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Perché andare in Thailandia quest’estate

È chiamata il “Paese del sorriso” e il merito è in gran parte dei suoi abitanti dall’eccezionale ospitalità: sono rinomati in tutto il mondo per la loro cordialità e il loro calore, perché per da queste parti l’ospitalità non è semplicemente una tradizione, ma uno stile di vita. Inoltre, questa è una terra che fa innamorare per i suoi paesaggi variegati, per la spiritualità e per la cultura che per alcuni fattori è completamente opposta alla nostra. Parliamo della Thailandia, ed è proprio lei la meta che bisogna visitare questa estate.

Riparte il volo non-stop tra Milano e Bangkok

Uno dei motivi principali per cui questa è l’estate giusta per andare in Thailandia è che dell‘1 luglio ripartirà il volo non-stop tra Milano e Bangkok di Thai Airways.

La compagnia aere thailandese ha infatti annunciato la ripresa dei collegamenti giornalieri tra Milano Malpensa (MXP) e Bangkok (BKK), che saranno operati da nuovi aeromobili Boeing 787 Dreamliner che offrono ai passeggeri un elevato comfort, servizi di intrattenimento all’avanguardia e l’inconfondibile tocco di ospitalità thailandese.

A disposizione dei viaggiatori ci saranno la Royal Silk Class, con poltrone che si trasformano in veri e propri letti e proposte culinarie presentate e curate dalla Chef stellata Duangporn Songvisava, e l’Economy Class, con poltrone ergonomiche, ampio spazio per le gambe, schermi individuali per l’intrattenimento e un’ampia gamma di pasti e bevande ispirati alla cucina thailandese e internazionale.

Ogni giorno gli orari dei voli saranno i seguenti:

  • Milano Malpensa (MXP) Bangkok (BKK) 14:05 05:55 +1;
  • Bangkok (BKK) Milano Malpensa (MXP) 00:40 07:35.

Le novità di quest’anno in Thailandia

C’è anche un altro motivo per cui questa estate vale la pena volare in Thailandia: il Paese del sorriso è pronto ad accoglierci con tantissime novità.

La prima è che qui si mangia davvero bene: l’Autorità per il Turismo della Thailandia ha infatti annunciato che otto ristoranti di Bangkok sono stati riconosciuti dalla prestigiosa classifica Asia’s 50 Best Restaurants 2024, di cui tre nella Top 10.

L’Ente del Turismo consiglia invece di visitare la provincia di Chumphon, che si estende nel Sud del Paese, e che si distingue per essere un’affascinante destinazione con ben 200 meravigliosi chilometri di costa ricchi di spiagge paradisiache ed isolate, ed anche con alcune delle migliori zone d’immersioni e snorkeling di tutto il territorio.

Viaggiare in questo angolo di mondo questa estate sarà molto più facile, perché il governo thailandese ha sospeso l’obbligo di compilare il modulo di immigrazione “To Mo 6” (TM6) per i viaggiatori stranieri che entreranno ed usciranno dalla Thailandia presso 16 check-point terrestri e marittimi. Tutto ciò è già possibile e lo sarà per coloro che raggiungeranno questo bellissimo Paese fino al 15 ottobre.

E poi ci sono i “classici” motivi per cui fare un viaggio in Thailandia è sempre un’ottima idea, come la presenza di diversi affascinanti siti Unesco, tra cui Ayutthaya e Sukhothaim, che incantano con il loro carico di storia e arte, la danza Khon con i suoi gesti sinuosi e i costumi sgargianti e i templi di cui il Paese è completamente impreziosito.

Poi ancora per la natura, in quanto la Thailandia è pienissima di montagne che lasciano spazio alla giungla rigogliosa, che a sua volta è costellata di campi di riso che scemano verso fiumi maestosi, baie dalle acque smeraldine e straordinarie isole tropicali.

Non mancano i parchi nazionali dove fare trekking indimenticabili alla ricerca di fragorose cascate nascoste.

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Alhambra di Granada, la maestosa cittadella araba in Andalusia

Impossibile parlare di Granada senza citare l’Alhambra, il grandioso complesso monumentale islamico simbolo della città andalusa. Un luogo iconico ricco di storia e tradizioni, tra i monumenti più visitati non solo in Spagna, ma nel mondo intero. Dall’alto del colle della Sabika, con sullo sfondo le vette innevate della Sierra Nevada, osserva silenziosa la città sottostante mostrandosi fiera ai milioni di turisti che arrivano e la ammirano con occhi sognanti.

L’Alhambra, una volta scoperta, è difficile da dimenticare: le sue splendide architetture islamiche affiancano palazzi di stampo rinascimentale, patii, cortili e immensi giardini nei quali è un piacere perdersi per ore. Grazie al suo straordinario valore culturale, la cittadella fortificata è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO e in questa piccola guida raccontiamo come scoprirla al meglio, da cosa vedere a quando visitarla.

La storia dell’Alhambra a Granada

Visitare la leggendaria Alhambra significa fare un tuffo nella storia, quando la dinastia nasride arrivò a Granada capitanata dal suo fondatore, Muhammad ibn Nașr. Seppur le sue origini siano poco chiare e avvolte nel mistero, il complesso nella sua forma attuale fu progettato dal sovrano nasride nel 1238. I lavori furono proseguiti successivamente dal figlio Muhammad II, che al primo nucleo dell’edificio aggiunse le fortificazioni, e dagli emiri Yusuf e Mohammed V, i quali ampliarono il progetto con lo splendido Palacio Nazaries.

Chiamata in origine al-qala’ al-hamra, ossia castello rosso, l’Alhambra cadde nelle mani dei cristiani che, a partire dal 1492, la trasformarono nella residenza ufficiale dei re salvandola dalla distruzione che interessò la maggior parte degli edifici di natura islamica. La salvarono apportando anche importanti modifiche che, simbolicamente, andavano a imporre il dominio cristiano su quello islamico: la moschea, per esempio, fu sostituita da una chiesa, mentre l’imperatore asburgico Carlo V fece demolire un’ala dei palazzi per costruire l’edificio rinascimentale che ancora oggi porta il suo nome.

Con una storia così ricca e affascinante, non stupisce che l’Alhambra rappresenti uno dei monumenti spagnoli più visitati!

Cosa vedere dentro l’Alhambra: gli edifici da non perdere

Il complesso dell’Alhambra è molto grande e la sua scoperta richiede dalle 3 alle 4 ore, il tempo necessario per esplorare i suoi palazzi, i giardini e gli edifici islamici considerati tra i più belli d’Europa.

Il Palacio Nazaries dell’Alhambra

Tra gli edifici più belli dell’Alhambra c’è sicuramente il Palacio Nazaries, residenza originaria dei regnanti Nasridi. Le stanze e le strutture esterne sono finemente decorate con gli intagli tipici delle architetture arabe e con le piastrelle tipiche, mentre i giardini sono arricchiti da splendide fontane. Qui ogni dettaglio è curato con attenzione e per un momento non sembra di essere in Spagna, ma tra i profumi e colori del Marocco.

Originariamente, il Palacio Nazaries era diviso in tre sezioni: il Mexuar, dove l’emiro incontrava gli ospiti e si occupava dei doveri amministrativi e pubblici; il Palacio de Comares, l’antica residenza privata; il Palacio de los Leones, sede reale dedicata all’harem.

Palacio Nazaries dentro l'Alhambra

Fonte: iStock

Architetture islamiche del Palacio Nazaries all’Alhambra

Il Palazzo di Carlo V

Raggiungendo il Palazzo di Carlo V si fa un salto temporale nel 1500, quando l’Alhambra venne occupata dai regnanti cristiani. Costruito in stile rinascimentale seguendo il progetto dell’architetto Toledo Pedro Machuca, oggi ospita due musei: il Museo de la Alhambra, ricco di manufatti moreschi, e il Museo de Bellas Artes, con una collezione di opere d’arte dal XV al XX secolo.

L’antica zona militare dell’Alcazaba

La parte più antica dell’Alhambra è l’Alcazaba, ossia l’originale cittadella risalente al XIII secolo e zona militare impiegata come centro di difesa e sorveglianza. Da non perdere è la Torre de la Vela (Torre di avvistamento) perché, salendo sulla scala a chiocciola, è possibile godere di un panorama mozzafiato su Granada e sulla valle circostante.

