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Lago di Brienz, cosa fare e cosa vedere in questo angolo di paradiso svizzero

Un paesaggio svizzero da cartolina in piena regola: il Lago di Brienz è famoso proprio per questo motivo, e tanto altro. È uno dei due laghi a fiancheggiare Interlaken, ovvero la città tra i laghi di Brienz e di Thun. Alimentato dal fiume Aar (Aare in tedesco), è piuttosto vicino a Berna, e le cose da fare e da vedere, anche nei dintorni, sono molteplici. Qual è il periodo migliore per visitare il Lago di Brienz? E come strutturare l’itinerario per visitare al meglio questo angolo di paradiso in Svizzera? Ti aiutiamo noi: immergiti in uno scenario da favola, dove quiete, pace e placide acque ti permetteranno di dimenticare lo stress.

Come raggiungere il Lago di Brienz

Lago di Brienz, attività e cosa vedere

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La magnifica vista del Lago di Brienz

Il Lago di Brienz e il Lago di Thun sono conosciuti per essere i “laghi gemelli” della Svizzera. Un tempo avevano anche un nome proprio, ovvero Wendel, dal momento in cui erano un bacino unico. E, proprio come due gemelli, si sono “separati”: sulla base degli studi scientifici, il fatto sarebbe avvenuto prima dell’anno 1000. Ti trovi esattamente nella regione delle Alpi svizzere, e oggi la zona è considerata una dei tesori naturali: Brienz si trova a 20 km da Interlaken, e la particolarità è dovuta allo specchio d’acqua cristallino, di un azzurro intenso.

Per arrivare al Lago di Brienz ci sono molte strade e dipende da dove ti trovi: da Lucerna, per esempio, basta seguire il Passo del Brünig, proprio sulle montagne. Volendo, si può prendere il treno da Milano a Brienz: impiegherai circa 5 ore per raggiungere il posto. In alternativa, puoi viaggiare in auto imboccando l’autostrada svizzera A2, per poi arrivare al Lago di Lucerna e svoltare all’autostrada A8. Da Como, in auto, ci vogliono più o meno 4 ore.

Quando andare al Lago di Brienz e qual è il periodo migliore

Qual è il periodo migliore per visitare il Lago di Brienz? Questa destinazione è particolarmente popolare durante l’estate, in particolare perché offre molteplici occasioni di svago e attività outdoor, tra cui gite in barca ed escursioni. Invece, nella stagione invernale è possibile praticare sci di fondo. Sulla base di queste informazioni, ti consigliamo di scegliere la tua “stagione” del cuore, così da ammirare il paesaggio al meglio, con le alpi innevate: uno spettacolo per gli occhi.

Cosa fare al Lago di Brienz

Lago di Brienz in Svizzera: attività, sentieri, escursioni

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Lago di Brienz in Svizzera

Uno degli aspetti migliori di venire a Brienz in vacanza è la possibilità di arricchire la vacanza con tantissime attività. Quali? Se ti piacciono le escursioni, nei dintorni c’è l’occasione di percorrere molteplici sentieri, o provare la funivia del Faulhorn: in questo modo puoi ammirare il panorama dall’alto, e la vista è davvero mozzafiato. Una piccola informazione: trovandosi a un’altitudine di 1850 piedi, circa 564 metri, è perfettamente normale che di notte le temperature calino. Sì, anche in piena estate. Da non perdere, invece, il battello a ruote “Lötschberg”. Imperdibile una gita alle cascate di Giessbach, che si trovano proprio sopra il lago, e che rappresentano uno spettacolo naturale di enorme bellezza.

Si può nuotare al Lago di Brienz? Sì, in estate, c’è anche un lido, ovvero una piscina pubblica all’aperto, molto vicina alla stazione di Brienz. Puoi prenotare escursioni nell’Oberland Bernese, visitare il Museo di Ballenberg (l’unico museo all’aperto in Svizzera), o scoprire la parte più “romantica della zona”, ovvero la Brunngasse, che è conosciuta come la “via deliziosa d’Europa”. L’esperienza migliore da fare a Brienz? Con 30 franchi, prova le carrozze in partenza dalla ferrovia a vapore da Brienz, una tratta storica, che funziona da più di 100 anni (esattamente dal 1892). Il fascino è autentico, considerando che il servizio non è mai stato elettrificato. Per qualche ora, ti sentirai catapultata in un passato tanto lontano quanto vicino.

Cosa vedere nei dintorni del Lago di Brienz

Nei pressi del Lago di Brienz ci sono molte escursioni da fare. A 56 minuti in auto, ovvero 67,4 km, puoi visitare la città di Berna e i dintorni, oppure recarti a Thun. Il borgo medioevale svizzero è adagiato proprio sulle rive del lago omonimo, che un tempo era un “tutt’uno” con il Lago di Brienz. Questo agglomerato urbano, le cui prime tracce si fanno risalire al 2500 a.C., è assolutamente mozzafiato, uno di quei posti da visitare almeno una volta nella vita.

Puoi visitare Thun in un giorno, ma non dimenticare di inserire nel tuo itinerario i ponti di legno, il Castello di Thun e la Cattedrale. Dal Castello, peraltro, puoi scendere fino al centro storico mediante la Kirchtreppe, un sentiero mozzafiato con tetto in legno che funge da collegamento. Infine, a 31 minuti in auto dal Lago di Brienz (29 km circa), una meta d’eccezione: Spiez, che è fiancheggiata dal Lago di Thun. Una destinazione poetica, considerando le valli lussureggianti e i molteplici vigneti, che è ciò che la rendono famosa: oltre alle tipiche attività legate agli sport invernali, puoi ammirare il Castello di Spiez, o Schloss Spiez, con elementi architettonici tipici dello stile gotico, barocco e rinascimentale. Da non perdere una degustazione di vini, viste le fattorie del “vino alpino” presenti sul territorio.

Alla scoperta di Interlaken, la città tra i laghi di Brienz e Thun

Cosa vedere e cosa fare a Interlaken

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Interlaken, la “Città tra i due Laghi, Thun e Brienz”

I battelli di linea del Lago di Brienz servono numerose località, tra cui Interlaken, ovvero la Città tra i due laghi: è una stazione di villeggiatura che si trova sulla riva occidentale. Pittoresca? A dir poco, considerando che qui puoi ammirare tantissime attrazioni, come il Museo del Turismo o ancora il Giardino Giapponese. Una gita in giornata a Interlaken non può non prevedere una visita alle Grotte di San Beato, così da scoprire sentieri unici immersi nella natura. Una meta escursionistica vicino Brienz da non perdere in alcun modo: il percorso è molto ben tracciato, dove osservare stalattiti e stalagmiti che hanno milioni di anni alle “spalle”. Volendo, c’è anche un museo per approfondire ulteriormente la conformazione del territorio e informazioni sulla speleologia. Per gli appassionati di escursioni, il punto di riferimento è l’escursione verso la stazione ferroviaria più alta d’Europa, lo Jungfraujoch, che in tedesco si traduce con Sella della Fanciulla. Che dire: organizzare una vacanza in questo angolo di paradiso arricchisce culturalmente e umanamente.

