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Cosa vedere a Kairouan, viaggio nella città sacra della Tunisia

La Tunisia stupisce chiunque la visiti, con i suoi paesaggi lunari alla Star Wars (i dintorni della città tunisina di Tataouine sono stati utilizzati come ambientazione per il primo episodio della saga), con le sue gloriose rovine romane e con le sue spiagge, perfette per una vacanza all’insegna dell’assoluto relax. Sono tanti i luoghi da segnare sulla cartina se siete in procinto di organizzare un viaggio in Tunisia, ma quello assolutamente da non perdere è Kairouan o, secondo la traslitterazione dall’arabo, al-Qayrawan.

Questa suggestiva e importante città della Tunisia settentrionale, situata a circa 120 chilometri a sud di Tunisi, è la capitale dell’omonimo governatorato ed è considerata dai musulmani di tutto il mondo la quarta città sacra dopo Medina, La Mecca e Gerusalemme per via della Grande Moschea di Uqba. Dal 1988, la moschea fa parte del Patrimonio dell’Umanità UNESCO grazie alla sua importanza storico-culturale. In questo articolo vi accompagniamo alla scoperta di questo luogo ricco di storia, consigliandovi le migliori cose da vedere per respirarne appieno la sacralità.

Brevi accenni storici su Kairouan

Il nome al-Qayrawan deriva dal persiano Karavan e significa “luogo di riposo”: non a caso fu scelto dal fondatore della città Uqba ibn Nafi, quando decise di costruire nei pressi di un antico forte bizantino il primo nucleo di Kairouan. In breve tempo, la nuova città divenne uno dei centri più importanti e prestigiosi della Tunisia, riportando questo territorio ai tempi della gloria di Cartagine. Solo le grandi metropoli del Golfo Persico potevano competere con il suo splendore.

Kairouan iniziò anche ad attrarre un gran numero di studiosi, religiosi e mistici che si stabilirono qui per fondare scuole e biblioteche. Fu alla fine del VII secolo che venne costruita anche la Grande Moschea di al-Qayrawan, la più antica moschea di tutto il Maghreb. Successivamente, il destino della città si legò a quello della dinastia Aghlabide che rese al-Qayrawan la Parigi del mondo islamico, fino all’inizio del X secolo, quando un lungo periodo di decadenza segnò la sua storia.

Il centro di Kairouan

Tornate indietro nel tempo e perdetevi nel centro di Kairouan. Qui la medina è un labirinto di viuzze, porte elaborate e celesti, cupole bianche, chiamate zaouïas, e profumo di spezie. “Città benedetta, gioiello del Maghreb e perla del patrimonio architettonico arabo”, come scrisse lo storico tunisino Hassan Hosni Abdulwahab, amata da intellettuali e artisti, in primis Paul Klee. L’artista trascorse qui un periodo dove la meraviglia per le atmosfere da Mille e una Notte, come annotò nei suoi diari, si trasformò in opere uniche e bellissime come l’acquerello “Davanti alle porte di Kairouan”.

Fate come Paul Klee e lasciatevi trasportare dall’intrico di stretti vicoli che si uniscono nelle assi viarie più grandi per poi perdersi nuovamente tra gli edifici bassi dai muri in argilla. Prima di dedicarvi alla visita delle principali attrazioni della città, vale la pena prendersi un po’ di tempo per vagare in questo mondo parallelo, per ammirare le esposizioni dei piccoli venditori dei souks e per sedervi in uno dei numerosi caffè, dove potrete sorseggiare un tipico tè alla menta.

Centro di Kairouan

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Una strada nel centro di Kairouan

La Grande Moschea di Uqba

Il simbolo di Kairouan e attrazione principale della città è la più antica moschea dell’Africa settentrionale: la Grande Moschea di Uqba. Questo è uno dei luoghi più sacri per la religione islamica, oltre che un magnifico esempio dell’architettura di epoca aghlabide. La moschea è formata da un ampio edificio dall’aspetto simile a quello di una fortezza che, al suo interno, racchiude il grande cortile dove si trova lo spettacolare colonnato che porta alla musalla, la sala dedicata alla preghiera.

Accanto alla moschea si può ammirare il possente minareto, risalente alla terza fase costruttiva, successiva alla ricostruzione seguita alle devastazioni dell’invasione berbera della fine del VII secolo. Prima di visitare la moschea bisogna ricordare che, trattandosi di un luogo di culto attivo e molto venerato, sarà necessario avere un abbigliamento adeguato e che le visite sono consentite esclusivamente al di fuori dell’orario di preghiera.

La seconda moschea per importanza a Kairouan è la Moschea del Barbiere (zaouia Sidi Saheb) costruita nel XVII secolo nel luogo dove, si dice, sia stato tumulato uno dei più stretti amici del Profeta e che aveva sepolto con sé una ciocca della sua barba.

Il Pozzo Barrouta e i serbatoi d’acqua aghlabidi

Un altro luogo molto suggestivo da visitare a Kairouan è il Pozzo Barrouta, una sorgente di acqua dolce antica come la città che conserva ancora la tipica pompa azionata da dromedari come quelle utilizzate nel medioevo. Costruito nell’VIII secolo, questo pozzo profondo ben 10 metri era considerato un luogo importante per la vita quotidiana della città, in quanto forniva acqua fresca alla popolazione e ai pellegrini che si recavano nella vicina Grande Moschea. Oggi inattivo, il pozzo è stato accuratamente restaurato nel 2015 per mostrare ai visitatori il suo funzionamento: la sua acqua sacra è sollevata da un complesso meccanismo azionato da una grande ruota, la noria, fatta girare in senso antiorario da un dromedario semibendato.

Per ammirare la maestria tecnico-architettonica della dinastia araba degli Aghlabidi sarà necessario uscire dalla medina, la città vecchia, e dirigersi verso nord, fino ai magnifici serbatoi d’acqua aghlabidi. Queste incredibili strutture sono cerchi perfetti realizzati per raccogliere l’acqua piovana e convogliarla in un complesso sistema di canalizzazioni e cisterne, realizzate attorno all’800. Al tempo, questi grandi serbatoi d’acqua facevano parte di un immenso complesso idraulico, davvero eccezionale per l’epoca.

I tappeti di Kairouan

Storie e leggende si uniscono per raccontare uno dei prodotti più preziosi di Kairouan: i tappeti. Si racconta, infatti, che la prima a tessere un tappeto a pelo alto di lana in città fu la figlia del governatore ottomano nel XIX secolo. Da qui, la tradizione si diffuse rendendo Kairouan la capitale del tappeto in Tunisia. Molto simile ai classici tappeti orientali, potete riconoscerlo dal medaglione centrale, solitamente circondato da un insieme di fiori e da un riquadro con strisce parallele, mentre il colore di quelli classici è il rosso cremisi. Quando passeggiate tra le strade della medina, e se ne avrete l’occasione, fermatevi e osservate il lavoro degli artigiani in uno degli atelier di tappeti: ne resterete affascinati.

Museo d’arte islamica di Raqqada

Se volete approfondire la conoscenza di questa incredibile civiltà, non dimenticatevi di visitare il Museo d’arte islamica di Raqqada, situato appena fuori Kairouan in direzione sud. Il museo è stato istituito in un’ex residenza presidenziale trasformata in sede culturale e didattica nel 1986. Il museo di Raqqada è considerato il più grande museo dedicato alle collezioni di manufatti islamici in Tunisia perché contiene tesori di fama internazionale esposti in sette sale distribuite al piano terra e al primo piano, oltre a una sala per attività didattiche.

Grande Moschea di Uqba

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Vista panoramica sulla Grande Moschea di Uqba
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Cosa vedere a Lubiana: i tesori della capitale slovena

Incastonata tra le Alpi e il Mar Adriatico, Lubiana, capitale della Slovenia, sorprende con il suo fascino pittoresco e la sua atmosfera vivace. Cuore pulsante della cultura slovena, questa città vanta un centro storico ricco di storia, architetture suggestive e angoli incantevoli. Dai monumenti iconici come il Castello di Lubiana e il Ponte dei Draghi, alle oasi verdi come il Parco Tivoli, scopriamo i tesori che fanno di Lubiana una destinazione perfetta per un weekend romantico, una gita con la famiglia o un viaggio all’insegna della cultura e dell’avventura.

