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Qurum Beach: guida alla spiaggia più famosa di Muscat

Sai alla ricerca di una fuga rilassante e divertente a Muscat, in Oman e vuoi goderti il sole, la sabbia e il mare di una delle più belle spiagge del Golfo dell’Oman? Se la risposta è sì, allora devi assolutamente visitare Qurum Beach, la spiaggia più popolare di Muscat e un’attrazione imperdibile per ogni viaggiatore. Antica città portuale pittorescamente arroccata sul Golfo dell’Oman, Muscat è il sogno degli appassionati di storia. La capitale dell’Oman è rinomata per la sua splendida architettura, i siti storici e le moschee ricoperte di mosaici. La città è votata alla conservazione, quindi anche gli edifici moderni devono mantenere cupole, finestre arabescate e altre caratteristiche tradizionali. Il risultato è una destinazione straordinaria. La posizione inoltre fa sì che il sole splenda per la maggior parte dell’anno, mentre la sua posizione costiera offre infinite opportunità per godersi la spiaggia e il mare, nuotare, fare snorkeling e tanto altro.

Qurum Beach, una spiaggia per tutti i gusti

La spiaggia di Qurum è una destinazione meravigliosa che offre molte occasioni di divertimento e relax a chiunque la visiti. Uno splendido tratto di costa che ha davvero molto da offrire. Che tu voglia nuotare, fare surf, andare in kayak, fare snorkeling, andare in moto d’acqua o pescare, troverai molte attività e sport per divertirti e passare il tuo tempo. Se invece preferisci rilassarti al sole, potrai oziare sulla sabbia soffice, immergerti nell’acqua limpida, ammirare le palme e guardare lo spettacolare tramonto. Situata nel quartiere di Qurum, il cuore pulsante della moderna Muscat, la spiaggia si estende per quattro chilometri lungo la costa cittadina. La capitale costiera dell’Oman, è uno storico porto commerciale che per migliaia di anni ha collegato le rotte delle spezie dell’Estremo Oriente alla Penisola Arabica. La città ha mantenuto un’estetica araba classica con la sua architettura, gli abiti tradizionali locali e i dhow (imbarcazioni) in legno che continuano a navigare nelle acque costiere straordinariamente limpide. Volendo, dopo aver trascorso una bella giornata in spiaggia rilassandoti o facendo sport, potrai anche esplorare i dintorni, come la Riserva Naturale di Qurum, la Royal Opera House, il Muscat Grand Mall o la Grande Moschea del Sultano Qaboos, e scoprire la cultura e la storia di Muscat.

Spiaggia Muscat

Fonte: iStock

L’ampia distesa di sabbia di Qurum Beach

Come raggiungere la spiaggia di Qurum

La spiaggia di Qurum si trova nel cuore di Muscat, la capitale dell’Oman, ed è facilmente raggiungibile con diversi mezzi di trasporto, a seconda delle tue esigenze e del tuo budget.

In auto

La spiaggia è ben collegata da strade e autostrade e dispone di ampi parcheggi. Il tempo di percorrenza dall’aeroporto internazionale di Muscat a Qurum Beach è di circa 20 minuti, mentre dal centro città è di circa 15 minuti.

In autobus

Se preferisci usare i mezzi pubblici, potrai prendere un autobus per Qurum Beach da diverse zone di Muscat. Il servizio è gestito da Mwasalat, l’azienda di trasporti nazionale, ed è affidabile e conveniente. Il prezzo dell’autobus è di 0,5 OMR (1,5 €) a corsa e gli autobus passano ogni 15-30 minuti. La fermata dell’autobus più vicina è Qurum Park, a pochi passi dalla spiaggia.

In taxi

Se preferisci la comodità di un taxi, potrai chiamarne uno per strada o prenotarlo online. Il servizio taxi è comodo e confortevole, ma può essere costoso e variabile. La tariffa del taxi dipende dalla distanza, dal traffico e dalla capacità di contrattazione e può variare da 5 a 15 OMR (da 13 a 40 €) per corsa. I taxi sono solitamente a tassametro, ma è anche possibile negoziare un prezzo fisso prima di salire.

In bicicletta

Se ami pedalare e goderti una bella vista panoramica, puoi raggiungere la spiaggia di Qurum in bicicletta dalle zone vicine. Il servizio è offerto da Cyacle, una società di bike sharing, ed è divertente ed ecologico. La tariffa è di 0,5 OMR (1,5 €) all’ora e le biciclette possono essere noleggiate e restituite in qualsiasi stazione Cyacle. La stazione Cyacle più vicina a Qurum Beach è la Qurum Commercial Area, a 10 minuti di bicicletta dalla spiaggia.

Periodo migliore per visitare la spiaggia di Qurum

La spiaggia di Qurum è aperta tutto l’anno e può essere visitata in qualsiasi momento della giornata. Tuttavia, il momento migliore per visitare Qurum Beach dipende dal meteo, dalla folla e dagli eventi. Il clima di Qurum Beach è influenzato dal Golfo dell’Oman ed è generalmente caldo e soleggiato durante tutto l’anno. La temperatura media varia da 20°C  in inverno a 35°C in estate, mentre l’umidità media va dal 40% in inverno all’80% in estate. Le precipitazioni sono minime e il vento è moderato. Il periodo migliore per visitare la spiaggia di Qurum, in base alle condizioni meteorologiche, va da ottobre ad aprile, quando la temperatura è piacevole, l’umidità è bassa e la brezza è rinfrescante. La spiaggia è solitamente affollata durante l’alta stagione, che va da novembre a marzo, per la presenza di turisti e abitanti della città, e lo è ancora di più naturalmente durante i fine settimana, dal giovedì al venerdì, per l’arrivo di molte famiglie e gruppi a godersi un po’ di relax. Meno affollata durante la bassa stagione, che va da maggio a settembre, quando la temperatura è alta e l’umidità è elevata e nei giorni feriali, dal sabato al mercoledì, quando molte persone sono al lavoro o a scuola. Considera inoltre che Qurum Beach ospita molti eventi durante l’anno, come concerti, fuochi d’artificio, manifestazioni sportive e spettacoli culturali.

 

Qurum Beach

Fonte: iStock

Qurum Beach è accessibile in ogni stagione dell’anno

I nostri consigli per godersi al meglio Qurum Beach

Per passare una bella giornata in spiaggia, metti in borsa l’essenziale, come acqua, asciugamano, costume da bagno e un cambio d’abito. Le attrezzature per fare attività sportive invece, come tavola da surf, kayak, accessori da snorkeling e canna da pesca, possono essere noleggiate in spiaggia. È anche possibile fare attività seguiti da un istruttore, naturalmente per un costo aggiuntivo. Prenota l’alloggio ed eventuale tour in anticipo, soprattutto durante l’alta stagione, quando la domanda è elevata e i prezzi sono alti. Puoi scegliere tra diverse opzioni, come hotel, resort, appartamenti o campeggi vicino alla spiaggia di Qurum. Ricorda di rispettare la cultura e le usanze locali e segui i regolamenti della spiaggia. Evita di gettare rifiuti, fumare, bere o suonare musica ad alto volume in spiaggia e vesti in modo sobrio. Qurum Beach inoltre ha diversi caffè e locali che offrono cibo e bevande per vari gusti e budget. Si possono trovare cucine locali e internazionali, come quella omanita, indiana, cinese, italiana o americana e cibo veloce come snack, come panini, hamburger, pizze o insalate, dessert, come gelati, torte o biscotti. È possibile consumare i pasti o le bevande in spiaggia o nelle aree interne o esterne dei caffè.

Servizi in spiaggia

La spiaggia di Qurum dispone di spogliatoi e docce pubbliche. I servizi sono gratuiti, puliti e sicuri, perfetti per lavarsi e cambiarsi dopo aver trascorso una bella giornata in spiaggia. Qurum Beach è sorvegliata da un servizio di salvamento offerto da bagnini professionisti, addestrati e certificati, dislocati in vari punti della spiaggia. Puoi contare su di loro per la sicurezza e l’assistenza in caso di emergenza o incidente.

Luoghi da visitare vicino alla spiaggia di Qurum

Qurum Beach non è solo una spiaggia, ma anche una porta d’accesso a molte altre attrazioni di Muscat e dell’Oman. Potrai visitare i luoghi vicini, raggiungibili a piedi o in auto dalla spiaggia, e scoprire la cultura e la storia di Muscat e dell’Oman.