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Cosa fare a Faial, perla delle Azzorre sempre più amata dai turisti

Il poeta Raul Brandão la soprannominò “Ilha Azul”, l’isola azzurra, a causa delle tante ortensie presenti sul suo territorio: è Faial, isola delle Azzorre che, di anno in anno, vede aumentare la presenza di turisti.

Con una superficie di 173 chilometri quadrati, e una popolazione di circa 15.000 persone, Faial ha il punto più elevato a 1043 metri: è il Cabeço Gordo, vulcano dall’ampia e profonda caldera. Del resto, si tratta di un’isola d’origine vulcanica che, insieme a São Jorge e Pico (da cui la separa solo un canale largo 6 chilometri), forma le cosiddette “isole del triangolo“.

Ma cosa si può fare, a Faial? Scopriamo tutto quello che c’è da vedere in questa graziosa isola dove la natura incontaminata è circondata da uno splendido mare cristallino.

Il museo a cielo aperto nel porto di Horta

Cosa vedere a Faial? Oltre a rilassarsi lungo le sue splendide spiagge e immergersi nella natura incontaminata che la riveste, l’isola custodisce un gioiello d’arte che vale la pena di essere ammirato. Si tratta dell’affascinante e vivace sequenza di dipinti sui muri del porto di Marina di Horta: coloratissimi disegni che i marinai, fin dai tempi antichi, realizzavano a mano come simbolo di buon auspicio.

A rendere famosa Faial sono infatti proprio i suoi murales: iscrizioni antiche e dipinti che ricoprono interamente il muro del porto, prima grigio ed oggi un caleidoscopio di colori che rendono quest’isola ancor più speciale. Si racconta che fu un misterioso equipaggio di una barca a vela attraccata al porto di Horta ad aprire le danze, realizzando il primo disegno per lasciare un ricordo su questo lembo di terra isolata dal resto del mondo. Da quel momento, sono stati moltissimi i navigatori che hanno realizzato piccole o grandi opere d’arte su questa parete che è diventata una grande tela esposta per essere ammirata da chiunque.

Esiste persino una superstizione che circola a proposito dei disegni sul muro del porto: l’imbarcazione che non lascia un ricordo, si dice vada incontro a cattiva sorte. Per questo motivo molti equipaggi e velisti si cimentano con pennello e colori per raccontare con parole o figure la propria esperienza di viaggio.

Isola di Faial: i dipinti nel porto di Horta

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Dipinti sul muro del porto di Horta

Natura incontaminata: vulcani e parchi naturali

Gli amanti della natura non possono perdersi l’immersione nell’entroterra di Faial. Per godersi gli scenari più belli dell’isola si sale sull’antico vulcano del Monte Guia, oppure si raggiunge il promontorio di Ponta da Espalamaca, affacciato sul porto.

Percorrendo una strada circondata dalle ortensie, invece, si arriva alla Caldeira, cratere del vulcano Cabeço Gordo dal diametro di due chilometri e sito nel cuore di Faial: ci si può fermare lungo uno dei tanti punti panoramici che permettono di ammirarla, oppure organizzare un’escursione compiendo un percorso di 8 chilometri che ne seguono la circonferenza. Nelle giornate più terse, da qui è possibile vedere le altre isole del triangolo e addirittura l’isola di Graciosa.

Nella zona più a ovest dell’isola spicca invece il Vulcão dos Capelinhos (un altro dei 10 vulcani dell’isola), lungo la Península do Capelo, con il suggestivo faro che è stato rovinato dall’ultima eruzione più recente, tra il 1957 e il 1958. Si può raggiungere il faro e il vicino Centro di Interpretazione del Parco Naturale, ed è possibile percorrere circa 3 chilometri di camminata per raggiungere la cima del vulcano. In tal caso è necessario prenotare preventivamente la visita, poiché l’accesso a questi siti è limitato.

Isola di Faial: la Caldeira e le ortensie

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Vulcano Caldeira

Le spiagge di Faial

Non mancano di certo le spiagge, che rendono Faial l’isola perfetta per il relax e gli sport d’acqua. Alternate tra ciottoli e la fine sabbia nera di origine vulcanica troviamo alcune delle spiagge più belle: Praia do Almoxarife, a nord di Horta, Praia Norte (o Fajã), un’ampia spiaggia di sabbia nera, Praia Varadouro, Praia Alagoa e Praia Porto Pim, nel cuore di Horta, con la sua sabbia fine e chiara.

Oltre alle spiagge e alle calette, Faial custodisce anche una serie di spettacolari piscine naturali raggiungibili tramite scalette, come Porta da Eira, Comprido e Porta da Salao.

Praia di Porto Pim nell'isola di Faial

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Praia di Porto Pim

Whale whatching e sport d’acqua

Porto Pim non ospita soltanto la spiaggia più chiara dell’isola di Faial, ma anche la suggestiva Stazione delle Balene, una vecchia fabbrica in cui venivano lavorate le loro carni e in cui veniva estratto un olio particolare che veniva usato anticamente per alimentare le lanterne.

Oggi le balene non vengono più cacciate, ma da Faial partono numerose imbarcazioni che permettono di vivere l’avventura del whale watching. Non si avvistano solo balene, ma anche delfini e altri cetacei che formano un patrimonio marino di inestimabile valore da proteggere e da trattare con rispetto.

I venti che sferzano sull’isola di Faial la rendono il sito perfetto per gli sport d’acqua come il windsurf, il surf, la vela e il canottaggio, oltre alle immersioni in mare aperto organizzate e guidate da sub esperti.

Feste e tradizioni

Faial non è soltanto natura incontaminata e spiagge mozzafiato, ma anche un’area ricca di tradizioni antiche e di una cultura popolare tramandata di generazione in generazione. Se vi trovate lì il 24 giugno potrete assistere alla festa celebrata in onore di San Giovanni (Festa de São João), mentre in agosto potrete partecipare alla Semana do Mar, la settimana del mare di Horta (chiamata anche la “capitale dei velisti”), totalmente dedicata agli sport nautici.

Come si arriva a Faial

Il mezzo migliore per raggiungere Faial è l’aereo, atterrando all’aeroporto di Horta, dove operano le compagnie Azores Airlines e SATA Air Açores: la prima collega l’isola a Lisbona, la seconda con le altre isole Azzorre. Partendo dall’Italia, quindi, l’ideale è prendere un volo per Lisbona e poi da lì un volo per Faial.

In alternativa si può scegliere la barca, nel caso in cui si provenga da una delle altre isolette che formano l’arcipelago.

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Il Trentino-Alto Adige è la regione preferita per le vacanze

Estate, tempo di viaggi e di vacanze, l’occasione perfetta per staccare dalla routine e dagli impegni di tutti i giorni e andare alla scoperta o riscoperta di affascinanti località: e, per il 2024, secondo i dati di una ricerca del Touring club Italiano, saranno tre italiani su quattro (ovvero il 76%) ad andare sicuramente in vacanza mentre il 17% ha intenzione di partire con “buone probabilità”.

La meta preferita? Il Trentino Alto Adige.

Confermato il forte desiderio di viaggiare

L’estate ormai alle porte porta con sé il forte desiderio di viaggiare: infatti, come accennato, il 76% degli intervistati ha confermato che andrà “con certezza” in vacanza mentre il 17% partirà “probabilmente” (in aumento rispetto al 14% dello scorso anno).

