno l’errore di tralasciare un particolare di fondamentale importanza: a volte il nemico si nasconde dove meno te lo aspetti, forse proprio in famiglia.

La serie vede protagonisti Jack Rowan (Born to kill, Noughts + Crosses) nei panni di Gene, figlio minore della famiglia Lord, e Tahirah Amandla Sharif (The Haunting of Bly Manor), nel ruolo di Cindy Carter, la sua fidanzata poco raccomandabile. Nel cast anche Martha Plimpton (I Goonies), Dougray Scott (Mission Impossible 2, X Men), Lex Shrapnel (Hunted, Infiniti), Daniel Sharman (Fear the Walking Dead, I Medici – Masters of Florence) ed Eliza Butterworth (The Last Kingdom).

Dove è stata girata

Come anticipato, la famiglia Lord si trasferisce in Spagna ed è proprio in una precisa zona di questo affascinante Paese che è stata girata questa nuova serie Tv targata Sky: la Costa del Sol.

La Costa del Sol è un vero e proprio capolavoro dell’Andalusia: come racconta il suo nome, qui i raggi della  stella madre del sistema solare illuminano tutto per più di 300 giorni all’anno. Situata a sud della regione più meridionale della Spagna, offre spiagge che sembrano infinite, cale nascoste, paesini bianchi come il latte che si fanno spazio in mezzo alle montagne, siti archeologici dalla storia antichissima e molto altro ancora.

Il visitatore, da queste parti, può compiere un itinerario di ben di 180 chilometri lungo la costa grazie a cui scoprire Malaga, per esempio, che oltre al mare offre un’interessante varietà di musei come il Centro Pompidou, il Museo Carmen Thyssen e la Collezione del Museo Russo, e meravigliose spiagge in cui rilassarsi, tra cui Nerja, Torremolinos, Benalmádena, Fuengirola, Estepona e Marbella.

Non è di certo da meno l’entroterra che si mostra pieno di minuti paesini con casette bianche decorate con fiori. Ne sono degli esempi Frigiliana, con un affascinante centro storico, Antequera, piena di dolmen preistorici, e Ronda, che sfoggia un mitico ponte posizionato su una ripida scogliera.

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Come richiedere il visto per il Canada: prezzi e durata

Molti hanno il sogno di organizzare un viaggio in Canada e tra le informazioni utili da conoscere prima di partire c’è senza dubbio la richiesta dei documenti. Oltre a poter visitare bellezze come Toronto, Vancouver e Montréal informandosi online è bene sapere che per poter accedere al Paese non basta il passaporto: serve un visto e l’autorizzazione di viaggio elettronica.

Tipologie e durata del visto per il Canada

Stai pianificando una vacanza alla scoperta del Canada? Ti piacerebbe vedere Toronto o magari Vancouver? Devi sapere che sono disponibili diverse tipologie di visto a seconda dello scopo del viaggio. Prima di capire come ottenerlo, dovrai quindi identificare il motivo per cui ti sposti.

  • Visto per visitatori (Visitor Visa): è destinato a coloro che desiderano entrare in Canada per turismo, affari o per poter visitare parenti e amici. Questo visto è generalmente valido per un periodo di sei mesi;
  • Autorizzazione di viaggio elettronica (eTA): è l’autorizzazione di viaggio elettronica obbligatoria per i cittadini di Paesi esenti da visto che arrivano in Canada per via aerea. Questo documento è più facile e veloce da ottenere rispetto al visto tradizionale, è valido fino a 6 mesi per visita;
  • Visto per studio (study permit): se desiderate studiare in Canada per un periodo superiore ai 6 mesi, vi servirà questo visto, è valido per tutta la durata del corso accademico più ulteriori 90 giorni;
  • Visto per lavoro (work permit): necessario se intendete lavorare in Canada temporaneamente. Il visto può essere legato ad un datore di lavoro specifico o essere aperto, così da poter lavorare per diversi operatori. Il visto è valido da 6 mesi a due anni.

Come fare richiesta del visto per il Canada

Per fare richiesta del visto per il Canada, dovrai occuparti della compilazione di diversi moduli oltre che documenti specifici, di seguito troverete i passaggi necessari per ottenerlo. Inizia seguendo la procedura: parti determinando il tipo di visto tra quelli che ti ho elencato prima, poi specifica il motivo del viaggio, la durata e la cittadinanza.

