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5 consigli per non spendere troppo quando si viaggia in famiglia

Viaggiare con la propria famiglia cercando di non sforare il budget a propria disposizione è spesso un’impresa ardua, soprattutto se si hanno uno o più figli. Sempre più spesso, per organizzare una vacanza in famiglia è necessario fare i conti con i costi in aumento del trasporto, dell’alloggio, del cibo e anche degli extra, tra attività, svago e shopping.

Solitamente i prezzi salgono proprio nei periodi di vacanze scolastiche e in estate, facendo lievitare notevolmente lo sforzo economico da affrontare. Ma al di là dell’aspetto finanziario, è indubbio che concedersi un viaggio insieme ai bambini è un ottimo modo per trascorrere piacevoli momenti tutti insieme, lontano dal lavoro e dalla scuola, rappresentando un’opportunità preziosa per rafforzare il legame familiare. Ma come fare per risparmiare sulla vacanza e restare all’interno di un budget limitato, senza sforare?

Viaggio in famiglia economico: i consigli per non spendere troppo

Per quanto un viaggio con i propri affetti più cari possa regalare grandi gioie e ricordi indelebili di momenti trascorsi insieme, non va comunque sottovaluto un annoso problema: il budget. Spesso i prezzi per gruppi di 3,4 o 5 persone salgono considerevolmente e si rischia di dover rinunciare a molte attività, o nei casi più emblematici, alla vacanza.

Ma nulla è impossibile e con qualche piccolo accorgimento potrete riuscire a risparmiare e partire in serenità per un viaggio in famiglia di tutto rispetto. Vediamo quali sono i 5 consigli per il prossimo viaggio low cost in famiglia e con i bambini.

Programmare in anticipo ed evitare l’alta stagione

Il consiglio generale è quello di non ridursi a prenotare il viaggio in famiglia all’ultimo minuto, soprattutto in estate, quando i prezzi saranno molto alti a causa dell’elevata domanda. Le offerte last minute, infatti, non sono così semplici da scovare e, nel caso in cui si riesca a trovarle, spesso sono dedicate a destinazioni meno interessanti.

Conoscendo in anticipo i giorni di vacanza dei vostri bambini e quelli delle vostre ferie avrete tutto il tempo di organizzare il viaggio qualche mese prima, nei periodi in cui la domanda è ancora bassa e le compagnie di trasporto e ricettive spuntano prezzi ancora accettabili. Otterrete notevoli vantaggi economici.

Evitate, se potete, di viaggiare in alta stagione e preferite i periodi dell’anno meno costosi. Anche nelle stagioni più basse, infatti, potrete divertirvi con i vostri bambini in viaggio, sia al mare che in montagna.

Anche i giorni scelti per partire incidono sul prezzo del soggiorno e del mezzo di trasporto: i giorni infrasettimanali, infatti, sono tendenzialmente più economici rispetto ai weekend.

Scegliere mete meno popolari

È una regola che vale in ogni ambito e soprattutto in quello dei viaggi: più alta è la domanda, più alti saranno i costi. Sono numerose le località italiane e in giro per il mondo molto conosciute e frequentate dai turisti. Basti pensare ad esempi del Bel Paese come Venezia, Firenze e Roma e al problema dell’overtourism.

Optare per quelle mete meno conosciute e turistiche, ma non per questo meno belle o piacevoli, si rivelerà non solo più economico, ma anche più stimolante. Nei luoghi meno affollati potrete godervi maggiormente le bellezze paesaggistiche, culturali e architettoniche del luogo che avete scelto come meta, senza raggruppamenti di turisti e stress. I prezzi, inoltre, saranno molto più ragionevoli.

Considerare diversi tipi di alloggio e di mezzo di trasporto

Anche la tipologia di alloggio in cui soggiornare può contribuire significativamente sul costo della vacanza in famiglia, soprattutto se si è numerosi. Scegliere quindi un appartamento, rispetto alle camere di hotel, può far risparmiare parecchi soldi. E anche le spese di vitto possono essere abbattute evitando i ristoranti e comprando il cibo nei mercati e supermercati locali per cucinarli in casa.

Anche la scelta del mezzo di trasporto incide sul budget della vacanza. In alternativa all’aereo, è bene valutare anche il treno, ad esempio. Oppure, utilizzare la propria auto invece che noleggiarla potrebbe ridurre i costi. Inoltre, il viaggio notturno vi farà risparmiare una notte in alloggio.

Ma oltre a risparmiare, queste accortezze vi porteranno anche vivere un’esperienza stimolante e all’insegna dell’avventura con i vostri bambini: farli viaggiare su un treno notturno dormendo in cuccetta, partire per un viaggio on the road, dormire in una tenda immersi nella natura oppure andare alla ricerca di prodotti tipici locali nei mercatini rionali, sono tutte attività che stimoleranno la creatività dei vostri figli, restando impresse per lungo tempo nei loro ricordi più felici e spensierati.

Approfittare degli sconti famiglia

La maggior parte delle strutture ricettive e di trasporto (ma non solo), al giorno d’oggi, propone anche tariffe speciali per coloro che viaggiano con i bambini. Si tratta di biglietti ad hoc per i trasporti e per il soggiorno in hotel, oppure di coupon utilizzabili per diverse attività, per le attrazioni principali o per i musei, nei quali i bambini, spesso, possono entrare senza pagare.

Ridurre all’essenziale: meno extra e più “fai da te”

Oltre al pernottamento e al trasporto, un altro costo che deve essere preso in considerazione, nel conteggio del budget familiare in una vacanza, sono gli extra. Basta qualche accortezza per ridurre i costi delle spese accessorie al minimo indispensabile, senza rinunciare al divertimento e alla qualità del tempo trascorso in viaggio.

Qualche esempio? Provate, ad esempio, a riempire le bottiglie di acqua che portate con voi, invece di gettarle e ricomprarne di nuove ogni volta. I bambini, inoltre, vi chiederanno quasi sicuramente di poter mangiare qualche goloso gelato confezionato, ma spesso i loro prezzo nei bar e ristoranti non è propriamente economico. Preferite allora l’acquisto di dolci e gelati nei supermercati. Risparmierete denaro senza rinunciare alla qualità.

