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Vi siete mai chiesti come funzionano i bagni degli aerei? Qui c’è la risposta

L‘aereo è un mezzo affascinante sul cui funzionamento è lecito porsi molte domande, una su tutte “Come funziona il bagno in volo?

Infatti, aldilà delle questioni tecniche (come riescono a volare e, soprattutto, in sicurezza) è interessante soffermarsi sulle azioni quotidiane e più “semplici” che si svolgono a bordo (la circolazione dell’aria, il riscaldamento di cibo e bevande, persino lo scarico del water) per comprendere che, quanto più sembrano banali, tanto più diventano difficili se “sospesi in aria”.

Tutto risulta due volte più complicato in aereo che a terra: ma allora come riescono le compagnie aeree a “compiere la magia”?

Il funzionamento del bagno in aereo

Diamo subito uno sguardo alle peculiarità dei bagni degli aerei.

Usare l’acqua per scaricare le toilette è vietato a causa delle restrizioni sul peso dell’aereo ma nessun problema: in volo si usa l’aria.

Il sistema evac (evacuazione) standard impiega infatti la pressione differenziale dell’aria per svuotare la ciotola, con un design brevettato da James Kemper nel 1975. I serbatoi dei rifiuti si trovano di solito nella parte posteriore dell’aereo ma spesso anche in quella anteriore.

Quando si preme il pulsante di scarico, una valvola si apre sul fondo della tazza del WC, collegandola a un tubo sottostante che, al pari del serbatoio dei rifiuti, è sotto pressione, il che significa che l’apertura della valvola crea un vuoto che risucchia il contenuto della ciotola.

L’effetto del vuoto si verifica continuamente mentre l’aereo è in aria ma i passeggeri non lo sentono finché non aprono la valvola e collegano la toilette al sistema. Tuttavia, quando l’aereo è a terra, la pressione differenziale non è presente: ciò vuol dire che lo sciacquone è azionato da una pompa, che dà origine a un vuoto nel serbatoio. Quando l’aereo si alza in aria e la pressione differenziale nel serbatoio aumenta, si forma il vuoto e la pompa si ferma.

I WC sono rivestiti in teflon ed è a discrezione delle compagnie aeree scegliere quanti bagni desiderano a bordo e dove: vi sono numeri minimi per ogni aereo, a seconda delle dimensioni, ma nessun numero massimo consentito.

Naturalmente, un serbatoio pieno deve essere svuotato ed è qui che entrano in gioco i “carri del miele”: si tratta di mezzi di servizio aeroportuale che svuotano il serbatoio e portano il contenuto alla lavorazione sul sedime aeroportuale, un processo che si è affinato in 50 anni.

Tuttavia Jamco, una società giapponese che oggi detiene una quota del 50% del mercato delle toilette per aerei, è già andata oltre costruendo bidet a bordo per otto compagnie aeree tra cui JAL, Al Nippon Airways e Oman Air. Sono stati anche i primi a introdurre scarichi e rubinetti igienici senza contatto sul Boeing 787.

Bagno in aereo: il mito del “blu ice”

Il “ghiaccio blu” non è soltanto qualcosa di cui meravigliarsi in Antartide: è anche il nome dato agli scarichi accidentali dei liquami degli aerei.

Ovviamente, i velivoli non hanno mai sparato deliberatamente i rifiuti della toilette nell’atmosfera ma se dovesse verificarsi una perdita nel tubo di scarico, poiché la temperatura dell’aria è ben al di sotto dello zero, qualsiasi fluido in uscita si congelerebbe all’istante e arriverebbe a un punto in cui sarebbe troppo pesante per aderire al pannello di servizio della toilette, quindi cadrebbe: ed è questo ciò che era definito “ghiaccio blu” fino agli anni Ottanta, quando fu introdotta una legislazione per vietare il decollo con qualsiasi tipo di perdita nel sistema WC di un aereo.

Infine, i servizi igienici si intasano piuttosto di frequente e se questo accade il volo può subire ritardi: infatti, vi sono moltissime tubazioni e devono essere smontate per trovare i blocchi poiché è necessario che l’aereo disponga di un numero minimo di bagni.

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A Malaga sono comparsi degli adesivi “contro i turisti”

Il turismo di massa, l’overtourism, sta creando problemi a molte località “gettonate” in giro per il mondo che si trovano in difficoltà proprio a causa dell’eccessiva presenza di visitatori: non fa eccezione Malaga, apprezzata città balneare del sud della Spagna dalle vivaci spiagge, eleganti edifici antichi e musei prestigiosi.

Così, nelle ultime settimane, ecco apparire gli “adesivi anti turisti” che sottolineano come questi ultimi abbiano peggiorato la qualità di vita degli abitanti.

Malaga: record di turisti nel 2023 e le proteste dei cittadini

Malaga è da sempre una delle destinazioni più amate della Spagna e, in particolare negli ultimi anni, il numero di turisti è aumentato in maniera vertiginosa: basti pensare che nel 2023 ha raggiunto il record con ben 14 milioni.

Tutto ciò ha portato alla “ribellione” da parte dei residenti che puntano il dito su come l’overtourism stia avendo un impatto negativo sulla loro qualità di vita: il centro cittadino è sempre più affollato, la maggior parte delle case viene sottratta al mercato immobiliare per trasformarsi in alloggi turistici, e molte attività fondamentali per il quartiere stanno chiudendo.

In centro hanno allora fatto la loro comparsa gli adesivi “contro i turisti”, attaccati per lo più su alcune targhe (che compaiono con frequenza crescente) accanto ai portoni dei palazzi del centro storico, con la sigla AT ovvero apartamento turístico a indicare la presenza in quello stabile di un appartamento a uso turistico.

Gli adesivi riprendono la grafica dei cartelli e riportano frasi corte che iniziano con le stesse lettere ma con un significato completamente diverso: AnTes una familia vivía aquí (“in passato qui viveva una famiglia”), Apestando a Turista (“puzza di turista”), AnTes to esto era centro (“prima questo era centro”).

L’idea della protesta è arrivata da Dani Drunko, gestore di un bar in voga a Malaga, il “Drunk-O-Rama”: l’uomo ha dichiarato al giornale locale Diario Sur di aver pensato a questa iniziativa quando il proprietario della casa in cui alloggia da dieci anni non ha voluto rinnovargli il contratto (anche con un affitto più alto) oppure vendergliela.
Secondo Drunko, il motivo sarebbe che il padrone di casa ha deciso di riconvertire l’abitazione in un alloggio turistico.

Da quel momento, dall’account Instagram del bar, insieme ai suoi dipendenti Dani Drunko ha chiesto alle persone di proporre slogan divertenti contro il turismo che includessero la sigla AT e ha scelto i migliori per farne adesivi da attaccare in centro.

Molti hanno seguito il suo esempio e sono comparsi innumerevoli adesivi indipendenti dallo staff del Drunk-O-Rama: ad esempio, hanno aderito all’iniziativa i collettivi GuirisGoHome e La Casa Invisible, e diversi politici hanno espresso il loro elogio.

Ma non è tutto.

La protesta dei residenti si estende anche ai “nomadi digitali”, lavoratori stranieri che arrivano da Paesi più ricchi: secondo i dati l’Istituto nazionale di statistica spagnolo (INE), otto persone su dieci che si trasferiscono a Malaga sono straniere.
Ciò ha causato un incremento del costo degli affitti, già aumentati per via della mancanza di alloggi a lungo termine.

Non solo Malaga: le destinazioni contrarie ai turisti

Quello di Malaga e degli “adesivi anti turisti” non è tuttavia un caso isolato.

