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Visitare la N Seoul Tower e ammirare la capitale della Corea dall’alto

Non sono poche, nel mondo, le grandi città che si possono ammirare dall’alto. Spesso, i grandi nuclei urbani o le capitali possono vantare delle torri di costruzione decisamente moderna, dall’alto delle quali si gode un panorama a dir poco invidiabile. Seoul, la capitale della Corea del Sud, non fa eccezione e la sua N Seoul Tower è una di quelle attrazioni che non possono essere tralasciate durante un periodo breve o lungo alla scoperta di questa nazione asiatica sempre interessante per motivi di ogni genere, dal K pop fino alla gastronomia.

Come organizzarsi per salire sulla N Seoul Tower? Ecco qualche consiglio.

Dove si trova la N Seoul Tower e come raggiungerla

Visitando Seoul, non mancherai di notare molti parchi pubblici. Uno di essi è porta addirittura il nome di un monte. Si tratta del Namsan Mountain Park, dove si trova proprio la N Seoul Tower, oltre a un altro numero cospicuo di attrazioni cittadine, come un osservatorio astronomico o un giardino botanico molto interessante. La torre si può raggiungere in vari modi.

La cosa importante è arrivare in prossimità del parco che la contiene. Se viaggi in auto, sappi che dovrai parcheggiare la tua macchina ai margini del parco. Per salvaguardare la natura e l’ecosistema di quel luogo, solo il trasporto pubblico è ammesso nell’area interna al parco. Per questo motivo, troverai degli shuttle bus che potranno portarti dai parcheggi alla torre o in altre aeree del parco stesso.

Salire sulla N Seoul Tower: quanto costa e dove prendere il biglietto

Questa torre moderna è oggi un’attrazione turistica molto gettonata e conviene sempre organizzarsi in anticipo per acquistare i biglietti, soprattutto se si vuole arrivare sulla piattaforma panoramica in orari speciali come, per esempio, quello del tramonto. La N Seoul Tower è aperta 365 giorni all’anno e l’orario di accesso dipende da cosa si vuole fare o vedere una volta lì.

Questo luogo, come spiegheremo tra poco, è un collettore di ristoranti e negozi con orari diversi. Per quanto riguarda la piattaforma di osservazione, è normalmente aperta dalle 10 del mattino fino alle ore di buio. Chiude, infatti, tra le 21.30 e le 23, a seconda dei giorni. Per raggiungere il punto di osservazione si paga un biglietto di 21’000 won, che sono circa 14€. Sono previste delle riduzioni per bimbi o per anziani oltre una certa età.  Prendere il biglietto online è la cosa migliore per garantirsi l’accesso.

La storia della N Seoul Tower

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La N della N Seoul Tower

Caratteristiche e storia della N Seoul Tower

Qual è la storia di un’attrazione simile? La N Seoul Tower venne progettata alla fine degli Anni ’60 e venne pensata per essere, al pari della Fehrnseheturm di Berlino, uno strumento per le trasmissioni televisive. Ci misero un po’ di tempo a costruirla e venne inaugurata all’inizio degli Anni ’80, mantenendo la sua funzione di trasmissione ma diventando fin da subito un luogo da visitare durante un viaggio in Corea o per gli abitanti della capitale stessa. All’inizio della sua vita, si chiamava semplicemente Seoul Tower.

Nel 2005 venne rinnovata e le venne aggiunta quella N per indicare “new”, “nature” e Namsan, ovvero l’area in cui si trova. Questa torre, nel 2018 è entrata a far parte dei monumenti di “Seoul’s Future Heritage”, una speciale lista voluta dall’amministrazione dell’area metropolitana della capitale per raggruppare i monumenti contemporanei importanti per tutta la capitale della Corea del Sud. Serve ancora come antenna per le vie di comunicazione? Assolutamente sì ed è ben lungi da smettere in questo suo servizio pubblico.

A livello di caratteristiche strutturali, questa torre raggiunge un’altezza complessiva di 479,7m, ottenuti sommando la misura della torre più quella del punto del parco in cui si trova. Attualmente è il secondo edificio più alto da ammirare visitando Seoul, dopo la Lotte World Tower, un grattacielo di 554 metri, il cui osservatorio è posto 486 metri, ovvero circa sei metri in più della N Seoul Tower.

Cosa fare visitando la N Seoul Tower in Corea del Sud

Questa torre è racchiude un vero e proprio mondo di cose da fare durante il tuo viaggio a Seoul. Al suo interno potrai mangiare, fare shopping o, addirittura, assistere a spettacoli.

Iniziando dalla gastronomia, sono molti i viaggiatori che si recano nei paesi asiatici per gustare le specialità locali. La cucina coreana è sempre più apprezzata e, all’interno della N Seoul Tower potrai trovare ristoranti di ogni genere e per ogni gusto. Molti di essi, proprio perché all’interno di questa attrazione della capitale, sono spesso presi d’assalto. Se la tua visita corrisponde all’orario di un pasto, è consigliato prenotare. Per poter accedere ai ristoranti della N Seoul Tower non è richiesto alcun biglietto ma si pagherà direttamente il normale conto del proprio pranzo o della propria cena.

Ci sono anche alcuni negozi dentro la torre e sono quasi tutti di souvenir di Seoul o della Corea. Non manca un supermercato e un centro di informazioni turistiche, molto utile per chi si trova lì per la prima volta. La struttura della torre è completamente accessibile ed è pronta ad accogliere anche chi ha problemi di deambulazione.

Le Luci della N Seoul Tower in Corea del Sud

Fonte: iStock

Le Luci della N Seoul Tower

Le luci della N Seoul Tower

Uno dei motivi più frequenti per recarsi in questo parco per restare a guardare la torre dall’esterno, anche dopo essere saliti alla piattaforma di osservazione ed essere tornati con i piedi per terra. Perché? Il mistero è presto svelato: la torre possiede migliaia di Led di molti colori diversi, pronti a creare degli splendidi motivi luminosi, non appena cala il buio. Gli spettacoli delle luci della N Seoul Tower sono affascinanti e coinvolgenti e sono sempre diversi, a seconda del momento dell’anno, di eventuali festività mondiali o coreane o in base a eventi particolari.

Una curiosità per i viaggiatori romantici

La N Seoul Tower è considerata, soprattutto dai coreani, come uno dei luoghi più romantici della capitale. Non è raro, infatti, arrivare al piano della piattaforma di osservazione e trovare qualcuno intento in una proposta di matrimonio, con tanto di ginocchio posato a terra e anello tra le mani. Per questo motivo, il negozio di souvenir della torre vende delle stampe e oggetti personalizzati, creati apposta per chi fa la proposta in quel luogo così speciale. All’esterno della torre, tra le altre cose, c’è un luogo designato appositamente per agganciare il proprio lucchetto o lasciare dei messaggi d’amore. Stai pensando a un viaggio per fare la tua proposta di matrimonio o per giurare amore eterno a qualcuno? Magari la N Seoul Tower è il luogo che fa per te.

