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Abruzzo Posti incredibili vacanze Viaggi

Clipper Hotel & Residence: ideale per una piacevole fuga in Abruzzo

Il Clipper Hotel & Residence è l’ideale per risvegliare i sensi. La sua posizione permette di godere del meraviglioso panorama offerto dalle colline verdeggianti e del Gran Sasso, fino al blu del mare, già premiato con la bandiera blu d’Europa grazie alla buona salute di cui gode la sua acqua. Il Clipper Hotel & Residence è il luogo perfetto per una vacanza in Abruzzo all’insegna del relax ma anche della cultura.

Un accogliente hotel a conduzione familiare

La sua posizione strategica permette infatti di raggiungere sia la spiaggia bagnata dal Mar Adriatico in pochi passi, sia di effettuare suggestivi tour in bicicletta alla scoperta delle bellezze artistiche di Giulianova e anche immersioni totali nella natura. Immancabili le visite al Parco Nazionale d’Abruzzo con itinerari a piedi, in bici o a cavallo, al Parco Nazionale della Majella o al Parco Nazionale del Gran Sasso. Non mancano neppure le riserve marine come Torre del Cerrano col suo Museo del Mare. Per chi preferisce i piccoli borghi medievali invece ce n’è per tutti i gusti: da Atri a Campi, da Castelli a Civitella del Tronto.

Clipper Hotel & Residence
Clipper Hotel & Residence

Contraddistinto da un’atmosfera cortese, informale e allo stesso tempo elegante, dove spicca una minuziosa attenzione ai dettagli. Clipper Hotel & Residence, tre stelle lusso, dispone di spiaggia privata, beach club, animazione e ristorante, parcheggio coperto e reception 24h. E con i suoi servizi, dal b&b, alla mezza pensione all’all-inclusive, è pronto a rispondere alle esigenze di tutti clienti. Cosa aspetti? Visita il sito hotelclipper.com e scopri tutto sulle offerte per la stagione 2024.

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Clipper Hotel & Residence

Grazie ai 35 km di pista ciclabile che collegano tutta la Costa Giardino da Roseto degli Abruzzi a Martinsicuro, è possibile andare alla scoperta della buona cucina e del buon vino nelle affascinanti aziende agricole e cantine vinicole dove è possibile assaggiare i migliori prodotti locali a km 0, degustare le ricette tipiche della cucina abruzzese con piatti semplici ma gustosi a base di carne, formaggi e verdure autoctone.

Bellezze da scoprire

Tutte bellezze che si possono scoprire anche tramite itinerari personalizzati, realizzati a misura dallo staff del Clipper Hotel & Residence.

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Clipper Hotel & Residence

Se stai pensando di organizzare la tua prossima vacanza al mare, la spiaggia privata dell’Hotel Clipper saprà come conquistarti. Situata a soli 50 metri dalla struttura ricettiva, è fatta di sabbia fine che degrada dolcemente nel mare Adriatico e conta anche un Beach Club dove è possibile usufruire di bar, ristorante, attrezzature sportive e tanto altro.

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Innsbruck d’inverno: una cartolina da esplorare camminando

Le immagini degli edifici colorati che si affacciano sul fiume Inn, incorniciati dalle cime innevate della maestosa catena montuosa Nordkette, ci proiettano direttamente un’atmosfera incantata che sembra uscita da un libro di fiabe. Ma in realtà quel luogo esiste ed è reale e si chiama Innsbruck.

La capitale del Tirolo incastonata tra le catene montuose alla stregua di un tesoro prezioso, è una meta già conosciuta e frequentata dagli amanti degli sport invernali e non solo. Durante la stagione fredda, infatti, la splendida Innsbruck ci delizia con immagini da cartolina che ci fanno sognare.

Il sole che illumina le case e scioglie la neve sulle vette incantate, l’aria pura e la natura incontaminata diventano delle vere e proprie attrazioni turistiche per tutti coloro che cercano un rifugio lontano dalle caotiche metropoli per ritrovare se stessi. Qui è possibile spegnere il motore e partire alla scoperta di questo luogo semplicemente camminando, grazie a una rete di 67 chilometri che si snodano per tutto il territorio.

I 7 itinerari alla scoperta delle meraviglie di Innsbruck

Sono sette le passeggiate tematiche pensate da Walks to explore, il progetto messo a punto da Innsbruck Tourismus per permettere ai viaggiatori e ai cittadini di scoprire e riscoprire tutto il territorio da diverse prospettive in solitaria, in dolce compagnia o insieme alla famiglia.

Dai cammini più classici e famosi a quelli che portano fuori dai sentieri battuti, questi itinerari tematici accompagnano alla scoperta di Innsbruck e di tutte le sue meraviglie: la città antica e la sua parte più moderna, la storia della dinastia degli Asburgo, i tipici mercatini di Natale e tanti altri splendidi luoghi tutti da esplorare.

“Prospettive alpino-urbane”, dalla città alla cima innevata

La prima passeggiata permette di arrivare, con poca fatica, dal centro urbano alla vetta della Nordkette in poco più di mezz’ora con tanto di vista panoramica mozzafiato.

Questo percorso parte dal centro congressi della città e si avvia verso L’Alpenzoo, un’oasi di circa 4 ettari nella quale sono ospitati 2000 animali selvatici appartenenti a più di 150 diverse specie alpine (tra questi si possono ammirare orsi, stambecchi e linci). Questo zoo alpino unico merita sicuramente una visita lungo il tragitto.

Si prosegue prendendo la funicolare dallo zoo fino alla stazione di Hungerburg e, successivamente, la funivia che sale in cima fino alla stazione Seegrube. Un’ultima tratta in cabinovia e poi a piedi (in circa 15 minuti) porta alla vetta dell’Hafelekar. Da qui si gode di un panorama mozzafiato sul vasto paesaggio alpino circostante.

Dopo essere saliti nel punto più alto, la passeggiata “Prospettive alpino-urbane” prevede di ridiscendere fino a tornare in città. Una volta raggiunto il fiume Inn, si attraversa il ponte Hans-Psenner-Steg e si cammina verso il centro storico di Innsbruck, passando per i Giardini Imperiali (Hofgarten).

“Torre enorme e profondi burroni”, verso i punti panoramici

La passeggiata “Torre enorme e profondi burroni”, invece, conduce in cima alla torre da salto del trampolino del Bergisel e permette di esplorare la gola del fiume Sill, il canyon di Innsbruck, e altri punti di interesse tutti da scoprire.

