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Dove mangiare a Montecarlo: le specialità tipiche da provare in assoluto

Una vacanza a Montecarlo dà la possibilità non solo di scoprire una zona glamour, extralusso, con attrazioni e monumenti imperdibili, ma anche le specialità tipiche del luogo, che sono molteplici. La gastronomia del Principato di Monaco, ovvero la cucina monegasca, ha subito diverse influenze nel corso delle epoche, e non è raro trovare ottimi ristoranti italiani. Nell’ambito della ristorazione, trovi ogni genere di offerta, inclusa quella internazionale: ti portiamo per le strade di Montecarlo, alla ricerca del cibo da provare, tra piatti gourmet e street food.

Dove mangiare a Montecarlo: zone e luoghi tipici

Mangiare a Montecarlo, le zone

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Luoghi da sogno dove mangiare a Montecarlo: sullo yacht

Il tuo itinerario di vacanza a Montecarlo deve prevedere delle soste in zone specifiche dove poter provare la cucina del luogo. Non si viaggia unicamente per osservare panorami e attrazioni, bensì per approfondire la cultura del posto, e ciò include il cibo: è identitario di un territorio e spesso racconta la sua storia. Tieni presente che ti trovi in uno dei quartieri più esclusivi di Monaco, e più in generale Monaco è internazionale: questo significa che puoi spaziare con i sapori, senza precluderti nulla.

Piazza del Casinò

Non mancano hotel e ristoranti nei dintorni della leggendaria Piazza del Casinò, che è tra le principali mete da appuntarti nel programma vacanziero. L’atmosfera è assolutamente glamour, con tanti locali con vista privilegiata sul mare, in cui i prezzi sono “alti” rispetto alla media, ma la qualità delle materie prime usate non è in discussione. Molto interessanti sono i café, per un pranzo o cena al volo, o gli american bar, dove bere cocktail e rilassarsi negli interni di lusso o esterni con panorama. Aggiungiamo che molte strutture si trovano all’interno degli hotel di lusso.

Baia di Monaco

Vicino alla Spiaggia di Larvotto, si concentrano moltissimi ristoranti di Montecarlo, anche rinomati in tutto il mondo. L’Avenue Princesse Grace è il tuo punto di riferimento, ma, essendo una zona altamente turistica, preparati a fare una scrematura dei locali, altrimenti corri il rischio di scadere in un tipico ristorante turistico. Qui l’offerta è più di ampio respiro internazionale, quindi, oltre alle specialità, trovi tacos, pizza, hamburger, sushi o locali a tema marino. Il nostro tip è di puntare a un ristorante panoramico con cucina di pesce.

Monaco Vecchia

Nelle tappe da includere durante l’itinerario a Montecarlo non manca mai Monaco Vecchia o Monaco-Ville: sebbene il territorio non sia sconfinato, l’offerta è in grado di soddisfare tutti i palati. I ristoranti propongono una cucina autentica, un’esperienza non solo gourmet ma di classe, in edifici da sogno. In questa zona sono frequenti i ristoranti italiani e le pizzerie. Tradizionali i cafè dove fermarsi a bere un caffè e gustare i dolci di Monaco.

Port Hercules

Dove mangiare a Montecarlo: Port Hercules

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Port Hercules, qui si trovano mercatini con bancarelle di ostriche e champagne

Nei dintorni di Port Hercules, gli indirizzi da appuntarti sono diversi: il porto di Montecarlo, il Boulevard Albert 1er, la Route de la Piscine. Qui c’è davvero l’imbarazzo della scelta, considerando che non fatichi a trovare locali glamour o brasserie, per un aperitivo al volo. Nei café del porto è possibile mangiare insalate e primi, e anche in questo caso abbondano i ristoranti di cucina internazionale. La presenza di gelaterie nella zona è piuttosto alta, così da rinfrescarti se scegli di andare a Montecarlo in estate.

Fontvieille

Infine, una tappa meravigliosa nei dintorni di Montecarlo, ovvero Fontvieille, che dà l’occasione di provare l’autentica cucina monegasca: tra scorci pittoreschi e panorami indimenticabili, i locali e i bistrot sono pronti ad accoglierti per farti vivere un’esperienza gastronomica a base di primi piatti, ostriche e bollicine.

Cosa mangiare a Montecarlo: le specialità imperdibili

Cosa mangiare a Montecarlo: piatti della cucina monegasca

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Insalata Nicoise, tra le specialità da mangiare al volo a Montecarlo

Oltre a dirti dove mangiare a Montecarlo, quindi le zone più trendy di Monaco, è importante approfondire le specialità tipiche del luogo. Qual è la cucina del Principato di Monaco? Conosciuta con il nome di cucina monegasca, l’arte culinaria è stata influenzata da molteplici luoghi, tra cui la cucina italiana (con particolare attenzione alla cucina ligure), la cucina francese e la cucina provenzale. Prende spunto, dunque, dalla gastronomia tipica del bacino del Mediterraneo, e uno degli ingredienti più usati è sovente il pesce, essendo una località che si affaccia sul mare. In vacanza nel Principato di Monaco, puoi deliziare il palato con tanti piatti: ti diciamo quali.

Barbagiuan

Sebbene la cultura dell’antipasto sia profondamente legata alla cucina italiana – in uso sin dagli Antichi Romani – anche a Montecarlo c’è la possibilità di ordinare delle sfiziosità prima del pasto principale, tra cui il barbagiuan, che tra l’altro è amatissimo dalla Famiglia Reale Monegasca. Le origini della ricetta sono liguri, e l’inventore è lo “Zio Giovanni”, da qui il nome: un raviolo fritto che viene riempito con zucca o affettati, immancabile il formaggio.

Stocafi

In vacanza a Montecarlo non puoi assolutamente perdere uno dei piatti principali del luogo, ovvero lo “stocafi”, il cui nome ci anticipa l’ingrediente principale: lo stoccafisso. In tal caso è cotto nel vino e viene condito insieme al pomodoro, alle erbe aromatiche e alle olive nere. Non mancano rivisitazioni gourmet del piatto, presente nei ristoranti di mare.

Socca

Ricorda la farinata, ma… è la socca! Se stai visitando il quartiere di Montecarlo e non hai molto tempo a disposizione per fermarti a pranzo, o più in generale vuoi risparmiare sul budget, allora questa pietanza ti salva e ti “porta” metaforicamente anche in Liguria, essendo molto simile: viene preparata con farina di ceci, acqua, olio extravergine di oliva, sale e pepe.

Salade Nicoise

Non hai molto tempo per mangiare o preferisci qualcosa “al volo”? L’idea giusta per te è l’insalata fresca a base di pomodori, acciughe, verdure, olive, uova. Ecco la Salade Nicoise, piatto “povero” ma coloratissimo, profumato e dal sapore soddisfacente.

Pavés du Rocher

Non dimenticare di lasciare Montecarlo senza aver assaggiato il famoso dolce creato in occasione di 25 anni di Regno del Principe Ranieri III: Pavés du Rocher. Realizzati con materie prime selezionatissime, tra cui panna, latte, miele, limone, mandorle, zucchero e arancia, i dolci vengono confezionati in scatole apposite per mantenere la freschezza.

