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Vacanze sostenibili, il camper è perfetto per tutelare l’ambiente. Lo studio

Si fa presto a dirsi ecologisti, ma poi sono i fatti a dimostrarlo. Chi fa un viaggio in auto e prenota in un hotel, per esempio, tutela meno l’ambiente rispetto a chi trascorre una vacanza in camper. A dirlo è uno studio diffuso da Assocamp, l’Associazione Nazionale Operatori Veicoli Ricreazionali e Articoli per Campeggi, e condotto da Ergo, spin off della Scuola Superiore degli Studi Universitari Sant’Anna di Pisa, che afferma che un viaggio in camper incide meno sull’ambiente rispetto a un viaggio tradizionale, per i principali parametri d’impatto ambientale connessi alle emissioni di CO2, risorse idriche, uso di combustibili fossili ed emissioni di particolato.

Vacanze green in camper

Le vacanze in camper impattano meno sull’ambiente rispetto a quelle tradizionali. I numeri emergono dall’indagine “Turismo in camper, impatto economico ambientale del camperista” realizzata la scorsa primavera. Il camper è il mezzo ideale per chi sceglie un tipo di turismo sensibile alla sostenibilità, adatto in particolare alle famiglie e a gruppi di amici. Secondo i dati raccolti, la vacanza in camper raggiunge la migliore performance energetica se a viaggiare insieme sono quattro o cinque persone, ma i risultati positivi sono confermati con qualsiasi equipaggio. Dall’analisi, emerge un confronto degli impatti ambientali ottenuti da un viaggio in camper rispetto a una vacanza tradizionale in auto.

Nella ricerca di Ergo, i dati vengono rapportati, in termini percentuali, con quelli che risultano dallo scenario “vacanza tradizionale” e sono indicati per le categorie più rilevanti: il camper si conferma il più sostenibile, incidendo per il 70% sull’emissione di anidride carbonica, per il 64% sul consumo di risorse fossili e per il 73% nell’uso di risorse idriche rispetto a un viaggio tradizionale in auto e albergo che per tutte le voci incide al 100%.

Nella vacanza classica, a pesare sulla percentuale del 100% sono soprattutto le notti trascorse in una struttura alberghiera per quanto riguarda le emissioni di CO2 (42%) e per l’uso di combustibili di origine fossile (46%). I pasti al bar e ristorante contribuiscono maggiormente nell’uso delle risorse idriche (72%), mentre per le emissioni di particolato nell’aria l’automobile è la principale causa (43%). “Il camperista sposa volentieri l’idea di un viaggio sostenibile”, ha spiegato Paolo Bacci, promotore dello studio e titolare di una concessionaria di camper e caravan in provincia di Pisa.

“Adottando corrette abitudini quotidiane sempre più diffuse e considerate importanti, come il riciclo dei rifiuti, l’utilizzo dei pannelli fotovoltaici, l’eliminazione di materiali usa e getta, come piatti e bicchieri, l’uso consapevole dell’acqua e dell’energia, questi turisti confermano il loro desiderio per uno stile di vita green”.

Lo scenario “vacanza tradizionale” utilizzato come riferimento tiene conto dei valori di consumo delle auto rilevati dall’Automobile Club d’Italia (ACI) nel suo report “Rappresentazione del parco veicolare italiano” del 2022; dei consumi energetici relativi a una notte passata in hotel ricavati dallo studio “Klimabilanz von Reisen mit Reisemobilen und Caravans” di IFEU del 2020; e dei consumi idrici e della produzione di rifiuti indicati nel documento di ISPRA sulle performance ambientali delle organizzazioni turistiche registrate EMAS del 2020.

L’identikit del camperista

Lo studio delinea, quindi, anche il profilo del camperista medio, analizzato su un campione di più di mille intervistati. Ne esce un turista che ama la natura, che predilige il camper per recarsi al mare e in montagna (il 57%) o in piccoli borghi (21%), principalmente in Italia (è scelto dal 72%), che opta per un turismo lento, investe volentieri in prodotti enogastronomici (91% degli acquisti) e, una volta parcheggiato il veicolo, ama passeggiare o spostarsi in bicicletta, più spesso viaggia in estate prediligendo il campeggio (38%), aree di sosta (34%) o sosta libera (23%).

“Chi sceglie questo modo di viaggiare, abbraccia una filosofia di vita e una concezione di turismo molto particolare, legata al vivere il momento”, ha spiegato Ester Bordino, presidente di Assocamp. “Ama poter scegliere dove e quanto fermarsi, cambiando in corso d’opera i programmi senza avere mete prestabilite, ma andando alla pura scoperta lenta dei territori e delle comunità locali”.

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Il Lago di Como, set di film famosi

Situato nel cuore delle Alpi italiane, il Lago di Como è una delle destinazioni più affascinanti e pittoresche non solo d’Italia, ma anche del mondo. Con le sue acque azzurre, le ville storiche ed i paesaggi mozzafiato, questo lago è diventato non solo una delle destinazioni preferite per le ferie di diverse celebrità ed aristocratici, ma anche un set ambito per numerose produzioni cinematografiche. In questo articolo, infatti, si parlerà di quali film, fra i più famosi, il Lago di Como sia stato utilizzato come sfondo, contribuendo alla creazione di scene memorabili ed indimenticabili che hanno affascinato gli spettatori di tutto il mondo.

Il Lago di Como, o Lario, è il terzo lago più grande d’Italia, noto anche per la sua forma unica a Y rovesciata e per i suoi borghi affascinanti affacciati sull’acqua, ognuno con una propria storia e un proprio fascino. La bellezza naturale del lago, unita alla sua ricchezza culturale e storica, rende questo luogo una location perfetta per il cinema. Non sorprende, quindi, che molti registi abbiano scelto di ambientare qui le loro storie, sfruttando l’ambientazione suggestiva per arricchire le loro pellicole.

Villa del Balbianello: una star del cinema

Uno dei luoghi più iconici del Lago di Como è la Villa del Balbianello, una struttura situata sulla punta di una penisola che si estende nel lago vicino alla cittadina di Lenno. Questa villa storica è stata utilizzata in diverse produzioni cinematografiche, ma una delle sue apparizioni sicuramente più famose di Villa del Balbianello è nel film “Star Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni”, film nel quale fu utilizzata come set per le romantiche scene tra Anakin Skywalker e Padmé Amidala. I giardini, verdi e curati, e le vedute panoramiche del lago hanno fornito l’ambientazione perfetta per queste scene della famosissima saga.

La Villa del Balbianello è apparsa anche in un altro film: “007 – Casino Royale”, film che fa parte della saga del famoso agente James Bond, del 2006, con Daniel Craig. Nella pellicola, la villa è il luogo dove Bond si riprende dopo una missione pericolosa. Le eleganti stanze della villa e i giardini curati, che caratterizzano questa elegante villa, hanno aggiunto un tocco di lusso e raffinatezza al film, rafforzando l’immagine di Bond come l’agente segreto più glamour del cinema.

Vista di Villa del Balbianello dall'alto

Fonte: iStock

Vista dall’alto di Villa del Balbianello, sulla penisola nel Lago di Como

Bellagio: il gioiello sul Lago di Como

Bellagio, situata sulla punta estrema del promontorio che separa i due rami del Lago di Como e spesso viene chiamata la perla del Lago di Como. È un’altra location molto utilizzata nel cinema. Infatti, negli anni è stata utilizzata nel film “Ocean’s Twelve”, seguito del fortunato “Ocean’s Eleven”, con George Clooney ed il resto del cast che si trovano proprio a Bellagio per alcune delle scene cruciali del film. Le strade pittoresche e caratteristiche, i caffè italiani all’aperto e le magnifiche vedute sul lago di Como, hanno contribuito a creare un’atmosfera sofisticata ed internazionale, perfetta per un film di rapine ad alto budget.

Villa Erba: storia e cinema

Villa Erba, un’elegante dimora storica situata a Cernobbio, ed ha una lunga storia di ospitalità per diverse celebrità ed artisti di tutto il mondo. Villa Erba è stata scelta come location per “Cimitero di Praga”, un film drammatico che tratta di temi di politica e cospirazione. La maestosità della villa e dei suoi giardini sontuosi ha fornito un set suggestivo e ricco di atmosfera, perfetto per le esigenze narrative di questo film.