Si parte dall’Arco di Trionfo (Triumphpforte), per camminare verso sud sulla strada principale. Lungo il tragitto si possono ammirare la Basilica di Wilten e l’Abbazia di Wilten. Si giunge al Tirol Panorama, il museo panoramico che ospita anche la collezione della fanteria imperiale.

Nella vicinanze si trova anche l’imponente torre da salto con gli sci Bergisel (la Bergisel Ski Jump) che ospita oggi un ristorante e una terrazza con vista panoramica sulla città. Altri due punti panoramici da raggiungere tramite questa passeggiata sono il Drachenfelsen Observation Desk e il Sonnendeck (che significa terrazza soleggiata).

Seguendo il sentiero panoramico si giunge alla splendida gola del Sill, l’ultimo punto di interesse prima di tornare indietro, verso il centro della città.

Trampolino di lancio da sci del Bergisel, con vista panoramica sulla città di Innsbruck e sui monti innevati

Fonte: iStock

Trampolino di lancio da sci del Bergisel

“Natale in montagna”, tra i mercatini di Innsbruck

La terza passeggiata è sicuramente quella più magica perché porta i visitatori all’interno del suggestivo Natale di Innsbruck. In inverno, seguendo questo itinerario si attraversano i sette mercatini di Natale della città austriaca e, anche in questo caso, non mancano le visioni spettacolari offerte dal mercatino panoramico dell’Hungerburg. Ogni mercatino ha caratteristiche uniche tutte la scoprire e racconta una storia di tradizioni che affascina chiunque scelga di visitarli.

Si parte dalla stazione dei congressi e, con la funicolare, si arriva al primo mercatino panoramico sull’Hungerburg, con la splendida vista su Innsbruck. Il secondo mercatino è quello di San Nicola, nella piazza Hans-Brenner-Platz del quartiere di St. Nikolaus, raggiungibile attraversando il ponte Emile-Béthouart-Steg sul fiume Inn.

La magia del Natale prosegue attraversando il Walther Park e arrivando fino alla piazza del mercato dove ha sede il Family Market, il terzo mercatino di Natale: qui si respira un’atmosfera familiare con tante attrazioni anche per i bambini.

Una volta raggiunto il cuore della Città Vecchia, si possono ammirare le bancarelle del quarto mercatino di Innsbruck, mentre sul Maria-Theresien-Strasse, il meraviglioso viale principale della città, prende vita il quinto mercatino di Natale: un mercato moderno con luci suggestive sugli alberi e un’atmosfera speciale.

Camminando verso sud lungo la Leopoldstrasse si arriva al sesto mercato, quello sulla Wiltener Platzl: qui i protagonisti sono l’artigianato locale, i cibi squisiti e i ricchi eventi culturali. Si deve camminare fino alla torre del trampolino Bergisel, infine, per immergersi nella magia del settimo mercatino, con bancarelle di artigianato prodotto nella regione e una vista spettacolare sulla città illuminata.

Il Tettuccio d'Oro durante i mercatini di Natale di Innsbruck, in inverno

Fonte: iStock

Il Tettuccio d’Oro durante i mercatini di Natale di Innsbruck

“Sulle orme degli Asburgo”: alla scoperta della storia

Il quarto itinerario, “Sulle orme degli Asburgo”, porta i viaggiatori alla scoperta della città degli Asburgo conducendoli direttamente al Tettuccio d’Oro fatto realizzare dall’Imperatore Massimiliano I. Da qui, questo percorso porta ad ammirare la Cattedrale di San Giacomo e si avvia verso il Teatro Statale Tirolese e la Fontana di Leopoldo. Altre tappe sono il Palazzo Imperiale e la Chiesa di Corte, ma anche la Chiesa dei Gesuiti e il Museo Regionale Tirolese.

Si attraversano poi la Fontana di Rodolfo in Bozner Platz, l’Arco di Trionfo e altri punti di interesse del centro cittadino.

“La giovane Innsbruck”: camminata nella città giovanile

Gli amanti dei percorsi a due ruote, invece, potranno divertirsi nel percorso dedicato alla Giovane Innsbruck per scoprire i luoghi più cari ai cittadini. Si ha così la possibilità di esplorare la pista di pattinaggio, il paradiso dell’arrampicata e un tranquillo laghetto.

Innsbruck in inverno non offre soltanto piste da sci e sentieri montani, bensì anche eventi culturali, negozi e pub alla moda e giovanili, luoghi vissuti da coloro che ci vivono.

Il punto di partenza è la stazione di bici cittadina SOWI, presso l’Università. Attraversando alcune delle principali arterie stradali si giunge al meraviglioso Centro di arrampicata della città austriaca (il Kletterzentrum). Pedalando o camminando lungo il fiume Inn si arriva al lago balneabile Baggersee, per poi attraversare il corso d’acqua sul ponte New Orleans. Il tour ripercorre poi il centro cittadino fino a giungere all’Università di Innsbruck e alla piazza Eduard-Wallnöfer-Platz.

“Esplora la moderna Innsbruck”, tra le architetture cittadine

Il sesto itinerario è quello che omaggia la modernità della città e porta i viaggiatori alla scoperta dello sfarzo barocco e delle architetture più moderne, in un connubio perfetto tra antico e contemporaneo. Questa passeggiata vi immerge nel paesaggio urbano di Innsbruck, ammirandola come luogo cosmopolita e di grande importanza per l’architettura moderna.

Anche in questo itinerario si parte dal Congresso e ci si dirige verso la Casa della Musica. Le altre tappe toccano, tra i vari punti di interesse, anche la Sparkassenplatz, il forum cittadino “BTV Stadtforum”, l’edificio IKB, il centro commerciale RathausGalerien, il Taxispalais Kunsthalle Tirol e il Kaufhaus Tyrol.

“L’autentica Innsbruck”, un tuffo nel passato

A pochi passi dal centro storico della città, invece, prende vita la settima passeggiata, quella che porta all’esplorazione della Innsbruck più autentica e che si snoda tra i quartieri St. Nikolaus, Mariahilf e Hötting, dove il tempo sembra essersi fermato.

Il viaggio nella storia porta ad ammirare le principali chiese della zona, ma anche il castello di Büchsenhausen e il Tettuccio d’Oro, simbolo della città austriaca, ricoperto da 2567 scandole di rame dorato.

Innsbruck d’inverno con la neve: tutte le attività da provare

In un ambiente come quello di Innsbruck, in cui la neve d’inverno fa da padrona, non possono mancare tutte quelle attività ad essa collegate. Perché non cimentarsi nel pattinaggio in una delle piste della zona? Un esempio è la pista dell’Olympiaworld, illuminata anche di notte e con la musica che accompagna durante l’avventura sul ghiaccio. Altre due piste di pattinaggio sono il Lanser See, sul lago di Lans raggiungibile in tram, e il Möserer See, sopra Telfs.