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Viaggio a Soldeu: scopri cosa vedere e cosa fare in ogni stagione

Soldeu, piccola cittadina dell’Andorra a 1710 mt. s.l.m., è una località molto conosciuta dagli amanti degli sport invernali. Si tratta infatti di una rinomata località sciistica, i cui impianti sono ritenuti tra i più importanti dei Pirenei. Dopo aver ospitato diverse gare della Coppa del Mondo di Sci Alpino, è candidata ad ospitarne i mondiali nel 2029.

Il comprensorio sciistico di Soldeu

A 5 minuti dal villaggio di Soldeu si trova il comprensorio sciistico di El Tarter, dotato di piste per tutti i livelli e di un circuito pensato per i bambini. Si tratta dunque di una località adatta sia per una vacanza in famiglia che per una vacanza più adrenalitica tra amici. Molto amato dagli appassionati della tavola, è lo snowpark, lungo più di 1,3 km.

Cosa fare a Soldeu: le escursioni intorno ai laghi

In realtà, Soldeu offre molto di più oltre allo sci! Si tratta di una località che sa catturare i visitatori in ogni stagione dell’anno e grazie alla sua posizione geografica rappresenta una destinazione ideale per chi ama immergersi nella natura, rallentare e ammirare paesaggi grandiosi.

Pochi sanno che il 90% di Andorra è costituito da foreste, con ben tre parchi naturali: La Vall de Sorteny, La Vall de Madriu-Perafita-Claror e Les Valls del Comapedrosa. Sia all’interno dei parchi naturali che al di fuori di essi, una delle attività più popolari è l’escursionismo. Gli itinerari sono sicuri e ben segnalati e sono rivolti a escursionisti di ogni livello. Attraversano paesaggi di alta montagna, valli riparate, laghi naturali e altri paesaggi. Inoltre, se il percorso scelto è più difficile, è possibile utilizzare i numerosi rifugi alpini sparsi sul territorio, con una gamma completa di servizi e in qualche caso, anche la possibilità di fermarsi per la notte.

Se hai ntenzione di visitare l’Andorra in estate o in primavera, i laghi di Juclar de Soldeu sono una tappa obbligata. Si trovano sul percorso dell’Alta Via dei Pirenei (HRP). Questo itinerario attraversa i Pirenei dall’Atlantico al Mediterraneo, passando per Spagna, Andorra e Francia. Gli Estanys de Juclar sono un insieme di due laghi situati nella Valle di Incles, a più di 2.295 metri di altitudine. Questa zona offre uno splendido panorama agli avventurieri che la percorrono, riposandosi al rifugio aperto da giugno a settembre per scambiarsi esperienze e racconti con gli altri escursionisti.

Arrampicata, equitazione, sport indoor… Altri sport offerti all’aria aperta nei dintorni di Soldeu

Percorsi escursionistici a Soldeu
Percorsi escursionistici intorno a Soldeu

Le montagne di Soldeu, il Paese dei Pirenei, offrono vie ferrate di tutti i livelli, percorribili in ogni periodo dell’anno. Oltre a queste pareti naturali, molte località del Principato di Andorra dispongono di centri di arrampicata per i principianti, per l’allenamento e per le scalate più tecniche. Se ami andare a cavallo, potrai fare affidamento sui tanti maneggi che organizzano escusioni in sella attraverso gli splendidi paesaggi naturali dell’area. Non manca infine l’offerta anche per chi cerca esperienze ancora più adrenaliniche come il bungee-jumping.

A Soldeo per andare in bicicletta

Soldeu è una località molto amata anche per la possibilità di divertirsi in bicicletta, sia per gli amanti del ciclismo su strada che per quelli di montagna. Dalla metà degli anni ’30 del secolo scorso, i percorsi e i passi di montagna dell’Andorra sono diventati sempre più importanti e popolari per gli appassionati di ciclismo. Oggi possiamo dire con certezza che l’area è in qualche modo la patria del ciclismo, dove si trova davvero di tutto. Dai percorsi cicloturistici con passaggi e traguardi che fanno parte della storia del ciclismo su strada moderno, alle discese per la mountain bike, alcune delle quali sono state teatro di campionati mondiali, dove gli amanti del ciclismo in tutte le sue forme potranno divertirsi e mettere alla prova la loro passione. Il tutto in aggiunta a un’offerta di alloggi e servizi unica nel suo genere nei Pirenei, con hotel cycle-friendly, negozi per accessori, ricambi e addirittura un Bici Lab, che esplora il potenziale della bicicletta come elemento di mobilità sostenibile, stile di vita sano e motore economico. Qui, un simulatore offre ai visitatori la possibilità di immergersi nelle emozionanti sensazioni del ciclismo da discesa in un bike park e di vivere una serie di diverse esperienze di realtà virtuale, tutte pensate per garantire una visita ludica, interattiva e divertente.

Vista su Soldeu e Pirenei al tramonto

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Il panorama da Soldeu sui Pirenei al tramonto

Le attività per i bambini

Chi cerca un’attività da fare con i compagnia dei pripri bambini potrà approfittare dell’escursione del Cami del Gall, che parte dal villaggio di Canillo e termina proprio a Soldeu, un percorso che entusiasmerà grandi e piccoli. Si tratta di un parco avventura molto divertente, con molti ponti sospesi e facile da percorrere per tutti. Il percorso è lungo poco meno di 6 km con 285 mt. di dislivello.

Golf in estate

Come già detto, nonostate Soldeu sia una località particolarmente famosa per lo sci e per gli sport invernali, offre diverse possibilità anche nella bella stagione. Tra queste, c’è sicuramente il golf. Nel caso di Soldeu poi si tratta di giocare sul green più alto d’Europa. 16 ettari di campo da golf a oltre 2.250 mt sul livello del mare, raggiungibile grazie alla telecabina che parte dalla cittadina. Il campo è stato progettato dall’architetto britannico Jeremy Pern, selezionato tra i migliori al mondo nel settore, con caratteristiche tecniche perfette per giocatrici e giocatori di ogni livello. Conta 9 buche e un par 33, ed è armoniosamente integrato con l’ambiente per cui è stato disegnato, sfruttandone la topografia e gli elementi naturali.

La vita notturna di Soldeu

Per chi ama uscire la sera, e fare festa, Soldeu offre molte opportunità tra bar, locali e appuntamenti come concerti ed eventi di vario genere. L’offerta più apprezzata per la proposta musicale è quella del bar Harp, mentre per chi vuole seguire un evento sportivo o per giocare a biliardo, il punto di ritrovo giusto è l’Aspen Bar. Di classe, infine, è considerata l’offerta del GlassBar 1850.

Hotel e Spa a Soldeu: dopo l’esercizio fisico, un po’ di comfort

Cosa c’è di più soddisfacente del rilassarsi dopo aver fatto sport, che si sia trascorsa la giornata sugli sci, pedalando in bicicletta, giocando a golf o avendo fatto un’escursione a piedi? Farsi coccolare dagli hotel di Soldeu è ben più di un’opzione. L’offerta è molto ampia e mette a tua disposizione bagno turco, idromassaggio, sauna e piscine.  Inoltre, è possibile scegliere tra un’ampia gamma di trattamenti benessere o, per chi ha più coraggio, cambiare totalmente il proprio look con una seduta dal parrucchiere.

