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Puoi vincere un viaggio verso una destinazione misteriosa: ecco come

Viaggiare è scoprire posti nuovi, è poter vivere un’avventura indimenticabile, collezionare esperienze e ricordi. C’è chi ama pianificare tutto nel dettaglio e chi, invece, preferisce lasciarsi trasportare dagli eventi e mettersi alla prova. Se si è particolarmente coraggiosi, poi, si può provare a vincere un viaggio, che è sì il sogno di tutti, ma in questo caso verso una destinazione sconosciuta e misteriosa.

Farlo è molto semplice, la campagna è stata ideata dalla compagnia di voli Wizz Air, è destinata a chi risiede in UK e chi vince ha diritto a un accompagnatore. Tutto quello che c’è da sapere.

Come vincere un viaggio per una destinazione misteriosa

Ci vuole un po’ di spirito d’avventura, tanta voglia di viaggiare e scoprire luoghi nuovi, oltre a questo chi vince (ma anche l’eventuale accompagnatore) deve essere residente in UK: il concorso promosso da Wizz Air farà la gioia di chi ha voglia di esplorare il mondo e di farlo anche con un pizzico di coraggio, quello che serve per mettersi alla prova viaggiando verso una destinazione che non si conosce.

Ma come partecipare? L’iniziava è della compagnia di viaggio low cost Wizz Air che ha condiviso un reel sul proprio profilo Instagram, ed è sul social che si deve interagire per provare a vincere questa opportunità.

Viene definita “un’impresa verso l’ignoto”, perché si conosce da dove si parte, ma non dove si arriva. Il concorso si chiama Let’s Get Lost London, e il fortunato vincitore partirà da Londra Gatwick per una destinazione sconosciuta. Per partecipare si deve mettere mi piace al post, taggare un amico e provare a indovinare la destinazione. C’è tempo sino al 22 febbraio.

Nella documentazione del concorso viene specificato che il premio è aperto solo ai residenti in UK, con almeno 18 anni. E chi partecipa deve avere il profilo Instagram pubblico.

Destinazione misteriosa, il viaggio gratis

L’adrenalina di partire per una destinazione non nota, ma anche quella di non pianificare nulla lasciando che siano gli eventi e gli altri a decidere per noi. Del resto, viaggiare è anche mettere alla prova sé stessi e i propri limiti, è scoprire posti nuovi, lasciarsi affascinare da culture diverse dalla nostra.

E lo sa bene Wizz Air, la compagnia di viaggi low cost che ha promosso questa iniziativa. I fortunati vincitori (a quanto pare 35 più i loro accompagnatori) partiranno tra il 7 e il 10 marzo per quella che si preannuncia come una vacanza all’insegna del divertimento e della scoperta.

Non è la prima volta che la compagnia aerea promuove iniziative di questo tipo e il successo è stato grande. Proprio lo scorso anno aveva fatto la stessa cosa per i viaggiatori italiani e nella nota pubblicata sul sito ufficiale avevano scritto che il concorso “incoraggia i viaggiatori a cogliere l’attimo, a vivere appieno la vita e a creare ricordi indimenticabili in una destinazione misteriosa della vasta rete in espansione di Wizz Air”.

Avventura ma con un minimo di programmazione, perché ovviamente ogni luogo ha bisogno di un bagaglio specifico che verrà eventualmente comunicato qualche giorno prima della partenza, giusto per non farsi trovare completamente impreparati.

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Vacanze in famiglia: questi alloggi Lego sono il sogno di ogni bambino

Un luogo che può essere apprezzato dai grandi, ma anche dai più piccoli: del resto se ci sono giochi che mettono d’accordo proprio tutti allora quelli sono i Lego. E per trasformare il sogno di ogni bambino (o ex tale) in realtà arrivano nuovi alloggi a tema, per immergersi nella fantasia e tornare a quando, rapiti dai mattoncini colorati, si sognavano case, intere città, mezzi che solo le mani e la mente di un bambino è in grado di creare.

Tutto questo si può toccare con mano a Legoland, il villaggio vacanze di Günzburg, in Baviera: una vacanza in Germania con tutta la famiglia (ma anche da soli) deve prevedere una tappa in questo luogo in cui la magia e la fantasia si possono toccare con mano. Da marzo, poi, ci sarà un ampliamento degli alloggi immersi nel verde e nella bellezza della natura.

I nuovi alloggi di Legoland, immersi nella natura

Appuntamento a marzo 2024 con i vacanzieri che vogliono sperimentare i nuovi alloggi del villaggio vacanze Legoland di Günzburg, in Baviera. Manca poco, dunque, per l’apertura del Forest Adventure Lodge che si trova all’interno dell’oasi verde e che regala ai visitatori una doppia esperienza: quella di vivere in un mondo a tema Lego e di apprezzare la bellezza della natura bavarese. Il luogo perfetto per una vacanza all’insegna del divertimento, ma anche del relax, dove i bimbi possono sentirsi accolti e così anche i genitori.

Legoland: la camera del Forest Adventure Lodge: lo spazio per i genitori

Fonte: LEGOLAND Deutschland

Lo spazio dedicato ai genitori nella camera del Forest Adventure Lodge a Legoland

La nuova struttura è dotata di un ristorante a tema (il Zum Hungrigen Bären) e aree gioco abbinate. Il contesto poi è stato pensato per essere in armonia con la natura: “Dove il comfort di un hotel per famiglie incontra la meravigliosa atmosfera di una riserva naturale per scoprire la foresta all’insegna dell’avventura e del divertimento”, viene spiegato in una nota.

La comodità deriva anche dal fatto che si tratta di stanze dotate di una zona notte per i genitori, separata da quella dei bambini. Il lodge dispone di 80 camere che, se sommate con quelle le altre strutture porta Legoland ad avere ben 589 stanze per accogliere i propri ospiti.

