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I migliori festival musicali dell’estate in Puglia

L’estate in Puglia è un’esplosione di suoni, colori ed emozioni che trasforma questa regione in un palcoscenico straordinario grazie ad alcuni dei festival musicali più affascinanti e coinvolgenti d’Italia: preparatevi a vivere notti indimenticabili sotto il cielo stellato del Sud, dove ogni nota e ogni melodia vi faranno battere il cuore.

Ecco, allora, quali sono i migliori festival del 2024 che sapranno conquistarvi con la loro magia e l’energia travolgente.

Polifonic Festival Puglia

Fino al 28 luglio, il Polifonic Festival porta nella splendida Valle d’Itria (a Torre Canne, Cisternino e Locorotondo, provincia di Brindisi), tra il suono delle onde del mare che lambiscono gli scogli e quello del vento che muove le foglie degli ulivi, il meglio della musica elettronica e cattura la passione e l’energia che la terra pugliese sprigiona, trasformandole in un’esperienza musicale unica.

Al Polifonic Festival, svariate realtà internazionali si fondono con l’armonia del territorio, dando vita a trame sensoriali che incantano mentre ogni nota e ogni beat risuonano nell’aria mediterranea in un’atmosfera magica.

Partecipare significa immergersi in un evento tutto italiano, con un’anima internazionale e un profondo legame con la Puglia. È un’occasione imperdibile per scoprire la bellezza della regione tramite le vibrazioni della musica elettronica, in un viaggio sensoriale che lascia il segno.

Info utili

Come arrivare in Valle d’Itria

In auto

Per raggiungere Torre Canne da Nord imboccare l’autostrada A14 Milano – Bari, proseguire sull’autostrada A16 Roma – Bari, con uscita al casello di Bari e poi lungo la SS16 con direzione Brindisi e uscita Torre Canne.

Per Cisternino, dall’autostrada uscire a Bari nord, seguire le indicazioni per la SS16 direzione Brindisi e poi per Cisternino fino a immettersi sulla SS379. Per chi proviene da Sud, uscita dall’autostrada Brindisi-Lecce, seguire le indicazioni per SS16 direzione Bari e poi per Cisternino.

Per Locorotondo, da Bari percorrete la S.S. 16 (litoranea) e uscite a Fasano, quindi imboccate la 172 Dir. In alternativa, prendete la S.S. 100 con uscita a Turi e poi immettetevi sulla S.S. 172 (Statale dei Trulli). Da Taranto seguite la statale 172 Dir. Da Lecce e Brindisi, la S.S. 379 con uscita a Fasano, poi la 172 Dir.

In treno

Cisternino è collegata tramite navette e autobus alle stazioni di Fasano (la più vicina), Polignano a Mare, Monopoli e Ostuni ed è servita dalla linea Ferrovie Sud Est.

Locorotondo è servita dalle Ferrovie del Sud Est oppure si può scendere a Fasano e da lì proseguire in pullman per 13 chilometri.

Per Torre Canne, scendere alla stazione di Cisternino o Fasano e prendere l’autobus.

Biglietti Polifonic Festival Puglia

Biglietti acquistabili online presso il canale di vendita ufficiale Dice.fm.

Viva! Festival

Dall’1 al 4 agosto la Valle d’Itria (a Locorotondo e a Savelletri di Fasano) si colora anche con il Viva! Festival, non un semplice evento ma un “organismo che respira“, cresce e si evolve mediante l’energia sprigionata e condivisa dagli artisti, dal pubblico e dai sostenitori.

È un ecosistema dove ogni elemento convive in armonia dinamica, creando un equilibrio perfetto tra natura, musica e umanità, un battito sincronizzato, dove la bellezza incomparabile della valle, il suo tempo rarefatto e la luce abbagliante si fondono per diventare un palcoscenico entusiasmante. Qui, artisti provenienti da tutto il mondo si esibiscono e trasformano ogni momento in un’esperienza unica e indimenticabile.

Info utili

Come arrivare a Savelletri di Fasano

In auto

Per raggiungere Savelletri di Fasano occorre seguire la strada statale 16 Bari – Brindisi, uscita Savelletri/Fasano.

In treno

Dalla stazione di Bari ogni mezz’ora parte un treno per Fasano da cui arrivare a Savelletri con il servizio di autobus.

Biglietti Viva! Festival

I tickets si possono acquistare online su Dice.fm oppure presso la cassa della biglietteria il giorno dei concerti.

Notte della Taranta

Dal 3 al 22 agosto, la Puglia si anima con il festival itinerante della Notte della Taranta, con ben 50 appuntamenti che coinvolgono 19 comunità e il Concertone a Melpignano (Lecce) il 24 agosto per conoscere da vicino la ricchezza e il fascino dei centri storici salentini al travolgente ritmo della pizzica.

Un festival che propone 2 concerti per ogni tappa con 34 gruppi ospiti e 3 speciali concerti dell’Orchestra Popolare Notte della Taranta. Non manca la danza con lo spettacolo Pizzica in Scena e 9 laboratori di pizzica che vedranno coinvolgimento del pubblico.

I concerti iniziano il 3 agosto da Corigliano d’Otranto con il duo italo-iberico Radizi (la tappa ospiterà anche il Corpo di Ballo della Taranta e l’Orchestra Popolare Notte della Taranta).

  • Il 4 agosto Calimera con I Trainieri e I Calanti;
  • il 5 agosto Sogliano Cavour con Makaria e Scazzacatarante;
  • il 6 agosto Cursi con Pino Ingrosso e Li Strittuli;
  • il 7 agosto Zollino con I Tamburellisti di Otranto e Consuelo Alfieri;
  • il 8 agosto Nardò con Tarantarneo e Officina Zoè;
  • il 9 agosto Ugento con Ionica Popolare e l’Orchestra Popolare Notte della Taranta;
  • il 10 agosto Sant’Andrea – marina di Melendugno con Cesare Dell’Anna, Redi Hasa ed Ekland Hasa e Antonio Castrignanò & Taranta Sound;
  • l’11 agosto Sternatia con Mino De Santis e Stella Grande;
  • il 12 agosto Carpignano Salentino con Edoardo Zimba e Enzo Petrachi & Folkband;
  • il 13 agosto Galatone con Carmen Greco e Canzoniere Grecanico Salentino & Inude Pulse;
  • il 14 agosto Lecce con Arneo Tambourine Project di Giancarlo Paglialunga e Antonio Amato Ensemble;
  • il 16 agosto Soleto con Antonio Smiriglia e Gli Sciacuddhuzzi;
  • il 17 agosto Galatina con Orchestra Popolare e Corpo di Ballo La Notte della Taranta;
  • il 18 agosto Castrignano de’ Greci con Nando Citarella & tamburi del Vesuvio e Salvatore Galeanda;
  • il 19 agosto Alessano con Fonarà e Mascarimirì x 2;
  • il 20 agosto Cutrofiano con Enza Pagliara e Kamafei;
  • il 21 agosto Martignano con I Briganti di Terra d’Otranto e Alla Bua;
  • il 22 agosto Martano con La Corale la nuova Provenza Terra Nostra Folk, Hysterrae e Ashèblasta.

Info utili

Come arrivare in Salento

In auto

Seguendo l’Autostrada A16 uscire a Bari Nord e proseguire per la superstrada Brindisi – Lecce fino al capoluogo salentino.

In treno

Dalle città di Torino, Firenze, Verona, Venezia, Roma, Milano, Bologna, Rimini, Ancona e Pescara si raggiunge Lecce con collegamenti diretti oppure con uno o due cambi.