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Museo Te Papa Tongarewa a Wellington: tutte le info utili

Se stai programmando un viaggio in Nuova Zelanda e hai deciso di visitare anche la sua capitale, Wellington, non puoi non fare una sosta al Museum New Zealand Te Papa Tongarewa – il museo nazionale della Nuova Zelanda – un vero e proprio scrigno di tesori attraverso i quali potrai toccare con mano la storia e la cultura di questa meravigliosa terra. Non è infatti un caso che il nome del museo nella lingua tradizionale Māori significhi proprio “la scatola dei tesori”. Inaugurato nel 1998, la sua popolarità attira ogni anno una media di circa 1 milione di persone incoronandolo alla 58esima posizione nella lista delle gallerie d’arte più visitate al mondo. In questo articolo abbiamo raccolto tutte le informazioni che devi sapere per goderti al meglio la tua visita al Museum New Zealand Te Papa Tongarewa, a Wellington.

Sulle tracce del passato: breve storia del Te Papa Tongarewa a Wellington

Il Museo Te Papa Tongarewa vede le sue origini nel 1865, quando venne fondato il Museo Coloniale di Wellington. Uno spazio espositivo che si concentrava inizialmente sulle collezioni scientifiche ma che, ben presto, iniziò ad aprire le sue porte anche a opere d’arte, collezioni etnografiche e manufatti di carattere storico. Nel 1907, il museo assunse il nuovo nome di Dominion Museum e sottoscrisse una nuova importantissima missione: raccogliere sotto lo stesso tetto la scienza, l’arte e la cultura. Il progetto di dare spazio anche all’arte si sviluppò ulteriormente e raggiunse il suo apice quando, nel 1934, venne inaugurata la National Art Gallery – sempre nello stesso edificio del Dominion Museum. Questo progetto potè godere di ampie donazioni da parte di lungimiranti collezionisti e privati. Infine, nel 1998, a seguito della fusione tra il Museo Nazionale della Nuova Zelanda e la Galleria d’Arte Nazionale, nacque il Te Papa Tongarewa come lo conosciamo oggi. Il nuovo museo venne progettato con una nuova missione, più contemporanea rispetto a quella precedente: rappresentare la diversità culturale e storica della Nuova Zelanda, con una particolare attenzione ai tesori del popolo Māori e del Pacifico.

Cosa si cela all’interno del Te Papa Tongarewa: le collezioni

Ingresso visitatori del Museo Te Papa Tongarewa

Fonte: iStock

L’ingresso del Museo Te Papa Tongarewa Wellington in Nuova Zelanda

Con i suoi sei piani distribuiti per un totale di 36.000 metri quadrati, il museo Te Papa Tongarewa ospita un patrimonio culturale e artistico senza eguali in Nuova Zelanda. Il museo ospita oltre 800.000 pezzi, tra opere d’arte, oggetti e reperti storici; inoltre, ospita mostre di varia natura interattiva con un approccio sempre avanguardistico e biculturale, nello specifico:

  • Collezione permanente: la collezione perenne del museo include qualsiasi tipo di oggetto storico; dagli abiti del XVII secolo a un’intera sezione dedicata alle isole del Pacifico passando per un’enorme esposizione naturalistica. Proprio in quest’ultima, tra le cose più importanti messe a disposizione dei visitatori, ci sono un erbario di circa 250.000 esemplari essiccati e una collezione di esemplari di uccelli, anfibi, rettili e mammiferi di grande rilievo per il territorio neozelandese. Per la gioia dei più piccoli, nel museo si nasconde il più grande esemplare di calamaro colossale che, con i suoi 4,2 metri di lunghezza e i suoi quasi 500 chili, lascia a bocca aperta chiunque. Il museo Te Papa Tongarewa ospita anche il Toi Art, una galleria che espone opere interattive e immersive e che custodisce anche la collezione d’arte nazionale, con oltre 40.000 opere che spaziano tra tutte le arti figurative.
  • Collezioni temporanee: come raccontavamo all’inizio, il museo, oltre alla collezione permanente, ospita ogni anno numerose mostre itineranti o temporanee, ti consigliamo di monitorare il sito del museo per scoprire cosa c’è in programma nel periodo del tuo viaggio nella capitale della Nuova Zelanda.

Tutte le informazioni che ti servono per visitare il Te Papa Tongarewa

  • Location: il Museo Te Papa Tongarewa si trova sullo splendido lungomare di Wellington e, più precisamente, al 55 Cable Street.
  • Come arrivarci: Te Papa è a pochi passi dalla maggior parte delle attrazioni nel centro di Wellington ed è perfettamente collegato grazie all’efficiente rete di mezzi di trasporto della città. Oppure puoi optare per un taxi o, se l’hai noleggiata, per la tua auto personale (in questo caso potrai parcheggiare comodamente nei pressi del museo).
  • Orari di visita: il museo è aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 18:00 tranne il giorno di Natale in cui è completamente chiuso.
  • Biglietti e costi di accesso: l’ingresso è gratuito per quanto riguarda le esposizioni permanenti. Tuttavia, alcune mostre temporanee o determinati eventi potrebbero richiedere l’acquisto di un biglietto. Consigliamo sempre di monitorare il sito ufficiale del Te Papa.
  • Visite guidate: prenotando in anticipo è possibile partecipare a visite guidate a pagamento. Le opzioni includono un’introduzione generale al Te Papa, il tour Mana Māori, e il tour serale Te Papa at Twilight. Se hai tempo, scegliere un tour guidato è un’ottima strategia per scoprire meglio i tesori di questo museo concentrandoti sulle parti più importanti.

Per concludere, il Museo Te Papa Tongarewa a Wellington, rappresenta un caposaldo di cultura e innovazione nel cuore della Nuova Zelanda. Con un corredo storico risalente al 1865 e una missione socio-culturale che mira ad abbracciare la preziosissima diversità di quella magnifica terra che è la Nuova Zelanda, il Museo Te Papa Tongarewa offre un’esperienza unica e coinvolgente per tutti i visitatori di tutte le età. Grazie al suo facile accesso dal lungomare, all’ingresso gratuito e all’apertura 364 giorni su 365; il museo è una tappa imperdibile per chi desidera esplorare la ricca eredità culturale del paese e vivere un’esperienza museale all’avanguardia. Ancora di più per tutti quelli che vorranno scavare nel profondo bagaglio culturale neozelandese accompagnati da una guida esperta che renderà questa visita più che memorabile.

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Il Palazzo Ducale di Mantova cambia volto e diventa più grande

Mantova è una delle città più interessanti d’Italia dal punto di vista artistico, storico e architettonico: uno dei suoi gioielli è sicuramente il Palazzo Ducale, imponente residenza storica risalente al periodo compreso tra il XIV e il XVII secolo, che ancora oggi rappresenta un capolavoro dell’architettura rinascimentale e barocca con le sue sale affrescate, i cortili decorati e i giardini rinascimentali che lo hanno reso una tappa imperdibile per gli amanti dell’arte e della storia in visita nella città lombarda.