L'area bambini nella camera del Forest Adventure Lodge a Legoland

Fonte: LEGOLAND Deutschland

L’area dedicata ai bambini nella camera del Forest Adventure Lodge a Legoland

Legoland, dove il sogno diventa realtà

Legoland in Germania è un parco in cui la fantasia e il sogno di grandi e piccini diventa realtà. Di grandi dimensioni, vi sono giostre, attrazioni, aree tematiche e viene organizzata una parata colorata e divertente. Il tutto, come viene spiegato sul sito ufficiale, in mezzo a oltre 57 milioni di mattoncini. Lego, ovviamente.

Ora la già ricca offerta si amplia a partire da marzo 2024. “Con il Forest Adventure Lodge creeremo un ambiente unico, all’interno del nostro villaggio, coniugando l’affascinante mondo dei Lego alla ricchezza della natura bavarese – ha detto Manuela Stone, direttore generale di Legoland Deutschland Resort -. Ogni dettaglio del lodge è stato progettato per offrire ai nostri ospiti un’esperienza indimenticabile. Offriamo ai nostri ospiti un’esperienza tematica completamente nuova, mai vissuta prima nel nostro resort.”

Tra l’altro con un’attenzione particolare nei confronti dell’ambiente e delle sostenibilità. Infatti, gli edifici sono alimentati dal sole e un impianto fotovoltaico da 430 kWp permette di riscaldare (o raffreddare) la struttura, l’energia in eccesso – poi- serve per alimentare anche il ristorante.

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Dove è stata girata la serie tv “Un Amore”: le location

Due giovani ragazzi innamorati e una passione che il tempo non riesce a spegnere, nonostante la distanza e le vicissitudini quotidiane che li porterà sempre più lontani: è questa la storia di “Un Amore”, la nuova serie tv targata Sky che vanta un cast stellare. La fiction si dipana su due diversi piani temporali, e le riprese sono state girate in numerose location, sia in Italia che all’estero. Scopriamo quali sono le più belle.

La serie tv “Un Amore”: i dettagli

“Un Amore” è la nuova serie tv prodotta da Sky Studios e Cattleya, per la regia di Francesco Lagi: i 6 episodi vanno in onda su Sky e si possono vedere anche in streaming su NOW, a partire dal 16 febbraio 2024. La trama ci racconta di una storia d’amore travagliata, che nonostante tutto non si piega alle contingenze della vita. I protagonisti sono Alessandro e Anna, due giovani ragazzi appena maggiorenni che intraprendono un viaggio interrail in Spagna, dove finiscono per conoscersi e innamorarsi. In una calda estate di fine anni ’90, tra i due scoppia la passione.

Ma le loro vite sono destinate a separarsi, almeno per il momento. Sebbene la quotidianità li abbia divisi e portati molto lontani, il loro amore non si è mai spento. Continuano così ad intrattenere per lungo tempo un rapporto epistolare, senza mai trovare il coraggio di vedersi ancora una volta. Nel frattempo, le loro strade si avviano verso direzioni diverse: Anna si sposa con Guido e ha un figlio, mentre Alessandro si concentra sulla sua carriera e diventa un urbanista. Ma dopo 20 anni dal loro primo incontro, si ritrovano a Bologna. E si rendono conto che il tempo non sembra essere passato, anche se ormai sembra impossibile riallacciare i rapporti di un sentimento mai sopito.

La nuova serie tv “Un Amore” vanta un cast d’eccezione. Ad interpretare i giovani Alessandro e Anna sono Luca Santoro e Beatrice Fiorentini, mentre nella loro versione adulta sono portati in scena da Stefano Accorsi e Micaela Ramazzotti. Al loro fianco, molti altri attori di successo come Alessandro Tedeschi (che interpreta Guido, il marito di Anna), Camille Dugay (la sorella minore di Anna), Ottavia Piccolo (la mamma di Alessandro) e Ivan Zerbinati (l’amico di Alessandro). Ma ora scopriamo qualcosa in più sulle location in cui è stata girata la fiction.

Le location della serie tv

Le riprese della serie tv “Un Amore” sono state girate in diverse località, sia in Italia che all’estero. La fiction, come abbiamo anticipato, si snoda su due piani temporali: alla fine degli anni ’90, i due protagonisti si incontrano in un’assolata Spagna che li vede innamorarsi. È dunque questa la prima location utilizzata per le riprese: “Ho scelto colori forti e decisi, per sottolineare la continua nostalgia dei protagonisti per quel tempo e la loro riluttanza a lasciarlo andare” – ha spiegato Elisabetta Zanini, addetta alla scenografia.

La maggior parte delle scene è stata invece girata a Bologna e dintorni, dove è ambientato il presente, “completamente desaturato, come se fosse in qualche modo sbiadito o privo di coraggio; sono solo le tonalità rosse della città, usate nei piccoli dettagli, a dare al desiderio un senso di speranza”. Set della serie tv, oltre al centro storico di Bologna, sono anche le località di Casalecchio di Reno, Lama di Reno (Marzabotto), San Lazzaro di Savena, Levizzano, Rangone, Rimini e Riccione. Infine, alcune riprese sono state registrate anche in Romania.

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Sardegna fuori stagione: l’itinerario Romanico

Molti di noi, quando sentono la parola “Sardegna”, pensano al mare, alle spiagge che sembrano rubate al paradiso e all’estate. È giusto ed anche normale, ma la realtà dei fatti è che questa regione immersa nel Mediterraneo è molto altro, e in qualsiasi stagione dell’anno.

L’isola è ricca di montagne, boschi, pianure, corsi d’acqua e pregna di ecosistemi, tanto da essere definita metaforicamente come un micro-continente. E poi è un territorio caratterizzato da un paesaggio che ospita le vestigia della civiltà nuragica, ma anche dell’arte antica di Roma, punto di riferimento per l’intera cultura europea: il Romanico.

