Categorie
Ibiza Idee di Viaggio Movida spiagge Viaggi viaggiare

Cosa fare a Ibiza, un itinerario di 4 giorni sull’isola

L’isola di Ibiza è probabilmente la meta estiva balneare più ambita dell’intera Spagna. Si tratta di una destinazione molto conosciuta per la sua vita notturna, con locali famosi e dj e turisti provenienti da tutto il mondo. Ibiza, però, non è solo questo: si tratta, infatti, di una località naturale meravigliosa, con paesaggi unici, spiagge sabbiose e calette nascoste impareggiabili, in grado di attirare milioni di visitatori durante tutto l’anno. Per gli amanti del mare e delle attività in acqua, il mare cristallino delle Baleari sarà sicuramente la scelta giusta per le prossime vacanze. Ecco un itinerario di 4 giorni su cosa fare e vedere sull’isola di Ibiza.

Giorno 1: arte e cultura nel capoluogo Eivissa

Eivissa è il nome del capoluogo dell’isola ed è la traduzione di Ibiza in catalano.
Il primo giorno si può cominciare sicuramente con una lunga e rilassante passeggiata sul lungomare della città, nel quartiere di La Marina, che costeggia il porto.

Questa zona della città è molto vivace e si possono trovare numerosi negozi, ma anche locali di ogni tipo. Sui moli del vecchio porto di Eivissa è possibile ammirare le vecchie imbarcazioni dei pescatori, che questi utilizzano ancora oggi, e i banchi del pesce, dove c’è la possibilità di acquistare ed assaggiare il pescato del giorno. Un’esperienza che consente ai visitatori di immergersi nella vita locale della città.

Una volta conclusa la mattinata e pranzato in uno dei ristoranti ed osterie tipica che popolano Piazza Riquer, ci si può dirigere verso la parte alta della città: la Dalt Vila. Questo sito è patrimonio dell’umanità UNESCO e si trova su uno sperone roccioso sul mare, circondato da enormi e possenti mura per la difesa della città, dalle quali si può godere di una vista unica sul porto di Eivissa e scoprire, allo stesso tempo, storia e cultura di questa isola delle Baleari.

Qui è possibile trovare alcuni edifici iconici e simbolici dell’isola, come, ad esempio, la cattedrale di Santa Maria delle Nevi, oltre che le rovine del castello saraceno. Si tratta di una destinazione imperdibile per gli amanti di storia e cultura, che visitando questa parte dell’isola saranno in grado di immergersi nel passato, passeggiando tra queste vie dove una volta vi furono importanti dinastie, tra cui fenici, cartaginesi e saraceni.

Verso sera, al momento del tramonto, l’ideale è ritrovarsi nella città nuova, dove passare una serata unica all’insegna del divertimento in uno dei tantissimi locali con terrazze, tipiche di Ibiza. Non mancheranno sicuramente le occasioni per divertirsi.

Fortezza di Dalt Vila, nella città alta di Eivissa, al tramonto. In primo piano diversi cannoni e città sullo sfondo

Fonte: iStock

Fortezza di Dalt Vila, nella città alta di Eivissa

Giorno 2: il parco naturalistico Les Salines

Nella parte sud dell’isola di Ibiza, lasciandosi alle spalle il capoluogo Eivissa, si può raggiungere e scoprire il parco naturalistico Les Salines e le stupende ed indimenticabili spiagge meridionali dell’isola.

Questa zona, che fa parte della riserva naturale, è caratterizzata da un particolarissimo ecosistema formato dalle saline e delle valli che le circondano, dove la natura la fa da padrona ed ha creato un habitat perfetto per gli uccelli migratori che si fermano proprio ad Ibiza durante il loro tragitto, come fenicotteri e gazze reali, che qui fanno i loro i nidi.

È possibile spostarsi verso questa zona dell’isola in autobus, che hanno una frequenza di partenza ogni trenta minuti dalla stazione principale di Eivissa. Altrimenti, cosa che si consiglia, è noleggiare un auto, il mezzo che consente di visitare l’isola con maggiore libertà ed autonomia.

La prima spiaggia, molto famosa ad Ibiza, è Platja d’en Bossa, una spiaggia lunghissima perfetta per rilassarsi al sole in riva al mare, nuotare nelle acque cristalline della baia. Questa spiaggia è la destinazione ideale per una giornata al mare anche per la presenza di numerosi servizi e locali poco distanti dalla spiaggia. Nelle vicinanze è possibile anche visitare una costruzione storica, risalente al 1500: la torre difensiva del Carregador, dalla cui cima è possibile godere di una bellissima vista sul mare e sulla città di Eivissa.

Proseguendo verso sud, si arriva alla spiaggia di ses Salines. Si tratta di una piccola spiaggia, lunga circa un chilometro, caratterizzata da un colore cipria. Anche nelle vicinanze di questa spiaggia è possibile osservare una torre difensiva, precisamente a Sa Trinxa. Si tratta della Torre de ses Portes, che in passato fu costruita per proteggere le saline di Ibiza.

Giorno 3: viaggio all’insegna del mistero, tra mitologia ed apparizioni

Terzo giorno, direzione nord. Qui si trova la spiaggia di Cala d’Hort, anche questa immersa in un parco naturale, una zona ancora incontaminata e selvaggia, grazie al repentino intervento del governo spagnolo.

Cala d’Hort è un luogo davvero suggestivo, soprattutto perché si trova di fronte alla misteriosa baia di Es Vedrà, una piccola isola che nelle vicinanze dell’isola di Ibiza, e che ha generato nel tempo numerose leggende. Si dice che siano stati avvistati degli ufo qui, mentre altre leggende vedono Es Vedrà al centro di un racconto dell’Odissea. Insomma, un’isola unica nel suo genere, in grado di attirare numerosi visitatori a bordo di piccole barche, tramite cui è possibile circumnavigarle e scorgere gli animali che la abitano: capre selvatiche, rettili ed il famoso falco eleonorae, conosciuto anche come “falco della Regina”.

Anche qui, a poca distanza dalla spiaggia, si trova una torre difensiva, la Torre di Savinar, costruita nel diciottesimo secolo e dalla quale si può godere di una spettacolare vista sulla vicina ed imperdibile isola di Formentera, isola famosa per le sue spiagge dorate e per il mare cristallino che la circonda.

Un’altra tappa da non perdere in questa zona di Ibiza è Atlantis. Si tratta di una vecchia cava abbandonata, diventata un luogo simbolico per gli hippy che ancora abitano l’isola e nella quale si possono trovare graffiti, disegni raffiguranti il Buddha e scogliere dall’aspetto quasi inquietante, che sembrano essere circondate da una strana energia.

Piccolo pontile di legno a Cala d'Hort con vista sull'isolotto di Es Vedrà all'alba

Fonte: iStock

Piccolo pontile di legno a Cala d’Hort con vista su Es Vedrà

Giorno 4: divertimento e relax a Sant Antoni de Portmany

Ultimo giorno a disposizione sull’isola? Allora vale la pena spostarsi ancora verso nord e raggiungere la bellissima zona di Cala Compte, molto vicina a quello che viene considerato il centro turistico più vivace dell’intera Ibiza, meta di numerosi turisti alla ricerca di divertimento e svago: Sant Antoni di Portmany. Le spiagge in questa zona offrono sabbie fini e molto chiare, con acque basse per lunghi tratti, e sono divise in piccole baie quasi a forma di cavallo, così da proteggerle dal vento. In queste acque possono vedere moltissimi pesci e diverse creature marine.

Infine, dopo aver passato una giornata rilassante sulle spiagge di Cala Comte, ci si può dirigere verso il centro di Sant Antoni de Portmany, che, come detto in precedenza, è la destinazione simbolo della vita notturna di Ibiza, dove poter trovare numerosi locali, bar e discoteche nei quali passare la serata all’insegna del divertimento

Ibiza non è solo mare o locali notturni. Quest’isola delle Baleari, nel cuore del Mar Mediterraneo, è fra le più belle al mondo, grazie alla presenza di paesaggi unici e mozzafiato. Panorami che sarà possibile scoprire solo visitando a fondo questa fantastica destinazione: preparate la valigia, si parte destinazione Ibiza!

