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Questo borgo è stato Capitale d’Italia per una notte: è un gioiello da scoprire

Nel cuore del nostro amato Stivale, c’è un mondo magico che attende solo di essere scoperto. Le stradine lastricate, gli edifici antichi e le atmosfere intrise di storia e autenticità rendono i borghi italiani dei veri e propri gioielli da esplorare. Questi luoghi sono come capsule del tempo, dove il ritmo frenetico della vita moderna sembra dissolversi, lasciando spazio a un’atmosfera che evoca il clima di un’epoca passata. È un invito irresistibile a respirare l’aria genuina di un’Italia ricca di tradizione e fascino senza tempo.

Oggi ti porteremo alla scoperta di Crecchio, un piccolo paesino nel cuore dell’Abruzzo, che incanta e sorprende con il suo ricco patrimonio storico, le sue bellezze naturali e la sua vibrante scena artistica e culinaria. Preparati a lasciarti trasportare in un viaggio indimenticabile attraverso le strade medievali di questo incantevole villaggio, dove storia, natura e tradizione si fondono armoniosamente per creare un’esperienza unica e indimenticabile.

Crecchio: il cuore antico dell’Abruzzo

Immerso nella suggestiva regione abruzzese, Crecchio si erge come una gemma nascosta tra le colline che scendono dolcemente dalla Maestosa Maiella fino all’azzurro dell’Adriatico. In questo paesaggio ondulato, punteggiato da vigneti, uliveti e frutteti, il borgo si impegna a preservare la sua identità agraria, mentre si riconnette con le sue radici storiche.

Originariamente concepito per resistere agli assalti e difendere il territorio circostante, questo luogo è stato testimone di un susseguirsi di epoche e trasformazioni che hanno plasmato la sua identità in modo indelebile. Nel corso dei secoli, ha abbandonando gradualmente il suo ruolo di fortezza difensiva per abbracciare una nuova identità residenziale. Questa evoluzione ha contribuito a definire la sua unicità e a rendere omaggio alla sua storia ricca di sfumature e cambiamenti. Le imponenti mura medievali hanno ceduto il passo a sontuose dimore e palazzi, trasformando il borgo in una destinazione ambita da regnanti, nobili e illustri personalità del tempo. Questo processo non ha solo cambiato il volto di Crecchio, ma ha anche contribuito a renderlo un importante centro culturale e sociale.

Inoltre, forse non tutti sanno che questa località ha giocato un ruolo cruciale nei capitoli più intensi della storia del nostro Paese. Nella notte del 9 settembre 1943, infatti, mentre le potenze fasciste declinavano e gli Alleati avanzavano sulla penisola italiana, Vittorio Emanuele III, all’epoca Re d’Italia, trovò rifugio nel Castello di Giovanni De Reises, duca di Bovino. Accompagnato dal figlio Umberto e dall’intero Stato Maggiore del Regio Esercito, il sovrano si immerse in discussioni intense riguardanti il destino della nazione e della dinastia sabauda. Fu in quelle ore cruciali che si plasmò il destino della monarchia, mentre il malcontento popolare verso la famiglia reale cresceva senza sosta.

Al sorgere del giorno successivo, il viaggio verso le regioni d’Italia già liberate dagli Alleati riprese. Il consenso plebiscitario espresso dalla popolazione italiana nel Referendum Costituzionale del 2 giugno 1946 chiuse definitivamente il capitolo dell’era monarchica, aprendo le porte all’avvento della Repubblica.

Crecchio: i luoghi imperdibili nella piccola perla dell’Abruzzo

Nel cuore di questo scenario affascinante si erge imponente Palazzo Monaco, una vera icona di nobiltà e magnificenza. Accanto a esso, la raffinata Chiesa di Santa Maria da Piedi, eretta nel lontano 1581, si presenta come un autentico capolavoro architettonico. Pur essendo ora adibita ad auditorium, conserva con fierezza il suo campanile a vela e un portale in arenaria del 1584, testimonianze mute di un passato glorioso ricco di storia e devozione. Affacciandosi sulla Porta da Piedi, che in epoche remote proteggeva l’abitato a nord, si erge come un simbolo tangibile della fede e della cultura radicate profondamente in questa comunità.

Proseguendo lungo il percorso, ci troviamo di fronte al Castello di Crecchio, autentico custode di tesori inestimabili e testimone vivente di epoche passate. Al suo interno, il Museo dell’Abruzzo Bizantino ci accoglie con la sua prestigiosa raccolta di reperti archeologici, che abbracciano un arco temporale che spazia dall’IX secolo a.C. fino all’Alto Medioevo.

Lungo le sinuose sponde dell’Arielli, poi, antichi mulini a palmenti si ergono fieri, come monumenti viventi della storia, a testimoniare l’ingegno e la maestria dei loro artefici. E infine, da non perdere è il Santuario di Santa Elisabetta, un luogo intriso di profonda spiritualità e devozione. Qui, gli ex voto e la preziosa statua lignea della Madonna, datati ai secoli XIV e XV, raccontano storie di fede e speranza, tramandate nel corso dei secoli e ancor oggi vive nei cuori di coloro che qui si rifugiano per pregare.

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Le location di “Mare fuori 4”: dove hanno girato la nuova stagione

Cavalca l’onda di un successo trasversale “Mare Fuori”, il teen drama italiano su un gruppo di adolescenti detenuti all’interno dell’Istituto Penale per Minorenni (IPM) di Napoli, che ha conquistato l’immaginario del pubblico, soprattutto di quello giovane, facendo breccia anche nel cuore degli adulti. A fare da sfondo è la città partenopea con le sue strade, i suoi quartieri e l’onnipresente sagoma del Vesuvio, spettatore silenzioso delle vicende dei protagonisti. Se desiderate scoprire quali sono le location della quarta stagione, seguiteci in questo speciale tour.