Il Castello di Lubiana

Situato su una collina che domina la capitale slovena, il Castello di Lubiana intreccia da secoli la sua storia millenaria con le vicende della città, offrendo ai visitatori un affascinante viaggio nel tempo tra mura medievali, musei, e panorami spettacolari.

Costruito originariamente come fortezza medievale nell’XI secolo, ha subito numerose modifiche nel corso dei secoli, fino ad assumere l’aspetto attuale nel Rinascimento. Un tempo residenza dei signori di Carniola, ha svolto un importante ruolo difensivo per la città, subendo assedi e resistendo all’invasione ottomana. Oggi il Castello di Lubiana è un vivace polo culturale e turistico, facilmente raggiungibile anche con una comoda funicolare.

All’interno delle sue mura si possono ammirare edifici di varie epoche. Tra questi meritano una visita la Torre Bianca, alta 45 metri, che offre una vista panoramica impareggiabile sulla città e sui suoi dintorni; il Museo di Storia della Città, che custodisce reperti archeologici, modelli architettonici e oggetti che raccontano la storia di Lubiana dalle origini ai giorni nostri; la Cappella di San Giorgio, gioiello barocco con affreschi e decorazioni dorate; la Prigione, che attraverso un’esposizione multimediale ripercorre la storia del carcere medievale e le dure condizioni di vita dei prigionieri.
Il Castello di Lubiana è anche un vivace polo culturale, sede di concerti, spettacoli teatrali, festival e altri eventi durante tutto l’anno. Un ristorante e un caffè offrono la possibilità di gustare piatti tipici sloveni ammirando una splendida vista sulla città.

Il Ponte dei Draghi

Il Ponte dei Draghi (Zmajski most in sloveno) è uno dei simboli di Lubiana. Costruito a inizio ‘900 in stile Secessione viennese sul fiume Ljubljanica, collega il centro storico con la zona moderna. La sua realizzazione fu un’impresa ingegneristica innovativa per l’epoca, in quanto fu uno dei primi ponti in cemento armato realizzati in Europa.

Caratterizzato da linee eleganti e da decorazioni floreali e geometriche, il ponte ha come elemento distintivo quattro statue di draghi verdi alte circa 3 metri, considerati i guardiani leggendari della città, opera dello scultore austriaco Franz Xaver Zajec. Simbolo della città fin dal Medioevo, i draghi sono diventati un’immagine riconosciuta a livello internazionale e rappresentano la forza, il coraggio e la vigilanza di Lubiana. Infatti, secondo la leggenda, sputerebbero fuoco ogni volta che la città è in pericolo.

Il ponte è spesso utilizzato come sfondo per eventi e manifestazioni, come la Festa di San Giorgio (patrono di Lubiana) ad aprile, o il Festival del Drago, che si tiene ogni anno a maggio. In queste occasioni, viene illuminato con luci colorate e ospita spettacoli di musica e danza.

Lubiana, il Ponte dei Draghi

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Il Ponte dei Draghi, Lubiana

Piazza Prešeren

Cuore pulsante della capitale slovena, Piazza Prešeren è un luogo d’incontro vivace e ricco di storia. Prende il nome da France Prešeren, considerato il più grande poeta sloveno, la cui statua in bronzo campeggia al centro. Realizzata da Ivan Zajec e Max Fabiani, ritrae l’autore in atteggiamento contemplativo, circondato da figure allegoriche tratte dalle sue opere. Passeggiando per la piazza, si è colpiti dall’armonia dei vari stili architettonici che la caratterizzano, che spaziano dal barocco al neoclassico.

Il barocco palazzo Urania ospita la Galleria Nazionale, mentre l’edificio Art Nouveau delle Assicurazioni Generali cattura l’attenzione con la sua facciata riccamente decorata. Tra gli edifici più iconici spicca la chiesa francescana dell’Annunciazione con il suo campanile slanciato. Circondata da numerosi caffè, ristoranti e negozi che invitano a rilassarsi e godersi l’atmosfera, Piazza Prešeren è il fulcro della vita cittadina e un palcoscenico naturale per eventi culturali di ogni tipo. Concerti, mercatini, festival e manifestazioni animano la piazza durante tutto l’anno, creando un’atmosfera vivace e coinvolgente.

La Cattedrale di San Nicola

Situata nel cuore di Lubiana, la Cattedrale di San Nicola è un capolavoro barocco che domina il paesaggio urbano con la sua imponente cupola verde e le due torri campanarie. La sua posizione centrale e la sua bellezza architettonica la rendono una delle attrazioni turistiche più popolari della città. Dedicata al santo patrono dei marinai, è l’unica cattedrale presente nella capitale slovena e rappresenta un importante simbolo religioso e culturale.

La sua storia risale al Medio Evo, ma nel corso dei secoli l’edificio originario subì diverse modifiche e ampliamenti, fino a quando nel 1701 fu demolito per far posto alla splendida cattedrale in stile barocco che possiamo ammirare oggi, progettata dall’architetto italiano Andrea Pozzo. La facciata, riccamente decorata con statue e colonne, è sovrastata da un imponente frontone triangolare. L’interno è altrettanto sontuoso, con navate ampie e luminose, impreziosite da affreschi, stucchi e dorature. Tra le opere d’arte più pregevoli ci sono i magnifici affreschi della cupola, l’altare maggiore in marmo policromo impreziosito da sculture dorate e l’organo settecentesco.

Il Ponte Triplo

Costruito tra il 1931 e il 1932, il Ponte Triplo, noto anche come Tromostovje in sloveno, è opera del celebre architetto Jože Plečnik, considerato un maestro del modernismo sloveno. Attraversando il fiume Ljubljanica, collega il centro storico medievale con la parte moderna della città e rappresenta pertanto un punto di passaggio obbligato per ogni visitatore. Il suo design unico si distingue per la presenza di tre ponti separati: uno centrale in pietra e due laterali in calcestruzzo, uniti da balaustre in pietra massiccia e decorati con lampioni artistici.

Il Ponte Triplo non è solo un’opera d’arte, ma anche un testimone silenzioso della storia di Lubiana. Il ponte centrale, infatti, sorge sui resti di un antico ponte di legno medievale, che per secoli ha rappresentato un importante punto di snodo per i commerci e gli scambi tra l’Europa occidentale e i Balcani. Nel corso dell’anno, il ponte ospita numerosi eventi e manifestazioni, tra cui concerti, mercatini di artigianato e festival: il luogo ideale per immergersi nella cultura locale e vivere l’autentica anima di Lubiana.

La Chiesa dell’Annunciazione

Sulla vivace piazza Prešeren si erge maestosa la Chiesa dell’Annunciazione, un capolavoro barocco che cattura l’attenzione con la sua facciata rossa. Costruita tra il 1646 e il 1660 dai frati agostiniani, la chiesa passò poi sotto la gestione dei francescani, che ne curarono l’abbellimento e ne conferirono l’aspetto odierno. L’esterno è un tripudio di forme barocche. La facciata, caratterizzata da un vivace colore rosso – simbolo dell’ordine francescano – è impreziosita da statue e da un imponente portale d’ingresso, mentre sulla cima svetta la statua bronzea della Vergine Maria, la più grande della città.

All’interno, la chiesa rivela un’atmosfera sontuosa, con una navata centrale e due file di cappelle laterali. Gli affreschi di Matevž Langus e le opere di Matej Sternen decorano le pareti e il soffitto con scene bibliche e motivi floreali, creando un ambiente di grande suggestione. Tra i tesori della chiesa spicca il monumentale altare maggiore, opera barocca dello scultore Francesco Robba, realizzato a metà del XVIII secolo. Un’opera d’arte in marmo che cattura lo sguardo con la sua imponenza e la ricchezza dei dettagli.

