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São Jorge, l’isola portoghese che è un sogno a occhi aperti

La chiamano isola delle fajãs, perché ospita un numero notevole di queste lingue di terra di origine vulcanica, come nessun’altra perla dell’arcipelago portoghese delle Azzorre, ma è anche l’isola del formaggio e delle vongole, delle scogliere e delle falesie, l’Isola Bruna. Ricca di mistero e storia, con una singolarità a ogni angolo, São Jorge è un paradiso tutto da scoprire e offre esperienze imperdibili.

São Jorge, l’Isola Bruna e delle fajãs

Conosciuta anche come l’Isola Bruna, São Jorge ha una forma allungata e una sequenza ritmata di coni vulcanici che trasformano la parte centrale in un dorso ondulato come quello di un animale preistorico dormiente. Nell’entroterra, l’altopiano lascia spazio ad alte scogliere che si gettano nell’oceano profondo o terminano in piccole aree pianeggianti, le famose fajãs.

São Jorge si presenta come una tavolozza di colori, con il verde delle foreste e dei pascoli semi-naturali, il marrone dei terreni agricoli, il nero delle rocce e il blu del mare. Un altro elemento distintivo dell’isola sono gli innumerevoli alberi di drago e i frammenti di vegetazione endemica nelle valli rimaste intatte, poiché protette dagli interventi umani. Questo incantevole lembo di terra adagiato sulle acque fa parte del Gruppo Centrale ed è uno dei vertici delle cosiddette “isole del triangolo”, insieme a quelle di Faial e di Pico. La sua superficie di circa 250 chilometri quadrati conta circa 10.000 abitanti.

Le fajãs sono una caratteristica distintiva dell’isola, che ne comprende oltre 70, e svelano molto sul rapporto equilibrato tra essere umano e natura, sui paesaggi e sulla biodiversità unici. I sentieri sono uno dei modi migliori per ammirarle da vicino, dato che alcune di queste si possono raggiungere soltanto a piedi, con percorsi di varie difficoltà e la possibilità di richiedere delle guide specializzate.

La Fajã da Caldeira do Santo Cristo, a São Jorge

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Fajã da Caldeira do Santo Cristo, famosa per le vongole

Come raggiungere le fajãs più suggestive

Fajã dos Cubres comprende le uniche lagune costiere dell’arcipelago, separate dall’oceano da arenili, rifugio naturale per diversi uccelli marini e migratori. Il suo nome deriva dalla pianta chiamata cubres (nome scientifico: solidago sempervirens, conosciuta come verga d’oro), dai piccoli fiori gialli. È stata recentemente insignita del premio “7 Meraviglie del Portogallo – Villaggi marini”. Si trova a circa 3 km a ovest della Fajã da Caldeira do Santo Cristo e, proprio come quest’ultima, ha visto aumentare le sue dimensioni in seguito a terremoti, come quelli del 1757 e del 1980. Una tranquilla passeggiata lungo un sentiero ondulato costeggia le scogliere tra le due Faja.

Alla Fajã da Caldeira do Santo Cristo si accede attraverso sentieri pedonali dalla Fajã dos Cubres o dalla Serra do Topo, da cui si godono splendide viste panoramiche sulla costa settentrionale dell’isola. Si tratta di un sito di primaria importanza nazionale e di interesse scientifico e geoturistico. È, infatti, classificata come Riserva Naturale Parziale e Zona Ecologica Speciale, con l’obiettivo di salvaguardare la popolazione di vongole esistente e mantenere l’equilibrio ecologico. Qui troverete le condizioni ideali per la pratica di vari sport come il surf e l’escursionismo.

Fajã do Ouvidor è una delle più popolari della costa settentrionale, per la sua accessibilità e per le piscine naturali che conferiscono a questa fajã un’unicità che attrae molti visitatori, con Poça Simão Dias che è la più grande e paradigmatica. È molto rinomata anche in occasione delle Feste dello Spirito Santo, durante le quali vengono cucinate e servite le tradizionali “Sopas do Calhau”.

Accessibile da un sentiero stretto e in pendenza, la Fajã João Dias appartiene alla parrocchia di Rosais e deve il suo nome al proprietario che possedeva la maggior parte della fajãs. Le case hanno la particolarità di essere dotate di cisterne per la raccolta dell’acqua piovana. Il suo paesaggio è particolare soprattutto per l’esistenza di una baia con una piccola spiaggia sabbiosa.

Spostandosi, invece, sulla costa meridionale di São Jorge ci si imbatte nella Fajã dos Vimes, molto attraente per le sue dimensioni e caratteristiche, con un’area abitabile che si estende sulle colline. Nota per la coltivazione del caffè, unica in Europa, è anche famosa per i suoi prodotti artigianali, come le ‘colchas da Fajã dos Vimes’, le trapunte tessute da artigiane su telai a pedale. Qui scorrono tre ruscelli e una delle particolarità della Ribeira dos Vimes è che è una fonte di acqua minerale frizzante.

Nella parte meridionale dell’isola si incontra anche la Fajã das Almas, nel comune di Velas, un piccolo paradiso rurale. Qui si trovano due cappelle: la Ermida de Nossa Senhora das Almas, situata a Barbós, e la Ermida de Santo Cristo, costruita nel 1876. Il 9 settembre 1880 quest’ultima subì un incendio, per poi essere ricostruita e riaperta il 14 gennaio 1882. Conosciuta anche come Fajã do Calhau, ospita un patrimonio naturale da non perdere.

La cittadina e il porto di Velas, sull'isola di São Jorge

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La cittadina e il porto di Velas

Le altre attrazioni naturali dell’isola di São Jorge

Tra le attrazioni che regala São Jorge ci sono i due isolotti di Ilhéu dos Rosais e Ilhéu do Topo, dove nidificano molti uccelli marini e si trovano splendidi esemplari della flora endemica delle Azzorre, motivi che hanno portato alla loro classificazione come Riserva Naturale. A solo un chilometro di distanza dall’ Ilhéu do Topo sorge un antico villaggio di pescatori, contraddistinto da un piccolo porticciolo e da un faro.

Il punto più alto di São Jorge, dove godersi una vista mozzafiato, è Pico da Esperança, da cui il panorama abbraccia anche le vicine Pico, Graciosa, Terceira e Faial. Da non perdere anche il Parco Naturale Florestal da Silveira, perfetto per le famiglie con bambini.

Il patrimonio culturale di São Jorge: cosa vedere

Si ritiene che i navigatori portoghesi si siano imbattuti in São Jorge insieme alle altre isole che la circondano. L’insediamento iniziò intorno al 1460 e fu la seconda isola del Gruppo Centrale a essere abitata. Dopo un decennio, furono fondati diversi insediamenti sulle coste occidentali e meridionali, tra cui Velas. Le case furono costruite in armonia con il paesaggio circostante. Sull’isola si possono ammirare porti pittoreschi che sono la porta d’accesso a dimore e chiese secolari con interessanti storie da raccontare. L’architettura religiosa dà il meglio di sé nella chiesa di Santa Bárbara, classificata come monumento nazionale.

Le fajãs, principale punto di riferimento dell’isola, sono state inserite dal 2016 nella lista delle riserve mondiali della biosfera dell’UNESCO. Le usanze associate a queste piccole pianure uniche nelle Azzorre, originatesi a seguito di scosse sismiche, forti piogge o altri fenomeni di instabilità che interessarono le falesie, si sono consolidate nel corso degli anni, dando vita a una specificità culturale che perdura tuttora. Per scoprire la storia e le tradizioni di São Jorge è consigliata una visita al Museo d’Arte Sacra di Velas o al Museo Francisco Lacerda di Calheta.

Gli eventi da non perdere sull’isola delle Azzorre

In aprile, a Velas si celebrano le feste di São Jorge, con processioni, mostre e spettacoli musicali. A maggio, come sulle altre isole, ricorrono invece le Feste dello Spirito Santo, dove vengono organizzati vari pellegrinaggi alle varie fajãs, che si concludono con celebrazioni popolari animate da musica tradizionale.

I principali festival dell’isola sono la Settimana Culturale di Velas e il Festival di Calheta. Entrambi si svolgono a luglio e offrono un programma culturale con mostre, conferenze, sfilate etnografiche, musica popolare e intrattenimento serale. Molti abitanti delle altre isole approfittano di queste feste per recarsi a São Jorge.