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Idea per il weekend: scopri il Monferrato

Lo scorrere del tempo non ha scalfito il fascino di una terra splendida come quella del Monferrato. Il paesaggio dolce di questa zona, composto da colline, borghi, castelli e vigneti, è perfetto per un weekend romantico all’insegna della scoperta lenta, di passeggiate tra vie acciottolate e di pomeriggi tranquilli sorseggiando un bicchiere di Barbera, Grignolino o Cortese. Situato tra Asti e Alessandria, il Monferrato rappresenta una meta turistica molto ambita per chi desidera staccare la spina e dedicarsi alla scoperta di un ricco patrimonio artistico, culturale e vinicolo.

Di seguito raccontiamo cosa fare e cosa vedere in questa regione storica del Piemonte, suddivisa in zona sud e zona nord e riconosciuta, grazie alla sua cultura vitivinicola, Patrimonio UNESCO.

A spasso tra i borghi del Monferrato

Trascorrere un weekend a Monferrato significa passeggiare tra le strade dei suoi borghi medievali che, con le loro peculiarità architettoniche, si inseriscono perfettamente nel paesaggio creando veri e propri scorci da cartolina. Da dove partire se non da Casale Monferrato, borgo simbolo del territorio? Questa città barocca è rinomata per le sue chiese, per i palazzi, ma soprattutto per due edifici bellissimi: il Duomo, di arte romanica, e la Sinagoga, risalente alla fine del ‘500. Un altro borgo da segnare sull’itinerario è sicuramente Rosignano Monferrato, famoso per i suoi settanta Infernot (termine piemontese che indica un luogo sotterraneo con assenza di luce impiegato come cantina) e per la Panchina Gigante n.41, da dove è possibile godere di un panorama mozzafiato.

Imperdibili sono anche gli Infernot di Cella Monte, piccolo borgo famoso non solo per il vino, ma anche per il suo tartufo bianco di Valle Ghenza, e gli edifici di Vignale Monferrato come Palazzo Callori, costruito nel ‘700 in stile gotico, e Porta Urbica, realizzata in stile medievale. Sono tanti i borghi da scoprire in base ai propri interessi, come anche Canelli, con il suo Castello Gancia risalente all’XI secolo, Asti e Gavi.

Costigliole d'Asti

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Il borgo di Costigliole d’Asti nel Monferrato

I castelli da non perdere

Ad ampliare il fascino di questo territorio ci sono gli affascinanti e antichi castelli, come il Castello di Tagliolo, considerata una delle fortezze meglio conservate di tutto l’Alto Monferrato e location da sogno in cui dormire e organizzare eventi. Dal Castello Malaspina a Cremolino, invece, grazie alla sua altezza (è considerato il più alto della zona nord del Monferrato) è possibile godere di una vista meravigliosa sulla valle e sulla catena delle Alpi. Parlando di castelli, impossibile non citare quello di Razzano, la cornice perfetta per chi è alla ricerca di un’esperienza enogastronomica di alto livello, e quello di Gabiano, con il suo labirinto, il quale rappresenta uno dei rari esempi documentati nell’ambito dei giardini storici del Piemonte.

Camminate tra i vigneti e degustazioni

L’arte del vino è una maestria che a Monferrato si tramanda di generazione in generazione. Unendo saperi artigianali e tecnologici, le diverse cantine del territorio offrono vini di altissima qualità che possono essere scoperti prenotando una degustazione, solitamente accompagnata da una visita delle cantine e degli iconici Infernos. Da non perdere il vino prodotto nella zona di Canelli, considerato una vera eccellenza del Piemonte: in quest’area si produce soprattutto lo spumante, il rinomato Moscato di Canelli, una delle varietà più antiche e diffuse di tutto il Mediterraneo. Una particolarità del Casalese sono anche e soprattutto gli Infernos, i luoghi scavati a mano nel tufo sotto le case, con tanto di nicchie specifiche costruite per contenere le bottiglie migliori. Le tenute dove prenotare una degustazione sono tante, noi consigliamo la Tenuta dei Marchesi Alfieri e le cantine custodite all’interno del Castello di Gabiano.

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Bridgerton, in Inghilterra spopolano i tour a tema

Dopo tre stagioni – gli ultimi quattro episodi della terza vanno in onda su Netflix a partire dal 13 giugno – di location dove è stata ambientata la serie Tv “Bridgerton” e il prequel “Queen Charlotte” se ne contano ormai tantissime. E le visite agli edifici vittoriani, ai parchi e ai giardini nelle città dove sono state girate le scene tra Londra e Bath, nella Contea del Somerset, soprattutto, ma anche nella campagna inglese sono sempre più frequenti.

Molte delle location sono aperte a tutti e, come parchi, giardini o facciate di palazzi e negozi, anche gratuite, mentre alcune sono accessibili solo su prenotazione e con visite guidate. Esplorare uno degli edifici storici d’Inghilterra che è stato anche set di “Bridgerton” (e magari anche di qualche altra costume drama o film) con l’aiuto di una guida è sicuramente un valore aggiunto per scoprire i dietro le quinte e gli aneddoti più curiosi.

I tour sui luoghi di “Bridgerton”

Sono sempre più numerosi i tour organizzati tra le location dove sono state ambientate le tre stagioni di “Bridgerton“.

Tour di un giorno sui luoghi di “Bridgerton”

Alcuni hanno una durata di un giorno intero perché toccano sia i luoghi londinesi delle riprese sia quelli della cittadina di Bath, dove si trova la maggior parte dei set, come Featherington House, la residenza di Lady Danbury, o l’iconico edificio a forma di mezza luna, The Royal Crescent, dove vive Penelope Featherington alias Lady Whistledown con la mamma e le sorelle, tipico esempio di architettura Georgiana, ma anche nella campagna del Wiltshire, dove si trova Wilton House con i suoi magnifici giardini che nella serie è la dimora del Duca di Hastings. Ci si immerge totalmente nel periodo Regency e si riconoscono molte delle scene dove è stata girata la serie. Il tour viene organizzato per piccoli gruppi e gli spostamenti sono a bordo di minivan per poi muoversi a piedi in città.

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Fonte: Netflix

Penelope alla finestra in una scena di “Bridgerton”

Tour breve a Bath sui luoghi di “Bridgerton”

Ci sono anche tour molto più brevi, come quello che dura solo un’ora e mezza e che si svolge nel centro storico di Bath che, come abbiamo detto, è la cittadina dove è stata principalmente ambientata la serie Netflix. Dal negozio di stoffe della modista Madame Delacroix (che in realtà è un bistrot e si chiama Pickled Greens) alla dimora di Lady Danbury (nella realtà è l’Holburne Museum, il museo d’arte cittadino), una delle donne più influenti dell’alta società londinese e consigliera della regina in persona, si passeggia tra le strette strade acciottolate scoprendo passo dopo passo i set più celebri. Fin dai tempi di Jane Austen, che ha vissuto a Bath e dove oggi si può visitare la sua deliziosa casa-museo, questa cittadina del Sud dell’Inghilterra è sempre stata sinonimo di romanticismo e di costume drama (dai suoi romanzi “Emma”, “Orgoglio e Pregiudizio”, Persuasione” ecc. sono stati tratti diversi film) e passeggiare per le strade rimaste intatte come un tempo è una vera delizia.

