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Anche il maestoso Everest diventa a numero chiuso

La repubblica himalayana ospita otto delle dieci vette più alte del mondo e accoglie centinaia di avventurieri ogni primavera, quando le temperature sono solitamente miti e i venti deboli. Qualcosa però sta per cambiare. La Corte Suprema del Nepal ha, infatti, ordinato al governo di limitare il numero di permessi rilasciati per la scalata dell‘Everest e delle altre imponenti cime proprio mentre le spedizioni si preparano per la stagione di arrampicata primaverile.

L’Everest potrebbe diventare meno accessibile

Attualmente il Nepal concede i permessi a tutti coloro che vogliono vivere la straordinaria avventura di raggiungere la cima dell’Everest, la vetta più alta del mondo con i suoi circa 8.850 metri sul livello del mare. Nonostante il costo dell’impresa – il prezzo minimo è di circa 28 mila euro – l’anno scorso il Paese ha rilasciato 478 permessi, stabilendo un vero e proprio record, mentre dall’inizio del 2024 i permessi rilasciati agli alpinisti sono stati 945, di cui 403 per l’Everest.

Questo afflusso di avventurieri ha creato un enorme ingorgo umano sull’ambito tetto del mondo. Più volte è stato proprio l’affollamento la causa dei decessi sull’Everest, undici nella scorsa stagione, con alpinisti costretti ad aspettare ore in vetta a temperature gelide, rischiando di esaurire i livelli di ossigeno, malgrado l’ufficio del turismo nepalese abbia respinto le accuse. Anzi, i permessi rilasciati per salire sulla montagna sono continuati ad aumentare, fino ad oggi.

Il Nepal potrebbe quindi essere costretto a limitare, ora, il numero degli alpinisti. Non solo. La decisione della Corte Suprema prevede anche restrizioni sull’uso degli elicotteri solo per i salvataggi di emergenza. Negli ultimi anni, i velivoli sono stati spesso utilizzati per trasportare le squadre di alpinisti ai campi base e su terreni pericolosi. Sono state, inoltre, raccomandato misure per la gestione dei rifiuti e per preservare l’ambiente.

Il presidente della Nepal Mountaineering Association, Nima Nuru Sherpa, ha dichiarato che tali decisioni devono essere prese dopo un adeguato studio e una consultazione con le parti interessate. “Al momento non è chiaro quale sarà l’impatto sull’industria – ha detto Sherpa – Non sappiamo su quali basi verranno stabilite le limitazioni e come verranno distribuite tra gli operatori delle spedizioni”.

Trekking e alpinismo in Nepal, sulle cime più alte del mondo

La gloria suprema per gli alpinisti è raggiungere la vetta dell’Everest, ma ci sono altre cime da affrontare nel Paese compreso tra India e Tibet. L’Himalaya è la catena montuosa più formidabile del mondo, con quasi un terzo del territorio nazionale che si trova al di sopra dei 3.500 metri.

Otto delle vette più alte del mondo sono nel territorio del Nepal: Everest, Kanchenjunga, Lhotse, Makalu, Cho Oyu, Dhaulagiri, Manaslu e Annapurna, che superano tutti gli 8.000 metri di altitudine. Oltre a questi giganti, in Nepal ci sono altre 326 montagne aperte alle spedizioni alpinistiche, e di queste 103 non sono mai state scalate prima.

La storia dell’alpinismo in Nepal ha origini lontane, a partire dai primi esploratori provenienti dall’India britannica, attratti dalle alte vette e dalla sfida di scalare cime dove nessun uomo aveva mai messo piede prima. Negli anni Sessanta l’industria nepalese del trekking e dell’alpinismo era ben consolidata, con compagnie private che si occupavano di tutta la logistica, comprese le guide, per offrire una spedizione completa. Oggi l’alpinturismo continua ad essere una componente importante del PIL di un Paese che vive prettamente di turismo. Ciò spiega perché il numero di permessi per scalare l’Everest e le altre vette del Nepal non è mai stato abbassato. Almeno fino a questo momento.

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Quanto costa noleggiare un camper

Vita in camper, la si ama o la si odia. Con la propria “casetta” a quattro ruote si possono esplorare tutti i luoghi più interessanti, collezionando ricordi indelebili di viaggi itineranti in giro per il mondo. Molti sono affascinati da questa modalità di viaggio, ma non tutti ne sono portati. Per questo è importante valutare attentamente se ricorrere all’acquisto o al noleggio del camper, oppure se optare per il classico pernottamento in hotel o Bed and Breakfast.

Se però siete certi di volervi cimentare in una vacanza su ruote, ecco una guida al noleggio del mezzo ideale, che chiarisce una delle domande più gettonate quando si parla di viaggi on the road: quanto costa affittare un camper?

Quanto costa noleggiare un camper: prezzi

Se siete alle prime esperienze con il camper e state ancora valutando se impegnarvi nell’acquisto di un mezzo, la soluzione del noleggio è sicuramente ideale per capire quanto si è portati per questa modalità di viaggio, che permette una pressoché assoluta libertà di spostamento, ma anche qualche limitazione sulle comodità.

Se la scelta per il vostro prossimo viaggio on the road ricade sull’affitto di un camper, un dubbio potrebbe sorgere spontaneo: quanto costa il noleggio di questo mezzo di trasporto?

Solitamente, i prezzi dipendono da diversi fattori che possono incidere anche in maniera significativa sul costo totale della vacanza. È essenziale valutare:

  • Il periodo dell’anno in cui si vuole viaggiare
  • La durata del noleggio
  • Limitazioni al chilometraggio e altre tariffe dell’agenzia di noleggio
  • Il modello del veicolo scelto e la dimensione

Partiamo dal valutare il periodo dell’anno in cui si intende viaggiare: l’alta stagione è quella più costosa, ma questo vale per qualsiasi sistemazione per il pernottamento in vacanza. In generale, il costo medio di affitto di un camper in bassa e media stagione si aggira tra i 70 e i 150 euro al giorno, mentre in alta stagione (luglio e agosto) può raggiungere anche i 250 euro giornalieri. Mediamente, in alta stagione il totale di un noleggio si aggira tra i 1.200 e i 1.800 euro complessivi per una settimana in camper classico (6/7 posti).

