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Cosa vedere a Grado, storia e arte dell’Isola d’Oro

Grado è una piccola cittadina lagunare del Friuli Venezia Giulia in provincia di Gorizia. Collegata alla terra ferma da una sottile striscia di terra è una famosa località turistica e termale conosciuta anche come l’Isola d’Oro o la Prima Venezia a causa delle sue vicende storiche. Scopriamo insieme cosa fare e cosa vedere durante un soggiorno a Grado.

La storia di Grado

Situata su un’isola tra il mare e la laguna, Grado vanta oltre 1600 anni di storia. Nata in epoca romana come scalo mercantile di Aquileia, Grado deve il suo nome proprio ai tipici gradoni romani che agevolavano lo sbarco di passeggeri e merci dalle navi. Da sempre centro di grandi attività commerciali, nel IV secolo venne costruito il suo castrum, dove trovarono rifugio le popolazioni dell’entroterra scampate all’assalto dei barbari.

Lo stesso Patriarca si trasferì a Grado, spostando la sede da Venezia nella città lagunare che abbellì con edifici di culto e con la costruzione del Duomo. Il rientro del Patriarcato a Venezia nel 1451 significò per l’isola l’inizio di anni difficili, segnati da numerosi conflitti fino al 1797, quando passò sotto il dominio Austriaco per poi tornare ad essere cittadina italiana al termine della I Guerra Mondiale.

Decidere cosa vedere a Grado non sarà difficile, la città oltre ad essere una delle attrazioni turistiche più apprezzate della riviera adriatica grazie al suo mare cristallino, alle spiagge dorate e al sole, offre anche un ricco patrimonio storico e artistico, che ogni anno attira moltissimi turisti.

Panorama di Grado

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Vista della città di Grado

Cosa vedere a Grado

Il luogo perfetto per cominciare il giro della città è sicuramente il suo centro storico dal fascino veneziano, un labirinto di calli e pittoreschi cortili, sul quale si affacciano le case colorate dei pescatori, un mondo magico e incantevole che vi porterà in un viaggio a ritroso nel tempo. Il campo dei Patriarchi è il fulcro del periodo tardo romano e veneziano, qui si affaccia la Basilica di Sant’Eufemia, cattedrale del Patriarcato di Aquileia per più di otto secoli, almeno fino a quando il titolo non venne ceduto a Venezia. Restaurata nella prima metà del Novecento secondo l’originario progetto voluto dal vescovo Elia nel 579, la facciata presenta un bel campanile quattrocentesco con in cima un arcangelo giravento (l’Anzolo), una statua in rame dell’Arcangelo San Michele, da tempo diventato il simbolo della città vecchia.

L’interno dell’edificio è suddiviso in tre navate da eleganti colonne in marmo e presenta uno splendido pavimento con mosaici del VI secolo. Sul fianco destro della Basilica si trova il Lapidario con reperti romani e paleocristiani, mentre sul lato sinistro sorge il Battistero, di forma ottagonale che conserva tre sarcofagi e are funerarie romane del III a.C.. Nella Basilica è conservato anche il prezioso Tesoro del Duomo, con le reliquie dei santi patroni della città Ermacora e Fortunato.

Un altro capolavoro da vedere a Grado è senza dubbio la Basilica di Santa Maria delle Grazie, meta religiosa della popolazione locale e costruita nel IV secolo in stile paleocristiano, all’interno della quale si possono ammirare l’altare, l’acquasantiera e la statua lignea della Madonna delle Grazie. Da non perdere è anche Piazza Biagio Marin, dedicata al grande poeta, cantore della laguna che nacque proprio qui a Grado nel 1891.

Sempre in piazza Marin, attraversando lunghe passerelle di vetro, si giunge alla Basilica della Corte dove si possono ammirare alcuni sarcofagi e i resti delle mura dell’edificio, riportati alla luce nel 1902, grazie alla ristrutturazione della piazza, ma anche i Giardini del Municipio e il sontuoso e rinnovato Hotel Fonzari, il più antico di Grado. Proseguendo verso campo dei Santi Ermagora e Fortunato si arriva al Lungomare Nazario Sauro, undici chilometri di spiagge, con splendide ville, meravigliosi giardini, residence e negozi esclusivi: da qui il panorama si allarga sul mare aperto e nelle giornate più limpide si possono scorgere tutta la riviera di Trieste e la costa dell’Istria.

Grado, spiaggia

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Una spiaggia nei pressi di Grado

Chi è interessato a una visita naturalistica e religiosa può prendere il traghetto (circa 20 minuti di viaggio), che collega Grado all’isola di Barbana dove potrà ammirare l’antichissimo Santuario della Madonna, oggi sede di una comunità di Frati Minori Francescani. Qui, dal lontano 1237, si festeggia anche il famoso Perdòn e ogni prima domenica di luglio, il paese è addobbato a festa, mentre una lunga processione di barche colorate si dirige verso l’isola di Barbana, per rinnovare un antico voto alla Madonna che avrebbe salvato il paese da una terribile epidemia di peste.

Per concludere la vacanza in bellezza vi consigliamo un bel trattamento curativo o estetico presso le Terme Marine di Grado e, a seguire, un ottima cena nel centro della città vecchia presso la tavernetta all’Androna, che vanta una lunga e rinomata tradizione nella preparazione di piatti a base di pesce accompagnati da un ottimo vino friulano.

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Bangkok, la capitale tra futuro e tradizione

Bangkok è la vibrante e affascinante capitale della Thailandia, una città che incanta e sorprende con il suo straordinario mix di modernità e tradizione.

La città di Bangkok, che si trova lungo il fiume Chao Phraya, è una metropoli in costante evoluzione, dove i grattacieli futuristici si ergono accanto ai templi antichi, e i mercati tradizionali  e piccole case, che sembrano appartenere ad un’altra epoca, convivono con i centri commerciali di lusso. Ecco come andare alla scoperta di Bangkok e scoprire le sue attrazioni principali, la sua cultura unica e fornendo consigli pratici per organizzare al meglio il viaggio in questa grande città simbolo del sud est asiatico.

Le origini: storia e cultura di Bangkok

Fondata nel 1782, Bangkok è diventata la capitale della Thailandia sotto il regno dell’antico Re Rama I. Da allora, la città ha vissuto una crescita esponenziale, passando da essere un piccolo villaggio di pescatori fino a diventare una delle metropoli più dinamiche ed importanti del continente asiatico. La storia di Bangkok, inoltre, è strettamente legata alla dinastia Chakri, che continua a governare il paese ancora oggi.

La cultura di questa metropoli è una fusione unica di influenze thailandesi, cinesi, indiane ed occidentali. La città è molto conosciuta anche per la sua ospitalità ed il sorriso dei suoi abitanti, conosciuti come il “sorriso thailandese”. La religione predominante in città, come del resto nell’interna Thailandia, è il Buddhismo Theravada, i cui ideali caratterizzano la vita quotidiana e le tradizioni dei cittadini locali.

Skyline di Bangkok all'alba, con grattacieli futuristici in primo piano

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Skyline di Bangkok all’alba

Cosa vedere a Bangkok: le attrazioni principali

Il Grande Palazzo Reale e Wat Phra Kaew

Il Grande Palazzo Reale è senza dubbio una delle principali attrazioni della città di Bangkok. Il complesso venne costruito nel 1782, quando questi edifici servivano come residenza ufficiale del Re di Thailandia. All’interno del palazzo reale si trova il Wat Phra Kaew, il Tempio del Buddha di Smeraldo, che ospita la statua del Buddha più venerata di tutto il Paese. La visita al Grande Palazzo Reale è in grado di trasportare i visitatori in un viaggio nel tempo, alla scoperta della storia della monarchia thailandese, osservando anche l’affascinante architettura tradizionale thai.

Il tempio di Wat Arun

Conosciuto come il tempio dell’alba, Wat Arun è uno dei templi più iconici della città di Bangkok. Il tempio si trova sulla riva occidentale del fiume Chao Phraya ed è famoso per la sua imponente prang, ovvero la sua torre centrale, decorata con mosaici di porcellana colorata unici nel loro genere. La salita alla cima della torre offre una vista spettacolare sulla città e sul fiume, rendendo Wat Arun un luogo imperdibile per i visitatori e per osservare Bangkok da un’angolatura differente.

