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Alla scoperta dei laghi vulcanici del Lazio, tra storia, natura e leggende

Il Lazio è una delle regioni italiane più ricche di bacini lacustri. Basti pensare che, con la loro superficie, occupano circa l’1,3% dell’intero territorio regionale. I laghi più importanti sono di origine vulcanica e sono senza alcun dubbio un vero spettacolo per gli occhi, incastonati in paesaggi suggestivi, su cui si affacciano borghi antichi che valgono assolutamente una visita.

Lago di Bolsena, il più grande lago di origine vulcanica d’Europa

Il lago di Bolsena, di forma ellittica, è il quinto per dimensioni in Italia ed è il più grande lago di origine vulcanica d’Europa, con una superficie di 114,5 kmq, un perimetro di 43 km e una profondità massima di 151 metri. È situato nell’alto Lazio, al confine con Umbria e Toscana – nella parte settentrionale della provincia di Viterbo – nella caldera principale del complesso vulcanico Vulsinio, formatasi in seguito alle eruzioni laviche. All’interno del lago si trovano due isole: Bisentina e Martana, ricche di vegetazione a macchia mediterranea che contrasta con l’azzurro della sua superficie.

L’isola Bisentina è una delle principali attrazioni turistiche per chi visita il borgo di Capodimonte, cui è collegata con un servizio di battello. Qui si trovano numerosi monumenti, tra cui la chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo del Vignola, caratterizzata dalla presenza di una maestosa cupola, il convento Francescano, la pregevole Rocchina e il tempio di Santa Caterina progettato da Sangallo.

L’isola Martana è situata di fronte al borgo di Marta, da cui dista circa 2 chilometri. Ha una particolare forma che ricorda una mezzaluna, ma in realtà è la parte emergente di un cratere vulcanico ricoperto dall’acqua nel corso dei secoli. Diverse leggende aleggiano su questo luogo: secondo la tradizione, sull’isola sarebbero state nascoste nel 410 d.C. le spoglie di Santa Cristina, per sottrarle alle invasioni barbariche, mentre secondo un’altra credenza, durante il dominio dei Goti vi sarebbe stata segregata e poi barbaramente uccisa la regina Amalasunta, per mano di un sicario su ordine di suo cugino e consorte Teodato. Martana è diventata proprietà privata intorno alla metà del XX secolo e lo è tutt’oggi, per cui l’approdo è consentito unicamente su permesso degli attuali proprietari.

Il lago di Bolsena è un luogo ricco di natura, arte e storia antica. Nove sono i borghi che compongono il circondario del bacino vulcanico – Bolsena, Marta, Capodimonte, Gradoli, Latera, San Lorenzo Nuovo, Montefiascone, Grotte di Castro, Valentano – e ognuno di essi cela interessanti tesori da scoprire.

Lago di Bracciano, tra le mete più ambite dai romani

Il lago di Bracciano, situato a nord nei monti Sabatini (fu infatti definito dai Romani ‘Lacus Sabatinus‘) è il secondo del Lazio per grandezza, con una superficie di 57,5 kmq e una profondità  massima di 160 m. Insieme al lago di Martignano, anch’esso di origine vulcanica, è compreso nel Parco Regionale di Bracciano – Martignano per il particolare valore naturalistico. Tutta l’area protetta si estende per oltre 16 mila ettari, offrendo ai visitatori un mosaico estremamente variegati di attrazioni paesaggistiche e storiche. Le rive del lago Sabatino sono state, infatti, popolate fin dal Neolitico, come testimonia un importante ritrovamento nei pressi di Anguillara Sabazia, in località La Marmotta, di un villaggio sommerso a circa 7,5 metri di profondità.

Per i romani, il lago di Bracciano è una delle delle mete irrinunciabili durante il periodo primaverile ed estivo, dove  trascorrere una piacevole giornata o un weekend lontano dal caos cittadino, immersi nella natura. Oltre a praticare attività ed escursioni all’aria aperta, si può andare alla scoperta degli splendidi borghi sorti su queste rive.  Partendo da Bracciano, con le sue attrazioni, tra cui il Castello Orsini-Odescalchi, si può raggiungere il pittoresco borgo di Anguillara Sabazia e la sua bellissima Collegiata di Santa Maria Assunta. Da qui, dirigendosi verso nord, si giunge a Trevignano Romano, dove troneggia l’antica Rocca dei Vico.

Una splendida veduta del lago di Bracciano

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Lago di Bracciano, meta preferita dei romani in primavera ed estate

Lago di Vico, uno dei più belli dell’Italia centrale

Il Lago di Vico si trova al centro del comprensorio dei Monti Cimini, costituito da un insieme di rilievi montuosi di origine vulcanica. È uno dei più belli e meglio conservati dell’Italia centrale, anche per via della sua caratteristica forma a ferro di cavallo dovuta dalla presenza dello sperone del monte Venere, cono vulcanico secondario all’interno del cratere principale che lo ospita. L’elevato valore naturalistico dell’area è alla base dell’istituzione della Riserva Naturale “Lago di Vico“, avvenuta nel 1982, che si estende nel Comune di Caprarola per 3.240 ettari, di cui circa 1.000 sono costituiti da boschi e altrettanti sono occupati dal bacino lacustre e dalle fasce palustri circostanti, mentre i rimanenti ospitano colture agricole, in massima parte di nocciole, che costituiscono una delle principali risorse economiche del comprensorio del lago.

La presenza di siti preistorici e archeologici posti sulle pendici interne del cratere, rende il lago di Vico una meta straordinaria. Le coste, abitate fin dal Neolitico e successivamente dagli Etruschi e dai Romani, si presentano a tratti molto selvagge mentre in altri spuntano piccole spiagge che consentono l’accesso alle acque di questo specchio blu. Tutta la caldera dei Monti Cimini e l’avifauna del lago offrono agli appassionati di natura occasioni per praticare birdwatching e trekking.

Nei dintorni, non perdetevi una passeggiata presso il centro storico di San Martino al Cimino, una visita a Ronciglione o un salto a Caprarola, con i suggestivi scenari offerti dallo splendido Palazzo Farnese, considerato uno dei monumenti più significativi del tardo Rinascimento in Europa.

Lago di Vico, perla naturale del Lazio

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Il paesaggio idilliaco del lago di Vico

Lago Albano, il più profondo dei laghi vulcanici italiani

Il lago Albano è il più grande nel territorio dei Castelli Romani ed è il più profondo dei bacini vulcanici italiani. Prende il suo nome da Albalonga, madre di Roma, che si ipotizza sorgesse proprio sulle sue sponde. Viene anche chiamato lago di Castel Gandolfo, perché nelle sue acque si specchia il borgo che ospita la residenza estiva dei Papi. Ha una forma ellittica originata dall’unione di due crateri e raggiunge circa 3,5 km di lunghezza e 2,8 km di larghezza, mentre la sua profondità massima è di circa 170 metri.

Perfetto per una gita fuori porta, in primavera e in estate è meta ambita dagli amanti degli sport acquatici, come canottaggio, vela, diving, kayak e sup – qui è presente il circolo federale della FICK (Federazione Italiana Canoa e Kayak), dove si allena la nazionale italiana – o semplicemente da chi abbia voglia di farsi un tuffo nelle sue acque e prendere il sole sulle sue sponde. Sul lungolago di Castel Gandolfo si incontrano spesso ciclisti e podisti in allenamento. La bellezza del paesaggio, la ricchezza della vegetazione, le testimonianze archeologiche e storico-artistiche rendono questo lago una meta piacevole e interessante per chi vuole regalarsi passeggiate rilassanti. Navigandolo lungo il “Sentiero dell’Acqua” su di un battello, ci si può immergere appieno nell’ambiente circostante, ricco di tesori da scoprire.

