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All’aeroporto ora si può andare anche in bicicletta

Per gli amanti dei viaggi sostenibili e che non si muovono se non in bicicletta c’è una grande novità, unica in Italia. Ora si può raggiungere l’aeroporto pedalando, lasciano la propria bici in una zona custodita e prendere un aereo per volare verso la propria meta di viaggio.

Accade all’aeroporto lombardo di Bergamo Orio al Serio, dove la società che gestisce lo scalo, la SACBO, ha appena inaugurato il nuovo tratto di anello ciclopedonale, realizzato nell’area Nord-Est del perimetro aeroportuale.

La nuova ciclopedonale di Orio al Serio

La nuova bretella ciclopedonale che porta all’aeroporto di Orio al Serio per il momento si snoda per una lunghezza di 1,8 chilometri, dalla nuova rotatoria sulla via Paderno di Seriate fino all’altezza del sentiero di avvicinamento della testata 28, in congiunzione con la ciclovia del Parco del Serio.

Naturalmente si sta già lavorando all’estensione ulteriore del tratto ciclopedonale che sarà realizzato dalla rotatoria sulla via Paderno di Seriate fino a via Cavour nel Comune di Orio al Serio, in corrispondenza dell’Aero Club Taramelli, consentendo la connessione con le ciclovie già esistenti nei Comuni di Seriate e Orio al Serio.

I lavori dell’ulteriore tratto ciclopedonale, per una lunghezza di 1,2 km, sono previsti entro il 2024. L’anello ciclopedonale sarà esteso all’asse di penetrazione viaria da Est all’aeroporto, lungo la via Matteotti nel Comune di Grassobbio.

L’anello ciclopedonale aeroportuale si integra con la ciclovia Bergamo-Brescia e la nuova ciclopedonale che è in fase di realizzazione “MUOVIMI” che collegherà addirittura Monaco di Baviera e Milano.

Per chi atterra a Orio provenendo dall’estero, la nuova pista darà anche la possibilità di visitare i dintorni e alcuni luoghi turistici. Questo progetto, chiamato “My Castle Street”, e sviluppato dai Comuni di Bagnatica, Calcinate, Cavernago e Costa di Mezzate, con il supporto della Regione Lombardia e della Provincia di Bergamo, nasce dall’idea di creare un percorso dolce di collegamento tra i castelli di Malpaga dove visse Bartolomeo Colleoni, Capitano Generale di tutte le milizie della Repubblica di Venezia, con l’antico borgo, il Castello Colleoni Martinengo di Cavernago e il Castello medievale di Costa di Mezzate, tre luoghi meravigliosi e poco noti fuori dalla Lombardia.

La strada ciclopedonale di Orio al Serio è parte dello sviluppo previsto dallo scalo aeroportuale dei prossimi anni, a cui si aggiunge la realizzazione di un tratto ferroviario inizialmente tra la Stazione di Bergamo e il terminal di Orio in soli dieci minuti e che, in futuro, raggiungerà anche Milano.

I futuri treni per Orio al Serio

Il progetto futuro, inserito tra le opere di importanza primaria da realizzare in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026, prevede l’attivazione di un servizio ferroviario completo, con un totale di 128 treni diurni e 18 treni notturni. Durante il giorno, saranno previsti treni ogni 30 minuti da Milano, ogni 60 minuti da Lecco e ogni 60 minuti da Ponte San Pietro.

Sono in fase di posa circa 5,3 km di rotaie a doppio binario per i quali sarà scavata anche una galleria che sbucherà proprio davanti all’ingresso dell’aeroporto. La nuova stazione ferroviaria di Orio, invece, sarà già dotata di quattro binari, in modo da prevedere arrivi anche da altre stazioni ferroviarie.

Bergamo, città amica delle due ruote

Del resto, tutta la città di Bergamo è amica delle due ruote e delle buone pratiche di intermodalità. Per un amante del cicloturismo o per chi preferisce questo mezzo per muoversi ora è quindi possibile atterrare in aereo al Milan-Bergamo Airport BGY, scaricare la propria bicicletta e partire in completa sicurezza sulle piste ciclabili che collegano lo scalo al resto della Lombardia e dell’Italia.

Lo scalo bergamasco diventa così l’unico aeroporto bike-friendly d’Italia, dotato anche di una bike room allestita con servizi, mappe e attrezzature per sistemare la propria bicicletta e raggiungere agevolmente i vari nodi strategici della città e non solo.

Sono tantissime le compagnie aeree che fanno scalo a Bergamo Orio al Serio e che volano da e per centinaia di destinazioni, non soltanto europee. Oltra a essere il principale hub di Ryanair che vola in tutta Europa, Nord Africa e nel vicino Medioriente, da questo aeroporto volano altre compagnie low cost come easyJet, Volotea, Eurowings e Wizz Air, ma anche la Air Arabia, che vola in Egitto, Marocco e negli Emirati Arabi, la Cabo Verde Airlines che vola sull’arcipelago di Capoverde, le turche Turkish Airlines e Pegasus, la Flydubai che va a Dubai, l’olandese Transavia, la Georgian Airways e la compagnia Neos che vola sulla Repubblica Dominica e la Giamaica. Da poco, vola anche ITA.

L’aeroporto di Bergamo Orio al Serio è uno dei più trafficati d’Italia, secondo in Lombardia dopo Malpensa, e sia la nuova ciclopedonale sia la ferrovia che arriverà hanno lo scopo di ridurre il traffico e contribuire alla sostenibilità ambientale. Chi ha potuto volare da questo scalo sa che il traffico per arrivarci è sempre piuttosto sostenuto, pertanto il treno sarebbe una grande svolta che potrebbe addirittura metterlo in competizione diretta con l’aeroporto di Milano Malpensa, già da anni raggiungibile con il treno Malpensa Express che parte dalle stazioni Centrale e Cadorna del Capoluogo lombardo. Intanto si può però andare in bicicletta. E questa è una novità assoluta.