Il Buddha sdraiato al tempio di Wat Pho

Il tempio Wat Pho, anche conosciuto come Tempio del Buddha Sdraiato, è un altro tempio assolutamente imperdibile a Bangkok. Il tempio ospita una gigantesca statua dorata del Buddha sdraiato, lunga 46 metri e alta 15 metri, che viene visitata quotidianamente da centinaia di turisti e credenti provenienti non solo dalla Thailandia, ma da tutto il mondo.

Wat Pho è anche il luogo di nascita del tradizionale massaggio thailandese ed i visitatori possono godere di un autentico massaggio rilassante all’interno del tempio, previa prenotazione, che può avvenire comodamente online e che si consiglia di effettuare a causa del grande afflusso di interessati a questa pratica.

Fotografia interna del tempio di Wat Pho, con la famosa statua del Buddha Sdraiato in oro

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Famosa statua del Buddha Sdraiato, nel tempio di Wat Pho

Mercati e vita notturna della capitale

Bangkok è famosa anche per i suoi mercati vivaci e colorati, che sono in grado di offrire un’esperienza di shopping unica per i visitatori della città. Tra i più famosi ci sono il Chatuchak Market, uno dei mercati all’aperto più grandi del mondo, nel quale è possibile trovare assolutamente di tutto ed è diviso in diverse zone, all’interno delle quali è possibile trovare addirittura diverse specie di animali vivi. Inoltre, è famoso Bangkok il mercato notturno di Patpong, noto per la sua atmosfera vivace e le sue bancarelle di artigianato locale e dove è possibile acquistare souvenirs.

Inoltre, la vita notturna di Bangkok è altrettanto vibrante, con una vasta gamma di opzioni che vanno dai bar sui tetti dei grattacieli, i rooftop bar come lo Sky Bar al Lebua State Tower, ai club di musica elettronica e ai locali di cabaret. C’è anche la famosa Khao San Road, strada punto di riferimento per i backpackers, ricca di bar, ristoranti, bancarelle di street, locali notturni e tanto altro.

Consigli pratici per il viaggio

Quando visitare Bangkok
Il clima di Bangkok è tropicale, con tre principali stagioni: la stagione calda (marzo-maggio), la stagione delle piogge (giugno-ottobre) e la stagione fresca (novembre-febbraio). La stagione fresca è il periodo migliore per visitare la città, con temperature più miti e meno umidità.

Come muoversi a Bangkok

Muoversi a Bangkok può rappresentare una vera e propria sfida a causa del traffico intenso, ma ci sono diverse opzioni di trasporto disponibili. È consigliabile, ad esempio, utilizzare diverse app di trasporto, molto utilizzate nel sud est asiatico, come Grab e Bolt, che consentono di evitare eventuali incomprensioni ed ottenere tariffe trasparenti.

La rete di trasporti pubblici di Bangkok, inoltre, è in continua espansione e modernizzazione. Oltre ai classici taxi ed i tradizionali e comuni tuk-tuk, infatti, la città è servita da una metropolitana efficiente, conosciuta con la sigla MRT, e da un sistema di treni sopraelevati, chiamata BTS Skytrain. Questi mezzi collegano le principali aree urbane della città. Inoltre, il recente lancio del treno ad alta velocità e la prevista espansione dell’aeroporto di Suvarnabhumi sono segni del continuo sviluppo infrastrutturale della città.

Dove alloggiare a Bangkok?

Bangkok è una città che offre una vasta gamma di opzioni di alloggio. È possibile trovare che vanno dagli ostelli economici agli hotel di lusso. Le aree più ricercate sono quelle di Sukhumvit, Silom e Sathorn, che sono tra le più popolari per i turisti, grazie alla loro posizione centrale e alla vicinanza ai principali punti di interesse della città.

Bangkok è una città magica, che incanta con il suo mix unico di tradizione e modernità. Dalle antiche meraviglie dei suoi templi ai grattacieli futuristici che dominano la skyline, la capitale thailandese offre un’esperienza di viaggio senza eguali nel sud est asiatico. Con la sua cultura vibrante, la deliziosa cucina tradizionale ed una gamma infinita di attrazioni, Bangkok è una destinazione che promette di lasciare un’impronta indelebile nel cuore di ogni visitatore. Organizzare un viaggio a Bangkok significa prepararsi a un’avventura ricca di scoperte, emozioni e ricordi indimenticabili.

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Cammini sul Lago d’Orta, lungo splendidi sentieri naturali

Il lago d’Orta è uno dei gioielli naturali nascosti del Piemonte, una destinazione meno nota rispetto ai vicini Lago Maggiore e Lago di Como, mete di un flusso di turisti sicuramente più elevato, ma non per questo motivo meno affascinante. Il lago d’Orta si trova in una cornice naturale incantevole, circondato da montagne verdi e borghi pittoreschi ed offre una vasta gamma di sentieri naturali che permettono ai visitatori di immergersi nella bellezza del paesaggio e nella tranquillità dell’ambiente.

La magia del lago d’Orta

Il lago d’Orta, che viene anche chiamato Cusio, è un luogo famoso per la sua bellezza e per l’atmosfera romantica e tranquilla che pervade i suoi dintorni. Orta San Giulio, che ne è il borgo principale, è un vero e proprio gioiello medievale con stradine acciottolate, palazzi antichi e la suggestiva ed iconica isola di San Giulio, situata proprio al centro del lago. Ma oltre a queste attrazioni, il territorio circostante offre numerose opportunità per gli amanti del trekking e delle passeggiate nella natura.

Vista aerea delle colline che circondano il Lago d'Orta in Piemonte

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Colline che circondano il lago d’Orta, in Piemonte

Sentieri imperdibili nei dintorni del lago d’Orta

Sentiero Azzurro

Il Sentiero Azzurro è uno dei percorsi più famosi e affascinanti nei dintorni del lago d’Orta. Percorrendo questo sentiero panoramico è possibile visitare due dei borghi più pittoreschi del lago. Infatti, questo cammino collega Orta San Giulio a Pella passando attraverso boschi, prati e proseguendo lungo le rive del lago.

Il percorso inizia a Orta San Giulio, dove è possibile visitare la suggestiva Piazza Motta, che è anche il punto di partenza per l’isola di San Giulio. Da qui, il sentiero si snoda verso la collina del Sacro Monte di Orta, un sito UNESCO noto per le sue cappelle affrescate dedicate a San Francesco d’Assisi. Proseguendo lungo il sentiero, è possibile immergersi nel fitto bosco piemontese, offrendo viste spettacolari sul lago e sulle montagne circostanti. Durante la camminata, si incontrano piccoli borghi e antiche chiesette, come la Chiesa di San Filiberto a Pella, che merita sicuramente una sosta.

  • Partenza e arrivo: Orta San Giulio – Pella
  • Difficoltà del sentiero: media
  • Durata: circa 3 ore

Anello di Ameno

Un altro percorso interessante nella zona del lago d’Orta è l’Anello di Ameno. Questo sentiero naturale, che offre una visione completa delle colline che circondano il lago, passa attraverso i rigogliosi boschi di castagni e faggeti, oltre che nei pressi numerose ville storiche e cascine, caratteristiche della zona.

L’itinerario del sentiero parte dal centro di Ameno, piccolo borgo piemontese ricco di storia ed arte, e si snoda attraverso boschi e prati verdi, che si affacciano sul Lago d’Orta. Lungo il percorso, si attraversano edifici storici come Villa Nigra, una delle residenze più belle della zona.

  • Partenza e arrivo: Ameno
  • Difficoltà del sentiero: facile
  • Durata: circa 2 ore

Sentiero del Quadrifoglio

Il sentiero del Quadrifoglio è probabilmente il sentiero naturale più impegnativo fra quelli che circondano il lago d’Orta, ideale per gli escursionisti esperti. Questo sentiero circolare parte da Omegna e attraversa la Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte di Orta, offrendo viste spettacolari sul lago e sui dintorni.

Il percorso del sentiero naturale del Quadrifoglio inizia a Omegna, un vivace centro cittadino situato sulla sponda nord del lago e da qui si snoda verso la Riserva Naturale del Sacro Monte di Orta, attraverso i boschi fitti ed i prati che rendono questa zona un vero e proprio paradiso naturale nel cuore del Piemonte. Il sentiero del Quadrifoglio offre numerosi punti panoramici, da cui si può ammirare la bellezza del lago d’Orta. Lungo questo percorso, si incontrano diverse cappelle affrescate e piccoli santuari, che aggiungono un tocco spirituale a questo sentiero naturale del Piemonte.