Da visitare, i borghi di Albano Laziale, sempre animato anche grazie alle tante manifestazioni di interesse turistico, legate soprattutto alla tradizione del territorio, che si svolgono durante tutto l’anno, e Castel Gandolfo, arricchito dalle affascinanti Ville Pontificie con i loro giardini di una bellezza unica.

Lago Albano o lago di Castel Gandolfo, meta ambita nel Lazio

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Lago Albano, il più grande bacino nel territorio dei Castelli Roman

Lago di Nemi, piccolo e leggendario specchio d’acqua

Il lago di Nemi è un piccolo specchio d’acqua incassato nel cratere di un antico vulcano, parte del complesso vulcanico dei Colli Albani. Meta di divertimento e villeggiatura sin dai tempi degli antichi Romani, prende il nome dal ‘Nemus Dianae’, bosco sacro dedicato alla dea Diana, che era situato nelle vicinanze. A confermare l’importanza storica di questo luogo è la sua ricchezza archeologica. Basti pensare che nei pressi delle rive si trovano il Tempio di Diana e il Museo delle Navi Romane.

Il lago di Nemi fu, infatti, oggetto di una leggenda riguardante due navi gigantesche, costruite in epoca romana, forse contenenti dei tesori, che sarebbero state sepolte sul fondo del bacino per ragioni misteriose. Tale leggenda prese a circolare probabilmente sin dal I secolo d.C., e poi per tutto il Medioevo, accreditata ogni tanto dal ritrovamento occasionale di strani reperti da parte dei pescatori. Queste voci avevano, però, un fondamento di verità: le due navi, frutto di un’ingegneria avanzata e splendidamente decorate, erano state fatte costruire dall’imperatore Caligola, in onore della dea egizia Iside e della dea locale Diana, il quale le utilizzava come palazzi galleggianti in cui abitare o sostare sul lago, o con cui simulare battaglie navali. In seguito alla sua morte, avvenuta nel 41 d.C., il Senato di Roma – di cui l’imperatore era stato acerrimo avversario politico – fece distruggere tutte le opere di Caligola, tra cui anche le navi di Nemi, che furono affondate sul fondo del lago.

Anche qui una visita ai borghi che circondano il lago è d’obbligo. Nemi è una delle cittadine più amate e frequentate dei Castelli Romani, per il suo magnifico panorama e le tradizioni culturali ed enogastronomiche. In particolare è famosa per le sue  fragole che, secondo la leggenda, sarebbero nate dalle lacrime versate da Venere per la morte di Adone, poi trasformate in cuori rossi. Genzano di Roma è situato sulle alture del versante esterno del cratere vulcanico, formatesi in seguito alle esplosioni che hanno generato il Lago di Nemi e il Lago Albano. Da non perdere un giro tra i suoi monumenti, tra cui la Collegiata-Cattedrale della Santissima Trinità,  il Convento e la Chiesa dei Cappuccini e Palazzo Sforza Cesarini.

Borgo di Nemi che si affaccia sull'omonimo lago

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Lo splendido Borgo di Nemi affacciato sul lago omonimo
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Nasce una nuova compagnia di navigazione, con incredibili viaggi di lusso

Il comparto delle crociere di lusso amplia la sua offerta grazie a una nuova compagnia di navigazione che promette viaggi esclusivi, unici e all’avanguardia, all-inclusive, per far vivere ai passeggeri esperienze memorabili in luoghi magici all’insegna del comfort più assoluto e di un servizio squisito e innovativo.

Si tratta della spagnola Alma Cruceros, con base a Malaga, che inaugurerà la propria attività il 18 aprile 2025 grazie alla straordinaria nave boutique Ocean Victory.

Ocean Victory, la quintessenza delle crociere luxury

Costruita nel 2021, Ocean Victory finora è stata impiegata nel Sud dell’Argentina e in Antartide per conto di Albatros Expedition: giungerà in Spagna con la formula del “noleggio estivo a lungo termine” per navigare tra aprile e ottobre.

A inaugurare la sua nuova avventura sarà una crociera tra Las Palmas de Gran Canaria e Malaga, seguita poi da itinerari da una a due settimane, con soste alle Canarie, in Nordafrica e nel Mediterraneo occidentale.

Oltre a Ocean Victory “in prestito” dal proprietario SunStone, Alma Cruceros ha l’obiettivo di includere altre navi di lusso in futuro.

Ma adesso è il momento di apprezzare cotanta meraviglia, una nave incredibile che vanta 93 cabine doppie, esterne e quasi tutte con balcone, in grado di accogliere ben 186 ospiti.
Dotata delle tecnologie più all’avanguardia in fatto di sicurezza e comunicazione, vedrà a bordo oltre 100 membri di equipaggio e si conferma come una nave “sostenibile” per l’ambiente poiché fornita di motori ibridi e altre caratteristiche tecniche innovative.

Di colore blu, dispone di spa, palestra, piscina, numerose sale per svago e spettacoli, store, solarium, vasche idromassaggio e quattro ristoranti. L’ambizione è quella di proporre una felice combinazione tra crociera tradizionale e yatch privato.

In più, l’idea è quella di pensare i servizi, la gastronomia, la musica, l’intrattenimento e la vita notturna a bordo “secondo il gusto degli spagnoli” e che la lingua di riferimento sia, appunto, lo spagnolo, anche per quanto riguarda l’equipaggio, a differenza delle crociere delle compagnie anglosassoni, dove l’inglese è la lingua abituale data la diversa provenienza dei passeggeri.

Le parole di soddisfazione del socio fondatore e presidente

Il socio fondatore e presidente di Alma Cruceros Elisardo Sánchez mira a creare uno stretto legame con Malaga e l’Andalusia in generale: per questo motivo, Ocean Victory solcherà itinerari che comprenderanno tutti i porti andalusi come Cadice, Siviglia, Almería, Huelva o Motril, oltre a Malaga.

Vogliamo trasformare il settore delle crociere in Spagna perché creiamo un prodotto unico, esclusivo e sofisticato” ha dichiarato Sánchez che ha poi aggiunto “Ci rivolgeremo al mercato spagnolo e al mercato americano, in particolare. Vogliamo che la nave sia un punto d’incontro per spagnoli, argentini, cileni, colombiani, peruviani o messicani, ma anche per la comunità ispanofona degli Stati Uniti“.

I biglietti per le sfarzose crociere della nuova compagnia spagnola saranno in vendita ufficialmente da giugno. “Siamo molto fiduciosi e ansiosi di poter riempire rapidamente le prime crociere e addirittura di poter usufruire di una lista d’attesa” ha concluso il presidente con la speranza che la proposta attiri l’interesse di tutti quei viaggiatori che cercano un’esperienza unica a bordo di una nave da crociera.

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Castello di Rosenborg, un luogo da fiaba nel cuore della città

Copenaghen, tra le innumerevoli bellezze, custodisce un autentico luogo da fiaba, ovvero il Castello di Rosenborg, antica residenza reale, oggi sede del Museo della Corona Reale Danese.

