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I più bei parchi americani nel film Mai Stati Uniti

Se la trama può non essere di quelle super avvincenti che tengono lo spettatore incollato davanti allo schermo, “Mai Stati Uniti”, il film dei fratelli Vanzina del 2013 con Ambra Angiolini, Anna Foglietta e Vincenzo Salemme ha una cosa bella: le location dove è stato girato. Nei 90 minuti di film, in cui i cinque fratelli protagonisti della vicenda sono obbligati ad andare negli Stati Uniti per una questione di eredità, si spazia tra alcuni dei parchi più belli degli Stati Uniti d’America.

Le location di “Mai Stati Uniti” negli Stati Uniti

Le scene super divertenti del road movie sono state girate in alcuni Stati selvaggi e meravigliosi d’America, tra spazi sconfinati e luoghi iconici, grandi attrazioni turistiche tra cowboy a cavallo e orsi grizzly. Le località delle riprese sono state infatti Lake Powell, il Monte Rushmore, il South Dakota, lo Utah, l’Arizona, Aspen e Denver nel Colorado, il Nevada e l’inconfondibile Las Vegas. Tra cliché e situazioni molto rappresentative degli USA, i protagonisti devono affrontare tante divertenti situazioni per riuscire a intascare la loro parte di eredità, dalla classica rapina in banca all’incontro con una banda di rider.

Per girare le scene e trovare i luoghi più iconici, i fratelli Vanzina hanno girato gli Stati Uniti in lungo in largo. Come la farmacia dove Angela (Ambra) entra per acquistare un ansiolitico e sventa inconsapevolmente una rapina si trova nella cittadina di Custer nel South Dakota, dove si trova anche il lodge dove i cinque alloggiano appena arrivati dall’Italia. Benché la scena si svolga immediatamente dopo, l’incontro con i motociclisti avviene a Saint George nello Utah, a 1400 chilometri di distanza. Inconfondibile l’architettura del resort dove viene scambiata l’urna funeraria del padre, tipica dello Stato dell’Arizona. Qui, infatti, ci troviamo a Oak Creek nel deserto di Sedona e sempre qui si trova il locale dove i due fratelli Antonio (Salemme) e Nino (Ricky Memphis) guardano la partita Roma – Napoli.

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Fonte: 123RF

Lake Powell tra Arizona e Utah

Il lago di Okbay Canyon nel quale i cinque fratelli spargono le ceneri del padre secondo il suo ultimo desiderio è in realtà Lake Powell, un lago artificiale creato sul fiume Colorado situato al confine tra Arizona e Utah. Quando i cinque a bordo del van noleggiato attraversano la Monument Valley molti degli spettatori hanno un tuffo al cuore: chi non vorrebbe essere lì tra i nativi americani della riserva Navajo e Tex Willer?

Un classico è la puntatina a Las Vegas, tra i casinò e la “strip” su cui s’affacciano gli hotel più famosi. Quanti film sono stati girati in questa città? Se ne contano una trentina solo negli ultimi anni, dalla saga “Il padrino” a quella di “Ocean’s”.

Per la scena finale del film, quella ambientata lungo la strada dove Michele (Giovanni Vernia) imita Robert De Niro nel celebre film “Taxi driver” accanto a un busto di Ronald Reagan si torna nel South Dakota nella località di Rapid City, conosciuta come “la porta delle Black Hills” o “la città dei presidenti”, la porta d’accesso al celebre Monte Rushmore, la montagna su cui sono stati scolpiti i volti dei presidenti degli Stati Uniti George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e Abraham Lincoln.

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Fonte: 123RF

L’iconico Monte Rushmore nel South Dakota
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Citera, la perla nascosta delle isole greche

Se si pensa alle isole greche, probabilmente le prime immagini che vengono in mente sono quelle relative all’isola di Santorini, con le sue iconiche case bianche e tetti blu, oppure di Mykonos con le sue spiagge e la sua vivace e famosa vita notturna. Tuttavia, se si è alla ricerca di una destinazione meno battuta, ma altrettanto affascinante, Citera, o Kythira in greco, potrebbe essere la scelta perfetta. Si tratta di una piccola isola situata nel Mar Ionio, al largo della punta sud-est del Peloponneso, una gemma nascosta che offre paesaggi mozzafiato, una ricca storia ed un’autenticità unica, che difficilmente si potrebbe trovare nelle isole più famose.

Un tuffo nella storia di Citera

Citera ha una storia antica e affascinante. Nell’antichità, l’isola era conosciuta come l’isola sacra di Afrodite, la dea dell’amore e della bellezza. Secondo la leggenda greca, infatti, Afrodite sarebbe nata dalla schiuma del mare proprio vicino alle coste di Citera. Questo mito ha reso l’isola un importante centro di culto durante l’epoca degli antichi greci.

Nel corso dei secoli, poi, Citera è stata dominata da varie potenza, inclusi i Veneziani, i Bizantini e gli Ottomani, anni nei quali ognuno di essi ha lasciato la propria impronta sull’isola. Un miscela di influenze culturali che lasciato un segno nell’architettura, nelle tradizioni e nella cucina locale.

Come arrivare a Citera?

Raggiungere l’isola di Citera richiede un po’ di pianificazione. L’isola, infatti, dispone di un piccolo aeroporto con voli regolari per la capitale Atene e, durante l’estate, da altre città greche. Altrimenti, è possibile raggiungere Citera in traghetto dal porto del Pireo ad Atene o da altre isole vicine come, ad esempio, Creta. Il viaggio in traghetto può essere lungo, ma offre l’opportunità di ammirare dalla nave il meraviglioso panorama del Mar Egeo.

Esplorare l’Isola, ecco cosa fare e vedere a Citera

Chora, capitale e cuore di Citera

Chora è una pittoresca cittadina situata su una collina con vista sul mare, capitale di questa bellissima isola dello Ionio. Le sue stradine strette e tortuose sono caratterizzate dalla presenza case bianche con porte colorate, tipiche dell’architettura greca. Passeggiando per Chora, è possibile scoprire oltre ai diversi negozi di artigianato locale, anche numerosi caffè e ristoranti tradizionali.

Uno dei punti di riferimento principali di Chora è il Castello Veneziano, costruito nel tredicesimo secolo, che ospita anche un museo archeologico. Da qui, è possibile godere di una vista spettacolare sull’intera isola e sul mare circostante.