  • Partenza e arrivo: Omegna
  • Difficoltà del sentiero: alta
  • Durata: circa 5 ore

Sentiero della Madonna del Sasso

Un percorso breve, ma allo stesso tempo suggestivo, è quello che conduce alla Madonna del Sasso, un santuario situato su una spettacolare rupe che domina il lago. Il sentiero parte dal piccolo borgo medievale di Boleto, un pittoresco villaggio situato sulle colline che circondano il lago, e sale fino al santuario. Il sentiero sale gradualmente lungo i boschi, fino a raggiungere il santuario, da dove la vista sul Lago d’Orta e sulle montagne circostanti è semplicemente spettacolare, creando ricordi indimenticabili.

  • Partenza e arrivo: Boleto
  • Difficoltà del sentiero: media
  • Durata: circa 1 ora
Veduta aerea del Santuario della Madonna del Sasso

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Santuario della Madonna del Sasso, nelle vicinanze del lago d’Orta

Consigli pratici per le escursioni al lago d’Orta

Per godere appieno delle escursioni sul Lago d’Orta, è importante essere ben equipaggiati. Ad esempio, è importante vestire scarpe da trekking, che risultano indispensabili per affrontare in sicurezza questi fantastici sentieri naturali. Da prestare molta attenzione anche agli zaini, che dovrà contenere acqua e snack per avere con sé tutto l’occorrente, ed all’abbigliamento, che si consiglia a strati e al quale aggiungere anche una giacca impermeabile, per contrastare eventuali e rapidi cambiamenti climatici.

Questo splendido lago si trova  tra le province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola. Facilmente raggiungibile in auto da Milano, che dista circa 80 km, e da Torino, che invece dista circa 120 km, il il Lago d’Orta può essere visitato in qualsiasi periodo dell’anno, ma i mesi migliori per le escursioni sono sicuramente la primavera e l’autunno, quando le temperature sono miti e i colori della natura sono più vivaci. L’estate è ideale per chi vuole combinare le escursioni con un po’ di relax in riva al lago, allo stesso modo l’inverno può offrire un’atmosfera magica, con le montagne innevate.

Questi sentieri naturali sono sicuramente meno impegnativi di molti cammini d’Italia, che si possono intraprendere durante tutto l’anno, ma allo stesso tempo il Lago d’Orta è una destinazione perfetta per chi cerca una vacanza all’insegna della natura e delle attività all’aperto, proprio come le camminate lungo questi sentieri naturali.

I sentieri naturali che circondano il lago offrono esperienze uniche, permettendo ai visitatori di scoprire angoli nascosti e di immergersi nella bellezza di un paesaggio incontaminato come questo nel cuore verde del Piemonte. Una destinazione ideale escursionisti esperti, ma anche per i semplici amanti delle passeggiate all’aria aperta. Il Lago d’Orta saprà conquistare gli amanti con i suoi panorami mozzafiato e la sua atmosfera incantata.

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Riserva Naturale Zompo Lo Schioppo, cosa fare in questo magico angolo d’Abruzzo

L’Abruzzo è una terra che ha un potere straordinario: quello di emozionare a ogni passo chiunque l’attraversi e la scopra per la prima volta, o per l’ennesima. Le sue meraviglie paesaggistiche non si contano, alcune sono ben note a tutti, ma ci sono luoghi ancora poco conosciuti che vale assolutamente la pena esplorare, custodi di segreti che attendono solo di svelarsi allo sguardo dei visitatori/spettatori.

Ne è uno splendido esempio la Riserva Naturale Zompo Lo Schioppo, un’area protetta compresa nel comune di Morino, situato al centro della Valle Roveto, in provincia dell’Aquila. L’acqua, con i suoi scenografici salti, è l’elemento dominante in questa oasi felice che incantò anche lo scrittore Alexandre Dumas. Non ci resta che mostrarvela, in tutta la sua prodigiosa bellezza.

Immersione nella natura della Riserva Zompo Lo Schioppo

La Riserva Naturale Zompo Lo Schioppo si estende per 1025 ettari nella Valle Roveto, una profonda incisione che si estende per circa 30 km nel cuore dell’Appennino laziale-abruzzese, tra il Parco Regionale dei Monti Simbruini e il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise.

In quest’area si può ammirare la varietà delle componenti ambientali e umane, che integrandosi hanno dato vita a un paesaggio complesso e unico per molti aspetti. Nelle aree più vicine al centro abitato, si susseguono campi coltivati, filari di viti e boschi con querce imponenti, mentre nelle zone più elevate, faggi colonnari e tassi popolano la foresta attraversata dal torrente Romito.

Dalle creste montane al fondovalle coltivato, lo sguardo spazia tra specie rare e di pregio: dai salici e pioppi, che insieme all’ontano nero, costeggiano le rive del torrente, a muschi ed epatiche che formano un tappeto morbido sulle rupi nei pressi della imponente cascata, sotto la quale resiste un bosco di faggio, con molti esemplari secolari che si snodano fra i mille rivoli dei ruscelli intorno. L’immersione nel verde continua tra lecci, aceri campestri, carpini neri, cerri e un popolamento di tasso di grande importanza, oggetto del progetto LIFE “Conservazione della faggeta appenninica con Taxus ed Ilex”, finanziato dall’Unione Europea.

L’incredibile varietà paesaggistica favorisce la ricchezza faunistica, con lo stabilirsi di numerose specie animali, dal cuculo, nelle aree di margine a valle, ai gracchi corallini delle quote più elevate. Negli ambienti di rupe ci si imbatte in esemplari rari, come il gufo reale o il falco pellegrino, mentre la faggeta ospita molte specie di grande interesse scientifico e naturalistico, tra cui l’orso bruno marsicano e il lupo appenninico. Non manca l’incontro con un anfibio piuttosto raro, la salamandrina dagli occhiali, nelle zone più umide, mentre è davvero curiosa la presenza di ben sei specie di picchi che la popolano, ognuno con caratteristiche diverse. L’attrazione più emozionante di questa incredibile area protetta in Abruzzo è, però, la spettacolare cascata che dà il nome alla Riserva: Zompo lo Schioppo.

La scenografica cascata Zompo lo Schioppo

C’è un legame stretto tra il paesaggio della Riserva e l’elemento acqua, talmente marcato da condizionarne tanto l’aspetto quanto l’ecosistema. La suggestione che ne deriva stregò anche la penna di Alexandre Dumas, che nel suo diario di viaggio in Marsica e Fucino scrisse: “In fondo alla cerchia dei monti una stupefacente cascata sgorga dalla roccia… sembra quasi una striscia bianca e sinuosa che, con un salto di 150 piedi, cade in un bacino spumeggiante da cui fuoriesce un fiumicello argenteo che dopo aver serpeggiato per la valle va a gettarsi nel Liri sotto Morino”.

La scenografica cascata naturale di Zompo Lo Schioppo, la più alta dell’Appennino dopo quelle del Rio Verde di Borrello, in provincia di Chieti, si origina in cima ai rilievi montuosi, su pareti assolate e a strapiombo. Si tratta di una sorgente carsica intermittente che si estingue annualmente nei mesi estivi e autunnali. L’acqua sgorga da una ripida parete calcarea con uno spettacolare salto di oltre 130 metri, che si attiva in primavera, quando la falda acquifera contenuta in un sistema di cavità ancora sconosciute s’innalza con lo scioglimento delle nevi in quota.

I boschi di faggio fanno da protezione a questo sistema, ma è l’acqua uno degli elementi che più caratterizza quest’area incontaminata, disegnandone il paesaggio. Scorre impetuosa dentro la montagna, s’insinua in doline e pozzi, si spinge tra le rocce calcaree, prende corpo nelle grotte per poi riaffiorare in sorgenti copiose, come quella della Pantaneccia, che garantisce il fabbisogno idrico della Valle Roveto.

La scenografica cascata Zompo Lo Schioppo in Abruzzo

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La spettacolare cascata naturale di Zompo Lo Schioppo, tra le più alte dell’Appennino

L’Ecomuseo della Riserva, un’esperienza unica

Risorse ambientali così straordinarie, che fanno dell’Abruzzo una meta ambita dagli amanti della natura,  vanno certamente salvaguardate e valorizzate. In quest’ottica, le iniziative della Naturale Zompo Lo Schioppo puntano a prospettive di sviluppo e occupazionali fortemente legate al territorio e alla sua popolazione. Dai campus creativi alle campagne di sensibilizzazione ed educazione per riflettere sulla “sostenibilità-insostenibilità” dei modelli socioeconomici, sono diverse le proposte ideate per visitatori e abitanti del luogo.