La maggior parte delle domande del visto per il Canada può essere compilata attraverso il sito web del governo canadese; ti basterà creare un account MyCIC per procedere. A questo punto potrai presentare la documentazione richiesta: serviranno il passaporto valido, due foto formato tessera ma attenzione, dovranno rispettare le specifiche canadesi. Ti basterà quindi compilare la richiesta e pagare la tassa di elaborazione mantenendo le ricevute.

Da cittadino italiano, se desideri accedere per motivi di vacanza in Canada hai bisogno un visto o un’autorizzazione di viaggio oltre al passaporto in corso di validità. Dopo aver ottenuto il permesso ricordati di non restare nel Paese per più di 6 mesi, questo è il tempo massimo di validità del documento ottenuto.

Costi del visto per il Canada

Il costo del visto per il Canada varia a seconda del tipo di visto richiesto. Quello standard è di circa 100 dollari canadesi, mentre l’eTA ha un costo molto più contenuto, circa 7 dollari canadesi. Per il permesso di studio è di 150 dollari canadesi mentre per il lavoro varia dai 155 ai 255 dollari canadesi. Anche la raccolta dei dati biometrici ha un costo ed è di 85 dollari canadesi a persona.

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La bellissima Putignano, in Puglia, diventa ufficialmente Città

Putignano è un vero e proprio incanto situato nella Murgia della città metropolitana di Bari, in Puglia. Noto per l’antico Carnevale, per le aziende manifatturiere tessili e per le grotte carsiche, offre un centro storico circondato da una strada principale della città moderna, ma anche una serie di viuzze strette che si affacciano su piazze minuscole o più grandi, come nel caso della bellissima piazza Plebiscito, cuore del paese. Ed ora, questa suggestiva località posta su tre colli a 375 metri sul livello del mare, vanta qualcosa in più: il titolo onorifico di Città.

Il titolo onorifico di Città di Putignano

Come riporta la Gazzetta del Mezzogiorno, Michele Vinella, sindaco di Putignano, ha annunciato che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito a Putignano, il 27 giugno scorso, il titolo onorifico di Città.

Attualmente sono circa 80 i comuni pugliesi che hanno raggiunto tale rango, e la “città” più antica di tutte è Monte Sant’Angelo, in provincia di Foggia, sito patrimonio Unesco che vanta questo riconoscimento dal 1401.

Perché Putignano è ora una Città

Sono diversi i motivi per cui ora Putignano può vantare il titolo di Città. Uno su tutti è sicuramente il suo Carnevale, la cui nascita risale al 1394, quando le scorrerie saracene sulle coste della Puglia imposero di spostare le reliquie del protomartire S. Stefano da Monopoli verso l’entroterra, per poterle difendere più facilmente.

Ma non è di certo l’unica ragione, perché nella relazione del Ministero dell’Interno è evidenziata anche la storia del territorio, dimostrata dalla rilevanza economica di Putignano già nel X secolo d.C. e dalla presenza dei Cavalieri di Malta nel 1317.

Poi ancora per gli innumerevoli monumenti, come la Chiesa di Santa Maria La Greca che al suo interno ospita un’icona bizantina e le reliquie del Primo Martire, Santo Stefano, eletto protettore della città nel 1646; la Basilica dedicata a San Pietro, che custodisce una Cappella della Natività con un bellissimo presepe in pietra policromata; il Convento dei Domenicani con la Chiesa di San Domenico, santuario a pianta rettangolare che pullula di meravigliosi stucchi e bassorilievi.

Non mancano poi luoghi di interesse, tra cui il Museo Civico Principe Guglielmo Romanazzi Carducci dove spiccano la raccolta d’armi e il “Salone Giallo”, all’epoca luogo di mondanità, conversazioni e serate di ballo; il Teatro Comunale Giovanni Laterza, recentemente ristrutturato, elegante ed accogliente; la Biblioteca Comunale, all’interno della quale sono conservati oltre 70.000 volumi.

Assolutamente degne di nota sono anche le grotte, tra cui la Grotta del Trullo che sorge a circa 1 km dal centro storico e che è una delle grotte carsiche più suggestive di tutta la Puglia, e la Grotta di San Michele Arcangelo, con l’affascinante chiesa sotterranea.

Infine, le personalità illustri legate a Putignano, tra cui lo scultore Stefano da Putignano, la nobildonna e benefattrice Francesca Antoniano, il fondatore della casa editrice Edizioni Laterza Giovanni Laterza, il Principe Romanazzi Carducci e Cesare Contegiacomo, primo imprenditore di Putignano.

Insomma, il bellissimo paese di Putignano è ora una Città e di certo questo è un titolo onorifico che gli calza particolarmente a pennello.