Per quanto i prezzi per il noleggio di camper possano sembrare elevati, in realtà spesso comportano un evidente risparmio se paragonati a una vacanza trascorsa in hotel e costosi resort. Un consiglio per risparmiare è quello di muoversi con largo anticipo nella prenotazione del mezzo, in modo da spuntare i prezzi migliori.

Un altro aspetto che incide sul prezzo del noleggio di un camper è la durata del nolo. Chiaramente, l’importo varia in proporzione al numero di giorni di affitto, anche se esistono formule con prezzi agevolati per periodi lunghi o pacchetti specifici per il week end.

L’agenzia di noleggio può inoltre imporre dei costi di manutenzione (come quelli relativi alla pulizia del mezzo o legati al bagno chimico e alle bombole di gas), e costi aggiuntivi per ogni chilometro percorso oltre il limite in caso non si scelga il chilometraggio illimitato (solitamente si parla di 20/30 centesimi per ogni chilometro aggiuntivo).

Un fattore che influenza in modo decisivo il costo del noleggio è la tipologia di mezzo che viene scelto per il viaggio. In base al numero di persone e agli accessori di cui si necessita, varia anche il prezzo.

Tipologie di mezzi per viaggi on the road: modelli e dimensioni

Non esiste soltanto il classico camper da 6/7 posti. In base al numero di persone che vogliono intraprendere il viaggio on the road, esistono diverse soluzioni con misure alternative, che si traducono anche in differenti costi di affitto. La distinzione principale è tra:

  • Furgonato o Van
  • Mansardato
  • Semintegrale
  • Profilato
  • Motorhome

I furgonati sono tra i modelli più semplici e snelli, dalle dimensioni contenute. In caso di viaggi brevi, magari in coppia, questo furgone adibito a spazio vivibile potrebbe rappresentare la soluzione ideale. A differenza di un camper di grandi dimensioni, si avrà il vantaggio di potersi spostare di continuo, avendo a disposizione un mezzo particolarmente agile. Le dimensioni hanno inoltre un chiaro impatto sui consumi di carburante e dunque sul budget della vacanza. Molte coppie tendono a optare per il classico modello di van Volkswagen, più accattivante per giovani e nostalgici, con spazi ridotti e senza bagno. Un furgoncino con tetto sollevabile, per un viaggio all’aria aperta, ma con stile.

Per un viaggio con amici o parenti che preveda un numero più elevato di persone (fino a 7 posti letto), si consiglia un camper mansardato o autocaravan. Il nome deriva dallo spazio vivibile ricavato al di sopra dell’abitacolo di guida, che contiene un letto matrimoniale con tanto di vista panoramica. In alternativa, chi ama viaggiare comodo, può optare per un camper semintegrale: una tipologia di camper ampio e confortevole, con un buon isolamento termico, ma senza letto matrimoniale sopra alla cabina.

A seconda delle proprie esigenze si potrà optare anche per un camper profilato, che rappresenta una via di mezzo tra i modelli in precedenza illustrati. Vanta una maggiore agilità rispetto al mansardato, non essendoci il “piano superiore”, ma ovviamente non raggiunge i livelli di risparmio di un furgonato. Se si viaggia in tre può rappresentare però il giusto compromesso tra spazio e consumi.

Infine, la soluzione più spaziosa, ma spesso più costosa, è quella dei motorhome: camper di grandi dimensioni che sfruttano anche lo spazio della cabina, che non rimane più separata, ma che fa parte degli spazi abitabili del mezzo.

Quanto costa una vacanza in camper: altre voci di costo

Abbiamo visto quanto si deve spendere per noleggiare un camper, ma il costo totale di una vacanza on the road è influenzato anche da altri fattori. Tra questi si trovano le spese per il carburante (che possono essere previste se si prepara in anticipo un itinerario abbastanza dettagliato sugli spostamenti) e i pedaggi autostradali (che possono differire in ogni Paese). Inoltre, in molti casi ci si deve recare in campeggi o aree di sosta designati per lo stazionamento in camper, per cui è necessario aggiungere anche il prezzo di affitto delle apposite piazzole.

Inoltre, vanno conteggiati anche i costi per visitare punti di interesse a pagamento e quelli legati al cibo, che possono essere limitati acquistando gli alimenti al supermercato e cucinandoli con gli strumenti presenti nel camper.

Vacanza in camper

Fonte: iStock

Viaggio in camper immersi nella natura
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Consigli hotel Viaggi

Quali sono i posti più sporchi nella stanza di un hotel?

Vengono utilizzate da tantissimi ospiti diversi e, nonostante la pulizia, possono essere davvero dei ricettacoli di germi: sono le camere di hotel, dove vi sono alcuni posti, oggetti e punti che possono essere più sporchi di altri. Sì, anche se vengono puliti.

Quali sono le aree e gli oggetti a cui prestare maggiore attenzione? Diversi ed è importante saperlo, soprattutto se si è persone particolarmente attente all’igiene.

Una ricerca, inoltre, ha individuato i posti più sporchi degli hotel e ci offre una breve panoramica delle cose da evitare. Inoltre sapere a cosa prestare attenzione ci aiuta a correre ai ripari.

I posti sporchi nelle stanze degli hotel

La pulizia potrebbe essere maniacale, ma non importa: le stanze degli hotel nascondono alcuni posti più sporchi di altri. A tracciare una guida, ad esempio, era stata una ricerca di Travel Math dal titolo Hotel Hygiene Exposed che aveva analizzato le camere di nove strutture che si trovano negli Stati Uniti.

I risultati avevano sottolineato che l’oggetto più contaminato che si trova nella camera di un albergo è il telecomando. Come rimediare? Portando con sé delle salviette disinfettanti o uno spray da borsa: tra l’altro si tratta di uno di quegli oggetti particolarmente utili quando si viaggia che aiutano a farlo con maggiore serenità.

