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Questa vecchia gru è stata trasformata in un alloggio con vista mozzafiato

I viaggi sono il mezzo più divertente e avventuroso che abbiamo per scoprire il mondo. Ancora di più se arricchiti da esperienze indimenticabili, da soggiorni in posti straordinari e da momenti che resteranno per sempre da custodire tra i ricordi più belli e preziosi.

Immaginiamoci, quindi, di poter dormire a un passo dal cielo e di osservare l’orizzonte, colmando lo sguardo di meraviglia. Può succedere se si soggiorna in una vecchia gru, che trasformata in alloggio offre ai suoi ospiti un’esperienza inedita, unica e una vista che toglie letteralmente il fiato.

Usata in passato per scaricare le navi mercantili, ha trovato nuova vita ed è diventata una location davvero unica dove alloggiare, per rendere una vacanza e il viaggio ancora più emozionanti. Si trova ad Harlingen, piccola cittadina olandese affacciata sul mare che si trova a circa un’ora e mezza di distanza da Amsterdam.

Dormire in una gru: è possibile nei Paesi Bassi

La vista è di quelle che tolgono il fiato, perché la vecchia gru che si trova ad Harlingen, nei Paesi Bassi, si affaccia sulla costa del Mare del Nord e, come viene spiegato sul sito, è stata per tanto tempo un “faro” per tutti i marittimi che si trovavano ad arrivare nel porto cittadino.

Per numerosi anni è stata utilizzata per scaricare le navi, poi è entrata in disuso: realizzata nel 1967, fino al 1996 era il mezzo utilizzato per levare il carico di legname in arrivo da Russia e Scandinavia. Poi è stata acquistata nel 2001 e hanno preso il via i lavori, portati avanti da un team per due anni, per restituirgli nuova vita.

Ora ci sono due ascensori che portano in alto, verso il cielo, che hanno sostituito le scale e sono perfetti per raggiungere quella che un tempo era la sala macchine e ora è un alloggio dotato di ogni comfort e impreziosito da una vista spaziale. Si trova a 17 metri dalla banchina ed è perfetta per il soggiorno di due ospiti.

Dentro la stanza sulla gru, la vista toglie il fiato

La camera per due persone è stata ricavata in quella che, precedentemente, era la sala macchine. Qui si trovano un ampio letto matrimoniale, una seduta Charles Eames, una grande doccia e tutto ciò che potrebbe servire per gustare una ricca colazione.

Le finestre sono molto grandi e permettono di osservare i dintorni abbracciandoli con un solo sguardo. Questo alloggio così particolare ha anche due aspetti davvero peculiari. Innanzitutto, può girare di 360 gradi per consentire agli ospiti di scegliere “l’orizzonte” che preferiscono, poi è dotato di una grande terrazza sul tetto che offre una vista ancora più spettacolare e capace di togliere letteralmente il fiato.

Trascorrere una notte lì, secondo il sito, ha un costo di circa 349 euro colazione inclusa e da domenica e giovedì. Inoltre, vale anche la pena programmare una vacanza in questi luoghi perché ci sono tantissime cose da fare e da vedere, inoltre la cittadina è vicinissima ad Amsterdam. Infatti, per raggiungere in auto la capitale dei Paesi Bassi, ci vuole solamente un’ora e mezza circa, due se si viaggia in treno.

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Airbnb Notizie Viaggi weekend

Puoi trascorrere un weekend con Christina Aguilera nella sua casa: ecco come

Un fine settimana in compagnia di una delle pop star con la voce più bella e potente in circolazione, tra lusso, musica e nella città che non dorme mai.

Un sogno? No, è realtà: si può prenotare direttamente su Airbnb, il programma è davvero fitto e comprende alcune esperienze indimenticabili. Tra queste quella di poter trascorrere del tempo con Christina Aguilera, assistere alla sua performance e vivere momenti indimenticabili in un appartamento lussuoso. Tutto quello che c’è da sapere per provare a prenotare.

Nella casa di Christina Aguilera e insieme a lei: come fare

Il sogno di ogni fan è quello di poter trascorrere del tempo insieme alla propria star del cuore, un desiderio che spesso sembra irraggiungibile, ma che ora diventa realtà, almeno per tutti coloro che amano la voce inconfondibile di Christina Aguilera.

La cantante infatti ha messo a disposizione una favolosa abitazione a Las Vegas per un massimo di 4 fortunati che potranno soggiornare in questo lussuoso appartamento, assistere al suo spettacolo dal vivo da posti vip, ma non solo: perché nel pacchetto è previsto anche del tempo da passare con lei.

Vista di una camera da letto dell'alloggio di Las Vegas di Christina Aguilera

Fonte: Airbnb – Foto Victor Leung

Una camera da letto dell’alloggio di Las Vegas messo a disposizione da Christina Aguilera

Nel dettaglio il weekend è dal 29 febbraio al 2 marzo 2024 e le prenotazioni, per un massimo di quattro persone, sono state aperte direttamente su Airbnb al link della dimora messa a disposizione dalla pop star.

Ma cosa si potrà fare durante il soggiorno? Il programma è davvero fitto e comprende, soprattutto, la possibilità di sorseggiare un drink in compagnia di Christina, chiacchierando e gustando prelibatezze. Inoltre, è prevista una foto da poter conservare come ricordo di un momento così speciale. Ma non solo, perché si dormirà nel lussuoso appartamento a due passi dal cuore pulsante della Strip, la strada più celebre di Las Vegas.

L'esterno dell'alloggio a Las Vegas di Christina Aguilera

Fonte: Airbnb – Foto Victor Leung

Vista sull’esterno dell’alloggio a Las Vegas di Christina Aguilera

Nel programma sono previsti anche: una lezione privata di burlesque insieme a Sarah Mitchell, celebre coreografa e ballerina che collabora con la pop star da oltre 10 anni, una glam session con il team della cantante ispirata ai suoi look più iconici, un servizio fotografico in stile boudoir e una cena nel ristorante preferito dell’artista, immerso nell’atmosfera unica della Strip. Non possono mancare, ovviamente, dei posti VIP per per poter assistere al suo nuovo spettacolo. E, infine, una selezione esclusiva di prodotti di Playground, brand di Christina dedicato alla salute e al benessere sessuale.

