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Clima e temperatura a Tunisi: ecco quando visitarla

Hai pensato di visitare Tunisi? La capitale della Tunisia si trova proprio sulla costa nordafricana e rappresenta un punto interessante a livello culturale. Pur affascinando tutto l’anno, a seconda della stagione è possibile goderne di più o di meno le meraviglie del luogo, pensando soprattutto alle proprie preferenze. Se stai pensando di visitare Tunisi e vuoi pianificare un viaggio, non partire impreparato e continua a leggere, troverai tanti consigli sulle condizioni climatiche, le temperature e, sebbene sia fantastica in ogni mese dell’anno, ti suggeriremo anche il periodo migliore per visitarla.

Temperature a Tunisi

Tunisi gode di un clima mediterraneo caratterizzato da estati calde e secche e inverni miti e umidi. Le temperature variano notevolmente durante l’anno, questo comporta che i turisti possano godere di esperienze diverse a seconda della stagione in cui la visiteranno.

  • Estate: in estate, nel periodo che va da giugno a tutto agosto, le temperature a Tunisi sono elevate, con punte massime che spesso superano i 30°, raggiungendo sovente anche i 35°-40° nelle giornate più calde. Di contro le serate per fortuna sono più fresche, ma sappiate che raramente scenderanno sotto i 20°.
  • Autunno: il periodo autunnale, che include settembre e novembre, vede un calo graduale delle temperature. Settembre può essere un mese ancora caldo con le massime che si avvicinano ancora ai 30° ma da fine ottobre e per tutto novembre le temperature stazionano sui 15°-20° durante il giorno, la sera e le ore notturne sono decisamente molto fresche!
  • Inverno: dicembre, gennaio e febbraio, i mesi invernali a Tunisi sono miti; le temperature diurne si aggirano intorno ai 15°, mentre le temperature serali e notturne possono scendere anche intorno ai 5°-10°, nonostante ciò le gelate e le nevicate sono molto rare.
  • Primavera: i mesi di marzo, aprile e maggio, si comportano come i mesi primaverili in un clima mediterraneo, con temperature massime intorno ai 20°-25°, le minime serali e notturne raramente scendono sotto i 10°; la primavera è una delle stagioni migliori per visitare Tunisi.

Il clima di Tunisi

Il clima di Tunisi è influenzato dal mar Mediterraneo che ne modera le temperature e porta la giusta  umidità in ogni mese dell’anno. La città vive bene il clima e i turisti che la visitano, in ogni stagione, ne restano affascinati. essenzialmente il clima di Tunisi si può dividere in due stagioni secca e umida.

  • Stagione secca: l’estate, con  i mesi di giugno, luglio e agosto è definita stagione secca con precipitazioni minime e lunghe giornate di sole; il caldo sa essere intenso ma la vicinanza al mare offre il giusto sollievo dato dalla brezza marina.
  • Stagione umida: i mesi autunnali e invernali, quindi il periodo che va da settembre a febbraio, sono i più umidi, le precipitazioni si concentrano comunque tra novembre e marzo, con piogge solitamente intense ma di breve durata.

Quando andare a Tunisi

Ma quindi quando visitare la capitale della Tunisia? Il periodo migliore per visitare Tunisi dipende chiaramente da quelle che possono essere le tue preferenze: è chiaro che primavera e autunno risultano le stagioni migliori considerando le temperature miti. Giornate soleggiate ma non eccessivamente calde danno modo di godersi il luogo vistando tutti i monumenti storici senza soffrire delle temperature troppo calde tipicamente estive.

Chi ama le temperature più alte però potrebbe amarla in estate, visitandola e godendosi poi le belle giornate al mare, rilassandosi nei villaggi turistici e magari divertendosi con i numerosi sport acquatici. L’inverno è forse quella meno battuta ma in realtà non è da sottovalutare per chi ama viaggiare fuori stagione.

 

 

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A Parigi ha aperto un museo insolito: è dedicato al formaggio

“Come si può governare un Paese che conta 246 varietà di formaggio?” affermò Charles de Gaulle, primo Presidente della quinta Repubblica francese. Noi viaggiatori diremmo “Come possiamo scoprirli e provarli tutti?”: buone notizie, da oggi è possibile entrando in un museo insolito inaugurato nel cuore di Parigi, sull’Île Saint-Louis, a pochi passi dall’iconica Cattedrale di Notre Dame. Il Musée du Fromage è il primo museo del mondo interamente dedicato al formaggio.

Nato da un’idea di Pierre Brisson, fondatore della società Paroles de Fromagers che, dal 2013, ha come obiettivo quello di tramandare il know-how racchiuso nella preparazione del formaggio, il museo offre un’esperienza deliziosa e interattiva alla scoperta di questo alimento. Le sue sale, che comprendono una galleria espositiva, aree didattiche dove vengono organizzati eventi e workshop e un caseificio celebrano il ricco patrimonio caseario francese e i suoi artigiani. Non preoccupatevi, c’è anche un’area souvenir dove fare scorta di formaggio da portare a casa!

Cosa vedere dentro il Museo del Formaggio

L’esperienza all’interno del Museo del Formaggio, il primo a essere aperto a Parigi, si suddivide in quattro parti. La prima e la seconda parte sono dedicate alla cultura e alla storia del formaggio dove sono esposti antichi manufatti, dalle presse agli stampi in legno, che testimoniano le antiche conoscenze dei primi casari e l’evoluzione delle tecniche di produzione del formaggio. All’interno della collezione sono esposti anche manifesti pubblicitari, foto e filmati d’epoca e, grazie alla sua anima interattiva, il museo offre la possibilità di approfondire questo mondo, dalle varie DOP alle fasi della lavorazione.

La terza parte si concentra sulla produzione del formaggio: all’interno del caseificio vi verranno spiegate tutte le fasi di lavorazione del latte, dalla cottura fino alla salatura e alla conservazione nelle cantine di stagionatura, grazie alle quali imparerete l’importanza di ogni fase e perché la professione del casaro è preziosa e va preservata.

Infine, la quarta parte sarà la vostra preferita perché dedicata alla degustazione. In una sala appositamente allestita assaggerete diversi formaggi, ognuno con sapori e consistenze uniche e diverse. Nel mentre, un esperto vi spiegherà le particolarità di ogni formaggio: provenienza, produzione e le sue caratteristiche. Essendo gestito dalla società Paroles de Fromagers, una parte del museo è allestita per ospitare anche tante altre attività come corsi, laboratori didattici e altri eventi dedicati interamente al mondo del formaggio.

Il biglietto d’ingresso costa 20 euro per gli adulti e 10 euro per bambini.

Che formaggi comprare a Parigi

Sono diversi i souvenir che potete acquistare durante il vostro viaggio a Parigi, tra questi i migliori formaggi. D’altronde, i francesi sono considerati i più grandi consumatori di formaggio al mondo, mentre la Francia si aggiudica il primato per numero di formaggi DOP e IGP. Ma quali sono quelli che rappresentano al meglio lo spirito di questo paese? Visitando il museo lo scoprirete in prima persona, in alternativa vi lasciamo qualche consiglio: uno dei formaggi francesi più famosi è sicuramente il Comté, dal sapore dolce e genuino, insieme a Brie, Camembert, Saint Nectaire, Coulommiers, Roquefortt e Beaufort, da provare anche nelle tante botteghe tipiche sparse per la città.

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Cosa vedere a Beni Mellal, nel cuore del Marocco

Nel cuore del Marocco, tra le montagne dell’Atlante e la fertile e verde pianura di Tadla. È qui che si trova Beni Mellal, una perla del Paese marocchino, destinazione che spesso viene trascurata dalla maggior parte dei turisti che decidono di visitare il Marocco. Questo è il luogo ideale dove poter vivere avventure ed esperienze indimenticabili, immerso nella natura e con paesaggi straordinari. Ecco cosa visitare a Beni Mellal, nella sua affascinante città ed i suoi dintorni.