Biglietti Notte della Taranta

Tutte le tappe sono ad accesso libero e gratuito.

Panorama

Dall’11 al 17 agosto, il Panorama Festival consente di immergersi in un tripudio di colori e suoni nel fascino indiscusso del Salento, dove il meglio della musica elettronica internazionale si unisce con panorami mozzafiato per un autentico viaggio sensoriale con i migliori dj e producer della scena contemporanea.

Le tappe sono:

Sabato 10 agosto 2024 | Cave del Duca
MICHAEL BIBI (One Life)

Domenica 11 agosto 2024 | Salento Arena
JAMIE JONES – MARCO CAROLA – LOCO DICE – THE MARTINEZ BROTHERS

Lunedì 12 agosto 2024 | The Sanctuary Otranto
LUCIANO – ARAPU – HOLCHIN – ERNEST & FRANK – ROMANO ALFIERI – GIANNI SABATO

Martedì 13 agosto 2024 | Parco Gondar
CHARLOTTE DE WITTE – ENRICO SANGIULIANO – KONRAD – THE CLAN

Mercoledì 14 agosto 2024 | Cave del Duca
PEGGY GOU

Giovedì 15 agosto 2024 | Salento Arena
PAUL KALKBRENNER LIVE – DOM DOLLA – ALEX WANN – SIMONE

Venerdì 16 agosto 2024 | Parco Gondar
CARL COX – NIC FANCIULLI – ANNA TUR – TINI GESSLER

Sabato 17 agosto 2024 | Salento Arena
MOCHAKK – CLOE CAILLET B2B TSHA
SPECIAL GUEST SETH TROXLER

Info utili

Come arrivare in Salento

In auto

Seguendo l’Autostrada A16 uscire a Bari Nord e proseguire per la superstrada Brindisi – Lecce fino al capoluogo salentino.

In treno

Dalle città di Torino, Firenze, Verona, Venezia, Roma, Milano, Bologna, Rimini, Ancona e Pescara si raggiunge Lecce con collegamenti diretti oppure con uno o due cambi.

Biglietti Panorama Festival

Biglietti acquistabili online sul sito del Panorama Festival, su Ticketsms o su Ticketnation.

Distorsioni Fest

Il 23,24 e 25 agosto ad Acquaviva delle Fonti (Bari) va in scena il Distorsioni Fest, un must per gli amanti della chitarra e degli abbracci.

Due palchi, sei band al giorno, una location nuova e più ampia (il Centro Sportivo T. Valeriano), e una line up che propone il meglio dell’underground italiano e internazionale.

Info utili

Come arrivare ad Acquaviva delle Fonti

In auto

Acquaviva dista 3 chilometri dal casello dell’autostrada A14 e può essere facilmente raggiunta percorrendo la SS 271 di Cassano per 6 chilometri.

In treno

La città è situata lungo la linea ferroviaria Bari-Lecce.

Biglietti Distorsioni Fest

Abbonamento e biglietti per le singole giornate disponibili su DICE.

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mare Notizie vacanze estive Viaggi

3 italiani su 4 scelgono la comodità: al mare con lo stabilimento

La prima scelta per le vacanze estive degli italiani? Anche per il 2024, si conferma il mare. Con la preferenza per gli stabilimenti balneari.

Il motivo? La pulizia e la sicurezza in primis.

È quanto emerge dalla ricerca “Tutti al mare! Gli italiani e gli stabilimenti balneari”, commissionata da La Base Balneare con Donnedamare e Assobalneari Italia e coordinata da Daniele Marini, professore all’Università di Padova.

Stabilimenti balneari: scelti dal 74,4%

Tra chi trascorre le vacanze al mare, il 74,4% sceglie di rivolgersi agli stabilimenti balneari, apprezzando le attività proposte ma anche il contributo che, ogni giorno, i gestori apportano alla collettività, alla tutela dell’ambiente e all’economia.

Il tempo medio di permanenza, secondo l’indagine, si aggira sui 13 giorni ma lo stabilimento rimane l’opzione principale anche per soggiorni più brevi (infatti, il 43,4% prenota anche per ferie di meno di sei giorni).

La presenza degli stabilimenti significa un notevole indotto economico per le località turistiche: la spesa media giornaliera per la comodità in spiaggia per una famiglia composta da 4 persone nel 43,7% degli stabilimenti è inferiore ai 29 euro al giorno mentre, in media, si spendono 76,26 euro giornalieri per servizi e attività. Vale a dire che, per ogni euro speso in spiaggia, viene generato un valore totale per il sistema Paese di 2,36 euro.

Ancora, secondo il 66,9% degli intervistati (2 su 3) gli stabilimenti devono essere sostenuti poiché concorrono all’incremento del turismo in Italia: per il 77,9% rappresentano un fiore all’occhiello per le località in cui sono presenti (e attraggono anche un turismo straniero) e per il 57,9%, anche se utilizzano privatamente spazi concessi dallo Stato previo pagamento di un canone, accrescono l’intera economia del territorio.

Il 65,3% riconosce poi il loro ruolo chiave per la salvaguardia del patrimonio marittimo e la sostenibilità ambientale mentre il 62,8% pensa che le attività svolte per gestire i litorali siano paragonabili a un servizio reso alla collettività. Qualche esempio? La pulizia delle spiagge e il mantenimento della sicurezza a terra e in mare.

Tuttavia, sono quasi 4 milioni gli italiani che non hanno accesso agli stabilimenti, o perché già al completo oppure non presenti nel tratto di costa prediletto. L’8,1%, invece, non frequenta gli stabilimenti balneari in quanto “troppo costosi”.

Perché gli stabilimenti balneari sono così attraenti

Diamo ora uno sguardo alle ragioni per cui gli stabilimenti balneari risultano così attraenti per i bagnanti.

Oltre alle attività proposte, i fattori che determinano la scelta dello stabilimento sono: la sicurezza rispetto ai furti per l’86,6%, la manutenzione e pulizia per l’88,7%, l’accessibilità (soprattutto per le persone diversamente abili) per il 67,7%, la sicurezza garantita in mare per l’84,5%.

Il 69,9% si dichiara molto soddisfatto per la pulizia delle spiagge, il 73% della comodità delle attrezzature (lettini, ombrelloni, eccetera), e il 62,3% della tranquillità.

Infine, sempre sulla base della ricerca, gli italiani si servono degli stabilimenti balneari in particolare per i servizi igienici (l’87,7%), le docce (l’80%), il parcheggio (il 56,8%) e le cabine (il 37,3%).

Le altre mete apprezzate dagli italiani

Mare, certo. Ma gli italiani non disdegnano anche altre soluzioni: infatti, è emerso che coloro che trascorrono almeno una giornata al mare, durante l’anno visitano città d’arte (il 66,8%), la collina (il 49,3%), la montagna (il 51,9%) e il lago (il 42,6%).