Oltre allo sci, inoltre, ci si può avviare a piedi in uno dei molteplici sentieri per il trekking che conducono sui monti innevati, oppure si può decidere di indossare le ciaspole e fare escursioni sulla neve: facilmente raggiungibili da Innsbruck, ci sono diversi percorsi perfetti per una ciaspolata in compagnia, da quello che porta a Kühtai, a 2.020 metri di altitudine, al Telfer Wiesen oppure al Mieminger Plateau, un altopiano perfetto per questo tipo di escursione.

Anche le piste per gli slittini sono molto amate dai visitatori. Tra le più note troviamo quelle di Gleirschalm, di Rangger Köpfl, una delle più lunghe del Paese, e di Birgitzer Alm.

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Lewis e Harris, cosa fare e vedere nell’isola più estesa della Scozia

Due nomi per una sola isola, un luogo in cui vento, scogliere ed oceano plasmano uno dei segreti meglio custoditi d’Europa. Parliamo di Lewis e Harris, un magnifico (e selvaggio) pezzettino di mondo che si sviluppa al largo della costa occidentale della Scozia e che rappresenta l’isola principale delle Ebridi Esterne.

Lewis e Harris: informazioni utili

L’isola di Lewis e Harris accoglie i visitatori con montagne selvagge, infinite spiagge inondate di natura, coste frastagliate e veri e propri paesaggi lunari. È quasi un mondo a parte rispetto alle mete che ci sono più familiari, perché qui non esistono il caos e la frenesia che sono tipiche di tantissime località del nostro continente.

Oltre a essere uno degli ultimi tesori nascosti d’Europa, Lewis e Harris è anche la più grande isola britannica per estensione dopo la Gran Bretagna e l’Irlanda. Un pezzettino di terra incantato, diviso in due da uno stretto istmo che fa sì che la parte settentrionale dell’isola sia ‘Lewis’, mentre la parte meridionale ‘Harris’, anche se spesso sono erroneamente nominate come se fossero isole distinte.

Lewis: cosa vedere in questa zona dell’isola

La parte settentrionale, chiamata Lewis, si distingue per essere relativamente pianeggiante, eccetto nella parte Sud-Orientale dove svetta nei cieli il Ben More, che raggiunge i 571 metri di altezza, e nel Sud-Ovest, dove invece c’è il Mealasbhal che rappresenta il punto più alto con i suoi 575 metri.

È proprio qui che prende vita il capoluogo amministrativo delle Ebridi Esterne, Stornoway, che è anche la sede dell’aeroporto dell’isola e un trafficato porto marittimo. Il viaggiatore arriva in questa cittadina e se ne innamora subito, grazie al caloroso benvenuto che offre e anche per via delle tante attrazioni turistiche da scoprire.

Castello di Lews

Senza ombra di dubbio, una dei punti di interesse da non perdere in città è il Castello di Lews. Di epoca vittoriana, è stato edificato tra il 1844 e il 1851 come “residenza di campagna” per Sir James Matheson, per poi cambiare più volte proprietà e funzione, fino a diventare un’affascinante location per matrimoni, ma anche un luogo da poter visitare grazie ad alcune stanze aperte al pubblico: è possibile ammirare il piano terra con la sua sontuosa sala da ballo e un caffè, e anche alcuni appartamenti che non sono di certo da meno.

Castello di Lews

Fonte: iStock – Ph: lucentius

Il magnifico Castello di Lews

Adiacente al maniero sorge invece il Museum nan Eilean, dove fare una completa immersione nella storia e nella cultura delle Ebridi Esterne: qui sono gelosamente conservati i 6 pezzi della scacchiera di Lewis, la più famosa del mondo.

Butt of Lewis

Il Butt of Lewis è un luogo da record: è persino menzionato nel Guinness dei Primati come il posto più ventoso del Regno Unito. Ma non è tutto, perché è anche il punto più a Nord che è possibile raggiungere alle Ebridi Esterne.

Quando vi si arriva, quindi, non sembra nemmeno più di stare sulla Terra, ma in uno di quei territori che spesso pensiamo che esistano solo nel film. Il Butt of Lewis, invece, è reale ed è una vera e propria opera di pregio della natura che qui ha creato alcune delle scogliere più antiche d’Europa, dove nidificano uccelli marini e crescono graziosi fiori selvatici. Molto suggestivo è anche il faro che gli fa da guardiano, costruito in mattoni rossi.

Arnol Blackhouse

Un altro dei luoghi da non perdere a Lewis è The Blackhouse, Arnol, un’antica e tradizionale casa dal tetto in paglia che è ancora completamente arredata e con annessi fienile, stalla e cortile. Datata più o meno 1880, è il posto perfetto per tutti coloro che desiderano fare un incredibile viaggio indietro nel tempo.

Mangersta Beach

Mangersta Beach sembra caduta su questa isola scozzese direttamente dal paradiso: è una distesa di sabbia bianca dove l’oceano si scaglia con una potenza spettacolare. A impreziosire il tutto ci sono anche pazzesche scogliere e un piccolo promontorio da cui ammirare il paesaggio circostante.

Mangersta Beach

Fonte: iStock

Il magnifico panorama di Mangersta Beach

Enormi massi che sbucano dal mare e archi marini fanno da casa a degli animali affascinanti, poiché proprio qui è possibile avvistare la maggiore concentrazione di aquile di tutto il nostro continente. A poca distanza, ecco emergere dalle fresche acque Mangersta Sea Stacks, dei bellissimi faraglioni costantemente battuti dal vento e dalle onde.

Ardroil Beach

Ardroil Beach è il posto in cui, nell’ormai lontanissimo 1831, vennero ritrovati i pezzi degli scacchi di Lewis. Realizzati in avorio di tricheco, erano nascosti in questa vastissima e incontaminata spiaggia di sabbia bianca che lascia senza fiato, soprattutto con la bassa marea, quando il mare si ritira per chilometri come se fosse vittima di una magia.

Callanish Standing Stones

Di straordinario interesse sono Callanish Standing Stones, grosse pietre che risalgono a circa 5000 anni fa, che raggiungono persino i 5 metri di altezza. Tredici di questi massi formano un cerchio, mentre altre sono poste in più direzioni.