Riserva naturale di Qurum

La Riserva naturale di Qurum è un parco naturale adiacente alla spiaggia ed è un paradiso per gli amanti della natura e della fauna selvatica. È possibile esplorare la riserva, che copre un’area di 1,5 chilometri quadrati, e vedere le mangrovie, le lagune, le paludi e le isole. Si possono anche avvistare uccelli come fenicotteri, aironi, garzette o gabbiani, e animali come granchi, tartarughe o pesci. La distanza tra la spiaggia di Qurum e la Riserva naturale è di 1 km, con direzione nord. L’orario di apertura è dalle 6 alle 18 e l’ingresso è gratuito.

Royal Opera House

La Royal Opera House è un centro culturale e artistico che si trova vicino alla spiaggia di Qurum ed è una tappa obbligata per gli amanti della musica e dell’arte. È possibile visitare il teatro, che è uno splendido esempio di architettura omanita contemporanea, e vedere l’auditorium, i giardini, le gallerie e il museo. Potrai anche assistere a spettacoli come l’opera, il balletto, un musical o un concerto e godere del talento e della diversità degli artisti. È inoltre possibile fare shopping, cenare o rilassarsi presso il Teatro dell’Opera, che offre una varietà di opzioni, come boutique, ristoranti o caffè. La distanza tra la spiaggia di Qurum e il Royal Opera House è di 3 km, in direzione ovest. L’orario di apertura è dalle 8:30 alle 23:00 e il costo dell’ingresso è di 3 OMR (8€) per la visita e varia invece per gli spettacoli.

Muscat Grand Mall

Il Muscat Grand Mall è un complesso commerciale e di intrattenimento che si trova vicino alla spiaggia di Qurum ed è una tappa obbligata per gli amanti dello shopping. All’interno è possibile mangiare, bere o rilassarsi grazie ad un’ampia gamma di opzioni, come fast food, ristoranti raffinati, caffè e bar. La distanza tra Qurum Beach e Muscat Grand Mall è di 4 chilometri, in direzione sud. L’orario di apertura è dalle 10 alle 22 e l’ingresso è gratuito.

Moschea Sultano Qaboos

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L’imponente Moschea del Sultano Qaboos, vicina a Qurum Beach

Grande Moschea del Sultano Qaboos

La Grande Moschea del Sultano Qaboos è un punto di riferimento religioso e architettonico che si trova vicino alla spiaggia di Qurum ed è una tappa obbligata sia per i viaggiatori che per i credenti locali. È possibile visitare la moschea, una delle più grandi e più belle del mondo, e vedere la cupola, i minareti, le sale di preghiera e la biblioteca. Si può anche ammirare l’artigianato, il design e la decorazione della moschea, che presenta marmi, oro, cristalli e tappeti. L’edificio è in grado di ospitare 20.000 fedeli e vanta una vastissima collezione di libri. Completata nel 2001, è un’ode architettonica alle piastrelle islamiche, con lunghi corridoi esterni fiancheggiati da nicchie che presentano motivi tradizionali di diversi periodi religiosi. All’interno, la sala di preghiera principale ospita il secondo tappeto persiano più grande al mondo e il secondo lampadario più grande, impreziosito da oro a 24 carati e 600.000 cristalli Swarovski, per un peso di 8,5 tonnellate. I giardini, la sala di preghiera e la biblioteca – che ospita più di 20.000 volumi – sono aperti ai visitatori non musulmani dalle 8:30 alle 11:00 tutti i giorni tranne il venerdì. La visita alla moschea non è a pagamento, ma sia gli uomini che le donne devono indossare abiti che coprano i polsi e i gomiti e le signore sono tenute a coprirsi i capelli. La distanza dalla spiaggia di Qurum alla Grande Moschea del Sultano Qaboos è di 15 chilometri, in direzione est. L’ingresso è gratuito.

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Torre Eiffel, storia, curiosità e aneddoti che in pochi conoscono

Parigi, Capitale della Francia, è da molti considerata la città più romantica del mondo. Il merito è delle sue strade, piazze, edifici, giardini e monumenti che sembrano essere stati creati per incantare chiunque si trovi al loro cospetto. La città, infatti, è ricca di siti di interesse che sono uno più bello dell’altro, ma senza ombra di dubbio è la famosa Torre Eiffel ad essere il suo simbolo più noto. Si tratta di una costruzione alta più di 300 metri e che ha una lunga storia, ma anche aneddoti e curiosità, da raccontare.

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La storia della Torre Eiffel

Sugli Champ de Mars, un celebre e vasto giardino pubblico di Parigi che si trova sulla riva gauche della Senna, svetta nei cieli una costruzione in ferro di ben 312 metri di altezza (324 se si prendono in considerazione anche le antenne per i programmi radiofonici e televisivi che vi sono installati sulla sua sommità) e che tutto il mondo sogna di vedere almeno una volta nella vita: la Torre Eiffel.

Costruita in ferro nel 1889, prende il nome dal suo ingegnere Gustave Eiffel e, oltre a essere uno dei monumenti più conosciuti al mondo, è patrimonio mondiale dell’Unesco dal 1991.

Si compone di ben 4 piani, di cui l’ultimo a 279 metri d’altezza. Si tratta di  una quota davvero impressionante in quanto il piano conclusivo di questo monumento corrisponde alla più alta piattaforma d’osservazione accessibile al pubblico in Europa.

Per edificarla sono stati necessaria ben 250 operai che hanno dovuto lavorare per due anni, due mesi e cinque giorni, e che poi l’hanno poi vista inaugurare il 31 Marzo 1889.

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Curiosità sulla storia della Torre Eiffel

Un monumento così famoso come la Torre Eiffel non poteva di certo essere esente da curiosità davvero particolari, soprattutto sulla sua lunga storia che affascina molti. Noi di SiViaggia ne abbiamo raccolte alcune:

  • Non doveva essere permanente: fu costruita come opera temporanea per l’Esposizione Universale di Parigi del 1889, che commemorava il 100° anniversario della Rivoluzione Francese. Si decise di tenerla grazie a Gustave Eiffel, che vi installò un’antenna radio e un trasmettitore telegrafico in modo da renderla troppo utile per essere smantellata;
  • Gustave Eiffel non è stato il progettista: il progetto originale era di due esperti ingegneri che lavoravano per la sua azienda, Maurice Koechlin ed Émile Nouguier. Eiffel diede solo la maggior parte dei fondi per la sua costruzione, per poi acquistare i diritti del brevetto;
  • Hitler ordinò la sua distruzione: avvenne nel 1944, quando gli Alleati erano pronti a liberare la città, ma Dietrich von Choltitz, generale tedesco nominato personalmente da Hitler come Governatore di Parigi durante gli ultimi giorni dell’occupazione nazista della città, rimase sconcertato dall’ordine e scelse di non eseguirlo;
  • L’ingegnere Eiffel salì a piedi tutti i 1.710 gradini: le fece durante il giorno dell’inaugurazione per issare sulla punta della torre il tricolore della Francia;
  • I primi visitatori della Torre: furono la famiglia reale d’Inghilterra e l’attore americano Buffalo Bill, nell’ormai lontano 1889;
  • Doveva essere spostata in Canada: l’idea fu del presidente francese Charles de Gaulle, nel 1960, per mostrala al mondo durante l’Esposizione Universale del 1967. Tuttavia, l’impresa che gestiva la torre lo impedì per questioni logistiche.
Torre Simbolo di Parigi

Fonte: iStock

Grandangolo della Torre Eiffel al tramonto

Curiosità sulla struttura della Torre Eiffel

Il simbolo di Parigi si distingue per essere una torre a traliccio in ferro battuto con più o meno la stessa altezza di un edificio di 81 piani. Durante la sua costruzione divenne la struttura artificiale più alta del mondo, ma questa non è di certo l’unica interessante curiosità sulla sua impressionante struttura:

  • Cambia dimensione: ciò avviene a causa del metallo con cui è costruita, poiché è in grado di contrarsi in inverno ed espandersi in estate. Vi basti pensare che l’altezza della Torre Eiffel può variare fino a 15 cm;
  • Può muoversi: non è un effetto ottico, ma una reazione che si evidenzia durante le tempeste. Il sole, tra le altre cose, la fa anche inclinare;
  • È verniciata con più colori: è stata sottoposta a diversi strati di vernice per proteggerla dall’ossidazione. Per garantirne longevità e conservazione, inoltre, viene riverniciata ogni sette anni a mano, dopo aver sverniciato, pulito e protetto dalla ruggine tutti i suoi 300 metri. Nel corso degli anni, infatti, la torre ha assunto diverse tonalità, dal rosso veneziano al giallo-arancio. Particolarmente noto è il “marrone Torre Eiffel”;
  • I meccanismi degli ascensori sono quelli di un tempo: risalgono alla sua costruzione e ogni anno gli ascensori che conducono alla cima della torre percorrono ben 100 mila chilometri;
  • Riconoscimento di scienziati e ingegneri: sono ben 72 i nomi di scienziati e ingegneri francesi del XVIII e XIX secolo incisi sui lati della Torre Eiffel, in lettere maiuscole dorate di 60 centimetri. Purtroppo, però, tra queste 72 persone non c’è nemmeno una donna;