Tour breve a Londra sui luoghi di “Bridgerton”

Diverse sono anche le location londinesi nelle tre stagioni della serie Tv “Bridgerton” ed esistono tour tematici anche nella Capitale. Spesso la visita guidata viene fatta a bordo di un calesse, per immergersi totalmente nel periodo storico. Tra le tappe, è compresa Syon House a Brentford, West London, i cui interni risalenti al XVIII secolo sono stati usati come set per lo studio del padre di Simon Basset, Duca di Hastings e marito di Daphne, e per una cena della regina Charlotte. Qui hanno ambientato anche altri film e serie Tv come “La pazzia di Re Giorgio” del 1994 con Helen Mirren, “Emma” del ’96, con Gwyneth Paltrow, “Gosford Park” nel 2001 con Kristin Scott Thomas e le serie televisive “Belgravia” e “Harlots” (quest’ultima mai arrivata in Italia).

A Londra si fa tappa anche a Painshill Park, un bellissimo parco di Cobham progettato nel XVIII secolo da Charles Hamilton come quadro vivente con corsi d’acqua, rocce e splendidi prati all’inglese tanto da essere considerato uno dei migliori esempi paesaggistici britannici. Anche alcune scene della terza e ultima stagione di “Bridgerton”, in particolare il terzo episodio intitolato “Forze della natura”, sono state girate in questo giardino da dove spicca il volo un’”avveniristica” mongolfiera.

Painshill Park
Painshill Park a Cobham

Immancabile a Londra è la visita di Greenwich, il quartiere storico dove si trova la Ranger’s House ovvero la residenza della famiglia Bridgerton. Questo edificio maestoso in realtà ospita una collezione d’arte che merita una visita. La zona dei Dockyards a Chatham è dove Lady Featherington porta la nipote Marina per mostrarle i quartieri malfamati della città ed è sempre qui che Simon e l’amico Will Mondrich si esercitano con la boxe.

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Fonte: Netflix

Una scena di “Bridgerton 3” girata a Pinshill Park
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Quando andare a Tirana: clima e temperature della capitale albanese

L’Albania, negli ultimi anni, è diventata davvero una meta di grande attrattiva. Complici un mare che non ha nulla da invidiare a quello delle coste italiane poco distanti, prezzi più abbordabili e un – almeno per ora – minor affollamento, il Paese dell’aquila bicefala ha saputo mettersi in mostra come una delle mete più in voga del momento.
Non solo mare ovviamente, perché un viaggio in Albania non può tralasciare di portarti a visitare Tirana. La capitale del Paese è ricca di attrazioni ed è stata capace di unire le testimonianze del suo passato con una forte spinta verso la modernità. Una città che rappresenta bene lo spirito del popolo albanese, e che sta lavorando per lasciarsi alle spalle i suoi periodi più difficili, guardando al futuro con speranza.

Qual è il periodo migliore per visitare Tirana?

Data la sua posizione geografica, si trova al centro del Paese, a circa 25 km dalla costa di Durazzo, la capitale albanese gode di un clima mediterraneo, con inverni tutto sommato miti, anche se piovosi, ed estati calde e soleggiate. Non è difficile intuire quindi che, come per tante città d’arte italiane, i periodi migliori per una visita siano i mesi primaverili e l’inizio dell’autunno. Nelle stagioni intermedie, infatti, puoi godere generalmente di belle giornate, con temperature gradevoli per stare all’aperto senza soffrire il caldo afoso di luglio o agosto. Chiaramente, se la tua intenzione invece è quella di recarti anche al mare, il discorso cambia. In questo caso devi mettere in conto che, nei mesi estivi, la presenza del turismo si fa sentire maggiormente, così come quella del caldo. In particolare, i venti di scirocco che soffiano dall’Africa possono far arrivare la temperatura in città fino a 43°C, come accaduto nell’estate del 2023.

Nonostante abbiamo detto come in genere il clima di Tirana sia mite e piacevole, devi ricordare che in inverno, ad esempio, possono esserci giornate particolarmente fredde a causa dell’arrivo di venti provenienti dalla Russia. La temperatura più bassa mai raggiunta in città è quella registrata nel gennaio del 1968, quando a Tirana i dispositivi metereologici segnarono il record di -10C°, temperature decisamente basse per la città albanese. In generale, anche dicembre, a causa delle intense piogge, non è uno dei mesi migliori per scegliere di visitare Tirana.

I dati climatici di Tirana mese per mese

Gennaio e febbraio sono i mesi dal clima più rigido per Tirana, anche se le temperature non sono poi così basse. La media è di 7°C, con la minima di poco sopra lo zero e le massime fino a 13°C. Nelle notti più fredde però la temperatura media è di -5°C. Gennaio è anche il mese più buio, con meno ore di luce al giorno, quindi decisamente non il migliore per partire alla volta di Tirana.

A marzo, generalmente mite, la temperatura media si attesta sui 17°C, con picchi alla fine del mese anche di 28°C. La minima più bassa è stata quella registrata nel 2005, quando di notte la temperatura a Tirana scese fino a -3°C.

Aprile e maggio sono decisamente i mesi migliori per visitare la capitale albanese. La temperatura media è intorno ai 20°C, mentre la minima si ferma a 3°C. Le giornate sono sensibilmente più lunghe e con molte ore di luce a disposizione si traggono i vantaggi migliori dalla visita. Ad esempio, aprile e maggio sono i mesi ideali per salire sulla Torre dell’Orologio di Tirana e ammirare la vista panoramica sulla città dall’alto, potendo contare, con maggiore probabilità, di una bella giornata di sole. In questo periodo dell’anno risulta particolarmente piacevole scoprire uno dei quartieri più cool della città, simbolo in qualche modo della sua rinascita dopo gli anni difficili del secolo scorso: si tratta del Blloku, ricco di bar, locali e ristoranti e molto in voga tra i giovani. È proprio in questo quartiere che si trova anche la Sky Tower, un grattacielo – come suggerisce il nome – da cui è possibile osservare la città dall’alto e farsi servire da bere all’interno del suo bar girevole.

A giugno invece la temperatura può essere già sensibilmente troppo calda e afosa per visitare Tirana senza soffrire le alte temperature, che arrivano anche a superare i 30°C. Luglio e agosto sono decisamente i mesi meno consigliabili per camminare lungo le strade della capitale albanese, il periodo è perfetto per andare al mare . In piena estate la temperatura arriva facilmente sopra i 40°C. Meglio rimandare a fine settembre, quando il caldo si sarà affievolito ma le temperature saranno rimase gradevoli, e le ore di luce ancora sufficienti per stare all’aperto fino a cena.