Tra i posti più sporchi, invece, ci sono le superfici del bagno e in particolare il lavandino.  Attenzione anche al bicchiere, per chi è particolarmente attento meglio procedere con un’ulteriore pulizia se non si tratta di un oggetto monouso. Anche se esteticamente meno belli ed eleganti, i bicchieri in plastica fasciati nella pellicola sono la scelta più igienica di tutte.

E per quanto riguarda il letto? Attenzione ai copriletti e ai runner: mentre le lenzuola vengono sicuramente cambiate da un ospite all’altro (e negli hotel con maggiore numero di stelle si procede alla pulizia della stanza anche più volte durante il corso della giornata) non è detto che lo stesso accada con copriletti, piumoni e coperte poste sopra il letto.  Stessa cosa vale per le tende: ovviamente queste non cambiano da un ospite all’altro, per cui lavarsi bene le mani quando le si tocca.

Attenzione anche a bollitori o macchine del caffè: per quanto siano stati pulti, sono comunque stati usati da altre persone.

Fuori dalla camera, quali sono i punti più sporchi in un hotel

Anche all’interno della struttura alberghiera ci sono delle cose che sono più sporche di altre. Quali? Le pulsantiere degli ascensori, ad esempio. Immaginatevi da quante persone vengono toccate, proprio come accade nei palazzi e negli edifici che ospitano uffici. Cosa fare? Lavarsi sempre le mani dopo aver schiacciato un pulsante o un interruttore della luce, oppure portare con sé del gel igienizzante.

Lo stesso potrebbe verificarsi anche nella camera da letto, quindi anche in quel caso o vi armate di salviette realizzate appositamente per pulire oppure vi lavate frequentemente le mani.

Chiaramente se abbiamo alti standard di pulizia dovremo renderci conto che non possiamo aspettarci in un hotel lo stesso livello di pulizia che avremmo in casa, anche se di altissimo livello e nella categoria di stelle più elevata.

Quindi armarsi di pazienza e di qualche piccolo rimedio per poter trascorrere serenamente la villeggiatura.

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Consigli Viaggi

Ecco tutto quello che dovresti controllare all’interno di una camera d’hotel

Avete prenotato la stanza in albergo e siete arrivati a destinazione, quali sono le prime cose da fare? Sicuramente dei controlli accurati della camera dell’hotel per verificare la pulizia e dormire sonni sereni. Infatti, quando si soggiorna in una struttura, ci si aspetta che l’ambiente ci accolga ottimamente e che gli standard igienici siano rispettati.

Ci sono alcune cose da verificare per capire se la qualità del servizio è quella che ci si aspetta, partendo dalle lenzuola (un grande classico), per arrivare anche agli oggetti presenti nella stanza e che non vengono cambiati di volta in volta, come telecomandi e telefoni.

Le verifiche da fare quando si prenota una stanza di albergo

Quando si prenota una stanza di hotel la prima cosa a cui si pensa (subito dopo all’estetica) è la pulizia. Se si procede alla prenotazione attraverso siti specializzati, è bene verificare le recensioni degli utenti e capire bene quali sono gli standard di pulizia: fondamentale l’opinione di chi ci è già stato per evitare brutte sorprese. Per essere certi che il punteggio che è stato dato sia corretto, non limitarsi alla lettura di un paio di recensioni ma incrociarle, focalizzandosi soprattutto su quelle che asseggano voti medi e non sulle migliori (o le peggiori).

Questo aiuta a evitare brutte soprese e ad avere una panoramica verosimile della situazione. Sul posto, poi, sarà bene procedere con altre verifiche.

I controlli da fare nella camera dell’hotel

Quando si arriva nella camera dell’hotel prenotato si dovrà procedere con alcuni controlli. A partire dalle lenzuola: verificate che non ci siano macchie o peli, che abbiano un buon odore e che siano state ben stirate: non importano le stelle, ma si tratta di requisti minimi. In teoria tutta la biancheria del letto dovrebbe essere sempre cambiata quando si attendono ospiti nuovi, copriletti compresi. Questi, eventualmente, eliminateli per maggiore sicurezza. Devono essere forniti ulteriori cuscini e coperte su richiesta.

Stessa cosa gli asciugamani che devono essere soffici, puliti, profumati e in quantità ragionevole per il numero di ospiti presenti nella stanza.

Verificate bene i bagni: che non ci siano macchie, che i sanitari siano stati correttamente sanificati, che nella stanza ci sia un buon odore e che la carta igienica sia nuova. Anche in questo caso che ci siano a disposizione rotoli a sufficienza.

Assicuratevi che non ci sia polvere, che tutto sia stato pulito in maniera consona e, in caso contrario, chiedete che la camera venga sanificata. Oppure un cambio di stanza.

 Le verifiche aggiuntive nella stanza

Ci sono altre cose da controllare quando si entra nella stanza dell’hotel, ad esempio gli orologi. Se ci sono  è importante verificare che non sia stata impostata una sveglia: il rischio è quello di essere disturbati inaspettatamente durante il vostro sonno.

Verificare anche la pulizia del telecomando, viene usato spesso e potrebbe non essere stato pulito con la dovuta cura.

Tra gli altri controlli da fare nella camera dell’hotel vi anche un check della temperatura, se va bene per voi oppure se va modificata. In questo caso, eventualmente, chiedere al personale della struttura di farlo per voi. Inoltre, bisogna verificare se ci sono tutte le cose che venivano segnalate all’atto della prenotazione come, ad esempio, macchina del caffè e bevande: si tratta di servizi che possono essere utili e che, se promessi, non devono mancare.

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Nuova ipotesi sul panorama della Gioconda: potrebbe essere il Lago di Como

Ha suscitato un dibattito senza fine, negli anni, il paesaggio che fa da sfondo alla Gioconda di Leonardo da Vinci. Per alcuni storici dell’arte si trattava di un panorama immaginario e idealizzato, mentre altri hanno ipotizzato legami con specifiche località italiane, quali Bobbio e il ponte Romito di Laterina. Oggi, però, potremmo essere finalmente davanti a una risposta definitiva. La geologa e studiosa del Rinascimento italiano, Ann Pizzorusso, ritiene infatti di essere venuta a capo del mistero di uno dei dipinti più enigmatici e famosi del mondo: si tratterebbe di un ramo del Lago di Como.