Gli aneddoti più particolari

Infine, abbiamo raccolto per voi gli aneddoti più particolari di uno monumenti a pagamento più visitati al mondo. Come si può leggere sul sito ufficiale della Torre, infatti, sono quasi 7 milioni i visitatori che la raggiungono ogni anno:

  • Conserva un appartamento segreto: si trova sulla sua cima e un tempo era dell’architetto Gustave Eiffel, che lo costruì per condurre esperimenti e intrattenere visitatori illustri;
  • La Torre è sposata: la sua compagna è Erika Aya (ora Erika Eiffel), arciera professionista statunitense. La donna sostiene di aver provato un’attrazione immediata per questo monumento che è stata classificata da medici ed esperti come una forma di parafilia. Il matrimonio, ovviamente, non ha valore legale ma Erika è riuscita comunque a farsi cambiare il cognome in Eiffel;
  • È illuminata da 20 mila luci: un effetto ispirato ai flash delle macchine fotografiche e che illumina il monumento per 5 minuti ogni ora, dal tramonto all’una di notte;
  • Un tempo ospitava un ufficio postale: si trovava al primo piano, a 187 metri di altezza, ed era considerato il più piccolo ufficio postale parigino;
  • Ha molte repliche: se ne contano più di 30 in tutto il mondo. Alcune delle città che hanno una sua copia sono Las Vegas, Tokyo, Praga, Brisbane, Tennessee, Sofia e Hangzhou;
  • Le medaglie olimpiche contengono materiale della Torre: per le Olimpiadi e le Paralimpiadi del 2024, si è deciso di impreziosire le medaglie destinate agli atleti con il ferro originale utilizzato per la sua costruzione;
  • È possibile mangiare sulla Torre: al primo piano del monumento è sito un ristorante che accoglie gli ospiti in un ambiente contemporaneo, elegante e con enormi vetrate che permettono di contemplare la città, la Senna, il Trocadéro e la stessa Tour Eiffel da un punto di vista davvero emozionante.

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Chioggia-Singapore in bici: la storia di Stefano e Alessia, cercatori di lucciole

Ma davvero c’è chi attraverserebbe il mondo per cercare le lucciole? È la domanda che mi sono posta quando, scorrendo il feed di Instagram, sono capitata per caso sul profilo di Stefano e Alessia, conosciuti appunto come cercatori di lucciole. Un nome sicuramente evocativo, che affascina e suggestiona, ma che lascia anche qualche punto interrogativo sulla missione di questi due ragazzi italiani, poco più che trentenni, che hanno lasciato il lavoro e la loro vita in quel di Chioggia, per affrontare un viaggio straordinario.

Ho parlato con loro, non solo per soddisfare la mia curiosità personale, ma anche e soprattutto per raccontare la loro storia. Una favola moderna – tutti ne abbiamo una – che non ha nulla a che vedere con principesse da salvare, draghi e streghe malvagie, ma che parla di bellezza, semplicità, gentilezza e umanità. Che parla di fame di vivere.  Ma lasciate che ve li presenti, prima di svelarvi il motivo di quel nome che tanto incuriosisce (saranno loro a farlo in realtà nella nostra intervista).

32 anni lui, 30 lei e una passione condivisa: quella per i viaggi. In realtà Stefano e Alessia sono accomunati da tante cose, la provenienza, per esempio. Lui viene da Chioggia, lei da Venezia. Hanno condiviso anche il luogo di lavoro, entrambi erano dipendenti dell’ACTV, azienda Veneziana di trasporti. Prima colleghi, poi conoscenti e fidanzati. Adesso, i due, sono compagni di vita, la stessa che hanno stravolto con questa impresa “folle”, come qualcuno l’ha definita: raggiungere Singapore in bicicletta.

Ciao ragazzi, ci raccontate un po’ di voi?
Stefano: Io e Alessia ci siamo conosciuti nel 2016, ma siamo diventati una coppia tre anni fa. Lavoravamo entrambi nell’azienda del trasporto pubblico e di Venezia e, tra le tante cose, ci accomunava anche la passione per i viaggi. Io ne avevo fatti già tanti, ero stato in India e avevo vissuto a Londra, ma non bastava mai. Con Alessia abbiamo iniziato a viaggiare sempre più spesso, ovviamente dovendo tenere conto degli impegni lavorativi e personali.
Alessia: Io amo viaggiare, ma amo ancora di più il fatto di vivere fuori da una routine prestabilita. A 22 anni ho comprato la mia prima barca e sono andata a vivere su quella. Poi nel 2020 ho deciso di licenziarmi e ho vissuto diverse avventure in barca prima di lanciarmi in questo progetto di vita insieme a Stefano.

Alessia e Stefano

Fonte: Cercatori di lucciole

Alessia e Stefano in viaggio verso Singapore in bicicletta

Perché “cercatori di lucciole”?
Stefano: Inizialmente quando viaggiavamo condividevamo le nostre avventure sui rispettivi profili, come fanno tutti del resto. Poi, anche un po’ consigliati dai nostri amici, abbiamo pensato che potesse essere comodo aprire un profilo condiviso su Instagram. Intanto nella nostra testa prendeva forma l’idea di raggiungere Singapore in bicicletta, anche se quasi nessuno lo sapeva. Abbiamo creato questo profilo e abbiamo avuto diverse perplessità sul nome. Volevamo qualcosa di riconoscibile ma non potevamo ridurre tutto solo al nostro viaggio in bicicletta, perché non siamo ciclisti. Siamo piuttosto viaggiatori che si muovono in bici. Alla fine ci siamo posti questa domanda: come facciamo a far capire alle persone perché stiamo viaggiando e, soprattutto, cosa stiamo cercando?
Alessia: Noi cercavamo, e cerchiamo ancora, la felicità semplice, quella che appartiene ai bambini. Mi è venuto in mente così un ricordo: l’emozione che provai da bambina la prima volta che vidi una lucciola. Alla fine si tratta di un insetto ma che visto con gli occhi di un bambino appare magico. Così è nato il nostro nome.

Chioggia – Singapore in bicicletta: un sogno o un progetto di vita?
Era un sogno sicuramente, che cambiava e ricambiava. Abbiamo pensato anche di non partire, a volte, ma alla fine lo abbiamo fatto. E più andiamo avanti, più ci rendiamo conto che sta diventando un progetto di vita. Siamo a contatto con tantissimi nuovi input: incontriamo persone, facciamo esperienze, abbiamo anche qualche disavventura, ma è tutto bellissimo. È proprio uno stile di vita che stiamo abbracciando giorno per giorno, dopo non sappiamo cosa succederà, anche se abbiamo tante idee a riguardo.

Ci raccontate come è nata l’idea e a che punto siete della vostra avventura?
Tre anni fa siamo andati in Georgia che è un Paese molto economico, se non che abbiamo speso più soldi per noleggiare l’auto e per viaggiare on the road che per tutto il resto. Allora abbiamo pensato che doveva esserci per forza un modo più economico per muoversi, e anche più sostenibile. Abbiamo comprato un piccolo tandem e siamo andati in Corsica, lì abbiamo scoperto che è davvero bello viaggiare su ruote, sicuramente più economico, ma anche più lento e consapevole. Abbiamo poi comprato delle biciclette nuove e abbiamo iniziato a pianificare la nostra avventura. Volevamo fare un viaggio lungo, che non durasse solo un mese, e che si trasformasse in uno stile di vita e Singapore era la meta più distante raggiungibile in bicicletta. Siamo partiti il 15 febbraio e attualmente ci troviamo in Kirghizistan.

Come hanno reagito le persone intorno a voi quando avete deciso di cambiare vita?
Stefano
: Mia madre era disperata. I miei colleghi un po’ perplessi. Mi dicevano: ma davvero lasci il posto fisso per viaggiare intorno al mondo?
Alessia: Mia madre è ormai rassegnata, ma oserei dire che era quasi sollevata dalla partenza con Stefano, viste le mie avventure precedenti in barca. I nostri amici, invece, sono stati entusiasti e ci hanno supportato dal primo momento.