Le spiagge da sogno dell’isola di Afrodite

Citera vanta alcune delle spiagge più belle della Grecia, che non hanno nulla da invidiare alle più famose spiagge di Zante o Corfù. Qui si trovano spiagge perfette per rilassarsi e godersi il sole del Mar Ionio. Alcune delle spiagge più belle sono:

  • La spiaggia di Kapsali, situata vicino alla capitale, caratterizzata da spiagge di sabbia dorata ed acque limpide cristalline. Il luogo ideale per nuotare e fare snorkeling. Qui è possibile trovare anche diversi ristoranti e caffè dove poter gustare deliziosi piatti di pesce fresco della cucina greca;
  • La spiaggia di Fyri Ammos, famosa per la sua bellezza naturale e dai ciottoli rossi che la formano, oltre che per la su tranquillità. È meno affollata rispetto ad altre spiagge e ciò la rende perfetta per chi cerca pace e relax;
  • La spiaggia di Kaladi, considerata una delle spiagge più belle di Citera, divisa in tre baie, ognuna delle quali offre un’esperienza unica, grazie anche alle sue acque turchesi e la scogliera che la circonda.
Vista della spiaggia di Kaladi sull'isola di Citera

Fonte: iStock

Spiaggia di Kaladi, una delle spiagge più belle dell’isola di Citera

I villaggi tradizionali

Oltre a Chora, Citera è un’isola piena di piccoli villaggi tradizionali che meritano assolutamente una visita. Tra questi spicca sicuramente Potamos, uno dei più grandi e vivaci villaggi di Citera. Qui, ogni domenica mattina si tiene un mercato locale dove è possibile acquistare prodotti freschi e di artigianato locale.

Un altro villaggio da non perdere è Mylopotamos, noto per le sue cascate e per il mulino ad acqua. Passeggiando per le sue stradine, sembrerà di essere catapultati nel passato.

Le grotte di Citera, un’attrazione naturale

Citera è anche famosa per le sue spettacolari grotte. La grotta di Agia Sophia, ad esempio, è una delle più conosciute e si trova vicino al villaggio di Mylopotamos. Al suo interno, per i visitatori è possibile ammirare impressionanti formazioni naturali di stalattiti e stalagmiti, oltre che un piccolo santuario dedicato a Santa Sofia.

Un’altra grotta affascinante è la grotta di Koufogialos, questa, però, accessibile solo via mare. Questa grotta marina è famosa per le sue acque turchesi e per le affascinanti formazioni rocciose che la rendono imperdibile.

Sentieri per gli amanti delle escursioni

Per gli amanti della natura e delle escursioni, sull’isola di Citera è possibile percorrere numerosi sentieri, che attraversano paesaggi naturali mozzafiato. Uno dei percorsi più popolari è il sentiero di Afrodite, che parte dalla cittadina di Chora e conduce fino alla spiaggia di Kapsali.

Un’altra escursione consigliata è quella verso il faro di Moudari, il punto più settentrionale di Citera. Da qui sarà possibile godere di una vista spettacolare sul Mar Ionio e, nelle giornate più limpide, si potrà persino scorgere le coste del Peloponneso. Insomma, il luogo ideale per gli amanti della fotografia e delle avventure all’aperto.

Chiesa abbandonata che si affaccia sul porto principale di Citera

Fonte: iStock

Piccola chiesa tipica abbandonata sul porto principale di Citera

Eventi e feste tradizionali da non perdere a Citera

Citera è un’isola che ama celebrare le sue tradizioni con eventi e feste durante tutto l’anno. Se si ha la fortuna di visitarla durante uno di questi momenti, sarà possibile immergersi nella cultura locale e vivere un’esperienza indimenticabile.

Una delle celebrazioni più importanti è la festa di Afrodite, che si tiene ogni estate in onore dell’antica dea dell’amore greca. Una festa che anima l’isola con musica, danze e rappresentazioni teatrali tradizionali che rievocano i miti legati alla dea.

Un’altra festa importante è quella che si svolge al villaggio di Potamos, che ospita un grande panigiri, una festa tradizionale greca che attira visitatori da tutta l’isola e non solo. Durante il panigiri di Potamos è possibile gustare le numerose specialità greche locali, oltre che ascoltare musica dal vivo e partecipare a balli tradizionali, un modo per immergersi nella cultura locale.

Citera è una destinazione che combina bellezze naturali, storia affascinante e un’atmosfera autentica e rilassata. La destinazione ideale se si è alla ricerca di una vacanza tranquilla, lontana dal turismo di massa e dalle mete più affollate e scoprire i veri tratti della cultura greca.

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Ora si può visitare il Castello di Balmoral, ultima dimora della regina Elisabetta

Era l’8 settembre del 2022 e tutto il mondo veniva a conoscenza che la regina Elisabetta, la più longeva (e forse amata) del Regno Unito, aveva cessato di vivere. L’ultima sua dimora, quindi il luogo della sua scomparsa, era stato il Castello di Balmoral, residenza privata della famiglia reale britannica, che ora si può finalmente visitare con un tour speciale.

Tutte le meraviglie del Castello di Balmoral

Il bellissimo Castello di Balmoral sorge nella zona dell’Aberdeenshire, in Scozia, e si sviluppa su una superficie totale di 20.000 ettari. Circa mille ettari di questi sono occupati dalla Ballochbuie Forest, una delle più importanti aree verdi della zona, che conserva gli ultimi esemplari di pino della Caledonia, nativo proprio di questo Paese.

Al giorno d’oggi questa magnifica residenza è anche un complesso fondamentale per la salvaguardia della fauna locale, in quanto qui girovagano diversi bellissimi cervi rossi. Composto da circa 150 stanze, offre interni lussuosi e spesso impreziositi con dipinti d’epoca.

Non si può e non si è mai potuto visitare il Castello nella sua interezza, in quanto i viaggiatori avevano accesso esclusivamente ai giardini e alla sala da ballo. Tuttavia, re Carlo ha deciso di lanciare una nuova iniziativa che permette ai turisti di circolare in alcune delle stanze utilizzate dai Windsor, scoprendo interessanti dettagli della loro vita quotidiana. È stato infatti ideato un nuovo tour, chiamato “Balmoral Experience“, disponibile solo per un tempo limitato (e per un numero circoscritto di persone).

The “Balmoral Experience”

I tour estivi di questo incredibile castello sono già disponibili per il pubblico e includono la visita delle stanze utilizzate dal re e dalla regina, le sale da pranzo, l’atrio del paggio e il corridoio rosso. Ma non è tutto, perché i visitatori possono anche partecipare alla cerimonia tradizionale del Té pomeridiano.