Anche ottobre rappresenta una valida alternativa per chi desidera conoscere Tirana. Meno turisti in giro, clima ancora mite con temperature che registrano una media di 20°C, e ancora poche precipitazioni.

Novembre e dicembre sono mesi in cui può capitare una bella giornata ma bisogna considerare che ad accompagnare la nostra visita sarà, probabilmente, la pioggia. Le temperature scendono e di notte si comincia anche ad arrivare vicino allo zero.

Nuovo bazar a Tirana

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Le decorazioni natalizie del nuovo bazar di Tirana

Cosa vedere a Tirana d’inverno

Potendo scegliere, sarebbe preferibile scoprire Tirana in un altro periodo dell’anno ma per chi ama o può viaggiare solo in quei mesi dell’anno, la capitale albanese offre lo stesso molte possibilità. Tra queste, sicuramente, i musei costruiti all’interno dei bunker inizialmente creati per proteggersi in caso di attacchi nucleari, come il Bunk’Art 1 e Bunk’Art 2. Il primo, nella parte Nord-Est della città, è un grande edificio con oltre 100 stanze. Oggi raccoglie le testimonianze della storia dell’esercito albanese e delle vite dei suoi soldati durante il regime. Il Bunk’Art2 invece, al centro di Tirana, è dedicato ai crimini commessi dai comunisti nei confronti degli albanesi fino al 1991. Un altro luogo decisamente interessante, da visitare in una fredda giornata invernale, è il Museo dei Servizi Segreti. Viene anche chiamato Casa delle Foglie per via delle piante rampicanti sulla facciata dell’edificio. Durante la Seconda Guerra Mondiale divenne la sede della Gestapo nazista, poi il luogo da cui le autorità comuniste controllavano la vita degli albanesi. Qui troverai le inquietanti attrezzature che servivano per spiare i cittadini.

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Italia a numero chiuso: dove si applicano limiti ai visitatori

Migliaia di visitatori che si accalcano sulle spiagge o nelle città, rendendo la vita impossibile ai residenti e rovinandosi essi stessi l’esperienza: è il problema dell’overtourism, che negli ultimi anni si è fatto sentire più che mai, soprattutto con la ripresa del turismo dopo la pandemia. Molte località famose hanno così deciso di adottare limitazioni e divieti per cercare di tenere sotto controllo la situazione. Anche in Italia abbiamo delle misure restrittive che si applicano nelle principali mete turistiche. Scopriamo quali sono.

Le limitazioni e i divieti in Italia

Hanno fatto scalpore le recenti misure adottate da città come Amsterdam (che ha vietato la costruzione di nuove strutture ricettive) o da località di mare come Ibiza (dove non si possono vendere alcolici nelle ore notturne). Sono tutti divieti imposti per cercare di contrastare il fenomeno dell’overtourism, che sta portando allo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali e al disordine che impedisce ai residenti di vivere in serenità. Anche in Italia, negli ultimi anni, sono state applicate delle limitazioni simili, sempre per affrontare il problema dell’affollamento turistico.

L’esempio più in voga è quello di Venezia, che è diventata a “numero chiuso”: nel 2024, la città ha adottato un sistema di ingressi contingentati (sulla base del pagamento di un ticket) per i turisti che non pernottano, seppur solamente in date stabilite con largo anticipo. Tutto ciò per incentivare un turismo più economicamente conveniente e ridurre gli accessi nelle giornate “calde” dell’anno. Anche sulle Dolomiti si sta valutando un’opzione del genere. Se al momento sono in vigore solo alcuni limiti specifici, come l’accesso su prenotazione al lago di Braies, si parla ora di introdurre una particolare tassa di soggiorno per i turisti.

Altre località molto turistiche hanno adottato misure simili. A Portofino, ad esempio, sono state istituite delle zone rosse per gestire al meglio i flussi dei visitatori. Un esempio che potrebbe dare ispirazione anche alle Cinque Terre, un’oasi dalla bellezza indiscutibile, ma anche estremamente fragile. L’isola di Procida, invece, ha disposto particolari restrizioni sulla circolazione dei mezzi privati durante la stagione estiva, per regolare il traffico e ridurre le immissioni di CO2, fonte principale dell’inquinamento in questo piccolo paradiso.

Le spiagge a numero chiuso

Non mancano, infine, le spiagge a numero chiuso. Una delle ultime novità riguarda la Riviera del Conero, una delle località più belle delle Marche: la piccola baia di Portonovo che si dipana ai piedi del Monte Conero è un posto talmente bello e delicato da meritare assolutamente di essere protetto dall’assalto dei turisti. Così, quest’anno ha inizio la sperimentazione di una zona ad accesso controllato (ZAC) che aiuti a contingentare il numero di bagnanti sulla spiaggia, consentendo di riempire i parcheggi sino a saturazione e sfruttando delle navette per l’accesso al litorale.

E naturalmente non possiamo fare a meno di citare l’esempio della Sardegna, dove le spiagge a numero chiuso continuano ad aumentare di anno in anno. Le sue coste sono infatti particolarmente a rischio di danno ambientale, quindi le autorità hanno adottato misure di sicurezza per ridurre il numero dei turisti. In alcune località famosissime come La Pelosa di Stintino e Cala Coticcio, sull’isola di Caprera, si potrà accedere solamente dietro prenotazione e rispettando alcuni precisi divieti, tutti imposti con l’obiettivo di preservare queste piccole oasi naturali. Altre, addirittura, sono completamente vietate ai turisti, come ad esempio la spiaggia rosa di Budelli: è così fragile da dover essere tutelata con il divieto totale d’accesso.

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La Moschea Blu di Erevan, informazioni e curiosità

La più grande moschea di Erevan, la Moschea Blu, è un antico complesso, situato nel pieno centro cittadino, che si estende su una superficie di 7000 mila metri quadrati. All’inizio del XX secolo era una delle sette moschee funzionanti della capitale armena. Oggi, oltre ad essere uno dei simboli della città e una delle attrazioni maggiormente visitate dai turisti, rappresenta una delle più antiche strutture esistenti nel centro di Erevan e l’edificio più significativo del periodo iraniano della città. Quella della comunità armena-iraniana è una presenza molto forte in tutto il Paese e la capitale Erevan non fa eccezione, in particolare nel distretto di Arabkir, uno dei dodici che compongono la città.