Il Parco Tivoli

Situato nel cuore della capitale slovena, il Parco Tivoli è il polmone verde di Lubiana, un’oasi di verdeggiante bellezza che si estende per ben 5 chilometri quadrati. Passeggiando lungo i sentieri ombrosi del parco, ci si immerge in un’atmosfera di pace e tranquillità, circondati da una flora rigogliosa che comprende oltre 100 specie di alberi autoctoni ed essenze esotiche, prati verdi, giardini curati, popolati da diverse specie di animali, tra cui scoiattoli, conigli e uccelli.

Le origini del parco risalgono al XIX secolo, quando un’area boschiva venne trasformata in un parco pubblico su iniziativa del barone Franz Xaver Freiherr von Thinnfeld. Nel corso degli anni, il parco è stato arricchito con numerosi giardini, sentieri, statue, fontane e anche un laghetto, diventando un luogo amato da cittadini e turisti. Gli sportivi trovano piste ciclabili e pedonali, campi da tennis, basket e calcio, mentre in inverno una pista di pattinaggio su ghiaccio trasforma il parco in un luogo magico per grandi e piccini.

Museo Nazionale della Slovenia

Il Museo Nazionale rappresenta un’immersione affascinante nella ricca storia e cultura della Slovenia. Fondato nel 1821, ospita una vasta collezione di reperti archeologici, manufatti storici e opere d’arte che raccontano la storia della Slovenia dalla preistoria ai giorni nostri. Le esposizioni sono ambientate in un elegante edificio in stile neo-rinascimentale, già di per sé un’opera d’arte, costruito tra il 1883 e il 1885, che vanta un’imponente facciata e un elegante scalone che conduce alle diverse sale espositive.

Tra i reperti di maggior interesse ci sono il Flauto di Neanderthal, il più antico strumento musicale al mondo, risalente a 60.000 anni fa, e la Situla di Vače, un vaso cerimoniale attribuito all’età del ferro, e la collezione di monete slovene, che ripercorre la storia economica del paese. Oltre alla collezione permanente, il museo organizza regolarmente mostre temporanee dedicate a specifici aspetti della storia e della cultura slovena.

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Domenica al museo: le straordinarie aperture del 7 luglio in tutta Italia

Dopo il successo dell’iniziativa #domenicaalmuseo il 2 giugno che ha visto un’affluenza di 286.054 persone, domenica 7 luglio si rinnova l’appuntamento voluto dal Ministero della Cultura che consente l’ingresso gratuito nei musei e parchi archeologici italiani ogni prima domenica del mese.

Si tratta di un’iniziativa molto apprezzata dal pubblico: le visite si svolgeranno con i soliti orari di apertura delle singole strutture, con l’accesso previa prenotazione laddove previsto.

Da Nord a Sud, sono numerosi i musei e i parchi archeologici, dai più famosi a quelli forse meno conosciuti, che partecipano all’iniziativa #domenicalmuseo offrendo l’ingresso gratis: l’elenco completo, costantemente aggiornato, è disponibile sul sito ufficiale del Mibact. Di seguito, vi proponiamo alcune idee interessanti.

I musei che aderiscono nel Nord Italia

In Piemonte, a Torino, ingresso gratuito domenica 7 luglio ai Musei Reali, a Villa della Regina e a Palazzo Carignano, in provincia aderisce il Complesso monumentale del Castello Ducale, giardino e parco di Aglié mentre nel Cuneese il Complesso monumentale del Castello e Parco di Racconigi. In Liguria, ad esempio, saranno visitabili gratis i Musei nazionali di Genova – Museo Palazzo Reale di Genova nonché il Palazzo Spinola, il Castello di San Terenzo a Lerici, e l’Area archeologica di Nervia (Ventimiglia).

Spostandoci in Lombardia, tra le molteplici proposte non mancano le Grotte di Catullo, il Museo Archeologico e il Castello Scaligero di Sirmione, la Pinacoteca di Brera e il Cenacolo Vinciano a Milano, il Complesso Monumentale e Museo della Certosa di Pavia e il Museo di Palazzo Ducale e il Museo Archeologico Nazionale a Mantova. In Veneto, invece, troviamo tra gli altri il Parco nazionale delle Incisioni Rupestri di Capodimonte, l’Area Archeologica di Feltre (Belluno), il Museo Archeologico nazionale di Verona nonché le Gallerie dell’Accademia, la Biblioteca Nazionale Marciana, la Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro, il Museo d’Arte Orientale e il Museo di Palazzo Grimani a Venezia.

In Friuli Venezia Giulia, si entra gratuitamente al Museo archeologico nazionale di Cividale del Friuli, alla Basilica paleocristiana di via Madonna del Mare e al Museo Storico e Parco Castello di Miramare di Trieste mentre in Emilia Romagna, a Ravenna alla Basilica di Sant’Apollinare in Classe, al Mausoleo di Teodorico, al Museo Nazionale e il Battistero degli Ariani, ai Musei Nazionali – Pinacoteca di Bologna, e al Complesso Monumentale della Pilotta a Parma.

I musei che aderiscono nel Centro Italia

Tra l’ampia scelta, in Toscana non mancano le Gallerie degli Uffizi, il Museo del Bargello, il Museo archeologico nazionale, il Giardino di Villa Il Ventaglio, il Giardino della Villa a Castello e Villa della Petraia a Firenze, i Musei nazionali di Siena – Pinacoteca nazionale di Siena, il Museo nazionale di Villa Guinigi e la Pinacoteca nazionale e Museo di Palazzo Mansi di Lucca, nelle Marche il Museo archeologico statale di Ascoli Piceno, la Rocca demaniale di Gradara, il Palazzo Ducale di Urbino – Galleria nazionale delle Marche nonché il Palazzo del Lapidario, e ad Ancona il Museo archeologico nazionale delle Marche e il Museo tattile statale Omero.

In Abruzzo, per fare qualche esempio, domenica 7 luglio è possibile visitare gratis l’Abbazia di Santo Spirito al Morrone (Sulmona), il Museo casa natale di Gabriele d’Annunzio a Pescara, il Museo archeologico nazionale di Campli (Teramo), e in Molise a Campobasso, il Museo archeologico nazionale e Palazzo Pistilli, e il Santuario italico di Pietrabbondante (Isernia).

I musei che aderiscono nel Sud Italia

Infine, per quanto riguarda le aperture nel Sud Italia, in Campania a Napoli troviamo il Museo Archeologico nazionale, la Certosa Museo di San Martino, il Palazzo Reale, la Crypta Neapolitana, Castel Sant’Elmo e Museo del Novecento, e il Complesso monumentale e Biblioteca dei Girolamini, la Certosa di San Lorenzo a Padula (Salerno), nonché i celebri Parchi Archeologici di Pompei, Ercolano e i Campi Flegrei.

In Basilicata, il Parco archeologico di Herakleia e il Museo archeologico nazionale della Siritide a Policoro, i Musei nazionali di Matera e il Museo archeologico nazionale della Basilicata “Dinu Adamesteanu” a Potenza, in Puglia Castel del Monte ad Andria, il Castello Svevo di Trani, il Museo nazionale archeologico di Altamura, e il Museo archeologico nazionale di Taranto – MArTA.

Concludiamo la carrellata con la Calabria dove usufruire dell’ingresso gratuito alla Galleria Nazionale di Cosenza, alla Cattolica di Stilo, al Museo archeologico lametino di Lamezia Terme e alla Chiesa di San Francesco d’Assisi di Gerace, e con la Sardegna dove ammirare la Pinacoteca nazionale e il Museo nazionale archeologico ed etnografico “Giovanni Antonio Sanna” di Sassari, il Museo archeologico nazionale di Cagliari e l’Altare prenuragico di Monte d’Accoddi (Sassari).