The “Balmoral Experience”, quindi, permette di fare un vero e proprio tuffo nella storia e nel patrimonio di questa tenuta particolarmente amata dalla regina (tanto che l’ha scelta come luogo in cui trascorrere i suoi ultimi giorni di vita) insieme all’aiuto di guide esperte.

E questa è la prima volta, da quando il castello fu completato nel 1855, che è concesso al pubblico di intraprendere un tour privato con guide esperte, per conoscere le origini del Castello e anche come (e quanto) è stato amato dalle generazioni della famiglia reale.

Le date per la visita e dove acquistare i biglietti

Sul sito di questa magnifica residenza situata tra i paesaggi aspri e selvaggi delle Highland Scozzesi, si può leggere che le visite estive (quindi quelle che prevedono il “Balmoral Experience”) sono già aperte al pubblico e che lo saranno fino all’11 agosto.

Ma c’è già un però: i biglietti sono stati messi in vendita ad aprile e sono andati esauriti in meno di un giorno. Per la precisione, 3.400 ticket sono stati venduti in poche ore, con persone in arrivo non solo dal Regno Unito, ma anche dall’Australia, Stati Uniti e Nuova Zelanda.

Tra le altre cose, i prezzi non sono nemmeno così accessibili perché sono di 100 sterline (quindi circa 117 euro) per la visita guidata e di 150 sterline (più o meno 175 euro) per fermarsi anche a prendere il Té gustando pasticcini e tramezzini locali.

L’unica possibilità di visita attualmente non in sold out è la “Balmoral General Admission 2024“, che consente di scoprire solo i giardini e la sala da ballo per un costo di 17,50 sterline, quindi circa 20 euro.

Vista l’incredibile richiesta, la speranza di molti è che vengano riaperte le vendite per l’esclusivo “Balmoral Experience”. Non resta che attendere per scoprire se verrà concessa ad altri fortunati questa incredibile opportunità.

La famiglia reale al Balmoral Castle

Fonte: Getty Images

Vecchia foto della famiglia reale al Castello di Balmoral
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Trebinje, il gioiello nascosto di Bosnia ed Erzegovina

Trebinje è un piccolo gioiello ancora sconosciuto ai più, dalla ricca storia e inserita all’interno di un suggestivo scenario naturale.  Si trova nella parte sud-orientale della Bosnia ed Erzegovina, al confine con la Croazia, sulle rive del fiume Trebišnjica, nella regione dell’Erzegovina orientale, meta ideale per chi cerca una destinazione fuori dai sentieri battuti.

Soggiorna a Trebinje se vuoi evitare la folla e le trappole derivanti dal turismo di massa. Qui potrai risparmiare il 30-50% per alloggi, ristoranti, trasporti e gli altri servizi, tutti più economici rispetto a Dubrovnik, Kotor o Mostar. Il periodo migliore dell’anno per visitare questa deliziosa cittadina va da maggio a ottobre, quando il clima è più mite e soleggiato. Fai attenzione: l’inglese non è ampiamente diffuso, quindi è consigliabile imparare alcune frasi di base in bosniaco o croato per poter comunicare più agevolmente con le persone del posto.

Conoscere la ricca storia di Trebinje: un viaggio attraverso i secoli

La storia di Trebinje affonda le sue radici nei tempi più antichi. Le prime tracce di insediamenti umani rinvenute nella zona risalgono all’Età della Pietra e del Bronzo mentre i primi abitanti conosciuti della regione furono gli Illiri, seguiti poi dai Celti e dai Romani, che conquistarono il territorio nel I secolo a.C. e fondarono Trebenna. La città divenne un importante centro commerciale e militare e visse un periodo di grande prosperità, come dimostrano i numerosi resti archeologici rinvenuti: tra questi, un anfiteatro, un foro e un tempio. Dopo la caduta dell’Impero romano, Trebinje passò sotto il dominio di vari popoli, tra cui i Bizantini, gli Slavi e gli Ungari. Nel 1463, la città fu conquistata dagli Ottomani, che la governarono per oltre quattro secoli, durante i quali continuò ad essere un importante centro commerciale e religioso. La città fu abbellita con moschee, caravanserai e altri edifici tipici dell’architettura ottomana. Nel 1878 divenne parte dell’impero austro-ungarico, che la governò fino al termine della Prima Guerra Mondiale. A conflitto concluso, Trebinje divenne parte del Regno di Jugoslavia. Dalla dissoluzione della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia ad inizio anni ’90, Trebinje fa parte della Bosnia-Erzegovina. Oggi, Trebinje è una destinazione turistica sempre più popolare grazie alla sua ricca storia, la bellezza della natura in cui è immersa e per l’offerta enogastronomica di qualità.

Trebinje ponte sul fiume

Fonte: iStock

Trebinje, la vista al tramonto sul ponte Arslanagic

Cosa fare a Trebinje

A Trebinje potrai scegliere diverse attività interessanti, sia in città che negli immediati dintorni. La sua particolare posizione geografica inoltre, la rende un’ottima base per soggiornare ed esplorare le aree circostanti come la Croazia (la costa adriatica di Dubrovnik è a soli 25 km di distanza), il Montenegro (Herceg Novi, Kotor o Budva) e l’Erzegovina occidentale, comprese Mostar e Medjugorije. Trebinje è ricca di risorse naturali, è circondata dall’acqua di fiumi, mare e laghi, e vanta ottimi collegamenti infrastrutturali. Nel raggio di 100 km insistono infatti ben quattro aeroporti, Dubrovnik, Tivat, Mostar e Podgorica. Relativamente piccola, è facile da esplorare a piedi o in bicicletta. Per iniziare la tua visita, indossa quindi scarpe comode e parti per una passeggiata alla scoperta della Città Vecchia, conosciuta anche come Stari Grad: un labirinto di strade acciottolate, case antiche e chiese storiche che svelano ai visitatori un affascinante passato ricco di culture e tradizioni diverse. Le origini della Città Vecchia risalgono al periodo medievale, quando era un importante centro commerciale e militare sotto il dominio ottomano. Ancora oggi, è possibile ammirare l’influenza dell’impero nell’architettura dell’area. Durante la passeggiata potrai vedere la famosa Fortezza di Trebinje, che dall’alto della sua posizione in cima ad una collina, offre una vista panoramica eccezionale sulla città e sul fiume. Edificata nel IX secolo come baluardo di difesa, intrecciò la sua storia e il suo destino con quelli dei poteri che governarono la regione. Restaurata dopo i danni subiti nel corso della II Guerra Mondiale e quella dei Balcani, oggi ospita un museo, una galleria d’arte, un anfiteatro dove si tengono concerti, spettacoli teatrali ed eventi culturali, un ristorante. Continua il tuo viaggio alla scoperta dell’atmosfera autentica di Trebinje attraverso le sue piazze e i suoi giardini, per rilassarti un po’ all’ombra degli alti platani, simbolo della città.