Già nel 2022 la Diocesi di Mantova che aveva sotto la sua ala la Zoiolera, la torre dei Gonzaga del 1590, aveva fatto sapere a Palazzo Ducale la sua disponibilità a cedere lo spazio alla sua sovrintendenza e oggi questo è avvenuto: Palazzo Ducale ha infatti acquisito il piano superiore della torre nota come Zoiolera, ampliando notevolmente i suoi spazi espositivi.

Il tutto è stato possibile grazie a una collaborazione tra la Soprintendenza di Mantova, il Segretariato Regionale della Lombardia, l’Agenzia del Demanio e la Direzione Generale Musei.

Palazzo Ducale avrà un nuovo spazio museale

La Zoiolera, torre realizzata dalla famiglia dei Gonzaga, è già stata parte di Palazzo Ducale in passato per tre secoli, ma nel 1929, con la stesura dei Patti Lateranensi, la torre era passata sotto la giurisdizione della Santa Sede per diventare la residenza del custode della basilica palatina di Santa Barbara.

Stefano L’Occaso, direttore del Palazzo Ducale, ha raccontato che il percorso per l’acquisizione del piano superiore della torre non è stato semplice e breve, ma alla fine ci si è riusciti: “siamo stati guidati dalla competenza dei funzionari dell’Agenzia del Demanio e voglio qui ringraziare soprattutto il dirigente Massimiliano Iannelli e la funzionaria Paola Pala. Se non ci fosse stata la lungimirante disponibilità della Diocesi, questo sogno non si sarebbe mai potuto realizzare e quindi dobbiamo al vescovo Marco Busca, l’aver potuto avviare l’operazione, seguita passo passo da monsignor Claudio Giacobbi e dall’architetto Alessandro Campera.”

Racconta ancora il direttore L’Occaso che Gabriele Barucca, a capo della Soprintendenza, insieme ai suoi funzionari ha visto il potenziale del progetto: “stiamo infatti procedendo ai primi interventi finalizzati all’eliminazione delle superfetazioni moderne e alla miglior comprensione dell’architettura interna dello spazio, prima di avviarne il recupero e di ripristinare il collegamento con la Galleria della Mostra”.

Le origini della Zoiolera

Intorno al 1590, su incarico del duca Vincenzo I Gonzaga, venne costruito un edificio annesso alla Corte Nuova del Palazzo Ducale di Mantova, progettato con complessità architettonica interna da Bernardino Facciotto. Questo spazio era dedicato all’esposizione delle collezioni gonzaghesche, divise in diverse gallerie tematiche come quella dei marmi antichi, dei dipinti e dei gioielli. Per via della ricca collezione di gioielli, inoltre, questo spazio veniva soprannominato “il luogo delle gioie”.

Durante i lavori di costruzione nel tardo Cinquecento, l’edificio si integrò nel Palazzo Ducale, con accesso dalla Galleria della Mostra tramite un portale attribuito ad Antonio Maria Viani. La Zoiolera, con pianta centrale e due ali laterali, si configurava come un ambiente di prestigio, richiamando la magnificenza delle Tribuna degli Uffizi a Firenze, in un contesto di rivalità tra le corti dei Gonzaga e dei Medici.

Successivamente, con i Patti Lateranensi, la Zoiolera e il patrimonio della basilica palatina passarono alla Santa Sede, destinando, come già accennato, l’edificio a residenza del custode di Santa Barbara. Il varco d’accesso dalla Galleria della Mostra fu chiuso e gli interni trasformati per nuove funzioni abitative, perdendo la loro originaria destinazione espositiva.

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Affittare una casa sull’isola d’Elba

Capiamo perfettamente perché le persone desiderano affittare una casa sull’isola d’Elba, che si tratti di un periodo breve per trascorrerci una vacanza o di un trasferimento a lungo termine. La più grande delle isole minori italiane, distante solo un’ora dalla costa toscana, offre paesaggi splendidi che soddisfano ogni gusto, desiderio e stile di vita: ci sono le spiagge, perfette per chi non può fare a meno del mare, parchi naturali protetti e percorsi escursionistici da percorrere in scenari mozzafiato.

L’Elba, situata tra le coste della Toscana e quelle della Corsica, con il Mar Ligure a lambirne le coste a Nord e il Mar Tirreno a Sud, è anche un’isola ricca di storia che può essere scoperta nei vari musei. Dal Museo Civico archeologico di Porto Ferraio al Museo Archeologico di Marciana, fino a quello storico minerario di Rio dell’Elba, quello mineralogico di San Piero in Campo e quello etnografico casalingo del Castagno di Poggio. Tutte queste attrattive ne fanno una meta ricercata non solo per le vacanze, ma anche per andarci a vivere, magari prendendo una casa in affitto.

Grazie alle sue attrattive e all’esigenza sempre più necessaria di popolare l’isola anche durante la bassa stagione, l’Elba potrebbe essere anche la destinazione ideale per chi lavora da remoto, professionisti in continuo aumento anche in Italia. Ma quale località scegliere? Ecco quelle più amate da chi desidera trasformare l’isola d’Elba nella sua nuova casa.

Portoferraio, porta d’accesso all’isola

Per chi ricerca comfort e servizi, Portoferraio è la località ideale: considerata il capoluogo dell’isola, qui è presente il porto d’arrivo per i traghetti provenienti da Piombino e Livorno e rappresenta il comune più popoloso. Qui troverete anche servizi di ogni tipo, non solo turistici, ma anche diversi uffici, l’ospedale civile, il pronto soccorso, le scuole superiori e i licei. Se non possedete un’auto, da qui partono anche diversi autobus per le altre località dell’isola. Non mancano le spiagge dove rilassarvi, come la Spiaggia delle Viste o la Spiaggia della Padulella.

Per trovare un appartamento in affitto, per le vacanze o per un periodo più lungo, potete cercare nei diversi siti online, come anche nei gruppi presenti nelle principali piattaforme social, come Facebook. La soluzione ideale è quella di organizzare un viaggio sull’isola e valutare di persona le diverse soluzioni disponibili, magari affidandovi a un’agenzia immobiliare in loco.

Piccoli borghi e località turistiche

Preferite affittare una casa nella calma e tranquillità di un piccolo borgo? Allora la località da tenere d’occhio è sicuramente la caratteristica Capoliveri. Le sue vie pittoresche, la vista sul mare, le botteghe locali e il suo passato ricco di storia la rendono perfetta per chi desidera un luogo turistico, ma dove allo stesso tempo è facile respirare la quotidianità dei suoi abitanti ed entrare a far parte del tessuto sociale del luogo.

Anche Marina di Campo, situata nella parte meridionale dell’isola, è una delle località ideali dove trovare una casa in affitto. Antico villaggio di pescatori, oggi è considerata una meta turistica molto visitata sia dagli elbani che dai turisti in cerca di relax e divertimento estivo.