Dove è ambientata la serie ‘Mare Fuori’

Mercoledì 14 febbraio è sbarcata su Rai 2 la quarta stagione di “Mare Fuori”, la serie italiana prodotta da Picomedia e RaiFiction, diventata in men che non si dica una delle più amate degli ultimi anni. Basti pensare che il debutto dei primi episodi su RaiPlay ha ottenuto oltre un milione di visualizzazioni nelle sole prime due ore di pubblicazione.

In “Mare Fuori 4” ritroviamo come location principale l’IPM, liberamente ispirato al carcere di Nisida. Le scene non sono state girate all’interno del vero penitenziario minorile, l’unico insieme a quello di Casal del Marmo di Roma ad ospitare sia ragazzi che ragazze detenute. Nella realtà, l’istituto è collocato in cima a una piccola isola inaccessibile ai visitatori, che fa parte dell’arcipelago delle isole Flegree, mentre nella fiction le scene del carcere si svolgono presso la Base navale della Marina Militare, che con la sua sagoma rosso acceso occupa il Molo San Vincenzo, non lontano dal porto di Napoli.

Da qui si può accedere a una passeggiata di 4 chilometri sul mare, ancora più suggestiva all’ora del tramonto, quando il sole cala sull’acqua e si può godere di uno splendido panorama. Fanno da baluardo alla banchina il Faro, anch’esso rosso, e la statua di un San Gennaro benedicente, posizionata a mo’ di guardiano difensore della città dal Vesuvio e dal mare. Nelle scene ambientate nel carcere, dedicate alle attività all’aria aperta dei detenuti, si può scorgere sullo sfondo il Golfo di Napoli e il maestoso Castel Nuovo, meglio noto come Maschio Angioino, alle sue spalle.

Durante le riprese delle nuove puntate, iniziate lo scorso maggio, centinaia di fan hanno affollato la darsena della marina, per poter ammirare da vicino i loro personaggi del cuore. Ma anche strade e quartieri di Napoli sono al centro delle storie che tengono con il fiato sospeso giovani e meno giovani.

Le altre location di ‘Mare Fuori 4’

La terza stagione si era chiusa con uno sparo alla Piscina Mirabilis di Bacoli, nell’area dei Campi Flegrei, la seconda più grande cisterna nota mai costruita dagli antichi romani dopo la Cisterna Basilica di Istanbul. Tra le nuove location di “Mare Fuori 4” troviamo i quartieri di Forcella, nel cuore del centro storico di Napoli, e di Poggioreale, dove si trova il carcere. Alcuni detenuti della serie, oramai diventati maggiorenni, potrebbero essere infatti trasferiti dall’IPM alla casa circondariale situata nella zona orientale del capoluogo campano.

In alcune riprese dall’alto si scorgono Bagnoli e Posillipo, con i loro panorami mozzafiato. Altre location sono Piazza Mercato, dove è ambientata una scena che ha per protagonista Silvia; i gradini Francesco D’Andrea, la monumentale scalinata tra via Filangieri e via dei Mille, che appare in un flashback che riguarda don Salvatore Ricci; Palazzo Mirelli, situato alla Riviera di Chiaia, nelle scene di Rosa Ricci bambina; lo stadio Diego Armando Maradona a Fuorigrotta, nei pressi del quale è situata, nella finzione, la casa del comandante Massimo.

A fare da sfondo ai flashback della famiglia Ricci, ci sono anche gli interni di un edificio in vico Fico al Purgatorio, noto per la statua di Pulcinella, donata nel 2012 dall’artista Lello Esposito alla città. La splendida chiesa in cui vediamo entrare, invece, donna Wanda è quella di Santa Maria del Rosario a Portamedina, situata ai Quartieri Spagnoli.

La quarta stagione della popolarissima serie TV ha tra le sue nuove location anche il Rione Conocal di Ponticelli, un quartiere difficile nella periferia orientale di Napoli. Le riprese di alcune scene girate in strada sono state effettuate tra i palazzi abbandonati e fatiscenti in via Virginia Woolf, a pochi passi dal viadotto della superstrada che collega alla Tangenziale di Napoli.

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Leucade, la Grecia da scoprire questa estate

Tra le mete più amate dagli italiani (e non solo) per le vacanze estive c’è la Grecia, e non è affatto difficile immaginare perché: il Paese ellenico è l’undicesimo Stato al mondo per estensione costiera, con 13676 km di coste. Quasi ogni lembo di questa terra è bagnato da acque limpide che invitano a fare un bagno, come quelle che accarezzano le rive di Leucade, da molti considerata come i “Caraibi dello Ionio”.

Leucade, informazioni utili

Leucade è il nome italiano di Lefkàda, una delle meravigliose Isole Ionie che sorgono a ovest della Grecia continentale. Anzi, Leucade è l’unica di queste ad essere raggiungibile anche senza nave o traghetto, perché è collegata alla terraferma tramite una lunga strada rialzata e un ponte mobile di circa 50 metri.

Come tutte le isole che si trovano in questo tratto di costa, purtroppo non gode di una storia fortunata: negli anni ’50 qui ci sono stati disastrosi terremoti che si sono riversati duramente su di essa. I danni sono stati enormi, al punto che solo pochi monumenti e chiese sono arrivati fino ai giorni nostri.

