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Locorotondo: il bianco borgo pugliese tra sogno e realtà

Una paese che sembra uscito da un sogno, con le sue casette bianche e i tetti spioventi. Locorotondo è un borgo splendido, affacciato sul paesaggio offerto dalla Valle d’Itria e considerato uno dei borghi più belli d’Italia. Suddiviso in ben 138 frazioni nella provincia di Bari e situato a 410 metri sul livello del mare, deve il suo nome alla particolare forma del suo centro storico: letteralmente significa ‘luogo rotondo’ (dal latino Locus Rotundus) e fa riferimento alle casette bianche disposte su anelli concentrici.

Una struttura testimoniata già nella prima parte del XIII secolo, perché il borgo di Locorotondo vanta una storia ricca e interessante, che si snoda tra dominazioni feudali, conquiste normanne e periodi di fiorente crescita economica. Il primo documento giunto fino a noi, che riporta il nome del paese come ‘Rotondo’, risale al 1195, al tempo della dominazione sveva. Da allora e per tutto il Trecento, con gli Angioini in Puglia, Locorotondo si tramuta in un casale, un possesso feudale che nei secoli cambia molti proprietari, dai monaci ai baroni.

Passeggiando tra le sue strade potrete ammirare le testimonianze storiche del suo passato sotto forma di chiese barocche, palazzi signorili e botteghe artigiane. Ma non sveliamo tutto ora, continuate la lettura per scoprire cosa fare a Locorotondo per scoprirlo al meglio.

Cosa vedere a Locorotondo

Locorotondo è senza ombra di dubbio un luogo magico e, seppur di piccole dimensioni, è in grado di rimanere impresso nella memoria di ogni viaggiatore grazie alla sua atmosfera, che non ha nulla da invidiare ad altri borghi vicini come Alberobello. Le Cummerse, ossia le case tradizionali, con i loro caratteristici tetti a spiovente ricoperti di chiancarelle, rappresentano il vero simbolo del borgo e regalano un panorama unico.

Forma circolare perfetta, delineata tra pietre e calcine, con il colore bianco che avvolge ogni cosa, arricchito dai mille colori dei balconi fioriti. Locorotondo, infatti, è conosciuto anche come il paradiso dei balconi, che emergono, protagonisti, in architetture barocche realizzate in pietra locale. Inserito nell’elenco dei borghi più belli d’Italia e premiato con la Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, Locorotondo ha diversi luoghi dal valore storico e architettonico da visitare: scopriamoli insieme.

Le chiese del borgo

Gioiello neoclassico, la Chiesa Madre di San Giorgio fu realizzata tra il 1790 e il 1825 sui resti di precedenti edifici religiosi e domina il paesaggio cittadino con la sua struttura imponente. La facciata è in stile cinquecentesco, mentre la pianta a croce, con una cupola alta 35 metri, un tempo rivestita in tegole di terracotta. Al suo interno è possibile ammirare decorazioni in stile barocco misto al rinascimentale, con un altare in marmo risalente al 1764 e una raffigurazione in rilievo di San Giorgio, adornata dai Santi Pietro e Paolo e dal drago.

Più semplice è la Chiesa di San Nicola, realizzata nel 1660. La sua volta è a botte e all’interno sono custoditi affreschi di grande interesse artistico, raffiguranti la vita e i miracoli di San Nicola di Mira. Ricca la cupola, colma di festanti cherubini, mentre risulta molto interessante la presenza di alcuni bassi rilievi in pietra. Raffigurano la crocefissione di Cristo e sono più antichi della chiesa stessa: si dice che siano stati ritrovati in una grotta nei pressi del borgo. La tipica copertura a “cummerse”, invece, caratterizza la Chiesa Madonna della Greca, le cui origini sono ancora oggi incerte. All’interno è presente un portale con lunetta rialzata, caratterizzato da un rosone traforato al di sopra.

Gli edifici da non perdere

Tra gli edifici da non perdere spicca sicuramente Palazzo Morelli. Si tratta di uno splendido esempio di architettura civile, con richiami simili allo stile adottato nella vicina Martina Franca. Risale al 1819 e vanta un portale decorato splendidamente, con balconcini dalle ringhiere in ferro battuto, tipiche delle costruzioni barocche del sud della Puglia. Infine, durante la vostra passeggiate vi imbatterete nella Torre dell’Orologio, un edificio sfruttato anticamente come sede universitaria, risalente al XVIII secolo. Venne qui sistemato l’orologio che un tempo adornava il campanile della Chiesa Madre di San Giorgio. Torre abbellita in seguito alla sua realizzazione, con la costruzione di un colonnato circolare nella parte superiore.

Locorotondo di notte

Fonte: iStock

Il borgo di Locorotondo di notte

Cosa vedere nei dintorni

Quando terminate di passeggiare tra le vie di Locorotondo, non perdetevi le bellezze presenti nei dintorni, come il Trullo Marziolla. Questo è considerato il trullo più antico della Valle d’Itria perché risalente alla metà del Cinquecento. Agli appassionati di storia e cultura, invece, consigliamo una visita a Martina Franca dove a dominare sono gli edifici contraddistinti da un barocco elegante e la sua ricca tradizione musicale.

Chi visita la Puglia durante i mesi più caldi non può esimersi dal nuotare nel suo mare cristallino. Se desiderate il relax e le atmosfere vivaci tipiche pugliesi, una tappa obbligata è Polignano a Mare. Il suo centro storico arroccato sulla scogliera offre scorci panoramici indimenticabili, mentre le calette nascoste invitano a rilassarsi al sole e godersi i pomeriggi lenti tipici dell’estate italiana.

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Valldemossa, il borgo di Maiorca set del film Pane al limone con semi di papavero

Una storia di amicizia tutta al femminile, tra inconfessabili segreti di famiglia e il coraggio di realizzare i propri sogni. La trama del film spagnolo “Pane al limone con semi di papavero” è di quelle che lasciano il segno. Anna e Marina sono sorelle ma non si vedono da 14 anni, da quando, cioè, una lite familiare ha interrotto il loro rapporto. Anna è sempre rimasta a vivere sull’isola, mentre Marina, che era stata mandata a studiare all’estero quando aveva soli quattordici anni, ora lavora come ginecologa per un’organizzazione umanitaria che opera in Africa. Dopo tanto tempo, però, grande è la sorpresa e il piacere nel ritrovarsi davanti alla porta del mulino che una ignota donatrice ha lasciato loro. Non un qualsiasi mulino, ma il forno centrale del loro paese di origine, luogo di ritrovo dell’intera comunità. Sullo sfondo c’è l’isola di Maiorca, perla delle Baleari, è il delizioso borgo è Valldemossa.

