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Itinerario tra quattro borghi d’arte in Toscana

Vede la luce un nuovo progetto per la valorizzazione del patrimonio artistico, culturale e paesaggistico del territorio della Valle Tiberina e della Val di Chiana, dal titolo “Rinascimento in Valtiberina e Valdichiana“, alla scoperta di capolavori unici, testimoni del genio di Piero della Francesca, Donatello, Bartolomeo della Gatta e altri grandi maestri.

Voluto dall’intesa dei quattro comuni di Castiglion Fiorentino, Citerna, Monterchi e Sansepolcro (l’idea progettuale è sostenuta dal critico d’arte Vittorio Sgarbi e la produzione è a cura di Maggioli Cultura e Turismo) l’itinerario prevede un sistema unico di comunicazione e promozione con particolare riferimento al periodo rinascimentale e alla eccezionale fioritura di maestri e capolavori che lo hanno caratterizzato e che ancora oggi costituisce una straordinaria eredità identitaria.

Rinascimento in Valtiberina e Valdichiana, 400 chilometri di arte

Bartolomeo della Gatta, Piero della Francesca, Donatello e altri maestri hanno lasciato opere capitali in un territorio delimitato tra la Valdichiana e la Valtiberina, per un itinerario di poco più di 40 chilometri da percorrere in un contesto paesaggistico incantevole, arricchito da una straordinaria offerta enogastronomica.

Si tratta di un’autentica “mostra permanente e diffusa” di capolavori dell’arte, frutto della propensione a produrre bellezza e della capacità di conservarla, una ricca collezione di opere fruibile da tutti, secondo un itinerario libero e personalizzabile dal visitatore in base alle proprie esigenze e attese, che si snoda tra chiese e musei, camminando lungo antiche strade e rivolgendo lo sguardo verso paesaggi unici.

L’obiettivo del progetto è realizzare un sistema di comunicazione e promozione che, partendo dalle attrattive del territorio, incentivi le persone a percorrerlo e a scoprirlo.
Tenendo conto delle più aggiornate tendenze del mercato turistico a matrice culturale, prevede la creazione di un’immagine coordinata del materiale di comunicazione e di strumenti digitali con contenuti originali e in doppia lingua (italiano e inglese), in particolare: un portale web dedicato all’intero circuito culturale che farà da vetrina digitale delle strutture e dei servizi offerti con approfondimenti, informazioni e aggiornamento continuo, una campagna fotografica professionale dal tono emozionale, un virtual tour aereo per l’intera area e virtual tour dei siti che accolgono le opere d’arte.

Promosso mediante una mirata campagna di promozione e advertising e un’attività di social media management, include anche una serie di eventi significativi il cui primo appuntamento è una lectio magistralis a cura del critico d’arte Vittorio Sgarbi, che si terrà il 26 aprile a Sansepolcro.

I quattro borghi protagonisti

Conosciamo meglio i quattro borghi protagonisti del progetto “Rinascimento in Valtiberina e Valdichiana” e partiamo con Castiglion Fiorentino, abitato già in epoca preistorica e protostorica: centro etrusco della Valdichiana e borgo medievale su di un piccolo colle, è ricco di storia, arte e cultura come si nota passeggiando lungo il pittoresco centro storico.
Qui, infatti, catturano lo sguardo numerosi monumenti religiosi e civili come la Porta Fiorentina, il Palazzo Comunale, il Loggiato Vasariano (rinascimentale), la Chiesa di Sant’Angelo che conserva pregevoli dipinti di Bartolomeo della Gatta, Taddeo Gaddi e Margarito, e l’area del Cassero, notevole centro artistico e storico con l’alta torre che è simbolo del borgo.

Nel circuito dei Borghi Più Belli d’Italia, Citerna domina la Valle del Tevere e, tra le due mura, custodisce memoria del suo importante passato: il monastero di Santa Elisabetta, la cinquecentesca Chiesa di San Francesco definita “chiesa museo” per le preziose opere al suo interno, la Torre Civica, la seicentesca Chiesa di San Michele Arcangelo, l’elegante teatro Bontempelli costruito nel Cinquecento e la Rocca, la parte più antica del Castello.

Grazioso borgo della provincia di Arezzo, Monterchi è tappa da non perdere per immergersi nella vita e nelle opere di Piero della Francesca, genio del Rinascimento: sono infatti inestimabili i suoi tesori come il Museo della Madonna del Parto, dove osservare da vicino l’affresco che svela la maestria del Maestro e il Museo delle Bilance con una collezione di ben 160 tipologie di bilance.

Infine, Sansepolcro, borgo natio di Pietro della Francesca, vanta un piacevole centro storico dove ammirare il Duomo dedicato a San Giovanni, il seicentesco Palazzo delle Laudi, oggi Municipio, la cinquecentesca fortezza medicea, la casa natale del celebre pittore e molti palazzi di spicco tra cui vanno citati Palazzo Pichi, Palazzo Giovagnoli e Palazzo Pichi – Sermolli.

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Consigli linee aeree Viaggi

Ecco perché in aereo è importante allacciare le cinture

Quando si sale su un aereo, uno dei primi compiti che il personale di bordo richiede ai viaggiatori è quello di allacciare le cinture di sicurezza. Sebbene c’è chi crede che sia solo una noiosa precauzione poco utile, in realtà la cintura che ci lega al sedile è fondamentale per prevenire conseguenze anche gravi in caso di incidenti, turbolenze, maltempo o avarie.

Nonostante sia ormai riconosciuto che l’aereo sia il mezzo di trasporto più sicuro, durante un volo potrebbero verificarsi emergenze e movimenti bruschi che potrebbero minare la sicurezza e l’incolumità delle persone a bordo. Le cinture di sicurezza in aereo, infatti, possono fare la differenza tra un’esperienza sicura e piacevole e una pericolosa e indimenticabile. Lo sanno bene le persone a cui sono già capitati episodi poco piacevoli durante il volo, che hanno causato loro contusioni o fratture, oltre allo spavento, perché non erano legate al sedile o stavano camminando lungo il corridoio.

Ma perché è così importante allacciare le cinture sull’aereo? Le cinture si sicurezza aiutano a proteggere i passeggeri in caso di qualsiasi tipo di imprevisto lungo il viaggio in alta quota, ma vediamo nel dettaglio tutti i motivi per cui allacciarsi la cintura durante il volo.