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Viaggio a Seoul, una delle Capitali più sorprendenti al mondo

Cercate una Capitale eccentrica, vibrante, in continuo movimento e dove antico e moderno convivono creando un mix davvero speciale? Benissimo, perché abbiamo trovato una destinazione che riesce ad essere tutto quello che vi abbiamo appena elencato e molto altro di più, un città in grado di dettare le tendenze del mondo: Seoul.

Seoul: informazioni utili

Seoul è la Capitale e la città più popolosa della Corea del Sud. Sorge nel Nord-Ovest del Paese ed è una località che potremmo definire “benedetta”: risulta il simbolo visibile di quello che viene chiamato il “miracolo del fiume Han”, riferito agli enormi progressi nel campo dell’economia sudcoreana degli ultimi decenni.

Per secoli “annullata” da due colossi come Cina e Giappone, è da qui che oggi partono tantissime delle tendenze che prendono piede in tutto il pianeta: è il paradiso della creatività, che va dalla moda al cibo, dall’architettura all’arte.

Cosa aspettarsi

Un vortice, Seoul è una città in grado di assorbirti completamente e che regala tutte le emozioni possibili. Non vi sorprenderà sapere, infatti, che è una delle mete di viaggio più amate dai giovani di oggi. Il futuro si percepisce in ogni angolo, ma con armonia perché il moderno non toglie affatto lo spazio al suo caratteristico passato.

Templi e grattacieli convivono, mentre milioni di abitanti si muovono freneticamente in quella che è una città incredibilmente ordinata, civile e vivibile. E poi ci sono le distese di campi di riso, le foreste verdi e i locali alla moda che fanno spazio alle case tradizionali costruite con mattoni di fango.

Viaggio a Seoul

Fonte: iStock

Un angolo di Seoul

La città dei contrasti che stanno bene insieme e che sono uno dei tantissimi punti di forza di questa magnetica località asiatica: Seoul è racchiusa da diciotto chilometri di fortezze volute dall’antica dinastia Joseon, tutte ancora ben conservate, alle quali si alternano centri commerciali giganteschi, alcuni dei quali aperti 24 ore su 24.

Seoul antica: cosa vedere

Non si può dire di conoscere a fondo un luogo finché non si scopre il suo passato, e per questo è molto importante visitare la Seoul antica. Purtroppo molte vestigia della sua città vecchia sono andate perdute per sempre a causa della ricostruzione avvenuta negli anni Cinquanta, ma tante di loro sono ancora presenti, in particolar modo a Nord del fiume Han e nel distretto storico di Jongno-gu.

Ne è un esempio il Namdaemun, la colossale porta della città costruita nel XIV secolo e dichiarata tesoro nazionale nel 1962.

C’è poi il Gyeongbokgung, uno dei cinque magnifici palazzi reali di Seoul edificati in epoca medievale dalla dinastia Joseon, il cui nome significa “palazzo della civiltà splendente”. L’interno riserva diverse stanze di particolare interesse, come la sala del trono, conosciuta come Geunjungjeon, l’ufficio del Re e diverse stanze private. Bellissimi sono anche i giardini Amisan e il Tempio Gyeonghoeru, situato in un incantevole laghetto artificiale incorniciato dai Monti Bukaksan.

Una vera immersione nel passato si può fare presso il Bukchon Hanok Village, caratteristico quartiere puntellato di tradizionali casette coreane, che si rivela il posto più indicato per conoscere alcune delle più interessanti tradizioni locali. Vi basti sapere che sono ben 900 le case che lo compongono.

Bukchon Hanok Village, Seoul

Fonte: iStock

Un angolo del Bukchon Hanok Village

Straordinario e patrimonio Unesco è il Palazzo Changdeokgung, il cui nome significa “palazzo della prospera virtù”. Più piccolo del precedente, era il favorito di molti sovrani coreani del Medioevo e vanta la peculiare caratteristica di armonizzarsi nell’ambiente in cui si trova invece di imporsi.

Composto da 13 edifici e oltre 28 padiglioni, offre anche il cosiddetto Biwon, il giardino segreto, che è ricco di una grande quantità di specie vegetali rare e alberi di oltre 300 anni.

Gli altri palazzi storici a cui vale la pena dare uno sguardo sono il Deoksugung, collocato al fianco di una serie di edifici in stile occidentale; Changgyeonggung, originariamente costruito per essere la residenza estiva dell’imperatore di Goryeo; Gyeonghuigung, per anni considerato il secondo palazzo del Re nel quale si recava nei momenti di emergenza.

Di estrema importanza sono anche i templi, come il Jogyesa che è il centro del Buddismo Zen in Corea. Abbracciato da una raggiante vegetazione, sfoggia un edificio principale che conta ben 500 anni.

Poi ancora il Bongeunsa che è stato fondato nel 794. Visitarlo fa vivere una stranissima sensazione: si percepisce il sacro, l’antico ma anche il moderno e il futuro, perché è circondato da tante recenti costruzioni. Composto da una ventina di edifici, ognuno con il proprio ruolo, offre una statua del Buddha alta 23 metri, la più grande di tutta la Corea.

Tempio Bongeunsa di Seoul

Fonte: iStock

La statua del Tempio Bongeunsa

Il lato moderno

Il lato moderno di Seoul è altamente sorprendente: colori vividi, che passano anche dai meravigliosi e grandissimi parchi cittadini, impreziosiscono i tantissimi murales che abbelliscono le pareti degli edifici. E poi ci sono i pressoché infiniti grattacieli (alcuni dei quali sono ancora oggi tra i più alti del mondo) che si affacciano sul fiume Hangang, dove si possono praticare anche vari sport acquatici.

Tante attività di vario tipo si possono fare pure presso il Skygarden Seoullo 7017, un’aerea per il relax dove passato, presente e futuro si incontrano.