Il borgo di “Pane al limone con semi di papavero”

Le due protagoniste si ritrovano nel loro paese natale, un borgo delizioso nell’immediato entroterra di Palma di Maiorca. Nella quiete della Sierra de Tramuntana, tra colline ricoperte da una fitta vegetazione, Valldemossa è una tappa obbligata di chiunque visiti l’isola, a pochi chilometri dalla Costa Nord di Maiorca. Si tratta di un villaggio rurale autentico che conta all’incirca duemila abitanti, dove perdersi tra vicoli e le case di pietra color ocra ornate di fiori. Il paese è piuttosto turistico e il centro storico è tutto un susseguirsi di caffetterie e negozi di souvenir. Tra i vicoli più nascosti, però, si cela la vera essenza di Valldemossa, con gli antichi lavatoi, le piccole botteghe di artisti e, nascosti tra le case, spettacolari cortili. L’origine del borgo sarebbe araba. Secondo la leggenda, fu un nobile saraceno di nome Mussa a fondarlo dandogli il nome di “Vall d’en Mussa”, divenuto poi Valldemossa. Lo dimostrerebbe l’incredibile numero di cortili nelle case come quelli dei riad nordafricani.

Cosa vedere a Valldemossa

Nonostante sia un piccolo paese, di cose da fare a Valldemosa ce ne sono tante. A partire dalla Certosa, un palazzo edificato nel 1309. Nel 1399, passò nelle mani dei monaci certosini e successivamente venne privatizzato a seguito della Desamortización di Mendizábal (esproprio dei beni ecclesiastici). È possibile visitarne il chiostro, una delle parti più antiche degli edifici attuali, l’antica farmacia dei certosini, il giardino e le stanze della Cella del Priore. All’interno del complesso è presente anche un’importante collezione di oggetti personali, manoscritti e partiture del musicista Frédéric Chopin e della scrittrice George Sand. Qui, infatti, Chopin compose i Preludi Op. 28 e la Sand scrisse “Un inverno a Maiorca”. Dal 1930, alla Certosa ad agosto si organizza il Festival Chopin di Valdemossa.

Bellissimo è anche il Palacio Rey Sancho, uno splendido palazzo del 1300 con un bellissimo cortile intero fatto erigere da Re Jaime II di Maiorca affinché il figlio ed erede al trono Sancho potesse trovare sollievo dall’asma che lo affliggeva. Un esoro davvero inaspettato in un paese così piccolo. E poi c’è il porto. Ebbene sì, benché il paese sorga su una collina, come molti paesi della Sierra de Tramuntana ha anche un accesso al mare. Il Port de Valldemossa dista pochi chilometri dal centro del borgo. Ci si arriva in auto, percorrendo circa 20 minuti di tornanti da brividi. Una volta arrivati sulla costa, si può andare al mare a Sa Marina di Valldemossa, circondato da montagne, barche e vecchie case di pescatori. Per chi non volesse scendere fino al mare, lo può comunque ammirare dal mirador panoramico di Miranda des Lladroners. Da quassù, si gode di una bella vista sulle colline della Sierra de Tramuntana, sulla zona bassa del pueblo e, nelle giornate limpide, fino alla città di Palma di Maiorca.

valldemossa-isola-maiorca

Fonte: 1223RF

Il paese di Valldemossa a Maiorca
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Lipsia, una delle città più sorprendenti della Germania

Lipsia è un’affascinate città tedesca che sorge nella parte più orientale della Germania, ed è anche la più grande della Sassonia. Dalle origini molto antiche e da un passato non sempre glorioso che le ha spesso donato l’appellativo di “grigia”, è oggi una località che sta vivendo un nuovo splendore, grazie a un profondo restauro del centro storico e dei suoi palazzi e una ritrovata vivacità che rende l’atmosfera della zona particolarmente giovanile e accogliente.

Ma non è tutto, perché Lipsia è anche una città piena di cultura, tanto che si è riuscita da imporre come nuova meta turistica. A rivestire un ruolo molto importante è anche lo sport: è una delle 10 città tedesche in cui si stanno tenendo gli Europei di Calcio del 2024. Ed è proprio presso la sua Red Bull Arena, uno stadio che può essere definito lo specchio della Germania dal dopoguerra ad oggi, in cui l’Italia giocherà il suo match decisivo alle ore 21:00 con la Croazia.

Lipsia, informazioni utili

La città di Lipsia si distingue per avere tante anime diverse: visitarla è come passeggiare in universi paralleli e tutti da esplorare. Vi basti sapere che è proprio qui che sono nati alcuni dei compositori classici più famosi del mondo, ma nonostante questo oggi è un vero e proprio polo di avanguardie artistiche contemporanee e centro di innovazione tecnologica.

Non a caso, nel corso di questi ultimi anni diversi quotidiani, tra cui il prestigioso New York Times, l’hanno definita “come Berlino, ma meglio”.

Cosa vedere a Lipsia

Una delle prime attrazioni di Lipsia che ottiene l’interesse dei visitatori è il Monumento alla Battaglia delle Nazioni che è stato eretto per ricordare la brutale sconfitta che subì qui Napoleone nel 1813. Costruito in granito e arenaria, dalla cima della collina sui cui si trova offre un emozionante panorama da ammirare da una piattaforma posta all’altezza di 90 metri. Attenzione, però, perché per arrivarci bisogna salire ben 500 scalini stretti e ripidi che, per fortuna, valgono la fatica.

Monumento alla Battaglia delle Nazioni, Lipsia

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Il bellissimo Monumento alla Battaglia delle Nazioni di Lipsia

Gewandhaus è considerata una delle sale concerti più belle del mondo: la sua acustica è spesso definita come una delle migliori di tutto il nostro pianeta. Molto bella è anche la Chiesa di San Nicola, con un affascinante interno in stile neoclassico che infonde pace e serenità.

Poi ancora il Vecchio Municipio, che si affaccia in tutta la sua bellezza sulla piazza principale della città (altrettanto affascinante), che conserva molte opere d’arte sacra medievale e un museo in cui vi è esposto l’unico dipinto originale che si può attribuire ufficialmente a Bach.

Voliamo ora presso La Chiesa di San Tommaso – Thomaskirche –, dove lo stesso Bach lavorò come cantore dal 1723 fino alla sua morte nel 1750. Non a caso è proprio questo il posto in cui riposano i suoi resti, che sono stati sepolti sotto un epitaffio in bronzo che si trova vicino all’altare.

Straordinario è anche l’edificio del Reichsgericht, di cui è possibile visitare la sala d’ingresso, la grande aula e il Reichsgerichtsmuseum che espone oggetti e meraviglie che raccontano la storia di questo maestoso palazzo.

Non è di certo da meno la Panorama Tower che sorge proprio proprio di fronte alla Augustusplatz (un’altra piazza da non perdere in quanto è considerata uno dei luoghi più belli di tutta la Germania poiché è circondata da bellissimi monumenti). Si tratta di un grattacielo di vetro alto 142 metri e dalla forma particolarmente bizzarra: il suo soprannome è “dente del giudizio”. Salendo, inoltre, si può osservare quella che è per molti è la vista migliore della città di Lipsia.

Augustusplatz , Lipsia

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L’affascinante Augustusplatz a Lipsia

Spinnerei, fino a circa un secolo fa, era il cotonificio più grande del mondo, mentre oggi è una meravigliosa cittadella d’arte e cultura: artisti, pittori, registi, designer e molti altri ancora si riuniscono in questo spazio in di ben 30.000 metri quadrati per tirare fuori tutto il loro estro in un contesto assai affascinante.