L’architettura Romanica della Sardegna

La diffusione dell’architettura Romanica in questa isola che è un sogno a occhi aperti ci permette di poter visitare delle meraviglie che sono tutte da scoprire. Ci sono abbazie, priorati e chiese monastiche, un’architettura sacra che è ancora oggi custode di preziose memorie.

Un Romanico che però, a dirla tutta, si distingue – e non di poco – da quello che tutti conosciamo: qui gli edifici sono ricchi di motivi figurativi, mitologici , vegetali, zoomorfi e molto altro ancora, merito di altre influenze come quelle di formazione pisana e provenzale.

Le testimonianze che sono visibili anche adesso sono tantissime, ma la redazione di SiViaggia ha fatto una selezione di quelle che, secondo noi, sono le più emozionanti. Ciò non toglie che anche quelle non nominate in questo articolo meritino certamente una visita.

Le chiese campestri in Sardegna

Monastir, località della provincia del Sud Sardegna, offre diversi siti archeologici di notevole importanza storica e chiese. Tra queste c’è la Chiesa di Santa Lucia che si erge sul tracciato dell’antica via romana, nota come Caralibus Turrem. Eretta nel tardo Duecento, è immersa nelle campagne e avvolta in un’atmosfera fatta di pace e natura. Un vero e proprio tesoro architettonico nel cuore della vegetazione, un’opera d’arte del fascino intramontabile ed evidente in ogni suo angolo.

Luogosanto è invece un borgo della provincia di Sassari che si fa spazio ai piedi della collina di “Monti Ghjuanni”. Da queste parti svetta fiera nei cieli la Chiesa di San Leonardo, che è ubicata sopra un banco di granito. In tempi lontani era a la cappella gentilizia del Castello di Balaiana, mentre oggi è un vero esempio di passato ancora in vita che si inserisce in maniera armoniosa nel paesaggio in cui è immerso.

Luogosanto, Sardegna

Fonte: Getty Images – Ph: DEA / W. BUSS /

La Chiesa di San Pietro a Luogosanto, Sardegna

Voliamo ora a Silanus, un paese che si trova a circa 40 chilometri da Nuoro e ricco di eredità nuragiche ed antiche chiese. Come quella dedicata a Santa Sabina: non si hanno notizie certe della sua costruzione, ma quel che è sicuro è che è in calcare bianco nella parte superiore e in trachite nera in quella inferiore. A colpire è anche l’interno, particolarmente sobrio nelle linee anche se vi si innalza una bella cupola ogivale.

La Basilica della Santissima Trinità di Saccargia è un vero e proprio capolavoro che prende vita a Codrongianos, in provincia di Sassari. Si tratta della più famosa e spettacolare chiesa medievale della Sardegna, anche grazie al suo alto campanile scuro che svetta in una verde vallata.

Infine, per quanto riguarda le chiese campestri, vi consigliamo di fare un salto ad Uta, un comune della città metropolitana di Cagliari. Qui sorge la Chiesa di Santa Maria che è ritenuta una delle massime espressioni dell’incontro della cultura provenzale e tosco-lombarda dell’architettura romanica in Sardegna. Risale alla prima metà del XII secolo e sorge sulle rovine di una chiesa più antica e modesta.

Chiesa di Santa Maria di Uta: il Romanico in Sardegna

Fonte: iStock

L’affascinante Chiesa di Santa Maria di Uta

Le chiese romaniche nel limite urbano

Santa Maria Coghinas è una realtà che sorge nella Sardegna nord-occidentale, a cinque chilometri dal mare e a 50 da Sassari. Tra le sue attrazioni migliori c’è la Chiesa della Madonna delle Grazie che è stata costruita in pietra arenaria nella seconda metà del XII secolo. Dopo una serie di modifiche e restauri, oggi sfoggia un’unica navata con facciata a spioventi piene di decorazioni.

Ghilarza è un bellissimo borgo sardo che fa parte della provincia di Oristano, e nella sua frazione di Zuri si fa spazio la meravigliosa Chiesa di San Pietro, uno dei più sublimi esempi di architettura sacra medievale nell’isola. Ma non è tutto, perché questo magnifico edificio religioso nasconde anche un affascinante segreto: dal caratteristico colore rosso-ocra della roccia lavica di cui è costituito, si trova in una zona in cui giace sott’acqua il ‘vecchio Zuri’, paese che riapparire nei periodi di estrema siccità.

Chiesa di San Pietro,

Fonte: Getty Images – Ph: REDA&CO

La rossa Chiesa di San Pietro a Zuri, Sardegna

Decisamente affascinante è anche la Chiesa di San Giovanni di Sinis a Cabras, meravigliosa località della Sardegna facente pare della provincia di Oristano. Ad essere più precisi si trova a poca distanza dai resti dell’antica Tharros, ed è un gioiello storico-architettonico di inestimabile valore. Dalle forme molto particolari, presenta interni organizzati in tre navate separate da tre archi in successione e coperte da volte a botte.

Nella provincia del Sud Sardegna vale la pena fare un salto anche a Dolianova, centro situato nel territorio storico del Parteolla e dimora della Chiesa di San Pantaleo, uno dei principali monumenti romanici di questa affascinante isola italiana. Costruita tra inizio XII secolo, prende vita nel centro storico del paese e colpisce per la maestosità architettonica, per il decoro scultoreo e per le sue opere pittoriche.

Infine vi consigliamo di fare un salto a Tratalias, anch’esso parte della provincia del Sud Sardegna. Il borgo, che nel film “La fine è nota’ viene descritto come “non è vicino a niente”, è avvolto dal fascino intatto della sua storia millenaria che si può assaporare anche nella sua maestosa Chiesa di Santa Maria di Monserrato, che presenta caratteristiche architettoniche uniche nel panorama sardo.