Sempre all’interno della Città Vecchia osserva la Moschea di Osman Pascià del XVI secolo e la Chiesa Ortodossa di San Pietro e Paolo, importante luogo di culto per la comunità ortodossa locale. Attraversa poi il Ponte Arslanagić, insieme alla moschea un perfetto esempi dell’architettura islamica presente in città. Quella del ponte è una storia interessante: eretto nel XVI secolo, veniva utilizzato soprattutto per consentire il passaggio delle carovane con le merci e richiedeva il pagamento di un pedaggio. Fu sommerso durante la costruzione delle centrali idroelettriche sul fiume e rimontato, pietra per pietra, nella sua posizione attuale.

Trebinje monastero ortodosso

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Uno dei simboli di Trebinje, l’antico monastero Ortodosso

A questo punto, concediti un po’ di relax con una pausa enograstronomica. Un vecchio adagio dice che la salute entra dalla bocca. Se sei d’accordo, allora il mercato locale di Trebinjska è la scelta migliore per te. La piazza situata nel centro della città è aperta tutti i giorni dalle 7.00 alle 15.00, ma il giorno principale è il sabato, quando gli abitanti dei villaggi vicini portano i loro prodotti al mercato. Qui si possono trovare le specialità dell’Erzegovina come erbe, formaggi, miele, frutta e verdura. “Herz-Ego-Vina” vuol dire terra del vino: la regione prende il nome dal titolo di Herzog (Duca), concesso da Federico II al sovrano medievale Stefan Vukcic-Kosaca, famoso per la sua passione per il buon vino. Inevitabile quindi dedicare del tempo alla degustazione del miglior prodotto locale in una delle cantine della zona. Tieni a mente che ogni agosto si tiene il Festival del vino di Trebinje, che richiama molti turisti e appassionati.

Scoprire i dintorni di Trebinje

Trebinje è perfetta anche  se ami la corsa, la bicicletta o l’escursionismo, i suoi dintorni infatti sono ricchi di colline e montagne inesplorate che ti regaleranno viste incredibili sulla natura e sul mare… fino all’Italia! Puoi esplorare il Parco Naturale di Trebinje, fare un’escursione fino alla cima del monte Orjen o seguire il sentiero lungo il fiume Trebišnjica. Fai una gita in barca sul fiume, in kayak o divertiti con il rafting. In alternativa, puoi sempre optare per una tranquilla passeggiata lungo le sue rive e ammirare il paesaggio.

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Vacanze in camper, per evitare l’overtourism è boom di dupe destination

Quest’estate assisteremo a un vero e proprio boom di “dupe destination” (letteralmente “destinazione copia”), quelle mete “clone” di quelle più richieste che tutti vogliono visitare onde evitare di trovarsi in quelle destinazioni sovraffollate soggette al cosiddetto overtourism. Questa nuova tendenza, nata su TikTok e legata, inizialmente, all’industria beauty, si sta diffondendo sempre più anche nel mondo dei viaggi, come svela una recente analisi di Expedia Group da cui è emerso che nel 2024 i vacanzieri sono pronti a partire per luoghi più inaspettati e, spesso, anche più convenienti.

Anche per chi è solito trascorrere le vacanze in campeggio sia a bordo di un camper sia in tenda, benché questo tipo di viaggio garantisca maggiore flessibilità e libertà di movimento, ci sono delle “dupe destination”. Sì, perché, se è vero come i dati riportano che quest’anno il settore dei viaggi tornerà ai numeri pre-pandemia se non addirittura li supererà talmente sta andando bene, anche i camperisti dovranno trovare delle alternative per non trovare troppa folla.

Le “dupe destination” per i camperisti

La piattaforma di noleggio camper CamperDays ha creato una lista di mete alternative suggerite per le proprie vacanze on the road in nome di un turismo più attento con lo scopo di rigenerarsi lontani dalle folle di turisti.

Lione, “dupe destination” di Parigi

Quest’estate, per esempio, è l’anno di Parigi per via delle Olimpiadi che prendono il via il 24 luglio. Peraltro, i prezzi nella Capitale francese saranno ancora più elevati del solito. Ecco allora che la “dupe destination” alternativa a Parigi è Lione (che è anche molto più vicina all’Italia). Se non si vuole rinunciare alla magica atmosfera parigina (Lione per certi verso le somiglia molto) unita a un budget ridotto e, magari, alla passione per lo sport (fino al 9 agosto si svolgono le partite di calcio, maschili e femminili, che fanno parte delle gare per i Giochi Olimpici) questa è la scelta giusta. Lione ha un centro storico che è Patrimonio Unesco, ha il secondo più grande quartiere rinascimentale al mondo dopo Venezia, ha ben due fiumi, il Rodano e la Saona, in mezzo ai quali sorge il quartiere della Presqu’île, la penisola che ospita eleganti palazzi, negozi d’alta moda, raffinati caffè e splendidi teatri ed è la patria della nouvelle cuisine francese nata con Paul Bocuse. Appena fuori dal centro ci sono numerosi campeggi e le aree di sosta, principalmente localizzate lungo il Saona, la rendono una meta ideale per un viaggio on the road in Francia.

Girona, “dupe destination” di Barcellona

Chissà perché tutti vogliono andare a Barcellona… E non una ma due, tre, quattro volte. Le rambla sono sempre super affollate di turisti, per non parlare poi del lungomare di Barceloneta o del quartiere storico, il Barri Gòtic, delle code infinite per visitare la Sagrada Familia o Casa Batlló. Eppure, a pochi chilometri da Barcellona c’è una città molto bella, che molti hanno imparato a conoscere perché ci atterrano i voli low cost di Ryanair. Stiamo parlando di Girona, meta alternativa che offre un autentico spaccato della vita della Catalogna senza, tuttavia, le folle e i costi di Barcellona (da cui dista circa un’ora e mezza). Anche a Girona c’è la rambla, il cuore pulsante della città con negozi e locali della movida notturna che da Pont de Padra segue il corso del fiume Onyar costeggiando deliziose case colorate e possenti archi costruiti in epoca romana. Sebbene l’architettura dal sapore medievale di Girona possa essere ammirata in tutta la città, il suo grande punto di forza sono le imponenti mura che circondano il confine orientale del centro storico, da cui si ha una vista eccezionale sui dintorni di questa graziosa cittadina. A 500 metri dal centro è possibile stazionare con il proprio camper o van in un’area di sosta provvista solo di elettricità oppure ci si può spostare verso la Costa Barcelona in uno dei tanti campeggi attrezzati.