Infine, non dimenticate di fare una passeggiata presso il centro storico di Lipsia (perfetto da girare anche in bici), in cui scoprire anche tutti i luoghi “musicali” seguendo il Leipzig Music Trail, un anello di 3 chilometri che collega 23 luoghi simbolo della storia dei più famosi compositori classici, che hanno vissuto e lavorato a Lipsia, tra cui il Museo Bach, la Mendelssohn House e la Schumann House.

La Red Bull Arena, l’affascinate stadio di Lipsia

La Red Bull Arena di Lipsia, che ospita la partita degli Azzurri di questa sera contro la Croazia, è stato costruita nei primi anni 2000 in sostituzione del preesistente impianto risalente al 1956. Dal 2010, inoltre, è la sede delle partite casalinghe del club calcistico RasenBallsport Leipzig.

Si tratta di un vero e proprio gioiello hi-tech ma dal cuore un po’ retro’: colori e odori dell’arredamento catapultano nella Germania dell’Est e la sensazione che si ha è quella di stare in un labirinto. Misura esternamente 230×210 metri, mentre la tettoia (la cui struttura è modellata allo scopo di migliorare l’acustica interna) è alta fino a 46,5 metri e copre una superficie di 28100 metri². Tutti i posti sono quindi riparati, ma anche numerati e dotati di seggiolino ribaltabile.

Una piccola curiosità, ovvero che nei fatti questo stadio ha tre nomi: il suo primo nome, quello mantenuto fino al 2010, è Zentralstadion; il giorno 1 luglio dello stesso anno l’impianto (con l’approvazione del consiglio comunale) venne ridenominato Red Bull Arena; in questi giorni di Europeo si chiama Leipzig Arena, perché la UEFA non accetta sponsor che non siano i suoi.

Red Bull Arena, Lipsia

Fonte: Getty Images

L’interno dellaq Red Bull Arena di Lipsia
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Alla scoperta di Lhasa, dove non esiste Facebook e si mangiano yak

È una delle città più alte del mondo e una tappa fissa lungo il tragitto che porta alla cima dell’Everest, ma è anche un luogo ricco di contraddizioni: profonda religiosità, regole rigide ma anche qualche tocco di innovazione e tecnologia. Lhasa è la capitale della Regione Autonoma del Tibet, ma è anche un vero e proprio tempio buddista all’aria aperta.

Scopriamo cosa vedere nella città più grande e importante del Tibet e quali sono le particolari regole per visitarla.

Alla scoperta di Lhasa, la capitale del Tibet

Lhasa, il cui significato in tibetano è “Trono di Dio”, si erge a 3650 metri di altitudine lungo la valle del Kyi Chu. È la capitale del Tibet, o meglio della Regione Autonoma del Tibet, territorio attualmente annesso alla Cina e controllato dalla Repubblica Popolare Cinese. In questa città, che è la più grande del Tibet, convive l’anima più antica e religiosa con quella più moderna e tecnologica di una tipica città cinese.

Prima dell’occupazione cinese, Lhasa era anche la residenza tradizionale del Dalai Lama e l’aspetto religioso permane ancora oggi tra i palazzi storici e le tradizioni tramandate dalla sua popolazione. Camminando lungo le vie della città si incrociano normalmente uomini e donne sdraiati a terra e intenti a praticare per strada il culto di Buddha, oppure lunghe comitive in pellegrinaggio, nonostante l’aria rarefatta, con le ruote di preghiera e i rosari tra le mani. Da ogni angolo, si elevano canti ipnotici che scandiscono il cammino dei gruppi religiosi.

Ruote di preghiera a Lhasa, la capitale del Tibet

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Ruote di preghiera tibetane a Lhasa

Cosa vedere a Lhasa

Insieme ai laici, sfilano tra le strade di Lhasa anche tanti monaci con i loro abiti rosso intenso, che si mescolano ai passanti tra i negozi a pochi passi dal tempio Jokhang, situato in piazza Barkhorm. Risalente al VII secolo, il tempio è stato costruito per volontà del re Songtsen Gampo. È questa la prima vera tappa di chi visita il Tibet, un luogo simbolo del buddismo inserito tra i patrimoni dell’umanità Unesco dal 2000.

Barkhor in realtà non è soltanto una piazza, ma un distretto considerato come un vero e proprio “circuito di pellegrinaggio” molto seguito dai tibetani. Si compone di quattro strade costeggiate dalle tipiche case tibetane e pavimentate con pietra: East Street, West Street, North Street e South Street. Un tempo questo circuito era visto dalla popolazione come una “via santa” lungo la quale dedicarsi alla preghiera. Ora si mischia all’anima religiosa anche lo sviluppo turistico che ha visto sorgere numerosi bar, negozi e attività ricettive nei dintorni.

Altra tappa da non saltare è quella del Potala Palace, che come il Tempio di Jokhang è spesso meta di numerosi visitatori. È il palazzo più alto del mondo, a più di 3600 metri sul livello del mare, e domina la Collina Rossa di Lhasa. Formato dal Palazzo Rosso e dal Palazzo Bianco (che anticamente ospitava il governo tibetano locale), è considerato una “mecca” religiosa per i tibetani. In quella che un tempo è stata la residenza invernale del Dalai Lama, è possibile ammirare santuari maestosi adornati con oro e gemme preziose, opere murali dai colori vivaci e statue scolpite a mano, ma anche una scuola, un seminario, splendidi giardini e pure una prigione.

Potala Palace, in Tibet

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Potala Palace

A circa 10 chilometri di distanza dal centro di Lhasa, incastonato sulle montagne maestose, spicca il monastero di Drepung, uno dei più grandi complessi monastici del mondo. Risalente al primi decenni del 1.400, è formato da diverse costruzioni che spiccano per il loro colore candido sui colori intensi della vegetazione circostante. Ospita fin dall’antichità diverse scuole per monaci e rappresenta un luogo di istruzione di alto livello per la filosofia e la teologia del Buddismo tibetano. Custodisce diversi tesori e nei dintorni è possibile visitare numerose grotte e templi.

La cucina tibetana: sapori e profumi inconfondibili

Da provare anche la cucina tibetana, tra le cui prelibatezze spiccano gli gnocchi ripieni di carne di yak, i noodles e il riso dolce, accompagnati con fiumi di birra prodotta nel Tibet Lhasa Brewery Co., il birrificio situato a oltre 3000 metri d’altezza. Tra gli altri piatti tipici della cultura tibetana, si può assaggiare lo sha phaley, il pane ripieno di cavolo e carne (che spesso viene fritto), oppure il thenthuk, una particolare minestra di verdure.

Yak, l'animale tipico del Tibet

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Yak, animale tipico del Tibet

Restrizioni per visitare Lhasa: le cose da sapere

Nella capitale del “tetto del mondo”, così viene chiamato il Tibet, sorprende la presenza del wi-fi nonostante non sia possibile accedere a Facebook. Essendo regione autonoma della Cina, infatti, vigono le medesime regole che vietano l’uso dei social network. Non sono le uniche restrizioni da conoscere per i viaggiatori che vogliono visitare questa terra dal fascino unico.