Storia e funzioni della Moschea Blu di Erevat

ingresso Moschea Blu Erevan

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L’ingresso della Moschea Blu di Erevan

La grande Moschea Blu di Erevan, nota anche come Gok Jami, è una moschea sciita del XVIII secolo, commissionata da Huseyn Ali Khan, il sovrano del Khanato di Erivan. Fu costruita nel 1760 e si trova nel centro della città, sul viale Mashtots. La moschea ha una pianta rettangolare, un minareto, che un tempo era il punto più alto di Erevan (24 m), celle, strutture adiacenti e un cortile di 71 x 47 metri, con una vasca in pietra. Gli ingressi, le cupole e il minareto sono rivestiti con piastrelle decorative in maiolica blu, rossi e verdi. Il minareto nella parte sud-orientale della moschea è l’unico superstite dei quattro originariamente esistenti della moschea (alti 25 metri), tre dei quali furono demoliti dopo il 1945. Ci sono 28 padiglioni, una biblioteca a nord, una sala principale con cupola a sud e un cortile.
Durante gli anni nei quali l’Armenia faceva parte dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, la Moschea Blu è stata sì preservata dall’opera di ricostruzione della città e restaurata nel periodo 1940-1972, ma è stata trasformata, nel 1931, nel Museo della Città di Erevan, poi in un planetario, mentre per anni ha ospitato anche il Museo della Natura Armena.
Visitare la Moschea Blu è possibile e l’ingresso è gratuito. Devi solo ricordare togliere le scarpe per entrare e che alle donne è richiesto di indossare degli abiti che coprano interamente il corpo.

I rapporti tra Armeni e Iran

Erevan è diventata ufficialmente la capitale della Prima Repubblica Armena indipendente il 28 maggio 1918. Un’investitura celebrata con una rapida crescita edilizia e demografica. In quegli anni apparvero nuove strade, viali, edifici e piazze. La popolazione stessa di Erevan crebbe moltissimo in quel periodo, anche grazie al forte afflusso di ritorno di emigranti armeni. Negli ultimi 100 anni, infatti, la popolazione di Erevan è aumentata di quasi 10 volte, superando oggi il milione di persone, con un’età media molto bassa. Non a caso Erevan si definisce la più giovanile delle più antiche capitali del mondo. Prendendo come punto di riferimento per la fondazione della capitale armena la fortezza di Erebuni, Erevan sarebbe di fatto più antica di Roma di ben 29 anni. Nonostante questo, è una città moderna e tutta da scoprire, il cui aspetto attuale si è formato solo a metà del XX secolo, durante l’epoca sovietica, ma la città è insita nel carattere e nello spirito armeno.
Gli abitanti di Erevan parlano principalmente il dialetto locale, una parte significativa del quale è la lingua armena classica. L’influenza di prestiti dal persiano e dal russo è ancora rintracciabile, il che è naturale, dati gli anni trascorsi nell’U.R.S.S. e della secolare coesistenza e convivenza di popoli d’origine diversa al suo interno.

Dopo il crollo del Muro di Berlino e il disfacimento dell’Unione Sovietica, Erevan è diventata l’attuale capitale della Terza Repubblica Indipendente d’Armenia e da quel momento sono ripresi i rapporti diplomatici con il vicino Iran.
Nel 1994-1998 fu proprio il governo iraniano a finanziare la ristrutturazione dell’imponente Moschea Blu, convertendola nel Complesso Culturale dell’Iran, punto di riferimento per la comunità iraniana dell’Armenia. Oltre alle funzioni e alle cerimonie religiose, oggi vi si tengono corsi di lingua persiana e vengono ospitate serate letterarie in cui si leggono e si commentano i classici della poesia persiana.
Le relazioni diplomatiche e i rapporti tra Armenia e Iran – oggi ottimi, come conferma il crescente flusso di turisti iraniani nella capitale armena – sono riprese ufficialmente solo nel febbraio 1992, un anno e mezzo dopo la dichiarazione d’indipendenza della prima dal blocco sovietico. Bisogna ricordare anche come durante le guerre ottomano-persiane, durate oltre due secoli, dal 1513 al 1735, Erevan fu sottoposta a ben 14 diverse dominazioni. L’Armenia occidentale cadde in mani ottomane, mentre l’Armenia orientale rimase parte dell’Iran safavide.

Decorazioni del minareto della Moschea Blu di Erevan

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Decorazioni sul minareto della Moschea Blu di Erevan

Tornando a epoche più vicine alla nostra, i rapporti tra Armenia e Iran, dopo settant’anni di gelo della dominazione sovietica, sono ripresi e proseguono con quella consuetudine che ha sempre contraddistinto la storia millenaria dei due popoli confinanti. Una delle ragioni che oggi porta così tanti iraniani ad Erevan, è la possibilità di sfuggire alle limitazioni imposte al proprio Paese dalle sanzioni internazionali.
E l’Armenia rappresenta una meta sicuramente più economica rispetto ad altri Paesi amici come gli Emirati Arabi o la Turchia. Inoltre, gli iraniani ottengono facilmente il visto al loro ingresso nel Paese e non hanno bisogno di fare alcuna richiesta preventiva. Non si tratta di una questione banale. Viaggiare o spostarsi all’estero per studiare, anche per quanti possono permetterselo, mette gli iraniani nella condizione di affrontare lunghe trafile burocratiche mentre il visto per l’Armenia viene loro concesso direttamente al momento dell’attraversamento del confine o in aeroporto. Molti, dunque, sono quelli che scelgono l’Armenia come meta di passaggio per poter richiedere visti o permessi alle ambasciate che non hanno una rappresentanza diplomatica, per diversi motivi, a Teheran. Un’altra ragione che porta tanti iraniani a Erevan è la possibilità di affrontare gli esami internazionali di inglese necessari per poter emigrare in Paesi anglosassoni come l’Australia o il Canada.

Oltre la Moschea Blu, perché visitare Erevat

C’è naturalmente più di un motivo, per iraniani e non solo, per visitare Erevat, e i suoi dintorni, oltre alla Moschea Blu. Si tratta di una città dal fascino indiscutibile e dalle caratteristiche geografiche che la rendono unica, in particolare per la presenza del biblico Monte Ararat, su sui si apre una vista meravigliosa. Per gli armeni l’Ararat non è solo un miracolo della natura. Ha un significato misterioso. Sant’Ararat è il custode del Paese, il custode dell’idea, il custode degli obiettivi e dei sogni. Nei momenti di felicità, la montagna sorride alla città e nei giorni difficili la protegge. Con il suo miracoloso potere attrattivo, il Monte Ararat unisce tutti gli armeni che vivono in patria e nel mondo.

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Come raggiungere l’Aeroporto di Andorra La Vella

Come raggiungere il Principato di Andorra in aereo? Stato cuscinetto tra Francia e Spagna, situato nei Pirenei orientali, è la sesta nazione più piccola d’Europa, con una superficie di appena 470 km quadrati e una popolazione di circa 80.000 abitanti.
L’area è molto apprezzata dagli amanti della montagna in ogni stagione, celebre per i suoi comprensori sciistici, con oltre 300 km di piste, che per le infinite possibilità offerte in estate.

Andorra è sinonimo di natura: solo il 4% del territorio è edificato, mentre il resto è costituito da cime, laghi, fiumi e boschi. Il 10% dell’area del Principato è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, ed è un vero paradiso per gli escursionisti. Grazie agli oltre 100 itinerari di montagna, è possibile visitare l’intero Paese senza calpestare mai l’asfalto. Inoltre, dal golf al ciclismo su strada, dalla Mountain Bike ai trekking a cavallo, ci sono moltissimi motivi per scegliere di visitare l’Andorra. Non manca l’offerta per chi è in cerca di relax, grazie ai 30.000 mq della Spa Termale più grande d’Europa, la Caldea.