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Primi segnali di protesta contro i turisti anche in Italia

Ancora una volta quest’estate si torna a parlare di overtourism, il fenomeno del turismo di massa che sfida il comfort e la tranquillità della vita quotidiana dei residenti nelle grandi città turistiche: infatti, in tutta Europa il 2024 è l’anno delle proteste contro i grandi flussi di turisti e croceristi che “invadono” le città portando non solo soldi, certo, ma anche un po’ di caos e lamentele da parte dei cittadini.

Si era già parlato della Spagna, con Barcellona che vuole limitare gli affitti delle case vacanza, ma anche di Venezia che ha già attraversato una fase sperimentale di pagamento del ticket per l’ingresso nella splendida laguna.

Altre lamentele contro i turisti in Italia

Dopo le lamentele avvenute da parte dei residenti in Spagna e in Grecia, dove alcuni turisti si sono letteralmente visti scacciare dai residenti che gli hanno inveito contro, anche in alcune parti dell’Italia si sta assistendo a questo tipo di proteste.

Infatti, in alcune regioni italiane, come nel Trentino Alto Adige, nei giorni scorsi sono accaduti alcuni episodi spiacevoli da parte dei cittadini nei confronti dei viaggiatori in vacanza nel luogo. Questo tipo di insofferenza da parte di chi risiede nelle località turistiche può essere comprensibile in parte, ma resta il fatto che il settore del turismo in una nazione come l’Italia è una parte trainante dell’economia del Paese.

Il Trentino Alto Adige, d’altronde, si è rivelata quest’anno la regione preferita per le vacanze in Italia, con un grande sorpasso della montagna sulle destinazioni di mare.

Cosa è successo a Verona e Bolzano

Nella romantica città di Verona, come riportato dalla cronaca di rainews.it, nei giorni scorsi su alcuni pali della città e campanelli delle residenze sono apparsi alcuni sticker con la dicitura “Tourist go home” (“turisti tornate a casa).

Nel mirino delle lamentele da parte dei residenti ci sono anche gli affitti brevi, complici del massiccio afflusso turistico nelle città di vacanza. Non sono mancate le lamentele nemmeno in Alto Adige dove si è assistito a un vero e proprio “blitz”, come raccontato dalle penne di ansa.it: il fatto sarebbe accaduto nella notte tra il 15 e il 16 agosto nei pressi della stazione della cabinovia che viaggia da Bolzano a Sopra Bolzani. Lì in stazione, infatti, sarebbe apparsa disegnata  sull’asfalto una sorta di corsia dedicata ai soli residenti con su scritto “priority”, probabilmente alludendo alle corsie di priorità che si trovano negli aeroporti per i passeggeri che hanno pagato quella determinata tipologia di biglietto. La scritta è stata realizzata con della vernice per mano di persone ancora ignote, dopo diverse manifestazioni di disagio per i tempi di attesa eccessivamente lunghi in cabinovia.

Questo tipo di manifestazioni di sconforto cittadino restano un campanello d’allarme, tuttavia ancora sotto controllo. Comunque è evidente negli ultimi tempi che le amministrazioni comunali sono in allerta per il turismo di massa e un po’ ovunque, nelle località turistiche europee, si sta pensando a provvedimenti volti a contenere l’overtourism che potrebbe danneggiare l’ambiente e la vita locale, al tempo stesso permettendo ai viaggiatori di godere di questi posti contribuendo all’economia, ma senza danno altrui.

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Un’oasi di pace dove trascorrere le vacanze in Sardegna

La Sardegna è una destinazione vacanziera ormai rinomata; grazie alle sue spiagge mozzafiato, l’acqua cristallina, la natura incontaminata e la ricca storia culturale, stupisce e incanta tutti i suoi visitatori. Se sei alla ricerca di un campeggio che offra tutto questo e molto di più, il Camping Cala D’Ostia è la scelta perfetta. Situato sulla costa sud-orientale dell’isola, questo luogo magico offre un ambiente familiare e accogliente, immerso nella natura e con una vista spettacolare sul mare. Il camping si trova a 6 km da Pula, un’incantevole comune situato nella provincia di Cagliari.

Alla scoperta di Pula

Pula è una destinazione imperdibile per chi desidera immergersi nella bellezza naturale e nella ricca storia della Sardegna. Questo pittoresco borgo è celebre per le sue spiagge mozzafiato, le antiche rovine e la vivace atmosfera culturale. La storia di Pula è profondamente legata al sito archeologico di Nora, una delle più antiche città fenicie della Sardegna, successivamente colonizzata dai Romani. Le rovine di Nora, con il suo teatro, le terme e i mosaici ben conservati, offrono un viaggio affascinante nel passato, permettendo ai visitatori di esplorare le testimonianze di civiltà millenarie. Oltre alla sua importanza storica, Pula è rinomata per le sue spiagge spettacolari. La spiaggia di Nora, con la sua sabbia dorata e le acque cristalline, è perfetta per rilassarsi al sole e nuotare in un mare turchese. La vicina spiaggia di Su Guventeddu è ideale per gli amanti degli sport acquatici.

Un rifugio verde di pace e serenità

Il Camping Cala D’Ostia è immerso in una lussureggiante area verde di oltre 75.000 mq, ricca di pini ed eucalipti. Questa oasi di silenzio, pace e tranquillità è il luogo ideale per una vacanza rilassante a contatto con la natura. Le piazzole per camper, roulotte e tende sono dotate di servizi essenziali come il camper service e l’attacco luce, garantendo un soggiorno confortevole per tutti gli ospiti. Inoltre, questo campeggio in Sardegna offre roulotte a noleggio per chi desidera una soluzione abitativa più comoda.

Posizione privilegiata

Il Camping Cala D’Ostia gode di una posizione privilegiata, affacciato direttamente sul mare e a soli 50 metri da spiagge di sabbia e scogli. Questa posizione lo rende un punto di partenza ideale per esplorare le meravigliose spiagge della zona, come la famosa spiaggia di Chia, e per visitare importanti siti archeologici come gli scavi punico-romani di Nora e le rovine di Pula. Le rovine di Nora a Pula sono un affascinante sito archeologico che risale all’epoca fenicia e romana. Qui, i visitatori possono esplorare antichi teatri, terme e mosaici ben conservati, immergendosi nella storia millenaria di una delle città più antiche della Sardegna.

Servizi e comfort

Al Camping Cala D’Ostia, gli ospiti possono usufruire di numerosi servizi pensati per rendere la loro vacanza il più confortevole e piacevole possibile. Il campeggio dispone di un mini market e di un bar/tabacchi, dove è possibile reperire tutto il necessario senza doversi spostare. La pizzeria del campeggio è il luogo perfetto per trascorrere una serata in allegria con gli amici, gustando deliziose pizze cotte al forno.