Galway “dupe destination” di Dublino

Questo consiglio è valido non soltanto per chi trascorre le vacanze in camper, dato che non è da tutti fare un viaggio guidando fino all’Irlanda. Infatti, si sa che gli italiani, dopo Barcellona, amano molto anche Dublino, che visitano più volte nella vita. Dublino, infatti, è piena di turisti in qualunque momento dell’anno, persino a novembre quando piove e fa freddo perché il loro Halloween è il più bell’evento che si possa festeggiare o a marzo quando celebrano la festa di San Patrizio, patrono d’Irlanda. Se si vuole trovare meno folla di turisti ci sono delle “dupe destination” consigliate alternative a Dublino, Una di queste è Galway, nel Sud dell’isola, meno affollata e meno cara. Anch’essa adagiata su un fiume, il Corrib anziché il Liffey, ogni angolo di questa città racconta la storia d’Irlanda: le mura medievali, lo Spanish Arch, Quay Street e il coloratissimo Quartiere Latino con i tanti pub per chi vuole immergersi nella tradizione irlandese.

 

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Come arrivare dall’aeroporto di Eindhoven a Rotterdam

Seppur troppo spesso offuscata dalla fama di Amsterdam, Rotterdam rappresenta una meta imperdibile per chiunque organizzi un viaggio nei Paesi Bassi. Giovane ed energica, questa città si è vista distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale, per poi rinascere negli anni a venire e assumere sempre più la forma di una meta dalle architetture audaci e accattivanti, come le case cubiche e il Markthal. Queste sono affiancate da un panorama dinamico composto da caffè alla moda, dal porto più grande d’Europa e da musei conosciuti in tutto il mondo.

Non esistono voli diretti dall’Italia per Rotterdam, la soluzione ideale è atterrare all’aeroporto di Eindhoven e, da qui, scegliere l’opzione più comoda per raggiungere il centro città. Vediamo insieme quali sono le diverse possibilità per iniziare il vostro viaggio in breve tempo e senza problemi.

Dove si trova l’aeroporto di Eindhoven

L’aeroporto di Eindhoven, spesso chiamato anche Welschap, è la seconda base aerea dei Paesi Bassi dopo quella di Amsterdam-Schiphol per traffico passeggeri. Sono oltre 6,8 milioni i viaggiatori che lo frequentano ogni anno e che atterrano qui pronti a esplorare lo splendido paese dei tulipani e dei mulini a vento. Molti aeroporti italiani sono collegati con quello di Eindhoven e vi permetteranno di raggiungerlo in 2-3 ore di volo: il Giovan Battista Pastine di Roma-Ciampino, l’Ugo Niutta di Napoli-Capodichino, il Vincenzo Bellini di Catania-Fontanarossa, il Galileo Galilei di Pisa-San Giusto, per citarne qualcuno.

Grazie alla sua posizione privilegiata, l’aeroporto di Eindhoven permette di raggiungere facilmente le altre grandi città dell’Olanda, prima su tutte la capitale Amsterdam, dalla quale dista 122 chilometri circa, ma anche L’Aia e Rotterdam. Proprio la città che diede i natali a Desiderius Erasmus Roterodamus (meglio conosciuto come Erasmo da Rotterdam) e al calciatore Robin Van Persie è facilmente raggiungibile da Welschap, in quanto è situata approssimativamente a 108 chilometri dall’aerostazione.

Dall’aeroporto di Eindhoven al centro città

L’aeroporto di Eindhoven si trova a soli 8 km dal centro città. Per arrivare alla stazione centrale potete utilizzare un autobus navetta, il numero 401, che in venti minuti vi porterà a destinazione, o il 400, con corse ogni dieci minuti in orario diurno e meno frequenti a partire dalle 18:00. Il costo del biglietto è di circa 4 euro.

Se invece non volete aspettare e desiderate maggiore autonomia, all’uscita dell’aeroporto troverete diversi taxi, mentre all’interno le compagnie di noleggio auto, la soluzione perfetta se avete pianificato di scoprire l’Olanda con un avventuroso on the road.

Dalla stazione di Eindhoven a Rotterdam

Per raggiungere Rotterdam da Eindhoven, ci sono diverse opzioni di trasporto pubblico, tra cui il treno e l’autobus. Il viaggio dura circa 1 ora e 33 minuti in treno, con partenze frequenti dalla stazione centrale di Eindhoven. I treni per Rotterdam Centraal partono ogni mezz’ora: la prima corsa è alle 5:15, mentre l’ultimo treno parte alle 23:44. L’itinerario ha una durata di sessanta-settanta minuti e il costo del biglietto singolo è di 21 euro. Per usufruire di eventuali sconti e agevolazioni è consigliato visitare il sito ufficiale delle ferrovie olandesi.

Un’altra soluzione molto utilizzata è l’autobus. La compagnia di trasporti Flixbus effettua questa tratta, partendo anche dall’aeroporto di Eindhoven. Il viaggio dura quasi 5 ore e il costo del biglietto è di 23 euro. Infine è possibile affidarsi a Bla Bla Car, il servizio di car sharing. Potete prenotare il vostro passaggio dall’aeroporto di Eindhoven a Rotterdam via web: raggiungerete la meta in un’ora e mezza circa pagando intorno ai 12 euro.

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Kunstmuseum: tutte le informazioni per la tua visita

Il Kunstmuseum Liechtenstein è il museo statale di arte moderna e contemporanea. Con la sua architettura iconica e la facciata scura e riflettente, dal 2000 è un punto di riferimento distintivo di Vaduz e contribuisce in modo significativo al profilo internazionale del Liechtenstein. La collezione comprende arte internazionale dal primo modernismo ai giorni nostri, con particolare attenzione a sculture, installazioni e oggetti. Invece di un’esposizione permanente della collezione, il Museo presenta formati espositivi mutevoli, che consentono sempre un nuovo dialogo con le opere della collezione. Con mostre su temi di attualità, esposizioni a scelta dell’artista o mostre personali, il Kunstmuseum mira a far appassionare il proprio pubblico alla moltitudine di storie diverse racchiuse nella sua collezione. Il museo stesso è un’opera d’arte: il suo iconico edificio cubico in pietra nera è ormai un punto di riferimento della città di Vaduz. Inoltre, si trova su una collina che domina la capitale e offre una vista panoramica mozzafiato sul Liechtenstein e sulle Alpi svizzere.