Lago di Como e Lecco sullo sfondo della Gioconda

Unendo le sue due competenze, di geologa e studiosa dell’arte rinascimentale, Ann Pizzorusso, che vive tra l’Italia e New York, suggerisce che Leonardo da Vinci avrebbe dipinto sullo sfondo della Monna Lisa diverse caratteristiche riconducibili al Lago di Como, in particolare al ramo lecchese.

Pizzorusso ha accostato il ponte disegnato da Leonardo, la catena montuosa e il lago della Gioconda al ponte Azzone Visconti, uno dei monumenti simbolo di Lecco, costruito tra il 1336 e il 1339 sul fiume Adda con l’obiettivo di migliorare i collegamenti tra la città e il ducato di Milano, alle Alpi sud-occidentali che dominano la zona e al Lago di Garlate, che Leonardo avrebbe visitato 500 anni fa.

Stando a quanto dichiarato dalla studiosa italoamericana intervistata dal quotidiano inglese The Guardian, le somiglianze tra quelle zone e il paesaggio del dipinto sono “innegabili”. Per Pizzorusso solo un esperto in geologia può realizzare che si tratta effettivamente del territorio lecchese. La studiosa ha infatti evidenziato che le rocce di Lecco sono calcaree e che Leonardo da Vinci ha raffigurato le sue proprio in un colore bianco-grigio.

Le precedenti tesi sul panorama della Monna Lisa

In molti si sono nel tempo interrogati non solo su quale fosse la vera identità della Monna Lisa ritratta da Leonardo o sul significato della sua espressione enigmatica, ma anche sul paesaggio raffigurato nel dipinto. Nel 2015 la ricercatrice Carla Glori aveva avanzato le sue tesi per le quali il paese raffigurato sullo sfondo de La Gioconda fosse Bobbio, ipotesi che sarebbero state confermate di recente tramite la scoperta di un gruppo di scienziati che hanno acclarato la presenza di Leoanrdo da Vinci in località Pierfrancesco di Gropparello, vicino a Bobbio, agli inizi del 1500, quando è stato realizzato l’importante dipinto. L’area era inoltre già comprovata come d’interesse geologico per il famoso scienziato.

Nel 2023 un’altra ipotesi si è fatta strada. Stando a quanto rivelato da una ricerca coordinata dallo storico Silvano Vinceti, già autore in passato di altre importanti scoperte sull’opera, quello dipinto alle spalle della Gioconda sarebbe in realtà il ponte Romito di Laterina, in provincia di Arezzo. Proprio in quel periodo, secondo Vinceti, Leonardo si trovava in Val d’Arno, prima al servizio di Cesare Borgia, detto il Valentino, e poi del gonfaloniere della Repubblica di Firenze Pier Soderini.

Ora, però, la tesi di Ann Pizzorusso potrebbe ribaltare quelle precedenti. Concentrarsi sul ponte, per la studiosa, non era sufficiente. “Il ponte ad arco era diffuso in tutta Italia e in Europa e molti erano simili – spiega – È impossibile identificare un luogo esatto solo da un ponte. Tutti parlano del ponte e nessuno parla della geologia”. La studiosa era già nota per aver svolto ricerche sull’autenticità di un altro quadro di da Vinci, “La Vergine delle Rocce”, oltre che per aver scritto numerosi libri in cui legge la storia dell’arte attraversa il filtro delle conoscenze geologiche, come ne “La gemmologia della Divina Commedia”.

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Cosa sono le osmize e perché andarci è un’esperienza unica

Sono luoghi in cui si respira la tradizione enogastronomica ma anche una tipologia di accoglienza che affonda le radici nel passato. Stiamo parlando delle osmize, luoghi di ristoro dell’altopiano carsico nella zona di Trieste, che conservano questa tradizione centenaria e in cui gustare vere e proprie prelibatezze del luogo.

Per sapere quali sono le osmize aperte nella zona di Trieste bisogna verificare sul sito dedicato in cui vengono elencate quelle disponibili quotidianamente. Cosa sono, la loro storia e cosa si può mangiare in questi luoghi della tradizione.

Osmize, cosa sono e come sapere quali sono aperte

Per capire cosa sono le osmize bisogna fare un deciso salto indietro nel tempo e più precisamente al 1784. È in quell’anno, infatti, che l’imperatore Giuseppe II d’Asburgo – tramite un editto – dava l’opportunità ai contadini di commercializzare i loro prodotti; per farlo bastava segnalare la possibilità esponendo una frasca, ovvero un ramo con foglie. Anche adesso le osmize sono riconoscibili proprio per quello, mentre una differenza con il passato sta nei giorni di apertura. In precedenza, infatti dovevano limitarsi a otto giorni (osem significa 8) o ai loro multipli. Oggi le regole sono leggermente diverse e dipendono dai regolamenti dei comuni che si trovano nella zona dell’altopiano carsico.

Ma, a quanto pare, l’origine di questa tradizione va ricercata nella storia ancora più antica, che indicherebbe la genesi delle osmize all’epoca di Carlo Magno, quando il re – e poi imperatore – diede il permesso ai viticoltori di vendere il prodotto in maniera diretta, segnalando il commercio esponendo una frasca d’edera. Tradizione che, pare, sia stata mantenuta anche nel periodo medievale, per essere poi riportata in auge da Giuseppe II d’Asburgo. Secondo la sua ordinanza vi doveva essere una frasca appesa in maniera visibile per indicare l’attività, vi era il limite dei giorni di apertura e si poteva scegliere quanto far pagare.

È possibile conoscere quali sono le osmize aperte in uno specifico giorno grazie all’apposito portale osmize.com che segnala quotidianamente i locali accessibili della provincia di Trieste. Si tratta, in genere, di case o cantine che vengono aperte appositamente.

Come scovare le osmize aperte nei dintorni di Trieste

Fonte: Osmize.com

I contadini aprono le proprie case: le osmize sono luoghi di tradizione nella zona di Trieste

Cosa si mangia nelle osmize

Luoghi di tradizione, in cui sperimentare la cultura enogastronomica dell’altopiano carsico: le osmize sono posti davvero speciali così come quello che si può assaggiare.