Protezione durante le turbolenze o i “vuoti d’aria”

Quasi la totalità dei voli, durante il viaggio, incontra momenti in cui si verificano delle turbolenze. In molti casi sono leggere e quasi impercettibili, risultando completamente innocue, in altri casi possono diventare molto più intense e impreviste, causando movimenti bruschi dell’aereo.

Le turbolenze (leggere, moderate o severe) sono generate dal rimescolamento dell’aria creato dallo scontro tra due masse, una calda e una fredda. Questo genera movimenti irregolari dell’aereo, che vengono chiamati anche “vuoti d’aria” per la sensazione di cadere (anche se tecnicamente questo non avviene, poiché l’aria è sempre presente e sostiene il velivolo).

Allacciare la cintura di sicurezza garantisce la sicurezza dei passeggeri mentre si attraversano zone di turbolenza. Si riduce notevolmente il rischio di cadere o sbattere contro elementi che possono provocare lesioni o fratture e (nei casi di turbolenze più severe) di essere sbalzati sul soffitto dell’aereo.

Atterraggio e decollo in sicurezza

Durante le fasi di decollo e di atterraggio, le più critiche del volo, l’aereo è più suscettibile a improvvisi cambiamenti di velocità e di altitudine. Allacciare le cinture di sicurezza permette di tenere i viaggiatori ben saldi al sedile e in caso di movimenti improvvisi e bruschi, come accelerazioni o decelerazioni, oppure innalzamenti di quota significativi, riduce il rischio di incidenti e lesioni.

Prevenzione contro le emergenze in volo

Anche durante eventuali emergenze in volo, come una perdita di pressione in cabina, le cinture di sicurezza possono fare la differenza per evitare danni e lesioni. Nessuno può prevenire il verificarsi o meno di un’emergenza di questo tipo durante un viaggio aereo ed è per questo che generalmente viene consigliato di mantenere le cinture di sicurezza allacciate durante l’intero volo.

Sicurezza contro temporali e “downburst”

Anche gli eventi climatici intensi (come temporali, fulmini, grandine) possono provocare movimenti irregolari e bruschi del velivolo, sebbene i piloti tendano a evitarli per quanto possibile poiché possono rischiare di costituire un pericolo per l’incolumità dei viaggiatori, anche se la struttura del velivolo è progettata appositamente per resistere anche agli stress più intensi.

Tra gli eventi atmosferici più gravi, il cosiddetto “downburst”, ovvero lo scontro di correnti discendenti estremamente forti durante un temporale, è uno dei più pericolosi per un volo, soprattutto in fase di atterraggio. A differenza delle turbolenze, che sono normali e tendenzialmente innocue per l’aereo, i downburst spingono violentemente il mezzo verso terra, causando cambiamenti di quota considerevoli e pericolose vibrazioni per i passeggeri.

A tal proposito, è bene tenere a mente che, purtroppo, con i cambiamenti climatici in corso, i temporali e i fenomeni atmosferici potrebbero diventare sempre più frequenti. Per questo le cinture di sicurezza sono essenziali per tenere ben saldi al sedile i passeggeri in caso si verifichino tali eventi.

Rispetto delle norme di sicurezza

Le cinture di sicurezza in aereo sono obbligatorie per legge e costituiscono una parte essenziale delle norme di sicurezza dell’aviazione. Il rispetto ti tale obbligo viene garantito dal personale di bordo, che controlla che i passeggeri siano legati prima del decollo e prima dell’atterraggio. Chiede inoltre di utilizzare le cinture durante tutto il volo, soprattutto nelle fasi più delicate che tipicamente vengono annunciate con appositi segnali luminosi e acustici.

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I requisiti e i servizi di un albergo a 5 stelle in Italia

Sappiamo che gli hotel a 5 stelle sono quelli che offrono ai loro ospiti maggiori servizi e lusso, ma quali sono gli standard che devono raggiungere per ottenerli?

Innanzitutto, è bene sapere che si tratta di una tipologia di classificazione che viene data su base oggettiva e che deve corrispondere a determinati parametri. Questo può consentire ai viaggiatori di sapere in anticipo che hotel stanno scegliendo e quali sono i servizi che si possono aspettare durante il loro soggiorno.

La normativa di riferimento è datata 2008 e si tratta di un Dpcm, poi pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’11 febbraio 2009: sulla base di questa documentazione vengono stabiliti i dettagli grandi e piccoli che deve rispettare un hotel per arrivare alle cinque stelle, oltre che – naturalmente – anche tutti i servizi per le classificazioni precedenti. Il range delle strutture in Italia va da una a cinque stelle. In questo ultimo caso anche lusso o superior.

Quindi, quando si sceglie in che tipologia di struttura soggiornare per una vacanza o un viaggio, bisogna valutare che tipo di servizio desideriamo, oltre al prezzo e alla posizione. Quelli che servono per avere la classificazione 5 stelle.

Alberghi a 5 stelle: quali sono i servizi

Gli alberghi a 5 stelle sono quelli che garantiscono ai vacanzieri tantissimi servizi diversi, ma quali sono quelli più importanti che permettono di ottenere la classificazione?

Tra quelli più importanti che deve garantire una struttura ricettiva dotata di 5 stelle vi è la reception aperta 24 ore su 24, ma non solo anche il bar (o i bar) dovranno avere la medesima disponibilità per le camere. Inoltre, gli addetti che si interfacciano con gli ospiti devono conoscere almeno tre lingue straniere.

Ogni spazio deve essere dotato di riscaldamento e climatizzatore e il personale deve indossare appositi uniformi. Tra gli altri servizi di cui possono disporre gli ospiti vi sono: apposite sale dove poter fare riunioni e conferenze, parcheggio (anche quello aperto 24 ore su 24 che copra l’80 per cento delle camere), lavaggio e stiratura dei capi di abbigliamento in giornata. Vi sono inoltre il servizio di trasporto bagagli a cura di personale predisposto. Non devono mancare, naturalmente, servizio fax e fotocopiatrice e wi-fi per gli ospiti.

Le camere degli Hotel a 5 stelle: tutti i dettagli

Anche le camere degli hotel a 5 stelle devono rispondere a determinati requisiti. Innanzitutto, devono essere almeno sette e avere delle specifiche dimensioni minime. La stanza singola deve svilupparsi su almeno 9 metri quadrati, la doppia 16 e, per ogni posto letto aggiuntivo, devono esserci 6 metri quadrati in più. Il bagno deve essere 5 metri quadrati.