Come raggiungere l’Andorra in areo, l’aeroporto di Andorra La Vella

Andorra La Vella d'estate

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L’estate ad Andorra La Vella

A casua della sua particolare conformazione geografica in alta montagna, il Principato di Andorra non ha un suo aeroporto, ma questo non vuol dire che non si possa raggiungere il Principato, volando. Lo scalo aereo più vicino è quello della città di La Seu d’Urgell, nella provincia di Lleida, il cui nome ufficiale è proprio Andorra – La Seu (LEU). Si trova al confine con la Spagna, a soli 26,2 km da Andorra la Vella, la capitale del Principato e la più alta d’Europa, raggiungibile attraverso le autostrade CG-1 e N-145. Si tratta in realtà di un aeroporto abilitato solo per i voli privati, anche se ci si aspetta che a breve possa essere aperto anche ai voli commerciali e di linea. Va tenuto presente però che, trovandosi in alta montagna, la sua operatività al momento è limitata al periodo estivo, quando le condizioni meteo sono migliori e più sicure per il volo, in particolare per le fasi di decollo e atterraggio. Oggi partono e arrivano 75.507 voli e vi transitano oltre 5,2 milioni di passeggeri all’anno.

L’aeroporto, in estate, è collegato con quello di Madrid (MAD), che offre voli per più di 80 destinazioni spagnole, europee e intercontinentali. Dalla capitale spagnola partono due voli a settimana per Andorra La Vella, ogni venerdì e domenica alle 17:50, operati dalla compagnia Air Nostrum, la principale società aerea regionale spagnola e una delle più grandi compagnie del suo genere in Europa. La tratta inversa viene effettuata sempre nelle stesse giornate, venerdì e domenica, con partenza alle 20:00.

Esiste naturalmente anche un servizio di trasporto pubblico per arrivare all’aeroporto di Andorra La Seu, con partenza dalla capitale del principato, La Vella. Gli orari degli autobus sono coordinati con quelli di arrivo e partenza dei voli. Si tratta di un servizio efficiente e gratuito. Gli autobus partono dalla stazione di La Vella e il viaggio dura 60 minuti.

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Dove dormire a Erevan, i quartieri migliori per l’hotel

Scegliere l’Armenia, e in particolare la Erevan, vuol dire immergersi in un’atmosfera decisamente particolare e originale. La capitale del Paese è un’antica città, non lontana dal confine con la vicina Turchia, completamente circondata da montagne. Leggenda vuole che il suo nome derivi addirittura da un’esclamazione di Noè, quando, dopo aver deposto l’Arca alle pendici del monte Ararat per il ritiro delle acque, avrebbe gridato «Yerevats!» («è apparso!»)

Si tratta di una destinazione dove è consigliabile dormire almeno un paio di notti per avere la possibilità di conoscerne meglio l’anima, andando con calma alla scoperta dei suoi quartieri. L’unicità di Erevan, abitata oggi da circa un milione e trecentomila abitanti, ti catturerà. Le cicatrici di un passato tragico, in particolare per il genocidio armeno del secolo scorso, sono inevitabilmente delle ferite ancora aperte per la popolazione e la città conserva, ben visibili, le tracce della sua appartenenza all’Unione Sovietica, ma è proiettata al futuro e ricca di progetti interessanti. In più, l’età media della popolazione di Erevan è davvero molto bassa, il che la rende una meta interessante anche per chi ha voglia di sperimentare una vibrante vita notturna. Erevan si vanta di essere la più giovanile tra le antiche capitali del mondo, oltre che una delle più sicure.

I quartieri di Erevan: dove dormire per visitare la città

La capitale armena è una metropoli che dal 2000 in poi ha conosciuto un grande sviluppo urbano. Questo ha portato alla demolizione di diverse strutture storiche e alla costruzione di nuovi edifici, spesso in sostituzione di quelli risalenti all’epoca sovietica. Un rinnovamento necessario per andare incontro alle nuove esigenze abitative, per la richiesta di case di dimensioni maggiori e miglior confort, che hanno fatto propendere per nuovi palazzi a sviluppo verticale. Questo ha comportato una modifica sostanziale, e non indolore, nel tessuto e nello skyline cittadino.

Il modo migliore per conoscere Erevan e i cambiamenti da cui è stata interessata negli ultimi anni è quello di muoversi a piedi. Le principali attrazioni turistiche e mete di interesse si trovano infatti a breve distanza l’una dall’altra, permettendoti di camminare e immergerti totalmente nella sua atmosfera, dalla geometria delle sue strade, dai suoi giardini e dal suo stupefacente tufo rosa. La città offre una moltitudine di alloggi per tutti i gusti e tutte le tasche, dalle soluzioni più lussuose a quelle davvero a buon mercato.

Dormire nel centro di Erevan

Scegliere di dormire in un hotel nel centro (Kentron) di Erevan renderà molto semplice la tua visita alla città, anche nel caso in cui ti stancassi di camminare e volessi fare affidamento sui mezzi pubblici, autobus o metropolitana che sia. Conosciuto anche come Kaghak, il centro cittadino ha una caratteristica forma circolare, all’interno della quale spiccano le attrazioni turistiche più popolari le due piazze principali. Si tratta di Piazza della Repubblica, dalle dimensioni maggiori, e di Piazza della Libertà, facilmente riconoscibile perché vi si affaccia il Teatro dell’Opera, una delle attrazioni dell’area.
Negli anni dell’URSS, Piazza della Repubblica era intitolata a Lenin, la cui statua è stata smantellata nel 1991. Si tratta del punto di partenza ideale per la visita degli edifici principali di Erevan come il Museo storico dell’Armenia, quello del Governo della Repubblica d’Armenia, dell’Ufficio Postale centrale della Repubblica d’Armenia, dell’Hotel Marriott Armenia, degli ex Ministeri degli Affari esteri e dell’Energia. Li riconoscerai facilmente perché sono costruiti in tufo rosa e giallo in stile neoclassico con ampio uso di motivi armeni.
In Piazza della Repubblica si trova anche l’orologio principale di Erevan, sulla torre dell’edificio governativo. Installato nel 1941, ha subito un solo intervento di restauro, nel 2001, quando le parti meccaniche sono state sostituite da quelle elettroniche.
La piazza è celebre per le sue colorate fontane sonore, che contribuiscono a renderla è uno dei luoghi di intrattenimento preferiti. Vi si tengono spesso concerti all’aperto, che di solito si concludono con magnifici fuochi d’artificio. Ogni anno in Piazza della Repubblica viene eretto il più grande albero di Natale della Repubblica e si festeggia la notte di Capodanno.