Al contrario, chi ha scelto di “rimanere a casa” è soltanto il 2% mentre il 5% ha risposto che “probabilmente non partirà”.

La destinazione prediletta sarà l’Italia con il 65% mentre si assiste comunque a una lenta ripresa dei viaggi all’estero con il 35% e mete quali Grecia, Spagna, Francia, Portogallo, Germania e Norvegia.

E, per la community Touring, a vincere su tutte le altre località italiane è il Trentino Alto Adige (seguito da Sardegna, Puglia e Campania).

Vacanze 2024 in Trentino Alto Adige

D’altronde, il Trentino Alto Adige è la scelta ideale per trascorrere l’estate all’insegna della montagna e del relax, tra paesaggi incantati vegliati dalla “vette più belle del mondo“, le Dolomiti Patrimonio UNESCO, e punteggiati da ameni borghi alpini e laghi cristallini.

In ogni stagione, infatti, richiama migliaia di visitatori grazie agli innumerevoli punti di interesse che conquistano al primo sguardo.

Solo per fare qualche esempio, pensiamo al Lago di Braies, considerato il più bello di tutta la regione e d’Italia, dal colore turchese a 1494 metri di quota, perfetto da raggiungere in mountain bike, oppure al Lago di Molveno, a una quarantina di chilometri da Trento, definito dal poeta e scrittore Antonio Fogazzaro come “preziosa perla in più prezioso scrigno“.

E che dire, poi, del Lago di Tovel, il più grande della Val di Non, dalle acque verdi e blu, incastonato in uno scenario unico che dona entusiasmanti escursioni, o delle Cascate Nardis, tra le più spettacolari di sempre, nel cuore del Parco Naturale Adamello Brenta in uno scenario che non si dimentica?

Terra di assoluta bellezza naturalistica, il Trentino Alto Adige si distingue anche per i suggestivi castelli che ne impreziosiscono le vallate come il Castello di San Michele a Ossana in Val di Sole, costruito interamente nella roccia, il Castello del Buonconsiglio, simbolo di Trento nonché il più importante monumento storico-artistico della regione, o il Castello di Avio, immerso tra i vigneti della Vallagarina.

Luoghi speciali sono anche (e soprattutto) i borghi (undici riconosciuti tra i Più Belli d’Italia), autentici tesori di storia, arte e tradizioni gastronomiche dove riscoprire il valore e il piacere delle “piccole cose” e riappropriarsi di un ritmo di vita lento.

Da nominare senz’altro il borgo medievale di Canale di Tenno, Mezzano ai piedi delle Pale di San Martino, il borgo ladino di Vigo, Bondone, il paese dei carbonai, Borgo Valsugana tra sport, arte e natura, Rango, all’ombra delle Dolomiti del Brenta, e San Lorenzo in Banale, terrazza verde che ammira le Dolomiti.

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Appuntamento con il Garda Express, alla scoperta di Desenzano

Tutto pronto per il viaggio inaugurale del Garda Express: l’appuntamento con il treno storico è per domenica 9 giugno alle ore 9.20 alla stazione centrale di Milano, con destinazione Desenzano del Garda-Sirmione (arrivo ore 11.00).

Si tratta del primo viaggio del treno storico sulla linea bresciana, per un’iniziativa giunta all’ottava edizione, promossa dall’assessorato ai Trasporti e Mobilità sostenibile di Regione Lombardia, in collaborazione con Fondazione Ferrovie dello Stato Italiane ed FS Treni Turistici Italiani.

Il viaggio, dopo le tappe a Treviglio, in Franciacorta e a Brescia, permetterà di arrivare sulle sponde lombarde del lago di Garda, per una giornata di relax e divertimento. Il viaggio sarà su un convoglio con locomotiva elettrica, carrozze ‘Centoporte’ degli anni 30′, carrozze ‘Corbellini’ degli anni 50 e bagagliaio. Dopo l’appuntamento di domenica, il treno sarà replicato domenica 1° settembre.

Un’iniziativa di notevole successo

Un’iniziativa di notevole successo che – spiega l’assessore regionale ai Trasportid’intesa con Fondazione FS, abbiamo deciso di allargare a nuove tratte, proprio come quella che porta sul lago di Garda. Grazie alla collaborazione tra Regione Lombardia e Fondazione FS, ogni anno a migliaia di persone vanno alla scoperta di itinerari e paesaggi della nostra regione attraverso un autentico viaggio nel tempo, a bordo di treni che hanno fatto la storia della ferrovia italiana. All’insegna di una mobilità dolce e di un turismo ferroviario particolarmente gradito dai viaggiatori che si immergono in un’esperienza dall’alto valore attrattivo, storico e culturale“.

Le informazioni pratiche

Per quanto riguarda gli orari dell’andata, dopo la partenza alle 9.20 da Milano Centrale, il treno fermerà a Milano Lambrate (arrivo 9.25, partenza 9.27), Treviglio (a. 9.49, p. 9.58), Rovato (a. 10.25, p. 10.26), Brescia (a.10.39, p. 10.40). L’arrivo alla stazione di Desenzano del Garda-Sirmione è previsto alle ore 11.00.

Per il ritorno, invece, partenza da Desenzano del Garda-Sirmione alle ore 15.50. Arrivo a Brescia alle 16.13, ripartenza alle 16.15; tappa a Rovato (a. 16.30, p. 16.32), Treviglio (a. 16.58, p. 17.06) e Milano Lambrate (a. 17.32, p. 17.34). L’arrivo a Milano Centrale sarà alle 17.42.

Sui treni storici sarà sempre possibile trasportare gratuitamente la propria bicicletta a bordo utilizzando bagagliai appositamente attrezzati. I biglietti per viaggiare sui treni storici possono essere acquistati su tutti i canali di vendita di Trenitalia, biglietterie, App e sito ufficiale. I ragazzi fino a 14 anni viaggiano gratis.

Il calendario quest’anno prevede 20 circolazioni. Tra le principali novità introdotte rispetto al passato, 2 circolazioni in treno d’epoca sull’itinerario Milano-Brescia-Desenzano, e da Milano a Genova il 14 luglio e il 3 novembre con l’ETR 252 ‘Arlecchino’, il mitico elettrotreno della Fondazione FS simbolo del made in Italy e del boom economico degli Anni Sessanta.

Gli itinerari del Garda Express

A essere riproposti, gli itinerari più apprezzati ovvero:

Laveno Express: da Milano alla scoperta del lago Maggiore. Prossima partenza prevista domenica 8 settembre;

Lario Express da Milano e Monza per Como e Lecco. Già effettuato domenica 12 maggio, prossimo appuntamento il 13 ottobre;

Sebino Express da Milano al lago d’Iseo (Paratico). Già effettuato domenica 19 maggio, prossimi appuntamenti il 16 giugno, 15 settembre e 20 ottobre;

Besanino Express da Milano per Besana, Molteno e Lecco. Partenze previste domenica 22 settembre e 27 ottobre.

Previsti, infine, due treni storici sull’itinerario Milano – Chiavenna (domenica 23 giugno) e tra Milano e Cremona (domenica 17 novembre, per la Festa del Torrone).

Il calendario completo delle circolazioni e le altre informazioni sono disponibili consultando il sito web Fondazionefs.it e i canali social della Fondazione FS sui principali social network.