La sua architettura in stile rinascimentale si sposa alla perfezione con il paesaggio tutt’intorno, i suoi magnifici giardini sono un apprezzato punto di ritrovo e gli interni lasciano senza parole tanta è la loro opulenza.

La storia del Castello di Rosenborg

Il Castello vide la luce tra il 1606 e il 1633 per volere del re Cristiano IV che lo scelse come residenza estiva: l’architettura raffinata, priva di fortificazioni, rende subito chiaro come non rivestì mai una funzione di difesa.

In seguito, nel Settecento, il re Federico IV decise di far edificare un palazzo più ampio, a nord di Copenaghen, presso la città di Fredensborg: fu così che il Castello di Rosenborg venne utilizzato soltanto per ricevimenti estivi e per conservare i tesori della Corona.

A questo proposito, negli anni trenta dell’Ottocento divenne il Museo che conosciamo, con l’apertura ufficiale nel 1833.

Le attrazioni da non perdere

La visita del Castello di Rosenborg include i sotterranei, il piano terra, il primo piano e il secondo piano e mostra una vasta serie di meraviglie che rimangono impresse.

In particolare, vi sono alcune attrazioni che non si possono proprio perdere, a partire dall’appartamento privato del re Cristiano IV al piano terra, dove ammirare la camera da letto, il bagno, lo studio, e la “Winter Room”, la più significativa fra le sue tre stanze con i dipinti e ritratti appesi alle pareti, gli scuri pannelli di legno e un’eleganza senza tempo.

Altrettanto affascinante è la Sala dei Cavalieri, l’ultima a essere decorata, una delle più straordinarie: conosciuta anche come “Grande Galleria”, in origine venne pensata come sala da ballo e impreziosita con affreschi, velluti, marmi, arazzi, argenteria e stucchi ma poi fu utilizzata per banchetti e ricevimenti.
Al centro, fa bella mostra di sé il trono (Coronatio Chair) su cui sedevano i re e le regine durante la cerimonia di incoronazione, dal 1671 al 1840.

Il momento più atteso è poi rappresentato dai gioielli della Corona Danese, i Crown Jewels, un tesoro di rubini, smeraldi, oro, diamanti e perle appartenuto nei secoli alle regine e principesse danesi e conservato nei sotterranei.
La storia della favolosa collezione ha inizio nel 1746 quando, annientata dalla morte del marito e convinta di morire di dolore, la regina Sofia Maddalena scrisse nel testamento che i suoi gioielli dovevano rimanere per sempre alla Corona, e non diventare appannaggio di una sola persona.

Tra le sfarzose ricchezze spicca la corona in oro tempestata di pietre preziose realizzata dal gioielliere di corte Frederick Fabritius per Sofia Maddalena e in uso fino al 1840.

Infine, non certo da meno è la collezione di insegne regali (Crown Regalia) tra cui vanno menzionati la spettacolare corona dei re assolutisti, il globo imperiale in oro e pietre preziose e lo scettro.

Informazioni utili e consigli per la visita al Castello di Rosenborg

Il biglietto per accedere al Castello di Rosenborg si può acquistare sia online sia alle biglietterie almeno venti minuti prima della chiusura: è possibile scegliere tra biglietto di ingresso singolo per il Castello (bambini e ragazzi fino ai 17 anni entrano gratis mentre per gli studenti con student card internazionale è previsto uno sconto) oppure un biglietto combinato Rosemborg+Amalienbog (la residenza ufficiale dei Reali danesi) valido 36 ore o, ancora, il Park Museum Ticket per un network di musei che comprende (oltre a Rosenborg):

  • Natural History Museum of Denmark
  • Hirschsprung Collection
  • Workers Museum
  • National Gallery of Denmark
  • David Collection

Inoltre, il Castello di Rosenborg è incluso nella Copenaghen card, la carta turistica della capitale che permette di vedere molte più attrazioni insieme e usufruire dei mezzi pubblici.

Prima di programmare la visita, è importante sapere che l’uso del cellulare è consentito soltanto per scattare foto e consultare le guide online sul Castello ma non è permesso parlare al telefono al suo interno.

È a disposizione un bar caffetteria nonché un’area picnic esterna per pranzare all’aperto portando con sé cibo e bevande.

Ancora, non si può portare all’interno del Castello carrozzine e passeggini né borse di grandi dimensioni che vanno lasciate negli appositi armadietti per cui è richiesta una moneta da 20 corone (restituita all’uscita).
Permesse, invece, borse di dimensioni contenute (15 x 23 x 15 centimetri).

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Al via la nuova stagione estiva sui treni turistici italiani

È partita la stagione estiva di FS Treni Turistici Italiani, società del Polo Passeggeri del Gruppo FS dedicata alla promozione del turismo di qualità, attento alla valorizzazione delle eccellenze del territorio italiano grazie a treni appositamente allestiti, con interior di qualità, e collegamenti diurni e notturni.

Online il nuovo sito Fstrenituristici.it dove sarà possibile conoscere e acquistare gli itinerari verso Liguria, Toscana e Veneto nonché scoprire qualche curiosità tecnica sui treni “Espresso Cadore”, “Espresso Riviera” ed “Espresso Versilia”, oltre a tutti gli altri servizi offerti dalla compagnia.

Le nuove esperienze di viaggio

L’offerta commerciale avrà collegamenti sia diurni che notturni. I treni che viaggiano di giorno saranno l’Espresso Versilia e l’Espresso Riviera.

Il primo, con partenza da Milano, condurrà verso alcune tra le più belle località delle Cinque Terre, per poi proseguire verso Pisa e le splendide spiagge della Versilia, in un mondo di arte, cultura, attività all’aria aperta quali surfing e biking e la deliziosa enogastronomia toscana.

L’Espresso Riviera, invece, viaggerà da Milano a Ventimiglia e attraverserà le incantevoli spiagge della Riviera dei Fiori, fino a lambire la Costa Azzurra. Si tratta di uno degli itinerari più celebri del Mediterraneo, tra spiagge accarezzate dal sole, pittoreschi borghi, specialità culinarie e innumerevoli opportunità per entusiasmanti escursioni, sia via mare che via terra.

Infine, dopo la stagione invernale torna sui binari anche l’Espresso Cadore che viaggerà durante la notte. L’edizione estiva prevede collegamenti diretti da Roma verso la montagna, con una programmazione delle partenze rimodulata per vivere la bellezza non solo di Cortina d’Ampezzo ma di tutte le montagne del Cadore, sia durante il weekend sia con una formula “vacanza settimanale”.
Sarà un collegamento notturno e diretto da Roma Termini a Calalzo – Pieve di Cadore – Cortina d’Ampezzo per lasciarsi incantare da panorami idilliaci e cogliere l’occasione di praticare trekking, escursioni a piedi e in bicicletta e molte altre attività. Per un riposo sereno e un viaggio di assoluta qualità vi sarà personale disponibile in ogni carrozza, silenzio nelle aree sonno e una marcia di viaggio dolce lungo l’intero percorso. Le carrozze letti sono a compartimenti singoli, doppi o da quattro posti.

Treni turistici italiani: informazioni utili

A bordo di tutti i treni diurni di FS Treni Turistici Italiani è garantita al turista la massima comodità e privacy grazie alle ampie poltrone in compartimenti a salottino di prima e seconda classe che da quattro ospitano fino a sei persone, prenotabili anche a uso esclusivo per chi vuole godere di un ambiente ferroviario tutto per sé.