La cosa importante da sapere è che qui si possono mangiare solamente prodotti già pronti, che non necessitano di una cucina. Quindi spazio a salumi, come prosciutti, pancetta e salame, uova sode, formaggio, diverse tipologie di alimenti sottaceto, pane e vino. Possono essere proposti anche liquori e qualche dolce come lo strudel.

Una cosa è certa: quelle che vengono portate in tavola sono specialità di questa terra, si tratta infatti di prodotti tipici del territorio che regalano agli avventori la possibilità di arricchire il proprio viaggio attingendo a gusti, sapori e tradizioni del passato che sono giunti sino a noi.

Vale la pena provare le osmize perché regalano a chi le visita l’anima più vera di questi luoghi e quando si viaggia, in fondo, si cerca proprio quello: un’esperienza autentica che rimane tra i ricordi più belli.

Se si sta programmando un viaggio in Friuli Venezia-Giulia, prima di tutto bisogna verificare quali sono le osmize aperte in provincia di Trieste, per selezionare quale raggiungere. E poi vivere pienamente l’esperienza, immergendosi in questa tradizione del passato in cui sperimentare i gusti tipici del territorio.

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Marina di Novaglie, il Salento selvaggio per chi ama il mare profondo

Pensate a un luogo dove il sole splende quasi tutto l’anno, il mare cristallino si infrange lungo coste rocciose e lambisce spiagge paradisiache, e dove l’aria ha il profumo inconfondibile di ulivi e limoni. Benvenuti nel Salento, la terra dei due mari, un angolo di paradiso situato nella parte meridionale della Puglia. Un gioiello del Sud Italia che racconta una storia millenaria e rende fruibile una natura incontaminata tutta da esplorare.

Entrambi i litorali salentini, sia quello sul Golfo di Taranto, bagnato dal Mar Ionio, sia quello sul Canale d’Otranto, affacciato sul Mar Adriatico, regalano paesaggi di rara bellezza grazie a scogliere a picco sul mare, grotte marine, insenature, litorali sabbiosi (spesso paragonati alle Maldive o ai Caraibi), pittoreschi porti e villaggi ricchi di tradizioni. Tra queste perle della costa salentina, spicca anche il luogo ideale per coloro che amano esplorare le profondità del mare e assaporare l’essenza più autentica e selvaggia della Puglia: stiamo parlando di Marina di Novaglie, una frazione del comune di Alessano, situata sul tratto di costa tra Marina Serra e Gagliano del Capo, a soli 9 chilometri da Santa Maria di Leuca.

Marina di Novaglie: un tesoro nascosto

Piccola perla dal panorama suggestivo e dal profondo mare cristallino, Marina di Novaglie è caratterizzata da una costa bassa e rocciosa, ideale per gli amanti delle immersioni subacquee, del canottaggio e della pesca. Vi si accede tramite una strada asfaltata, che parte dalla litoranea e arriva al borgo affacciato sul mare salentino. Una volta giunti a destinazione, si gode di tutta la bellezza di questo tesoro nascosto del sud della Puglia.

Uno dei luoghi più caratteristici di questo villaggio salentino è il porticciolo, scavato nella pietra nell’800 e punto di intensi scambi commerciali con l’Inghilterra per il trasporto dell’olio lampante (utilizzato per l’accensione delle prime lampade e luminarie sulle strade).

Vista su Marina di Novaglie, in Puglia

Fonte: iStock

Marina di Novaglie

Le grotte di Marina di Novaglie: uno spettacolo della natura

La costa di Novaglie, formata da basse scogliere alternate a falesie più imponenti, fa da cornice a splendide cavità naturali, testimoni ancora oggi di antiche memorie storiche. All’interno delle grotte esistono infatti tracce lasciate dall’uomo del Paleolitico che le abitava. In seguito, nel corso dei secoli, questi antri rocciosi sono divenuti luoghi di riparo per i monaci basiliani del Medioevo e, più recentemente, per i pescatori locali.  Alcune di queste suggestive grotte carsiche sono accessibili a piedi, mentre le altre sono la meta perfetta per i più avventurosi, che potranno esplorarle in canoa, kayak o con visite guidate in barca. 

Imboccando il sentiero segnalato a sud del Porto di Novaglie si raggiungono in 20 minuti a piedi le Grotte Cipolliane, antichissimo complesso di caverne scavate in falesie a picco sul mare a circa 30 metri di altezza, quattro più grandi e altre più piccole, che portano testimonianze dell’uomo preistorico e degli animali che popolavano queste terre baciate dal sole.

Fanno parte del complesso suggestivo delle Grotte Cipolliane la Grotta del Presepio, che deve il nome alla sua somiglianza con l’ambientazione di un presepe, e la Grotta dell’Elefante, con i magici riflessi creati dai movimenti dell’acqua e la sua forma che ricorda i tratti di questo imponente animale. In questa grotta è avvenuto un ritrovamento molto importante: un ciottolo intagliato da una mano umana risalente al Paleolitico, una testimonianza dal valore inestimabile conservata nel Museo Civico di Paleontologia e Paletnologia di Maglie, in provincia di Lecce.

Seguendo il Sentiero delle Cipolliane e scendendo verso sud, si raggiunge un altro luogo di rara bellezza: la Grotta del Ciolo accompagnata dall’omonimo Ponte da cui i più coraggiosi compiono tuffi acrobatici a molti metri d’altezza. Chiamata anche “canalone”, l’insenatura di origine fluviale che custodisce la Grotta del Ciolo è incastonata tra imponenti pareti di roccia che arrivano a circa 90 metri di altezza. La piccola baia rocciosa che si immerge nel mare permette di rilassarsi al sole e rinfrescarsi in splendide acque cristalline. Accessibile solo via mare, inoltre, è la splendida Grotta del Laghetto che custodisce al suo interno uno specchio d’acqua fresca, limpida e dalle intense sfumature di colore che variano dal turchese al celeste, fino al blu cobalto delle profondità.

