Categorie
Cammini Umbria vacanza natura Viaggi

Cammino della Pietra Bianca, alla scoperta del Sud dell’Umbria

Il turismo slow è un trend di viaggio in continua crescita: sempre più persone decidono di affrontare splendidi itinerari a piedi o in mountain bike, per immergersi nella natura e disconnettersi dalla vita quotidiana. In Italia ci sono davvero tantissime opportunità per scoprire paesaggi meravigliosi e piccoli borghi storici. Nasce così il Cammino della Pietra Bianca, un nuovo itinerario ad anello che ci porta attraverso le bellezze del Sud dell’Umbria, in una terra di confine che custodisce tesori preziosi.

Alla scoperta del Cammino della Pietra Bianca

Nasce un nuovo itinerario all’insegna del turismo lento, uno splendido percorso ad anello che ci consente di scoprire territori magnifici e fin troppo sottovalutati, ricchi invece di architettura, storia e cultura. Si tratta del Cammino della Pietra Bianca, così chiamato perché si snoda quasi completamente su strade sterrate, ricoperte da pietrisco color bianco per compattarne il fondo. Inaugurato lo scorso 12 maggio, è lungo ben 118 km e lo si può percorrere sia a piedi che in mountain bike, offrendo dunque una molteplicità di esperienze ai suoi ospiti.

Il cammino attraversa i territori del Sud dell’Umbria, affrontando i dislivelli dei Monti Amerini e i bellissimi paesaggi della zona fluviale del Tevere. Si compone di 14 tappe, ciascuna delle quali tocca due borghi e ha una lunghezza variabile tra i 4 e i 16 km: è possibile dunque accorparne alcune per rendere il percorso ancor più personalizzato, in base alle esigenze di ciascun partecipante. Non c’è un punto di partenza, dal momento che si può percorrere il cammino sia in senso orario che antiorario, partendo da uno qualunque dei borghi da esso attraversati.

Oltre ad una chiara segnaletica caratterizzata dai colori bianco-arancio, il Cammino della Pietra Bianca offre la possibilità di avere un ricordo indelebile di questa avventura. Si tratta della Credenziale, ovvero il passaporto del viandante che attesta la reale percorrenza di questo itinerario: si possono raccogliere i 14 timbri relativi a ciascuna tappa, così da poter ottenere, alla fine del percorso, l’Attestato Ufficiale del Cammino della Pietra Bianca. La Credenziale ha un costo di 5 euro, i quali finiranno in un fondo volto a contribuire al mantenimento e alla cura dei sentieri dell’itinerario.

Cammino della Pietra Bianca: le tappe

Scopriamo ora quali sono le 14 tappe del Cammino della Pietra Bianca, che ci porta alla scoperta dei territori del Sud dell’Umbria.

  • Attigliano – Giove (6,8 km): nel borgo di Giove è possibile ammirare l’imponente Palazzo Ducale, un’antica fortezza medievale.
  • Giove – Penna in Teverina (6,2 km): il borgo di Penna in Teverina è il più piccolo di tutta l’Umbria, ed è particolarmente suggestivo per il suo centro storico d’impianto medievale.
  • Penna in Teverina – Amelia (16,1 km): arrampicato su una delle alture dei Monti Amerini, il borgo di Amelia è cinto da imponenti mura poligonali.
  • Amelia – Sambucetole (8.2 km): il paesino fortificato di Sambucetole ospita la suggestiva Chiesa di San Matteo Apostolo ed Evangelista.
  • Sambucetole – Montecastrilli (9,8 km): l’antico borgo di Montecastrilli ha un bellissimo centro storico, dove poter visitare la Chiesa di San Nicolò.
  • Montecastrilli – Dunarobba (4,7 km): nei pressi di Dunarobba si può ammirare un’antica foresta fossile, i cui tronchi risalgono al Cenozoico.
  • Dunarobba – Avigliano Umbro (5,2 km): nel centro storico di Avigliano Umbro, lo sguardo è catturato dal meraviglioso teatro in stile Liberty.
  • Avigliano Umbro – Castel dell’Aquila (4,1 km): il borgo di Castel dell’Aquila racchiude il Museo della Civiltà Contadina, un vero tuffo nelle tradizioni del passato.
  • Castel dell’Aquila – Collicello (3,4 km): grazie alle sue imponenti torri, il borgo medievale di Collicello ha conservato il suo aspetto più autentico.
  • Collicello – Macchie (12,2 km): la piccola frazione di Macchie è cinta da suggestivi boschi in cui perdersi nella natura.
  • Macchie – Porchiano del Monte (10,2 km): gli scorci medievali del borgo di Porchiano del Monte lasciano tutti a bocca aperta.
  • Porchiano del Monte – Lugnano in Teverina (5,8 km): il borgo di Lugnano in Teverina è considerato uno dei più belli d’Italia.
  • Lugnano in Teverina – Alviano (8.7 km): ad Alviano, si può visitare un meraviglioso castello affacciato su un’oasi naturalistica protetta dal WWF.
  • Alviano – Attigliano (16,6 km): il borgo di Attigliano vanta un bellissimo centro storico, dove spiccano la Torre dell’Orologio e la Fontana dei Delfini.
Categorie
Idee di Viaggio Puglia Salento Viaggi

Cosa fare a Carovigno, incanto di Puglia

Esistono luoghi capaci di meravigliarci ad ogni passo e di immergerci in realtà quasi fiabesche: piccoli e grandi scrigni di bellezza che custodiscono storie di architetture millenarie e di tradizioni culturali ed enogastronomiche. Uno di questi è perfettamente incastonato tra le colline, punteggiate da ulivi e vigne secolari della penisola salentina, e il mare cristallino che ne bagna le coste. Stiamo parlando di Carovigno, uno dei borghi più belli d’Italia situato tra la Valle d’Itria e il Salento settentrionale, in provincia di Brindisi.

Durante un viaggio in Puglia alla scoperta delle più incantevoli perle nascoste del Salento, non può mancare una tappa nel centro storico di Carovigno per poi esplorarne i dintorni, la frazione che si affaccia sul mare e l’oasi naturale di Torre Guaceto. Ecco tutto quello che offre questo splendido borgo salentino.

Cosa vedere a Carovigno

Se il mare che lambisce le splendide spiagge della frazione marittima di Carovigno regala giornate incantevoli tra sole, relax e sport acquatici, il suo centro storico è il luogo perfetto in cui perdersi per scoprirne le numerose bellezze architettoniche e culturali: la regola è farlo a passo lento, per assaporarne tutta l’autenticità.