Nel bagno, che deve chiaramente essere completo di tutto, devono esserci teli, accappatoi e tutto ciò che può servire per l’igiene personale, oltre a un asciugacapelli. Nella stanza, invece, oltre all’arredamento base: spazio per i bagagli, poltrona, tv, rete satellitare, telefono, cassetta di sicurezza, frigo bar, dispositivi per la chiamata degli addetti della struttura e tutto ciò che serve per ridurre i rumori.

I servizi nelle stanze

Anche i servizi che vengono garantiti nelle stanze sono importanti per determinare le stelle di una struttura. A partire dalla pulizia, che deve essere effettuata una volta al giorno con anche un riassetto nel pomeriggio.

La biancheria (di camera e bagno) deve essere cambiata ogni giorno, a meno che il cliente non chieda di procedere diversamente per tutelare l’ambiente.

Colazione e ristorante negli hotel 5 stelle

Da non sottovalutare anche la parte colazione e ristorante. Infatti entrambe devono essere servite in una sala apposita (per la colazione, in alternativa, nella stessa adibita a ristorante) ed entrambi i servizi devono poter essere forniti anche in camera. Negli orari predisposti.

Le strutture 5 stelle: cosa dobbiamo aspettarci

Gli spazi comuni delle strutture che hanno ottenuto le cinque stelle devono avere alcune caratteristiche. Tra queste: televisore ad uso comune, così come un telefono, un ingresso protetto da portico o pensilina, uno luogo adibito a guardaroba e deposito bagagli e sala ristorante. A questi si aggiungono altre aree: bar, spazio per lettura o divertimento e servizi igienici.

Lusso o superior: cosa cambia

Ci sono alcuni hotel 5 stelle che si possono fregiare anche della denominazione lusso o superior.

Ma che cosa vuol dire? nello specifico significa che sono in possesso di standard di classe interazionale. Qualche esempio? Vista panoramica, struttura particolarmente pregiata, qualità del servizio, ad esempio capace di essere personalizzato per ogni cliente, parchi, piscine e arredamento e complementi particolarmente pregiati. Ma si tratta solo di alcune delle numerose caratteristiche che devono possedere.

I dati italiani

Interessante vedere i numeri che caratterizzano la presenza degli alberghi a 5 stelle nel nostro paese. In Italia, dati del 2023, ci sono 668 hotel che presentano questa classificazione. Di questi la maggior parte si trova nelle seguenti regioni: Toscana, Lazio, Campania, Veneto e Lombardia. Il numero delle camere è di 44.768.

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Che cos’è un riad del Marocco, l’ideale per una vacanza low cost

Scoprire l’anima più vera di un luogo, significa abbracciarne la cultura, sperimentarla sulla propria pelle, comprenderne le usanze e le tradizioni.

Ecco perché, se si visita il Marocco, si deve provare a soggiornare in un riad, abitazione tipica di questo luogo, caratterizzata in particolare dal fatto da essere costruita intorno a un giardino interno. Si tratta di luoghi in cui la tradizione risuona a ogni passo, apparentemente chiusi su loro stessi e sull’esterno, ma aperti su cortili dove vi sono fontane e vegetazione lussureggiante.

Palazzi finemente decorati, che richiamano la cultura di questi luoghi, ma che ricordano anche le ville degli antichi romani e l’architettura arabo – andalusa. Un connubio perfetto, che regala a chi li visita l’anima più vera di questi luoghi. Cosa sono e perché vale la pena dormire in un riad in Marocco.

I riad in Marocco, cosa c’è da sapere su queste abitazioni tradizionali

Riad o, meglio, ryad, significa giardini perché sono proprio quelli il cuore pulsante di queste abitazioni tradizionali, esempio di architettura spontanea del Marocco.

L’edificio, infatti, si sviluppa intorno a giardini interni e le stanze, invece di affacciarsi verso l’esterno, hanno come vista proprio questi luoghi lussureggianti, scrigni di privacy e bellezza. In genere vi è anche una fontana, o comunque dell’acqua, e possono svilupparsi su più piani. Oggi si possono trovare anche su più moduli con un numero maggiore di giardini.

Il cortile di un riad in Marocco, intorno al quale si sviluppa l'abitazione

Fonte: iStock

Il cortile cuore dei riad in Marocco

Un’altra caratteristica dei riad marocchini sono le decorazioni: dove si posa l’occhio vi sono i tipici motivi geometrici ad abbellire ogni angolo e a impreziosire queste strutture la cui storia va ricercata nel passato più remoto.

La storia dei riad marocchini

A quanto pare, sono state proprio le celebri domus romane a dare l’ispirazione per la nascita dei riad, a cui si aggiunge anche l’architettura arabo – andalusa. Quindi è nel periodo della dinastia degli Almoravidi che queste particolari costruzioni hanno iniziato ad avere l’aspetto attuale.

Una commistione di stili e di culture ha dato vita ai riad come li possiamo vedere ancora oggi. Un tempo erano abitati dai ricchi e si trovavano soprattutto nelle Medine, ovvero nei centri storici delle città. Si sviluppavano su più piani e le finestre e i balconi rivolti verso l’interno, non solo garantivano la privacy dei loro abitanti, ma permettevano anche di creare uno spazio lontano dal calore e dal caos cittadino.

Questo li rendeva, e li rende ancora oggi, luoghi in cui godere di pace e silenzio, immersi nella bellezza della natura e della mano dell’uomo, che si riflette anche nei dettagli di piastrelle e mosaici finemente decorati.

Le decorazioni di un riad in Marocco

Fonte: iStock

Marocco, le decorazioni di un riad

A quanto pare, è intorno agli anni Novanta che è stato promosso un piano di salvaguardia e tutela di queste strutture e oggi – spesso – sono state trasformate in alberghi e sono una soluzione fantastica per soggiornare in Marocco e per sperimentare la cultura più vera di questa terra.

Dove soggiornare nei riad in Marocco: i prezzi

Sono veri e propri rifugi, colmi di bellezza, spazi in cui il caos della vita può essere lasciato alle spalle per godere del fascino di un luogo senza tempo.

Quando si visita il Marocco si può soggiornare in un riad: vale la pena farlo per tantissime ragioni, tra queste anche quella che possono essere una soluzione economica. Marrakech, Fez o Casablanca sono solo alcuni dei luoghi da raggiungere e che in genere fanno parte degli itinerari di viaggio di chi parte alla scoperta del Marocco.

I prezzi per dormire in un riad variano molto e possono oscillare dai 40 ai 100 euro per notte (calcolati su due persone).

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Biennale d’arte di Venezia, date, biglietti e info per visitarla

La Biennale d’arte di Venezia è uno degli eventi culturali più prestigiosi al mondo che celebra l’arte contemporanea in tutte le sue forme in una cornice unica e suggestiva.