La famosa Villa Erba di Cernobbio, sul Lago di Como

Fonte: iStock

Villa Erba a Cernobbio, borgo sul Lago di Como

Menaggio e Tremezzo: scenari da sogno

Menaggio e Tremezzo, sono due borghi che si affacciano sul Lago di Como, che sono stati utilizzati come location per il romantico film “A Month by the Lake”. Questa commedia sentimentale è ambientata negli anni ’30 e vede protagonisti Vanessa Redgrave e Edward Fox. Il film sfrutta la bellezza senza tempo del Lago di Como e dei suoi luoghi imperdibili per raccontare una storia d’amore delicata e nostalgica, con le affascinanti strade acciottolate ed i panorami del lago che fanno da sfondo perfetto alla pellicola.

Varenna: l’incanto del passato

Varenna, un altro affascinante villaggio, una perla sul Lago di Como, ed è stato il set per “The Other Man”, un thriller con i famosi attori Liam Neeson e Antonio Banderas. Le riprese a Varenna hanno sfruttato l’architettura storica del villaggio, i vicoli del centro storico e le sue scalinate che scendono verso il lago, creando così un’atmosfera di mistero e tensione, che si adatta perfettamente alla trama del film.

Como: il cuore del lago

Anche la città di Como, che dà il nome al lago, è stata scelta come location cinematografica. Nel film “Tutto può succedere – Something’s Gotta Give” con Jack Nicholson e Diane Keaton, alcune scene sono state girate proprio nella splendida cornice del centro storico della città di Como. Le piazze, le cattedrali imponenti ed i palazzi storici hanno contribuito a creare un set cinematografico unico, romantico ed autentico.

L’impatto del cinema sul turismo del Lago di Como

L’utilizzo del Lago di Como come set cinematografico ha avuto un impatto significativo sul turismo nell’intera regione del Lago di Como e non solo. Molti fan dei film, infatti, decidono di visitare il lago per vedere di persona i luoghi che hanno ammirato solamente sul grande schermo. Questo tipo di turismo ha portato ad un aumento delle visite e ha contribuito alla crescita economica della zona.

Il Lago di Como continuerà sicuramente a essere una location privilegiata per le produzioni cinematografiche grazie alla sua bellezza naturale ed al suo fascino senza tempo. Ogni angolo del lago ha la capacità di offrire un potenziale scenografico unico, capace di trasformare qualsiasi scena in un capolavoro per gli occhi. Dalle ville storiche ai pittoreschi villaggi, ogni elemento presente in questa zona, contribuisce a creare un’atmosfera che incanta tutti, registi e pubblico.

Come arrivare al Lago di Como

Raggiungere il Lago di Como è semplice grazie alla sua ottima posizione ed ai collegamenti efficienti che portano in questa meraviglia del nord Italia. Dall’aeroporto di Milano Malpensa, è possibile prendere un treno diretto per la città di Como, con un viaggio che dura circa un’ora. In alternativa, sempre da Milano, più precisamente dalla stazione di Milano Centrale, partono regolarmente treni, regionali e diretti, che raggiungono Como in circa 40 minuti. Se si preferisce viaggiare in auto, il lago è ben collegato attraverso l’autostrada, che permette di raggiungere rapidamente diverse località lungo le sue rive.

Il Lago di Como è molto più di una semplice destinazione turistica. Si tratta, infatti, di una vera e propria icona culturale e cinematografica, che ha lasciato un’impronta indimenticabile nel mondo del cinema. I film girati qui hanno contribuito a immortalare e condividere con il mondo intero la bellezza del lago, rendendolo ancora più famoso e desiderato.

Visitare il Lago di Como potrebbe essere l’occasione giusta per seguire le orme dei personaggi cinematografici più conosciuti nel mondo del cinema e lasciarsi affascinare dalla stessa bellezza che ha catturato l’immaginazione di registi e spettatori di tutto il mondo.

 

 

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Luoghi energetici in Italia: cosa sono e dove si trovano

Avete mai visitato un luogo dove, per citare Stephen King, “un senso di mistero ha invaso il vostro cuore e la vostra mente”? Nel mondo sono tanti i luoghi considerati magici, in grado di emanare vibrazioni energetiche particolari e dove si percepisce un’aura speciale. Questi vengono chiamati luoghi ad alta energia e, se in alcuni casi rappresentano posti che invitano alla contemplazione e al silenzio, come quelli naturali, in altri si parla di una linea vera e propria che collega monumenti ed edifici specifici.

In Italia, questa misteriosa linea retta, chiamata ‘Linea di San Michele‘, unisce alcuni santuari con quelli situati in altri paesi come St. Michael’s Mount in Cornovaglia, Le Mont Saint Michel in Bretagna, il Monastero di San Michele Arcangelo di Panormitis nell’isola greca di Symi per poi raggiungere il Monastero di Stella Maris sul Monte Carmelo ad Haifa, in Israele. Di chiese e abbazie dedicate all’Arcangelo ne esistono tante sul territorio italiano, ma quelle che si posizionano sulla linea retta energetica sono la Sacra di San Michele in Val di Susa e l’omonimo santuario di Monte Sant’Angelo sul Gargano. Questa linea è ricca di misteri, siete pronti a scoprirla?

La misteriosa linea di San Michele

L’Arcangelo Michele è colui che insorge contro Satana e i suoi satelliti in quanto difensore degli amici di Dio e protettore del suo popolo. Ed è proprio questo il racconto al centro della leggenda che ha dato vita alla misteriosa linea di San Michele. Secondo la tradizione biblica, la linea sarebbe stata tracciata con la spada dall’Arcangelo durante la lotta contro Lucifero, al termine della quale fu ricacciato e sigillato all’inferno.

La leggenda aggiunge anche un dettaglio in più, sottolineando che l’Arcangelo Michele sarebbe apparso in ognuno dei sette punti che tracciano la retta, conferendo a ogni posizione una particolare sacralità. Ed è proprio in questi punti che sono stati costruiti i monasteri e i luoghi di culto citati nel paragrafo precedente, custodi di un’energia potente avvertita da credenti e non. Oltre alla storia biblica, questa linea retta rappresenta anche il percorso di pellegrinaggio seguito dai devoti Micheliti.

I luoghi energetici in Italia

Il primo dei due santuari italiani situati sulla Via Micaelica si trova in Piemonte, nella Val di Susa, dove la venerazione per San Michele ha origini molto antiche, risalenti al V-VI secolo d.C. Costruita a partire dall’anno 1000 da cinque monaci benedettini su volere del vescovo Annuncone, la Sacra di San Michele sorge arroccata a 962 metri di altezza sulla punta del monte Pirchiriano, nelle Alpi Cozie. Come avvenne per il santuario de Le Mont Saint Michel in Francia, sempre secondo la leggenda, anche La Sacra fu realizzata su volere dell’Arcangelo che qui vi apparve ordinando al vescovo l’edificazione del santuario.

Questa maestosa abbazia, che ha ispirato la scrittura del monumentale “Il nome della Rosa” di Umberto Eco, può essere raggiunta a piedi attraverso due percorsi: uno che la collega all’abitato di Chiusa di San Michele, e uno che la collega all’abitato di Sant’Ambrogio. Una volta arrivati, vi mancherà salire i 239 scalini in pietra per arrivare a questo luogo magico e ricco di mistero. I più avventurosi possono raggiungerla anche percorrendo la via Ferrata Carlo Giorda.

Il secondo santuario, tra i più importanti luoghi energetici in Italia, è il Monte Sant’Angelo in Puglia. Anche in questo caso si dice che il santuario dedicato al divino messaggero sia stato costruito dagli angeli e consacrato da San Michele in persona. Anche qui, secondo la leggenda, apparve al Vescovo dell’antica diocesi di Siponto, fondata dall’apostolo Pietro, rivelandogli l’arcano di un luogo inaccessibile e misterioso che, per volontà di Dio, era stato designato a sua privilegiata dimora terrena. La grotta viene considerata un luogo sacro che testimonia la nascita del culto micaelico sul Gargano. Qui potete visitare la Basilica Santuario, la Cappella Penitenziale e i Musei Tecum, che custodisce le cripte longobarde, il museo lapidario e quello devozionale.