Ed è con questo spirito che nel 2000 è stato inaugurato l’Ecomuseo della Riserva, ospitato in un antico edificio nella frazione Grancia. Si tratta del primo tassello di una futura rete eco-museale pensata per far convivere nello stesso luogo un Museo territoriale sugli aspetti naturalistici e storico-etnoantropologici dell’area, un Centro Visita della Riserva Naturale e un Laboratorio didattico per educare a un uso appropriato delle risorse ambientali.

Un museo partecipato e interattivo che offre a visitatori e residenti, servizi culturali, didattici, formativi, di progettualità, per diffondere una cultura ambientale collettiva, raccontando al contempo anche la comunità di Morino. Lo spazio, concepito in modo diversificato nel linguaggio e nei contenuti, per permettere così ad adulti e bambini di vivere appieno l’esperienza culturale, include inoltre una biblioteca ambientale, una bibliomediateca, una sala di smielatura e un giardino didattico.

Un territorio da scoprire e un “Borgo Rifiorito”

La storia di queste montagne è stata attraversata, nei secoli, da terremoti disastrosi, l’ultimo dei quali, avvenuto il 13 gennaio 1915, ha cambiato irrimediabilmente il volto della Valle Roveto, sia nei suoi aspetti paesaggistici sia nelle sue dinamiche socio-culturali. L’abbandono degli insediamenti medievali e il conseguente spostamento degli abitanti verso il fondovalle ha provocato uno “sdoppiamento” dei centri urbani, vedendo sorgere il nuovo edificato accanto ai vecchi ruderi. La piazza d’erba con il fontanile e le stradine tra le mura diroccate sono ciò che resta dell’antico centro, svelandosi in tutto il loro fascino e offrendo un punto panoramico privilegiato con vista sulle rupi, sulla cascata di Zompo Lo Schioppo e sull’intera Valle Roveto.

Dopo il progetto di recupero e valorizzazione, denominato “Il Borgo Rifiorito”, lo scorso maggio il riqualificato borgo di Morino Vecchio è stato restituito alla comunità nel suo pieno splendore. Grazie a una profonda opera di messa in sicurezza, sono stati recuperati straordinari percorsi fatti di storia, memoria e spettacolo della natura che sono propri di questi luoghi dall’enorme valore paesaggistico.

Gli itinerari della Riserva: info utili

Nella Riserva Naturale Zompo Lo Schioppo sono presenti aree di sosta e diversi sentieri, alcuni dei quali ricalcano antichi tracciati creati per le attività agro-silvo-pastorali, mentre altri, più prettamente escursionistici, coincidono con la rete dei sentieri segnalati dal CAI. Nello specifico si possono distinguere in due categorie:

  • sentieri tematici, con una difficoltà minore, adatti anche a escursionisti poco esperti, bambini e anziani, tutti dotati di pannelli esplicativi per la lettura del paesaggio, la storia e la natura dei luoghi
  • sentieri escursionistici, più lunghi e impegnativi, segnalati solo con segnaletica orizzontale CAI, e con cartelli direzionali collocati in prossimità degli accessi e degli incroci

Le aree di sosta – dello Schioppo, Piano Sacramento, la Fossa – sono dotate di tavoli, panche e punti fuoco, servizi igienici e spazio ristoro.

I sentieri più suggestivi da fare nella Riserva

Se desiderate scoprire la pratica della pastorizia di Rendinara dovete percorrere il Sentiero della Pastorizia, che collega l’area di sosta dello Schioppo con il polo Ecomuseale sulla pastorizia di Rendinara. Si tratta di un percorso di interesse storico-antropologico, che permette di leggere i segni lasciati da una pratica ancora molto viva in questi luoghi.

Il Sentiero di Morino Vecchio offre, invece, l’occasione di scoprire la storia dell’antico borgo distrutto dal terremoto del 13 gennaio 1915. Può essere percorso agevolmente tutto l’anno a piedi, a cavallo o in bicicletta. Un itinerario altrettanto suggestivo è il tracciato ad anello della cascata, che passa accanto all’area in cui si può osservare il capriolo, tocca il Rifugio dello Schioppo, e raggiunge la parete calcarea verticale da cui, in primavera, sgorga la sorgente dello Schioppo che origina la spettacolare cascata. Subito dopo il sentiero ridiscende, tra i boschi di faggio, tornando al punto di partenza.

Tra i sentieri più affascinanti della Riserva, spicca il Sentiero Cauto, che supera un dislivello di circa 300 metri in circa 3 km. Il percorso emoziona sia per gli scorci paesaggistici sia per la presenza dell’eremo di Santa Maria del Cauto. Immersa nel silenzio, a mille metri di quota, questa splendida chiesa rupestre custodisce pitture murali che raffigurano alcune scene di vita riguardanti Santa Caterina di Alessandria e un ritratto di San Clemente di Roma.

La natura incontaminata della Riserva Zompo lo Schioppo

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Il legame stretto tra il paesaggio della Riserva e l’elemento acqua
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Le terme più belle della Basilicata

La Basilicata è una regione ricca di storia e di bellezze naturali. Si tratta di una meta ideale per chi desidera rilassarsi e rigenerarsi immerso fra i diversi e affascinanti paesaggi, le città ricche di storia ed i numerosi borghi, meta turistica di molti turisti proveniente da tutto il mondo.

A tutto questo vanno aggiunte anche altre destinazioni che possono sicuramente rigenerare i visitatori di questa fantastica regione: le sue preziose sorgenti termali. Questo territorio, infatti, offre centri termali rinomati a livello nazionale per la purezza delle loro acque e l’efficacia curativa dei trattamenti proposti all’interno. Sono centri termali immersi in paesaggi unici e lontani dal caos delle grandi città. Questi centri termali della Basilicata rappresentano un’oasi di benessere e tranquillità. Ecco quali sono i centri termali più conosciuti della Basilicata e dove si trovano!

Terme lucane di Latronico

Le terme lucane di Latronico, situate nella provincia di Potenza, sono un vero e proprio gioiello immerso nel Parco Nazionale del Pollino, il più grande parco naturale d’Italia. Queste terme sono conosciute fin dall’epoca preistorica, quando venivano utilizzati per svolgere rituali sacri dagli abitanti della zona, con obiettivi legati al culto delle acque salutari. Oggi, le terme di Latronico offrono un’esperienza di benessere completa ai propri visitatori grazie alle loro acque termali che sgorgano ad una temperatura di circa 22°C e da tre diverse sorgenti: la Piccola, con acque sulfuree, e la Grande e la Media, con acque bicarbonato-calciche.

Queste acque, grazie alle loro proprietà, sono molto indicate per il trattamento di varie patologie, tra cui quelle dell’apparato respiratorio, uditivo, reumatiche e dermatologiche. Lo stabilimento termale di Latronico offre numerosi servizi, tra cui la balneoterapia, la fangoterapia, le inalazioni aerosol, il linfodrenaggio, i massaggi terapeutici e la magnetoterapia. Inoltre, sono presenti una palestra, un centro estetico e un bar, per garantire un’esperienza di relax e benessere completa.

La posizione privilegiata di queste terme lucane permette di unire il soggiorno termale all’esplorazione delle bellezze naturali e culturali della zona. Tra le mete da non perdere ci sono le bellissime coste di Maratea, il suggestivo lago di Senise e le cime del Monte Sirino, dove è anche possibile anche sciare durante la stagione invernale. Questo rende la zona la destinazione ideale per chi è alla ricerca di una vacanza all’insegna del benessere e dell’avventura.

Terme di Rapolla

Le terme di Rapolla, che sono conosciute anche come Terme Ala, si trovano nella parte nord della Basilicata, vicino al confine con la Puglia e nel suggestivo borgo medievale di Rapolla, in provincia di Potenza. Questo stabilimento termale, nato alla fine del diciannovesimo secolo, è molto famoso per la professionalità dei suoi trattamenti e per gli ambienti suggestivi in cui si trovano.