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Parco Gorky: tutto quello che devi sapere sul parco di Minsk

Nel cuore di Minsk, capitale della Bielorussia, si trova una delle attrazioni principali e più amate della città: il Parco Gorky. Costruito nel 1800 e aperto per la prima volta al pubblico l’1 maggio 1805 con il nome di “Giardino della Città”, è stato in seguito rinominato in onore dello scrittore sovietico Maksim Gorky, intorno al 1936. Si tratta di una meta affascinante sotto molti punti di vista: sono infatti numerosi i cenni storici e le attrazioni disponibili all’interno del parco, così come unica è la bellezza naturale che caratterizza il suo interno. Se stai pianificando o se sei in visita a Minsk, una passeggiata tra le bellezze del Parco Gorky è un’esperienza che deve essere assolutamente inclusa nel tuo itinerario

Un tuffo nella storia del Parco di Minsk

L’importanza del Parco Gorky va molto oltre il puro luogo di divertimento, relax e aggregazione diventando anche un punto di grande interesse storico. Il parco fu, infatti, uno dei primissimi spazi verdi pubblici di Minsk, pensato per offrire ai cittadini un luogo dove rilassarsi e godersi la natura. Originariamente progettato come un giardino all’inglese, basato quindi sul susseguirsi di elementi naturali e artificiali, ha subito numerose trasformazioni nel corso degli anni. Alla fine del XIX secolo, venne costruito al suo interno un teatro il quale divenne rapidamente un importante punto di incontro culturale per i residenti della capitale bielorussa. Il teatro ospitava spettacoli, concerti e altre forme di intrattenimento, contribuendo quindi a rafforzare ulteriormente in ruolo del parco come centro culturale della città. Nel 1912 venne aggiunto anche un giardino fiorito che divenne presto celebre per la sua collezione di piante rare e fiori variopinti, che attiravano visitatori da tutta la città.
Durante l’epoca sovietica – più precisamente – nel 1936 fu rinominato in onore dello scrittore sovietico Maksim Gorky, importante esponente della letteratura russa e sovietica a cui è dedicato anche un omonimo parco a Mosca. Questo cambio di nome rifletteva il desiderio delle autorità sovietiche di celebrare figure culturali rilevanti e di utilizzare il parco come strumento di propaganda culturale. Sempre in questo frangente fu costruita la famosa ruota panoramica e tutte le altre attrazioni moderne; aggiunte per rendere il parco un luogo di intrattenimento per famiglie e giovani. L’ingresso principale del parco, progettato dall’architetto Zaborski, è considerato patrimonio storico e culturale. Zaborski, noto per il suo lavoro su vari edifici storici in Bielorussia, progettò l’ingresso con l’intento di creare una transizione armoniosa tra la città moderna e il tranquillo spazio verde del parco. Le strutture originali sono state conservate e restaurate nel corso degli anni, mantenendo intatto il proprio carattere storico. Durante la seconda guerra mondiale, il parco subì gravi danni, ma venne rapidamente ricostruito nel dopoguerra grazie alle autorità sovietiche che investirono notevoli risorse nella ricostruzione e nell’abbellimento del parco, aggiungendo nuove attrazioni e migliorando le strutture esistenti. Fu in questo periodo che il parco acquisì molte delle caratteristiche che ancora oggi lo rendono una meta popolare per i visitatori.

Cose da fare e da vedere al Parco Gorky: tutte le attrazioni e le attività da non perdere

Il parco offre una vasta gamma di attività e attrazioni per visitatori di tutte le età. Di seguito puoi trovare una lista di attività da fare o di cose da vedere all’interno di tutta l’area di Parco Gorky a Minsk:

  • Un giro sulla ruota panoramica: attrazione iconica del parco che attira visitatori grandi e piccoli è sicuramente la ruota panoramica dall’altezza di circa 56 metri. Un giro su questa attrazione è consigliato se vuoi godere di una splendida veduta dall’alto sulla capitale bielorussa.
  • Visitare l’osservatorio e il planetario: Parco Gorky è sede di un piccolo osservatorio e di un planetario, dove è possibile esplorare il cielo notturno e imparare qualche nozione in più sul magico mondo dell’astronomia​. Tappa ideale per le famiglie con i bambini e per tutti gli appassionati di scienza, spesso il centro organizza piccoli spettacoli educativi e interattivi che catturano l’immaginazione di grandi e piccini​.
  • Una pattinata sulla pista di ghiaccio: non potendo godere delle miti temperature estive, Minsk e il suo parco mettono a disposizione, durante i rigidi mesi invernali, una splendida pista di pattinaggio al coperto per i suoi visitatori, garantendo qualche ora di divertimento se sei in viaggio con la famiglia o con gli amici o un momento romantico se stai organizzando un viaggio di coppia.
  • Escursione in barca sul fiume Svislach: nei mesi più caldi si possono noleggiare piccole imbarcazioni a remi per fare un rilassante giretto in barca tra le acque del fiume Svislach, che attraversa tutto il parco​.
  • Divertirsi nell’area giochi per i bimbi: se sei in vacanza con i bambini, il parco mette a disposizione un’area dedicata e attrezzata con giostrine di vario genere. Il divertimento è garantito.
  • Fare lunghe passeggiate immersi nella natura: è possibile godere della tranquillità e della bellezza del parco rilassandosi sotto le fronde dei suoi alberi, passeggiando o facendo jogging tra i suoi viali alberati e le sue aiuole curate e colorate.
  • Prendere parte a un evento o festival: durante tutto l’anno, il Parco Gorky ospita vari eventi culturali e festival, che attirano sia i residenti che i turisti​. Ti consigliamo di consultare i siti ufficiali della regione e del parco per scoprire l’agenda eventi.

Altri consigli utili per la tua visita al Parco Gorky

Colonne del Parco Gorky Minsk

Fonte: iStock

Un colonnato nel Parco Gorky di Minsk

Innanzitutto, visita il parco nelle prime ore del mattino, in questo modo potrai evitare la folla di persone e godere appieno della tranquillità del parco e, perché no, scattare belle fotografie con poche persone intorno. Un altro consiglio è quello di sfruttare il parco come luogo per un pranzo al sacco all’aperto, magari con prodotti locali per gustare al meglio l’esperienza bielorussa (all’interno del parco ci sono anche chioschi e caffè dove è possibile consumare snack e bevande). Noleggia una bicicletta per esplorare il parco: sono molte le stazioni noleggio bici. Infine, partecipa a una visita guidata per saperne di più sulla storia e le attrazioni del parco attraverso i racconti di chi lo conosce davvero bene – diverse agenzie turistiche offrono tour del Parco Gorky e dei suoi dintorni, fornendo approfondimenti interessanti e storie affascinanti​.

Parco Gorky a Minsk: dove si trova e come raggiungerlo

Il Parco Gorky si trova lungo il viale Nezavisimosti (viale dell’Indipendenza), tra le vie Yanki Kupaly e Frunze e vicino alla famosa Piazza della Vittoria. Raggiungere il parco è facile e immediato, questo grazie alla sua posizione centrale e nel cuore della città. Se hai già visitato il suggestivo centro di Minsk, puoi facilmente raggiungerlo a piedi; altrimenti, puoi prendere la metropolitana fino alla stazione più vicina, ovvero la stazione di metro Ploshchad Pobedy (Piazza della Vittoria), situata a pochi passi dal parco. In aggiunta, è possibile anche raggiungere Parco Gorky in autobus e tram con linee che coprono l’intera capitale rendendo questa meta davvero accessibile da quasi tutta la città. L’ingresso è gratuito, il che lo rende una scelta perfetta per gli amanti delle visite low-cost e per una gita piacevole in città. Inoltre, il parco è aperto tutto l’anno e offre diverse attrazioni che variano a seconda della stagione​.