Tour gastronomico: alla scoperta dei sapori di São Jorge

Il prodotto più conosciuto di São Jorge è il Queijo de São Jorge, un formaggio stagionato a pasta dura o semidura, a denominazione di origine protetta, dal sapore leggermente piccante e dall’aroma intenso. È un prodotto di fama internazionale le cui qualità lo distingue dagli altri formaggi portoghesi, poiché conserva tutti i metodi di lavorazione tradizionali. Un altro prodotto riconosciuto per l’eccellente qualità sono le vongole di Caldeira de Santo Cristo, soggette però a restrizioni per quanto riguarda la raccolta, per cui possono essere gustate solo in alcuni ristoranti.

Il microclima di alcune fajã ha permesso la comparsa di rarità agricole, come una piantagione di caffè alla Fajã dos Vimes, ottenuto da chicchi raccolti localmente, che attira molti visitatori per gusto e particolarità. Tra i dolci tipici, assaggiate i coscorões, di cui esistono diverse versioni, arricchite con finocchio, cannella e peperoncino.

Le esperienze nella natura selvaggia

Per i più impavidi, l’isola offre buone condizioni per praticare attività avventurose come la discesa in corda doppia o il coasteering, un’attività sportiva outdoor che permette di conoscere in modo originale le coste dell’isola, visitando luoghi altrimenti inaccessibili. Naturalmente, devono essere praticati in sicurezza con il supporto di professionisti. Per chi ama il geoturismo, a Velas spiccano il Morro Grande, risultato dell’attività di un vulcano sottomarino, e il centro dell’isola, dove si può osservare un allineamento di coni che testimoniano il fenomeno del vulcanismo.

Le varie fajã della costa nord dell’isola offrono luoghi ideali per praticare il surf. In particolare, la Fajã de Santo Cristo è riconosciuta a livello internazionale, non solo per la qualità delle onde ma anche per i suoi paesaggi paradisiaci. Per chi punta, invece, al birdwatching, le importanti aree di flora autoctona, le lagune, l’estesa costa e l’alta concentrazione di uccelli migratori permettono di osservare diverse specie, dalle più comuni alle più rare. Spiccano sulle altre, Fajã dos Cubres e Fajã dos Tijolos. Anche le due estremità dell’isola, Topo e Ponta dos Rosais, sono luoghi privilegiati per gli avvistamenti.

Gli appassionati delle escursioni troveranno, infine, numerosi itinerari ufficiali, debitamente segnalati, con diversi livelli di difficoltà e che possono essere percorsi autonomamente o con compagnie specializzate. È sicuramente uno dei modi più popolari per scoprire gli splendidi paesaggi che São Jorge offre, sia sulla costa che nell’entroterra, attraverso una piacevole passeggiata all’aria aperta. Questa è una delle isole più ambite delle Azzorre per praticare questa attività, soprattutto per i sentieri che conducono alle fajãs e che offrono scenari imperdibili.

São Jorge, i sentieri dell'isola

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Escursione tra i sentieri di São Jorge
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Come arrivare all’Isola dei Conigli sul Garda

A Manerba del Garda, a pochi metri da Punta Belvedere, sul versante lombardo del Lago di Garda, emerge la piccola Isola di San Biagio, nota comunemente come Isola dei Conigli. Un piccolo scrigno d’Italia caratterizzato da prati verdi, cipressi e cespugli fioriti, visitabile in pochi minuti anche a piedi. Ma non solo.

Come suggerisce il nome, una delle sue particolarità è proprio la presenza sul territorio di numerosi coniglietti in libertà ormai abituati alla compagnia degli umani.

Isola dei Conigli, informazioni utili

L’Isola dei Conigli sul Garda, di proprietà del Camping San Biagio, è ben attrezzata, con un piccolo chiosco snack-bar e i servizi. Nella bella stagione, si possono anche noleggiare lettini-prendisole per rilassarsi sulle sponde.

L’isola è stata a suo tempo la postazione di caccia di coloro che vivevano nella villa. Rimane “aperta” tutti i giorni dalle 9.00 fino alle 18.00, orario in cui chiude al pubblico così come il chiosco, il noleggio lettini e quant’altro. Trattandosi di una proprietà privata, l’ingresso senza autorizzazione può essere passibile di denuncia.

L’ingresso ha attualmente un costo di 10 euro, valido per tutta la giornata, e il ticket si paga appena giunti sull’isola. Entrano gratuitamente, invece, i bambini e i clienti del Camping San Biagio (che possono raggiungere l’Isola dei Conigli anche dopo le ore 18.00).

Per tutte le informazioni aggiornate, è consigliabile consultare l’apposita sezione del sito ufficiale.

Come arrivare sull’Isola dei Conigli

Sono tre i modi per approdare sull’Isola dei Conigli o Isola di San Biagio: a piedi, quando il livello dell’acqua è basso tanto da arrivare alle ginocchia, con il taxi boat oppure con imbarcazioni private.

Vediamo nel dettaglio ogni opzione.

Arrivare sull’Isola dei Conigli a piedi

Quando il livello dell’acqua lo consente, l’Isola dei Conigli si può raggiungere a piedi partendo dalla terraferma dove sorge il Campeggio San Biagio a cui appartiene l’isola, da Porto Torchio, deliziosa località fronte mare cui dedicare una sosta (magari per pranzo in uno dei numerosi ristorantini) e dove sono presenti molti parcheggi a pagamento: il più comodo e vicino è il Parcheggio Isola dei Conigli, con tariffa di 1 euro all’ora (7 euro la tariffa giornaliera).

Raggiunta la spiaggia, si costeggia fino alla Punta Belvedere percorrendo un sentiero ben segnalato: sono soltanto 200 metri!

Di solito, il periodo più indicato per raggiungere l’Isola di San Biagio a piedi è quello che va da settembre a novembre, mentre in aprile il livello dell’acqua tende a essere più alto.

Occorre, in ogni caso, controllare le condizioni di volta in volta poiché, in base alle stagioni, alla quantità di neve e pioggia e ad altri fattori ambientali, la situazione può mutare in fretta.

Raggiungere l’Isola dei Conigli con il taxi boat

Per arrivare sull’Isola dei Conigli quando il livello dell’acqua non consente alternative, occorre utilizzare un traghetto che effettua corse plurigiornaliere. Il biglietto si acquista direttamente alla partenza a Porto Torchio e, oggi come oggi, ha un costo di 6 euro andata e ritorno.

La traversata dura circa 5 minuti. Informatevi sull’orario dell’ultimo taxi boat che lascia l’isola prima della chiusura.

Visitare l’Isola dei Conigli con imbarcazioni private

Per scoprire l’Isola dei Conigli sul Lago di Garda si può naturalmente utilizzare anche un‘imbarcazione privata. In tal caso bisogna pagare un ticket per potere approdare con il proprio mezzo sul molo di San Biagio.

La bellezza dei dintorni

I dintorni dell’Isola dei Conigli, con le loro acque cristalline, sono un must per gli amanti delle immersioni. In più, nelle vicinanze si trova lo Scoglio dell’Altare. Si racconta che sullo scoglio venisse celebrata una liturgia cristiana alla quale assistevano i pescatori convenuti nella zona. Inoltre, è noto per essere un sito d’immersione privilegiato del Lago di Garda.

La parete scende fino alla profondità di 150 metri ed è famosa per due grandi balconate ricoperte di spugne gialle e per una grotta che presta rifugio a grossi esemplari di pesce persico reale, lucci, tinche, anguille e alborelle.

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Nasce una nuova alleanza turistica in Italia

Da una “rivalità” storica ad una singolare collaborazione, che si gioca tutta in ambito turistico: nasce l’Area Ligure Apuana, che unisce i territori confinanti di due regioni ad alta vocazione nel settore dei viaggi. L’alleanza, siglata nei giorni scorsi, mira a unificare la promozione delle attività e degli eventi che si possono vivere in queste splendide località di “confine”, per offrire ai visitatori un’esperienza unica e ricca di soddisfazioni. Scopriamo qualcosa in più su questa iniziativa.

Cos’è l’Area Ligure Apuana

Storicamente, i territori a cavallo tra la Liguria e la Toscana hanno vissuto alcuni dissapori. Ma il passato è ormai sepolto: grazie all’Area Ligure Apuana, nasce una nuova collaborazione che si propone di unire i comuni di confine in un’entità turistica a sé stante. Il patto è stato siglato dal ministro del turismo Daniela Santanchè e dal sindaco di La Spezia Pierluigi Peracchini, in prima fila nel proporre questa iniziativa così interessante. Grazie a questo protocollo, i comuni continueranno ad avere autonomia nella gestione della promozione turistica a livello locale, ma potranno presentarsi insieme negli appuntamenti più grandi.