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Podgorica: quando visitare la capitale montenegrina

La capitale del Montenegro, Podgorica, è situata nella pianura centrale del Paese, a circa 35 km dalla costa adriatica, da cui la separano colline e montagne, in particolare i monti Lovcen a ovest e Rumija a sud, che dunque rendono il suo clima un po’ particolare. Mediterraneo sì, ma in transizione, e risulta essere molto piovosa: anzi, per l’esattezza, Podgorica è la capitale con il maggior numero di giorni di pioggia in Europa.

Clima e temperature di Podgorica, quando è meglio partire?

La città è molto antica – le prime tracce del suo nome risalgono al 1326 – ed è stata costruita tra cinque fiumi: Zeta, Morača, Ribnica, Cijevna e Sitnica. Fondata nel IV secolo a.C. dai Romani come colonia di Sardis, la storia di Podgorica si riflette sulla sua architettura eclettica, con le tracce lasciate nel corso dei secoli da Ottomani, Veneziani e Austro-Ungarici. La maggior parte della capitale però è stata distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale, quindi Podgorica è relativamente nuova, con edifici moderni a ogni passo, spazi verdi e parchi. Spesso trascurata dai turisti, attratti di più dalle coste dell’Adriatico o dall’offerta escursionistica delle splendide montagne del Montenegro, Podgorica offre un interessante mix di storia e cultura, grazie alla presenza di numerosi teatri, festival ed eventi durante l’anno, e una vita moderna. Inoltre, è una destinazione ben collegata e facilmente raggiungibile. Indipendente dal 2006, il Montenegro sta diventando una meta turistica sempre più popolare, nonostante le sue piccole dimensioni. Pur essendo il settimo Paese più piccolo d’Europa, è una miniera di tesori storici, culturali e naturali da scoprire. I visitatori che scelgono Podgorica lo fanno per  le meraviglie del Parco Nazionale Skardarsko e per il Lago Skadar, il più grande di tutti i Balcani, dove osservare un’incredibile quantità di uccelli e piante, alcune delle quali molto rare. Situato al confine tra Montenegro e Albania, è ideale per belle gite in barca e per chi ama andare a pesca. Scegliere dunque il periodo migliore per visitare l’antica capitale del Montenegro è importante per essere certi di poter vivere al meglio ogni tipo di attività possibile, passeggiare nel suo cuore storico, tra strade acciottolate e chiese barocche o attraversare il moderno Ponte del Millennio sul fiume Morača, da cui godere di una bella vista sulla città.

Chiesa della Resurrezione di Cristo, Podgorica

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Tramonto sulla Chiesa della Resurrezione di Cristo, Podgorica

Clima e temperatura media di Podgorica, i mesi consigliati

Il periodo migliore per visitare Podgorica e i suoi splendidi dintorni sono i mesi di maggio e settembre, quando il clima è caldo e soleggiato, ma non troppo caldo, e le piogge sono quasi del tutto assenti. Nei mesi estivi, a luglio e agosto invece, le temperature salgono di molto, arrivando fino a 45°C.  L’inverno è una stagione generalmente abbastanza mite, ma di notte può capitare che le temperature scendano fino a -10°C e non mancano le giornate di neve. Le precipitazioni sono abbondanti, in media 1700 millimetri all’anno, soprattutto a novembre e dicembre. Luglio è il mese in cui piove di meno, agosto il più caldo.

Gennaio è il mese più freddo dell’anno, con una temperatura media di 5,7 °C e si registrano circa una decina di giorni di pioggia nell’arco delle settimane. Può capitare che sulla città cada la neve che, se da un lato la rende ancora più affascinante, dal punto di vista di un turista può rappresentare un ostacolo alla miglior visita.

A febbraio invece il clima, per il periodo, è abbastanza mite, con una temperature media di 7,1 °C. Nel 2016 il termometro arrivò a segnare 27°C, ma in genere non si va oltre i 18°C di massima. A febbraio piove in media, come a gennaio, una decina di giorni al mese.

Anche marzo gode di clima e temperature generalmente gradevoli, con temperature tra i 10 e i 15°C e circa 9 giorni di pioggia al mese. All’inizio di marzo le temperature notturne possono essere ancora basse, di qualche grado al di sotto lo zero.

Aprile è già un mese in cui la scelta di visitare Podgorica può rivelarsi corretta. La temperatura media è di 14,6 °C, con punte fino a 20°C nelle ore centrali della giornata. Persistono i giorni di pioggia, circa 10 al mese, ma con una minore intensità rispetto al trimestre precedente.

A maggio il clima è decisamente piacevole, caldo ma non torrido. La temperatura media si aggira sui 20°C, con una minima di 13,9 °C e una massima di 24,7 °C. Calano i giorni di pioggia medi ditrubuiti nel mese, le giornate sono lunghe e il sole brilla per il 55% del tempo. Uno dei mesi migliori per inserire Podgorica nella propria lista dei desideri. Giugno comincia ad essere un mese limite, con temperature medie sui 24°C e picchi di 35°C. Nel 2003 superò i 38°C, decisamente molto caldo per camminare sulle strade acciottolate della capitale montenegrina. Si registrano in media 60 mm di pioggia al mese, divisi in 6 giorni.

Andare a Podgorica a luglio significa affrontare un grande caldo. Le temperature medie si attestano sui 30°C, ma si arriva spesso fino a 38°C, rare chiaramente le precipitazioni, con appena 4 giorni di pioggia nel mese. Le giornate sono molte lunghe e il sole brilla per il 74% delle ore. Anche agosto non rientra nei mesi migliori dell’anno per visitare la bella capitale del Montenegro. È il mese più caldo, afoso e torrido dell’anno. Le temperature medie superano i 33°C e non mancano giornate in cui si superano i 42°C.  Meglio aspettare settembre, che rimane un mese caldo e soleggiato ma con medie che si attestano sui 21°C, e massime che non superano i 27°. Temperature e clima quindi decisamente gradevole per visitare la città e i dintorni. Le giornate di pioggia sono mediamente 7 nel corso del mese.

Considera di poter partire anche ad ottobre, generalmente molto mite. La temperatura comincia a scendere ma rimane comunque gradevole. Nei primi giorni del mese fa ancora caldo, si arriva persino a 28°C, mentre le medie si aggirano sui 18°C, con maggiori probabilità di incontrare una giornata di pioggia, di solito 9 nel mese.

Novembre è il mese il cui le giornate sono particolarmente piovose e le temperature cominciano ad essere pungenti, con una media di 10°C. Le giornate sono molto più corte, con luce per meno di 10 ore e soltanto 4 ore di sole in media. La situazione a dicembre cambia di poco, scendono le temperature, che in media registrano i 7°C, ma nelle notti più fredde si abbassano fino a -4°C, e piove spesso: 225 mm distribuiti in 11 giorni di pioggia al mese.

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A Milano è boom di turismo, anche grazie a Taylor Swift

Può un evento musicale di portata internazionale cambiare completamente il volto turistico di una città? Assolutamente sì: sta succedendo nella nostra Milano, dove Taylor Swift, una delle artiste di maggior successo nella storia della musica pop contemporanea, terrà due imperdibili concerti a San Siro, il 13 e il 14 luglio di quest’anno. Ecco cosa sta accadendo nella Capitale mondiale della moda e del design.

Oltre +250% le prenotazioni a Milano durante il tour

Sì, avete letto bene: si registra oltre un +250% per le prenotazioni a Milano in vista del tour di Taylor Swift, poiché nella città della Madonnina è previsto l’arrivo di numerosi fan da tutto il mondo. Ad aumentare vertiginosamente sono senza dubbio i viaggiatori italiani che arrivano per assistere ai concerti della regina del Pop internazionale, ma a mettersi in viaggio sono anche gli stranieri, soprattutto gli statunitensi.

Ad affermare quanto appena detto sono gli ultimi dati di Airbnb: le prenotazioni effettuate nel 2023 e nei primi mesi del 2024 per venire a Milano durante il Tour 2024 di Taylor Swift sono cresciute di oltre il 250% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Considerando anche i fan provenienti dall’estero, più di 1 prenotazione su 4 a livello globale arriva dagli Stati Uniti, con un aumento di quasi il 600% dei turisti statunitensi rispetto allo stesso periodo a luglio dello scorso anno.