In conclusione, il parco Gorky è una perla verde nel cuore di Minsk che combina bellezze naturali ad attrazioni di divertimento per tutte le età. Con un forte carattere storico e una grande rilevanza culturale per la sua comunità, il parco è una tappa da aggiungere al tuo itinerario nella capitale bielorussa. Interesse storico, voglia di relax, desiderio di fare attività outdoor o semplicemente di conoscere la città in tutte le sue sfaccettature, il Parco Gorky ti accoglierà con tutta la sua bellezza e il suo fascino unico. In questa guida ti abbiamo fornito tutte le informazioni di cui hai bisogno per organizzare al meglio la tua visita, ora non ti resta che metterla nella tua bucket-list di viaggio ed esplorarla; che tu stia viaggiando da solo, o in compagnia della tua famiglia o dei tuoi amici.

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Ottenere il visto per la Georgia: regole per richiederlo, tipologie e validità

La Georgia, nazione che si trova al crocevia tra Europa e Asia, è diventata una meta sempre più popolare per turisti e viaggiatori di ogni genere. Per chi desidera intraprendere un viaggio in questo affascinante paese del Caucaso è fondamentale comprendere le regole e le modalità per ottenere  l’autorizzazione a entrare nel paese.

Ottenere un visto per la Georgia è un processo relativamente semplice, ma richiede attenzione ai dettagli e alla preparazione della documentazione necessaria. Oltre a questo, è sempre meglio considerare dei buoni tempi di programmazione.

I diversi tipi di visto per la Georgia

Ci possono essere vari motivi per fare un viaggio in Georgia e, conseguentemente, ci sono diverse tipologie di visto richiedibile. Ciascun tipo di autorizzazione per entrare in Georgia è adatta a differenze esigenze viaggio e, ovviamente, concedono diverse possibilità di permanenza nel paese e di attività che si possono svolgere.

La richiesta più comune riguarda il visto turistico per la Georgia: si tratta della tipologia richiesta da chi desidera fare un viaggio in Georgia per turismo o per brevi soggiorni. Stando alle indicazioni attuali, consente di rimanere nel paese fino un mese dalla data d’ingresso, ma può essere esteso fino a 90 giorni. Con questo visto, non è possibile effettuare delle prestazioni professionali di nessun tipo. Allo stato attuale dei rapporti tra il nostro paese e il governo di Tbilisi, ai viaggiatori italiani – come indicato dalla Farnesina – non è richiesto alcun visto per fare un viaggio in Georgia. La massima permanenza concessa è di 365 giorni dalla data d’ingresso e si può entrare con un passaporto in corso di validità. 

La seconda tipologia di visto per la Georgia l’autorizzazione per affari. Lo deve richiedere chi fa un viaggio a Tbilisi o altre città della nazione per motivi di lavoro o affari come, per esempio, la partecipazione a un fiera di settore. Una volta ottenuta questa autorizzazione,  si può rimanere entro i confini nazionali fino a 90 giorni e si può lavorare. C’è un’ulteriore tipologia di visto per la Georgia adatto a chi deve lavorare nel paese e riguarda chi ha ricevuto un’offerta di lavoro da un’azienda georgiana. In questo caso, non si chiede un visto per affari ma un visto per lavoro e lo si fa presentando anche la lettera d’assunzione fornita dall’azienda.

Il terzo tipo di visto riguarda chi vuole studiare in questa nazione del Caucaso. Il visto per motivi di studio è valido finché si frequentano istituzioni educative georgiane. Quando si termina il corso di studi o, per qualche motivo, ci si ferma prima del suo completamento, si interrompe anche il visto e non si è più autorizzati a restare nel paese. Questo tipo di visto per la Georgia è quello, di norma, richiesto anche dai ricercatori universitari.

L’ultima tipologia di visto per la Georgia è quella per ricongiungimento famigliare. Riguarda tutti i residenti legali in Georgia o anche i cittadini georgiani stessi che vogliano portare legalmente nel paese un famigliare di nazionalità diversa da quella georgiana. Questo visto può essere richiesto, per esempio, se il membro di una famiglia ha ottenuto il visto di lavoro e vuole farsi raggiungere, una volta entrato nel paese, dalle persone presenti sullo stato di famiglia del paese d’origine. Non è richiedibile se non si può dimostrare un legame famigliare attestato per legge. Occorre, però, tenere presente che le leggi georgiane non riconoscono, per esempio, le unioni civili.

Georgia

Regole per l’ottenimento del visto per la Georgia

Le norme per la richiesta e l’approvazione del visto per la Georgia possono variare a seconda della nazionalità del richiedente. Come dicevamo, i viaggiatori italiani che vogliono ammirare le bellezze di Tbilisi e dintorni non è richiesto alcun visto. Tuttavia, è sempre un bene conoscere quali siano i requisiti generali per la richiesta di tale documentazione. Devono, per esempio, richiedere il visto i cittadini di alcune nazioni Extra-EU, anche se residenti in Area Schengen. Le condizioni per l’ingresso in Georgia potrebbero cambiare e quindi è sempre consigliabile consultare il sito ufficiale dell’ambasciata Georgiana, disponibile anche in Italiano.

Per quanto riguarda i documenti richiesti occorre, in primis, avere un passaporto valido e in regola: deve coprire tutto il periodo del viaggio e, oltre a questo, avere una validità residua di almeno sei mesi oltre il periodo previsto di soggiorno. Sono richieste anche due ulteriori foto tessere.

Inoltre, per la richiesta del visto per la Georgia sono necessari alcuni documenti. Alla domanda, infatti, vanno allegate le prenotazioni aeree e alberghiere, la copia di un’assicurazione che copra le spese sanitarie, un estratto conto che certifichi che si abbiano i mezzi economici per mantenersi, un documento che attesti il proposito del viaggio. Quest’ultimo determinerà la tipologia di visto per la Georgia che verrà emesso.

Cronache Georgia Tbilisi

Fonte: 123RF/weissdergeier

Panorama del lago dalla Stonehenge di Tbilisi

Modalità di richiesta del visto per la Georgia e possibile estensione

Chi ha intenzione di esplorare Tbilisi e dintorni, per esempio, e deve procedere con la richiesta del visto per la Georgia, può farlo tramite due modalità principali.

La prima, più semplice nella sua compilazione e nella consegna dei documenti, è online. Si procede con la richiesta di un e-visa, ovvero la versione elettronica del visto per la Georgia. Per alcune nazionalità, infatti, la Georgia offre la possibilità di richiedere il permesso a entrare nel paese in questa modalità facilitata, senza che si renda necessario recarsi fisicamente al consolato o all’ambasciata.

La seconda modalità per la richiesta del visto per la Georgia è, per l’appunto, richiedendolo direttamente agli uffici consolari e all’ambasciata. I documenti da presentare, salvo richiesta diretta dei funzionari, prevede di prendere appuntamento e presentarsi fisicamente. Chi richiede il visto per la Georgia secondo questa modalità dovrà consegnare il passaporto ai funzionari georgiani che lo tratterranno fino all’esito della domanda.

Una volta ottenuto il visto, puoi estenderlo nel caso il tuo soggiorno nel paese si prolungasse per un motivo lecito e dimostrabile. L’estensione va richiesta direttamente in Georgia, presso il Dipartimento per i Servizi ai Migranti. È importante presentare la richiesta di estensione prima della scadenza del visto in corso di validità.

Sia per il visto per la Georgia elettronico che per quello richiesto fisicamente all’ambasciata, è previsto il pagamento di una tassa consolare che varia, a seconda della nazionalità del richiedente e dell’età. Anche se per i cittadini italiani non è richiesto, attualmente, un visto per godersi un viaggio in questo splendido paese del Caucaso, potrebbe essere fondamentale, invece, per chi viaggia per lavoro o per studio. Secondo quanto riportato dal sito dell’ambasciata georgiana i costi, per chi possiede passaporto italiano, sono di 90€ per gli adulti e di 45€ per i bambini sotto i 12 anni.