Le attrazioni principali di Beni Mellal

La città marocchina di Beni Mellal venne fondata nel diciassettesimo secolo ed utilizzata come avamposto militare, ma col passare del tempo è riuscita a sviluppare un mix culturale unico, con influenze non solo arabe, ma anche berbere e francesi. La città, probabilmente anche per la sua lontananza dagli itinerari turistici di massa e dalle città principali, come, ad esempio, Chefchaouen o Marrakech ha un’atmosfera molto piacevole e rilassata, dove è possibile trovare edifici e case antiche a stretto contatto con le moderne infrastrutture cittadine.

Kasbah Bel-Kush, l’antica fortezza marocchina

Visitare il centro storico di Beni Mellal consente ai visitatori di immergersi nella cultura e nella storia locale di questa città dell’entroterra marocchino. Sono molti gli edifici che potranno catapultare i turisti in un viaggio nel tempo. Uno di questi è la fortezza Kasbah Bel-Kush, che venne costruita nel diciassettesimo secolo dal sultano Ismail e che rappresenta un perfetto esempio di architettura militare marocchina. Si tratta di un edificio imponente, che consente di avere una vista speciale ed unica sulla città e sui paesaggi naturali che circondano Beni Mellal, una costruzione che in epoca medievale serviva come protezione dagli invasori della regione.

A Beni Mellal è presente anche un’altra piccola cittadella, la Kasbah Ras al Ain, poco più giovane della precedente, ed il giardino di Ain Asserdoun, due costruzioni ancora perfettamente conservate. Una visita in questi luoghi al tramonto permette di immergersi in una romantica e spettacolare atmosfera da Mille e una Notte. Inoltre, all’interno della Kasbah Ras al Ain, vi è una sorgente d’acqua che sgorga naturalmente dalle profondità della roccia e le ricerche storiche più accreditate ipotizzano che l’intero centro abitato di Beni Mellal sia nato proprio a partire dal primo insediamento fortificato attorno a questa preziosissima acqua potabile.

Il mercato di Beni Mellal

Per immergersi nella cultura e nelle tradizioni locali di ogni Paese, un consiglio sempre valido è quello di visitare i mercati locali, dove è possibile osservare i cittadini locali nelle loro attività quotidiane ed avere una visione generale su di queste. Quindi, visitare il souk di Beni Mellal, ovvero il suo mercato tradizionale, dà la possibilità di immergersi in suoni e sapori locali, dove è possibile trovare di tutto, dai tessuti ai prodotti artigianali, dalle spezie alle prelibatezze locali.

Qui sarà anche possibile assaggiare le prelibatezze locali, come i corni di gazzella o i chebakia, dolci della tradizione marocchina, oltre che acquistare souvenirs e prodotti artigianali locali, come la famosa ceramica marocchina, finemente decorata e colorata.

Tipica ceramica marocchina venduta nei mercati tradizionali del Marocco

Fonte: iStock

Tipica ceramica colorata marocchina, venduta nel mercato tradizionale di Beni Mellal

Le scuole di musica e danza tradizionale

Una delle attrazioni culturali più interessanti di Beni Mellal sono le sue scuole di musica e di danza, che attingono da una tradizione secolare fatta di compositori, musicisti e danzatori tradizionali resi celebri in tutto il Marocco, dalle leggende dei berberi e dei beduini. Il lato più rilevante di questa tradizione musicale è che permette di comprendere come la cultura della regione di Tadla-Azlial sia una grande stratificazione di storie differenti, con contaminazioni da parte della popolazione beduina e mediterranea, una ricchezza e varietà che lascia meravigliati gli spettatori che assistono a concerti e spettacoli nella città di Beni Mellal.

Cosa vedere nei dintorni di Beni Mellal?

Uno degli aspetti più affascinanti e che caratterizzano Beni Mellal è sicuramente la sua posizione, fra montagne e pianura, che offre agli occhi dei visitatori uno spettacolo unico e, soprattutto, una grande varietà di paesaggi naturali tutti da scoprire, caratterizzati da una ricca vegetazione.

Le coltivazioni di agrumi

Non sono una vera propria attrazione turistica di Beni Mellal, bensì il cuore economico dell’intera regione marocchina, ma osservare le immense coltivazioni di arance ed ulivi che circondano la città è uno spettacolo imperdibile. Senza addentrarsi troppo nelle proprietà dei coltivatori, è possibile passeggiare lungo le strade che, partendo dal centro di Beni Mellal, costeggiando queste grandi coltivazioni di ulivi ed i coloratissimi aranceti, che in primavera inondano tutta la pianura circostante di un meraviglioso profumo di agrumi.

Le cascate di Ouzoud

Per chi volesse fare una breve escursione dalle mura cittadine ed è alla ricerca di un’oasi naturale, è possibile visitare le cascate di Ouzoud, che si trovano a circa 150 chilometri dalla città.

Queste cascate offrono uno spettacolo unico, grazie anche alla loro altezza, circa 110 metri, e alla cui base è possibile anche passare giornate all’insegna del relax e del divertimento facendo un bagno rinfrescante. Il percorso per raggiungere le cascate di Ouzoud è immerso nella vegetazione, dove è anche possibile incontrare le scimmie berbere, che spesso si avvicinano anche ai visitatori.

Attorno a queste cascate si è sviluppata anche una rigogliosa oasi, dove è anche possibile campeggiare e fermarsi qualche giorno, prima di continuare l’esplorazione dell’entroterra marocchino. Per gli amanti delle escursioni a piedi una località da non perdere sono le gole del fiume El Abid, un canyon scavato dallo scorrere dell’acqua a fino a formare una spettacolare formazione geologica profonda decine di metri.

Vista delle cascate di Ouzoud nei pressi di Beni Mellal in Marocco, con una ricca vegetazione e persone che fanno il bagno

Fonte: iStock

Le cascate di Ouzoud, nella regione di Beni Mellal

Lago Bin el Ouidane

Infine, a breve distanza dal centro di Beni Mellal, sorge il lago Bin el Ouidane. Si tratta di un vasto bacino artificiale, molto frequentato dagli abitanti locali, circondato da montagne e foreste e situato nei pressi dell’omonimo e piccolo centro abitato di Ben el Ouidane. È il luogo ideale per praticare sport acquatici come il kayak ed il windsurf, ad esempio, ma è anche un luogo famoso per la pesca delle carpe in tutto il Marocco.

Sul lago affacciano bellissimi hotel e resort, ma anche campeggi e strutture attrezzate per passare una giornata a contatto con la natura, godendo di una vista unica e spettacolare su questo bellissimo lago blu.

Beni Mellal è una destinazione affascinante, ancora poco considerata dal punto di vista turistico, ma che è in grado di regalare esperienze e ricordi unici della vita e della cultura di questa regione dell’entroterra del Marocco, circondata da paesaggi naturali tutti da esplorare.

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Alle Hawaii la scala più proibita e pericolosa del mondo

È la scala più proibita e pericolosa al mondo e si trova alle Hawaii, sull’isola di Oahu: forse, però, di lei bisognerebbe parlare al passato perché i giornali statunitensi hanno dato per certo l’avvio della sua demolizione. Il nome ufficiale è Ha’iku Stairs, ma quello con cui è maggiormente nota è Stairway to Heaven, ovvero scalinata per il paradiso ed è un piccolo ma importante pezzo di storia degli Stati Uniti, essendo stata realizzata dalla Marina americana negli anni Quaranta.

