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Friuli, dal Natisone all’Isonzo: lungo il fiume in bicicletta

Non c’è, in Italia, altra regione così brulicante di torrenti e fiumi balneabili e brillanti come il Friuli. La regione all’estremo nord-est del nostro paese è un vero e proprio regno delle acque, capace di conquistare i più indefessi amanti del turismo fluviale e di stupire al contempo anche i novizi del wild swimming.

Ad aumentare esponenzialmente l’attrattiva delle sponde di alcuni dei fiumi e dei torrenti friulani c’è la possibilità, non così frequente, di poterle esplorare in sella a una bicicletta, sfruttando magari alcuni dei percorsi ciclabili pensati per i visitatori della regione.

Pensate a quando andate in bicicletta nella vostra città: piste ciclabili intermittenti, automobilisti imprudenti, l’inquinamento che neutralizza il piacere del movimento a due ruote. Niente a che vedere con l’esperienza di pedalare tranquilli a stretto contatto con la natura che regala la ciclovia che collega Cividale del Friuli a Tolmin, in Slovenia, e che collega le rive del fiume Natisone a quelle dell’Isonzo.

Due corsi d’acqua straordinari. Il Natisone attraversa una valle stretta, dall’altitudine assai limitata, con usi, costumi e cultura separati da quelli del resto del Friuli. Le sue acque tendono allo smeraldino, sempre limpide e pure, raramente fredde (una rarità per certi corsi montani). L’Isonzo ha metà del suo corso in territorio italiano, ma le sue spiagge più belle, caratterizzate da piscine naturali con acque turchesi e cristalline su un fondale di sassolini bianchissimi, si trovano in Slovenia, nella zona compresa tra Kranjska Gora e Tolmin.

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Il Natisone poco fuori da Cividale

Le due vallate, di qua e di là dal confine di Stato, hanno il vantaggio di mantenersi su un’altitudine media relativamente bassa, mentre i fianchi delle montagne si impennano ai loro lati. Così, anche per il ciclo-amatore alle prime armi non è impresa impossibile percorrere i 45 chilometri che compongono il percorso: il dislivello totale dell’intero percorso è di appena 350 metri, alla portata della maggior parte delle persone, e pertanto adatto a intere famiglie.

Cividale del Friuli, la partenza

La partenza del percorso ciclistico è a Cividale del Friuli, piccolo gioiello delle Valli del Natisone, di cui è anche il centro decisamente più rilevante.

Nata in epoca romana con il nome di Forum Iulii, dalla cui contrazione nasce il toponimo Friuli che andrà ad indicare l’intera regione, Cividale è un borgo storico, con un centro che merita una prolungata visita.

Vi si entra attraversando il Ponte del Diavolo, che permette di attraversare una vertiginosa gola dove scorre il fiume Natisone. Si accede quindi a Piazza del Duomo, con il duomo cinquecentesco che si trova di fronte al bel Palazzo comunale, ornato a sua volta dalla statua di Giulio Cesare, fondatore della città.

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Fonte: Lorenzo Calamai

Cividale del Friuli vista dalle sponde del Natisone

In fondo alla piazza, sul lato opposto, si trova il Museo archeologico nazionale di Cividale del Friuli, ospitato in quello che fu il Palazzo dei Provveditori veneti, elegante edificio di impronta palladiana. Il Museo ospita soprattutto reperti del passato longobardo della città, che fu capoluogo del ducato stabilito in Friuli dopo la caduta dell’impero romano.

Altra mirabile testimonianza del passato di Cividale è il Tempietto longobardo, piccolo gioiello di architettura e scultura facente parte del complesso religioso di Santa Maria in Valle, all’estremità orientale del centro storico.

Il Museo archeologico nazionale e il Tempietto longobardo sono i due luoghi che fanno parte del sito seriale dell’UNESCO I Longobardi in Italia: i luoghi del potere, che raggruppa le tracce del passaggio storicamente, architettonicamente e artisticamente importante della popolazione longobarda nella Penisola, al fianco di luoghi come Benevento, Brescia, Campello sul Clitunno, Spoleto.

Partendo dal centro storico di Cividale prende quindi le mosse la pedalata lungo il corso del Natisone per giungere nella valle dell’Isonzo. Si risale il corso d’acqua sulla sponda in sinistra orografica sfruttando la pista ciclabile in sterrato ben tenuto fino alla vicina frazione di Ponte San Quirino, quindi si passa sull’altro lato e si attraversano tutte quelle piccole frazioni di San Pietro al Natisone che ospitano alcuni dei più bei luoghi dedicati al wild swimming lungo il fiume, soste ideali per una pedalata col giusto ritmo.