Per quanto riguarda la visita di musei, città e monumenti, provate ad informarvi autonomamente, anche prima di raggiungere la meta, in modo da risparmiare sul costo delle guide turistiche.

Insomma, perché privarsi di una vacanza in compagnia dei vostri bambini per il timore di sforare con il proprio budget, quando basta davvero poco per rivolvere moltissimi problemi? Questi 5 consigli vi aiuteranno a organizzare una perfetta vacanza economica e memorabile con la vostra famiglia e i bambini, per costruire insieme a loro numerosi ricordi emozionanti.

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giardini luoghi misteriosi Notizie Viaggi

Torna a nuova vita il giardino segreto cinquecentesco italiano

Il giardino di cui vi stiamo per parlare è uno dei più suggestivi e amati del nostro Paese e anzi, del pianeta intero: persino il New York Times lo ha definito “il più bello e il più romantico del mondo”. Famoso ed emozionante, custodisce nelle sue immediate vicinanze una piccola perla antica, che purtroppo è rimasta per molto tempo dimenticata. Si tratta di un meraviglioso giardino cinquecentesco, che a breve tornerà a nuova vita.

L’Hortus Conclusus a due passi dal Giardino di Ninfa

Ci troviamo presso il fiabesco Giardino di Ninfa, un vero e proprio monumento naturale della Repubblica Italiana che sorge a Cisterna di Latina. Iniziato da Gelasio Caetani nel 1921, nell’area della scomparsa cittadina medievale di Ninfa, di cui oggi rimangono diversi ruderi, è uno splendido esempio di poesia e architettura medievale con oltre 1300 specie di piante, tra cui 19 varietà di magnolia, betulle, iris acquatici e aceri giapponesi.

Riaperto quest’anno il giorno 16 marzo, attualmente le visite sono in programma nei fine settimana e nelle festività del 1 maggio, 2 giugno e 15 agosto, fino al 3 novembre; dal 19 luglio all’11 agosto – quando l’apertura comprenderà anche il venerdì –  previste soltanto al tramonto.

Nelle immediate vicinanze di Ninfa la famiglia Caetani fece realizzare l’Hortus Conclusus, un magnifica area verde decorata con una fontana ottagonale al centro e da vasche e ninfei. In principio venne utilizzato come orto, poi vi vennero piantati degli agrumi fino a diventare inaccessibile ai visitatori, e purtroppo per molto tempo. Ma le cose oggi stanno per cambiare, tanto che si punta ad aprirlo alle visite a partire dall’anno prossimo.

Il restauro

Come riporta La Repubblica, l’Hortus Conclusus di Ninfa subirà un profondo restauro grazie ai fondi del Pnrr e della Fondazione Roffredo Caetani che gestisce il bene. Ma non solo, perché sempre nel 2025 anche altri beni, che si fanno spazio nei pressi del Giardino storico, verranno resi fruibili tramite un raddoppio del percorso di visita.

Il progetto, chiamato “Giardino di Ninfa: dalla memoria del passato alla nuova resilienza e sostenibilità”, prevede l’utilizzo di due milioni di euro di fondi Pnrr, più 200mila euro messi a disposizione dalla Fondazione.

I lavori sono già iniziati e non riguardano il Giardino che, anche durante questa primavera, può essere visitato in tutto il suo splendore e senza eventualmente incontrare cantieri aperti.

Verrà sottoposta a un grande restauro anche “Francis”, la vecchia turbina dell’azienda tedesca Voith, in funzione dal 1908 fino a pochi anni fa, che sorge vicina agli antichi mulini. Al contempo, verrà realizzata anche una nuova centrale per alimentare Ninfa con l’energia prodotta dal suo fiume.

Ma non solo, perché questi lavori faranno sì che l’area diventi persino più sostenibile: l’Hortus Conclusus verrà dotato di un impianto di irrigazione intelligente, che sarà perfettamente in grado di fornire ad ogni pianta l’acqua necessaria nei tempi e nei modi più opportuni.

Verrà poi installato un piezometro e realizzato un sistema di monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee, con lo scopo di dare vita a un centro studi internazionale sulle acque.

Insomma, molto probabilmente nel 2025 il prezioso Hortus Conclusus diventerà una meravigliosa attrazione (e anche sostenibile) per tutti i visitatori.

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In Italia sta per (ri)nascere una magnifica ferrovia

È lunga solo una manciata di km, ma attraversa un paesaggio da sogno e, per questo motivo, ben si presta a diventare una linea ferroviaria turistica: si tratta dell’itinerario ferrato Alcantara-Randazzo, che collega il piccolo borgo dell’entroterra catanese con il comune di Giardini-Naxos, dove si trova la stazione di Alcantara. Questo splendido angolo di Sicilia tornerà presto a rivivere, grazie ad un progetto turistico molto interessante. Scopriamo a che punto sono i lavori per la “nuova” ferrovia.

La ferrovia Alcantara-Randazzo

Partiamo da qualche cenno storico: la ferrovia Alcantara-Randazzo nasce dall’esigenza di collegare l’entroterra della Sicilia orientale alle grandi città lungo la costa, come Messina e Catania. Il primo progetto risale nientemeno che alla seconda metà dell’800, ma vogliono molti anni prima che inizino i lavori. La sua realizzazione ha luogo dunque tra il 1928 e il 1959, quando finalmente la linea ferroviaria viene inaugurata. Tuttavia, nel 1981 una violenta eruzione dell’Etna dà vita ad una colata lavica che interrompe il percorso ferrato – così come la vicina ferrovia Circumetnea.

I lavori di recupero durano un paio d’anni, e nel 1983 finalmente la circolazione viene ripristinata. Ma le disavventure non finiscono qui: nel 1994 la linea viene nuovamente interrotta, stavolta per lavori di ammodernamento – che effettivamente hanno luogo, come ad esempio l’automatizzazione dei passaggi a livello e la creazione di una nuova fermata, quella di Gole Alcantara. Ma la ferrovia non viene mai più riaperta, ad eccezione di qualche viaggio turistico in treno d’epoca negli anni subito successivi alla chiusura. Nel 2002 ne viene annunciata la dismissione, portata a compimento nel 2011. Eppure, c’è un nuovo destino per l’Alcantara-Randazzo.