I giardini Generalife

La tenuta estiva dei sultani è un luogo magico dove passeggiare tra sentieri, piscine, alberi, fontane e, durante i mesi primaverili ed estivi, godere della bellezza dei giardini in fiore. Qui ci sono due cortili: il Patio de la Acequia, con romantici giardini e viste sui Palacios Nazaríes, e il Patio de la Sultana. Giochi d’acqua che zampillano nelle vasche, orti rigogliosi e labirinti di siepi completano questo eden domestico dal quale sarà difficile andare via.

Generalife all'Alhambra di Granada

Fonte: iStock

Le fontane e i giardini del Generalife all’Alhambra

Come visitare l’Alhambra: orari, biglietti e consigli utili

L’Alhambra è una delle attrazioni più famose al mondo e per evitare problemi al suo interno sono state create delle regole che permettono a tutti i turisti di poter godere delle sue bellezze. L’ingresso è limitato a 7 mila persone al giorno, motivo per cui – soprattutto durante la bella stagione – è bene acquistare i biglietti con largo anticipo. Per la visita si hanno a disposizione 4 ore a eccezione del Palacios Nazarìes, per il quale verrà fornito un orario da rispettare, pena l’impossibilità di entrarvi. Questa è una delle parti più belle dell’intero complesso, quindi occhio all’orologio.

Il monumento è aperto dalle 8.30 alle 20.00 dal 1 aprile al 14 ottobre e dalle 8.30 alle 18.00 dal 15 ottobre al 31 di marzo. Per chi è alla ricerca di un’esperienza particolare, l’Alhambra apre le sue porte anche per visite notturne dalle 22.00 alle 23.30 dal 1 aprile al 14 ottobre e dalle 20.00 alle 21.30 dal 15 ottobre al 31 di marzo.

Il giorno della visita è bene non dimenticare la carta d’identità o il passaporto, perché verrà richiesto all’entrata.  Una volta dentro l’Alhambra è necessario tenere con sé il biglietto perché verrà controllato in tutte le aree del complesso. L’estate è il periodo più caldo e affollato e, quando possibile, consigliamo di visitarla durante gli altri mesi dell’anno.

Come arrivare all’Alhambra

Arrivare all’Alhambra è molto semplice. Dal centro di Granada partono frequentemente diversi bus che, in 10 minuti, conducono direttamente al complesso monumentale. Chi preferisce camminare, invece, può arrivare in 30 minuti salendo su una piccola collina. In questo caso, soprattutto durante i mesi estivi, è consigliato portare con sé dell’acqua.

 

 

 

 

 

 

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Interviste itinerari musica Viaggi

Attraverso la grande bellezza d’Italia in compagnia dei Pooh

“La prima volta che siamo venuti a Venezia era il 1976 e abbiamo realizzato uno shooting fotografico proprio in Piazza San Marco per festeggiare i primi 10 anni della nostra carriera”, ricordano con un po’ di nostalgia i POOH. “Siamo rimasti incantati dalla bellezza e dall’unicità di questo capolavoro a cielo aperto che è Venezia. Non avremmo mai pensato allora che 50 anni dopo ci saremmo ritrovati a suonare in questo luogo magico, abbiamo avuto la fortuna di esibirci in tutto il mondo nei nostri 60 anni di carriera ma crediamo che l’emozione di suonare a San Marco per la prima volta sarà davvero incredibile”.

Un legame – quello con la Grande Bellezza d’Italia – che i Pooh hanno deciso di celebrare con un tour che toccherà tutti i luoghi più iconici del nostro Paese: da Pompei alle Terme di Caracalla, passando per Piazza San Marco e molti altri. Una serie di concerti imperdibili, che i Pooh raccontano in esclusiva a SiViaggia, per rivivere ancora una volta la storia della band attraverso i loro più grandi successi, da “Amici per sempre” a “Tanta voglia di lei”, da “Parsifal” (capolavoro della band uscito nel 2023 in una speciale versione per il 50° anniversario) a “Dammi solo un minuto”, solo per citarne alcuni.

In oltre 50 anni di carriera i POOH hanno superato i 100 milioni di dischi venduti, hanno ottenuto un elenco spropositato di premi e riconoscimenti e si sono dimostrati dei veri “pionieri” per le rivoluzioni introdotte nei loro live, i temi trattati nei brani e l’uso della tecnologia moderna.

Un viaggio nella grande bellezza d’Italia, da Pompei alle Terme di Caracalla, passando per Piazza San Marco e molti altri luoghi iconici del nostro Paese: siete emozionati di intraprendere questo “cammino” unico?
Roby: L’emozione è davvero enorme perché nella maggior parte di queste piazze non ci siamo mai esibiti. Abbiamo accettato anche in virtù di questo, con il piacere e l’emozione di toccare dei posti nuovi e diversi, che sono i luoghi più belli d’Italia e anche del mondo. Piazza San Marco, le Terme di Caracalla, Pompei, sono tutti luoghi unici al mondo e gli artisti come noi hanno sempre bisogno di nuovi stimoli, che è sempre stata la benzina del nostro motore. Non vediamo l’ora di salire su questi palchi, la nostra Grande Bellezza: sarà un’emozione per noi ma ancor di più per il pubblico perché vedrà nello stesso momento i Pooh e anche tutto il resto.

Un tour che questa volta tocca soltanto location d’eccezione, che si uniscono alla vostra musica lungo ormai sessant’anni della nostra Italia: come le avete scelte e in che modo possono valorizzare la vostra arte?
Dodi: Fanno parte della proposta iniziale che ci è stata fatta dal nostro manager, il quale per convincerci a tornare sul palcoscenico dopo lo scorso anno, ha pensato bene di mettere un’altra ciliegina sulla nostra torta. “Ci sono da fare ancora delle cose bellissime”, ha detto. E alla nostra domanda su quali fossero queste cose bellissime, ci ha risposto con questi concerti nei luoghi più belli del nostro Paese. Da quel momento, abbiamo cominciato anche noi a gasarci a quest’idea e a pensare ad un repertorio particolare per questo tour che andasse oltre al tour di “Amici per sempre”, abbiamo voluto infatti aggiungere altri quattro brani che non facevano parte dell’ultima scaletta. Sono sicuro che proprio in virtù delle location che andremo ad attraversare sarà un tour memorabile, come lo sono stati i primi in cui abbiamo deciso di fare gli stadi e i teatri, ovvero spazi diversi dalle balere dove suonavamo fin da ragazzini.

Qual è secondo voi il legame più profondo tra la musica e il viaggio?
Riccardo: Se sei un musicista, sei sempre in viaggio. A volte ti svegli in hotel e ti chiedi: “Dove sono?”. E questo lo dici sia quando sei in una città italiana che nel resto del mondo. Ma a volte lo dici anche a casa tua, svegliandoti, prima ti aprire gli occhi. Ci sono giorni che la mia bambina si chiede se papà ha dormito in casa o se è ancora in tournée. Questo vuol dire essere musicisti in viaggio e i Pooh sono sempre stati dei musicisti in viaggio. In prospettiva, pensavamo che una volta arrivati i capelli bianchi saremmo stati di più a casa e invece ci siamo resi conto che la nostra grande passione è proprio questa: viaggiare e suonare dal vivo.

Qual è stato il viaggio più incredibile della vostra vita come Pooh?
Red: Ci sono stati due viaggi davvero emozionanti e belli, che coincidono con la registrazione degli album “Tropico del nord” e “Aloha”. Il primo lo abbiamo registrato negli AIR Studio di Montserrat, che erano gli studi di George Martin, produttore dei Beatles e nello studio a fianco c’era Sting che stava lavorando al suo primo album da solista. Quello è stato un bellissimo viaggio di lavoro durante il quale abbiamo scoperto e imparato tante cose, ci siamo confrontati con operatori e tecnici che hanno lavorato con McCartney, Sting e artisti di questo calibro. Durante quei giorni lo stesso George Martin ci faceva dormire a casa sua, dove c’erano queste due donne nere che si arrabbiavano se non mangiavamo 36 uova ogni mattina. “Aloha” invece lo abbiamo registrato alle Hawaii, eravamo in riva all’Oceano, siamo stati lì due mesi nello studio di George Benson. Anche in questo caso, una esperienza memorabile. Sono stati entrambi viaggi in cui abbiamo scoperto aspetti nuovi della vita e allo stesso tempo ci siamo confrontati con tecniche innovative nel nostro lavoro, lavorando a contatto con gente che non era qui in Italia.