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Come muoversi in metro a Varsavia

La metropolitana di Varsavia (Metro Warszawskie), tra le più moderne d’Europa, è un mezzo di trasporto efficiente e comodo per spostarsi nella capitale polacca. Con due linee che si intersecano nel centro, per una lunghezza complessiva di circa 41 km e un totale di 39 stazioni, copre gran parte delle zone turistiche e offre collegamenti veloci con i quartieri periferici.

I treni circolano dalle 5:00 alle 00:00 durante la settimana e fino alle 3:00 nei fine settimana. La frequenza delle corse varia a seconda dell’ora del giorno, con un intervallo di circa 2-3 minuti nelle ore di punta, di 5-10 minuti durante le altre fasce orarie e di circa 15 minuti negli orari serali. Su entrambe le linee i treni impiegano circa 30 minuti per viaggiare da un capolinea all’altro.

La linea M1 è la prima linea della metro di Varsavia. È stata inaugurata nel 1995 e l’ultima estensione risale al 2008. È lunga 23 km e ha 21 stazioni (più 2 in progetto), la cui distanza media, l’una dall’altra, è di circa 1 km. La linea M1 attraversa la città da nord a sud, collegando le stazioni di Kabaty e Młociny, attraversando i quartieri di Bielany, Żoliborz, Śródmieście, Mokotów e Ursynów.
La linea M1 non passa direttamente sotto il centro storico di Varsavia, la principale attrazione turistica della città, che ha pochi collegamenti con i trasporti pubblici, ma la fermata più prossima si trova a circa 600 metri a ovest del centro. Inoltre non si collega direttamente alla stazione ferroviaria centrale di Varsavia, la cui fermata più vicina si trova a oltre 400 metri a est.

La linea M2 attraversa la città da est a ovest, dalle stazioni di Brodno a quella di Bemowo, per un totale di 18 stazioni. Le due linee si intersecano alla stazione Świętokrzyska.

Biglietti e Tariffe

La metro utilizza lo stesso sistema tariffario a zone di autobus e tram, pertanto lo stesso biglietto è valido per tutti e tre i mezzi di trasporto. I biglietti per la metro di Varsavia possono essere acquistati nelle stazioni nei Passenger Service Points, alle macchinette automatiche, presso le biglietterie, a bordo degli autobus (solo con carta di credito), nei chioschi o in alcuni negozi di alimentari, oppure tramite le app autorizzate come Mobilet, Mpay, Jakdojade, Skycash o Gopay:

• Biglietto da 20 minuti: 3,40 zł (circa 0,80 €) valido per 20 minuti dalla convalida
• Biglietto unico da 75 minuti: 4,40zł (circa 1 €) valido per 75 minuti dalla convalida
• Biglietto unico da 90 minuti: 7 zł (circa 1,60 €) valido per 90 minuti dalla convalida
• Biglietto giornaliero (24 ore): 15zł (circa 3,50€ ) consente viaggi illimitati per 24 ore dalla convalida
• Biglietto 3 giorni (72 ore): 36 zł (circa 8,40€) valido per 72 ore dalla convalida
• Biglietto del fine settimana: 24zł ((circa 5,60 €) consente viaggi illimitati dal venerdì alle 19:00 al lunedì alle 8:00.

Quando si viaggia in metropolitana, per accedere al binario è necessario convalidare il biglietto e passare attraverso i tornelli, oppure utilizzare l’obliteratrice disponibile accanto all’ascensore. Tutti i biglietti e le franchigie della tariffa ZTM sono validi nella zona dei biglietti della metropolitana.
I passeggeri con biglietti acquistati su un veicolo o su un’applicazione mobile possono accedere alla piattaforma utilizzando i varchi dotati di lettori di codici QR che ne consentono l’apertura.

Metro di Varsavia

Fonte: iStock

Metro di Varsavia, Polonia

Come trovare le stazioni della metro di Varsavia

E’ facile individuare le stazioni della metro, segnalate dalle insegne rotonde con il logo M rosso in campo giallo e il nome della stazione. Di solito sono posizionate agli incroci, quindi dispongono di diverse entrate e uscite, spesso in corrispondenza delle fermate del tram e dell’autobus.
All’interno di ogni stazione, oltre ai distributori automatici di biglietti, è possibile trovare dei minimarket dove acquistare generi di prima necessità, in quelle più grandi anche negozi, bar e caffetterie.

In tutte le stazioni si trova uno schema della linea metropolitana, utile per orientarsi. La maggior parte dei treni sono dotati di annunci audio e quelli più recenti dispongono anche di schermi che riportano il nome della stazione successiva in polacco e in inglese. All’uscita dalla stazione potrebbero trovarsi dei tornelli, ma non è necessario convalidare nuovamente il biglietto.

Norme di sicurezza

La metro di Varsavia è generalmente considerata sicura, ma come in tutte le grandi città è consigliabile prestare attenzione ai propri effetti personali, evitare di portare con sé oggetti di valore non necessari e non lasciare oggetti incustoditi, soprattutto durante le ore di maggiore affollamento.
In caso di comportamenti sospetti o situazioni di emergenza, rivolgersi al personale di sicurezza presente nelle stazioni o sui treni.
Durante le ore di punta i vagoni possono essere affollati, soprattutto nelle stazioni centrali, se possibile è quindi consigliabile viaggiare in orari meno trafficati.
Se si hanno molti bagagli, potrebbe essere più comodo utilizzare gli ascensori presenti in tutte le stazioni, oppure prendere gli autobus o i tram, che dispongono di maggior spazio.
E’ buona norma prestare attenzione alle mappe e alle indicazioni presenti nelle stazioni per orientarsi correttamente, seguire le indicazioni e i regolamenti affissi nelle stazioni, e in caso di dubbi o difficoltà, non esitare a chiedere aiuto al personale di stazione.

Consigli utili

La metropolitana di Varsavia è accessibile ai disabili con ascensori e percorsi tattili e in caso di necessità, è possibile richiedere assistenza al personale di stazione. E’ consigliabile avere con sé una mappa della metropolitana per orientarsi facilmente, disponibili gratuitamente presso le stazioni. Inoltre, alcune app di navigazione, come Google Maps o Jakdojade, possono essere un valido aiuto per pianificare il viaggio in metro e fornire indicazioni in tempo reale.

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5 splendide spiagge d’acqua dolce nelle Marche

“L’Italia, con i suoi paesaggi, è un distillato del mondo, le Marche dell’Italia” scrive Guido Piovene nel suo Viaggio in Italia, cogliendo in una riga la ricchezza di una regione che se non è il cuore d’Italia certamente si trova nella sua cassa toracica.

Nelle Marche si trova difatti un concentrato di tutto quanto il meglio il Paese ha da offrire, dai picchi dell’arte e dell’architettura, alle tracce della Storia d’ogni epoca, ai capolavori che è in grado di offrire la natura.

Fanno parte proprio di questi ultimi i tantissimi luoghi che, nelle stagioni più calde, attraggono locali e turisti per quello che, con la consueta qualità sintetica della loro lingua, gli anglosassoni chiamano wild swimming: fare il bagno in piscine naturali d’acqua dolce.

Le spiagge selvagge di fiume naturalisticamente più belle si trovano tutte nella zona più interna delle Marche, al cospetto della dorsale appenninica che separa la regione dall’Umbria, lungo un affascinante percorso ideale che collega perpendicolarmente la valle del fiume Metauro, che scorre ad Urbino, a quella del Castellano, che attraversa Ascoli Piceno.

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Il fiume Castellano nei pressi di Ascoli Piceno

Marche, spiagge d’acqua dolce: le Piscine dell’Auro

Mercatello sul Metauro è un delizioso borgo medievale con un centro storico piccolo ma affascinante. Sorge nell’alta valle del Metauro, fiume che nasce sulle alture del valico appenninico di Bocca Trabaria, e che nel suo territorio vede congiungersi i due torrenti, Meta e Auro, che danno vita poi al corso d’acqua più lungo delle Marche.