Sulla loro antica funzione esistono diverse ipotesi, ma quel che è certo è che un buon numero di questi sassi risulta allineato con la posizione del sole e delle stelle. Una piccola curiosità: per alcuni studiosi, questo sito è persino più antico della ben più nota Stonehenge.

Callanish Standing Stones

Fonte: iStock

Le incredibili Callanish Standing Stones

Blackhouse Village

Blackhouse Village è un antico villaggio agricolo dove ancora sopravvivono nove case di paglia tradizionali che oggi sono state completamente restaurate. In sostanza pare che il tempo, qui, non sia passato mai.

Dun Carloway Broch

Infine – ma ad esser del tutto onesti c’è molto di più da vedere nella zona di Lewis – il Dun Carloway Broch, un altro dei siti archeologici dell’isola che colpisce per le sua mura a secco e circolari.

Costruito probabilmente 2000 anni fa, anche in questo caso la sua funzione non è chiara.

Harris: cosa vedere in questa zona dell’isola

Pur essendo sulla stessa isola, nella zona di Harris pare di stare ai Caraibi. Certo, il meteo è ben lontano da essere lo stesso, ma la bellezza delle spiagge e i colori del mare non hanno nulla da invidiare ai paradisi tropicali.

Tuttavia, Harris è anche in parte collinare o montagnosa, con più di trenta colli sopra i 300 metri, un concentrato di natura allo stato puro e storia antica.

Tarbet

Tarbet è una graziosa cittadina che sorge in una suggestiva baia protetta dalle montagne e dove ci sono tanti piccoli punti di interesse. Ne è un esempio la Harris Distillery, una distilleria in cui poter gustare l’Harris Gin che anche oggi è considerato uno dei più buoni del mondo.

Tarbet

Fonte: iStock

Veduta della graziosa città di Tarbet

Le spiagge più belle

Una delle spiagge più affascinanti dell’intera isola è senza ombra di dubbio Luskentyre Beach, che si distingue per essere incontaminata e gigantesca. Dalla sabbia bianchissima, offre un panorama che spazia dalle montagne alle acque cristalline.

Decisamente suggestiva è anche Seilebost Beach, anch’essa molto ampia e dai colori a dir poco sorprendenti. Horgabost è un’altra delle meravigliose spiagge di sabbia bianca di Harris, che si fa amare perché si affaccia direttamente sul Sound of Taransay, uno stretto in cui è possibile persino intravedere gli squali elefante.

C’è poi Borve Beach, dalla sabbia candida e una magnifica vista sull’Oceano Atlantico che, a sua volta, è incorniciato da una costa rocciosa dai peculiari toni rossastri. Infine Scarista, luogo particolarmente frequentato dai surfisti e dai golfisti.

Golden Road

La Golden Road è una magnifica strada che permette di fare un viaggio scenografico tra i paesaggi lunari della costa orientale di Harris.

Ad un’unica corsia, si guida tra tornanti ed angoli ciechi, scoprendo un territorio che pare rubato a un altro pianeta, tanto che qui Stanley Kubrick decise di registrare alcune scene del suo “2001: Odissea nello Spazio“. Ma non c’è da sorprendersi più di tanto: secondo i geologi, questa è la culla di alcune delle rocce più rare e antiche del mondo. Tra le soste imperdibili da fare c’è Flodabay, una bellissima baia dove poter avvistare la più grande colonia di foche della zona.

Un’altra tappa da fare assolutamente è presso la St. Clement Church, spesso considerata il più grande edificio medievale delle Ebridi Esterne. Dalla forma di una croce, è uno scrigno di interessanti elementi decorativi e rilievi scultorei di pregio.

Insomma, dietro questo doppio nome per un’unica isola si nasconde anche una doppia e affascinante anima, che però conserva un denominatore comune: una natura autentica che fa da sfondo a una storia antica e perfettamente conservata.

St. Clement Church

Fonte: iStock – Ph: K Neville

St. Clement Church, incanto di Harris
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A Torino nascerà il palazzo in legno più alto d’Italia

Negli ultimi anni, la vera sfida nell’edilizia urbana consiste nell’approcciarsi sempre più ai principi di sostenibilità e avanguardia: per questo stiamo vivendo un grande ritorno nell’utilizzo del legno, un materiale davvero green e molto versatile. Riuscire tuttavia a sostituire il cemento non è facile, soprattutto quando si parla di edifici cittadini, di grandi dimensioni. Può un palazzo essere costruito interamente in legno? A Torino sta per nascere il più alto d’Italia, un record incredibile. Scopriamo qualcosa in più.

Il palazzo di legno più alto d’Italia

Vanterà più di 17 metri d’altezza, sarà distribuito su 5 piani e ospiterà 7 alloggi, per un totale di circa 600 metri quadrati: sono i numeri del palazzo di legno che sorgerà a Torino, e che diventerà un vero e proprio record. Sarà infatti il più alto d’Italia ad essere costruito interamente con questo materiale, un ottimo esempio di architettura innovativa che guarda al passato, pur dirigendosi a passi rapidi verso il futuro. Il progetto è in fase di realizzazione presso corso Quintino Sella, nel quartiere appena al di là del fiume Po, in centro a Torino.

Autori di questa idea sono gli architetti torinesi Attilio Giaquinto e Alberto Nada, che nel 2020 hanno fondato Green Arch: la loro società mira a trasformare la città e i suoi edifici, in un’ottica più sostenibile e a misura d’uomo. Non è certo la prima volta che il legno torna ad essere impiegato come materiale principale per la costruzione residenziale, ma nella maggior parte dei casi si tratta di ville o unità bifamiliari, ovvero edifici bassi e quasi sempre situati fuori città. Come si può pensare di creare una struttura così alta senza usare il cemento?

Gli architetti hanno rinforzato il legno con un supporto in acciaio, ottenendo una base ben solida su cui procedere. È vero, i materiali da costruzione sono più costosi (si parla di circa un 10% in più), ma si andrà a risparmiare moltissimo sui tempi di cantiere. Tanto che, per il palazzo torinese, sono previsti appena 10 mesi di lavori – al posto dei 20 solitamente impiegati. L’edificio sarà in legno e sughero, due materiali performanti anche dal punto di vista termico. Mentre i rivestimenti e i pavimenti saranno antibatterici e antinquinanti, per migliorare la qualità della vita dei residenti.