Quest’anno, torna con la 60ª edizione, curata e diretta da Antonio Pedrosa, dal titolo “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere”, pronta  a esplorare l’identità, la diversità e il complesso tema dell’essere stranieri, sia di fronte a sé stessi che di fronte agli altri.

Inoltre, per la prima volta, l’esposizione è suddivisa in due aree distinte: il “Nucleo Storico” che propone opere internazionali del XX secolo e il “Nucleo Contemporaneo” che espone le opere di artisti contemporanei.

Saranno 88 i Paesi partecipanti alla Biennale di Venezia 2024, nel cuore storico cittadino, ai Giardini e all’Arsenale, con quattro new entry ovvero l’Etiopia, la Repubblica del Benin, la Repubblica di Democratica Timor Est e la Repubblica Unita della Tanzania. Debuttano, invece, con un padiglione proprio il Senegal, il Nicaragua e la Repubblica di Panama mentre il Padiglione della Santa Sede si colloca presso la Casa di reclusione femminile alla Giudecca.

Infine, non mancheranno una vasta gamma di eventi collaterali ad arricchire il già vivace panorama culturale veneziano, un’occasione unica per immergersi nell’arte contemporanea e scoprire le ultime tendenze del panorama artistico mondiale.

Le date della Biennale di Venezia 2024

L’edizione 2024 della Biennale di Venezia si svolgerà dal 20 aprile al 24 novembre, ai Giardini e all’Arsenale.

Dal 20 aprile al 30 settembre osserverà gli orari estivi, dalle ore 11 alle ore 19 con ultimo ingresso alle 18.45. Solo per la sede dell’Arsenale, fino al 30 settembre il venerdì e il sabato apertura prolungata fino alle ore 20 con ultimo ingresso alle 19.45.

L’orario autunnale, invece, sarà in vigore dal 1 ottobre al 24 novembre dalle ore 10 alle ore 18 con ultimo ingresso alle 17.45.

Giorno di chiusura il lunedì, tranne 22 aprile, 17 giugno, 22 luglio, 2 e 30 settembre, 18 novembre.

I biglietti per la Sessantesima edizione della Biennale

La vendita dei biglietti e delle visite guidate alla Biennale di Venezia 2024 avviene online sul sito ufficiale (presso gli Infopoint ai Giardini in viale Trento e all’ Arsenale in Riva di Ca’ di Dio è attivo un servizio di cortesia per l’assistenza all’acquisto del biglietto di ingresso e delle visite guidate a partenza fissa). La commissione di preventiva è di 0,50 centesimi.

Le tariffe dei biglietti a ingresso singolo sono:

  • Intero 30 euro
  • Ridotto 20 euro (residenti Comune di Venezia, over 65. Verifica del documento d’identità all’ingresso)
  • Ridotto 16 euro (studenti e/o under 26. Verifica del documento d’identità all’ingresso)

Ci sono poi i biglietti multingresso: 40 euro per il biglietto valido per 3 giorni consecutivi (esclusi i giorni di chiusura), 50 euro per 7 giorni consecutivi, 20 euro “Biennale Sessions” per università convenzionate con prenotazione obbligatoria e minimo 50 partecipanti.

Per un minimo di 10 partecipanti, sono disponibili i biglietti gruppo, validi per un singolo ingresso per sede espositiva, Arsenale e Giardini: 20 euro adulti, 15 euro università, 10 euro per gli studenti delle scuole secondarie.

Per quanto riguarda gli accrediti, le tariffe sono:

  • 75 euro Intero
  • 50 euro Ridotto residenti Comune di Venezia
  • 45 euro Ridotto studenti e/o under 26

Tariffe dedicate per persone con disabilità che potranno fruire di un biglietto ingresso singolo ridotto a 20 euro acquistabile presso gli Infopoint (Giardini in Viale Trento e Arsenale in Riva di Ca’ di Dio) e per i soci FAI, ACI, COOP, CRAL DOGANE, OCRAD, TCI, VENEZIA FC a 26 euro (ingresso singolo) presentando la tessera associativa agli Infopoint.

L’ingresso gratuito è riservato ai bambini fino ai 6 anni compiuti, all’accompagnatore di persona con invalidità certificata (se specificato nella documentazione) e agli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado che usufruiscono dei Servizi Educational.

Altre informazioni pratiche

Le due sedi della Biennale, i Giardini e l’Arsenale, sono indipendenti ma complementari poiché fanno parte di un’unica mostra: la visita può iniziare sia da una che dall’altra sede e il biglietto dà accesso a entrambe. Ricordiamo che i biglietti sono validi per un ingresso in ciascuna sede, non è consentito uscire e rientrare.

La durata media della visita per ciascuna sede è di circa tre ore e la distanza tra i Giardini e l’Arsenale è di una decina di minuti a piedi.

Per le persone con difficoltà motorie, è attivo un servizio di cortesia con auto elettriche. È altresì possibile (fino a esaurimento scorte) richiedere in loco carrozzelle, passeggini, passeggini a triciclo, sedie a rotelle e deambulatori.

Chi volesse portare con sé il proprio cane, può prenotare (con almeno 24 ore di anticipo) il servizio a pagamento di custodia e accompagnamento dei cani a cura delle operatrici cinofile di Bauadvisor.

Non mancano servizio di guardaroba per piccoli oggetti, bar, ristorante, servizi igienici con fasciatoio, bookshop e infopoint.

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Volo insonne, ecco i trucchi infallibili per dormire in aereo

Riuscire a chiudere gli occhi e cadere tra le braccia di Morfeo durante un volo aereo rappresenta una sfida perenne per i viaggiatori. I voli più lunghi, inoltre, possono diventare stressanti se, oltre a non scegliere il posto adatto alle proprie esigenze, non si riesce nemmeno a riposare dormendo qualche ora. Tuttavia, esistono alcune strategie ben precise per riuscire a godersi qualche ora di sonno ad alta quota. Vediamo i trucchi infallibili per dormire in aereo e dire finalmente addio ai lunghi voli insonni.

Addio voli insonni: cosa fare per riuscire a dormire?

Siete i soliti che non riescono proprio a dormire durante un volo? Provate a mettere in pratica questi semplici consigli per non essere più vittime di voli insonni e, finalmente, dormire (bene) combattendo anche il jet lag. Alcuni di questi li ha messi nero su bianco anche il dottor David Hamer, professore di Medicina e Salute Globale all’Università di Boston e responsabile della clinica mobile del Boston Medical Center. Vediamoli tutti.