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Castello di Vianden in un borgo da favola: cosa vedere e informazioni

Il Castello di Vianden si trova in una cornice da favola: siamo in Lussemburgo, precisamente a Vianden, in uno dei borghi più famosi in Europa. Se hai sempre sognato di visitare il Castello delle Principesse visto nelle grandi fiabe, Vianden ti porta in un luogo senza tempo, che non ha mai tradito la sua identità, immerso in un contesto lussureggiante. Monumento di spicco di Vianden, il Castello è uno dei più grandi (aggiungiamo maestosi) che tu possa mai visitare. Ti raccontiamo la sua storia, cosa vedere e cosa fare e tutte le informazioni utili per una visita indimenticabile.

La storia del Castello di Vianden

Castello di Vianden, storia e origini

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Castello di Vianden, le origini e la costruzione

A una prima occhiata, puoi osservare sin da subito le sue ottime condizioni: sono stati diversi gli interventi di restaurazione nel corso dei secoli per mantenere la sua bellezza. Le prime tracce della costruzione del Castello di Vianden risalgono al lontano IV secolo: all’epoca era un sito destinato alla guarnigione ufficiale dell’armata romana. Dal primo forte, poi, siamo giunti all’ampliamento avvenuto durante l’epoca carolingia. Ma ci sono voluti ulteriori secoli di storia per la realizzazione completa del castello che ammiriamo oggi, esattamente a partire dall’XI secolo. La sua costruzione è continuata nel corso dei secoli, con modifiche, ampliamenti e ulteriori apporti architettonici importanti.

Dallo stile romanico dell’XI secolo, siamo passati all’introduzione dello stile gotico, esattamente tra il XIII e il XIV secolo. Sono stati i Conti di Vianden a modificare ulteriormente l’aspetto del Castello, per poi passare nelle mani degli Orange-Nassau, che invece hanno introdotto le influenze rinascimentali, esattamente nel 1417. Quando è stata completata la costruzione? Ebbene, questo luogo è speciale proprio per questo motivo: da quel sito risalente al IV secolo, siamo giunti al XVII secolo. Millenni di storia che oggi puoi ammirare con i tuoi occhi, alla scoperta delle varie modifiche avvenute nel corso dei secoli. Oggi – anzi, esattamente nel 1977 – gli Orange-Nassau, dopo più di 500 anni, hanno ceduto il Castello di Vianden al Granducato. Nello stesso anno, è stato restaurato con lo scopo di preservare la sua bellezza e forma storica.

Come raggiungere il Castello di Vianden

Visitare il Lussemburgo è un’esperienza da non perdere. Vianden si trova esattamente al nord del Paese, precisamente nel distretto di Diekirch: ti trovi quasi al confine con la Germania. Come raggiungere il borgo e il Castello? Dalla capitale del Lussemburgo, impieghi qualche ora di treno (poco meno di tre, tra treno e bus). In alternativa, è possibile prendere il bus diretto per Vianden. Nei suoi dintorni c’è un parcheggio, il cui costo è di circa 4,00 euro, ma dipende dalle ore di sosta. Il modo più facile per raggiungere il Castello è in auto (dista 50 km dalla Città del Lussemburgo).

Cosa vedere al Castello di Vianden

Cosa vedere al Castello di Vianden

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Finestra panoramica del Castello di Vianden

Città e Castello di Vianden sono stati inclusi nella lista dei Patrimoni Mondiali dell’UNESCO nel 2013. Al suo interno si trova un centro dedicato ai visitatori, che offre un approccio didattico al Castello: puoi immergerti totalmente nella sua storia, ripercorrendo le modifiche nel corso dei secoli, una sorta di “sentiero immersivo” attraverso la storia. Il progetto è stato curato da esperti storici, archeologici, architetti, con documenti storici.

Una volta arrivata a Vianden, non puoi non innamorarti della vista panoramica: il Castello si trova in una posizione privilegiata, a 310 metri dalla vallata sottostante. Sono due le strade che ti conducono al Castello: la prima include la possibilità di oltrepassare il ponte e di seguire la strada in salita. La seconda, invece, prevede l’arrivo al Castello in funivia, raggiungendo la stazione della Télésiege. Il tragitto dura pochi minuti, e la vista è mozzafiato.

Arrivata al Castello, accedi dall’ampia corte, dove puoi subito osservare la torre ottagonale: il secondo step è la visita alle sale, molte delle quali sono arredate. Da non perdere assolutamente la Sala dei Cavalieri, la Sala Bizantina, la Cappella, la Galleria Monumentale e il pozzo. Non manca un souvenir shop dove fare acquisti, per sé e per i cari a casa. Al di là delle sale finemente restaurate, rimarrai senza parole di fronte ai cortili interni ben curati, ai saloni decorati, con una collezione di arredi antichi e armi medioevali. Particolare menzione per la vista dalle finestre del Castello, che offrono uno spaccato sul borgo cittadino.

Non privarti di una visita nel grazioso e idilliaco borgo di Vianden: tra stradine e ciottoli, le sponde del fiume Sauer, la tranquillità e la pace del luogo, sono molteplici le cose da vedere. Nel tuo itinerario ti suggeriamo di inserire il Convento dei Padri Trinitari, la Chiesa dell’Ordine della Santa Trinità, il Museo del Giocattolo e, ovviamente, per gli appassionati di letteratura (e non), la splendida statua di Victor Hugo, proprio di fronte all’abitazione dove ha soggiornato per le vacanze, e che oggi ospita il museo.

Informazioni sulla visita al Castello di Vianden: orari, biglietti, visite guidate

Castello di Vianden: biglietti, orari, visite guidate

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Castello di Vianden, i magnifici dintorni

Il Castello di Vianden è aperto tutti i giorni, generalmente dalle ore 10.00 fino alle ore 18.00, ed è chiuso il 25 dicembre e il 1 gennaio. Oggi è persino possibile festeggiare eventi e cerimonie al suo interno: le sale ospitano da 40 a 220 persone. Per visitarlo, non è necessaria la prenotazione. Aggiungiamo che, se viaggi con il tuo amico a quattro zampe al seguito, i cani sono ammessi nel cortile e nella caffetteria. Ulteriori date da prendere come riferimento:

  • dal 02/01 al 28/02 dalle 10:00 alle 16:00;
  • dall’1/03 al 31/03 dalle 10:00 alle 17:00;
  • dall’1/04 al 30/09 dalle 10:00 alle 17:00 18:00;
  • dall’1/10 al 31/10 dalle 10:00 alle 17:00;
  • dall’1/01 al 30 dicembre dalle 10:00 alle 16:00.

Per quanto riguarda il costo del biglietto, ecco come viene differenziato, tenendo presente che i costi non sono i medesimi durante la Festa Medievale:

  • Adulti: 10 euro;
  • Studenti da 13 a 25 anni: 5 euro;
  • Bambini da 6 a 12 anni: 2.50.

All’ingresso è possibile richiedere un’audioguida disponibile anche in italiano al costo di 2,00 euro. Per una visita guidata, è necessario contattare l’e-mail ufficiale del Castello di Vianden. Il costo del tour si somma al prezzo del biglietto, quindi devi considerare 85 euro in più (a persona). L’ingresso al Castello è gratuito con la Luxembourg Card, che ti permette di scoprire le numerose attrazioni in Lussemburgo. Non vedi l’ora di scoprire il Castello delle fiabe più bello d’Europa? Non ti rimane che pianificare il tuo viaggio.