Il motto di Seoul è: “lavora sodo, divertiti ancora di più”. Non sorprende sapere, quindi, che al termine della propria giornata lavorativa i cittadini si dirigono verso Gangnam, Hongdae e Itaewon. Gangnam (ve la ricordate la canzone del 2012 del rapper sudcoreano Psy che ha venduto oltre 9,7 milioni di copie?) è la culla delle tombe delle dinastie Seolleung e Jeongneung, annoverate nei Patrimoni dell’umanità dall’Unesco, ma anche una sorta di Beverly Hills sudcoreana in cui si fanno spazio prestigiosi marchi internazionali del lusso, locali notturni e ristoranti costosi.

Hongdae è un’altra area cittadina molto popolare tra i giovani che qui trovano tutto quello che desiderano per lo svago e il divertimento, mentre Itaewon è un quartiere dall’anima cosmopolita dove si mescolano cucine e culture di tutto il mondo.

Tra le attrazioni da non perdere ci sono il Leeum, Samsung Museum of Art, che è composto da una zona che ospita l’arte tradizionale coreana, e un altra che è la culla dell’arte contemporanea, e la Moschea di Itaewon, la prima moschea permanente della Corea, nonché l’unica moschea di Seoul.

Per descrivere l’anima, lo sviluppo e la crescita di Seoul ci vorrebbe un libro, ma anche per raccontare le sue attrazioni. In questo piccolo articolo mancano i musei, i mercati caratteristici e molto altro ancora: l’unica grande verità è che occorre volare a Seoul il prima possibile.

Gangnam, Seoul

Fonte: iStock

In quartiere Gangnam
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Inhotim, il giardino delle meraviglie dove arte e natura si fondono

Nel cuore della lussureggiante foresta brasiliana si erge un luogo magico e insolito, dove la creatività dell’uomo si fonde armoniosamente con la natura, dando vita a un’esperienza straordinaria.

Oggi ci troviamo a Inhotim, il museo d’arte contemporanea all’aperto più grande dell’America Latina, un’autentica sinfonia di colori e opere immersa nella maestosità della flora e della fauna circostanti.

Nascosto tra le colline del Minas Gerais, a soli novanta minuti da Belo Horizonte, questo luogo cattura il cuore e l’immaginazione dei turisti di tutto il mondo, creando un’esperienza davvero indimenticabile. Ti condurremo in un viaggio attraverso un parco vasto e incantevole, dove palme, tucani e colibrì si muovono in armonia con sculture visionarie e installazioni artistiche, che danno vita a scenografie spettacolari e uniche.

Inhotim: un Eden terrestre nel cuore del Brasile

Inhotim

Fonte: Getty Images

Inhotim, Brumadinho, Brasile

Nella città di Brumadinho, tra le braccia accoglienti della Foresta Atlantica, si cela Inhotim. Questo autentico paradiso terrestre è il frutto della visione audace dell’industriale Bernardo Paz, in collaborazione con l’eccezionale architetto paesaggista Roberto Burle Marx. L’obiettivo? Proteggere la bellezza naturale della riserva e trasformarla in capolavoro, dove arte e natura si intrecciano splendidamente.

Un parco delle meraviglie che custodisce oltre 500 opere d’arte create da talentuosi artisti brasiliani e internazionali. Sculture maestose, fotografie che catturano l’anima, video coinvolgenti, installazioni intriganti, disegni e pitture che narrano emozioni e storie, rendendo ogni passo un viaggio attraverso un vero e proprio museo en plein air.

Questo patrimonio inestimabile si rivela ancora più prezioso grazie alla presenza di una ricca biodiversità, con circa 3000 specie di piante che fanno da cornice naturale alle opere d’arte. I sapienti botanici hanno compiuto una vera magia, incastonando con maestria alcune creazioni artistiche tra i rami e i petali, realizzando così una scenografia dove l’espressione umana danza in perfetta sinergia con la generosità della natura.

Inoltre, i padiglioni futuristici che accolgono le installazioni come gioielli preziosi, aggiungono un tocco di modernità a questa cornice paradisiaca. Ogni angolo di Inhotim rivela un’incredibile attenzione ai dettagli, una cura meticolosa che trasforma il parco in un rifugio per l’anima.

Esplorando Inhotim: un viaggio culturale tra arte e natura

Con i suoi 600 ettari di foresta protetta, cinque laghetti e 45 ettari di giardini curati con amore e dedizione, Inhotim ti accoglie in un mondo dove ogni passo è una pagina da scoprire. Come in una vasta biblioteca, i sentieri si trasformano in capitoli che narrano la storia di opere d’arte eccezionali e della flora lussureggiante che le circonda.

Ogni passeggiata è un viaggio che permette di scoprire opere di artisti straordinari come Oiticica, Miguel Rio Branco, Giuseppe Penone con la sua imponente “Elevazione“, Doug Aitken, Janet Cardiff e molti altri. I percorsi, talvolta lunghi e impegnativi, ti faranno scoprire un tempio dell’arte contemporanea che si espande costantemente.

L’ambizione sconfinata e visionaria del progetto, infatti, mira a trasformare questo luogo straordinario in un’opera d’arte full immersive. Oltre alle opere, il parco aspira a diventare un microcosmo culturale, con l’aggiunta di alberghi, negozi, teatri e biblioteche, diventando così una tappa obbligatoria per tutti coloro che desiderano conoscere il Brasile attraverso la sua anima più autentica.

Inhotim

Fonte: Getty Images

Inhotim, Brumadinho, Brasile
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Copenaghen si accende d’incanto: il festival delle luci è magia

È tempo di immergersi in un viaggio straordinario, di lasciarsi avvolgere dall’incanto di esperienze uniche che trasformano le destinazioni in autentiche fiabe viventi. Tra le Capitali europee, c’è una città che in questi giorni brilla con una luce speciale, pronta a vestirsi di eleganza e poesia e a tramutare le sue strade in scenari da sogno.

Questo luogo è Copenaghen che, dal 2 al 25 febbraio, scioglierà l’abbraccio freddo dell’inverno per dare spazio a una celebrazione unica: il Copenhagen Light Festival. In questo periodo, le strade sono un vero e proprio palcoscenico luminoso, dove ogni passo è un viaggio tra emozioni e meraviglie. Qui, la luce è la protagonista indiscussa, dipingendo la città con pennellate di colori vibranti e creando atmosfere che rapiscono il cuore di chiunque si avventuri nelle sue strade illuminate.