Un altro effetto del controllo operato dal Governo cinese a Lhasa, e nel resto del Tibet, è anche la forte presenza militare, la massima attenzione alla sicurezza e il divieto assoluto di scattare foto o video, pena la confisca delle telecamere o la cancellazione delle foto. Nessun divieto, però, per gli smartphone, molto diffusi anche tra i religiosi.

In Tibet ogni auto è fornita di telecamere e deve essere guidata da autisti locali per evitare escursioni fuori programma. Non è concesso inoltre programmare viaggi individuali, ma soltanto visite di gruppo organizzate da agenzie di viaggio locali.

Per raggiungere Lhasa, inoltre, è possibile entrare in Tibet soltanto dalla Cina o dal Nepal e unicamente richiedendo un permesso speciale, oltre al visto per la Cina.

Tempio buddista a Lhasa

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Tempio buddista a Lhasa
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attrazioni turistiche italiane e internazionali Europa Idee di Viaggio Liechtenstein Vaduz Viaggi

Dove dormire a Vaduz, guida ai quartieri della città

Stai organizzando una visita a Vaduz e ti stai chiedendo quale potrebbe essere la zona migliore dove soggiornare con il B&B o l’hotel? Quello che devi sapere è che la capitale del Liechtenstein è una città piccola e concentrata di appena poco di più di 17 chilometri quadrati. Per il tuo alloggio, non c’è un quartiere migliore di un altro, semplicemente ognuno di essi ha caratteristiche e stili unici che lo contraddistinguono. Dunque, la tua scelta per la zona dove alloggiare si baserà principalmente sui tuoi interessi e gusti personali. In questo articolo troverai una panoramica dettagliata dei quartieri dove soggiornare a Vaduz e la descrizione delle loro peculiarità e delle attrazioni principali.

Mitteldorf: il cuore della città

Mitteldorf è il cuore storico di Vaduz caratterizzato da strade pittoresche ed edifici che mantengono il loro stile e fascino tradizionale. Alloggiare in questa zona significa poter aprire il portone e trovare tutto a portata di mano ma non solo, potrai passeggiare tra le vie storiche della città e immergerti nella cultura locale. È anche una delle zone più turistiche quindi gli alloggi e le sistemazioni saranno sicuramente le più gettonate. Uno dei principali punti di interesse di questa zona della città è il Museo Nazionale del Liechtenstein: 42 sale espositive che offrono un viaggio esplorativo nella cultura nazionale e naturale del Liechtenstein. Inoltre, il Castello di Vaduz, situato su una collina si affaccia su questo quartiere regalando uno scenario che sembra essersi fermato nel tempo. In sintesi, Mitteldorf è ideale per coloro che desiderano alloggiare in un quartiere che offre il giusto mix tra storia, cultura e bellezze naturali.

Rheinau: immersi nella natura

Rheinau, situato lungo il fiume Reno, è la miglior zona dove soggiornare a Vaduz se sei un amante della natura e delle attività all’aperto. Da questa zona della città, infatti, partono diversi percorsi per escursioni a piedi o in bici. È anche la soluzione perfetta per gli amanti della pesca che possono godere di ampi spazi naturali dove dedicarsi, rilassandosi, a questa attività. Rheinau mette a disposizione diverse scelte di alloggi, da quelli più lussuosi a quelli più accessibili, rendendolo il quartiere perfetto per chi vuole evadere dalla quotidianità circondandosi di calma e di bellezze naturali, l’ideale per un soggiorno rigenerante.

Lett: il quartiere di Vaduz più vivace

Scorcio di una strada di Vaduz

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Una strada della deliziosa città di Vaduz

Lett è la zona più vivace della città, nonostante la sua architettura tradizionale e storica è, forse, il quartiere più giovanile e cool dove soggiornare a Vaduz. Luogo perfetto per gli appassionati di storia, cultura ed enogastronomia con i suoi numerosi caffè e ristoranti che portano brio tra le strade di questo quartiere. Durante l’anno Lett è anche il punto di riferimento per chi desidera scoprire la cultura locale in prima persona poiché diventa teatro di diversi eventi culturali. Le manifestazioni e gli eventi possono variare di anno in anno, pertanto ti consigliamo di consultare sempre il sito ufficiale del turismo di Vaduz o contattare direttamente gli uffici turistici locali per ottenere maggiori informazioni. Gli eventi più ricorrenti a Lett e a Vaduz in generale sono:

  • Festival Musicali: concerti all’aperto e festival musicali che celebrano sia la musica classica che contemporanea.
  • Eventi enogastronomici: fiere e festival gastronomici che mettono in risalto la cucina locale e internazionale, permettendo ai visitatori di assaporare un’ampia varietà di piatti.
  • Festival folcloristici e celebrazioni di Giornate Storiche: eventi che celebrano le tradizioni e la cultura del Liechtenstein con danze, musica e costumi della tradizione; ma anche rievocazioni storiche che offrono uno sguardo approfondito sulla storia del quartiere e di Vaduz.
  • Mercatini di Natale: durante il periodo natalizio, Lett ospita tipici mercatini dove si possono trovare prodotti artigianali, cibo tradizionale e decorazioni natalizie.
  • Proiezioni cinematografiche all’aperto: durante l’estate vengono organizzate serate di cinema all’aperto per guardare film sotto un manto di stelle.

Aeule: il miglior soggiorno a Vaduz per lavoratori

Se a Vaduz ci devi andare per lavoro e non per vacanza, un quartiere da tenere a mente è Aeule: zona moderna e dinamica circondata da numerose aziende e uffici. Aeule mette a disposizione varie soluzioni abitative ma il suo punto forte sono gli ottimi collegamenti dei mezzi pubblici che rendono gli spostamenti tra i vari quartieri della città facili e immediati. Rappresentando la fusione perfetta tra modernità e funzionalità, Aeule diventa la soluzione perfetta per giovani professionisti che, terminati gli impegni di lavoro, possono fermarsi in qualche locale del quartiere per una buona cena e per socializzare.

Forst: la scelta perfetta per le famiglie

Nell’ampia offerta di zone dove scegliere l’hotel a Vaduz c’è anche Forst: un quartiere residenziale che si distingue per la sua atmosfera tranquilla e familiare. Grazie all’ampia presenza di scuole e parchi, questa zona è l’ideale per chi visita Vaduz con tutta la famiglia. Inoltre, la sua vicinanza al centro storico, rende Forst un quartiere comodo per chi non vuole rinunciare a godersi un po’ di movida e di comodità urbane.

Hotel a Vaduz: quanto costa soggiornare nella capitale del Liechtenstein

In generale, il Liechtenstein ha un costo della vita medio-alto (che si avvicina a quello della Svizzera) ma offre anche un’elevata qualità della vita, sicurezza e servizi di eccellenza. Per quanto riguarda i costi degli alloggi:

  • hotel: i prezzi degli hotel variano a seconda della categoria e della stagione. Un hotel a 3 stelle può costare tra i 150 e i 250 euro a notte, mentre un hotel a 4 o 5 stelle può anche superare i 300 euro a notte.
  • B&B: gli appartamenti in affitto per uso vacanziero possono variare da circa 100 a 200 euro a notte, a seconda della posizione e delle dimensioni.