Attività e divertimento per tutti i gusti

Per chi ama lo sport e il divertimento, il Camping Cala D’Ostia offre un campo da calcetto, il noleggio di mountain-bike e un parco giochi per bambini. Nei fine settimana, l’intrattenimento musicale e l’animazione per bambini rendono le serate ancora più speciali. Il campeggio organizza anche escursioni per visitare le meravigliose spiagge, i monumenti archeologici e i boschi delle montagne del parco naturale del Sulcis, situato nel sud-ovest della Sardegna: un tesoro di bellezze naturali e storiche. Tra i suoi paesaggi montuosi, i visitatori possono scoprire antichi reperti archeologici che testimoniano la ricca storia dell’isola. Le rovine fenicie e romane, come quelle di Nora, offrono uno sguardo affascinante sulle civiltà passate. I boschi delle montagne del Sulcis, coperti da fitti lecci e macchia mediterranea, sono un rifugio perfetto per gli amanti della natura. Questi boschi ospitano una fauna variegata, tra cui cervi, cinghiali e aquile reali. Sentieri escursionistici ben segnalati permettono di esplorare questo paradiso naturale, offrendo panorami mozzafiato e un’esperienza di immersione totale nella natura incontaminata della Sardegna.

All’avventura a bordo di una E-Bike

Fino a metà settembre, gli ospiti del Camping Cala D’Ostia possono usufruire del noleggio di e-bike per esplorare comodamente il territorio circostante. Con una bici elettrica, è possibile raggiungere in poco tempo molte spiagge stupende e siti di interesse storico, come gli scavi di Nora. Questo modo ecologico e divertente di scoprire la Sardegna permette di immergersi completamente nella bellezza del paesaggio senza fatica.

Eventi e cultura

La zona intorno al Camping Cala D’Ostia è ricca di eventi culturali, soprattutto durante l’estate. Artisti nazionali e internazionali si esibiscono in concerti e spettacoli, offrendo intrattenimento di alta qualità per i visitatori. Inoltre, a soli 6 km di distanza, si trova la vivace cittadina di Pula, che offre numerosi servizi come posta, banche e farmacie, oltre a un’ampia scelta di ristoranti, pizzerie, bar e pub. Le piazze di Pula sono spesso animate da eventi e manifestazioni che rendono ogni serata un’occasione speciale.

Escursioni e storia millenaria

Il Camping Cala D’Ostia è il punto di partenza ideale per avventurarsi in escursioni emozionanti. Gli ospiti possono esplorare i monumenti archeologici della città fenicio-punica di Nora, le torri spagnole lungo la costa e i boschi del parco naturale del Sulcis. Queste escursioni offrono l’opportunità di scoprire la storia e la cultura della Sardegna, immersi in paesaggi mozzafiato.

Perché scegliere il Camping cala D’Ostia

Il Camping Cala D’Ostia è più di un semplice campeggio: è un luogo dove la natura, la cultura e il divertimento si incontrano per offrire un’esperienza di vacanza indimenticabile. Il Camping offre numerosi svaghi e attività per gli amanti del relax; gli appassionati di storia e per chi è in cerca di nuove scoperte e avventure. Grazie alla sua posizione privilegiata, alle strutture confortevoli e alle numerose attività disponibili, il Camping Cala D’Ostia rappresenta la scelta ideale per una vacanza indelebile nella magica Sardegna.

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Cosa fare a Mellieha, tra spiagge e natura incontaminata

Situata nella parte nord dell’isola di Malta, in una posizione pittoresca adagiata sulla cima di un crinale fra St. Paul’s Bay e Mellieħa Bay, Mellieha rappresenta una meta turistica molto amata sia dai maltesi che dai turisti stranieri. Una piccola cittadina che, con i suoi poco più di 7.500 abitanti, offre lo scenario ideale in cui trascorrere una vacanza estiva all’insegna di mare, relax e divertimento. È qui che si trovano alcune delle spiagge più frequentate di tutto l’arcipelago maltese, come Ghadira Bay, oltre che parchi a tema per intrattenere le famiglie, siti storici e parchi naturali.

Questi i nostri consigli per scoprire cosa fare a Mellieha e tante informazioni utili per aiutarvi a pianificare al meglio il vostro viaggio.

Breve storia di Mellieha

Prima di raccontarvi cosa fare a Mellieha, facciamo un passo indietro nel tempo e immergiamoci nella sua storia. Le tracce degli insediamenti più antichi nell’area di Mellieha risalgono al 3000 a.C. Sono stati trovati resti di templi, grotte, tombe e utensili databili al periodo neolitico. Le grotte attorno alla città furono usate come abitazioni dalla popolazione locale fino all’inizio del Medioevo. Secondo la tradizione, intorno al 60 d.C., San Luca, in viaggio con San Paolo, ha fatto naufragio a Malta e, raggiunta una delle grotte di Mellieha, vi ha dipinto un’immagine della Vergine Maria.

Fu britannica per un paio di secoli, poi non britannica e indipendente, ma prima di allora rappresentava l’area meno abitata di Malta a causa della sua conformazione geografica che permetteva ai nemici facili approdi alla sua baia. E saranno proprio le ondate di invasori e coloni – fenici, arabi, italiani – a lasciare dietro di sé, sia in questa cittadina che sull’isola in generale, diverse eredità in termini di lingua, edifici e cibo.

Ghajn Tuffieha a Mellieha

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La torre sulla baia di Ghajn Tuffieha a Mellieha

Cosa vedere a Mellieha

Una vacanza a Mellieha è sinonimo di relax, ma non mancano alcune attrazioni storiche da visitare per arricchire le vostre giornate o parchi a tema dove trascorrere momenti spensierati insieme a tutta la famiglia.

Siti di interesse storico

Tra gli edifici più belli di Mellieha c’è sicuramente la chiesa parrocchiale, o Chiesa della Natività della Vergine Maria, realizzata con uno stile splendidamente barocco e risalente al XIX secolo. Con la sua imponenza domina il paesaggio affacciato sulla baia, mostrando con fierezza l’enorme cupola e le cinque campane importate da Milano. Al suo interno, invece, la chiesa contiene opere di artisti maltesi famosi all’epoca dei lavori di costruzione, come Giuseppe Cali.

Nella parte sud della chiesa potrete ammirare il Santuario di Nostra Signora di Mellieha, benedetto da Papa Giovanni Paolo II durante la sua visita a Malta. La particolarità di questo santuario è che nasce come grotta naturale consacrata a chiesa cattolica e custode di un importante affresco in stile bizantino raffigurante la Madonna con Gesù Bambino posizionato sul braccio destro.

Con il suo colore acceso, un altro edificio storico che contraddistingue il paesaggio di Mellieha è la Torre Rossa o Torre di Sant’Agata. Lo scopo della fortificazione, eretta nel 1600, era il controllo e la difesa dello stretto tra Malta e Gozo: ospitava a Mellieha una guarnigione di 30 uomini, cinque cannoni e provviste in caso di assedio.

L’edificio è a base quadrata, con quattro grandi torri angolari che si ergono dalla base e le mura sono spesse quattro metri. Usata successivamente dagli inglesi come torre d’avvistamento, è stata impiegata durante entrambe le guerre mondiali. Il restauro, terminato nel 2001, l’ha riportata alle condizioni originarie ed è oggi aperta al pubblico, il quale può salire sulla cima per godere del panorama sulla baia.