 

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Toscana Vacanze natura Viaggi

Mare in Toscana, le spiagge selvagge più belle

È come se ci fosse qualcosa di vivo, di ulteriore dentro di noi, che ci spinge a cercare qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso. Qualcosa, se vogliamo, di più distante, intatto, selvaggio.

Uno spirito di scoperta che si cala anche nel quotidiano, nel giorno libero da dedicare a una piccola vacanza, nel weekend per una gita fuori porta.

Rifuggire ombrelloni e lettini, che per carità hanno il loro scopo e la loro legittimità, per scoprire un mare più autentico, aspro e bello.

Anche la costa tirrenica toscana, che è stata esplorata, vissuta e sfruttata in lungo e in largo, è capace di offrire esperienze di questo genere, in particolare nella zona meridionale della regione.

Ecco, quindi, che si propone una selezione delle più belle spiagge selvagge della Toscana, dove c’è sempre un piccolo percorso da fare per arrivarci, dove domina la macchia mediterranea con i suoi profumi e i suoi colori, e dove l’azzurro del mare si fonde con quello del cielo.

Fonte: Lorenzo Calamai

I colori elettrizzanti delle spiagge selvagge della Toscana

Cala Civette, la sorella minore delle Bandite di Scarlino

La Riserva Naturale delle Bandite di Scarlino corrisponde ad un ampio promontorio con sbocco sul mare, coperto di macchia mediterranea, bosco e da una fitta rete di sentieri, che si aprono in ampie calette remote e affascinanti, ciascuna costretta tra due capi impervi.

La più nota tra queste è Cala Violina, una spiaggia dalla fine sabbia bianca con un mare cristallino. Un luogo unico la cui necessità di salvaguardia ha indotto il Comune di Scarlino a limitarne l’accesso attraverso un sistema di prenotazione e un biglietto (dal costo minimo) d’ingresso.

Altra spiaggia nota delle Bandite è quella di Cala Martina, che invece è rocciosa e contraddistinta da un monumento a Giuseppe Garibaldi, che qui riuscì a sfuggire alle guardie papali imbarcandosi su un peschereccio.

Salita un po’ meno agli onori delle cronache e per questo meno frequentata, ma non certo meno bella è Cala Civette, una lunga e suggestiva spiaggia dai connotati selvaggi che si apre tra Punta Le Canne, ovvero l’estremo meridionale della succitata Cala Violina, e la punta di Torre Civette, un’antica fortificazione difensiva oggi trasformata in abitazione privata.

Fonte: Lorenzo Calamai

Cala Civette, vista in direzione settentrionale. Dietro quel promontorio, Punta Le Canne, si trova Cala Violina

Percorrendo la Strada provinciale 158 che collega Scarlino a Castiglion della Pescaia, si svolta in direzione del Centro Velico di Punta Ala. Si lascia quindi l’auto dopo un paio di chilometri, in corrispondenza dell’avvio del sentiero. La traccia sale nella parte iniziale, aggira la vetta di una collina e riscende verso il mare.

Sulla sinistra un inequivocabile bivio lascia il sentiero principale e scende: dopo solo pochi passi consente già uno spettacolare affaccio su Cala Civette, che si raggiunge percorrendo in pochi minuti la discesa scoscesa. Il tempo di percorrenza totale del tragitto è di 30/40 minuti, il sentiero principale collega Cala Civette con Cala Violina offrendo la possibilità di proseguire l’escursione.

Fonte: Lorenzo Calamai

Scendendo verso Cala Civette

La lunga lingua di sabbia color ocra ha alle spalle una fitta pineta e il percorso per arrivarci la separa dalla ben più affollata spiaggia di Punta Ala. Un luogo privato e protetto, dove attendere la luce del tramonto che si abbassa sul mare prima di riprendere la via di casa.

Spiaggia di Alberese, il mare si fonde con il cielo

Il Parco regionale della Maremma è stato il primo parco naturale istituito dalla Regione Toscana nel 1975. Al suo interno si trovano alcune aree di costa fra le più belle e intatte del litorale tirrenico toscano, sia per la bellezza del mare che per l’affascinante conformazione del territorio.

I monti dell’Uccellina, disseminati di antiche torri di avvistamento, fanno da sfondo alla meravigliosa spiaggia di Alberese, o spiaggia di Collelungo (secondo alcune mappe si tratta di due zone diverse, ma nella pratica è una sola, lunga lingua sabbiosa). Qui il colore dorato della sabbia, i tronchi di legno sbiancati dal mare, dalla salsedine e dal vento, contrastano con l’azzurro intenso del mare, che si estende in tutte le direzioni a perdita d’occhio, fondendosi con l’azzurro del cielo, senza che sia distinguibile una linea dell’orizzonte.

Fonte: Lorenzo Calamai

La lunga spiaggia di Alberese, a sud della foce del fiume Ombrone, dona una pace totale e rassicurante: intorno a voi solo sabbia dorata e l’azzurro del mare

Arrivare è semplice: prendete l’uscita di Rispescia della SS1 Variante Aurelia e seguite le indicazioni prima per Alberese e poi per Marina di Alberese. Svoltate a destra seguendo la cartellonistica e, dopo qualche centinaio di metri, prendete a sinistra oltrepassando la soglia del Parco rappresentata da due colonne in mattoni di cotto. Percorrete il lunghissimo rettilineo che vi porterà fino al parcheggio di Marina di Alberese. L’accesso alla spiaggia è adiacente al parcheggio.

Nonostante la spiaggia si trovi all’interno del Parco della Maremma, non vi sarà richiesto di fare il biglietto per accedere al litorale. L’attività di balneazione, infatti, è considerata libera.

Non è da trascurare, però, la possibilità di organizzare una bella escursione all’interno del Parco (ingresso a pagamento dal Centro Visite di Alberese): il sentiero A2 è un percorso di media difficoltà, non tanto per le asperità altimetriche quanto per la lunghezza, visti i 7 km per andare e altrettanti per tornare. Quel che è certo è che avrete la possibilità di effettuare un’escursione di grande impatto visivo e scenografico, immersi nella macchia mediterranea e in una natura selvaggia e particolare, e di passare per i bastioni difensivi medievali che sorvegliano da secoli la baia in funzione difensiva.

Fonte: Lorenzo Calamai

I monti dell’Uccellina dominano la spiaggia di Collelungo

Il Pozzino, antico porto etrusco

La Baia del Pozzino è la meno remota di questa selezione, eppure spesso poco considerata, raramente affollata.

Si tratta di un piccolo golfo protetto, una insenatura poco più a settentrione del più ampio e gettonato Golfo di Baratti.

La spiaggia è composta da sabbia scura mista a ciottoli, alle spalle una dolce collina coperta da un prato verde e ai lati alti faraglioni con una rigogliosa macchia mediterranea. Il fondale roccioso lo rende un buon posto per lo snorkeling intorno alle scogliere, facendo attenzione che il mare non sia mosso.

Fonte: Lorenzo Calamai

La vista sul Golfo di Baratti dall’insenatura del Pozzino

Anche il percorso per arrivare in questo piccolo angolo di pace e natura è particolare: si parte dal centro di Baratti, dalla piazzetta antistante alla spiaggia con il chiosco e i ristoranti Demos e La Perla. Proprio fra i due ristoranti si apre una strada che si fa sterrata dopo poche decine di metri e si inoltre in una ombrosa pineta.

Dopo pochi minuti di cammino vi imbatterete in un paio di curiosi edifici. Sono alcune delle principali opere dell’architetto Vittorio Giorgini, attivo negli anni Cinquanta e Sessanta, che qui costruì Casa Saldarini, detta anche il Dinosauro, e l’Esagono. In particolare Casa Saldarini è un esempio avanguardistico di architettura dalle forme curve, sinuose, dalle sembianze zoomorfiche.

Seguendo il sentiero per altri 15/20 minuti, immersi nell’ombra di una pineta che di quando in quando offre scorci affascinanti sulla scogliera sottostante, si raggiunge la Baia del Pozzino, anticipata da un’appetitosa vista panoramica sulla spiaggia stessa.

Fonte: Lorenzo Calamai

La vista sul Pozzino arrivando dal sentiero

Buca delle Fate, cala con panorama

Il promontorio di Populonia è uno dei luoghi più suggestivi e con il mare più bello di tutta la Toscana. Raggiungete Baratti, una piccola località balneare nei pressi di Piombino, e percorrete fino in fondo la strada che conduce al porticciolo. Da qui imboccate la strada in salita che sale verso il borgo medievale di Populonia, che oltre alla necropoli etrusca ha conservato anche le imponenti fortificazioni del XV secolo.