Categorie
Consigli hotel itinerari culturali Medina tradizioni Tunisi Viaggi

Viaggio a Tunisi: i quartieri dove scegliere l’hotel

Tunisi è una città particolarmente affascinante per la sua storia, cultura, i contrasti di cui è ricca, per la tradizione che incontra la modernità. I suoi quartieri sono come pagine di un libro, ognuno ha la sua storia da leggere. Si passa dal centro pulsante della capitale del Paese, la Medina, Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, a quartieri residenziali più moderni e lussuosi, come La Ville Nouvelle e Mutuelleville, ma non solo.

Dove dormire per scoprire Tunisi e le sue incredibili attrazioni

Città moderna, in piena espansione, ma anche antica e ricca di storia, Tunisi non smette di stupire e offre diverse ragioni per organizzare una visita. Scegliere dove dormire è essenziale per la gestione degli spostamenti e visitare più comodamente la città. La storia dei quartieri di questa interessante capitale è un esempio di come le diverse popolazioni transitate qui abbiano intrecciato le loro culture e si siano sovrapposte le une alle altre nel corso dei secoli. La Medina, con le sue strette viuzze e le sue case tradizionali, testimonia il passato arabo-islamico della città mentre la zona de La Ville Nouvelle, ad esempio, simboleggia l’apertura al mondo ed è una bella iniezione di modernità. Vai alla scoperta della capitale tunisina, della sua ricca e variegata storia, e non dimenticare di immergerti completamente nelle sue tradizioni e abitudini. Approfitta dei momenti di pausa per bere un gustoso tè alla menta, da sorseggiare a qualsiasi ora del giorno e offerto agli ospiti come segno di benvenuto e assaggia il couscous, ricetta base della cucina tunisina che permette mille variazioni diverse.

Tunisi Medina

Fonte: iStock

La particolarità della Medina di Tunisi

La Medina: un viaggio nel passato

Cuore storico di Tunisi, la Medina è davvero ben conservata e merita una visita approfondita alle sue strade, ai souk e ai suoi luoghi di cultura. Le sue origini risalgono all’epoca dei fenici poi, sotto il dominio romano, la città si espanse e divenne un importante porto commerciale e centro amministrativo. Il patrimonio archittetonico dell’area nei secoli è stato poi arricchito dalla presenza ottomana e quella francese più recente. Qui troverai hotel di diverso livello, riad e dar tradizionali. Scegliere di dormire nella Medina ti consentirà di muoverti agevolmente a piedi e di poter camminare alla scoperta di tutti gli affascinanti angoli dell’area Patrimonio dell’UNESCO. Passeggerai tra i suggestivi souk, i mercati tradizionali, con le loro volte che lasciano filtrare una luce soffusa, nettamente in contrasto con le brulicanti attività umane. Visita i negozi di tessuti, prova i profumi o ammira i gioielli d’argento artigianali esposti, indossa i vestiti di seta ricamati e non dimenticare di contrattare il prezzo dei tuoi acquisti. Tra un mercato e l’altro, lasciati conquistare dalla tranquillità sonnecchiosa dei vicoli vicini dai muri bianchi che restituiscono tutta la luce da cui vengono colpiti nelle lunghe e calde giornate di sole che caratterizzano Tunisi. Alla Medina avrai l’occasione di visitare diversi antichi edifici la cui funzione è cambiata nel tempo e oggi sono stati trasformati in musei, ristoranti o luoghi di cultura. Uno di quelli assolutamente da non perdere a Tunisi è il Museo del Bardo, il più importante al mondo per la collezione di mosaici che custodisce oltre ad un’eccezionale raccolta di reperti che raccontano la storia della Tunisia, dall’antica Cartagine all’epoca ottomana, per un incredibile viaggio nel tempo.

La Medina di Tunisi è tutt’oggi un luogo intriso di leggende e misteri che si intrecciano con la realtà. Ad esempio, si narra che la costruzione della Moschea al-Zaytuna sia stata ispirata dal sogno di un pastore che vide una luce brillante dove oggi sorge il luogo di culto, riferimento religioso e culturale per tutta la Tunisia. Le porte stesse della Medina hanno una storia ognuna, come quella del mare, punto d’accesso principale alla città per i mercanti e i viaggiatori in arrivo dalla costa. A proposito di mercanti: quelli che oggi sono i molti boutique hotel del centro di Tunisi, una volta erano dei foundouk, i depositi dove venivano stipate le merci. Secondo la leggenda, all’interno di questi spazi si nasconderebbero ancora diversi tesori, tra cui quelli dei pirati barbareschi che per secoli hanno terrorizzato i naviganti del Mediterraneo con i loro attacchi. Tunisi era la loro base principale e potrebbe non essere solo frutto di storie fantastiche immaginare che i risultati della loro caccia siano ancora nascosti alla Medina.

Tunisi souk

Fonte: iStock

A Tunisi puoi divertirti a contrattare il prezzo degli articoli nei souk

La Ville Nouvelle

Questo moderno quartiere, fuori dalla Medina, vanta edifici in stile Art Nouveau e Art Dèco, boutique alla moda in ampie strade sullo stile dei boulevard francesi e una vivace vita notturna. La Ville Nouvelle è la zona ideale per chi cerca un po’ di mondanità, bei ristoranti e la comodità di hotel di alto livello.

La Goulette

Se hai voglia di divertirti, la zona in cui scegliere l’hotel è questa. Il quartiere portuale di Tunisi è diventato molto trendy e alla moda, famoso per i numerosi ristoranti di pesce che si rifanno alle tradizioni culinare locali, italiane e maltesi.

La costa di Tunisi

Fonte: iStock

La costa mediterranea di Tunisi

Mutuelleville

Elegante quartiere residenziale dove potrai osservare le magnifiche ville coloniali con i loro giardini, e le sedi delle varie ambasciate. Si tratta di una zona molto tranquilla e adatta a chi visita Tunisi con i bambini, perchè gli hotel qui offrono davvero molte comodità. Certo, per arrivare per esempio alla Medina, bisogna considerare gli spostamenti, per lo più in taxi o tram.

Les Berges du Lac

Zona moderna e cosmopolita, è perfetta per chi cerca le comodità, centri commerciali fornitissimi e desidera dedicarsi a diverse attivà. Si trova infatti sulle rive del lago di Tunisi, in realtà una laguna dall’acqua poco profonda, fondamentale per lo sviluppo della città. Questo lago, tra il centro urbano e la costa del Mediterraneo, è di grande interesse naturalistico e habitat di molte specie animali, in particolare uccelli e pesci.

La Marsa

Se la tua visita a Tunisi prevede di trascorrere qualche giorno al mare, l’ideale è scegliere un hotel nella elegante e lussuosa località balneare di La Marsa, a poca distanza dal centro della capitale. Qui potrai prendere una bella abbronzatura in spiaggia e goderti l’ora dell’aperitivo nei locali del porto turistico.

Categorie
Consigli Curiosità Europa Grecia panorami Santorini tramonti vacanze Viaggi

Direzione Santorini: cosa mettere in valigia

Prenotato il viaggio? Prenotato anche l’albergo? Adesso non resta solo che pensare a cosa mettere in valigia per una vacanza direzione Santorini, in Grecia.

Questa stupenda isola è conosciuta in tutto il mondo per le sue bianche case tradizionali con i tetti blu, le sue vie acciottolate e, soprattutto, i suoi invidiabili panorami ed il suo tramonto unico, la cui luce riflette su case e piscine che si affacciano sul mare.

Queste sue caratteristiche ed il suo clima mite tutto l’anno e caratterizzato da pochissime piogge, rendono Santorini una meta del Mar Mediterraneo assolutamente da non perdere. Per visitare nel migliore dei modi l’isola e vivere al meglio e con serenità la vacanza, bisogna portare con sé in valigia tutto l’occorrente. Ecco cosa non può mancare.

Cosa mettere in valigia per un viaggio direzione Santorini?

