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Salpa la crociera del mito sulle orme dei poeti leggendari: quando parte e le tappe

Immaginate un viaggio incantato sulle orme di grandi poeti come Omero, Ugo Foscolo e Shakespeare: è questa la nuova crociera in partenza nell’estate 2024, un vero e proprio itinerario alla scoperta dei luoghi che hanno segnato la nascita della letteratura contemporanea. Si tratta di una novità assoluta, l’ideale per tutti gli amanti della poesia che potranno finalmente godersi un’avventura “letteraria” ricca di sorprese culturali. Ecco quali sono le tappe.

MSC, la nuova crociera dei poeti leggendari

Il ricco catalogo estivo di viaggi organizzati da MSC Crociere oggi si amplia ancora di più, con una novità tra le più attese: si tratta dell’itinerario alla scoperta dei luoghi chiave che hanno segnato la nascita della letteratura contemporanea, sulle orme di poeti leggendari i cui nomi sono scolpiti nella storia. È un bellissimo viaggio via mare per affrontare le tappe più importanti della poesia classica e contemporanea, ammirando nel frattempo posti da sogno che ci rapiranno il cuore. I passeggeri salperanno a bordo della MSC Armonia, una delle ammiraglie della flotta crocieristica – naturalmente dotata di tutti i confort.

Le tappe della crociera

Da Omero a Ugo Foscolo, passando per Dionysios Solomos, Lord Byron e Shakespeare: la crociera dei poeti affronterà diverse tappe per seguire le orme di questi grandi personaggi che hanno segnato la storia della letteratura contemporanea, in un viaggio di 7 giorni in partenza durante l’estate (le date non sono ancora state ufficializzate). Luogo di partenza, l’Italia: i passeggeri possono scegliere se imbarcarsi al porto di Bari o a quello di Venezia, per dare il via alla loro avventurosa scoperta della storia della poesia classica.

Venezia, la “Serenissima”, non può che essere il luogo di partenza di questo magnifico viaggio: la città ha dominato per lungo tempo le isole dello Ionio, lasciando per sempre la sua impronta indelebile nell’arte e nell’architettura locali. E allora potremo scoprire le meraviglie di Corfù, la splendida isola greca che fa da sfondo al mito di Ulisse. Secondo la leggenda, verrebbe infatti identificata con l’antica Scheria, patria dei Feaci, dove l’eroe omerico sarebbe approdato dopo un terribile naufragio, per poi essere ritrovato da Nausicaa.

È invece l’isola di Zante a raccontarci la storia di Ugo Foscolo, che qui nacque nel 1778: il poeta dedicò alla sua terra natia la splendida poesia “A Zacinto”, nella quale ricorda con malinconia i villaggi di pescatori e le spiagge dorate che dovette lasciare nella più tenera età. All’isola è legato, ancora una volta, anche il mito di Ulisse. Pare infatti che sia stata fondata da Zakynthos, figlio del re di Troia Dardano. L’uomo sarebbe riuscito a liberare l’isola dai serpenti che la infestavano, dando vita così alla sua acropoli.

Sia Zante che Corfù, infine, sono unite da un fil rouge che ricorda la vita di Dionysios Solomos – che nacque sulla prima isola e morì sulla seconda. Fu lui l’autore dell’inno nazionale della Grecia, uno dei più grandi poeti del Paese. La crociera si dirige poi verso il Montenegro, alla scoperta dell’incredibile baia dove sorge la città di Cattaro. Fu Lord Byron a descrivere questa bellezza, per cui anche Shakespeare spese parole meravigliose. Infine, eccoci in Croazia: la città di Dubrovnik ospita Palazzo Sponza, dove ebbe vita la prima istituzione letteraria del Paese. Un luogo che, come ricordano gli scrittori, è tra i più belli al mondo.

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Bandiere Verdi e Nere 2024: migliori e peggiori località dell’arco alpino

Uno dei problemi più urgenti con cui ci ritroviamo a che fare al giorno d’oggi è il cambiamento climatico. Una tematica estremamente ampia e molto cara a Legambiente, che ogni anno assegna le Bandiere Verdi, un riconoscimento che l’associazione rivolge all’arco alpino. Non mancano però le Bandiere Nere, che stanno ad indicare che in quella determinata località qualcosa non ha funzionato.

Lo sprint del 2024

Secondo quanto constato da Legambiente, le Alpi sono sempre più green, attente alla sostenibilità e all’innovazione: in questo 2024 le Bandiere Verdi salgono a quota 23, registrando un +15,7% rispetto al 2023 quando erano 19. Vessilli green che hanno per protagonisti comunità, territori, cittadini, associazioni e amministrazioni capaci di puntare su sostenibilità e innovazione dando un nuovo futuro ai luoghi montani, minacciati da crisi climatica e spopolamento abitativo.

Ma non solo, perché agricoltura, turismo consapevole e convivenza uomo-natura anche con i grandi predatori sono i tre grandi filoni delle 23 Bandiere Verdi di quest’anno.

Moncenisio, Piemonte

Fonte: iStock

Veduta di Moncenisio, Bandiera Verde 2024

Tuttavia, non bisogna abbassare la guardia e per questo vengono assegnate anche le Bandiere Nere (10 in questo 2024) a quelle realtà che, secondo l’associazione, “non percorrono la retta via aggredendo la montagna”.

La lista delle Bandiere Verdi e Nere del 2024

Per quanto riguarda le Bandiere Verdi, il Piemonte si conferma, per il sesto anno consecutivo, re indiscusso di buone pratiche con 5 bandiere green, seguito da Valle D’Aosta, Lombardia, Veneto, con rispettivamente 4 bandiere, da Veneto e Friuli Venezia Giulia, con 3 bandiere a testa, e poi da Trentino, Alto Adige, e Liguria, tutti con una bandiera.

I vessilli neri, invece, sono 10 e per la precisione: 3 al Piemonte, 2 rispettivamente a Valle d’Aosta e Friuli-Venezia-Giulia, 1 per Alto Adige, Lombardia e Veneto.

Bandiere Verdi e Nere in Piemonte

In Piemonte sventolano 5 Bandiere Verdi, come quella dedicata al progetto REACTION sulla gestione sostenibile dei castagneti; al comune di Moncenisio, in provincia di Torino, per il recupero e la trasformazione delle Casermette al lavoro messo in campo da associazioni e realtà territoriali del Cammino dei Ribelli; alla Val Borbera, in provincia di Alessandria, per far conoscere il territorio attraverso il Cammino dei Ribelli e anche alla Regione Piemonte per l’operazione “Pagamento compensativo per le zone forestali Natura 2000”.