Alle Canarie non è una novità vedere graffiti che “consigliano” ai turisti di tornare a casa ed emblematico è il caso di Tenerife dove la loro eccessiva presenza ha un impatto anche sull’accesso all’acqua: l’isola ha di recente dichiarato un’emergenza idrica e le zone più turistiche hanno consumato sei volte più acqua rispetto a quelle residenziali.

A Palma di Maiorca, invece, ad agosto 2023 erano apparsi cartelli dinanzi a spiagge popolari con scritto in inglese “Attenzione alle meduse” e “Attenzione alle rocce, cadono”: eppure, riportavano anche spiegazioni in catalano per informare i locali che gli avvisi non erano reali e, in alcuni casi, aggiungevano “spiaggia aperta tranne che per gli stranieri e le meduse” o “il problema non è la caduta di massi, è il turismo di massa“.

Ancora, un po’ ovunque si sperimentano iniziative per porre un freno a questo problema: Kyoto ha vietato da poco ai turisti l’accesso ai piccoli vicoli del quartiere di Gion, l’amministrazione locale di Amsterdam aveva avviato a marzo 2023 una campagna per scoraggiare l’arrivo dei turisti, a Parigi gli appartamenti affittati a breve termine per più di 120 giorni sono tassati come una struttura alberghiera, New York a settembre 2023 ha impedito gli affitti di appartamenti a breve termine mentre Firenze, sempre lo scorso anno, ha vietato l’apertura di nuovi Airbnb e altri alloggi ad affitto breve nel centro storico.

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Cascate di San Fele, un angolo di paradiso nell’Appennino Lucano

I paesaggi naturali sono capaci di meravigliarci ogni volta che ne entriamo in contatto. E quando due elementi in particolare, terra e acqua, si uniscono a formare uno spettacolo mozzafiato, allora sembra proprio di ritrovarsi in una fiaba.

Ci troviamo in Basilicata, terra di paesaggi suggestivi tra colline e mare, tra natura e borghi medievali che raccontano storie di vita centenarie. Proprio qui, immerse nel paesaggio naturale della Valle di Vitalba, in provincia di Potenza, esistono luoghi in cui la terra e l’acqua danno vita a un paesaggio suggestivo tutto da esplorare: le Cascate di San Fele.

Le Cascate di San Fele, cosa vedere in questo paradiso

Se cercate un angolo di paradiso in Italia, dovete assolutamente visitare le Cascate del Borgo di San Fele, in provincia di Potenza. Il territorio è attraversato dal Torrente Bradano che sgorga dall’Appennino Lucano e confluisce nella fiumara di Atella e poi nel fiume Ofanto. Lungo il suo percorso, il corso d’acqua segue particolari salti di quota che danno vita a queste meravigliose cadute d’acqua.

Le Cascate di San Fele, però, non parlano solo di bellezze naturali, ma anche di storia. Proprio qui, lungo la strada che porta alla discesa d’acqua, si trova la famosa “Gualchiera di San Fele“. Ma di cosa si tratta? È una macchina degli anni venti che venne costruita per lavare e trattare la lana grezza al Torrente Bradano, sfruttando la forza motrice dell’acqua che batteva sulle pale dello strumento. Un macchinario eco-sostenibile all’avanguardia, se si pensa all’epoca in cui venne realizzato, che permetteva di rendere lana più resistente e pronta per essere sottoposta a ulteriori lavorazioni.

Gli abitanti del posto usavano la potenza dell’acqua anche per far funzionare gli antichi mulini, i cui resti sono presenti ancora ai giorni nostri, una testimonianza dell’ingegno e della devozione al lavoro della popolazione locale.

Una volta concluso l’itinerario alla scoperta delle Cascate di San Fele, merita una visita anche il centro storico di San Fele, un piccolo borgo medievale incastonato tra i monti che fa parte della Comunità Montana del Vulture. Qui si possono ammirare il castello, i palazzi storici e le chiese che ne raccontano la storia e le tradizioni.

5 itinerari per le Cascate di San Fele, in Basilicata

Fonte: iStock

Vista sul borgo di San Fele, lungo il cammino per le Cascate, in Basilicata

Come arrivare alle cascate di San Fele: 5 itinerari

Per raggiungere le splendide Cascate di San Fele esistono diversi percorsi tracciati. È possibile percorrerli tutti, per un totale di circa 8 chilometri, oppure scegliere quelli più adatti alle proprie esigenze. Ecco 5 itinerari per il trekking alla scoperta di queste meravigliose cascate immerse nella natura incontaminata.

Il Paradiso

Con soli 300 metri e 10 minuti di tragitto, il “Paradiso” è il sentiero più breve per arrivare alle Cascate di San Fele. Il suo nome non è casuale: qui si respira una silenziosa pace che rigenera corpo e spirito.

Le Gemelle

Anche questo percorso è molto breve, con 300 metri di sentiero percorribili in circa 15 minuti. E anche qui il nome conferito è decisamente azzeccato: al termine del cammino spiccano infatti le splendide cascate “Le Gemelle”, nate dall’incontro di due ruscelli appartenenti al Torrente Bradano e al Torrente Acquafredda.

U Urtone

l percorso è lungo circa 1 km e parte dal paese di San Fele. Lungo il sentiero che costeggia il Torrente Bradano si può ammirare la cascata “U Urtone”, alta 22 metri, e anche i ruderi di un antico mulino.

Fosso d’Anna

L’itinerario “Fosso d’Anna” è lungo 1 chilometro e in questa zona le cascate prendono il nome di “U Uattënnierë”, il termine dialettale della zona per chiamare la “gualchiera”.

Il Ponte

Aumenta la lunghezza del percorso e la difficoltà per il percorso “Il Ponte”. Si tratta di un sentiero i 4,5 chilometri da percorrere in circa 4 ore di camminata. Si parte dal paese si San Fele, attraversando Piazza Nocicchio, per addentrarsi in un percorso naturalistico suggestivo. Si attraversa anche un antico ponte risalente alla Prima Guerra Mondiale, elemento caratteristico che dona il nome a questo itinerario.

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Giornata mondiale dell’acqua: i luoghi più belli da scoprire in Italia

L’acqua è un bene essenziale, preziosissimo e che è giusto preservare e proteggere. Proprio per la sua importanza, ogni anno il 22 marzo si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale dell’Acqua. Si tratta di una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite, nel 1992, con lo scopo di ricordare a tutti quanto sia fondamentale per sopravvivere, ma anche per riflettere sull’importanza della gestione sostenibile delle risorse idriche e per sensibilizzare sulle azioni da intraprendere per preservare il pianeta e per tutelare tutti gli habitat acquatici. Per questo motivo, abbiamo selezionato per voi i migliori luoghi d’Italia in cui sono in atto progetti sostenibili legati al tema dell’acqua e dei suoi abitanti, ed altri dove l’acqua è l’assoluta protagonista.

L’acqua pura che sgorga dalle rocce delle Dolomiti

Siamo tra le meraviglie del Friuli Venezia-Giulia, bellissima regione italiana dove svettano nei cieli le altrettanto maestose cime dolomitiche. Da queste rocce straordinarie sgorga l’acqua Dolomia, e per la precisione dalle Dolomiti Orientali, oggi Patrimonio Unesco, in Val Cimoliana.

Questa acqua è il frutto delle nevi e del contatto con la roccia dolomia, dalla quale assume anche i più preziosi componenti. Si tratta di un’acqua pura che, filtrando lentamente attraverso la roccia, va a formare un antico ed enorme bacino idrogeologico. Oggi viene imbottigliata così come sgorga alla sorgente con lo scopo di preservare le eccezionali caratteristiche fisico-chimiche, organolettiche e di purezza, e per dare intatto al consumatore tutto il suo valore.