Come sta cambiando la città di Torino

Il palazzo di legno di corso Quintino Sella, che sarà pronto a giugno 2024, ha richiesto un finanziamento di 4,5 milioni di euro. Oltre al record come edificio più alto d’Italia ad avere una struttura di questo tipo, ha già ottenuto una prestigiosa certificazione (la Well Residential) proprio per la miglior qualità della vita che può garantire ai suoi abitanti. Uno dei punti di forza, ad esempio, è l’installazione di pareti fonoassorbenti che consentiranno di ridurre drasticamente l’inquinamento acustico. L’obiettivo è quello di rivoluzionare l’intera città di Torino, migliorando proprio questi aspetti nell’edilizia residenziale.

“Post pandemia il mercato è inevitabilmente cambiato. Ci si è resi conto che grandi spazi, illuminazione e tranquillità non possono essere un optional. Il concetto di abitare si sta trasformando e progetti come il nostro rientrano in un trend che nei prossimi anni si affermerà sempre di più. Torino ha tutte le caratteristiche per essere una città attrattiva. Ma servono gli investitori internazionali, ed è questo il momento in cui Torino ha una possibilità in più rispetto a Milano, dove i prezzi sono diventati inaccessibili” – hanno spiegato gli architetti Giaquinto e Nada.

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Il Cammino di Oropa, alla scoperta dei santuari nei dintorni di Biella

Montagne maestose ricoperte da fitti boschi e punteggiate da borghi incastonati tra le alte cime e da santuari antichi, con panorami suggestivi sulle valli e sulla Pianura Padana.

È questo il paesaggio in cui è immerso il Cammino di Oropa, un percorso di trekking avventuroso e un pellegrinaggio significativo per i fedeli, che attraversa diversi luoghi di culto fino alla meta finale: il Santuario di Oropa, in provincia di Biella. Il tragitto principale e maggiormente battuto parte da Santhià, ma in realtà gli itinerari che conducono a Oropa sono 4 e sono tutti percorsi a tappe da esplorare con lo zaino in spalla e con la giusta attrezzatura da trekking.

Vediamo quali sono le principali tappe dei sentieri che portano al Santuario di Oropa, alla scoperta dei santuari del biellese e delle bellezze paesaggistiche di quei luoghi nei quali il tempo si è fermato: qui si può ancora assaporare il piacere di un viaggio lento a contatto con la natura, la storia e le tradizioni popolari tramandate fino ai giorni nostri. Un’ottima alternativa o una palestra di allenamento al Cammino di Santiago o a quello della Via Francigena.

Il Santuario di Oropa, la meta del Cammino di Oropa

La meta del Cammino di Oropa è il maestoso Santuario di Oropa, un autentico gioiello architettonico e spirituale che sorge a pochi chilometri da Biella. Immerso nell’ambiente montano, è il più importante santuario mariano delle Alpi e meta di pellegrinaggio fin dall’antichità.

Questo maestoso luogo di culto, dedicato alla Madonna Nera, non è una semplice tappa finale nel cammino, ma è anche un luogo riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO e parte integrante del sistema dei Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia.

Il cuore del Santuario di Oropa è la Basilica Antica, inaugurata nel lontano 1620, e la sua struttura è imponente e di grande pregio architettonico. Ma non sono solo questi elementi a renderlo così straordinario. Sì, perché oltre alla sua bellezza e all’importanza storica, il santuario è avvolto da una serie di leggende che lo rendono ancora più affascinante agli occhi dei visitatori. Si racconta che la statua della Madonna Nera, risalente alla prima metà del Trecento, non mostri alcun segno di logoramento o tarlatura nonostante il passare dei secoli.

Il Santuario di Oropa, la meta finale del Cammino di Oropa alla scoperta dei santuari biellesi

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Santuario di Oropa

Cammino di Oropa: 4 itinerari per un viaggio spirituale tra santuari e natura

Si parla del Cammino di Oropa al singolare, ma in realtà sono 4 gli itinerari che attraversano questo meraviglioso territorio e si ricongiungono nella meta finale, ovvero il Santuario di Oropa.

Il percorso più popolare e battuto dagli amanti del trekking e del cicloturismo è il Cammino di Oropa della Serra, facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici, ben tracciato e con una difficoltà medio-bassa.

Gli altri 3 itinerari che portano ad Oropa presentano maggiori dislivelli e sono più impegnativi, ma altrettanto piacevoli e suggestivi. Sono il Cammino di Oropa Orientale, il Cammino di Oropa Canavesano e quello Valdostano. Vediamoli tutti.

Cammino di Oropa della Serra: partenza da Santhià

Percorribile in 4 tappe (oppure 3 per i più preparati), il Cammino di Oropa della Serra è l’itinerario più frequentato. Lungo 65 chilometri, presenta tappe di difficoltà e dislivello crescenti e per questo è perfetto sia per coloro che non sono particolarmente allenati, sia per i trekker più esperti.

Si parte da Santhià seguendo la celebre e antica Via Francigena e avvicinandosi alle colline moreniche di Ivrea. Si attraversa poi il paese di Cavaglià fino a giungere a Roppolo, dopo circa 16 chilometri, con il suo imponente castello dal quale si apre una vista mozzafiato sul Lago Viverone.

La seconda tappa è Sala Biellese. Ci si arriva dopo circa 17 chilometri di camminata, attraversando i boschi sulle colline moreniche della Serra d’Ivrea, le più estese d’Europa. Durante il tragitto si possono ammirare l’antico borgo di Ricetto di Viverone, il paesino di Zimone con il Monastero di Bose, il borgo di Magnano, Torrazzo e infine Sala Biellese. Qui i viandanti possono pernottare e rifocillarsi.

Si riparte per altri 16 chilometri fino a giungere alla terza tappa: il Santuario di Graglia. Ospitato dal Sacro Monte di Graglia a valle della cima del Mombarone (sul confine tra Piemonte e Valle D’Aosta), in provincia di Biella, il Santuario di Graglia è un altro importante luogo di culto. Come il Santuario di Oropa, è dedicato alla Madonna Nera ed è collegato al culto della Nostra Signora di Loreto, nelle Marche.

Per arrivare fin qui, si attraversa il sentiero che si addentra nella foresta e passa per il laghetto di Cossavella. Dopo un tragitto con vari saliscendi, si apre davanti agli occhi il Sacro Monte di Graglia. Ma il Santuario non è l’unica cosa da vedere in quest’area. Spiccano anche 10 cappelle (delle quali 5 ancora intatte), che facevano parte di un antico e ambizioso progetto del Seicento mai portato a termine: si prevedevano di costruire ben 100 cappelle che rappresentassero molteplici temi biblici. Oggi sono rimaste sei cappelle sul colle San Carlo, dove sorge l’omonima chiesa (il cui gruppo scultoreo Deposizione della Croce fu distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale), e quattro dedicate all’infanzia del Cristo.