Più di due terzi delle notti prenotate dagli americani durante le date del tour di Taylor in Europa sono di donne. Inoltre, quasi un terzo delle notti durante il tour nelle destinazioni europee sono state prenotate da americani. La musica di Taylor Swift, infine, affascina le generazioni in modo trasversale, anche se sono soprattutto i Millennial (47%) a prenotare in Europa durante le date dei suoi concerti, mentre solo il 14% della Gen Z americana sembra spinta a viaggiare oltreoceano per assistere dal vivo alle esibizioni della cantante.

Gli Swifties arrivano da ogni parte del mondo

Si fanno chiamare Swifties e sono i fan più caldi di Taylor Switf, al punto da seguirla quasi ovunque. Stando ai dati di Booking.com, in città ne arriveranno tantissimi, tutti pronti a vivere un’esperienza indimenticabile. Secondo l’agenzia di viaggi online olandese per la prenotazione di alloggi, infatti, le ricerche di soggiorni a Milano sono aumentate del 15%. Sebbene questo possa non sembrare molto, è invece notevole considerando la popolarità della città (seppur cresciuta notevolmente negli ultimi anni) come destinazione di viaggio.

Ma non è tutto, perché Booking ha messo a disposizione anche i dettagli sull’aumento delle ricerche dai vari Paesi, che dimostrerebbero quanto sia globale e senza confini la febbre da Taylor Swift:

  • Italia: +66%;
  • Croazia: +89%;
  • Grecia: +33%;
  • Spagna: +30%;
  • USA: +12%.

Raddoppiano anche le prenotazioni dei treni

C’è anche un ulteriore studio che dimostra l’incredibile corsa dei turisti a Milano per assistere al concerto di Taylor Swift: secondo un’analisi condotta da Trainline, app per l’acquisto di biglietti di treni e pullman, le tratte che collegano Milano con Napoli e Roma, hanno registrato un aumento quasi doppio di prenotazioni (del 117% e del 92%) durante la settimana del concerto, rispetto alla settimana precedente. Un’altra rotta con un incremento più che significativo è la Milano-Firenze, che ha visto crescere il numero di passeggeri del 69%.

Infine, ci sono anche le elaborazioni dell’ufficio studi di Confcommercio Milano: dal 12 al 14 luglio l’occupazione alberghiera segna un +4% e gli affitti brevi +11%.

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Rocca Calascio: il castello misterioso

Il castello di Rocca Calascio è immerso tra le vette maestose ed uniche dell’Abruzzo, tra il verde intenso degli alberi e dei boschi ed il cielo azzurro, un luogo pieno di incanto e mistero. Questo antico castello, con le sue mura in pietra grigia e la sua atmosfera che sembra quasi senza tempo, è come se fosse uscito direttamente da un racconto di fantasia. È la destinazione adatta per chi cerca un’esperienza unica ed indimenticabile, per un vero e proprio viaggio nel tempo.

La notorietà di Rocca Calascio è dovuta anche ai numerosi film che sono stati girati qui, grazie proprio alla bellezza del luogo e della Rocca stessa. Il più famoso è sicuramente “Lady Hawke”, durante il quale si notano moltissimi scorci delle torri diroccate, un film del 1985 con Rutger Hauer, Michelle Pfeiffer e Matthew Broderick. Oltre a questo film, nel castello di Rocca Calascio stato ambientato anche il film “Il nome della rosa”, con cast formato da attori importanti, tra cui Sean Connery.

La magia del castello di Rocca Calascio

Il misterioso castello di Rocca Calascio è una delle fortificazioni più alte d’Italia. Infatti, si trova ad un’altitudine di circa 1.460 metri sul livello del mare. La sua posizione strategica permetteva di controllare le vie di comunicazione tra il Mar Adriatico ed il Tirreno. Questo castello ha una ricca storia, che risale all’anno Mille circa, sebbene la struttura attualmente visibile e visitabile risalga prevalentemente al quindicesimo secolo, quando la famiglia Piccolomini ampliò e fortificò ulteriormente questo castello.

Appena varcate le sue antiche mura, per i visitatori sembra di tornare indietro nel tempo, epoca in cui cavalieri e soldati popolavano questi luoghi magici. L’atmosfera è carica di storia e le pietre sembrano raccontare numerose leggende di battaglie ed amori perduti.

Oltre alla sua bellezza e alla sua storia, il castello di Rocca Calascio è avvolto da una certa aura di mistero. La leggenda narra, infatti, che il castello sia abitato da diversi spiriti e che le sue mura custodiscano antichi segreti. Queste storie di fantasmi e leggende contribuiscono a rendere il luogo ancora più affascinante, attirando così curiosi e appassionati di storia e paranormale.

Castello di Rocca Calascio al tramonto

Fonte: iStock

Il Castello di Rocca Calascio al tramonto

Panorama mozzafiato sulle montagne abruzzesi: cosa vedere a Rocca Calascio

La posizione così elevata del castello offre ai visitatori una vista spettacolare fra le meraviglie della regione Abruzzo, che abbraccia l’intero Gran Sasso, l’omonimo Parco Nazionale del Gran Sasso ed i Monti della Laga. In una giornata limpida, è possibile vedere anche il mare Adriatico, una vista che crea un connubio perfetto tra natura e storia. Questo panorama mozzafiato attira fotografi e amanti della natura da tutto il mondo, offrendo uno sfondo ideale per scatti davvero unici. Oltre a questo, le attrazioni di Rocca Calascio

Il Castello di Rocca Calascio

Il castello di Rocca Calascio, ovviamente, è la principale attrazione di questo luogo. La struttura, che venne costruita con sole pietre locali, presenta una pianta quadrata con torri angolari, tipica delle fortificazioni medievali. Sebbene in parte ormai il castello sia in rovina, mantiene intatta la sua imponenza e offre scorci suggestivi, che fanno rivivere ai visitatori l’epoca medievale.

La chiesa di Santa Maria della Pietà

Non lontano dal castello si trova la chiesa di Santa Maria della Pietà, una piccola chiesa costruita nel diciassettesimo secolo. La leggenda narra che questa chiesa, nei pressi del misterioso castello, sia stata edificata in segno di gratitudine per una vittoria contro i briganti. La sua posizione panoramica e la sua architettura semplice, ma elegante, rendono questa struttura una tappa quasi obbligata per i visitatori, dopo il Castello di Rocca Calascio.

Il borgo abbandonato di Rocca Calascio

Ai piedi del castello si trova il borgo abbandonato di Rocca Calascio. Si tratta di un piccolo villaggio, ormai abbandonato, un luogo molto affascinante da esplorare, che con le sue case di pietra e le sue strette vie fra le case di un tempo, porta il visitatore in un viaggio nel tempo. Passeggiare per il borgo di Rocca Calascio è sicuramente un’esperienza unica, quasi surreale, che permette di immaginare la vita quotidiana di un tempo.

Vista dal basso del Borgo di Rocca Calascio in Abruzzo

Fonte: iStock

Vista del Borgo e del Castello di Rocca Calascio in Abruzzo

Esperienze uniche a Rocca Calascio

Trekking ed escursioni

Per gli amanti delle camminate all’aria aperta, Rocca Calascio è un punto di partenza ideale per numerose escursioni e trekking nel bosco. I sentieri che attraversano il Parco Nazionale del Gran Sasso offrono numerosi percorsi di varia difficoltà, adatti sia ai principianti, che agli escursionisti più esperti. Escursioni assolutamente da non perdere sono quelle al Monte Prena e al Monte Camicia, che sono dei percorsi particolarmente apprezzati per la loro bellezza e per i panorami unici fra cui sono immersi.

Inoltre, grazie alla sua posizione panoramica e alla sua architettura, Rocca Calascio è un vero paradiso per i fotografi e gli amanti della fotografia, soprattutto nei momenti di alba e tramonto, dove la luce, sui boschi circostanti e sul castello, può restituire scatti unici.