Ce ne sono, quindi, ma Leucade è uno di qui posti in cui, incredibilmente, la storia e le antichità greche passano in secondo piano. In compenso, c’è ampio spazio per una natura raggiante.

Lefkàda, Grecia

Fonte: iStock

Veduta aerea di Lefkàda

Cosa aspettarsi

Leucade ha una doppia anima: c’è il lato turistico e poi quello che è ancora immacolato, identico a come Madre Natura lo ha fatto. Ciò vuol dire che qui ci si può tranquillamente rilassare e godere di emozionanti meraviglie naturali, ma anche vivere la vita mondana e divertirsi con la famiglia o gli amici.

Un’isola estremamente selvaggia, dalla rigogliosa vegetazione piena di pini, ulivi e vigneti. Poi ci sono le sue affascinanti insenature, baie semi-nascoste con spiagge di sabbia finissima o ciottoli e porticcioli coloriti. Ma non è finita qui, perché Leucade vanta anche una conformazione montuosa che si rivela l’ideale per passeggiate ed escursioni.

Cosa vedere

Come detto in precedenza, Lefkàda conserva ancora alcune delle sue meraviglie storiche, ma la realtà dei fatti è che qui ci si viene, soprattutto, per ammirare la bellezza della natura.

Tra le cose da non perdere c’è sicuramente Leucade città, il luogo da dove parte il ponte che collega l’isola alla terraferma. Una località piena di caffè, bar, ristoranti e locali notturni, ma anche altamente pittoresca per via della presenza di case policrome con i tetti di tegole, belle piazze, strette stradine e molto altro ancora.

Leucade città, Grecia

Fonte: iStock

Leucade città vista dall’alto

Molto interessanti sono anche le rovine del Castello di Agia Mavra, che dal XIII al XVII secolo ha protetto l’isola dalle incursioni che arrivavano dal mare. Nonostante sia ormai un rudere, i visitatori sono sempre entusiasti per via delle sue mura perimetrali esterne, che tutt’ora sono in ottimo stato di conservazione.

Una delle tappe imperdibili di questa magica isola è il Monastero di Faneromenis, il centro religioso più importante di Leucade e anche il posto da cui ammirare una vista meravigliosa sulla città e la vicina laguna. Al suo interno è possibile visitare un Museo Ecclesiastico che contiene icone sacre e antichi testi manoscritti.

Agios Nikitas, invece, è un pittoresco villaggio con un’unica strada pedonale piena di negozi, bar e ristoranti e anche il punto di partenza ideale per scoprire alcune delle spiagge più belle dell’isola.

C’è poi il villaggio di Kalamitsi, dove le tradizioni rurali ancora sono parte della quotidianità e in cui, contemporaneamente, l’occhio è puntato verso la modernità turistica. Nonostante ciò, a dominare sono ancora i mulini a vento, le chiese e gli animali, come  galline, capre e asini.

Un’altra località molto particolare è Karia, un borgo dell’entroterra assai noto per la sua tradizione del ricamo e per il suo centro storico ricco di bar, taverne e caffetterie.

Sivóta è senza alcun dubbio una delle cittadine più belle di Leucade. Prende vita su un’insenatura stretta che dà la sensazione di essere di fronte a un laghetto, anziché dinnanzi a uno splendido mare.

La natura di Leucade

Sì, a Leucade la natura è qualcosa di straordinario e a cominciare dalle sue coste: in quella orientale le acque sono più calme e si possono ammirare fantastici panorami, mentre quella occidentale è più selvaggia e perfetta per avvistare indimenticabili tramonti.

Assolutamente speciali sono le cascate di Dimosari che sono raggiungibili percorrendo un facile sentiero impreziosito di vecchi platani che regalano ombra naturale, ponticelli e scalini. La prima cosa che si incontra è una minuta cascata che si tuffa in un piccolo laghetto, per poi arrivare alla cascata principale alta circa dodici metri. Ma non è finita qui, perché ai piedi di quest’ultima c’è un’altra piccola piscina naturale dove poter anche fare il bagno.

Cascate di Dimosari, Lefkada

Fonte: iStock

Il laghetto ai piedi delle cascate di Dimosari

Davvero emozionante è Capo Lefkada che si trova all’estremità sudoccidentale dell’isola: da queste parti la natura incontra leggende e mitologia. Molto suggestivo è il faro che svetta nei cieli sulla parte più alta del promontorio, che regala anche dei tramonti che sono un vero turbinio di emozioni. Una piccola curiosità: secondo una leggenda è proprio da qui che si suicidò la poetessa Saffo a causa dell’amore non corrisposto per il giovane Faone.

Le spiagge da non perdere

Siete pronti a realizzare qualsiasi vostro desiderio in fatto di spiagge e mare? Dovete esserlo perché a Leucade è davvero possibile. Sono tantissime le spiagge da visitare e a partire da Pefkoulia che è una distesa sabbiosa lambita da acque turchesi molto pulite.

Molto bella è anche la spiaggia di Agios Nikitas che, pur essendo piccina, è la preferita dalle famiglie. Poi ancora la spiaggia di Milos, tra le meno conosciute – seppur eccezionale – di Lefkada. Vi basti sapere che la sua sabbia è bianca come il latte, mentre le sue acque sono profonde e intensamente turchesi.