Naturalmente, l’obiettivo è molto ambizioso e si dovrà procedere per passi. L’idea è infatti quella di integrare tra loro le particolarità tanto apprezzate di ognuno dei comuni aderenti, così da rendere più attraente a livello turistico questi territori ricchi di bellezze. “Il turismo italiano deve puntare all’integrazione orizzontale dei territori e sviluppare la filiera verticale del prodotto che vendiamo. Integrando dalle Cinque Terre a Pontremoli si offre al turista una varietà unica di esperienze tra paesaggi, storia ed enogastronomia” – ha spiegato Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria.

Grande è anche l’entusiasmo della Santanchè: “Un progetto molto intelligente che va nella direzione del Piano strategico del turismo. L’iniziativa intende superare il concetto di confine, offrendo ai visitatori esperienze diversificate e fruibili nell’arco di pochi chilometri. L’idea è quella di proporre e sviluppare un’offerta turistica intrinsecamente legata alla concezione di un territorio interconnesso e interattivo, dove le esperienze di viaggio non sono limitate da confini geografici, ma si estendono fluidamente attraverso paesaggi diversificati e suggestivi”.

I comuni che ne fanno parte

L’Area Ligure Apuana (ALA) conta ben 66 comuni, distribuiti a cavallo tra la Liguria e la Toscana. Quali sono alcune delle località che hanno aderito all’iniziativa? In territorio ligure, troviamo innanzitutto La Spezia: splendida cittadina portuale, è una delle perle del famoso Golfo dei Poeti, un luogo dalla bellezza sublime. Il suo sindaco, come abbiamo detto, è stato il promotore dell’alleanza. Ci sono poi i coloratissimi borghi delle Cinque Terre, con le loro casette incastonate tra le rocce a picco sul mare, meta ideale per chi ama camminare nella natura. Un altro posto meraviglioso è Portovenere, con il suo porto turistico e un suggestivo castello arroccato.

Mentre si trovano in Toscana, e più precisamente nella storica regione della Lunigiana, alcuni splendidi borghi come Aulla e l’antico centro abitato di Fosdinovo. Particolarmente suggestivo è Villafranca in Lunigiana, con i resti di un impianto urbanistico medievale e il fascino della Via Francigena che passa proprio da queste parti. Infine, fanno parte dell’Area Ligure Apuana anche le città di Massa e di Carrara, due vere perle tutte da scoprire.

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Zion National Park: come organizzare la visita

Il Zion National Park è una delle tappe obbligate in un viaggio negli Stati Uniti. Ci si addentra in un ambiente straordinario, dove si incontrano maestose formazioni rocciose color crema, rosa e rosso che si stagliano in un cielo blu brillante, profonde gole incise e plasmate dalla forza impetuosa delle acque del Virgin River e dei suoi affluenti, si seguono i sentieri battuti per migliaia di anni e si sperimenta la natura selvaggia in uno stretto canyon, cuore del Parco.

La varietà unica di piante e animali vi lascerà a bocca aperta, mentre assorbite la ricca storia del passato e vi godete l’emozione delle avventure del presente. Ma prima, è molto importante sapere come organizzare la vostra visita in questo luogo unico al mondo.

Alla scoperta dello Parco Nazionale di Zion

Il Zion National Park è situato nella parte sud-occidentale dello Utah, nelle contee di Washington, Iron e Kane. Il territorio del Parco è contraddistinto da un elevato grado di biodiversità, reso possibile dalle particolari caratteristiche geografiche e morfologiche. La grande varietà di specie animali e vegetali è favorita dalla sua posizione, poiché è situato nel punto in cui convergono tre vaste regioni geografiche, il Gran Bacino, il deserto del Mojave e l’altopiano del Colorado. La ricchezza di habitat è data anche dal paesaggio formato da profondi canyon e tavolati ad alta quota, una notevole varietà di terreni di diversa composizione e una disponibilità d’acqua non omogenea.

Tutto in questo santuario nel deserto prende vita dalle acque del Virgin River. Cuore del Parco è il Canyon di Zion, una gola lunga 24 km e profonda 800 metri, scavata dal ramo settentrionale del fiume. Per proteggere questa meraviglia, nel 1909 è stato istituito il Monumento nazionale Mukuntuweap, trasformato poi nel Parco Nazionale di Zion nel 1919, di cui nel 1956 è diventata parte anche la sezione dei Kolob Canyons, dichiarata monumento nazionale nel 1937 .

Il nome Zion, adottato ufficialmente nel 1918 per designare il canyon, viene fatto risalire a Isaac Behunin, uno dei primi coloni mormoni insediatisi qui nel lontano 1863. Behunin riteneva di aver trovato in quel luogo la Sion descritta dal profeta Isaia nella Bibbia. Anche molte formazioni rocciose, che costituiscono le principali attrazioni del Parco, hanno nomi di derivazione biblica, ad esempio i Templi della Vergine, la Sentinella, i Tre Patriarchi sono stati così battezzati da un pastore metodista che vi venne in visita nel 1916.

Sembra ironico che in questo deserto apparentemente infinito l’acqua crei la maggior parte di ciò che vediamo. A nord di Zion, la pioggia che cade sull’altopiano del Colorado corre verso il basso, taglia gli strati relativamente morbidi e spinge i suoi detriti sul bordo meridionale, che scende in una serie di dirupi e pendii noti come Grand Staircase, perché la loro disposizione ricorda i gradini di una enorme scalinata che risale dal Grand Canyon – il cui strato più recente e superficiale costituisce quello più antico dello Zion – verso il Bryce Canyon, il cui strato più antico costituisce lo strato più recente dello Zion, riconoscibile alle quote più elevate. Ogni stratificazione geologica corrisponde a un mutamento climatico della regione, che si riflette nella diversa composizione del sedimento e, di conseguenza, nel colore dello strato.

Oltre alla musica del fiume e alle altezze elevate, si vede la natura di Zion moltiplicarsi con ogni pendenza, aspetto e tipo di suolo, con ogni minimo cambiamento di precipitazioni o di temperatura. Se a queste influenze si aggiungono specie provenienti da ecosistemi vicini, il parco diventa un mosaico di ambienti che non ha eguali, in cui piante e animali sono variamente distribuiti nei quattro macrohabitat presenti nel parco: il deserto, le zone riparie, le aree boschive e le foreste di conifere.

The Narrows, attrazione dello Zion Natonal Park

Fonte: iStock

Le attrazioni imperdibili del Zion National Park

Le attività più belle da fare al Zion National Park

Infinite sono le attività che si possono fare in questo luogo dalla bellezza indescrivibile. Per alcune di queste è necessario avere una buona preparazione fisica, essere ben equipaggiati e richiedere permessi appositi. È altresì indispensabile restare sempre aggiornati sulle condizioni meteo e su tutte le informazioni utili a far sì che la visita sia effettuata in tutta sicurezza. Ecco alcune delle esperienze imperdibili.

Canyoning

Il Zion National Park è uno dei dei luoghi migliori degli Stati Uniti dove praticare il canyoning. Con decine di canyon diversi da esplorare, alcuni abbastanza larghi da poter essere attraversati da un essere umano, offre opportunità che vanno da escursioni per principianti a esperienze che richiedono competenze tecniche avanzate. Potete contribuire a preservare e proteggere i canyon di Zion per le generazioni future seguendo le regole del parco e i principi del “Leave No Trace”.

I permessi sono necessari per tutte le escursioni tecniche di canyoning. Assicuratevi che il vostro gruppo sia autonomo e consapevole dei rischi legati a questa attività. È bene, inoltre, informarsi sulla classificazione del potenziale di alluvione improvvisa. In caso di minaccia di maltempo, si raccomanda di non entrare in un canyon stretto. Valutate continuamente le condizioni meteorologiche e modificate i piani per mantenere voi e i vostri accompagnatori al sicuro. Il gruppo deve disporre di una descrizione del percorso, di una mappa, di una bussola e della capacità di utilizzarle per individuare il percorso corretto per l’escursione.

Arrampicate

Le alte falesie di arenaria del Parco Nazionale di Zion sono famose in tutto il mondo per le arrampicate. A causa della loro difficoltà, la maggior parte del parco non è però consigliata agli arrampicatori inesperti e richiede una notevole preparazione. I permessi non sono richiesti per le arrampicate giornaliere, ma sono necessari per tutti i pernottamenti. È invece vietato accamparsi alla base della parete o nel proprio veicolo. Le descrizioni dettagliate delle vie sono disponibili presso i centri di assistenza.

Alcune formazioni rocciose e vie sono chiuse all’arrampicata da marzo ad agosto di ogni anno per proteggere i falchi pellegrini che nidificano. Per informazioni aggiornate sulle chiusure, rivolgetevi a uno sportello Wilderness o visitate il sito ufficiale del Parco.