Consigli pratici per la visita del castello di Rocca Calascio

Quando visitare il castello, come arrivarci e cosa portare?

Il periodo migliore per visitare Rocca Calascio è durante la primavera e l’autunno, stagioni in cui le temperature sono miti e i colori della natura sono al loro massimo splendore, soprattutto in autunno con il cambio colore delle foglie. L’estate è ideale per chi ama il caldo e le lunghe giornate di sole, mentre l’inverno, nonostante le basse temperature, è in grado di creare scenari incantevoli con la neve che ricopre il castello di Rocca Calascio e lo storico borgo.

Rocca Calascio, inoltre, è facilmente raggiungibile in auto dalla città de L’Aquila.

Per visitare il borgo di Rocca Calascio e scoprire il suo castello misterioso, è sicuramente consigliato indossare un abbigliamento molto comodo, come scarpe comode da trekking e abbigliamento a strati, dato che il clima può cambiare rapidamente, oltre che essere molto utile per percorrere i numerosi sentieri che si snodano nel Parco Nazionale del Gran Sasso.

Il castello di Rocca Calascio è molto più di una semplice destinazione turistica, in una regione, quella dell’Abruzzo, amato così tanto anche dai turisti di tutto il mondo. Si tratta, infatti, di un luogo dove storia, natura e mistero si fondono per creare un’esperienza unica ed indimenticabile per i visitatori di tutte le età, fra paesaggi naturali unici.

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Viaggi sostenibili, il virtuoso esempio di Medellín in Colombia

Tra le più grandi urgenze di questo secolo c’è senza ombra di dubbio il cambiamento climatico. Per questo motivo, su diversi fronti si sta intervenendo al fine di gestire e/o porre rimedio a questa preoccupante situazione. Anche in ambito turistico si parla molto di viaggi sostenibili, e in tal senso un vero e proprio esempio virtuoso è la città di Medellín, in Colombia.

Medellín, dove il clima cambia in meglio

Le temperature sono aumentate ovunque nel mondo, comprese le grandi città. In queste megalopoli il surriscaldamento è dovuto soprattutto alla cementificazione che, oltre a peggiorare tutto ciò che riguarda il riscaldamento climatico, crea persino dei veri e propri microclimi che si rivelano dannosi per le persone e per l’ambiente.

I circa 2 milioni di abitanti di Medellín, da sempre soprannominata la “città della eterna primavera” per il suo clima temperato, negli ultimi 20 anni hanno visto cambiare progressivamente (e in peggio) il clima della loro città.

La primavera eterna stava diventando un miraggio, perché veniva sostituita da un’estate afosa, con aria pesante e irrespirabile. Ma no, Medellín non si è lasciata travolgere da questa ondata di calore, tanto che nel 2016 ha fatto nascere il progetto dei “corridoi verdi“: si è dato vita a circa 30 corridoi di verde lungo le strade e i corsi d’acqua della città, insieme a piste ciclabili e pedonali che sono una più bella dell’altra.

La scelta delle piante da utilizzare non è stata di certo casuale, perché sono state usate quelle in grado di fornire cibo alla fauna selvatica, favorire la diffusione della biodiversità e contrastare l’inquinamento atmosferico. Attualmente, questa affascinante località della Colombia conta 8.800 alberi e palme in 30 corridoi. Grazie a tutto ciò, oggi le temperature di Medellín sono scese di 2 gradi centigradi e per i prossimi decenni è previsto un ulteriore calo di 4-5 gradi.

I corridoi verdi di Medellín

Non solo un abbassamento di 2 gradi delle temperature, perché i corridoi verdi di Medellín stanno portando anche numerosi benefici ambientali e sociali. Per esempio, viene utilizzata meno aria condizionata (quindi i consumi energetici sono più contenuti). Poi ancora, in tre anni i livelli delle polveri sottili sono diminuiti significativamente, con un conseguente calo del tasso di morbilità e mortalità per infezioni respiratorie. In più, la fauna selvatica è tornata a ripopolare la zona (e arriverà sempre di più), con ben 30 diverse specie di farfalle identificate fino ad ora.

Al contempo, corridoi e muri verdi permettono l’isolamento dal rumore, la ‌cattura di diossido di carbono​ e di⁢ altre particelle sospese ‍nell’aria. ‍C’è poi la mitigazione degli impatti della rete stradale, l’incentivazione ‌del ‍recupero⁣ delle aree ⁣di ritiro dell’acqua‍ e la ⁣protezione della risorsa idrica, il controllo della crescita urbana, la possibilità di aver maggiore spazio verde per la comunità e l’abbellimento della città stessa: in poche parole, è notevolmente migliorata la qualità dell’aria (e della vita).

Molto interessante e importante è anche l’aspetto sociale di questa virtuosa iniziativa: per creare i corridoi verdi sono stati selezionati anche diversi cittadini provenienti da ambienti svantaggiati, e poi formati per lavorare come giardinieri e tecnici delle piantagioni.

Medellín, la città dei corridoi verdi

Fonte: Getty Images

Uno dei corridoi verdi di Medellín
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Boeing 787, 747, 737: perché questi aerei cominciano con il numero 7

Vi siete mai chiesti perché nella sigla dei modelli aerei Boeing viene utilizzato sempre il numero 7? Ci sono il Boeing 787, 747, 737 senza dimenticare il 777, il 757 e il 767. Sono molti i miti che aleggiano intorno a questa domanda, come la credenza che parla del 7 come numero fortunato e che, scegliendolo, gli aerei siano meno soggetti a incidenti. Molti matematici e ingegneri, invece, erano certi che il numero del Boeing 707 era stato scelto perché rappresentava il seno dell’angolo spazzato dall’ala. Niente di più lontano dal vero! La verità è un po’ più banale e ve la raccontiamo di seguito.

Breve storia della numerazione dei Boeing

I primi modelli di Boeing non utilizzavano la numerazione con il 7 all’inizio, diventata una consuetudine solo a partire dal Boeing 707, ma vennero chiamati semplicemente Model 40, Model 80 o Model 247. Poco orecchiabili, vero? Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’azienda capitanata da William Allen subì un ampliamento: se fino ad allora la Boeing era una compagnia specializzata nella costruzione di arei militari, da quel momento in poi si espanse anche sul mercato degli aerei commerciali. Come conseguenza, a ogni dipartimento venne associato un numero a tre cifre e a quello dedicato alla progettazione dei jet da trasporto spettò il 700.

A sostegno di questa strategia di diversificazione, il dipartimento di ingegneria divise i numeri dei modelli in blocchi di 100 per ciascuna area: i blocchi 300 e 400 continuarono a rappresentare i velivoli militari, il blocco 500 sarebbe stato utilizzato per i motori a turbina, il blocco 600 era per i razzi e i missili e il blocco 700 era per gli aerei da trasporto. Il primo aereo sviluppato da quest’ultimo blocco era il modello 700, ma la compagnia decise che non suonava bene per essere il nome del loro primo jet commerciale. Il dipartimento marketing della Boeing suggerì come nome Boeing 707, dal suono molto più gradevole.

Una strategia di marketing vincente

In seguito arrivò il Modello 717, per l’Air Force, al cui nome è stata aggiunta la designazione militare KC-135. Così il dipartimento di marketing della Boeing decise che tutti i modelli, la cui numerazione iniziasse e finisse con il numero 7, sarebbero stati riservati esclusivamente ai jet commerciali. L’unica anomalia è stato il Boeing 720, poiché una versione a corto raggio e con migliori prestazioni del modello 707, commercializzato con numerazione 707-020. Dal Boeing 717 in poi tutti i jet commerciali Boeing sono stati chiamati in successione in base alla formula 7-7: 727, 737, 747. Fino all’ultimo modello di aereo per trasporto commerciale, il Boeing 787 Dreamliner.