Per chiunque voglia partire alla scoperta di Santorini, il primo consiglio utile che si può dare è quello di inserire in valigia vestiti leggeri ed estivi. Le temperature, infatti, soprattutto durante i periodi estivi, possono salire al di sopra dei 30 gradi e ciò potrebbe portare ad alcuni disagi nel caso in cui non ci si vesta nel migliore dei modi. Quindi si parla, per le donne, di shorts, t-shirts, gonne leggere, vestiti comodi e leggeri, oppure per gli uomini, t-shirts, pantaloni corti e leggeri e polo. Chiaramente non devono mancare i costumi da bagno, per godere dell’acqua turchese che bagna le coste dell’isola. Da non dimenticare vestiti eleganti o camicie, da poter utilizzare soprattutto durante serate ed eventi speciali sull’isola.

Come i vestiti, anche le calzature devono avere queste “caratteristiche estive”. Non possono mancare, quindi, delle scarpe comode e leggere per visitare l’isola di Santorini e scoprire tutte le sue attrazioni storiche e naturali, e dei sandali o ciabatte per le giornate di relax al mare o a bordo piscina.

Non va dimenticato che l’isola dell’Egeo, grazie alla sua natura vulcanica, è ricca di sentieri che portano sulle cime più alte per godere di panorami mozzafiato, a 360 gradi. Ecco perché nella valigia per il prossimo viaggio a Santorini non dovrebbero mancare anche indumenti sportivi, buoni alleati per gli amanti di escursioni e trekking, che decideranno di scoprire questo lato più selvaggio dell’isola.

Nonostante l’isola di Santorini sia una località decisamente calda e dalle temperature elevate, può capitare che i più freddolosi patiscano un po’ il fresco della sera. Infatti, quando soffia il vento marino, conosciuto dai locali con il nome di meltemi, è sempre bene avere in valigia una giacca o felpa leggera, oltre che un paio di pantaloni lunghi. Questi indumenti saranno a maggior ragione utili in caso di tour isolano su un motorino, il mezzo più utilizzato per spostarsi sull’isola greca.

Non bisogna dimenticarsi, poi, degli accessori personali. Il consiglio che si può dare è sicuramente quello di organizzare la valigia attraverso l’utilizzo di organizers, ovvero utili contenitori richiudibili con zip, nei quali suddividere indumenti ed accessori, e che aiutano a mantenere in ordine tutto il necessario.

Valigia con indumenti e accessori organizzati in organizer diversi, per tenere in ordine il contenuto

Fonte: iStock

Valigia con indumenti e accessori organizzati in organizer diversi

Quindi, per quanto riguarda gli accessori, non possono mancare per un viaggio destinazione Santorini due categorie:

  • Accessori personali: si tratta di quegli accessori per la cura della persona, ad esempio, come creme idratanti e creme solari, utili durante e dopo una giornata in spiaggia, ma anche spazzole o prodotti per la cura dei capelli, ed eventuali farmaci di cui si potrebbe aver bisogno quotidianamente;
  • Accessori high-tech: questi sono accessori diventati ormai di vitale importanza per un viaggiatore. Si parla di cavi vari per la ricarica dei cellulari, ma anche di fotocamere, pc portatili e cuffie. Inoltre, non può mai mancare un adattatore per la presa elettrica, che può essere molto comodo in svariate situazioni.

L’isola di Santorini è un tesoro del Mediterraneo, che si va ad aggiungere ad altre isole bellissime e, a volte, anche poco conosciute della Grecia, che rappresentano per questo Paese un’attrazione naturale senza eguali. Preparare, pertanto, la valigia direzione Santorini vuol dire partire con il piede giusto per godersi questi fantastici paesaggi plasmati dall’attività vulcanica.

Categorie
Curiosità Notizie Santorini Venezia Viaggi

La bellissima isola di Santorini potrebbe diventare a numero chiuso

Non è ormai l’unico caso, anzi, di sovraffollamento e di overtourism si parla sempre di più. Di recente abbiamo anche visto un caso tutto italiano, con Venezia che dopo il ticket di ingresso sta già pensando al sovrapprezzo per i crocieristi.

Non serve andare molto lontano: anche nella vicina Grecia, sulla spettacolare e ambita isola di Santorini, il turismo di massa sta causando non pochi disagi e le amministrazioni pensano già al cosiddetto “numero chiuso”. Vediamo di che si tratta.

Santorini da visitare, ma con moderazione

Tra le cupole blu delle bianchissime case e costruzioni di Santorini ogni anno, soprattutto in alta stagione, passeggiano milioni di turisti desiderosi di visitare la bella isola greca. Eppure, se immaginate di scattare il selfie perfetto per Instagram o la foto al tramonto dove ci siete solo voi e la vostra metà con Oia sullo sfondo, forse vi sbagliate: arrivare a Santorini non è proprio come ve lo aspettate, perché le strade dell’isola sono talmente ricolme di visitatori che si può pienamente parlare, ad oggi, del fenomeno dell’overtourism.

Santorini, Oia, turisti

Fonte: iStock

Gruppo di turisti a Oia

L’overtourism è infatti quella condizione in cui una destinazione turistica è sovraffollata da un numero eccessivo di visitatori, al punto da arrecare danni all’ambiente, alla cultura locale e alla qualità della vita dei residenti. L’overtourism si verifica quando il flusso turistico supera la capacità di carico sostenibile di una determinata area, portando a congestione, inquinamento, deterioramento delle risorse naturali, aumento dei prezzi immobiliari e impatti negativi sul luogo.

Per affrontare l’overtourism, è importante adottare strategie di gestione del turismo sostenibile ed è proprio in questa direzione che la Grecia sta pensando di muoversi per Santorini.

“Rispetto. È la tua vacanza… ma è casa nostra”: questo è uno dei cartelli che si incontrano tra gli affascinanti e caratteristici vicoli dell’isola di Santorini. Lo scorso anno la Grecia ha segnato il record di ben 32,7 milioni di visitatori e Santorini ha preso parte a questo numero con 3,4 milioni di turisti. Se pensate che la popolazione locale è di appena 15.500 persone, capirete subito che l’overtourism qui è tra i più alti al mondo.

Nikos Zorzos, sindaco di Santorini, ha dichiarato che porre dei limiti all’ingresso dei turisti sull’isola è ormai praticamente un obbligo: “chiedo che non siano autorizzati letti aggiuntivi (…), né nei grandi alberghi, né per l’affitto su Airbnb”. Mentre ad oggi circa il 20% di Santorini è superficie edificata, il sindaco si dice anche preoccupato dal dovere di preservare un territorio che plasmato dall’attività vulcanica del passato è a oggi uno dei più spettacolari e unici al mondo.

Nel mirino anche le crociere su Santorini

Lo scorso anno, secondo un report della Hellenic Ports Association, le navi da crociera che hanno attraccato al porto di Santorini sono state ben 800, con un conteggio di circa 1,3 milioni di turisti che hanno messo piede sull’isola. Anche a seguito di questi importanti – e allarmanti – dati, la ministra del Turismo, Olga Kefaloyanni, ha dichiarato all’agenzia di stampa France Presse di dover stabilire delle quote per impedire a un’isola come Santorini di vedere arrivare ogni giorno fino a cinque navi da crociera nello stesso momento.

La capacità per l’isola che si è stimata, grazie alle autorità locali, per il prossimo anno è invece di 8.000 crocieristi al giorno, idea sostenuta anche dal presidente dell’Associazione degli albergatori di Santorini, Antonis Pagonis. Un fenomeno incontrollato e in parte squilibrato, come evidenzia Pagonis: “non è possibile che lunedì ci siano dai 20.000 ai 25.000 turisti delle navi da crociera e il giorno dopo nessuno”.

Categorie
Consigli vacanze Viaggi viaggiare

I nostri consigli per risparmiare in viaggio

Viaggiare è bello, ma quanto costa? I viaggi sono il migliore investimento che si possa fare, per se stessi e per la propria famiglia, ma per poterseli permettere bisogna mettere da parte un budget dedicato alle vacanze. Esistono alcuni trucchi per riuscire a risparmiare qualche euro un po’ qua e un po’ là, per non svenarsi ma anche per spendere dove davvero ne vale la pena.