Come avrai notato, Vaduz, per quanto piccola, ha davvero molte opzioni di alloggio che rispondono a gusti ed esigenze di tutti. Dal quartiere più residenziale a quello più storico, passando per l’opzione per gli amanti della natura o quella per i giovani professionisti, per dormire a Vaduz c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Il consiglio è quello di decidere l’impronta che vuoi dare al tuo viaggio, ascoltare i tuoi gusti e le tue attitudini e, sulla base di questi, scegliere la miglior sistemazione per rendere il tuo viaggio indimenticabile, sia esso per diletto o per lavoro.

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Nuotare in Europa: i Paesi con l’acqua più pulita

Con l’estate che ha già iniziato ad imperversare in gran parte d’Italia, sono moltissimi i turisti che stanno cercando la meta delle loro prossime vacanze, con un occhio di riguardo per le località di mare dove potersi godere qualche giorno di relax. Oltre a tariffe convenienti e servizi eccellenti, è importante tenere in considerazione anche lo stato di pulizia e igiene delle acque in cui si farà il bagno: il nuovo report dell’Agenzia Europea per l’Ambiente indica quali sono i Paesi europei in cui le località balneabili vantano una miglior qualità dell’acqua.

La qualità delle acque balneabili in Europa

Nello scegliere la meta delle proprie vacanze al mare, è importante fare attenzione alla qualità delle acque in cui ci si tufferà. L’Unione Europea ha degli standard piuttosto stringenti ai quali le località di balneazione devono aderire per poter ottenere un prezioso riconoscimento: il monitoraggio dell’acqua è affidato all’Agenzia Europea per l’Ambiente, che testa regolarmente campioni provenienti da ben 22.081 siti balneabili (sia costieri che lungo i laghi o i fiumi). Questa procedura consente di individuare la concentrazione di alcuni pericolosi batteri come l’Escherichia coli o gli enterococchi intestinali.

La loro presenza indica un elevato inquinamento delle località balneari a causa di acque reflue: poter ottenere questi dati è fondamentale per i turisti, dal momento che tali batteri possono essere pericolosi per la salute, provocando disturbi gastrointestinali, infezioni alle orecchie e agli occhi o problemi alle vie respiratorie. In base ai livelli individuati nell’acqua, l’Agenzia Europea per l’Ambiente classifica ciascun sito di balneazione come “eccellente”, “buono”, “sufficiente” o “scarso”. Scopriamo quali sono i Paesi europei che, nel 2023, hanno dimostrato di avere le acque più pulite.

I Paesi con l’acqua più pulita (e quelli meno virtuosi)

Dall’oceano Atlantico al mar Mediterraneo, in Europa la qualità dell’acqua balneabile è genericamente piuttosto alta: l’85% dei siti di balneazione ha ricevuto una classificazione “eccellente”. Percentuale che sale all’89% se consideriamo solamente le località costiere, dal momento che quelle situate lungo fiumi e laghi hanno una qualità inferiore (poco meno del 79% risulta “eccellente”). Tra i Paesi europei che primeggiano per pulizia dell’acqua, ci sono Cipro, l’Austria, la Croazia e la Grecia: queste mete turistiche possono vantare il 95% o più delle loro acque balneabili considerate “eccellenti”.

C’è naturalmente chi ha ottenuto risultati decisamente meno soddisfacenti. L’Albania (che è considerata una delle mete emergenti per il turismo balneare), il Belgio, l’Estonia, l’Ungheria e la Polonia hanno meno del 70% dei loro siti di balneazione dichiarati “eccellenti”. È invece in altri Paesi come la Svezia, i Paesi Bassi, l’Irlanda e l’Estonia che, pur essendo le acque complessivamente soddisfacenti, ci sono la maggior quantità di località balneabili (superiore al 3%) che presenta una qualità considerata “scarsa”. In questo caso, i siti di balneazione che non hanno raggiunto la sufficienza vengono chiusi durante la stagione successiva, per evitare che i turisti possano nuotare in acque non sicure.

In generale, insomma, la situazione europea è abbastanza rosea. Merito di buone politiche adottate nel corso degli ultimi anni, che prevedono – tra l’altro – una migliore gestione delle aree balneabili e una riduzione degli agenti inquinanti e patogeni nelle acque reflue che finiscono in mare. C’è sicuramente ancora molto da fare, ma nel complesso il 96% dei siti balneabili di tutta Europa, nel 2023, ha soddisfatto lo standard minimo di qualità richiesto dalla Direttiva sulle acque di balneazione.

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Cosa vedere a Senj, città costiera della Croazia settentrionale

Un gruppo di orfanelli mendicanti capitanati da una ragazzina dai capelli rossi vissero nelle gallerie della Fortezza di Nehaj, rubando ai ricchi per sopravvivere. Una delle principali attrazioni della piccola città di Senj, in Croazia, ha fatto da scenario per la storia di “Zora la rossa e la sua banda” scritta da Kurt Kläber il quale, sotto lo pseudonimo di Kurt Held, dopo aver visitato Senj, decise di dar vita al famoso racconto. Questo personaggio vi ricorda qualcosa, per esempio una certa Pippi Calzelunghe? Fu ispirandosi a Zora che la scrittrice Astrid Lindgren creò l’amata ragazzina dalle trecce lunghe.

La vivace cittadina, situata nella Croazia settentrionale, con i suoi paesaggi ha ispirato e continua a ispirare viaggiatori provenienti da tutto il mondo alla ricerca di una destinazione dove storia e natura si incontrano offrendo esperienze indimenticabili. Conosciuta anche come Segna o Zengg, in tedesco, la città di Senj fa parte della regione Ličko-senjska županija, sul litorale adriatico della Croazia, tra le città di Fiume a nord e Zara a sud. La città si affaccia sul Velebitski kanal, il canale della Morlacca che separa la Croazia continentale dall’arcipelago del Quarnero e dall’Isola di Pago.

In questo articolo consigliamo cosa vedere a Senj, la città costiera imperdibile della Croazia settentrionale.

Fortezza di Nehaj 

La fortezza che ha ispirato i racconti di Zora è una delle cose più belle da vedere a Senj. Costruito sulla collina di Trbušnjak a metà del XVI secolo, il castello è una costruzione fortificata che domina la pianura sottostante ed è considerato il simbolo stesso della città, tanto da essere riportato nello stemma cittadino. L’edificio è caratterizzato da torrette angolari e da varie feritoie per la difesa armata, anche se una delle principali difese era costituita proprio dalle mura in pietra, in alcuni punti spesse anche tre metri.

Con la sua figura possente racconta storie di guerrieri che, impavidi e desiderosi di proteggere la propria terra, hanno combattuto contro gli invasori turchi e veneziani. Non stupisce, quindi, che lo scrittore tedesco abbia trovato proprio qui l’ispirazione per raccontare della coraggiosa Zora. Oggi, la Fortezza di Nehaj è un edificio storico imperdibile, soprattutto perché dalla sommità della collina si gode di una vista splendida sulla costa e sulle isole. Il forte è oggi gestito dal Museo della città di Senj e nei suoi locali sono spesso allestiti eventi culturali, conferenze e mostre.