Modifica l’ora i cui vai a dormire prima della partenza

Il primo importante consiglio è quello di regolare il tempo di riposo nei giorni precedenti alla partenza, in modo da adattare i tuoi bioritmi prima ancora di giungere a destinazione, rendendo meno traumatico l’arrivo in un luogo in cui magari il giorno e la notte sono invertiti rispetto alla località di partenza. “È abbastanza noto che reimpostare l’orologio biologico un’ora al giorno per ogni ora di differenza oraria è efficace”, ha detto il dottor Hamer.

Per i viaggi verso destinazioni orientali, dove l’orologio è più avanti, il consiglio è quello di anticipare l’ora di andare a dormire un’ora prima ogni notte per alcune notti prima del viaggio, fino a raggiungere la differenza di ore con il luogo in cui ti recherai.

Nel concreto, poniamo il caso in cui tu sia abituato ad andare a dormire intorno a mezzanotte e immaginiamo che voglia viaggiare in Indonesia. Prendendo il fuso orario di Bangkok (+6 ore rispetto all’Italia), allora per i sei giorni precedenti al volo potresti andare a dormire un’ora prima in più rispetto al solito: alle 23.00 il primo giorno, alle 22.00 il secondo e così via, fino ad arrivare alla notte prima della partenza andando a dormire alle 18.00 (che a Bangkok è mezzanotte). Certo, riuscire a farlo non è semplice, ma questo ti aiuterebbe ad adattarti subito al fuso orario della località in cui programmi di andare, perché avrai accorciato o addirittura azzerato la differenza di ore del sonno-sveglia.

In caso dovessi viaggiare verso destinazioni occidentali, invece, il calcolo è inverso: vai a dormire un’ora più tardi ogni notte nei giorni precedenti. Solitamente è più facile adattarsi in questo caso.

Seguendo questo consiglio, calcola a che ora addormentarti in volo, in modo tale da arrivare a destinazione riposato e già regolato con i ritmi sonno-sveglia della destinazione.

Mangia e bevi moderatamente mentre sei a bordo

Un altro consiglio è quello di mangiare a bere poco mentre si è a bordo. Il dottor Hamer suggerisce inoltre di nutrirsi solo quando si avverte lo stimolo della fame.

Sembrerebbe anche che alcuni cibi possano favorire maggiormente il sonno, come quelli ricchi di carboidrati, mentre altri lo ostacolerebbero. Anche le bevande hanno diversi effetti sul nostro organismo e sul sonno. Il suggerimento è quello di evitare troppa la caffeina (a meno che si stia per atterrare) e l’alcol, ma vale l’eccezione del vino. “Il vino aiuta, purché in piccole quantità. Non più di uno, massimo due bicchieri per volo, poiché potrebbe interferire con la qualità del sonno”, ha aggiunto.

Attenzione ai medicinali

Molte persone scelgono di aiutarsi con prodotti farmaceutici che stimolano il sonno, come i sonniferi. Il dottor Hamer, però, li sconsiglia: “Non li uso per due motivi. Possono peggiorare i sintomi del jet lag, come mal di testa, nausea e spossatezza. In più dormire in maniera non naturale per troppo tempo può provocare una diminuzione della mobilità, con il rischio addirittura di trombosi venosa”.

Sempre secondo Hamer, anche la melatonina, un integratore naturale da banco, dovrebbe essere utilizzata nelle dosi leggere consigliate e solo per i primi giorni del viaggio.

Fai attività fisica prima del volo

Fare attività fisica prima di prendere un volo è un ottimo modo per scaricare lo stress e le energie, arrivando sull’aereo molto più rilassati. Anche fare esercizi di rilassamento come lo yoga o lo stretching aiutano a viaggiare con uno stato psico-fisico molto più tranquillo, conciliando il sonno.

Aiutati con gli accessori e vestiti comodo

Ormai tutti lo sanno, per riuscire a cadere nel mondo dei sogni in aereo la comodità è essenziale. Ecco che alcuni accessori aiutano nell’intento: cuscini per il collo, maschere per gli occhi e tappi per le orecchie. È consigliato anche vestirsi comodi. Inoltre, indossa abiti comodi e scarpe da ginnastica: ti sentirai molto più a tuo agio durante il volo e più predisposto ad fare una sana dormita ad alta quota.

Scegli il posto giusto

Sembra scontato, ma spesso si sbaglia proprio a scegliere il posto a sedere sull’aereo. La scelta della seduta è fondamentale per riuscire a dormire (e comodi). Se possibile, sarebbe bene scegliere un posto vicino al finestrino, in modo da poter appoggiare la testa alla parete del velivolo e non essere disturbato dai passeggeri che camminano o che devono uscire dalla tua fila. Meglio restare lontani da servizi igienici e cucine, per evitare rumori e odori che possono infastidire. Scegliere i posti con spazio extra per le gambe, inoltre, può essere una buona soluzione per cercare di posizionarsi meglio in vista di un buon riposo rigenerante.

Aiutati con la musica

Sì, sappiamo che la tecnologia non concilia il sonno, soprattutto se ci mettiamo davanti a schermi di pc e smartphone che catturano la nostra attenzione. Ma coloro che riescono a trovare pace nell’ascolto della musica, possono rilassarsi e conciliare il sonno ascoltando una playlist con brani lenti e tranquilli, o con musica che riproduce suoni bianchi, o ancora con app di meditazione. Se avete cuffie che isolano dall’ambiente esterno riuscirete anche a non sentire più i fastidiosi rumori dei motori o delle persone attorno a voi.

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Black list: come verificare che una compagnia aerea sia sicura

Viaggiare in aereo rientra tra i metodi di trasporto più sicuri al mondo, ma non tutte le compagnie offrono gli stessi standard di sicurezza. Per questo motivo, è molto importante conoscere a fondo la compagnia aerea con cui si volerà accertandosi che sia affidabile.

Ma come facciamo a verificare che una compagnia aerea sia sicura? In Europa, in aiuto ai viaggiatori è arrivata nel 2005 la “Black List”. Ecco cosa fare prima di prenotare un volo, con la guida completa per viaggiare in sicurezza.

Cos’è la Black List delle compagnie aeree vietate

Quando si valuta la qualità di una compagnia aerea si tiene conto dei servizi e dei costi, ma anche della sicurezza. Per proteggere i passeggeri, l’Unione Europea ha creato la “Black List”: una lista nera delle compagnie che sono state vietate nei paesi europei poiché non soddisfano i requisiti minimi di sicurezza , ritenendole quindi poco sicure.