Ci sono biglietti aerei, traghetti e pedaggi autostradali a cui non possiamo sottrarci. E poi i costi dell’alloggio sia esso hotel, appartamento o campeggio, e poi ci sono i pasti. Questi sono tutti costi fissi che chi viaggia deve affrontare, a cui si aggiungono gli extra in base alla destinazione, dall’abbigliamento specifico ai medicinali all’eventuale assicurazione. Alla vigilia della partenza per le vacanze, ecco alcuni consigli utili che è sempre bene rammentare (anche in vista di viaggi futuri).

Studiare prima di partire

Una volta scelta la meta del viaggio, è bene studiarla in modo da pianificare al meglio la vacanza. Ecco cosa fare prima di partire.

Fare ricerche online

Online si trova di tutto ormai, su SiViaggia abbiamo le guide alle destinazioni, ma anche consigli utili e curiosità ma ovviamente siete liberi di navigare sui siti ufficiali, siti stranieri e social.

La migliore offerta

I biglietti aerei solitamente sono la spesa che incide maggiormente in un viaggio. Ecco perché è sempre bene guardare tra le offerte e le tariffe delle diverse compagnie aeree, ricordandosi di navigare in incognito e di cancellare i cookie dalla navigazione perché più si guarda un sito di prenotazioni più le tariffe aumentano, oramai questo lo sanno anche i sassi, e lasciando perdere i siti di prenotazione perché il prezzo è maggiorato perché quello è il loro guadagno. Cercate di essere flessibili sulle date di partenza perché in base al giorno la tariffa potrebbe variare di tanto.

Stessa cosa vale per la prenotazione dell’hotel. Se i siti di booking propongono delle offerte, fate sempre anche la verifica andando alla fonte (ergo, il sito dell’hotel) perché è possibile che vi siano anche delle promozioni last minute.

L’importanza delle city card

Un altro modo di risparmiare durante un viaggio, specie se si visitano delle città, è quello di procurarsi una card o city pass che a un costo fisso dà accesso gratuito a diverse attrazioni e consente di approfittare di sconti su mezzi di trasporto, ristoranti e altre attività turistiche.

Viaggiare in bassa stagione

Benché l’estate sia il periodo più adatto per viaggiare, un po’ per via della bella stagione e un po’ anche perché è il momento in cui si hanno più giorni di vacanza, si sa che, in generale, non è quello più consigliato. I prezzi sono i più alti dell’anno a causa proprio della grande richiesta turistica, così come possono esserlo in certi giorni d’inverno, sotto le feste di Natale, per esempio, sempre per lo stesso motivo. L’alta stagione influisce non soltanto sui prezzi ma anche sui servizi che, proprio per via della grande affluenza di turisti, possono essere più scadenti con lunghe attese e bassa qualità. Quindi, se potete scegliere quando partire, optate sempre per l’autunno o la primavera per pianificare i vostri viaggi.

Travel like a local

Fate ciò che fanno i local, gli abitanti del posto che visitate.

Usate i mezzi pubblici

Usate i mezzi di trasporto pubblico come fanno loro, specie se andate in un Paese europeo dove il sistema di trasporto è sempre molto efficiente oltre che economico paragonato ai taxi. Prima di partire, quindi, verificate le linee di bus e metropolitane fin dall’arrivo all’aeroporto ed eventuali linee extraurbane se volete visitare anche i dintorni e controllate le tariffe degli abbonamenti che sono sempre più vantaggiosi.

Detto che quando ci si muove a piedi si hanno anche più occasioni di godere dei luoghi e di scoprire angoli insoliti, è anche un modo molto spiccio di risparmiare. Tanto più che spesso le principali attrazioni di un posto sono vicine tra loro e nei centri storici.

Usate il bike sharing

Un’alternativa agli spostamenti quando si è in viaggio è la bicicletta, un mezzo molto usato dai cittadini che non vogliono usare l’auto. Ormai tutte le città dispongono di un sistema di bike sharing piuttosto conveniente e pratico da usare tramite carta di credito.

Eat like a local

Guardate dove vanno a mangiare gli abitanti del posto e seguiteli a ruota, è molto probabile che si mangi bene che non si spenda troppo. Comunque, non saranno mai ristoranti turistici dove vi rifilano delle fregature. In ogni caso, se volete evitare inutili spese, almeno per un pranzo veloce, ricordatevi che ci sono sempre degli ottimi supermercati, drogherie e mercati rionali (informatevi sui giorni in cui ci sono) dove vendono prodotti locali e pasti già pronti a pochi euro. Questo è il mood migliore di immergersi nella cultura gastronomica locale, specie in questi Paesi dove lo street food viene preso molto seriamente.

E comunque, quando prenotate l’alloggio, potete sempre considerare di prenotare un appartamento o residence che metta a disposizione una cucina. Preparare i propri pasti è il modo migliore per risparmiare e non dove spendere per mangiare tre volte al giorno.

Visitate le attrazioni più economiche

Ogni città ha le sue “trappole per turisti” ovvero luoghi turistici che non valgono assolutamente la pena di essere visitati e che il più delle volte sono pure costosi. Al contrario, dovreste informarvi bene prima di partire e cercare quelle attrazioni meno note che sicuramente sono anche più economiche – se non addirittura gratuite – oltre che originali. Online si possono trovare tantissime informazioni, basta avere tempo. In alternativa, potete chiedere ai local una volta arrivati sul posto qualche chicca che solo loro conoscono. Sono sempre le migliori fonti.

Se poi decidete di prendere parte a tour o escursioni, spulciate bene le opzioni sia online sia in loco tramite gli uffici del turismo e le agenzie di viaggio locali o la reception del vostro hotel fino a trovare la soluzione più consona al vostro portafoglio.

Considerate gli imprevisti

Quando si parte si spera non succeda mai nulla di imprevisto, ma può capitare. Non fatevi cogliere alla sprovvista. Portate del contante in più, una seconda (o terza) carta di credito, magari prepagata, tutte le password per accedere al vostro conto corrente e a qualunque altro servizio online che possa tornare utile, dalla compagnia aerea all’assicurazione, dall’hotel al fascicolo sanitario, che può tornare utile in caso di viaggio all’interno dell’Unione europea. Scaricate le app che vi potrebbero servire sia per verificare prenotazioni, ritardi, conferme, PIN ecc. e fare richieste direttamente senza perdere tempo e andare nel panico.

Categorie
Africa Gibilterra Idee di Viaggio mare Marocco Mediterraneo Viaggi

Cap Spartel e l’incontro (in Marocco) tra Mediterraneo e Atlantico

A pochi chilometri dal centro di Tangeri, nel Marocco a noi più vicino, si trova il promontorio di Cap Spartel, il punto panoramico per osservare la linea di incontro tra Oceano Atlantico e Mar Mediterraneo sullo stretto di Gibilterra. È un luogo estremamente suggestivo, pieno zeppo di energia, in cui la forza dell’oceano si incontra e scontra con i colori più delicati del Mediterraneo.

Dove si trova Cap Spartel

Cap Spartel si trova a Nord-Ovest di Tangeri, nella parte settentrionale del Paese. Il promontorio è alto circa 300 metri dal livello del mare e circondato da vegetazione lussureggiante (qui piove per diversi mesi l’anno!). Il faro e i vari punti panoramici sullo stretto di Gibilterra sono  tappa obbligata per chi visita Tangeri o si sposta per un viaggio nel Nord del Marocco, anche per prendere una pausa dal caos delle Medine e per respirare una piacevole arie e brezza di mare; anzi di due mari!

Cap Spartel però non è solo un punto d’incontro tra due mari, ma anche un luogo ricco di storia. Durante i secoli, il promontorio ha servito come punto di riferimento cruciale per i navigatori. I Fenici, i Romani e, più tardi, i pirati del Mediterraneo hanno solcato queste acque di confine, lasciando tracce delle loro culture.

Il panorama dal faro di Cap Spartel

A Cap Spartel si trova un faro che ospita un piccolo museo al suo interno, e su cui salire per un panorama mozzafiato. Dalla terrazza, nelle giornate serene di cielo limpido, è possibile vedere la costa spagnola; mentre il verde della vegetazione contrasta con il blu profondo del mare e la linea di unione e scontro delle correnti tra Mar Mediterraneo e Oceano Atlantico è percettibile a occhio nudo. Per entrare al faro, costruito nel 1861 per volontà di Mohammed III, è necessario acquistare un biglietto, che include la visita al museo, l’accesso alla terrazza e la visita ai giardini.