Escursione al Left Fork (The Subway)

Ci sono due modi per esplorare la sezione del canyon a sinistra di North Creek, conosciuta come The Subway o Left Fork of North Creek. I visitatori sono invitati a viaggiare con un escursionista esperto o a procurarsi una descrizione dettagliata del percorso. I permessi sono sempre necessari, indipendentemente dalla direzione di marcia. È bene sapere che questa escursione non è una semplice passeggiata in montagna ma richiede un buon allenamento fisico, considerando anche che sarete in una zona isolata e che, quindi, in caso di difficoltà, i soccorsi non potranno arrivare in maniera tempestiva.

Zion National Park, The Narrows

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The Narrows, l’escursione mozzafiato nelle acque del fiume

Gita al fiume: The Narrows

Il Virgin River ha scavato una gola spettacolare nella parte superiore del Zion Canyon. Una escursione a The Narrows può essere un’esperienza indimenticabile nella natura selvaggia. Gran parte del percorso si svolge guadando, camminando e talvolta nuotando nel fiume. Badate bene, però, che la corrente è impetuosa, l’acqua è fredda e le rocce sotto i piedi sono scivolose. Anche le inondazioni improvvise e l’ipotermia sono pericoli costanti. Per tutti questi motivi, è necessaria una buona pianificazione e un equipaggiamento adeguato per una gita sicura e di successo.

Angels Landing: l’atterraggio degli angeli

Angels Landing è una delle destinazioni più popolari del Zion National Park. Il suo nome, ormai famoso, deriva dal ministro metodista Frederick Vining Fisher che, durante la sua prima visita allo Zion Canyon, nel 1916, avrebbe detto che solo un angelo poteva atterrare lì. L’escursione è estramente faticosa ed è considerata la più pericolosa del Zion National Park (è necessario richiedere un permesso).

Camping

Il Parco Nazionale di Zion offre ai viaggiatori zaino in spalla una serie di sentieri in una varietà di paesaggi da esplorare. Per chi desidera rendere ancora più completa l’avventura nella natura, c’è la possibilità imperdibile di soggiornare nei campeggi designati sugli altipiani dello Zion, tra i bassi arbusti del deserto o vicino a un fiume in uno stretto canyon.

Come ottenere i permessi ‘Wilderness’

Zion è una spettacolare rete di canyon colorati, mesa ricoperte da fitti boschi e deserti suggestivi. Tutti i terreni all’interno del parco sono tutelati dal National Park Service a beneficio del pubblico. Inoltre, un notevole 84% di questo straordinario paesaggio è preservato come area “Wilderness”. Questa designazione garantisce che oltre 50 mila ettari del parco continuino a essere un luogo in cui la natura resti incontaminata. Viaggiare nella Zion Wilderness può essere, però, molto impegnativo e richiede un’attenta pianificazione prima di iniziare. La vostra sicurezza dipende dal buon senso, da un’adeguata preparazione e da una costante vigilanza.

Le prenotazioni anticipate, le domande di partecipazione alla lotteria online (Advanced Lottery) e i permessi di accesso sono disponibili per diverse aree all’interno della Zion Wilderness. Le quote contribuiscono a coprire i costi di rilascio dei permessi, di perlustrazione delle aree selvagge, di monitoraggio delle risorse del parco e di riparazione dei sentieri. Le attività guidate da organizzazioni didattiche o simili sono autorizzate solo sui sentieri che non rientrano nelle aree Wilderness del parco, ossia nelle zone primitive e incontaminate. Per informazioni aggiornate è necessario visitate la pagina web dello Zion National Park.

Come spostarsi nello Zaion National Park

Dal 2000, il National Park Service (NPS) ha iniziato a gestire un sistema di navette gratuite per ridurre il traffico e i problemi di parcheggio, proteggere la vegetazione e restituire tranquillità allo Zion Canyon. Lo Springdale Shuttle porta i visitatori dalla città di Springdale allo Zion National Park Visitor Center. Ogni anno il National Park Service modifica stagionalmente gli orari delle navette e la disponibilità dei campeggi. Ecco cosa dovete sapere per pianificare la vostra visita:

  • non è necessario un biglietto o una prenotazione per utilizzare la navetta del parco o per entrare nel parco
  • durante la stagione delle navette, i visitatori non possono guidare veicoli personali sulla Zion Canyon Scenic Drive
  • le navette arrivano ogni 15 minuti circa sulla Springalde Line (all’esterno del parco) e ogni 5-10 minuti circa sulla Zion Canyon Line (all’interno del parco).

Le navette impiegano circa 45 minuti per raggiungere lo Zion Canyon Visitor Center e il Tempio di Sinawava. Ciò significa che il viaggio di andata e ritorno dura circa un’ora e mezza. La Zion Canyon Line, o navetta del parco, parte dallo Zion Canyon Visitor Center per raggiungere destinazioni come lo Zion Lodge e i sentieri per le escursioni ad Angels Landing, Emerald Pools, West Rim Trail e Narrows.

Per chi opta per l’auto, la Zion Canyon Scenic Drive – la strada panoramica che inizia a nord di Canyon Junction – è chiusa ai veicoli privati quando sono in funzione le navette del parco. Essendo molto vasto, anche quando le navette sono in funzione è possibile guidare un veicolo privato sulla Zion-Mt. Carmel Highway (che collega la State Route 9 attraverso il parco), lo Zion-Mt. Carmel Tunnel, la Kolob Terrace Road e la Kolob Canyons Scenic Drive.

Quanto tempo serve per visitare il parco

L’ideale sarebbe avere almeno due o tre giorni per visitare il Zion National Park. In questo modo avrete tempo a sufficienza per percorrere i sentieri più lunghi e popolari, come Angels Landing e the Narrows, e potrete anche aggiungere alcuni dei sentieri più brevi e facili, come Riverside Walk e Canyon Overlook. Per decidere quanto tempo trascorrere a Zion, scegliete le escursioni che desiderate fare. Per ogni grande escursione (8 km o più), aggiungete un giorno al vostro itinerario.

Dove alloggiare

A Zion sono disponibili diverse opzioni di alloggio, dai resort di lusso ai boutique hotel, fino ai motel e ai lodge economici. Alberghi e strutture ricettive si trovano nella città di Springdale, nello Utah, o nelle sue vicinanze, che è la porta d’accesso al parco e il luogo in cui soggiornare quando si visita Zion. Naturalmente, è fondamentale prenotare le vostre sistemazioni in anticipo, soprattutto durante le stagioni di punta. La maggior parte dei luoghi di soggiorno a Zion offre Wi-Fi, piscine, vasche idromassaggio, punti di ristoro in loco e servizi di navetta per l’ingresso del parco.

Alcuni hotel offrono fermate della navetta direttamente dalla loro struttura, rendendo comodo l’accesso al parco senza doversi preoccupare del parcheggio. Il clima e l’affluenza di visitatori possono variare notevolmente a seconda del periodo dell’anno in cui visitate il Parco. Preparatevi a estati calde, inverni più freddi e a condizioni potenzialmente affollate durante le stagioni di punta.

Le navette per spostarsi allo Zion National Park

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Navette gratuite per spostarsi allo Zion National Park
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Lessinia, i più bei sentieri tra i paesini e le malghe

Un paradiso naturale incastonato tra le Piccole Dolomiti, il Monte Baldo e Verona, con paesaggi montani e collinari ricoperti da prati verdeggianti, pascoli, folti boschi, piccoli borghi e contrade dove il tempo sembra essersi fermato.

Quest’oasi di pace prende il nome di Lessinia ed è il luogo perfetto da esplorare a passo lento, durante una camminata in compagnia o anche in solitaria, a contatto diretto con le bellezze paesaggistiche di questa spettacolare zona d’Italia.

Trekking in Lessinia: itinerari tranquilli tra colline e montagne

Con Lessinia si fa generalmente riferimento alla fascia montuosa situata a nord di Verona, che occupa l’area tra la Val d’Adige, la Valle di Ronchi, le Piccole Dolomiti-Pasubio, la Valle dell’Agno-Chiampo e l’alta pianura veronese. Una piccola parte tocca anche la provincia di Vicenza e di Trento.

In un’area di questo ampio territorio sorge il Parco Naturale Regionale della Lessinia, un’area protetta con una superficie che supera i 10 mila ettari e che comprende 15 comuni e vette che toccano quasi 2000 metri di altezza.

In tale paesaggio suggestivo, sono disseminati moltissimi percorsi di trekking, dai più semplici a quelli più impegnativi dedicati ai più esperti. Itinerari che permettono agli amanti di questa pratica di trovarsi totalmente immersi tra le bellezze naturali. La maggior parte dei sentieri è adatto alle famiglie e ciò rende la Lessinia il luogo ideale per fare trekking ad ogni età.