Come è l’alloggio extralusso

Grandi vetrate che si affacciano sull’ambiente circostante, design moderno, dettagli curati e che restituiscono allo sguardo un ambiente sofisticato, elegante ed extralusso.

A osservare le immagini dell’alloggio messo a disposizione da Christina Aguilera a Las Vegas si viene subito catapultati in un luogo da sogno, dove trascorrere giornate indimenticabili un po’ perché si ha l’opportunità di incontrare una delle star più brillanti del panorama musicale internazionale, un po’ perché una location di questo tipo è davvero un sogno.

Le richieste di prenotazione sono aperte, per poter trasformare quello che magari era solo un desiderio in realtà. Senza dimenticare che vale davvero la pena visitare, almeno una volta nella vita Las Vegas: la città che non dorme mai, dove il divertimento è assicurato, dove c’è sempre qualcosa da fare e qualche luogo da scoprire. E anche il luogo in cui i sogni possono diventare tangibili.

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Europa Irlanda isole luoghi misteriosi mete storiche Notizie panorami siti archeologici Viaggi

In Irlanda come veri archeologi per scoprire i segreti dell’isola verde

Oltre ai suoi suggestivi panorami naturali, l’Irlanda è famosa anche per l’importante patrimonio archeologico che custodisce sul suo territorio. E se un semplice tour guidato alla scoperta di queste bellezze non vi basta più, potete approfittare dell’occasione per diventare dei provetti Indiana Jones e contribuire ai lavori archeologici sull’Isola di Smeraldo. In che modo? Ecco alcune delle esperienze più affascinanti da provare.

Irlanda, i tour di Ancient Odysseys

Avete mai sentito parlare della Wild Atlantic Way? Si tratta di uno degli itinerari panoramici più suggestivi al mondo, ben 2.500 km che si dipanano in nove contee e tre province, offrendo una grandissima varietà di paesaggi naturali e di incantevoli villaggi dove il tempo sembra essersi fermato. Quest’anno ricorre il decimo anniversario dalla sua inaugurazione: alcune delle sue tappe affascinanti consistono in preziosissimi siti archeologici che meritano sicuramente una visita. Con Ancient Odysseys potete vivere un’esperienza davvero unica e sentirvi dei veri archeologi.

La prima proposta è una vacanza presso la desolata distesa calcarea del Burren, dove nei prossimi mesi si lavorerà per riportare alla luce un importante complesso fortificato. I più avventurosi avranno la possibilità di partecipare agli scavi, diventando così testimoni diretti delle scoperte che potrebbero avvenire in questo antichissimo sito archeologico. Il viaggio verrà organizzato nel mese di luglio 2024 e avrà una durata di 5 giorni: prevede l’opportunità di fare esperienza delle metodologie di lavoro in ambito archeologico, durante le operazioni che contribuiranno a far riemergere l’insediamento di Caherconnel e gli antichi reperti rimasti sotto terra per millenni.

Un’altra proposta interessante, sempre offerta da Ancient Odysseys, consiste in un viaggio di 5 giorni alla scoperta dei più suggestivi siti archeologici della Wild Atlantic Way. Spicca, in particolar modo, il misterioso Dun Aonghasa: si tratta di una fortificazione in pietra risalente all’età del ferro, costruita su una scogliera a picco sull’oceano sulla più grande delle tre isole Aran. Ci sarà anche la possibilità di visitare l’abbazia di Kylemore e di fare un tour della città di Galway, per immergersi nelle sue meraviglie.

L’esperienza su Achill Island

Se queste incredibili avventure non bastano a soddisfare la vostra voglia di esplorare l’Irlanda, c’è ancora un’altra proposta che potreste trovare davvero interessante. Si tratta del viaggio promosso dall’Achill Archaeological Field School, che nel mese di agosto 2024 organizzerà una settimana di vacanza dedicata al mondo dell’archeologia irlandese. I partecipanti potranno così assaporare quelli che sono i metodi di lavoro sul campo e, ovviamente, apprendere tante curiosità anche sull’antropologia e sulla storia locale.

L’esperienza avrà luogo sempre lungo il percorso della Wild Atlantic Way, in una location d’eccezione: si tratta di Achill Island, suggestiva isola situata al largo della costa della contea di Mayo. Collegata alla terraferma da un ponte girevole, è spesso meta di turisti durante l’estate per via delle sue spiagge da sogno e delle onde che fanno la gioia di tutti gli amanti del surf. Inoltre, da un po’ di tempo a questa parte è finita nel mirino di tutti quei viaggiatori che organizzano le loro vacanze sulla base dei loro film preferiti: Achill Island ha infatti avuto un ruolo chiave nelle riprese de Gli spiriti dell’isola, il capolavoro con Colin Farrell.

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Shopping, lusso e design: la capitale della moda è italiana, ed è bellissima

Fascino, bellezza e design: la moda è quell’arte per cui l’Italia è celebre in tutto il mondo detenendo primati di lusso e qualità. Negozi e boutique appartenenti a grandi marchi, showroom d’arte, design, fotografia, hotel e ristoranti dall’aspetto elegante che si affacciano per le strade delle nostre meravigliose città. E tra i magnifici luoghi della moda e del design italiano spicca il capoluogo della Lombardia, la città della Madonnina: Milano.

Milan l’è un gran Milan“, recita il celebre detto popolare. Ed effettivamente, quando si parla di lusso e tendenze, Milano fa da apripista. Sede della Milano Fashion Week e del Fuorisalone, tra gli eventi più influenti, la città meneghina offre numerosi luoghi della moda da visitare e assaporare con una lenta camminata, da soli o in compagnia, alla scoperta del suo lato più creativo ed esclusivo.

Sono quattro le aree che fanno di Milano la capitale della moda: il Quadrilatero della Moda, il quartiere di Brera, Via Tortona e Corso Como. Il filo comune sono il lusso, la moda, il design e le arti, ma ognuno di questi quartieri ha la propria peculiarità che lo rende unico e inimitabile.