Il Copenhagen Light Festival illumina il cuore della città

Light Festival

Fonte: Daniel Rasmussen – Copenhagen Media Center

Copenhagen Light Festival

Venerdì 2 febbraio, Copenaghen si prepara a trasformarsi in un vero incanto, illuminando il crepuscolo con 50 opere artistiche straordinarie. Una sinfonia di colori prenderà vita, danzando tra quartieri suggestivi, piazze pittoresche, strade che si snodano tra antichi vicoli e lungo il magico waterfront, abbracciando i parchi verdi della città.

Nelle prossime tre settimane, il festival svelerà un universo di opere luminose, veri capolavori che vanno dalle sculture alle installazioni, dalle proiezioni agli eventi, ciascuna concepita con maestria da artisti di fama internazionale, talenti emergenti e creativi visionari. I lighting designers e le organizzazioni d’arte si uniranno in un inno alla creatività, regalando alla città un’atmosfera unica, in cui ogni luce racconta una storia e ogni riflesso cattura un’emozione.

Le installazioni sono collocate lungo un percorso che abbraccia il cuore del centro storico e le rive del porto. Ma un tocco di magia si diffonderà anche in aree al di fuori del nucleo urbano, dove una selezione di opere artistiche regalerà un’esperienza luminosa inaspettata anche negli angoli meno esplorati della città.

La magia continua: ecco gli altri eventi da non perdere a Copenaghen

Nel periodo del Copenhagen Light Festival, la città si anima non solo di luci, ma anche di eventi emozionanti che amplificano quest’atmosfera incantata. Tra le numerose esperienze offerte, spiccano momenti musicali indimenticabili e attività coinvolgenti che trasformano questa festa delle luci in un viaggio multisensoriale.

Una delle perle del programma è la serie di concerti che prenderanno vita tra le maestose mura della Marmorkirken. Il DR Vocal Ensemble, infatti, regalerà melodie avvolgenti, creando un’armonia perfetta tra la musica e le luminarie che abbracciano la chiesa. Da non perdere anche il concerto di apertura presso la chiesa di Holmens, con il Mogens Dahl Chamber Choir.

Per coloro che, invece, cercano emozioni in luoghi insoliti, ogni sera il Cimitero di Vestre si trasforma in uno scenario misterioso e suggestivo, permettendo di ammirare quattro opere di luce straordinarie. Un luogo dove il sacro e il profano si fondono in un’armonia unica, rendendo questa inconsueta combinazione un appuntamento imperdibile per coloro che cercano un’avventura più unica che rara.

Il suggerimento è quello di consultare il sito ufficiale del festival, dove il programma viene regolarmente aggiornato con tutte le informazioni necessarie. Inoltre, se vuoi esplorare appieno tutte le sfaccettature di questa celebrazione, tieni d’occhio la mappa ufficiale, una guida dettagliata per orientarsi tra le diverse installazioni e abbracciare ogni angolo illuminato di questa splendida città.

Light Festival

Fonte: Marc Skafte-Vaabengaard – Copenhagen Media Center

Copenhagen Light Festival
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Cosa fare in Val di Scalve, tesoro della Lombardia

Protetta dalla corona delle Orobie, la Val di Scalve riunisce nel suo territorio una varietà di contesti naturali incontaminati che la rendono il luogo ideale per la pratica di tutti gli sport di montagna, ma anche per esplorarne cultura e tradizioni immersi in un silenzio rigenerante. Esperienze uniche e coinvolgenti accontentano chiunque percorra questa fantastica valle, ricca di opportunità sia in inverno che in estate.

Val di Scalve, un luogo ricco di storia

Situata nella parte nord-orientale della provincia di Bergamo, e confinante con le province di Sondrio e Brescia, la Val di Scalve si estende per una larghezza di 19 km tra una cerchia di montagne prealpine, fra le cui cime spiccano il maestoso Massiccio della Presolana , il Pizzo Tornello, il Cimon della Bagozza e il Pizzo Camino.

Vanta origini antichissime, dagli antichi Romani era conosciuta come Vallis Decia, dal torrente che la solca, il Dezzo, che nella parlata locale viene chiamato ‘Decc’. Secondo alcuni storici, il nome ‘Scalve’ deriverebbe, invece, dal celtico Skalf, che significa ‘fessura’, una caratteristica riconducibile alla natura della valle che si presenta, a chi risale dalla Valle Camonica tramite il corso del torrente Dezzo, come un’angusta fessura tra i monti, ma c’è anche chi pensa che possa riferirsi all’attività di scavo delle numerose miniere che fin dai tempi remoti  ha caratterizzato la storia di questo luogo.

Cosa fare in inverno in Val di Scalve

Questa rara isola alpina è un vero paradiso per chi ama le attività all’aria aperta e gli sport di montagna. In inverno, i meravigliosi sentieri escursionistici che in estate sono immersi nel verde dei prati diventano tracciati perfetti per gli amanti delle ciaspolate e dello scialpinismo. Potrete vivere momenti di svago e condivisione sulle piste innevate, adatte sia a snowboarders sia a sciatori, senza tralasciare le aree attrezzate per bob e slittini, con diversi fuoripista in powder che permettono di raggiungere isolati rifugi alpini.

La conformazione montana della Val di Scalve regala un’ampia scelta di percorsi per gli scialpinisti, come la conca dei Campelli, il Pizzo Camino, il Monte Ferrante e il Monte Barbarossa. A ovest della valle si staglia la Presolana che, con i suoi pendii, offre un ottimo comprensorio sciistico con piste che si spingono sino a 2250 metri.