Una delle spiagge più frequentate dell’isola è Kathisma, il posto ottimale per chi ha voglia di avere a portata di mano tutti i servizi del caso. Dalla sabbia bianca e ciottolosa, offre un mare cristallino dalle mille sfumature di blu o di verde.

C’è poi Ekgremni, una spiaggia di ben due chilometri di lunghezza e incastonata tra imponenti scogliere. Da molti considerata una delle migliori del Mediterraneo, offre colori simili a quelli dei Caraibi.

Voliamo ora alla spiaggia del villaggio di Vassiliki che è particolarmente frequentata da chi adora il windsurf e tutti gli sport da fare al mare.

Altrettanto suggestive sono la piccola spiaggia di ciottoli di Ammousa, quella di Mikros Gialos dove il mare è quasi sempre calmo, e la spiaggia di Desimi che offre tante insenature e grotte lungo la costa.

Infine, merita una menzione speciale Porto Katskiki, da molti ritenuta addirittura la spiaggia più bella d’Europa. Con sabbia bianca finissima, è riparata da una falesia a picco sul mare e baciata dal sole per quasi l’intero giorno. Non sono di certo da meno le sue acque che sono costantemente cristalline.

Insomma, Leucade è un vero scrigno di incedibili meraviglie.

Porto Katskiki,, Leucade

Fonte: iStock

Tutta la bellezza di Porto Katskiki
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Questo aeroporto italiano è ora un museo: ospita l’opera di Giotto

E se il viaggio e la scoperta non iniziassero una volta arrivati, ma anche durante il percorso? Quando si parte, qualsiasi sia la destinazione, lo si fa con un bagaglio prezioso sulle spalle composto da voglia di fare nuove esperienze, sete di conoscenza, desiderio di esplorare e bisogno di relax e di staccare dal tutto.

Immaginiamoci di essere in aeroporto, in attesa e, nel mentre, di lasciarsi affascinare dalla magnificenza dell’arte, quella che ha superato il tempo ed è arrivata sino a noi come testimonianza preziosa di bellezza, cultura e sapienza.

Può succedere a Fiumicino, Roma, che si è trasformato in un museo per le tante persone che vi transitano e che possono vedere per la prima volta un’opera d’arte che è stata attribuita a Giotto. Tutto quello che c’è da sapere.

L’aeroporto italiano che si è trasformato in un museo

Sarà lì, nel terminal 1 dell’aeroporto Fiumicino di Roma. Stiamo parlando della bellissima opera d’arte che è stata attribuita a Giotto e che per i prossimi mesi terrà compagnia ai viaggiatori. Non importa che siano in partenza o in arrivo, non importa neppure la loro destinazione, che potrà essere nazionale, in qualche luogo europeo oppure intercontinentale. Perché le tre vetrate datate 1310, e che pare siano state realizzate dalla mano di Giotto, saranno sempre lì, per trasformare lo scalo in un museo per tutti e per poter essere ammirate per la prima volta.

L’opera è stata resa nota al termine della cerimonia organizzata per celebrare il 50esimo anniversario di Aeroporti di Roma ed è stata messa a disposizione in prestito dal Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno, che si occupa di tutelare, valorizzare, conservare e restaurare il patrimonio artistico nazionale.

La location da raggiungere è il Terminal 1 dove ci si può far ammaliare dalle tre vetrate sulle quali è possibile ammirare il profeta Aronne e due diaconi. Sembra che inizialmente si trovassero nella Basilica di Santa Croce a Firenze e che possano essere datate 1310 circa, normalmente vengono custoditi proprio nel Museo dell’Opera di Santa Croce di Firenze.

L’aeroporto aveva già ospitato un’altra opera celebre

Se oggi sono i frammenti di vetro riconducibili a Giotto, precedentemente un’altra opera d’arte aveva accolto i viaggiatori. Era il Salvator Mundi del Bernini, rimasta nello scalo da aprile fino al primo di settembre 2023 e, numeri alla mano, pare siano stati 6 milioni di viaggiatori a poterla ammirare.

Finestre sull’Arte riporta una dichiarazione in merito del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: “È un motivo d’onore vedere associato l’evento dei 50 anni di Aeroporti di Roma alle opere del fondo edifici di culto sotto la cura del ministero dell’Interno. Per noi sono iniziative importanti, è la seconda che facciamo. Prima delle opere svelate oggi abbiamo avuto l’esposizione del Salvator Mundi di Bernini. L’aeroporto di Fiumicino è una delle principali porte d’ ingresso nel Paese e nell’Europa, un punto di eccellenza del sistema aeroportuale internazionale, e il fondo edifici di culto raccoglie un patrimonio immenso di opere artistiche, architettoniche e monumentali. Abbiamo 840 chiese con tanti beni contenute al loro interno. È un modo per attivare un programma che prevede di fare tanto per portare la gente verso le opere d’arte e portare le opere d’arte verso la gente”.

E quindi partire (o tornare) può essere anche un’ottima occasione per ammirare la bellezza di questa opera antica, rappresentativa dell’enorme patrimonio culturale e storico del nostro paese.

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Il parco tulipani più bello del mondo ha una nuova specie floreale: è dedicata a Re Carlo III

Immaginiamo una distesa di fiori multicolori, che segnano la rinascita della primavera e regalano agli occhi un’esplosione di bellezza. Le fioriture sono sempre un ottimo spunto di viaggio, soprattutto se si ama vedere come la natura sia in grado di regalarci spettacoli sempre nuovi. E se a questi si aggiunge anche la mano sapiente dell’uomo, allora è inutile dire che la magia è servita.