La quarta e ultima tappa del Cammino di Oropa della Serra è il Santuario di Oropa. Il tragitto finale è più impegnativo, con saliscendi importanti e sentieri che attraversano il borgo di Sordevolo e di Favaro, tra fitti boschi e splendidi panorami. Dopo circa 15 chilometri si giunge allo splendido Santuario, incastonato tra le verdi montagne.

Coloro che si sentono più preparati, possono suddividere in 3 tappe il percorso: la prima a Magnano, la seconda al Santuario di Graglia e la terza alla meta finale di Oropa. Per i più avventurieri, inoltre, è possibile proseguire il viaggio a piedi o in bici seguendo anche le 3 tappe del Cammino di Oropa Orientale.

Lo splendido Santuario di Graglia, una delle tappe del Cammino Oropa

Fonte: 123RF

Santuario di Graglia, in provincia di Biella

Cammino di Oropa Orientale: partenza da Valle Mosso

Con un totale di circa 35 chilometri, è il più impegnativo degli itinerari che conducono al Santuario di Oropa, maggiormente adatto a chi è più allenato o esperto di trekking.

Le tappe sono 3 (ma coloro che hanno maggiori difficoltà possono farlo in 4). Si parte dal grazioso borgo di Valle Mosso, in provincia di Biella, affrontando un sentiero ripido tra i boschi dell’Oasi Zegna, facendo tappa al Santuario della Madonna della Brughiera, e proseguendo fino alla prima tappa: il Bocchetto Sessera. Il dislivello per giungere qui è importante (circa 1000 metri).

Si prosegue in discesa lungo la Valle Cervo, caratterizzata da pascoli, boschi e piccoli villaggi, fino a giungere alla seconda tappa del percorso dopo circa 12 chilometri: il Santuario di San Giovanni d’Andorno. Da qui si arriva in 8 chilometri ad Oropa, la tappa finale del Cammino Orientale.

Cammino di Oropa Canavesano: partenza da Valperga

Con i suoi 85 chilometri di percorso, il Cammino di Oropa Canavesano è il più lungo e collega il territorio della provincia di Torino con quello biellese.

Sono 5 le tappe che lo compongono e il punto di partenza è Valperga. Da qui si ammira il Castello del borgo e poi ci si addentra nel bosco fino al Santuario di Belmonte e al Sacro Monte, dove si gode di un panorama mozzafiato. Si scende poi verso il borgo di Pemonte e si prende successivamente un sentiero nel bosco che porta alla prima tappa: Cuorgné.

Si riparte alla volta della seconda tappa del Cammino Canavesano, ossia Vidracco. Per giungere qui si attraversano la Valle Sacra, i boschi e i torrenti Orco e Piova, con un ponte molto suggestivo. Si passa anche per la frazione di Sant’Anna Boschi e Campo Canavese, per arrivare, dopo una tratta nel bosco, alla cima del Bric di Muriaglio e infine a Vidracco. Qui si possono ammirare i labirinti di pietre realizzati dai membri della comunità di Damanhur, fondata nel 1979.

La terza tappa prevede l’arrivo a Ivrea, attraversando la Valchiusella con il suo torrente e la Valle della Dora. I panorami nei quali si è immersi lungo il tragitto sono spettacolari. Si raggiunge così il Fiume Dora Baltea, che si attraversa per raggiungere il centro storico di Ivrea.

Si riparte dal municipio di Ivrea imboccando la Via Francigena fino al Lago Campagna. Da qui si inizia a salire verso la Chiesa di Santo Stefano di Sessano e poi oltre, nei boschi che portano fino alla Serra Morenica. Qui il sentiero si fa più impegnativo e porta all’imponente masso erratico Roc Basariund.

La Serra Morenica di Ivrea è la protagonista di una tappa lunga e impegnativa, in cui entriamo nel territorio biellese e ci immettiamo sul ramo principale del Cammino di Oropa. Si attraversa il paese di Donato, dove rifornirsi di acqua e alimenti, e poi si affronta l’ultimo saliscendi che porta alla quarta tappa del Cammino Canavesano: il Santuario di Graglia. Il tragitto per arrivare alla quinta tappa, quella finale al Santuario di Oropa, è uguale a quello del Cammino della Serra.

Nei mesi più freddi alcuni tratti del percorso Canavesano possono risultare poco sicuro a causa della neve e del ghiaccio. Prima di partire per queste zone è bene informarsi sulle condizioni del cammino presso le strutture di accoglienza.

Uno scorcio di Ivrea, bagnata dalla Dora Baltea, lungo il Cammino di Oropa

Fonte: 123RF

Ivrea e il ponte sulla Dora Baltea

Cammino di Oropa Valdostano: partenza da Fontainemore

Il Cammino Valdostano parte da Fontainemore, in provincia di Aosta, e si collega a Oropa seguendo un sentiero battuto anche da una storica processione con fiaccolata che viene organizzata ogni 5 anni. Le giornate di cammino, in questo caso, sono soltanto due (in totale conta circa 17 chilometri), ma il percorso è molto impegnativo, con dislivelli notevoli. Il tragitto, infatti, prevede di superare il Colle della Barma a circa 2200 metri di quota, per poi scendere verso il Santuario di Oropa. Questo cammino è maggiormente consigliato ad appassionati di trekking esperti e ben attrezzati.

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Questo gioiello è il vincitore del Borgo dei Borghi 2024

Come ogni anno, è tradizione eleggere il vincitore del Borgo dei Borghi in occasione della sera di Pasqua: la celebre trasmissione di Rai3, che ci conduce alla scoperta dei più suggestivi paesi d’Italia, questa volta ha incoronato Peccioli. Il piccolo centro abitato, immerso tra le colline toscane, è divenuto famoso ormai qualche anno fa per il suo modello virtuoso di riciclaggio. Basti pensare, infatti, che la sua discarica è diventata un vero e proprio museo a cielo aperto, con numerose opere d’arte e una sala per eventi.

Peccioli, un borgo meraviglioso

Può una discarica valorizzare il paesaggio di un piccolo borgo che conta poco più di 4mila abitanti? Ebbene, la risposta è assolutamente positiva: Peccioli, paesino situato in provincia di Pisa, ha saputo sfruttare in maniera innovativa quello che è a tutti gli effetti un ampio spazio destinato alla raccolta dei rifiuti. Qui confluisce immondizia proveniente da diverse località nei dintorni, e con gli introiti così ottenuti il comune ha finanziati progetti sociali e sostenibili. Non solo: parte del materiale di scarto arrivato in discarica è servito alla realizzazione di splendide opere d’arte che oggi i visitatori ammirano con grande curiosità.