La difficoltà più grande che avete affrontato durante il percorso?
Stefano: Per me è stato il deserto. Affrontare strade chilometriche desertiche in bicicletta con il vento caldissimo contro è stato difficile. La fatica fisica ma anche la mancanza di acqua fresca: la nostra era diventata bollente dopo ore di pedalata.
Alessia: Pedalare nel deserto è stato sicuramente difficile, ma essendo uno dei miei tanti sogni, l’entusiasmo di averlo realizzato ha mitigato la stanchezza. Forse il mio momento più difficile è stato proprio qui, nel Kirghizistan. I paesaggi sono mozzafiato, ma anche estremamente selvaggi e la mancanza di cibo, quello che piace a me, non mi ha aiutata.

Alessia e Stefano

Fonte: Cercatori di lucciole

Alessia e Stefano stanno raggiungendo Singapore in bicicletta

E il momento più bello ed emozionante?
Stefano: Io l’ho vissuto proprio qualche giorno fa, quando con la bicicletta abbiamo attraversato un passo di 4.000 metri d’altezza: non ero mai arrivato così in alto. Ma devo dire che siamo circondati da momenti bellissimi ed emozionanti: i paesaggi sicuramente, ma anche le relazioni. Abbiamo conosciuto tante persone, estranei che ci hanno invitato a casa loro e che ci hanno ospitato. In questo viaggio stiamo conoscendo la parte bella dell’umanità.
Alessia: Per me il momento più significativo è stato il passaggio dalla Grecia alla Turchia. Quando abbiamo lasciato i confini europei in bicicletta ho detto: “Ok, adesso si fa sul serio”.

Quali sono le prossime tappe?
Stiamo per rimetterci in viaggio per raggiungere la Cina. Poi andremo in Pakistan e in India, dove contiamo di restare un po’ di più. Poi raggiungeremo la Malesia e il Vietnam fino alla meta finale, Singapore. L’idea iniziale era quella di viaggiare per un anno, ma le cose cambiano continuamente quindi chissà.

Le domande più strane che vi hanno rivolto?
Alessia: Sicuramente si sono chiesti che lavoro facciamo, alludendo al fatto che siamo ricchi o mantenuti da mamma e papà. In realtà abbiamo utilizzato i nostri risparmi ipotizzando un budget totale di 15.000 euro. Quando finiremo i soldi decideremo cosa fare. Per riuscirci dormiamo in tenda, cuciniamo quasi sempre noi, ma devo dire che il costo della vita in questi luoghi è molto basso. E poi possiamo contare sull’ospitalità delle persone: il mondo è davvero un posto gentile.
Ci hanno chiesto anche se siamo dimagriti da quando siamo partiti. La risposta è sì. Stefano più di me.

Progetti per il futuro?
Ormai sono sei mesi che viaggiamo e ci rendiamo conto che più lo facciamo più i nostri progetti cambiano. Nel breve termine c’è l’idea di restare in India, ma vorremmo anche andare a Capo Nord in sella a un asino. In futuro ci piacerebbe acquistare un van e vivere viaggiando. Insomma, lasciamo la nostra mente aperta. Sicuramente ci piacerebbe raccontare la nostra avventura in un libro, anzi in tre libri.

Dove possiamo seguire il vostro viaggio?
Lo raccontiamo nel quotidiano sui nostri profili Instagram e su TikTok. Ci trovate come @cercatoridilucciole.

Alessia e Stefano in viaggio

Fonte: Cercatori di lucciole

Alessia e Stefano in viaggio
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La Riserva delle Otarie di Cape Cross, meraviglia della Namibia

Lungo la suggestiva costa oceanica della Namibia, la Riserva delle Otarie di Cape Cross ospita la più grande colonia di otarie del mondo. Questo luogo unico si estende su una superficie di 60 chilometri quadrati a nord delle città costiere di Swakopmund e Henties Bay, occupando un remoto promontorio tra i più spettacolari della Skeleton Coast, all’interno dell’omonimo parco nazionale.

La colonia di otarie più grande del mondo

Tra 80 mila e 100 mila otarie (Arctocephalus pusillus pusillus), popolano stabilmente Cape Cross, ma durante la stagione riproduttiva, tra novembre e dicembre, il loro numero aumenta fino a raddoppiare e si possono contare oltre 210 mila esemplari.
I primi ad arrivare sono i maschi più grandi, che possono pesare tra 180 e 360 kg e lottano furiosamente per il dominio del territorio dove sistemare il proprio “harem” composto in media da 5-25 femmine con cui accoppiarsi. Ma i maschi che riescono a conquistare i territori migliori possono avere fino a 60 femmine.

Le femmine, che sono molto più piccole dei maschi, arrivando a pesare al massimo 75 kg, giungono a Cape Cross alcune settimane dopo i maschi. Molte sono già gravide e partoriscono il loro cucciolo poco dopo l’arrivo alla colonia, ma nel giro di una settimana sono di nuovo in grado di concepire e pronte per una nuova stagione di accoppiamenti. Nel frattempo si occupano di nutrire la prole, pescando nelle ricche acque della corrente di Benguela.

La gravidanza delle otarie dura 8 mesi e le femmine si riproducono in sincronia una volta all’anno. I cuccioli rimangono a terra fino allo svezzamento, che dura circa 6-8 mesi. Quindi tra dicembre e giugno nella Riserva delle Otarie di Cape Cross è il periodo migliore per osservare questi teneri animali dalla morbida pelliccia, particolarmente pregiata.

A differenza delle foche, che hanno solo un sottile strato di pelo, i cuccioli delle otarie di Cape Cross hanno uno splendido manto nero dal pelo folto e morbido, a causa del quale questa specie è stata cacciata per secoli. Una sorte alla quale non sono sfuggite neanche le otarie di Cape Cross, che in passato sono state prede dei trafficanti di pellicce.

Gli altri abitanti di Cape Cross

Sebbene rappresentino la popolazione di gran lunga più numerosa, le otarie non sono gli unici abitanti di Cape Cross. Iene brune e sciacalli dalla gualdrappa infestano le spiagge, spesso predando i cuccioli di otaria. Gabbiani, cormorani, sterne, fenicotteri, fraticelli di Damara (un piccolo uccello simile alla rondine endemico della Namibia), e altre specie di volatili nidificano in zona o nelle vicine saline nella baia dove un tempo attraccavano le navi mercantili.

La storia di Cape Cross

Non si sa di preciso da quanto tempo questa enorme colonia si sia stabilita su questa costa desolata della Namibia, dove i primi europei approdarono nel XV secolo. Nel 1486, l’esploratore portoghese Diego Cão, alla guida di una spedizione a sud dell’Equatore, rivendicò il territorio per conto del Portogallo con la costruzione di un padrão, una croce di pietra da cui deriva il nome del promontorio, per segnalare il punto più meridionale del continente africano raggiunto dagli europei.

Il primo avvistamento di otarie al largo della costa meridionale dell’Africa risale al 1884 e la loro presenza, insieme a quella di guano in abbondanza prodotto dagli uccelli marini che popolavano la zona, è all’origine della costruzione della prima ferrovia della Namibia a fine ‘800. Carichi di preziose pelli di otaria e di tonnellate di guano, utilizzato all’epoca come fertilizzante, i vagoni facevano la spola tra la costa e i mercantili che li avrebbero trasportati in Europa.

Un commercio proficuo, che andò avanti per molti anni e portò molti lavoratori a stabilirsi nel paese, dove fu aperto un ufficio postale e installato un impianto di distillazione d’acqua. Dopo un periodo di boom, l’attività cessò, i lavoratori si spostarono verso zone più redditizie e la natura riconquistò gradualmente la costa di Cape Cross, che rimase abbandonata per decenni. Fino a quando, nel 1968, non fu istituita la Riserva per proteggere la più numerosa colonia di otarie del mondo.

Come visitare la Riserva delle Otarie di Cape Cross

La Riserva delle Otarie di Cape Cross è aperta tutti i giorni. Dalle 8 alle 17 dal 16 novembre al 30 giugno e dalle 10 alle 17 dal 1 luglio al 15 novembre.

Vi si accede percorrendo la C34, la strada costiera principale; il Cape Cross Seal Reserve si trova a 430 km da Windhoek, 178 km dalla baia di Torra, a 120 km da Swakopmund e 60 km dalla baia di Henties.

Una passerella lunga circa 200 metri consente di osservare le otarie nel loro habitat da distanza ravvicinata. I permessi d’ingresso possono essere acquistati presso il punto informativo, dove si trovano servizi igienici e aree per pic-nic. Può essere utile sapere che in zona non ci sono rifornimenti di benzina e l’acqua disponibile è molto limitata.