Il centro storico di Senj

Sono molti i popoli che hanno attraversato le strade di Senj lasciando il proprio segno. Dai romani ai veneziani, fino agli ottomani, il centro racconta il suo passato attraverso edifici dalla bellezza sobria, ma importanti dal punto di vista storico, come la Cattedrale dell’Assunzione di Maria. La basilica è stata costruita nel 1169 sul sito di un precedente tempio pagano probabilmente risalente al IV o V secolo. La costruzione romanica, caratterizzata da un’unica navata, appare oggi perfettamente conservata e merita sicuramente di essere visitata. Segnaliamo anche la presenza del campanile e di alcune antiche tombe.

Per chi desidera approfondire la storia di Senj, il museo cittadino è una tappa obbligata insieme al municipio, ospitato in un edificio storico, e alle piazze principali dove si affacciano eleganti palazzi. Una passeggiata lungo le vie principali permette di scoprire con calma i dettagli e i segreti di questa città. Inoltre, Senj è nota perché situata in corrispondenza del 45º parallelo: lungo la costa dalmata a nord del centro, in corrispondenza dell’autostrada, si trova il monumento che segnala la linea geografica immaginaria.

Senj Croazia

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Vista di Senj in Croazia

Le spiagge

Dopo l’immersione nella storia della città, perché non immergersi letteralmente nel suo meraviglioso mare? La Croazia è famosa per la bellezza delle sue spiagge e Senj ne possiede alcune davvero imperdibili, soprattutto perché poco conosciute. Queste sono varie e diverse e, soprattutto le piccole calette, sono il luogo ideale per una pausa riposante dal caldo sole croato. A 30 minuti di auto si trova Lukovo o Sveti Luca (San Luca), immersa in una piccola baia a ridosso dell’omonimo villaggio di pescatori. A soli 15 minuti, invece, godrete delle acque cristalline di Sveti Juraj (San Giorgio) dove, nuotando, è possibile raggiungere un isolotto considerato un paradiso per gli amanti dello snorkeling. Da non perdere, infine, è sicuramente Prvna Draga, una caletta di sassi e acqua rinfrescante, totalmente circondata dalla natura.

I parchi nazionali

A poca distanza dalla città di Senj, proseguendo in direzione sud, si trova il Parco nazionale del Velebit. Il Sjeverni Velebit è uno dei parchi più giovani di tutta la Croazia perché istituito alla fine dello scorso secolo. L’area protetta si sviluppa per circa 100 chilometri quadrati e custodisce la parte settentrionale dei Velebit, o Alpi Bebie, la catena montuosa più estesa della Croazia. Ma il vero protagonista della regione è sicuramente il Parco nazionale dei laghi di Plitvice, situato a sud est della città di Senj. Questa è un’area protetta fin dal 1949 e nel 1979 è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO per il suo valore geologico ed ecologico.

Il parco è formato da sedici laghi collegati tra loro tramite spettacolari cascate. Il fenomeno geologico ha creato numerose grotte suggestive, alcune delle quali visitabili, mentre le dighe naturali, crescendo, hanno fatto sì che il corso dell’acqua deviasse e che si sviluppasse questa incredibile meraviglia della natura. Il parco si estende su una superficie di circa 33.000 ettari e comprende i laghi superiori, i Gornja jezera, e i laghi inferiori, i Donja jezera.

Il parco è visitabile a piedi e rappresenta una delle mete più belle di tutta la Croazia. Seppur i laghi ne costituiscano l’attrazione principale, è presente anche una bellissima cascata, la Veliki Slap, e un’incredibile fauna locale che comprende non solo diverse specie di pesci e uccelli, ma anche orsi bruni, lupi e linci.

Laghi di Plitvice Croazia

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Il parco nazionale di Plitvice
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La compagnia aerea che permette alle donne di scegliere dove sedersi

Viaggiare da soli può essere un’avventura indimenticabile, ma è più che mai importante partire in tutta sicurezza, quando non si può contare su una compagnia durante la propria vacanza. Questo è, purtroppo, ancora più vero quando a mettersi in viaggio da sola è una donna: soprattutto in alcune località, i rischi possono essere piuttosto elevati. Ciò non deve però dissuadere alcuna persona a fare le proprie esperienze, cercando semplicemente di adottare tutte quelle precauzioni che possono rendere il viaggio più sicuro. È in quest’ottica che la compagnia aerea indiana IndiGo ha introdotto un nuovo servizio dedicato alle donne sole.

IndiGo: le donne sole possono scegliere dove sedersi

Una bella novità arriva dall’India, dove la principale compagnia aerea low cost ha introdotto un servizio davvero molto utile per le donne che amano viaggiare da sole. Di che cosa si tratta? È molto semplice: i passeggeri di sesso femminile che hanno una singola prenotazione per il volo (ma a quanto pare il servizio dovrebbe essere esteso anche in caso di prenotazioni familiari) possono, all’atto del check-in online, visualizzare i posti in cui saranno sedute altre donne in viaggio. In questo modo, sarà consentito loro di scegliere accuratamente dove sedersi e, magari, volare sentendosi maggiormente a proprio agio e in sicurezza.

“IndiGo è orgogliosa di annunciare l’introduzione di una nuova funzionalità che mira a rendere l’esperienza di viaggio più confortevole per i nostri passeggeri di sesso femminile. Ci impegniamo a fornire un’esperienza di viaggio senza precedenti a tutti i nostri passeggeri, e questo nuovo servizio è solo uno dei tanti passi che stiamo compiendo per raggiungere questo obiettivo” – si legge in una nota diffusa dalla compagnia aerea. In effetti, IndiGo si è distinta negli ultimi anni nell’attenzione per i viaggiatori, introducendo novità interessanti come una sempre più completa digitalizzazione di ogni fase della prenotazione delle vacanze.

Un interesse che mira non solo a migliorare l’esperienza di viaggio per i passeggeri, ma anche ad avvicinarli ad IndiGo. La compagnia aerea low cost, fondata nel 2006, effettua oltre 2mila voli quotidiani, sia nazionali che internazionali: negli ultimi periodi ha limato le sue tariffe, consentendo così ad un maggior numero di turisti di partire per un viaggio, anche in tempi più difficili da un punto di vista economico. E introdurre un servizio a favore delle donne che si spostano da sole è un passo fondamentale per la compagnia.

Viaggiare da sole, i consigli da seguire

Sempre più donne scelgono di mettersi in viaggio da sole, per vivere un’esperienza diversa e godersi davvero ogni momento, dovendo preoccuparsi solo delle proprie esigenze e dei propri desideri. Tuttavia, è importante prestare attenzione ad alcuni dettagli, per potersi sentire sicure in ogni situazione. La scelta della meta, ad esempio, è fondamentale: molte viaggiatrici optano per un posto già conosciuto, dove magari hanno trascorso le vacanze in famiglia o con gli amici in passato. L’Europa è ancora sentita come una delle destinazioni più sicure, anche perché culturalmente molto più vicina alle nostre abitudini.