Con casette dai colori candidi collegate da viuzze sormontate da archi in pietra, Carovigno (che conta 17 mila abitanti) è difeso da una possente cinta muraria dotata di antiche torri, chiese e castelli. Celebre anche per la produzione di olio di oliva e per le feste religiose che vi si celebrano, questo borgo tra terra e mare merita di essere esplorato in ogni suo angolo. Ecco cosa vedere nel centro storico e nei dintorni di Carovigno.

Centro storico di Carovigno: piazza centrale e chiese

Il centro storico di Carovigno conserva ancora le atmosfere autentiche di un borgo antico: case dipinte di bianco decorate da graziose ceramiche locali e vasi con fiori variopinti, protette da quattro orgogliose torri, tre delle quali (la torre civile, Giranda e “delli Brandi”) sono ancora in piedi, e dalle due antiche porte (Porta Brindisi e Porta Ostuni) insieme ai due accessi secondari (l’arco “del Prete” e la “Purticedda”).

Il cuore del centro cittadino è piazza ‘Nzegna: da qui potete partire a piedi in un viaggio lento esplorando tutte le perle di questo borgo antico. Qui si affaccia il convento di Maria Santissima Del Monte Carmelo e diversi edifici storici che rendono meravigliosa l’ambientazione di piazza ‘Nzegna, collegata a corso Vittorio Emanuele.

A pochi passi, si possono ammirare alcune chiese di grande valore: la chiesa Madre di Santa Maria Assunta in Cielo, in Via Cattedrale, le cui origini risalgono al XIV secolo, la chiesa di Sant’Angelo (del Quattrocento) e la chiesa del Carmine, con splendidi affreschi del Settecento.

Carovigno con il suo centro storico

Fonte: iStock

Centro storico di Carovigno, in Puglia

Il Castello Dentice di Frasso

Attraversando alcune viuzze dal colore candido raggiungete la parte alta di Carovigno con il suo imponente Castello Dentice di Frasso, maniero la cui prima edificazione risale al 1163.

Nei secoli i diversi signori della città misero mano alla struttura del castello di Carovigno, fino a raggiungere l’aspetto attuale dopo le modifiche del Trecento e del Quattrocento. Le mura sono dotate di una fitta merlatura e oggi l’edificio si presenta difeso da tre torri: una con quattro lati uguali, una tonda e una a forma di mandorla (allo scopo di limitare i danni in caso di attacchi con armi da fuoco), quest’ultima realizzata nel XV secolo ad opera dei principi Loffreda. Il progetto è dell’architetto senese Francesco di Giorgio Martini.

Nei sotterranei del castello di Carovigno, che a partire dal XVII secolo si trasforma da forte militare a dimora nobiliare, si possono esplorare le “segrete” utilizzate anticamente come celle e cantine. Nell’edificio, oggi di proprietà dell’amministrazione, è ospitato il Museo delle tradizioni popolari: bellissime le sue stanze, come le sale da pranzo, la biblioteca, l’ampio salone e il caminetto.

Il cortile interno del castello è perfetto per una pausa rigenerante, poiché impreziosito da grandi alberi sotto ai quali rinfrescarsi dalla calura estiva. Dalla fortezza, situata nel punto più alto del borgo, è possibile assistere a una vista mozzafiato su Carovigno e sugli altri piccoli borghi della zona. Accanto al maniero si trova la chiesa di Sant’Anna, fatta costruire dalla famiglia Imperiali, con una funzione di cappella per i feudatari del castello.

Cosa vedere vicino a Carovigno: santuari e castelli

Uscendo dal centro storico di Carovigno e andando alla scoperta delle aree circostanti il borgo, ci si imbatte in altri splendidi punti di interesse culturale e storico.

Tra i monumenti più interessanti nei dintorni, troviamo il santuario di Maria Santissima di Belvedere, a 4 chilometri da Carovigno. Posizionato in un sito mozzafiato a 100 metri di altezza, offre una vista emozionante sugli ulivi secolari arrivando fino al mare di Puglia. Dentro il sito religioso ci sono due differenti cavità (cripta superiore e cripta inferiore), messe in relazione, tra loro e con la navata del tempio, dalla “scala santa” composta da 47 gradini.

I fedeli che si recano in pellegrinaggio al santuario devono recitare una preghiera per ogni scalino percorso. In questo modo si raggiunge l’immagine della Madonna dopo la purificazione dello spirito. Bellissimi gli affreschi dove viene ritratta la Madonna del Belvedere, in onore della quale il lunedì e il martedì dopo Pasqua si svolge l’antico rito della ‘Nzegna, anche se il santuario è meta di pellegrinaggi durante tutto l’anno.

Altra fortezza che merita una visita nei dintorni di Carovigno è il castello di Serranova, edificato nel 1629.

Il mare di Carovigno

Partendo dal centro storico di Carovigno, dopo soli 5 chilometri di strada si raggiunge il mare. La frazione di Torre Santa Sabina è costituita da un insieme di case in pietra calcarea e ristorantini locali, affacciati sulla costa brindisina del Mar Adriatico. È un luogo di ritrovo nei giorni di festa e perfetto per rilassarsi in spiaggia coccolati dal caldo sole dell’estate pugliese. Qui spicca la Torre omonima della frazione: una costruzione a forma di stella con quattro spigoli orientati verso i punti cardinali, nata come torre di avvistamento per il porticciolo ed entrata nel sistema difensivo a protezione della costa pugliese dalle invasioni dei saraceni.

Lungo l’affaccio al mare di Carovigno, sono molteplici le calette e le spiagge costituite, in maniera alternata, da sabbia fine, rocce e grotte scavate nei millenni dal moto incessante delle onde del mare. Alcune di queste? Spiaggia Mezzaluna, spiaggia dei Camerini, spiaggia della Gola e la Grotta Azzurra.

Mare di Carovigno, sulla costa del Salento

Fonte: iStock

Mare di Carovigno

Riserva naturale Torre Guaceto: un’oasi di pace

Carovigno non è soltanto architettura e storia antica, ma anche il luogo perfetto per coloro che vogliono immergersi nella natura. Dopo la visita al centro storico del borgo, vi consigliamo di fare tappa alla Riserva naturale statale Torre Guaceto: un’imperdibile territorio incontaminato affacciato ad una splendida area marina protetta.