Falesie e mare cristallino in cui sorge la Grotta del Ciolo

Fonte: 123RF

Falesie con la Grotta del Ciolo

Nell’escursione alla scoperta delle spettacolari formazioni rocciose su questo tratto di costa salentina, non può mancare una visita alla Grotta del Diavolo: situata di fronte alla falesia chiamata Punta Rossa nel golfo di Novaglie, è una conca scavata nella roccia stretta e ombrosa, tanto che nell’antichità si pensava che rappresentasse la porta degli inferi (da qui il nome Grotta del Diavolo). Passeggiando al di sopra della falesia che ospita questa cavità, si possono avvistare le rovine della Torre di Novaglie, un’antica torre di avvistamento crollata negli anni.

Anche la piccola Grotta del Porto Vecchio merita una visita: sorge vicino al porticciolo antico ed è un piccolo scrigno di colori, dal bronzo al bianco, con un prato verdeggiante che ne ricopre la parte superiore. Ultima, ma non per importanza, la Grotta Azzurra, che prende il nome dalla danza di sfumature proiettate dai raggi solari riflessi nell’acqua e verso le pareti rocciose. Con due ingressi che portano al suo interno, questa cavità naturale è ampia e appare suddivisa da una formazione di rocce che costituiscono una sorta di barriera.

Le spiagge di Marina di Novaglie

La costa sulla quale si affaccia Novaglie è rocciosa e ricca di falesie a picco sull’acqua. Ma esistono anche molteplici accessi al mare con piccole calette bagnate dalle acque fresche dell’Adriatico. Oltre a quella formata dal canale del Ciolo vista in precedenza, ci si può recare in un’altra piccola baia poco più a nord del centro abitato: il Canalone della Guardiola, un’insenatura incastonata tra alte falesie a picco sul mare. Per arrivare qui, è possibile parcheggiare l’auto lungo la strada litoranea e percorrere a piedi una scalinata che arriva direttamente al canale.

Una vacanza a Marina di Novaglie regala caratteristici scorci sulla meravigliosa costa salentina, tramonti mozzafiato sul mare, terrazze baciate dal sole della Puglia, casette imbiancate e un vero paradiso balneare per chi ama rilassarsi in piccole calette tranquille e poco affollate, oppure immergersi nelle profondità di un mare che riflette tutte le sfumature di colore del cielo più limpido e pulito.

Baia del Ciolo, con l'omonima grotta e il ponte

Fonte: iStock

Baia del Ciolo
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Cammini Viaggi

‘Cammino di Beatrice e le indomite’, un itinerario dedicato alle donne

La provincia di Rieti regala a viaggiatrici e viaggiatori un nuovo, affascinante itinerario ispirato alle donne che hanno segnato la storia della Valle del Salto, ribellandosi alle violenze e alle prevaricazioni. Si chiama “Cammino di Beatrice e le Indomite” e parte dallo splendido borgo di Petrella Salto, dove sorgono i resti della Rocca legata alla triste vicenda di Beatrice Cenci.

Le donne indomite a cui è dedicato il nuovo Cammino

Il “Cammino di Beatrice e le Indomite” prende il nome da Beatrice Cenci, nobildonna tenuta segregata nella Rocca a Petrella Salto dal padre violento, che seviziò e stuprò ripetutamente la figlia, fino a che lei non gli tese un agguato mortale, per il quale venne in seguito decapitata dopo interrogatori e torture, di fronte a Castel Sant’Angelo a Roma insieme alla matrigna, alla presenza di una folla di curiosi.

Il percorso si snoda, quindi, svelando la storia di un’altra donna legata al borgo della Sabina Reatina, Santa Filippa Mareri, la quale sfidò la famiglia pur di riuscire a prendere i voti. Le sue spoglie sono conservate nel monastero di Borgo San Pietro, a pochi chilometri da Petrella Salto.

Lungo l’itinerario che collega i sette comuni che circondano il favoloso Lago del Salto, il più grande bacino artificiale del Lazio, creato dallo sbarramento dell’omonimo fiume nel 1940, si scoprono le storie di altre figure femminili, entrate nel patrimonio culturale del territorio, tra cui anche Cleonice Tomassetti, la sola donna del gruppo di 43 partigiani fucilati dai nazifascisti a Fondotoce. E ancora, circondati da splendidi paesaggi, passeggiando per borghi pittoreschi, si ripercorre il racconto di donne comuni, ma ugualmente forti e determinate, come una maestra elementare, una levatrice, una benefattrice, tutte accomunate dal coraggio di non essersi mai arrese davanti a violenze fisiche e morali o alle negazioni di ruoli e diritti.

Il cammino è stato ideato e creato dall’associazione “Jump ASD-APS” insieme a “Movimento Tellurico”, con il sostegno della Comunità Montana Salto Cicolana e della Rete Nazionale Donne In Cammino, con l’ausilio di associazioni e una serie di attività ricettive della zona per l’aspetto logistico. Un cammino di conoscenza e consapevolezza unico nel suo genere, “da percorrere insieme, donne e uomini, a passo lento, a mente libera e cuore aperto, alla scoperta di bellezze poco conosciute sul sentiero e dentro”, spiegano gli organizzatori.

Il ‘Cammino di Beatrice e le Indomite’: le tappe

Il “Cammino di Beatrice e le Indomite” è uno splendido percorso ad anello che si estende per circa 110 km in sette tappe, attraversando le antiche vie della Comunità montana Salto Cicolano. L’itinerario offre la possibilità di attraversare e conoscere i sette comuni del territorio:

  • Petrella Salto
  • Fiamignano
  • Borgorose
  • Pescorocchiano
  • Marcetelli
  • Varco Sabino
  • Concerviano

Il percorso segue in parte la rete sentieristica del CAI e tratti di importanti cammini, come il Sentiero Italia CAI (SICAI), il Sentiero Europeo E1 e il Cammino Naturale dei Parchi. Nuovi tratti di sentiero sono stati individuati recuperando antiche vie di comunicazione tra i borghi, permettendo così  di creare un itinerario ad anello con partenza e arrivo a Petrella Salto, che collega e comprende per intero il territorio della Valle del Salto. Quest’ultima costituisce il cuore del Cicolano e mette in comunicazione la zona del Reatino e la piana di Rieti a nord con la Marsica a sud. Un territorio che regala escursioni memorabili, tra sentieri storici e scorci panoramici di una bellezza incredibile.