Il Quadrilatero della Moda

Cuore pulsante della Milano Fashion Week, il Quadrilatero della Moda è il quartiere celebre in tutto il mondo per lo shopping di lusso, il design e gli eventi ad essi collegati. Sono quattro le strade della città meneghina che ne delimitano l’area (per questo viene definito Quadrilatero): Via Monte Napoleone, Via Manzoni, Via della Spiga e Corso Venezia.

Qui, tra eleganti strade, come Via Bagutta, Via Gesù e Via Santo Spirito, spiccano tutte le migliori firme d’alta qualità: boutique e gioiellerie, showroom di abbigliamento, design e arredamento. Non si tratta di semplici negozi, ma di luoghi che sembrano gallerie d’arte, con eventi, fotografi e celebrità all’ordine del giorno.

Ma il Quadrilatero della Moda non è solo lusso sfrenato e budget da ricchi: ci troviamo, infatti, nel pieno centro storico di Milano e qui la storia della città si respira in ogni angolo. Tra palazzi storici e scorci che richiamano il passato, merita una sosta il Museo Bagatti Valsecchi, una casa-museo con una ricca collezione d’arte tra le più importanti d’Europa. Per approfondire la storia del costume e della moda, invece, potete recarvi nel magnifico Palazzo Morando.

Un’altra chicca da scoprire è la nuova “Piazza del Quadrilatero“, il palazzo del ‘500 che era la sede del Seminario Arcivescovile, restaurato completamente e aperto al pubblico dopo 500 anni di uso privato. L’edificio ospita un hotel di lusso e, sotto le colonne storiche, puoi recarti in vari negozi di alta moda e di artigianato, bere un drink respirando tutta la magia dell’arte unita al design oppure partecipare ad eventi esclusivi.

Brera, il design district tra arte antica e moderna

In questo quartiere situato nel cuore di Milano si respira l’arte in ogni vicolo e palazzo. L’Accademia di Belle Arti, insieme alla Pinacoteca di Brera (importantissima galleria nazionale d’arte antica e moderna) sono i luoghi più celebri di Via Brera, l’arteria principale di quest’area urbana. Lungo la camminata in Brera, meritano sicuramente una visita anche la Biblioteca nazionale braidense e la Galleria d’arte moderna.

Lo stile bohémienne, i laboratori e negozietti artistici, le gallerie d’arte e i negozi di lusso che si affacciano su vicoli di Brera rendono la passeggiata un’esperienza unica e decisamente affascinante. Ci troviamo nel centro della città, una metropoli, ma ci sembra di essere nelle suggestive strade di Montmartre, sconnessi dalla frenesia del mondo contemporaneo.

Proprio qui, durante le attesissime settimane della Moda e del Design, nel Brera Design District (tra via Brera, via Pontaccio, via Solferino e via Fiori Chiari) vengono organizzati numerosi eventi che attraggono moltissimi appassionati e curiosi. Ma non si tratta solo di moda e luxury, perché è soltanto in queste occasioni che Brera mostra al pubblico la parte migliore di se: i cortili interni dei più bei palazzi meneghini aprono le porte ai visitatori che rimangono estasiati dalla bellezza senza tempo di questi edifici storici.

Pinacoteca di Brera

Fonte: iStock

Cortile interno della Pinacoteca di Brera

Corso Vittorio Emanuele II, con la sua celebre Galleria

Tutti ne hanno sentito parlare e moltissimi ci sono stati. Ormai uno dei simboli della città di Milano, la Galleria Vittorio Emanuele II è considerata il Salotto di Milano, lungo l’omonimo corso che collega Piazza del Duomo con Piazza della Scala. Uno dei primi esempi di centro commerciale in tutto il mondo, la Galleria è costellata di boutique di lusso dei più celebri marchi d’alta moda, oltre che ristoranti stellati. Non si può non riconoscere la bellezza di questa struttura neorinascimentale con il suo suggestivo tetto in vetro e ferro.

Via Tortona, sede del Mudec

Una volta dominata da fabbriche e case in cui vivevano gli operai, oggi il quartiere di Tortona è un luogo vivo e creativo in cui moda, design, cultura e arti si fondono in un’atmosfera unica e suggestiva. Qui si respira un clima più internazionale e creativo, con atelier fotografici, di moda e design in ogni angolo. Una tappa obbligata è il Mudec (il Museo delle Culture di Milano) che è stato sede di importanti mostre d’arte, come quelle dedicate a Frida Kalho e Bansky, per fare degli esempi.
Una delle chicche della zona di Tortona è sicuramente la sede principale di Armani, in Via Bergognone. Costruita nell’ex fabbrica di produzione Nestlé ospita il Silos Armani, l’archivio storico del brand. Oltre ad un magnifico esempio di recupero industriale, questo edificio è una tappa obbligatoria per ammirare la storia di uno dei brandi di alta moda più blasonati in tutto il mondo.

Corso Como, tra arte e moda

Lungo 280 metri, Corso Como unisce Piazza XXV Aprile con la stazione di Porta Garibaldi. Una passeggiata in questa via pedonale è d’obbligo, sia per i palazzi storici e le boutique di moda presenti, sia per il fantastico concept store 10 Corso Como di Carla Sozzani. Nato nel 1990 è diventato negli anni il cuore della moda e del design di questa celebre via di Milano. Degna di nota è anche la Galleria Carla Sozzani, una libreria che racchiude arte, design, moda, cultura, fotografia, food e tanto altro. Corso Como è anche una delle zone principali della vita notturna milanese e dal 2012 ospita il famoso evento Fuori Salone.

Un'area dell'hub 10 Corso Como

Fonte: iStock

Un’area del palazzo storico in cui si trova “10 Corso Como”
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Borghi campello sul clitunno Fiume itinerari culturali Umbria vacanza natura Vacanze natura Viaggi

Il fiume per tutta la famiglia: le Fonti del Clitunno e il borgo di Campello

La primavera si avvicina a grandi passi e anche se non è ancora giunto il momento di cambiare gli armadi, il risveglio della natura già attira verso le prime avventure outdoor dell’anno.