E quest’anno ancora più speciale, infatti se si visita il parco di tulipani più bello del mondo si potrà ammirare una nuova specie, dedicata a Re Carlo III. Per farlo bisogna raggiungere Keukenhof, il suggestivo parco floreale che si trova vicino ad Amsterdam in Olanda che riaprirà i battenti dal 21 marzo al 12 maggio. Ma non solo, perché questi specialissimi bulbi sono stati spediti anche in Gran Bretagna dove saranno visibili in tre location diverse.

I tulipani dedicati a Re Carlo III

È in arrivo una fioritura davvero speciale, perché dedicata a Re Carlo III: nello specifico è stata piantata lo scorso autunno e a breve questa speciale tipologia di tulipani potrà essere ammirata in tutta la sua bellezza. Lo racconta una nota in cui viene ricostruita la genesi del fiore e viene spiegato dove lo si potrà guardare prestissimo.

A piantare i bulbi sono stati Joanna Roper, ambasciatrice britannica nei Paesi Bassi, la direttrice del Keukenhof Sandra Bechtholt e il giardiniere Patrick van Dijk. E il risultato sarà visibile questa primavera non solo nel parco olandese. Infatti: “I suoi fiori potranno essere visti anche in Gran Bretagna – si legge -. Attraverso l’ambasciata olandese a Londra, gli speciali bulbi di tulipano sono stati spediti nell’Herfordshire. Qui i bulbi di Re Carlo III sono stati piantati nel giardino di Longmeadow, nei giardini di Monty Don e nel BBC Gardener’s World”.

L’ambasciatrice ha così commentato: “I tulipani sono forse il simbolo più famoso dei Paesi Bassi e dare a questo tulipano il nome di Sua Maestà il Re Carlo III è un modo meraviglioso per sottolineare gli stretti legami tra il Regno Unito e i Paesi Bassi. Non vedo l’ora di vedere questo tulipano in fiore, sia nel mio giardino che nel famoso Keukenhof”.

Va anche sottolineato che non si tratta della prima volta che ciò succede: basti pensare che nel 1952 era accaduto anche con un’altra tipologia dedicata alla Regina Elisabetta II. Il tulipano dedicato al Re arriverà sul mercato tra le metà del 2027 e il 2028, ma intanto sarà possibile ammirarlo prestissimo.

Dove ammirare i tulipani del Re

La data da segnare in agenda è quella del 21 marzo quando la mostra dei fiori del parco Keukenhof aprirà i battenti al pubblico e resterà tale per quasi otto settimane, durante le quali ci si potrà lasciare avvolgere dalla magia dei colori e della natura. Milioni di tulipani, narcisi, ma non solo, saranno pronti ad accogliere i quasi 1,4 milioni di visitatori attesi da tutto il mondo. Va anche ricordato che il 2024 per il parco è un anno speciale, perché si celebrano anche i 75 anni di apertura al pubblico.

Questo luogo è raggiungibile facilmente da Amsterdam, per cui è perfetto come tappa di un viaggio in Olanda. Aperto tutti i giorni dalle 8 alle 19,30, dista circa 40 chilometri dalla capitale dei Paesi Bassi ed è un’esplosione di bellezza e la rappresentazione visiva del fascino della natura.

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Lago di Piano, immerso in una riserva naturale

La Lombardia è una terra ricca di laghi, che offrono un panorama davvero affascinante: tutti conoscono il lago di Como e quello di Garda, due popolari mete turistiche in grado di richiamare visitatori da ogni parte del mondo. Molto meno noto è il piccolo lago di Piano, che è tuttavia una vera perla. Situato a poca distanza dal confine con la Svizzera, è incastonato in un paesaggio naturale meraviglioso. Scopriamolo insieme.

La bellezza del lago di Piano

Avete mai sentito parlare della Val Menaggio? È quella rigogliosa vallata lombarda che unisce il lago di Como (e più precisamente il borgo di Menaggio) a quello di Lugano, al confine con la Svizzera. Si tratta di un luogo idilliaco, dove poter vivere un’esperienza a contatto con la natura. È proprio qui che si trova il piccolo lago di Piano, conosciuto anche con il nome di lago di Romazza: di origine glaciale, è alimentato dalle acque del torrente Civagno, che nasce sulla cima del monte di Tremezzo, e ha come emissario il canale artificiale Lagadone, risalente al ‘700.

Il lago è situato a poca distanza dal borgo di Porlezza (prov. di Como), ed è inserito in un’oasi naturalistica che da esso prende il nome. La Riserva Naturale Lago di Piano è un sito di importanza comunitaria, rilevante soprattutto per la sua ricca fauna: le acque lacustri sono abitate da notevoli colonie di ninfea bianca, mentre le sponde vantano rigogliosi salici grigi e piante a canna. Per quanto riguarda la fauna, il bacino è frequentato da 17 specie di pesci, 6 di rettili, 26 di mammiferi e ben 141 di uccelli. Non a caso è uno dei posti migliori per chi ama fare birdwatching.

Lago di Piano: cosa fare e cosa vedere

Il lago di Piano è un’ottima meta per concedersi una giornata di relax in mezzo al verde: durante la bella stagione, i numerosi campeggi che sorgono sulle sue sponde si affollano di turisti alla ricerca di un po’ di fresco per sopportare meglio l’afa estiva. È anche il luogo ideale per un pic nic primaverile o autunnale, approfittando della natura che cambia per riposarsi un po’ ammirando panorami da sogno.