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L’elogio dei tedeschi a una perla italiana: Rimini

Località balneare e meta estiva per eccellenza, Rimini si conferma ancora una volta cuore pulsante della riviera romagnola con un elogio che arriva dal quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, una delle testate giornalistiche più importanti della Germania.

Infatti, la giornalista Julia Stelzner, dopo aver trascorso qui le vacanze in alta stagione, ha realizzato un reportage che sottolinea quanto sia forte il legame tra gli ospiti tedeschi e la città.

Tutto ciò che rende Rimini attraente

Ma quali sono i motivi per cui Rimini è così attraente? Stelzer ha sottolineato come sia, innanzitutto, una “città dal cuore giovane” dove sentirsi come a vent’anni che, tuttavia, sa “riportare in auge i bei tempi andati”.

Ma non soltanto. È quel luogo dove si incontrano stili di vita differenti, con “solo 50 metri in linea d’aria tra i giovani festaioli e i facoltosi ospiti del Grand Hotel“, gli uni tra “esuberanza e festeggiamenti” con costumi scintillanti e gli altri “in abiti eleganti e sofisticati, tra un aperitivo nel dehor, la musica del pianoforte e la grandezza di Fellini nell’aria”.

Una Rimini, quindi, che sa andare incontro a tutte le esigenze e preferenze, e che si fregia di una spiaggia lunga 15 chilometri con 200 stabilimenti balneari, ideale per le famiglie con bambini data la grande pulizia: “quando sei in vacanza con i piccoli, non trovi nemmeno i mozziconi di sigaretta mentre scavi, la sabbia viene raschiata ogni sera con il rastrello” racconta la giornalista.

E poi, la promessa mantenuta della Dolce Vita: “la gente mangia la piadina, gioca a carte, beve vino e caffè in compagnia“, il tutto secondo uno stile “che è rimasto autentico”, prettamente italiano. Già perché, secondo il reportage, ciò che rende Rimini così affascinante è proprio aver mantenuto ciò che le altre grandi località turistiche del Belpaese (soprattutto il Lago di Garda e l’Alto Adige) hanno perso, ovvero “essere rimasta italiana” (anche in alta stagione).

Deve essere meraviglioso trascorrere tutti i fine settimana così da maggio a ottobre” immagina Julia Stelzner mentre osserva persone di tutte le età divertirsi e ballare sulle note di hit intramontabili e “sentirsi sempre giovani”.

Il Parco del Mare, la novità che dà ulteriore lustro

Una doverosa menzione anche per il Parco del Mare, il cuore del progetto di riqualificazione urbana che ha reso Rimini una “città verde”.

Mentre il sole scompare lentamente all’orizzonte, nell’area senza barriere architettoniche e senza auto ecco arrivare persone che fanno jogging, passeggiano con il cane, escono con i bambini o si dedicano allo sport nei campi da gioco e da basket.

Non solo mare: uno sguardo alla storia e alla cultura

Ma Rimini, seppur viva per il suo mare, offre anche un tuffo nella storia e nella cultura grazie a monumenti quali l’Arco di Augusto del 27 a.C. o la chiesa cattedrale Tempio Malatestiano del 1450 o, ancora, il Museo Fellini, suddiviso in due zone, il Palazzo Valloni con il Cinema Fulgor, un cinema d’essai che proietta i film di Fellini, e il Castello Sismondo che ospita mostre fotografiche.

Dal Museo, in pochi minuti ecco Piazza Cavour, una delle piazze più frequentate, su cui svettano Palazzo Garampi, sede del Municipio, e il medievale Palazzo dell’Arengo.

Si fa notare anche il Ponte di Tiberio, che collega il quartiere San Giuliano con il centro storico.

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L’Isola Piana in Corsica, dalla natura praticamente intatta

La Corsica, con i suoi panorami mozzafiato, sa regalare momenti indimenticabili, soprattutto a coloro che desiderano sbarcare su un’isola deserta almeno una volta nella vita: sì perché il sogno può diventare realtà raggiungendo l’Isola Piana, gemma nascosta dove la natura incontaminata è protagonista assoluta.

Celebre per la bellezza intatta e la sensazione di pace che la avvolge, è una meta dove si può davvero staccare la spina dalla frenetica routine di tutti i giorni e immergersi in un paesaggio che non ha eguali: le spiagge di fine sabbia bianca sono raramente affollate e permettono di concedersi lunghe e rilassanti nuotate nel mare cristallino.

Isola Piana, l’emozione di ritrovarsi su un’isola deserta

Nel territorio del comune di Bonifacio, l’Isola Piana spicca di fronte a Punta dello Sperone e al Golfo dello Sperone. Per raggiungerla dalla città, è sufficiente guidare per circa venti minuti lungo la D260, seguendo le indicazioni per la Plage du petit Sperone. Questo breve viaggio vi condurrà a un angolo di paradiso, dove potrete godere della serenità che soltanto un’isola praticamente deserta può offrire.

Camminare sul banco sabbioso che collega l’isola alla costa della Corsica è un’esperienza straordinaria, quasi come passeggiare in una piscina a cielo aperto: l’acqua lambisce con dolcezza la candida sabbia, creando un effetto visivo che sembra uscito da un sogno.

A sua volta il mare, dal fondale poco profondo, sfoggia una splendida tonalità turchese: insomma, si tratta di un vero e proprio paesaggio da cartolina, difficile da descrivere a parole.

Le acque limpide e il fondale sabbioso danno vita a un ambiente perfetto per nuotare, giocare a palla o scattare foto divertenti.

Come arrivare

Una volta giunti alla splendida Plage du petit Sperone, avete due possibilità avventurose per raggiungere l’Isola Piana, entrambe a contatto diretto con la natura tutt’intorno.

  1. A nuoto: L’Isola Piana si trova a circa trecento metri dalla costa (dalla spiaggia di Piantarella, per essere precisi), ed è separata dalla terraferma da un banco di sabbia. Per arrivarci, dovrete camminare in acqua e nuotare per una ventina di metri. Questa opzione è fattibile anche per chi non è un nuotatore esperto, ma è importante prestare attenzione alla corrente, che in alcuni tratti può essere intensa.
  2. In kayak: Il kayak è uno degli sport principali da praticare in Corsica, e la zona mette a disposizione numerosi punti di noleggio. Pagaiare fino all’Isola Piana, o addirittura circumnavigarla, vi consentirà di ammirare da vicino l’incanto del mare trasparente e le formazioni rocciose circostanti.

Da non perdere nei dintorni: l’isola di Cavallo

A poca distanza dall’Isola Piana, si trova uno dei luoghi più esclusivi di tutta la Corsica, ovvero l’Isola di Cavallo, accessibile solo in due modi: tramite invito da parte di uno degli abitanti o soggiornando presso l’unica struttura ricettiva disponibile, l’Hotel des Pecheurs.

Le imbarcazioni dirette all’Isola di Cavallo partono dalla spiaggia di Piantarella, per un viaggio breve ma suggestivo su acque terse.

Se riuscite ad approdare su questa affascinante isola privata, sarete accolti da panorami mozzafiato, spiagge incontaminate e vi godrete il rifugio perfetto per un’esperienza unica e riservata in uno degli angoli più suggestivi del Mediterraneo.