Naturalmente, Peccioli è molto di più che una discarica-museo: il borgo vanta numerosi monumenti storici come la bellissima Pieve di San Verano, edificio trecentesco situato in Piazza del Popolo, il quale custodisce alcune preziose opere del pittore fiorentino Jacopo Vignali. Non meno affascinante è il vicino Palazzo Pretorio, struttura di chiaro stampo medievale. Rimaneggiato tra il XVIII e il XIX secolo, fu dapprima sede della Prefettura e oggi ospita un interessante museo, dove sono accolte suggestive icone russe.

La classifica del Borgo dei Borghi 2024

Peccioli è dunque il paese eletto Borgo dei Borghi 2024, aggiudicandosi così un riconoscimento molto ambito. “Grande gioia e soddisfazione per la vittoria di Peccioli come Borgo dei Borghi. Un riconoscimento meritato per questo luogo straordinario della nostra Toscana. Grazie a tutti coloro che hanno reso possibile questo successo e che continuano a valorizzare la nostra cultura e storia. È un momento indimenticabile che celebra la bellezza e l’autenticità della nostra regione” – ha affermato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, come si legge su La Nazione.

L’annuale concorso, che va in onda la sera di Pasqua su Rai3 con la conduzione di Camila Raznovich, ha visto la partecipazione di alcuni dei luoghi più belli (e spesso meno conosciuti) d’Italia. Ogni regione partecipa con un borgo, ciascuno dei quali presenta caratteristiche speciali come un centro storico particolarmente bello o monumenti architettonici di gran valore. La trasmissione ci ha dunque portati in un meraviglioso viaggio alla scoperta di 20 paesi italiani, piccole gemme segrete di rara bellezza. Scopriamo la classifica completa.

  1. Peccioli (Toscana, prov. di Pisa)
  2. Badolato (Calabria, prov. di Catanzaro)
  3. Grazie (Lombardia, prov. di Mantova)
  4. Isola del Liri (Lazio, prov. di Frosinone)
  5. Montesano sulla Marcellana (Campania, prov. di Salerno)
  6. Leporano (Puglia, prov. di Taranto)
  7. Maratea (Basilicata, prov. di Potenza)
  8. Arbatax (Sardegna, prov. di Nuoro)
  9. Castelvetro di Modena (Emilia Romagna, prov. di Modena)
  10. Naro (Sicilia, prov. di Agrigento)
  11. Muggia (Friuli Venezia Giulia, prov. di Trieste)
  12. Guarene (Piemonte, prov. di Cuneo)
  13. Celle Ligure (Liguria, prov. di Savona)
  14. Petacciato (Molise, prov. di Campobasso)
  15. Torreglia (Veneto, prov. di Padova)
  16. Genga (Marche, prov. di Ancona)
  17. Crecchio (Abruzzo, prov. di Chieti)
  18. Stroncone (Umbria, prov. di Terni)
  19. Fontainemore (Valle d’Aosta)
  20. Caldes (Trentino Alto Adige, prov. di Trento)
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La magia del Lago Pianozes, a poca distanza da Cortina d’Ampezzo

Cortina d’Ampezzo è una fiabesca località della provincia di Belluno incastonata tra le montagne più belle della Terra: è la Regina delle Dolomiti. Un luogo famosissimo e frequentato da turisti provenienti da ogni parte del mondo ma, nonostante questo, riesce a mantenere ancora degli angoli segreti, poco noti al turismo di massa e che conservano intatta la loro pura bellezza, come il Lago Pianozes.

Lago Pianozes: informazioni utili

Il Lago di Pianozes è un posto magico che sorge a circa 6 chilometri di distanza dalla straordinaria Cortina d’Ampezzo. Situato a 1181 metri sul livello del mare, riesce subito a farsi amare dai suoi visitatori per via delle sue acque color smeraldo, in cui si riflettono le imponenti cime circostanti e la vegetazione rigogliosa che impreziosisce il territorio.

Facilmente raggiungibile in auto, d’estate è ben più frequentato che in inverno, merito dei paesaggi da cartolina che regala e dall’aria pura e fresca di montagna che rimette al mondo.

Da questo prezioso specchio d’acqua, tra le altre cose, si snodano diverse escursioni che portano al cospetto delle Dolomiti, ma nulla vieta di poter fare solo una piccola passeggiata lungo il suo diametro per poter ammirare al massimo la sua bellezza cristallina.

Il giro dei tre laghi di Cortina

Nei pressi di Cortina prendono vita tre dei più bei laghi delle Dolomiti, profonde gole e fragorose cascate. Non a caso, è possibile fare un’escursione dal forte interesse naturalistico intorno a questi tre laghi.

Si tratta di un emozionante giro ad anello di circa 6 ore che inizia proprio dal piccolo tesoro del Lago Pianozes. Qui è impossibile non fermarsi ad ammirare e fotografare questa distesa d’acqua dal colore verde acceso, esaltata dal fitto bosco che la incornicia e che si fa spazio tra le cime dolomitiche.

Da qui si imbocca la strada per risalire per circa 100 metri, per poi ritrovarsi su una stradina sterrata (sentiero 430) in direzione del Lago d’Ajal. Ci vogliono approssimativamente 40 minuti di cammino per arrivare al cospetto del Lago d’Ajal, ma quel che è certo è che ciò che il visitatore si trova davanti è uno spettacolo puro: è immerso in un ambiente naturale di vero pregio e vi si specchia un grazioso rifugio con un’ampia terrazza da cui ammirare tutto il fascino delle Dolomiti.

Subito dopo occorre intraprendere il sentiero 431, che si presenta ben più impegnativo dei tragitti appena effettuati. Ci si inoltra nella foresta e si passa persino nei pressi del Beco d’Ajal, un luogo dai profili magici e caratterizzato da una serie di grandi e curiosi massi incastonati in una folta vegetazione. Non manca la possibilità di fare soste per ammirare scorci incredibili sull’intera conca ampezzana e le sue sontuose montagne.

L’escursione continua per circa tre ore, uscendo a passo lento dal fitto bosco, fino a quando gli occhi si posano su un panorama commovente: siamo arrivati al Lago Federa. Si tratta di uno dei laghi di montagna più belli e famosi delle Dolomiti, che regala un paesaggio che sembra caduto in terra dal paradiso.