La storia, perché è pericolosa e le ragioni per cui è in via di demolizione la scala della Hawaii, la Stairway to Heaven.

La scala alle Hawaii: pericolosa e affascinante

Composta da circa 3.922 gradini in acciaio che portano verso il cielo, arrampicandosi lungo le montagne Koolau: è la Ha’iku Stairs un’incredibile scala che si trova alle Hawaii, sull’isola di Oahu, e la cui storia va ricercata nel passato e, più precisamente nel corso degli anni Quaranta quando questa vertiginosa struttura è stata realizzata dalla Marina Militare americana per poter raggiungere una stazione radio. Una costruzione segreta e fondamentale per la Seconda Guerra Mondiale, che necessitava di una certa altezza per poter raggiungere le navi della Marina Militare che erano impegnate nel Pacifico

Poi è stata chiusa nel 1987, ma questo – a quanto pare – non avrebbe fermato i temerari che hanno deciso di avventurarsi ugualmente, correndo dei rischi. Non solo per la propria incolumità, ma anche di dover pagare una multa salata che ammonta a circa 1000 dollari. Negli anni anche i residenti della zona si sono lamentati per i turisti che, nonostante il divieto, saltavano le recinzioni e si avventuravano per il percorso magari facendolo in orari meno tradizionali per non essere scovati e anche perché il fascino dell’alba su questa scala potrebbe essere stata per loro un’attrattiva irresistibile.

La pericolosa scala alle Hawaii, la Stairway to Heaven

Fonte: iStock

Vista dalla pericolosa scala alle Hawaii, la Stairway to Heaven

La demolizione della scala alle Hawaii

In fondo è immaginabile perché la scala sia pericolasa e siano stati presi provvedimenti: ci si arrampica su ripide scogliere e questo, insieme al fatto che le condizioni meteo possono non essere prevedibili, aumenta il rischio che si possa incorrere in pericoli inaspettati.

Secondo Usa Today Travel tra agosto 2017 e marzo 2020 sono state oltre 11mila le persone che sono state mandate via mentre tentavano di salire le scale, mentre lo stesso giornale sottolinea che tra il 2010 e il 2022 sono state tratte in salvo più di 188 persone.

Tanto che, in seguito alla decisione del 2021, da aprile 2024 ha preso il via la demolizione della struttura. Gli obiettivi? Spiega Usa Today Travel che è stata una decisione presa per aumentare la qualità della vita di chi vi abita vicino, migliorare la sicurezza pubblica e tutelare la bellezza di questi luoghi. Infatti, oltre a eliminare le scale, pare che verranno introdotte nuovamente le piante autoctone. E che non tutta la struttura verrà demolita: una parte della struttura resterà per ricordare il suo utilizzo importante durante la Seconda Guerra Mondiale.

La scala delle Hawaii, la Stairway to Heaven era un percorso vertiginoso, pericoloso e proibito che si arrampicava sul crinale delle montagne e regalava una vista unica a chi, in barba alle regole, provava a percorrerlo. Oggi si assiste alla sua demolizione, ma senza voler perdere un pezzo della storia di questi luoghi.

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Per le vacanze estive in media ogni italiano pagherà 1.127 euro a persona

Che le vacanze costino è risaputo, ma quello a cui stiamo assistendo è un aumento continuo dei prezzi, estate dopo estate. Il caro vacanze pesa sulla maggior parte delle persone (un terzo degli italiani non può permettersi una settimana di ferie in un anno) e secondo i dati rilasciati da Federalberghi, ottenuti tramite una ricerca eseguita da Tecnè, in media ogni italiano pagherà 1.127 euro a persona nel 2024 contro i 972 euro del 2023. Gli aumenti riguardano ogni ambito del settore turistico che, nel complesso, va a comporre una vacanza completa: dall’affitto di sdraio e ombrelloni al pernottamento, dai trasferimenti in aereo o bus al semplice panino da mangiare all’autogrill.

Ma di quanto aumentano i prezzi per andare in vacanza? Vediamo insieme i dati.

Quanto costa una vacanza al mare

Dati alla mano, per una famiglia composta da quattro persone (due adulti e due minori), una vacanza al mare costa ben 6.400 euro, il +10% rispetto al 2023. Per gli ombrelloni e le sdraio, i costi sono aumentati dal +3% al +5%: 2 lettini e 1 ombrellone per 7 giorni, in alta stagione, costano, in media, 278.60 euro. I rincari hanno ovviamente riguardato anche gli alloggi, dove si assiste a un aumento dei costi del +23% nelle località balneari: le regioni più costose sono risultate la Sardegna, Senigallia, Milano Marittima e Anzio, mentre le più economiche sono Cervia e Gallipoli. Secondo un’indagine di Federconsumatori, una camera doppia al giorno costa, in media, 288.30 euro rispetto ai 252.43 euro dello scorso anno.

Una vacanza non è completa senza provare i piatti tipici e divertirsi durante un’escursione, giusto? Ecco che gli aumenti arrivano anche nel campo della ristorazione e delle escursioni: la cena al ristorante costerà il +6%, mentre un’escursione di mezza giornata in una località caratteristica con trasporto e guida costerà il +14%.

Quanto costa una vacanza in montagna

La montagna rappresenta la fuga ideale per sfuggire al caldo, ma non all’aumento dei costi: secondo un’indagine dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, una settimana per una famiglia di quattro persone in Italia costerà 4.678 euro, contro i 4.482 dello scorso anno. I costi delle camere doppie aumentano del +4%, mentre i prezzi delle escursioni hanno subito un rincaro del +13%. Anche i costi per noleggiare le attrezzature da trekking sono aumentati del +5%, mentre nei ristoranti, il costo di una cena aumenta del +6%.

Famiglia in montagna

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Una famiglia in montagna

Quanto sono aumentati i costi di voli e trasporti

I prezzi dei voli sono quelli che hanno subito un aumento maggiore, che oscilla tra il +5% e il +19,9% in base alla tratta: secondo i dati messi in evidenza da Federconsumatori, in media un volo nazionale per due persone (andata e ritorno) costa 539.40 euro, contro i 482.22 euro del 2023. Altroconsumo, invece, sottolinea l’aumento dei prezzi per i servizi extra come l’aggiunta di un trolley alla tariffa basic, che prevede il solo bagaglio piccolo da riporre sotto il sedile: in questo caso, i prezzi oscillano tra i 25 euro e i 116 euro.

Chi viaggia in auto, invece, non vedrà grandi cambiamenti per quanto riguarda la benzina. Stessa cosa non si può dire delle nuove tariffe autostradali, che hanno visto un aumento del +2,2% per chi utilizza Telepass. Anche la sosta in autogrill diventa più cara con un aumento dei prezzi del +3% rispetto al 2023: qui, il prezzo medio di un panino gira intorno ai 7 euro, contro i 4.20 euro se acquistato in un bar normale.

E i traghetti? Anche qui le notizie non sono buone: durante il periodo dell’alta stagione, si assiste a un aumento dei costi tra il +1,8% per la tratta Genova-Porto Torres al +10,2% della tratta Civitavecchia-Porto Torres, con un aumento medio del +6,3%. La tratta più cara, secondo Adiconsum Sardegna, è quella che collega Civitavecchia con Olbia: prendendo in considerazione il periodo di Ferragosto, una famiglia con due bambini + auto, scegliendo la sistemazione in poltrona all’andata e il posto libero al ritorno, deve aspettarsi una spesa minima di 1.324 euro, che sale a 1.640 euro se si prenota una cabina interna.