Le acque delle terme di Rapolla sgorgano da due sorgenti e sono classificate come acque salso-solfato-bicarbonato-alcaline. Proprio per questo motivo, queste acque sono particolarmente indicate per il trattamento di reumatismi, problemi articolari, malattie dell’apparato respiratorio, malattie dismetaboliche e del sistema nervoso periferico, manifestazioni nevralgiche e malattie cutanee croniche. I trattamenti offerti dalla struttura includono balneoterapia, fangoterapia, massaggi antistress, mesoterapia, pressoterapia, shiatsu e inaloterapia.

La vicinanza delle terme alla famosa città dei Sassi, Matera, rende questo centro termale un punto di partenza ideale per un tour culturale della Basilicata.

Vista del Borgo di Rapallo in Basilicata e della sua chiesa principale

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Vista del Borgo di Rapallo in Basilicata

Le terme di Aliano

Un’altra località termale, meno conosciuta delle precedenti, ma comunque molto affascinante è Aliano, situata nella provincia di Matera. Le Terme di Aliano sono famose nella regione per le loro acque solfuree, che sgorgano naturalmente ad una temperatura di circa 28 gradi. Queste acque sono particolarmente efficaci nel trattamento di malattie reumatiche e della pelle, nonché nelle affezioni dell’apparato respiratorio.

Le terme di Aliano, sono situate in una zona di straordinaria bellezza paesaggistica ed offrono anche l’opportunità di esplorare il suggestivo centro storico del borgo di Aliano, famoso per i suoi calanchi e per essere stato luogo di esilio di Carlo Levi, scrittore, pittore ed ex senatore italiano, autore del celebre libro “Cristo si è fermato a Eboli”. Un soggiorno presso le terme di Aliano permette di combinare il benessere termale con la scoperta di una delle aree più affascinanti e meno conosciute della Basilicata.

Vista del borgo di Aliano e delle campagne circostanti

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Vista del borgo di Aliano e delle campagne circostanti, Basilicata

Perché scegliere le terme della Basilicata?

Oltre agli effetti benefici delle terme della Basilicata, scegliere di visitare e usufruire dei benefici di questi centri termali può portare il visitatore a scoprire una regione, come quella lucana, affascinante e forse ancora poco conosciuta. Oltre alle terme infatti, è possibile vivere altre esperienze sul territorio.

Esperienze enogastronomiche e culturali della Basilicata

Un soggiorno termale in Basilicata non sarebbe completo senza un’immersione nelle tradizioni enogastronomiche e culturali di questa regione del mezzogiorno d’Italia. La Basilicata, infatti, offre una cucina genuina e ricca di sapori, con piatti tipici come i peperoni cruschi, la pasta fatta in casa, come i cavatelli e gli strascinati, il baccalà alla lucana ed i famosi formaggi locali, oltre che vini famosi del territorio, come, ad esempio, l’aglianico.

La regione è anche ricca di eventi culturali e folcloristici durante tutto l’anno. Famoso, ad esempio, il carnevale di Tricarico, ma anche tutte le varie sagre paesane che celebrano i prodotti tipici locali, soprattutto durante il periodo estivo. Visitare, inoltre, i piccoli borghi della regione, con le loro chiese, i castelli e le case in pietra, offre l’opportunità di scoprire un patrimonio culturale unico e affascinante ed immergersi nelle meraviglie della Basilicata, considerata la più accogliente d’Italia.

Escursioni e trekking per gli amanti della natura

La Basilicata è una destinazione perfetta anche per gli amanti della natura e delle attività all’aria aperta. Oltre ai benefici delle acque termali, la regione offre numerosi percorsi di trekking che permettono di esplorare paesaggi unici e mozzafiato. Tra i percorsi più suggestivi ci sono sicuramente quelli nel Parco Nazionale del Pollino, che è il più grande parco naturale d’Italia, in grado di offrire una vasta gamma di sentieri di diversa difficoltà, adatti sia ai principianti che agli escursionisti più esperti.

Un’altra meta imperdibile per gli amanti della natura è anche il Parco della Murgia Materana, che offre panorami spettacolari sui canyon e sulle grotte dei Sassi di Matera. Qui è possibile fare escursioni a piedi, in mountain bike o a cavallo, immergendosi in un paesaggio unico e ricco di storia.

Le terme della Basilicata rappresentano una meta ideale per chi è alla ricerca di relax, benessere e contatto con la natura, ma anche scoperta delle tradizioni locali e dei suoi sapori. Le Terme Lucane di Latronico, Rapolla e Aliano offrono trattamenti efficaci e rigeneranti in contesti paesaggistici di straordinaria bellezza. Un soggiorno termale in Basilicata potrà essere arricchito da esperienze culturali, enogastronomiche e naturalistiche, che rendono questa regione una destinazione unica ed affascinante.

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Dubai Notizie Viaggi

Dubai segna un nuovo record: sta per nascere l’autostrada più green al mondo

Simbolo di avanguardia e modernità, la città di Dubai sta da tempo lavorando per la sua transizione green, un obiettivo fondamentale per la sua stessa sopravvivenza – anche in ottica di un aumento della popolazione che si rivela ormai molto probabile nel corso dei prossimi anni. È su questa scia che nasce il progetto Dubai Green Spine, che prevede la realizzazione di un’autostrada sostenibile in grado di ridurre l’impronta di carbonio e l’impatto che il traffico ha sulla città.

Cos’è la Green Spine, la nuova autostrada a Dubai

La città degli Emirati Arabi vuole diventare sempre più sostenibile, anche attraverso nuovi e ambiziosi piani riguardanti la mobilità urbana. Negli ultimi mesi, è stato presentato il progetto Dubai Green Spine, una vera e propria vision futuristica che mira a trasformare il tratto urbano della E311 (l’autostrada Sheikh Mohammad Bin Zayed Road, che collega Abu Dhabi all’emirato di Ras al-Khaimah, proprio attraversando Dubai) in una passerella sostenibile lunga ben 64 km. Ma di che cosa si tratta?

Secondo gli esperti, la nuova autostrada green dovrebbe “rivoluzionare la mobilità urbana, elevare gli standard ambientali e sociali e accogliere la prevista espansione della popolazione di Dubai”. Il progetto, proposto dalla società URB (leader nel settore della pianificazione e dello sviluppo urbano), prevede la realizzazione di un corridoio pionieristico dalle caratteristiche davvero speciali. È prevista, ad esempio, una linea di tram alimentati interamente ad energia solare, grazie alla progettazione di pannelli solari in grado di produrre sino a 300 megawatt. In questo modo i cittadini potranno rinunciare all’auto e ridurre le loro emissioni di CO2.

Il passaggio ad una mobilità più sostenibile è solo parte dell’ambizioso progetto: verranno realizzati ampi spazi verdi con habitat diversi, per favorire la salute ambientale, la biodiversità e il benessere della comunità. Queste aree saranno collegate tra di loro attraverso percorsi pedonali e ciclabili, anch’essi volti a promuovere la transizione green. Infine, verranno integrati ambienti ad uso misto, combinando spazi residenziali, commerciali e ricreativi per sviluppare una vita urbana più dinamica e rendere facilmente raggiungibili i servizi quotidiani più importanti.

Dubai, l’Urban Master Plan 2040

“La Dubai Green Spine non riguarda solo i trasporti; si tratta di trasformare il modo in cui funzionano le città, rendendole più vivibili e incentrate sull’uomo. Questa iniziativa esemplifica come una pianificazione urbana integrata e ponderata possa migliorare drasticamente la vita cittadina, trasformando gli ambienti quotidiani in ecosistemi vibranti che nutrono sia le persone che il pianeta” – ha affermato Baharash Bagherian, CEO di URB. Ma il progetto autostradale non è che una piccola parte dell’Urban Master Plan 2040.

Quest’ultimo riguarda la realizzazione, nei prossimi 20 anni, di una città che possa migliorare significativamente la qualità della vita dei suoi abitanti, rivoluzionando completamente lo skyline di Dubai. Fortemente voluto da Sua Altezza Sheikh Mohammed Bin Rashid, il progetto prevede la suddivisione del centro urbano in cinque aree chiave, sviluppate ciascuna nel suo ambito in cui svolge una funzione strategica. Deira e Bur Dubai rappresenteranno ancora la tradizione degli Emirati, mentre Downtown Dubai e Business Bay continueranno a fungere da polo finanziario.

