Anche se a prima vista potrebbe sembrare una tipica trovata americana, l’idea di andare in vacanza con un solo figlio alla volta presenta numerosi vantaggi, come confermano gli esperti e le testimonianze delle mamme, raccolte nel corso degli anni su varie testate statunitensi. E i mariti, seppur scettici all’inizio, hanno gradualmente accolto con entusiasmo la nuova formula, seguendo a loro volta l’esempio delle consorti.
Secondo il tour operator di lusso Scott Dunn, che già nel 2023 aveva segnalato la crescita di questo trend, i viaggi madre-figlia sono in costante aumento, così come quelli padre-figlio, sempre più popolari. E l’Italia non è rimasta a guardare: i dati di BWH Hotels Italia & Malta mostrano un incremento delle prenotazioni nei weekend primaverili ed estivi. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, aprile ha registrato un aumento delle prenotazioni dell’8%, seguito da un ulteriore 9% a maggio.
Viaggiare con un figlio alla volta
Una vacanza in famiglia con due o tre bambini è sicuramente un’esperienza ricca di emozioni, ma può anche rivelarsi molto faticosa: proprio per questo, alcuni genitori scelgono di prendersi delle pause in solitaria. Tuttavia, partire con un solo figlio alla volta può trasformare totalmente la dinamica del viaggio, soprattutto quando i bambini hanno età differenti e, di conseguenza, interessi e ritmi diversi.
Innanzitutto, pianificare la partenza diventa molto più semplice: non vi sono discussioni per trovare una destinazione che accontenti tutti, ma solo una decisione condivisa tra genitore e figlio, rapida e senza compromessi. Ancora, viaggiare con un solo bambino elimina i consueti battibecchi tra fratellini, che spesso nascono per motivi banali: dal litigio su chi deve tirare la palla, al malcontento per chi ha avuto il letto migliore o la fetta di torta più grande. Queste piccole rivalità, che a casa possono essere gestite o ignorate, in vacanza diventano più difficili da affrontare e possono mettere a dura prova la pazienza dei genitori.
Spostarsi con un bambino alla volta, invece, permette di evitare le tensioni e fa sì che i genitori possano concentrarsi esclusivamente su quel figlio, rispettandone i ritmi e le esigenze. A sua volta il bambino, felice di godere dell’attenzione del genitore, si comporta in modo più sereno e collaborativo, come raccontano molte mamme americane. Con meno stress e più tempo di qualità insieme, le vacanze “one child only” si rivelano esperienze serene, gratificanti e, soprattutto, indimenticabili per entrambi.
Come funziona
Per i genitori, sia per chi parte sia per chi rimane a casa, questo tipo di vacanza richiede un certo impegno: è allora consigliabile iniziare con una breve fuga nel weekend, anche per contenere i costi e testare la formula. Infatti, viaggiare in coppia genitore-figlio può comportare spese maggiori, motivo per cui è essenziale selezionare con attenzione le offerte e pianificare in anticipo la possibilità di replicare l’esperienza con l’altro figlio, evitando così possibili rivalità o gelosie.
Per garantire che il bambino rimasto a casa non si senta escluso, è fondamentale offrirgli un’esperienza altrettanto gratificante, modellata sui suoi interessi. Coinvolgerlo nell’organizzazione del viaggio del fratello, chiedendogli consigli e suggerimenti, può aiutare a rendere il tutto più equilibrato. Inoltre, è importante pensare per lui giornate piene di attività stimolanti durante la permanenza a casa.
Quando si progetta la vacanza, è cruciale ascoltare i desideri del bambino che parte, per assicurarsi che il viaggio rispecchi le sue aspettative e che ogni momento sia piacevole. Infine, è bene non pianificare tutto nei minimi dettagli: lasciare spazio a qualche sorpresa rende l’esperienza più avventurosa e memorabile.
Un legame che diventa più forte
Una vacanza “uno a uno” in luoghi affascinanti e suggestivi ha l’effetto di rafforzare in modo significativo il legame tra genitore e figlio. La psicologa clinica Lisa Long, intervistata dalla rivista Travel+Leisure, ha sottolineato l’importanza del tempo trascorso con il proprio figlio, paragonandolo a un potente messaggio che comunica al bambino “sei importante per me“. Secondo Long, i bambini hanno bisogno di sentirsi riconosciuti come individui dai propri genitori. Quando un genitore si dedica a un figlio senza le distrazioni del resto della famiglia, il bambino sviluppa una maggiore autostima e percezione del proprio valore.
Tali momenti di svago offrono anche una preziosa opportunità per il genitore di conoscere meglio il figlio, lasciandolo libero di esprimere i bisogni, i dubbi e i sogni. A casa, dove la routine familiare è costellata da impegni come scuola, lavoro e le dinamiche tra fratelli, è invece più difficile. Così, il viaggio si rivela un’esperienza altamente positiva per tutti e due.
E chi resta a casa? Anche i papà si godono il tempo con l’altro figlio, come confermano diverse testimonianze raccolte dalla stampa. Che sia un weekend in campeggio, una lunga pedalata o una partita di calcio, padre e figlio condividono momenti di qualità e rafforzano il loro legame. Il bambino che rimane a casa, dunque, non si sente affatto penalizzato, ma vive un’esperienza altrettanto gratificante, consapevole che la prossima volta toccherà a lui partire.