Molti italiani non andranno in vacanza

Per fronteggiare l’aumento dei costi e per non rinunciare a una vacanza, gli italiani provano a organizzare i viaggi o durante la bassa stagione o per periodi brevi, ma più volte l’anno. Sempre dati alla mano, il 44,8% della popolazione italiana non farà viaggi tra giugno e settembre: c’è chi resterà a casa per mancanza di liquidità (il 44,8%), chi per motivi di salute (il 27,3%) e chi per motivi familiari (il 20,1%). In generale, un terzo degli italiani non può permettersi una settimana di ferie in un anno, mentre sulle Isole la percentuale aumenta del 50%.

Molti italiani provano a organizzare vacanze all’estero e in mete più economiche o alternative, come la Spagna, isole meno conosciute della Grecia, l’Albania o il Montenegro ma, in linea generale, andare in vacanza sta diventando sempre più un lusso minando anche il benessere quotidiano e psicologico delle persone.

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Crociere da sogno, gli itinerari dei nuovi Grand Voyages

Regent Seven Seas Cruises, compagnia di crociere ultra-lusso, ha svelato la collezione di crociere per la stagione 2026-2027, che include ben 173 nuovi itinerari che toccano alcune delle destinazioni più affascinanti del mondo nei cinque continenti.

I nuovi Grand Voyages

Oltre alla spettacolare Crociera Giro del Mondo 2027 di 140 notti, la novità della programmazione sono 4 nuovi Grand Voyages, di durata variabile dai 60 agli 82 giorni di navigazione, a bordo delle navi più prestigiose della flotta, lungo straordinari itinerari che toccano diversi continenti e sono un omaggio alle epiche esplorazioni di un tempo.

La prima a salpare, il 29 giugno 2026, sarà la Grand Arctic Adventure, 82 giorni di navigazione a bordo della Seven Seas Mariner, da New York a Barcellona, in Spagna, con scali in Groenlandia, Islanda, Scandinavia e in numerosi porti del Mare del Nord. Il 20 ottobre 2026, Seven Seas Explorer partirà da Tokyo, in Giappone, per la Grand Asia Exploration, che la porterà a Sydney, in Australia, dopo 60 giorni di viaggio sulle rotte più suggestive d’Oriente e Australia.

Grand Continental Sojourn in partenza il 9 novembre 2026 da Barcellona, in Spagna, a bordo di Seven Seas Navigator è una traversata epica di 82 giorni, che dopo aver circumnavigato l’Africa, solcato l’Oceano Indiano e fatto scalo nei principali porti del Sud-Est asiatico, giunge a Sydney, in Australia.

Indian Ocean Odyssey è invece la crociera che partirà a bordo di Seven Seas Voyager il 1° febbraio 2027 da Città del Capo, in Sud Africa, per raggiungere Barcellona, in Spagna, dopo 62 giorni di navigazione attraverso gli arcipelaghi da sogno dell’Oceano Indiano, il Golfo Persico, il Mar Rosso e il Mediterraneo.

“La nostra Collezione Crociere 2026-2027 presenta un’incredibile gamma di rotte per offrire ai viaggiatori di lusso l’opportunità di immergersi in nuove culture, acquisire nuove prospettive e creare ricordi indimenticabili attraversando migliaia di miglia nautiche”, ha affermato Andrea DeMarco, Presidente di Regent Seven Seas Cruises.

“Che si tratti di trascorrere 7 giorni, 7 settimane o più a bordo, i nostri ospiti potranno solcare i mari godendo dei più alti standard di servizio personalizzato e della più completa lista di servizi inclusi di qualsiasi compagnia di crociere ultra-lusso, dalle spaziose suite alle escursioni a terra illimitate, dai raffinati ristoranti di specialità alle bevande premium”.

Servizio ultra-lusso a bordo

Oltre a tutto quanto è compreso nel pacchetto “The Most Inclusive Luxury Experience®”, gli ospiti dei Grand Voyage riceveranno anche una serie di servizi su misura: pacchetto notte pre-crociera in hotel e cena, esperienze esclusive a terra, servizio bagagli porta a porta, servizio di lavanderia illimitato, credito telefonico per suite, consulenza medica a bordo e un omaggio commemorativo.

Con una capacità che varia tra 496 e un massimo di 850 ospiti, le spaziose ed eleganti navi della compagnia – Seven Seas Explorer, Seven Seas Grandeur, Seven Seas Mariner, Seven Seas Navigator, Seven Seas Splendor, Seven Seas Voyager e Seven Seas Prestige – la cui consegna è prevista per il 2026 – formano una delle flotte più esclusive al mondo. A bordo delle navi della compagnia, gli ospiti possono godere di sontuose sistemazioni in suite, quasi tutte con balcone privato, tra le più spaziose in mare, nonché di un servizio altamente personalizzato in tutte le aree pubbliche e negli ampi spazi esterni.

Inoltre, possono usufruire di escursioni a terra illimitate gratuite in ogni porto. Le tariffe crociere all-inclusive includono anche cucina gourmet nei numerosi ristoranti di specialità e nei luoghi di ristorazione all’aperto, vini e liquori pregiati, intrattenimento, accesso illimitato a internet, lavanderia gratuita con servizio di valletto, mance e pacchetti pre-crociera di una notte in hotel per gli ospiti che soggiornano in suite di livello Concierge e superiore.

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Cosa vedere a Pula, gioiello nella costa Sud della Sardegna

In uno dei tratti costieri più belli della Sardegna meridionale, nella cosiddetta “costa del Sud”, sorge la piccola cittadina di Pula.

Si trova a circa 30 chilometri da Cagliari, il capoluogo sardo, ed è il punto di partenza ideale per esplorare le incantevole spiaggi della Sardegna meridionale, oltre che siti archeologici ed importanti come Nora. Il Borgo di Pula è incastonato fra la catena montuosa del Sulcis, in una piccola pianura, ed è facilmente raggiungibile da Cagliari, dal porto o dall’aeroporto, in quanto ben collegata con la città.

Si tratta della destinazione perfetta per chi vuole scoprire questo lato della Sardegna e vivere una vacanza godendo delle sue bellezze, del suo patrimonio storico, ma anche culturale e gastronomico. Ma cosa vedere e cosa fare a Pula?

Le spiagge di Pula, angoli sul mare imperdibili

La Sardegna, si sa, è una terra famosa per il suo mare limpido, considerato fra i più belli del mondo, e le sue famose spiagge, uniche e circondate dal verde della macchia mediterranea. La parte meridionale dell’isola, sopratutto qui, nei pressi di Pula, ha molto da offrire in questo senso.

Una delle attrazioni principali di Pula, infatti, è la spiaggia di Santa Margherita di Pula, lunga ben dieci chilometri, dove poter trovare un paesaggio variegato ed imperdibile, che presenta un alternarsi di sabbia fine e scogliere rocciose. La spiaggia è, grazie a queste caratteristiche, l’ideale per chi ama fare lunghe passeggiate, godendosi tramonti mozzafiato. È anche la spiaggia perfetta per chi vuole praticare sport acquatici come lo snorkeling, grazie alle sue acque chiarissime, oppure windsurf, grazie alle correnti che colpiscono questa parte della costa sarda. Inoltre, Santa Margherita di Pula, è anche la location del famoso programma televisivo Temptation Island.

Infine, per chi è alla ricerca di un luogo più tranquillo e lontano dalla folla, nei pressi di Pula si trova anche la spiaggia di Su Guventeddu. Questa spiaggia è caratterizzata da un’atmosfera più intima e rilassata rispetto le altre e con le sue acque calme e poco profonde, è l’ideale per le famiglie con bambini che vogliono passare una piacevole giornata al mare.

Molto conosciuta è anche la spiaggia di Nora, famosa per le sue acque cristalline e la spiaggia di sabbia fine dorata, che crea un contrasto unico agli occhi dei visitatori, ben attrezzata e con tutti i servizi che una buona giornata al mare richiede. Questa spiaggia, inoltre, si trova a pochi passi dell’area archeologica di Nora.