Se si vuole osare con qualche meta più lontana, bisogna preoccuparsi di raccogliere tutte le informazioni necessarie ben prima di partire. In questo modo, magari consultando una rete di donne che viaggiano da sole, è possibile individuare le aree più sicure dove soggiornare o dove eventualmente muoversi in autonomia anche di notte. Infine, è sempre importante informare qualcuno dei propri spostamenti, così che parenti o amici sappiano dove vi trovate e possano raggiungervi in caso di difficoltà impreviste.

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Morimondo, il borgo lombardo dominato da un’antica abbazia

In provincia di Milano, Morimondo è annoverato tra i Borghi più Belli d’Italia. E gran parte del merito va alla sua abbazia. Se state pensando a una gita fuori porta che vi permetta di immergervi tra storia e natura, Morimondo è la destinazione che fa per voi. A circa 40 km a sud-ovest del capoluogo meneghino, Morimondo si snoda intorno alla sua abbazia cistercense del XII secolo, ancora oggi scrigno di fascino e mistero.

L’Abbazia di Morimondo: un gioiello cistercense

Fondata nel 1135 da monaci cistercensi provenienti dalla Francia, questa perla architettonica rappresenta un capolavoro di arte romanico-gotica che ancora oggi affascina e incanta i visitatori.

Visita all’Abbazia

Immaginate di varcare la soglia dell’abbazia e di essere immediatamente avvolti da un’atmosfera di quiete e solennità. La luce soffusa che filtra attraverso le vetrate policrome illumina le eleganti colonne, che sorreggono le volte a crociera, creando un gioco di luci e ombre impressionante. Lo sguardo non può che cadere sul prezioso coro ligneo, finemente intagliato e intarsiato, dove i monaci un tempo si riunivano per la preghiera.

Ogni angolo dell’abbazia racconta una storia, sussurra segreti del passato e testimonia la maestria degli artigiani che l’hanno costruita. Passeggiate nel chiostro, un luogo di pace e silenzio dove i monaci meditavano e passeggiavano, e immaginate di sentirne i passi risuonare sotto i colonnati. Visitate il refettorio, dove consumavano i loro frugali pasti, e riflettete sulla loro vita semplice e austera. Esplorate la sala capitolare, dove si riunivano per discutere le questioni della comunità, e provate a percepire l’eco delle loro discussioni.

Ma il vero gioiello dell’abbazia è senza dubbio la biblioteca. Qui, tra scaffali carichi di antichi manoscritti e volumi preziosi, vi sembrerà di fare un salto indietro nel tempo, di tornare in un’epoca in cui la conoscenza era custodita gelosamente e i libri erano considerati oggetti sacri.

L’Abbazia di Morimondo non è solo un luogo da visitare, ma un’esperienza da vivere. È un viaggio nel tempo, un tuffo nella storia, un incontro con la spiritualità e la bellezza. Lasciatevi avvolgere dalla sua atmosfera mistica e lasciatevi trasportare in un’altra epoca.

Un po’ di storia

L’Abbazia di Morimondo è stata fondata nel 1135 da monaci cistercensi provenienti dalla Francia e ha vissuto una storia ricca e affascinante. I cistercensi erano noti per la loro austerità, il loro  rigore monastico e il loro impegno nel lavoro agricolo. La loro filosofia si basava sul ritorno ai valori essenziali del cristianesimo e sull’importanza del lavoro manuale. L’arrivo dei cistercensi a Morimondo portò un profondo cambiamento nella regione, non solo dal punto di vista religioso, ma anche economico e sociale.

Nel corso del Medioevo, l’Abbazia di Morimondo assunse un ruolo di primaria importanza, sia dal punto di vista religioso che economico. Divenne un centro di riferimento spirituale per l’intera area, attirando pellegrini e devoti da tutto il nord Italia. L’abbazia possedeva vasti terreni agricoli che venivano coltivati dai monaci, contribuendo allo sviluppo economico della regione. Inoltre, l’abbazia era un importante centro di cultura e di istruzione, con una biblioteca ricca di manoscritti e una scuola frequentata da giovani provenienti da famiglie nobili.

L’abbazia di Morimondo attraversò periodi di grande splendore, durante i quali ospitò importanti personalità e svolse un ruolo fondamentale nella vita politica e culturale della regione. Tuttavia, subì anche momenti bui, come le guerre e le spoliazioni, che ne segnarono il declino. A partire dal XV secolo, l’abbazia iniziò a perdere la sua influenza, anche a causa della riforma protestante e delle guerre d’Italia. Nonostante il declino, l’Abbazia di Morimondo non ha mai perso il suo fascino e il suo valore storico-artistico. Nel XX secolo, grazie a un’opera di restauro e valorizzazione, l’abbazia è stata riportata alla luce e oggi è un’importante meta turistica e culturale.

Il Museo dell’Abbazia: un viaggio nella storia

Per approfondire la storia del monastero e del territorio circostante, visitate il Museo dell’Abbazia, ospitato all’interno del complesso. Tra reperti archeologici, sculture, affreschi e paramenti sacri, ripercorrerete le vicende che hanno segnato Morimondo nel corso dei secoli.

Oltre l’Abbazia: il borgo medievale

Oltrepassate le mura dell’abbazia e lasciatevi conquistare dal borgo medievale di Morimondo, passeggiando tra le strette vie acciottolate e le antiche case in pietra e mattoni rossi. Il modo migliore per scoprire i segreti di Morimondo è partecipare a una visita guidata dell’abbazia e del borgo. Organizzate regolarmente durante tutto l’anno, in italiano e in inglese, queste visite vi permetteranno di conoscere a fondo la storia, l’arte e la cultura di questo luogo magico.

Cosa fare nei dintorni di Morimondo

Se avete ancora tempo a disposizione, non perdete l’occasione di esplorare i dintorni di Morimondo. Ecco alcune mete consigliate:

  • Cascina Salubria: oasi di pace nella natura. Amanti della natura, non perdete l’occasione di visitare la Cascina Salubria, un’oasi naturalistica situata a pochi chilometri da Morimondo. Tra boschi e prati rigogliosi, potrete fare passeggiate a piedi o in bicicletta, osservare la fauna selvatica e godervi un momento di relax a contatto con la natura.
  • Abbiategrasso: A circa 6 km da Morimondo, Abbiategrasso vanta un centro storico ricco di monumenti, tra cui la chiesa di Santa Maria Nuova, il Castello Visconteo e l’ex Convento dell’Annunziata. Passeggiate tra le sue vie e immergetevi nella sua atmosfera vivace.
  • Vigevano: Poco più distante, Vigevano, conosciuta come “città di Ludovico il Moro”, merita una visita per il suo Duomo, il Castello Sforzesco e la Piazza Ducale.
  • Naviglio Grande: Per gli amanti delle attività all’aria aperta, il Naviglio Grande offre suggestivi percorsi ciclabili e pedonali che si snodano lungo le rive del canale, tra paesaggi rurali e scorci pittoreschi.
  • Bosco della Zelata: Se desiderate immergervi nella natura incontaminata, il Bosco della Zelata, a pochi chilometri da Morimondo, è l’ideale. Tra sentieri immersi nel verde, potrete fare trekking, mountain bike o semplicemente godervi un momento di relax a contatto con la flora e la fauna locale.