Popeye’s Village, il villaggio di Braccio di Ferro

Costruito come set per il film dedicato a Braccio di Ferro e interpretato da Robin Williams, oggi questo villaggio affacciato su Anchor Bay rappresenta una delle attrazioni più visitate sull’isola di Malta. Si tratta di un parco divertimenti per bambini che offre tante attività diverse come spettacoli e giochi gonfiabili, mentre agli adulti propone una vista privilegiata sulla baia. I prezzi dei biglietti d’ingresso cambiano in base alla stagione, vi consigliamo quindi di controllare sul sito ufficiale per aggiornamenti.

Villaggio Popeye Malta

Fonte: iStock

Vista sul villaggio di Popeye

Riserva naturale di Ghadira

La Riserva naturale di Ghadira, situata vicino all’omonima baia, è un parco naturale con numerose specie animali e vegetali altamente protette dalle autorità e da una ONG locale, la Birdlife Malta. La riserva sorge su un’area di sette ettari composta da un lago salmastro e zone lagunari. Qui potete ammirare usignoli, gallinelle, anatre, martin pescatori, aironi, trampolieri e moltissimi passeriformi.

La riserva ospita anche molte specie animali e vegetali indigene, come il coniglio selvatico, il riccio, il camaleonte, il geco, il serpente leopardo e alcune piante alofite. La riserva di Ghadira ospita circa 140 specie di uccelli migratori che ogni anno trovano qui l’habitat adatto per una pausa durante il loro lungo viaggio.

Le spiagge di Mellieha

Le spiagge sul tratto di costa di Mellieha sono molto amate soprattutto perché composte prevalentemente da sabbia. La più grande è Ghadira Bay, perfetta per le famiglie che viaggiano con bambini perché le acque sono calme e poco profonde, ideali per fare il bagno in tutta sicurezza. Qui troverete anche bar e stabilimenti balneari dove affittare sdraio, ombrelloni o pedalò.

Da Mellieha potete raggiungere anche Paradise Bay, la quale offre una vista splendida su Comino e Gozo. Le sue acque cristalline sono perfette per nuotare e trascorrere una giornata all’insegna del relax ma, essendo molto piccola, consigliamo di arrivarci presto per assicurarvi un posto. Infine, una zona tranquilla dove prendere il sole è Armier Bay, suddivisa in Armier e Little Armier, frequentata soprattutto dai locali perché scomoda da raggiungere per i turisti che non possiedono un’auto.

Come arrivare a Mellieha

Una volta sbarcati all’aeroporto internazionale di Malta, il modo più economico per raggiungere Mellieha è prendere l’autobus della linea X1. Se invece preferite una soluzione più veloce, potete noleggiare un’auto o uno scooter. Se arrivate da La Valletta e non avete un veicolo a vostra disposizione, potete salire sull’autobus 41 o 42.

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Ritardi, cancellazioni, bagagli smarriti: è un’estate di caos negli aeroporti

Con il recente guasto informatico che ha causato enormi disagi negli aeroporti italiani e il previsto aumento del traffico aereo ad agosto, sono migliaia i passeggeri che temono per i loro viaggi: infatti, i disservizi sembrano essere una costante dell’estate 2024.

Cronica mancanza di personale qualificato

Il Controllo del Traffico Aereo (ATC) è il sistema che garantisce la gestione sicura ed efficiente dei voli, consentendo agli aerei di decollare e atterrare in orario. Ogni volta che si parte, sia le compagnie aeree che i passeggeri contribuiscono al finanziamento di tali servizi. Tuttavia, quest’estate, nonostante i pagamenti, né i passeggeri né le compagnie hanno ricevuto il servizio sperato. La carenza di personale qualificato nel settore dell’ATC sta infatti generando un caos diffuso in tutta Europa.

Cosa significa, nella pratica, per i viaggiatori? Conseguenze dirette sono ritardi evitabili e, in alcuni casi, la cancellazione dei voli, rovinando i piani di viaggio tanto attesi. La situazione è inoltre aggravata dalla mancanza di controllori aerei sufficienti per gestire la crescente domanda, con impatti su tutto il sistema del trasporto aereo.

La parola all’avvocata

L’avvocata Mariana Giuliano di AirHelp, leader mondiale nell’assistenza e risarcimenti per i passeggeri aerei, commenta: “Il recente guasto informatico che ha paralizzato molti aeroporti italiani è un chiaro promemoria di quanto le interruzioni inaspettate possano influire significativamente sui viaggiatori.
AirHelp è dedicata a garantire che i passeggeri siano pienamente consapevoli dei loro diritti e delle compensazioni a cui hanno diritto in tali situazioni. I passeggeri colpiti da questo recente caos devono sapere che potrebbero avere diritto a compensazioni per ritardi, cancellazioni e altri inconvenienti“.

I consigli per proteggersi dalle eventuali difficoltà

Pierluigi Di Palma, presidente dell’ENAC, ha recentemente sottolineato l’importanza di affrontare le criticità del settore per evitare che si ripetano i problemi di luglio. E mentre il Ministero dei Trasporti esorta a migliorare i servizi, AirHelp ha stilato un elenco di consigli per aiutare i passeggeri a “navigare attraverso queste turbolenze“:

1. Monitorare regolarmente lo stato del volo: Utilizzare i siti web o le app delle compagnie aeree per ottenere aggiornamenti in tempo reale su ritardi, cancellazioni o altre modifiche ai propri piani di viaggio. Restare informati aiuta ad agire tempestivamente.

2. Comprendere i diritti dei passeggeri: Si potrebbe avere diritto a una compensazione se il volo è in ritardo di 3 o più ore, cancellato o se si è negato l’imbarco. E’ possibile visitare il sito web di AirHelp per conoscere i propri diritti ai sensi del Regolamento UE 261/2004 e altre leggi pertinenti.

3. Presentare il reclamo: Quando si è pronti, presentare il reclamo tramite il sito web di AirHelp. Inserendo i dettagli del volo, è possibile verificare in modo facile e veloce l’idoneità alla compensazione. I servizi di AirHelp semplificano il processo, garantendo un’esperienza senza problemi nella presentazione del reclamo.

4. Conservare tutta la documentazione: È essenziale conservare tutta la documentazione relativa al viaggio. Mantenere le carte d’imbarco, i biglietti aerei e qualsiasi corrispondenza con la compagnia aerea e conservare le ricevute per eventuali spese sostenute a causa di ritardi, come pasti e alloggio.

5. Rimanere aggiornati sugli scioperi: Seguire i canali social di AirHelp e il sito web per le ultime informazioni. Essere a conoscenza delle politiche della propria compagnia aerea riguardo ai ritardi e alle cancellazioni legati agli scioperi aiuta a prepararsi meglio.

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Rocchetta Mattei, un castello delle fiabe in Italia

Nel cuore dell’Appennino settentrionale, a 407 metri sul livello del mare, in località Savignano (comune di Grizzana Morandi) si trova la Rocchetta Mattei, un luogo a dir poco fiabesco, nei pressi di Bologna.