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Costa Azzurra Idee di Viaggio Viaggi

Le Isole d’Oro della Costa Azzurra, sogno a occhi aperti

Le Isole di Hyères, chiamate nell’antichità anche Isole d’Oro grazie ai riflessi dorati del tramonto sulle rocce, sono le più note e apprezzate dell’altrettanto magnifica Costa Azzurra, contraddistinte da una natura incontaminata e lambite da acque turchesi e cristalline.

Sono Porquerolles, il principale centro turistico, Le Levant, dedicata al naturismo, e Port-Cros, parco nazionale e riserva marina.

Autentico paradiso per le immersioni, per le regate con la vela e per emozionanti escursioni in barca dal fondo in vetro per ammirare i fondali che pullulano di vita marina ma non soltanto.

Come arrivare alle Isole d’Oro della Costa Azzurra

Le tre splendide isole sono comodamente raggiungibili dalla cittadina di Hyères oppure dalla penisola di Gens con collegamenti di un’ora per Port-Cros, mezz’ora per Le Levant e una ventina di minuti per Porquerolles.

Su ognuna di esse sono in vigore regole ferree per tutelare lo straordinario patrimonio naturalistico ed è quindi vietato campeggiare, accendere fuochi, pescare, la raccolta delle conchiglie e delle piante, e uscire dai sentieri segnalati.

Porquerolles, eco dei Caraibi

Con la particolare forma a mezzaluna, candide spiagge, costa frastagliata, verdi pini e profumata macchia mediterranea, Porquellos è sicuramente la più affascinante tra le Isole d’Oro della Costa Azzurra, che ricorda un remoto eden caraibico.

Visitabile solo a piedi o in bicicletta, è perfetta per le escursioni, le immersioni, il ciclismo e relax in spiaggia: tra le più incantevoli vanno menzionate La Courtade, la più vicina al paese e a misura di famiglia, Notre Dame, eletta Spiaggia più bella d’Europa nel 2015, la Plage d’Argent protetta da una fresca pineta, e la Spiaggia di Langoustier, amena caletta riparata dal vento.

Tra i punti di interesse vi sono, invece, il punto panoramico mozzafiato Calanque de l’Indienne con maestose scogliere, l’ottocentesco Faro a 84 metri sul livello del mare da cui godere di una vista indimenticabile, la Chiesa di Sainte-Anne, monumento storico, la Fondazione Carmignac, antico casale trasformato in museo che custodisce opere di artisti del calibro di Warhol e Botticelli, e il tipico mulino a vento della Provenza, il Mulino du Bonheur.

Da vedere anche le fortificazioni militari quali il Forte di S. Agatha del XVI secolo, oggi cornice del Porquerolles Jazz Festival, il seicentesco Forte de l’Alycastre e il Forte De Repentanc, ora monastero ortodosso.

Port-Cros, riserva naturale del Mediterraneo

L’isola di Port-Cros è parco nazionale nonché riserva protetta del Mediterraneo per la salvaguardia di fauna e flora con 1800 ettari di mare e 700 di terra.

Aspra e selvaggia, è la scelta ottimale per gli amanti della natura che potranno scoprirla, passo dopo passo, esclusivamente a piedi.

Durante il trekking e le escursioni lungo i numerosi sentieri che si diramano dall’imbarcadero, è consigliabile avere con sé abbondanti scorte d’acqua poiché sull’isola scarseggia.

Levant e lo stile di vita del naturismo

Infine, scopriamo l’isola di Levant, quasi per la sua interezza zona militare tanto che è aperta al pubblico solo una piccola area sulla costa occidentale, dedicata per lo più al naturismo.

Infatti, qui sorge il villaggio di Héliopolis dove il naturismo è praticato non appena il clima lo permette, con rispetto e tolleranza, uno stile di vita che attrae la maggior parte dei turisti tra luglio e agosto.

La pratica del naturismo è permessa dappertutto su Levant, a eccezione della piazza del paese e delle zone pubbliche intorno al porto. Ma non è tutto: diventa obbligatoria sull’unica spiaggia accessibile, la Spiaggia delle Grottes.

Tuttavia, per chi ha il desiderio di esplorare l’isola ma non è naturista, è disponibile un apposito percorso naturalistico (di circa due ore e mezza) che conduce dall’accesso della tenuta, sulla cima del villaggio, al Cirque de la Galère e poi, costeggiando il mare, fino al porto.

Da ricordare che le strade non sono illuminate per cui, al calar del sole, è indispensabile munirsi di torcia.

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Andalusia Idee di Viaggio vacanze Viaggi

No scali, no stress: Club Med ti porta in vacanza con volo diretto

Paesaggi da cartolina, culture lontane, esperienze immersive nella natura, sport, coccole e relax: è tutto quello che si desidera per le vacanze. A volte però il timore di un viaggio troppo stancante e lungo, di scali eterni e stressanti ci costringono a rinunciare, specialmente se si parte in famiglia o se il tempo a disposizione è poco. Zero stress e nessuna rinuncia per chi parte con Club Med, che per l’estate propone diverse destinazioni da sogno raggiungibili comodamente con un volo diretto. Una vacanza senza pensieri, garantita anche dalla formula Premium All Inclusive, che oltre al pernottamento e trasferimento comprende tutti i comfort e i servizi, dalla cucina gourmet alle escursioni, dalle attività sportive all’intrattenimento per tutte le età. E con i trasferimenti inclusi non bisogna pensare proprio a nulla se non a godersi la vacanza.

In Andalusia, tra cultura, natura e sport

La Spagna è senza dubbio una delle mete preferite dagli italiani per le vacanze. Club Med Magna Marbella si trova a soli 40 minuti dall’aeroporto di Malaga ed è il perfetto punto di partenza per scoprire l’Andalusia, una regione incantevole per la sua natura, per il mare e la sua cultura e tradizione. Il Club Med Magna Marbella vanta 14 ettari di giardini a terrazze e ben tre piscine di cui una dedicata solo agli adulti. Tantissime le attività proposte per tutte le età, come escursioni e visite, serate di danze e musiche andaluse, ma anche sport, tra cui golf, tennis e padel, con lezioni di gruppo incluse. Vacanza anche per il palato, perché a Marbella la Gourmet Lounge è a disposizione tutto il giorno per una colazione tardiva, per gustare le tradizionali tapas spagnole o per una cena al tavolo con i migliori piatti della cucina locale.