Il progetto e lo stato dei lavori

Sebbene la ferrovia non sia mai stata sfruttata adeguatamente, ha un indubbio valore turistico: il tragitto passa infatti accanto alle celebri gole dell’Alcantara, uno dei paesaggi naturali più suggestivi della Sicilia. Perché dunque non valorizzare questa linea ferroviaria? Negli anni scorsi è stato approvato un nuovo progetto per la rimessa in sesto della ferrovia, grazie ai fondi stanziati dal Ministero della Cultura nell’ambito degli interventi previsti dal PNRR. La prima fase riguarda il recupero del tratto tra le stazioni di Alcantara e Motta Camastra, un percorso di 13 km.

I lavori sono iniziati: i primi 3 km sono già percorribili con mezzi ferroviari, mentre i successivi sono in fase di bonifica. C’è ancora molto da fare, e l’inaugurazione di questo primo tratto è prevista solo per il 2026. In seguito, si procederà con il restante percorso (per un totale di circa 37 km) sino alla stazione di Randazzo, che è ormai da tempo in disuso. L’itinerario è particolarmente suggestivo: si parte dalla stazione di Alcantara, che è ancora oggi uno scambio lungo la ferrovia ionica Messina-Catania. Il tracciato si dirige verso l’entroterra, seguendo la valle del fiume Alcantara, lungo il versante settentrionale dell’Etna.

La ferrovia è piuttosto tortuosa e quasi interamente in salita, lungo la quale si incontrano 13 viadotti e 8 gallerie. Una delle tappe è la stazione di Motta Camastra, da cui è facilissimo raggiungere il vicino centro abitato. Il percorso attraversa poi per ben tre volte il fiume San Paolo, affluente dell’Alcantara, per arrivare alla stazione di Francavilla di Sicilia e, subito dopo, a quella di Castiglione di Sicilia. L’itinerario termina a Randazzo, dove in passato venne realizzata una stazione già pronta a trasformarsi in passante, con l’idea di realizzare un prolungamento della ferrovia verso l’alta valle del Simeto, ovviamente mai andata in porto.

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È l’Europa la regina del turismo mondiale

La regina del turismo a livello mondiale è, ancora una volta, l’Europa, come riporta il bollettino Eurostat al termine di un 2023 che si è rivelato particolarmente fortunato soprattutto per alcuni Paesi del Mediterraneo: 2,92 miliardi di pernottamenti che decretano un +1,6% rispetto al 2019.

Si tratta di dati record cui ha contribuito, in gran parte, l’incremento delle presenze dei turisti extra-UE con +146 milioni di notti e un aumento, seppur meno appariscente, delle presenze di viaggiatori autoctoni pari a +25 milioni.

I dati che incoronano l’Europa come leader del turismo

Scendendo nel dettaglio dell’analisi dei dati emersi da Eurostat, il 46% dei pernottamenti del 2023 (quasi vicino al 47% del periodo pre Covid) è rappresentato dai turisti provenienti da Paesi non europei e, nell’arco di dieci anni, i pernottamenti turistici hanno visto un aumento del 25% (nel 2013, infatti, erano stati 2,33 miliardi).

Per l’anno appena trascorso, i Paesi che hanno riscontrato il maggior incremento sono Malta e Cipro, con una crescita di pernottamenti che ha superato il 20%. Superiore al 10% la crescita di Portogallo, Romania, Repubblica Ceca, Austria, Bulgaria, Grecia, Lettonia e Slovacchia.

In termini assoluti, invece, l’aumento più significativo dei pernottamenti si è registrato in Germania (+32,8 milioni), Italia (34 milioni di turisti stranieri nelle strutture ricettive) e Spagna (+32, 3 milioni). La Francia, invece, ha accolto 18,5 milioni di persone.

Per quanto riguarda la tipologia di pernottamento, il 63% del totale ha riguardato gli hotel mentre il 13% i campeggi.

La regina dell’Europa è l’Italia

Se l’Europa è regina del turismo a livello internazionale, un ruolo d’onore per il 2023 se lo è ritagliato l’Italia, dove gli alberghi hanno registrato un 12% in più rispetto al 2022.

Un risultato lodevole che ha ricevuto il commento del ministro del Turismo Daniela Santanchè: «L’analisi Eurostat conferma l’Italia seconda in Europa per presenze turistiche straniere: un dato che testimonia la voglia d’Italia che c’è nel mondo. Un risultato da un lato frutto del grande lavoro dei nostri operatori e imprenditori del settore nel rendere l’Italia sempre più attrattiva con proposte di qualità e diversificate, e dall’altro dell’operato del governo che non solo rende l’Italia protagonista nel mondo, ma lavora per preservare l’autenticità dei nostri territori e valorizzare il Made in Italy».

Il Belpaese, come accennato, nell’ultimo trimestre del 2023 è risultato secondo, dietro alla Spagna e davanti alla Francia, per presenza di stranieri nelle strutture ricettive con ben 34 milioni di turisti.

Ma non soltanto.

L’Italia ha conquistato anche la cima della classifica generale della reputazione turistica europea superando, in questo caso, Spagna e Germania: sulla base dello studio di Demoskopika, ha ottenuto infatti 109,1 punti con il primato di 3 indicatori su 5 (popolarità, ricerca della destinazione, tripadvisor confidence destination).

Anche in questo caso, il ministro del Turismo ha espresso soddisfazione per il risultato con, tuttavia, l’obiettivo di migliorare ancora: “Essere la Nazione più desiderata e popolare è senza dubbio un dato che ci fa guardare al presente con soddisfazione e al futuro con ottimismo. Ma a noi non basta risultare la destinazione più ricercata online, non possiamo fermarci a questo: dobbiamo aspirare a far diventare l’Italia capace di presentare l’offerta turistica migliore, in termini di ricchezza, profondità e qualità, così da essere non soltanto la meta più sexy in rete, bensì anche quella più scelta“.

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Percorso dell’Albula, la valida alternativa al Trenino Rosso del Bernina

Chi non conosce il celebre Trenino Rosso del Bernina, che percorre una linea ferroviaria spettacolare dai paesaggi mozzafiato, Patrimonio UNESCO dal 2008?

In questo periodo e non solo, il gettonato convoglio appare “vittima del proprio successo”: infatti, le richieste sono così tante che l’azienda non riesce a soddisfarle, creando disagi e malcontento tra i viaggiatori desiderosi di vivere un’esperienza unica.