Chiesa di Santa Maria di Monserrato, Tratalias

Fonte: Getty Images – Ph: REDA&CO

La maestosa Chiesa di Santa Maria di Monserrato di Tratalias

Le bellissime chiese urbane

Tra le chiese romaniche urbane della Sardegna vale senza ombra di dubbio la pena menzionare la Basilica di San Gavino, San Proto e San Gianuario di Porto Torres, un vero e proprio incanto della provincia di Sassari. Si tratta del monumento cristiano romanico più grande e antico dell’isola, ma anche di uno dei più significativi: dall’iconografia anomala, è stata eretto nell’XI secolo ed è avvolto nel mistero di episodi leggendari.

Ottana è il centro del ‘cuore’ della Sardegna che fa parte della provincia di Nuoro e famoso per varie unicità, tra cui un’antica e favolosa cattedrale: la Chiesa di San Nicola. Posta su una collinetta, ha la facciata a capanna, alta e stretta, e si sviluppa su tre ordini. L’interno, dal canto suo, custodisce opere di pregio, tra cui un crocifisso ligneo cinquecentesco.

Ottana, Chiesa di San Nicola

Fonte: iStock

La straodinaria Chiesa di San Nicola a Ottana

La Chiesa di San Pietro del Crocefisso, detta anche “delle Immagini”, è uno spettacolo architettonico che si trova a Bulzi, un borgo di circa 530 abitanti che fa parte della provincia di Sassari. Si erge isolata, tra quiete e silenzio, e un tempo era parte di un complesso monastico di cui attualmente restano soli pochi ruderi. Vanta un esterno caratterizzato da una facciata in opera bicroma arricchita da archetti in pietra calcarea chiara e si distingue per essere una meta di pellegrinaggio durante la celebrazione de su Rughifissu, che si tiene a fine giugno.

Voliamo ora a Villamar, un paese a circa 50 chilometri di distanza da Cagliari che conserva ancora oggi i fasti del suo glorioso passato, come la Chiesa di San Pietro. Dalle influenze arabeggianti, possiede una particolare forma che la rende uno delle più singolari architetture romanico-pisane del centro-sud della Sardegna. Sorge nel centro storico del borgo e tra le sue possenti mura protegge diverse sculture di pregevole fattura, come quella dedicata a San Pietro in abiti pontificali.

Infine – ma ci teniamo a ricordarvi che l’architettura Romanica della Sardegna è molto più ampia di quello che trovate descritto in questo pezzo, la Cattedrale di Santa Chiara, principale luogo di culto di Iglesias, in provincia del Sud Sardegna. Posta nella magnifica cornice di piazza Municipio, offre una sontuosa facciata a capanna divisa in due ordini da una cornice. L’interno, invece, è con pianta a croce latina, navata unica, due cappelle per lato, transetto e abside quadrangolare.

Cattedrale di Iglesias

Fonte: Getty Images – Ph: DEA / G. COZZI

Cattedrale di Santa Chiara, incanto di Iglesias
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Tra fiori e fate: l’ultimo eden terrestre è una valle incantata

Nel cuore della nostra amata Terra, si celano tesori che rapiscono l’anima e catturano lo sguardo con la loro bellezza mozzafiato. Sono i regali preziosi di Madre Natura, che con maestria ha plasmato paesaggi da sogno, dove la potenza delle montagne si mescola con la delicatezza dei fiori e il fragore delle cascate. In questi luoghi incantati, la realtà si confonde con l’immaginazione, trasportandoci in un universo di meraviglie senza tempo.

Oggi ti condurremo in un luogo incantato che brilla con la forza di mille stelle. Immerso tra le vette imponenti dell’Himalaya, c’è un giardino segreto, un luogo di rara bellezza che sembra uscito direttamente dalla mente di un artista: è la Valle di Yumthang, situata nella splendida regione di Uttarakhand, in India.

Conosciuta anche come la “Valle dei Fiori“, questo santuario di tranquillità raffigura perfettamente l’essenza della bellezza selvaggia e incontaminata. Qui, le sorgenti termali si intrecciano tra prati rigogliosi mentre i fiumi serpeggiano dolcemente attraverso le valli, donando vita ad ogni angolo di questo paradiso terrestre.

La Valle dei Fiori: una sinfonia di colori nel cuore dell’India

Valle dei fiori

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Valle dei fiori, Uttarakhand, India

Nel cuore dell’India, spicca come una gemma preziosa il Parco Nazionale della Valle dei Fiori, affascinante per la sua straordinaria bellezza naturale e la ricchezza della biodiversità. Questo santuario naturale gode di fama mondiale grazie ai suoi prati adornati da fiori alpini endemici, che fungono da habitat per una vasta gamma di creature rare e in via di estinzione, tra cui l’orso nero asiatico, il leopardo delle nevi, l’orso bruno e la pecora blu.

Il paesaggio idilliaco si fonde armoniosamente con l’imponente maestosità del Parco Nazionale di Nanda Devi, dando vita a un contrasto perfettamente bilanciato. Queste due meraviglie naturali formano un’area di transizione senza eguali tra le imponenti catene montuose dello Zanskar e del Grande Himalaya, luogo che da più di un secolo è oggetto di ammirazione da parte di alpinisti e botanici, celebrato anche nella mitologia induista da tempi immemorabili.

Secondo i racconti popolari, pare che questa regione sia abitata da dolci fate, creature magiche che danzano tra i fiori alpini, proteggendo gelosamente il loro regno incantato. Ma non solo creature leggendarie, anche gli esseri umani hanno trovato ispirazione in questa terra sacra. Intellettuali, artisti e mistici si sono avventurati in questa valle incantata, attratti dalla sua atmosfera e dalla sua energia. Tra di loro, il mistico indiano Swami Vivekananda e persino il celebre cantante Bob Dylan hanno trovato rifugio tra questi prati in fiore.

Trekking nell’Himalaya indiano alla scoperta della Valle dei Fiori

Non c’è da meravigliarsi che l’Unesco abbia insignito la Valle dei Fiori del prestigioso status di Patrimonio dell’Umanità, accanto al più famoso Parco Nazionale del Nanda Devi, sottolineando l’inestimabile valore di questo autentico eden terrestre.