La Rocchetta Mattei è una rocca costruita nella seconda metà del XIX secolo, che mescola in modo eclettico stili diversi, dal medievale al moresco. Scopriamo di più su questo meraviglioso tesoro dell’Emilia-Romagna, una tappa imperdibile per chi va a caccia di luoghi incredibili.

La storia della Rocchetta Mattei

La Rocchetta Mattei in passato e in origine fu la dimora del conte Cesare Mattei, letterato, politico e medico autodidatta fondatore dell’elettromeopatia, pratica fondata sull’omeopatia. Il 5 novembre 1850 venne posta la prima pietra della Rocchetta e già nel 1859 il luogo venne considerato abitabile, tanto che Cesare Mattei non se ne allontanò più. All’interno della Rocchetta il conte visse una vita da castellano medievale e giunse addirittura a crearsi una corte, con tanto di buffone.

Il castello ospitava illustri personaggi che arrivavano da ogni dove per sottoporsi alle cure di Mattei. Sembra che, addirittura, ospiti della Rocchetta siano stati Ludovico III di Baviera e lo zar Alessandro II. Nel 1925 la Rocchetta Mattei fu visitata in forma ufficiale dal Principe di Piemonte. Persino Dostoevskji cita il Conte ne I fratelli Karamàzov, quando fa raccontare al diavolo di essere riuscito a guarire da terribili reumatismi grazie a un libro e a delle gocce del Conte Mattei.

Rocchetta Mattei, esterni

Fonte: Getty

I cortili esterni della Rocchetta Mattei

L’insieme di edifici che forma il castello odierno è collocato su un complesso medievale, appartenuto agli imperatori Federico il Barbarossa e Ottone IV e dominio della Contessa Matilde di Canossa, che vi tenne come custode un vassallo, Lanfranco da Savignano. La necessità della difesa del passaggio sul Reno rese prezioso questo castello ai sovrani del tempo. Caduto in potere dei Bolognesi, e creata una linea difensiva più avanzata, la rocca divenne inutile e fu distrutta nel 1293.

Prima di scegliere come luogo per la costruzione del suo castello la località Savignano, vicino Bologna, pare che Cesare Mattei avesse visitato diversi luoghi. Il luogo fu preferito per molte ragioni: la comodità dell’accesso, l’isolamento del rialzo roccioso che forma un gigantesco piedistallo naturale, la situazione del luogo sulla confluenza dei fiumi Limentra e Reno, le vallate dei quali domina sovrano questo scoglio in faccia al pittoresco gruppo di Montovolo e Monvigese. Lo stile prevalente è il moresco, a cui si aggiunge l’architettura italiana medioevale e moderna.

La struttura del castello di Mattei

Una larga e comoda scala conduce al vestibolo del corpo abitato della Rocchetta Mattei. Sembra di trovarsi di fronte ad un castello delle fiabe quando si visita la Rocchetta Mattei: un ippogrifo è a guardia dell’entrata, per la quale si passa in un cortile scavato nella roccia. Due gnomi a guisa di cariatidi sostengono lo stipite di una porta di faccia. Il catino monolite che occupa il centro proviene dalla parrocchiale di Verzuno ove serviva da battesimale. In questo cortile, entrando, nell’angolo sinistro il 5 novembre 1850, alla presenza di pochi amici, Cesare Mattei pose la prima pietra della costruzione, da lui chiamata col vezzeggiativo di Rocchetta.

L’ingresso principale si apre sulla strada provinciale n. 62,’ Riola – Camugnano – Castiglione dei Pepoli ‘, diramazione della strada statale 64. Un’iscrizione in alto ricorda l’origine e il compimento dell’edificio con le parole seguenti: «Il Conte Cesare Mattei – sopra le rovine di antica rocca – edificò questo castello dove visse XXV anni – benefico ai poveri – assiduamente studioso – delle virtù mediche dell’erbe – per la qual scienza ebbe nome in Europa – ed era cercato dagli infermi il suo soccorso – Mario Venturoli Mattei – compié l’edificio – e secondo il voto di lui – nel X anno dalla morte – ne portò qui le ceneri – con amore e riconoscenza di figlio – il III Aprile MCMVI».

Dallo stesso lato, una porta conduce a una scaletta e poi al magnifico loggiato noto come Loggia Carolina in stile orientale. La scala della Torre conduce, attraverso un ponte levatoio, a una stanzetta dalle finestre piccole e dal soffitto a stalattiti, che fu la camera da letto del Conte Cesare Mattei, in cui sono ancora conservati i mobili originali e le pipe di proprietà del conte. Quasi di fronte si trova la scala delle visioni, dove una fantasia allegorica nella volta rappresenta la nuova scienza omeopatica che vince la vecchia medicina. Due distici del latinista abate Giordan, nizzardo, amico del Mattei e ospite in Rocchetta, celebrano la vittoria: «Finxerat. Haec. Deus. Huc Immissa. Luce. Superne Signavitque. Umbras. Lumine. Ducta. Manus Hisce. Nova. Ex. Herbis. Mundo. Medicina. Paratur Hinc. Vetus. Ella. Fugit. Victima. Strata. Jacet».

La scala successiva conduce alla sala inglese sull’alto del torrone principale. Ritornando nella Loggia Carolina si trovano la camera bianca e la camera turca. Dopo un breve tratto di roccia scoperta, rupe e balcone allo stesso tempo, si trova il cortile dei Leoni, la parte meglio riuscita dell’intero edificio, riproduzione del cortile dell’Alhambra di Granada. A lato del cortile dei Leoni si trova l’ingresso a una specie di vasta cantoria, che sovrasta l’interno della chiesa del castello. Entro un’arca rivestita di maioliche si trovano le spoglie di Cesare Mattei. L’arca non riporta alcun nome, ma soltanto un’iscrizione: «Anima requiescat in manu dei», «Diconsi stelle di XVI grandezza e tanto più lontane sono che la luce loro solo dopo XXIV secoli arriva a noi. Visibili furono esse coi telescopi Herschel. Ma chi narrerà delle stelle anche più remote: atomi percettibili solo colle più meravigliose lenti che la scienza possegga o trovi? Quale cifra rappresenterà tale distanza che solo correndo per milioni d’anni la luce alata valicherebbe? Uomini udite: oltre quelle spaziano ancora i confini dell’Universo!».

Interno, Rocchetta Mattei

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Gli archi moreschi della Rocchetta Mattei

Ripassando dal cortile dei Leoni si entra nel salone della pace, così chiamato in omaggio alla fine vittoriosa della Grande Guerra, e successivamente nella sala della musica nella chiesa, imitazione della cattedrale di Cordova. Accanto alla chiesa si trova il salone dei novanta, così chiamato perché il Conte Mattei avrebbe voluto tenervi un banchetto di vecchi nonagenari quando avesse raggiunta questa età. Morì prima del tempo senza aver vista la sala compiuta, che fu terminata dal figlio adottivo Mario Venturoli Mattei. Si esce nel parco e da qui una elegante scala in macigno conduce alla Porrettana. Varie costruzioni minori, destinate un tempo a locali di servizio e oggi trasformate in villette, coronano il corpo principale.