Alcuni vettori extracomunitari, infatti, sono stati inseriti dal 2005 in questa Black List che tutela la sicurezza dei passeggeri europei e vieta quindi il transito di compagnie non sicure sui cieli dell’UE. Tale lista può mutare in base a diversi fattori: con il passare del tempo, alcune compagnie migliorano le proprie prestazioni uscendo dall’elenco, mentre capita che altre peggiorino, entrando a far parte della lista dei vettori banditi dall’Europa. Nel caso in cui una di tali compagnie aeree ritenga di essere migliorata e di rispettare i requisiti minimi di sicurezza, allora può avviare la richiesta di eliminazione dall’elenco.

I criteri sono definiti dalla comunità europea e la lista si compone di due allegati, corrispondenti a due macro-gruppi, contenenti i nominativi delle compagnie interdette al traffico: da un lato abbiamo l’elenco di tutti i vettori ai quali è completamente vietato il traffico, dall’altro invece troviamo i vettori ai quali è vietato il transito soltanto per determinati aeromobili.

Come verificare se una compagnia aerea è presente nella Black List

La Black list delle compagnie aeree vietate in Europa, conosciuta anche come EU Safety List, è pubblica e quindi consultabile liberamente da chiunque. Per verificare se una compagnia aerea è presente nella “Black List”, è possibile consultare il sito web dell’Agenzia Europea per la Sicurezza Aerea (EASA). Qui è possibile trovare l’elenco completo delle compagnie aeree vietate in Europa.

In alternativa, la EU Safety List può essere consultata anche sul sito dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC) e sul sito della Commissione Europea Trasporti. Inoltre, è tenuta costantemente aggiornata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea.

Cosa fare se si trova una compagnia nella Black List

Se state programmando il prossimo viaggio, la raccomandazione generale è quella di verificare sempre, in fase di acquisto dei biglietti aerei, che la compagnia aerea con la quale vorreste volare non sia presente nella Black List. In tal caso le autorità competenti consigliano di evitare di viaggiare con tali vettori, preferendo invece una realtà che soddisfi i requisiti minimi di sicurezza.

È importante controllare la Black List europea anche perché non sempre le compagnie aeree vengono inserite nella lista per gravi incidenti, quanto piuttosto per la mancanza di servizi o per problematiche di vario genere causate ai passeggeri. Alcuni paesi hanno addirittura il divieto totale riguardante tutte le compagnie operanti a livello nazionale, come nel caso dell’Afghanistan, dell’Armenia, della Repubblica del Congo, di Gibuti o del Sudan. In questo caso si consiglia di chiedere informazioni a esperti di viaggi internazionali prima di effettuare qualsiasi prenotazione.

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Cosa sono i simboli esoterici sui trulli di Alberobello

Terra di tradizioni, cultura e bellezza: la Puglia è una regione tutta da scoprire in cui la natura convive con ciò che ha creato la mano dell’uomo in un disegno perfetto, fatto di un mix di colori e fascino difficile da dimenticare.

E di luoghi da sogno, come Alberobello che con i suoi trulli è meta amatissima dei viaggiatori di tutto il mondo. Fotografi, immortalati, osservati, sono dotati anche di un alone di mistero: li avete notati i simboli esoterici sui trulli di Alberobello? Si possono trovare sui tetti di questi particolarissimi edifici e la loro origine è davvero antica.

I simboli esoterici sui trulli di Alberobello

A camminare per la strada sembra di essere entrati in un altro mondo: case bianche, dalle forme insolite, che sembrano quasi brillare sotto la luce del sole.

Sono i trulli, edifici di forma conica che si trovano in Puglia nella parte centrale e più a sud della regione. In genere composti da un unico vano, di pianta circolare, si possono trovare anche più grandi, con l’aggiunta di altri simili vani simili accanto a quello principale. Mura spesse e poche aperture verso l’esterno, sono altri due dettaglii molto rappresentativi di queste costruzioni che restano calde in inverno e fresche d’estate.

Sulla cima si trova un pinnacolo che ha dato vita a diverse teorie: alcune ritengono possa essere una sorta di firma della famiglia, altre un segno indentificativo di chi aveva costruito il trullo. Tra le altre ipotesi quella magica: che fossero composti da simboli che potevano essere collegati al culto del sole.

A un occhio attento, però, non possono sfuggire anche i simboli esoterici che si possono vedere sui tetti, sulla loro parte frontale: sono bianchi, dipinti con la calce, e spiccano sulle pietre incastrate tra loro fino a formare il cono.

Pare che si tratti di simboli magici e propiziatori, che fanno parte del culto pagano, di quello cristiano oppure che possono avere derivazioni anche diverse.  Ad esempio, quelli che ricordano dei dischi potrebbero essere collegati a culti del passato, come quello legato al sole, quelli – invece – che presentano delle croci potrebbero essere legati alla religione cristiana.

Pare che siano circa 200 e che siano molto diversi uno dall’altro. Potrebbe essere divertente girare per Alberobello e andare alla scoperta di quelli più particolari e interessanti. Sono stati classificati in diverse tipologie: primitivi, cristiani, pagani, magici e grotteschi.

I simboli primitivi sui trulli

Linee, punti, cerchi e triangoli: sono questi alcuni dei segni di tipo primitivo che si possono osservare sui tetti dei trulli di Alberobello. In genere le linee si presentano a gruppi di tre o sette e possono essere dritte o curve. Si tratta di quelli il cui significato è più complesso da decifrare.

I simboli cristiani

Ci sono anche alcuni disegni che sembrano rifarsi alla tradizione cristiana. Ad esempio, il sole, che si può tradurre con Cristo, un cuore trafitto che vuole ricordare Maria, ma anche le iniziali dei santi patroni. La luna, invece, starebbe a indicare l’uomo.  Pare che questa tipologia di disegni sia la più numerosa tra quelle che si possono vedere sui tetti di Alberobello.

I simboli pagani

Aquile, oppure la testa di animali come cavallo o cane e, ancora, il serpente: tutti questi segni dipinti fanno parte dei simboli pagani, che possono essere direttamente collegati ai culti del passato più remoto e in particolare a quelli degli antichi romani. Qualche esempio del loro significato? Il gallo significa vigilanza, mentre il cavallo il lavoro. Il serpente, infine, starebbe a indicare accortezza.