Tuttavia, il suo fascino artistico, pur essendo delicato e senza tempo, nasconde un’anima selvaggia e remota che richiede rispetto e una preparazione adeguata. Il trekking, infatti, è limitato ai mesi compresi tra giugno e ottobre, quando le condizioni climatiche consentono un’esplorazione più sicura. La cautela è d’obbligo, considerando la natura remota e talvolta impervia del territorio, che può presentare sfide e pericoli anche per i trekker più esperti.

Ma per coloro che hanno il coraggio di affrontare gli ostacoli e abbracciare l’ignoto, la ricompensa è indubbiamente indimenticabile, un’esperienza destinata a rimanere incisa nell’anima per sempre. Il suggerimento è quello di trovare una guida esperta e informarsi accuratamente per entrare in un mondo che sembra uscito da una fiaba, pronto a regalare emozioni uniche e straordinarie.

Valle dei fiori

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Valle dei fiori, Uttarakhand, India
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Tanganica, il lago più lungo del mondo che bagna 4 Paesi

Una meraviglia naturale unica nel suo genere. Basti pensare che è il lago d’acqua dolce più lungo del mondo e uno dei più antichi, tra i soli venti del pianeta che hanno più di un milione di anni.. E ancora: è il secondo lago più profondo del pianeta e il secondo per volume, dopo il Bajkal in Siberia. Le sue acque lambiscono Tanzania, Burundi, Repubblica Democratica del Congo e Zambia, e sono un richiamo irresistibile per gli amanti degli sport acquatici. Vi portiamo alla scoperta del Tanganica, uno dei grandi laghi dell’Africa orientale.

Tanganica, il lago più lungo del mondo

Il lago Tanganica è situato all’interno della Great Rift Valley, che va dal Libano al Mozambico, ed è delimitato dalle pareti montuose della valle. Ha una forma stretta e allungata e raggiunge una profondità di ben 642 metri sotto il livello del mare. Ciò lo rende il secondo lago africano per estensione, dopo il Vittoria, e il più profondo in assoluto di tutto il continente. Dei quattro Paesi bagnati dalle sue acque, Tanzania e Repubblica Democratica del Congo si dividono quasi equamente l’80% della territorialità.

Si stima che il lago abbia all’incirca 10 milioni di anni. Data la sua età e la sua posizione, gli scienziati stanno conducendo ricerche sulla geologia sedimentaria del Tanganica per saperne di più sulla storia climatica e ambientale dell’Africa. Le rive del Tanganica sono state abitate fin dall’antichità. Il lago prende il nome dalla tribù dei Babembe, nella cui lingua era chiamato “acqua ricca di pesci” o “Yetanga yanya”, con il tempo trasformatosi in ‘Tanganica’.

Questo immenso specchio d’acqua divenne noto agli europei solo nel 1858, quando gli esploratori inglesi Richard Burton e John Speke vi si imbatterono durante una spedizione finalizzata alla ricerca della sorgente del Nilo, per scoprire che il fiume Ruzizi a nord sfociava nel lago e non ne usciva. Fino al 1961, il lago Tanganica divideva i territori belgi (Congo Belga e Ruanda-Urundi) da quelli britannici (Tanganika e Rhodesia Settentrionale).

Uno dei laghi biologicamente più ricchi del pianeta

Il Tanganica è considerato uno dei laghi più ricchi del pianeta dal punto di vista biologico. Secondo l’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN), “nessun luogo sulla terra ospita una tale varietà di vita”. Delle oltre 2000 specie presenti, più della metà non si trovano in nessun altro posto. Il 98% dei ciclidi, che costituiscono i due terzi di tutti i pesci nel lago, sono endemici.

I coccodrilli popolano la maggior parte della costa, tranne che nei dintorni di Mpulungu, nello Zambia, probabilmente a causa del rumore delle barche a motore, il che consente di nuotare nell’acqua calda, limpida e priva di sale, che passa dalla quiete alle onde alte ideali per il bodysurf.

Le spiagge di Bujumbura, nel Burundi, sono invece tra le migliori urbane di qualsiasi Paese africano senza sbocco sul mare. Anche qui il nuoto è considerato sicuro e la temperatura dell’acqua è piacevole per una nuotata. Durante tutto l’anno, il lago Tanganika rimane una vera attrazione per tutti gli amanti di sci nautico, vela, pesca sportiva ed escursioni.

Intorno al lago si trovano quattro aree protette, tra cui il Gombe Stream National Park, dove la primatologa Jane Goodall ha trascorso molti anni a studiare il comportamento degli scimpanzé in via di estinzione. Ci sono, poi, la Riserva naturale di Rusizi in Burundi, il Parco nazionale dei Monti Mahale in Tanzania e il Parco nazionale di Nsumbu in Zambia.

Numerose le località rivierasche da esplorare, in particolare sulla costa meridionale e nord-orientale. Tra queste, Kigoma, città della Tanzania occidentale, punto di arrivo per chi attraversa il Paese con la Central Line. Immersa in un affascinante ambiente tropicale, con la cornice delle montagne del Congo in lontananza, è un luogo comodo da cui partire con la motonave per visitare il Gombe National Park, uno dei gioielli meglio custoditi del Paese.

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Destinazione Modica: un tuffo nel cioccolato italiano

Immersa nel cuore della Sicilia meridionale, Modica si erge come un gioiello collocato con grazia tra le sinuose linee di una collina, un tesoro barocco che rapisce l’anima e incanta gli occhi. Le sue antiche casette di pietra, le chiese millenarie e le stradine tortuose si fondono armoniosamente, creando un’atmosfera magica e senza tempo.