Dormire a Kanaker, il quartiere collinare

Da Piazza della Repubblica parte la moderna via Abovyan, una delle principali strade di Erevan, che raggiunge il quartiere collinare di Kanaker. È la strada più affollata della capitale sia di giorno che di sera, e un luogo ideale per incontri, shopping, passeggiate e attività ricreative. Alla fine del XX secolo, via Abovyan rappresentava un centro politico, economico e culturale particolarmente vivace, sede dei più importanti hotel cittadini. Uno degli edifici principali di questa strada è quello dove si trova il ristorante Vostan: in origine il palazzo apparteneva ad un importante uomo d’affari e benefattore armeno. Nel 1920, da uno dei balconi della sua residenza, il Partito Bolscevico annunciò l’instaurazione del potere sovietico in Armenia. Dormire a Kanaker significa allontanarsi un po’ dal centro ma anche dal caos, e godere di una vista insolita sulla città.

Trovare un hotel nel quartiere Kond, il cuore antico di Erevan

Se desideri conoscere il vero cuore di Erevan, quello più autentico, scegli di dormire al Kond. Si trova immediatamente fuori dal Kentron, nella zona Ovest. È il quartiere più rappresentativo di ciò che oggi rimane dell’antica Erevan, prima che la città cominciasse a mutare il suo aspetto. Dello storico quartiere impressionano le stradine strette e le case costruite in pietra così vicine le une dalle altre da creare un tortuoso labirinto. Si tratta certamente di un’area molto interessante da esplorare, in una sorta di viaggio nel tempo attraverso murales colorati, caffè, ristoranti e negozi d’arte. Scegliere un hotel in questo quartiere ti farà certamente sentire maggiormente parte del tessuto cittadino e della sua storia. Non è un’area a vocazione turistica e viene spesso ignorata dalle guide ma si tratta di una delle zone più affascinanti e autentiche di Erevan.

Come risparmiare: dormire in periferia

Come capita spesso anche altrove, la periferia di Erevan è caratterizzata da quartieri dormitorio, dove finiscono i viaggiatori che preferiscono trovare alloggi a buon prezzo. Tra questi c’è il quartiere di Bangladesh, costruito in epoca sovietica. Deve il suo nome proprio al fatto di essere lontano dal centro, defilato come il Paese asiatico da cui prende il nome. Oggi vi si trova il più grande bazar all’aperto di Erevan. Alloggiare a Bangladesh ti consentirà di risparmiare ma devi mettere in conto lunghi tempi di trasporto per arrivare in centro. Se proprio dovessi scegliere di dormire in un quartiere periferico, trova un hotel nel quartiere dell’amicizia, Brekamutyun (significa proprio amicizia), servito dalla metropolitana. Qui ha sede un grande bazar coperto. Un’altra opzione potrebbe essere quella del distretto di Nor Nork. Nulla di particolare da segnalare rispetto a questo quartiere ma tra i condomìni prefabbricati di chiara origine sovietica, ti troverai già in direzione di due escursioni nei dintorni di Erevan molto popolari, quelle al Tempio di Garni e al monastero di Geghard.

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Influencer viola il divieto sulla Spiaggia rosa di Budelli e viene multata a distanza

Un’influencer brasiliana residente a Dubai è stata rintracciata dalla Capitaneria dell’Arcipelago della Maddalena per aver violato il divieto di accesso alla famosa Spiaggia rosa di Budelli. Sulla Spiaggia rosa di quest’isola della Sardegna, chiamata spiaggia di Cala di Roto, non soltanto è vietato camminare, ma è anche vietato avvicinarsi alla battigia co<n un natante. L’influencer, invece, avrebbe violato entrambi i divieti pur di postare la sua impresa su Instagram. Ingenuamente, infatti, si sarebbe filmata mentre raggiungeva il litorale a bordo di un catamarano, ma soprattutto dopo aver lasciato le impronte dei piedi su quella spiaggia così paradisiaca quanto protetta. Il video, pubblicato in diverse story, ha scatenato una valanga di polemiche visto lo sfoggio dell’infrazione sui social.

La Spiaggia rosa di Budelli, un vero e proprio angolo di paradiso, infatti, è sotto tutela dal 1998. All’influencer, è stata elevata una sanzione amministrativa di 1800 euro in violazione della vigente Ordinanza dell’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena, che pone il divieto assoluto di accesso nello specchio acqueo e relativa spiaggia a qualunque soggetto non autorizzato. Nonostante i divieti, però, le forze dell’ordine sono impegnate quasi quotidianamente nel documentare sbarchi clandestini su questa spiaggia. Per curiosità e come avvertimento per chiunque fosse intenzionato a replicare l’imprsa dell’ifluencer, la multa per aver calpestato la sabbia della Spiaggia rosa è di 300 euro. I 1500 euro restanti sono perché il catamarano non aveva alcuna autorizzazione di ingresso nel parco.

Perché la spiaggia rosa di Budelli è vietata

L’isola di Budelli è raggiungibile solo via mare e questo aiuta a proteggerla dal turismo di massa. L’isolotto, che ha una superficie di circa 1,6 km quadrati e che fa parte dell’Arcipelago della Maddalena, vanta 12 chilometri di coste meravigliose che hanno fatto sognare generazioni di turisti e appassionati di mare. Tutte sono accessibili tranne una: la spiaggia rosa. L’attrazione principale dell’isola, che si trova a Sud-Est dell’isola di Budelli, deve il suo colore a frammenti microscopici di coralli e conchiglie come la Miriapora truncata e Miniacina, un organismo unicellulare marino composto da gusci calcarei. Purtroppo, poiché la grande massa di turisti stava alterando l’eccezionalità della spiaggia in quanto, nonostante le severe restrizioni, erano molti a portare via qualche manciata di sabbia come souvenir, si è eso obbligatorio il divieto d’accesso. Dato l’alto rischio di deterioramento di questo angolo di paradiso, la direzione del Parco della Maddalena ha quindi proibito l’accesso alla zona.

Il lieto fine 42 anni dopo

Ignari, forse, del danno ambientale, migliaia di turisti, nel tempo, hanno depredato la spiaggia portando via un po’ di sabbia alla stregua di un bellissimo souvenir. Qualcuno, a guardare la situazione attuale di quel luogo così incantato, si è pentito della sua azione tanto spensierata quanto dannosa. E c’è chi ha provato a cambiare le cose come dimostra quella bottiglia piena di sabbia rosa fatta recapitare all’associazione Sardegna Rubata e Depredata. Dopo 42 anni, infatti, la sabbia è tornata al suo posto. Nel 2020, l’associazione si è vista recapitare una bottiglia da un litro contenente la sabbia rosa presa a Budelli nel 1978. Il cimelio è arrivato dalla Liguria, accompagnato dalla lettera di Eleonora, donna 42enne che ha raccontato di aver ereditato da suo padre proprio la magica sabbia rosa. Potete leggere la vicenda che abbiamo raccontato qui.

Le altre spiagge dell’isola di Budelli

Il resto della costa non ha nulla da invidiare alla Spiaggia rosa: c’è un alternarsi di piccole insenature, rocce e scogliere che colorano il mare in maniera unica. Vale la pena visitare Cala Piatto, Cala Cisternone, Cala di Trana e Cala del Cavaliere. Le acque sono un sogno per chi ama fare immersioni e snorkeling, sia per i paesaggi sottomarini sia per la gran quantità di pesci e di crostacei. Ma bisogna fare sempre attenzione a non rovinare la fauna e la flora marine.