Cap Spartel, il panorama

Fonte: AS

Il faro di Cap Spartel

La grotta di Ercole, tra storia e leggenda

Poco distante dal faro di Cap Spartel, lungo la costa oceanica, la Grotta di Ercole richiama i turisti per la sua leggenda. Si dice che proprio in questa grotta a ridosso del mare Ercole venisse a riposarsi dalle sue imprese e dodici fatiche. Altre voci invece sostengono che qui visse il ciclope Polifemo. I più realistici sostengono invece che questa grotta di calcare di 200 anni fosse un piccolo granaio di Berberi e un frantoio per la lavorazione della farina e la produzione dell’olio di oliva.

Cap Spartel, cosa vedere

Fonte: AS

Dentro il faro di Cap Spartel

Dalla grande piazza esterna si ha accesso alla grotta, illuminata da una “porta naturale” sul mare. Provate a guardare bene: la porta sul mare ha proprio la forma del continente africano rovesciato a testa in giù! La grotta è stata aperta al pubblico nel 1950 ed è facilmente accessibile, anche per i bambini.

I dintorni di Cap Spartel, lungo la costa

Grotta d'Ercole, la porta

Fonte: AS

La porta verso il mare della Grotta d’Ercole ha la forma del continente africano rovesciato

Lungo la strada che da Tangeri porta a Cap Spartel, e raggiunta la costa, si trovano diversi altri punti panoramici oltre al faro, perfetti per una foto. Iconico è quello con il cartello a due frecce che indica verso sinistra l’Oceano Atlantico e verso destra il Mar Mediterraneo. Da qui partono diversi itinerari e sentieri per il trekking, in bici, addirittura in dromedario lungo le grandi spiagge della costa atlantica. Non sarà difficile trovare la soluzione più adatta alle esigenze e all’età di ciascuno.

La natura intorno a Cap Spartel

L’ambiente naturale di Cap Spartel è sorprendente, anche perché qui piove diversi mesi l’anno. Boschi di pini, eucalipti e querce fanno da cornice a questa porta sul mare, che ricorda un po’ la nostra Macchia mediterranea, con una varietà di piante aromatiche come il rosmarino, il timo e il mirto, che riempiono l’aria di profumi familiari. Gli amanti del birdwatching possono osservare diverse specie di uccelli migratori che fanno tappa in questa zona durante i loro spostamenti tra Europa e Africa, tra cui falchi, cicogne, aironi e rondini. Proprio per questa ricchezza, l’ecosistema della zona di Cap Spartel è al centro di alcuni progetti di riforestazione, di conservazione e protezione delle specie locali. Se riuscite, infilate nello zainetto un binocolo e provate a curiosare intorno a voi.

Info pratiche

Cap Spartel dista 15 chilometri circa da Tangeri, superata la zona collinare più turistica. Se non ci si muove con mezzi propri, conviene partecipare ad una gita organizzata dai vari hotel o tour operator. Diversamente si può contrattare con un taxi per la doppia tappa, faro e grotte, con rientro in città; o prendere un bus collettivo per risparmiare un pochino.

costa atlantica Marocco

Fonte: AS

La costa atlantica di Cap Spartel

Solitamente a Cap Spartel si viene in gita giornaliera da Tangeri, ma chi volesse godere di questa atmosfera wild e naturalistica per più tempo o fare qui tappa per proseguire il viaggio verso Sud può trovare diverse strutture ricettive lungo la costa atlantica, andando verso la bellissima Asilah. Per mangiare, al faro si trova un bar ristorante; mentre nella piazza di ingresso alla grotta ci sono negozi di souvenir e snack. Non mancano lungo la costa bar e ristoranti.

Un consiglio sull’abbigliamento: è bene portare sempre qualcosa da mettere sulle spalle o un giacchetto, sia per la brezza marina che per entrare in grotta. Scarpe comode per camminare; ma facili da togliere per affondare i piedi nella sabbia!

cap spartel, la grotta

Fonte: AS

La grotta di Ercole era in realtà un frantoio berbero

Curiosità

Per diverso tempo, e qualche marocchino con vanto ancora lo ripete, Cap Spartel è erroneamente stato considerato il punto più settentrionale del continente africano. Non è così: il punto più a Nord si trova in Tunisia e dal 2014 è stato individuato a Cap Angela, nei pressi della cittadina portuale di Biserta, sul Mar Mediterraneo.

Categorie
Calabria Isola di Capo Rizzuto Notizie Viaggi viaggiare

Riapre il borgo interno al Castello di Le Castella, in Calabria

La Calabria è una delle regioni del Sud Italia più scelte dai turisti nel periodo estivo: infatti, la terra calabrese offre paesaggi spettacolari, mare cristallino e prezzi un po’ più accessibili rispetto alle Isole e alla Puglia anche in alta stagione.

Nel cuore della natura rigogliosa e incontaminata dell’Isola di Capo Rizzuto, in provincia di Crotone, c’è un affascinante e antico borgo: stiamo parlando dell’area di Le Castella, che di recente ha riaperto al pubblico (lo scorso sabato 27 luglio) la sua splendida fortezza aragonese.

La fortezza di Le Castella dopo il restauro

Il processo di rinascita della splendida fortezza Aragonese di Le Castella ha avuto inizio anni fa: i lavori si sono concentrati soprattutto sul ripristino degli spazi interni del Castello, che ora è aperto ai visitatori insieme all’area circostante del Borgo dalle 8.30 del mattino alle 20.00 di sera. Filippo Demma, responsabile dei Parchi archeologici di Crotone e Sibari, ha sottolineato l’importanza di riaprire questa zona che era stata a lungo chiusa al pubblico, grazie ai progetti di restauro, finanziati dai fondi Pnrr e dal Ministero della Cultura.

Le Castella, Calabria

Fonte: iStock

Panorama di Le Castella

Il Borgo che abbraccia questa zona è un pittoresco villaggio situato nel lato sudorientale del Castello, visitabile facilmente a piedi per ammirare i suoi highlights come l’antica chiesetta e i negozi, lasciandosi stupire dai panorami mozzafiato del Mar Jonio. 

La fortezza di Le Castella si trova su un isolotto all’estremità orientale del golfo di Squillace, all’interno dell’Area Marina Protetta di Capo Rizzuto: qui il connubio tra architettura e ambiente naturale è davvero suggestivo. Originariamente, la fortezza Aragonese di Le Castella fu costruita per avere il controllo sulla zona del golfo di Squillace, già nel IV secolo a.C., con murature imponenti che riflettono un sistema di difesa militare legato alla città e alla comunità di radici greche di Kroton.

La struttura attuale della fortezza, con la sua torre cilindrica massiccia, è principalmente di origine angioina, ma la stesse ha successivamente subito importanti modifiche durante il dominio aragonese, con l’aggiunta di possenti bastioni quadrangolari volti ad aumentarne la capacità difensiva.

Grazie alla collaborazione tra i Parchi archeologici di Crotone e Sibari e il Comune di Isola Capo Rizzuto, guidato dalla sindaca Maria Grazia Vittimberga, il sito è aperto al pubblico tutti i giorni, fino alla mezzanotte.

Cosa fare a Le Castella e dintorni

A Le Castella e nei dintorni del territorio, c’è un’atmosfera magica che cattura l’essenza della storia e della bellezza naturale della Calabria. Quando si è in visita in questa zona, infatti, basta un attimo per immergersi in un mondo dove il passato si fonde con il presente in un’armonia unica.

La maestosa Fortezza Aragonese di Le Castella non è l’unica attrazione locale: le acque cristalline che circondano Le Castella e che lambiscono la terra di Capo Rizzuto sono un invito irresistibile a esplorare il mondo sottomarino con attività quali lo snorkeling o le immersioni. La ricca vita marina e i colori vibranti dell’Isola di Capo Rizzuto regalano ai viaggiatori esperienze indimenticabili, che non hanno nulla da invidiare alle mete più remote e internazionali.

Le spiagge di Le Castella sono un’oasi di relax allo stato puro: vi consigliamo di fare tappa a Capo Piccolo, Sant’Anna, Santa Domenica e Pietrapaola. Sono tutte spiagge dalla bellezza selvaggia, dove la sabbia dorata si affianca a un mare color turchese e la vegetazione mediterranea abbraccia abbondante le scogliere.