Si riprende quindi il cammino seguendo il segnavia 432 che in circa 40 minuti conduce alla malga Federa, piena di mucche, asini e cavalli al pascolo, per poi seguire le indicazioni per il sentiero Gores de Federa, che passando tra cascate, gole, rivoli d’acqua e ponti sospesi conduce verso la fine di questa straordinaria escursione.

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Bibione Destinazioni Lignano Sabbiadoro Viaggi

I tesori nascosti di Bibione e Lignano

L’Europa Tourist Group è al timone di una nave che vi porterà ovunque. Così come ogni vento insegue una direzione diversa, anche voi avrete la possibilità di spaziare da un luogo all’altro, dalla spiaggia fine e dorata alla laguna dal fascino lunare, dal mare alle colline verdeggianti, dalle chiese alle cantine vinicole.

In questo caleidoscopio di esperienze, l’Europa Tourist Group sarà il vostro punto di riferimento e di partenza, la bussola che vi aiuterà a orientarvi.

Gli incredibili alloggi

C’è l’imbarazzo della scelta, della bellezza e della comodità: i resort, i villaggi turistici, gli hotel e gli appartamenti dell’Europa Tourist Group sono noti per la qualità e l’esclusività dei servizi offerti, per il comfort e i prezzi vantaggiosi, per la posizione direttamente sul mare e per la vasta gamma di attività che mettono a disposizione. Ma c’è un ulteriore aspetto che differenzia le strutture offerte da questa agenzia di turismo: la loro particolarità e unicità.

Ne sono un interessante esempio le houseboat colorate, così come i bungalow immersi nel verde del Marina Azzurra Resort, adagiato sulle rive incontaminate del fiume Tagliamento, considerato da molti l’ultimo grande fiume “naturale” d’Europa.

Marina Azzurra Resort

Fonte: Europa Tourist Group

Il bellissimo Marina Azzurra Resort

Queste houseboat dai colori pastello, simili alle casette della pittoresca Burano, si specchiano nelle acque verde smeraldo del fiume, mentre i bungalow si trovano in un poetico ambiente abbracciato dal verde dei prati e degli alberi. Quel che è certo è che in questi alloggi si può trascorrere una vacanza fuori dal comune, all’interno di uno scenario naturale di straordinaria bellezza.

Un altro esempio è Lino delle Fate, un resort dove tutto profuma di macchia mediterranea e che strizza l’occhio all’ambiente: è una struttura ecosostenibile, completamente priva di auto e con un Parco della Biodiversità mediterraneo di 16 ettari ricco di specie animali e vegetali.

Lino delle Fate

Fonte: Europa Tourist Group

Lino delle Fate Eco Village Resort

Natura, arte e cultura

Nell’immaginario comune Bibione e Lignano sono favolose destinazioni per le vacanze al mare, ma di fatto sono anche mete ideali per chi cerca la natura, l’arte e il gusto. Il Veneto e il Friuli, infatti, sono davvero il massimo che si possa desiderare da tutti questi punti di vista.

Bibione

Fonte: Ph: Giovanni Tagini

Cason del mondo – Bibione

Tra le tante tappe naturalistiche da non perdere c’è la Laguna di Marano che offre ben due riserve naturali e il caratteristico paesaggio dominato dai “casoni”, le antiche abitazioni dei pescatori. Questo magnifico angolo di Friuli, tra le altre cose, ospita anche una fauna e una flora unica.

Assolutamente da scoprire sono Portogruaro e Concordia Sagittaria, due gioielli architettonici che si affacciano sul fiume Lemene. Portogruaro è la culla di scorci meravigliosi ed è famosa per i suoi antichi mulini ad acqua del XII secolo e il campanile pendente, ovvero la terza torre più obliqua d’Italia.

Portogruaro

Fonte: Ph: Giovanni Tagini

Un meraviglioso angolo di Portogruaro

Concordia Sagittaria è una località fondata dai romani e che regala ai suoi visitatori dei panorami naturali emozionanti, insieme a resti archeologici di notevole importanza storica.

Tra le mete culturali avrete semplicemente l’imbarazzo della scelta, tanto che potrete decidere se recarvi a Venezia e a Verona o esplorare le altre città di altrettanto spessore artistico e culturale, come Padova, Vicenza, Trieste, Chioggia e Aquileia, il sito storico e archeologico più importante del Friuli.

Si tratta di un’antica città romana che si rivela una meta ideale durante le giornate di pioggia (e non solo) perché è perfetta per dedicarsi all’arte e alla cultura. Per chi, invece, preferisce i piaceri del palato, una sosta da fare assolutamente è quella presso le cantine della vicina strada dei vini DOC Lison Pramaggiore.

Si tratta di un suggestivo territorio situato a pochi chilometri dalle spiagge e noto in tutta Italia per la produzione di vini di alta qualità.

La quiete dei mesi primaverili e autunnali

Se fino a qualche anno fa si viaggiava quasi esclusivamente nei periodi di punta, al giorno d’oggi la vacanza fuori stagione è divenuta una priorità. Anche perché abbiamo scoperto che concedersi una vacanza in primavera o in autunno permette di assaporare il meglio della località scelta, in tutta la sua autenticità in quanto la vita scorre ai giusti ritmi, e non a quelli frenetici che scandiscono l’arrivo dei tanti turisti.

Il fervore estivo lascia il posto alla quiete, e sulla calura prevale un clima mite e gradevole. A Bibione e Lignano si apprezzano il fascino del mare in tutte le sue varianti e si ha l’opportunità di diversificare la vacanza con escursioni in bici, visite culturali nei borghi e nelle città circostanti, degustazioni enogastronomiche e gite in barca.

E in inverno?

Anche la stagione più fredda dell’anno possiede diversi punti di forza e unici nel loro genere: alla vacanza culturale si può unire anche un soggiorno termale presso il Savoy Beach Hotel & Thermal Spa, raffinato albergo affacciato sul mare, con parco piscine e centro termale attiguo.

In fatto di alloggi avrete inoltre la possibilità di soggiornare negli appartamenti, disponibili tutto l’anno, della Residenza delle Terme.

Grazie agli innumerevoli servizi offerti, alla spa dedicata al benessere psicofisico, alla Sky Beach Terrace e alle nuove suite tematizzate, avrete l’occasione di trascorrere vacanze invernali indimenticabili, così speciali che supereranno ogni vostra aspettativa e che vi rimarranno a lungo nel cuore e nella mente.

Info e Contatti

Savoy Beach Hotel

Fonte: Europa Tourist Group

Savoy Beach Hotel & Thermal SPA