Kunstmuseum Liechtenstein

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L’iconica facciata del Kunstmuseum Liechtenstein di Vaduz

La storia del Kunstmuseum

Nel 1967 il Principato del Liechtenstein ricevette in dono dieci dipinti, che l’anno successivo portarono alla fondazione della Collezione d’arte dello Stato del Liechtenstein. Il primo curatore della collezione fu il Dr. Georg Malin, artista, storico, storico dell’arte e politico del Liechtenstein. Ben presto ampliò la collezione includendo l’arte moderna e contemporanea internazionale. La costruzione del Kunstmuseum, così come si presenta oggi, è stata realizzata grazie al sostegno di un gruppo di donatori privati. Insieme al governo del Liechtenstein e alla città di Vaduz, gli architetti svizzeri Morger, Degelo e Kerez hanno progettato e realizzato la costruzione del museo. Nell’agosto 2000 l’edificio è stato ufficialmente donato al Principato del Liechtenstein come regalo per il millennio, e il Governo ha istituito una fondazione pubblica per la gestione del museo. Il Kunstmuseum Liechtenstein è stato inaugurato ufficialmente il 12 novembre 2000. Da maggio 2015, il Kunstmuseum Liechtenstein è stato ampliato grazie al nuovo edificio espositivo, a forma di cubo, della Hilti Art Foundation e arricchito da una collezione d’arte privata di prima classe e di fama internazionale. Concepito dallo studio Morger Partner Architekten di Basilea, l’edificio forma una presenza unitaria con il Kunstmuseum Liechtenstein direttamente adiacente. La forma cubica, la costruzione e il materiale della facciata riflettono i legami comuni delle due istituzioni sotto l’egida di un unico museo. Come ulteriore segno di unione, l’accesso ai nuovi spazi espositivi avviene attraverso un ingresso condiviso con il Kunstmuseum Liechtenstein e un unico biglietto. Dal 1996 al 2021, il Dr. Friedemann Malsch è stato direttore della Collezione Statale d’Arte e successivamente del Kunstmuseum Liechtenstein. Letizia Ragaglia gli è succeduta il 1° luglio 2021.

Cosa vedere al Kunstmuseum

Il Kunstmuseum Liechtenstein, a Vaduz, ospita una vasta collezione di arte moderna e contemporanea. Ti aspettano 130 anni di storia dell’arte, con opere che spaziano dal XIX secolo ai giorni nostri. Tra i punti salienti della collezione figurano:

  • Arte povera: il museo vanta una delle collezioni più importanti di arte povera, con opere di artisti come Jannis Kounellis, Giuseppe Penone e Gilberto Zorio.
  • Arte tedesca e austriaca: la collezione comprende opere di artisti tedeschi e austriaci di spicco, tra cui Max Beckmann, Ernst Ludwig Kirchner e Egon Schiele.
  • Arte americana: con una significativa collezione di opere di artisti come Andy Warhol, Jasper Johns e Robert Rauschenberg.
  • Arte svizzera: la collezione comprende opere di artisti di fama internazionale come Ferdinand Hodler, Alberto Giacometti e Meret Oppenheim.

Oltre alla collezione permanente, il Kunstmuseum Liechtenstein organizza regolarmente mostre temporanee di arte moderna e contemporanea. Il museo ospita anche un centro educativo con un’ampia varietà di programmi per bambini e adulti, mentre la galleria laterale offre il suo spazio per eventi, progetti, approfondimenti ed esperienze condivise. L’interdisciplinarità, la diversità, la sostenibilità e l’inclusione sono valori cruciali per il Kunstmuseum Liechtenstein, valori che si riflettono anche nella programmazione, compresa l’offerta di educazione artistica.

Il nostro consiglio: se hai poco tempo, concentrarti sulle opere della collezione permanente che ti interessano di più. Il museo offre anche delle audioguide che possono fornire informazioni aggiuntive sul patrimonio in mostra.

Informazioni utili:

Indirizzo: Städtle 30, 9490 Vaduz, Liechtenstein
Orari di apertura: Martedì-domenica, 10:00-18:00; chiuso il lunedì
Biglietto:  Adulti CHF 20; Ingresso ridotto: CHF 15; Ingresso gratuito per bambini sotto i 12 anni

Come arrivare:

  • In auto: Il museo si trova a circa 1 ora di auto da Zurigo e a 2 ore da Milano.
  • In treno: La stazione ferroviaria più vicina è Sargans, in Svizzera. Da lì, si può prendere l’autobus per Vaduz.
  • In autobus: Ci sono autobus regolari da Zurigo, Coira e Sargans a Vaduz.
Vaduz

Fonte: iStock

Vaduz è una città a misura d’uomo e con una vasta rete ciclabile

Vaduz: capitale del Liechtenstein

Il Principato del Liechtenstein è un piccolo stato alpino situato tra l’Austria e la Svizzera. Con una superficie di soli 160 chilometri quadrati e una popolazione di circa 38.000 abitanti, il Liechtenstein è il sesto paese più piccolo del mondo. Nonostante le sue dimensioni ridotte, è ricco di storia, cultura e bellezze naturali. La sua capitale, Vaduz, è una pittoresca cittadina situata sulla riva destra del fiume Reno, al confine con la Svizzera. Con una popolazione di poco più di 5.500 abitanti, Vaduz è la capitale più piccola d’Europa, ma vanta un fascino e un’atmosfera unici, oltre che essere un ottimo punto di partenza per delle belle escursioni giornaliere nei dintorni. Inoltre, è una città molto sicura e a misura di pedone, in cui è facile spostarsi a piedi o in bicicletta. Il periodo migliore per visitarla va da maggio a ottobre, quando il clima è mite e piacevole. La valuta ufficiale del Liechtenstein è il franco svizzero (CHF). La lingua ufficiale del Paese è il tedesco ma l’inglese è ampiamente parlato.

Cosa vedere a Vaduz:

  • Castello di Vaduz: arroccato su una collina che domina la città, è la residenza ufficiale della famiglia principesca del Liechtenstein. Il castello non è aperto al pubblico, ma vale la pena ammirarlo dall’esterno.
  • Städtle: il centro storico di Vaduz, conosciuto come Städtle, è un’affascinante zona pedonale con strade strette, casette colorate e negozietti tipici. Qui si trovano la Cattedrale di San Florino, il Municipio e il Parlamento del Liechtenstein.
  • Il Museo Postale del Liechtenstein illustra la storia del servizio postale del principato e ospita una collezione di francobolli e altri oggetti postali.