Lungo la costa, al miglio 14, miglio 72 e miglio 108, ci sono campeggi gestiti da Namibia Wildlife Resorts che forniscono servizi di base. A breve distanza dalla riserva c’è anche un lodge che offre sistemazioni più confortevoli.

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La Spiaggia di Mugoni in Sardegna, scenografia da paradiso tropicale

La Sardegna è una delle regioni italiane che vanta le spiagge e gli angoli di mare più belli, alcuni – come La Pelosa – sembrano dei veri e propri paradisi tropicali. Una di queste splendide spiagge è sicuramente la Spiaggia di Mugoni, situata nella parte nord-occidentale dell’isola, nella baia di Porto Conte.

Il relax sulla Spiaggia di Mugoni

La Spiaggia di Mugoni è caratterizzata da sabbia finissima, con dei colori che sfumano dall’ocra all’arancio e le danno il classico aspetto dorato. Con una lunghezza di 2 km, questa spiaggia è immersa nella rigogliosa vegetazione fatta di pini profumati che si integrano al paesaggio marino: qui il mare è limpido, turchese, una vera e propria oasi naturale di inestimabile bellezza.

La Riviera del Corallo in Sardegna, dove si trova la Spiaggia di Mugoni, è parte del territorio di Alghero e la città dista appena 16 km da qui. Il Parco Regionale di Porto Conte abbraccia Mugoni e l’area marina di Capo Caccia. Poiché si tratta di un luogo turistico, qui non si fa fatica a trovare strutture balneari ben attrezzate, nonché tutto ciò che serve per godersi le diverse attività che si possono fare, dal noleggio imbarcazioni al centro immersioni.

Ma soprattutto, Mugoni si distingue anche per essere una delle spiagge accessibili ai diversamente abili, perfetta anche perché viaggia con i bambini.

Oltre a darsi agli sport acquatici come il windsurf o la vela, qui ci si può avventurare nei sentieri attraverso la natura più selvaggia in sella alla bicicletta e scoprire alcuni degli spot più belli lungo i 90 km della costa di Alghero, nonché avventurarsi per esplorare le numerose calette, alcune raggiungibili solo in barca.

Cosa vedere nei dintorni

Non solo Mugoni: nei dintorni di questa spettacolare spiaggia della Sardegna, sono tante le altre spiagge imperdibili, come le spiagge di Capo Caccia, la Bombarde, il Lazzaretto, il Lido ‘cittadino’ e la spiaggia di Maria Pia. Vale la pena anche una sosta a Cala Dragunara, punto di partenza del battello che conduce alla Grotta di Nettuno, ma vi consigliamo anche di esplorare le cale lungo il tragitto per Bosa, come la bellissima Cala Bona.

Oltre al mare, i dintorni di Mugoni offrono anche altri tipi di esperienze: ad esempio, qui potete anche scoprire i resti archeologici di età nuragica e pre-nuragica al Villaggio di Sant’Imbenia e le famose Nuraghe Palmavera. Queste ultime testimoniano l’eccezionale maestria della misteriosa civiltà nuragica: il complesso è realizzato con blocchi di calcare e arenaria e comprende un nucleo centrale con due torri, un antemurale e le capanne di un villaggio. Sant’Imbenia, invece, è il più antico scalo marittimo fenicio dell’Isola. A breve distanza si trovano i resti di una villa romana con stanze decorate e un impianto termale a nord.

Come raggiungere la Spiaggia di Mugoni

Per iniziare il viaggio verso questa destinazione da sogno, è consigliabile partire da Alghero: da qui si può imboccare la strada principale che conduce verso nord lungo la costa. Proseguendo lungo questa strada panoramica, si potrà godere di splendide vedute sul mare e sulla campagna circostante.

Dopo circa 15 chilometri dalla partenza, si incontrerà un bivio che indica la direzione per la spiaggia di Mugoni. Da qui, invece, si dovranno seguire le indicazioni e procedere lungo una strada circondata da una natura incontaminata – la riconoscerete subito. Il percorso verso Mugoni offre panorami mozzafiato e permette ai visitatori di immergersi completamente nella bellezza selvaggia della Sardegna prima di restare a bocca aperta dinanzi al mare azzurrissimo del luogo.

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Moschea Istiqlal, la storia della più grande moschea del Sud-est asiatico

Un simbolo di tolleranza religiosa da vedere assolutamente: la storia della Moschea Istiqlal, che è nota in tutto il mondo per essere la più grande moschea del Sud-est asiatico, è tutta da scoprire. Siamo a Giacarta, in Indonesia, e la conosciamo anche con il nome di Moschea dell’Indipendenza, da “Istiqlal”. La posizione è strategica: vicinissima alla Cattedrale di Giacarta e alla Piazza Merdeka. Se stai progettando un viaggio a Giacarta, ti parliamo della Moschea Istiqlal.

La storia della Moschea Istiqlal

Tra i siti principali di Giacarta, la Moschea Istiqlal è indubbiamente conosciuta per la struttura di considerevoli dimensioni: la capienza è di 120mila fedeli, ed è il motivo per cui è la più grande moschea in Indonesia e del Sud-est asiatico. Il periodo di costruzione è durato più di 17 anni, ed è stata aperta ufficialmente nel mese di febbraio del 1978. L’idea alla base della fondazione? La volontà di celebrare l’indipendenza dell’Indonesia, e la posizione, come anticipato, è sì strategica (soprattutto dal punto di vista turistico), ma è anche atta a simboleggiare l’unità tra gli indonesiani.

C’è di più: questa moschea è un luogo di profonda tolleranza religiosa. Ecco perché si trova proprio nei pressi della Cattedrale di Giacarta. Perché questa moschea non volta le spalle ai fedeli di altre religioni. Lo dimostrano gli atti, la pratica: quando è Natale, la Moschea Istiqlal si prodiga per garantire che ci siano parcheggi a sufficienza per tutti i fedeli per la festa cristiana. Lo stesso vale per le altre feste, come la Pasqua o il Ramadan: uno scambio reciproco.

La struttura e lo stile della Moschea Istiqlal

Moschea Istiqlal, gli interni, lo stile, l'architettura

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Gli interni della Moschea Istiqlal

Un design moderno: spicca indubbiamente il contrasto con le altre moschee in giro per il mondo. Questo edificio, oltre a essere uno dei più importanti nel centro di Giacarta, dispone di un’ampia sala di preghiera rettangolare, coperta da una cupola e sostenuta da 12 colonne. L’interno è decisamente arioso, ampio, spazioso: si alternano colori vividi, che trasmettono un’idea di fondo quasi lussuosa, indubbiamente elegante. La sala principale è poi connessa a un cortile all’aperto: il richiamo alla preghiera viene dato nel minareto. Piccolo tip: secondo i turisti, di notte, la vista salendo sul Monumento Nazionale (Monas) è davvero mozzafiato. Con la card della città, si può prendere un ascensore per raggiungere la cima della struttura.

Informazioni prima di visitare la Moschea Istiqlal

La posizione è centrale, quindi facilmente raggiungibile: ci si può recare a piedi scendendo alla stazione ferroviaria di Gambir, o in alternativa prendere un “mototaxi”, ovvero “ojek”. Per quanto riguarda l’ingresso, è del tutto gratuito, durante ogni giorno della settimana. Sono sette le porte d’ingresso, come sette sono i cieli dell’Islam, ovvero i Paradisi della cosmologia islamica.

Questo progetto architettonico è considerevole non solo per lo stile, ma anche e soprattutto per ciò che rappresenta. Sebbene non sia previsto alcun biglietto di ingresso, sono disponibili delle guide che possono raccontare la storia della Moschea Istiqlal ai visitatori non musulmani: prima di entrare e attraversare le porte d’ingresso, però, bisogna togliersi le scarpe, in segno di rispetto e tradizione come previsto dalla cultura musulmana.

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San Benedetto del Tronto, la capitale della Riviera delle Palme

Non solo lunghe distese di sabbia, relax estivo e movida notturna, la Riviera delle Palme è la destinazione perfetta anche per gli amanti del turismo culturale. A unire le due anime, quella balneare e quella storica-artistica, è la sua ‘capitale’: San Benedetto del Tronto soddisfa sia chi ha voglia di mare che di cultura con le sue atmosfere da località estiva unite alle diverse attrazioni architettoniche e artistiche offerte. Situata in provincia di Ascoli Piceno, è famosa per il lungomare ricco di sculture, giardini e opere d’arte e per le numerose attività da svolgere all’aria aperta.

Circondata da colline, San Benedetto del Tronto è il punto di partenza ideale anche per visitare i borghi medievali nelle vicinanze: situati in una posizione sopraelevata privilegiata, offrono panorami mozzafiato e la possibilità di dedicarsi a escursioni perfette per gli appassionati di arte e storia.