Una delle mete più scenografiche della Val di Scalve, e per questo più amate, è il Passo dei Campelli, a 1889 metri di quota, cui si arriva – partendo dalla località Fondi di Schilpario – con una camminata di due ore e 630 metri di dislivello, circondati da boschi da fiaba. In cima vi sorprenderà un panorama spettacolare, con la vista che si apre verso la Val Camonica fino a scorgere l’inconfondibile sagoma dell’Adamello.

Gli sciatori o alpinisti più esperti possono, invece, raggiungere in tre o quattro ore il Cimon della Bagozza, ammirando scenari incantati fino a ritrovarsi in vetta a 2409 metri di altitudine, oppure, partendo dal parcheggio di Piazzale Alpini, arrivare in quattro o cinque ore di cammino al Pizzo Camino a quota 2491 metri.

La Val di Scalve vanta, inoltre, la presenza di scuole di sci certificate e di lunga esperienza nelle varie discipline, da cui sono passati campioni di fama mondiale. Una volta qui, chi lo desidera può approfittare delle lezioni personalizzate, per gruppi e anche per disabili, con maestri pronti a insegnare i più piccoli trucchi per diventare dei provetti sciatori.

Val di Scalve in estate: gli itinerari naturalistici

Se desiderate trascorrere un’estate in totale tranquillità, lontani dal caotico affollamento delle spiagge, la Val di Scalve vi offre l’alternativa ideale, con i suoi splendidi itinerari naturalistici che comprendono boschi, varie specie animali, percorsi tematici e miniere.

Un punto di partenza dal nome evocativo è il Sentiero del Bosco Incantato, una passeggiata ideale per tutta la famiglia, dove le sculture di legno accompagnano i bambini per tutto il percorso, raccontando le storie della tradizione bergamasca.

Gli appassionati di trekking e sky-race ameranno, invece, la natura lussureggiante che circonda il borgo di Azzone, posto alla destra del fiume Dozzo, a poca distanza dalla Riserva Naturale Giovetto di Paline, ricoperta quasi interamente di abeti rossi.

Giungendo al passo della Presolana, ci si incammina verso il Sentiero dell’Orso, un percorso eco-didattico che permette di osservare da vicino piccoli esempi della complessità del sistema forestale. Seguendo il cartello che indica il Salto degli Sposi, si raggiunge uno splendido belvedere. La leggenda narra che due innamorati stranieri, chiamati dalla gente del posto “gli sposi”, senza un motivo apparente, si suicidarono, gettandosi dal dirupo abbracciati.

Un’escursione che unisce la bellezza della natura e il ricordo del crollo della diga nel 1923 è quella che passa per la Diga del Gleno a Vilminore di Scalve. Qui è stato realizzato anche l’Arboreto alpino Gleno, che ospita uno spazio espositivo con le schede descrittive delle circa 100 specie botaniche piantumate nei primi anni 2000.

Da non perdere, infine, una visita al Parco Minerario Andrea Bonicelli, che dal 1997 si occupa di recuperare la storia e la cultura mineraria della Val di Scalve per trasmetterla alle future generazioni, attraverso diversi percorsi museali all’interno delle antiche gallerie dismesse nelle miniere di Schilpario. I percorsi si snodano per chilometri e su più livelli, con itinerari attrezzati con illuminazione elettrica, che si affrontano inizialmente a bordo di un fantastico trenino che scorre sui vecchi binari usati per il trasporto del minerale. Il percorso nella miniera prosegue poi a piedi, accompagnati dalle guide, pronte a illustrare un’affascinate documentazione fotografica che mostra il lavoro dell’uomo a contatto con la montagna e le sue viscere e a spiegare il funzionamento di oggetti e utensili della storia della miniera.

Il favoloso panorama dalla Big Bench

A pochi passi dal centro abitato di Schilpario, si può raggiungere la famosa Big Bench, installata il 2 luglio 2020, che rientra con il n. 96 fra le oltre 100 panchine progettate da Chris Bangle all’interno del Big Bench Community Project (BBCP). La panchina gigante è raggiungibile percorrendo un facile e breve sentiero, che permette di ammirare un panorama imperdibile, che abbraccia in lontananza il massiccio della Presolana, ma anche il Pizzo Tornello dalle ripide pendici erbose, il Pizzo Camino, Ezendola e parte del complesso della catena rocciosa dei Campelli.  Mentre l’abitato del comune di Schilpario rimane parzialmente nascosto più a Est, dalla Big Bench si possono ammirare le frazioni di Pradella, Ronco, Barzesto, e anche i più lontani centri di Vilmaggiore e Vilminore.

La spettacolare Cascata del Vò

La Cascata del Vò è tra le principali mete estive della Val di Scalve. In circa mezz’ora si raggiunge una meravigliosa cascata formata dall’omonimo torrente, un salto di 25 metri immerso nel verde dei boschi. La valle del Vò si apre poco prima dell’abitato di Schilpario, nei pressi del piccolo borgo di Ronco, fra il Monte Bognaviso e il Pizzo Tornello. Sul fondo scorre il fiume Vò che da il nome all’intera vallata. La vegetazione alterna boschi di abete rosso, pino mugo, ontani e noccioli. La fauna è ricca di camosci e altri animali selvatici.

Sul tragitto per raggiungere la cascata, ci si imbatte in un esempio di “poiat”, una struttura di rami e tronchetti di legna che serviva alla fabbricazione del carbone, di vitale importanza per le genti che un tempo abitavano la zona. L’antica mulattiera del percorso veniva sfruttata, in passato, per raggiungere “la reglana” un forno di fusione del minerale, del quale ne rimane traccia poco prima della cascata. Esistono, infatti, testimonianze di un’importante attività di scavo delle numerose miniere di ferro della Val di Scalve fin dai tempi dei Romani.

A spasso tra i borghi della Val di Scalve

La Val di Scalve è formata da quattro comuni – Azzone, Colere, Schilpario, Vilminore di Scalve – ciascuno dei quali offre percorsi culturali, artistici e gastronomici, immersi in scenari incontaminati e mozzafiato.