Qui si aprono alla vista distese di ulivi secolari, la profumata macchia mediterranea, dune sabbiose e spiagge paradisiache (come l’amatissima spiaggia di Torre Guaceto). Tanti gli animali del sito che lo rendono così speciale: ci sono tassi, donnole o faine, ma difficilmente riuscirete a vederli durante il giorno. Oppure serpenti innocui come il cervone o colubro leopardino o la testuggine d’acqua. Tra i rapaci, invece, domina il falco. Inoltre si trovano istrice, gatto selvatico, daini e cinghiali.

Esplora questo connubio tra terra e mare a due passi da Carovigno, un ecosistema che valorizza il turismo lento e consapevole. Qui si trova un centro di recupero per tartarughe spiaggiate e la splendida Torre Aragonese, mentre si pratica anche la pesca sostenibile e si estendono varie coltivazioni dello squisito e pregiato pomodoro Fiaschetto.

Torre Guaceto, nell'oasi naturale protetta

Fonte: iStock

Torre Guaceto
Categorie
aeroporti Notizie Roma Viaggi viaggiare

Ora puoi fare il check-in del bagaglio da stiva anche alla stazione dei treni

C’è una grande novità per i viaggiatori in Italia: l’aeroporto di Fiumicino ‘sbarca’ nel centro della Capitale. Da oggi, infatti, i passeggeri possono effettuare il check-in e imbarcare senza costi aggiuntivi il proprio bagaglio da stiva alla stazione di Roma Termini, per poi ritirarlo direttamente a destinazione. Si tratta di una splendida opportunità per tutti coloro che desiderano proseguire la propria visita nella Città Eterna, senza doversi preoccupare di portarsi dietro le ingombranti valigie. Scopriamo di più.

“Airport in the City”: il check-in dei voli si fa alla stazione Termini

Si chiama “Airport in the City” ed è il nuovo servizio di check-in off-airport di Aeroporti di Roma, che consente ai passeggeri ITA Airways in partenza dallo scalo “Leonardo da Vinci” di poter effettuare gratuitamente nel centro della città le operazioni di check-in, inclusa l’accettazione del bagaglio da stiva, il giorno stesso della loro partenza. In questo modo, si potrà proseguire la visita nella Capitale prima del volo con un pensiero in meno.

Per il periodo di sperimentazione iniziale, “Airport in the city” è esclusivamente dedicato ai viaggiatori con volo ITA Airways in partenza nella stessa giornata dal “Leonardo da Vinci” verso qualsiasi destinazione, ad eccezione di USA e Israele. La buona notizia è che, in futuro, a questo nuovo servizio potranno aderire altre compagnie aeree.

“Il nostro obiettivo con Airport in the City è portare i servizi dell’aeroporto stellato di Fiumicino nel cuore di Roma, una grande novità in Italia e in Europa con cui vogliamo migliorare l’esperienza di viaggio delle migliaia di passeggeri che transitano ogni giorno dal ‘Leonardo da Vinci’, prima porta d’accesso al nostro Paese”, spiega in una nota l’Amministratore Delegato di Aeroporti di Roma, Marco Troncone.

Con il lancio di questo nuovo servizio unico nel suo genere, l’aeroporto di Roma Fiumicino – tra i 12 aeroporti 5-stelle Skytrax al mondo, recentemente premiato dalla stessa organizzazione come miglior scalo in assoluto per le procedure di sicurezza aeroportuale – consolida il proprio posizionamento di miglior scalo d’Europa, tra quelli con oltre 40 milioni di passeggeri, assegnato a metà marzo da ACI World per il settimo anno consecutivo, per la qualità dei servizi offerti ai passeggeri.

“Airport in the city”: info utili per i viaggiatori

Una volta giunti alla stazione Termini, i viaggiatori possono effettuare il check-in almeno tre ore e mezza prima dell’orario di partenza del volo, tutti i giorni dal lunedì alla domenica, dalle ore 8:00 alle 16:00. In questo modo, chi vorrà godersi le ultime ore di permanenza a Roma potrà farlo libero del proprio bagaglio da stiva e senza dover utilizzare depositi temporanei a pagamento.

La postazione “Airport in the city” è situata all’interno dell’area commerciale della stazione più grande in Italia, e tra le più grandi in Europa, accedendo da Via Giovanni Giolitti 16, in prossimità del Mercato Centrale e del binario 24, da cui parte ogni giorno il Leonardo Express, il servizio non-stop che collega la stazione ferroviaria all’Aeroporto di Fiumicino in soli 32 minuti.

Il trasferimento dei bagagli viene effettuato con la massima attenzione alla sostenibilità ambientale, avvalendosi di furgoni alimentati con carburante sostenibile prodotto al 100% da materie prime rinnovabili, elemento che contribuisce alla decarbonizzazione dei trasporti, su cui punta Aeroporti di Roma. Dal 2021, la società ha infatti promosso il Patto per la Decarbonizzazione del Trasporto Aereo in partnership con le principali istituzioni e le aziende del settore.

Nell’ambito dei programmi dell’Innovation Hub, i passeggeri possono usufruire anche della nuova piattaforma di prenotazione voli “Flyandvisitrome.com”, che mira a promuovere ulteriormente a livello internazionale l’opportunità di visitare il nostro Paese e, soprattutto, la Capitale, offrendo ai viaggiatori di tutto il mondo la possibilità di trovare e acquistare i migliori biglietti, integrando l’esperienza di viaggio con l’opzione di stopover a Roma, così da poter avere l’occasione di godere delle bellezze della Città Eterna.

Categorie
Alberobello Borghi Puglia trulli Viaggi

Visitare il borgo di Alberobello in un giorno: le tappe imperdibili

Esistono luoghi intrisi di fascino che raccontano storie di un passato antico in cui la vita scorreva lenta ed erano le cose semplici ad avere la massima importanza. Piccoli scrigni di bellezza davanti ai quali meravigliarsi almeno una volta nella vita. Uno di questi luoghi meravigliosi è la cittadina conosciuta come la “Capitale dei trulli”: Alberobello.

È uno dei borghi della Puglia più caratteristici e che vale assolutamente la pena visitare se si decide di organizzare un viaggio in questa meravigliosa regione italiana. L’unicità architettonica e l’importanza storica di Alberobello sono state riconosciute dall’Unesco, che le ha conferito il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità dal 1996. Ma non è tutto, perché sono numerosi gli elogi a questo angolo di terra pugliese dove le case creano uno scenario unico nel suo genere: il Touring Club Italiano gli ha conferito più volte la Bandiera arancione, un marchio di qualità turistico-ambientale importante, mentre l’ANCI l’ha riconosciuto come uno dei Borghi più belli d’Italia.