Storia e cultura nella Sardegna meridionale

La Sardegna è una terra ricca, sia dal punto di vista naturale, con i suoi paesaggi unici nel mondo, sia dal punto di vista storico, con siti e reperti storici dei diversi popoli che abitarono questa isola nel cuore del Mar Mediterraneo.

Il sito archeologico di Nora ed il teatro romano

A prova di ciò, è possibile visitare il sito archeologico di Nora che permette ai turisti di fare un vero e proprio tuffo nella storia antica di questa terra. La città di Nora, infatti, venne fondata dall’antico popolo dei Fenici, addirittura nell’ottavo secolo a.C. ed in seguito divenne un’importante città dell’impero romano.

Le rovine sono ben conservate e si distinguono templi, terme, mosaici dalla bellezza unica e l’antico teatro romano. Quest’ultimo viene considerato l’attrazione principale del sito ed ancora oggi, nel periodo estivo, questo teatro viene utilizzato per spettacoli culturali, che prendono vita nella suggestiva cornice delle rovine, per rassegne teatrali, come “la notte dei poeti” o addirittura per eventi di fama internazionale, come la sfilata itinerante di Dolce & Gabbana, tenuto all’interno di questo sito archeologico.

Visita nel centro storico del borgo di Pula

Oltre al parco archeologico di Nora, una visita del centro storico del piccolo borgo sardo è quasi d’obbligo. Camminare fra le piccole vie di Pula è un’esperienza affascinate, grazie alle sue strette e antiche viuzze acciottolate, ma anche le sue piazzette e le piccole case tipiche colorate, in grado di riflettere il fascino tipico dei borghi della Sardegna.

Fra gli edifici storici di questo centro, spicca la Chiesa di San Giovanni Battista, che venne costruita nel 1889 e che conserva ancora oggi pregevoli dipinti dell’epoca al suo interno. Oppure, poco lontano dal centro storico di Pula, si può visitare Villa Santa Maria, un bellissimo monumento in stile neoclassico, progettato anche questo nel diciannovesimo secolo, dall’architetto cagliaritano Gaetano Cima, che rappresenta un’importante testimonianza del passato nobiliare del borgo.

Le torri di avvistamento a difesa di Pula

Nei pressi di Pula si trovano anche numerosi torri di avvistamento, che vennero costruite in passato sulla costa con l’obiettivo di difendere l’isola e la città di Pula contro gli attacchi e le incursioni dei pirati. Le più importanti e tutt’ora visitate dai turisti sono la Torre di Cala d’Ostia, situata sull’omonimo promontorio di Cala d’Ostia, la Torre di San Macario, sull’isola, appunto, di San Macario e a poche centinaia di metri dalla costa, e la Torre di Coltellazzo, conosciuta anche come Torre di Sant’Efisio, in contatto visivo con le precedenti torri. Visitando queste torri sarà possibile godere di una vista unica ed imperdibile delle coste uniche di Pula.

Torre del Castellazzu, una delle torri di avvistamento nei pressi di Pula, che si affaccia sul mare azzurro al tramonto

Fonte: iStock

Torre del Coltellazzu, antica torre di avvistamento a Pula

Pula e dintorni per gli amanti della natura

Per coloro che sono alla ricerca di avventure ed attività all’aria aperta, una delle destinazioni naturalistiche più belle e notevoli nei pressi di Pula è la foresta di Is Cannoneris. È una delle formazioni più estese dell’intero Mediterraneo, oltre che essere un’importante sito di conservazione e protezione per animali come il cervo sardo, ma anche falchi, aquile reali o cinghiali.
In questa foresta sono presenti numerosi escursioni che possono essere effettuate sia a piedi, che in mountain bike e che permettono di ammirare il paesaggio incontaminato circostante.

Un’altra meta interessante per gli escursionisti è la foresta di Pixina Manna, un’area situata a breve distanza dal borgo di Pula. È possibile trovare numerosi sentieri che attraversano la ricca vegetazione di questa foresta e che portano i camminatori alla scoperta di querce secolari, fiumi e cascate, per un’esperienza nella natura sarda sicuramente indimenticabile.

Pula, nel sud della Sardegna, è una di quelle destinazioni che sa come rubare il cuore di chi la visita e creare ricordi indelebili, sia per chi è alla ricerca di mare e relax, ma anche per tutti coloro che vogliono scoprire l’affascinante storia di questa area della Sardegna e non solo.

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Cascate, piscine e perfino laghi: dove fare il bagno nel fiume Magra

Il fiume Magra, corso d’acqua che parte lo Genovese dal Toscano, per dirla con Dante Alighieri: settanta chilometri di percorso dall’Appennino Toscoemiliano fino al Mar Ligure, antico confine romano al di sotto del quale gli abitanti godevano della cittadinanza di quello che sarebbe diventato un secolo più tardi l’impero, nell’Ottocento terreno di scontro delle truppe napoleoniche e britanniche e oggi raccontato in alcune delle opere di Maurizio Maggiani.

Un fiume importante per i tanti paesi e le città che attraversa, ma un fiume che riserva il meglio di sé per gli avventurosi viaggiatori che trovano la voglia di esplorare le sue anse più recondite, nascoste là dove il corso è ancor giovane, dove le acque hanno da poco lasciato i pendii del monte Borgognone e del monte Tavola.

Cascate, piscine naturali e perfino un lago, in qualche modo: sono questi i tesori che offre lo scrigno del Magra nella sua prima parte, a monte rispetto alla cittadina di Pontremoli, il centro più importante della Lunigiana.

Fiume Magra piscine naturali
L’eloquente cartello sul ponte di Groppodalosio

Il Piscio di Pracchiola

Pracchiola è un minuscolo abitato della Valdantena, la zona collinare a nord-est del territorio del comune di Pontremoli, il cui nome deriva probabilmente dall’antico nome etrusco del fiume Magra.

È l’ultimo borgo che si trova sulla strada che da valle risale il corso d’acqua e poi raggiunge il Passo del Cirone, che separa la provincia di Massa da quella di Parma. In corrispondenza di Pracchiola la Strada provinciale 108 smette di seguire il corso del fiume, che lambisce la frazione nel suo lato occidentale.

Risalire il corso del Magra è invece l’obiettivo dell’esplorazione: si può lasciare l’auto nel parcheggio di Pracchiola, attraversare l’unica strada lastricata del paese a piedi e inoltrarsi nel bosco seguendo l’artigianale indicazione su un cartello di legno che dice: cascata.

Fiume Magra piscine naturali

Fonte: Lorenzo Calamai

Tutta la forza dell’imponente cascata di Pracchiola

In circa mezz’ora di escursione nel bosco si raggiunge il salto noto come il Piscio di Pracchiola, un’imponente parete rocciosa dal quale il Magra, che nasce appena qualche chilometro più su, si getta per circa 30 metri con grande fragore, sbatacchiandosi nello stretto cunicolo scavato nella roccia e generando un’ampia polla ai suoi piedi.

La cascata è destinazione di tanti visitatori ed è uno spettacolo della natura imperdibile in tutte le stagione, ma diventa poi una stuzzicante meta per i giorni più caldi dell’estate: l’acqua della piscina naturale è molto fredda e un tuffo proprio sotto la cascata un must per i più coraggiosi.

Il Ponte della Colombaia

Nei pressi di Pracchiola si trova un’altra sensazionale destinazione per gli amanti dell’acqua dolce e del wild swimming: il Ponte della Colombaia. Arrivando da valle nel piccolo abitato, ci si accorgerà di passare su un cavalcavia che permette di attraversare il corso del fiume.