Così, in attesa di nuovi orari e treni per il 2026, il consiglio è quello di prenotare posti a supplemento sul Bernina Express oppure di optare per il percorso dell’Albula, un’alternativa più che valida all’amatissima e famosa linea che collega Tirano con St. Moritz e per la quale, soprattutto nei giorni festivi, si verifica sempre più di frequente il problema dei posti a sedere (per specificare meglio quanto sia apprezzata, nel 2023 ha raggiunto il record assoluto di entrate e introiti).

Il Trenino dell’Albula, una piacevole sorpresa

È la seconda linea del Bernina Express che, in due ore, collega St. Moritz con Coira, la capitale dei Grigioni: meno conosciuta rispetto alla Ferrovia del Bernina, la tratta dell’Albula è altrettanto affascinante e ricca di emozioni che non si dimenticano, perfettamente inserita nel paesaggio.

Parte della Ferrovia Retica Patrimonio UNESCO, attraversa il passo dell’Albula che unisce la Valle del Reno Posteriore con l’Engadina e, da Thusis, si presenta come un susseguirsi continuo di viadotti e gallerie elicoidali (il viadotto Solis, il viadotto Landwasser e i tunnel a spirale tra Bergün e Preda): si tratta, insomma, di un vero e proprio capolavoro dell’ingegneria che permette al mitico Trenino Rosso di superare, senza cremagliera, un dislivello di 1000 metri.

Ma le sorprese non sono finite poiché si svelano nella toccante bellezza dei panorami, che sono molto più variegati rispetto all’itinerario noto: ghiacciai, laghi come gemme blu, alte vette, una natura straordinaria nonché verdissimi prati, paesini di montagna, fiumi e una distesa a perdita d’occhio di boschi di larici.

62 chilometri di assoluta magia che si possono rivivere anche con una visita al Museo Ferroviario dell’Albula a Bergün, una delle tappe della linea cui si giunge dopo aver attraversato il favoloso Parc Ela, il parco naturale più vasto della Svizzera: proprio di fronte alla stazione, con 1300 metri quadri e 600 pezzi esposti, racconta un secolo di storia della Ferrovia UNESCO grazie a orologi, documenti, utensili e ricostruzioni di vecchie biglietterie e cantieri.

Infine, una menzione speciale la meritano il colossale viadotto di Landwasser, realizzato senza impalcature ma soltanto con l’impiego di gru (per ammirarlo in tutta la sua magnificenza sia dal basso che dall’alto, vi sono numerosi punti panoramici) e il Sentiero Avventura della Ferrovia d’Albula, che consente di passeggiare tra le tratte più incredibili del percorso e vedere con i propri occhi l’armonia tra tecnica e paesaggio: 7 chilometri da Preda e Bergün, 9 chilometri da Bergün a Filisur e poi 5 chilometri fino a Landwasserviadukt e ritorno a Filisur.

Le tappe della linea dell’Albula

Come sulla linea del Bernina, anche in questo caso ogni volta che si scende a una stazione occorre attendere un’ora prima di risalire a bordo, il che è l’ideale per andare alla scoperta delle tappe che la compongono.

La partenza è da St. Moritz a 1775 metri di altitudine verso l’Engadina Superiore, una meraviglia paesaggistica dove i monti superano i 3000 metri: “stazione per eccellenza” è quella di Samedan a 1075 metri.

Il convoglio attraversa poi la Val Bever con una stretta curva e, costeggiando il fiume Beverin, lascia la Valle dell’Engadina e incontra la caratteristica stazione ricoperta di legno di Spinas a 1815 metri. Dopo una sosta, riparte e imbocca il tunnel dell’Albula, alla cui realizzazione contribuirono 1316 operai: oggi si percorre in 4 minuti ed è lungo 5864,5 metri.

Ecco Preda, 1789 metri, e la tratta fino a Bergün dove la ferrovia affronta un dislivello di 416 metri in un panorama che è difficile descrivere a parole. Subito dopo, la stazione di passaggio di Muot, il tornante presso Val Tours e la stazione di Bergün.

Si prosegue per Stugl, i cui edifici della stazione sono tutelati come “patrimonio storico”, e la ferrovia procede tra le montagne fino a Filisur per poi attraversare la valle centrale dell’Albula, raggiungere il viadotto di Landwasser, sostare a Thiefencastel, solcare il Viadotto Solis a 89 metri sul fiume Albula, percorrere 4 chilometri nel cuore della montagna e arrivare a Thusis, ultima stazione della tratta UNESCO: da qui, il viaggio si conclude a Coira.

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In Gran Bretagna c’è un trekking che segue il muro dell’Antica Roma

Avete sempre pensato che la costruzione più spettacolare della Gran Bretagna fosse il The Shard di Londra? Vi state sbagliando. Ne esiste una decisamente più grandiosa, e la sua origine è antichissima.

Stiamo parlando del Vallo di Adriano, una fortificazione d’epoca romana che corre lungo tre contee inglesi: Tyne and Wear, Northumberland e Cumbria. Inizia alla foce del fiume Tyne (sul Mare del Nord) e termina laddove si trova il Solway Firth, un estuario del fiume Solway, sul Mare d’Irlanda. Voluto dall’omonimo imperatore romano, il muro di Adriano è il protagonista del favoloso percorso di trekking che lo costeggia.

Dedicato agli appassionati delle camminate e a chi ama respirare tutta la bellezza del patrimonio naturalistico, storico e artistico che rende meraviglioso il nostro pianeta. Vediamo cos’è il Vallo di Adriano e tutte le tappe dello splendido cammino che costeggia il muro dell’Antica Roma.

Cos’è il Vallo di Adriano: origini e storia

Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, il Vallo di Adriano è la fortezza che venne fatta costruire dall’imperatore Adriano per segnare il confine con la parte settentrionale dell’Impero Romano, mettendo così al sicuro i villaggi della Britannia dai Pitti, il popolo che abitava quella che – oggi – è la Scozia.

I lavori iniziarono nel 122 d.C., e terminarono alcuni anni dopo. La volontà di Adriano era quella di costruire un muro imponente che rappresentasse la grandezza della potenza romana, in Britannia come a Roma. Ancora oggi, dopo secoli di storia, il muro di Adriano è uno straordinario capolavoro di edilizia militare, di urbanizzazione e organizzazione civile.