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La Riviera Turca è la meta dell’estate, ecco perché

SunExpress, joint venture tra Lufthansa e Turkish Airlines, ha lanciato una nuova rotta tra l’aeroporto di Roma Fiumicino e Izmir (Smirne in italiano) con due voli settimanali (martedì e venerdì) a partire dal 4 giugno 2024.

La compagnia aerea, premiata come “Best Leisure Airline in Europe” nell’ultimo sondaggio condotto da Skytrax, offrirà un totale di 7 voli di collegamento tra i suoi aeroporti in Italia e Izmir durante la stagione estiva 2024: i due voli settimanali da Roma Fiumicino per Izmir (martedì e venerdì), tre voli settimanali da Milano Malpensa per Izmir (lunedì, giovedì e sabato) e due voli settimanali da Venezia Marco Polo per Izmir (giovedì e domenica).

Alla scoperta di Smirne, pittoresca città portuale

Situata lungo la costa nordoccidentale della Turchia, Smirne è una pittoresca città portuale sul Mar Egeo moderna e cosmopolita con una forte vocazione turistica. Chi la visita cerca relax, ma anche esperienze culturali di grande spessore sulle tracce di Alessandro Magno e di una ricca storia che si svela nel centro storico, nelle fortificazioni e nel sito di Efeso, Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

A misura d’uomo, si può scoprire passo dopo passo a partire da Piazza Konak, la piazza principale, su cui svetta la Torre dell’Orologio, indiscusso simbolo cittadino: donata al sultano Abdul Hamid I in occasione dei suoi 25 anni di regno dall’imperatore tedesco Guglielmo II agli inizi del Novecento, vanta forme orientaleggianti, pianta ottagonale e un’altezza di 25 metri. In marmo e pietra, sulla cima custodisce quattro orologi e alla base quattro raffinate fontane.

Tra emblematici edifici storici, caffè, bar, ristoranti e negozi, la piazza è da sempre il fulcro della vita sociale, luogo di aggregazione e ritrovo, in particolare alla sera. Al centro, inoltre, degna di nota è la statua del patriota e giornalista Hasan Tahsin, tra i protagonisti della Guerra d’Indipendenza turca.

Ma siamo appena all’inizio: infatti, molti sono i punti di interesse di Smirne quali, ad esempio, la Grande Moschea (Hisar Camii), risalente alla fine del XVI secolo, dall’atmosfera quieta e dagli interni impreziositi da eleganti decorazioni e dallo stile arabo ottomano, il “Kemeralti Çarşısı”, il mercato più antico della città realizzato nel XVII secolo e oggi vasto e vivace bazar con migliaia di botteghe, e il Kadifekale, il “castello di velluto”, edificio costruito da Alessandro Magno su un colle che domina il centro dall’alto: i resti che si possono ammirare oggi appartengono all’epoca medievale anche se sono visibili anche le rovine di cisterne romane e di una piccola moschea conosciuta come la “Moschea della Fortezza”.

Da non perdere sono poi il Museo Archeologico, su due piani con cortile esterno, ciò che rimane dell’antica agorà edificata dai Greci nel IV secolo, distrutta da un terremoto e ricostruita da Alessandro Magno e poi dall’imperatore romano Marco Aurelio, e l’Asansör, ascensore in origine ideato da un cittadino agli inizi del Novecento: oggi, per salire sul colle e ammirare uno splendido tramonto, sono presenti due ascensori, uno che sale e uno che scende.

Le spiagge da sogno lungo la Riviera turca

La Riviera Turca è nota anche come Costa Turchese grazie a un mare che assume ogni sfumatura dell’azzurro fino a culminare con il turchese intenso.

Con una lunghezza di 8300 chilometri, si estende dall’Egeo a ovest, attraversa il Mediterraneo a sud e giunge fino al Mar Nero a nord: le spiagge, dorate e sabbiose, sono un autentico paradiso per chi desidera rilassarsi al sole e le acque cristalline lo sono per chi è alla ricerca di una vacanza balneare attiva all’insegna dello sport tra immersioni, surf, snorkeling, sci nautico.

Qualche esempio? A ovest di Alanya spicca Kleopatra Beach, Bandiera Blu, mentre non lontano da Marmaris incanta la spiaggia di Icmeler e, a sud, nei pressi di Fethiye si trova la Baia delle farfalle, protetta da alte scogliere a picco sul blu.

Oppure, che dire di Lara Beach, a 12 chilometri da Antalya, con scura sabbia e ghiaia, o della spiaggia-laguna di Oludeniz a sud di Fethiye?

Infine, per i surfisti e le famiglie un must è Bitez Beach, a ovest di Bodrum: noleggio attrezzatura, scuole per gli sport acquatici, e parco giochi.

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Ritorna il Porrettana Express, con viaggi davvero incredibili

Un’avventura indimenticabile per l’estate 2024 è partecipare ai quattro viaggi tematici del Porrettana Express, che promuove e valorizza la Ferrovia Transappenninica che ha fatto la storia d’Italia.

Da luglio a settembre, con esperienze pensate a misura di bambini e famiglie, a bordo di vetture d’epoca, si parte da Pistoia, capitale del treno, per andare alla scoperta del territorio dell’Appennino Tosco-Emiliano, con i suoi piccoli borghi, i sentieri, le antiche tradizioni, l’Ecomuseo della Montagna Pistoiese e i luoghi della Seconda Guerra Mondiale.

Alla scoperta della montagna pistoiese

Il primo viaggio è previsto per il 23 giugno con ritrovo alla stazione di Pistoia alle ore 8.30. Dopo la visita guidata al Deposito Officina Rotabili Storici di Pistoia, eccellenza dove Fondazione FS provvede alla manutenzione di locomotive e vetture di varie epoche, si parte per Pracchia alle ore 9,50 con soste a Piteccio e a Castagno, dove verranno organizzati laboratori ludico-espressivi sul tema della ferrovia per i bambini, a cura della cooperativa Intrecci. Nel mentre gli adulti potranno vedere il caratteristico borgo-museo.

Da Pracchia si prosegue in pullman alla scoperta di alcuni poli dell’Ecomuseo della Montagna Pistoiese (ferriera, ghiacciaia, mulini, carbonaia) per conoscere da vicino antichi mestieri e tradizioni.

Il ritorno a Pistoia è fissato per le 18.45 circa.

Un treno per Terzani

Il secondo viaggio del Porrettana Express 2024 avverrà il 7 luglio, sempre con ritrovo alla stazione di Pistoia alle ore 8.30 e visita guidata al Deposito Officina Rotabili Storici di Pistoia.

Il treno partirà per Pracchia alle ore 9.50 per fare tappa alla rampa di Valdibrana, realizzata nel periodo dei treni a vapore per consentire alle vetture di acquistare velocità e affrontare la salita.

Infine, da Pracchia, alcune navette condurranno i partecipanti a scoprire il raccolto borgo di Orsigna dove, tra carbonaie e mulini, il noto giornalista e scrittore Tiziano Terzani (di cui quest’anno ricorre il ventennale dalla morte) scelse di trascorrere l’ultimo periodo della sua vita.

Il ritorno a Pistoia è previsto per le ore 18.45 circa.