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La Via Appia è diventata Patrimonio UNESCO

Riunito a Nuova Dehli nella 46esima sessione annuale dal 21 al 31 luglio, il Comitato del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO ha inserito la Via Appia nella propria lista dei patrimoni mondiali.

La Regina Viarium diventa, così, il 60esimo sito italiano che può fregiarsi dell’ambito riconoscimento da parte dell’Agenzia delle Nazioni Unite che ha il compito di proteggere e conservare tutti quei luoghi che rivestono un importante significato dal punto di vista culturale, storico e ambientale.

La candidatura proposta a gennaio 2023

La candidatura della Via Appia a Patrimonio UNESCO era stata promossa a gennaio 2023 direttamente dal Ministero della Cultura che ha coordinato ogni fase del processo e predisposto la documentazione necessaria per l’inoltro della richiesta d’iscrizione.

Si è trattato di un lavoro di squadra in cui sono state coinvolte molte istituzioni ovvero le regioni Lazio, Campania, Puglia e Basilicata, 74 Comuni, 13 Province e Città Metropolitane, 25 Università, 14 Parchi, numerose rappresentanze delle comunità territoriali, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra della Santa Sede e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Le parole di soddisfazione del sindaco e del ministro

Parole di soddisfazione sono state quelle del sindaco di Roma Roberto Gualtieri che ha dichiarato: “La via Appia Antica è il 60° sito Unesco italiano. Si tratta di un riconoscimento davvero importante per una strada storica che rappresenta il simbolo di un’intera civiltà, il percorso che ha sempre unito Roma al Sud della penisola e al resto delle popolazioni e dei grandi commerci mediterranei, tappa privilegiata per poi spingersi anche verso Oriente”.

“Attraversando paesaggi mozzafiato – ha aggiunto il sindaco – e spesso incontaminati, luoghi di grande importanza spirituale, catacombe e acquedotti maestosi, città e località storiche, la via Appia trova oggi la sua degna collocazione tra le grandi meraviglie del mondo. Abbiamo tutti una nuova opportunità ma anche il dovere, dal Ministero che ha promosso la candidatura a tutti i territori che oggi vengono attraversati dalla Regina Viarum, di valorizzarla di più, per conoscerla, ammirarla e viverla meglio ma soprattutto per tutelarla finalmente in maniera coerente con il suo valore inestimabile”.

Anche il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha espresso parole di orgoglio per la nomina della Via Appia a Patrimonio UNESCO: “Esprimo tutta la mia soddisfazione e il mio orgoglio per il grande risultato ottenuto. L’Unesco ha colto l’eccezionale valore universale di una straordinaria opera ingegneristica che nei secoli è stata essenziale per gli scambi commerciali, sociali e culturali con il Mediterraneo e l’oriente. Congratulazioni a tutte le istituzioni e comunità che hanno collaborato con il Ministero della Cultura per arrivare a questo prestigioso traguardo. È un riconoscimento del valore della nostra storia e della nostra identità, dal quale può nascere una valorizzazione in grado di portare benefici economici ai territori interessati”.

L’antica Regina Viarum

La Via Appia fu la prima delle grandi strade di Roma realizzate con innovative tecniche che andarono ad affiancarsi alle vie naturali e che, ancora oggi, rappresentano una delle testimonianze più durature dell’Impero Romano.

Ideato per esigenze militari, il tracciato venne iniziato nel 312 a.C. dal censore Appio Claudio Cieco per unire Roma a Capua e poi esteso fino a Benevento, Venosa, Taranto e Brindisi, ponte verso la Grecia e l’Oriente.

Da subito, diventò una strada di notevoli comunicazioni commerciali e culturali, nonché un esempio per tutte le successive vie pubbliche romane.

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Spiaggia di Scivu, perla incontaminata della Sardegna

Paradiso incontaminato, Scivu è una tappa imperdibile per chiunque visiti la Sardegna: questa straordinaria spiaggia si estende per tre chilometri con una distesa di sabbia finissima e soffice, tanto delicata da essere chiamata ‘parlante‘ per il suono melodioso che produce sotto i passi. Solo una piccola scogliera interrompe la striscia dorata, che appare infinita.

Alle sue spalle, le dune si alzano dolcemente, punteggiate da ginepri, lentischi, ginestre e gigli di mare, un mosaico naturale che incanta i sensi. Tutt’intorno, rocce rossastre coperte da una fragrante coltre di macchia mediterranea che si estende dalle montagne fino al mare.

Scivu è uno dei tratti più incantevoli della Costa Verde, nel territorio di Arbus, Medio Campidano. Un luogo isolato (seppur molto frequentato in estate), lontano dai centri abitati e immerso nella natura incontaminata, difficile da raggiungere, ma proprio per questo ancor più affascinante. Qui, la bellezza selvaggia e la tranquillità danno vita un’esperienza unica, un vero rifugio per chi è alla ricerca della pace assoluta.

Spiaggia di Scivu, uno scenario di rara suggestione

Scivu deve il suo nome allo scivolo naturale che conduce al mare, una gigantesca duna che dalla parete rocciosa attraversa la spiaggia. Le acque cristalline, in un incantevole mix di verde smeraldo, azzurro e blu, riflettono la purezza di tale angolo incontaminato mentre il fondale sabbioso vicino alla riva si trasforma in un paesaggio variegato più al largo, con canaloni, banchi di sabbia e rocce sparse, assolute meraviglie per gli appassionati di snorkeling e diving, popolate da una ricca fauna marina, tra cui mormore, orate, spigole, ombrine e ricciole.

Inoltre, quando il vento soffia costante, Scivu diventa il paradiso per il surf da onda, il windsurf e il kitesurf, attirando surfisti anche durante l’inverno. Tuttavia, il mare della Costa Verde, spettacolare e selvaggio, è raramente calmo e va affrontato con rispetto e cautela.

L’atmosfera è suggestiva tutto l’anno e in ogni momento della giornata, ma è al tramonto che rivela il suo lato più seducente: il sole calante tinge la sabbia e le pareti rocciose di un rosso intenso, creando un quadro naturale mozzafiato.

Il litorale è altresì parte di un’oasi WWF, che rientra nel Parco geominerario della Sardegna e nei siti di interesse comunitario di Capo Pecora e del sistema dunale Scivu-Piscinas, un’area di 600 ettari in totale dove potreste avere la fortuna di avvistare il cervo sardo che si aggira tra la vegetazione. L’oasi comprende una sughereta di 150 ettari, sorvolata da falchi pellegrini, gheppi e poiane.

A nord, Scivu è delimitata dalle dune di Piscinas, un abbagliante deserto giallo-ocra modellato dal vento, di cui rappresenta la naturale prosecuzione verso sud. Lo scenario è simile, sebbene a Piscinas le dune si spingano fino all’entroterra. Insieme, Scivu e Piscinas condividono il primato di essere i tratti più belli della Costa Verde, due gemme naturali che emozionano e ispirano.

I servizi e come arrivare

La spiaggia è raggiungibile percorrendo la SS 126 in direzione di Guspini. Una volta arrivati ad Arbus, si prende la strada per Fluminimaggiore, seguendo le indicazioni per Scivu. Il percorso si snoda attraverso un tratto montagnoso tra panorami incredibili, prima di scendere verso la costa.