Azzone è un piccolo borgo ai piedi del Pizzo Camino, nonché porta di accesso alla Riserva Naturale del Giovetto, dove si possono ammirare le operose formiche appartenenti alla specie Rufa, che hanno la capacità di proteggere l’intero ambiente boschivo dall’attacco di insetti nocivi. Il suo centro abitato rispecchia la struttura tipica dei paesi montani. Il suo cuore è la piazza, su cui si affaccia il palazzo comunale, mentre fra i tetti delle case, spiccano la il campanile della chiesa parrocchiale e la Torre Civica.

Colere è, invece, famoso per lo sci alpino e lo sci alpinismo in inverno, per il trekking e le vie d’arrampicata in estate. Dal paese si può giungere attraverso vari sentieri di facile percorribilità il Rifugio Luigi Albani, inserito nel Sentiero delle Orobie Orientali. Molto suggestiva è la grotta del ghiaccio, così chiamata per la presenza, in ogni periodo dell’anno, di uno strato di ghiaccio che ne ostruisce l’ingresso.

Incastonato nella cornice naturale delle Orobie Bergamasche e posto all’ingresso di un’affascinante abetaia, Schilpario è un luogo ricco di storia, sapori e tradizioni. La sua straordinaria posizione ambientale e paesaggistica ne ha fatto una meta turistica fra le più apprezzate degli appassionati di montagna.  Dal paese partono diversi sentieri che sovrastano l’intera Val di Scalve e portano ai rifugi Tagliaferri, Vivione e Campione. Vi troverete anche percorsi ciclabili o a cavallo.

Infine, incontriamo il piccolo borgo di Vilminore di Scalve, posto al centro soleggiato della valle, a un’altezza di 1018 m. s.l.m., e punto nevralgico della stessa, poiché sede della storica Comunità Montana di Scalve. Ognuna delle sue nove frazioni conserva importanti tracce del passato della comunità scalvina. La più importante è senza dubbio la Diga del Gleno, che conserva i segni della tragedia che avvenne il 1° dicembre 1923, quando la diga crollò e una grandissima quantità di acqua, fango e detriti si riversò sui centri abitati sottostanti, causando numerosi danni e centinai di vittime. I resti della diga sono tutt’oggi visibili e sono raggiungibili tramite una suggestiva camminata che parte proprio da Vilminore di Scalve.

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La meta italiana che è ora una delle grandi città termali d’Europa

La chiamano la Città dei Papi, perché fu per lungo tempo sede pontificia, e vanta un quartiere medievale tra i più belli al mondo: stiamo parlando di Viterbo, una meta assolutamente da scoprire, oggi per un motivo in più. A partire dal 1° gennaio 2024, infatti, è ufficialmente una delle grandi città termali d’Europa. Si tratta di un riconoscimento importante, che elegge questa destinazione come una delle migliori in Italia per una vacanza all’insegna del wellness.

Viterbo tra le grandi città termali d’Europa

La città di Viterbo è da sempre rinomata per le sue sorgenti termali, da cui sgorgano acque caldissime e ricche di sali minerali, perfette per rilassarsi e per le loro proprietà curative. Tempo fa, aveva presentato la propria candidatura per entrare a far parte dell’associazione European Historical Thermal Town (ETTHA), che raccoglie le grandi città termali europee, e ora ce l’ha fatta. L’inizio del 2024 ha segnato il suo ingresso presso questa storica associazione, unendosi ad una ristretta cerchia di città italiane che ne sono già membri – come ad esempio Acqui, Castrocaro, Montecatini, Montegrotto, Salsomaggiore e Telese.

L’ETTHA custodisce un immenso patrimonio termale, ben distribuito in tutta Europa: spiccano, dunque, città importanti come Budapest, Baden Baden, Bath, Vichy e Spa. A tutte queste, si aggiunge ora la nostra splendida Viterbo, che ottiene così un riconoscimento di portata storica. Ciò consolida non solo il suo impegno nel settore, ma permetterà al turismo di fare un passo avanti nell’ambito wellness, spingendo a sua volta le altre attrazioni presenti in città – come ad esempio il meraviglioso quartiere medievale di San Pellegrino, rinomato a livello internazionale.

Le terme più belle di Viterbo

Molte sono le sorgenti termali che sgorgano a Viterbo e nei suoi dintorni, quindi non è difficile trovare bellissimi stabilimenti forniti di ogni confort e piscine ad accesso libero per chi vuole concedersi qualche ora di relax low cost. Tra i centri termali più interessanti c’è sicuramente lo storico stabilimento delle Terme dei Papi, che in passato ha ospitato personaggi illustri (e che è stato persino citato da Dante Alighieri, nonché disegnato da Michelangelo). Particolarmente suggestive sono la sua piscina monumentale esterna e una grotta naturale che funge da bagno turco, con temperature che raggiungono i 48°C.

Ci sono poi diverse terme gratuite ad accesso libero, piscine d’acqua caldissima all’aperto, spesso frequentabili tutto l’anno. È il caso, ad esempio, delle Piscine Carletti: si trovano a poca distanza dal centro della città, e le sue sorgenti vedono sgorgare acqua a 58°C. Ci sono diverse pozze in cui potersi immergersi, tutte di temperatura diversa. Ovviamente, essendo gratuite non hanno servizi da offrire, ad eccezione di un comodo parcheggio (anch’esso gratis). Sebbene non siano illuminate, infine, è possibile accedervi anche di notte.

Molto famosa è anche la sorgente termale del Bullicame, situata appena fuori Viterbo. Le sue acque sulfuree sgorgano a 58°C e possiedono diverse proprietà terapeutiche. Le sorgenti formano diverse piscine naturali, e anche in questo caso ne troviamo una pregevole citazione nella Divina Commedia di Dante. Infine, meritano una visita le 5 piscine del Bagnaccio, che costituiscono un parco termale situato lungo la Via Francigena, usato in passato dai pellegrini in cammino verso Roma. Gestite da un’associazione, richiedono il pagamento di un economico biglietto d’ingresso per poterne usufruire.