E in inverno? Essendo non troppo profondo e sorgendo ai piedi del Monte Galbiga, che fa molta ombra, il lago tende a ghiacciare nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio. Ecco dunque che la sua superficie si trasforma in una pista di pattinaggio, molto amata da grandi e piccini.

Questo piccolo angolo di paradiso è poi il punto di partenza ideale per chi ama fare trekking: nei dintorni ci sono numerosi sentieri da percorrere a piedi, immergendosi in un bellissimo paesaggio naturale. Infine, si può sfruttare l’occasione per visitare qualche borgo nelle vicinanze. Uno dei più suggestivi è Castel San Pietro, un piccolo centro abitato che conserva intatto il suo aspetto medievale, a partire dalle mura che lo circondano. Molto affascinante è poi il paese di Porlezza, con i suoi monumenti storici da visitare – come la Chiesa di San Vittore – e le bellezze naturali, prime tra tutte le vicine cascate.

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Le meravigliose location della serie Tv “Màkari 3”

È arrivata la terza (e attesissima) stagione di “Màkari”, la serie Tv che racconta di Saverio Lamanna, lo “sbirro di penna”, insieme all’amata Suleima e al formidabile Piccionello. Quest’anno i personaggi, interpretati da Claudio Gioè, Ester Pantano e Domenico Centamore, dovranno affrontare quattro nuovi casi di omicidio che avranno luogo in una Sicilia inedita: scopriamo insieme le meravigliose location della serie Tv “Màkari 3”.

La Sicilia di “Màkari 3”

La Sicilia di “Màkari 3” è più bella che mai, una terra azzurra come il mare da cui è accarezzata, celeste come il cielo che la avvolge, ma anche verde e ocra come le pietre, il tufo e il calcare che la rivestono.

La regia ha scelto di inquadrare una regione piena di forza ed energia, creando un prodotto che parla direttamente al cuore degli spettatori alternando commedia, dramma e indagine.

Dove è stata girata

Le indagini e le storie di Saverio Lamanna ruotano intorno al paese di Macari, una frazione del comune italiano di San Vito Lo Capo, nel libero consorzio comunale di Trapani. Si tratta di un borgo dove vivono circa 450 persone che hanno la fortuna di ammirare un paesaggio straordinario: è situato sull’omonimo e favoloso golfo ricco di calette e di posti in cui rilassarsi. Non a caso, le spiagge di Macari sono annoverate tra le più belle della Sicilia Occidentale.

E poi c’è il Bue Marino, una discesa a mare che prende vita in mezzo alle vecchie cave di tufo e con un mare blu scuro con bellissime chiazze azzurre. Si trova a Favignana ed è così chiamata perché qui, un tempo, dimoravano tante bellissime foche, in particolare della specie foca Monaca. Oggi è una caletta assai amata da chi sceglie quest’isola come sua meta di viaggio, ma in passato era una cava di tufo.

Un’altra location da sogno di “Màkari 3 “, stando a quanto si più leggere su alcuni giornali locali, è Gibellina, piccolo comune sempre in provincia di Trapani, che è un’araba fenice: è risorto dalla sue ceneri dopo un violento terremoto avvenuto nel 1968. Il vecchio centro, distrutto dal sisma, è stato abbandonato ed è oggi noto come Gibellina Vecchia. Il nuovo territorio è invece conosciuto come Gibellina Nuova, e qui diversi artisti di fama mondiale hanno creato opere che rendono questo borgo un museo a cielo aperto.

Tra le location scelte per girare “Màkari 3” c’è anche la Riserva naturale dello Zingaro, ritenuta una delle più belle zone di coste d’Italia. Si tratta di un affascinante angolo di Sicilia che si estende nella parte occidentale del Golfo di Castellammare, lungo il fianco orientale della penisola di Capo San Vito che si affaccia sul Tirreno: un vero e proprio angolo di paradiso.

Poi ancora la tonnara di Favignana che sorge a due passi dal centro storico dell’isola. Parliamo di una delle tonnare più grandi del Mar Mediterraneo di cui oggi sono visibili 24 caldaie dove il tonno veniva tranciato e poi messo ad asciugare, e il grande locale dove si lavorava il latte.

Infine Mondello, affascinante quartiere costiero di Palermo che è anche la spiaggia più trendy del capoluogo siciliano. Insomma, “Màkari 3 ” ci fa scoprire una Sicilia autentica e che vale davvero la pena conoscere.

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In questo hotel puoi dormire su un biscotto: succede a Londra

Dai viaggiatori più avventurieri a quelli che ricercano luoghi immersi nella tranquillità, tutti noi siamo sempre alla ricerca di nuove esperienze da vivere, da soli o in compagnia. Così, tra location classiche e mete da sogno, ci piace sperimentare nuove modalità di viaggio e originali posti in cui soggiornare.

Di location insolite e curiose ce ne sono ormai diverse in tutto il mondo. Dagli “heuhotel” in cui dormire in una stalla, all’hotel galleggiante , fino alla bizzarra dimora in cui è possibile dormire nel ventre della balena di Moby Dick. Se vi dicessimo che da adesso, tra le location più particolari, potete dormire anche su un biscotto? No, non uno qualsiasi, bensì il celebre e immortale Oreo.

Ci troviamo nel Regno Unito e più precisamente a Chessington, Londra. Proprio qui sorge uno dei parchi a tema safari più belli del mondo: il Chessington World of Adventures Resort.