Poco sotto il cavalcavia si trova in realtà un ben più vecchio e scenografico ponte, risalente al Quattrocento e ristrutturato recentemente, il quale a sua volta sorveglia una bella zona di piscine naturali dall’acqua cristallina, con grandi massi piatti ai bordi che lo rendono un luogo ideale per un picnic fuori porta.

Fiume Magra piscine naturali

Fonte: Lorenzo Calamai

II ponte della Colombaia risale al XV secolo

Alle piscine naturali si accede percorrendo un breve sentiero che parte poco più a valle rispetto al cavalcavia, in concomitanza di uno spiazzo sterrato sulla destra della sede stradale.

È uno spot che garantisce ampia ombreggiatura, grazie alla boscaglia circostante, mentre le piscine naturali sono al sole nelle ore centrali della giornata. Non sono profondissime, si tocca quasi in ogni punto della polla, ma si riesce comunque a fare un bagno rinfrescante.

Le Piagnare

Scendendo insieme al Magra verso valle, ci si sposta nel paese di Casalina, altra caratteristica borgata del pontremolese, con splendide case in pietra a vista e i tipici tetti coperti di piagne, lastre di arenaria disposte in triplice strato per proteggere dalla pioggia.

Proprio dal nome di queste particolari tegole scure deriva quello delle Piagnare, una delle zone in assoluto più belle della Lunigiana per il wild swimming: e sì che ce n’è, di concorrenza.

Fiume Magra piscine naturali

Fonte: Lorenzo Calamai

Arrivo alle Piagnare, una delle spiagge d’acqua dolce più belle sul fiume Magra

A Casalina, scendendo lungo la strada asfaltata che collega con le frazioni di Barcola e Previdè, su un tornante della strada verso sinistra si trova su un lato della strada un cancello per il bestiame. Aperto quello si accede a un breve sentiero che in due minuti porta alle Piagnare.

Qui il colpo d’occhio è subito splendido: un enorme masso ostruisce il corso del Magra un centinaio di metri più a monte; il fiume gli scorre attorno e si stringe ai piedi di una ripidissima parete grigio-nera d’arenaria, per poi gettarsi con una cascatella in una ampia e profonda piscina naturale dai colori elettrizzanti; un ampio masso quadrato e piatto all’ombra di alcuni alberi. Un vero e proprio paradiso.

Gli audaci potranno anche risalire il corso del Magra con un piccolo percorso di light canyoning fino a raggiungere il ponte di Groppodalosio, un affascinante ponte in pietra dal quale ammirare la vista dell’omonima borgata sovrastante, peraltro facilmente raggiungibile da un sentiero che collega il paese al ponte.

Fiume Magra piscine naturali

Fonte: Lorenzo Calamai

Il ponte di Groppodalosio: da qui, peraltro, passa la via Francigena

Il Pallino

Immediatamente a valle della succitata zona delle Piagnare si trova il Pallino, una bella cascata ai cui piedi si è creata una splendida polla d’acqua cristallina.

Dalla cima della cascata i giovani di Previdè, di Barcola e di Casalina amano tuffarsi nelle profondità del corso d’acqua, in un contesto davvero bello e senza sostanziali pericoli: è facilissimo arrampicarsi dalla base della cascata fin sopra la medesima.

Intorno alla polla la boscaglia crea una piacevole ombra, dove trovare riparo dalle grinfie del solleone, e si può anche sistemarsi sugli ampi lastroni di roccia a monte del salto.

Fiume Magra piscine naturali

Fonte: Lorenzo Calamai

La bella cascata del Pallino

Il Lago Scaiè

Lo chiamano lago, ma un lago non è.

Ancora più a valle rispetto a Pracchiola e a Previdè, nei pressi della località Molinello, il Magra si apre in un’ampia polla che i locali hanno preso a chiamare lago (Scagliolo o Scaiè) ed è una delle destinazioni balneari più gettonate della vallata, anche per l’ampia offerta del posto.

Un po’ più a monte dell’ampia piscina un tratto di acqua bassa e una spiaggetta di sassolini sono un luogo ideale per un picnic adatto anche alle famiglie con bambini piccoli. Più a valle ci si può sistemare in un’ampia zona ombreggiata di rocce piatte un paio di metri più in alto rispetto al corso del fiume: una zona per godersi il fresco ma anche per prodursi in un acrobatico tuffo nella profonda piscina sottostante. Per gli amanti della tintarella ampie zone di rocce comode per sdraiarsi si trovano sull’altra sponda, facilmente accessibile tramite guado, senza dover passare dalla zona più profonda del lago.

Fiume Magra piscine naturali

Fonte: Lorenzo Calamai

Impossibile resistere alla tentazione di un tuffo

Impossibile resistere al richiamo delle fresche e dolci acque del Magra, così azzurre e al tempo stesso cristalline, talmente trasparenti che anche nei punti più profondi si può vedere senza problemi il fondale.

La Serra di Mignegno

Lasciando la Valdantena e avvicinandosi a Pontremoli, vicino al cimitero di Mignegno si trova l’omonima Serra, fusione perfetta di natura e intervento dell’uomo.

Due grandi briglie di contenimento della forza del fiume Magra servono a creare due grandissime polle di acqua azzurra e fresca in un punto dove il corso d’acqua ha aumentato la sua portata e anche in estate rovescia da un lato all’altro del salto tutto il suo carico.

Per raggiungerle si deve obbligatoriamente camminare per un breve tratto nel letto del Magra. Dopo il ponte sulla Magriola della Strada statale 62, si gira bruscamente a destra in via Mignegno, che porta verso il cimitero. Dopo qualche decina di metri si tiene la destra al bivio e si prosegue fin quando la strada consente. Dal termine della strada si scende sul letto del fiume e si risale per circa 10 minuti, fino a raggiungere i due bei tonfi.

Fiume Magra piscine naturali

Fonte: Lorenzo Calamai

Il doppio salto della Serra di Mignegno

La Serra di Mignegno è quindi in realtà un doppio salto con una doppia piscina dove potersi tuffare e fare il bagno. La cascata più a monte è un po’ più alta ed è sfruttata soprattutto per tuffarsi, mentre la seconda è più bassa, con un laghetto più ampio adatto anche a qualche bracciata, e ha ai suoi margini un’ampia spiaggia di piccoli ciottoli bianchi dove potersi sistemare.

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Waterfront, le cose da fare nel quartiere dello shopping a Città del Capo

Dopo Johannesburg, è Città del Capo l’area urbana più popolata del Sudafrica, oltre a essere la Capitale Legislativa. Ed è tra i posti più belli al mondo da visitare, con una chicca da non perdere in particolar modo, ovvero il Porto Vittoriano di Cape Town, conosciuto come Waterfront (o Victoria & Alfred Waterfront). Oltre a poter osservare la Table Mountain, è il quartiere dello shopping e sede del Museo di Arte Contemporanea.

Waterfront, alla scoperta del quartiere dello shopping a Città del Capo

Cosa non perdere a Waterfront a Città del Capo

Fonte: iStock

Il caratteristico quartiere di Cape Town

Non c’è storia: è tra le zone migliori dove trascorrere il proprio tempo a Città del Capo in Sudafrica. Oltre alla bellezza della natura e all’elegante architettura, l’atmosfera è enormemente suggestiva, ma al contempo rilassata e conviviale. Quest’area è molto estesa, ed è rinominata come il Quartiere dello Shopping di Cape Town, dove visitare autentici mercatini e negozi. Ma non solo.

Il centro storico di Città del Capo nasconde tante piccole meraviglie: è sede di svago e ospita il Nelson Mandela Gateway, il Two Oceans Aquarium, il museo Chavonnes Battery. Ed è possibile prenotare un giro in elicottero o in battello. V&A Waterfront è la quintessenza di Cape Town, un punto di incontro tra il mare e le montagne, tra il porto e la vita cittadina. Un luogo commerciale dal cuore pulsante, dall’anima vibrante e, soprattutto, dal passato vittoriano, che si nota tutt’oggi.