Costruito con una larghezza di 3 metri e un’altezza di circa 5 metri, lungo il Vallo di Adriano erano stati posizionati quattordici forti ausiliari e ottanta fortini (ossia i castelli miliari), uno per ogni miglio romano. Si racconta che per terminare l’opera ci vollero 6 anni e la manodopera di ben 15.000 uomini.

Con il declino dell’Impero Romano, il muro venne man mano abbandonato, cadendo in disuso. Una buona parte delle pietre che lo componevano vennero prelevate e riutilizzate per la realizzazione degli edifici vicini. Un fenomeno che continuò fino al XX secolo, quando la fortezza venne riconosciuta Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, nel 1987.

Trekking lungo il Vallo di Adriano, il muro dell’antica Roma

Oggi, il muro di Andriano disegna un percorso di trekking che è tra i più belli e suggestivi d’Inghilterra, l’Adrian’s Wall Path. Per 135 chilometri, a sud rispetto al confine con la Scozia, l’itinerario attraversa un paesaggio rurale che rende l’esperienza autentica e indimenticabile.

Il cammino che attraversa la storia dell’Antica Roma è percorribile in 6 tappe (che possono variare a seconda del punto di partenza o della quantità di strada percorsa ogni giorno) costeggiando per buona parte del tragitto il fiume Tyne e attraversando inizialmente il centro di Newcastle. Il sentiero si immerge in un paradiso terrestre: la campagna fatta di giardini, campi coltivati, villette in perfetto stile inglese, fattorie, pascoli pieni di pecore e la brughiera più selvatica, soffiata dai venti che provengono da nord.

Vallo di Adriano, Gran Bretagna

Fonte: iStock

Resti del Vallo di Adriano, il muro dell’Antica Roma

Le 6 tappe del sentiero lungo il muro di Andriano

Zaino in spalla e si comincia. Il percorso parte da Wallsend (l’antica Segedumum), borgo alla periferia di Newcastle upon Tyne e si conclude al villaggio di Bowness-on-Solway. Un itinerario che attraversa l’isola da est a ovest, percorrendo un pezzo di storia e andando alla scoperta dell’Inghilterra più selvaggia.

Da Wallsend a Heddon-on-the-Wall

Da Wallsend, facilmente raggiungibile in metro partendo dalla vicina città di Newcastle, si parte dal muro che anticamente scendeva dal forte fino al fiume Tyne e si segue il corso d’acqua verso l’entroterra. Lungo il cammino si costeggia un’antica ferrovia in disuso attraverso Newcastle, addentrandosi nel paesaggio urbano per terminare poi nella meravigliosa campagna ricca di prati verdi costellati di fiori selvatici e di terreni agricoli coltivati, sopra a Tynedale. Dopo circa 21 chilometri di camminata si raggiunge il caratteristico villaggio di Heddon-on-the-Wall, dove è possibile fermarsi per una notte per recuperare le energie.

Da Heddon-on-the-Wall a Cholleford

L’itinerario prosegue costeggiando sempre il muro di Adriano e addentrandosi nel cuore della campagna inglese, con terreni agricoli, animali al pascolo e creature selvagge come lepri, conigli, uccelli, con la possibilità di ammirare numerosi reperti archeologici romani. Ci si può fermare alla seconda tappa, Cholleford, dove potrete riposare.

Da Cholleford a Once Brewed

Il trekking lungo il Vallo di Andriano riparte costeggiando i tratti meglio conservati del muro dell’antica Roma e uno dei suoi forti nel punto più a nord della fortezza, con suggestivi panorami sul paesaggio circostante che lasciano a bocca aperta. La terza tappa, dopo un camminata di  circa 20 chilometri, può essere fissata nel paese di Once Brewed.

Da Once Brewed a Banks

Si riparte per il cammino lungo il celebre muro romano attraversando il distretto di Northumberland per raggiungere la contea di Cumbria. Lungo il tragitto lo scenario si evolve, dalle brughiere e i dirupi battuti dal vento, alle dolci colline verdeggianti dell’estremo nord-ovest dell’Inghilterra. Ci troviamo nel punto più alto del percorso di trekking lungo il muro di Andriano e qui si possono ammirare gli antichi resti di un ponte romano, torrette e castelli miliari, per un tuffo nella storia antica. Superando Gilsland, infatti, si raggiunge il forte romano di Birdoswald. Dopo circa 24 chilometri di camminata si raggiunge il villaggio di Banks, la quarta tappa.

Da Banks a Carlisle

Da Banks si torna lungo i sentieri che costeggiano il Vallo di Adriano immersi nella brughiera inglese e nel paesaggio agricolo attraversato dal fiume Eden. Dopo circa 24 chilometri di percorso a piedi, lo scenario naturale lascia spazio a quello urbano di Carlisle, una città ricca di storia e monumenti medievali di pregio. Qui si trova il Castello di Carlisle, risalente al 1093, e la splendida Cattedrale, che meritano sicuramente una visita.

Castello di Carlisle, Gran Bretagna

Fonte: iStock

Castello di Carlisle, lungo il cammino che costeggia il Vallo di Adriano

Da Carlisle a Bowness-on-Solway

Zaino in spalla per la sesta e ultima tappa dell’emozionante cammino lungo il muro di Adriano. Seguendo il fiume Eden si esce da Carlisle e, tornando per 24 chilometri in un paesaggio naturale di straordinaria bellezza, si attraversano Burgh by Sands, Port Carlisle e infine Bowness-on-Solway, affacciata sul Mare d’Irlanda.

Caratteristiche del trekking lungo il muro di Adriano

Il percorso dell’Adrian’s Wall Path non è troppo impegnativo ed è adatto a molti appassionati di trekking e camminate, con tragitti di circa 20/25 chilometri e dislivelli di massimo 200 metri. L’esperienza è davvero magica e si torna a casa con la consapevolezza d’aver camminato lungo la storia. Ed è anche decisamente agevole: il percorso è ben tenuto, ottimamente segnalato (col simbolo della ghianda) e ricco di interessanti musei. 