Le Bandiere Nere 2024 del Piemonte vanno invece al Comune Chiusa Pesio, in provincia di Cuneo, per la costruzione della pista skiroll in Valle Pesio; alla provincia di Torino per il malfunzionamento della linea ferroviaria Torre Pellice-Pinerolo-Chivasso e al comune di Bardonecchia, sempre in provincia di Torino, per il mancato contenimento dei mezzi motorizzati che in estate invadono sentieri e strade di montagna.

Bandiere Verdi e Nere in Valle d’Aosta

In Valle D’Aosta sventolano ben 4 Bandiere Verdi: si va dal comune di Champdepraz per il suo percorso verso il raggiungimento dell’obiettivo “Rifiuti Zero” alla Cooperativa sociale ExEat per la riapertura del rifugio Alpe Bonze unendo sostenibilità e inclusione sociale prevedendo anche opportunità di formazione professionale per i ragazzi disabili. Poi ancora il comune di Courmayeur per l’istituzione di un servizio navette di collegamento con le valli al progetto agricolo Paysage à Manger dedicato alla tutela e valorizzazione della biodiversità agricola.

Courmayeur

Fonte: iStock

Un angolo di Courmayeur

Sono invece 2 le Bandiere Nere: la prima al progetto di strada poderale intervalliva voluto dai Comuni di Brusson e Gressoney Saint Jean e dalla Regione Valle D’Aosta; la seconda alla Cervino S.p.A per l’aggressione al ghiacciaio del Teodulo con il progetto Matterhon Cervino Speed Opening.

Bandiere Verdi e Nere in Lombardia

Anche in Lombardia sventolano 4 Bandiere Verdi: dalla Valchiavenna con sei realtà premiate per il recupero dell’agricoltura montana e la valorizzazione delle varietà agronomiche locali alla società Economica Valtellinese; su Sondrio, per i percorsi formativi Montagna 4.0 – FUTURe ALPS. Dal Museo del latte di Vendrogno; a Bellano, in provincia di Lecco, alla cooperativa Sociale Eliante Onlus, Coldiretti Bergamo, WWF Italia e WWF Bergamo-Brescia, Parco Orobie Bergamasche (e Parco Mont Avic-AO) per aver avviato azioni concrete di miglioramento della convivenza tra allevamento e grandi predatori.

Una è invece la Bandiera Nera, destinata alla Società RSI srl controllata da Valle Decia per la recente riproposizione di un progetto di collegamento intervallivo per il turismo dello sci, vecchio di 25 anni, tramontato per problemi finanziari e ambientali.

Bandiere Verdi e Nere in Veneto

Anche in Veneto brillano 4 Bandiere Verdi: dal trekking letterario promosso dallo scrittore Matteo Righetto e dall’Ufficio Turistico di Colle Santa Lucia con l’Alta Via dell’Orso, al progetto “Convivere con il lupo si può” del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Poi ancora dal Gruppo Archeologico Cadorino, a Calalzo in provincia di Belluno, impegnati nella difesa e rivalutazione del patrimonio archeologico esistente, all’associazione La Calantina e Avviso Pubblico per il recupero e la cura della casa colonica alpina a Calalzo di Cadore.

Calalzo di Cadore

Fonte: iStock

Veduta di Calalzo di Cadore

Pure in Veneto una sola Bandiera Nera: all’Unione Montana Alto Astico per l’approvazione del contratto di concessione dell’area “Fratte” alla società Fiorentini Folgaria Srl per la realizzazione della nuova seggiovia Le Fratte – Monte Campolon.

Bandiere Verdi e Nere in Friuli-Venezia Giulia

Il Friuli-Venezia Giulia può vantare 3 Bandiere Verdi: Al Geoparco delle Alpi Carniche, a Tolmezzo, per favorire la conoscenza del patrimonio geologico e paesaggistico delle Alpi Carniche; alla Cooperativa CRAMARS, e ai Comuni di Tramonti di Sopra, Tramonti di Sotto, Comeglians, Resia, Resiutta, Stregna e Savogna, per aver saputo ricucire le relazioni della comunità attraverso il progetto “Riabitare la Montagna” a partire dalle esigenze di chi ci abita.

Sono invece 2 le Bandiere Nere: a Friuli-Venezia Giulia Strade e Consiglio comunale di Verzegnis per la realizzazione di una costosa ed inutile rotatoria in località Avons; all’assessorato alle attività produttive e turismo e Promoturismo Friuli-Venezia Giulia per i progetti di nuove infrastrutture nel Tarvisiano dedicate allo sci.

Bandiere Verdi e Nere in Liguria, provincia di Treno e Alto Adige

La Liguria ottiene una sola Bandiera Verde destinata all’associazione Alta Via dei Monti Liguri per la realizzazione e gestione dell’omonimia alta via, in un’ottica di destagionalizzazione e distribuzione più equilibrata dei flussi turistici. Anche la provincia di Trento solo una, destinata alla Cooperativa Edera per aver fornito un’opportunità di mercato ai piccoli produttori biologici rendendoli un punto di aggregazione nel quartiere.

In Alto Adige una bandiera verde al Gruppo ambientalisti Val Venosta; AmUm-MeranO; Gruppo ambientalisti Caldaro; Gruppo ambientalisti Val Isarco Hyla; Ufficio Natura Provincia Autonoma di Bolzano; Thomas Wilhalm, ideatore e coordinatore (Gruppo ambientalisti Val Venosta) per l’adozione di aree protette (biotopi) da parte di volontari, ma anche una Bandiera Nera al Comune di Caldaro per la progettazione di bacini di accumulo che comportano la perdita e distruzione di 14,9 ettari di bosco di alto valore naturalistico.

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I nuovi trend di viaggio degli italiani per l’estate 2024

“L’unica costante della vita è il cambiamento” affermava il Buddha. E gli italiani lo hanno preso in parola, specie in fatto di vacanze. Ogni anno, infatti, le cose cambiano e non solo a seconda delle esigenze lavorative, famigliari, economiche o sanitarie, ma anche in base alle mode. Cosa faranno gli italiani quest’estate in fatto di ferie estive? Dove andranno? Quando partiranno e quanto tempo staranno via? A rispondere a tutte queste domande ci ha provato l’annuale Holiday Barometer del 2024 realizzato da Ipsos-Europ Assistance che ha condotto uno studio in 21 Paesi del mondo tra cui Italia, ma anche Francia, Spagna, Svizzera, Germania, Regno Unito, Austria, Portogallo, Belgio, Polonia, Repubblica Ceca, Stati Uniti, Canada, Malesia, Hong Kong, Singapore, Giappone, India, Arabia Saudita, Emirati Arabi e Australia.