Poco più a monte della confluenza, che si trova nella frazione di Borgo Pace, si trovano le cosiddette Piscine dell’Auro, una serie di polle create dal torrente e costeggiate da un tratto di strada di campagna, ma asfaltata, che le rende la meta perfetta per una giornata d’estate.

La piscina più bella e gettonata è quella chiamata Gorga San Leo, ovvero una cascata che forma una bella piscina naturale ai propri piedi e con un ampio spazio sopra il salto e attorno per sistemarsi. Qui ci si può tuffare dalla cima della cascata o godersi qualche bracciata ai suoi piedi.

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Fonte: Lorenzo Calamai

La Gorga San Leo alle Piscine dell’Auro

Tuttavia l’offerta delle Piscine dell’Auro è affascinante perché molto varia: le famiglie con bambini piccoli si indirizzeranno volentieri dove un cartello di legno indica l’accesso alla piscina naturale chiamata La Poderina, un tratto dove il letto del torrente si allarga, l’acqua è bassa e non c’è corrente, e un bel prato all’ombra degli alberi correda il contesto.

La Madonnina e i Morti, suggestivi nomi di altri due tratti di fiume con belle piscinette naturali dove poter fare il bagno, ma anche dotati di massi piatti dove poter trovare ombra e relax, si trovano rispettivamente a monte e a valle rispetto alle due succitate piscine sul corso dell’Auro. Completa il gruppo di spots per il wild swimming il Vecchio Mulino, edificio recentemente ristrutturato e trasformato in residenza, ma ai cui piedi si mantiene una larghissima e profondissima piscina naturale alimentata da una cascata dal fronte molto largo.

Una delle cose più affascinanti da fare alle Piscine dell’Auro, peraltro, è quella di godersi l’avventura di poter scendere (o risalire) il corso del torrente, visitando una piscina dopo l’altra, e scoprendo anche angoli per fare il bagno affascinanti, ma senza un semplice accesso dedicato direttamente dalla strada asfaltata.

Marche, spiagge d’acqua dolce: le Cascatelle di Cagli

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Fonte: Lorenzo Calamai

In agosto le Cascatelle di Cagli sono una delle destinazioni d’acqua dolce più gettonate

Il Bosso e il Burano sono due affluenti del già citato fiume Metauro che scorrono nella valle a sud rispetto al corso d’acqua nel quale si gettano. Su un altopiano stretto tra i loro letti sorge la cittadina di Cagli, da visitare e da utilizzare anche come quartier generale per organizzare una gita in giornata alle omonime Cascatelle.

Le Cascatelle di Cagli sono una serie di piscine naturali di acqua azzurrissima, scavate dal fiume Burano nella roccia bianca che contorna il suo letto, pochi chilometri a sud rispetto al paese.

Malgrado si trovino a poca distanza dalla Strada Flaminia, assai trafficata anche dal trasporto pesante, le Cascatelle offrono un contesto estremamente naturale, rimosso e protetto rispetto alle vicinanze. In estate sono un luogo molto gettonato dagli amanti dell’acqua dolce, che ne affollano le sponde. Il tratto interessato dalle piscine naturali è comunque piuttosto esteso e offre la possibilità a tutti di goderne in totale relax.

Note anche come Gola del Burano o Caldare, le Cascatelle di Cagli sono un luogo ideale per chi ama arrampicarsi sulle rocce e tuffarsi in profonde piscine naturali di acqua azzurra. Un luogo che regala vibrazioni positive ed energizzanti, a cui si può successivamente aggregare un rilassante aperitivo: se dal parcheggio delle Cascatelle si prosegue per poco più di un chilometro lungo il vecchio tracciato della via Flaminia in direzione sud, si raggiunge un piccolo chiosco di birre e piadine con un ampio spazio verde sulle sponde del Burano dove la pace e il silenzio regnano sovrani.

Marche, spiagge d’acqua dolce: i Tre pozzi del Fiume Bosso

Il già citato fiume Bosso è uno dei corsi d’acqua che regala ai visitatori le più ampie possibilità di wild swimming. Sono tantissime le piscine naturali, le cascatelle e i tratti di fiume dove poter passare una giornata tra relax, tuffi e picnic.

Il più bello è forse quello dei Tre pozzi, a poca distanza da Cagli. Qui il Bosso compie un’ampia curva a U nel suo corso, che termina in una splendida e imponente cascata, inforrandosi subito dopo tra le rocce. Questa piccola gola stringe il letto del fiume e crea quindi tre belle piscine naturali consecutive, con l’acqua che rimane cristallina grazie al pallore delle pietre del fondale e dei pinnacoli di roccia attorno.

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Fonte: Lorenzo Calamai

La cascata del fiume Bosso ai Tre pozzi

Tanti i luoghi dove potersi sistemare: la gente del luogo ha sistemato anche un bel tavolo in legno da picnic in mezzo al corso del fiume, in modo da potersi godere un bel pranzo d’estate con i piedi a bagno nelle fresche acque del Bosso. In più il contesto particolare del luogo consente di poter alternare a proprio piacimento sole e ombra, com’è necessario nelle giornate più calde dell’estate.

Marche, spiagge d’acqua dolce: il Tempio di Shiva

Luogo affascinante, avvolto da un’atmosfera mistica, il Tempio di Shiva ha quest’aria magica per via della bellezza del contesto naturale: una tripla cascata riempie una piccola ma profonda piscina naturale di acqua dal colore blu elettrico, talmente acceso da sembrare quasi irreale.

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Fonte: Lorenzo Calamai

La Cascata del Fosso di Teria al cosiddetto Tempio di Shiva

La cascata si raggiunge affrontando una breve escursione di circa 20 minuti nel bosco, leggermente in salita. Un percorso alla portata di tutti da affrontare però con scarpe chiuse e un minimo di attenzione, in particolare per seguire la traccia fino a destinazione. La partenza del sentiero si trova sulla Strada provinciale 29, poco dopo aver superato il paese di Secchiano. Da uno spiazzo sterrato sulla sinistra della carreggiata si guada facilmente il fiume Bosso, inoltrandosi poi lungo il corso di un suo piccolo affluente, il Fosso di Teria.

Giunti al termine del sentiero, poco prima di fare la conoscenza con la bellissima cascata, incontrerete un tratto del torrente che passa fra panche, tavoli, muretti. Tutto realizzato alla bell’e meglio incastrando le pietre trovate intorno al torrente. Grandi acchiappasogni in legno sono appesi ai rami degli alberi, in un’atmosfera mistica e spirituale che si collega con il colore quasi ultraterreno della cascata.

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Fonte: Lorenzo Calamai

Nei dintorni della cascata del Tempio di Shiva

Il salto principale è preceduto da altri due, che è possibile raggiungere arrampicandosi lungo la traccia che si trova sulla destra della prima, dove sono state strategicamente piazzate alcune corde per aiutare la salita. Dalla cima della cascata principale ci si può tuffare senza pericoli nella polla sottostante, godendosi un rigenerante tuffo nell’acqua fredda e cristallina.

Marche, spiagge d’acqua dolce: il Ponte di Tasso (o Paradise)

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Fonte: Lorenzo Calamai

La grande piscina sotto il ponte

Anche la valle del Castellano, il fiume che passa per Ascoli Piceno, è un vero e proprio scrigno dei tesori per chi ama le avventure d’acqua dolce. Nessun altro luogo, però, ha il fascino selvaggio del Ponte di Tasso, conosciuto da tutti i giovani del posto come Paradise per non meglio precisate ragioni.

Fra Ascoli e Castel Trosino, percorrendo la Strada provinciale di Valle Castellana, si incontra sulla destra una strada sterrata che va percorsa per qualche centinaio di metri fino a trovare un ampio spiazzo dove parcheggiare l’auto. Da qui un sentiero scende rapidamente fino al Ponte di Tasso, rovina di un antico ma maestoso e solido ponte dal quale calarsi alle sottostanti piscine del fiume Castellano.