Tipicamente il percorso segue l’ordine delle tappe indicate, da est a ovest, ma nulla toglie che sia possibile seguire il senso opposto, partendo quindi da Bowness-on-Solway e terminando a Wallsend.

È bene tenere a mente che questa zona è soggetta alle piogge, soprattutto nei mesi autunnali e invernali. Si consiglia quindi un abbigliamento comodo e di attrezzarsi al meglio per superare senza ostacoli eventuali intemperie.

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Alla scoperta del più bel borgo della Svizzera

Un nuovo affascinante borgo è entrato a far parte della rete dei Borghi più belli della Svizzera, associazione nata nel 2015 con l’obiettivo di promuovere a livello nazionale e internazionale i borghi gioiello del Paese e del Principato del Liechtenstein.

Si tratta di Arlesheim, il primo comune del Cantone di Basilea Campagna a fregiarsi di tale riconoscimento, a una ventina di minuti di tram dal centro di Basilea.

Alla scoperta del nuovo borgo più bello della Svizzera

“Questo marchio sottolinea giustamente che Arlesheim è un comune attraente sia per la popolazione residente che una destinazione interessante per i visitatori provenienti da vicino e da lontano“, ha afferma il Sindaco Markus Eigenmann.

Infatti, nonostante la vicinanza con Basilea, considerata la “capitale” della Svizzera nordoccidentale, il nuovo borgo più bello ha saputo mantenere intatti la sua atmosfera e il suo aspetto paesano e vanta un nucleo storico ricco di bellezze architettoniche e paesaggistiche a partire dall’Ermitage, il più vasto giardino all’inglese della nazione, allestito alla fine del XVIII secolo sulla cima del monte laddove svettata il Castello di Birseck, e apprezzato già dopo poco tempo l’apertura dai visitatori provenienti dall’Europa e dalla Russia.
Varcarne la soglia oggi significa sentirsi trasportare in un’altra realtà, plasmata da piccole grotte naturali dai nomi evocativi (Grotta di Proserpina, Grotta di Diana, Grotta di Apollo, Grotta degli Eremiti) e da un’aura di misticismo, silenzio, calma e riflessione: non a caso, si caratterizza anche per un potente centro energetico poco sotto i resti del Castello, presso il Temple rustique.

Altro simbolo indiscusso di Arlesheim è il Duomo (l’unico in Svizzera), capolavoro barocco iniziato nel 1860 e consacrato già nell’ottobre 1861, custode al suo interno (impreziosito da pregevoli dipinti sul soffitto e sulle pareti) del celebre organo Silbermann.

Ma non è tutto.

Il comune ospita i siti di insediamento più antichi del Cantone, risalenti al paleolitico, all’età della pietra e al neolitico: la grotta dell’Ermitage, la Hohle Felsen e le Grotte di Hollenberg.

E poi, la storia: nel 1239, la badessa Willebirgis von Hohenburg vendette la tenuta di Arlesheim al Vescovo di Basilea. Il borgo divenne molto importante quando il capitolo del Duomo, che era fuggito da Basilea a Friburgo in Brisgovia, vi si stabilì nel 1679.
Con la rivoluzione francese, il capitolo del Duomo fu perso e la parte episcopale della valle della Birs passò sotto il dominio francese. Infine, al congresso di Vienna del 1815, la località divenne parte del Cantone di Basilea.

Una meta ben servita dai molti fiori all’occhiello

Arlesheim Duomo © Christian Guerra - Swissvillages

Fonte: Ph Christian Guerra – Swissvillages

Arlesheim Duomo © Christian Guerra – Swissvillages

Il grazioso borgo di Arlesheim è molto ben servito dai trasporti pubblici (treno e tram) e dalle piste ciclabili ed escursionistiche oltre a poter sfoggiare il Label “Comune amico dei bambini” di Unicef.

Inoltre, svariate grosse aziende offrono oltre 5000 posti di lavoro e, tra queste, spicca la famosa multinazionale di prodotti cosmetici naturali Weleda, fondata nel 1920 da Rudolf Steiner, che qui ha la sua sede.

Steiner è stato uno scrittore, teosofo e pedagogo riformatore austriaco, nonché il fondatore dell’antroposofia, una visione del mondo spirituale il cui contenuto essenziale si basa su intuizioni chiaroveggenti in quello che lui considerava un vero mondo spirituale: la storica Clinica Arlesheim lavora ancora oggi sulla base della medicina antroposofica.

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Le offerte per volare low cost da prenotare subito

Perché attendere ferragosto o le festività per staccare dalla routine e concedersi un break alla scoperta di nuove destinazioni?

Per chi prenota entro il 17 marzo 2024, Ryanair ha pensato a incredibili offerte a partire da 19,99 euro (solo andata) per viaggiare dall’1 aprile 2024 al 30 giugno 2024. Sono davvero molte le destinazioni disponibili: proprio per questo, ecco una selezione di alcune mete da mettere in lista.

Madrid, la città che non dorme mai

Con partenza da Milano Bergamo, a 19,99 euro solo andata, potete volare a Madrid, la vivace e cosmopolita capitale spagnola che “non dorme mai”, una città aperta che offre svago e cultura in ogni momento.

Accogliente ed eterogenea, si fa apprezzare per gli eleganti viali, una vita notturna senza pari, infinite occasioni di shopping, ristoranti dove assaporare la cucina internazionale ma anche per quartieri tranquilli, taverne tradizionali e angoli storici ricchi di fascino.

Durante una vacanza da queste parti, non si può perdere l’occasione di visitare i musei tra i più importanti al mondo (il Prado, il Thyssen e il Reina Sofía) e luoghi emblematici quali, ad esempio, Plaza Mayor con quattrocento anni di storia, il Palazzo Reale, le quattro torri più alte del Paese e la celebre Gran Vía che pullula di negozi.

Bratislava, la capitale da riscoprire

Da Roma Ciampino, 19,99 euro solo andata portano a Bratislava, la capitale della Slovacchia, una città da riscoprire che vanta un passato assai glorioso.

Infatti, sorta tra la Via del Danubio che si estendeva dall’Europa dell’Est a quella dell’Ovest e la Via dell’Ambra che univa il Mar Baltico al Mediterraneo, conserva tuttora numerose testimonianze di un’epoca che vide transitare i Romani, i Celti, gli Slavi e i Germani.