La spettacolare Laguna di Grado

A Grado, sempre in Friuli Venezia-Giulia, il territorio offre una straordinaria ricchezza naturale: qui si estende una laguna lunga 25 km, considerata una delle più belle del bacino del Mediterraneo. Pregna di riserve naturali che sono custodi di preziosa biodiversità, è anche la culla della la Foce dell’Isonzo, dove vivono più di 340 specie di uccelli.

Laguna di Grado sostenibile

Fonte: iStock

Un angolo della Laguna di Grado

Un’ecosistema importantissimo, quindi, e che deve essere preservato. Per questo motivo, negli ultimi anni sono stati effettuati diversi lavori di ripristino che hanno dato vita ad habitat utilizzati da un elevato numero di specie di uccelli (e non solo), e moltissimi altri interventi.

Nel corso del 2024, inoltre, verranno realizzati nuovi ripristini ambientali analoghi con l’obiettivo di ricreare paludi d’acqua dolce e canneti, migliorando la biodiversità e la fruizione turistica dell’area.

L’incantevole Isola del Giglio

L’acqua non manca di certo presso l’Isola del Giglio, incanto della Toscana, che è senza ombra di dubbio rinomata per le sue bellezze naturali: è lambita da un mare cristallino color smeraldo, offre fondali ricchi e pescosi, e il suo territorio è per il 90% ancora selvaggio, una sorta di sogno che diventa realtà.

Quest’angolo d’Italia, tuttavia, mette a disposizione anche la possibilità di fare vere e proprie esperienze sostenibili, in quanto nel corso degli anni si è fatta capofila di diverse iniziative. Per esempio, ha dettato delibere plastic free, ma ha anche ottenuto il riconoscimento delle 5 vele di Legambiente, indicatore della qualità delle acque e dell’ambiente.

Parco nazionale della Majella, una gioiello sostenibile

Il Parco nazionale della Majella è uno dei polmoni verdi della regione Abruzzo, una vera e propria oasi naturale dove vivono diverse specie vegetali, rare specie di animali e molto altro ancora. L’acqua di certo non manca: regala viste panoramiche che spaziano dal Gargano fino al Conero e all’interno del suo territorio si trovano ben sette riserve naturali statali.

Non è un caso, quindi, che il parco ogni anno proponga escursioni, visite guidate a tema e laboratori che mirano all’Educazione Ambientale. È anche attivo un progetto che ha l’obiettivo di recuperare, conservare e valorizzare le varietà agricole autoctone, favorendo interventi qualificanti in un’ottica di sviluppo sostenibile e durevole.

Sud Sardegna, meraviglia allo stato puro

Sapevate che nel 2016 il Sud Sardegna è stato proclamato dalla Commissione europea la “Prima destinazione sostenibile d’Europa”? Il motivo? Il modello di turismo sostenibile basato sulla salvaguardia dell’ambiente e delle identità locali.

Ci troviamo nel meraviglioso lato costiero meridionale che si sviluppa attorno a Cagliari, compreso tra Chia e Costa Rei. La natura qui è eccezionale, e di certo non sono da meno le mete in cui è l’acqua ad essere la protagonista: da queste parti le coste sono meno frastagliate e sono quindi ricche di lunghe distese di sabbia, che sembrano rubate direttamente al paradiso.

Le coste del Sud Sardegna

Fonte: iStock

Paesaggio costiero nel Sud Sardegna

Le Eco-Spiagge dell’Emilia-Romagna

L’Emilia-Romagna vanta un primato davvero interessante: qui c’è il più alto numero di Eco-Spiagge Legambiente. Il suo mare, inoltre, è spesso risultato “eccellente” in più di 80 località.

Non vi sorprenderà sapere, quindi, che la regione annovera numerose spiagge Bandiera Blu e Verde, hotel Ecolabel compatibili con aree protette e riserve naturali, varie campagne di educazione ecologica, programmi di risparmio energetico e spiagge attrezzate (ma sostenibili).

Terme Merano, relax sostenibile

Le Terme Merano, in Trentino Alto-Adige, sono state le prime a livello mondiale ottenere il riconoscimento di sostenibilità EarthCheck, una certificazione che attesta l’eccellenza della struttura e anche un punto di partenza per una crescita futura, evidenziando il ruolo cruciale della sostenibilità.

Sono tantissime le innovazioni che sono state introdotte in questo stabilimento, come il Bio Nature Pool, un lago balneabile naturale che ha eliminato completamente l’uso di prodotti chimici, l’uso di generatori alimentati da pannelli solari e molto altro ancora.

Le fragorose cascate di Lillaz a Cogne

Infine Cogne, in Valle d’Aosta, dove la sostenibilità è all’ordine del giorno, tanto da essere una delle mete più green al mondo. Merito del servizio di navette gratuito, dell’attenzione alla salvaguardia dei propri parchi e dell’intervento dei suoi abitanti per la promozione della cultura tradizionale.

Situata all’interno delle meraviglie del Parco Nazionale del Gran Paradiso, permette di apprezzare favolosi paesaggi grazie a differenti attività, tutte amiche dell’ambiente, tra cui poter scegliere. Durante la belle stagione, per esempio, è assolutamente consigliato fare attività di trekking o visitare le fragorose Cascate di Lillaz, che sono un vero trionfo di natura e bellezza allo stato puro.

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Da Populonia a Cala del Lupo, un trekking di mare lungo il Sentiero dei Cavalleggeri

È scoccata l’ora della primavera. Passato l’equinozio, è il momento di tornare a preparare, progettare e percorrere itinerari a stretto contatto con la natura.

Nei mesi di aprile, maggio e giugno, quando il primo sole comincia a scaldare le membra ma ancora non si erge con la minacciosa insistenza dei mesi estivi, combinare strepitose spiagge sul mare con una escursione su promontori coperti di macchia mediterranea e fitte pinete è un’esperienza da non perdere.

Sono le caratteristiche che offre il sentiero che collega Populonia, piccola frazione situata sulle alture del promontorio che domina il golfo di Baratti, a Cala del Lupo, una piccola gemma nascosta tra le varie insenature che caratterizzano il medesimo promontorio.

Populonia, che è in passato è stata una delle più grandi città etrusche ed è centro di un parco archeologico dedicato, si trova nella parte meridionale della provincia di Livorno, non lontano dalla città portuale di Piombino, di fronte all’Isola d’Elba.

È uno dei tratti di mare più belli della costa tirrenica, che combina i risvolti blu e turchesi del mare con una natura selvaggia e poco antropizzata.

Fonte: Lorenzo Calamai

Cala del Lupo, una spiaggia di piccoli sassi e mare cristallino

Come arrivare

Baratti, punto di partenza della nostra escursione, è una piccola ma nota località turistica che si trova a metà strada della linea del litorale toscano sul mar Tirreno.

Riparato dal promontorio di Populonia, il Golfo di Baratti offre grandi spiagge e acqua cristallina. Oltre ad essere destinazione balneare, Baratti sorge all’interno del Parco archeologico di Baratti e Populonia, uno dei più importanti siti di ritrovamenti archeologici etruschi.

Per arrivare a Baratti da nord si deve raggiungere Livorno e percorrere la E80 (ex SS1) fino all’uscita di San Vincenzo nord. Da qui, attraverso la Strada provinciale della Principessa, che percorre tutto il lungomare a fianco della pineta di San Vincenzo, si giunge in circa 14 chilometri a Baratti.