Dove andranno gli italiani in vacanza

Per quanto riguarda il nostro Paese, gli italiani non rinunciano alle vacanze estive. Tuttavia, saranno parecchio ridimensionate. Infatti, non tutti andranno in ferie ad agosto. Secondo l’indagine condotta da Ipsos-Europ Assistance, il 69% degli italiani ha intenzione di concedersi almeno una vacanza estiva e di questi, oltre il 30% prevede di farne più di una. Anche se il 52% teme che l’inflazione possa influenzare i propri piani, il budget medio per le vacanze è aumentato del 15% rispetto al 2023, arrivando a 2.041 euro.

Per ciò che concerne le mete delle vacanze, l’Italia resta una delle mete preferite, con il 42% degli italiani che pianifica vacanze all’interno dei confini nazionali. Tra i motivi di questa scelta c’è che tra le priorità c’è la sicurezza personale, con il 60% degli italiani preoccupato per la qualità delle strutture mediche locali e il 51% per i conflitti armati, in aumento del 23% rispetto al 2023.

Chi decide di andare all’estero, invece, le destinazioni preferite sono la Spagna (13%), Francia (10%) e Grecia (7%). Il mare domina le preferenze con il 72% degli italiani che preferirà il mare ad altre mete, in aumento del 9% rispetto al 2023, seguito dalle città d’arte (30%) e dalla montagna (25%).

Nuove mete lontane dall’overtourism

Se molte località italiane sono afflitte dal problema dell’overtourism perché prese d’assalto non soltanto dai vacanzieri nostrani ma soprattutto da quelli stranieri che stanno arrivando numerosi nel nostro Paese (il nostro primo mercato è quello statunitense), ora ci piace il cosiddetto “slow tourism“, con il 78% degli italiani che mostra interesse per questa forma di viaggio più tranquilla, fuori dalle rotte più battute e soprattutto molto più sostenibile. Le vacanze ideali degli italiani sono all’insegna del relax (65%) e si trascorrono in famiglia e con gli amici (58%). Ben il 53% è attratto dalla scoperta di nuove culture.

Per questo motivo, noi italiani siamo anche disposti a esplorare destinazioni meno convenzionali per evitare il sovraffollamento (le sceglierà il 74% dei vacanzieri quest’estate). Questo nuovo trend che suscita sempre più successo riflette una crescente consapevolezza verso l’ambiente e il rispetto per le culture e le risorse locali. Gli hotel rimangono la tipologia di alloggio preferita (44%), ma crescono le case in affitto (31%) e i bed & breakfast (30%). Raddoppiano anche i viaggi on the road in camper (+3%) che si attestano quindi al 6%.

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“Born to Cruise”, la crociera che celebra Bruce Springsteen

L’anno prossimo, e più precisamente dal 21 al 25 aprile del 2025, partirà una crociera a tema che celebra la musica rock: è dedicata a uno degli artisti più conosciuti e rappresentativi di questo incredibile genere musicale. La crociera prenderà il nome di “Born to Cruise” e, come è possibile intuire, sarà ispirata al mitico Bruce Springsteen.

Come funziona “Born to Cruise”

Quella che prenderà il nome di “Born to Cruise” sarà una crociera a tema musicale, la prima di Msc Crociere, dedicata a fan e simpatizzanti di Bruce Springsteen. Si tratta di un’iniziativa ideata dall’associazione Noi&Springsteen per Msc Crociere e salperà i mari a partire dal 21 aprile dell’anno prossimo dalla bellissima città di Genova, per poi raggiungere Barcellona e Marsiglia, da dove la nave farà rientro nel capoluogo ligure il giorno 25 aprile 2025.

A bordo saranno organizzati concerti, seminari, tavole rotonde e karaoke. Ma non è di certo tutto, perché ci saranno anche il contest fotografico ‘Ciak. Noi & Springsteen’ e un’edizione speciale di ‘Cover Me’, il contest musicale dedicato alle migliori reinterpretazioni di Springsteen, e tanto spazio per la creatività e momenti di puro intrattenimento. Il programma dettagliato verrà ufficializzato la prossima settimana.

Nel 2025, quindi, si potrà fare un vero e proprio viaggio in mare rock che rappresenterà un’opportunità unica per connettersi e celebrare la musica, oltre che per vivere un’esperienza davvero indimenticabile.

Proposto nel catalogo Autunno 2024 di Msc Crociere, sarà prenotabile solo ed esclusivamente tramite l’agenzia G2Eventi nelle modalità che verranno rese note dall’associazione di Noi&Springsteen.

Msc Fantasia, la nave utilizzata per “Born to Cruise”

Per “Born to Cruise” verrà utilizzata la bellissima Msc Fantasia, una nave da crociera lunga 333 metri e già candidata ad ospitare il G8 del 2008. A bordo potranno salire ben 4.300 passeggeri, che si destreggeranno tra 18 ponti, 25 ascensori, due scalinate in cristallo Swarovski, lucernai in vetro di Murano, 5 ristoranti, 21 bar e 5 piscine.

Elegante ed eco-friendly, è un mezzo di trasporto che riesce perfettamente a bilanciare calore e comfort con un design all’avanguardia. Il cuore della nave è una vera e propria piazza in pietra, con un bar che pieno di dolci appena sfornati e gelati che delizieranno tutti gli ospiti.

Ma non è di certo tutto, perché a disposizione ci saranno un lussuoso Casinò, una panoramica Liquid Disco e un teatro futuristico. Spazio lo avranno anche coloro che amano l’avventura, grazie a un eccitante simulatore di Formula 1 e un cinema 4D.

E poi le strutture sportive (che sono davvero numerose) dedicate al tennis, basket, minigolf, a un percorso per il jogging, una palestra e un elegante complesso piscina. E dopo tanta fatica, ecco che arriva la propria meritata dose di relax, magari presso il solarium Top 18 e la MSC Aurea Spa.

A disposizione, inoltre, ci saranno cabine e suite in grado di soddisfare tutti i gusti. La Grand Suite Aurea, per esempio, ha una superficie di circa 38-41 m², un balcone di più o meno 4-6 m², un ponte di 9-11 m, un’area soggiorno con divano, uno spazioso armadio, un bagno con vasca, angolo bellezza con asciugacapelli, un confortevole letto matrimoniale o due letti singoli (su richiesta), Tv interattiva, aria condizionata, telefono, connessione Wi-Fi (a pagamento), cassaforte e minibar.