Ecco tutto quello che dovresti vedere in una giornata ad Alberobello: i rioni storici, i trulli tradizionali, i musei e le viste spettacolari sul paesaggio.

La storia di Alberobello

I muri candidi sormontati dai tetti conici con pietre a secco sono il simbolo di Alberobello: i trulli. Un tipo di costruzione tradizionale della Puglia centro-meridionale e in particolare nella Valle d’Itria, dove si trova una concentrazione maggiore. Rappresentano il perfezionamento delle preistoriche thòlos, presenti nelle varie zone dell’Italia, ma i trulli si distinguono da esse per la loro continuità d’uso.

I trulli più antichi di Alberobello risalgono al XIV secolo. È proprio in quel periodo che questa terra all’inizio disabitata fu assegnata al primo conte di Conversano Andrea Matteo III Acquaviva d’Aragona, che decise di introdurre dal feudo di Noci una quarantina di famiglie di contadini. Con il passare del tempo sorsero nella zona degli insediamenti rurali che, accorpandosi poco a poco formarono dei veri e propri villaggi soprannominati in seguito Aia Piccola e Monti.

Per evitare di pagare le tasse sui nuovi insediamenti al Regno di Napoli, ai nuovi coloni venne imposta la costruzione di muri a secco, senza malta, di modo che potessero essere facilmente smantellate. Tuttavia, l’uso di questa particolare tecnica edilizia era anche dovuto all’abbondanza di pietra calcarea e carsica in quelle zone, che venivano utilizzate per le costruzioni.

Cosa vedere ad Alberobello

Per visitare i trulli di Alberobello, dovrete perdervi tra le sue viuzze caratteristiche, estese tra i trulli e le costruzioni che rendono questo borgo un gioiello di rara bellezza. Lasciate l’auto in uno dei parcheggi appena fuori dal centro storico e partite per una giornata alla scoperta di Alberobello. Il percorso inizia esplorando tutto quello che merita di essere visitato nei due principali rioni di questa fiabesca cittadina pugliese: Rione Monti e Rione Aia Piccola.

Rione Monti

Partite da una delle perle riconosciute dell’Unesco: il Rione Monti. Il distretto più famoso ed esteso è composto da ben 1030 trulli, allineati lungo i margini di otto stradine irregolari che procedono verso la sommità del colle, sulla cima del quale spicca la chiesa di Sant’Antonio da Padova, anch’essa a forma di trullo.

Qui sorgono trulli di ogni tipo, i più conosciuti dei quali sono i Trulli Siamesi, uniti sulla sommità ma con ingressi che aprono su due strade diverse. Un tempo collegati da una porta esterna, si racconta che furono separati a seguito di una faida tra due fratelli, innamorati della stessa fanciulla. Molti dei trulli di questa zona ospitano negozietti e botteghe di artigianato locale nei quali fare shopping acquistando souvenir di legno, pietra o cuoio, oppure sfiziosi alimenti tipici della regione, come i celebri taralli pugliesi.

Per ammirare il Rione Monti dall’alto e godere di un panorama spettacolare potete raggiungere Alberobello centro, in piazza Gian Girolamo D’Acquaviva D’Aragona. Qui si trova la terrazza-tetto Belvedere o Terrazza della chiesa di Santa Lucia, resa pubblica ai visitatori a partire dagli anni ’90: si apre così davanti agli occhi una vista meravigliosa sui trulli più antichi e caratteristici, e su quei misteriosi simboli bianchi che compaiono su alcuni dei loro tetti in pietra.

Rione Aia Piccola

Dopo l’immersione nella zona più celebre di Alberobello, potete recarvi nel Rione Aia Piccola, a breve distanza dal Rione Monti e poco più a nord: è più piccolo e totalmente residenziale e questo lo rende ancor più autentico e prezioso. Qui la vita scorre lenta e nelle viuzze si diffondono i profumi inconfondibili dei piatti tradizionali pugliesi. Si tratta di una zona che comprende 400 trulli, perfetta per immergersi nell’atmosfera del vecchio borgo medievale visto che, rispetto alle altre zone della città, è l’unica a non essere invasa dalle attività commerciali.

Musei e altri punti d’interesse da visitare in un giorno ad Alberobello

Poco distante, tra Aia Piccola e piazza del Popolo, sorge Casa Pezzolla, un complesso architettonico unico nel suo genere affacciato a Piazza XXVII Maggio, composto da 15 trulli comunicanti tra loro. Oggi è la sede del Museo del Territorio, ideale per chi vuole conoscere la cultura locale scoprendo le attività produttive principali della zona e ammirando gli arredamenti tipici di un trullo dell’epoca contadina. Poco distante da questa piazzetta è ancora visibile un antico magazzino in cui venivano raccolte anticamente le decime e nel quale oggi sono presenti alcuni locali commerciali.

Tra un rione e l’altro è d’obbligo una sosta in uno dei ristoranti-trullo della città, per assaggiare le delizie locali, come le orecchiette alle cime di rapa, e gustare i prodotti tipici della zona, come l’olio extravergine d’oliva.

Poco distante da questa zona di Alberobello, non lasciatevi scappare il Trullo Sovrano, l’unica struttura conica a due piani della cittadina. Con un’enorme facciata, questo trullo è oggi una casa-museo con ingresso a pagamento (2 euro): la visita, che permette di esplorare la struttura tipica dei trulli dall’interno, comprende le sale arredate con mobilio tipico del Novecento e il giardino mediterraneo.

Ultima, ma non per importanza, merita una visita Casa D’Amore, la prima struttura “stabile” costruita da quando Alberobello è stata riconosciuta come città da parte di Ferdinando IV re di Napoli. Prima di allora, infatti, era permesso realizzare edifici esclusivamente in pietra a secco, senza l’uso di malta. Casa D’Amore risale al 1797 ed è il simbolo del passaggio di Alberobello da borgo a cittadina riconosciuta.

Un’oasi verde a due passi dal centro storico

A sud del centro abitato di Alberobello, potrete immergervi nell’oasi naturale del Bosco Selva, perfetto per una pausa rilassante a contatto con la natura. Con un’estensione di 40 ettari, è possibile passeggiare tra i numerosi sentieri che lo attraversano ammirando i numerosi esemplari di flora locale. Il parco ha un’area attrezzata per i bambini, oltre a panchine e tavoli per piacevoli picnic: il luogo perfetto per ripararsi dalla calura estiva e rigenerarsi per poi proseguire alla scoperta delle attrazioni più sorprendenti della “Capitale dei trulli”.