Alcuni di questi aerei sono diventati famosi anche perché hanno superato la prova del tempo meglio di altri. Il 737, per esempio, ha trasportato i suoi primi passeggeri 50 anni fa ed è ancora operativo e in buone condizioni. Il 737, l’aereo di linea di maggior successo mai costruito, è in circolazione da così tanto tempo che ha esaurito la numerazione. Altri modelli hanno scritto la storia dei viaggi in aereo, come il 747, progettato e costruito nel 1967, il primo velivolo a doppio corridoio al mondo. Dopo il 737-900, la Boeing ha lanciato la serie 737 MAX. L’ultima versione è il 737 MAX 10, entrato in servizio nel 2020.

In conclusione, la risposta alla fatidica domanda è racchiusa in una strategia di marketing vincente, considerata una delle più grandi di tutti i tempi.
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Le 5 spiagge segrete della Turchia

La Turchia è un Paese dalle mille sfaccettature, in grado di offrire una varietà di paesaggi mozzafiato, che spaziano dalle maestose montagne ai vasti altopiani, dalle antiche rovine alle città moderne e cosmopolite. Uno degli aspetti più affascinanti della Turchia, però, è sicuramente la natura, come la sua costa, bagnata da quattro mari: il Mar Egeo, il Mar Mediterraneo, il Mar di Marmara e il Mar Nero. Alcune spiagge turche, come quelle di Bodrum, Antalya e Izmir, sono molto note e frequentate, ma allo stesso tempo esistono angoli nascosti e poco conosciuti, che meritano di essere scoperti. Se si è alla ricerca di un’esperienza unica e desideri sfuggire alla folla, ecco cinque spiagge segrete in Turchia da non perdere assolutamente.

Kabak Koyu: un rifugio per gli amanti della natura

Questa spiaggia si trova nella regione della Licia. Kabak Koyu è una gemma nascosta lungo la costa sud-occidentale della Turchia, raggiungibile solo attraverso un’escursione di circa mezz’ora dalla strada principale o tramite un’escursione in barca dal porto di  Ölüdeniz, e rappresenta un vero e proprio rifugio per gli amanti della natura.

La spiaggia segreta di Kabak Koyu è circondata da montagne e pinete, il cui colore verde, che va in contrasto con le acque azzure e cristalline che bagnano la sua spiaggia di ciottoli, crea uno spettacolo unico agli occhi dei visitatori. Qui, la natura è incontaminata e l’atmosfera è molto rilassata. Non sono presenti né grandi resort, né servizi di lusso. Kabak, infatti, è il luogo ideale per campeggiatori e per chi è alla ricerca di un contatto diretto con la natura. Sono però presenti diversi eco-lodge e bungalow dove è possibile soggiornare in modo confortevole, ma sostenibile.

In questa spiaggia della Turchia è possibile fare snorkeling, escursioni nelle montagne circostanti o semplicemente rilassarsi sulla spiaggia. La sera, il cielo stellato offre uno spettacolo mozzafiato, lontano dalle luci della città.

Amos, una spiaggia turca unica per storia e bellezza naturale

Amos è una piccola baia situata vicino a Marmaris, città antica e famosa per le sue rovine, oltre che per la bellezza naturale della sua spiaggia. Nonostante la vicinanza ad una popolare destinazione turistica della Turchia, Amos rimane un angolo tranquillo e poco conosciuto ai turisti.

Questa spiaggia è una piccola insenatura, formata da sabbia e ciottoli, con acque trasparenti e calme. Dalla collina che domina la baia, e dove si trovano anche le rovine dell’antica città di Amos, è possibile godere di una vista spettacolare sul mare, oltre che, per gli amanti della fotografia, scattare foto indimenticabili di questa esperienza nel territorio turco.

Vista dall'alto della collina sulla spiaggia di Amos, in Turchia

Fonte: iStock

Vista dall’alto sulla spiaggia di Amos, in Turchia

Ovabükü: Tranquillità e Tradizione

Ovabükü è una delle tre spiagge principali della penisola di Datça, ma è la meno conosciuta e frequentata rispetto ad altre più conosciute della zona. Questa spiaggia si trova in una valle tranquilla, circondata da alberi di pino ed ulivi, e rappresenta il luogo perfetto per chi desidera un’esperienza autentica e rilassante.

A differenza della spiaggia di Kabak Koyu, la spiaggia di Ovabükü è formata da sabbia mista a ciottoli, con acque limpide e calme. È il luogo ideale soprattutto per le famiglie e per chi è alla ricerca di un’atmosfera pacifica. Lungo la spiaggia, si trovano alcune pensioni familiari e ristoranti dove gustare deliziosi piatti di pesce fresco e specialità locali.

La spiaggia segreta di Ovabükü è perfetta per nuotare, fare snorkeling ed esplorare i villaggi circostanti, a piedi o in bicicletta, scoprendo la vera vita rurale turca e visitare i mercati locali.

La spiaggia segreta di Patara: storia e natura selvaggia

Patara è una delle spiagge più lunghe della Turchia, situata vicino alle antiche rovine dell’omonima città. Nonostante la sua bellezza, Patara è una spiaggia relativamente poco affollata, grazie anche alla sua posizione remota e alla protezione come sito naturale.

La spiaggia di Patara è una distesa di sabbia dorata che si estende per circa diciotto chilometri ed offre un ampio spazio per rilassarsi e godersi il mare senza la folla. Le dune di sabbia che circondano la spiaggia creano un paesaggio davvero unico e suggestivo. La spiaggia di Patara, inoltre, è anche un importante sito di nidificazione per le tartarughe marine caretta caretta, e durante la stagione di nidificazione, alcune aree di questa spiaggia sono chiuse al pubblico per proteggere i nidi.

Su questa spiaggia segreta e remota, oltre a godere di una bella giornata di sole in riva al mare, è possibile esplorare le rovine dell’antica città di Patara, nelle quali è presente un antico teatro romano, un arco trionfale ed un faro. Le dune di sabbia offrono anche l’opportunità di fare passeggiate panoramiche e scattare fotografie spettacolari.

Kaputaş: un gioiello nascosto tra le scogliere

La spiaggia segreta di Kaputaş è una delle spiagge più scenografiche della Turchia, situata tra le città di Kaş e Kalkan. Sebbene non sia completamente sconosciuta, questa spiaggia viene spesso trascurata a favore delle spiagge più famose e vicine alle città, rendendola così un perfetto rifugio per chi è alla ricerca tranquillità tra le bellezze naturali del luogo.

Questa spiaggia si trova alla base di una gola stretta e scoscesa, ed è possibile arrivarci tramite una lunga scalinata che parte dalla strada principale. Kaputas è una piccola insenatura di sabbia dorata, caratterizzata da alte scogliere e con acque dal colore azzurro intenso. L’accesso non è dei più semplici, a causa della lunga scalinata, ma la fatica sarà sicuramente ricompensata dalla vista spettacolare e dall’atmosfera tranquilla che la contraddistinguono.

Le acque sono profonde e perfette per fare un tuffo rinfrescante. Inoltre, per gli amanti delle attività in acqua, è possibile noleggiare un kayak o un paddleboard per esplorare la costa. Inoltre, nelle vicinanze, è possibile visitare città di Kaş e Kalkan.

Vista dall'alto della spiaggia segreta di Kaputas, in Turchia

Fonte: iStock

La spiaggia segreta di Kaputas, in Turchia

La Turchia è un paese ricco di sorprese, a volte probabilmente poco preso in considerazione dai turisti come meta marittima, ma che con le sue spiagge nascoste è in grado di offrire un’esperienza unica a chi desidera scoprire il lato meno turistico del Paese. Queste cinque spiagge segrete rappresentano veri e propri paradisi per gli amanti della natura e della tranquillità. Ogni spiaggia ha la sua personalità e le sue peculiarità, che rendono ogni visita un ricordo indimenticabile.

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Visitare Marsiglia, la città più mediterranea di Francia

Marsiglia, la seconda città più grande della Francia, una delle destinazioni più affascinanti e variegate della costa mediterranea del Paese, in grado di incantare i visitatori con il suo mix unico di storia, cultura e bellezze naturali.