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Pompei, apre una zona archeologica tutta nuova

A Pompei apre una nuova zona archeologica che si può visitare da un punto di vista decisamente inedito. Si tratta dell’Insula dei Casti Amanti, rinvenuta esattamente un anno fa, ed è visitabile da un nuovo percorso sopraelevato.

Cos’è Insula dei Casti Amanti

Il nuovo tassello del gigantesco complesso di Pompei era riemerso durante gli scavi a maggio del 2023. Gli archeologi che lavorano ininterrottamente nel parco archeologico avevano trovato due scheletri umani di due vittime del terremoto che ha colpito l’antica città romana poco prima dell’eruzione del Vesuvio, nel 79 a.C.. I due scheletri erano stati rinvenuti all’interno di una domus situata presso l’Insula dei Casti Amanti, un’area che prende il nome dalle decorazioni di un triclinio in essa trovato, dove è immortalato un languido bacio tra due innamorati e che si trova nel quadrante centrale del Parco archeologico di Pompei, lungo la via dell’Abbondanza. Nella stanza della domus in cui sono stati trovati i corpi, sono riemersi anche altri preziosi reperti. Gli archeologi avevano individuato anche un’anfora verticale, poggiata alla parete vicino a uno dei due scheletri, e una collezione di vasi, ciotole e brocche accuratamente accatastata contro un altro muro.

Il nuovo percorso di visita a Pompei

A distanza di un anno soltanto, grazie alla realizzazione di passerelle sospese, il pubblico ora può osservare dall’alto l’intera area di scavo, nonché le attività di indagine e restauro degli ambienti emersi recentemente, come la casa dei Pittori e del Cenacolo colonnato. La struttura fatta di acciaio s’inserisce perfettamente nel paesaggio del parco senza snaturarlo.

Cosa vedere nell’Insula dei Casti Amanti

Il percorso dall’alto consente una visione completa dell’area dei Casti Amanti e di osservare da un altro punto di vista l’architettura delle case romane di Pompei e l’alternarsi di ambienti adibiti a diversi usi, da quello commerciale a quello abitativo. Non solo, durante il percorso di visita il pubblico ha l’opportunità di assistere alle attività di scavo e di restauro dei reperti emersi. Tra queste ci sono una stanza decorata con figure mitologiche e divinità, disegni a carboncino eseguiti da bambini in un cortile di servizio e un androne dove sono stati rinvenuti due scheletri vittime dell’eruzione.

Come visitare Pompei e cosa vedere

Il Parco archeologico di Pompei è uno dei siti archeologici più famosi al mondo. Patrimonio dell’Umanità dal 1997, è una tappa imperdibile durante un viaggio a Napoli. Si tratta di un’intera città romana di 2000 anni fa rimasta intatta nei secoli a causa della violenta eruzione del Vesuvio che nel 79 a.C. distrusse le città di Pompei, Ercolano, Stabiae ed Oplonti. Riportata alla luce dopo anni, la città è rimasta cristallizzata agli attimi prima dell’eruzione, quando una pioggia di ceneri e lapilli avvolse ogni cosa: case, abitanti, strade, edifici pubblici e oggetti della vita quotidiana, fermando tutto in una terribile istantanea visibile al giorno d’oggi. Proprio per la loro unicità, gli scavi di Pompei sono una delle mete più visitate in Italia. Il sito si estende per circa 66 ettari, di cui 44 scavati, e permette di visitare circa 1500 diversi edifici portati alla luce, suddivisi tra domus e monumenti. A causa della sua vasta estensione, è consigliabile prenotare un tour guidato, per ottimizzare al meglio la visita senza tralasciare i monumenti principali. È aperto tutti i giorni dell’anno a eccezione del 1° gennaio, 1° maggio e 25 dicembre.

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Passaporti alle poste: la svolta arriva a luglio

Sebbene leggermente migliorata rispetto allo scorso anno, la situazione passaporti in Italia è ancora un vero caos, soprattutto nelle grandi città. Qui è difficile riuscire ad ottenere un appuntamento in tempi brevi, a meno che non si abbia un’urgenza conclamata – e anche così qualcuno ha trovato molti ostacoli sul suo cammino. Ad alleviare il carico delle questure potrebbe essere il progetto Polis, già attivato in alcune aree e presto ampliato al resto d’Italia. Si tratta di richiedere il passaporto alle poste: ecco come funziona.

Caos passaporti in Italia: la situazione

Dopo l’emergenza Covid e la chiusura delle frontiere in quasi tutto il mondo, gli italiani hanno ripreso a viaggiare – sia per divertimento che per lavoro. Ma in quel lasso di tempo “inattivo” moltissime persone hanno visto scadere il loro passaporto, quindi la riapertura dei confini ha segnato un incredibile aumento nella richiesta di rinnovo del proprio documento per potersi muovere al di fuori dell’UE. Ciò ha significato, per le questure italiane spesso sotto organico, un carico di lavoro impossibile da gestire. Tanto che alcune persone si sono trovate a dover attendere quasi un anno per ottenere il passaporto.

Tante sono state le possibili soluzioni adottate per cercare di ridurre i tempi d’attesa. L’ultima, in ordine di tempo, l’introduzione dell’agenda prioritaria: coloro che possono dimostrare di dover partire entro 30 giorni hanno diritto a richiedere un appuntamento con urgenza. Basta dunque avere un biglietto aereo prenotato per riuscire ad usufruire del servizio, il quale sembra aver avuto un’influenza positiva. Dopo un mese, infatti, si è registrato un incremento del 38% dei passaporti stampati. Ma c’è ancora qualcos’altro che si può fare per migliorare la situazione.

Passaporti alle poste: come funziona

Si tratta del progetto Polis, annunciato alla fine del 2023 ed entrato in funzione nei mesi successivi. Ovvero, consiste nel poter richiedere il proprio passaporto ad uno degli uffici postali autorizzati, così da non dover attendere i tempi della questura. In un primo momento, il servizio è stato attivato solo nei piccoli centri abitati con meno di 15.000 residenti. Ma l’intenzione è quella di ampliare il raggio d’azione, per garantire la massima efficienza anche nelle grandi città. A partire dal mese di luglio, dunque, sarà possibile richiedere il passaporto in ogni ufficio postale.