Victoria & Alfred Waterfront, cosa fare e cosa vedere

Cosa fare e cosa vedere una volta giunti al Victoria & Alfred Waterfront? Hai l’occasione di strutturare un itinerario tra shopping, divertimenti, buon cibo e cultura. O persino esperienze adrenaliniche come un tour in elicottero.

Fare shopping

L’artigianato sudafricano è tra i più apprezzati al mondo. Ci sono dei mercatini tipici dove puoi persino investire in arte, gioielli, pezzi di design di lusso. Alcuni sono creati dai designer più trendy del Sudafrica: acquisiscono valore nel tempo. Al di là dei mercatini, non manca un centro commerciale – piuttosto enorme, a dire il vero – il Victoria Wharf. Si trovano sia le grandi marche quanto quelle low cost.

Un giro sulla Cape Wheel

Un’attrazione panoramica, il giro sulla ruota! Questa è una delle attività predilette dai turisti qui, così da avere una vista privilegiata dall’alto di Città del Capo. Il biglietto si acquista al chiosco, e il giro dura circa 12 minuti. L’orario migliore? Ovviamente il tramonto, quando il gioco di luci è mozzafiato, possibilmente in primavera, il periodo migliore per visitare il Sudafrica.

Un tour in elicottero

In realtà, questo è uno dei tanti tour che puoi fare al Waterfront. Perché ce ne sono diversi da provare anche a piedi, alla scoperta dei punti di riferimento della zona. Diciamo, però, che l’ebbrezza di osservare dall’alto Città del Capo è un’occasione da non lasciarsi sfuggire, poiché è conosciuta per essere tra le città più panoramiche al mondo. Il tour dura 15 minuti.

Acquario “Two Oceans”

Oltre allo shopping, non possiamo che suggerirti di prenotare una visita all’Acquario “Two Oceans”, per scoprire la diversità di ben due ambienti marini. L’esposizione, quindi, è suddivisa in due parti, ovvero con la Galleria dell’Oceano Atlantico e la Galleria dell’Oceano Indiano. Puoi passare dal cavalluccio marino di Knysna agli anemoni, alle stelle di mare, ai pesci tropicali.

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Le ricette tipiche di Montreal, scopri cosa mangiare

Quando le persone di tutto il mondo pensano al Canada, spesso immaginano la neve e le montagne, alci e foglie d’acero, mentre sottovalutano il ricco patrimonio gastronomico del Paese nordamericano. Esiste invece una grande quantità di piatti canadesi che saprà stimolare il tuo appetito. Con le loro origini profondamente radicate nella storia multiculturale del Canada, piatti della tradizione sono ciò che rende il Paese un punto di riferimento culinario molto apprezzato.

Poutine

Fonte: iStock

La famosa Poutine canadese, il piatto tipico per eccellenza

La tradizione gastronomica canadese

Se c’è un cibo nazionale del Canada, è la poutine. Originaria del Quebec, eleva l’umile patatina fritta a piatto leggendario con un condimento salato di cagliata di formaggio e salsa. Non ci è voluto molto perché l’intero Paese la abbracciasse, rendendola un cibo canadese iconico. Un altro esempio di ricetta tipica della cucina canadese è il peameal bacon. Si tratta di un alimento nato in Canada dopo che i viaggiatori avevano avvolto il bacon nella farina di piselli per conservarlo. Oggi questa ripieno si trova nei panini di tutto l’Ontario.

Già che parliamo di carne, dedichiamo un minuto alla bistecca. Se non fosse per la carne di manzo dell’Alberta, non inseriremmo nel menu un alimento così generico. Prova la ricetta della bistecca scottata in padella e capirai perché i canadesi hanno soprannominato Calgary “Cowtown”.

La prateria non ha il monopolio della carne iconica, sia chiaro. Le steakhouse di Montreal sono famose in tutto il mondo, anche grazie a ciò che mettono sulla carne. Il condimento per bistecche tipico della città francofona è diventato uno dei componenti preferiti della cucina canadese e arricchisce i barbecue di tutto il Paese. Si utilizza a secco, oppure combinato con la salsa di soia e l’olio per ottenere una salsa con cui marinare le costate con patate schiacciate. Il famoso condimento di Montreal è anche un ingrediente chiave di diversi piatti a base di carne affumicata, come il Montreal Smoked Meat Sandwich. In Canada potrebbe essere considerato un crimine usare le parole “Quebec” e “carne” senza menzionare la Tourtiere. Questo piatto radizionale canadese è uno dei preferiti a Natale e mescola carne macinata di maiale, manzo o vitello con patate e spezie. Non vedrete mai più il pasticcio di carne e patate nello stesso modo.

Tourtiere

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Piattro tradizionale del Quebec, la Tourtiere

Il Canada si trova tra due oceani ed è anche pieno di laghi, quindi non possiamo parlare di cibo canadese senza guardare cosa nuota sotto le onde. Il salmone è un alimento iconico del Paese: si mangia al forno, alla brace e persino candito. C’è un ingrediente locale poi che si sposa particolarmente bene con il salmone: l’acero. Dato che la foglia d’acero è il simbolo nazionale del Canada, non c’è da stupirsi che la sua linfa si abbini bene a tutto, dai pancake, al bacon, al salmone a tanto altro. Prova un panino al formaggio grigliato con mele all’acero per un pranzo da leccarsi i baffi.

Ci sono altri piatti che possono sembrare globali, ma sono invece originari del Canada. La zuppa di piselli spezzati, ad esempio, è uno di questi. Viene consumata in tutto il mondo, ma è parte della storia canadese. Gli esploratori la preparavano con carni stagionate e piselli secchi durante le lunghe spedizioni nell’interno del Paese.

Durante i loro viaggi avventurosi, potrebbero anche aver incontrato un cibo canadese popolare tra gli indigeni dell’epoca: il Bannock. Questo pane simile alla focaccia ha un nome scozzese, ma è comune tra gli Inuit e altre comunità delle Prime Nazioni. I canadesi hanno adattato l’impasto di base, appiattendolo e friggendolo per creare le code di castoro (Beaver Tails) o la sua variante della Nuova Scozia, il Touton.

Il Canada è decisamente goloso di dolci. Nanaimo, nell’isola di Vancouver, ha inventato le Nanaimo Bars, che dagli anni Cinquanta sono diventate un’icona della cucina canadese con il loro irresistibile mix di cocco, briciole di graham cracker e cacao. Un altro cibo preferito in Canada è la crostata al burro, che risale al 1900 circa e che mescola burro, zucchero e uova in una crosta di pasta friabile. I prodotti da forno sono un alimento popolare, forse anche grazie all’enorme produzione di cereali. La prateria canadese è il granaio del mondo e i canadesi francesi usano il suo malto per fare il tipico bagel di Montreal, arrotolato a mano e scottato in acqua e miele.

Se vuoi della marmellata su quel bagel, non cercare altro che la bacca di Saskatoon, originaria della zona ma amata da tutto il Canada. Oltre alla marmellata, è presente anche nella torta di bacche di Saskatoon.

Vuoi bere qualcosa per aiutarti a mandar giù tutto questo? Ci sono alcune bevande nate proprio in Canada, come il London Fog, una miscela di tè Earl Gray, latte schiumato e sciroppo di vaniglia. Oppure, per qualcosa di più forte, prova il Caesar. Invenzione di Calgary, questo intruglio di succo di clamato e vodka ha un pizzico di salsa Worcestershire e un bordo salato. Di solito, lo si abbina alla bistecca di Cowtown.