A Campello sul Clitunno, un piccolo comune della provincia di Perugia posto sul tracciato della via Flaminia, si trovano un luogo ideale per coniugare la voglia di verde con un contesto adatto a tutta la famiglia, compresi i più piccoli, all’interesse per la storia, la cultura e l’arte di un pezzo d’Italia.

Il Clitunno citato nel nome del paese è infatti il fiume che corre nel suo territorio. Lungo circa 60 chilometri e di portata modesta, le cui acque sfociano in quelle del fiume Topino, questo piccolo corso d’acqua porta con sé l’aura misterica di tempi remoti, vista la sua presenza negli scritti di autori latini come Virgilio, Properzio, Stazio, Claudiano e Giovenale.

A Campello il Clitunno ha le sue sorgenti, che danno origini a un’area verde ampia oggi racchiusa in un parco pubblico denominato le Fonti del Clitunno, al quale si può accedere pagando un modesto biglietto di accesso (€3, gratuito sotto i 10 anni).

Fonte: Lorenzo Calamai

Le Fonti del Clitunno, con la loro affascinante vegetazione

Nelle vicinanze si trova un tempietto longobardo, costruito nel Medioevo sulle ceneri di un precedente edificio religioso romano collegato ad alcuni riti relativi alla presenza delle fonti. La costruzione è inserita nel circuito Longobardi in Italia: i luoghi del potere, una serie di siti patrimonio dell’UNESCO legato alla presenza del popolo longobardo nel nostro Paese.

Poco più lontano il castello di Campello Alto, nucleo originario dell’attuale cittadina, domina un colle tornito, punteggiato sui dolci fianchi dagli alberi d’ulivo da cui si estrae il pregiato olio che ha fatto la fortuna di questo pezzo di Umbria.

Le Fonti del Clitunno

“Qui folti a torno l’emergente nume/stieno, giganti vigili, i cipressi;/e tu fra l’ombre, tu fatali canta/carmi, o Clitumno.” Parole di Giosuè Carducci, pubblicate nel primo libro delle Odi Barbare nella poesia Alle fonti del Clitumno, dedicata alle dolci acque che sgorgano all’ombra dei salici.

Una visione che, anche se oggi non ispira forse gli stessi richiami classicisti dell’opera del poeta, è ancora pronta ad essere goduta. Nella loro conformazione odierna, voluta dal conte Paolo Campello della Spina nella seconda metà dell’Ottocento, le Fonti appaiono come uno specchio d’acqua cristallina, alimentata da sorgenti sotterranee e che, tra riflessi azzurri e turchesi, mostra con perfetta trasparenza la ricca vegetazione acquatica che cresce sul fondale.

Cigni, germani e papere popolano il parco, immerso nel silenzio e nella tranquillità, mentre brevi sentieri si snodano attorno alle acque tra salici e cipressi calvi. Quest’ultimo è un albero tipico dell’America settentrionale, raro nel nostro paese, dov’è stato introdotto soltanto nel 1640.

Fonte: Lorenzo Calamai

Uno scenografico salice poggia su un isolotto in mezzo alle acque

Si tratta di un albero a suo agio in terreni estremamente ricchi d’acqua, noto anche come cipresso delle paludi. Le sue foglie assumono un affascinante colore rosso in autunno, cadono in inverno (a differenza delle altre conifere) e rinascono a primavera con un verde tenue che ben s’intona con il contesto rilassante delle Fonti del Clitunno.

Il parco storico delle Fonti del Clitunno è aperto dalle 9:00 alle 19:00 da aprile a settembre, a marzo dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 18:00, nei mesi invernali dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 16:30.

Fonte: Lorenzo Calamai

Un timido cigno sosta sulle rive del Clitunno

Il tempietto longobardo

Proseguendo dalle Fonti del Clitunno per circa un chilometro, attraversata la frazione di Pissignano, si incontra il tempio longobardo facente parte dei siti patrimonio dell’umanità Longobardi in Italia: i luoghi del potere, che annovera peraltro anche il duomo di Spoleto tra i sette luoghi inseriti nel circuito, a meno di 20 chilometri di distanza.

Datato fra il IV e il VII secolo d.C., questo tempietto corinzio sembra sia stato costruito sui resti di un precedente luogo sacro romano. Nei dintorni delle sorgenti delle vicine sorgenti del Clitunno infatti vi veniva venerata la divinità omonima al fiume e venivano organizzati stagionalmente riti sacri, conosciuti come sacra clitumnalia.

Fonte: ph. Caba2011 – con licenza CC BY-SA 4.0

Il frontone del tempio longobardo del Clitunno

Oggi il Tempietto si presenta su due livelli: un basamento con una camera accessibile da un portale sul fronte e una parte superiore in forma di tempietto. Nella parte superiore si può ammirare la facciata con quattro colonne corinzie ed il frontone. L’accesso era garantito da due rampe di scale laterali. All’interno resistono ancora affreschi dell’VIII secolo che ritraggono san Salvatore, a cui era consacrato il tempio. La piccola edicola che campeggia al centro dell’abside reimpiega elementi scultorei del I secolo, recuperati dal precedente luogo di culto pagano.

Il borgo di Campello

Campello sul Clitunno si articola su due diversi livelli. Campello Basso è la cittadina ad oggi abitata, che conta circa 2mila abitanti e la cui principale attrazione è Chiesa della Madonna della Bianca, edificio religioso di origine cinquecentesca voluta dal Vescovo di Spoleto Francesco Eroli.

Inizialmente chiamata Chiesa della Madonna del Soccorso, trovo infine la sua particolare denominazione per contrapporla alla Madonna della Bruna di Castel Ritaldi e alla Madonna della Rossa di Pietrarossa, entrambe nelle vicinanze. Si dice che la Bianca di riferimento fosse una Madonna col Bambino dipinta da un artista locale con un incarnato particolarmente pallido.