“La grande novità è che da luglio, conclusi i necessari passaggi normativi di questo servizio, interesserà progressivamente gli uffici postali di tutta Italia, senza distinzione tra piccoli e grandi centri. Su indicazione del Ministero dell’Interno, ci siamo fatti parte attiva per l’estensione del servizio di richiesta dei passaporti a supporto delle questure e dei commissariati. Dallo scorso marzo abbiamo registrato più di 350 richieste sui 31 uffici postali in cui il servizio è attivo ed entro fine mese saranno già operativi oltre 130 uffici postali” – ha annunciato Giuseppe Lasco, direttore di Poste Italiane.

Il funzionamento è davvero semplice: i cittadini potranno presentarsi presso una delle sedi postali italiane abilitate (almeno finché il servizio non sarà esteso ad ogni ufficio) per richiedere il proprio passaporto. Sarà necessario avere con sé 2 foto identiche legalizzate conformi alla normativa Icao e le ricevute dei pagamenti richiesti per il rilascio del documento. Sarà possibile ottenere il ritiro presso il proprio ufficio postale oppure chiedere la consegna a domicilio del passaporto, a scelta dei cittadini.

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Santo Stefano di Sessanio: la piccola perla d’Abruzzo

Immerso tra le maestose vette del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, Santo Stefano di Sessanio è uno dei Borghi più belli d’Italia. Il piccolo paesino, posizionato a 1250 metri di altezza, si erge come una gemma preziosa nel cuore dell’Abruzzo. Sembra che qui il tempo si sia fermato. Le sue strade acciottolate ad alta quota e la Torre Medicea che domina il paesaggio fanno di questa piccola cittadina, di appena 114 abitanti, una perla da scoprire. Il piccolo borgo arroccato, dove regna il silenzio e un’atmosfera incantata, è inoltre un simbolo di eccezionale recupero del territorio perché ospita un raro e raffinato esempio di albergo diffuso tra le sue vecchie case abbandonate a causa dello spopolamento.

Il paese è anche famoso come produttore di una qualità rara e antica di lenticchie che viene coltivata solo nelle aride terre di alta montagna tra i 1200 e i 1450 metri. La storia, le bellezze, la cultura culinaria e le attrazioni di Santo Stefano di Sessanio meritano di sicuro un weekend di esplorazione dedicato.

Santo Stefano di Sessanio (foto 123RF)

Santo Stefano di Sessanio: tra i borghi più belli d’Italia

Nel cuore delle maestose montagne abruzzesi, avvolto dal silenzio e dall’atmosfera magica delle alture, si erge Santo Stefano di Sessanio, una perla tra i borghi storici d’Italia. Questo antico borgo, insignito del prestigioso titolo di “Uno dei Borghi più Belli d’Italia“, è, tra i monumenti dell’uomo, forse il più suggestivo dell’intero Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga.

Il piccolo paese arroccato è una testimonianza vivente del ricco patrimonio culturale e ambientale dell’Abruzzo. Le sue stradine lastricate, le case di pietra e il panorama mozzafiato, fanno di Santo Stefano di Sessanio un vero e proprio gioiello architettonico. Costruito in calcare bianco, questo borgo medievale porta con sé le tracce della sua illustre storia, essendo stato un tempo feudo della potente famiglia Medici di Firenze. Qui, tra le vie acciottolate e le antiche mura, si respira un’atmosfera unica, dove la natura selvaggia e incontaminata si fonde con la storia millenaria del borgo.

Santo Stefano di Sessanio (foto 123RF)

Le origini e la storia di Santo Stefano di Sessanio

Il nome “Sessanio” affonda le sue radici nella storia antica dell’Italia, derivando probabilmente da una correzione di “Sextantio”, piccolo insediamento romano situato nelle vicinanze dell’attuale borgo. Si dice che questo insediamento fosse distante sei miglia da un importante villaggio romano, evidenziando già all’epoca la sua posizione strategica.
Le prime notizie certe dell’esistenza del borgo fortificato di Santo Stefano di Sessanio risalgono al 1308. In quel periodo, si assiste alla formazione del vasto dominio feudale della Baronia di Carapelle, di cui Santo Stefano diventa un importante centro confinante con il Contado aquilano, sotto il controllo della Signoria di Firenze.

L’Era dei Medici e il Fiorente Commercio della Lana

Tra il 1579 e il 1743 Santo Stefano raggiunge il suo massimo splendore come base operativa della Signoria di Firenze nelle mani della potente famiglia de’ I Medici per il fiorente commercio della lana “carfagna”. La lana, prodotta qui e lavorata in Toscana, veniva esportata in tutta Europa, contribuendo alla prosperità economica del luogo.

Declino e Trasformazioni

Tuttavia, con l’avvento del Regno di Napoli nel 1810, il territorio della Baronia venne diviso in cinque comuni, tra cui Santo Stefano. La fine dell’attività millenaria della transumanza, causata dalla privatizzazione delle terre del Tavoliere delle Puglie, segna l’inizio di un periodo di decadenza per il borgo. L’emigrazione diventa un fenomeno diffuso, causando una significativa riduzione della popolazione e portando a una progressiva perdita di vitalità del centro abitato. Oggi Santo Stefano di Sessanio continua a essere un luogo che incanta e affascina, testimone di un passato glorioso e di una promettente rinascita nel presente.

Santo Stefano di Sessanio tra le montagne

Fonte: iStock

Una veduta di Santo Stefano di Sessanio in Abruzzo

Sextantio, un albergo diffuso

Santo Stefano di Sessanio non è solo un monumento storico, è anche un esempio straordinario di recupero del territorio. Abbandonato a causa dell’emigrazione che aveva causato in 100 anni uno spopolamento del 90%, il borgo è stato riportato in vita grazie al progetto di Daniele Kihlgren. L’imprenditore meneghino ha trasformato le antiche case in un raro e raffinato esempio di albergo diffuso: Sextantio, ispirato al nome di origine del borgo. Ogni angolo di Santo Stefano di Sessanio è una testimonianza della dedizione e dell’amore con cui è stato restaurato, conservando intatta la sua bellezza architettonica e il suo fascino storico.

Le principali attrazioni di Santo Stefano di Sessanio

Interamente costruito in pietra calcarea bianca, il borgo conserva l’incanto del tempo che sembra essersi fermato. Le sue antiche case, con le coperture realizzate con coppi, offrono uno spettacolo armonioso e suggestivo. Da ogni angolo, lo sguardo si perde tra le eleganti linee dei loggiati, i portali ad arco decorati e le finestre finemente lavorate, testimonianze della raffinata civiltà che qui ha lasciato il suo segno.