Su tutti i treni, diurni e notturni, sarà presente l’esclusiva carrozza ristorante con menù e piatti che seguono la stagionalità e la tipicità della cucina made in Italy. Anche per la stagione estiva il bar di bordo sarà sempre a disposizione dei viaggiatori.

I biglietti per viaggiare a bordo dell’Espresso Cadore, Espresso Versilia ed Espresso Riviera saranno presto disponibili su tutti i canali di vendita di Trenitalia e, in occasione del lancio dei servizi estivi, FS Treni Turistici Italiani offrirà ai passeggeri la possibilità di acquistare i biglietti a una tariffa promozionale.

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Loreto, il borgo nelle Marche nato attorno a un Santuario

Tra le verdi colline della campagna marchigiana sorge l’affascinante borgo di Loreto. Con il profilo inconfondibile del suo Santuario, che l’ha reso famoso in tutto il mondo, non può che suscitare curiosità e voglia di saperne di più. E allora scopriamo questa autentica perla italiana.

Loreto e il suo celebre Santuario

Loreto è una piccola e graziosa cittadina della provincia di Ancona, posta su un colle dominante il mare Adriatico, e incastonata fra le valli del Potenza e del Musone. Questo gioiello delle Marche sa unire in maniera indissolubile fede, arte e cultura, ed è una delle principali mete di pellegrinaggio mariano in Europa e nel mondo. Il borgo è infatti nato e si è sviluppato intorno al famoso Santuario Pontificio della Santa Casa. Custodito all’interno della Basilica, edificata tra il 1469 e 1587, è costituito da tre pareti che secondo la tradizione sarebbero la parte antistante la grotta di Nazareth, dove nacque e visse Maria. Oltre alle pareti originali, ne è stata edificata una quarta, dove è posta l’immagine sacra della Vergine Lauretana. La statua che oggi si può ammirare è del 1922, poiché la precedente venne perduta a causa di un incendio, scoppiato nel 1921.

La Basilica, iniziata nel 1469, fu opera di vari artistici che si succedettero conferendogli l’aspetto oggi visibile. Le absidi sono opera di Giuliano da Maiano, mentre Baccio Pontelli realizzò gli splendidi Camminamenti di Ronda, Giuliano da Sangallo creò la cupola di matrice brunelleschiana e Donato Bramante apportò diverse modifiche e consolidamenti. Fu completata nel 1587 con la costruzione della facciata in stile tardo – rinascimentale di matrice fiorentina.

Un modo suggestivo per raggiungere il Santuario è salire i quattrocento gradini della Scala Santa, sulla scia dei pellegrini, che consentono di vivere appieno l’esperienza spirituale. Giunti a destinazione, potrete ammirare un vero gioiello architettonico, impreziosito da quadri, affreschi, statue e cappelle da ammirare senza fretta.

Basilica della Santa Casa a Loreto

Fonte: iStock – Ph: Tatiana Dyuvbanova

Gli interni della Basilica della Santa Casa

Passeggiata alla scoperta di Loreto e delle sue attrazioni

A pochi passi dalla Basilica, si incontra la barocca Fontana Maggiore, opera artistico-ingegneristica che sorge al centro della celebre Piazza della Madonna, e il monumento a Papa Sisto V. Tappa imperdibile è il Museo Antico Tesoro della Santa Casa, che custodisce oggetti d’arte di grande valore che, nel corso dei secoli, sono stati raccolti attorno al Santuario, tra cui dipinti con immagini religiose, gli arazzi e le maioliche con raffigurazioni di episodi della Bibbia. Altra chicca è il Museo Storico Aeronautico, una raccolta unica nel suo genere, che vanta la presenza di centinaia di pezzi originali, e in alcuni casi unici, dalla nascita della Regia Aeronautica ad oggi.

Un’esperienza da non perdere a Loreto è sicuramente quella offerta dagli antichi Camminamenti di Ronda, che rendono la Basilica uno di quei rarissimi esempi di basilica-fortezza presenti in Italia. Vi si accede, in una visita guidata di circa 50 minuti, attraversando la Basilica e salendo circa centoventi scalini della torre sud. Questo tesoro architettonico, rimasto chiuso al pubblico per ben cinquecento anni, poi restaurato in occasione del Giubileo del 2000 e aperto finalmente ai visitatori, permette di ammirare in maniera inedita la fisionomia dell’edificio religioso e il variegato panorama che abbraccia mare, collina e montagna.

Splendido anche il Museo Pontificio Santa Casa, collocato nei piani superiori del Palazzo Apostolico, che ospita opere di altissimo valore artistico, storico e culturale. Uno specchio della devozione di numerosi Pontefici e di tanti pellegrini che per secoli hanno visitato la Santa Casa di Maria.

Immergetevi, quindi, nella suggestiva atmosfera del borgo, facendo il giro intorno alle mura, passando per Piazzale Squarcia, dove si può ammirare la parte esterna del Bastione di Loreto. Camminate a passo lento, godendovi le stradine lastricate su cui si affacciano negozi tipici, botteghe artigiane e locali dove gustare le specialità del territorio.

Ma la tradizione più affascinante di Loreto è quella dei presepi. Il Presepe Benedetto XVI, uno dei più belli d’Italia, è un’opera permanente, a due passi dal Santuario, accanto all’imponente monumento al Santo Giovanni XXIII. Permette ai visitatori di addentrsi in molte scene e ambientazioni ricreate a regola d’arte, con oltre 100 personaggi in movimento, a partire dall’Annunciazione di Maria fino alla Natività.

La splendida Fontana Maggiore di Loreto

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La splendida Fontana Maggiore, tra le attrazioni di Loreto
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Suvereto, il borgo del buon vivere

I borghi che costellano il nostro Paese sono pieni di tesori preziosi. Molti di essi, infatti, conservano un patrimonio storico, artistico e naturale che alcune delle più grandi città del mondo gli invidiano. Ma non è solo questo, perché in diversi paesini è anche possibile vivere bene, come succede nel borgo di Suvereto, vera perla della Toscana.

Suvereto, informazioni utili

Suvereto è uno straordinario borgo di origine medievale che sorge tra le poetiche colline toscane, ma a poca distanza dal mare. Immerso nella verde Val di Cornia, offre imponenti mura al cui interno sono custoditi tesori di inestimabile valore, incorniciati da sterminati boschi di castagne, querce e sugheri da cui questa località prede il suo particolare nome.

Per la sua importanza e innegabile bellezza, su questo borgo del Centro Italia sventola fiera la “Bandiera arancione” del Touring Club Italiano, ed è anche parte del circuito de “I Borghi più belli d’Italia”. Ma non è finita qui, perché Suvereto è anche Città dell’Olio e del Vino, come anche il borgo del buon vivere.

Cosa vuol dire borgo del buon vivere

Quando si decide di visitare Suvereto si deve essere consapevoli di una cosa importantissima: qui si può e si deve rallentare, dedicarsi al turismo lento per riscoprire l’artigianato e le tradizioni: Suvereto è parte della rete Cittaslow, ovvero quei comuni in cui vengono spesso attivati progetti virtuosi che migliorano la vita degli abitanti e quella del pianeta.