Vediamo alcuni dei principali itinerari di trekking semplici, partendo da quelli che si trovano nella Lessinia orientale e passando poi alla parte occidentale, tutti perfetti per una camminata rigenerante a contatto con l’essenza della natura.

Badia Calavena e il Monte Pecora

Un primo percorso facile è quello che tocca le varie contrade di Badia Calavena in un tragitto di circa 20 chilometri.

Si parte dall’Abbazia di Calavena e si prende una strada con tornanti che si addentra nel bosco, sbuca all’altezza di una sorgente, con vista strepitosa sulla valle, e poi risale toccando la contrada Campanari (da dove si fa una tappa alla Chiesa di San Pietro Apostolo in Nemore) e la contrada Seri. Si giunge così sotto al Monte Pecora, sulla cui cima si trova un imponente generatore eolico attivo dal 2008.

Da lì si ridiscende verso sud, toccando diverse contrade: Righetti, Signoretti (abbandonata) e Volpi. Si completa la circumnavigazione del monte e si passa per la località Giri, che ospita il Brolo delle Biodiversità, ossia un insieme di coltivazioni particolari di antiche varietà di frutti di montagna. Il percorso torna ai Campanari e poi al Monte di San Pietro con la sua chiesa, per terminare nuovamente a Badia Calavena.

Un itinerario immerso nella natura che non presenta particolari difficoltà, adatto quindi anche alle famiglie con bambini.

Paesaggio naturale della Lessinia, un paradiso per il trekking

Fonte: iStock

Paesaggio naturale della Lessinia

La Val d’Orso, tra Valdiporro e Bosco Chiesanuova

Tra le altre opzioni più brevi e accessibili anche alle famiglie, c’è il suggestivo percorso che attraversa la Val d’Orso. Con soli 6 chilometri di lunghezza, questo itinerario è perfetto per coloro che desiderano trascorrere una giornata all’aria aperta senza affrontare tratti troppo impegnativi. Attraversando boschi incantati e antichi borghi come Valdiporro e Bosco Chiesanuova, i visitatori avranno l’opportunità di immergersi nella storia e nella cultura locale mentre godono della tranquillità della natura.

La partenza è alla chiesetta di Santa Margherita di Bosco Chiesanuova. Si seguono le indicazioni CAI del sentiero 251, che attraversa un prato e si addentra nelle contrade di Cenise di Sopra e Cenise di Sotto. In questa zona spicca un’antica stalla ristrutturata trasformata in museo di contrada, in cui ammirare gli strumenti e gli arnesi che una volta venivano utilizzati nella vita quotidiana.

Proseguendo, si tocca la contrada Val d’Orso prima di arrivare al centro del paese di Valdiporro. Si passa per Grobberi e Dosso, mentre la strada che si ricongiunge con Bosco Chiesanuova attraversa un suggestivo bosco e una vecchia contrada ormai abbandonata e ricoperta dalla vegetazione: località Gusse. Si torna al punto di partenza toccando, in ultima, la contrada di Comperli.

Le malghe di Campofontana

Per coloro che desiderano una sfida leggermente più impegnativa, la Lessinia orientale offre una serie di tracciati che conducono attraverso i suggestivi boschi delle malghe di Campofontana. Con una distanza, anche in questo caso, di 6 chilometri e un dislivello di media entità, questi sentieri richiedono una preparazione fisica generale, ma offrono in cambio paesaggi mozzafiato e un’esperienza immersiva nella natura incontaminata.

Si parte dal parcheggio del cimitero di Campofontana verso contrada Pagani, che con un’altitudine di oltre 1250 metri è una delle più alte della Lessinia. Dalla vasca in pietra dell’antica fonte si prende la strada sterrata per la malga Lobbia, prima della quale si incontra la Madonna della Lobbia. Dalla cima in cui si trova la malga si può godere di un panorama mozzafiato.

Continuando a salire si raggiunge il muro che delimita il confine tra Verona e Vicenza, con l’opera scultorea della Madonna delle Scalette. Nel corso del tragitto si passa anche dalla Malga Porto di Sotto affiancando il Monte Formica, per poi tornare sulla strada che riporta al punto di partenza dell’itinerario.

La Foresta delle Gosse

Rimanendo nella Lessinia Orientale, un altro splendido percorso adatto a tutti è quello che attraversa la meravigliosa Foresta delle Gosse, una delle aree più suggestive del Parco Naturale Regionale della Lessinia.

La partenza di questo itinerario di trekking è a malga Parparo. Da qui si sale e si prende il sentiero europeo numero 5 che si immerge nella rigogliosa foresta di faggi delle Gosse. Seguendo le indicazioni per il rifugio Lausen, si raggiungono la malga Monticello e la Croce dei Norderi, per poi tornare indietro seguendo l’antico percorso di transumanza della “Via Cara”.

Questo itinerario è perfetto anche in inverno per camminare con le ciaspole ai piedi.

Suggestivo sentiero di trekking tra i boschi della Lessinia

Fonte: iStock

Sentieri nei boschi della Lessinia

I castagneti e la Calma Granda

Lasciandosi alle spalle lo stress della quotidianità cittadina, ci si può immergere anche tra gli storici castagneti di San Rocco di Piegara, soffermandosi in particolare al Calma Granda, un maestoso castagno plurisecolare, divenuto un vero e proprio monumento. La natura ritrova prepotentemente il proprio spazio in questi luoghi, con un percorso di circa 7 km, che richiede circa 2.5 ore per essere completato.

Ci troviamo nell’alta collina, con un’ambientazione diversa dai percorsi precedenti. Si parte dalla chiesa di San Rocco e poco dopo si incontra la contrada Negri e poi il vecchio baito della contrada Doardi e il secolare albero Calma Granda. Salendo sopra a Doardi si apre un colle con una vista spettacolare sulla Pianura Padana e sugli Appennini. Si continua a seguire il percorso fino alla prossima contrada: Dosso. Qui esiste ancora un antico forno di contrada ancora funzionante. Si rientra infine verso San Rocco.

Questo itinerario è perfetto anche per essere percorso in mountain bike o a cavallo.

La Valle delle Sfingi

Altri meravigliosi punti di interesse della Lessinia orientale sono sicuramente il Covolo di Camposilvano e la Valle delle Sfingi.

In questo itinerario di 9 chilometri, il punto di partenza è il museo geopaleontologico di Camposilvano, che custodisce interessanti reperti fossili e archeologici. In quest’area si può ammirare anche il Covolo, un’imponente grotta.

Si attraversa poi il paese fino a giungere a una particolare roccia a forma di fungo che apre la strada alla Valle delle Sfingi, una conca incorniciata da pascoli e faggete, dove spiccano molteplici monoliti di roccia dalle forme particolari, nati dall’erosione degli agenti atmosferici nel corso di migliaia di anni.

Lungo il resto del sentiero si incontrano varie malghe, prati e boschi incontaminati, alture dalle quali si possono ammirare i colli euganei nelle giornate più limpide. Si può fare una sosta al rifugio Lausen, per ripartire attraversando le contrade Battisteri, Al Pezzo e Tecchie, oltre alla Croce del Gal e a quella del Kuneck, fino a ricongiungersi con il museo di Camposilvano.

La splendida Valle delle Sfingi, in Lessinia

Fonte: 123RF

Valle delle Sfingi

Monte Crocetta e Monte Pastelletto

Guardando all’altro versante dell’enorme area, dunque alla Lessinia occidentale, si torna a parlare di un altro percorso semplice e adatto alle famiglie, per una percorrenza inferiore ai 6 chilometri. Un breve viaggio di poco più di due ore, alla scoperta di panorami a dir poco suggestivi, offerti dal Monte Crocetta e dal Monte Pastelletto.

Si parte dal paese di Breonio, nel comune di Fumane, e in particolare dalla chiesa parrocchiale di San Marziale. In cima al borgo si prende la stradina che porta sul percorso del CAI numero 240: in poco tempo ci si ritrova sulla vetta del Monte Crocetta, con una vista spettacolare sul lago di Garda e sul Monte Baldo.

Continuando, ci si immerge in una fitta pineta, si raggiunge il Monte Pastelletto dove si possono ancora ammirare i resti delle trincee della Prima Guerra Mondiale (come anche sul Crocetta). Si raggiunge poi il Vaio Boralunga e si scende verso la contrada Paroletto, affacciata alla strada che torna al punto di partenza.

La Spluga della Preta e la Grotta del Ciabattino

Restiamo nell’Alta Lessinia occidentale per un percorso suggestivo nel cuore del Parco Naturale Regionale della Lessinia, alla scoperta di boschi, pascoli e suggestive grotte in vetta alle montagne.