Un Viaggio tra Arte e Storia

Le strade di Santo Stefano di Sessanio, percorribili solo a piedi, sono un vero e proprio viaggio nel tempo. Dall’erta scalinata che costeggia la Chiesa di Maria in Ruvo, risalente al XIII-XIV secolo, ai tortuosi selciati che si insinuano tra le abitazioni, ogni passo rivela un nuovo tesoro di storia e di bellezza. Si possono ammirare le abitazioni quattrocentesche, come la Casa del Capitano, e la Torre Medicea risalente al Trecento, dalla cui sommità si gode di un panorama mozzafiato che abbraccia le valli circostanti fino alle catene montuose della Maiella e del Sirente.

Gli edifici del borgo, appartenenti al dominio dei Medici, raccontano storie di eleganza e raffinatezza. Le bifore meravigliose, le mensole dei balconi finemente decorate e gli stemmi della Signoria di Firenze che svettano sulle porte d’ingresso sono solo alcune delle testimonianze di questa straordinaria eredità.

Scorcio della Torre medicea a Santo Stefano di Sessanio

Fonte: iStock

Uno dei monumenti più iconici di Santo Stefano di Sessanio

Luoghi di Culto e Spiritualità

Le chiese di Santo Stefano Protomartire e della Madonna del Lago sono testimonianze di fede e devozione che si integrano armoniosamente con il paesaggio circostante, regalando momenti di contemplazione e serenità a chi le visita.

La cultura culinaria di Santo Stefano di Sessanio

Non è solo per la sua bellezza architettonica e il paesaggio mozzafiato che Santo Stefano di Sessanio è rinomato. Il borgo è anche famoso per le sue prelibatezze gastronomiche, tra cui spiccano le rinomate lenticchie. Le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio, coltivate con metodi biologici da generazioni, rappresentano una rarità e un’eccellenza culinaria unica. Queste piccole gemme marroni, dal sapore intenso e dalla superficie rugosa e striata, crescono solo nei terreni aridi delle alte montagne, tra i 1200 e i 1450 metri di altitudine. Celebrate in tutta Italia per il loro gusto inconfondibile, le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio rappresentano non solo un tesoro gastronomico, ma anche un simbolo della tradizione e dell’autenticità culinaria dell’Abruzzo.

Tra i vicoli di Santo Stefano di Sessanio

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Tra le strade di Santo Stefano di Sessanio
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Come arrivare all’aeroporto di Comiso

L’aeroporto di Comiso è uno dei più piccoli della Sicilia, ma visitato ogni anno da migliaia di viaggiatori grazie alla sua posizione. Tutti coloro che desiderano esplorare la Sicilia sud-orientale, ricca di piccoli borghi come Marzamemi, di città barocche come Noto e dalle atmosfere magnetiche come Catania, troveranno nell’aeroporto di Comiso il punto di arrivo ideale.

Il nome ufficiale dello scalo è Aeroporto Pio La Torre ed è servito da compagnie low cost che offrono voli da/per Roma, Milano e Pisa. Molti voli sono stagionali e variano di anno in anno, per questo consigliamo di controllare la disponibilità sui siti delle compagnie aeree di riferimento.

Le opzioni per raggiungere l’aeroporto di Comiso sono diverse e soddisfano ogni budget: auto, autobustaxi, shuttle o con l’aereo stesso.

Per arrivare all’aeroporto di Comiso in auto si possono scegliere 3 strade diverse, a seconda della direzione di provenienza. Per esempio, si consiglia di imboccare la Strada Provinciale numero 5 qualora si viaggi da Pantaleo-Licodia Eubea. Se, invece, si proviene da Ragusa o Catania, viene consigliato d’imboccare la Strada Statale 514.

Quest’ultima collega Ragusa a Catania e passa vicino all’aeroporto, per il quale è prevista un’apposita uscita (l’uscita Comiso). Infine, viaggiando con l’automobile non ci si deve dimenticare della Strada Statale numero 115, che collega Agrigento a Siracusa. In tal caso l’uscita da imboccare è la stessa. Raggiungere l’aeroporto di Comiso in automobile comporta dei notevoli vantaggi: ci si sposta più velocemente, per esempio, e si ha la possibilità di scoprire la Sicilia in modo autonomo e senza limitazioni legate ai mezzi pubblici.

Per chi desidera raggiungere l’aeroporto con i mezzi pubblici, ogni giorno partono da Ragusa diversi autobus della compagnia regionale AST (Azienda Siciliana Trasporti). Da Catania città e dall’aeroporto bisogna far riferimento alle linee Giamporcaro, mentre dalla città di Agrigento è necessario affidarsi alle autolinee SAL.

Inoltre, bisogna ricordare che l’aeroporto di Comiso dista circa 5 chilometri dalla cittadina di Comiso, per cui è necessario anche un viaggio in navetta.

Anche se non rientrano tra i mezzi più economici, i taxi restano la soluzione più veloce e sicura per raggiungere l’aeroporto di Comiso. Il costo varia in base alla distanza percorsa, per questo motivo l’ideale è sempre condividerlo con altre persone al fine di spendere meno.

Per viaggiare senza preoccupazioni, il servizio transfer Sicily Shuttle permette di raggiungere l’aeroporto in totale tranquillità. I vantaggi di questa soluzione sono l’orario dello shuttle, che viene prenotato in base a quello di arrivo del volo, e il trasferimento diretto all’indirizzo di destinazione per chi arriva sull’isola.

Infine, si può arrivare all’aeroporto di Comiso per mezzo di un aereo. Una volta atterrati nei maggiori aeroporti della Sicilia dalle più grandi città italiane, è possibile prendere una coincidenza che conduce direttamente a Comiso in pochissimo tempo.

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Canton Ticino Notizie Viaggi

Viaggio sul Monte Generoso, come Michelle Hunziker

Michelle Hunziker è, da qualche anno, testimonial del turismo svizzero. E chi meglio di lei, nata nel Canton Ticino, può raccontare la sua terra e invogliarci ad andare a visitarla? Di recente, la nota showgirl ha visitato un angolo di Svizzera davvero favoloso a due passi dall’Italia: il Monte Generoso, una delle vette più panoramiche del Ticino, raggiungibile con la ferrovia a cremagliera a scartamento ridotto che si inerpica su per la montagna (e che si è appena aggiudicata il marco di sostenibilità “Swisstainable level III”), dove si possono fare escursioni, esplorare grotte antichissime e visitare il famoso “Fiore di pietra”, un edificio unico nel suo genere.