Il Safari Hotel più originale

Nel Safari Hotel del parco è possibile dormire in bellissime stanze a tema safari riccamente decorate per rendere anche il pernottamento un’avventura unica. Tra le camere che lo compongono troviamo, ad esempio, le stanze della tigre, quelle del tempio delle scimmie o della giraffa, oltre che la curiosa sala Jumanji.

Ma non è tutto, perché in questo fantastico hotel sono state inaugurate due nuove camere a tema che si distinguono da tutte le altre. Una in particolare è davvero insolita e “golosa”: la camera Oreo. Gli affezionati di questo dolcetto ne saranno sicuramente entusiasti.

Dormire su un biscotto: la camera a tema Oreo

Nella nuova stanza del Resort tutto ricorda il celebre biscotto al cacao che racchiude una dolce crema al latte. Dal letto tondo che riproduce fedelmente il biscotto Oreo nei colori delle lenzuola, passando per il pavimento decorato con una scia che ricorda il latte.

Nella camera troviamo anche un letto a castello stravagante che assomiglia a tutti gli effetti una pila di biscotti. Inoltre, le tonalità azzurre delle pareti restano fedeli ai colori del celebre marchio e la carta da parati presente in bagno riporta le immagini di questo dolcetto goloso.

In questa ambientazione speciale e unica non possono di certo mancare anche dei veri e propri biscotti originali: lo spuntino perfetto per una carica di bontà durante la permanenza in questo luogo bizzarro e ricco di divertimento assicurato.

Il soggiorno avventuroso all’interno della camera Oreo è prenotabile online direttamente dal sito web della struttura, con un prezzo che parte da £ 259 e che comprende alloggio, colazione, biglietto d’entrata per il parco avventura per gli tutti gli ospiti il primo giorno e un ulteriore biglietto gratuito per il secondo giorno di permanenza.

Stanza Oreo nel Safari Hotel di Londra

Fonte: Jam Press/Chessington World of Adventures / IPA

Letto a castello della stanza Oreo, nel Safari Hotel di Londra

L’altra nuova e particolare stanza a tema

Oltre alla camera Oreo, l’altra novità del Safari Hotel di Chessington è la stanza Capri-Sun, omonimo marchio altrettanto celebre per i suoi squisiti succhi di frutta. Ciò che rende speciale questa camera è un vero e proprio scivolo giallo su cui i bambini possono divertirsi, oltre a decorazioni a tema e ad un goloso minibar pieno dei famosi succhi.

Karl Phipp, Direttore delle operazioni alberghiere del Chessington World of Adventures Resort, ha dichiarato: “Speriamo che le famiglie li trovino deliziosi e, dopo una giornata trascorsa godendosi il nostro parco a tema e lo zoo, un soggiorno in una stanza con il proprio scivolo o un letto a forma di Oreo continua semplicemente il divertimento“.

Stanza Capri-Sun scivolo Safari Hotel Londra

Fonte: Jam Press/Chessington World of Adventures / IPA

Stanza Capri-Sun nel Safari Hotel del Chessington World of Adventures Resort
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Questi giardini stanno per fiorire: l’appuntamento magico

Profumi inebrianti, colori sgargianti e paesaggi che si riempiono d’incanto: con l’arrivo della primavera la natura riprende a vivere e prosperare.

Lo vediamo ad ogni passo, dai giardini in fiore, alle piante che riprendono vigore, ai frutti che iniziano a maturare. E anche noi ritorniamo a vivere e a meravigliarci davanti allo spettacolo della natura.

C’è un luogo, in particolare, dove l’esperienza della fioritura primaverile rappresenta un vero e proprio incanto: i Giardini di Castel Trauttmansdorff, a Merano. Come ogni anno, anche nel 2024 questo splendido parco è pronto a riaprire le porte in una veste nuova, con visite guidate alle installazioni, eventi e tanto altro.

I Giardini di Castel Trauttmansdorff

Ad ospitare questi meravigliosi giardini è il Castel Trauttmansdorff di Merano, in Alto Adige. Questa è la dimora in cui l’Imperatrice Elisabetta, Sissi, ha trascorso diversi periodi di vacanza nel corso della sua vita ed è in suo onore che il parco annesso è noto anche come “Giardini di Sissi“.

Oggi sede del Touriseum (il Museo del Turismo), il castello e l’intera tenuta sono un luogo dal fascino unico in cui natura, storia e cultura si fondono armoniosamente in un tripudio di colori e profumi, di  antico e contemporaneo.

Aperti per la prima volta nel 2001, gli splendidi Giardini di Castel Trauttmansdorff sono uno spettacolo da ammirare almeno una volta nella vita o, ancor meglio, in ogni nuova stagione primaverile.

Con un’estensione di ben 12 ettari e più di 80 aree botaniche di estrema bellezza, disposte a formare un grazioso anfiteatro naturale, i Giardini di Sissi aprono lo sguardo al paesaggio circostante: da qui si possono ammirare la città di Merano e le imponenti montagne che la circondano in un abbraccio.

Il tema botanico 2024

La natura cambia costantemente, giorno dopo giorno, un po’ come noi. E cambia anche la composizione dei Giardini di Sissi che, anno dopo anno, danno luce a piante e fiori provenienti da tutto il mondo, seguendo una tematica, un racconto che guida i visitatori alla scoperta delle bellezze naturali che vivono il nostro pianeta.

Dopo il tema botanico delle “Piante carnivore“, a quello sulle “Piante profumate ed aromatiche”, per citarne alcuni,  il 2024 è dedicato alle splendide succulente: “Succu…cosa?”.