Cosa vedere a San Benedetto del Tronto: il lungomare e le spiagge

Com’è il mare a San Benedetto del Tronto? Vi basti sapere che le sue acque, insieme alla qualità dei servizi offerti, sono state premiate con la Bandiera Blu ininterrottamente dal 1999, uno dei riconoscimenti più ambiti che attesta l’impegno di questa cittadina nel tutelare le proprie bellezze. Il suo lungomare vanta una spiaggia di sabbia bianca lunga circa nove chilometri, adatta anche ai bambini grazie al suo fondale basso e limpido, alla presenza di bagnini e ai tanti spazi dove giocare e divertirsi in totale sicurezza.

Il lungomare è il luogo più caratteristico dove passeggiare o pedalare con la bicicletta e godere delle numerose opere d’arte sparse per la città. Il lungomare di San Benedetto del Tronto, infatti, è il fiore all’occhiello della cittadina marchigiana. Costruito nel 1931 dall’ingegnere Luigi Onorati, non solo rappresenta una via di comunicazione essenziale, ma anche il cuore del turismo e del divertimento serale.

È lungo circa 5 chilometri ed è considerato uno dei lungomari più belli d’Italia. Costeggiato da piste ciclabili, campi da tennis, piste di pattinaggio e pinete, è caratterizzato da una grande varietà di palme (circa 8 mila di diverse specie) e da dieci giardini tematici. Quelli più famosi sono il giardino arido, il giardino umido, il giardino delle palme e il giardino delle rose. Una menzione speciale è d’obbligo anche per il giardino degli agrumi, del mediterraneo, di campagna e ”multisensoriale”.

Lungomare San Benedetto del Tronto

Fonte: iStock

Il lungomare cittadino ornato di palme

Cosa fare a San Benedetto del Tronto: il borgo antico e il centro storico

San Benedetto del Tronto è suddivisa in due: il Paese Alto e la parte più moderna della città. L’antico borgo fortificato, cuore del paese, si trova nel Paese Alto che, come lascia intendere il nome stesso, occupa una posizione strategica nella parte più alta della città. Di particolare interesse è la Torre dei Gualtieri, di forma esagonale e risalente al 1300, ricca di beccatelli e merli, per secoli considerata il simbolo cittadino. Dopo una giornata di mare e relax, è qui che i turisti passeggiano la sera, su un’isola pedonale costruita intorno a viale Moretti.

Nel centro cittadino è l’arte a dominare grazie alla presenza di numerose sculture e opere realizzate da artisti contemporanei famosi, come le fontane di Paolo Consorti e Ugo Nespolo. Un vero e proprio museo a cielo aperto gratuito pensato per scuotere lo spirito d’osservazione dei passanti e per offrir loro un momento di bellezza e riflessione.

L’arte e il mare: una simbiosi perfetta

San Benedetto del Tronto e il mare sono legati da un rapporto indissolubile che, nel rispetto del vero spirito della città, viene raccontato attraverso l’arte. Passeggiando nella zona adiacente al porto, per esempio, si incontra un’opera meravigliosa realizzata in acciaio colorato e alta oltre sette metri, recante la scritta: “Lavorare, lavorare, preferisco il rumore del mare”. La scultura è stata realizzata da Ugo Nespolo ed è la parafrasi di una famosa poesia di Dino Campana, molto attuale soprattutto di questi tempi. A pochi metri si erge un’altra statua, “Il monumento al pescatore“, dell’artista grottammarese Cleto Capponi.

Lungo la passeggiata del molo Sud, in un’area chiamata MAM (Museo d’Arte sul Mare) e ribattezzata “The Jonathan’s Way”, potrete ammirare il monumento dedicato al gabbiano Jonathan Livingston realizzato da Mario Lupo nel 1986, protagonista dell’indimenticabile libro di Richard Bach. Ogni estate, questa zona della città accoglie le opere ricavate dai massi del porto e realizzate da artisti locali e internazionali che partecipano alla rassegna Scultura VivaI turisti e i cittadini possono assistere al lavoro degli scultori: la passeggiata si trasforma così in una visita a una galleria d’arte a cielo aperto. Sulla banchina portuale “Malfizia”, davanti al mercato ittico, sorge infine il complesso di sculture intitolato “Il mare, il ritorno”, realizzato dall’artista Paolo Annibali.

Scultura gabbiano San Benedetto del Tronto

Fonte: 123RF

Il monumento al gabbiano Jonathan

I piatti tipici di San Benedetto del Tronto

Impossibile lasciare San Benedetto del Tronto senza prima aver provato i suoi piatti tipici. La cucina è soprattutto a base di pesce nel rispetto della tradizione marinara che contraddistingue la città. Il piatto imperdibile è sicuramente il Brodetto alla Sambenedettese dove gli ingredienti principali, oltre ai diversi tipi di pesce, sono anche l’aceto, i pomodori e i peperoni verdi. Altre ricette tipiche della costa marchigiana sono i bomboletti a base di lumachine di mare e la classica frittura di paranza, mentre un piatto rappresentativo dell’intera regione sono le olive all’ascolana, l’antipasto perfetto per ogni pausa dedicata alla scoperta dei sapori tipici del territorio.

San Benedetto del Tronto: i posti da vedere nelle vicinanze

I comuni confinanti con San Benedetto del Tronto sono Monteprandone, Acquaviva Picena e Grottammare. Partendo proprio dalla capitale della Riviera delle Palme, è possibile raggiungere in auto o in bus alcuni dei borghi più belli d’Italia, perfetti per escursioni suggestive dedicate alla storia e all’arte.

Monteprandone

Monteprandone è un centro di origine medievale situato nell’entroterra marchigiano, rinomato per la produzione agricola di olio e vino e per i diversi luoghi storico-religiosi visitabili, come la Chiesa di San Nicola di Bari, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie e il Museo dei Codici, in cui sono custoditi i manoscritti di parte della Libreria di San Giacomo, una raccolta del 1400 del santo che aveva l’obiettivo di favorire l’istruzione di studiosi e dei confratelli.

Acquaviva Picena

Acquaviva Picena è una terrazza panoramica dalla quale si possono ammirare le colline marchigiane, il monte Vettore, la Majella e il Gran Sasso, ed è conosciuta per la produzione dei cesti di paglia, che avviene secondo un metodo tramandato di generazione in generazione. Proprio nel Museo della Pajarola si possono ammirare cesti, utensili e bamboline realizzate con un intreccio di paglia, vimini e materiali naturali. Evento imperdibile di Acquaviva Picena è Sponsalia, ovvero la rievocazione storica del matrimonio tra Rainaldo di Brunforte e Forasteria d’Acquaviva, organizzata tra i mesi di luglio e agosto e che prevede la disputa del Palio del Duca.

Grottammare

Grottammare è tra le destinazioni più visitate nei dintorni di San Benedetto del Tronto e tra quelle più scelte dalle famiglie, nonché uno dei Borghi d’Italia: qui la vegetazione è rigogliosa e il paesaggio offre sfumature diverse passando dalle dolci colline dell’entroterra alle spiagge che, più di una volta, hanno ricevuto il titolo di Bandiera Blu. Tante le cose da vedere, in particolare le chiese del centro, mentre per quanto riguarda gli eventi organizzati durante l’anno, da non perdere è il festival che chiama a raccolta grandi pianisti nazionali e internazionali, in ricordo del soggiorno a Grottammare di Franz Liszt.

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Alla scoperta di Martano: la gemma salentina

Martano è il cuore pulsante della Grecia Salentina, un territorio ricco di storia che registra una presenza antropica fin dalla protostoria, attestata oggi da due monumenti megalitici “La Specchia dei Mori” (la più grande specchia sopravvissuta in Puglia) e “La Colonna de Santu Totaru” (con i suoi 4,70m è la più alta pietrafitta pugliese). Un’area del Salento che offre ai visitatori un vero e proprio viaggio attraverso tradizioni millenarie, paesaggi mozzafiato e sapori genuini.

Alla scoperta di Martano

Le origini del Comune di Martano, come per tanti centri della provincia di Lecce, sono avvolte nella leggenda. Si narra che Martano sia stato fondato dal centurione romano Martius, al quale spettarono le terre del Salento come dono per il valore dimostrato in battaglia, dopo la riconquista del 267 a.C.