Qualche esempio? La gotica Porta di San Michele, oggi unica superstite delle quattro vie d’accesso alla Città Medievale fortificata (perfettamente conservata), con una torre di 51 metri che è sede del Museo Civico che raccoglie un’interessante esposizione di armi medievali, la “casa più stretta” che misura soltanto 106 centimetri, il Palazzo Primaziale che si staglia sull’omonima piazza, uno dei gioielli architettonici di Bratislava che vanta la collezione più completa al mondo di arazzi.

Ancora, di sicuro fascino sono il Duomo di San Martino, il Palazzo Grassalkovich del XVIII, residenza attuale del Presidente della Repubblica, con splendido parco, e il Castello, edificato nel X secolo, che domina la città dall’alto di una collina rocciosa.

Intramontabile Parigi

Infine, un volo a 19,99 solo andata da Brindisi vi porterà al cospetto dell’intramontabile, scenografica e romantica Parigi, una delle capitali europee più amate, fulcro mondiale per la moda, la gastronomia, l’arte e la cultura.

Sono pressoché infinite le attrazioni che la Ville Lumiere offre al turista ma, soprattutto se il tempo a disposizione è poco, ve ne sono alcune che non è proprio possibile tralasciare.

Nella Top Ten, allora, spiccano l’iconica Tour Eiffel che non ha bisogno di presentazioni, l’altrettanto celebre Museo del Louvre, la collina di Montmartre, l’Ile de la Cité (l’isolotto al centro della Senna), l’emblematico Arco di Trionfo che ospita la tomba del Milite Ignoto, il Quartiere Latino, uno dei più famosi, il Museo d’Orsay, la Place des Vosges, meravigliosa “piazza chiusa”, il vasto complesso architettonico del classicismo barocco francese “Invalides, Musée de l’Armée, tomba di Napoleone“, e il Centre Pompidou, la più significativa collezione di arte moderna e contemporanea in Europa.

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Ecco come saranno i viaggi di lusso del futuro

Come sarà il futuro del comparto del luxury travel? A svelarlo è l’ indagine di Euromonitor, società di ricerche di mercato con sede a Londra: infatti, la senior head of travel research Caroline Bremner ne ha indicato la direzione in occasione dell’ITB di Berlino, la più grande fiera turistica al mondo.

Vediamo, allora, quali sono le esigenze dei nuovi viaggiatori altospendenti e i trend che caratterizzeranno il settore nel prossimo futuro.

Il nuovo identikit di consumatori complessi

Secondo quanto riportato da Bremner, il settore dei viaggi di lusso “cambia con lentezza” ma oggi trova una ventata di freschezza grazie alle nuove generazioni con due interessanti categorie che si stanno affacciando nell’ultimo periodo: i wellness workshipper e i luxury seekers.

Si tratta di viaggiatori che trovano nel lusso un vero e proprio “mindset” e, così, acquistano con uno scopo preciso e un approccio più consapevole: infatti, seppur nativi digitali, sono alla ricerca di un coinvolgimento attivo nell’esperienza di acquisto, apprezzano il contatto umano e l’empatia con i brand, e desiderano che le loro scelte abbiano un impatto positivo sulle destinazioni.

Sono, quindi, “consumatori complessi”: in particolare, i wellness workshipper pongono al primo posto il relax e amano viaggiare con familiari e amici. Sono social e digital, prediligono le vacanze attive, spendono per vivere esperienze a contatto con la natura e vogliono avere un effetto positivo sull’ambiente ma amano molto lo shopping.

I luxury seekers, invece, sono disposti a spendere per benessere ed esperienze e amano mostrare che “stanno bene”. Non hanno interesse per viaggi in solitaria ma cercano la compagnia di parenti o amici per, se possibile, un’esperienza multigenerazionale.
Seppur tre quarti di loro siano digital, il restante quarto riconosce il valore di affidarsi a un’agenzia viaggi e, quindi, a un professionista che conosca nel dettaglio la località. Per una proposta valida, sono disposti a pagare fino al 50% in più, si dimostrano molto social engaged e apprezzano il livello di personalizzazione che possono garantire i programmi fedeltà.

Ancora, sono attenti all’ambiente e consapevoli delle proprie emissioni: per questo, si rivolgono a brand riconosciuti per l’impegno nei confronti della sostenibilità ambientale. Di contro, non si mostrano così diligenti quando si tratta adottare atteggiamenti responsabili una volta giunti a destinazione e nella vita di tutti i giorni.

Il giusto approccio per conquistare i luxury travellers

Qual è, quindi, l’approccio più corretto da parte degli operatori per conquistare i nuovi luxury travellers?

La risposta di Bremner è “un approccio olistico” a partire dalla pianificazione del viaggio. Siccome sono nativi digitali “se no si è presenti in tutte le fasi della customer journey si rivolgeranno ad altri“.

Non può poi mancare l’aspetto umano, in quanto desiderano essere guidati a compiere la scelta migliore.

Ma non è ancora tutto.

La sostenibilità è un punto chiave e non deve assolutamente essere intesa come “greenwashing”, pena il rischio di venire boicottati: i viaggi di lusso del futuro devono puntare sulla sostenibilità rigenerativa che ha una ricaduta positiva sul territorio e hanno il dovere di farlo in maniera trasparente e onesta così da creare un autentico legame di fiducia con i viaggiatori.

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Sulla Rotta del dragone, come in “Pechino Express”

“Pechino Express 2024” conduce le otto coppie di sfidanti in Estremo Oriente. La nuova stagione parte dal Vietnam, dal delta del Fiume Rosso fino alle montagne del Nord, alla scoperta delle tribù montane. Seguendo le sponde del fiume Mekong, i viaggiatori arrivano nel Laos, un Paese dalla cultura millenaria. Infine, sbarcano nello Sri Lanka e terminano il viaggio alla maestosa Rocca di Sigiriya.

L’itinerario, lungo oltre 5.000 chilometri, attraversa luoghi meravigliosi che spaziano dalle regioni settentrionali del Vietnam, fra distese infinite di verdi risaie e di antiche testimonianze, passando per le città ricche di spiritualità del Laos, fino a concludersi tra i panorami mozzafiato dello Sri Lanka.