Fonte: ph. LigaDue – con licenza CC BY 3.0

La Chiesa della Madonna della Bianca

Posta al centro di una angusta piazza e con un ulivo secolare sul retro, si presenta come una sorta di edificio composito, visti i differenti momenti di restauro e rinnovamento. La restaurazione avvenuta nel 1797, ad esempio, portò a sovrapporre elementi tipici del neoclassicismo a quelli rinascimentali già presenti.

Il nucleo più antico del paese però si trova a Campello Alto, il piccolo borgo fortificato sulla vetta dell’adiacente colle, che supera i 500 metri di quota. Si sviluppò intorno ad un castello qui costruito nel 921 da Rovero di Champeaux, barone di Borgogna, dal quale si dice che il paese abbia preso il nome.

Il castello di Campello Alto conserva ancora intatte le mura. Il borgo è accessibile tramite un’unica porta, superata la quale si trova la spoglia facciata romanica della Chiesa di San Donato, al cui interno si trova un pregevole altare ligneo in stile barocco. Dal piccolo quanto pittoresco borgo si gode di una straordinaria vista su tutto il territorio circostante.

Non lontano da Campello Alto si trova la località Colle, frazione minima fuori dalle fortificazioni del borgo, immersa tra gli ulivi. Vi si trova l’austera e per questo affascinante Chiesa di Santa Maria della Misericordia, risalente al XV secolo.

Il giro del parco storico delle Fonti, del tempio longobardo e del borgo di Campello occupa perfettamente una giornata di fine inverno, tra febbraio e marzo, senza imporre ritmi frenetici e anzi, godendo degli istanti di quiete e bellezza offerti dalle diverse tappe. Un itinerario ideale per una gita fuori porta alla scoperta di alcuni dei tanti tesori nascosti nel cuore dell’Umbria.

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Huancayo, la città amata da tutti i viaggiatori

Ogni Paese del mondo nasconde luoghi e città che spesso vengono messe in secondo piano dai viaggiatori. In alcune circostanze ci sono validi motivi per cui farlo, mentre in altre si rischia di commettere un grosso errore. È il caso di Huancayo, una città del Perù che, probabilmente, ha meno da offrire rispetto ad altre realtà del Paese, ma che riesce comunque ad essere amata da chiunque la incroci lungo il suo cammino. I motivi? È moderna ma contemporaneamente legatissima alle sue tradizioni; sorge in una rigogliosa vallata circondata da imponenti montagne; si mangia benissimo ed i suoi abitanti sono particolarmente ospitali e sorridenti.

Informazioni utili

Huancayo è una città del Perù centrale, capoluogo della regione di Junín. Sorge in un ambiente che è davvero in grado di emozionare: sulla cordigliera delle Ande, al centro della fertile valle del Mantaro. È una megalopoli e anche piuttosto caotica, ma anche un luogo dove il moderno riesce a mescolarsi in maniera armoniosa con un forte senso della tradizione.

Le sue strade piene di vita, persone, sono spesso la sede di alcuni dei ristoranti migliori di tutto il Perù, che frequentemente si distinguono anche per la loro eleganza. C’è poi l’artigianato a colpire il viaggiatore, che dà vita a particolari oggetti che da molti sono considerati tra i più interessanti di tutto il Paese.

Infine le fiestas, delle colorite celebrazioni a cui vale davvero la pena partecipare almeno una volta nella vita.

Cosa vedere

La città di Huancayo è particolarmente nota per la sua bellezza naturale, la cultura indigena, il cibo e la sua vivacità fatta di innumerevoli festival che hanno luogo durante tutto l’anno.

Una località che con la punta dell’occhio cerca di guardare sempre più a fondo verso il futuro, ma in cui è ancora possibile sperimentare l’autenticità peruviana.

Le attrazioni cittadine

La città è la culla di un interessante patrimonio artistico e culturale, come quello che si può ammirare presso la Plaza de la Constitución che è puntellata di edifici storici che a loro volta sono incorniciati da montagne mastodontiche.

Da non perdere per nessuna ragione al mondo è il Mercado de Huancayo che, oltre a essere uno dei mercati più grandi del Perù, è un vero e proprio turbinio di emozioni perché consente di immergersi nella cultura e tradizioni locali.

Il Templo de la Merced, invece, è una chiesa che risale al XVIII secolo e che è stata edificata in stile barocco. Dall’architettura imponente, funge da centro spirituale e da luogo di aggregazione per la comunità.

Assolutamente interessante è il Parque de la Identidad Wanka che celebra la cultura e le tradizioni dei popoli indigeni del Perù. Visitarlo vuol dire conoscere l’arte, la musica e la danza degli antichi abitanti di questa zona del Paese.

Poi ancora il Teatro Municipal che è annoverato tra i più importanti del Paese. Infine, a non troppa distanza da Huancayo prende vita la città di Concepción, un luogo in cui svettano nei cieli dei maestosi palazzi coloniali splendidamente conservati.

La natura

E poi c’è la natura, come quella offerta dai Torre Torre, dei pilastri di terra che sorgono vicino al centro cittadino. È il posto ideale per gli amanti dell’avventura, perché qui risiedono incredibili formazioni rocciose tra cui fare trekking: sono opere che sono state scolpite dall’erosione del vento e dell’acqua, dando vita  un paesaggio surreale, come fosse precipitato sulla Terra da un altro pianeta.

Altrettanto affascinante è El Bosque de Piedras, una foresta di rocce vulcaniche che regala anche dei panorami mozzafiato. Infine, vale la pena allungarsi per circa quaranta chilometri e raggiungere la bellissima Laguna de Paca, dove ancora sopravvive una natura incontaminata e presso cui poter praticare diverse attività, come il trekking, la bicicletta e le escursioni in barca.

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Le location dove è stato girato “Bob Marley – One Love”

Il film “Bob Marley – One Love” celebra la vita e la musica di un’icona della musica reggae che ancora oggi ispira intere generazioni attraverso il suo messaggio sociale.