Sulla sinistra un ampio spiazzo sabbioso sulla sinistra, chiamato il Reciso, fa da parcheggio a chi vuole affrontare la discesa verso la Buca delle Fate. Un sentiero infatti parte dall’altra parte della strada, scavalcando una piccola scaletta in legno che immette nel bosco dai profumi mediterranei che copre il promontorio.

Da qui in appena 15 minuti di discesa a piedi si raggiunge un ampio pianoro roccioso con una maestosa vista sul mare e sull’Isola d’Elba, di fronte.

Fonte: Lorenzo Calamai

Una panoramica panchina sul promontorio per ammirare il sole che scende dietro l’Arcipelago Toscano

Uno stretto sentiero sulla sinistra cala verso la spiaggia sassosa, con ampi massi per sistemarsi, chiamata Buca delle Fate.

Come le fate di cui porta il nome, questo luogo unico risulta magico fin dalla prima occhiata. Frequentato fin dai tempi degli Etruschi, di cui rimangono testimonianze nella vicina necropoli di Populonia, questa spiaggia di sassi è una nicchia lontana dalla civiltà, immersa in un ambiente selvaggio.

Facendo il bagno nell’acqua dai colori cangianti, verde, azzurro e blu, occhio a non venir ammaliati da ninfe, fate, sirene o altre creature marine. Secondo la leggenda, attirano gli esseri umani nel loro mondo sottomarino, per farli vivere con loro senza fare più ritorno: sarebbe così male?

Fonte: Lorenzo Calamai

Bagno sulla sassosa spiaggia di Buca delle Fate: acqua cristallina con un fondale roccioso, adatta anche allo snorkeling

Cala del Lupo, paradiso dimenticato

Cala del Lupo è una piccola caletta di ciottoli, nascosta nel promontorio di Populonia, raggiungibile solo attraverso un percorso a piedi da Buca delle Fate di circa 40 minuti.

Si tratta di un percorso semplice: anche se non è segnato, la traccia è unica e impossibile da perdere. Si deve procedere dal promontorio sopra la Buca delle Fate in direzione sud, scendere alla vicina Cala San Quirico, una spiaggetta di sassi dove si trova anche una piccola area ristoro con un tavolo da picnic, e proseguire oltre seguendo il sentiero che immediatamente sale con un piccolo strappo fino a offrire una vista panoramica sia sulla spiaggia appena lasciata, sia sull’intero promontorio.

Fonte: Lorenzo Calamai

Panorama su Cala del Lupo, un piccolo gioiello nascosto

Si prosegue lungo il sentiero nel bosco, tra lo stormire delle foglie, la risacca del mare più in basso e i profumi salini e mediterranei del terreno.

Quando il bosco si dirada e si affronta un tratto del sentiero alla luce del sole, scollinando da una tratto in falsopiano in salita, si potrà vedere poco più avanti Cala del Lupo, con il suo mare cristallino e la vista sulle isole dell’Arcipelago toscano. Da lì il sentiero rientra per un breve tratto nel bosco e si dovrà fare attenzione per trovare la svolta in discesa a destra che consente di scendere fino alla spiaggia, passando per ampi lastroni di roccia.

Cala del Lupo è un luogo nascosto e dimenticato, dove poter davvero passare una giornata lontano dalla civiltà, distesi al sole con nelle orecchie il solo rumore delle onde che si infrangono sul bagnasciuga.

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Ecco “Italea”, il programma per il Turismo delle Radici

Secondo la XVIII edizione del “Rapporto Italiani nel mondo” della Fondazione Migrantes pubblicato nel 2023, gli italiani residenti all’estero (o almeno quelli iscritti all’AIRE) sono 5.933.418. Gli oriundi italiani, ovvero i discendenti degli emigrati italiani che nel corso dei secoli sono espatriati all’estero senza fare più ritorno nel loro Pese d’origine, dovrebbero essere all’incirca tra i 60 e gli 80 milioni. Per questo motivo, il 2024 è stato dichiarato “L’Anno delle Radici Italiane nel Mondo” ed ora, finalmente, è stato presentato “Italea“, il programma dedicato a quello che viene ufficialmente chiamato il Turismo delle Radici.

Cos’è e come funziona “Italea”

Durante questo 2024 in tutto il nostro Paese andranno in scena eventi e iniziative locali dedicate all’accoglienza degli italodiscendenti nei territori d’origine. “Italea”, il cui nome deriva da talea che vuol dire pianta madre, è quindi un programma di promozione del Turismo delle Radici lanciato dal Maeci, il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale.

Si tratta perciò di una vera e proprio opportunità, perché il progetto permette di viaggiare alla scoperta delle proprie radici e della storia familiare. “Italea”, quindi, si rivolge sia a coloro che già conoscono la loro storia e che desiderano organizzare un viaggio per esplorare i luoghi, le tradizioni e la cultura dei propri antenati, ma anche a chi desidera scoprire la propria discendenza italiana. A disposizione, infatti, c’è una vera e propria rete di genealogisti esperti pronti a guidare nel percorso di ricerca delle proprie radici.

Le iniziative previste

Sono davvero tantissime le iniziative previste. La Farnesina e Ita Airways, per esempio, mettono a disposizione sconti e agevolazioni per gli italodiscendenti che vogliono recarsi in Italia per approfondire le proprie origini. Coloro che sono interessati, possono recarsi sul sito ufficiale del programma che funge da supporto per le ricerche storico-familiari e per l’organizzazione pratica dell’esperienza personalizzata in Italia.

Non manca di certo la possibilità di partecipare a una serie di laboratori delle radici e attività che consentono di approfondire la conoscenza della cultura d’origine. Noi di SiViaggia ne abbiamo selezionati alcuni particolarmente interessanti.

A Trento, per esempio, è possibile “andare a cena con il proprio antenato”. Si tratta di un evento enogastronomico in cui potersi gustare piatti meticolosamente preparati secondo le tradizioni culinarie dell’epoca e della regione dei propri avi, mentre un narratore esperto in storia familiare arricchisce l’esperienza con racconti e aneddoti.

Da non perdere è anche l’opportunità di intraprendere il Cammino di San Francesco nella Valle Santa Reatina, un suggestivo itinerario di pellegrinaggio che attraversa il Lazio e che consente di esplorare la ricchezza culturale e spirituale di questa affascinante regione.

A Vieste, in provincia di Foggia, si può invece vivere un’esperienza a stretto contatto con il mare e la tradizione pugliese scoprendo la pesca tradizionale con i trabucchi, rudimentali strumenti costruiti dai pescatori del luogo per assicurarsi un sostentamento evitando di esporsi alle mille insidie del mare.

Infine – ma ci teniamo a specificare ancora che questi che vi abbiamo raccontato sono solo alcuni esempi -, a Cagliari si può partecipare al laboratorio di lingua sarda, un’esperienza davvero unica nel suo genere in quanto permette di conoscere uno straordinario patrimonio linguistico.

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Foggia Gargano Idee di Viaggio Puglia spiagge Viaggi

Vieste, il cuore candido del Gargano tra spiagge e leggende

Vieste, perla del Gargano, con le sue candide casette che osservano il mare cristallino da uno sperone roccioso e 30 chilometri di litorale sabbioso, saprà regalarvi una vacanza indimenticabile.

È una delle località più amate della Puglia e incanta con le sue spiagge dorate, gli isolotti romantici, le insenature ombreggiate da pini secolari, le baie solitarie, le grotte marine e gli strapiombi mozzafiato. Un panorama da favola da esplorare in ogni suo angolo. Ecco cosa vedere a Vieste, dal centro storico alle spiagge più belle, fino ai pittoreschi trabucchi dalla storia antica.

Le spiagge più belle di Vieste

Bassi fondali con acque turchesi che lambiscono una costa formata da fine sabbia dorata. Vieste regala molte possibilità di trascorrere piacevoli giornate al mare, tra spiagge attrezzate alternate a piccole calette e baie più intime. Ecco quali sono le migliori spiagge di Vieste, a nord e a sud del suo centro storico.

Spiaggia di Scialmarino

Cominciamo a conoscere Vieste dalle sue spiagge di sabbia dorata. La Spiaggia di Scialmarino, a 5 chilometri da Vieste in direzione Peschici, è un litorale sabbioso che si estende per circa 3 chilometri (per questo viene chiamata “Spiaggia Lunga”), immerso nella cornice di una suggestiva baia da cui si ammira un tipico trabucco, antichissimo strumento da pesca caratteristico del Gargano. Grazie alla posizione ventosa, è meta ideale per gli amanti del kitesurf.