Nonostante sia selvaggia e incontaminata, Scivu offre una serie di servizi che rendono la visita confortevole. Troverete un ampio parcheggio a pagamento, adatto anche per i camper, che permette di lasciare il veicolo in sicurezza. Un bar e punto di ristoro sono a disposizione per rinfrescarsi e gustare uno spuntino, mentre il noleggio di ombrelloni, sdraio e patini garantisce un relax totale sotto il sole sardo.

Si tratta della meta perfetta per una giornata a stretto contatto con la natura, laddove le onde del mare, il vento tra le dune e il profumo della macchia mediterranea creano un’esperienza indimenticabile.

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Cipro d’altri tempi: visita alla scoperta di Famagosta

Famagosta, conosciuta anche come Gazimağusa, è una città ricca di storia e fascino situata nella parte orientale dell’isola di Cipro. Con le sue antiche rovine, le imponenti mura medievali e le bellissime spiagge, Famagosta è una destinazione che merita una visita approfondita. Tuttavia, a causa della complessa situazione politica dell’isola, alcune aree della città sono sotto il controllo militare e non sono accessibili al pubblico. Ecco cosa vedere a Famagosta, con qualche informazione pratica e consigli curiosi per rendere il viaggio un’esperienza indimenticabile.

Un po’ di storia

Famagosta ha una storia ricca e variegata, con influenze di diverse civiltà che si riflettono nella sua architettura e cultura. Fondata dagli antichi Greci, la città è stata un importante porto commerciale durante il periodo medievale. La conquista da parte dei Lusignano e poi degli Ottomani ha lasciato tracce profonde nel suo patrimonio architettonico, visibili ancora oggi nelle sue chiese, moschee e fortezze. Ma ci sono alcuni eventi più recenti che è indispensabile conoscere.

Nel 1974, Famagosta è stata al centro del conflitto cipriota che ha portato all’occupazione turca del nord dell’isola. Dopo un colpo di stato sostenuto dalla giunta militare greca, volto ad annettere Cipro alla Grecia, la Turchia ha lanciato un’operazione militare, occupando il 37% del territorio cipriota. Famagosta è stata una delle aree più colpite e il quartiere di Varosha, un tempo un fiorente centro turistico, è stato completamente abbandonato e chiuso al pubblico. La città è stata divisa, con la parte settentrionale sotto il controllo della Repubblica Turca di Cipro Nord, uno stato riconosciuto solo dalla Turchia.

Le mura veneziane e la Città vecchia

Uno dei punti salienti di Famagosta è senza dubbio la Città vecchia, circondata dalle imponenti mura veneziane costruite nel XV secolo. Queste mura, che si estendono per circa 3 chilometri, sono tra le meglio conservate del Mediterraneo. Una passeggiata all’interno delle mura, tra le antiche strade, è un viaggio nel tempo che permette di ammirare alcuni importanti edifici storici.

La Cattedrale di San Nicola

Ora conosciuta come Moschea di Lala Mustafa Pasha, questa cattedrale gotica fu costruita nel XIII secolo e successivamente convertita in moschea dagli Ottomani. La sua architettura è un mix affascinante di elementi cristiani e islamici. All’interno, si possono osservare le caratteristiche tipiche delle cattedrali gotiche, come le alte navate e le vetrate decorate, insieme ai minareti aggiunti dagli Ottomani.

Il Palazzo del Governatore

Questo edificio storico, risalente al periodo coloniale britannico, offre una vista panoramica sulla città e sul porto. Anche se non è sempre aperto al pubblico, vale la pena verificare se ci sono visite guidate disponibili. All’interno, l’arredamento e gli spazi conservano l’atmosfera del periodo coloniale, con stanze che raccontano la storia dell’amministrazione britannica a Cipro.

Le rovine della Chiesa di San Giorgio dei Greci

La grande Chiesa di San Giorgio dei Greci, costruita nel XIII secolo, è un altro esempio di architettura gotica. Sebbene sia in rovina, conserva un fascino unico. Le sue alte pareti di pietra, decorate con intricati dettagli gotici, testimoniano la grandezza dell’edificio originario. È possibile ammirare ancora tracce degli affreschi e dettagli architettonici che offrono uno scorcio sulla vita religiosa dell’epoca.

La Torre di Othello

La torre (o castello), è famosa per aver ispirato la tragedia di Shakespeare Othello, da cui il nome attuale. Il castello fu costruito dai Lusignano nel XIV secolo e successivamente modificato dai veneziani, dopo la vendita di Cipro alla Repubblica di Venezia, e ad esempio le torri quadrate furono  sostituite da torri circolari. All’interno è possibile esplorare le stanze e le gallerie usate dai soldati veneziani. Dalla cima della torre, si gode di una vista panoramica sulla città e sul mare, rendendo evidente l’importanza strategica di Famagosta durante il periodo veneziano.

Il quartiere di Varosha

Ma è certamente Varosha uno dei luoghi più enigmatici e controversi di Famagosta: un quartiere che una volta era il cuore turistico della città, ma che è stato abbandonato e chiuso al pubblico dal 1974 a causa del conflitto cipriota. Recentemente, alcune parti di Varosha sono state riaperte ai visitatori, offrendo un’opportunità unica di vedere una città fantasma moderna.

Si consiglia di partecipare a una visita guidata per comprendere meglio la storia e la situazione attuale del quartiere, per coglierne i dettagli e muoversi senza rischi e problemi. È possibile camminare lungo le strade deserte e vedere gli hotel e i negozi abbandonati, per un’esperienza che può risultare surreale e inquietante, ma estremamente affascinante.

Musei e siti archeologici

Per completare la visita e la conoscenza di questo angolo di Cipro, ci sono alcuni musei e siti archeologici che meritano una visita, a Famagosta e dintorni.

Museo della Città di Famagosta

Situato all’interno della Torre di Othello, questo museo offre una panoramica sulla storia della città, con reperti che vanno dall’epoca antica a quella medievale. Gli oggetti esposti includono ceramiche, armi e strumenti che illustrano la vita quotidiana dei diversi periodi storici.

Sito Archeologico di Salamina

A pochi chilometri da Famagosta, Salamina è uno dei siti archeologici più importanti di Cipro. Qui si possono ammirare rovine di templi, teatri, bagni romani e una basilica cristiana, testimoniando la lunga storia della città. Le terme romane, in particolare, sono ben conservate e mostrano la complessità delle antiche tecniche di riscaldamento e canalizzazione dell’acqua.

Il Castello di Kantara

Situato sulle montagne a nord di Famagosta, offre una vista mozzafiato sull’isola. È un’escursione perfetta per chi ama la natura e la storia. Il castello, costruito dai bizantini nel X secolo, fu successivamente ampliato dai Lusignano. Le sue mura e torri offrono una vista spettacolare, rendendo chiara la sua importanza strategica nel controllo del territorio circostante.

Le spiagge di Famagosta

Nonostante la sua storia travagliata, Famagosta è anche famosa per le sue splendide spiagge. Ecco alcune delle migliori opzioni per chi desidera rilassarsi al sole:

  • Spiaggia di Glapsides: una delle spiagge più popolari, con sabbia fine e acque cristalline. È ben attrezzata con bar, ristoranti e strutture per sport acquatici.
  • Spiaggia di Silver: meno affollata rispetto a Glapsides, questa spiaggia è perfetta per chi cerca tranquillità. Le acque calme e la sabbia dorata la rendono ideale per le famiglie.
  • Spiaggia di Palm Beach: situata vicino al quartiere di Varosha, offre una vista unica delle costruzioni abbandonate mentre ci si rilassa al sole.