I simboli magici

Tutto quello che riguarda astrologia, pianeti, e segni zodiacali rientra nella simbologia magica visibile su alcuni dei tetti dei tanti trulli di Alberobello. Tra i disegni, ad esempio, si può anche scorgere un tridente in questo caso simbolo della trinità, oppure Toro o Gemelli per la fortuna: pare infatti che, insieme a Cancro, Leone e Bilancia, siano come dei veri e propri simboli per portare buona sorte.

I simboli grotteschi

Particolarissimi, infine, sono i simboli che vengono definiti grotteschi. Questi non hanno un significato religioso, magico o propiziatorio ma sono semplicemente l’elemento identificativo scelto dal proprietario dell’edificio per raccontare di sè. Ci possono essere tetti con le iniziali o altri in cui è stato dipinto il mestiere specifico, altri ancora con disegni legati all’agricoltura come rami d’ulivo o grappoli d’uva.

Alberobello, il fascino dei trulli simbolo della città

I trulli non sono solo simbolo della città di Alberobello ma sono uno degli elementi identificativi della Puglia. Lo sono almeno tanto quanto le spiegge da sogno, la natura che regala scorci mozzafiato e alcuni bellissimi centri abitati che sono vere e proprie perle preziose da inserire in un itinerario di viaggio alla scoperta di questa regione.

Per il loro fascino, per la storia che racchiudo e per quel pizzico di magia e mistero che emanano, non stupisce, quindi, che i trulli siano stati dichiarati patrimonio dell’Umanità Unesco nel 1996.

Su questi particolarissimi edifici dal grande fascino sono stati portati avanti molti studi nel corso del tempo e vale la pena approfondirne la storia in occasione di una visita in questo luogo fantastico della Puglia.

Se si ha in programma una vacanza alla scoperta della Puglia, la tappa ad Alberobello è immancabile: la si può visitare di giorno, ma anche di notte regala un fascino senza tempo e un colpo d’occhio speciale, da conservare tra i ricordi più belli.

Tra gli edifici da vedere assolutamente non può mancare una tappa alla casa-museo del Trullo Sovrano, unico in tutta la città a svilupparsi su due piani, oppure al Rione Monti dove di possono ammirare circa 1000 coni. Nel Rione Aia Piccola ci sono circa 400 trulli abitati. Pare che nei due rioni ci sia un totale di circa 1500 edifici di questo tipo, il sito Unesco sottolinea che la massima concetrazione di trulli meglio conservati si trova proprio qui.

Passeggiare per Alberobello significa colmare gli occhi di meraviglia, ma anche di vivere un’esperienza che sembra essere senza tempo: tra case bianche, tetti che si stagliano nell’azzurro del cielo, storia e misteri. Un luogo fantastico e indimenticabile.

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Pizzighettone, il borgo con la chiesa più colorata d’Italia

Che in Italia ci siano dei borghi che tolgono il fiato è cosa ormai risaputa, ma forse non tutti sanno che molti di questi possono vantare delle unicità particolarmente curiose e irresistibili. È il caso di Pizzighettone, un borgo della provincia di Cremona che, oltre ad essere veramente suggestivo, possiede tra le sue antiche mura la chiesa più colorata d’Italia (e non solo).

Pizzighettone, informazioni utili

Pizzighettone è un’antichissima città murata della Lombardia che sorge in una magnifica pianura che a sua volta si sviluppa nel bel mezzo della Pianura Padana. Con un centro storico armoniosamente diviso in due dal passaggio del fiume Adda, su di esso sventola fiera la Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, certificazione di qualità turistico-ambientale molto prestigiosa.

Tante sono le cose da visitare in questo grazioso borgo di circa 6.000 abitanti, e altrettante sono le caratteristiche che lo rendono davvero speciale agli occhi dei visitatori di tutto il mondo.

Cosa vedere a Pizzighettone

Come accennato in precedenza, a Pizzighettone scorre placido il Fiume Adda che, a sua volta, divide in due parti distinte il centro: l’abitato principale di Pizzighettone si posiziona sulla riva Est, mentre la borgata di Gera su quella Ovest.

Quando il visitatore arriva si innamora all’istante della cinta muraria cinquecentesca che, con i suoi circa 2 chilometri di lunghezza, un’altezza di 12 metri e uno spessore di 3,60, circonda e protegge il prezioso centro storico. Parliamo quindi di una delle più complete e imponenti cinte murarie della Lombardia che nasconde, tra le altre cose, degli ambienti con volta a botte tutti collegati tra loro e assolutamente unici nel panorama europeo: le Casematte.

Sono ben 93 e in epoche passate hanno svolto il ruolo di alloggio per i militari, poi di magazzino per le merci e le scorte alimentari, fino a diventare anche postazioni di tiro dei soldati. In sostanza, costituiscono una struttura architettonica e difensiva molto particolare.

Ma di certo c’è anche altro da visitare a Pizzighettone, come la Parrocchiale di S. Bassiano che è la più antica del borgo. D’impronta romanico-lombarda, svela al suo interno preziosi dipinti di Bernardino Campi e tre formelle marmoree trecentesche.

Parrocchiale di S. Bassiano, Pizzighettone

Fonte: Getty

La bellissima Parrocchiale di S. Bassiano a Pizzighettone

Davvero affascinante è anche il Torrione, ovvero ciò che è arrivato a noi del castello, in cui nel 1525 venne imprigionato Francesco I di Valois re di Francia. C’è poi il maestoso Palazzo Comunale, costituito da un porticato ad archi ogivali sormontato da finestre decorate da cornici in cotto, e il cinquecentesco Palazzo Quartier Fino, che ospita il Museo Civico e la Biblioteca Comunale.

Ma non è finita qui, perché molto belle sono anche la Chiesa parrocchiale di SS. Rocco e Sebastiano, che fa svettare nei cieli la più antica torre campanaria di Pizzighettone, e la Chiesa di San Marcello, fondata nel XV secolo.

Parrocchiale di San Pietro, la chiesa più colorata d’Italia

Dobbiamo essere onesti, la Parrocchiale di San Pietro di Pizzighettone si gioca il titolo di chiesa più colorata d’Italia con la Cappella del Barolo, che sorge nella zona delle Langhe cuneesi. A prescindere da questo, quel che è certo è che sfumature e tonalità non mancano e che una visita non può lasciare indifferenti.

Questo particolare edificio religioso si fa spazio sulla riva ovest, dove si trova Gera, ed è un santuario mariano del XVIII secolo interamente rivestito di marmi e di mosaici colorati che celebrano la figura della Vergine. Sono presenti sia all’interno che all’esterno della struttura, e sono il frutto di un’iniziativa del sacerdote Pietro Mizzi, che è stato il  parroco di Pizzighettone fino al 1999.