Cosa fare a Vaduz:

  • Visita il mercato contadino: ogni sabato mattina si tiene in Piazza Peter Kaiser un vivace mercato contadino dove è possibile acquistare prodotti freschi locali, formaggi, miele e artigianato.
  • Fai un giro in bicicletta: il Liechtenstein è un paradiso per gli amanti del ciclismo, con una rete di piste ciclabili ben curate che attraversano il paese. È possibile noleggiare le biciclette a Vaduz e fare un’escursione lungo il fiume Reno o esplorare le colline circostanti. Se preferisci andare a piedi, potrai percorrere il Sentiero del Principe, un tracciato escursionistico che si snoda sulle colline che circondano Vaduz e offre una vista panoramica mozzafiato sulla città e sulle Alpi.

Come arrivare a Vaduz:

  • In aereo: l’aeroporto più vicino a Vaduz è quello di Zurigo, in Svizzera, che dista circa 1 ora di auto.
  • In treno: la stazione ferroviaria più vicina è Sargans, in Svizzera. Da lì, si può prendere l’autobus per Vaduz.
  • In autobus: ci sono autobus regolari da Zurigo, Coira e Sargans a Vaduz.
  • In auto: Vaduz si trova a circa 1 ora di auto da Zurigo e a 2 ore da Milano.
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In vacanza sulla spiaggia di Punta Prosciutto, in Puglia

L’estate è una stagione pazzesca, che risveglia i sensi di tutti e che ci fa sentire persino più belli. Al contempo, è anche un periodo dell’anno in cui milioni di persone di qualsiasi parte del mondo vanno in vacanza, scegliendo spesso come loro destinazione finale l’Italia. E qui, nel nostro bellissimo Paese, le spiagge paradisiache in cui sdraiarsi per poi fare il bagno in mari limpidi sono davvero tantissime, ma senza ombra di dubbio una delle più amate si trova in Puglia: parliamo della spiaggia di Punta Prosciutto.

Spiaggia di Punta Prosciutto, informazioni utili

Punta Prosciutto è il curioso nome di una località marittima che fa parte del comune di Porto Cesareo. Ci troviamo quindi all’estremo nord-occidentale della provincia di Lecce, nel Salento, magnifico angolo del nostro Paese in cui sorge questa omonima spiaggia dai colori caraibici e dalla natura rigogliosa e selvaggia.

Per la precisione, la spiaggia di Punta Prosciutto si fa spazio lungo la litoranea che collega Porto Cesareo e Torre Lapillo e si presenta agli occhi del visitatore come un piccolo paradiso in terra. Un luogo dalle atmosfere tropicali e in grado di accontentare chiunque vi ci metta piede, in quanto composta da un breve tratto di sabbia mista a rocce, per poi lasciare posto a morbidissima sabbia bianchissima.

Non vi sorprenderà sapere, quindi, che qualche anno fa è stata persino recensita dal Telegraph come una delle spiagge più belle al mondo: 2 km di pura magia e la cui sabbia bianca, fine e morbida è incorniciata da alte dune che, a loro volta, sono ricoperte da flora tipica della macchia mediterranea.

Cosa fare presso questa spiaggia

Punta Prosciutto è una spiaggia per tutti: i suoi fondali bassi sono ideali per le famiglie con i bambini, ma tanto divertimento lo possono avere anche i giovani che qui hanno l’opportunità di svolgere numerose attività acquatiche, tra cui barca a vela, immersioni o kitesurf.

Ma non è tutto, perché la spiaggia di Punta Prosciutto soddisfa anche tutte le tasche: la maggior parte di questo lungo (e spettacolare) litorale è libero, ma per chi preferisce le comodità ci sono anche degli stabilimenti balneari che offrono agli ospiti il noleggio di comodi lettini e necessari ombrelloni.

Non mancano bar, ristoranti e numerosi altri servizi che spesso possono protrarsi fino a tardi, tra happy hour e dj set sotto la luce della luna e delle stelle.

Come raggiungere questa straordinaria spiaggia

Arrivare a Punta Prosciutto è piuttosto facile, ma senza ombra di dubbio il modo più comodo è farlo salendo in automobile (propria o a noleggio). Partendo dall’affascinate città di Lecce, occorre prima percorrere la SP119, poi imboccare la SP21 in direzione Porto Cesareo e infine la SP359.

Se invece siete in partenza dall’altrettanto bellissima Gallipoli, basta guidare prima sulla SP112 e poi sulla SP359, sempre in direzione di Porto Cesareo. Da Taranto, infine, le strade da prendere sono la SP55 o la SP54 e poi la SP359.

A disposizione dei viaggiatori ci sono anche alcune linee autobus della compagnia Salento Bus o della compagnia Cotrap, che durante la bella stagione intensificano le loro corse proprio per far fronte all’ampia richiesta. Infine il treno, che probabilmente è il mezzo più scomodo: bisogna scendere alla stazione ferroviaria di Lecce per poi salire su una delle corse bus della Cotrap.

Non resta che godersi questa favolosa spiaggia di sabbia bianca incorniciata da dune secolari, dalla la tipica vegetazione mediterranea salentina e bagnata da un mare così straordinario che si fa persino difficoltà a credere che sia vero.

Spiaggia di Punta Prosciutto, Puglia

Fonte: iStock

I magnifici colori della spiaggia di Punta Prosciutto
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Sarà un’estate di voli in ritardo: ecco perché

Il caos nei cieli di tutto il mondo sembra non trovare mai fine: dopo un’estate 2023 all’insegna dei ritardi dei voli aerei, tanto che Eurocontrol ha rivelato che è è stata una delle peggiori annate mai viste, non sembrano purtroppo positive le previsioni su quest’anno, la cui stagione estiva sembrerebbe essere caratterizzata dalla stessa problematica.

Come si prospetta l’estate del 2024

La FlightAware ha fornito i dati relativi al caos nei cieli delle ultime settimane: tra il 28 e il 30 giugno sono stati cancellati metà dei voli. Mentre tra il 24 e il 30 giugno, secondo Eurocontrol, gli aerei che hanno sorvolato i cieli d’Europa hanno accumulato 1,9 milioni di minuti di ritardo, il 153% in più dello stesso periodo di un anno fa e il 125% in più rispetto al 2019. E sapete qual è il dato ancor più sconcertante? Nel 2019, quindi l’anno che ha preceduto la pandemia che ha fermato il mondo intero, il numero dei viaggi in aereo è stato superiore a quello di quest’anno.