Per seguire questo itinerario di circa 8.5 chilometri, si parte dalla contrada Tommasi del comune di Sant’Anna d’Alfaedo, attraversando la località Coste e prendendo un sentiero sterrato che si immerge nei boschi, fino a raggiungere il Passo di Rocca Pia (sul confine tra il Veneto e il Trentino) con alcune tracce, anche qui, delle trincee che vennero costruite durante la Prima Guerra Mondiale.

Continuando a seguire il sentiero CAI 234, si sale fino a malga Fanta. Nelle vicinanze si possono osservare una vecchia caserma della finanza e la Spluga della Preta: un profondo abisso con una profondità di più di 800 metri che viene spesso esplorato dagli speleologi. Si raggiunge poi la cima del Corno d’Aquilio con la sua croce in ferro. Da qui la vista panoramica sul Parco toglie il fiato.

L’itinerario prosegue e scende verso la Grotta del Ciabattino, un luogo spettacolare che d’inverno viene arricchito da bellissime forme di ghiaccio. Il sentiero che si ricongiunge con il punto di partenza, poi, è il 240-250 del CAI.

A sud del comune di Sant’Anna d’Alfaedo si trova anche un punto di interesse che merita di essere visitato: il Ponte di Veja. Si tratta di uno dei più grandi ponti naturali d’Europa, alto 29 metri e lungo circa 50 metri. Un luogo suggestivo che testimonia la storia geologica millenaria di questi splendidi territori.

Il suggestivo Ponte di Veja, in Lessinia

Fonte: iStock

Ponte di Veja, in Lessinia
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Via dell’Acqua, la pista ciclabile che collega Roma e Assisi

È un percorso meraviglioso, ricco di storia e bellezza, che si inerpica tra la natura e regala una visione diversa di ciò che ci circonda. È la Via dell’Acqua, che collega Assisi a Roma e che si può percorrere in bicicletta, ma anche a piedi e – perché no – a cavallo.

Si snoda per 250 chilometri e porta ad attraversare questo tratto di Italia centrale, potendone apprezzare la natura, la campagna che si ha intorno a sé e i corsi d’acqua. Un percorso fatto di bellezza, che fa da filo rosso tra Umbria e Lazio, tra Valle Spoletana, Valnerina e la Valle del Tevere. Ma anche spirituale, infatti collega due centri della Cristianità: Assisi e Roma.

Tutto quello che c’è da sapere sulla Via dell’Acqua, per provare una vacanza diversa, più lenta che ci permette di apprezzare il territorio e di vivere in prima persona il turismo sostenibile.

La Via dell’Acqua, cosa c’è da sapere

Si estende per 250 chilometri la Via dell’Acqua, di questi 200 si snodano lungo percorsi ciclabili già esistenti e lungo strade di campagna, gli altri 50 – invece – su asfalto. Non importa quanto tempo si impiega a percorrerla, perché l’obiettivo è un altro. Tra le cose più belle, infatti, di un viaggio così ci sono la possibilità di lasciarsi incantare dal paesaggio circostante e quella di conoscere luoghi nuovi lungo il percorso.

Inoltre, lungo la Via dell’Acqua si incontrano anche diverse attività per mangiare e dormire, ma anche servizi, che offrono una scontistica grazie alla convenzione attiva per coloro che viaggiano in bici, a cavallo o a piedi e sono in possesso della credenziale che si può richiedere sul sito ufficiale. Il dislivello complessivo è di 2100 metri ed è una vera e propria immersione nella natura alla scoperta di luoghi suggestivi e del fascino di un tratto di Italia a cavallo tra due regioni: l’Umbria e il Lazio.

Perché si chiama così e la storia della sua nascita

Sul sito ufficiale di questo percorso si racconta che la genesi di tutto è stata l’acqua, che è stata ciò che ha ispirato ma che è anche l’elemento che lo caratterizza. Infatti si snoda proprio nei pressi di alcuni argini.

Il percorso è facile, fattibile per tutti.  Come viene spiegato – sempre sul sito ufficiale – la realizzazione della Via dell’Acqua è stata possibile anche grazie al fatto che in Umbria c’era già una fitta rete di percorsi ciclabili. Numeri alla mano, infatti, dei 160 chilometri di tratta che scorrono in questa regione, ben 120 erano su ciclabili già esistenti.

Il risultato sono seniteri, strade e ciclabili che uniscono due regioni e due città: un modo per conoscere il territorio da un altro punto di vista, una maniera per godere della bellezza intorno a sé senza alcuna fretta, ma lasciando che lo sguardo si meravigli a ogni scorcio.

Come si deve percorrere e le info utili

Come percorrerla? La si può fare da Assisi verso Roma e viceversa. Sul profilo Facebook ufficiale dedicato alla Via dell’Acqua vengono pubblicati e condivisi aggiornamenti utili da conoscere prima di partire. Sempre tramite Facebook si arriva ad altre informazioni che contengono le indicazioni e i suggerimenti sulle soste da fare lungo il tragitto, come quella al sito archeologico Lucus Feroniae, che si sviluppa in un’area archeologica e in un museo a ingresso gratuito, oppure la sosta a Terni per visitare la Basilica di San Valentino.

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Ryanair, l’offerta flash per una vacanza da sogno

La primavera è ormai sbocciata: queste belle giornate di sole ci fanno proprio venir voglia di staccare dal lavoro e, zaino in spalla, partire per qualche splendida località europea. Che si tratti di un city break o di un piccolo assaggio della prossima estate, questa è l’occasione giusta per prenotare il prossimo volo. Ryanair ha infatti lanciato la sua offerta flash, un’opportunità imperdibile per trovare biglietti a prezzi bassissimi. Cosa state aspettando?

Ryanair, l’offerta imperdibile

Regalarsi un bel viaggio di primavera è davvero l’ideale per staccare un po’ la mente, visto che le ferie estive sono ancora molto lontane. Certo, sono in pochi a poter usufruire di qualche giorno in più per una vera e propria vacanza, da trascorrere magari in qualche località al caldo per assaporare la bella stagione. Ma ci si può sempre concedere un fine settimana lungo, approfittandone per esplorare qualche splendida capitale europea: i city break sono una delle formule turistiche più diffuse negli ultimi anni, non certo a caso.

E allora, questo è il momento giusto: Ryanair ha lanciato una promozione da cogliere al volo, perché dura solo poche ore. La sua offerta flash è perfetta per chi ha proprio voglia di partire per qualche giorno, scegliendo tra le tante mete disponibili all’interno del network europeo della compagnia aerea low cost. Potrete trovare biglietti a prezzi stracciati, per viaggiare dal 4 aprile al 30 giugno 2024. Ma, come già anticipato, dovrete affrettarvi: gli sconti valgono solo fino alla mezzanotte del 5 aprile 2024, e sono soggetti a disponibilità dei posti.

Dove andare in primavera

Ma quali sono le mete migliori da esplorare in primavera? Se avete voglia di godervi un po’ di caldo, volate a Malaga: con Ryanair potrete partire da Milano Malpensa, trovando biglietti a soli 15,72 euro. La splendida città spagnola, situata lungo le coste dell’Andalusia, è il connubio perfetto tra arte, architettura e bellissime spiagge. Grazie al suo clima mediterraneo, potrete già godervi qualche giorno di sole al mare. Oppure, potrete semplicemente perdervi in un meraviglioso centro storico, visitando luoghi fantastici come la Cattedrale o la famosa Alcazaba, fortezza musulmana.

Chi parte invece dall’aeroporto di Brindisi può scegliere un’altra incantevole città d’arte europea, la vivace Manchester: i biglietti costano solo 19,99 euro. Cosa fare nella perla del Regno Unito? Spazio, ovviamente, ad un bel giro dei suoi monumenti più belli, a partire dalla celebre Town Hall, il municipio realizzato in stile neogotico vittoriano. Gli amanti della musica, inoltre, possono immergersi nella storia e visitare alcuni dei club più conosciuti al mondo, luoghi dove hanno suonato artisti di successo internazionale.

Infine, perché non regalarsi una vacanza più esotica? Da Roma Ciampino si possono trovare biglietti a partire da soli 14,99 euro per volare a Marrakech, una delle più suggestive città del Marocco. Lasciatevi incantare dalle sue atmosfere calde e vivaci, scoprendo cultura e tradizioni molto distanti dalle nostre. Potrete approfittarne per gustare sapori speziati e passeggiare tra le coloratissime bancarelle dei suq, andando alla ricerca di qualche souvenir originale con cui sorprendere i vostri amici. Sarà un viaggio che vi lascerà il cuore colmo di bellezze.