L’aspetto turistico, maggiormente legato all’intrattenimento, sarà affidato a Dubai Marina e a Jumeirah Beach Residence. Expo Dubai 2020 sarà invece la porta internazionale per mostre ed eventi sul territorio, mentre Dubai Silicon Oasis fornirà l’avanguardia in ambito tecnologico e scientifico.

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Quali piatti tipici del Montenegro assaggiare in vacanza

Il Montenegro è una gemma dei Balcani, circondato dal Mare Adriatico e incastonato tra montagne maestose, offre una combinazione perfetta di paesaggi mozzafiato, cultura ricca e naturalmente non poteva mancare la tradizione gastronomica deliziosa. Se state pianificando un viaggio o una piccola vacanza in questo angolo incantevole di mondo, preparatevi a scoprire insieme a noi piatti tradizionali che lasceranno a bocca aperta e senza parole. Il Montenegro non è solo buon cibo, tra un piatto e l’altro perché non pensare di scoprire oltre ai piatti tipici e quali provare, alcune delle attrazioni del luogo e il periodo migliore per visitarlo?

Njeguški pršut, il re dei salumi

Il Njeguški pršut è un prosciutto affumicato e stagionato, non propriamente un piatto ma sicuramente un cibo della tradizione dal sapore unico. Originario di Nieguši che è famosa per essere il luogo di origine della dinastia dei Petrović che ha governato sul Montenegro dal 1696 al 1918. Per preparare il Njeguški pršut si seguono ancora oggi le procedure antiche: i prosciutti vengono prima cosparsi di sale marino poi immersi nella salamoia e infine appesi per essere affumicati.

Dove potete assaggiare il Njeguški pršut? Il miglior luogo dove assaggiarlo è proprio Njeguški , approfittate per visitare le case di produzione tradizionali e scoprire i segreti di questo goloso salume, mentre siete in zona approfittatene  per visitare il parco nazionale del monte Lovćen, questo monte è famoso per essere la terrazza panoramica del Montenegro, non ve ne pentirete ma si può gustare ovviamente anche a Podgorica.

Kačamak, il comfort food montenegrino

Anche chiamato la polenta dei Balcani, il Kačamak è un piatto tipico del Montenegro a base di patate, farina di mais e formaggio. Decisamente un piatto rustico e sostanzioso, viene cucinato nel periodo invernale e servito accompagnato con lo yogurt. La farina viene cotta fino ad ottenere una consistenza simile al porridge per questo è chiamato anche la polenta dei Balcani. Un tempo considerato cibo dei contadini, oggi è un comfort food apprezzato che non manca nei ristoranti di cucina nazionale.

Dove gustare il Kačamak? Come anticipato, il Kačamak si trova in molti ristoranti tradizionali nelle regioni montane del Montenegro, uno dei luoghi migliori dove degustarlo è il villaggio di Žabljak, definito la capitale del turismo montano del Montenegro il villaggio si trova nel parco nazionale di Durmitor, che vi consigliamo vivamente di visitare per poter scoprire i laghi glaciali o affrontare una delle escursioni verso  le vette imponenti.

Burek, la torta arrotolata tipica dei Balcani

Il burek è uno dei piatti più iconici del Montenegro e dei Balcani in generale. Si tratta di uno sfizioso pasticcio salato, o se preferite una torta salata di pasta sfoglia o pasta fillo in alternativa, tirata sottilissima che una volta farcito con carne macinata, formaggio o spinaci viene arrotolata in forme cilindriche e cotta in teglia.

Dove assaggiare il burek? Per assaggiare un burek autentico, dovrete visitare le panetterie, approfittate della ricerca del burek perfetto e scoprite Kotor, questa cittadina antica è un vero gioiello medievale ed è patrimonio UNESCO; mentre degustate il vostro tesoro fate una passeggiata lungo le mura della città da cui si gode una vista spettacolare sulla baia.

Cosa mangiare in Montenegro

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Le specialità culinarie del Montenegro

Cicvara, la crema montenegrina

Simile più ad una pappa densa che non ad una crema la Cicvara è tra i piatti tradizionali di una volta che ancora oggi in Montenegro si cucina con la stessa passione. Pochi ingredienti semplici: farina di mais, formaggio a pasta molle, burro e latte o in alternativa al latte la panna, per un piatto rustico cotto a fuoco lento dal sapore di una volta apprezzato dai turisti.

Dove assaggiare la Cicvara? Particolarmente popolare nelle regioni settentrionali del Montenegro, viene servita spesso come piatto principale durante le festività o anche come contorno a piatti di carne. Dedicatevi alla scoperta di Kolasin o Pljevlja. Se Kolasin è famosa sia per la posizione particolarmente pittoresca ai piedi del parco nazionale del Durmitor e per le numerose attività come lo sci alpino e di fondo, il rafting o l’escursionismo; Pljevlja è nota per la storia e le bellezze naturali, se amate la natura, dedicatevi alla scoperta di questi due borghi e poi regalatevi una buona dose di Cicvara, la meriterete dopo tutte le camminate!

Ćevapi, il piatto simbolo dei Balcani

I ćevapi sono piccoli cilindri di carne, solitamente di manzo o agnello, macinata e arricchita con spezie ed aromi che vengono grigliati, più raramente vengono cotti su piastra o barbeque; vengono serviti con la cipolla bianca e la salsa ajvar, una salsa particolare a base di peperoni, peperoncini, melanzane e aglio a cui vengono aggiunti aceto di mele, zucchero e olio. I ćevapi sono un piatto molto comune nei Balcani, ma come sempre, ogni paese (e spesso anche ogni famiglia) ha la sua personale variante.

Dove assaggiare i ćevapi? Ecco, per assaggiare i ćevapi come dicevamo, basta essere nei Balcani, ma per essere certi di assaggiare, forse, i migliori Podgorica potrebbe essere la scelta ideale. La capitale del Montenegro ha un primato molto particolare: ha cambiato nome ben cinque volte nel corso della sua storia e mescola influenze ottomane, astro ungariche e sovietiche. Dedicatevi alle passeggiate lungo il Ribnica per scoprire ponti di pietra inusuali ma soprattutto per fotografare il ponte che è diventato una delle attrazioni più fotografate, il Millennium Bridge. Infine lasciatevi il tempo per assaggiare i ćevapi in uno dei tanti ristoranti tradizionali.

Cosa bere in Montenegro

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Rakija, il liquore tipico del Montenegro

Rakija, il liquore nazionale

Terminiamo il nostro viaggio nei piatti tradizionali del Montenegro con una bevanda, ma non una qualunque, la Rakija è il liquore nazionale. Preparatevi perché nessun pasto montenegrino può dirsi terminato senza un bicchierino di questo liquore. Si tratta di un superalcolico che viene ricavato dalla distillazione della frutta fermentata. Questo liquore ha una tradizione antichissima, viene offerto agli ospiti o è di buon auspicio brindare con lei (sì al femminile)nelle cerimonie o nelle feste importanti. Sappiate che è considerata dagli Anziani come una sorta di panacea per ogni male, essi sostengono che abbia poteri curativi oltre che leggermente disinfettanti!

Dove degustare la Rakia?Tipica di tutti i Balcani fino al Montenegro e alla Macedonia e presente anche in Albania, Croazia e Bulgaria per citare alcuni Paesi.  La bevanda alcolica nazionale è presente praticamente ovunque, nei ristoranti, nei caffè, nelle case private, in ogni dispensa pubblica o privata troverete sicuramente  una bottiglia di questa bevanda alcolica.

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Idee di Viaggio Viaggi Vilnius

Le migliori gite nei dintorni di Vilnius

Dagli imponenti castelli medievali ai suggestivi paesaggi naturali, i dintorni di Vilnius offrono un caleidoscopio di luoghi ed esperienze da non perdere, mete perfette per entusiasmanti gite di un giorno dalla capitale della Lituania. Preparatevi a esplorare paesaggi da favola, immersi in fitte foreste, dove laghi cristallini si specchiano sotto cieli immensi. Scoprite antichi castelli che sussurrano storie avventurose, immergetevi nei silenzi di boschi centenari, lasciatevi conquistare dal fascino di cittadine pittoresche, dove il tempo sembra essersi fermato.