Per visitarla occorre prenotare una visita, ma vale certamente la pena in quanto la chiesa è strutturata come mostra interattiva diffusa.

I musei di Pizzighettone

A Pizzighettone sono molto interessanti anche i musei e, pure in questa situazione, il borgo del nord Italia può vantare un’interessante unicità: il suo Museo delle Prigioni è il primo in Lombardia dove sono esposti oggetti, attrezzature e armi utilizzate nel periodo storico del carcere (1785-1954).

Il visitatore ha l’occasione di conoscere le celle, il primo vero ergastolo della Lombardia – anche se all’epoca aveva il significato dell’attuale carcere giudiziario -, dove sono ancora visibili i graffitti e le scritte sulle pareti che oggi fungono da importantissime testimonianze: è considerato uno dei carceri militari più duri d’Italia.

Vi basti pensare che le grandi camerate, che vennero ricavate nelle antiche Casematte della fortezza, erano senza servizi igienici e acqua e vi venivano rinchiuse persino trenta persone. Durante la visita si possono scoprire anche la cappella del carcere, il camminamento di ronda dei secondini, le celle di punizione e 38 stanzini inquietanti in cui venivano allocati i detenuti più irrequieti.

Mura e Casematte di Pizzighettone

Fonte: Getty

Veduta di alcune Casematte del borgo

Vale la pena fare un salto anche al Museo delle Arti e Mestieri che si sviluppa all’interno delle Casematte e che consente di ammirare una raccolta dedicata al mondo quasi perduto dell’agricoltura, della vita del fiume, delle botteghe artigiane, e delle dimensioni più private: ci sono arredi casalinghi, abbigliamenti, giochi dei bambini, materiali fotografici e cartografici e molto altro ancora.

Infine il Museo Civico, il più antico del borgo, suddiviso in sezioni articolate secondo un criterio cronologico e tematico.

L’imperdibile gastronomia di Pizzighettone

A Pizzighettone si viene anche per mangiare di gusto e per scoprire i suoi sapori autentici grazie a una serie di appuntamenti che si svolgono durante tutto l’anno.

Per esempio, tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre va in scena un’interessante manifestazione enogastronomica che permette di assaggiare il Fasulìn de l’öc cun le cùdeghe, un piatto tradizionale della commemorazione dei defunti tipico della zona fra Lodi e Cremona.

Si tratta di una pietanza a base di fagioli dall’occhio e cotiche di maiale in umido, servita in scodelle fumanti e da assaporare insieme al pane fresco e a un bicchiere di ottimo vino novello. Un appuntamento da non perdere per gli amanti della buona cucina, in quanto vengono proposti anche altri prodotti tipici, tra cui i salumi locali e il formaggio Grana Padano della “latteria Pizzighettone”.

Possiamo quindi concludere che Pizzighettone è un bellissimo borgo d’Italia da scoprire il prima possibile.

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Apre al pubblico uno dei labirinti di siepi più belli d’Italia

Raro esempio di dimora storica signorile, il Castello Bufalini è pronto a regalare una grande sorpresa ai suoi visitatori. Da domenica 21 aprile, per la prima volta, il fantastico labirinto, posto all’interno di uno tra i più grandi e importanti giardini formali all’italiana dell’Umbria, sarà aperto al pubblico ogni terza domenica del mese, fino a ottobre. Scopriamo di più.

Storia del Castello Bufalini

Il Castello Bufalini svetta in tutta la sua bellezza nel borgo di San Giustino, in provincia di Perugia. Nato come fortilizio militare di Città di Castello, a difesa dei confini dello Stato Pontificio, è stato trasformato a metà del Cinquecento dalla famiglia Bufalini in villa di delizie, affacciata sullo splendido paesaggio dell’Appennino.

All’esterno rimase ben visibile l’originaria struttura militare dell’edificio, ingentilita dall’inserimento in facciata di un ingresso monumentale e di un loggiato. All’interno vennero create ampie sale distribuite attorno a un cortile con due lati porticati. Dalla fine del Seicento, il palazzo fu ristrutturato dall’architetto-pittore Giovanni Ventura Borghesi come villa di campagna con un bellissimo giardino all’italiana, e nel Settecento l’edificio si arricchì di pregevoli opere d’arte.

Nel luglio del 1989, il Castello Bufalini è stato acquisito dal demanio dello Stato e costituisce ad oggi un raro esempio di dimora storica signorile pressoché integra, che conserva gran parte del suo arredo storico. Nel percorso di visita si possono ammirare diverse attrazioni, come il panoramico loggiato, le splendide sale dipinte da Cristofano Gherardi nella prima metà del Cinquecento, la Stanza degli Stucchi con le immagini delle “donne forti” e la Camera del Cardinale Giovanni Ottavio Bufalini, con la bellissima culla.

Il parco e il labirinto del Castello Bufalini

Tra la fine del Seicento e i primi del Settecento, il parco del Castello Bufalini venne organizzato in sette aree principali collegate tra loro e racchiuse da percorsi perimetrali posti a margine del fossato e del muro di cinta. Una di queste era occupata proprio dal labirinto creato per lo svago dei signori e formato da alte siepi di bosso. Il tracciato, che misura all’incirca 670 mq, è di forma trapezoidale con tre centri distinti, con un unico accesso, ai cui lati il 4 novembre 1694 furono piantati due cipressi, ancora viventi, che sono tra gli alberi più antichi del giardino.

Nell’archivio dello splendido castello umbro si trovano alcuni disegni relativi alla sua progettazione e realizzazione, in particolare una planimetria databile al 1706, la Pianta del palazzo e giardino della villa di S. Giustino dei sign.ri March.si Bufalini, da cui è possibile vedere come il suo tracciato sia rimasto invariato nei secoli. Ciò fa pensare che, almeno in parte, le piante di bosso siano quelle interrate nel 1692, rendendo il labirinto di Castello Bufalini uno dei più antichi d’Europa.

Il labirinto sarà aperto al pubblico solo su prenotazione, per gruppi di massimo 10 persone, con turni alle ore 11.00 e alle ore 17.00. “L’apertura al pubblico di uno dei labirinti di siepi più interessanti del panorama italiano – dichiara Veruska Picchiarelli, Direttrice di Castello Bufalini – s’inserisce in un processo di recupero e rivalutazione di altre aree, interne ed esterne, dell’intero complesso, che porterà a partire dai prossimi mesi a raddoppiare e a riqualificare totalmente il percorso di visita”.