Info pratiche

Come arrivare a Morimondo

Raggiungere Morimondo è semplice: il borgo è ben collegato con Milano e le principali città lombarde tramite autostrade e strade provinciali. Se decidete di viaggiare in auto, potrete parcheggiare comodamente nel centro storico, nelle vicinanze dell’abbazia. In alternativa, potrete optare per i mezzi pubblici, con autobus in partenza da Milano e Abbiategrasso.

Morimondo a tavola

A Morimondo potrete gustare i piatti tipici della regione, come il succulento risotto alla milanese, la cotoletta alla milanese croccante e la deliziosa torta paesana. Non dimenticate di accompagnare il vostro pasto con un buon bicchiere di vino DOC lombardo.

 

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Caltagirone: 4 cose da vedere nel borgo catanese

Caltagirone è una città così bella e ricca di fascino che è praticamente impossibile non innamorarsene. Situata nella Sicilia sudorientale, in provincia di Catania, Caltagirone conquista con i colori accesi e le fantasie delle rinomate ceramiche, presenti in ogni angolo delle sue strade, ma anche con i suoi quartieri storici e con l’ospitalità dei suoi abitanti. La sua storia, come quella di altre città siciliane, si intreccia con altri popoli, in primis gli arabi. Il nome stesso della città deriverebbe dall’espressione araba “Qal’at al-Ghirān”, che significa “castello delle grotte”, con riferimento alle numerose cavità naturali presenti nel territorio circostante.

Nel corso del tempo, il nome è stato limato e cambiato dalle popolazioni successive, passando per il latino “Calathagirone” e il normanno “Calatagirone”, per poi assumere la forma definitiva italiana in “Caltagirone”. Cosa fare in questa meta imperdibile della Sicilia? Ecco le 4 cose da vedere per trascorrere una giornata all’insegna della scoperta e della bellezza.

4 cose imperdibili da vedere a Caltagirone

In questo articolo scopriremo 4 siti di interesse di Caltagirone, la città siciliana riconosciuta patrimonio UNESCO nel 2002 per l’importanza dei suoi edifici barocchi insieme ad altre mete quali Noto, Modica o Scicli.

La cattedrale di San Giuliano

Gioiello dell’architettura siciliana, la chiesa di San Giuliano divenne cattedrale di Caltagirone nel 1816 e ha una storia lunghissima. A causa di terremoti e interventi di ristrutturazione, infatti, venne ricostruita più volte, assumendo l’aspetto attuale con gli ultimi lavori risalenti al 1693. In stile barocco, l’edificio si mostra in tutta la sua imponenza attraverso una facciata con tre porte e un alto campanile sul lato destro. La parte più bella e caratteristica dell’esterno è sicuramente la cupola, rivestita di maioliche policrome, con strisce dorate e verticali, visibile da molti punti di Caltagirone.

All’interno potete notare gli interessanti affreschi della volta, le cui raffigurazioni riportano scene dell’Antico e del Nuovo Testamento. Per quanto riguarda la religiosità popolare di Caltagirone, gli abitanti sono molto affezionati alle statue del Cristo morto e a quella dell’Addolorata, entrambe presenti nella cattedrale, importanti a tal punto da essere trasportate in giro per la città il giorno del Venerdì Santo.

Museo Regionale della Ceramica

Impossibile visitare Caltagirone e non immergersi nella storia e nell’arte delle ceramiche siciliane. Tra i musei più interessanti presenti in città spicca il Museo Regionale della Ceramica, il quale ospita una ricca collezione di oltre 2.500 reperti, provenienti da diverse epoche e da tutta l’isola. Il percorso espositivo accompagna i visitatori alla scoperta delle diverse tecniche di lavorazione e degli stili decorativi, dove un posto d’eccezione è ricoperto dalle bellissime Teste di Moro, note anche come graste. Queste opere incredibili arricchiscono le balconate degli edifici e dei palazzi siciliani da secoli e sono figlie di una tradizione millenaria che ha origine da una leggenda: la struggente storia d’amore tra un giovane Moro e una bellissima ragazza siciliana.

Il percorso offerto dal museo ha soprattutto un taglio storico: si inizia dalle testimonianze del V secolo a.C., illustrate nella sezione didattica del museo, per poi passare a quella dedicata alla ceramica antica, dove si possono ammirare pezzi appartenuti ai Greci e ai Romani, percorrendo a ritroso il tempo fino al VI secolo a.C. All’interno del museo potrete ammirare anche pezzi risalenti all’epoca rinascimentale e barocca. Per scoprire le ceramiche contemporanee bisognerà arrivare alla grande sala del museo, dove vi sono pezzi del 1800. Situato all’interno del Giardino Pubblico della città, il museo è aperto tutti i giorni dalle 9:00 alle 18:30.

La Scalinata di Santa Maria del Monte

Simbolo di Caltagirone, la Scalinata di Santa Maria del Monte fu costruita nel 1606 per collegare la zona più alta e nuova della città con quella più antica. Con i suoi 142 scalini realizzati in pietra calcarea, rappresenta una delle attrazioni più visitate e fotografate perché decorata interamente di ceramiche. Fu un frate del 1700, Benedetto Papale, a renderla un gioiello della città pensando di posizionare sui gradini anche una serie di lumini in modo da formare un disegno complesso.

Questa tradizione esiste ancora oggi: il 24 e il 25 luglio di ogni anno, la scalinata di Caltagirone viene illuminata da ragazzi e adulti, che con le luci danno forma a un disegno sempre diverso. In quella sera si spengono le luci della città e lo spettacolo della scala illuminata ha inizio. Ogni gradino è un’opera d’arte perché realizzato con cura da ceramisti locali e impreziosito da motivi floreali, geometrici e figurativi. Inoltre, salire la Scalinata di Santa Maria del Monte è un’esperienza indimenticabile anche perché permette di godere di una vista mozzafiato sulla città.

Scalinata Caltagirone

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La famosa scalinata di Santa Maria del Monte a Caltagirone

Il Museo dei presepi

Le antiche tradizioni popolari di Caltagirone e non solo vengono raccontate con cura all’interno del Museo dei Presepi, fondato nel 1970 e custode di una preziosa collezione composta da presepi provenienti da tutto il mondo. Gestito dall’Associazione Amici del Favo e dal presidente Michele Perniciaro, appassionato di presepi fin dalla giovane età, il museo espone 3000 esemplari realizzati in materiali e dimensioni differenti. Ogni opera rappresenta un mondo a sé, con ambientazioni, personaggi e costumi che rispecchiano le diverse culture e tradizioni.

Come arrivare a Caltagirone

Chi viaggia in auto può raggiungere facilmente la città di Caltagirone da altre località siciliane come Catania, distante 70 chilometri, Siracusa 114 chilometri, Ragusa 60 chilometri e dalla barocca Noto, distante 90 chilometri. Se preferite spostarvi con i mezzi pubblici, potete salire su un treno da Catania e fare cambio a Grammichele, dove prenderete una coincidenza salendo su un bus.