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Isole deserte: esistono ancora paradisi incontaminati

Nel mondo di oggi, costellato da metropoli affollate e tecnologie onnipresenti, l’idea di un’isola deserta può apparire come un’illusione romantica, un sogno lontano che appartiene soltanto ai romanzi oppure ai film: invece esistono davvero, sparpagliate come gemme nascoste aegli angoli più remoti del pianeta. Si tratta di paradisi incontaminati dove la natura regna sovrana e l’impronta dell’uomo è ancora inesistente o appena percettibile.

Sono luoghi incredibili che offrono rifugio dalla frenesia della vita quotidiana e consentono di riconnettersi con sé stessi e con l’ambiente in modo profondo e autentico. Le candide spiagge, le acque cristalline, la flora e la fauna che prosperano senza l’interferenza umana, danno vita a un ecosistema unico e fragile, dove ogni elemento concorre all’armonia del tutto.

Andiamo, allora, alla scoperta di alcune delle isole deserte più affascinanti di sempre.

Gli atolli maldiviani

Nel cuore dell’Oceano Andiano, il celebre e favoloso arcipelago delle Maldive è plasmato da migliaia di atolli e isole, di cui soltanto 202 sono abitate: le restanti rimangono deserte, talvolta dalla forma di un banco di sabbia che emerge dalle acque limpide.

La sabbia bianca e soffice, le lagune turchesi, le palme, una natura ancora selvaggia e fondali unici rendono una vacanza da queste parti ineguagliabile, laddove il mare incontra la terra e si respira la vera “essenza delle cose”.

Le Isole di Ang Thong

Nel Sud della Thailandia, a trenta chilometri a ovest dalla turistica Koh Samui, esiste il Parco marino di Ang Thong dove emergono una quarantina di meravigliose isole lussureggianti, tutte disabitate, contraddistinte da maestosi rilievi che si stagliano sulle acque trasparenti fino a oltre 400 metri di altezza.

La fauna è variegata, rappresentata da 16 specie di mammiferi (tra cui lontre, scimmie, gatti selvatici, scoiattoli), 14 specie di rettili (tra cui cobra, pitoni, varani, tartarughe marine e iguane), 54 specie di uccelli e numerosi pesci (da segnalare delfini e barracuda).

L’Isola di Jaco

Sempre nel Sud-Est asiatico esiste un’isola chiamata Jaco: si tratta di un micro territorio dell’arcipelago delle Piccole Isole della Sonda. È a tutti gli effetti un’isola disabitata, considerata sacra dalla popolazione che vive nella parte più orientale dell’isola di Timor.

Un autentico paradiso di sole, sabbia e mare, vegetazione tropicale, spiagge infinite e meraviglie sottomarine. A soli 15-20 chilometri dalla costa, si apre il magico scenario della barriera corallina che brulica di vita.

L’Isola di Aldabra

Isola Aldabra

Fonte: iStock

Tartarughe giganti all’isola di Aldabra

Il piccolo atollo di Albadra è una delle isole più lontane delle Seychelles, a circa 300 chilometri da Mahé, per questo motivo è rimasta a lungo sconosciuta nonostante sia il secondo atollo corallino per dimensione. Patrimonio UNESCO, oggi è nota per la colonia di tartarughe giganti, con ben 100.000 esemplari che si sono adattati a sopravvivere sul terreno accidentato e il clima difficile del territorio.

Inoltre, vero santuario naturalistico, custodisce l’ultima popolazione dell’arcipelago del dugongo, grande mammifero marino.

Le Isole della Fenice

Patrimonio UNESCO, le Isole della Fenice sono un gruppo di otto atolli e due barriere coralline sommerse del Pacifico che, con le Isole Linea e Gilbert, appartengono alla Repubblica di Kiribati.

Incontaminate, sono un’immagine del paradiso terrestre, l’habitat ideale per gli uccelli marini e le tartarughe che qui arrivano a nidificare.

L’Isola di Tetepare

Ecco una delle 900 isole dell’arcipelago delle isole Salomon nel Triangolo dei Coralli, Tetepare Island, eco-regione riconosciuta come “patrimonio mondiale di biodiversità marina“: infatti, qui vivono sei delle sette specie di tartarughe oggi conosciute, più di duemila specie di pesci e il 76% delle specie di coralli esistenti.

Ma non solo: Tetepare è dimora di 24 specie di rettili, 13 di mammiferi, 74 di uccelli e 4 di rane. Insomma, è un’area di indiscusso valore naturalistico a livello internazionale.

L’Isola di Devon

Isola Devon, Nunavut, Canada
Ghiacciaio e fiordo, Devon Island, Nunavut, Canada

Nella baia di Maffin, l’isola di Devon appartiene all’arcipelago artico canadese ed è l’isola disabitata più grande al mondo.

Sua caratteristica incredibile è quella di “assomigliare a Marte“, sia per le condizioni meteorologiche sia per la conformazione della superficie. Con una temperatura annuale che si aggira attorno ai -16 gradi, è abitata soltanto da piccole colonie di uccelli e di mammiferi. Ancora, qui si trova un enorme cratere d’impatto dal diametro di 23 chilometri le cui origini risalgono a ben 39 milioni di anni fa, con la caduta di un meteorite di 2 chilometri circa.

L’Isola di Clipperton

Anche chiamata isola della Passione, è un micro atollo francese dell’Oceano Pacifico, a 1.280 chilometri a Ovest del Messico, la più piccola isola ai confini del Pacifico che figura tra i Territori d’Oltremare Francesi.

Si tratta di un atollo corallino chiuso della lunghezza di dodici chilometri, con al centro un lago di origine vulcanico, abitato da ben 110mila uccelli e abbracciato soltanto dal mare popolato da squali.

L’Isola di Surtsey

Al largo della costa meridionale dell’Islanda, si è formata nel 1963 (in un arco di tempo di tre anni e mezzo) a seguito di un’eruzione vulcanica sottomarina.

“Isola che non c’era”, emerse dalle acque il 15 novembre 1963, preceduta da una violenta serie di esplosioni, crescendo e consolidandosi durante gli anni successivi grazie al periodo di attività effusivo iniziato nel 1964.

È stata (ed è tuttora) una sorta di “laboratorio” a cielo aperto per lo studio dei processi vulcanici e magmatici delle aree di dorsale medio-oceanica nonché per la colonizzazione biologica che segue la formazione di una nuova terra. Ha altresì ispirato poesie, libri di letteratura, filmati e video.

A differenza di altre isole vulcaniche “erose” dall’azione delle onde, l’isola di Surtey è “sopravvissuta” per via della corazza di lava che l’ha resa inattaccabile dall’erosione ed è stata dichiarata Patrimonio UNESCO nel 2008.

Deception Island

Concludiamo il viaggio con un’isola dell’Antartico, nell’arcipelago delle Isole Shetland Meridionali, dove la natura è estrema e un vulcano ha eruttato per due volte, distruggendo tutto ciò che stava intorno.

Ex stazione baleniera e sede di ricerche scientifiche, dagli Anni Sessanta l’isola è disabitata ma non smette di affascinare i turisti grazie ai panorami ultraterreni, alle spettacolari spiagge di sabbia nera, alle colonie di pinguini, ai leoni marini e alla possibilità di concedersi un bagno presso le calde sorgenti naturali.

Ha forma di ferro di cavallo, un diametro di dodici chilometri e, al centro, ecco una caldera con un vulcano ancora attivo.

Di Admin

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