Trakai

La bellezza fiabesca di Trakai, immersa in un suggestivo scenario lacustre, l’ha resa una delle mete turistiche più popolari per una gita fuori porta da Vilnius. La principale attrazione è senza dubbio il Castello di Trakai, un imponente complesso medievale in mattoni rossi che si specchia nelle acque del lago Galvė. Costruito nel XIV secolo e ampliato nel XV, fu residenza dei Granduchi di Lituania e vanta una lunga storia, fatta di assedi e battaglie. All’interno delle sue mura si possono vedere le torri merlate, i cortili interni e il Museo Storico, che ripercorre le vicende del Granducato di Lituania e custodisce preziosi reperti archeologici.

Oltre al castello, Trakai vanta un delizioso centro storico con strade acciottolate, casette colorate e la Kenesa, la sinagoga caraita più antica d’Europa, il luogo di culto dei Caraiti, una minoranza etnica di religione ebraica che vive a Trakai da secoli.

Nei numerosi ristoranti tipici potrete assaporare la cucina tipica lituana e gustare i kibinai, dei gustosi fagottini ripieni. Imperdibile una gita in barca sui laghi che circondano Trakai, per ammirare il panorama e immergersi nella tranquillità della natura.

Kaunas

Seconda città della Lituania per grandezza, Kaunas fu capitale del paese tra le due guerre mondiali, periodo in cui fiorì come centro culturale e commerciale. La sua storia, ricca e complessa, si riflette nell’architettura eclettica che caratterizza il centro storico, dove edifici medievali si affiancano a capolavori art nouveau e costruzioni sovietiche. Il Castello di Kaunas d’epoca medievale domina il paesaggio dalla sua posizione suggestiva. Poco distante, la Cattedrale di San Pietro e Paolo, con i suoi interni riccamente decorati, e la Casa di Perkūnas, caratterizzata da guglie gotiche, meritano sicuramente una visita.

Gli appassionati di storia possono immergersi nel tragico passato della città visitando il Nono Forte, monumento commemorativo delle vittime del regime nazista, ma anche testimonianza straziante della storia più buia del XX secolo. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu teatro di orribili atrocità; venne infatti utilizzato dai nazisti per le esecuzioni di massa di ebrei, prigionieri politici e altri gruppi ritenuti indesiderabili dal regime. Oggi, il Nono Forte è un museo e un memoriale per commemorare le vittime e per educare le generazioni future sui pericoli dell’intolleranza e dell’odio. Un monumento alto 32 metri domina il sito, mentre un semplice ma toccante memoriale in più lingue segna il luogo delle fosse comuni.

Kernavé

Situata nella Lituania sud-orientale, Kernavé è un sito archeologico che trasporta i visitatori indietro nel tempo, fino agli albori della nazione. Conosciuto come l’antica capitale del Granducato di Lituania, per il suo eccezionale valore storico e culturale dal 2004 è Patrimonio dell’Umanità Unesco. Il cuore del sito è composto da cinque colline fortificate, un tempo circondate da un sistema di fortificazioni in legno, tra cui spicca la collina di Medin che ospita i resti di abitazioni, officine e santuari che offrono uno spaccato sulla vita quotidiana degli antichi lituani.

Passeggiando tra le rovine si può immaginare il fervore di un tempo passato, quando questo luogo era un importante centro politico e religioso. I visitatori possono esplorare le ricostruzioni di abitazioni medievali, salire sulla collina sacra di Gediminas e ammirare il panorama che spazia su boschi rigogliosi e laghi tranquilli attraversati da sentieri escursionistici e piste ciclabili.

Parco di Neris

Il Parco Regionale di Neris, situato a una trentina di chilometri da Vilnius, è un’oasi naturale che abbraccia un territorio di circa 10.000 ettari e ospita oltre 500 specie di piante, 100 specie di uccelli e 40 specie di mammiferi. All’interno del parco si estende il querceto di Dūkštos, un suggestivo bosco secolare che ospita una maestosa quercia patriarca che si stima abbia circa trecento anni.

Questo gigante silenzioso, con il suo tronco imponente che raggiunge i 28 metri di altezza e i suoi rami che si allargano per oltre 5 metri, regna indiscusso sul querceto, assumendo il ruolo di simbolo di forza e longevità. Passeggiando tra i suoi alti fusti, si respira un’atmosfera di pace e tranquillità, mentre la luce del sole filtra attraverso le fronde creando un gioco di luci ed ombre suggestivo. Attraverso l’antica foresta di querce si snoda il Sentiero Cognitivo Dūkštos che presenta sculture raffiguranti divinità pagane lituane.

Europos Parcas

A una ventina di chilometri da Vilnius, Europos Parkas è un museo en plein air di arte contemporanea unico nel suo genere, il luogo ideale per trascorrere una giornata all’aria aperta immersi nella natura e nell’arte. Fondato nel 1991 dallo scultore lituano Gintaras Karosas, si estende su un’area di 55 ettari di boschi rigogliosi, colline e sorgenti naturali su cui sono disseminate un centinaio di opere d’arte di artisti provenienti da 33 paesi del mondo.

I visitatori possono passeggiare liberamente tra le sculture, ammirando la varietà di stili e tecniche artistiche rappresentate. Tra le opere più iconiche troviamo “Il Centro d’Europa”, una colonna di granito che segna il punto geografico centrale del continente; “L’uomo e la donna”, una scultura in bronzo che rappresenta l’unione tra due culture; la “Via Dolorosa”, un sentiero di croci in legno che conduce a una cappella, e il “Labirinto della Vita”, un percorso simbolico che rappresenta il viaggio della vita umana. e “La Torre dell’Unità”, una struttura alta 35 metri che offre una vista panoramica spettacolare sul parco.

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aeroporti Notizie Viaggi viaggiare

La classifica dei migliori aeroporti del mondo per puntualità dei voli e servizi

Se il detto “L’attesa di un viaggio è essa stessa il piacere del viaggio” è vero, la qualità dell’aeroporto gioca un ruolo fondamentale, ma non tutti garantiscono un inizio di vacanza tranquillo e confortevole. I migliori (e peggiori) aeroporti al mondo li troviamo nell’attesissima classifica AirHelp Score 2024, stilata dalla società AirHelp, leader al mondo in materia di assistenza passeggeri e risarcimenti, in base a fattori quali performance, opinioni dei passeggeri e qualità dei servizi offerti. Si tratta di uno strumento prezioso messo a disposizione dei viaggiatori che, consapevoli dei servizi reali offerti dagli aeroporti, possono così pianificare meglio i loro spostamenti senza subire troppe delusioni.

Nel dettaglio, la classifica di quest’anno ha analizzato ben 239 aeroporti di 69 paesi diversi utilizzando i dati raccolti tra il 1° maggio 2023 e il 30 aprile 2024. Fra i criteri tenuti in considerazione per la valutazione ci sono la puntualità dei voli, l’opinione dei passeggeri sul personale, i tempi di attesa, l’accessibilità e la pulizia delle strutture, oltre che la valutazione di negozi e ristoranti. Scopriamo insieme quali sono gli aeroporti che occupano i primi 10 posti della classifica!

Top 10 dei migliori aeroporti al mondo

Questa la top 10 dei migliori aeroporti al mondo stilata da AirHelp:

  1. Doha Hamad Airport
  2. Cape Town Airport
  3. Nagoya Chubu Airport
  4. Osaka Itami Airport
  5. Brasília – Presidente Juscelino Kubitschek Airport
  6. Johannesburg OR Tambo Airport
  7. Muscat Airport
  8. Salt Lake City Airport
  9. Belém Val-de-Cans Airport
  10. Tokyo Narita Airport

Al primo posto troviamo l’aeroporto di Doha Hamad in Qatar che, con un punteggio di 8.52 si aggiudica il podio. All’interno della sua architettura futuristica, progettata su una superficie di 25.000 m², sono presenti tantissimi servizi in grado di soddisfare qualsiasi esigenza dei viaggiatori. Al secondo posto, invece, c’è l’Aeroporto Internazionale di Città del Capo in Sudafrica e al terzo l’Aeroporto Internazionale di Chubu Centrair a Nagoya.

La classifica continua al quarto posto con l’Osaka Itami Airport in Giappone e con il Brasília-Presidente Juscelino Kubitschek Airport in Brasile, quinto davanti a un altro aeroporto in Sudafrica, il Johannesburg OR Tambo Airport, che occupa invece il sesto posto. Al settimo troviamo il Muscat Airport in Oman, davanti al Salt Lake City Airport in Utah, ottavo, e al Belém Val-de-Cans Airport in Brasile, nono. Infine, al decimo posto troviamo un altro aeroporto giapponese, quello di Tokyo Narita Airport.