Il Fiore di pietra

In mezzo alla natura incontaminata svetta una struttura modernissima alta cinque piani che ospita due ristoranti, una terrazza panoramica e dove spesso si tengono delle mostre. Il Fiore di pietra, firmato dall’architetto ticinese Mario Botta, è un edificio fatto di calcestruzzo armato rivestito da una muratura di pietra grigia. Ha la forma di un fiore con una pianta ottagonale e singoli petali che racchiudono uno spazio centrale. Sulla parete Est, la corona circolare del “fiore” lascia spazio a un’ampia terrazza che segue l’andamento del crinale della montagna. La configurazione dei petali disegna un insieme di torri di cinque piani che si innalzano con un leggero sbalzo verso l’esterno per poi richiudersi ai piani alti. Al piano terra si trova uno spazio espositivo che racconta la storia ultracentenaria della ferrovia, mentre ai piani superiori ci sono due ristoranti e una sala per conferenze.

La salita al Monte Generoso

Il Monte Generoso si raggiunge facilmente dal paesino di Capolago, a una manciata di chilometri da Mendrisio, nel Canton Ticino. Da oltre 130 anni, si può raggiungere la vetta del Monte Generoso con un trenino a cremagliera che fa la spola fra il Lago di Lugano e la montagna. Il tratto della ferrovia è lungo 9 chilometri e dura circa 40 minuti. Attraversa gli incantati paesaggi di montagna di questa zona protetta. Sul tragitto della cremagliera non viaggiano solo treni elettrici, ma anche mezzi di trasporto che risvegliano la nostalgia dei tempi passati. Tra questi c’è il treno a vapore in funzione più vecchio della Svizzera che risale al 1890, nonché un treno del 1950. Un viaggio su questi treni è come tornare indietro nel tempo. La ferrovia del Monte Generoso è il primo impianto di risalita del Ticino ad aver ottenuto il riconoscimento “Swisstainable Level III”, che indica l’impegno concreto e certificato da un ente per tutelare la biodiversità, evitare gli sprechi e offrire ai visitatori un’esperienza nella natura incontaminata.

Cosa fare sul Monte Generoso

Il Monte Generoso si staglia maestoso sul confine italo-svizzero tra la Val d’Intelvi e la Valle di Muggio. Giunti ai 1704 metri di quota, si gode innanzitutto di un panorama incantevole sul Lago di Lugano e sulle Alpi. La vista spazia dal Gran Paradiso al Monte Rosa, dal Cervino al ghiacciaio dello Jungfrau, dal massiccio del Gottardo a quello del Bernina. Guardando verso Sud la vista spazia sulla Pianura Padana. Gli amanti delle escursioni possono scoprire questa montagna lungo percorsi che si estendono per oltre 51 km.

Tra gli itinerari troviamo alcuni sentieri didattici naturali e il Percorso delle Nevère, sul quale si possono osservare le tracce di alcune costruzioni di pietra, le “nevère” appunto, oggi restaurate, che una volta venivano riempite di ghiaccio e usate per refrigerare il latte prima che venisse trasformato in burro. Si può fare anche mountainbike e birdwatching.

Per chi trascorre una giornata in famiglia sul monte da non perdere è la Grotta dell’orso che si trova a circa 30 minuti dal Fiore di pietra sul versante italiano della montagna. Circa 60.000 anni fa, in questa grotta vivevano oltre 800 orsi delle caverne di cui ancora oggi si possono seguire le orme. Nel complesso, la grotta ha uno sviluppo di 200 metri, 70 dei quali sono visitabili. Sono possibili solo visite guidate. In determinati periodi è possibile noleggiare speciali occhiali 3D, per un’esperienza in realtà aumentata che permette di immergersi nelle atmosfere preistoriche della grotta.

Un altro itinerario da fare con i bambini è il Sentiero dei pianeti dove ogni tappa dei suoi 600 metri è corredata da informazioni preziose, storie e misteri degli astri che popolano il nostro cielo. Su una scala di 1:10 miliardi, ogni passo da circa un metro equivale a percorrere una distanza astrale di 10 milioni di chilometri.

I più temerari possono godersi il paesaggio che circonda il Monte Generoso dal cielo lanciandosi con il parapendio. I voli in parapendio iniziano sul Monte Generoso per poi dispiegarsi in diverse direzioni sorvolando laghi, paesaggi e cittadine. Sul Monte Generoso c’è anche un campeggio dove è possibile soggiornare per godere al massimo di questo incantevole luogo, soprattutto quando la folla dei turisti scende dalla montagna e si resta soli, circondati dalla natura e dal meraviglioso panorama delle Alpi svizzere.

La storia originale del Monte Generoso

A far nascere la rete ferroviaria che, dalle pendici del Monte Generoso, porta fino alla sua vetta fu, nel 1890, il medico ticinese Carlo Pasta, proprietario del primo albergo costruito sulla cima della montagna, che necessitava di un collegamento con la valle. Il tracciato divenne ben presto un’attrazione turistica, ma nel periodo della Grande Guerra rischiò di scomparire.

La necessità di reperire ogni tipo di materia prima portò alla chiusura della ferrovia che sale in cima alla montagna, e il proprietario pensò di vendere il ferro che ne avrebbe potuto recuperare. Ma qualcuno decise che sarebbe stato un imperdonabile errore rinunciare allo splendido percorso panoramico sul tortuoso tracciato del Monte Generoso. Così, nel 1941, Gottlieb Duttweiler, fondatore della Migros, una nota catena di supermercati elvetici, acquistò la ferrovia e la rimise in sesto. Ancora oggi la rete ferroviaria, che nel frattempo è stata ampliata e modernizzata, è attiva e trasporta ogni anno migliaia turisti

Un’esperienza super romantica

Pare che godersi il tramonto sul Monte Generoso sia una delle esperienze imperdibili e più romantiche che ci siano. Ecco perché qui vengono anche organizzati matrimoni. L’avventura inizia a bordo del trenino a cremagliera per proseguire in vetta. Tra panorami mozzafiato e valli sconfinate, il Fiore di pietra, costruito proprio sul ciglio roccioso della montagna, offre un palcoscenico da favola per un matrimonio, con la sua architettura distintiva e una terrazza panoramica a 360°. Ogni momento si trasforma in un ricordo indimenticabile, abbracciato dalla natura e dal cielo.