Monumenti da visitare a Martano

Fonte: Comune di Martano

Comune di Martano: una gemma salentina

Territorio attraversato da antichi assi viari (la Traiana-Calabra e l’asse Galatina-Gallipoli) fu borgo fortificato già dalla metà del Quattrocento, dotato di cortina muraria e fossato. Infatti, Martano si presentava di forma pressoché ovale, con il Castello situato a nord-est, circondato da mura collegate a imponenti torri circolari. Delle otto torri se ne sono conservate due, la Torre Nivéra e la Torre dei Mazzoti. Nel tempo i rimaneggiamenti, anche di notevole entità, trasformarono il Castello eretto come struttura difensiva, in Palazzo Baronale.

Monumenti da visitare a Martano

Fonte: Comune di Martano

Comune di Martano: una gemma salentina

Nei secoli che vanno dal XVI al XVIII, Martano mostra un notevole incremento demografico ed un potenziamento del patrimonio edilizio con la costruzione della nuova Chiesa Matrice dedicata alla Vergine Maria Assunta in Cielo, di due conventi, uno dei Domenicani (trasformato sin dal secolo scorso in Palazzo Municipale) e l’altro degli Alcantarini (attuale Monastero Cistercense di Santa Maria della Consolazione, all’interno della quale è presente una biblioteca, una raccolta museale e una rivendita di liquori, prodotti biologici e di erboristeria). Numerose le chiese e le cappelle da visitare oltre la Chiesa Matrice, la chiesa di Maria S.S. del Rosario (sec. XVII), la cappella della madonna del Carmine (sec. XVIII), la chiesa dell’Immacolata Concezione di Maria (sec. XVIII), la chiesa della Madonnella (sec. XVIII).

Monumenti da visitare a Martano

Fonte: Comune di Martano

Comune di Martano: una gemma salentina

A Martano, i secoli dell’età barocca sorprendono il visitatore trionfando non solo negli edifici sacri ma anche nell’architettura privata. È uno spettacolo rievocare il tempo antico mentre si compie il giro attorno alla medievale Terra e all’interno, nei suoi vicoli, tra balconi balaustrati, portali e stemmi nobiliari in bella vista. Da ammirare i tanti palazzi: Palazzo Gaetani Chiriatti (secolo XIX) oggi proprietà del Comune, Palazzo Micali (secolo XVIII), Palazzo Coluccia (secolo XVII-XVIII), Palazzo Corina-Comi (secolo XIX) Palazzo Andrichi-Moschettini (secolo XVIII), Palazzo di Stefano Sergio (secolo XVII- XVIII), Palazzo Grassi (secolo XVIII- XIX).

Dall’originario borgo si diramano le strade più antiche come le vie Catumeréa, Zaca, Giudeca, Santa Lucia, Stefano Sergio, Costantino e un’edilizia “minore” rappresentata dalle tipiche Case a Corte anche queste riflesso del vivere al modo greco. E poi in aperta campagna la pietra, che da ostacolo al lavoro si è trasformata, per mezzo dell’uomo, in segnale (menhir, muretti a secco o paríti), riparo temporaneo (furni o caliváci) o in forme più complesse di architettura (masserie, cappelle rurali, trappeti ipogei, pozzelle) che si sono amalgamate con i profili e i colori della natura.

Se stavi pensando di fare un giro all’affascinante scoperta della Grecia Salentina, Martano è il punto ideale da cui partire.

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Aereoporti e servizi: ecco i più insoliti e luxury

Di aeroporti spettacolari che valgono la pena uno scalo se non l’intero viaggio ce ne sono parecchi e uno dei casi più famosi è quello di Singapore con il suo Aeroporto di Singapore-Changi. Ma non solo: oggi gli aeroporti non stupiscono più solo per il loro design e la loro bellezza architettonica (spesso opera di vere e proprie archistar) ma anche per la varietà di servizi offerti, tanto che alcuni sembrano dei veri e propri grandi centri commerciali.

La rivoluzione e l’evoluzione dei servizi aeroportuali per i passeggeri è stata fotografata dalla piattaforma di prenotazione per viaggi Skyscanner: dalla Pet Therapy a Istanbul, Berlino e Milano, fino alla robotica utilizzata nell’aeroporto di Seoul. Ecco quali sono oggi i servizi più insoliti e i più luxury disponibili negli aeroporti del mondo.

Aeroporto

Fonte: iStock

Passeggero in aeroporto

La Pet Therapy a Istanbul, Berlino e Milano

L’Aeroporto di Istanbul non è nuovo a essere etichettato come uno dei più pet-friendly al mondo e di recente ha anche inaugurato un servizio chiamato “Therapy Dog Project”, che prevede la presenza di cosiddetti cani da terapia per far rilassare i viaggiatori in attesa o durante gli scali. Lo stesso progetto è stato inoltre sperimentato anche negli aeroporti di Milano-Malpensa e Berlino. I cani coinvolti in questa iniziativa sono esemplari certificati e addestrati e la Pet Threapy è offerta come servizio tra le ore 10.00 e le 16.00.

Japan Airlines e il noleggio abiti

Il Giappone continua a sorprendere: Japan Airlines, in partnership con Sumitomo Corporation, ha infatti avviato l’esclusivo servizio “Any Wear, Anywhere”. Si tratta di un progetto dal carattere sostenibile che permette ai viaggiatori di noleggiare alcuni abiti da portare con sé in vacanza (con consegna anche sul luogo di destinazione). Oltre a favorire l’economia circolare, il progetto permette anche di ridurre le emissioni di CO2, evitando l’eccesso di bagagli.

Corendon Airlines e i voli per soli adulti

Un bimbo che piange è naturale, esprime un bisogno nell’unico linguaggio che conosce, eppure molti passeggeri non tollerano viaggiare con bambini piccoli a bordo di un aereo: ecco perché la Corendon Airlines ha avviato un progetto che offre un’alternativa con voli che prevedono aree riservate solo agli adulti, nei voli tra Amsterdam e Curaçao. I posti a sedere destinati a questa iniziativa solo le prime 11 file dell’Airbus A350, per passeggeri con più di 16 anni.

Incheon, robotica in Corea del Sud

A Seoul, l’Aeroporto di Incheon è oggi il più smart di tutti: controlli per immigrazione, check in bagagli e navette con pilota automatico, praticamente tutto è automatizzato. Cos’altro? Persino i servizi di pulizia e il bar!

A Kansai si atterra su un’isola artificiale

L’Aeroporto di Kansai è unico al mondo: gli aerei qui atterrano su un’isola artificiale della lunghezza di 4 chilometri e con una larghezza di 2,6 km. L’isola si trova nella zona costiera di Osaka e l’aeroporto è stato ideato da Renzo Piano: uno dei suoi record è anche quello di non aver mai smarrito un bagaglio da trent’anni a questa parte.

Yoga e massaggi plantari

L’aeroporto Changi di Singapore si distingue anche per essere improntato al relax e al benessere dei viaggiatori: beauty spa, sauna e riflessologia plantare sono solo alcun i dei servizi offerti. A Hong Kong, invece, i servizi di relax e massaggi sono un fiore all’occhiello, mentre chi è appassionato di yoga e ha bisogno dei suoi minuti di meditazione quotidiana può farlo nelle sale appositamente dedicate dell’aeroporto di San Francisco.

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Viaggio nell’Avana storica: il quartiere la Habana Vieja

Chi ama viaggiare prima o poi sente il bisogno di visitare Cuba. Un richiamo forte che va a ritmo di rumba, salsa e son cubano e che attira i visitatori come una sirena che ammalia e incanta per il suo carattere così distintivo. Basta chiudere gli occhi e pensare alla sua vivacità per trovarsi immediatamente a passeggiare tra le stradine acciottolate della sua capitale: l’Avana. Meolodica solo a pronunciarla, la capitale di Cuba è una vera e propria poesia percettiva dal fascino malinconico fatta di colori, suoni e profumi. Una fotografia arrivata direttamente dal passato che si riflette sulle carrozzerie sbiadite delle sue auto anni ‘50 e sulle facciate dei suoi palazzi storici dall’intonaco scrostato che regalano quel tocco di decadentismo romantico che ci si aspetta da qualsiasi luogo esotico del mondo. Visitare l’Avana è una vera e propria esperienza sensoriale e per viverla a fondo, entrando a pieno ritmo nella sua atmosfera vivace, basta camminare per le strade del suo quartiere più storico: la Habana Vieja.