“Porrettana Magic Express”

Arriviamo poi al 15 settembre, con un unico e incredibile viaggio sul tema della magia e del fantastico mondo di Harry Potter e delle sue meravigliose avventure.

Dopo il ritrovo alla stazione di Pistoia alle ore 8.30 e la visita guidata al Deposito Officina Rotabili Storici di Pistoia, partenza alle ore 11.00: il Porrettana Express si trasformerà nel treno che porta i giovani apprendisti maghi alla scuola di Hogwards. Infatti, i partecipanti troveranno a bordo attori professionisti che interpreteranno i celebri insegnanti della scuola dando vita a uno spettacolo interattivo senza precedenti.

Dopo l’arrivo a Porretta Terme e il pranzo libero, nel pomeriggio è in programma al cinema lo spettacolo finale di magia a cura degli artisti di Pistoia Magic Francesco Micheloni, Tiziano Cellai e il Mago Leo.

Ritorno a Pistoia per le 18.45 circa.

Un altro treno KIDS alla scoperta della Montagna Pistoiese

Infine, il 21 settembre, un altro treno KIDS alla scoperta della Montagna Pistoiese con destinazione Pracchia. L’animazione per le famiglie sarà svolta prima della partenza, durante il viaggio e nelle soste del treno lungo il percorso.

Questo viaggio propone anche la visita a diversi luoghi e Poli Museali dell’Ecomuseo della Montagna Pistoiese (ferriera, ghiacciaia, mulini, carbonaia) per riscoprire antichi mestieri e tradizioni.

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In cammino nei Parchi, 70 escursioni sui sentieri delle aree protette d’Italia organizzate dal CAI

Torna la giornata nazionale “In cammino nei Parchi”, arrivata alla 12esima edizione, con la quale Club alpino italiano e Federparchi promuovono la realtà naturalistica e culturale delle montagne e dei Parchi d’Italia, da scoprire camminando sui sentieri.

Sabato 8 e domenica 9 giugno sono in programma oltre 70 escursioni e iniziative in 16 regioni, rivolte a turisti, visitatori ed escursionisti interessati alla conoscenza del territorio montano delle Aree protette del nostro Paese, alla cura e al rispetto per la natura e all’attenzione per le tradizioni locali, dalle Alpi agli Appennini.

Tutti gli appuntamenti avranno al centro i sentieri: dall’escursione conoscitiva all’uscita di manutenzione del fondo dei percorsi o della segnaletica, fino ad arrivare all’inaugurazione di un tracciato ripristinato. Coordina le iniziative il Gruppo di lavoro del Cai “Parchi e Aree protette”.

Le singole escursioni sono organizzate dalle Sezioni, dai Gruppi regionali e dagli Organi tecnici territoriali del Cai.

Lo slogan dell’evento è “Sentieri per conoscere”

«La giornata nazionale “In cammino nei Parchi” promuove l’escursionismo naturalistico e culturale per tutti, mettendo al centro i territori e le popolazioni che li abitano», ha affermato Filippo Di Donato, coordinatore del Gruppo di lavoro del Cai Parchi e Aree protette”. «Lo slogan dell’evento è “Sentieri per conoscere”: invitiamo tutti a scoprire i paesaggi e le meraviglie delle montagne e dei Parchi d’Italia camminando in liberà e incontrandosi sui sentieri, per condividere un’appagante giornata in ambiente, partecipando anche da protagonista».

Simbolo di questa giornata è il Sentiero Italia Cai che, partendo da Santa Teresa Gallura in Sardegna arriva a Muggia, in provincia di Trieste, dopo aver percorso la dorsale appenninica e l’arco alpino, toccando il territorio di tutte le regioni italiane. «Il Sentiero Italia Cai attraversa gran parte dei Parchi Nazionali del nostro Paese e un buon numero di Parchi Regionali, con i quali il Cai ha sottoscritto intese, oltre a siti Unesco e territori che rientrano nella Rete Natura 2000», ha evidenziato Di Donato. «Con questa giornata intendiamo promuovere inoltre l’armonizzazione della segnaletica dei sentieri su base nazionale utilizzando lo standard del Cai (segnavia rosso-bianco-rosso), per renderne più agevole la percorrenza».

«La giornata dedicata alle escursioni nelle Aree protette, che i soci del Club alpino italiano frequentano tutto l’anno, assume un significato più profondo edizione dopo edizione», ha dichiarato Mario Vaccarella, delegato ai Parchi del Comitato direttivo centrale del Cai. «L’acquisizione della consapevolezza di frequentare e vivere in aree di pregio ambientale deve avere come conseguenza la comprensione da parte di tutti, dagli amministratori ai cittadini, dell’importanza di tali territori, ricchi di biodiversità e di ecosistemi da tutelare, che vanno difesi dagli attacchi scriteriati a cui spesso assistiamo e valorizzati realmente e maggiormente. L’organizzazione, da parte del Cai, di un secondo Master sulla gestione delle aree protette insieme a Touring Club Italiano e a Fondazione Campus, vuole rappresentare un ulteriore contributo del nostro Sodalizio a questo settore strategico».

Oltre 70 escursioni e iniziative in 16 regioni

Come accennato, sono più di 70 le escursioni e le iniziative per il secondo weekend di giugno in 16 regioni e l’elenco completo è consultabile sul sito del Cai ma di seguito riportiamo alcune suggestioni.

In Piemonte, ad esempio, il 9 giugno la sezione Cai di Ormea organizza l’escursione da Carnino alla Colla del Lago dei Signori e, nella stessa data, il Cai di Novi Ligure, in collaborazione con l’ente Parco Aree Protette Appennino Piemontese, il percorso ad anello in Alta Val Brombera”I villaggi di pietra, Escursione a Reneuzzi“.

In Liguria, il Cai Sampierdarena prevede domenica la 20esima edizione della Rigantoca, percorso di circa 43 chilometri che si sviluppa dalle alture di Genova alla Alta Val Trebbia passando per il Monte Antola, mentre in Lombardia la Sezione di Brescia propone un’escursione ad anello nel Parco Naturale Regionale della Lessinia, dal Passo Fittanze al Rifugio Castelberto, tra pascoli, malghe e vedute sulle Prealpi Gardesane e il Monte Baldo.

Ancora, in Alto Adige, sabato 8 giugno con la Sezione di Alpiano escursione ad anello in Val d’Ultimo, lungo la via dei Masi attraversando ponti e prati, alla scoperta di antichi masi dai tipici tetti a scandole, per giungere al centro visitatori del Parco, dedicato alla lavorazione del legname e alla sua vitale importanza per l’economia della montagna, oppure domenica 9 giugno con la Sezione di Laives escursione alle Cascate di Saent in Val di Rabbi.

In Veneto un semplice percorso ad anello attorno al Lago della Stua, nella parte mediana di una delle valli più note del Parco delle Dolomiti Bellunesi, oppure la scoperta delle realtà naturalistiche e culturali della Val Fraselle o del Parco Naturale Regionale della Lessinia, nella parte più settentrionale della provincia veronese. In Toscana dalle praterie di Campocecina ai monti Borla e Sagro camminando nel Parco Regionale delle Alpi Apuane, mentre in Umbria escursione nel Parco Nazionale Foreste Casentinesi dall’abitato di Premilcuore fino al Monte Tiravento e la Cascata Urlante, oppure escursione al Monte Vettore e la fioritura della Piana di Castelluccio. Nelle Marche, da Castelluccio al Monte Argentella, o la visita del Sito Natura 2000 “Monte Puro – Rogedano – Valleremita”.