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MilleMiglia, il programma fedeltà trova un acquirente: chi è

Impossibile non aver mai sentito parlare di MilleMiglia: il club esclusivo premiava i passeggeri che usufruivano dei voli Alitalia, permettendo loro di accumulare punti ad ogni viaggio (oltre ovviamente partecipando alle numerose iniziative dei partner). Con il fallimento dell’ex compagnia di bandiera italiana, il programma fedeltà è rimasto in un limbo, pur senza scomparire. Ora ha finalmente trovato un nuovo acquirente. Si tratta di Trenitalia: ecco cosa sappiamo.

MilleMiglia: l’acquisizione di Trenitalia

Lo storico programma fedeltà MilleMiglia, un tempo appartenuto all’ex compagnia aerea Alitalia, passa di mano (e non è ITA Airways ad averla inglobata). In un primo momento si trattava solamente di un’indiscrezione, che ha tuttavia trovato di recente conferma grazie all’Ansa: ad acquistare Italia Loyalty, l’azienda proprietaria del club, è nientemeno che Trenitalia. Il Gruppo FS ha annunciato l’acquisizione, avvenuta proprio nei giorni scorsi. Sono ancora molti i punti interrogativi che circondano questa manovra, riguardanti sia il valore dell’investimento che il futuro di MilleMiglia.

Facciamo un passo indietro: il programma fedeltà in origine si chiamava Alitalia Loyalty, e solo in un secondo momento divenne MilleMiglia, il nome con cui è più conosciuto. Oggi, più precisamente, si parla di MyMiglia-Millemiglia, e appartiene alla società Italia Loyalty. Sebbene Alitalia non esista più, il club è ancora attivo: naturalmente non è più possibile accumulare punti come in passato, quando lo si faceva principalmente viaggiando su voli dell’ex compagnia di bandiera italiana, ma ci sono altri metodi per rimanere nel programma.

Ad esempio, si ottengono miglia volando con AirFrance e KLM, oppure prenotando un soggiorno su determinati portali online o ancora noleggiando un’auto presso alcune compagnie. Insomma, il fallimento di Alitalia non ha affatto decretato anche quello di MilleMiglia. I commissari avevano già promosso la società Italia Loyalty con basi d’asta diverse: il secondo bando, nel 2021, partiva ad esempio da oltre 50,5 milioni di euro. Questa volta non c’era una cifra minima per le offerte ammesse, chiaro segnale che il valore del club è andato pian piano a declinare.

Come cambierà il programma fedeltà

Trenitalia ha dunque acquistato MilleMiglia – impegnandosi anche a mantenere i 30 dipendenti di Italia Loyalty, che saranno integrati nell’organico del Gruppo FS -, tuttavia non sono state rilasciate informazioni sul valore dell’acquisizione. Assieme al programma fedeltà, la società ferroviaria ha acquisito un enorme database di clienti (con tutti i loro dati di contatto): ci sono oltre 6,2 milioni di persone iscritte al club, alle quali Trenitalia potrà indirizzare le proprie comunicazioni, notizie su Ferrovie dello Stato e le offerte più interessanti. Un vero tesoro, dunque. Ma come cambierà MilleMiglia?

Al momento non ci sono molte informazioni: i membri del programma potranno continuare ad accumulare i punti grazie ai circa 40 partner attualmente attivi. In un secondo momento, il club verrà probabilmente integrato ai programmi di Trenitalia. Si tratta di Xgo, dedicato a chi viaggia su treni regionali e InterCity, e della Carta Freccia, usata invece dai passeggeri delle Frecce (gli iscritti sono oltre 10 milioni). Il Gruppo FS sta attualmente lavorando ai possibili meccanismi di collegamento con i biglietti ferroviari, per consentire agli appartenenti a MilleMiglia di accumulare punti viaggiando sui suoi treni.

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Ninh Binh, una delle zone carsiche più impressionanti del mondo

Ninh Binh è una straordinaria provincia del Vietnam dove bellezze storiche e culturali si mescolano con un territorio naturale emozionate: è una delle zone carsiche più affascinanti del mondo.

Avete presente la meravigliosa Ha Long? Parliamo della baia del Vietnam che è ormai simbolo di questo Paese, caratterizzata da acque smeraldine e migliaia di isole calcaree ricoperte di foresta pluviale. Ecco, Ninh Binh la ricorda, e per questo è conosciuta anche con il soprannome di “Ha Long terrestre”: montagne calcaree dove svettano giungle fiorite si alternato a valli ricche di risaie, lambite da fiumi dall’acqua limpida che permettono di fare dei tour in barca davvero indimenticabili.

Ninh Binh, informazioni utili

Ninh Binh è una città del Vietnam e capoluogo dell’omonima provincia che sorge nella parte centro-settentrionale del Paese, nella straordinaria regione del Delta del Fiume Rosso. Lontana più o meno 100 chilometri dalla Capitale Hanoi, è una destinazione meno battuta rispetto ad altre, ma altamente sorprendente e in grado di entrare nel cuore dei suoi visitatori (e senza uscirne più).

La natura, in zona, regna certamente sovrana mostrando alcuni dei suoi lati più belli, ma non mancano la storia, la spiritualità, le architetture tipiche di questo lato di mondo e la cultura, ben distante da quella a cui noi siamo abituati ma totalmente travolgente.

Ninh Binh città, cosa vedere

Che sceglie Ninh Binh come sua tappa durante in viaggio in Vietnam deve essere consapevole di una cosa su tutte: da queste parti annoiarsi è praticamente impossibile. Non solo perché la città offre un caloroso benvenuto, ma anche perché i suoi dintorni sono un concentrato puro di meraviglie, da osservare facendo gite in barca, ciclismo e trekking.

La città, ad essere del tutto onesti, non ha molti tesori da ammirare, ma si rivela un punto di partenza ideale per visitare questa magica provincia che è forse una delle più suggestive di tutto il Paese. Alcune attrazioni sono a diversi chilometri di distanza dal centro cittadino, mentre altre sono davvero vicinissime. Tuttavia, i tour organizzati per scoprire le numerose meraviglie non mancano di certo, e molti di questi sono in partenza dalla stessa Ninh Binh.

Provincia di Ninh Binh, tra pagode e templi

Sono necessari alcuni giorni di viaggio per comprendere al massimo quanto sia affascinante questo territorio del Vietnam. Paesaggi naturali a dir poco emozionanti, infatti, nascondono una serie di templi e pagode antiche che, incastonati tra le montagne, rivelano in maniera ancor più intima e pura tutta la loro spiritualità.

Pagoda di Bai Dinh

Tra le maggiori (anche per dimensioni) attrazioni della provincia c’è certamente la Pagoda di Bai Dinh. Si tratta del complesso di templi buddhisti più grande di tutto il Vietnam e si trova a circa 20 chilometri di distanza dalla città. Composto da due differenti sezioni, una antica e l’altra più recente, si sviluppa in un’area di ben 80 ettari a ridosso e sulle cime di alcune straordinarie colline calcaree.

Pagoda di Bai Dinh

Fonte: iStock

L’affascinante Pagoda di Bai Dinh

Il sito, infatti, si compone di diversi templi e oltre 500 statue del Buddha, da scoprire attraverso un tour di almeno 3 ore.

Tra le soste da fare assolutamente segnaliamo Arhat Corridor, un corridoio di circa 13 km impreziosito da ben 500 statue in pietra di Arhat; la Bell Tower, un campanile di 22 metri di altezza che dalla sua vetta regala una vista impressionante; Kuan Yin Hall, un interessante edificio in legno che conserva una statua del Bodhisattva piena di occhi e braccia; il Buddha Shakyamuni Hall, un enorme tempio che è anche la dimora di una statua del Buddha in bronzo e alta 10 metri; The Three Periods Hall, che sorge nella più elevata del complesso ed è la sede 3 statue identiche del Buddha che rappresentano il passato, il presente e il futuro.

Infine – ma di certo non è tutto – Bao Thien Stupa, che è invece il simbolo del corpo, della parola e della mente di Buddha.

Cittadella di Hoa Lu

Hoa Lu era l’antica Capitale del Vietnam, che vanta una storia di oltre 1000 anni, oggi riconosciuta dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Sorge nella periferia di Ninh Binh e accoglie i visitatori con un imponente cancello che nasconde una magnificenza che, seppur non arrivata del tutto intatta, è assolutamente possibile percepire passo dopo passo. Il sito è davvero enorme, tanto che per visitarlo interamente occorre avere un bel po’ di tempo a disposizione.