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Fonte: Lorenzo Calamai

Il Ponte di Tasso e la discesa al fiume

La discesa al fiume è molto ripida e non esattamente alla portata di tutti: bisogna scendere calandosi lentamente con l’aiuto di alcune funi. A monte del ponte si susseguono in serie piscine e cascatelle per tutti i gusti, sia quelli di chi vuole solamente bagnarsi in completo relax sia per chi vuol fare un tuffo acrobatico dove l’acqua è più profonda. A valle, invece, una gigantesca piscina creata da una cascatella è il luogo ideale per chi vuole nuotare un po’, ma anche per i tuffatori più ardimentosi.

Le acque del Castellano, arricchite da alcune sorgenti termali lungo il suo corso, hanno un splendido colore turchese, che nei punti dove l’acqua è più bassa si attenua, dando l’impressione di trovarsi in una spiaggia caraibica.

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Perché visitare Bellano, piccolo gioiello del Lago di Como

Sulla sponda orientale del Lago di Como, c’è uno dei borghi più belli conosciuto come “paese degli artisti”, Bellano. Un paese in provincia di Lecco che conta all’incirca 3.400 abitanti. Il territorio del Comune si estende dalla riva del lago fino alla cima del monte Muggio a 1.799 metri di quota, grazie all’incorporazione del Comune di Vendrogno avvenuta nel 2020.

Bellano, il paese degli artisti

fseo tanto da essere stato da poco inserito nel circuito internazionale dei Comuni Cittaslow dopo aver risposto a più di 70 requisiti richiesti, oltre a far parte dei borghi Bandiera Arancione e dei Comuni Fioriti per via della cura e valorizzazione dell’ambiente.

Il centro storico è caratterizzato da una rete di vie ortogonali, tipiche dei castra romani, ma l’architettura è per lo più medievale data, dalle vie strette (le contrade) che garantiscono fresco d’estate, con la grande chiesa dei Santi Giorgio, Nazaro e Celso, i palazzi patrizi con i portali in pietra, le corti e gli stemmi araldici incisi. Il porto antico è il segno dell’importanza che, nel tempo, ha rivestito il trasporto di persone e merci sul Lago di Como. La passeggiata sul lungolago risulta essere tra le più suggestive del Lario, grazie al panorama che offre sul punto più largo del Lago di Como, da cui si ammirano spettacolari tramonti.

Bellano

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La bellissima cittadina di Bellano e il suo porto

Nella zona più nuova del paese, Coltogno, si trovano i più recenti servizi, a partire dalla stazione ferroviaria e degli autobus, il modo più comodo per raggiungere il borgo evitando il traffico. Alle spalle del paese, l’entroterra è caratterizzato da numerose frazioni e nuclei antichi più o meno popolati ma ricchi di storia. A Vendrogno di Bellano, per esempio, si trova il Museo del Latte e della storia della Muggiasca, un museo etnografico nato nel 2008 con l’obiettivo di conservare e tramandare reperti e tradizioni legati alla vita e alla cultura materiale della Muggiasca. Non a caso il museo occupa i locali della ex-latteria turnaria, per quasi un secolo adibiti alla trasformazione del latte. L’intento del MUU, perfettamente in linea con la filosofia Cittaslow, è quello di promuovere una visione condivisa e sostenibile del territorio e dello sviluppo. Oltre al latte, altri quattro itinerari conducono i visitatori tra diverse tematiche del bosco, della vita nei campi, del lavoro nella stalla, della casa e dei lavori femminili di una volta, oltre che di alcuni episodi di storia della Muggiasca.

Vendrogno, peraltro, è stata la prima a passare da una tradizione legata all’agricoltura e all’allevamento a una turistica, soprattutto per le sue bellezze naturali. Già tra la fine del XIX secolo e all’inizio della Seconda guerra mondiale era una rinomata stazione climatica citata in molte guide turistiche.

Ogni frazione ha la sua chiesa, tanto che il territorio appare come una vera e propria costellazione di campanili. Tra le più visitate c’è la chiesa dei Santi Rocco e Sebastiano, eretta a protezione dei passanti e contro le pestilenze lungo il Sentiero del Viandante, l’antica via a mezza costa che attraversa l’intera sponda orientale del Lario, uno dei sentieri più belli che si possano percorrere per via del panorama mozzafiato che si gode, che spazia dall’azzurro del lago al verde della Valsassina fino al grigio della Grigna e del lontano, ma riconoscibile, massiccio del Monte Rosa.

Il Sentiero del Viandante

Oggi si chiama Sentiero del Viandante, ma negli anni ha cambiato identità più volte: era la Via Ducale, poi la Via Regia e, infine, la Via Napoleona. Fino al 1992, quando le antiche mulattiere ormai in disuso, grazie alla costruzione di una più comoda strada che collegava la costa orientale del lago, vennero trasformate in questo sentiero tanto amato dagli escursionisti. Appartenente all’insieme dei 12 sentieri “Le Vie del Viandante“, che collegano Milano alla Svizzera, il Sentiero del Viandante è il tragitto che parte da Lecco e giunge fino a Colico. Un cammino di circa 60 chilometri a passo lento tra boschi, panorami mozzafiato sul lago, montagne verdeggianti che si specchiano nella distesa d’acqua insieme alle casette colorate dei borghi adagiati sulle sponde. Tra le numerose tratte che si susseguono nei circa 60 chilometri del Sentiero del viandante, spicca proprio quella tra Dervio e Bellano, la più panoramica, 6 km percorribili in circa 3 ore. Non essendo particolarmente complesso, è adatto anche alla famiglie con bambini dai 13 anni anni in su. Oltre che a piedi, in caso ci si trovi con un gruppo di soli adulti, si può procedere anche in mountain bike.

bellano

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Lungo il Sentiero del Viandante sopra Bellano

L’Orrido di Bellano

Tra le principali attrazioni turistiche di Bellanoe, che attira sempre molti visitatori nella bella stagione, c’è l’Orrido di Bellano, una gola naturale creata 15 milioni di anni fa dall’erosione del torrente Pioverna e del Ghiacciaio dell’Adda che, nel corso dei secoli, hanno modellato la roccia in gigantesche marmitte, anfratti e spelonche, oltre alle cascate che fanno rimbombare l’acqua tra le alte pareti rocciose. Un sistema di passerelle ancorate sulle alte pareti a picco sull’acqua permette di visitare lo stretto canyon profondo fino a 50 metri, regalando un panorama suggestivo e un’emozione unica. All’ingresso del sito si trova la Cà del Diavol, un’antica torre di difesa che, nell’immaginario collettivo, evoca paure e riti satanici per via delle numerose leggende e degli affreschi raffiguranti il diavolo e altre figure mitologiche.

Tutti questi aspetti, uniti al patrimonio naturalistico, storico-artistico, culturale e gastronomico del territorio fanno di Bellano un piccolo gioiello ricco di attrattive turistiche.

Orrido di Bellano

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L’Orrido di Bellano
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Termesso, l’antica città che Alessandro Magno non riuscì a conquistare

Termesso è un’antica città della Turchia che sorge su una collina dell’attuale provincia  di Adalia. Si tratta di un luogo poco noto ai turisti ma che racconta di un passato glorioso e di cui è possibile ancora oggi ammirarne le tracce: Alessandro Magno provò a conquistarla nel 333 a.C. ma fallì. Fu probabilmente per questo che i romani accettarono la loro richiesta di rimanere indipendenti e alleati, nel 70 a.C.. Coloro che la abitavano all’epoca, infatti, erano pisidiani, ovvero un popolo particolarmente feroce e bellicoso. Di questo importante passato sono ancora oggi visibili numerosi resti, spesso deserti perché i viaggiatori che raggiungono questa città, situata a circa 1600 metri di altitudine, sono davvero pochi.

Termesso, cosa aspettarsi

Fu Bellerofonte a fondare la preziosa città di Termesso, un luogo altamente straordinario al punto che Alessandro Magno la paragonò ad un nido d’aquila. Gli storici dell’epoca che raccontarono la fallita impresa del re di Macedonia, infatti, descrissero Termesso come una località piena di insormontabili barriere naturali.