È impossibile non restare affascinati dalla sua bellezza, un invito irresistibile a perdersi tra i suoi vicoli e a lasciarsi trasportare dalla sua storia millenaria. Ma è al calar del sole che questa incantevole cittadina rivela la sua vera magia: quando i lampioni iniziano a risplendere con una luce morbida e avvolgente, il paese si trasforma in un dipinto vivente, catturando il cuore e lo sguardo.

Modica si distingue non soltanto per essere la mecca del cioccolato, che da solo vale il viaggio, ma è anche un concentrato di tesori culturali e storici, tanto da essere stata ufficialmente riconosciuta come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. È una di quelle città che ti rubano il cuore, una tappa imprescindibile per chiunque desideri scoprire l’anima autentica della Sicilia.

Modica: la città del cioccolato

cioccolato di Modica

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Tipico cioccolato di Modica, Sicilia

Tra le viuzze tortuose e i maestosi bastioni di pietra che caratterizzano il paesaggio di Modica, si cela un tesoro culinario che ha conquistato i cuori e i palati di generazioni: il cioccolato, un vero e proprio patrimonio gastronomico che affonda le sue radici nella storia millenaria degli Aztechi, viaggiando attraverso i secoli per trovare casa in questa incantevole città siciliana, durante il periodo della colonizzazione spagnola.

L’arte di questa delizia raggiunge la sua apoteosi nel Museo del Cioccolato, un’oasi di gusto e cultura inaugurata nel 2014 all’interno del Palazzo della Cultura. Qui, i visitatori sono accolti in un mondo incantato di sapori e tradizioni, guidati attraverso un percorso coinvolgente che svela i segreti e le curiosità dietro la creazione di questo nettare prezioso. Inoltre, è possibile assistere al processo artigianale di preparazione del cioccolato seguendo l’antica ricetta mesoamericana. È qui che la magia prende forma, con i maître chocolatier che trasformano ingredienti semplici in capolavori golosi che deliziano i palati di tutto il mondo.

Ma l’esperienza sensoriale non finisce qui. Presso l’Antica Dolceria Bonajuto, custode di tradizioni dolciarie dal 1880, situata nel cuore del centro storico, potrai immergerti ancora di più nella storia e nel processo di produzione di questo squisito prodotto.

E per coloro che desiderano vivere un’esperienza davvero unica e indimenticabile, alcuni periodi dell’anno offrono la straordinaria opportunità di salire a bordo di un treno storico e lasciarsi trasportare dal profumo avvolgente e dall’intensità degli aromi del cioccolato di Modica. È un viaggio che coinvolge tutti i sensi e lascia un’impronta indelebile nel cuore di chi ha avuto il privilegio di assaporare questo dono divino.

Modica: un tesoro barocco della Sicilia orientale

Cullata dalle onde del Mediterraneo e baciata dal sole siciliano, Modica è divisa in due distinte realtà: da un lato troviamo Modica Alta, arroccata sulle pendici delle montagne, custodendo gelosamente le radici più antiche della città, dall’altro si trova Modica Bassa, dove la vita scorre frenetica tra le strade animate e i mercati vivaci.

Nel 1963 la città è stata segnata da un violento terremoto ma, come una fenice che risorge dalle sue ceneri, si è rialzata più splendente che mai. La ricostruzione ha dato vita a un capolavoro del tardo barocco siciliano, con edifici ornati da decori eleganti e sontuosi. Per scoprire il vero cuore di Modica, non c’è niente di meglio che perdersi tra i suoi vicoli, tra antiche chiese e botteghe artigiane che ancora oggi mantengono vive le antiche tradizioni locali.

Tra le icone architettoniche che caratterizzano il panorama della città, si distingue la Chiesa di San Pietro, che con la sua imponenza domina il rinomato Corso Umberto I. A breve distanza da questa imponente struttura religiosa, sorge la suggestiva Chiesa rupestre di San Nicolò Inferiore, un’opera di valore storico inestimabile risalente all’anno 1000.

Altrettanto imperdibile è il Museo Casa natale di Salvatore Quasimodo, dedicato al celebre scrittore nato proprio in questa città nel 1901. Vincitore del Premio Nobel per la Letteratura nel 1959, ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama letterario mondiale e la sua dimora d’infanzia è un omaggio tangibile alla sua vita e al suo straordinario contributo alla cultura.

Modica

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Modica, Sicilia
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Viaggio a Taurianova, Capitale italiana del libro 2024

È stata appena decretata la Capitale italiana del libro 2024, ovvero una città designata ogni anno dal Consiglio dei Ministri che, per il periodo di un anno, ha la possibilità di organizzare eventi e manifestazioni finalizzati alla promozione della lettura. Il privilegio di ricoprire questa importante carica è di Taurianova, un bellissimo comune della città metropolitana di Reggio Calabria.

Perché ha vinto

Taurianova è stata scelta dalla Giuria per diversi motivi e più fattori di merito. Come riporta un articolo dell’ANSA, è una località dalle grandi potenzialità e soprattutto con un progetto molto interessante, come l’inaugurazione di una biblioteca monumentale.

Questa località della Calabria si distingue per essere piccola, ma anche per rappresentare un simbolo di rinascita attraverso la realizzazione di infrastrutture culturali, materiali, immateriali e valoriali. Tra gli elementi di merito più rilevanti, come si può leggere su un articolo di Androkonos, c’è quello legato al valore del riscatto di un territorio sulla criminalità.

Cosa aspettarsi

A Turianova c’è gioia e orgoglio e sono tutti già pronti a mettersi al lavoro per vivere al meglio questo anno da Capitale del Libro. Secondo quanto dichiarato dal Sindaco locale ai giornalisti, si sta già lavorando per fare in modo che le manifestazioni partano ufficialmente il 23 aprile, ovvero durante quella che è la Giornata internazionale del libro e del Diritto d’autore, istituita dall’Unesco.

In sostanza, il ricco programma che presenterà Turianova e le tante attività a cui potranno partecipare i visitatori sono ancora in fase di definizione. Quel che è comunque certo, è che chiunque giungerà a Turianova rimarrà sodisfatto del sua bellezza, compresa quella del territorio circostante.