Spiaggia della Scialara

La principale della zona, la spiaggia della Scialara è chiamata anche “del Castello”: questo perché costituisce la prima parte della costa a sud della cittadina di Vieste, con il Castello Svevo che la osserva dall’alto. La spiaggia, infatti, si trova alle pendici del massiccio roccioso su cui spicca il centro storico ed è caratterizzata da sabbia fine con un fondale basso, adatto alle famiglie con bambini.

Il paesaggio è reso ancor più suggestivo dal leggendario “Pizzomunno“, un imponente monolite di pietra calcarea alto 25 metri che spicca sulla spiaggia. La sua presenza è intrisa di leggenda e racconta dell’amore appassionato ma sfortunato tra i giovani Pizzomunno e Cristalda.

pizzomunno vieste

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La spiaggia di Pizzomunno e lo scoglio caratteristico

Spiaggia di Vignanotica

Altra spiaggia da non perdere è quella di Vignanotica, di sabbia mista a ciottoli caratterizzata da numerose grotte marine e dalla candida e ripida falesia alle sue spalle. Il mare limpido, la vegetazione mediterranea e le rocce creano una romantica atmosfera che ha reso la tranquilla Vignanotica una delle spiagge più amate del Gargano.

La spiaggia è di facile accesso e si raggiunge tramite una strada da imboccare dalla provinciale 53 oppure dal suggestivo “sentiero dell’amore”, da prendere sempre dalla stessa strada provinciale, immerso nella macchia mediterranea e nei pini d’Aleppo, e che raggiunge anche la Baia delle Zagare.

Spiaggia di Vignanotica Vieste

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Spiaggia di Vignanotica

Baia delle Zagare

È una delle spiagge simbolo del Gargano e della Puglia: la Baia delle Zagare è un luogo di incredibile bellezza, con alte scogliere bianche a picco sul litorale e due imponenti faraglioni di roccia calcarea modellati dal vento che sembrano sfiorarsi. Un paesaggio dai tratti romantici, che si estende a quasi 30 chilometri a sud di Vieste, nella località di Mattinata, e affianca la Baia dei Faraglioni.

Baia e Arco di San Felice

Imperdibile è anche la spiaggetta dove si staglia il celebre Arco di San Felice, pittoresco arco di pietra formato dall’azione millenaria dell’acqua e del vento, immerso nel verde a 8 chilometri a Sud di Vieste. Sono soltanto 100 metri di sabbia che digrada in un fondale basso. A poca distanza potete raggiungere in auto o via mare la Torre San Felice, un punto panoramico suggestivo dal quale ammirare la spiaggia e le rocce che si immergono nell’acqua turchese.

Marina Piccola

Si trova nel pieno centro di Vieste, delimitata da Punta San Francesco con il suo centro medievale, dove si tengono gli eventi più importanti della città, e da Punta Santa Croce. Poco distante si trova l‘isolotto di Santa Eufemia (o Santa Eugenia) sul quale spicca il faro di Vieste, un luogo di grande interesse archeologico: qui si trova la grotta Santuario di Venere Sosandra che in passato veniva sfruttata come santuario dedicato dalla dea protettrice dei marinai e salvatrice degli uomini. Sulle sue pareti interne, infatti, sono state trovate più di 200 iscrizioni votive in greco e latino dai marinai di passaggio sull’isola, che sono state datate attorno al III secolo a.C., nella tarda età romana.

Spiaggia di San Lorenzo

A nord del centro cittadino di Vieste di stende la spiaggia di San Lorenzo, che prende il nome da un’antica chiesetta rurale che domina una vicina collina. È lunga 1,5 chilometri e in certi punti raggiunge anche i 100 metri di profondità, rendendola una spiaggia comoda e molto frequentata dai cittadini. Qui si trovano diversi stabilimenti balneari, con strutture per giocare anche a beach volley e beach soccer, oltre a vari giochi per i bambini.

Cosa vedere a Vieste: il centro storico

Il borgo antico, adagiato su un roccione che domina il mare, ha mantenuto i tratti della sua origine medievale con le viuzze irregolari, le piazzette vista mare e le bianche casette a schiera caratterizzate da piccoli ballatoi e unite, in corrispondenza delle stradine, da piccole arcate. Camminando per il centro storico di Vieste, oltre ai siti storici e panoramici, si incontrano numerosi ristorantini tipici e negozietti di artigianato locale.

Ecco cosa vedere nel centro storico di Vieste, la perla del Gargano tutta da esplorare.

vieste

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Vieste, il centro storico della perla del Gargano

Il Castello Svevo e la Cattedrale

Uno dei simboli di Vieste è il suo castello, costruito nel 1240 a scopo difensivo e oggi sede di un reparto della Marina Militare. Domina una falesia che sovrasta la spiaggia della Scialara e si trova nel cuore del centro storico cittadino, nel punto più alto. Anche se è visitabile solo in occasione di alcuni eventi, meritano una vista da vicino le sue imponenti mura esterne dalle quali si apre un panorama meraviglioso sul mare e sulle costruzioni abbarbicate sul colle.

Vi si arriva dopo aver superato la porta “Ad Alt” e sorge a poca distanza dalla Cattedrale Santa Maria Assunta, una delle più antiche chiese romaniche della Puglia, che custodisce la statua lignea della Madonna di Santa Maria di Merino, protettrice della città. Accanto alla chiesa più importante di Vieste si erge la cosiddetta Chianca Amara, “pietra del sangue e delle lacrime”, una grande roccia dove, nel 1554, furono decapitati cinquemila viestani, tra bambini, donne e anziani, per opera dei pirati turchi.

Il quartiere ebraico

avvicinandosi a Punta San Francesco, verso il mare, ci si addentra nel quartiere ebraico caratterizzato da numerosi edifici costruiti a strapiombo sul mare, regalando scorci mozzafiato sulla zona più antica di Vieste. Da via Judeca parte un’antica scalinata bianca, “la Ripa“, che scende verso il mare e raggiunge un piccolo porticciolo dove oggi attraccano piccole barchette da pesca, ma che un tempo rappresentava un punto strategico per gli scambi commerciali con la Croazia.

Piazzetta Petrone

A poca distanza dalla scalinata della Ripa, si apre Piazzetta Petrone, a picco sul mare, con una vista panoramica sulla distesa d’acqua cristallina e sulla parte meridionale del centro cittadino. È un punto di ritrovo per molti abitanti del luogo.

Punta San Francesco e Piazza del Seggio

Avviandosi verso la penisola di Vieste che si allunga verso il mare, merita una tappa la Piazza del Seggio, il cuore del centro storico di Vieste. È un altro meraviglioso punto panoramico a strapiombo sul mare. Qui sorge quello che un tempo era il municipio della città (ed oggi un hotel), ovvero Il Seggio (o Sedile) di S. Giorgio, una costruzione bassa e quadrata con due ampie arcate e una torre con orologio che la sormonta.

Continuando a camminare lungo gli stretti vicoletti del centro storico, si raggiunge punta San Francesco, con l’omonimo complesso religioso che domina il mare.

Punta San Francesco con l'omonima chiesa

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Punta San Francesco, Vieste

La Foresta Umbra

Una vacanza a Vieste non è completa se non si visita la bellissima Foresta Umbra e i caratteristici trabucchi lungo la costa. La Foresta Umbra, con circa 10.000 ettari, vanta oltre 2.000 specie vegetali, 4.000 ettari di faggeti e querce, 65 specie di orchidee selvatiche e moltissimi esemplari di fauna selvatica. È un vero spettacolo del Sud Italia, inserita nel 2017 nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO per le sue splendide faggete, e classificata anche come una delle 10 foreste più belle del mondo nel 2022.

Un vero e proprio “regno della biodiversità” oggetto di continui studi per le curiose dimensioni della sua vegetazione. Le piante della Foresta Umbra, infatti, sono caratterizzate dal fenomeno del macrosomatismo: in questo bosco sono più grandi della norma.

I Trabucchi di Vieste

Un’altra peculiarità della costa garganica di Vieste sono i trabucchi, antiche costruzioni per la pesca costruite con pali conficcati nella roccia, funi e carrucole che calavano la rete (chiamata “trabocchetto”) nella quale cadevano i pesci. Sono 13 i trabucchi rimasti intatti sulla costa del Gargano che va da Peschici a Vieste, tutelati dal Parco Nazionale del Gargano. Sono visitati da numerosi turisti, che possono percepirne la storia marinara tramandata negli anni, mentre in alcuni casi sono stati trasformati in pittoreschi ristoranti con vista mozzafiato sul mare.