Situata sulla costa meridionale, la città, con il suo porto vivace, le sue strade piene di vita e un’atmosfera che riflette perfettamente l’essenza del Mediterraneo. In questo articolo, vi guideremo attraverso i punti salienti di questa splendida città, offrendovi consigli pratici su cosa vedere, dove mangiare e come godervi al meglio la vostra visita.

Un po’ di storia della città di Marsiglia

Marsiglia, multiculturale e multietnica, è la città più cosmopolita e mediterranea di Francia, primo porto francese e tra i principali del Mediterraneo, venne fondata dai Greci nel 600 a.C. Conosciuta come Massalia in epoca antica, è stata un importante porto commerciale e un crocevia culturale. Durante i secoli, Marsiglia ha visto il passaggio di Romani, Saraceni e Crociati, ognuno dei quali ha lasciato un’impronta indelebile sul tessuto della città. Questa eredità storica è ancora visibile oggi nei suoi monumenti, nei musei e nell’architettura.

Cosa vedere a Marsiglia

Vieux-Port: il Porto Vecchio di Marsiglia

Il cuore della città di Marsiglia è senza ombra di dubbio il Porto Vecchio. Questo porto storico è il punto di partenza ideale per esplorare Marsiglia e le sue vie. Qui è possibile trovare una vivace atmosfera grazie alla presenza di bar, ristoranti e caffè che si affacciano sul mare, oltre che un mercato del pesce giornaliero dove i pescatori locali vendono il pescato fresco. Se si è alla ricerca di relax, passeggiare lungo il porto, ammirando le barche dei pescatori e godendosi il panorama, è sicuramente un’esperienza imperdibile.

Basilica di Notre-Dame de la Garde

La Basilica di Notre-Dame de la Garde è uno dei simboli più riconoscibili di Marsiglia, situata su una collina che domina la città. Questa maestosa chiesa, che venne costruita nel diciannovesimo secolo, offre una vista panoramica spettacolare sulla città e sul Mar Mediterraneo. All’interno della Basilica è possibile ammirare splendidi mosaici ed affreschi, oltre che una serie di ex-voto lasciati dai marinai in segno di gratitudine per i viaggi sicuri, una donazione in segno di una grazia ricevuta.

Le Panier, storico quartiere di Marsiglia

Le Panier è il quartiere più antico di Marsiglia: un vero e proprio labirinto di stradine pittoresche, piazzette accoglienti e case colorate. Questo quartiere è il luogo ideale per perdersi e scoprire l’autentico spirito marsigliese della città. È possibile trovare numerosi atelier di artisti, botteghe artigiane e caffè caratteristici. Tra i punti di interesse principali del quartiere Le Panier ci sono la Vieille Charité, un antico ospizio che oggi ospita musei e mostre, e la Place des Moulins, una tranquilla piazza con una vista incantevole.

MuCEM – Museo delle Civiltà dell’Europa e del Mediterraneo

Il MuCEM è un museo moderno ed innovativo dedicato alla storia e alle culture del Mediterraneo. La struttura è situata vicino al Vieux-Port, all’interno di un edificio iconico progettato dal famoso architetto Rudy Ricciotti. Le collezioni del MuCEM variano dall’antichità fino ai giorni nostri ed includono oggetti, fotografie, filmati e opere d’arte che raccontano la storia delle civiltà mediterranee. Oltre alle esposizioni permanenti, il MuCEM ospita regolarmente mostre temporanee di grande interesse.

La fortezza: Château d’If

Questa fortezza venne resa famosa dal romanzo “Il Conte di Montecristo” di Alexandre Dumas, il Château d’If è un’antica fortezza situata su un’isola al largo della costa di Marsiglia. Costruito nel XVI secolo, il castello fu utilizzato come prigione e ospitò molti prigionieri politici nel corso dei secoli. Una visita al Château d’If offre non solo un viaggio nella storia, ma anche una vista mozzafiato sulla città e sul mare circostante. È possibile raggiungere l’isola con una breve corsa in traghetto dal Vieux-Port.

La Canebière, la strada principale di Marsiglia

La Canebière è la strada principale di Marsiglia, una via storica che collega il Porto Vecchio con la città nuova. Un tempo questa strada era il centro commerciale e sociale della città, oggi la Canebière è un luogo animato dove si trovano numerosi negozi, ristoranti e caffè. Passeggiare lungo questa strada permette di cogliere l’essenza della vita quotidiana marsigliese e di apprezzare l’architettura degli edifici storici che la caratterizzano.

Le spiagge più belle di Marsiglia

Marsiglia è famosa anche per le sue splendide spiagge e calette, che offrono il perfetto rifugio per chi vuole scappare dalla confusione della città. Tra le spiagge più famose ci sono la spiaggia dei Catalani, situata vicino al centro, e la plage du Prado, un ampio litorale sabbioso ideale per famiglie e sportivi. Per chi preferisce, invece, luoghi più tranquilli e nascosti, le calette di Marsiglia sono un vero paradiso naturale. Ecco quali non perdere nei dintorni di Marsiglia, luoghi che rientrano sicuramente fra le spiagge più belle della Francia:

Calanco d’En-Vau

Il calanco d’En-Vau è considerata come una delle più spettacolari di questa regione mediterranea. La caletta è situata tra Marsiglia e la città di Cassis, ed è molto famosa per le sue scogliere, alte e calcaree, che si levano sopra le acque smeraldo della costa. La bellezza naturale di questo luogo, così spettacolare, e le acque cristalline sono perfette per attività come nuoto e snorkeling. Anche se l’accesso richiede una camminata impegnativa, si attraversano sentieri panoramici e l’isolamento e la tranquillità che si trova all’arrivo rendono ogni sforzo più che gratificante.

Calanco di Sormiou

Il Calanco di Sormiou è uno dei calanchi più grandi ed accessibili della zona. Questo luogo è in grado di offrire un mix perfetto di bellezza naturale e comodità, con le sue acque turchesi, ideali per il nuoto e la vita marina abbondante che la rende la scelta migliore per gli amanti dello snorkeling. Il calanco di Sormiou è circondato da tradizionali case di pescatori ed una spiaggia di ciottoli, che creano un’atmosfera unica. In estate, è possibile raggiungere Sormiou in auto con un permesso speciale, rendendo questa spiaggia più accessibile rispetto alle altre.

Vista del Calanco di Sormiou, nei pressi di Marsiglia, Francia

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Il Calanco di Sormiou, nei pressi di Marsiglia, in Provenza

Spiaggia dei Catalani

Se, invece, si preferisce una spiaggia cittadina, con tutte le comodità a portata di mano, la plages des Catalans, o spiaggia dei Catalani, è la scelta ideale. È una spiaggia situata vicino al centro cittadino di Marsiglia, con sabbia fine e facilmente raggiungibile. È perfetta per chi desidera combinare una giornata al mare con la possibilità di esplorare la città. La spiaggia è ben attrezzata con bar, ristoranti e strutture sportive. Inoltre, la vista sul Porto Vecchio e la possibilità di fare una nuotata rinfrescante ne fanno una destinazione popolare sia per i locali che per i turisti.

Alcuni consigli pratici per visitare Marsiglia

Come arrivare a Marsiglia

Marsiglia è ben collegata con il resto della Francia e con numerose città europee. Qui, infatti, è presente l’Aeroporto di Marsiglia Provenza, situato a circa 25 chilometri dal centro città, che offre voli nazionali e internazionali. Dall’aeroporto, è possibile raggiungere il centro con il servizio navetta o con un treno regionale. La città di Marsiglia è anche ben servita da una rete ferroviaria efficiente, compresi treni ad alta velocità, che collegano la città di Marsiglia con Parigi in poche ore.

La città di Marsiglia è offre qualcosa per tutti, dagli amanti della storia e della cultura agli appassionati di cucina, ma anche mare ed attività all’aperto. Grazie al suo mix di tradizione e modernità, questa affascinante metropoli mediterranea è in grado di sorprendere e conquistare tutti i suoi visitatori, creando ricordi unici ed esperienze indimenticabili.