La storia di Bob Marley, un artista che ha superato delle incredibili avversità, dall’attentato alla vita alla malattia che lo ha portato alla morte, grazie alla sua religione, il rastafarianismo, per riuscire a creare una musica, che non è solo quella giamaicana, considerata rivoluzionaria.

Prodotto in collaborazione con la famiglia Marley (tra i produttori esecutivi c’è anche Brad Pitt) e interpretato da Kingsley Ben-Adir, nel ruolo del leggendario musicista, e da Lashana Lynch, nel ruolo della moglie Rita, “One Love” è in parte girato nell’isola natale di Bob Marley, la Giamaica.

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Fonte: Paramount Pictures

Bob e Rita in una scena del film “One Love”

La Giamaica nel film “One Love”

Purtroppo, i colori e i paesaggi della splendida isola caraibica non sono centrali nel film, in quanto racconta i fatti a carriera già avviata e quindi già in tournée in giro per il mondo, con qualche flashback fondamentale per la trama, come l’inizio della storia d’amore con quella che divenne sua moglie oltre che corista, Rita, e l’approccio al rastafari, uno stile di vita che viene tuttora ampiamente praticato in Giamaica.

Sicuramente, centrale nel film è la grande casa in cui Bob andò a vivere nella periferia di Kingston con tutta la famiglia, con un grande andirivieni di persone ed era anche la sede dell’etichetta discografica Tuff Gong fondata dal gruppo Bob Marley & The Wailers nel 1970.

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Fonte: @Ilaria Santi

La casa di Bob Marley a Kingston

Oggi, il 56 di Hope Road è diventato il museo di Bob Marley. Le stanze, piene zeppe di ricordi: la sua camicia preferita, la chitarra a forma di stella, la bandiera rastafariana e i tantissimi premi vinti. Tra i ritagli di giornale dei tour appesi alle pareti c’è anche quello del mitico concerto che tenne allo Stadio San Siro di Milano il 27 giugno del 1980).

Sui luoghi di Bob Marley in Giamaica

Per gli appassionati della musica reggae e della figura di Bob Marley (ma anche semplicemente per chi fa un viaggio in Giamaica), il tour dei luoghi a lui legati merita assolutamente.

Si attraversano posti bellissimi, dalla natura tropicale e incontaminata, e si visitano punti dell’isola insoliti ma assolutamente autentici.

Uno di questi è il villaggio in cui nacque Robert Nesta Marley, Nine Mile, un abitato sperso nell’entroterra dell’isola, a circa due ore d’auto dalla Capitale, dove ancora oggi si trova la casa in cui nacque il 6 febbraio del ’45 e dove il suo corpo oggi riposa nel mausoleo. La casa è piccola, semplice e immutata dagli Anni ‘40, ma è ricca di oggetti preziosi. Il mausoleo è considerato un luogo sacro e vi si accede a piedi nudi per sentire ancora di più l’energia del luogo.

Quando andare in Giamaica per il reggae

Detto che, non appena di posa piede sull’isola, risuona nelle orecchie il suo delle canzoni che hanno reso celebre Bob Marley. “One Love”, ma anche “Don’t Worry About a Thing”, “Jamming”, “Could You Be Loved” e tutte le altre saranno la colonna sonora costante del vostro viaggio in Giamaica.

Se però non ne avete abbastanza e volete fare una full immersioni di musica reggae ci sono due momenti dell’anno in cui goderne al massimo: uno è il Reggae Month, la celebrazione che si tiene in tutta la Giamaica ogni febbraio, durante il quale l’isola vibra al suono di concerti, festival e di eventi culturali dedicati al reggae e alla sua eredità; l’altro è il Reggae Sumfest, che nel 2024 si terrà dal 14 al 20 luglio.

Nella terra che lo ha visto nascere, per una settimana si susseguono eventi e concerti che richiamano l’attenzione anche di famosi artisti internazionali. La parola chiave per tutte le serate è “felicità”: si balla e canta dall’alba al tramonto, a piedi nudi sulla spiaggia, avvolti dai ritmi della musica più bella del mondo.

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Fonte: @Visit Jamaica

La statua di Bob Marley davanti alla casa di Kingston
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Nuova scoperta in Italia: trovato l’Antro di Polifemo

Un antico villaggio di palafitte risalente a ben 3.500 anni fa, ma anche una serie di preziose ceramiche, di utensili vari e di depositi contenenti resti vegetali: è questa l’interessante scoperta fatta presso le Grotte di Pertosa-Auletta, un importante sito archeologico sotterraneo che ha grande rilevanza turistica. E forse potremmo essere davanti al mitologico Antro di Polifemo, narrato da Omero nel suo capolavoro letterario.

Le Grotte di Pertusa-Auletta

Siamo in provincia di Salerno, dove si trova un complesso di cavità carsiche conosciuto con il nome di Grotte di Pertosa-Auletta. Queste caverne si dipanano nel sottosuolo, scavando nella parte settentrionale della parete rocciosa dei monti Alburni, lungo la riva sinistra del fiume Tanagro. Qui è l’acqua a fare da padrone: a scavare le grotte è infatti un affluente sotterraneo che, addentrandosi tra le rocce per oltre 3 km, ha dato vita ad un preziosissimo sito ampiamente sfruttato in antichità. Lo dimostra il recente rinvenimento di un villaggio palafitticolo che ci riporta immediatamente alle gesta dell’eroico Ulisse.

La nuova scoperta: l’Antro di Polifemo

Un team di ricercatori italiani, francesi e inglesi, in collaborazione con la Fondazione Mida e il centro regionale di speleologia Enzo dei Medici, ha condotto una nuova indagine sulle Grotte di Pertosa-Auletta, sfruttando uno dei pochi momenti in cui le profondità rocciose sono più facilmente accessibili. Una volta all’anno, infatti, il corso del fiume viene sbarrato da una diga e il flusso dell’acqua viene interrotto, consentendo una visione più chiara di ciò che si trova al livello della pavimentazione delle grotte.