Fonte: Lorenzo Calamai

I panorami naturalistici lungo il percorso non mancano

Da sud, il percorso migliore consiste nell’imboccare la E80 e percorrerla fino all’uscita di Venturina e seguire le indicazioni stradali per arrivare, attraverso la Strada provinciale delle Caldanelle, in paese.

Percorrete fino in fondo la strada che conduce al porticciolo: troverete le indicazioni per imboccare la strada in salita che sale verso il borgo medievale di Populonia, che oltre alla necropoli etrusca ha conservato anche le imponenti fortificazioni del XV secolo.

Dopo qualche tornante e circa un chilometro e mezzo, prima di raggiungere Populonia, troverete un ampio spiazzo sabbioso sulla sinistra, chiamato il Reciso. Si tratta del luogo ideale dove lasciare la vostra auto e dare il via all’escursione.

Lungo il Sentiero dei Cavalleggeri

L’escursione da Populonia a Cala del Lupo è lunga poco meno di 5 chilometri, dura circa 2 ore e passa per tre splendide spiagge dove poter fare il bagno nell’acqua cristallina, oltre a offrire panorami fantastici sul selvaggio promontorio di Populonia e, nei giorni di buona visibilità, vista sull’Isola d’Elba e sulle altre isole dell’Arcipelago toscano.

Il sentiero non presenta particolari difficoltà altimetriche, se non per un tratto finale in salita per tornare al parcheggio del Reciso. Il terreno è un po’ accidentato ed è ripido nel tratto iniziale, che scende piuttosto rapidamente verso la prima spiaggia, Buca delle Fate. Sicuramente un sentiero per cui si raccomandando calzature adeguate a una escursione, più che a una gita al mare.

Fonte: Lorenzo Calamai

Bagno sulla sassosa spiaggia di Buca delle Fate

L’itinerario da seguire è parte del più lungo Sentiero dei Cavalleggeri, che collega Baratti a Piombino costeggiando tutta l’area verde del promontorio. Una buona opzione per gambe ben allenate, visto che sfiora i 20 chilometri di percorrenza.

Il sentiero che dal parcheggio porta a Cala del Lupo e ritorno ne è comunque la sezione più affascinante: partite accedendo al sentiero attraverso i due scalini in legno che separano l’area dove avete lasciato l’auto dalla pineta, che già emana balsamici profumi mediterranei. Dirigetevi verso sinistra e scendete lungo la traccia.

La prima caletta che si raggiunge dopo meno di un chilometro di percorso è Buca delle Fate, un luogo magico molto frequentato in estate, ma che in primavera conserva le sue caratteristiche peculiari: una spiaggia di sassi e scogli raccolta, silenziosa e nascosta sotto una scogliera con un ampio pianoro dal quale godere di una vista fantastica sull’Isola d’Elba.

Fonte: Lorenzo Calamai

Lo strepitoso panorama dai faraglioni che sovrastano Buca delle Fate, all’orizzonte l’Isola d’Elba

Il sentiero prosegue mantenendosi vicino alla scogliera, e offrendo di quando in quando alcuni begli scorci panoramici, che si aprono nella macchia mediterranea. Bastano poche centinaia di metri per raggiungere Cala San Quirico, una distesa di ciottoli alla foce di un piccolo fosso quasi sempre in secca. Vicino alla spiaggia una piccola area attrezzata con tavoli da picnic al riparo dell’ombra dei pini offre un contesto ideale per passare una giornata.

Verso Cala del Lupo

Attraversando Cala San Quirico il sentiero prosegue oltre con uno strappetto che recupera un po’ di quota rispetto al livello del mare. Da questa posizione ombreggiata si godono dei migliori panorami sul promontorio appena percorso, volgendosi all’indietro verso Buca delle Fate e Cala del Lupo.

Fonte: Lorenzo Calamai

Cala San Quirico

Il sentiero si addentra leggermente nel bosco. Proseguite fino a quando il percorso non attraverserà un tratto allo scoperto, con solo bassi arbusti a circondarvi. Da qui potrete vedere davanti a voi il promontorio di Punta della Galera e, subito prima, Cala del Lupo.

Una volta tornati al coperto del bosco, troverete un accidentato sentiero che scende evidentemente verso la spiaggia, calando dalle rocce digradanti fino ai levigati ciottoli che compongono questa selvaggia e isolata spiaggia dalle acque turchine. Attenzione, perché l’ultimo passaggio dal bosco alla roccia degli scogli è molto ripido.

Fonte: Lorenzo Calamai

Cala del Lupo in una calda giornata di primavera invita sempre a un bagno

Cala del Lupo è un piccolo paradiso nascosto. Ha un’ampia spiaggia di piccoli sassi e sabbia, contornati da ampi scogli piatti. Vista la difficoltà nel raggiungere il luogo non sono molti coloro che si avventurano fin qui: pace e silenzio, interrotti solo dallo sciaguattare delle onde a riva, sono gli ingredienti del luogo. Anche da qui si possono vedere le isole dell’Arcipelago toscano.

In primavera il primo sole scalda in maniera perfetta i sassi e non è difficile che le temperature già consentano di fare il bagno, un rinfrescante intermezzo prima di riprendere il cammino di ritorno. In estate il percorso può essere reso più difficile dal caldo, malgrado buona parte si trovi all’ombra, e a Cala del Lupo la poca ombra è data soltanto dalla parete rocciosa sul lato sinistro.

Aprile e maggio sono i mesi ideali per godersi questa escursione marittima e un po’ selvaggia, capace di regalare viste panoramiche eccezionali e di regalare momenti di assoluta, silenziosa contemplazione in luoghi davvero poco frequentati.

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easyJet: al via i voli per il prossimo inverno

Non è mai troppo presto per pianificare una vacanza, soprattutto se si può risparmiare un bel po’ sul prezzo del biglietto per fare quel viaggio che si sta sognando da tempo e che magari anche quest’anno abbiamo dovuto rimandare. Prenotare adesso, per partire a dicembre o addirittura l’anno prossimo, potrebbe essere un vero affare, per chi sceglie uno dei voli messi in vendita da easyJet per la stagione invernale 2024-2025. Scopriamo di più.

L’offerta easyJet per volare a prezzi stracciati il prossimo inverno

La compagnia aerea low cost ha messo a disposizione dei passeggeri un totale di oltre 18 milioni di posti su più di 100.000 voli in tutto il network, tra il 12 dicembre 2024 e il 2 marzo 2025. Tra questi, oltre 3 milioni di posti sono disponibili per viaggiare da e per l’Italia, su un totale di oltre 19.000 voli.

Si tratta di un’occasione imperdibile per acquistare i biglietti dei prossimi viaggi a prezzi imbattibili, scegliendo tra un ventaglio di mete impareggiabile, sia che si desideri una vacanza in una città ricca di cultura, sia che si insegua il sole d’inverno, sia che si sogni un viaggio all’insegna dell’adrenalina o magari a una passeggiata tra i magici Mercatini di Natale. Se siete indecisi, niente paura: abbiamo selezionato alcune delle mete più belle da raggiungere a prezzi convenienti.

Le destinazioni più belle per il prossimo inverno

Da Milano Linate si può volare ad Amsterdam a dicembre, a partire da 30,99 euro. Nel periodo natalizio, la capitale dei Paesi Bassi assume un aspetto diverso, ancora più fiabesco, grazie alle numerose installazioni luminose che regalano una miriade di sfumature. Per godere di questo spettacolo in modo unico, si può optare per una crociera notturna, che vi porterà lungo i canali illuminati della città.