Se ti è piaciuto il nostro racconto ascolta il podcast: Virgilio e Italia ti guideranno alla scoperta di questo borgo e degli altri 100 borghi del cuore scelti da SiViaggia.

Categorie
Notizie vacanze Viaggi viaggiare

Estate 2024: come saranno le vacanze degli italiani

Non ci sono più le vacanze di una volta. Gli eventi degli ultimi anni hanno cambiato tutto, comprese le abitudini degli italiani in fatto di vacanze. Lo dicono alcuni studi condotti di recente che riflettono una situazione decisamente inaspettata, non per forza negativa, però. Addio alle ferie (per forza) ad agosto, addio anche prenotazioni con largo anticipo e addio ai mega viaggi lunghi e costosi, almeno d’estate. Le nuove tendenze degli italiani sono state stravolte ed ecco cosa è emerso dalle analisi degli esperti di viaggio.

Addio vacanze (solo) ad agosto

Secondo uno studio condotto recentemente da Revolut, più del 40% degli italiani eviterà l’alta stagione per organizzare le proprie vacanze. Quasi un italiano su quattro, infatti, programma ora la propria vacanza principale tra i mesi di aprile e giugno. Rispetto a quanto accadeva una volta, solo la metà degli italiani andrà in ferie a luglio e agosto. Che sia per evitare i costi altissimi delle partenze in alta stagione oppure per non incontrare le orde di turisti o ancora per trovare un clima migliore in una destinazione lontana, quindi, le lunghe ferie cambiano periodo. Il 12% programma le vacanze principali a settembre, mentre il 17% trascorrerà la propria vacanza più importante dell’anno tra ottobre e dicembre e, contrariamente agli stereotipi, non si tratta solo di studenti universitari che possono viaggiare anche in bassa stagione, ma anche lavoratori. Secondo una ricerca condotta da Skyscanner in collaborazione con OnePoll, quest’anno pare che ben il 64% dei viaggiatori italiani siano ancora alla ricerca di offerte e il 12% di veri e propri viaggi last minute. Il motivo è che oltre i tre quarti degli italiani per quest’anno dichiarano di voler adottare un approccio volto al risparmio per le loro vacanze estive. Nel caso, pare che la settimana più economica dell’estate per volare sia, in media, quella del 26 agosto, quando si può risparmiare fino al 27% rispetto alla partenza del 12 agosto, mentre quella del 1° luglio è la più costosa.

Quali saranno le mete degli italiani quest’estate

Cambiano anche le scelte delle destinazioni: secondo il Revolut Travel Report, quest’anno il 50% degli italiani trascorrerà le vacanze in Italia, poco più di un quarto (il 29%) viaggerà in Europa mentre solo il 9% farà un viaggio fuori dall’Europa. Tra chi viaggia in Europa, le destinazioni più gettonate sono in ordine di preferenza: Spagna, Grecia e Francia, mentre chi viaggia a lungo raggio sceglierà soprattutto gli Stati Uniti, l’Egitto e il Giappone. Gli intervistati italiani che viaggiano in Europa sono prevalentemente persone di età compresa tra i 18 e i 24 anni, mentre coloro che scelgono una destinazione intercontinentale hanno tendenzialmente un’età compresa tra i 25 e i 34 anni.

Estate al mare? Non per forza

Ma che tipo di vacanza preferiscono gli italiani? Le vacanze al mare sono la tipologia di vacanza preferita anche quest’anno, scelta da sei intervistati su dieci. Il 23% degli italiani pianifica anche viaggi con la famiglia e il 18% sceglie vacanze nella natura. I city break saranno la tipologia di vacanza preferita solo dal 10% degli italiani e i soggiorni benessere dal 7%. Solo l’1% degli italiani quest’anno sceglierà la cosiddetta “workation”, lavorare da una località di vacanza, pratica che è esplosa durante la pandemia e che era rimasta molto in voga negli ultimi anni ma che evidentemente sta per esaurirsi.

Nuovi trend di viaggio

I dati hanno rivelato che le attività preferite durante le vacanze estive sono: provare cibo e tradizioni locali (53%) e vedere monumenti e architettura locali (36%). Per quanto riguarda dove alloggiare, l’hotel all-inclusive con open bar e buffet è la scelta preferita (43%), mentre il campeggio è scelto solo dal 6% degli intervistati. Il 7% degli italiani cerca anche attività per bambini, in modo che i genitori possano rilassarsi. Un buon club è quindi la sscelta migliore.

Categorie
Notizie Viaggi viaggiare

Notriphobia, la paura di non aver nessun viaggio previsto per il futuro

Quando si parla di viaggi, le paure che possono emergere sono tante e di diversa natura, alcune facilmente superabili e altre, invece, un po’ più complesse da estirpare. Tra le varie problematiche possibili c’è la Notriphobia, che è la vera e propria paura di non aver nessun viaggio previsto per il futuro. Scopriamo insieme quali sono le sue cause e cosa bisogna fare per uscirne.

Cos’è la Notriphobia

Il termine “Notriphobia” è composta da tre parole differenti: no-trip-phobia che, letteralmente, possono essere tradotte come la paura di non aver nessun viaggio previsto per il futuro.

In sostanza, diversi viaggiatori soffrono all’idea di non avere un viaggio già programmato, una meta da raggiungere con indicazioni su orari, mezzi di trasporto e così via.

Quante persone ne soffrono

Secondo un sondaggio condotto dall’Osservatorio sui trend estivi di PiratinViaggio, sono ben 4 italiani su 10 a soffrire di questa fobia, anche se il più delle volte non ne sono nemmeno a conoscenza. Per il 60% degli intervistati dalla piattaforma, infatti, il viaggio è come una priorità, perché permette staccare dallo stress accumulato durante l’anno.

Non sorprende perciò sapere che spesso l’arrivo della Notriphobia coincide con l’inizio della bella stagione che, per molti italiani, corrisponde alla possibilità di potersi prendere le ferie, e quindi partire per dedicarsi al relax e alla scoperta delle bellezze in giro per il mondo che si vogliono visitare.

Nelle situazioni in cui non siano stati prenotati biglietti, quindi, scatta questa paura. Tuttavia, purtroppo alle volte i fattori che portano a non aver organizzato un viaggio non dipendono strettamente da noi, in quanto alla base ci sono i prezzi sempre più alti per gli spostamenti e i pernottamenti, per esempio.