Hoa Lu

Fonte: iStock – Ph: Nils Versemann

Ingresso principale di Hoa Lu

Ciò non toglie che ci siano dei punti di interesse imperdibili, come il Tempio di Dinh Tien Hoang e il Tempio Lê Dai Hanh, entrambi circondati da armoniosi giardini fioriti, laghetti e che conservano degli interni quasi del tutto originali; la Pagoda di Nhat Tru, ancora adesso avvolta da un alone di mistero.

Cattedrale di pietra di Phat Diem

Un’altra meraviglia storico-architettonica della zona è la Cattedrale di pietra di Phat Diem, che sorge a circa 30 chilometri di distanza dalla città di Ninh Binh. Costruita con pietre e legno, mescola elementi classici con elementi tipici del Vietnam, ed è abbracciata da un pittoresco lago e tre graziose grotte artificiali.

Pagoda di Bich Dong

La Pagoda di Bich Dong è probabilmente il simbolo per eccellenza di questa maestosa zona del Vietnam: sembra appoggiata sulle montagne calcaree, che a loro volta ospitano impressionanti alberi secolari. Composta da 3 pagode principali distribuite su tre livelli, ne conserva una, la Thuong, che per essere raggiunta costringe ad attraversare quella che è considerata “la seconda grotta più bella al Nord del Vietnam”.

Bisogna poi salire circa 100 gradini, ma la fatica viene ampiamente ripagata da una delle più belle viste panoramiche di questa magnifica ed emozionante provincia.

Pagoda di Bich Dong

Fonte: iStock

La magnifica porta della Pagoda di Bich Dong,

Le meraviglie naturali di Ninh Binh

Come anticipato, dal punto di vista naturale la provincia di Ninh Binh è irresistibile. Montagne calcaree, fiumi e campi di riso rendono il tutto assolutamente affascinate, tanto che si vorrebbe avere il tempo necessario per visitare più cose possibili. Ne abbiamo selezionate alcune, e vi possiamo assicurare che sono davvero una più bella dell’altra.

Trang An

Trang An è un’area di pregio paesaggistico al punto da essere patrimonio Unesco. Si fa spazio sulla sponda meridionale del delta del fiume Rosso ed è caratterizzata da formazioni carsiche e vallate con pendii scoscesi. Sono presenti tracce di insediamenti umani risalenti fino a quasi 30.000 anni fa, ma quel che è certo è che questa è una delle zone più selvagge del Paese, e anche una delle maggiori attrazioni turistiche della provincia.

Trang An

Fonte: iStock

Trang An, patrimonio Unesco

La si può visitare facendo un’indimenticabile gita in barca, che permette di attraversare montagne e grotte sotterranee per poi arrivare al cospetto di templi e pagode che si specchiano sul fiume.

Riserva naturale di Van Long

La parola principale che viene in mente quando si visita la Riserva naturale di Van Long è sempre e solo una: autenticità. Tranquilla e selvaggia, il paesaggio qui è quasi completamente privo del tocco dell’uomo, e si presenta come un angolo di Vietnam lambito da acqua calma in cui si riflettono montagne e cielo.

Van Long è anche il “Luogo con il maggior numero di presbite dalla testa bianca del Vetnam” e il “Luogo con la più grande immagine naturale”. Una piccola curiosità: il suo nome si traduce in “Draghi che volano tra le nuvole”, che evoca la perfetta immagine della bellezza mistica e paesaggistica di questa magnifica zona.

Grotta Mua

Ripide scogliere danno il benvenuto ai visitatori che scelgono di scoprire la Grotta Mua, che è anche il più suggestivo belvedere di tutta la provincia.

Per raggiungerla occorre salire circa 500 (ripidissimi) scalini, ma una volta in cima si gode di un paesaggio che spazia sul fiume Ngo Dong, vasti campi di riso, montagne imponenti e il placido lago di loto.

Grotta Mua,

Fonte: iStock

Lo straordinario paesaggio (con i 500 scalini) della Grotta Mua

Parco nazionale di Cuc Phuong

Se si desidera visitare una foresta tropicale primitiva si deve certamente raggiungere il Parco nazionale di Cuc Phuong: è un turbinio di alberi antichi, animali rari e grotte misteriose, come la Parashorea, una caverna millenaria che lascia davvero senza fiato.

Tam Coc

L’area paesaggistica più famosa di questa provincia vietnamita prende il nome di Tam Coc. Anche qui è possibile fare un indimenticabile tour in barca, della durata di circa 2 ore, attraverso grotte e montagne calcaree ai cui piedi si trovano delle risaie particolarmente affascinanti.

Tam Coc

Fonte: iStock

In barca alla scoperta del Tam Coc

Giardino degli Uccelli di Thung Nham

Infine, il Giardino degli Uccelli di Thung Nham, una sorta di santuario per tantissimi volatili che qui trovano cibo e rifugio. A colpire è anche il paesaggio, pregno di montagne carsiche, grotte e piccoli laghi.

Insomma, la provincia di Ninh Binh è un vero e proprio capolavoro del Vietnam, una di quelle zone da inserire assolutamente nell’itinerario da fare in questo maestoso Paese.

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Il report che ci svela come viaggeremo tra 10 anni

È assolutamente inevitabile: la tecnologia progredisce sempre più rapidamente, ed è altrettanto veloce il modo in cui cambiano le nostre abitudini quotidiane. Anche viaggiare sarà diverso, nel giro di pochi anni. A dominare questo mondo sarà l’intelligenza artificiale, che renderà molto più agevole spostarsi da una parte all’altra, anche su distanze lunghissime. Ma ci sono diverse altre novità interessanti, a partire dai taxi aerei. Scopriamo qualcosa in più su quello che sarà il prossimo futuro dei viaggi.

I taxi aerei, un’attesa novità

Mai come in questi ultimi anni il nostro modo di viaggiare è cambiato così velocemente: tecnologie sempre più all’avanguardia ci permettono cose che fino a poco tempo fa sembravano impensabili – come ad esempio poter portare liquidi a bordo nel bagaglio a mano, grazie a scanner di ultima generazione che consentono controlli più approfonditi in aeroporto. L’ultima indagine condotta da SITA, l’azienda europea leader nel settore delle soluzioni IT per l’aeronautica, ci rivela quali sono le tendenze e le ultime novità nell’ambito dei trasporti aerei.

C’è grande attesa per il debutto dei taxi aerei elettrici, velivoli in grado di atterrare e decollare proprio come un elicottero anche in spazi molto ristretti, consentendo così gli spostamenti dal centro città all’aeroporto in maniera rapida ed efficiente. È probabile che il primi taxi aerei arrivino in Italia entro la fine del 2024, e nel giro di pochi anni dovrebbero diffondersi velocemente in gran parte delle città: “Pensiamo che entro il 2032 questo mezzo di trasporto potrebbe essere presente nei principali aeroporti internazionali” – spiega Sergio Colella, presidente di SITA.

Come l’AI cambierà il nostro modo di viaggiare

Nel report c’è poi ampio spazio per l’intelligenza artificiale, che in pochi anni potrà rivoluzionare completamente la nostra esperienza in aeroporto. Secondo quanto rivelato da SITA, il 97% delle compagnie aeree hanno in corso progetti per sviluppare ed integrare la Generative AI, rendendo il mondo dei viaggi molto diverso da quello che conosciamo oggi. Uno dei principali aspetti riguarda la sicurezza: i controlli in aeroporto sono ancora lunghi, ma l’AI potrebbe snellire le procedure e renderle ancora più all’avanguardia.

Uno strumento molto utile è la tecnologia biometrica, che consente di riconoscere l’identità digitale di ciascuna persona, eliminando la necessità di mostrare carta d’identità e passaporto. “In SITA immaginiamo un futuro in cui le identità digitali ci consentano di viaggiare da qualsiasi luogo a qualsiasi altro luogo, senza dover esibire i nostri documenti di viaggio fisici” – dichiara Colella. Inoltre, si diffonderanno sempre più robot e veicoli autonomi che daranno supporto ai passeggeri e al personale di terra, agevolando numerose procedure.

Già il 16% degli aeroporti utilizza l’intelligenza artificiale, e ben il 51% ha intenzione di implementare soluzioni di questo tipo entro il 2026. Infine, SITA punta l’attenzione sullo sviluppo sempre maggiore del trasporto intermodale e super connesso: “È un momento entusiasmante per i viaggi, con le nuove tecnologie che trasformano il nostro settore a ritmi mai visti prima. L’intelligenza artificiale gioca un ruolo di primo piano, ma è incoraggiante vedere che stanno prendendo piede anche altre innovazioni. L’evoluzione chiara è verso l’intermodalità dei mezzi di trasporto, con un viaggio sempre più connesso, dalla porta di casa all’entrata dell’hotel a destinazione” – conclude Colella.