Suvereto, Toscana

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Tra i vicoli di Suvereto

Nel corso degli anni, infatti, il borgo è stato oggetto (e continuerà ad esserlo) di diversi lavori di riqualificazione urbana e del recupero del patrimonio edilizio esistente, ma anche di interventi volti ai risparmi energetici e molto altro ancora. In sostanza, da queste parti l’essere umano rispetta il lento e benefico succedersi delle stagioni e si presta particolare attenzione alla salute dei cittadini, alla genuinità dei prodotti e alla buona cucina. In più, c’è un patrimonio artistico-storico incredibile ma anche molto spazio per i luoghi dello spirito e i paesaggi incontaminati.

Cosa vedere a Suvereto

La verità è che c’è l’imbarazzo della scelta, perché Suvereto è un vero e proprio un gioiello medievale avvolto nella macchia mediterranea che impreziosisce l’affascinante Costa degli Etruschi.

Un borgo di pietra incorniciato dalla colline, dove però è costantemente presente il mare con i suoi colori intensi: Suvereto regala panorami da sogno, che comprendono la distesa infinita di colli toscani e il mar Tirreno, in particolare il Golfo di Follonica, il promontorio di Piombino, l’Isola d’Elba e altre isole e isolotti dell’Arcipelago Toscano.

E poi la storia, perché qui tutto il territorio ha un ricco passato da raccontare. Del resto si trova in quella che tantissimo tempo fa era una terra etrusca, nell’entroterra della mestosa Populonia.

Il centro storico

Iniziamo questo viaggio a Suvereto dal suo prezioso centro storico, che regala tantissimi monumenti di pregio e interesse. Ne è un esempio il Palazzo Comunale, che si distingue per essere uno dei più significativi esempi di architettura civile medievale della Maremma.

Sormontato da un’antica torre, è stato costruito nel 1200 e vi si può accedere salendo una breve e ripida scalinata coperta da un loggiato.

Palazzo Comunale, Suvereto

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Una suggestiva veduta del Palazzo Comunale

Particolarmente interessante è anche il Chiostro di San Francesco, o meglio, quel che resta di un antico complesso che si erge fiero su un colle. Fondato nel 1286, anche adesso protegge elementi decorativi ed iscrizioni che ci ne narrano la sua interessante storia.

Poi ancora la Rocca Aldobrandesca, per cui è stato recentemente approvato un progetto per il rifacimento della strada di accesso. Si tratta di un antico complesso, la cui costruzione risale a un periodo di tempo che va dalla seconda metà del XII secolo al 1.300 circa, e che può essere considerato il luogo simbolo di questo suggestivo borgo.

Poi ci sono le chiese, come quella intitolata a San Giusto che vanta una pianta a croce latina, monoabsidato e una navata unica e che conserva un fonte battesimale ottagonale, monolitico e scalpellato; la chiesa di San Michele Arcangelo, fino a poco tempo fa sede del Museo di Arte Sacra e con due splendide statue lignee raffiguranti l’angelo annunciante e la Madonna annunciata; la chiesa della Madonna di Sopra La Porta, che è la culla di un coro ligneo e di affreschi che raffigurano la Sacra Famiglia, l’Assunzione di Maria, La vergine immacolata ed alcune virtù teologali; la chiesa del Santissimo Crocefisso, addossata al convento di San Francesco e che protegge il simulacro del Santo Patrono, un crocifisso di legno intagliato e tradizionalmente portato in processione in occasione delle feste patronali, il 3 di maggio e il 14 settembre.

Rocca Aldobrandesca, Suvereto

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L’interessante Rocca Aldobrandesca di Suvereto

Le frazioni del borgo

Il comune di Suvereto si compone di diverse frazioni di notevole interesse. Una di queste è Belvedere, che si distingue per essere un gioiello rurale posto su una collina che si staglia nel cielo a circa 260 metri sul livello del mare. Edificato nel XVI secolo, in principio era la residenza estiva per le famiglie benestanti di Suvereto che qui si proteggevano dai grandi calori stagionali che potevano essere motivo di malaria.

Oggi regala una vista emozionante sulla Val di Cornia, la costa e parte dell‘Arcipelago Toscano, ed è anche il posto ideale per scoprire i sapori più tipici di questa magica zona d’Italia.

C’è poi San Lorenzo, che è invece la frazione più ricca di abitanti di Suvereto e in cui hanno sede diverse cantine prestigiose, frantoi che producono olio d’oliva di eccelsa qualità e agriturismi che promettono soggiorni davvero indimenticabili.

Voliamo ora a Prata, una minuta realtà totalmente incorniciata da boschi di lecci e di sughere. Il paesaggio è di una bellezza sconvolgente, ed è anche il posto ideale per tutti coloro che vogliono dedicarsi a spettacolari passeggiate immerse nella natura.

Infine Forni, il cui nome così curioso deriva dalla sua antica attività fusoria. Oggi è un grazioso borgo che si sviluppa attorno ad una piazzetta rustica e in cui il tempo pare non essere passato mai.

Suvereto è un vero e proprio paese di pietra immerso nei poetici paesaggi toscani, e dove la qualità della vita è assolutamente una cosa seria.

Suvereto, il paesaggio

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Il paesaggio che circonda Suvereto
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Sulle acque incantate della Senna: le crociere del 2024

Con l’arrivo della primavera, le navi Avalon Waterways tornano a solcare i fiumi d’Europa, tra cui la romantica Senna sulle orme di Monet e dell’Impressionismo, la corrente pittorica che ebbe un effetto dirompente sull’arte che va dall’Ottocento ai giorni nostri.

Lasciata Parigi, le crociere fluviali raggiungono la Normandia, lungo un percorso ricco di significati e suggestioni che raccontano alcune delle pagine più importanti della storia, dell’arte e della cultura francese: dalla guerra dei Cent’Anni e Giovanna d’Arco, passando da Napoleone e giungendo, appunto, fino alle impressioni pittoriche di Monet e alle grandi battaglie del Novecento.

Navigare lungo la Senna: un punto di vista privilegiato sull’Impressionismo

Sono passati 150 anni da quando Monet, Pissarro, Degas, Morisot, Renoir e colleghi rivoluzionarono il modo di concepire l’opera d’arte e il ruolo stesso dell’artista all’interno della società e Avalon
Waterways rende omaggio a questa straordinaria stagione con tre crociere lungo il corso della Senna, che dal cuore di Parigi taglia il nord-ovest della Francia fino a sfociare in Normandia.

La partenza è da Parigi, la favolosa Ville Lumière che pullula di luoghi legati a Monet e all’Impressionismo, dall’Orangerie, che conserva alcune delle tele più famose dell’artista, fino alla mostra tematica ospitata dal Musée d’Orsay, da Montmartre alla Senna, passando per il Moulin de la Galette e per il Folies Bergère.

Ma i luoghi più significativi dell’esperienza di vita e di arte di Claude Monet sono senza dubbio quelli che si incontrano a bordo delle navi sulle due rive della Senna, da Vernon e Giverny, dove il pittore visse per 40 anni e coltivò la sua grande passione per il giardinaggio, fino alla Cattedrale di Rouen.

La crociera si conclude nel luogo in cui l’Impressionismo è cominciato: proprio a Le Havre, dove la Senna incontra l’Oceano.

Non soltanto Impressionismo: altri cinque motivi per partire

L’Impressionismo è uno spunto che affascina ma non è l’unico motivo per partecipare a una crociera lungo la Senna.