Non a caso, sono diverse le compagnie aeree che hanno iniziato a lanciare l’allarme sui possibili disagi della stagione. Ne è un esempio Ryanair, che tramite una nota ha fatto sapere che: “Giovedì 27 giugno oltre il 30% dei 3.500 voli Ryanair ha subito ritardi a causa di disservizi Atc. 16 aerei non sono rientrati alla base giovedì notte a causa di ritardi Atc, il che significa che non hanno rispettato gli orari di atterraggio previsti dal coprifuoco aeroportuale. Questa mattina (venerdì 28 giugno), il 25% delle prime partenze di Ryanair (150 aerei su 600) è stato ritardato a causa della ‘carenza di personale’ dell’Atc e di ‘guasti agli strumenti’ nel centro Atc di Maastricht. Questi ripetuti ritardi e cancellazioni dei voli dovuti alla cattiva gestione del traffico aereo sono inaccettabili”.

Anche WizzAir ha detto la sua: “È importante notare che questo problema sta colpendo molte compagnie aeree, quindi la disponibilità di hotel in tutta Europa potrebbe essere limitata. WizzAir sta facendo tutto il possibile per ospitare il maggior numero possibile di passeggeri, ma nel caso in cui i nostri partner esterni non riescano a soddisfare tutte le richieste a causa della mancanza di disponibilità delle camere, ai passeggeri potrebbe essere richiesto di organizzare autonomamente il proprio alloggio. I passeggeri potranno richiedere il rimborso delle spese pertinenti sostenute, fino all’importo consentito, attraverso il sito ufficiale di WizzAir”.

Quali sono le cause

Come si può leggere su un articolo del Corriere della Sera, c’è chi sostiene che le cause di tutti questi disagi siano da ritrovare nel fatto che le compagnie aeree sono in enorme fermento, tanto da annunciare nuove rotte anche poche settimane prima dell’avvio. Fino a qualche anno fa, invece, queste decisioni venivano prese con mesi di anticipo. C’è anche chi ritiene che sia sbagliata la gestione dei turni degli equipaggi, che allo stesso tempo non sono sufficienti.

Il personale risulterebbe insufficiente anche negli aeroporti, in cui sono troppi i movimenti da gestire e dove, inevitabilmente, si allungano i tempi  per lo sbarco, l’imbarco e la gestione dei bagagli, e presso le torri di controllo.

C’è poi la questione del conflitto russo-ucraino che ha ridotto lo spazio aereo utilizzabile portando a un vero e proprio intasamento nei cieli per chi vola verso quella parte di mondo. Infine il maltempo, che sta costringendo i velivoli a intraprendere percorsi alternativi creando, di conseguenza, traffico ad alta quota.

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Giornata mondiale degli UFO, i luoghi degli avvistamenti inspiegabili

L’ipotesi, affascinante e sicuramente un po’ inquietante, di non essere da soli nell’Universo ha scatenato la fantasia di milioni di curiosi in tutto il mondo. E mentre gli scienziati continuano a studiare lo spazio, alla ricerca di tracce di vita aliena, semplici appassionati alzano gli occhi al cielo nella speranza di avvistare, prima o poi, un oggetto misterioso che potrebbe appartenere agli extraterrestri. Nel corso della storia ci sono stati numerosi episodi bizzarri e inspiegabili: in occasione della Giornata mondiale degli UFO, che ricorre il 2 luglio, scopriamo quali sono i luoghi in cui sono avvenuti gli avvistamenti più famosi.

Il caso Roswell e la misteriosa Area 51

Non possiamo che partire dalla piccola città di Roswell, situata nella contea di Chaves nello Stato del Nuovo Messico: siamo nel cuore degli Stati Uniti orientali, dove si estende una grande pianura desertica. È qui che si verificò un incidente che ha suscitato l’attenzione dei media di tutto il mondo, dando il via ad una serie di suggestionanti ipotesi che non si sono mai spente del tutto. A circa 120 km dalla città, il 2 luglio 1947 avvenne uno schianto misterioso: un velivolo inizialmente non identificato precipitò al suolo, e si diffuse rapidamente la notizia di un incidente alieno. Nonostante le smentite da parte delle autorità, dapprima i giornali e in seguito i vari ufologi che idearono una teoria del complotto fecero riferimento allo schianto di un UFO sulla terra.

A rinfocolare ancora più le ipotesi sugli extraterrestri fu l’immediato intervento dei militari: si raccontò infatti che i soldati recuperarono dei corpi alieni dai resti del velivolo precipitato a terra, portandoli poi presso la misteriosa Area 51. Quest’ultima è una base militare sperimentale situata nel Nevada, a circa 150 km di distanza da Las Vegas. E ormai deve la sua fama proprio a questo fatto. A proposito, cosa sappiamo oggi sull’oggetto caduto vicino a Roswell? Non sarebbe altro che un pallone sonda del progetto militare Mogul, cosa che spiegherebbe il riserbo che ha sempre caratterizzato l’intera vicenda.

Gli altri luoghi degli avvistamenti famosi

Se Roswell e l’Area 51 sono ormai finiti nella leggenda, ci sono tanti altri luoghi in cui si sono verificati avvistamenti inspiegabili. In Italia, c’è un evento storico che ha catturato l’attenzione di migliaia di persone: il 27 ottobre 1954, durante l’incontro di calcio Fiorentina-Pistoiese, il cielo sopra lo stadio Artemio Franchi di Firenze si popolò improvvisamente di quello che il pubblico definì come un misterioso stormo di velivoli di diversa forma. Nello stesso giorno, in molti videro tali oggetti non identificati anche dal Duomo di Firenze. Per gli esperti, sarebbero stati solamente velivoli appartenenti ad un’operazione militare.

Molto più recente è l’avvistamento avvenuto il 15 luglio 2019 a bordo della USS Omaha, una nave da guerra americana. Un filmato, girato mentre l’imbarcazione si trovava al largo delle coste di San Diego, mostrò alcuni UFO che sorvolano l’oceano. Inutile dire che l’opinione pubblica si scatenò immediatamente: il Pentagono, a quanto pare, si sbilanciò dichiarando le immagini autentiche, e Donald Trump, sulla scia dell’interesse rinnovato per gli alieni, diede vita ad una task force dedicata proprio all’investigazione degli UFO.