Nel momento in cui diventò alleata di Roma, gli fu concesso lo status di “indipendente” dal senato, secondo cui venivano garantiti la sua libertà ed i suoi diritti. Un’indipendenza importantissima e che fu mantenuta per lungo tempo, quasi fino al suo abbandono che concise con la distruzione dell’acquedotto a causa di un terremoto, che tolse il rifornimento d’acqua a chi la abitava.

Oggi Termesso è uno spettacolare gioiello archeologico, una delle città antiche più impressionanti della Turchia. Un luogo decisamente fuori dal comune in quanto riesce a fondere in armonia storia e paesaggio, panorami e silenzio, natura e distruzione.

Termesso, Tuchia

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Termesso, dove la natura si fonda con la storia

La vegetazione cerca ogni giorno di riprendersi il suo posto, oggi occupato (in parte) dai resti di giganteschi mausolei, vaste cisterne sotterranee, templi, imponenti mura cittadine e un teatro mozzafiato arroccato su una collina che offre panorami che si estendono per chilometri.

Ma non solo, perché tra queste rovine dimora anche un’insolita abbondanza di specie animali e vegetali rare, protette all’interno del Parco Nazionale di Mount Güllük-Termessos.

Cosa vedere

Termesso inizia a sorprendere sin da subito: le prime (e affascinanti) rovine che si incontrano risiedono in quello che oggi è il suo parcheggio. Da lì in poi, però, bisogna armarsi di abbondante acqua e forza di volontà, perché per raggiungere la altre numerose meraviglie ben conservate occorre intraprendere una salita abbastanza ripida e sentieri spesso irregolari. Uno sforzo che, certamente, verrà ripagato in quanto l’antica città di Termesso è uno dei pochi siti che è stato lasciato nel suo stato originale.

Passeggiando sulla via principale

Passeggiando sulla via principale si incontra una strada a gradini che porta in città, ma non senza perdere lo sguardo tra antiche meraviglie. Proprio da qui, infatti, si può ammirare il famoso passo Yenice, nel quale scorre l’antica via che i Termessiani chiamavano “Via del re”, le imponenti mura fortificate del periodo ellenista, cisterne e tantissimi altri resti pieni di iscrizioni.

L’antica piazza

La piazza principale dell’antica città di Termesso è un concentrato di vecchi (e preziosi) edifici, tra cui spicca senza ombra di dubbio l’agorà con le sue peculiari caratteristiche architettoniche e con cinque grandi cisterne scavate nella roccia. Una zona da visitare con interesse e con calma, soprattutto perché ideale per godersi un po’ d’ombra.

Uno sguardo al teatro

Ad est dell’agorà riposano i resti del teatro che, molto probabilmente, era l’edificio più straordinario della città. Le caratteristiche sono quelle di un teatro romano, pur mantenendo il progetto del periodo ellenista. La sua capacità totale era di circa 4000/5000 spettatori, mentre sotto al palco si trovavano cinque piccole sale in cui erano tenuti gli animali selvatici.

A 100 metri di distanza dal teatro ecco l’ odeon, ancora ben conservato in tutte le sue parti, che mostra la grande qualità dell’edilizia con pietre tagliate. Il piano superiore è decorato in stile dorico, quello inferiore è invece privo di decorazioni.

I tantissimi templi

Sui templi, a Termesso, c’è davvero l’imbarazzo della scelta: ce ne sono di varie dimensioni e tipi. Quattro di questi sorgono nei pressi dell’odeon. Il primo, di cui è rimasto solo un muro alto cinque metri, colpisce per lo splendido stile edilizio con cui è stato edificato e si ritiene che fosse dedicato al dio protettore della città, Zeus Solimeo.

Il secondo sorge invece vicino all’angolo sud-occidentale dell’odeon e sembrerebbe intitolato ad Artemide e datato alla fine del II secolo. Ad est di quest’ultimo ci sono i resti di un tempio dorico che si ritiene fosse il più grande di Termesso e, come l’altro, dedicato ad Artemide.

I templi di Termesso

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Le rovine di un bellissimo tempio di Termesso

Ci sono poi le rovine di un altro piccolo tempio costruito su una terrazza scavata nella roccia. Di particolare interesse è che, contrariamente alle regole architettoniche classiche, l’entrata si trova a destra, ad indicare che potrebbe essere stato dedicato ad un semidio o ad un eroe. Infine altri due templi di ordine corinzio e di tipo prostilo costruiti in onore di divinità sconosciute.

I grandi cimiteri

Oltre le città dei vivi, Termesso ospita anche quelle dei morti, quindi dei cimiteri. All’interno delle mura sono conservate aree di tombe scavate nella roccia, che si pensa abbiano ospitato anche Alcetas, uno dei generali di Alessandro Magno, la cui tomba è stata però saccheggiata.

Oltre a questo, sono presenti diversi sarcofagi che sono rimasti nascosti per secoli tra il groviglio di alberi, insieme a ciò che rimaneva dei corpi dei poveri che venivano sepolti in semplici pietre, argilla o legno. Le tombe di famiglie ricche, invece, erano poste in strutture straordinariamente decorate e modellate per assumere la forma del morto. Ne veniva persino riportata la genealogia, o i nomi di coloro che avevano il permesso di essere sepolti insieme a chi vi stava all’interno. Ma non è tutto, perché vi sono anche iscrizioni che annunciavano vendette divine contro chi avrebbe profanato la tomba e rubato gli oggetti.

Le altre meraviglie da scoprire

Visitando le antiche rovine di Termesso si scoprono anche altri edifici civili e religiosi particolarmente notevoli. Una delle strutture più interessanti somiglia ad una casa del periodo romano poiché vi è un’iscrizione che riporta che il sui proprietario era il fondatore della città. Quasi sicuramente non è così, perché è molto più probabile che sia un regalo fatto al proprietario per servigi straordinari resi alla comunità. Ci sono poi le antiche terme, il cosiddetto Gymnasium e una bellissima e grande tomba ornata da un elaborato rilievo di leoni.

Infine, non dimenticate di trascorrere un po’ di tempo presso il Parco Nazionale di Güllükdağı Termessos che circonda il sito, in quanto ricco di fauna selvatica, con ben 680 specie di piante e anche con il piccolo Museo della Flora e della Fauna che risulta davvero particolare e interessante.

Termesso è un segreto ben custodito della Turchia, un luogo dalla storia eccezionale e che meriterebbe ben più turismo di quello che effettivamente ha.

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Pochi turisti a Parigi per le Olimpiadi: i prezzi sono troppi alti

Da sempre, le Olimpiadi sono una forte attrattiva turistica: le città che ospitano l’evento sportivo sono letteralmente “baciate dalla fortuna” per quanto riguarda l’afflusso di visitatori, appassionati e semplici curiosi. Motivo per cui è una vera e propria tendenza quella di aumentare i prezzi in vista dell’inizio dei Giochi Olimpici. Ma quest’anno qualcosa sembra essere andare storto, e Parigi è più vuota che mai. Cosa sta succedendo?

Parigi, il flop turistico delle Olimpiadi 2024

I Giochi Olimpici 2024 sono in partenza il prossimo 26 luglio, con la scenografica cerimonia d’apertura (che da sempre accompagna questo evento) e l’avvio delle primissime competizioni. Parigi, che si prepara ormai da mesi ad uno degli appuntamenti sportivi più importanti di tutti i tempi, dovrebbe a questo punto iniziare a pullulare di turisti e avere già tutto prenotato per le prossime settimane. Tuttavia, i dati dimostrano che non è affatto così: è chiaro che sta succedendo qualcosa, e che le Olimpiadi non attraggono più persone disposte a sborsare qualsiasi cifra per assistervi.

Secondo quanto affermato da Reuters, molti appassionati stanno rinunciando all’evento perché – almeno nella gran parte dei casi – i prezzi sono considerati davvero eccessivi. I voli aerei e le prenotazioni alberghiere hanno toccato vette incredibili, e sembrano davvero in pochi coloro che sono disposti a pagare tali cifre. Addirittura, negli hotel a quattro stelle è possibile arrivare a ben 1.000 euro a notte per soggiornare nel periodo dei Giochi Olimpici – cosa che starebbe scoraggiando persino gli avventori più facoltosi.