A Vieste è possibile ammirare il trabucco di San Francesco, uno dei più antichi e oggi gestito dal WWF, situato sotto all’omonimo convento sulla punta della penisola. Nell’area portuale della cittadina, di fronte al faro sorge anche il bellissimo trabucco del Porto.

Trabucchi pugliesi nel Gargano

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Trabucchi tipici nel Gargano
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A Bologna si può fare il Grand Tour dell’Italia

Bologna si prepara a offrire un nuovo viaggio nella biodiversità delle regioni italiane attraverso il cibo, l’arte, le tradizioni e l’intrattenimento. Il 5 settembre aprirà definitivamente al pubblico Grand Tour Italia, un ambizioso progetto che vuole celebrare l’eccezionale diversità culturale e culinaria del nostro Paese. Ecco cosa offrirà il nuovo parco gastronomico del capoluogo emiliano.

Grand Tour Italia: cosa offre il nuovo parco gastronomico a Bologna

Nel nuovo parco gastronomico Grand Tour Italia ognuna delle 20 regioni avrà un suo spazio dedicato che comprenderà un’area paesaggisticae di promozione turistica, un’osteria tipica con gestione e menù che variano periodicamente (circa ogni due mesi), un mercato con prodotti tipici regionali e un’area didattica. Per quest’ultima, ne hanno curato la narrazione la Scuola Holden di Torino sulla storia e cultura, Coldiretti sull’agricoltura e Slow Food sulla biodiversità enogastronomica.

All’interno dell’area si avrà la possibilità di frequentare corsi di cultura enogastronomica, lezioni di cucina ed educazione agroalimentare, nonché di partecipare a un ricco programma di eventi culturali, enogastronomici e folkloristici. Le osterie, i prodotti e i piatti presentati rappresenteranno autentiche espressioni delle singole regioni, garantendo un’esperienza genuina e dando priorità alla sostenibilità ambientale, con prodotti principalmente provenienti da fonti biologiche o sostenibili.

Attraverso una serie di eventi e manifestazioni folkloristiche, Grand Tour Italia trasferirà, inoltre, l’energia e l’entusiasmo delle tradizioni regionali direttamente nel cuore del Parco, rendendo l’esperienza dei visitatori ancora più coinvolgente. “Grand Tour Italia è molto più di una semplice destinazione turistica – afferma il fondatore, Oscar Farinetti – È un omaggio alla straordinaria diversità e ricchezza culturale del nostro Paese, un invito a esplorare, gustare e vivere l’Italia in tutto il suo splendore. Un percorso di 50.000 metri quadrati che offre ai visitatori l’opportunità di gustare l’Italia come mai prima d’ora”.

Le attrazioni ed esperienze a Grand Tour Italia

Con l’apertura imminente prevista per settembre 2024, Grand Tour Italia ambisce a rivoluzionare il concetto di turismo esperienziale e a diventare una tappa imprescindibile per i viaggiatori da tutta Italia e non solo. Diverse le attrazioni e le esperienze che saranno proposte all’interno dell’area di Grand Tour Italia, versione rivista del parco agroalimentare Fico Eataly World di Bologna, chiuso dallo scorso febbraio. Tra questi, spicca il tour guidato tra le regioni con quattro tappe nelle aree didattiche multimediali e degustazioni.

Ci sarà poi una vasta scelta di corsi di cucina e di specializzazione regionale, spettacoli, promozione turistica, convegni divulgativi e tanto altro. L’aera ospiterà, inoltre, uno spazio espositivo di EARTH Foundation, con le mostre dedicate alla fotografia contemporanea, pensate per instaurare un dialogo con il contesto e celebrare la cultura del cibo, oltre ad allestimenti speciali pensati ad hoc per raccontare il connubio tra arti visive ed enogastronomia.

In perfetta sintonia con lo spirito della Motor Valley, all’interno di Grand Tour Italia si inserirà anche Grand Tour Karting, una struttura esclusiva che coniugherà intrattenimento e sostenibilità. Utilizzando kart elettrici Parolin di ultima generazione a zero emissioni, i visitatori potranno godere di un coinvolgente circuito indoor lungo oltre 500 metri.

Grand Tour Italia si prepara anche a essere un luogo di svago per grandi e piccini, con un parco divertimenti interamente dedicato a bambini e famiglie. La fattoria del contadino Gianni si estende su 6500 metri quadri e ospiterà giostre, videogiochi e aree per feste private. Infine, ci sarà spazio anche per un centro congressi, che potrà ospitare qualsiasi tipo di evento sia pubblico che privato e team building.

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Via Francigena del Sud: slow travel per scoprire il meridione

Zaino in spalla! L’esperienza di viaggio diventa lenta e si fa camminando, un passo dopo l’altro, nel vero spirito dello slow travel. I camminatori aumentano ogni anno, un segno evidente che l’escursionismo in grado di unire benessere fisico e interiore con la voglia di riscoprire il territorio italiano è un bisogno condiviso.

In questo contesto, i percorsi di pellegrinaggio della Via Francigena del Sud, sempre più apprezzati anche da viaggiatori solitari e dai non religiosi, offrono la possibilità di avventurarsi in zone meno conosciute dell’Italia, ma ricche di bellezze culturali, storiche e naturali. Se la Via Francigena del Medioevo univa Canterbury e Roma, proseguendo fino a Gerusalemme attraversando l’Italia da nord a sud, quella specifica del sud collega Roma alla Puglia con tappa finale nel bellissimo borgo di Santa Maria di Leuca.

Attraversando campi di grano, antiche vie consolari, ulivi, borghi medievali, aree archeologiche, naturalistiche e castelli, i 930 km della Via Francigena del Sud offrono un viaggio imperdibile alla scoperta della cultura e delle tradizioni del sud Italia. 45 tappe da percorrere a piedi, come da tradizione, o in bici, tra Lazio, Campania e Puglia.

Lungotevere a Roma

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Lungotevere Vaticano a Roma

La Via Francigena del Sud: la storia e informazioni utili

Il cammino, riconosciuto come «Itinerario culturale del consiglio d’Europa», nasce come estensione della Via Francigena classica. Oltrepassando San Pietro si prosegue verso la Puglia, dove vi erano i porti d’imbarco per la Terra Santa. La Via Francigena del Sud ripercorre un itinerario cristiano, l’Itinerarium Burdigalense, racchiuso in un racconto del 333 d.C. e scritto da un anonimo pellegrino durante il viaggio da Burdigala, l’attuale Bordeaux, fino a Gerusalemme.

Nel racconto è presente il viaggio di ritorno del devoto che, dopo aver raggiunto la Terra Santa attraverso la Via Balcanica, sbarca a Otranto e risale la Penisola percorrendo l’antica Via Appia Traiana.

Quando percorrerla

Il Sud Italia è caratterizzato generalmente da un clima temperato, anche se in estate le temperature possono alzarsi in modo considerevole. Può essere percorsa tutto l’anno, contribuendo a un turismo fuori stagione che valorizza determinate zone solitamente molto affollate nei mesi estivi. I periodi da evitare saranno quindi quelli più caldi, come luglio e agosto, e quelli più freddi, soprattutto sulle tratte che percorrono l’Appennino e il Gargano, dove le temperature sono più rigide e potrebbero esserci eventuali nevicate alle quote più alte.

Le tappe della Via Francigena del Sud

Credenti o laici, sulla Via Francigena del Sud camminano uomini e donne per le ragioni più disparate o semplicemente perché spinti da una irrefrenabile voglia di scoperta e benessere. Ma quali sono le tappe? Di seguito forniamo una panoramica delle tratte per ogni regione, consigliandovi di approfondire nei siti ufficiali per avere maggiori informazioni su mappe, luoghi dove dormire e fare sosta.

Via Francigena del Sud nel Lazio

Come i pellegrini di mille anni fa, la Via Francigena del Sud comincia da Roma e dalla via Appia Antica. Lasciandosi alle spalle San Pietro e le rovine della civiltà imperiale si intraprende un percorso che, attraversando il Parco Regionale dei Castelli Romani, i laghi di Nemi e Albano, conduce a Velletri, al borgo medievale di Sermoneta e all’abbazia di Fossanova.