Se, invece, desiderate festeggiare il Capodanno a Nizza, prenotando da ora per il 27 dicembre, si trovano voli da Roma Fiumicino a partire da 42 euro. Sono molte le sorprese che regala la città più “italiana” della Costa Azzurra, una città vivace, dinamica e giovane, molto piacevole da vivere e scoprire anche al di fuori della stagione estiva. La sera del 31 dicembre viene organizzata la tradizionale Fête de St. Sylvestre, durante la quale una fiumana di persone si riversa per le strade, per assistere agli spettacoli di musica e cabaret, accompagnati da artisti di strada, mercatini serali, chioschi e – naturalmente – i fuochi di artificio sul mare, con tanto di brindisi sulla spiaggia.

Da Catania a Berlino, a dicembre si vola a partire da 27,49 euro. La città perfetta per immergersi nella magica atmosfera natalizia, tra una passeggiata nei suoi mercatini tradizionali, dal Gendarmenmarkt allo Schloss Charlottenburg, all’enorme mercatino di Spandau, il luogo ideale da visitare con i bambini, che andranno pazzi per il presepe con gli animali veri.

Chi insegue il sole caldo in inverno, volando da Venezia verso Sharm el Sheik a gennaio 2025 può acquistare biglietti a partire da 31,94 euro. Tra le mete più ambite dagli italiani, anche per le vacanze invernali, grazie a temperature miti che oscillano dai 13 ai 22°, la perla del Mar Rosso in Egitto si distingue come una delle destinazioni balneari più popolari e affascinanti al mondo. Un paradiso di relax e avventura che, oltre ad acque cristalline e spettacolari barriere coralline, offre un incredibile mix di divertimento, cultura e tranquillità.

Se da Napoli state già progettando una prossima vacanza invernale a Gran Canaria, per febbraio 2025 easyJet ha messo a disposizione dei passeggeri biglietti a partire da 33,49 euro. L’opzione ideale per lasciarsi alle spalle il freddo e godere del tepore primaverile, con un’ampia offerta di attrazioni che renderanno la vostra esperienza avventurosa e indimenticabile.

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Sette Valli Sospese, è in Algarve il “miglior cammino d’Europa”

Alte falesie a picco sull’oceano alternate ad alcune delle spiagge più belle del mondo, in un paesaggio in cui la natura incontaminata fa da padrona. Uno di quei luoghi da cartolina che entrano nell’immaginario umano come paradisi terrestri.

Ci troviamo lungo la costa dell’Algarve, in Portogallo, in uno degli scenari più incredibili e spettacolari. Qui esiste un percorso che segue la cresta delle falesie, eletto (nel 2019) il cammino migliore d’Europa dall’organizzazione European Best Destinations: il Sentiero delle Sette Valli Sospese. Scopriamo le principali tappe di questo percorso immerso nella meraviglia della natura.

Il Sentiero delle Sette Valli Sospese

Scoprire le spiagge e i panorami dell’Algarve da una prospettiva diversa e unica, ovvero dall’alto delle imponenti falesie che si affacciano sull’Oceano Atlantico. Il Sentiero delle Sette Valli Sospese (Percurso dos Sete Vales Suspensos) permettere ai visitatori di scoprire tutta la bellezza della costa portoghese.

L’European Best Destinations, l’organizzazione  che mira a far conoscere la ricchezza, la diversità e la qualità delle destinazioni europee, lo ha nominato come il cammino migliore d’Europa. Un riconoscimento di grande autorevolezza per Algarve, che incanta con la sua natura selvaggia fatta da calette segrete che si sovrappongono ai lontani campi da golf presenti sul territorio.

Il percorso delle Sette Valli Sospese è uno spettacolo da attraversare a piedi: lungo sei chilometri, parte dalla Praia da Marinha, una delle spiagge più belle del Portogallo, e arriva a Praia do Vale de Centianes (ma nulla vieta di percorrerlo in senso contrario).

Le sette valli che fanno parte del percorso sono i canyon naturali che l’acqua e il vento hanno scavato nella roccia nel corso di millenni e che rendono questo paesaggio tanto particolare e suggestivo.

Il sentiero è abbastanza semplice e percorribile in circa 3 ore di camminata. Lungo il tragitto permette di addentrarsi in tunnel scavati nella roccia e ammirare archi naturali e faraglioni. Un sentiero delineato e facile da seguire, alla portata di tutti, per meravigliarsi davanti alle acque color smeraldo che lambiscono la costa. Vediamo alcune delle tappe più suggestive di questo meraviglioso percorso.

Il percorso: le tappe più suggestive

Zaino in spalla e si parte per un’esperienza suggestiva e memorabile. Si inizia dal punto più a est del Sentiero delle Sette Valli, per spostarsi verso ovest, ma è tranquillamente percorribile anche in senso opposto.

Dal parcheggio gratuito vicino alla splendida Praia da Marinha, il sentiero porta subito sulla scogliera che sovrasta tale spiaggia, caratterizzata da sabbia dorata, acqua color smeraldo e meravigliosi faraglioni. La spiaggia, considerata una delle più belle del Portogallo, è infatti contornata da imponenti falesie in arenaria che formano i due famosi archi che emergono dalle acque cristalline del mare.

La splendida Praia da Marinha, in Algarve, con i famosi archi di pietra nel mare

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Praia da Marinha, in Algarve

Si prosegue lungo il sentiero segnalato per arrivare in cima alla Praia da Mesquita, la continuazione quasi celata di Praia da Marinha e dalla quale sono ben visibili i due imponenti archi naturali, tra i più fotografati della zona.

Camminando lungo la scogliera rocciosa si incontrano spettacolari grotte che sembrano voragini nel terreno e dalle quali spicca l’azzurro del mare sottostante.

Dopo circa mezz’ora di camminata si arriva al punto che guarda dall’alto Praia da Corredoura, mentre il successivo stop lungo il Sentiero delle Sette Valli Sospese è la celebre grotta di Benagil: un’enorme apertura ovale nella falesia visibile dall’alto, come una grande finestra aperta verso la meraviglia. Il cammino passa sulla sommità della caverna, visibile in tutto il suo splendore dall’alto, ma non porta al suo interno. Per poter accedere alla grotta più famosa d’Europa è necessario muoversi dal mare, quindi a nuoto o in barca (molti si addentrano con il kayak).

La suggestiva grotta marina di Benagil, lungo la costa dell'Algarve

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La grotta marina di Benagil

Proseguendo oltre la celebre grotta, si raggiunge il paese di Benagil, in cui poter fare una sosta per mangiare o bere qualcosa al riparo dal sole. In seguito, il percorso riprende a salire lungo la scogliera fino ad arrivare a Praia do Carvalho. Qui è possibile scendere per godersi un po’ di sano relax sulla soffice sabbia dorata della spiaggia.

Si riparte per la mete successive del percorso: il suggestivo Cabo Carvoeiro, la splendida Praia do Vale Espinhaço e successivamente il Faro di Alfanzina, una struttura secolare alta 23 metri che domina una delle scogliere più alte di tutta la costa.

Lasciando alle spalle il faro, si prosegue lungo il sentiero panoramico con un ultimo tratto in salita per giungere all’ultima tappa del Percurso dos Sete Vales Suspensos: Praia do Vale Centianes, una tranquilla spiaggia dorata in cui riposarsi dopo la fatica, accarezzati dal sole e coccolati dalle onde che si infrangono sulle scogliere circostanti.