Canada

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Suggestivi colori dell’autunno canadese

Le ricette tradizionali di Montreal e del Quebec

Come avrai capito, la cucina tradizionale del Canada è accogliente e confortante, particolarmente ricca (anche se non necessariamente sana), nata per sostenere i primi coloni durante l’inverno. Ecco alcune delle altre ricette tipiche che potrai provare durante un viaggio in Canada.

  • Zuppa di piselli spaccati

La zuppa di piselli spaccati in stile quebecchese è davvero molto diversa dalle varietà che si conoscono in altre zone. Per prima cosa, utilizza piselli gialli. Inoltre, è molto più sostanziosa di una tipica zuppa di piselli, poiché è preparata con lardo e pezzi di pancetta di maiale.

  • Fagioli al forno

I fagioli al forno sono popolari in tutto il mondo, ma qui in Quebec li mangiano a tutte le ore del giorno. Come spuntino, come pasto, come modo per liberarsi dalla noia… I migliori fagioli al forno qui sono aromatizzati con sciroppo d’acero, pomodoro e, di nuovo, lardo.

  • Prosciutto a cottura lenta con birra e sciroppo d’acero

Il prosciutto è un alimento universale in tutto il Canada, anche se è particolarmente presente nei pasti festivi. Generalmente glassato con qualcosa di dolce, per una versione super canadese provalo con sciroppo d’acero e birra. A questo piatto manca solo una partita di hockey da vedere in TV.

  • Torta Salata al Pollo

Le torte di pollo sono piuttosto popolari in Quebec: le puoi trovare in quasi tutti i supermercati. Sono veloci, facili e deliziose

  • Budino di tapioca

La tapioca è una sostanza amidacea estratta dalla radice della pianta della manioca, che cresce nei paesi tropicali. L’amido viene trasformato in piccoli granuli o perle di varie dimensioni, colori e lucentezza. Caduta per un po’ di moda, la tapioca rinasce oggi come “bubble tea”, una bevanda rinfrescante, colorata e trendy, originaria di Taiwan, che ha recentemente invaso le principali città del Nord America. In molte famiglie del Quebec viene consumata in forma di budino.

  • Pudding Chomeur

I quebecchesi sono certamente molto golosi. Il Pouding Chomeur significa letteralmente dessert del disoccupato ed è essenzialmente una torta d’acero rovesciata, assolutamente da provare. Anche la torta di zucchero, le crostate al burro e le torte Vachon sono dolci popolari del Quebec, conosciuti in tutto il Canada.

  • Beaver Tails

Si tratta di frittelle a forma di coda di castoro, uno degli animali simbolo del Paese, ricoperte di zucchero e cannella e spennellate con nutella o sciroppo. Beaver Tails è un marchio registrato dal locale che ha inventato il dolce nel 1978 e troverai diversi locali in franchising in tutte le città del Quebec.

Dove mangiare a Montreal, i locali migliori per provare la cucina tradizionale

A Montreal ogni boccone è un racconto, ogni piatto un passaporto per un tuffo nel passato. Soprattutto se si tratta di piatti tipici del Quebec. Ecco i “fab four” della scena gastronomica di Montreal, i punti di riferimento culinari della città da provare durante la tua visita in città. Scolpiti da secoli di immigrazione e modellati dalle mani del tempo e della tradizione, questi ristoranti sono una vibrante testimonianza del crogiolo di influenze di Montreal. Qui la cucina propone piatti genuini, sostanziosi, che scaldano l’anima e che sono l’antidoto perfetto per gli inverni gelidi della città.

La Binerie: per un assaggio del tradizionale brunch del Quebec

4167 Saint Denis Street / Plateau Mont-Royal
Situato nell’animato Plateau, La Binerie è un faro del comfort food quebecchese dal 1938, il che lo rende più di una semplice gastronomia: è un pezzo dell’anima di Montréal. Sotto l’occhio vigile di Philippe Brunet e di Jocelyne, la moglie maga della cucina (tranne quando si tratta dei suoi leggendari fagioli al forno), questo accogliente locale sembra più una riunione di famiglia che un ristorante. Qui, piatti tradizionali  cantano le storie del patrimonio del Quebec, tutte preparate da zero con amore e una spruzzata di umorismo, dichiarando di essere “senza calorie”. È un luogo in cui si condividono racconti davanti a pasti sostanziosi e si viene trattati non solo come clienti, ma come parte della famiglia La Binerie.

Schwartz’s: per la carne affumicata di Montreal

3895 Saint-Laurent Blvd / Plateau Mont-Royal
Luogo di pellegrinaggio per gli appassionati di carne affumicata, Schwartz’s deli è il luogo in cui la magia della carne incontra la maestria della marinatura. Dal 1928, questo punto di riferimento produce la carne affumicata più succulenta che fa fare la fila anche alle celebrità per assaggiarla (Céline Dion è addirittura comproprietaria del ristorante). Il segreto non sta solo nella miscela di spezie, ma anche nel rituale: la carne viene marinata in barili, affumicata per otto ore e cotta al vapore per altre tre. Tra magra, media, mediamente grassa o grassa, la maggior parte dei clienti opta per la media e lascia che i sapori semplici ma sublimi del piatto simbolo di Montreal si dispieghino a ogni morso. Da sola o in un panino, la carne affumicata viene servita con sottaceti e condimenti di base, in modo da poterne apprezzare appieno il sapore e la miscela segreta di spezie. Schwartz’s non è solo un pasto, ma un rito di passaggio per chiunque visiti Montreal.

Wilensky’s Light Lunch: per un salto indietro nel tempo

34 Fairmount Avenue / Mile-End
Entra da Wilensky e fai un salto indietro nel tempo. Questa rosticceria è una fetta di storia di Montréal, che serve nostalgia a ogni morso del suo famoso Wilensky Special. Con una regola ferrea: “tutti i nostri panini sono serviti con la senape e non sono mai tagliati a metà” ricorda Sharon, figlia della proprietaria Ruth, che, all’età di 92 anni, saluta ancora i clienti ogni giorno da dietro il bancone. Il pasto principale consiste in un panino al salame e alla mortadella con senape. Il fascino di Wilensky è nella sua semplicità e nella sua storia. Dal suo passato eclettico di barbiere e negozio generale al suo attuale status di istituzione culinaria, Wilensky’s è stato più di una semplice rosticceria dal 1932: è una pietra miliare della comunità dove tutti sono una famiglia. E per ogni panino venduto, un pezzo di cuore va alla Heart & Stroke Foundation of Quebec, unendo così cibo delizioso e buona volontà.

Paul Patates: per la poutine a Montreal

760 Charlevoix Street / Verdun
Paul Patates è una testimonianza della semplice gioia di mangiare in famiglia, un faro di conforto a Verdun dal 1958. Questa tavola calda, con le sue patate pelate a mano e la tradizione della birra di abete rosso, è un viaggio nel cuore dello spirito culinario di Montreal. Le patate vengono pelate a mano per ottenere una poutine senza eguali e le polpette di hamburger sono preparate con carne di Angus Prime. I pasti sono accompagnati dalla birra di abete rosso, una bevanda analcolica preparata con il lievito che è stata prodotta dai nativi americani per secoli. Paul Patates porta avanti la tradizione, producendo la bevanda e imbottigliandola in loco. E pensare che una volta veniva fermentata sul tetto del ristorante, in una vasca da bagno d’epoca! Provala come bevanda o come dessert, aggiungendo una pallina di gelato alla vaniglia. Con il suo jukebox d’epoca a fare da colonna sonora, Paul Patates offre più di un semplice pasto: un’esperienza, un’occasione per creare ricordi duraturi sull’amore condiviso per il cibo.