I risultati dell’indagine, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, sono stati sorprendenti: dall’acqua sono riemersi centinaia di pali verticali conficcati nel terreno, i quali un tempo fungevano da fondamenta per le palafitte. Segno, dunque, dell’esistenza di un antichissimo villaggio risalente all’età del Bronzo medio (1.450-1.200 a.C.). In passato, gli scienziati ritenevano che le palafitte fossero poco numerose e situate solamente all’ingresso dell’antro, nella porzione più esterna delle grotte, ma le nuove ricerche raccontano una storia decisamente diversa.

“Abbiamo potuto documentare ora una notevole espansione della struttura palafitticola oltre l’area di antegrotta, in particolare in ambienti completamente oscuri, illuminati solo con fuori o lampade ad olio d’epoca” – ha affermato Raffaella Bonaudo, della Soprintendenza Statale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino – “Siamo nell’età del Bronzo medio, un’epoca che rinvia ai Re raccontati da Omero, ad un sistema di navigazione e di rotte lungo il Mediterraneo, di tappe di navigatori e luoghi evocati da Ulisse in tutto il suo viaggio. Quando ci siamo trovati di fronte al patrimonio spettacolare della grotta, ci siamo detti: abbiamo trovato l’Antro di Polifemo…”.

Oltre al villaggio palafitticolo, i ricercatori hanno trovato antiche ceramiche e utensili in bronzo di splendida fattura. Sono inoltre emersi dei depositi di resti vegetali, conservatisi perfettamente negli ultimi 3.500 anni: in particolare, vi si possono notare cereali e frutti spontanei. Sono proprio i semi dell’uva, appartenenti ad un vitigno proveniente dall’area egeo-balcanica, a sorprendere gli scienziati: “Hanno fornito nuove informazioni sulle origini della viticoltura nel sud Italia, dimostrando un uso precoce della vite in questo sito, introdotta dal Mediterraneo orientale e ibridata con vite selvatica locale” – ha dichiarato l’archeologa Simona Di Gregorio.

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Così l’Intelligenza Artificiale può aiutare i viaggiatori

Ci affidiamo sempre più spesso alla tecnologia nell’organizzare i nostri viaggi, così da poter vivere un’esperienza il più completa e soddisfacente possibile. Dalla ricerca su internet dei voli a prezzi migliori e degli hotel dove alloggiare all’uso di applicazioni che ci consentono di avere tutto a portata di mano con un solo click: indubbiamente, il turismo fa ampio impiego dei nuovi strumenti. E l’Intelligenza Artificiale è uno di questi. Ecco il progetto italiano che ci permetterà di sfruttare le sue potenzialità al servizio dei viaggiatori.

Il progetto delle isole Pelagie

Le isole Pelagie sono l’arcipelago più meridionale d’Italia, una delle mete turistiche per eccellenza nel Mediterraneo. Da Lampedusa all’Isola dei Conigli, ci sono numerose destinazioni frequentatissime dai viaggiatori durante il periodo estivo, grazie alle spiagge da sogno e ad un mare cristallino. A partire dalla primavera 2024, verrà implementato un nuovo progetto che sfrutterà l’Intelligenza Artificiale per scopi turistici. L’obiettivo è quello di fornire ai visitatori il maggior numero di strumenti possibile per vivere un’esperienza ottimale.

Il progetto, presentato da Hub Turistico Lampedusa e realizzato in collaborazione con Mexedia, prevede l’impiego di una suite di prodotti tecnologici basati sull’Intelligenza Artificiale, per ampliare la propria offerta turistica promuovendo il territorio in modo completo. Tra gli strumenti implementati, ci sono una piattaforma omnicanale (Duir) e un Virtual Interactive Representative (VIR). Ovvero un assistente virtuale, in grado di supportare i turisti in ogni fase del loro viaggio, prima della partenza e una volta arrivati a destinazione.

“Gli assistenti virtuali, basandosi sulle tecnologie più all’avanguardia, sono in grado di assicurare importanti vantaggi, in termini di efficienza e miglioramento della customer experience, in diversi ambiti e settori. Tra questi anche il comparto turistico, dove i VIR possono trovare applicazione sia sulle piattaforme online, sia nelle località di destinazione, anche in versione olografica, per creare un percorso su misura e differenziato per ogni turista” – ha affermato Simone Mariano, CEO di Baasbox, società gestita da Mexedia.

L’Intelligenza Artificiale nel turismo

L’Intelligenza Artificiale arriva dunque al servizio dei viaggiatori, offrendo un servizio completo che andrà a semplificare la gestione degli uffici turistici di piccole località come Lampedusa e Linosa, che in periodo estivo sono così affollati da non poter soddisfare in maniera eccellente ogni richiesta. L’assistente virtuale può innanzitutto rispondere alle domande dei visitatori tramite un chatbot, dando diverse opportunità per la costruzione di un itinerario personalizzato. Inoltre, raccogliendo dati e analizzando le tendenze dei turisti, può consentire agli Enti di sviluppare proposte sempre più conformi alle esigenze dei viaggiatori.

“Siamo soddisfatti di aver presentato insieme a Mexedia una suite di strumenti in grado di migliorare l’esperienza dei visitatori dell’isola di Lampedusa in ogni sua fase. Infatti, non solo ci consente di rispondere alle numerose richieste e alle esigenze diversificate dei turisti in modo tempestivo ed efficace, ma ci permette anche di concentrare gli sforzi del personale sulle attività più complesse e a valore aggiunto. In questo modo, possiamo fare ancora di più per valorizzare le meraviglie dell’isola e per garantire un’accoglienza di qualità” – ha dichiarato Luca Siragusa, di Hub Turistico Lampedusa.

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Chantilly, la cittadina francese da visitare assolutamente

Il nome Chantilly vi risuonerà particolarmente familiare, poiché è così che si chiama una buonissima crema composta da panna montata e zucchero a velo e aromatizzata alla vaniglia. Ma come tante delle cose di questo mondo, il nome di questo dolce deriva dalla bellissima cittadina in cui è nata, una località francese che vale davvero la pena scoprire.

Chantilly, informazioni utili

Chantilly è un grazioso comune francese che prende vita nel dipartimento dell’Oise della regione dell’Alta Francia. A poca distanza da Parigi, è anche nota per essere la città di principi, merletti e cavalli.