Fonte: Ludovic Balay

Club Med Magna Marbella – Spagna

Il mare cristallino della Grecia

Paesaggi mozzafiato, colori e profumi indimenticabili in Grecia. Qui sorge Club Med Gregolimano, in un’isola incontaminata del mar Egeo, nel cuore di un parco di 19 ettari, ai piedi delle montagne, e affacciato su una baia dal mare cristallino e paradisiaco. Un sogno a 3 ore dall’aeroporto di Atene, perfetto per ricaricare le batterie, sdraiati su un’amaca all’ombra dei pini o sorseggiando un succo appena spremuto dal Beach Bar. Una vacanza senza pensieri, grazie ai deliziosi cocktail da gustare al tramonto, alla cena gourmet vista mare con le specialità locali e internazionali; e alle tante attività incluse, come i corsi di vela, le sfide a padel, le corse sugli sci d’acqua e i balli in pista.

Avventure atlantiche in Portogallo

Tra le mete più vicine e apprezzate, c’è il Portogallo. Club Med Da Balaia in Algarve sorge su una meravigliosa scogliera, con vista sull’oceano Atlantico e su una lingua di sabbia bianca.  Comodo anche per le famiglie, questo Resort, a 40 minuti dall’aeroporto di Faro, accoglie due piscine, di cui una Zen sostenibile e senza cloro, meravigliosa, purificata esclusivamente dalle piante, accessibile solo agli adulti. Ma è il golf il vero protagonista del Club Med Da Balaia, che include una scuola con lezioni di gruppo nei prestigiosi campi sulla scogliera di Algarve, rinomati in tutto il mondo. Un viaggio per tutti i sensi e cucina di qualità alla Vasco Gourmet Lounge, dove tra le altre cose è possibile assaggiare gli espetadas, i famosi spiedini di manzo locali, ma anche i pesci manteiga o gli spiedini di carne alla griglia.

Fonte: Véronique Dupard Mandel

Club Med Da Balaia – Portogallo

Turchia, non solo mare

Richiama mondi e culture lontane, eppure la Turchia è raggiungibile senza passaporto, con un solo volo diretto da Milano Malpensa su Antalya. Due i Resort Club Med in Turchia, circondati da un fascino unico e ricco di storia. Club Med Palmiye si trova, invece, di fronte ai monti Taurus e profuma di mimose e di agrumi. Il verde dei suoi meravigliosi giardini con alberi a spirali contrasta con l’azzurro del mare e con l’argento della sabbia. Anche qui sono tantissime le attività, dallo sport al relax per tutta la famiglia, dalle degustazioni gourmet all’esperienza a bordo di un caicco, la tradizionale barca in legno da cui tuffarsi per esplorare da vicino i pesci e nuotare nell’acqua cristallina.

Fonte: Bruno Van Loocke

Club Med Palmiye – Turchia

Marrakech, un’oasi di pace in Marocco

I colori, la luce e le linee di Club Med Marrakech La Palmeraie rimangono impressi a lungo, anche dopo il rientro a casa. L’ocra dei mattoni, il verde dei giardini e quelle linee morbide che inspiegabilmente rilassano alla sola vista sono il palcoscenico di una proposta di vacanza all’insegna della scoperta di una delle città più belle del Marocco. Oltre al relax in piscina, ai 1001 trattamenti orientali per il benessere e di bellezza o a una partita a golf ai piedi delle montagne dell’Atlante, la vacanza al Club Med Marrakech La Palmeraie (a soli 20 minuti dall’aeroporto) propone visite alla Medina, specialità marocchine al nuovo ristorante El Kebir, campeggio sotto le stelle o una passeggiata nella terrazza panoramica con vista mozzafiato.

Un tuffo nel Mediterraneo e panorama mozzafiato: la Sicilia di Club Med

Chi lo dice che per una vacanza da sogno sia necessario andare all’estero? In Sicilia, il Club Med Cefalù, a un’ora dall’aeroporto di Palermo, è l’unico Resort Exclusive Collection del Mediterraneo, per chi desidera circondarsi di bellezza, nella pace e riservatezza, senza però rinunciare a tutti i comfort. Il Resort sorge su una scogliera vista mare nel cuore delle Madonie, considerato dall’UNESCO Patrimonio mondiale dell’Umanità e offre esattamente tutto quello di cui si ha bisogno per una vacanza rigenerante. Le Villette Deluxe sono immerse negli splendidi giardini mediterranei, con terrazza privata su un paesaggio da cartolina. Incluse nel pacchetto, ci sono lezioni di tennis, di vela, di yoga o padel, ma anche escursioni per conoscere questo angolo di Sicilia. Specialità locali e materie prime selezionate sui piatti della Gourmet Lounge; champagne illimitato dalle ore 18 ed eventi bordo piscina tutti i giorni sono alcune delle proposte. Per il relax più totale, la spa offre trattamenti per il corpo e la piscina Zen naturale filtrata dalle sole piante, a strapiombo sulla baia, è riservata solo agli adulti.

Fonte: François Peyranne

Club Med Cefalù – Sicilia

La promo voli per l’estate

 Prenotare una vacanza Club Med raggiungibile con volo diretto non è mai stato così facile. Prenotando fino al 17 giugno 2024 per soggiorni da 3 a 28 notti da maggio al 28 settembre 2024 all’interno di una selezione di Resort raggiungibili con Volo diretto  (Palmiye, Gregolimano, Marrakech, Marbella, Da Balaia), si può avere una riduzione fino al 20% (fino a -700€/pers in camera superior e -900€/pers max in camera deluxe e suite) sul prezzo pacchetto volo + soggiorno (esclusi quota associativa annuale, servizi con supplemento, eventuali tasse e tasse di scalo).