Dopo aver ritrovato il passato dell’antica Roma a Terracina si raggiunge il golfo di Gaeta e Formia, dove si comincia a percepire lo spirito della Campania. Arrivati a Minturno infatti, antica città-porto che ancora oggi conserva un’atmosfera suggestiva, il percorso si addentra nel Casertano.

Via Francigena del Sud in Campania

Il tratto campano è lungo circa 250 km e attraversa le provincie di Caserta, Benevento e Avellino. Dalla città romana di Sessa Aurunca si arriva a Teano, culla dell’Unità d’Italia perché teatro dello storico incontro tra Giuseppe Garibaldi e il re Vittorio Emanuele II. Da qui si percorrono le tappe a Statigliano e Alife fino a Telese Terme e giungendo infine all’arco di Traiano di Benevento. Da qui, la strada prosegue verso l’entroterra raggiungendo Buonalbergo, nel cuore della valle del Miscano, e attraversando il confine con la Puglia.

Via Francigena del Sud in Puglia

L’ultimo tratto, il più lungo, è quello che taglia in due questa splendida regione: tra le tappe più affascinanti spicca Canosa di Puglia, da dove parte un sentiero circondato di ulivi che conduce ad Adria. Nei pressi di Bari, la strada torna ad affacciarsi sul mare e prosegue diritta verso Brindisi e Lecce. Una delle ultime tappe è Otranto, da dove troviamo il percorso che finalmente porta a Santa Maria di Leuca.

Percorsi lungo la Via Francigena del Sud per chi ha pochi giorni

Per alcuni sono spirituali o religiosi, altri sono attirati soprattutto dalla storia, dalla cultura e dai paesaggi naturali, in entrambi i casi non è necessario percorrere le tappe tutte assieme per vivere un’esperienza soddisfacente e rigenerante. Per chi ha pochi giorni e vuole trascorrerli alla scoperta della Via Francigena del Sud, è possibile suddividerla in piccole tappe tematiche perfette per un weekend o dai 5 ai 10 giorni di cammino.

Gli amanti del mare fuori stagione possono intraprendere la tratta da Brindisi a Santa Maria di Leuca per godersi la cultura gastronomica e le architetture barocche del Salento, percorribile in una settimana circa. Se invece è la sete di storia a condurre gli escursionisti sulla Via Francigena del Sud, il percorso da Roma a Velletri regala luoghi suggestivi: dal Parco Regionale dell’Appia Antica a Castel Gandolfo, fino ai laghi Albano e Nemi.

Per chi vuole scoprire una Campania inedita, invece, la tratta da Sessa Aurunca a Troia conquisterà i camminatori con un’esperienza di 10 giorni tra borghi, castelli, vallate e vestigia romane.

Santa Maria di Leuca

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Vista del porto a Santa Maria di Leuca

 

 

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Ostuni, la Città Bianca del Salento, tra vicoli stretti e spiagge bianche

Casette candide abbarbicate sulle colline immerse nella campagna salentina, collegate da strette viuzze che portano alle piazzette tipiche dei villaggi pugliesi. È l’immagine di Ostuni, la Città Bianca del Salento. Un candido gioiello della Puglia che costituisce alcuni dei luoghi più suggestivi del penisola salentina, insieme a Santa Maria di Leuca, Otranto e Taranto.

Si trova nella provincia di Brindisi, a più di 200 metri sul livello del mare, sulle ultime propaggini del territorio della Murgia, ed è un museo a cielo aperto tutto da esplorare. Dal centro storico ai suoi musei, fino alle località di Ostuni affacciate sul mare con spiagge incantevoli dall’acqua cristallina, scopriamo tutto quello che c’è da vedere nella Città Bianca della Puglia.

Perché Ostuni è chiamata Città Bianca?

Ostuni, come è facile immaginare, deve il suo nome Città Bianca al colore di gran parte delle abitazioni della città, soprattutto del centro storico. In realtà il motivo per cui è stato scelto il candido colore bianco non è poetico come osservare da lontano questa piccola perla del Salento. Infatti, durante il Medioevo la città di Ostuni è stata più volte colpita dalla peste e ricoprire i muri con la calce bianca permetteva di igienizzare la zona e renderla asettica. Una scelta che seguiva una necessità, ma che si è rivelata negli anni anche un valore aggiunto per la bellezza di un paesaggio dal colore candido, che risplende sotto i caldi raggi del sole.

Ostuni, la Città Bianca della Puglia

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Ostuni, Città Bianca

Cosa vedere a Ostuni

Piazzette collegate da intrecciate viuzze caratteristiche, palazzi e luoghi di culto che raccontano storie millenarie, ma anche tradizioni culturali ed enogastronomiche e bellissime spiagge baciate dal sole del Salento: Ostuni è questo e molto altro. Ecco cosa vedere in un viaggio alla scoperta della Città Bianca della Puglia.

Il centro storico

Il centro storico di Ostuni, definito dai suoi abitanti “La Terra“, un tempo era completamente dipinto con calce bianca, che oggi è rimasta solo in parte. Le case, adornate da fiori e decorazioni dell’artigianato locale, si arrampicano sui fianchi scoscesi di tre colli e il borgo è caratterizzato da un groviglio di stradine tortuose, un susseguirsi di piazzette, vicoli e corti. Il centro storico è il cuore pulsante della cittadina, con tante botteghe artigiane, ristoranti in cui assaporare i piatti tipici della regione, e graziosi negozietti.

Visitare Ostuni significa perdersi tra le viuzze tra scalini e salite, ammirando antichi palazzi e le strutture tipiche delle case, fino a raggiungere la centrale Piazza della Libertà, il fulcro della vita cittadina. Qui si affacciano la Chiesa di San Francesco, oggi sede del Municipio, la Chiesa dello Spirito Santo e il Palazzo San Francesco. Nella piazza spicca la Colonna di Sant’Oronzo, l’obelisco in pietra in stile barocco e alto 21 metri, che localmente viene chiamato “La Guglia”.

Le mura difensive aragonesi

Merita una visita anche la parte inferiore di Ostuni centro, circondata dall’antica cinta muraria in cui si incastonano le uniche due entrate della città rimaste integre: Porta Nova e Porta San Demetrio. Seguendo il percorso delle mura, si percepisce il passato difficile, ma anche artistico, di questo gioiello della Puglia.

Le mura difensive vennero erette nel basso Medioevo dagli Angioini, per proteggere gli abitanti dalle incursioni dei Saraceni. Nel Successivamente, nel Quattrocento, furono gli Aragonesi ad ampliarle e fortificarle per proteggere la città dagli attacchi e dalle incursioni dei Turchi.

La Cattedrale di Ostuni

Merita una visita la quattrocentesca Cattedrale di Ostuni con il suo grande rosone a 24 raggi, che spicca sulla sommità del colle più alto del borgo. Dedicata a Santa Maria dell’Assunzione, venne fatta costruire da Ferdinando d’Aragona e Alfonso II, sovrani del Regno di Napoli. Ciò che più incanta, ammirandone la facciata, è lo splendido rosone che rientra tra i più grandi del mondo.

Cattedrale di Ostuni, nel centro storico

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Cattedrale di Ostuni

La Cattedrale si affaccia sulla piazza Beato Giovanni paolo II insieme al Palazzo Vescovile e al vecchio Seminario, collegati tra loro dal meraviglioso arco Scoppa, ispirato al celebre Ponte dei Sospiri di Venezia: originariamente costruito in legno, nel 1750 il cardinale Stoppa lo fece trasformare in una splendida struttura in pietra, che risalta tra il colore bianco dei palazzi adiacenti.

Arco Scoppa nel centro storico di Ostuni

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Arco Scoppa nel centro storico di Ostuni

I musei di Ostuni

Sono due i musei principali che meritano sicuramente una visita a Ostuni: il Museo delle Civiltà Preclassiche della Murgia Meridionale e il Museo Diocesano.

Lungo via Cattedrale, vicino alla chiesa barocca di Santa Maria Maddalena, si trova il monastero delle Carmelitane. In questa struttura storica sorge il Museo delle Civiltà Preclassiche della Murgia Meridionale che conserva il calco di Delia, una donna in gravidanza vissuta 25.000 anni fa e ritrovata in una grotta vicino a Ostuni nel 1991, oltre a testimonianze di culti e divinità femminili dal Paleolitico all’età cristiana.