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Le rocce a forma di cuore emergono dall’acqua: l’isola dell’amore è un sogno

C’è un’isola in Giappone che è il posto perfetto per celebrare l’amore, non solo perché offre una scenografia talmente bella da togliere il fiato, ma perché ci sono alcuni luoghi che sono davvero speciali. Come le rocce a forma di cuore che emergono dall’acqua, scolpite dalla natura stessa e che si innalzano verso il cielo con la loro forma inconfondibile.

Ma non solo quelle, perché l’Isola di Kourijima – nota anche come isola di Kouri – tra una romantica leggenda, spiagge bellissime e le sue piccole dimensioni, è un gioiello da esplorare e da conoscere. Ed è una destinazione imperdibile per un viaggio alla scoperta del Giappone e dei suoi tanti luoghi da sogno.

L’isola dell’amore in Giappone: le rocce sensazionali

Il perimetro dell’Isola di Kouri è davvero piccolo, la sua circonferenza infatti è di circa 8 chilometri e questo non fa che aggiungere fascino a un luogo che è davvero un gioiello prezioso.

È un luogo incontaminato, dove non si trova altro che natura e con alcune attrazioni che le hanno permesso di fregiarsi dell’appellativo di isola dell’amore. Come le rocce a forma di cuore che escono dall’acqua cristallina. Sono due, hanno una forma inequivocabile e sono il frutto del lavoro della natura, che è capace di creare scenari mozzafiato. Si trovano sulla spiaggia di Tinu ed emergono dal mare mostrandosi in tutta la loro bellezza.

Le spiagge in questo luogo sono stupefacenti, il clima è tropicale e c’è caldo tutto l’anno e questo rende la zona la location ideale per una vacanza immersi nella bellezza della natura.

E, sempre legata a una spiaggia, c’è una leggenda: si dice infatti che i due antenati di tutta l’umanità, proprio come Adamo ed Eva, avessero scelto come dimora una grotta sulla spiaggia di Chigunu.

Cosa vedere e come raggiungere sull’isola di Kouri

L’isola di Kourijima viene chiamata anche Kouri ed è la destinazione perfetta da raggiungere per una giornata di esplorazione. Qui non si trovano alberghi, ma solo natura. Vale la pena visitare le sue bellissime spiagge, colmare gli occhi con tanta bellezza e osservarne i suoi tanti colori.

Essendo di piccole dimensioni si può esplorare in un giorno e, da ricordare, anche il viaggio per raggiungerla è spettacolare. Infatti, si accede attraverso un suggestivo ponte: si parte da Naha, città sull’isola di Okinawa e si raggiunge facilmente in macchina.

Okinawa, un luogo da sogno

Questa zona del Giappone gode di un clima caldo tutto l’anno ed è la meta ideale per chi apprezza le spiagge da sogno, ma anche esplorare i fondali: la barriera corallina è davvero suggestiva e variegata. Della prefettura di Okinawa fanno parte 150 isole, tutte bellissime e dotate di clima tropicale e grandi distese di sabbia.

Ma non solo, a quanto pare, è anche il posto che custodisce il segreto della longevità, i suoi abitanti infatti detengono il record, rispetto a quelli di altre zone del Giappone e del mondo.

Un luogo bellissimo, dunque, ricco di tesori da scoprire e scrigno di piccoli gioielli speciali: proprio come le rocce a forma di cuore che emergono dall’acqua. La destinazione ideale per gli innamorati.

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La città dell’Albania dove storia e natura si incontrano

Di recente, l’Albania è diventata una delle mete di vacanza più ambite dai visitatori italiani. Lo sviluppo del turismo nel Paese non si concentra solo sulla costa e sulle spiagge da sogno, ma su tutto il territorio, incluse le città ricche di tesori da scoprire. Esplorando l’entroterra, si incontra Elbasan, una destinazione in cui passato e presente coesistono armoniosamente, offrendo una ricca esperienza di viaggio per gli appassionati di storia e gli amanti della natura.

Elbasan, “ombelico dell’Albania”

Considerata “l’ombelico dell’Albania”, Elbasan (Elbasani in albanese) è situata al centro geografico del Paese, sulla sponda destra del fiume Shkumbin. Venne costruita sui resti della città antica di Skampini, fondata nel I secolo a.C. da tribù illiriche, e fu un importante centro sulla via Egnatia che collegava, come proseguimento naturale della via Appia, Durazzo a Costantinopoli, e che ha determinato nei secoli lo sviluppo economico e l’influenza politica e strategica della città.

L’attrazione principale è il Castello di Elbasan, situato al centro della città, una fortificazione del XV secolo che in origine aveva ventisei torri. Ancora oggi rappresenta una testimonianza importante del lungo regno ottomano in Albania. Durante il XVII secolo, nel suo periodo più glorioso, racchiuse tra le sue mura oltre duemila case e un’industria manifatturiera di oltre 900 negozi di oggetti in pelle, seta e metalli preziosi, che venivano perlopiù esportati all’estero. Una passeggiata attraverso il castello svela un’incredibile varietà di architetture, dalle case in stile ottomano, tipiche dell’Albania centrale, agli appartamenti in stile italiano del XIX e XX secolo, a edifici comunisti e di epoca post-comunista.

Tra i monumenti che si possono ammirare all’interno della fortezza, spicca la chiesa ortodossa di Santa Maria Assunta, la Moschea del Re e i magnifici bagni turchi di Sinan Pasha, ben conservati e costruiti all’inizio del XIX secolo. Sul lato orientale, svetta la maestosa Torre dell’Orologio, tutt’oggi funzionante. Luoghi che costituiscono un tassello prezioso dell’affascinante storia di questa città.

Non lontano dal castello, il viaggio nella storia e nella cultura di Elbasan continua con una visita al Museo Etnografico, una casa a due piani del XVIII secolo che racconta la cultura, il folclore e lo stile di vita della città albanese. Dopo aver esplorato le diverse sale di questo interessante spazio espositivo, c’è un’altra attrazione che non potete perdere: la Moschea di Naziresha. Sorta nella periferia meridionale, rientra nei monumenti culturali religiosi dell’Albania dal 1948 . Nel 2013 è stata sottoposta a un importante restauro, finanziato dal governo turco, che ha visto la ricostruzione del minareto, la posa della cupola in piombo e delle grate bianche sulle finestre.