Gite in barca lungo la costa, visite a borghi medievali ricchi di storia e sapori autentici della cucina calabrese vi aspettano a pochi passi da qui. Un altro consiglio? Se amate i viaggi on the road, considerate l’idea di attraversare la costa ionica in auto per ammirare paesaggi mozzafiato e fermarvi a esplorare i luoghi incantevoli che incontrerete lungo il percorso.

Categorie
Africa Dakar Idee di Viaggio itinerari culturali Senegal Viaggi

Visitare l’Île de Gorée: l’isola degli schiavi in Senegal

Finalmente hai deciso di visitare il Senegal, terra unica dell’Africa occidentale intrisa di fascino grazie alle sue influenze culturali e alle sue meraviglie naturali. Come per ogni viaggio, è importante immergersi nei luoghi che hanno plasmato il destino di un popolo, anche quelli che hanno tristemente tinto di nero alcune pagine della storia di un Paese. In Senegal, a poca distanza da Dakar, c’è un’isola molto bella ma con una storia molto dolorosa: l’Île de Gorée – l’isola degli schiavi. In questo articolo partirai per un viaggio alla scoperta di quest’isola, dalla sua storia alle informazioni utili per visitarla.

La storia dell’Isola di Gorée

Intorno al 1400, la costa occidentale africana entrò nel mirino degli europei per la sua posizione invitante sulle rotte atlantiche. In poco tempo, le potenze coloniali ne videro l’enorme potenziale e iniziarono a creare avamposti strategici spostando, di fatto, l’universo commerciale dell’epoca dai deserti limitrofi alle zone costiere africane. L’Île de Gorée, un piccolo lembo di terra di appena 0,36 km², catturò immediatamente l’attenzione di diversi Stati fino a quando, nel 1444, i portoghesi approdarono sulle spiagge dell’isola sconfiggendo gli olandesi e ne mantennero il controllo fino al 1677, quando vennero a loro volta sconfitti dai francesi. È proprio sotto questa dominanza che l’isola divenne presto fulcro, fino al 1848, del commercio degli schiavi: la tappa principale della tratta dove milioni di uomini, donne e bambini venivano rapiti, venduti e, infine, deportati verso le Americhe in condizioni disumane.
Per “ospitare” queste persone, vennero costruite dozzine di abitazioni nelle quali venivano stipati moltissimi schiavi prima di essere venduti ai commercianti. Più che case – per le condizioni in cui erano le persone – si trattava di vere e proprie prigioni. Questi spazi nacquero proprio dalle mani dagli schiavi stessi, poiché alcuni di loro rimasero a Gorée per dare forma all’isola: le donne venivano utilizzate come serve dei trafficanti mentre gli uomini venivano sfruttati per costruire o per caricare e scaricare le navi. Quando venne abolita la tratta degli schiavi, l’Île de Gorée perse il suo triste ruolo storico e si trasformò in una testimonianza tangibile di quel periodo, sensibilizzando i visitatori su quei fatti che hanno macchiato per sempre le pagine della storia dell’umanità dall’XVI al XIX. Oggi, l’isola è un luogo di memoria dichiarata Patrimonio dall’UNESCO nel 1978.

Île de Gorée: cosa vedere e cosa fare nell’isola degli schiavi

La Maison des Esclaves all'Île de Gorée

Fonte: iStock

La Maison des Esclaves, la casa degli schiavi a Gorée

L’alone di oscurità che si trascina quest’isola viaggia in netto contrasto con la sua bellezza paesaggistica: le piccole stradine fiancheggiate da case colorate con bouganville in fiore, i mercatini artigianali con prodotti fatti a mano e le barchette colorate dolcemente appoggiate sul bagnasciuga delle sue spiagge contribuiscono a trasmettere un’atmosfera serena di pace e tranquillità. Nonostante l’isola sia di ridotte dimensioni, ci sono diverse cose da fare e da vedere. Ecco la top 5 da non perdere se hai deciso di tuffarti nella storia dell’Île de Gorée.

  • Maison des Esclaves: conosciuta anche come “La Casa degli Schiavi” era un’abitazione privata edificata nel 1700 su volontà di un ricco commerciante che l’aveva fatta progettare su due piani; quello inferiore dove teneva imprigionati i suoi schiavi e quello superiore il quale, invece, consisteva nella residenza del commerciante. Le prigioni del piano inferiore erano suddivise per scopo: donne, uomini e bambini venivano tutti separati e rinchiusi in celle dedicate. Ad oggi, la casa è la sede di un importante museo che racconta proprio le condizioni disumane degli schiavi e cerca di fare luce su un periodo buio. Tuttavia, la Maison des Esclaves è stata oggetto di controversie e supposizioni storiche: c’è chi dice che la casa è stata costruita proprio quando il commercio degli schiavi aveva iniziato il suo declino e che, quindi, questa fosse semplicemente la residenza di un commerciante e dei suoi servi schiavi, ma che nessuna delle celle al piano inferiore venne usata come vetrina per il traffico umano. Mito o no, questo museo va assolutamente visitato per assimilare tutte le nozioni storiche di questa vicenda.
  • Castello di Gorée: situato a sud dell’isola e arroccato in cima a una collina, il castello dell’isola venne utilizzato in passato per difendere il porto di Dakar. A parte i due enormi cannoni e il memoriale non c’è molto da vedere in quest’area ma il percorso che vi porta sulla vetta vale il viaggio anche solo per la splendida veduta panoramica sul mare.
  • Il Forte d’Estrées: dedicata all’ammiraglio che riuscì a sottrarre l’isola agli olandesi era un’ex fortezza che divenne prima prigione e, solo ai giorni nostri, sede del Museo storico del Senegal. Grazie ai suoi manufatti e oggetti esposti nelle sue 12 sale, il museo offre una panoramica completa sulla storia del Senegal, dalla preistoria a oggi. La riproduzione in miniatura dell’Aurore, nave francese risalente al 1784 e utilizzata per il commercio degli schiavi, è uno dei reperti esposti più importanti del museo.
  • La Chiesa di San Carlo Borromeo: chiesa cattolica costruita nel 1830, è una testimonianza tangibile dello stile architettonico coloniale nonché uno dei pochi siti religiosi dell’intera isola.
  • Gallerie d’arte: l’isola di Gorée è un luogo ricco da un punto di vista artistico, molti artisti e artigiani locali espongono le proprie opere nelle case coloniali che, adesso, fungono da studi e gallerie.

Arrivare all’Île de Gorée: quello che devi sapere

Puoi raggiungere comodamente l’Isola da Dakar in due modi:

  • In autonomia con un traghetto che costa poco più di 5000 CFA, con un viaggio della durata di circa 20 minuti e che parte ogni mezz’ora dalla capitale.
  • Con un tour organizzato: il giro all’Isola di Gorée è un’escursione particolarmente gettonata per chi visita Dakar, quindi sono molti i tour organizzati che partono dalla capitale. Questa è una valida opzione se vuoi anche una guida che ti racconta tutta la storia dell’isola.

Île de Gorée: le informazioni utili che devi sapere

Per organizzare nel modo migliore la tua visita ecco una serie di informazioni da tenere a mente per non farsi trovare impreparati:

  • Orari di visita: l’Isola è sempre aperta ai visitatori; le attrazioni, invece, seguono degli orari di apertura. Ad esempio, la Maison des Esclaves è chiusa tutti lunedì e, negli altri giorni, è chiusa dalle 12 alle 15. Come sempre, per avere informazioni aggiornate, consigliamo di controllare gli orari di apertura delle altre attrazioni presso l’ufficio turistico locale.
  • Vitto e alloggio: nonostante l’isola sia visitabile con una gita di un giorno, è possibile soggiornare in piccoli hotel e Bed&Breakfast. L’isola offre anche la possibilità di assaggiare pietanze tipiche senegalesi nei suoi piccoli ristoranti.
  • Valuta: la valuta locale è il franco CFA dell’Africa occidentale ma è possibile cambiare valuta a Dakar prima di partire per l’isola.
  • Consigli di Viaggio: indossa abbigliamento fresco e calzature comode e ricordati di portare con te protezioni solari alte, cappelli e acqua. A maggior ragione se visiti l’isola in estate.