Il nome curioso dato alla nuova tematica riflette la natura resiliente delle specie che la compongono.  Sì, perché queste piante, dalle forme e dai colori più disparati, sono capaci di immagazzinare acqua per poi utilizzarla nei momenti di siccità. Un esempio di come la natura sappia adattarsi e sopravvivere nelle diverse condizioni climatiche, anche le più estreme.

Nel corso della visita ai giardini potremo ammirare un vasto numero di esemplari di succulente: dai più famosi cactus, ananas ed aloe, fino ai meno conosciuti e provenienti da luoghi remoti. Sono tante le curiosità da scoprire quest’anno. Per esempio, sapevate che anche la vaniglia appartiene a questa categoria di piante?

Giardini di Castel Trauttmansdorff, succulente

Fonte: Karlheinz Sollbauer

Succulente ai Giardini di Castel Trauttmansdorff

Quando e come vivere l’esperienza dei giardini in fiore

Appuntamento al 29 marzo 2024 per la nuova stagione dei Giardini di Castel Trauttmansdorff, che si concluderà il 15 novembre.

Sarà possibile vivere un’esperienza immersiva a contatto con la meraviglia della natura tutti i giorni, dalle 9 alle 19. Nei mesi estivi di giugno, luglio e agosto il venerdì vedrà un orario esteso fino alle 23: l’occasione perfetta per godere di uno spettacolo incantevole anche nella quiete e nella frescura delle serata, quando il sole si mette a riposo e la luna illumina di magia tutto ciò che la circonda.

Giardini di Castel Trauttmansdorff: le succulente

Fonte: Karlheinz Sollbauer

Piante dei Giardini di Castel Trauttmansdorff
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A partire da questa estate potrebbe volare una nuova compagnia aerea

Una nuova compagnia aerea si prepara a decollare, forse già a partire da questa estate: si tratta della Sociedad Uruguaya de Aviación, che avrà base presso l’aeroporto internazionale di Carrasco, il principale scalo dell’Uruguay. Sarà la prima compagnia di bandiera del Paese da oltre dieci anni, dopo la chiusura della precedente. Quali sono le novità che ci attendono e i primi voli del vettore? Scopriamolo insieme.

La nuova compagnia aerea dell’Uruguay

L’Uruguay aveva una compagnia aerea di bandiera, la Pluna, creata nel 1936 e liquidata nel 2012: da quel momento, ogni operazione di volo è stata interrotta, mentre i collegamenti sono stati portati avanti solamente da vettori stranieri. Ora il Paese si prepara a lanciare la Sociedad Uruguaya de Aviación, la sua nuova compagnia di bandiera. Si tratta di una società privata al 100%, e a guidarla sarà il CEO Antonio Rama, pilota di Boeing 777 per la Qatar Airways, nonché istruttore di volo e simulatore. Nel suo curriculum vanta ben 24mila ore di volo, oltre ad una laurea post-diploma in Gestione Aziendale Internazionale presso l’università della Cumbria e un master in Gestione Aeronautica e Aeroportuale.

Rama ha già avuto esperienza in questo ambito, avendo fatto parte del consorzio fondatore della compagnia aerea low cost Uair, in attività per un paio d’anni dal 2003 al 2005. Stavolta ci riprova con la Sociedad Uruguaya de Aviación, che avrà la sua base presso l’aeroporto internazionale di Carrasco. Lo scalo, il più importante del Paese, si trova a pochi km dalla capitale Montevideo e serve tutta la sua area metropolitana. Opera voli nazionali e internazionali, collegando il Sud America, l’America Centrale, il Nord America e l’Europa. Le nuove rotte eseguite dalla SUA dovrebbero partire entro il 2024, e probabilmente già durante la prossima estate.

La flotta e le prime rotte

Secondo AvionRevue, la compagnia aerea potrebbe ricevere le certificazioni per i suoi aeromobili entro 4/6 mesi, dopo i quali potrà avviare le operazioni. La sua flotta sarà interamente composta da Airbus, anche se non è ancora stato annunciato quale sarà il modello di velivolo con cui volerà. Secondo i piani della Sociedad Uruguaya de Aviación, nei prossimi 18 mesi dovrebbero essere introdotti i primi 6 aerei. In seguito la flotta dovrebbe crescere, sino ad arrivare ad un totale di 18 aerei entro 3 anni. Una grande occasione per risollevare l’economia del Paese, dal momento che si stima la creazione di ben 300 posti di lavoro diretti e circa 1.500 posti di lavoro indiretti.

Quali rotte eseguirà la nuova compagnia aerea di bandiera dell’Uruguay? I primi collegamenti confermati sono quello principale tra Montevideo e Buenos Aires, nonché ulteriori voli con città in Argentina, Brasile e Paraguay. L’obiettivo dell’azienda è quello di migliorare le rotte aeree per favorire l’arrivo di turisti nel Paese. L’aeroporto internazionale di Carrasco, negli ultimi anni, ha segnato numeri in continua crescita: lo scorso gennaio ha registrato il suo record storico, con oltre 201mila passeggeri – superando così il precedente primato del 2012, quando nello scalo erano transitati ben 197mila viaggiatori.

La Sociedad Uruguaya de Aviación, come annunciato da Rama, è anche in trattativa con Airbus per stabilire nel Paese il primo centro operativo e di manutenzione per l’America Latina, che prevede l’installazione di un simulatore di volo completo, per l’addestramento – entro un periodo di 5 anni – di piloti nella regione. Si spera così di invertire il fenomeno della fuga di professionisti dall’industria aeronautica, un problema che affligge l’Uruguay da tempo.