Quali sono le conseguenze evidenti di questi aumenti di prezzo? L’indagine svolta dalla società ForwardKeys, che si occupa di tracciare le prenotazioni dei voli, ha evidenziato un aumento di quelle dirette a Parigi pari solo al 10% (rispetto allo stesso periodo dello scorso anno). Se si pensa che per i Giochi di Rio del 2016 si è registrato un aumento dei voli del 115% e che per i Giochi di Tokyo (tenuti in piena pandemia) i voli erano incrementati del 20%, si tratta di un dato davvero deludente. L’analisi di MKG, società di consulenza parigina, ha dimostrato che la situazione per le prenotazioni alberghiere è più o meno la stessa, con addirittura un calo del 25% nel mese di giugno.

L’aumento dei prezzi per l’estate

Ciò che sta succedendo a Parigi è ovviamente molto preoccupante: secondo Alan Bachand, agente di viaggi sportivi negli Stati Uniti, le prenotazioni per le Olimpiadi 2024 sono le più basse mai registrate negli ultimi 25 anni per un qualsiasi evento sportivo di tale rilievo. Si tratta di una situazione allarmante anche per l’Italia, che si sta preparando per i Giochi Olimpici invernali di Milano-Cortina 2026. È un monito affinché l’aumento dei prezzi non diventi così eccessivo da avere un effetto boomerang, riducendo notevolmente l’afflusso turistico.

Tuttavia, va evidenziato che la tendenza attuale nel settore dei viaggi sembra essere proprio questa: in molti stanno rinunciando alle vacanze per i costi eccessivi. Se dopo la pandemia si è verificata una vera e propria corsa al turismo, grazie alla voglia delle persone di tornare a scoprire posti nuovi in tutto il mondo, ora sono tanti coloro che, spaventati dal boom dei prezzi di aerei e alloggi, fanno vacanze ben più corte rimanendo vicino casa, o addirittura rinunciandovi. L’aumento delle tariffe è dunque ciò che sta rallentando il turismo, dopo una ripartenza eccezionale.

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Dry Bridge Flea Market: il mercato più celebre di Tbilisi

Visitare Tbilisi, splendida capitale della Georgia senza passare per il Dry Bridge Flea Market significherebbe tornare a casa con un’esperienza di viaggio incompleta. Situato nelle vicinanze del Palazzo Presidenziale, questo vivace mercato delle pulci all’aperto è una meta che, sin dagli anni ’50, attira persone da tutto il mondo offrendo uno spaccato affascinante sulla storia passata e presente di questa città; trasportando i visitatori in un viaggio alla scoperta del lato più autentico di Tbilisi.

La storia del Dry Bridge Flea Market

Quello che oggi è il grande mercato en-plein-air di Tbilisi, nasce insieme alla costruzione del ponte “Dry Bridge” che lo ospita. Il ponte venne costruito tra il 1847 e il 1851 durante il periodo dell’Impero Russo e ottenne il soprannome di “ponte secco” negli anni ’40, quando il ramo del fiume Mtkvari che passava sotto di esso venne deviato e il suo bacino interrato per far spazio a una strada. Il mercato iniziò a prendere forma come un piccolo raduno di abitanti locali che vendevano vecchi oggetti e, nel tempo, si è evoluto diventando un vero e proprio punto di riferimento quotidiano per gli amanti dei mercatini delle pulci e per chi è sempre alla ricerca di piccoli tesori unici. Non solo, il mercato è anche entrato tra i punti di interesse principali per chi viene a visitare la città.

Vivere il Dry Bridge Flea Market

Venditore al Dry Bridge flea Market di Tbilisi

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Un venditore e la sua bancarella al Dry Bridge Flea Market di Tbilisi

Non appena raggiunto il mercato verrai catapultato in una miscela di colori, suoni e voci. I banchetti, a volte strutturati, a volte dei semplici teli stesi per terra, offrono agli acquirenti un’ampia gamma di oggetti di tutti i tipi: dai pezzi di antiquariato ai vinili; passando per dipinti, gioielli fatti a mano, tessili e altri oggetti di vario tipo e genere. Conosciuto anche come “il mercato dei ricordi”, al Dry Bridge Market è frequente trovare anche tantissimi oggetti appartenenti all’era sovietica. Se sei a caccia di souvenir ma non vuoi portare a casa la solita calamita, questo è il posto migliore per cercarli, la destinazione perfetta per catturare un ricordo unico e portarlo via con te. Non fermarti al primo prezzo che vedi: prova a contrattare con il venditore poiché spesso – e soprattutto per i turisti – i prezzi vengono aumentati appositamente. Concediti anche il lusso di provare a parlare con loro; nonostante la barriera linguistica, i venditori sono spesso ben contenti di raccontare la storia dei propri pezzi o della propria passione, accompagnando gli acquirenti in un viaggio alla scoperta di nuove culture e di pezzi di vita altrui. Il Dry Bridge Flea Market di Tbilisi, oltre all’ampia offerta di oggettistica, ospita anche una piccola mostra all’aperto: gli artisti locali, in un parco lì nelle vicinanze, si ritrovano per esporre il proprio lavoro e vendere le proprie opere d’arte.

Dry Bridge Flea Market: qualche consiglio

Come avrai intuito, se sei in viaggio nella capitale della Georgia non puoi assolutamente esimerti dal fare un passaggio in questo caratteristico mercato delle pulci. Ecco quindi alcuni consigli pratici per organizzare al meglio la tua visita:

  • Orari di apertura: il Dry Bridge Flea Market è aperto 7 giorni su 7, ma il consiglio è di visitarlo nel weekend poiché è il momento della settimana in cui ci sono più venditori.
  • Come raggiungerlo: il mercato è facilmente raggiungibile sia a piedi che con i mezzi. Qualora optassi per la metro, la fermata più vicina è “Rustaveli”.
  • Compravendita: ricordati di portare con te dei contanti, molti venditori non possiedono POS o altri metodi per pagare con la carta. Inoltre, non aver paura di contrattare poiché è una pratica comune e rende l’esperienza davvero autentica.
  • Barriera linguistica: non tutti i venditori parlano inglese, preparati a trovare dei metodi alternativi per farti comprendere. Ne varrà sicuramente la pena.

Dintorni del Dry Bridge Flea Market: organizza al meglio la tua visita

Se stai organizzando la tua visita al mercato può esserti utile avere una panoramica completa dei suoi dintorni, così che tu possa organizzare nel modo più efficiente possibile il tuo itinerario per quella giornata. Ecco altre attrazioni da non perdere nei dintorni del Dry Bridge Flea Market:

  • Parco Dedaena: una piccola oasi verde nei pressi del mercato ideale per una passeggiata rilassante dopo lo shopping. Il parco offre ampi spazi e aree per sedersi e rilassarsi all’ombra delle fronde dei propri alberi.
  • Museo Nazionale della Georgia: con la sua vasta collezione di artefatti storici, è una tappa obbligata per chiunque sia interessato alla storia e alla cultura georgiana e si trova a breve distanza dal mercato.
  • Ponte della Pace: iconico ponte pedonale che attraversa il fiume Mtkvari, offre splendide vedute panoramiche sulla città vecchia.
  • Viale Rustaveli: viale ricco di negozi, caffè, ristoranti e altri edifici storici come il Teatro dell’Opera e del Balletto di Tbilisi e il Parlamento.
  • Chiesa di Kashveti: sempre in zona, puoi visitare la Chiesa ortodossa georgiana di Kashveti.
  • Galleria d’Arte Nazionale: per gli amanti dell’arte, sulla Rustaveli Avenue, si trova questa splendida galleria che ospita una collezione di arte georgiana, con opere che spaziano lungo un ampio continuum temporale.
  • Ristoranti e caffè tradizionali: nei dintorni del mercato puoi trovare numerosi ristoranti e caffè per scoprire l’autentica tradizione culinaria georgiana.

In sintesi, che tu sia un amante dei mercati delle pulci e ti piace passare ore a scovare offerte imperdibili e piccole gemme nascoste; o che tu sia un semplice visitatore che vuole immergersi nella cultura georgiana la tappa al Dry Bridge Flea Market a Tbilisi è d’obbligo.