Informazioni utili

Il percorso delle Sette Valli Sospese è segnalato da simboli gialli e rossi sugli steccati lungo tutto il tragitto, un consiglio per non avventurarsi e rischiare di invadere l’ecosistema. È sconsigliato incamminarsi nelle ore più calde, soprattutto in estate, dato che ci sono pochi posti riparati dal sole.

Per questo è consigliato anche un abbigliamento adeguato: calzature da trekking, abiti traspiranti, occhiali da sole e cappellino, oltre a una buona quantità di acqua per mantenersi idratati e la crema solare per proteggersi da eventuali scottature.

Nonostante la camminata sia abbastanza semplice, con pochi dislivelli e protetto da staccionate, è bene porre comunque particolare attenzione durante il tragitto, poiché l’altezza delle falesie è considerevole e il terreno in certi punti può risultare sabbioso e quindi più scivoloso.

Per coloro che vogliono scendere verso le spiagge, è opportuno fare molta attenzione alle maree, che innalzano o abbassano velocemente l’acqua anche di 4 metri.

 

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La Strada dei Castelli del Chianti, alla scoperta di antiche fortezze

Colline ricoperte di vigneti e boschi, cipressi che seguono le bianche stradine sterrate, castelli medioevali e abbazie che spiccano tra gli ulivi e i prati verdeggianti. Stiamo parlando dello splendido paesaggio toscano, unico nel suo genere e meta prediletta per gli amanti del vino, della natura e delle passeggiate dedicate alla lentezza, disconnessi dalla vita quotidiana.

Proprio in Toscana c’è un itinerario che unisce il vino alla storia e alla natura: è la Strada dei Castelli del Chianti, e non conoscerla è un peccato.

La Strada dei Castelli del Chianti

Più che di una strada, si tratta in realtà di sei itinerari lungo cui ammirare e che toccano – oltre ai castelli – anche i borghi, le chiese e le magnifiche colline del Chianti. Itinerari da percorrere a piedi, segnalati da diversi colori, che si imboccano tutti dal tratto di statale 408, da Montegrossi a S. Giusto a Rentennano. Vediamoli tutti.

Itinerario Marrone: Pieve di Spaltenna, Vertine, Uliveta, S. Donato in Perano, Vistarenni

Il percorso marrone parte da Gaiole in Chianti, raggiungibile dalla Statale 408. La camminata porta prima al centro del grazioso borgo di Gaiole, per salire sul colle che ospita la Pieve di Spaltenna, di antica origine etrusca, e il Castello di Spaltenna, immersi tra vigneti e cipressi. Servono soltanto 10 minuti di camminata per raggiungere la splendida testimonianza medievale del castello, che oggi è stato trasformato in un hotel di lusso.

Il percorso continua in salita per circa 2 chilometri per fare tappa al borgo medievale di Vertine. L’ingresso del paesello è un colpo d’occhio splendido: un portale ad arco al cui fianco sorge un imponente torrione in pietra, testimonianza di un passato ricco di fascino. Dopo una tappa in questo bellissimo borghetto, si riparte percorrendo l’Uliveta, una delle ultime strade bianche rimaste intatte e immersa in campi ricchi di olivi che la custodiscono gelosamente.

Si arriva così a S. Donato in Perano, una grande villa dall’aspetto secentesco, ma che in realtà fu un antico castello medievale. Poco oltre la villa di S. Donato, il sentiero marrone sbuca sulla provinciale che viene da Badia a Coltibuono e Montevarchi. Si prosegue verso sinistra, in direzione di Radda in Chianti, e si attraversa il suggestivo paesaggio boscoso fino all’imbocco della strada da Molinungo. A sinistra, una via porta all’ultima tappa del sentiero: Villa Vistarenni, una meravigliosa villa risalente al ‘600.

Itinerario Rosso: Tornano, Morelline, Cacchiano, Monte Lodoli

Si parte ancora dalla statale dei Castelli (la ss. 408) e, una volta raggiunta l’Osteria della Passera, si prende una strada privata a destra, si attraversa il torrente e si sale verso il Castello di Tornano. Trasformato in hotel di lusso dopo una meticolosa ristrutturazione, la sua struttura in pietra è imponente e resta visibile anche un frammento delle mura che racchiudevano il borghetto del castello.

Proseguendo lungo la statale dei castelli, dopo circa 4 chilometri di camminata si prende una strada a sinistra in salita che porta al nucleo abitato di Monte S. Marcellino, dove spicca l’alta torre medioevale in pietra di Morelline e la chiesa di San Marcellino in Avane, una delle più antiche pievi del Chianti. La strada continua per un chilometro, fino a raggiungere il Castello di Cacchiano, in posizione panoramica, composto da corpi di fabbrica appartenenti a diverse epoche storiche.

Si continua lungo l’itinerario rosso, lasciando a destra Monte Lodoli, una costruzione medioevale in pietra per arrivare alla Madonna a Brolio. A sinistra si sale per Tarci, altra opera del Medioevo che era avamposto del Castello di Brolio.

Itinerario Giallo: Gaiole, Barbischio, Capannelle, Cancelli, Castello di Montegrossi, Badia a Coltibuono

Il percorso giallo, come quello marrone, parte Gaiole in Chianti, ma in questo caso si prende una strada a sud del paese, sulla sinistra del torrente Massellone (che attraversa il paese) e che si spinge verso il pittoresco borgo collinare di Barbischio, distante circa 2,5 chilometri dal punto di partenza. Qui le casette sono raggruppate attorno all’antica torre, come a volerla abbracciare. Questa località una volta era un castello, almeno dal 1086. Le testimonianze odierne dell’antica fortezza risiedono nell’alto rudere della torre in pietra.

Tornando a Gaiole in Chianti, a metà del borgo un’altra strada sterrata si dirige verso est: lungo il percorso in salita si passa vicino alla casa colonica, oggi trasformata in azienda agricola, chiamata Capannelle.

Continuando a percorrere la salita, si sbuca nuovamente sulla statale e, oltrepassato il valico, si ridiscende verso il Valdarno. Lungo il percorso è prevista una tappa alla Torre dei Cancelli, in pietra, quadrata e slanciata, oggi ancora ben conservata e parzialmente inglobata in una casa colonica.

Si continua il tragitto del sentiero giallo e, attraversando un bosco, si raggiunge il Castello di Montegrossi, conosciuto per lungo tempo come Montegrossoli. Oggi si può ammirare la maestosa struttura con il suo torrione in pietra.

Tornando al valico della statale, parte anche una strada che attraversa un bosco suggestivo: percorrendola si giunge alla Badia a Coltibuono, l’ormai ex Abbazia di San Lorenzo a Coltibuono chiamata “l’abbazia del buon raccolto” dai Monaci di Vallombrosa, oggi trasformata in villa e azienda agricola.

Vigneti vicino a Gaiole in Chianti, una tappa della Strada dei Castelli

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Colline e vigneti vicino a Gaiole in Chianti

Itinerario Viola: Vertine, Meleto, Rietine, Castagnoli, Starda, Monte Luco della Beraredenga, Montecastelli

Partendo dalla statale 408, a circa 2 chilometri a sud di Gaiole in Chianti, c’è una strada che appartiene al percorso viola che conduce al Castello di Meleto. Poco dopo si trova anche una “panchina gigante” (parte del Big Bench Project), dalla quale ammirare lo splendido panorama circostante, tra colline, vegetazione e borghi medievali.

Si riprende il cammino in salita fino a raggiungere Rietine, dopo quasi 3 chilometri, e successivamente la magnifica Rocca di Castagnoli. La strada panoramica continua fino al pittoresco villaggio di Starda e poi a Monte Luco della Beraredenga, che fu uno dei castelli più importanti e storici della zona, anche se oggi ne rimangono pochi frammenti dopo che venne incendiato e smantellato.