La vibrante cultura di Elbasan si riflette nei suoi festival, che offrono musica e intrattenimento, oltre alla possibilità di degustare i piatti tipici della deliziosa cucina locale e scoprire le tradizioni che convivono in armonia con la vita moderna. Tra gli appuntamenti imperdibili, il Dita e Verës (Summer Day), che si celebra il 14 marzo, e segna l’arrivo della bella stagione con varie attività all’aperto e spettacoli.

Le attrazioni naturali di Elbasan e dintorni

Per gli amanti della natura, Elbasan offre l’accesso al magnifico Parco Nazionale di Shebenik-Jabllanicë, caratterizzato in particolare da un paesaggio montuoso ricco di laghi glaciali, valli, boschi di conifere e latifoglie, prati e pascoli alpini, che ospita molte specie diverse e rare di piante e animali. Un vero paradiso, quindi, per le attività all’aria aperta come passeggiate ed escursioni nella natura incontaminata, il campeggio e il birdwatching. A soli 20 minuti dalla città, ci si imbatte nello splendido parco di Bysheku, famoso per le sue risorse di acqua dolce e per gli alberi secolari che sono protetti come monumenti della natura.

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Camogli, le balene innamorate sul molo celebrano San Valentino

Un borgo di mare, con le case che si arrampicano quasi in verticale sulla collina. Colorate, si stagliano verso il cielo. E poi il lungomare con la sua lunga spiaggia e il porticciolo. Camogli è un piccolo gioiello della provincia di Genova, un luogo incantato del Golfo Paradiso, dove lasciarsi stupire dall’essenza stessa di questa regione. Ma anche un posto romantico, non a caso per San Valentino diventa la location ideale da raggiungere per celebrare l’amore.

Sul molo, ad esempio, si possono ammirare le balene innamorate, un posto perfetto in cui accomodarsi per scrutare l’orizzonte sul mare e lasciarsi cullare dalla bellezza delle sue sfumature. Ma non solo, perché l’evento San Valentino… Innamorati a Camogli 2024 (che è arrivato alla sua trentasettesima edizione) è un contenitore di tantissime iniziative diverse che coinvolgono i comparti economici, commerciali e turistici della cittadina.

Le balene innamorate a Camogli, la scenografia più romantica

Una scenografia romanticissima, con alle spalle Camogli e i suoi colori, davanti agli occhi l’orizzonte e il mare: il luogo da raggiungere in occasione di San Valentino è il borgo marinaro ligure, che si trova a poca distanza da Genova.

Qui sul molo si trovano le code di due grandi balene, per raggiungerle si passa accanto a un altro scorcio dedicato agli innamorati: una rete punteggiata da tantissimi cuori rossi. Giunti dall’installazione, inoltre, si potranno leggere alcuni dei componimenti della Rassegna poesie d’amore.

E poi scattare foto, in un posto che custodisce un pizzico di magia e in cui mare e terra si incontrano, per un ricordo indelebile e ad alto tasso di romanticismo.

Dai piatti alle postazioni foto: tutto quello che gli innamorati possono fare a Camogli

Non solo balene, però, perché gli innamorati nel borgo ligure di Camogli hanno davvero l’imbarazzo della scelta. A partire dal piatto ricordo che viene proposto sempre diverso a ogni edizione dell’iniziativa e che quest’anno porta il titolo di Infinito amore, realizzato da Orazio Veutro. Si può avere con il menù apposito, prenotando nei ristoranti della cittadina e solamente a febbraio.

Invece vengono distribuiti gratuitamente i cuori rossi, perfetti messaggeri d’amore sui quali appuntare i nomi, oppure un pensiero o una dedica. Poi si annodano alla rete in fibra di cocco a memoria di un momento speciale. I cuori si possono ritirare presso l’info point Ascot sabato 10 e domenica 11 febbraio, mentre lunedì 12, martedì 13 e mercoledì 14 dagli uffici della Pro Loco.

San Valentino... Innamorati a Camogli, la distesa di cuori rossi

Fonte: Dimensione Riviera Promozioni

San Valentino… Innamorati a Camogli i cuori rossi con i messaggi

E ancora i versi: da sabato 10 a domenica 18 febbraio le poesie selezionate e premiate nel corso delle rassegne dal 2013 al 2023 saranno pubblicate in appositi poster che si potranno ammirare sul molo del porticciolo di Camogli e nelle frazioni di Ruta e San Rocco.

Da non dimenticare le postazioni per scattarsi delle foto ricordo, sul lungomare una panchina artistica e un cuore gigante sono il luogo ideale per imprimere ricordi indelebili. La scenografia è a cura di Giulia Pirchi, Lorenzo Ghisoli e del Falegname Andrea Costa.

Da segnare in agenda l’iniziativa di domenica 11 febbraio, quando la musica più romantica risuonerà nelle strade grazie agli artisti di strada: Anna Bottardi, I Canapa e Lorenzo Pullara.

Le gite per gli innamorati

Per chi desidera organizzare una gita la location da raggiungere è l’Abbazia di San Fruttuoso, incastonata nel promontorio tra Camogli e Portofino è un vero gioiello prezioso restaurato e riaperto al pubblico grazie al Fai – Fondo per l’Ambiente Italiano. Dal 10 al 18 febbraio, nei giorni di apertura, tutte le coppie visiteranno il Museo pagando un solo biglietto.

Infine, minicrociera di San Valentino, che porta i visitatori da Camogli a Punta Chiappa e San Fruttuoso. L’appuntamento è dal 10 al 14 febbraio: se ci si presenta all’imbarcadero del porticciolo di Camogli con il cuore rosso ogni coppia potrà acquistare i biglietti di andata e ritorno, al costo della sola andata.