All’interno del Palazzo dell’Episcopio è presente il Museo Diocesano, che custodisce un patrimonio artistico, storico e culturale di grande rilevanza. Qui è possibile visitare un’importante collezione archeologica di epoca messapica (risalente ai secoli VII e II a.C.), diversi dipinti risalenti al Cinquecento e all’Ottocento ed elementi di natura sacra, oppure la statua della Madonna “viva” (fine Seicento) e varie pergamene di epoca medievale (1163). L’entrata al museo permette di visitare anche lo splendido Giardino dei Vescovi: da qui il panorama sulla Città Bianca è un vero incanto.

Le spiagge e il centro balneare

Ostuni non è soltanto un luogo ricco di storia e cultura, ma anche la località perfetta per esplorare magnifiche spiagge affacciate sul Mar Adriatico. Lungo i 17 chilometri di costa del territorio di Ostuni, in un meraviglioso gioco di colori, si snodano lunghe spiagge con dune coperte da macchia mediterranea e un alternarsi di calette sabbiose e costa rocciosa. Il litorale oggi rappresenta una delle località di maggiore attrazione turistica balneare della Puglia.

I più avventurieri possono scegliere le spiagge immerse nella natura selvaggia, ma esistono anche zone con lidi attrezzati con servizi per un maggiore comfort, soprattutto se si viaggia con bambini piccoli. Ecco alcune delle spiagge più belle in cui passare piacevoli giornate tra sole e relax, cullati dal dolce suono delle onde del mare:

  • Spiagge della Costa Merlata: a pochi chilometri da Ostuni città si trova questa località che prende il nome dalla linea frastagliata della costa, con il mare che si insinua tra gli anfratti di una costa rocciosa formando singolari e intime calette sabbiose. Lungo questo tratto si trovano le spiagge di Torre Pozzelle, con acqua cristallina, calette di sabbia alternate a scogliere. In questo tratto costiero spicca anche un’antica torre di avvistamento e la spiaggia della Darsena particolarmente adatta ai bambini con il suo basso fondale. Un’altra spiaggia è quella di Lamaforca raggiungibile attraversando una densa macchia mediterranea.
  • Spiagge di Rosa Marina: un susseguirsi di piccole spiagge di sabbia immerse nella macchia mediterranea. Potrete recarvi al Lido Rosa Marina, attrezzato, oppure nelle spiagge libere nelle vicinanze, tra le quali la spiaggia Baia dei Camerini e il Lido Morelli.
  • Spiaggia di Monticelli: località più a nord della costiera di Ostuni, dove è possibile trovare un’atmosfera tranquilla e familiare, per giornate di assoluto relax.

I dintorni di Ostuni: masserie salentine e villaggi

La campagna che circonda la città è punteggiata da  numerose masserie, molte delle quali sono state trasformate in agriturismi, B&B e resort di lusso. Due esempi perfetti sono Santa Caterina, con la sua torre ottagonale, e Cappuccini con i suoi tipici trulli pugliesi. Oltre alle masserie, sorgono tra le campagne salentine anche vari villaggi che conservano ancora il fascino di un passato rurale. A poca distanza da Ostuni, circa 9 chilometri, merita una visita la cittadina di Carovigno: uno scrigno di rara bellezza in cui perdersi tra i vicoli caratteristici del centro storico con il suo imponente castello.

Per gli amanti della natura incontaminata, non può mancare una tappa alla Riserva naturale Torre Guaceto: un’oasi di pace affacciata a una splendida area marina protetta, in cui intraprendere camminate a passo lento a contatto con la flora e la fauna locali.

Cosa mangiare a Ostuni

La Città Bianca pugliese propone una ricchezza di sapori, tipici di una terra che si trova tra il mare e i monti. Tanto pesce fresco, ma anche verdure, formaggi, olio e vino. Da assaggiare assolutamente le alici arracanate, la ‘ncaprata, un piatto povero a base di crema di fave con aggiunta di cicoria e cime di rapa, la frittata alla menta, le brasciole, involtini di fettine di carne con ripieno di prosciutto, prezzemolo e pecorino gratinato. E poi, ovviamente, le orecchiette con le cime di rapa, la teglia di patate riso e cozze e, infine, i taralli conditi con pepe o semi di finocchio.

Come arrivare a Ostuni

La città di Ostuni si trova a circa 80 chilometri dall’aeroporto di Bari e a 15 chilometri da quello di Brindisi. A 2 chilometri dal centro cittadino si trova la stazione dei treni, collegata alla Città Bianca da un comodo servizio di bus di linea che parte proprio davanti alla stazione. La linea diretta dei bus che collega con il centro è quella con direzione Cimitero di Ostuni. Questo è il metodo più economico per raggiungere la cittadina. In alternativa, si può prendere un taxi oppure noleggiare un’auto in aeroporto, nel caso in cui si intenda organizzare un viaggio itinerante tra le bellezze del Salento e della Puglia.

 

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Estate in Svizzera: le novità che ci attendono

State già pensando alla meta delle vostre prossime vacanze estive? Se amate la natura, allora approfittate delle tantissime novità che propone la Svizzera: esperienze incredibili per tutti i gusti, dall’alta montagna ai sentieri escursionistici perfetti sia per i più esperti che per le famiglie. Ci sono molte località da esplorare, per vivere un’avventura autentica e assaporare le bontà tradizionali (o addirittura qualche prelibatezza gourmet). Scopriamo le novità per l’estate 2024.

Svizzera, le novità per chi ama la natura

Tra laghi turchesi e montagne bellissime, la Svizzera offre paesaggi naturali incontaminati davvero da sogno. Una delle novità più suggestive è la nascita del nuovo sentiero tematico Eiger Walk of Fame, nel Canton Bernese: si tratta di un percorso dedicato al mondo dell’alpinismo, con una vista mozzafiato sull’Eiger e sul meraviglioso territorio di Grindelwald. Il punto di partenza è la stazione di Eigergletscher: il cammino, intervallato da interessanti pannelli informativi, termina a Fallboden, da dove si può poi raggiungere il valico alpino Kleine Scheidegg.

Un’altra opportunità da non perdere, per un’avventura nella natura selvaggia, è il nuovo sentiero escursionistico Parc Ela Trek, che attraversa i passi alpini del Parc Ela, un immenso parco naturale. Sono ben 17 tappe di un giorno ciascuna, un lungo cammino che conduce alla scoperta di paesaggi incontaminati. Partendo da Tiefencastel, si toccano luoghi meravigliosi come il Santuario d’alta quota di Ziteil, il Piz Lunghin e il Passo della Forcellina. Si tratta di un’escursione impegnativa, ma offre la possibilità di soggiornare in piccoli alloggi di montagna ad oltre 2.000 metri di altitudine. Una vera magia!

Tra gastronomia stellata e funivie panoramiche

Alla natura incontaminata volete abbinare un’esperienza gastronomica indimenticabile? La meta perfetta è Glacier 3000, una delle più famose località sciistiche della Svizzera: situata, come si evince dal nome, a ben 3.000 metri di quota, vanta nevi perenni anche in estate e una vista mozzafiato su 24 cime montuose imponenti. È quassù, ad un passo dal cielo azzurro, che in estate aprirà la nuova architettura firmata dallo svizzero Mario Botta, all’interno della quale si troveranno due ristoranti – per altrettante avventure culinarie.

Al quarto piano sarà presente il ristorante Botta, per chi vuole assaporare la cucina gourmet locale. Mentre al terzo piano il Le 3 offrirà lauti pasti di montagna… al passo con la tecnologia: si potrà ordinare e poi pagare semplicemente mediante codice QR. Naturalmente, la gastronomia è solo una parte della meraviglia che vi attenderà. Non perdetevi la vista panoramica sulla terrazza di 250 metri quadrati, da cui potrete godere dello spettacolo incredibile del ponte tibetano Peak Walk by Tissot, un’esperienza solo per i più coraggiosi.

Infine, perché non regalarvi un tour in funivia? Il turismo slow è sempre più di moda, ed è su questa scia che, qualche mese fa, è stato inaugurato il nuovo Eiger Express. Si tratta di un viaggio tra le montagne, lungo la linea più alta d’Europa: si potrà raggiungere lo Jungfraujoch, ad un’altezza di ben 3.454 metri. Il percorso dura appena 15 minuti, dal terminal di Grindelwald alla stazione di Eigergletscher. A bordo della funivia potrete ammirare il panorama incredibile dell’Eiger, e una volta giunti a destinazione rimarrete incantati dalla vista dell’Oberland Bernese.