Questa graziosa realtà della Calabria, infatti, sorge su un terrazzo alluvionale ai piedi della dorsale che salda le serre all’Aspromonte. È posta a 210 metri sul livello del mare ed è circondata da un bosco di uliveti secolari, alcuni dei quali superano i 15 metri, e da giardini di aranci.

Una posizione ottimale, la sua, perché è sita a circa 15 chilometri dal mare e a 6 dalla montagna, ma anche una località pregna di beni culturali di notevole interesse.

Cosa vedere

Come accennato, Turianova offre diversi punti di interesse. Uno su tutti è il Duomo di Santa Maria delle Grazie che svetta fiero in Piazza Macrì. La sua è una storia un po’ particolare: venne distrutto dal terremoto del 1736, poi ricostruito e di nuovo demolito da un ulteriore terremoto, ovvero quello del 1908.

A seguito di questi eventi catastrofici venne nuovamente realizzato e oggi si presenta in stile romanico, con influenze gotiche e moresche. Dall’imponente facciata decorata con arcatelle, un rosone e fiancheggiato da due torri campanarie, offre anche diverse opere di rilievo tra cui un pulpito ligneo, un altare in marmo del Sacro Cuore di Gesù con fregio realizzato da Vincenzo Romeo e un altare centrale in marmo

Molto bella è anche la Chiesa del Rosario che è la più antica del paese, così come lo è la Chiesa dell’Immacolata di Radicena che conserva un importante gruppo in marmo di Rinaldo Bonanno raffigurante Maria con il braccio destro, armato di clava, alzato per difendere Gesù in braccio a lei da un mostro.

Da particolare interesse sono anche i palazzi nobiliari del paese. Uno di questo è Villa Zerbi, realizzata nel 1786, in stile barocco siciliano. Offre un portale in granito grigio, sormontato da una finestra messa in evidenza da un gioco di curve, ed è fiancheggiato da lesene. In più, i suoi balconi sono costituiti da mensole impreziosite da maschere di pietra e da lavorazioni di ferro battuto. Da non sottovalutare è anche il giardino, curato secondo lo stile dei giardini nobiliari calabresi.

Infine – ma in realtà Turianova mette a disposizione per i suoi visitatori molto di più di quanto elencato – la Fontana monumentale di Jatrinoli, un’opera in marmo che venne inaugurata il 31 luglio 1853 e realizzata dall’artista Michele Barillari.

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In questo parco gli animali celebrano San Valentino con dolci baci

È finalmente giunto il momento più dolce dell’anno, il giorno in cui l’amore permea l’aria e avvolge tutto ciò che ci circonda. E non sono solo gli esseri umani ad essere travolti dalla magia di San Valentino! Anche i nostri amici animali, con le loro tenere effusioni, ci ricordano che questo sentimento non conosce barriere di specie.

Lo sanno bene gli ospiti del Parco Faunistico Le Cornelle che, con i loro gesti affettuosi, ci ricordano quanto sia profondo e universale il linguaggio dell’amore. È un’emozionante conferma di quanto il sentimento più puro possa unire anche le anime più disparate. Accompagnati da teneri abbracci e piccoli baci, questi incontri ci rivelano che l’amore è universale e si manifesta in ogni forma di vita. Sono immagini dolcissime che ci ricordano quanto sia bello e prezioso il legame che ci unisce tutti, indipendentemente dalle nostre differenze.

L’amore selvaggio avvolge il Parco Faunistico Le Cornelle

Parco Faunistico Le Cornelle

Fonte: Leonardo Delfini per Parco Faunistico Le Cornelle

Parco Faunistico Le Cornelle

Nel Parco Faunistico Le Cornelle, la bellezza della natura si manifesta non solo nella sua vastità e diversità, ma anche nell’intimità e nella delicatezza dei legami che si creano tra le sue creature. Tra le 120 specie ospitate, dalle maestose foche ai veloci ghepardi, dalle eleganti gru agli imponenti ippopotami, dai fieri leoni ai grintosi puma, ogni animale sembra essere contagiato dalla poesia di San Valentino.

Le foche, con la loro grazia e agilità, si scambiano dolci carezze mentre si divertono nell’acqua cristallina dei loro habitat. Le gru, invece, con le loro danze eleganti e maestose, si uniscono tra i riflessi dorati del sole che filtrano tra gli alberi, creando uno spettacolo di bellezza e armonia. E poi ci sono i leoni, simbolo di forza e regalità, che si riposano fianco a fianco sotto la calda luce del sole, offrendo un raro spettacolo di pace e serenità, mentre i puma si accoccolano vicini in un abbraccio fraterno.

Quindi, mentre ti avventuri tra i sentieri ombrosi e gli ambienti naturali del parco, lasciati trasportare dall’emozione di questo amore selvaggio, che celebra la forza del nobile sentimento nella sua forma più pura e autentica.

Un viaggio emozionante nel cuore della natura

Fondato nel lontano 1981, il Parco Faunistico Le Cornelle, situato nelle vicinanze di Bergamo, rappresenta un’oasi di meraviglia naturale estesa su una superficie di 126.000 metri quadrati. Qui, oltre 120 specie di animali, tra mammiferi, volatili e rettili, convivono in un ambiente che riflette la bellezza e la diversità della vita selvaggia. Il nome stesso del parco deriva dai sassi levigati del vicino fiume Brembo, chiamati appunto cornelle, che conferiscono un’atmosfera unica e suggestiva a questo luogo suggestivo.

I visitatori possono immergersi completamente nella natura, esplorando a piedi un percorso didattico che permette di osservare gli animali nel loro ambiente naturale. In alternativa, è possibile optare per una visita guidata condotta da esperti naturalisti, che arricchisce ulteriormente l’esperienza offrendo conoscenze approfondite sulla vita e sui comportamenti degli animali.