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Il clima di Lubiana: quando andare e cosa aspettarsi

Lubiana, capitale della Slovenia, è caratterizzata da un clima moderato continentale con influenze mediterranee, che regalano estati calde e inverni miti. Situata tra le Alpi e il Mar Adriatico, la città gode di un clima variabile e vivace che la rende una destinazione interessante in ogni stagione.

In estate, le temperature medie oscillano tra i 20°C e i 25°C, con giornate soleggiate e cieli azzurri. Perfetto per passeggiare, visitare le attrazioni turistiche e godersi i numerosi caffè e ristoranti all’aperto. L’inverno è caratterizzato da temperature fresche che raramente scendono sotto lo zero. La neve è frequente, creando un’atmosfera suggestiva e romantica. Le stagioni primaverili e autunnali offrono un clima piacevole, con temperature miti e piogge moderate. Sono i periodi ideali per esplorare la natura circostante, fare escursioni nei boschi e ammirare i colori vivaci del foliage autunnale.

Il Clima in Primavera a Lubiana

La primavera a Lubiana segna il risveglio dal torpore invernale. Il clima diventa più mite, con un graduale aumento delle giornate soleggiate e, di conseguenza, delle temperature, che a marzo si aggirano intorno ai 10°C – 15°C, mentre le notti sono ancora piuttosto fredde, con valori che scendono a circa 0°C – 5°C.

Ad aprile, le temperature diurne aumentano, oscillando tra 15°C e 20°C, e le notti diventano meno rigide, con medie che variano tra 5°C e 10°C. Maggio è il mese in cui la primavera raggiunge il suo apice. Le temperature diurne possono raggiungere i 20°C – 25°C, mentre le notti sono miti, con valori che vanno dai 10°C ai 15°C. Le condizioni meteorologiche sono generalmente stabili, con poche giornate di pioggia. Questo rende maggio uno dei mesi migliori per visitare Lubiana e godere delle sue attrazioni all’aperto.

La primavera a Lubiana è una stagione moderatamente piovosa, con piogge che aiutano a mantenere il paesaggio verde e rigoglioso. Marzo vede una media di circa 60 mm di precipitazioni, spesso sotto forma di piogge leggere e occasionali temporali.
Ad aprile, le precipitazioni aumentano leggermente, le piogge possono essere più frequenti, ma di solito sono brevi e seguite da periodi di sole. Maggio è il mese più piovoso della primavera, con una media di circa 100 mm di precipitazioni, solitamente sotto forma di rovesci o temporali pomeridiani.

Nonostante ciò, ci sono molte giornate soleggiate che permettono di godersi le attività all’aperto. I venti primaverili a Lubiana sono generalmente leggeri e provengono spesso da sud o sud-ovest. La velocità del vento varia mediamente tra 10 e 15 km/h, offrendo una piacevole brezza che accompagna le giornate più calde.

Il Clima in Estate a Lubiana

L’estate a Lubiana offre un clima caldo e soleggiato, caratterizzato da temperature calde e piacevoli. A giugno, le medie diurne si aggirano intorno ai 22°C – 26°C, mentre le notti sono miti, con valori che scendono a circa 12°C – 16°C. Le giornate sono lunghe, con molte ore di luce solare, perfette per godersi le attività all’aperto. A luglio, le temperature raggiungono il loro picco, con medie diurne che variano tra 25°C e 30°C, mentre le notti rimangono confortevoli, con medie che oscillano tra 15°C e 19°C. E’ il mese più caldo dell’anno, con giornate spesso soleggiate e cieli azzurri. Agosto mantiene condizioni simili a luglio, ma verso la fine del mese si può avvertire un leggero calo delle temperature, che segnalano l’approssimarsi dell’autunno.

Le precipitazioni in estate a Lubiana sono moderate, con occasionali temporali che rinfrescano l’aria e mantengono il paesaggio verde e rigoglioso. Giugno registra una media di circa 90 mm di pioggia, spesso sotto forma di brevi temporali pomeridiani o serali.
Luglio è leggermente meno umido, ma anche in questo mese possono verificarsi temporali, sebbene solitamente non durano a lungo e lasciano poi spazio a cieli sereni. Agosto presenta condizioni simili, i temporali estivi sono comuni, ma le giornate rimangono prevalentemente soleggiate.

I venti estivi a Lubiana sono generalmente leggeri e provenienti da sud-ovest. La velocità del vento varia mediamente tra 10 e 15 km/h, offrendo una piacevole brezza che rinfresca le giornate più calde.

Lubiana in inverno.

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Panorama di Lubiana in inverno.

Il Clima in Autunno a Lubiana

L’autunno a Lubiana si presenta con un mix di temperature miti e fresche e colori autunnali suggestivi. A settembre le giornate sono spesso soleggiate e le temperature sono ancora abbastanza miti, con medie diurne che variano tra 18°C e 23°C, mentre le notti diventano progressivamente più fresche, con valori che scendono a circa 10°C – 15°C. A ottobre le temperature iniziano a calare più significativamente. Le medie diurne si attestano tra 13°C e 18°C, mentre quelle notturne possono avvicinarsi a 5°C – 10°C. E’ il periodo in cui i colori autunnali raggiungono il loro picco, con alberi che si tingono di rosso, arancione e giallo, creando un paesaggio spettacolare. A novembre, l’autunno a Lubiana si avvicina all’inverno. Le temperature diurne oscillano tra 5°C e 10°C, mentre le notti diventano decisamente fredde, con valori che possono scendere fino a 0°C o anche sotto. Le prime gelate notturne e occasionali nevicate leggere sono comuni verso la fine del mese, indicando l’imminente arrivo dell’inverno.

Le precipitazioni in autunno sono moderate, ma tendono ad aumentare con l’avanzare della stagione. Settembre vede una media di circa 90 mm di pioggia, spesso sotto forma di rovesci brevi. Ottobre registra un aumento, con circa 110 mm di pioggia. Novembre è generalmente il mese più piovoso dell’autunno, con una media di 130 mm di precipitazioni, che includono anche nevicate leggere verso la fine del mese.

I venti autunnali a Lubiana sono generalmente freschi e provengono spesso da nord-ovest. La velocità del vento varia mediamente tra 10 e 20 km/h, contribuendo a un raffreddamento dell’aria, specialmente nei mesi di ottobre e novembre. Le giornate ventose sono comuni, ma non raggiungono intensità particolarmente elevate.

Il Clima in Inverno a Lubiana

L’inverno a Lubiana è caratterizzato da temperature fredde e frequenti nevicate. In questa stagione Lubiana si trasforma in un paesaggio invernale incantato, con temperature fredde che possono variare significativamente da un mese all’altro. A dicembre, le temperature medie diurne si aggirano intorno ai 0°C – 5°C, mentre le notti sono fredde, con valori che scendono a circa -3°C – -5°C. Le prime nevicate sono comuni e contribuiscono a creare un’atmosfera festosa, soprattutto durante il periodo natalizio.
Gennaio è solitamente il mese più freddo dell’anno. Le temperature diurne variano tra -2°C e 3°C, mentre le notti possono essere molto rigide, con temperature che scendono fino a -10°C. Le giornate sono corte, con poche ore di luce solare, ma la neve che copre la città e le montagne circostanti rende il paesaggio suggestivo.

Febbraio vede un leggero aumento delle temperature, ma rimane comunque un mese freddo, con medie diurne che oscillano tra 1°C e 5°C, mentre le notti possono ancora essere gelide, con valori che scendono a -5°C. Verso la fine del mese, le giornate iniziano ad allungarsi e le temperature possono aumentare leggermente, segnalando l’approssimarsi della primavera.

Le precipitazioni invernali a Lubiana sono prevalentemente nevose, con una media di precipitazioni mensili di circa 80 mm, con abbondanti nevicate, soprattutto a gennaio. I venti invernali a Lubiana sono generalmente freddi e provengono da nord o nord-est. La velocità del vento varia mediamente tra 10 e 20 km/h, contribuendo a un raffreddamento dell’aria, soprattutto nei giorni più gelidi. Le giornate ventose possono accentuare la sensazione di freddo, rendendo necessario un abbigliamento adeguato per proteggersi dalle basse temperature.