In conclusione, l’Île de Gorée è un vero e proprio luogo di memoria e riflessione, dove la bellezza naturale e l’architettura coloniale offrono un background paradossale per una pagina di storia profonda e dolorosa. Visitare Gorée significa concedersi la possibilità di conoscere la storia per far sì che non si ripeta mai più. Se visiti Dakar, dedica una giornata a questo lembo di terra sull’oceano perché vivrai un’esperienza che arricchirà il tuo viaggio.

Categorie
Bratislava itinerari culturali turismo enogastronomico Viaggi

I piatti tipici di Bratislava: un viaggio gastronomico nel cuore della Slovacchia

Bratislava è una capitale giovane, dal punto di vista politico, dato che è diventata tale dopo la caduta del muro di Berlino. La città, però ha storia da vendere, così come vanta una grande quantità di tradizioni culinarie.  Situata sul Danubio, a cavallo tra l’Austria e l’Ungheria, Bratislava rappresenta la perfetta contaminazione gastronomica tipica della Mitteleuropa, ovvero quell’insieme di tendenze di gusto che si sono consolidate in molte zone d’Europa durante il periodo dell’Impero Austro-Ungarico. Le bontà tipiche da mangiare a Bratislava sono, quindi, un riflesso della sua storia e della sua posizione geografica.

I piatti tipici della città combinano influenze ungheresi, austriache, ceche e non solo, creando una tavolozza di sapori unica e peculiare. Decisamente intrigante dal punto di vista del gusto. Scegliere cosa mangiare a Bratislava talvolta è arduo perché, fatta eccezione per i gusti personali, tutto è buono, fragrante, ben preparato e racconta una storia di tradizioni, famiglia e voglia di celebrare i giorni belli. Un viaggio gastronomico a Bratislava non è solo un’esperienza culinaria, ma anche un’opportunità per scoprire la ricca cultura e il calore della Slovacchia, magari proprio seduti a tavola.

Bryndzové Halušky: il simbolo gastronomico della Slovacchia

Il Bryndzové Halušky è considerato il piatto nazionale e va gustato, prima o poi, durante un viaggio in Slovacchia. Quel nome viene usato per definire dei gnocchetti di patate serviti con la bryndza, un formaggio di pecora morbido e cremoso, e pancetta resa croccante perché tagliata a cubetti e saltata in padella. Questo piatto rappresenta una perfetta combinazione di sapori: la dolcezza delle patate, la cremosità del formaggio e la sapidità della pancetta.

Il Bryndzové Halušky ha origini antiche e rurali. Era, infatti, un pasto comune tra i pastori delle montagne slovacche. La bryndza rappresenta in pieno la bontà e la versatilità delle risorse casearie della regione.

Cosa mangiare a Bratislava: Kapustnica

Fonte: iStock

Kapustnica, un piatto tipico di Bratislava

 Kapustnica: la zuppa che scalda l’anima dei viaggiatori

La Kapustnica è una zuppa di crauti che viene spesso preparata durante le festività natalizie, ma si trova comunque in quasi tutti i ristoranti dove assaggiare i piatti tipici di Bratislava. Gli ingredienti di base includono crauti, salsiccia affumicata, funghi, prugne secche e spezie come paprika e semi di cumino. Come per molte ricette popolari, ogni famiglia e ogni ristorante ha la propria versione.

Una delle caratteristiche peculiari della Kapustnica è la lunghezza della sua preparazione, che inizia con la cottura dei crauti in un brodo molto speziato. A questi vengono aggiunti i funghi e prugne secche, per conferire alla zuppa un sapore unico e quasi dolce. La salsiccia affumicata viene tagliata a pezzi e aggiunta come ultimo ingrediente, per poi lasciare cuocere il tutto lentamente per sviluppare tutti i sapori. Come per molte zuppe, la Kapustnica è ancora più buona se mangiata il giorno dopo la sua preparazione.

Zemiakové Placky: le tradizionali frittelle di patate

I Zemiakové Placky sono delle frittelle di patate, simili ai latkes della tradizione ebraica. Si trovano, con lo stesso nome, anche nella cucina tipica da assaggiare a Varsavia, in Polonia. Gli ingredienti principali includono patate grattugiate, farina, uova, aglio e spezie. Molti piatti tradizionali di Bratislava contengono glutine e non sono vegetariani ma altri possono essere adatti anche a esigenze alimentari particolari. Solitamente, la lista degli ingredienti e degli allergeni è presente su ogni menù

Le Zemiakové Placky sono popolari in tutte le case della Slovachia e rappresentano un qualcosa di importante che, in epoche passate, ha fatto la differenza tra il riuscire a mettere qualcosa in tavola e non farlo. La storia di questa pietanza tradizionale si perdono nella notte dei tempi, come spesso accade con i piatti ricchi di storia e che attingono alla cucina popolare. Queste frittelle sono un esempio di come ingredienti semplici possano essere trasformati in un piatto delizioso e capace di nutrire e riempire. Si possono gustare in molte occacioni diverse e non mancherai di trovare anche dei chioschi che le preparano in giro per le strade di Bratislava.

Slovenská Kapusta: il cavolo dal sapore deciso

La Slovenská Kapusta è un piatto a base di cavolo fermentato e carne di maiale. Quando si dice “cavolo fermentato” si intende qualcosa di molto simile ai crauti. Gli ingredienti includono anche cipolla a volontà e spezie come paprika e pepe nero, molto comuni nella cucina di Bratislava. La Slovenská Kapusta è spesso servita con pane fresco o patate.

Questo piatto è un altro classico esempio di cucina slovacca, che utilizza tecniche di conservazione tradizionali come la fermentazione per far durare nel tempo qualcosa che, altrimenti, andrebbe a male nell’arco di qualche settimana dal raccolto.  Se ti stai chiedendo cosa mangiare a Bratislava per portare con te il ricordo di un sapore davvero deciso, la Slovenská Kapusta è la scelta giusta.

Divina pečeně: il piatto tipico per chi ama la selvaggina

La selvaggina è molto apprezzata in Slovacchia e il Divina pečeně, ossia il cervo arrosto, è uno dei piatti più prelibati che si possono gustare tra i più tradizionali dei menù di Bratislava, soprattutto se il tuo viaggio si svolge nel periodo giusto per la caccia al cervo. Questo tipo di carne, nota per il suo sapore forte ma anche per la sua capacità di essere tenera se cucinata a dovere, viene spesso marinata in vino rosso e spezie prima di essere arrostita, esaltando così gli aromi tipici di questa carne. Il Divina pečeně viene spesso servito con contorni di stagione come cavolo rosso e degli gnocchi di pane che sembrano dei piccoli canederli.

Piatti tipici di Bratislava: Jaternice

Fonte: iStock

Jaternice, le salsicce tipiche di Bratislava

Jaternice e le salsicce: una vera e propria arte gustosa

Le Jaternice sono salsicce tradizionali fatte con carne di maiale, fegato, riso e spezie. Queste salsicce sono spesso servite come antipasto o come parte di un piatto principale, accompagnate da crauti e patate. Hanno un sapore davvero unico, che non può essere confuso con altre salsicce da assaggiare in questa parte d’Europa. Oltre a questo, la loro consistenza, rende questo piatto un must per chi vuole provare qualcosa di totalmente autentico tra le molte cose da mangiare a Bratislava. Se pensi che il mix che compone le Jaternice sia troppo forte per i tuoi gusti, sappi che tra i piatti tipici di Bratislava ci sono un’infinità di salsicce diverse, preparate con carni differenti, anche non di maiale, e con un uso molto sapiente delle spezie. Assaggiane più di un tipo perché ti stupiranno.