Gli aeroporti peggiori

Ora che abbiamo visto i migliori, è giunto il momento di scoprire i peggiori aeroporti al mondo: quali sono? Partiamo dall’ultima posizione, occupata dal Tunis Carthage Airport che, dati alla mano, quest’anno non è riuscito a soddisfare per niente i propri passeggeri, seguito dal greco Candia-Nikos Kazantzakis. Sul podio anche il London Gatwick Airport nel Regno Unito, che non conferma il famoso detto “sbagliando si impara” e per il secondo anno di fila vince un posto d’onore tra i peggiori.

E l’Italia come si posiziona in questa classifica? Non benissimo: AirHelp posiziona Cagliari Elmas al 60 posto, mentre il peggiore è stato il meneghino Milano Malpensa, che chiude la classifica al 217 posto. Neanche l’aeroporto di Roma Ciampino ha spiccato tra i migliori, posizionandosi soltanto 74esimo.

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Isole deserte: esistono ancora paradisi incontaminati

Nel mondo di oggi, costellato da metropoli affollate e tecnologie onnipresenti, l’idea di un’isola deserta può apparire come un’illusione romantica, un sogno lontano che appartiene soltanto ai romanzi oppure ai film: invece esistono davvero, sparpagliate come gemme nascoste aegli angoli più remoti del pianeta. Si tratta di paradisi incontaminati dove la natura regna sovrana e l’impronta dell’uomo è ancora inesistente o appena percettibile.

Sono luoghi incredibili che offrono rifugio dalla frenesia della vita quotidiana e consentono di riconnettersi con sé stessi e con l’ambiente in modo profondo e autentico. Le candide spiagge, le acque cristalline, la flora e la fauna che prosperano senza l’interferenza umana, danno vita a un ecosistema unico e fragile, dove ogni elemento concorre all’armonia del tutto.

Andiamo, allora, alla scoperta di alcune delle isole deserte più affascinanti di sempre.

Gli atolli maldiviani

Nel cuore dell’Oceano Andiano, il celebre e favoloso arcipelago delle Maldive è plasmato da migliaia di atolli e isole, di cui soltanto 202 sono abitate: le restanti rimangono deserte, talvolta dalla forma di un banco di sabbia che emerge dalle acque limpide.

La sabbia bianca e soffice, le lagune turchesi, le palme, una natura ancora selvaggia e fondali unici rendono una vacanza da queste parti ineguagliabile, laddove il mare incontra la terra e si respira la vera “essenza delle cose”.

Le Isole di Ang Thong

Nel Sud della Thailandia, a trenta chilometri a ovest dalla turistica Koh Samui, esiste il Parco marino di Ang Thong dove emergono una quarantina di meravigliose isole lussureggianti, tutte disabitate, contraddistinte da maestosi rilievi che si stagliano sulle acque trasparenti fino a oltre 400 metri di altezza.

La fauna è variegata, rappresentata da 16 specie di mammiferi (tra cui lontre, scimmie, gatti selvatici, scoiattoli), 14 specie di rettili (tra cui cobra, pitoni, varani, tartarughe marine e iguane), 54 specie di uccelli e numerosi pesci (da segnalare delfini e barracuda).

L’Isola di Jaco

Sempre nel Sud-Est asiatico esiste un’isola chiamata Jaco: si tratta di un micro territorio dell’arcipelago delle Piccole Isole della Sonda. È a tutti gli effetti un’isola disabitata, considerata sacra dalla popolazione che vive nella parte più orientale dell’isola di Timor.

Un autentico paradiso di sole, sabbia e mare, vegetazione tropicale, spiagge infinite e meraviglie sottomarine. A soli 15-20 chilometri dalla costa, si apre il magico scenario della barriera corallina che brulica di vita.

L’Isola di Aldabra

Isola Aldabra

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Tartarughe giganti all’isola di Aldabra

Il piccolo atollo di Albadra è una delle isole più lontane delle Seychelles, a circa 300 chilometri da Mahé, per questo motivo è rimasta a lungo sconosciuta nonostante sia il secondo atollo corallino per dimensione. Patrimonio UNESCO, oggi è nota per la colonia di tartarughe giganti, con ben 100.000 esemplari che si sono adattati a sopravvivere sul terreno accidentato e il clima difficile del territorio.

Inoltre, vero santuario naturalistico, custodisce l’ultima popolazione dell’arcipelago del dugongo, grande mammifero marino.

Le Isole della Fenice

Patrimonio UNESCO, le Isole della Fenice sono un gruppo di otto atolli e due barriere coralline sommerse del Pacifico che, con le Isole Linea e Gilbert, appartengono alla Repubblica di Kiribati.

Incontaminate, sono un’immagine del paradiso terrestre, l’habitat ideale per gli uccelli marini e le tartarughe che qui arrivano a nidificare.

L’Isola di Tetepare

Ecco una delle 900 isole dell’arcipelago delle isole Salomon nel Triangolo dei Coralli, Tetepare Island, eco-regione riconosciuta come “patrimonio mondiale di biodiversità marina“: infatti, qui vivono sei delle sette specie di tartarughe oggi conosciute, più di duemila specie di pesci e il 76% delle specie di coralli esistenti.

Ma non solo: Tetepare è dimora di 24 specie di rettili, 13 di mammiferi, 74 di uccelli e 4 di rane. Insomma, è un’area di indiscusso valore naturalistico a livello internazionale.

L’Isola di Devon

Isola Devon, Nunavut, Canada
Ghiacciaio e fiordo, Devon Island, Nunavut, Canada

Nella baia di Maffin, l’isola di Devon appartiene all’arcipelago artico canadese ed è l’isola disabitata più grande al mondo.

Sua caratteristica incredibile è quella di “assomigliare a Marte“, sia per le condizioni meteorologiche sia per la conformazione della superficie. Con una temperatura annuale che si aggira attorno ai -16 gradi, è abitata soltanto da piccole colonie di uccelli e di mammiferi. Ancora, qui si trova un enorme cratere d’impatto dal diametro di 23 chilometri le cui origini risalgono a ben 39 milioni di anni fa, con la caduta di un meteorite di 2 chilometri circa.

L’Isola di Clipperton

Anche chiamata isola della Passione, è un micro atollo francese dell’Oceano Pacifico, a 1.280 chilometri a Ovest del Messico, la più piccola isola ai confini del Pacifico che figura tra i Territori d’Oltremare Francesi.

Si tratta di un atollo corallino chiuso della lunghezza di dodici chilometri, con al centro un lago di origine vulcanico, abitato da ben 110mila uccelli e abbracciato soltanto dal mare popolato da squali.

L’Isola di Surtsey

Al largo della costa meridionale dell’Islanda, si è formata nel 1963 (in un arco di tempo di tre anni e mezzo) a seguito di un’eruzione vulcanica sottomarina.

“Isola che non c’era”, emerse dalle acque il 15 novembre 1963, preceduta da una violenta serie di esplosioni, crescendo e consolidandosi durante gli anni successivi grazie al periodo di attività effusivo iniziato nel 1964.

È stata (ed è tuttora) una sorta di “laboratorio” a cielo aperto per lo studio dei processi vulcanici e magmatici delle aree di dorsale medio-oceanica nonché per la colonizzazione biologica che segue la formazione di una nuova terra. Ha altresì ispirato poesie, libri di letteratura, filmati e video.

A differenza di altre isole vulcaniche “erose” dall’azione delle onde, l’isola di Surtey è “sopravvissuta” per via della corazza di lava che l’ha resa inattaccabile dall’erosione ed è stata dichiarata Patrimonio UNESCO nel 2008.

Deception Island

Concludiamo il viaggio con un’isola dell’Antartico, nell’arcipelago delle Isole Shetland Meridionali, dove la natura è estrema e un vulcano ha eruttato per due volte, distruggendo tutto ciò che stava intorno.

Ex stazione baleniera e sede di ricerche scientifiche, dagli Anni Sessanta l’isola è disabitata ma non smette di affascinare i turisti grazie ai panorami ultraterreni, alle spettacolari spiagge di sabbia nera, alle colonie di pinguini, ai leoni marini e alla possibilità di concedersi un bagno presso le calde sorgenti naturali.

Ha forma di ferro di cavallo, un diametro di dodici chilometri e, al centro, ecco una caldera con un vulcano ancora attivo.