Come scatta la Notriphobia

Che cosa facciamo, quindi? Iniziamo a sperare che con il passare del tempo possano diminuire i prezzi, e questo ci porta a posticipare una qualsiasi prenotazione. Purtroppo, però, in molti casi i costi invece di diminuire aumentano, oppure terminano i biglietti a disposizione, costringendo le persone a non poter partire più.

La paura, perciò, diventa sempre più profonda e “tangibile” fino a trasformarsi in vera e propria Notriphobia: il timore che ci assale è quello di non avere viaggi in programma e quindi di rischiare di rimanere a casa.

Chi ne soffre di più e cosa fare

Stando all’analisi effettuata, sono tante le persone di tutto il mondo a soffrire di tale fobia, ma in particolare sembrerebbe la Generazione Z, quindi i giovani ragazzi nati tra il 1997 e il 2012, a soffrirne di più: ad averlo ammesso è il 53% dei 1200 partecipanti al sondaggio che aveva questa età.

Molti dei giovani intervistati, tuttavia, hanno trovato delle soluzioni vincenti per evitate lo sviluppo di questa fobia, come prenotare con largo anticipo le proprie vacanze. Nei fatti, molto probabilmente, questa è l’unica “cura” possibile ma il problema principale è che occorre sapere per tempo le date libere dal lavoro o dagli altri impegni e non sempre, sfortunatamente, è possibile avere queste informazioni quando i prezzi sono ancora più o meno accessibili per tutti.

Categorie
Borghi Cortona Toscana Viaggi

Cortona, il più bel borgo della campagna toscana

Il borgo di Cortona si erge con orgoglio tra le dolci colline della Toscana, catturando l’attenzione di ogni visitatore con il suo fascino senza tempo. Con una storia che risale all’epoca etrusca, Cortona è una destinazione che incanta con la sua architettura, i panorami mozzafiato e l’atmosfera rilassante che pervade le sue antiche strade lastricate.

Cortona è posizionato su un rilievo montuoso tra la Valdichiana e la Valle del Tevere, in provincia di Arezzo, al confine tra Toscana e Umbria. Il borgo è ancora oggi un importante centro culturale e turistico, un luogo pittoresco che si contraddistingue per la sua architettura tipicamente medievale, fatta di antichi palazzi, vicoli stretti e acciottolati, piccole botteghe artigiane e trattorie tipiche toscane.

Le colline a Cortona

Fonte: iStock

Il borgo di Cortona sulle colline toscane

Storia e cultura a Cortona

Cortona è una città ricca di storia e cultura, il che si riflette nelle sue strade e nei suoi monumenti. Gli Etruschi fondarono Cortona più di 2.500 anni fa, e molti dei loro reperti sono oggi esposti nel Museo dell’Accademia Etrusca. Il centro storico – la zona del Poggio – è un labirinto di vicoli che invitano a una passeggiata tranquilla alla scoperta dei tesori architettonici locali. La Cattedrale di Santa Maria Assunta, con la sua maestosa facciata, e il Palazzo Comunale, che ospita il Museo Diocesano, sono solo alcune delle attrazioni culturali da non perdere durante un soggiorno a Cortona.

La cattedrale ha uno stile romanico-rinascimentale e il patrimonio artistico custodito al suo interno è notevole: si possono infatti ammirare una Pietà in terracotta risalente al XV secolo e la natività di Pietro da Cortona.

Il Museo Diocesano di Cortona invece raccoglie opere provenienti dalle chiese cittadine. Sono da ammirare, in particolare, il Cristo che porta la Croce e la Croce dipinta di Lorenzetti, l’Annunciazione del Beato Angelico e il Compianto sul Cristo morto di Luca Signorelli. Il MAEC, Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona, racconta la storia del territorio, della sua evoluzione dalla fase preistorica fino a quella etrusca e romana.

La basilica di Santa Margherita a Cortona

Fonte: iStock

Veduta interna della basilica di Santa Margherita a Cortona

Per scoprire in lungo e in largo il borgo, è possibile percorrere un itinerario lungo 8 km che tocca alcuni punti di grande interesse: parte dalla panoramica Piazza Garibaldi, toccando la chiesa tardogotica di San Domenico, i giardini del Parterre, la meravigliosa Villa Bramasole, la Basilica di Santa Margherita, la Fortezza di Girifalco per concludersi all’Eremo delle Celle.

Il vecchio municipio a Cortona

Fonte: iStock

Il vecchio municipio in piazza a Cortona

La natura mozzafiato dei colli toscani

Tra i principali motivi per cui Cortona attrae i visitatori non vi è solo il suo interesse storico, artistico e culturale: il borgo è una finestra sulle bellezze naturali della campagna toscana. Dal borgo, infatti, si aprono viste spettacolari su vigneti, uliveti e campi di girasoli che si estendono sconfinati all’orizzonte.

Un luogo ideale per ammirare lo scenario naturale che circonda il borgo di Cortona è il Parco del Girifalco, che offre anche un’ottima vista sulla città stessa. Gli amanti della natura possono anche esplorare i sentieri e i dintorni di Cortona per immergersi nella tranquillità della campagna toscana.

Mura antiche a Cortona

Fonte: iStock

Le antiche mura a Cortona

Un percorso lungo le mura conduce all’esterno della città verso la parte alta della collina, seguendo l’antica cinta muraria che circonda Cortona, andando a esplorare gli splendidi monumenti costruiti fuori dal centro storico. Tra questi la Chiesa di Santa Maria Nuova che risale al XVI secolo, opera di Giorgio Vasari, con la sua cupola barocca. La si può raggiungere anche percorrendo la panoramica strada sterrata detta ‘Il Bobolino‘, molto stretta e tortuosa, da fare esclusivamente a piedi a passo di trekking.

Cortona e i suoi eventi culturali

Cortona è stata una fonte di ispirazione per molti artisti nel corso dei secoli. Il pittore rinascimentale Luca Signorelli è nato a Cortona e la sua influenza artistica si può ammirare nella Chiesa di San Niccolò. Inoltre, il borgo ha guadagnato ulteriore fama internazionale grazie al film “Sotto il sole della Toscana” del 2003, che ha portato un’ondata di turisti a scoprire la bellezza di Cortona. Oggi, Cortona ospita anche il Cortona On The Move, un festival internazionale di fotografia che attira appassionati e artisti da tutto il mondo.