Bratislavský rožok: il pane dolce tipico di Bratislava

Cosa mangiare a Bratislava se non un po’ di Bratislavský rožok? Chiamato anche, soprattutto per i turisti, Bratislava Roll, è una delizia che mette insieme tradizione e bontà. Questo pane tipico di Bratislava è facilmente riconoscibile per la sua forma distintiva a mezzaluna e la sua superficie dorata e lucida, ottenuta grazie a una spennellata di uovo prima della cottura. Questo pane dolce è realizzato con un impasto molto ricco composto da burro e farcito con due tipi di ripieno tradizionali: pasta di semi di papavero o pasta di noci. Questi ripieni conferiscono al pane un gusto aromatico del tutto speciale, rendendolo perfetto sia per una colazione bella ricca che per una merenda pomeridiana.

Il Bratislavský rožok è più di un semplice pane; è un simbolo del patrimonio culturale e culinario di Bratislava. Nel 2012, la Commissione Europea ha riconosciuto il Bratislavský rožok come prodotto a Indicazione Geografica Protetta (IGP), un riconoscimento importante che protegge e celebra l’autenticità e la qualità di questo prodotto slovacco.

Cosa mangiare a Bratislava: Bratislavský rožok

Fonte: iStock

Bratislavský rožok, il pane dolce di Bratislava

Trdelník: un dolce capace di conquistare tutti

Il Trdelník è un dolce tipico, anche se non esclusivo della Slovacchia, ma sicuramente parte integrante della lista che elenca cosa mangiare a Bratislava. Questa bontà è, infatti, molto popolare nelle strade di Bratislava e si può acquistare praticamente ovunque, sia nel centro che fuori città. Gli ingredienti che lo compongono farina, zucchero, lievito, latte, burro e cannella.

Si tratta di un impasto lievitato,  che, una volta avvolto attorno a un cilindro di legno, viene cotto sulla brace. Durante la cottura, viene cosparso di zucchero e cannella, creando una crosta croccante e dolce. Il Trdelník viene servito caldo e può essere riempito con vari ingredienti come gelato o crema.

Questo dolce è originario della Romania e, quindi, potresti gustarlo anche durante un viaggio in Transilvania. Il Trdelník ha trovato una seconda casa a Bratislava, dove è giunto seguendo le ondate migratorie delle popolazioni dell’Impero Austro-Ungarico. In Slovacchia è diventato un dolce amato dai locali e dai turisti. La sua preparazione molto laboriosa sembra, a tratti, uno spettacolo da guardare e il suo gusto delizioso lo rendono decisamente qualcosa che si fa ricordare.

Palacinka: una crêpe dal sapore mitteleuropeo

La Palacinka è un altro dolce da assaggiare in Slovacchia che, a livello tradizionale, viene considerato un piatto tipico di Bratislava e che, in realtà, è presente sui menù di molte nazioni dell’ex Impero Austro-Ungarico. La sua storia, infatti, ci dice che nacque in Slovacchia e conquistò successivamente altre nazioni legate al governo di Vienna. Che cos’è? Si tratta di una crêpe dolce, riempita con marmellata di albicocche. In Slovacchia la si trova spesso anche ripiena di ricotta di pecora e cioccolato fondente.

Il cibo di strada da mangiare a Bratislava

Una delle sorprese gastronomiche della Slovacchia è la folta presenza di cibo di strada tradizionale. Non ti sarà difficile decidere cosa mangiare a Bratislava, passeggiando tra le vie del centro e seguendo, con l’olfatto, tutti i profumi che sentirai. La presenza del cibo di strada nelle città europee che visitiamo non è un’invenzione importata da altre zone oltreoceano e nemmeno un qualcosa di totalmente moderno. Tutte le nazioni che, un tempo, facevano parte dell’Impero Austro-Ungarico presentano delizie di strada da assaggiare.

Soprattutto le città lungo i fiumi importanti, come il Danubio, l’offerta è molto ampia. Tra i piatti tradizionali di Bratislava troviamo, per esempio, i Lokše. Sono sempre delle frittelle di patate, simili ai Zemiakové Placky, ma molto più sottili e cotti su una piastra rovente e non fritti. Si usano spesso per accompagnare delle salsicce o degli insaccati locali, con tanto di crauti.

Un’altra delizia da assaggiare Bratislava sono le Lángoš: sono delle piccole pagnottine piatte fritte che potrebbero assomigliare a delle pizzette bianche. Si accompagnano con panna acida o formaggio di capra e aglio. La loro terra d’origine è l’Ungheria ma sono diventate a tutti gli effetti un piatto tradizionale di Bratislava.

Se sei un appassionato di panini o vuoi qualcosa da portare con te come pranzo al sacco, senza rinunciare ad assaggiare un piatto tradizionale di Bratislava, la tua scelta deve cadere sulla Cigánska Pečienka. Il slovacco è un termine femminile ma descrive un panino carne di maiale (solitamente viene usato un taglio come la coppa) e tante spezie. Potrebbe assomigliare a una sorta di hamburger dei tempi passati. Viene, infatti, guarnito con cipolle e senape.

Categorie
Europa Notizie Roma Viaggi

È la nostra Roma la prima città turistica in Europa

Roma è senza ombra di dubbio una città splendida, tanto da essere ritenuta una delle più belle del mondo. E sì, lo è assolutamente e anche grazie alla sua popolare ed accogliente atmosfera che piace molto a coloro che scelgono di visitarla. Persone che, nella realtà dei fatti, sono davvero tantissime: nel 2023, Roma è risultata la prima città europea per crescita turistica.

Il City Travel Report

Ad affermare quanto appena detto è il dossier della 20a edizione del City Travel Report, realizzata dalla City Destinations Alliance, la più importante associazione di riferimento delle principali Dmo europee. E la nostra bellissima Roma, nel 2023, ha segnato un +45,2% sull’anno precedente.

Sul sito del Comune di Roma si può leggere che l’assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda Alessandro Onorato, ha commentato che quanto raggiunto è: “Un risultato straordinario, con un +45,2% sull’anno precedente; sono numeri incredibili che generano enormi ricadute economiche in città e migliaia di nuovi posti di lavoro. Siamo orgogliosi di precedere città come Londra e Vienna, rispettivamente con +32.1% e +30.6%. È la conferma di quanto Roma sia diventata la meta turistica più ambita nel Vecchio Continente: nessuna città, tra le 117 analizzate, vanta simili numeri”.

Il rapporto, infatti, ha analizzato i risultati di 117 città europee anche con lo scopo di evidenziare i notevoli progressi compiuti nella ripresa post-pandemia. In linea con le strategie di sostenibilità, tale analisi include anche stime delle emissioni di CO2 legate ai trasporti relative al turismo urbano.

Alessandro Onorato ha poi continuato sottolineando che: “È il risultato delle strategie che abbiamo messo in campo con il sindaco Gualtieri attraverso la promozione dei grandi eventi, per trasformare la nostra città in una località dinamica e aperta, dove ogni giorno dell’anno c’è qualcosa di attrattivo da fare e da vedere. Nel 2023 Roma ha realizzato il record di turisti, con 50 milioni di presenze: primato che batteremo nel 2024, visto che nel primo semestre le presenze sono aumentate del 4,89% e gli arrivi del 6,5%. E la permanenza media dei visitatori nella Capitale, storicamente di 2,3 notti in media, è aumentata fino a stabilizzarsi a 4 notti”.

Il Sindaco della Città Eterna ha invece specificato che: “A Roma ci sono oggi ancora più cose da visitare, nuovi musei, luoghi magnifici riscoperti, grandi eventi sportivi, musicali e culturali; continueremo su questa strada anche per rendere la Capitale sempre più capace di vincere la sfida della sostenibilità di queste straordinarie ondate turistiche con la vita quotidiana delle romane e dei romani”.

I risultati del resto Europa

Secondo tale rapporto, Roma è la prima città turistica in Europa, seguita da Londra (32,1%) e Vienna (30,6%). Rispetto al 2019, Istanbul ha avuto la crescita più elevata: ha superato i suoi valori del 2019 del 24,3%. In fatto di pernottamenti totali, invece, nel 2023 le città che guidano la classifica sono le stesse del 2022: Londra, Parigi e Istanbul.

Ciò che emerge dai risultati di questo report, quindi, è una breve anteprima dell’ulteriore ripresa post-pandemia e della stabilizzazione del turismo urbano europeo nel 2023, nonostante le tante complicazioni del periodo (ne sono degli esempi i conflitti in Ucraina e Medio Oriente, inflazione e impatto del cambiamento climatico).