Infatti, tra le attività del terzo giorno di crociera, in cui la nave Avalon Wateways sarà ancorata a Conflans, c’è anche una visita alla località dove la deliziosa crema Chantilly è nata e al suo Castello dove apprendere i segreti della golosa ricetta.

In alternativa alla visita a Chantilly, è possibile scoprire un altro luogo simbolo dell’arte ovvero Auvers, che si specchia nell’Oise, affluente della Senna. Qui terminò la tormentata esistenza
di Vincent Van Gogh.

Ancora, tra le attività facoltative del terzo giorno, è prevista una tappa al Castello di Malmaison, opulenta residenza alle porte di Parigi dove tutto parla dell’Imperatrice Giuseppina, prima moglie di Napoleone Bonaparte.

Il quinto giorno, invece, durante la sosta della nave a Rouen è possibile ripercorre i passi di Giovanna d’Arco tra la Cattedrale, la  Tour Jean d’Arc dove fu processata e tenuta prigioniera e la place du Vieux-Marché, mentre il sesto giorno Avalon Waterways propone un tour di un’intera giornata nei luoghi più significativi dello sbarco alleato in Normandia tra cui Omaha Beach, il monumento di Pointe du Hoc e il cimitero americano o, in alternativa, una visita guidata dei siti commemorativi britannici e canadesi, tra cui il cimitero britannico, il Pegasus Memorial, la città balneare di Arromanches, il centro di Juno Beach e il cimitero di guerra canadese di Bény-sur-Mer.

Le partenze: date e tariffe

Le crociere Avalon Waterways lungo la Senna nel 2024 saranno tre, in partenza a bordo della nave Avalon Tapestry: il 14 maggio (a partire da 3.031€ a persona in cabina doppia), il 25 giugno (a partire da 3.031€ a persona in cabina doppia) e il 20 agosto (a partire da 2.712€ a persona in cabina doppia).

Tutti i prezzi sono per persona in cabina doppia, e includono tasse portuali e mance.

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Naro, la località siciliana conosciuta come la “Fulgentissima”

Una perla medievale e barocca della Sicilia, ai più ancora sconosciuta. Naro è uno scrigno inesauribile di tesori artistici e storici, custode di un passato denso di avvenimenti che l’ha resa unica nel tempo. Ancora oggi, il passo rallenta per il desiderio di ammirare ogni preziosa testimonianza lasciata da chi ha fatto di questo borgo un luogo di una bellezza abbagliante, da meritarsi l’appellativo di “Fulgentissima”.

Naro, quando la storia si sposa con la leggenda

Siamo a circa 35 km da Agrigento, dove Naro se ne sta scenograficamente appollaiata sul pendio di un colle, a 593 metri sul livello del mare. Uno dei più bei belvederi della Sicilia, la cui veduta si estende fino all’Etna, alle Madonie, al mare di Licata e Sciacca. La sua posizione elevata e naturalmente protetta l’ha reso un luogo particolarmente ambito in tutte le ere. Testimonianze archeologiche attestano l’esistenza di insediamenti umani già in epoca preistorica.

Le sue origini millenarie hanno dato vita, nel corso dei secoli, alla leggenda e al mito. Esistono, infatti, diverse ipotesi sui primi abitanti della città, prima fra tutte quella che la vorrebbe fondata dai Giganti, avvalorata, tra gli altri, da Paolo Castelli (Storia di Naro) e Fra Salvatore Cappuccino (La Fenice). Quest’ultimo, rifacendosi all’archivio del Regio Ufficio Giuratorio, Foglio 1, riporta la notizia che “nel XV secolo, quando si doveva costruire il cappellone della chiesa madre, si rinvenne nelle fondamenta abbondanza di crani, cannelle, denti ed altre ossa gigantesche“.

Alcuni studiosi la identificano, invece, con l’antica Camico, città costruita da Dedalo per Cocalo, re dei Sicani, oppure sempre fondata dai Sicani con il nome di Indàra o Inico. Altri ancora la identificano con Akràgas Ionicum, colonia dell’antica Gela fondata nel 680 a.C., otto anni dopo la stessa Gela e cento anni prima di Akragas Doricum (l’attuale Agrigento).

L’opinione più diffusa è, però, quella che pone l’origine di Naro e del suo nome Nar (fuoco) – e non da Nahr (fiume) – all’epoca saracena. Ciò che si sa con certezza, è che Naro e il suo territorio, profondamente inserito nella storia della Sicilia, è stata crocevia di popoli e di civiltà, la cui origine si perde nella notte dei tempi. Durante il periodo romano la città, che probabilmente portava il nome di Carconiana, acquisisce una vocazione agricola che ne caratterizzerà la storia dei secoli successivi. Nel suo territorio sono emersi resti di insediamenti paleocristiani, in particolare catacombe, e di ville romane.

Il fascino medievale di Naro, la “Fulgentissima”

Durante il periodo arabo, Naro venne ampliata e fortificata, riuscendo a resistere alla conquista normanna fino al 1086, quando, dopo quattro mesi di assedio, cadde ad opera del Conte Ruggero. Nel 1223 venne nominata città parlamentare e chiamata “Fulgentissima” da Federico II di Svevia, che le diede tale titolo nel parlamento di Messina, annoverandola fra le 23 Regie o Parlamentarie del Regno di Sicilia. Con quell’appellativo viene tutt’oggi identificata e ricordata.

Nel Medioevo, Naro si presenta piccola e chiusa da una cinta di imponenti mura merlate, costruita nel XIII secolo. Il monumento medievale di maggiore rilievo è il Castello dei Chiaramonte, dal nome dell’illustre famiglia che dominò Naro per più di un secolo, uno dei più importanti e meglio conservati in Sicilia. Un altro capolavoro d’arte, andato nel tempo in rovina, è il Duomo Normanno, di cui rimangono solo i muri perimetrali, ma ciò non ha scalfito il suo fascino antico.

A Matteo Chiaramonte si deve anche la costruzione della Chiesa di Santa Caterina, più volte restaurata, uno dei monumenti più rappresentativi dello stile gotico-normanno, e tra i più prestigiosi dell’isola. La città ha altre importanti testimonianze medievali da ammirare, tra cui l’Oratorio di Santa Barbara e la Chiesa del Santissimo Salvatore.

Il Castello dei Chiaramonte a Naro

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Il Castello dei Chiaramonte, dal fascino medievale

Le attrazioni barocche di Naro

Altrettanto affascinante il percorso barocco, che porta alla scoperta di numerose chiese. A partire dalla Chiesa di San Calogero, il Santo Patrono di Naro, edificata nel 1599. Caratteristica la facciata barocca e l’interno a una navata in stile rinascimentale, impreziosito da dipinti di artisti contemporanei. Dal santuario, scendendo delle scale, è possibile accedere alla cappella sotterranea, al cui interno si trova la grotta dove il santo viveva da eremita, all’interno della quale è conservata, sopra l’altare principale, la statua a lui dedicata. La Chiesa è meta di molti fedeli che vengono a ringraziare San Calogero per le grazie ricevute, spesso portando al Santuario delle forme di pane modellate come le parti del corpo guarite per intercessione del patrono di Naro, venerato come santo taumaturgo.