In Emilia Romagna, domenica 9 giugno, in Campigna alla ricerca dei nidi di “formica del genere Rufa”, o escursione panoramica nel Parco dei cento laghi dell’Appennino Parmense, in Friuli Venezia Giulia un’escursione al Monte Guarda (Skutnik) in Alta Val Resia, all’interno del Parco Naturale delle Prealpi Giulie, e in Abruzzo traversata da Passo Lanciano a Il Calvario (Pretorio). Nel Lazio, escursione ai Lagustelli (piccoli specchi d’acqua) di Percile nel Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili, e in Molise itinerario ad anello di livello EE che si sviluppa quasi integralmente sotto le volte del bosco di faggio toccando Pianelle a 1235 metri, Fonte dei Patrizi a 1043 metri e l’eremo di Sant’Egidio a 1090 metri.

Infine, in Calabria escursionismo culturale e naturalistico al Santuario Madonna delle Armi, Monte Sellaro, in Campania tre giorni nel Parco Regionale Roccamonfina – Foce Garigliano tra i Comuni di Teano, Roccamonfina e Sessa Aurunca, in Basilicata 8 ore di cammino nel Parco Nazionale del Pollino, in Sicilia escursione nel Parco delle Madonie tra faggete secolari e pianori, escursione a Piano Farina e Pizzo Canna (metri 1437) oppure lungo il Sentiero Italia V23 E dai Monti Sartorius al Monte Conca e ritorno, nel Parco dell’Etna.

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Piatti tipici dell’Islanda: quali provare

L’Islanda, terra di meraviglie naturali, ghiacciai imponenti, geyser e sorgenti termali, come la Laguna Blu, l’Aurora Boreale e cascate spettacolari, immerse in paesaggi vulcanici mozzafiato. Oltre ad affascinare con le sue bellezze naturali, l’Islanda ha tanto da offrire a chi è alla ricerca di divertimento, attività all’aperto come escursioni o sport estremi, per gli amanti di arte, ma anche per gli amanti di cibo tradizionale.

La cucina islandese, infatti, è ricca di storia e tradizione, un mix unico di sapori ed ingredienti locali. Ecco quali sono le specialità islandesi e perché provarle.

Hákarl, lo squalo fermentato

L’hákarl è il piatto tipico più famoso, forse anche il più temuto, di tutta l’Islanda. Il motivo? Si tratta di squalo fermentato, una prelibatezza antica che risale al tempo degli antichi Vichinghi. Questo piatto viene preparato con carne di squalo della Groenlandia, la quale è tossica se consumata cruda e fresca a causa dell’alto contenuto di acido urico.
Proprio per questo, la fermentazione dura diversi mesi.

Viene servito come antipasto in molti locali tradizionali, spesso accompagnato dal Brennivín, un liquore tipico.

Perché provarlo? È un’esperienza culinaria unica, vicina alla storia e alla cultura islandese. Anche se, attenzione, il suo odore è davvero pungente ed il sapore altrettanto forte: un vero rito di passaggio per i visitatori dell’Islanda!

Porzioni di Hakarl in essiccazione all'aperto

Fonte: iStock

Lo squalo fermentato, Hakarl, in essiccazione all’aperto

Un prodotto ricco di proteine e povero di grassi: lo Skyr

Lo Skyr è un marchio molto conosciuto in Italia, che si può trovare in molti supermercati. Pochi sanno, però, che questo prodotto ha origine islandese. Si tratta di un prodotto molto simile allo yogurt, ma che, tecnicamente, è più simile ad un formaggio fresco, dalla consistenza densa e cremosa ed il sapore acidulo.

Visitando l’Islanda non si può fare a meno dello Skyr, un alimento povero di grassi e ricco di proteine, che fa parte della dieta degli abitanti dell’isola fin dall’antichità. Si può gustare con frutta secca, miele o muesli.

Il tradizionale Plokkfiskur

Uno stufato di pesce fatto con pesce bianco bollito, come, ad esempio, il merluzzo o l’eglefino, patate, cipolle e besciamella: questo è il Plokkfiskur.
Non proprio salutare, almeno quanto lo Skyr, ma sicuramente una di quelle ricette che permette di immergersi nella vera cultura islandese. Perfetto, soprattutto, per riscaldare il corpo durante le fredde e pungenti giornate invernali.

È possibile assaggiare questo piatto tradizione in molti ristoranti disponibile in molti ristoranti che servono cucina tradizionale islandese e in alcune case islandesi come piatto fatto in casa.

Svið, con rabarbaro e patate

Lo Svið è probabilmente uno dei piatti più particolari della tradizione culinaria islandese. Si tratta di una vera e propria testa di pecora bollita, servita integra o, in alcuni casi, tagliata a metà. Per la sua preparazione si parte prima dalla rimozione della lana e poi dalla pulizia totale della testa, prima della cottura, fino ad ottenere una consistenza tenera della carne.

In passato questa ricetta fu creata per evitare lo spreco di cibo ed oggi viene servita specialmente nei mesi invernali e/o durante le festività tradizionali.

Un particolare? Gli islandesi considerano l’occhio come la parte migliore. Provare per credere!

La zuppa di carne Kjötsúpa

La Kjötsúpa, piatto tradizionale della cucina islandese, è una zuppa di carne di agnello, che include al suo interno ingredienti come agnello, patate, carote, cipolle, rape e molte volte anche il cavolo. È caratterizzata da una cottura lenta, che rende la carne tenera e soprattutto saporita.

Rappresenta il perfetto comfort food per le fredde giornate invernali, molto nutriente e tipico delle zone rurali dell’Islanda. È un piatto decisamente comune nelle case islandesi e, quindi, se si ha la possibilità di essere ospiti di una famiglia locale, ci saranno elevate possibilità di mangiare questo tradizionale piatto della cucina tipica Islandese.

Pylsur: l’hot dog islandese

Le Pylsur sono conosciuti come gli hot dog islandesi e rappresentano un istituzione nel Paese. Questi hot dog di carne di agnello, manzo e maiale, sono serviti in un panino morbido e vengono conditi con cipolle crude e/o fritte, ketchup dolce, senape e remoulade, una salsa molto simile alla maionese.

Il famoso chef Anthony Bourdain, grande figura del panorama della cucina mondiale e vero amante dello street food mondiale, era un grande fan delle Pylsur, gli hot dog islandesi.
Il posto più famoso dove mangiarle le Pylsur è il Bæjarins Beztu Pylsur, uno stand di hot dog nella capitale, a lavoro dal 1937.

Non si tratta di un semplice hot dog, ma di una vera delizia islandese. Rappresenta la soluzione perfetta per uno spuntino veloce e saporito mentre si esplora la capitale Reykjavik ed i suoi dintorni.

Hot Dog islandese con condimento

Fonte: iStock

Pylsur, famoso hot dog islandese

L’Harðfiskur essiccato

Si tratta di un pesce essiccato, solitamente merluzzo, che viene battuto fino all’ottenimento di una consistenza croccante per poi subire un lento processo di essiccazione all’aria aperta. L’Harðfiskur viene spesso mangiato con del burro spalmato sulla superficie.