Da Monte Luco, una strada che si addentra nel bosco raggiunge l’ultima tappa del percorso viola: Montecastelli, una fortezza i cui resti spuntano tra la vegetazione boschiva.

Itinerario Arancione: Campi, San Sano, Monteluco di Lecchi, San Polo in Rosso, Galenda, Le Selve

Per percorrere l’itinerario arancione si parte dal chilometro 19 della statale 408. Prendendo una strada in salita per S. Sano, si arriva in poco tempo alla località di Campi, un antico castello del quale rimangono i ruderi e una parte di una piccola torre. Arrivati nel centro di S. Sano, un caratteristico villaggio medioevale, si possono ammirare numerose tracce architettoniche dell’antico castello in pietra.

Il percorso prosegue fino al villaggio di Lecchi, dal quale si raggiunge, a destra, il Castello di Monteluco di Lecchi. Un poderoso torrione in basso e un arco in pietra nella cinta muraria che conduce al grande complesso costruito attorno a un cortile, formano la struttura di questo castello che domina la valle del Massellone.

Dopo la magnifica vista del castello, si sale ulteriormente fino a giungere al Castello di Ama prima, e poi alla Pieve di S. Polo in Rosso. Continuando la camminata si arriva al piccolo villaggio di Galenda, che conserva una splendida torre in pietra.

La strada discende verso la valle delle Filicaie e risale fino a raggiungere l’ultima tappa: Le Selve, un insediamento in cima alla collina con la sua chiesa di S. Martino.

Itinerario Blu: San Giusto a Rentennano (alle Monache), Lucignano, La Torricella, Castello di Brolio

L’itinerario blu parte più a sud del ponte sul fiume Arbia, nel comune di Gaiole. La prima tappa è a S. Giusto a Rentennano (o “Alle Monache”), un antico monastero benedettino femminile che venne trasformato in fortezza dalla famiglia Ricasoli. Oggi rimangono i resti di alcuni tratti di mura medioevali.

Riprendendo la strada immersa nella campagna troviamo a poca distanza il Castello di Lucignano in Chianti e successivamente La Torricella, trasformata in una splendida villa del XVII secolo. Il cammino prosegue attraversando S. Regolo e arrivando alla tappa più suggestiva: il Castello di Brolio.

I Castelli lungo gli itinerari

I luoghi più belli, oltre al paesaggio collinare? Neanche a dirlo, i castelli. A cominciare dal castello di Brolio (o Ricasoli), costruito in età longobardo ma arrivato al massimo splendore nel 1141. Sito tra Siena e Firenze, fu attaccato dagli spagnoli nel Quattrocento e bombardato dai tedeschi durante la II Guerra Mondiale. Oggi ospita un’osteria, un agriturismo e un’enoteca, e può essere visitato con un tour: il tour classico, il tour dei vigneti, la visita dei giardini e – per i più romantici – il tour al tramonto.

Castello di Brolio a Gaiole in Chianti, lungo la Strada dei Castelli del Chianti

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Castello di Brolio a Gaiole in Chianti

C’è poi il Castello di Meleto, possedimento dei monaci Benedettini nel XI secolo, teatro di guerre tra Guelfi e Ghibellini, invaso dagli Aragonesi e poi occupato durante la guerra dei Medici. Oggi al suo interno si tengono degustazioni di vini e d’olio d’oliva, e si può partecipare a visite guidate della durata di trenta minuti. E poi il castello di Spaltenna, di Tornano, di Cacchiano. E il castello di Ama, sito in una delle zone più belle e selvagge del Chianti, o Vertine che – più che un castello – è uno straordinario borgo fortificato.

Ma non ci sono, lungo la Strada dei Castelli del Chianti, solamente i castelli. C’è anche la Badia a Coltibuono, chiamata “l’abbazia del buon raccolto” dai Monaci di Vallombrosa, e ci sono i borghi: Spaltenna con la sua leggenda del crocifisso o Lecchi. Luoghi in cui il tempo pare essersi fermato veramente.

Castello di Meleto, lungo la Strada dei Castelli nel Chianti

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Castello di Meleto
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La Festa del Camminare: la data e gli itinerari in Italia

Ben 100 itinerari che ci portano alla scoperta dell’Italia intera, attraversandola completamente da Nord a Sud – isole comprese: è un viaggio incredibile, per vivere l’emozione di una lunga avventura a piedi. Ma di cosa si tratta? È la Festa del Camminare, l’atteso appuntamento che si rinnova il prossimo 24 marzo 2024, con tante nuove proposte adatte a chi ama fare trekking. Le Vie dei Canti sono una lunga serie di cammini distribuiti in tutte le regioni italiane, alcuni perfetti per i principianti e altri per chi invece è più allenato. Ecco alcuni dei percorsi più suggestivi.

La Festa del Camminare: tutti i dettagli

La Festa del Camminare nasce con l’obiettivo di radunare tutti gli amanti del trekking e andare così alla scoperta dei luoghi più belli d’Italia, immersi in paesaggi da sogno. Domenica 24 marzo 2024 si rinnova l’appuntamento con le Vie dei Canti: alcune guide vi accompagneranno in escursione tra gli itinerari più belli della vostra regione, per celebrare l’arrivo della primavera e il risveglio della natura.

Ma non è certo l’unica sorpresa: tutti i cammini saranno infatti protagonisti di altrettante avventure della durata di 2 o più giorni, che verranno organizzate nel corso dell’anno. Sono suddivisi per stagioni, in base al periodo in cui si svolgeranno. Potrete scegliere il vostro percorso preferito e prepararvi per un’esperienza indimenticabile. Andiamo alla scoperta di alcuni dei più belli, per regalarvi una gita fuori porta a contatto con la natura.

I cammini del Nord Italia

Grazie alle new entry di quest’anno, sono ben 100 i cammini che potrete esplorare in un viaggio di più giorni, in base alle vostre esigenze: ce ne sono di facilissimi, che sono adatti anche a chi non ha mai vissuto un’esperienza del genere, e altri invece ben più impegnativi, ideali per chi ama mettersi sempre alla prova e non teme l’idea di dover affrontare qualche ostacolo. Scopriamo alcuni dei più bei sentieri di primavera, partendo dal Nord Italia.

Il primo cammino, “Le acque risorgive del Sile”, vi porta tra i suggestivi panorami dell’entroterra veneto, lungo il placido corso del fiume Sile, in direzione Venezia. Si tratta di un fiume di risorgiva, che sgorga dalle profondità della terra in “fontanassi” per poi attraversare le campagne, rifulgendo sotto i raggi del sole. Un tempo la sua foce si tuffava nella Laguna di Venezia, mentre oggi finisce direttamente nel mar Adriatico, tra il Lido di Cavallino e quello di Jesolo. Il tour si svolge dal 4 al 7 aprile 2024.

Più impegnativo (e non certo meno affascinante) è l’itinerario “Al passo con le onde”, che invece viene organizzato dal 24 al 28 aprile 2024. Il panorama è quello delle Alpi Marittime, uno dei paesaggi più belli della Liguria: si tratta di un’esperienza che combina escursioni nella natura e momenti dedicati allo yoga e alla meditazione, per liberare la mente dallo stress quotidiano e ritrovare la serenità.

Adatto a tutti è invece “La via delle cicogne”, il cammino che si svolge dal 25 al 28 aprile 2024 nella cornice del Parco del Ticino. Splendida area verde situata a poca distanza da Milano, lungo il corso del fiume Ticino, ospita graziosi borghi contadini molto accoglienti e una natura ancora selvaggia, ma anche infinite distese di campi coltivati a riso e antiche vie commerciali ancora oggi intatte in tutto il loro splendore.