Da visitare anche la Chiesa del Santissimo Salvatore, costruita nel 1398, conosciuta anche come “‘A Batìa“, dalla originale facciata, arricchita di elaborati intagli di tufo. Più avanti si trova la Chiesa di San Nicolò di Bari, edificata con l’annesso convento nel 1618, forse sui resti dell’antica pieve di San Nicolò di Bari, Vescovo di Mira. Ebbe inizialmente il nome di San Giuseppe, mentre il convento fu chiamato “Collegio degli orfani”. Nei pressi ci si imbatte anche nella Chiesa Madre, risalente al 1619, destinataria del prezioso patrimonio artistico appartenuto al Duomo. Accanto, emerge il Collegio dei Gesuiti, con il suo bellissimo il portale d’ingresso in stile barocco.

In piazza Padre Favara spicca, invece, la Chiesa di Sant’Agostino, la cui costruzione, iniziata nel 1707, seguì quella dell’annesso convento del XIII secolo. Al suo interno sono custodite preziose opere d’arte in legno. Da non perdere, infine, la Chiesa e l’ex Convento di san Francesco, quest’ultimo oggi sede del Palazzo di Città, cui si accede dal chiostro settecentesco. Fondati nel XIII secolo, sono stati rimaneggiati e ampliati, fino a raggiungere la fisionomia attuale nel XVII secolo. La facciata della chiesa rappresenta la manifestazione più alta dello stile barocco siciliano.

L’area archeologica nei pressi di Naro

Una volta a Naro, non perdetevi una visita alla vasta necropoli paleocristiana, in contrada Canale, nei pressi del borgo, risalente al V-V secolo d.C, oggi inserita in un bellissimo giardino di agrumi. È formata da quattro ipogei, tutti organizzati intorno a un lungo corridoio centrale, il più vasto dei quali è l’ipogeo A, noto con il nome di Grotta delle Meraviglie. Dall’ipogeo B provengono, invece, lucerne africane, decorate sul disco con simboli propri del culto cristiano: l’agnello, l’albero della vita, il pesce guizzante. Grazie ai reperti ceramici rivenuti negli ipogei, si è potuta determinare la datazione della necropoli, che testimonia l’importanza del territorio di Naro già in epoca tardoantica.

Panorama di Naro al tramonto

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Un bellissimo panorama di Naro, perla della Sicilia
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SentierElsa: tra tuffi e natura un parco fluviale per tutta la famiglia

Il SentierElsa è un percorso attrezzato che attraversa il Parco fluviale dell’Elsa, una zona verde e curata sulle sponde del fiume nella zona in cui attraversa la cittadina di Colle val’Elsa, all’incirca a metà strada tra Firenze e Siena.

In questo tratto il corso d’acqua prende il nome di Elsa Viva, per via del brillante colore turchese che assumono le sue acque nel momento in cui ricevono il tributo di alcune vicine sorgenti di acqua termale, le Vene.

Un comodo sentiero lungo circa quattro chilometri, alla portata di tutti, fiancheggia le fresche acque del fiume, meta ideale per un bagno rinfrescante nella tarda primavera e in estate. Dolci anse, spettacolari cascate, aree attrezzate per il picnic, ponticelli con corde e massi e la generale cura con cui è mantenuto il sentiero lo rendono una destinazione ideale per chi è alla ricerca di una giornata di relax in mezzo al verde, con il piacevole scorrere dell’acqua nelle orecchie, ed è particolarmente indicato per le famiglie, che possono combinare la scoperta della natura fluviale con un contesto sicuro e controllato.

Fonte: Lorenzo Calamai

Vista dell’Elsa dal Ponte di San Marziale, dove inizia il SentierElsa

Come arrivare al SentierElsa

Colle Val d’Elsa, cittadina facilmente raggiungibile percorrendo la superstrada Firenze-Siena, si trova a circa 40 minuti di auto dal capoluogo e 30 minuti da Siena.

Il Parco Fluviale dell’Elsa (o, appunto, SentierElsa), con le sue piscine di un celeste intenso, si trova nel bel mezzo della cittadina.

Il percorso in riva al fiume che dà il nome alla città è posto fra il Ponte di San Marziale e il Ponte di Spugna, lungo la strada che va verso il centro di Colle. È possibile quindi accedere da uno qualsiasi dei due capi del sentiero, ognuno dei quali ha ampie zone di parcheggio nelle vicinanze.

Le acque dell’Elsa, in questo tratto che attraversa Colle, diventano di un color celeste intenso, quasi turchese. Nei 22 chilometri di corso prima di arrivare in città, il fiume viene definito dai locali Elsa Morta, per la sua scarsa portata. A Colle, invece, riceve i tributi di due sorgenti perenni come le Vene di Onci, dalle quali sgorgano più di mille litri d’acqua al secondo, e le Caldane: entrambe di acqua calda termale, regalano al fiume sia il suo caratteristico colore che la notevole portata, facendogli meritare il nome di Elsa Viva.

Il percorso del parco fluviale è lungo quattro chilometri e contornato di radure nel bosco, rocce, spiaggette e piscine naturali scavate dal fiume. Esplorate in lungo e in largo il sentiero, soffermandovi nei luoghi che più vi incuriosiscono: scegliere il vostro posto preferito sarà una piccola, divertente avventura.

La grande cascata

Prendendo il SentierElsa dal Ponte di San Marziale si incontrano subito la Steccaia e il Callone Reale. Si tratta di due opere di ingegneria idraulica presenti fin dal Medioevo che consentivano ai colligiani di regolare la portata del fiume, deviandone le acque in modo da irrigare i campi e da muovere le macine dei mulini ed essere utilizzate da cartiere e ferriere.

Poco più avanti si incontra una delle principali attrazione del percorso. La grande Cascata del Diborrato è la punta di diamante del parco fluviale: un salto di circa 10 metri con un fronte molto ampio genera un grande lago profondo tutto da nuotare.

Leggenda vuole che in fondo alla pozza ci sia ancora un carro armato della Seconda Guerra Mondiale, finito giù dalla cascata e inghiottito dai flutti.

Fonte: Lorenzo Calamai

Tuffo dalla Cascata del Diborrato, lungo il SentierElsa

Un’area picnic si trova adiacente alla cascata, dalla sommità della quale, in estate, i più ardimentosi si cimentano in un tuffo spregiudicato nella grande polla sottostante.

Per trovare un posto dove sistemarsi e accedere facilmente alla piscina a valle della cascata, seguite il sentiero e, scendendo dal promontorio della cascata, girate a destra verso la cosiddetta Grotta dell’Orso, una rientranza profonda nella roccia ai piedi del salto.

Il lago celeste ai piedi del Diborrato è un luogo davvero misterioso dove fare il bagno, sembra uscito da panorami centroamericani, con la parete rocciosa sul lato opposto rispetto alla cascata che offre una valida alternativa alla cima della cascata per un tuffo, arrampicandosi e poi utilizzando una corda che vi è stata affissa per lanciarsi verso la piscina.

Altri angoli del SentierElsa

Non c’è solo la Cascata del Diborrato fra gli angoli meritevoli di una sosta lungo il percorso del Parco fluviale dell’Elsa.

Di fronte alla succitata Grotta dell’Orso si trova una grande piscina ovale attraversata da un cordolo di roccia calcarea, sulla quale ci si può comodamente sedere, tenendo i piedi a bagno. A valle e a monte del cordolo potete nuotare nelle celesti piscine dell’Elsa. In sinistra orografica la grotta e le sue prospicienze regalano un po’ di terreno all’asciutto per accomodarsi: si tratta di una zona ombrosa, un ottimo rifugio dalla calura, con una superficie pianeggiante in terra battuta.