Fino al 30 giugno, per salire sul Monte Generoso c’è la Promo 2×1 che consente di viaggiare in due sul trenino a cremagliera, pagando un solo biglietto. I treni circolano tutti i giorni fino al 27 ottobre 2024 tranne in caso di pessime condizioni meteorologiche.

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Dalle Alpi all’Adriatico, lungo il Sentiero della Pace dell’Isonzo

I sentieri custodiscono storie e quello che collega le Alpi all’Adriatico racconta i luoghi teatro della Prima Guerra Mondiale. Stiamo parlando del Sentiero della Pace dell’Isonzo, un percorso di oltre 500 km che attraversa in parte l’Italia e in parte la Slovenia tra musei all’aperto, monumenti e cimiteri.

La Valle dell’Isonzo, oggi immersa in una natura pacifica, durante il conflitto fu sconvolta da esplosioni e colpi d’arma da fuoco dove persero la vita oltre 100.000 giovani. La storia è sempre magistra vitae e grazie a questo sentiero è possibile ripercorrere gli eventi del passato, approfondendoli e godendo allo stesso tempo dei meravigliosi paesaggi naturali italiani e sloveni.

Il sentiero è iscritto alla lista per la candidatura come patrimonio UNESCO e può essere percorso sia a piedi che in bici. In totale sono 30 tappe ma, come ogni altro cammino, chi non ha il tempo di percorrerlo nella sua interezza può suddividerlo in tratte più corte. Il momento ideale per percorrerlo è sicuramente l’estate, quando le giornate sono più lunghe e questi paesaggi offrono una fresca fuga dalla calura cittadina.

In questo articolo raccontiamo le tappe principali del Sentiero della Pace, un’idea di viaggio perfetta per rallentare i ritmi e aumentare la nostra consapevolezza non solo sul passato, ma anche sul presente.

Il percorso del Sentiero della Pace dell’Isonzo

Il Sentiero della Pace dell’Isonzo dalle Alpi all’Adriatico unisce un ricco patrimonio storico e culturale con la possibilità di riconnettersi con la natura, anche solo per un weekend. L’inizio del percorso è fissato al pozzo minerario Štoln di Bretto, una frazione del comune sloveno di Plezzo, poco più di cento abitanti nel bacino del fiume Isonzo, e si conclude presso il museo all’aperto sul Mengore, nelle vicinanze di Most na Soči.

Perfettamente segnalato, il percorso può essere suddiviso anche in trekking di poche ore o di una giornata e propone sentieri sia per i camminatori più esperti che per tutti coloro che hanno semplicemente voglia di tornare indietro nel tempo immersi nei paesaggi circostanti.

Tappe storiche tra musei, monumenti e cimiteri

Passo dopo passo, in cammino attraverso i luoghi della Prima Guerra Mondiale (circa 300) tra storie e testimonianze per riflettere sulle devastazioni che ogni guerra porta con sé. Di grande importanza lungo il sentiero sono i 6 musei all’aperto: il Museo di Kobarid dedicato interamente al fronte isontino e alla celebre ‘battaglia di Caporetto’ avvenuta nel 1917, quelli di Ravelnik e Čelo presso Bovec (Plezzo), i musei di Kolovrat, che ricordano l’allora linea difensiva italiana con i posti di comando ancora conservati, le postazioni di tiro, la rete di trincee e caverne, e infine quelli di Mrzli vrh e Mengore sopra Tolmin.

Tra i luoghi da non perdere troviamo l’ossario italiano sul Gradić, situato su una piccola altura sovrastante Caporetto, e il museo all’aperto Dolina dei Bersaglieri, detta anche Dolina dei Cinquecento per il ritrovamento di una tomba comune coi corpi di oltre cinquecento soldati caduti in guerra.

Impossibile non citare il Trincerone italiano, grande linea di difesa fortificata che cominciava presso il Monte San Michele e arrivava sino a Cave di Selz, Doberdò del Lago e Monfalcone. Costruita sulla base della trincea che le truppe austro-ungariche scavarono quando controllavano la zona, fu fortificata col cemento dagli italiani tra il 1916 e il 1918. A Monfalcone, inoltre, si può visitare il Parco Tematico della Grande Guerra, la cui torre di origine medievale, La Rocca, è il simbolo della città.

Infine, insieme ai musei e ai monumenti, una tappa obbligata sono i cimiteri militari. Tra i più visitati ci sono quelli di Solkan e Črnice e la camera mortuaria del cimitero di Renče, dove si trova anche una mostra dedicata alla vita degli abitanti del luogo durante la Prima Guerra Mondiale.

Monumento storico a Caporetto

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Memoriale della guerra a Caporetto in Slovenia

Visite guidate

Il meraviglioso Sentiero della Pace dell’Isonzo è davvero un percorso nella storia e di riflessione profonda che può essere vissuto appieno insieme a delle guide esperte. La fondazione “Le vie della pace nell’Alto Isonzo” propone diversi percorsi tematici adatti anche a famiglie con bambini: da “Nei panni del soldato della Grande Guerra“, con partenza dal Monumento alla Pace di Cerje, alle visite in determinate tappe, come quella dedicata alla fortezza di Kluže.

Queste visite con guida sono ideali per approfondire gli avvenimenti accaduti nelle diverse tappe e per godere dei paesaggi naturali insieme a persone che li conoscono in ogni loro dettaglio.

Una vacanza attiva in paesaggi naturali stupendi

Il percorso escursionistico del Sentiero della Pace dell’Isonzo è non solo un’opportunità per conoscere un avvenimento storico importante, ma anche per trascorrere giornate all’aria aperta alla scoperta di luoghi dalla bellezza unica. Le attività outdoor sono tante soprattutto lungo la valle dell’Isonzo, il paradiso per chi non ama stare fermo!

Il fiume verde smeraldo della Slovenia sorprende con i suoi tesori naturali come le Gole di Tolmin, un canyon mozzafiato che rappresenta il punto più basso e più meridionale di accesso al Parco Nazionale del Triglav. Sullo stesso fiume Isonzo sono presenti delle gole imperdibili come la Grande gola del Soča, lunga 750 metri e profonda 15 metri: un gioiello naturale che termina in meravigliose piscine color smeraldo.

Sopra il fiume Isonzo, invece, si cela la misteriosa cascata Kozjak: custodita in un particolare anfiteatro roccioso, è considerata una delle più belle e pittoresche di tutta la Slovenia.

Fiume Isonzo

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Fiume Isonzo in Slovenia