Un tuffo nel passato tra le strade de la Habana Vieja

Cuore pulsante di Cuba, la Habana Vieja batte a un ritmo tutto suo fatto d’incontri tra un passato lento e un presente moderno che sfreccia veloce tra le sue vie. Artisti di strada, musicisti e venditori ambulanti si muovono sicuri all’ombra delle architetture coloniali che caratterizzano il quartiere e delle antiche dimore che, oggi, ospitano caffè, ristoranti ed esercizi di ogni tipo e genere. La Habana Vieja non è un semplice quartiere ma un vero e proprio ecosistema dove la storia e la cultura cubana si intrecciano in un appassionato abbraccio offrendo ai visitatori un’esperienza inebriante che profuma di tabacco e Rum. Nonostante il quartiere si sviluppi lungo pochi chilometri, c’è così tanto da vedere che ti ci puoi perdere per un giorno intero e, nonostante ciò, non riuscire a vedere tutto. Punteggiata da meraviglie architettoniche, nella zona di Habana Vieja si contano quasi 1.000 edifici d’importanza storica, provenienti da epoche diverse e con innumerevoli stili; dal coloniale al liberty passando per le trame arzigogolate del barocco, il quartiere è un museo a cielo aperto dove ammirare gli edifici più belli di tutte le Americhe. Prima di svelarti le migliori attrazioni de la Habana Vieja ti consigliamo di entrare nel mood di questa città, dove la lentezza viene elogiata e dove per ogni cosa c’è il giusto tempo.

La Habana Vieja: tutto quello che non puoi perderti

Tipica auto d'epoca de la Habana Vieja

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Tradizionale auto anni ’50 nel quartiere storico dell’Avana

Il modo migliore per scoprire l’anima di questo quartiere è girarlo a piedi. Sarà difficile non passare tutta la giornata con il naso all’insù ad ammirare gli splendidi palazzi storici che fiancheggiano le strade e le insegne rovinate di negozi antichi e taverne tradizionali. Abbiamo raccolto tutte le attrazioni principali de la Habana Vieja per un itinerario a piedi da togliere il fiato.

Le quattro piazze de la Habana Vieja

Partiamo dal presupposto che il quartiere antico della capitale cubana ruota principalmente attorno a quattro piazze. Pertanto, se vuoi scoprire davvero l’anima de la Habana Vieja, un passaggio in tutte le quattro piazze è d’obbligo. Questi quattro gioielli sono:

  • Plaza de la Catedral: la prima tappa del tuo itinerario è una splendida piazza dominata dalla sua celebre cattedrale. Grazie alla maestosa facciata e ai due campanili di altezza diversa, questa cattedrale venne descritta come “una musica plasmata in pietra”. L’edificio venne completato nel 1787, diventando una delle più antiche chiese delle Americhe e fece da casa, prima del trasferimento a Siviglia, alle spoglie dell’esploratore Cristoforo Colombo. Pagando una piccola somma di denaro è possibile salire sui due campanili e ammirare dall’alto le meraviglie de la Habana Vieja.
  • Plaza Vieja: una delle piazze più affascinanti de la Habana Vieja, originariamente chiamata Plaza Nueva è stata fulcro delle attività più importanti della città per secoli e secoli. La piazza è punteggiata da splendidi edifici colorati che spaziano dal neoclassico al liberty. Oggi la piazza è in pieno splendore grazie agli importanti interventi di restauro che hanno contribuito a migliorarne l’aspetto pur mantenendo il suo fascino antico. L’attrazione principale della piazza – oltre alla piazza stessa – è la Cámara Oscura, un dispositivo ottico dal quale godere di meravigliose viste panoramiche sulla città dalla cima della torre. Inoltre, la piazza è sede di numerose gallerie con archi a semicerchio e vetri colorati, tipiche dell’Avana.
  • Plaza de Armas: prosegui il tuo itinerario a piedi verso la terza piazza della città vecchia di Cuba passando per due strade iconiche: Calle Empedrado con il suo stile coloniale e la sua atmosfera vivace regalata dalle musiche dei suoi artisti di strada e Calle Mercaderes, un’altra iconica via molto frequentata dai turisti per il suo aspetto pittoresco. Una volta attraversate queste vie lasciati incantare da Plaza de Armas, la piazza più antica della capitale di Cuba. Progettata intorno al 1520, inizialmente prendeva il nome di Plaza de Iglesia ma, intorno alla fine del XVI secolo, cambiò nome per via del suo nuovo ruolo di piazza per le esercitazioni militari. La piazza attuale e lo stile dei suoi edifici affondano le radici alla fine del 700. Tra le attrazioni da non perdere assolutamente in questa piazza c’è il Castillo de la Real Fuerza, una delle strutture più antiche dell’intera capitale costruito nel XVI secolo. Nel tempo il Castillo ha ricoperto diverse funzioni: prima residenza dei governatori, poi arsenale e, infine, sede del museo de Navegación, dedicato alla storia marittima di Cuba. Oggi, questa suggestiva piazza, ospita un affascinante mercatino di libri di seconda mano, aperto dal lunedì al sabato.
  • Plaza de San Francisco de Asís: la quarta e ultima piazza del nostro itinerario a piedi nella città vecchia dell’Avana è Plaza de San Francisco de Asís, sviluppatasi nelle vicinanze del porto intorno al XVI secolo quando i galeoni spagnoli vi attraccavano nella loro rotta tra le indie e la Spagna. Dominata dalla sua chiesa fu per anni sede di un importante mercato a cielo aperto. Nel 1990 venne completamente restaurata.

La Habana Vieja: i musei da non perdere

Se la tua permanenza a La Habana Vieja ti concede un po’ più di tempo di una fugace visita, abbiamo selezionato 3 musei da non perdere; in base al tuo tempo di permanenza puoi scegliere quanti e quali visitare.

  • Museo de Navegación: inaugurato nel 2008, il Museo de Navegación, è collocato all’interno del Castillo de la Real Fuerza, a Plaza de Armas e ospita importanti esposizioni sulla storia marittima di Cuba testimoniando, tramite un’ampia collezione di artefatti navali e documenti storici, il ruolo fondamentale di questa attività per la capitale cubana. Il museo è aperto dal lunedì alla domenica 9:00 alle 18:30.
  • Museo de la Ciudad: situato all’interno dello splendido Palacio de los Capitanes Generales in Plaza de Armas, questo museo racconta la storia dell’Avana dal suo periodo coloniale fino ai giorni nostri. Già solo il palazzo è una meraviglia da ammirare in tutto il suo splendore: costruito tra il 1770 e il 1780 è un vero capolavoro di architettura barocca. Le sue sale espositive sono colme di artefatti, manufatti, documenti e oggetti storici che ripercorrono tutta la storia della capitale cubana. Meritano anche i magnifici cortili interni. Il museo è aperto tutti i giorni – tranne il lunedì- dalle 10.30 alle 17 e, la domenica, dalle 9 alle 13.
  • Museo de Arte Colonial: ospitato nell’edificio più antico di la Habana Vieja – il Palacio de los Condes de Casa Bayona – questo museo espone una collezione di arredi e arte decorativa coloniale come porcellane, suppellettili, mobili antichi e, per gli amanti dei motori, anche veicoli storici legati alla storia coloniale di Cuba, tra cui una carrozza trainata da cavalli tipica dei Caraibi nel XIX secolo. Il museo comprende in totale quattro sale espositive ed è aperto dal martedì alla domenica dalle 9:30 alle 17:00.

Altre cose da fare assolutamente a La Habana Vieja

Il quartiere storico dell’Avana ha così tanto da offrire che è quasi impossibile descrivere tutte le attrazioni che lo caratterizzano. Come dicevamo all’inizio di questo articolo, è così ricco di storia, cultura e tradizioni che ci potrebbero volere anche più giorni per visitarlo tutto. In questa guida ti abbiamo raccontato le cose principali da vedere, dalle piazze storiche ai musei più importanti. Ora, prima di lasciarti alla creazione del tuo itinerario, ecco altri consigli di cose da provare per entrare appieno nelle atmosfere vivaci di questo incredibile quartiere.

Mangia tipico: lasciati conquistare dal fascino antico e decadente delle piccole taverne nascoste tra le vie de la Habana Vieja e assaggia i piatti tipici della cucina cubana. Balla al ritmo del son cubano, della rumba e di tutte quelle splendide melodie di questa zona del mondo. Gli amanti della musica non possono perdere un concerto al famoso Casa de la Música, dove i ritmi di salsa e son cubano risuonano fino a tarda notte.
Partecipa a una delle tante rappresentazioni di danza o teatro al Gran Teatro de La Habana Alicia Alonso. Infine, immergerti nella tradizione artistica e culturale di Cuba nei mercati locali come Almacenes San José, dove puoi trovare artigianato cubano e opere d’arte uniche.

Ogni angolo di questo quartiere trasuda un fascino unico, che rende questa tappa una visita imperdibile per chiunque abbia deciso di offrire a Cuba la possibilità di incantarlo con la sua vivacità fuori dal comune.