Consigli pratici per la visita a Famagosta

Ecco qualche info utile per prepararsi e organizzare la visita.

Documenti e sicurezza

Poiché Famagosta si trova nella Repubblica Turca di Cipro Nord, è necessario un passaporto valido per attraversare il confine. È consigliabile verificare le condizioni di sicurezza e le restrizioni di viaggio prima della partenza.

Come arrivare

Dall’Italia, si può arrivare a Famagosta volando su uno dei principali aeroporti di Cipro, come l’Aeroporto di Larnaca o l’Aeroporto di Ercan (quest’ultimo situato nella parte nord dell’isola). Da Larnaca, è possibile noleggiare un’auto o prendere un autobus per raggiungere Famagosta. Dal nord, un taxi o un’auto a noleggio sono le opzioni più comode. Per chi decide di fermarsi più di un giorno, Famagosta offre una vasta gamma di opzioni di alloggio, dai resort di lusso agli hotel più economici. Si consiglia di prenotare con anticipo, specialmente durante la stagione turistica.

A tavola

La cucina di Famagosta è un delizioso mix di influenze turche e cipriote. Tra i piatti da non perdere ci sono il kebab, il meze (una selezione di piccoli piatti di antipasti misti, servita all’inizio del pasto, prima delle portate principali), e il baklava, un dolce a base di pasta fillo e frutta secca intriso con un goloso sciroppo di miele, molto diffuso nell’area balcanica e mediorientale, come dessert. Non dimenticate di provare il raki, una bevanda alcolica tradizionale, una sorta di grappa. Un consiglio? Osare e provare, chiedere e farsi incuriosire, sempre e anche a tavola!

Quando andare

Il periodo migliore per visitare Famagosta è durante la primavera (aprile-giugno) e l’autunno (settembre-novembre), quando il clima è mite e le temperature sono ideali per esplorare la città e godersi le spiagge. L’estate può essere molto calda, con temperature che superano i 30°C, mentre l’inverno è generalmente mite ma più piovoso.

Anche se la città non è grande e turistica come altre destinazioni di Cipro, ci sono alcuni eventi (sempre da verificare prima) che si possono rivelare un’ottima occasione per conoscere Famagosta. Ad esempio, l’International Art and Culture festival si tiene durante i mesi estivi e offre una serie di eventi culturali e artistici; mentre la Festa di San Nicola (Feast of Saint Nicholas) è una celebrazione religiosa che si tiene il 6 dicembre e commemora San Nicola, patrono della Cattedrale. Ogni anno, il 20 luglio, si commemorano gli eventi del 1974 che hanno portato alla divisione di Cipro, e anche se l’evento è più politico che festivo, è un momento significativo per riflettere sulla storia recente e sulle sfide della città.

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Clusone, il borgo adagiato su un bell’altopiano della Valle Seriana

Immerso tra le maestose montagne delle Orobie, a un’altitudine di 650 metri, affascina i visitatori Clusone, incantevole borgo che accoglie quasi 9.000 abitanti, conosciuto anche come la “Città dipinta” per i numerosi e splendidi affreschi e insignito della prestigiosa Bandiera Arancione del Touring Club Italiano: vanta, infatti, una storia che risale all’epoca romana e un centro ricco di fascino storico-culturale che si svela tra le viuzze lastricate e ombreggiate da eleganti edifici.

Dedicare una giornata a scoprirne le bellezze è un’esperienza tutta da vivere, un tuffo nel passato che affascina e incanta chiunque vi metta piede.

Alla scoperta di Clusone: cosa vedere nella Città dipinta

Passeggiando lungo le pittoresche stradine del centro storico, è impossibile non rimanere sorpresi dai monumenti simbolo e dai capolavori artistici che non solo abbelliscono il borgo, ma ne custodiscono l’anima, a partire dall’Oratorio dei Disciplini, ornato dagli affreschi più celebri: realizzati dal maestro Giacomo Borlone, evocano i tre temi medievali della Morte con una potenza visiva che lascia senza fiato. Nella parte superiore, il Trionfo della Morte si staglia con un’imponenza che richiama l’inevitabilità del destino umano. La parte inferiore, seppur danneggiata dal tempo, rappresenta il Giudizio Universale, un richiamo alle antiche credenze e paure medievali.
La sezione centrale è la più iconica e conosciuta: “la Danza Macabra” in cui scheletri e persone di ogni rango sociale sono ritratti insieme, uniti davanti all’implacabile realtà.

Il cuore pulsante di Clusone è poi la suggestiva Piazza dell’Orologio, vegliata dalla massiccia torre medievale che ospita il celebre orologio planetario, vero e proprio simbolo cittadino: progettato nel 1583 dal matematico Pietro Fanzago, è un gioiello rinascimentale unico nel suo genere e si distingue per il cerchio esterno suddiviso in 24 parti anziché 12, con le lancette che ruotano in senso antiorario. Autentica meraviglia, non si limita a segnare l’ora, ma offre anche indicazioni sui segni zodiacali, sui giorni e i mesi, nonché sulle fasi lunari e solari e sulla durata delle ore di luce e di buio.
Non è comune trovare un orologio così antico ancora perfettamente funzionante, e questo grazie alla dedizione della famiglia Donadini, orologiai di Clusone dal 1800, che ogni giorno lo caricano a mano, mantenendo viva una tradizione secolare.

Accanto alla Torre Civica si erge il Palazzo Comunale, risalente al Medioevo, che insieme all’orologio astronomico, conferisce alla piazza un’atmosfera unica e suggestiva.

Un’altra gemma è anche la maestosa Basilica di Santa Maria Assunta, raggiungibile percorrendo una bellissima scalinata, impreziosita dalle statue degli evangelisti, poste agli angoli, che aggiungono un tocco di solennità. Oltre al Museo della Basilica, da non perdere è il panorama mozzafiato che si gode dal sagrato sulla verde vallata.

E non è ancora tutto. Punti di interesse meritevoli di una sosta sono il seicentesco Palazzo Fogaccia, Palazzo Marinoni Barca, la quattrocentesca Chiesa di Sant’Anna con pregevoli affreschi sulla facciata principale, e la Chiesa del Paradiso del XV secolo.

Come raggiungere Clusone, in Val Seriana

Il “borgo dipinto” di Clusone è comodamente raggiungibile da Milano e dalla Brianza. Percorrendo l’autostrada A4, è sufficiente uscire al casello di Bergamo e seguire le indicazioni per la Val Seriana e poi per Clusone. Il viaggio dal capoluogo lombardo copre circa 50 chilometri e richiede meno di un’ora e mezza, a seconda delle condizioni del traffico.

Per chi preferisce i mezzi pubblici, si può arrivare a Bergamo in treno e poi prendere un autobus di Bergamo Trasporti, che parte dal piazzale antistante la stazione: gli orari e le informazioni sugli autobus sono disponibili online.

Se scegliete di raggiungere Clusone in auto, una volta arrivati alla grande rotonda con la scritta “Benvenuti a Clusone”, dovrete trovare parcheggio. Prestate attenzione alla zona a traffico limitato (ZTL) del centro storico, e consultate il sito del comune per gli orari aggiornati.

Per parcheggiare, vi sono svariate opzioni: potete provare in Piazzale del Sole, lungo Viale Gusmini, o in Via Vittorio Emanuele II, che dista circa 10 minuti a piedi dal centro. Tali aree di sosta permettono di lasciare l’auto in tutta tranquillità e di godersi una piacevole passeggiata.