Fonte: Lorenzo Calamai

La Grotta dell’Orso con le sue piscine naturali

Poco più a valle ci si imbatte in una serie di cascatelle che creano alcune piscinette non troppo profonde, in un tratto spettacolare del fiume. Dall’acqua emergono composizioni rocciose biancastre, conformazioni calcaree dovute alla particolare composizione chimica che l’Elsa Viva assume dopo aver ricevuto le acque delle Vene e delle Caldane.

Qui potete sistemarvi nella zona in terra battuta adiacente al sentiero in destra orografica, sempre riparati dal solleone grazie al tanto verde circostante e immergervi piacevolmente nelle piscine naturali. Una zona dedicata al relax e meno battuta delle precedenti, dove rilassarsi in pace e a contatto con la natura circostante.

Infine, subito prima che il sentiero attraversi un ampio prato leggermente discostato dal letto del fiume, si trova una radura fra gli alberi dove poter stendere l’asciugamano o una coperta sulla terra battuta per rilassarvi, mentre scendendo un poco a valle, dopo alcune rapide e una cascatella, una bella piscina riservata permette la possibilità di qualche bracciata.

Fonte: Lorenzo Calamai

Risalendo a nuoto l’Elsa, tra una piscina e l’altra

Il percorso si chiude con un simpatico guado su una fila di grandi sassi, con delle corde alle quali assicurarsi, prima di risalire il Ponte di Spugna e riemergere dal SentierElsa.

Scoprire Colle Val d’Elsa

Oltre a godervi la verdeggiante frescura del Parco Fluviale di Colle, non trascurate la visita alla cittadina di Colle Val d’Elsa.

Arroccato su un colle non molto alto, centro rilevante in epoca medioevale e rinascimentale, cittadina che ha dato i natali al genio architettonico di Arnolfo di Cambio, Colle Val d’Elsa conserva il proprio fascino ancora oggi grazie alle opere dell’ingegno che popolano il centro cittadino, posto in posizione sopraelevate rispetto all’abitato odierno.

Le bellezze architettoniche, le vedute sul territorio circostante e l’atmosfera senza tempo che contraddistinguono Colle Val d’Elsa meritano la visita in un luogo peraltro non particolarmente battuto dal turismo mainstream.

Fonte: Sorin Popovich, con licenza CC BY-SA 2.0

Vista dell’abitato di Colle Val d’Elsa

Al centro storico si accede superando l’affascinante Porta Volterrana, residuo maestoso delle mura che circondavano Colle, la cui costruzione è attribuita a Giuliano da Sangallo. Superata piazza Santa Caterina, con il suo affaccio panoramico, si trova Palazzo Renieri-Cortigiani, oggi municipio, e il ponte del Campana, dal quale si ammira la facciata rinascimentale dell’omonimo palazzo.

Lungo la centrale via del Castello si trova il Palazzo Pretorio e, in fondo, il bastione difensivo che è il Baluardo, fortificazione che cinge il castello e che si affaccia come una balcone sull’abitato ai suoi piedi.

Da qui un stretta via pedonale lastricata accompagna la discesa verso la vicina piazza Arnolfo di Cambio, elegante centro della vita cittadina contemporanea.

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“Il Giovane Berlusconi”: i luoghi della docuserie Netflix

Interviste inedite e documentari d’epoca: “Il Giovane Berlusconi” è uno dei prodotti Netflix più attesi degli ultimi mesi, sotto la regia di Simone Manetti. La docuserie, dedicata alla carriera imprenditoriale e politica del Cavaliere, ripercorre alcune delle tappe più importanti della sua vita. Facciamo allora un viaggio alla scoperta dei luoghi “protagonisti” della serie, quelli che hanno visto Silvio Berlusconi diventare un grande imprenditore e, in seguito, il Presidente del Consiglio.

Tutto sulla docuserie “Il Giovane Berlusconi”

A quasi un anno dalla morte di Silvio Berlusconi, sbarca su Netflix la docuserie dedicata alla sua carriera: dagli esordi come imprenditore all’incredibile ascesa nel mondo della tv commerciale, sino all’ingresso in politica che lo ha condotto a diventare Presidente del Consiglio. Prodotto da B&B Film, in collaborazione con Gebreuder Beetz Filmproduktion tedesca e la rete franco-tedesca ZDF Arte, “Il Giovane Berlusconi” è suddiviso in tre episodi da 50 minuti ciascuno, in onda dall’11 aprile 2024. Vengono proposti materiali d’archivio finora mai visti, interviste nuove ad alcuni dei personaggi più importanti del secolo scorso e narrazioni inedite in prima persona.

“Il Giovane Berlusconi”: i luoghi

La figura di Silvio Berlusconi è sempre stata strettamente legata alla città di Milano, quella in cui ha vissuto i suoi esordi imprenditoriali e, in seguito, politici. Era il 1963 quando fondò la Edilnord, la sua impresa edile: e fu proprio la società a costruire Milano 2, quartiere residenziale nato negli anni ’70 come modello di città ideale. Il complesso, che oggi vanta una superficie di 3 km quadrati e quasi 6mila abitanti, si trova nel comune di Segrate, alle porte del capoluogo lombardo (al quale è molto ben collegato).

Il Cavaliere divenne poi un pioniere della tv commerciale, ma tutto ebbe inizio in un semplice sottoscala milanese, dove Silvio (siamo nel lontano 1974) diede vita a TeleMilanoCavo. L’idea originaria era quella di consentire ai condomini di seguire le riunioni assembleari, la messa e le pubblicità dei negozi locali. Nemmeno Berlusconi aveva idea di quello che sarebbe successo di lì a poco: l’emittente divenne infatti Canale 5 e, in un secondo momento, Mediaset. Il viaggio prosegue dunque a Cologno Monzese e a Segrate, dove hanno sede le reti televisive.

Naturalmente, non può mancare una visita allo Stadio Meazza (conosciuto anche come San Siro) di Milano: da grande appassionato di calcio e tifoso della squadra rossonera, Silvio Berlusconi acquistò l’AC Milan nel 1986 e ne divenne presidente, carica che mantenne sino al 2004 – rinunciandovi solo a causa del conflitto d’interesse nei periodi in cui venne eletto Presidente del Consiglio. Solo alcuni anni dopo, e più precisamente nel 2017, il Cavaliere decise di vendere le sue quote all’imprenditore cinese Li Yonghong.

Uno dei luoghi più famosi tra i tanti correlati al personaggio di Silvio Berlusconi non può che essere Villa San Martino, la splendida residenza di lusso situata ad Arcore. Fu qui che il Cavaliere accolse politici e personalità di ogni tipo, negli incontri legati alla sua carriera o più semplicemente mondani. Nel 1994, quando decise di scendere in politica, Berlusconi si trasferì a Roma: vedremo dunque Palazzo Grazioli, che Silvio elesse sua residenza principale, e Montecitorio, sede della Camera dei Deputati.

Infine, non può mancare una rapida fuga in Sardegna, meta estiva che il Cavaliere fece diventare ancora più rinomata. Fu qui che acquistò Villa Certosa, un vero gioiello di Porto Rotondo: divenne sua negli anni ’80 e vi fece numerosi lavori, trasformandola in un luogo dove intrattenere decine di ospiti. Silvio Berlusconi vi trascorreva le sue estati, in ottima compagnia e passando per i più celebri locali della zona.