Durante la guerra le truppe tedesche danneggiano gli interni dell’edificio, tanto che, a conflitto ultimato, l’ultima erede, Iris Boriani, non riuscendo a vendere la Rocchetta, la offre gratuitamente al Comune di Bologna, che però non accetta la donazione. Nel 1959 la Rocchetta viene acquistata da Primo Stefanelli che trasforma una delle costruzioni minori, già adibita a padiglione da caccia, in accogliente albergo con annesso ristorante, dal quale accedere all’adiacente ombroso parco, vera oasi di quiete e serenità. Stefanelli si pone l’obiettivo di riparare i danni per riportare il castello nelle originarie condizioni, per farne una meta turistica di notevole interesse.

Nel 1989, Stefanelli muore e la situazione precipita: per problemi vari la Rocchetta è stata definitivamente chiusa al pubblico. Nel 1997 nasce un comitato per la tutela del castello che, nel totale abbandono dei proprietari e delle istituzioni governative, sembrava destinato alla rovina. Vengono promosse molte iniziative al riguardo, una catena umana attorno alla Rocchetta, conferenze e dibattiti, che riscuotono molto successo.

Nel 2000 viene istituito un museo sul Conte Cesare Mattei, la Rocchetta Mattei e l’Elettromeopatia in Via Nazionale 117 a Riola di Vergato, sede del Comitato “Archivio Museo Cesare Mattei”, il quale continua tutt’oggi nella raccolta di reperti storici inerenti alla vita del Conte Cesare Mattei. Nel 2006 la Fondazione della Cassa di Risparmio in Bologna ha ufficialmente annunciato l’acquisizione della Rocchetta Mattei, sottoposta a lavori di restauro ultimati terminati con la riapertura al pubblico del 9 agosto 2015.

Come visitare la Rocchetta Mattei

La Rocchetta Mattei è oggi visitabile con un biglietto di ingresso del costo di € 10,00. I giorni di apertura sono resi noti al pubblico tramite il sito web ufficiale della Rocchetta Mattei e la visita, della durata di un’ora, è prenotabile anche online.

La visita della Rocchetta Mattei è consentita solo in compagnia di una guida che accompagna i gruppi alla scoperta dei tesori del castello, con prenotazione quindi sempre obbligatoria. Inoltre, la Rocchetta Mattei è anche disponibile a visite esclusive, però da concordare con la direzione locale.

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L’Amerigo Vespucci arriva in Giappone: il tour intorno al mondo della nave Made in Italy

L’Amerigo Vespucci, l’iconica nave scuola della Marina Militare italiana e simbolo del Made in Italy, farà tappa a Tokyo per la prima volta nei suoi 93 anni di storia: arriverà, infatti, nella capitale giapponese il 25 agosto, nel contesto di un tour mondiale avviato l’anno scorso, e vi rimarrà fino al 30 agosto.

Ad affiancare il leggendario veliero, sarà il “Villaggio Italia“, una mostra itinerante delle eccellenze italiane promossa per valorizzare l’arte, la cultura, la musica, il patrimonio enogastronomico, il cinema, la tecnologia e la ricerca scientifica del Belpaese. Tra i protagonisti figurano l’Italian Opera Academy del maestro Riccardo Muti, i musicisti dell’Accademia Teatro alla Scala, l’opera “David” dell’artista Jago, il cinema italiano in collaborazione con la Mostra del Cinema di Venezia, la Banda Musicale della Marina Militare, e i celebri vini rappresentati da Verona Fiere – Vinitaly, Regione Piemonte e Consorzio Piemonte Land of Wine.

La tappa giapponese dell’Amerigo Vespucci

Il tour del Vespucci e del Villaggio Italia toccherà 28 Paesi in cinque continenti, portando in giro per il mondo i valori e la bellezza del patrimonio italiano. Questo progetto ha avuto un forte impulso da parte del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che sarà a Tokyo per presenziare all’inaugurazione del Villaggio il 26 agosto e per partecipare a una conferenza sulla “Blue and Space Economy” il 29 agosto, organizzata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, dalla Marina Militare e dall’Aeronautica Militare.

Inoltre, il Villaggio Italia sarà il palcoscenico ideale per presentare le iniziative italiane in preparazione all’Expo 2025 di Osaka. Durante l’evento, l’ambasciatore Mario Vattani, commissario generale per l’Italia all’Expo, offrirà un’anteprima dei contenuti del Padiglione Italia.

Alla cerimonia di inaugurazione parteciperanno diverse personalità di spicco. Oltre al ministro della Difesa italiano Crosetto, interverranno il suo omologo giapponese Minoru Kihara e l’ambasciatore d’Italia in Giappone, Gianluigi Benedetti. Tra gli altri ospiti vi saranno Luca Andreoli, amministratore delegato di Difesa Servizi, la società del ministero della Difesa responsabile dell’iniziativa, e il capitano di vascello Giuseppe Lai, comandante dell’Amerigo Vespucci.

La cerimonia vedrà anche la presenza del viceministro delle Imprese e del Made in Italy Valentino Valentini, del sottosegretario di Stato alla Difesa Matteo Perego di Cremnago, dell’ammiraglio di squadra Enrico Credendino, capo di Stato Maggiore della Marina Militare, e di Matteo Zoppas, presidente di Ice – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.

La conferenza stampa del Padiglione Italia

Giovedì 29 agosto, presso il Villaggio Italia, si svolgerà la conferenza stampa intitolata “Navigando verso Expo 2025 Osaka: bellezza ed eccellenza italiane dalla tradizione all’innovazione”. Durante l’evento, verranno presentati i dettagli sui contenuti del Padiglione Italia per Expo 2025, con la partecipazione di rappresentanti di alto profilo sia italiani che giapponesi, insieme a figure chiave delle principali istituzioni internazionali coinvolte nell’Esposizione Universale.

Tra i relatori principali figurano Mario Vattani, commissario generale per l’Italia all’Expo 2025 di Osaka; Hanako Jimi, ministro per l’Expo 2025 di Osaka; Valentino Valentini, viceministro delle Imprese e del Made in Italy; Dimitri Kerkentzes, segretario generale del Bureau International des Expositions (BIE); Hiroyuki Ishige, segretario generale dell’Associazione Giapponese per l’Expo; e Koji Haneda, commissario generale dell’Expo.

Uno straordinario tour di portata mondiale

Durante la sosta a Tokyo, sarà possibile visitare l’Amerigo Vespucci, mentre il Villaggio Italia offrirà una vasta gamma di iniziative, tra cui convegni, conferenze, concerti ed esposizioni artistiche.

Dopo Tokyo, il tour mondiale del veliero proseguirà con le seguenti tappe: Darwin, in Australia, dal 4 al 7 ottobre; Singapore, dal 24 al 28 ottobre; Mumbai, in India, dal 28 novembre al 2 dicembre; Doha, in Qatar, dal 18 al 21 dicembre; Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, dal 23 al 26 dicembre; e infine Jeddah, in Arabia Saudita, dal 20 al 24 gennaio 2025.