Dieci le tappe nelle altrettante puntate del programma Tv Sky e in streaming su NOW giunto all’undicesima edizione, condotto come sempre da Costantino Della Gherardesca e dall’inviato speciale Gianluca “Fru” Colucci del gruppo comico The Jackal.

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Fonte: @Sky

Costantino Della Gherardesca conduttore di “Pechino Express 2024”

La tappa in Vietnam

La Rotta del dragone porta le coppie di viaggiatori in corsa tra Lang Son, una delle città più a Nord del Vietnam quasi al confine con la Cina, fino a Cao Bang, passando per Dong Dang, Hung Viet e Phúc Sen. Tra i luoghi più spettacolari del Vietnam dove fanno tappa i viaggiatori di “Pechino Express” ci sono le Mua Caves Ninh Binh, a pochi chilometri da Tam Coc. Si tratta di uno lei luoghi più simbolici del Paese.

Un’arrampicata di 500 scalini conduce sulla collina di Hang Mùa, da dove si può godere di un panorama mozzafiato sulla vallata alluvionale del fiume Tam Coc, navigabile a bordo di imbarcazioni su cui si rwma con i piedi.

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Fonte: 123rf

Le Mua Caves in Vietnam

Impossibile visitare il Vietnam senza fare tappa ad Honoi, la Capitale, la migliore occasione per scoprire la leggendaria ospitalità del popolo vietnamita. La storia di questa città rispecchia anche quella dell’intero Paese. Fino al 1976 era stata la Capitale del Vietnam del Nord mentre Saigon era quella del Vietnam del Sud.

La scoperta della città parte dal suo centro storico, il quartiere più caratteristico. Il dedalo di stradine affollate cattura il visitatore con i suoi profumi e i suoi colori. Anticamente, ogni strada ospitava negozi e locali specializzati nella stessa merce e da questo commercio derivava il nome della via. Oggi, di questa divisione è rimasto solo il nome delle vie: i negozi e le bancarelle sono tantissimi e i venditori si presentano offrendo ai passanti i loro variegati prodotti, dalla seta ai gioielli, e naturalmente non mancano i numerosi locali dove gustare i piatti tipici.

Questo antico quartiere si trova vicino al lago Hoan Kiem. Il lago costituisce una delle principali attrazioni della Capitale del Vietnam. La sua fama è anche legata alla leggenda che avvolge di mistero le sue acque. Si narra, infatti, che il re guerriero Thai To avesse avuto in dono dal Dio Tartaruga una spada con cui sconfisse i nemici. Ottenuta l’indipendenza del Paese, una tartaruga gigante emerse dalle acque del lago e chiese al re di restituire la spada al proprietario. Thai To la lanciò nel lago e l’animale sacro lo prese inabissandosi nuovamente nelle acque profonde. Da quel giorno il lago fu chiamato “lago della spada restituita”. Su una piccola isola di questo lago si trova il Tempio Ngoc Son, raggiungibile attraversando un caratteristico ponte rosso.

Il Tempio della Montagna di Giada è un’altra delle tappe da non perdere ad Hanoi. I turisti vengono fin qui non solo per ammirare il simbolo di un’antichissima tradizione, ma anche per le rappresentazioni della tartaruga gigante, simbolo della città.

La tappa nel Laos

Laos è sinonimo di avventura pura. I protagonisti dell’edizione 2024 di “Pechino Express” sono quindi messi a dura prova, ma sono anche affascinati dai luoghi incantevoli di questo splendido Paese ancora troppo poco.

Luang Prabang è probabilmente la destinazione turistica più frequentata del Laos. Questa splendida cittadina mantiene intatto il suo fascino orientale grazie alla presenza di numerosi templi buddhisti. Tra i luoghi imperdibili durante un viaggio nel Laos c’è sicuramente la Piana delle Giare che racchiude in sé un mistero ancora irrisolto e che consiste in migliaia di gigantesche giare che ricoprono la piana di Phonsavan che si pensa abbiano avuto una funzione funeraria.

La natura qui la fa da padrona. Ci sono angoli di un’incredibile bellezza che valgono il viaggio. Come le Cascate Kuang Si che si trovano nel cuore del Paese. Il loro flusso dà origine a diverse piscine naturali e non è un caso che siano considerate una delle tappe più amate dai viaggiatori di tutto il mondo.

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Fonte: 123rf

Le Cascate Kuang Si nel Laos

Anche qui ci son delle caverne considerate sacre: sono le Pak Ou Caves, grotte spirituali dove “vivono” dei piccoli Buddha intagliati nella roccia (e non). Dalle origini molto antiche, regalano anche vedute spettacolari sul paesaggio sottostante. Un luogo davvero eccezionale.

La tappa nello Sri Lanka

Secondo Marco Polo, lo Sri Lanka era l’isola più bella della Terra. Se oggi la concorrenza è grandissima, resta il fatto che è ancora la meta perfetta per chi vuole fare un viaggio a contatto con la natura e con le tradizioni locali. Conosciuta anche come “Perla d’Oriente“, quest’isola meravigliosa immersa nell’Oceano Indiano è famosa per le spiagge sconfinate, per gli elefanti, le antiche rovine e alcune curiosità come i treni colorati e i tè pregiati, uno dei lasciti della colonizzazione britannica.

Un viaggio a bordo del famoso treno panoramico che attraversa Hill Country è un must nello Sri Lanka. In particolare, il tratto che va da Ella a Nuwara Eliya è unico in quanto attraversa meravigliose cascate e piantagioni di tè. Il viaggio è lento e i vagoni affollati tanto che si viaggia con le porte aperte, ammirando quelle distese infinite dove i sari colorati delle donne che raccolgono le foglie del tè spiccano in mezzo al verde infinito.

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Fonte: 123rf

Il treno colorato che attraversa le piantagioni di tè dello Sri Lanka

Storia, tradizione e religione sono un tutt’uno in questo Paese. Ci sono luoghi come la città sacra di Anuradhapura dove si trova l’albero più antico del mondo, lo Sri Maha Bodhi, che secondo l’antica credenza locale sarebbe il luogo esatto dove il Buddha avrebbe avuto l’illuminazione. O come l’antica città reale di Sigiriya, un sito archeologico patrimonio Unesco, arroccata sulla cima di una roccia e per questo nota anche come Roccia del Leone, per via della forma che ricorda le zampe di un felino.