Tra gli eventi più popolari a Cortona c’è anche un evento che riguarda la rievocazione storica del Matrimonio dei Casali-Salimbeni, il 5 giugno, seguita il giorno successivo dalla Giostra dell’Archidado, mentre a ferragosto nel borgo ci si ritrova in piazza per la mitica sagra della bistecca – che da queste parti è un must.

Molto noto è anche il Cortona Mix Festival dedicato alla musica, al teatro e ad altre arti, che si svolge in genere da fine luglio all’inizio di agosto.

Itinerari enogastronomici a Cortona

La Toscana è rinomata per la sua cucina deliziosa e Cortona non fa eccezione. I visitatori possono deliziarsi con prelibatezze locali come la bistecca alla fiorentina, la ribollita (una zuppa tradizionale a base di pane e verdure), la bruschetta con olio d’oliva e il Chianina, una pregiata razza di bovini allevati nella regione. Inoltre, i vigneti circostanti producono vini di alta qualità, come il famoso Vino Nobile di Montepulciano, che possono essere degustati nelle cantine locali.

A proposito di vini, non possiamo non menzionare che a Cortona la produzione del vino ha una storia che parte dal periodo etrusco. Il marchio Cortona DOC raggruppa i vini rossi, bianchi e dolci prodotti in questa zona. Imperdibile è la visita di una cantina o una degustazione in una delle enoteche del centro storico.

Categorie
Asia Cina Consigli tradizioni Viaggi viaggiare

Come viaggiare in Cina senza visto

Un vasto territorio che racconta una storia lunghissima, immersa in meraviglie naturali e strutture risalenti all’antico impero alternate alle grandi città contemporanee: viaggiare in Cina è un’esperienza sorprendente tra modernità, tradizioni millenarie e filosofie antiche.

Con il passare del tempo il colosso asiatico ha puntato sempre più sul turismo, aprendo le proprie frontiere ai viaggiatori provenienti da moltissimi Paesi nel mondo. Nonostante ciò, esistono alcune restrizioni e regole da seguire per poter viaggiare nella terra delle antiche dinastie: una di queste permette di raggiungerla senza visto. Vediamo come viaggiare in Cina senza preoccuparsi di richiedere questo documento d’ingresso nel Paese.

Viaggiare in Cina senza visto: regole ed esenzioni

Le pratiche burocratiche lente e macchinose per ottenere un visto sono quel fattore che spesso fa desistere i viaggiatori dallo scegliere una determinata meta turistica. La procedura, inoltre, comporta costi aggiuntivi sul budget della vacanza, che solitamente vanno dai 130 euro circa ai quasi 200 euro.

Per incentivare il turismo e rendere più agevole l’ingresso dei viaggiatori, la Cina ha allargato le già presenti politiche “visa-free” che in precedenza permettevano di transitare per 24, 72 o 144 ore in determinate città e zone del territorio cinese senza visto: dal 1 dicembre 2023 e fino al 31 dicembre 2025, i cittadini italiani in possesso di passaporto ordinario possono viaggiare in Cina per motivi di affari, turismo, visite a familiari e amici o per transito. Sono 15 i giorni di soggiorno concessi per la permanenza in questo Paese senza dover richiedere il visto d’ingresso.

Tale misura “visa-free” non riguarda soltanto l’Italia. Anche i cittadini provenienti da Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna e Malesia possono soggiornare in Cina per un massimo di 15 giorni senza visto. L’unico requisito richiesto per poter superare la frontiera cinese, sia per l’Italia che per gli altri Paesi rientranti nell’estensione, è il possesso del passaporto, che deve avere almeno 6 mesi di validità residua.

In ogni caso, prima di organizzare un viaggio in terra cinese, il consiglio è quello di consultare il sito Viaggiare Sicuri del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che aggiorna costantemente i cittadini in merito a requisiti di viaggio e sicurezza in tutti i luoghi del mondo.

Quando va richiesto il visto per entrare in Cina

Come anticipato, grazie alla convenzione con l’Italia, il soggiorno in Cina è possibile per motivi di affari, turismo, visite a familiari e amici o per transito. In tutti gli altri casi, invece, è obbligatorio presentarlo alla frontiera. Quando va richiesto, quindi, il visto d’ingresso? Ecco tutti i casi in cui non vale l’esenzione dal visto:

  • Per ottenere un permesso di lavoro (visto di tipo Z)
  • Per studio (visto di tipo X)
  • Per i membri di equipaggio (visto di tipo C)
  • Per scambi culturali (visto di tipo F)
  • Nel caso in cui serva un visto multiplo valido per entrare e uscire dal Paese più volte fino a esaurimento dei giorni di permanenza concessi
  • Per soggiorni superiori ai 15 giorni

In tutti questi casi sarà quindi necessario procedere con la richiesta di emissione del visto per l’ingresso in Cina.

Come richiedere il visto turistico per la Cina

Se il vostro viaggio alla scoperta del territorio cinese prevede una permanenza maggiore ai 15 giorni (o rientrate in uno degli altri casi in cui non vale l’esenzione) allora dovrete richiedere il visto turistico d’ingresso. Per farlo è necessario rivolgersi al Consolato Cinese di Firenze (per Toscana, Umbria, Marche e Liguria) o al Chinese VISA Application Service Center di Milano per le regioni del Nord e di Roma per quelle del Sud. Sono necessari i documenti di riconoscimento, il passaporto, il modulo di richiesta e le fototessere.

Categorie
Luoghi da film Viaggi

Le location della fiction tv “Marconi”

Debutta in tv una nuova miniserie in due puntate dedicata a quello che è forse uno dei più geniali inventori italiani: si intitola “Marconi – L’uomo che ha connesso il mondo”, ed è l’avventurosa storia di colui che ha ideato il radiotelegrafo, consentendo lo sviluppo di tecnologie sempre più avanzate per la comunicazione senza fili. Guglielmo Marconi è stato un personaggio storico di grandissimo rilievo, e nella fiction possiamo ripercorrere i luoghi in cui il suo genio si è rivelato. Scopriamo quali sono le location dove sono state girate le riprese.

“Marconi”: tutto sulla fiction

In onda lunedì 20 e martedì 21 maggio 2024 su Rai1, la miniserie in due puntate intitolata “Marconi – L’uomo che ha connesso il mondo” arriva giusto in tempo per celebrare il 150 anniversario dalla nascita del grande inventore italiano, le cui scoperte gli valsero la vittoria del Premio Nobel per la Fisica. La sceneggiatura, scritta da Salvatore De Mola e Bernardo Pellegrini, vuole dare nuovo lustro alle storiche vicende di Guglielmo Marconi, sino ad arrivare alle sue grandi intuizioni che gli permisero di scoprire la radio e le comunicazioni wireless, grazie ad un pensiero innovativo e moderno che l’ha sempre contraddistinto.