Tra le numerose attrazioni, la Selva Tropicale si distingue per la sua capacità di ricreare l’atmosfera unica della foresta pluviale, mentre la zona denominata Pinnawala è il regno degli elefanti, in cui è possibile osservare questi magnifici animali nel loro habitat simulato. Dalla Savana con le sue antilopi, zebre e rinoceronti, all’Oasi dei Ghepardi, fino all’isola di Aldabra che riproduce fedelmente un’isola dell’Oceano Indiano, popolata dalle rare tartarughe delle Seychelles, ogni angolo offre un’opportunità unica e una lezione preziosa sull’importanza della conservazione e del rispetto per il nostro pianeta.

Parco Faunistico Le Cornelle

Fonte: Leonardo Delfini per Parco Faunistico Le Cornelle

Parco Faunistico Le Cornelle
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Questo è il ristorante più antico della Francia. Ha ispirato Ratatouille

Parigi, la città dell’amore e della bellezza per eccellenza, è un sogno a occhi aperti che cattura l’anima di chiunque abbia il privilegio di perdersi tra le sue strade lastricate di fascino e storia. Qui, oltre lo splendore iconico della Torre Eiffel e il maestoso profilo di Notre-Dame, nel quinto arrondissement, la Ville Lumière custodisce un locale secolare, amato dai palati raffinati di tutto il mondo: la Tour d’Argent.

Un vero e proprio tempio della gastronomia francese, dove ogni pietanza è una poesia e ogni boccone un viaggio nell’arte dei sapori. Qui, tra le sue mura raffinate, hanno passeggiato Re e Regine, artisti e intellettuali, tutti avvolti dall’irresistibile promessa di un’esperienza culinaria senza eguali.

Dopo una recente ristrutturazione, la Tour d’Argent ha recentemento riaperto le sue porte al mondo con una visione audace e più contemporanea, conservando al contempo la sua storia e il suo spirito più autentico. Un equilibrio delicato tra conservazione e innovazione, dove l’eredità del passato si fonde con la creatività del presente.

La Tour d’Argent: eterna icona della gastronomia francese

Tour d'Argent

Fonte: Getty Images

Tour d’Argent, Parigi

La sua storia risale al lontano 1582, quando sorse come modesta locanda che presto conquistò il cuore dell’aristocrazia parigina. Fin dai suoi primi giorni, la Tour d’Argent ha accolto ospiti illustri, tra cui persino Enrico IV, il Re in persona, il cui amore per la buona cucina era tanto leggendario quanto il suo regno. Da quel momento, il destino del ristorante si intrecciò con quello della Francia stessa, diventando una silenziosa testimone di momenti cruciali della storia del Paese.

Dalle tumultuose giornate della Rivoluzione francese fino agli anni folli degli artisti e dei bohémien di Pigalle, questo monumento gastronomico ha visto passare epoche di cambiamento e trasformazione. Da Marcel Proust a Salvador Dalì, da Ernest Hemingway a Sacha Guitry, generazioni di raffinati intellettuali hanno varcato le sue soglie, lasciando un’impronta indelebile nella sua storia.

Oggi, la Tour d’Argent continua a brillare nel panorama culinario parigino, mantenendo viva la sua tradizione. Ancora oggi il piatto storico per eccellenza è il canard au sang, una creazione magistrale che incarna l’essenza stessa della cucina francese. Realizzato con anatre provenienti dagli allevamenti della famiglia Burgaud a Challans, questo piatto è un omaggio alla tradizione e all’eccellenza, un’esperienza gustativa che lascia un’impronta indelebile nella memoria di chiunque abbia il privilegio di assaggiarlo. Assolutamente sublime è anche il Foie gras del Trois Empereurs, creato per celebrare uno dei più sontuosi pranzi ospitati al 15 di Quai de Tournelle, questo piatto ha una storia altrettanto illustre. Nel lontano 1867, al tavolo della Tour d’Argent, sedevano nientemeno che Alessandro II, Zar di tutte le Russie, Guglielmo I re di Prussia e il Principe di Bismark. In un momento di straordinaria convivialità e raffinatezza, questi tre imperatori condivisero una prelibatezza culinaria che è diventata leggendaria nel corso dei secoli.

La sua fama ha ispirato anche un capolavoro cinematografico d’animazione del 2007, Ratatouille, che ha incantato il pubblico di tutto il mondo con la sua magia. Nel locale è appesa una piccola illustrazione del celebre topolino firmata dal regista Brad Bird.

Un nuovo splendore per la Tour d’Argent

La ristrutturazione della Tour d’Argent è stata affidata a un genio dell’architettura contemporanea: Franklin Azzi. Ogni dettaglio è stato pensato con cura e passione: dalle linee pulite e moderne che rispecchiano lo spirito dinamico della città di Parigi, ai tocchi di lusso e raffinatezza che omaggiano la lunga storia di questo luogo magico.

La terrazza panoramica, ora situata al settimo piano, è un rifugio perfetto per gli innamorati che promette di regalare momenti di assoluta bellezza e romanticismo. Un nuovo soffitto con effetti cinetici cattura lo sguardo e l’immaginazione, danzando leggero come un’illusione ottica nel cielo notturno di Parigi. E sotto i nostri piedi, un prezioso tappeto ondula come le acque della Senna, portando con sé il movimento fluido e incantevole del fiume che attraversa la città.

Ma non è solo l’ambiente che si rinnova. Anche la cucina, guidata dalla maestria e dalla creatività dello chef Yannick Franques, presenta nuove ricette e reinterpretazioni, portando un tocco di freschezza e innovazione alla tavola. Infine, al piano terra, si trova il nuovo Bar des Maillets d’Argent ispirato agli anni ’30, un’oasi di raffinatezza e stile nel cuore di Parigi.

Tour d'Argent

Fonte: Getty Images

Tour d’Argent, Cantina dei vini, Parigi