Rappresenta uno snack tradizionale e molto salutare per la cucina tipica dell’Islanda e risulta un ottimo nutriente ed è possibile acquistarlo in qualsiasi supermercato o negozio di alimentari islandese o nei mercati locali.

Il pane tradizione dell’Islanda: il Rúgbrauð

Il Rúgbrauð è un pane di segale scuro, molto conosciuto per la sua dolcezza e la sua consistenza densa e ben lontana dal pane tradizionale conosciuto in Italia. Secondo la tradizione culinaria islandese, questo pane di segale veniva prima cotto lentamente in una pentola coperta e interrato vicino a una sorgente termale per 24 ore, sfruttando così il calore geotermico.

Questo pane è una delizia unica, da mangiare con burro, formaggio o pesce affumicato. Il suo gusto così dolce lo rende anche perfetto per essere gustato con la marmellata. Se si visita l’Islanda, di certo non bisogna farsi scappare questo pane di segale, disponibile nelle panetterie e nei supermercati di tutta l’Islanda o nei ristoranti, come parte di un menu tradizionale.

Un bicchiere di Brennivín, per concludere i pasti

Anche se non è un piatto, menzionare il Brennivín è assolutamente una bevanda da provare per un’immersione totale nella cultura culinaria tipica di quest’isola. Questo liquore tradizionale, conosciuto anche come “morte nera”, è fatto con patate fermentate e aromatizzato con semi di cumino.

Viene spesso consumato come accompagnamento all’Hákarl, lo squalo fermentato, e ad altri piatti tradizionali. Provarlo è quasi obbligatorio durante un viaggio in Islanda.

L’Islanda è un Paese che affascina e incanta per la sua bellezza naturale, la sua cultura così antica e le sue tradizioni uniche. Questo Paese ha molto da offrire. Qui è possibile vivere esperienze magiche, che vanno oltre l’Aurora Boreale, e che renderanno le visite sull’isola qualcosa di indimenticabile.

 

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La Budapest da visitare è quella sotterranea

C’è una Budapest che si nasconde anche agli occhi del più attento viaggiatore. La città, già splendida alle luci del sole, nasconde sotto di sé un fitto sistema di grotte naturali in cui sono stati costruiti, nei secoli, sotteranei di castelli, chiese e persino un ospedale. Noi vi sveliamo cosa si cela sotto le strade ed i palazzi di questa splendida capitale europea.

Le grotte sulle colline di Buda

Non tutti sanno che Budapest è una città divisa in due dal Danubio: Buda e Pest. Il centro nevralgico della città è Pest con il palazzo del Parlamento, il mercato alimentare e il commercio. Dall’altra parte del fiume ci sono invece Buda e le sue pittoresche colline, costellate da eleganti case residenziali e sovrastate dal castello. Proprio al di sotto di queste colline esiste un’intera rete di caverne da esplorare.

Le due grotte più popolari sono Pálvölgyi e Szemlőhegyi, attraversate da una lunga ragnatela di sentieri sotterranei dove si registra una temperatura costante di circa 11 gradi. Scendendo le lunghe scale è possibile arrivare in profondità per ammirare formazioni cristalline, stalattiti e stalagmiti. La grotta di Pálvölgyi è la più lunga di Budapest ed è spesso considerata anche la più bella per le sue architetture naturali. Se invece volete approfittare dei benefici effetti sulla salute dell’aria infusa di minerali, le grotte di Szemlőhegyi sono la soluzione migliore.

Stalattiti a Budapest

Fonte: 123RF

Le stalattiti nelle grotte di Budapest

Il labirinto del castello

Se si viaggia con tutta la famiglia, l’esperienza di speleologia del labirinto sotterraneo del castello di Buda è sicuramente alla portata di tutti. La storia del labirinto, che fa parte di un sistema naturale di caverne sotterranee, risale a centinaia di migliaia di anni fa, sebbene questo fu utilizzato anche durante la Seconda Guerra Mondiale come rifugio.

Durante i secoli il labirinto ebbe i più svariati utilizzi: dalla conservazione del vino all’estrazione mineraria, sino agli scopi militari e al suo impiego come prigione. Si pensa addirittura che Dracula (o meglio il principe della Transilvania noto come Vlad l’Impalatore, che ha ispirato il personaggio immaginario che beve sangue) sia stato imprigionato qui. Oggi è uno dei luoghi più visitati di Budapest e ospita al suo interno mostre speciali.

La chiesa nella roccia

L’altra collina che domina lo skyline di Buda è la collina di Gellért, coconosciuta come il luogo della “statua della libertà dell’Ungheria” e della famosa Cittadella. Ma sotto questi punti di riferimento si trova un’altra fitta rete di caverne. L’unica area aperta al pubblico è la Grotta di San Ivan, che oggi è costituita da Sziklatemplom, nota anche come Chiesa nella roccia, chiesa rupestre o Grotta di San Ivan.

Fondata nel 1926, la chiesa fu utilizzata come ospedale e centro di cura durante la Seconda Guerra mondiale. Durante il regime comunista, tuttavia, la chiesa fu sigillata e inaccessibile al pubblico. Riaprì nel 1991 dopo la fine del dominio comunista.

Chiesa nella Roccia a Budapest

Fonte: 123RF

La Chiesa nella Roccia a Budapest

Un ospedale dentro la roccia

Una parte di queste caverne costituiva durante la guerra un elemento vitale per la città di Budapest: l’ospedale che, scavato nella roccia, si trova anche sotto il castello ed ora è sede di un museo. Durante la Seconda Guerra Mondiale lo spazio fu utilizzato come importante centro d’emergenza durante i raid aerei.

Più tardi, durante la rivoluzione ungherese del 1956, l’ospedale fu riaperto per curare civili e soldati feriti. Chiuse definitivamente alla fine di quell’anno, per poi diventare bunker nucleare segreto durante la guerra fredda. In caso di attacco nucleare o chimico, il bunker era ancora dotato di un ospedale perfettamente funzionante. Durante questo periodo, alcuni medici e infermieri erano regolarmente impiegati per essere pronti ad ogni evenienza.

Una metro d’altri tempi

Sul primato di Londra per la tratta della più antica linea della metropolitana sotterranea in Europa non si discute, ma la famosa linea gialla di Budapest (conosciuta come M1) è la più antica al di fuori delle Isole britanniche. Fu inaugurata nella primavera del 1896, collegando due dei più grandi quartieri della città: il Danubio e il City Park. Lungo il suo percorso ci sono diverse importanti fermate tra cui la Basilica di Santo Stefano, il Teatro dell’Opera ungherese, Piazza degli Eroi e le Terme di Széchenyi.

Metropolitana di Budapest

Fonte: 123RF

La linea M1 della metropolitana di Budapest

Tenendosi ancora ai cinturini in pelle e intravedendo scorci delle stazioni piastrellate, ci si può sentire come se si fosse tornati indietro nel tempo. Passando dalla M1 alla più recente linea verde M4 si potranno notare invece le notevoli differenze tra la storia e la modernità. Ogni stazione della linea M4 infatti, è stata progettata da un artista diverso e mette in mostra l’innovazione tecnologica di Budapest.