Natura e storia sono in ogni angolo, tanto che da queste parti sorge un sontuoso castello con un poetico giardino considerato uno dei gioielli del patrimonio francese. Un posto da visitare, quindi, perché rappresenta una vera oasi di pace a qualche chilometro di distanza dal caos della grande città, e in cui poter assaggiare l’originale crema di cui è impossibile non innamorarsi.

Cosa vedere

Sicuramente l’attrazione più emozionante di Chantilly è il suo elegante e magico Castello, ma la città offre anche altri suggestivi punti di interesse. Innanzitutto, Chantilly sorge nel bel mezzo del Parco Naturale dell’Oise, un vero e proprio polmone verde della Francia dove sopravvivono tre maestose foreste, la foresta di Ermenonville, Halatte e Chantilly, numerosi stagni e valli che sembrano infinite.

In secondo luogo, questa città francese è conosciuta anche come la Capitale dei cavalli, e per questo vale la pena visitare le sue Grandi Scuderie. Considerate un capolavoro dell’architettura del XVIII secolo, ospitano anche il Museo del Cavallo e in più vi è possibile assistere a uno dei meravigliosi spettacoli equestri consacrati all’arte del dressage della prestigiosa scuola di Chantilly. Ogni anno, invece, questa è anche la sede del Prix de Diane, la gara ippica più glamour di Francia che prende vita nel mese di giugno.

Chantilly è famosa anche per i merletti, una tradizione che risale al XVII secolo e oggi osservabile presso il Museo di Chantilly. Molto affascinante è anche l’Église Notre-dame De Chantilly, un edificio in stile barocco e prima chiesa parrocchiale della città

Grandi Scuderie, Chantilly

Fonte: iStock

Le Grandi Scuderie di Chantilly

Gli interni del Castello

E ora parliamo della vera perla di Chantilly: il suo prezioso Castello. Costruito sui resti di una fortezza del 1300, è oggi un capolavoro grazie ai restauri che ha subito verso la fine del XIX secolo.

Il merito è di Henri d’Orléans, duca d’Aumale, figlio dell’ultimo re dei francesi, Louis-Philippe, che era considerato il più grande collezionista del suo tempo. Non a caso, Chantilly è la culla di innumerevoli capolavori e preziosi manoscritti.

Sorge nel bel mezzo di una zona paludosa e si sviluppa su 7.800 ettari di terreno. Visitarlo è come catapultarsi in un passato fatto di nobiltà, perché i suoi interni sono di una bellezza inimmaginabile.

Al primo piano, per esempio, sorgono i grandi appartamenti che ancora conservano pregevoli decorazioni cerimoniali. Tra le stanze più belle ci sono l’Anticamera e la Sala di Guardia, allestite per collegare il Grand Château all’antico Petit Château, il grande armadio ad angolo, la Stanza del Principe, con rivestimenti in bianco e oro, la Galleria della Grande Battaglia che possiede delle stupefacenti tele e la Sala della Musica.

Ci sono poi gli appartamenti privati ​​del Duca e della Duchessa di Aumale dove ammirare il Salone di Guise, sede di diversi ritratti di famiglia, la Camera della Duchessa, che possiede un prezioso letto a baldacchino e poltrone imbottite in stile Luigi XV, il Salone Viola, dalla particolare forma di un cerchio, la Piccola scimmia, un salottino decorato con questi buffi animali che imitano le azioni dell’aristocrazia, la Camera del Duca, con un letto militare e una scrivania a cilindro, il Salon des Condé, in memoria di Louis d’Orléans, e la Stanza di Marmo che è ricca di decori in stile rinascimentale francese.

Molto interessanti sono anche le pinacoteche. Il museo Condé, per esempio, protegge tra le sue mura la più grande collezione di dipinti antichi di Francia, seconda solamente al museo del Louvre: ci sono più di 800 dipinti e quasi 4.000 disegni. Bellissimo è anche il Gabinetto Clouet che riunisce una collezione di 90 ritratti rinascimentali, così come lo è il Gabinetto di Giotto dove sono custodite opere italiane. Ma questi appena citati sono solo alcuni esempi.

Infine, il Castello di Chantilly è anche la culla di una delle biblioteche più ricche di Francia. Tra le mura svetta infatti una libreria contenente ben 60.000 volumi, di cui quasi 19.000 visibili al pubblico. Non vi sorprenderà sapere, perciò, che proprio qui si trova anche il manoscritto più prezioso del pianeta.

Castello di Chantilly, Francia

Fonte: iStock

L’esterno del Castello di Chantilly

Il giardino del Castello

Questo Castello monumentale è anche circondato da giardini che da soli valgono il viaggio: vantano una superficie di 115 ettari e sono lo specchio dei loro diversi periodi di creazione. C’è il giardino alla francese, ideato da André Le Nôtre nel XVII secolo, quello anglo-cinese, che risale alla fine del XVIII secolo e il giardino all’inglese, datato inizio del XIX secolo.

Il più scenografico è senza ombra di dubbio il giardino alla francese in cui perdersi tra vasti specchi d’acqua impreziositi da fontane e statue. È stato creato per simboleggiare il trionfo dell’ordine sul disordine, della cultura sulla natura selvaggia e della riflessione sulla spontaneità.

Il giardino anglo-cinese un tempo era composto di sette piccole case. Oggi sono in piedi solo cinque e presentano un aspetto rustico. In passato era utilizzato dai cortigiani che qui si riunivano per mangiare e divertirsi. Il suo scopo è invece quello di imitare il lato selvaggio della natura.

Infine il giardino inglese che è un vero e proprio susseguirsi di costruzioni romantiche, tra cui l’Isola dell’Amore o il Tempio di Venere. In questo stesso angolo scorgano anche le Cascades de Beauvais e il suo obiettivo è quello di esaltare la poesia della natura.

Possiamo quindi concludere che questa pittoresca cittadina, che sorge a poca distanza da Parigi, è una di quelle mete da mettere nella lista dei propri desideri quando si vola in Francia.