Parco del Ticino

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Il Parco del Ticino

I cammini del Centro Italia

Tra i cammini più belli del Centro Italia c’è quello che vi porta alla scoperta del Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini, nel Lazio: “La valle delle cascate” è un affascinante itinerario di 4 giorni (dal 4 al 7 aprile 2024) da compiere zaino in spalla, affrontando alcune delle cime più impervie della regione. Qui il panorama è pazzesco, tra faggete e piccoli ruscelli d’acqua limpida. Inoltre si incontrano diversi borghi millenari, tra cui quello di Vallepietra.

“Le antiche vie d’erba” è un sentiero che conduce lungo le antiche vie della transumanza del Molise, ripercorrendo la storia dei tratturi e della pastorizia. Dal 6 all’11 aprile 2024, potrete ammirare paesaggi incontaminati che un tempo venivano attraversati dai pastori e dal loro bestiame, scendendo dalle montagne in direzione delle zone più calde e pianeggianti durante l’inverno e viceversa in estate, verso le fresche cime appenniniche.

È invece un percorso che tocca due regioni, quello dedicato alla natura e alla spiritualità: “Il bosco dei poeti” attraversa la Toscana e l’Emilia Romagna, seguendo il viaggio compiuto da Dante Alighieri e ripercorrendo i luoghi che ispirarono Dino Campana. Lungo il tragitto, incontrerete boschi rigogliosi, corsi d’acqua cristallini ed eremi quasi dimenticati dal resto del mondo. Il cammino si svolge dal 10 al 12 maggio 2024.

Monti Simbruini

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I Monti Simbruini

I cammini del Sud Italia

Eccoci infine nel Sud Italia: “La grande bellezza” è un itinerario davvero ricco di magia, che vi catapulta nel fascino della Costiera Amalfitana. Dal 26 marzo al 1° aprile 2024 avrete la possibilità di immergervi tra i piccoli borghi affacciati sul mare e cinti da ulivi e vigneti, per poi scoprire i resti del Parco Archeologico di Pompei, che racchiude la testimonianza di un’antica città romana travolta dall’eruzione del Vesuvio. Infine, vivrete un bel tour delle isole di Capri e Procida, celebri mete turistiche.

Sempre di isole parliamo, ma stavolta in Sicilia: “Le isole dove il vento suona” è un viaggio lungo ben una settimana, dal 1° all’8 giugno 2024, tra i panorami bellissimi delle Eolie. Qui ci sono tantissime storie da vivere, sempre sulla cresta del mare. Dall’affollata Lipari alla più selvaggia Vulcano, passando per la montuosa Salina e per la piccola – ma pittoresca – Alicudi. Avrete la possibilità di esplorare decine di sentieri marittimi, con un occhio sempre puntato alla meraviglia delle coste frastagliate e alla rigogliosa macchia mediterranea.

Infine, ecco “Basilicata coast to coast”: dal 27 aprile al 1° maggio 2024, potrete attraversare l’intera regione scoprendo alcuni dei luoghi più iconici del Sud. Si parte così dal Lago Laudemio, il bacino di origine glaciale situato più a meridione in Europa, per poi arrivare alla graziosa città di Maratea, affacciata sul mar Tirreno. Sarà un’ottima occasione per fare qualche salita in montagna, ma anche per ammirare piccoli borghi incastonati tra le rocce e ovviamente spiagge da sogno lambite da un’acqua cristallina.

Maratea

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Maratea
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59ª Edizione della Festa della Primavera a Santa Margherita Ligure

Durante il mese di marzo l’incantevole Santa Margherita Ligure, in provincia di Genova, si prepara ad indossare il suo abito più speciale: quello della festa di Primavera.

Nata il 19 marzo del 1964, è oggi la tradizionale e folkloristica festa di questa pittoresca città affacciata sul mare del Tigullio.

Due i momenti clou: il falò sulla spiaggia e la distribuzione gratuita di frittelle (frisceu) dolci e salate sul lungomare.

L’edizione del 2024 sarebbe la sessantesima, ma, essendo saltata quella del 2020 a causa della pandemia mondiale, sarà la 59esima edizione. Celebrazione imperdibile, affonda le sue radici nelle tradizioni contadine. Anticamente infatti, gli agricoltori, con l’arrivo della bella stagione, lasciavano i campi e prendevano il mare per dedicarsi alla pesca proficua.

In passato, infatti, i sammargheritesi erano pescatori d’estate e contadini d’inverno. Un grande falò sulla spiaggia diceva addio alla stagione fredda e salutava la primavera.  In cima ad un palo, detto penolla, due fantocci rappresentavano la bella stagione (Tunin, Antonino) e la brutta stagione (Manena, Marilena).

Tradizione, un po’ maschilista, ma che è tuttora vive e che, forse, va ricercata nel divieto alle donne di far parte del Comitato organizzatore, formato da soli maschi.

Ma veniamo al programma di quest’anno:

La festa prende il via giovedì 21 marzo con una serata all’insegna del gioco e della solidarietà. Alle 20:00, presso l’auditorium Santa Margherita di via della Vittoria, i partecipanti potranno sfidarsi in un torneo di burraco.

La serata di venerdì 22 marzo si apre con una cerimonia solenne: alle 20:30, sempre presso l’auditorium Santa Margherita, avrà luogo la cerimonia di investitura del priore della Festa della Primavera. Seguirà una serata danzante, allietata dalle note dell’orchestra Caravel, che farà scatenare i presenti fino a tarda notte.

Il sabato sarà una giornata ricca di eventi emozionanti. Alle 11:00, in onore di “Tunin” e “Manena”, ci sarà la tradizionale sparata di mortaretti, seguita alle 20:45 dall’esibizione per le vie cittadine della banda folcloristica di Ghiaia “Rumpi e Streppa”. Alle 22:00, i cieli si illumineranno con lo spettacolo pirotecnico dell’”Antiga Sparata” di San Lorenzo, seguito dall’accensione del tradizionale falò sulla spiaggia di Ghiaia, “la luminea di San Giuseppe”. La serata proseguirà con musica dal vivo.

La domenica sarà dedicata alla gioia della musica e del buon cibo. Alle 11:00, sul lungomare di Ghiaia, la filarmonica cittadina “Cristoforo Colombo” allieterà i presenti. Nel pomeriggio, dalle 15:00 alle 19:00, ci sarà la distribuzione gratuita di frisceu (frittelle) dolci e salati, accompagnata da una degustazione gratuita di vini e bibite. L’atmosfera sarà animata da musiche e danze, grazie all’orchestra “Macho”, che farà trascorrere ai partecipanti un pomeriggio all’insegna della convivialità e del divertimento.

In collaborazione con il Foto Club Immagine Avis, si terrà la quarta edizione del concorso fotografico a tema “La Festa della Primavera: 3 giorni di colori, suoni e frisceu”. Un’opportunità per immortalare i momenti più suggestivi di questa festa indimenticabile.

In caso di maltempo, l’evento sarà recuperato tra sabato 30 marzo e lunedì 1° aprile, garantendo che nulla possa fermare la gioia della Festa della Primavera a Santa Margherita Ligure.

La festa di Primavera Santa Margherita Ligure è uno di quegli eventi che occorre vivere almeno una volta nella vita, soprattutto per  salutare una stagione che ci auguriamo sarà foriera di gioia, di bellezza e di ricchezza. Il tutto in una magica località della Liguria che pare un capolavoro d’altri tempi.