Le piscine naturali del Natisone lungo il percorso

Fin dalle prime battute, il percorso ciclistico affronta piste ciclabili dedicate o strade secondarie molto poco trafficate. In più, ci sono diversi spot dov’è possibile abbandonare la bicicletta per qualche decina di minuti, rinfrescandosi nelle più belle spiagge d’acqua dolce del fiume Natisone.

Poco dopo l’attraversamento del Natisone in località Ponte San Quirino, ad esempio, si arriva a Vernasso.

Qui l’area predisposta alla nota, chiassosa sagra locale, si trasforma in un gioiellino di pace e tranquillità durante la settimana. Vi si trova una larga spiaggia per metà costituita da sassi e per metà da un bel prato d’erba. Il fiume si allarga tranquillo in un’ampia piscina naturali dove rinfrescarsi in totale relax.

Non lontano, in località Oculis, è possibile una piccola deviazione: percorrendo una stradina tra i campi sulla destra si arriva a un piccolo ponte pedonale. A fianco del ponte un sentierino porta al letto del torrente e a una bella spiaggia riparata dalle fronde degli alberi. Le acque del Natisone scorrono placide all’ombra delle chiome: un luogo ideale per i giorni più caldi d’estate.

Superata la località di Cras si giunge all’incrocio con il ponte che attraversa il fiume. Mentre il percorso ciclabile continua seguendo le indicazioni per Antro e imbocca la strada sterrata sulla destra a pochi metri dall’incrocio, gli appassionati di wild swimming possono imboccare, anche in bici, il sentiero che scende a pochi metri dal ponte. Conduce a un’ampia radura boschiva a stretto contatto con una spiaggia in uno dei punti più belli del Natisone: una cascatella delimita l’inizio di un tratto molto spettacolare, con grosse conformazioni rocciose decorate da una timida vegetazione che sorgono dal letto del fiume, che sotto di loro raggiunge una elevata profondità.

Trampolini ideali per un acrobatico tuffo nelle temperate acque del Natisone, mentre l’ampia piscina naturale garantisce anche lo spazio per qualche rilassante bracciata.

Un’altra piccola piscina naturale si trova dietro al campo sportivo di Pulfero, che viene fiancheggiato dal percorso ciclistico che, infine, si sposta lungo la Strada statale 54 fino a Stupizza e poi al confine con la Slovenia.

A Stupizza l’ultima possibile deviazione per un bagno nel Natisone: in concomitanza della fermata dell’autobus del paesino, si seguono le indicazioni per il percorso tematico il Villaggio degli Orsi e la strada bianca che porta al ponte sul fiume. Da qui si accede alla lunga spiaggia di sassolini bianchi, con tanto spazio per sistemarsi (e anche per appoggiare le bici, se serve). La piscina naturale migliore si trova risalendo di un centinaio di metri a monte del ponte.

La Valle dell’Isonzo e lo sconfinamento in Slovenia

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L’Isonzo scorre in terra slovena

Oltrepassato il confine nei pressi di Stupizza, si prosegue per qualche chilometro lungo il corso del Natisone sloveno, quindi si piega a oriente in direzione Tolmin, piegando verso la valle dell’Isonzo.

È qui che le cose si fanno un po’ più avventurose: il percorso lascia l’asfalto per uno sterrato comunque non impegnativo, tagliando per le campagne fino a Kobarid, quella che fu Caporetto, nota per la battaglia della Prima guerra mondiale.

Proprio in questo luogo carico di storia e di fascino, nel quale merita fermarsi a riprendere fiato, si incontra l’altro grande fiume di questo splendido viaggio a due ruote: da qui in poi si costeggia l’Isonzo fino a Tolmin, scendendo verso sud con lo sguardo rapito dagli scorci sulle sue acque turchesi e incredibilmente attraenti.

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Una delle meravigliose spiagge sull’Isonzo

Poco a sud di Kobarid, in località Ladra, si trovano un paio di tratti di fiume splendidi, con ampie spiagge di sabbia sulle sponde delle acque turchesi del fiume.

Infine anche a Tolmin, termine ultimo della splendida pedalata, l’Isonzo regala un paio di splendidi spot per il wild swimming proprio a margine della città: dove il torrente Tolminka si getta nell’Isonzo formando un’enorme piscina naturale.

Così, anche una volta scesi dal sellino, ci sarà spazio per un ultimo tuffo prima del ritorno a casa.

Di Admin

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