Il cast è d’eccezione: troviamo Stefano Accorsi nei panni di Guglielmo Marconi, in una performance straordinaria sotto la regia di Lucio Pellegrini. Accanto al grande attore italiano, spiccano volti noti come Ludovica Martino, Niccolò Senni e Matteo Sintucci. C’è anche Fortunato Cerlino, che interpreta Benito Mussolini in un’Italia appartenente ad un periodo storico che è ben lontano da quello che oggi possiamo anche solo immaginare. E ora non ci resta che scoprire quali sono le location più belle, spesso tratte dalla vita reale di Marconi, dove sono state girate le riprese della fiction.

Le location di “Marconi”

Per rendere ancora più autentica la ricostruzione storica della vita e del genio di Guglielmo Marconi, la produzione ha deciso di utilizzare il più possibile i luoghi reali in cui l’inventore ha vissuto e lavorato, girando le riprese tra l’Emilia Romagna e il Lazio. Troviamo così Villa Griffone, la splendida residenza di famiglia situata a Sasso Marconi (in prov. di Bologna), e più precisamente sulla Collina dei Celestini. È qui che Guglielmo ha trascorso la sua infanzia e gran parte della sua vita: le mura di questa storica dimora hanno visto le sue prime sperimentazioni e, nel 1895, la prima trasmissione senza fili che avrebbe rivoluzionato il mondo.

Un’altra location speciale è Palazzo Venezia, una delle più suggestive architetture di Roma: è stata la sede del quartier generale di Benito Mussolini a partire dal 1929, nonché delle riunioni del Gran consiglio del fascismo. In occasione della lavorazione per la miniserie tv, sono state aperte le porte della meravigliosa Sala del Mappamondo, che rimane altrimenti chiusa – ad eccezione di qualche raro evento speciale. Sempre legata alla figura di Mussolini è Villa Torlonia, anch’essa nella capitale: è stata la residenza del dittatore, oggi sede di un museo e di un rigoglioso parco pubblico.

Villa Mondragone, sempre nel cuore di Roma, è invece la location in cui Guglielmo Marconi ha compiuto alcuni dei suoi più importanti esperimenti, nel tentativo di perfezionare la sua comunicazione senza fili. Infine, alcune scene sono state realizzate presso il Museo Storico della Comunicazione, che ospita numerosi cimeli riguardanti la storia della posta italiana – tra cui molti dedicati a Marconi. È stata invece ricostruita in studio l’ambientazione del Panfilo Elettra, la casa-laboratorio dell’inventore che ormai non esiste più.

Categorie
Bari Chiese Idee di Viaggio itinerari culturali tradizioni turismo religioso Viaggi

Cosa vedere a Bari vecchia: ecco le cinque chiese più belle

Una città ricca di storia e di bellezza, che si incontrano a ogni passo regalando a chi la visita la sensazione di riscoprire le epoche del passato. Stiamo parlando di Bari, un luogo le cui radici affondano nel passato più antico, fatto di tradizioni, cultura e bellezza.

Capoluogo pugliese è un luogo molto vivo, da visitare per tantissime ragioni comprese le sue architetture religiose. Le chiese di Bari sono davvero molte, ma noi ve ne raccontiamo cinque che vale la pena inserire in un itinerario di viaggio se si visita la città.

Le chiese più belle e suggestive da visitare a Bari, per una vacanza alla scoperta della storia di questo luogo.

Basilica di San Nicola

Non si può visitare Bari senza vedere la Basilica di San Nicola. Innanzitutto, si tratta di un esempio interessante di romanico pugliese, corrente artistica che ha preso vita in questa regione tra nel periodo che va tra il XI e il XIII secolo. Qui vi sono le reliquie di San Nicola e oggi viene visitata anche per ragioni spirituali.

La sua edificazione è datata intorno ai primi anni Mille ed è stata realizzata su una precedente costruzione per ospitare le reliquie giunte nella città il nove maggio del 1087. Si trova a pochi minuti dal porto e presenta opere che lasciano senza fiato. Da ammirare, ad esempio, è il ciborio datato XII secolo, oppure il monumento funebre di Bona Sforza, regina di Polonia e duchessa di Bari e, ancora, la cattedra dell’abate Elia.

Cattedrale di San Sabino

Un’altra chiesa da visitare in occasione di una vacanza a Bari a la cattedrale di San Sabino, la cui datazione può essere fatta risalire alla prima metà del XI secolo. Anch’essa è un prefetto esempio di romanico pugliese e il suo interno è caratterizzato da tre navate separate, suddivise da due file di colonne.

Conserva un pulpito e un ciborio che sono stati ricomposti utilizzando frammenti originari del XI e XII secolo. Al suo interno vi è un sarcofago in cui è conservato il corpo di santa Colomba di Sens e poi tante opere come la tavola della Vergine Odegitria che si trova nella cripta.

Chiesa San Marco dei Veneziani

Leggenda narra che sia stata eretta come ringraziamento per i veneziani che avevano liberato Bari dai Saraceni nel 1002, stiamo parlando della chiesa di San Marco dei Veneziani che viene citata la prima volta nel 1187.

Si tratta di un esempio di romanico, con un bel rosone a raggiera, a ghirlande e colonnette che si può ammirare sulla facciata esterna. Il suo interno non è più quello originale e vi sono conservate opere molto interessanti e preziose, come un altare databile nel Settecento con tabernacolo.

Chiesa di Santa Teresa dei Maschi

La chiesa di Santa Teresa dei Maschi è stata realizzata nel 1690, mentre il convento nel 1671. Oggi l’interno di questo edificio è divenuto sede della Bibart Biennale Internazionale d’arte contemporanea e museo dei pigmenti naturali colorati, vi si possono ammirare moltissime mostre che si sposano alla perfezione con le opere originali e più antiche qui conservate.

Chiesa di Sant’Anna

La struttura della chiesa di Sant’Anna a Bari è databile intorno all’XI secolo. Lo stile è tipicamente rinascimentale e barocco. Qui si riuniscono tutte le confraternite senza sede e, inoltre, è il luogo in cui avviene la benedizione dei neonati. Un grazioso gioiello da scorpire.